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Magazine di approfondimento Aletti Certificate – 29 agosto 2016 PERFORMANCE DEGLI INDICI (Valori al 26 agosto 2016 - Variazioni dal 19 luglio al 26 luglio 2016) Valore Var % sett FTSE MIB DAX30 EURO STOXX 50 16.843,99 10.587,77 3.010,36 93,25 288,21 3,27% 0,41% 1,42% 6,06% 0,82% S&P500 NIKKEI225 EURO STOXX EURO STOXX NASDAQ100 TELECOM UTILITIES EURO STOXX EURO STOXX BANKS OIL&GAS Valore 319,33 252,37 4.783,69 2.169,04 16.360,71 Var % sett 0,67% 1,13% -0,47% -0,68% -1,12% IN EVIDENZA SUI MERCATI AZIONARI Settimana debole quella appena trascorsa per i mercati azionari americani che erano focalizzati sull’intervento del Presidente della Fed Janet Yellen a Jackson Hole e da cui i listini si attendevano nuove indicazioni sul probabile sentiero di crescita dei tassi di interesse in Us. E il Presidente Fed ha confermato così la prospettiva di una estrema gradualità nell’azione di rialzo dei tassi senza però indicare alcun riferimento temporale esplicito per la prossima decisione. La politica monetaria non è prefissata, ma dipendente dai dati ed il range del possibile ritmo di rialzo dei tassi è molto ampio, con gli eventuali shock esogeni che potrebbero modificare comunque lo scenario di riferimento. Listini inoltre non particolarmente influenzati nella seduta di venerdì dalla comunicazione dei dati relativi alla revisione del Pil Us del secondo trimestre rivisto al +1,1% t/t. Nella settimana appena trascorsa il Dow Jones ha così registrato una performance negativa del -0.85%, S&P500 in ribasso del -0,7% e Nasdaq Comp -0,4%. Tra i settori hanno archiviato la settimana con una performance particolarmente positiva il comparto delle investment banks. Petroliferi in calo dello 0,6% con il greggio Wti a 47,64$ al barile. All’interno dell’indice del Dow Jones titoli particolarmente positivi Cisco Systems +2,7%, Microsoft +0,7% e JpMorgan +0,6%. Performance particolarmente negative invece per United Health -3,8% Settimana complessivamente al di sopra della parità per i mercati azionari europei che hanno recuperato parte delle perdite accumulate nella settimana precedente sostenuti in particolare dal ritorno di un parziale ottimismo sul comparto delle banche. Listini parzialmente incoraggiati anche dalla comunicazione dei dati relativi agli indici Pmi. Lo Stoxx600 ha così archiviato la settimana scorsa con un rialzo del +1,1%, Eurostoxx +1,2%, Eurostoxx50 +1,4%. Tra i singoli paesi il Dax ha registrato un progresso del +0,4%, Ftse100 invece in lieve calo dello -0,3%, Cac +0,9% con una performance positiva anche da parte dello Smi +0,5%. L’Ibex spagnolo ha archiviato la settimana con un progresso del +2,5%. Tra i settori dello Stoxx600 hanno archiviato la settimana con performance particolarmente positive i comparti delle banche +4,9%, chimica +1,8% e costruzioni +1,75%. Petroliferi in territorio positivo con un rialzo del +0,8% con Repsol +0,7%, Eni +1%, Total +0,8% e Shell -0,4%. In negativo soltanto i comparti difensivi dei farma -0,65% e alimentari -0,4%. Sostenuto dal rimbalzo delle banche anche il FtseMib ha registrato nella settimana scorsa una performance positiva con un rialzo del +3,3%. Tra i titoli del FtseMib performance particolarmente positive per Unicredit +13%, IntesaSanPaolo +10% e Ubi +9,2%. In calo invece Tenaris -1,2%, Moncler -0,5% e Recordati -0,5%. IN EVIDENZA SUL MERCATO DEI CAMBI (Valori al 26 agosto 2016 - Variazioni dal 19 luglio al 26 luglio 2016) EUR/USD EUR/CHF EUR/GBP EUR/JPY EUR/HKD Valore 1,1198 1,0952 0,8525 114,00 8,6861 Var % sett -1,12% 0,79% -1,62% 0,42% -1,09% Una settimana decisamente volatile si è chiusa alla fine con un apprezzamento piuttosto netto del dollaro, ma l’esito finale è rimasto incerto sino alla fine, appeso all’evento chiave rappresentato dalla testimonianza del governatore Yellen presso il simposio di Jackson Hole. Stretto tra il flusso dei dati macroeconomici e la difficoltà di leggere tra le righe il futuro corso della politica monetaria della Fed, prima di quell’evento l’euro ha infatti oscillato in stretto range rispetto alla moneta USA, senza discostarsi significativamente dai valori interessati nella settimana precedente. Ha quindi dominato, nei primi giorni, un atteggiamento attendista degli investitori, improntato alla massima cautela, graficamente rappresentato da oscillazioni laterali e prive di orientamento direzionale centrate intorno alla quota di 1,13. La seduta di venerdì ha visto il cross eurodollaro rimanere ancora imbrigliato in strettissimo range per gran parte della seduta, almeno sino al discorso della Yellen. Alla partenza del discorso, il cambio ha visto un picco di volatilità, con un brusco apprezzamento sulla quota di 1,1240, ma con successivo e altrettanto rapido riassorbimento del movimento, seguito infine da un nuovo ribasso. Nella sostanza, Yellen ha esordito con un tono piuttosto aggressivo, segnalando che le ragioni per un aumento dei tassi di interesse sono diventate più forti negli ultimi mesi; l’economia, infatti, sarebbe vicina a raggiungere i target della banca centrale per crescita ed inflazione. Il governatore ha quindi confermato che “graduali rialzi nel tempo” restano appropriati, ma poi ha omesso di segnalare, ancora una volta, qualsiasi riferimento temporale esplicito per la prossima mossa: nessun cenno quindi al meeting di settembre. L’assenza di indicazioni forti per una stretta a settembre ha quindi penalizzato il dollaro e l’euro è conseguentemente salito ben oltre le quote pre-intervento, sfiorando anche la soglia di 1,1350. Infine, un nuovo assestamento ha riportato il cambio verso 1,1180. Alla fine della settimana, la probabilità di una stretta ai tassi a settembre è crescita al 42% secondo i prezzi impliciti nei contratti futures: 20% in più rispetto alla scorsa settimana. Euro-Sterlina Euro-Yen Euro-Dollaro -2,0% -1,5% -1,0% -0,5% 0,0% 0,5% 1,0% IN EVIDENZA SUI MERCATI OBBLIGAZIONARI (Valori al 26 agosto 2016 - Variazioni dal 19 luglio al 26 luglio 2016) TITOLO 2 ANNI 5 ANNI 10 ANNI 30 ANNI REND. (%) VAR BP REND. (%) VAR BP REND. (%) VAR BP REND. (%) VAR BP Btp -0,10 -1 0,23 -1 1,13 0 2,16 1 Bund -0,62 0 -0,50 -1 -0,07 -4 0,45 -2 T-Bond 0,84 10 1,24 7 1,63 5 2,29 0 Gilt 0,17 1 0,24 0 0,56 -6 1,27 -10 JGB -0,17 3 -0,17 1 -0,07 1 0,35 3 Sul secondario il rendimento del decennale tedesco ha chiuso la settimana con una variazione al ribasso di -4,00bp, a -0,07%, registrando il massimo intraday lunedì a 0,04%. Il decennale italiano ha chiuso invariato a 1,13%, registrando il minimo intraday lunedì a 1,10%. Tra i Paesi periferici, il decennale spagnolo ha chiuso la settimana a 0,94%, mentre il decennale portoghese ha chiuso a 3,04%, in rialzo di 3,50bp, totalizzando da inizio anno una variazione di 53 bp. Il minimo intraday settimanale è stato toccato giovedì a 0,92% per la Spagna e giovedì a 2,96% per il Portogallo rispettivamente. Infine il decennale greco ha chiuso a 8,04%, mentre a inizio anno il rendimento era a 8,29%. In aumento piuttosto marcato invece i tassi dei Treasury statunitensi, alla luce di un aumento delle probabilità di una stretta monetaria da parte della Federal Reserve entro la fine dell’anno, dopo che la Yellen ha fatto intendere nel suo intervento che le condizioni per un rialzo dei tassi si sono rafforzate negli ultimi mesi, senza però indicare alcun riferimento temporale esplicito per la prossima mossa. Il titolo a 2 anni, il più sensibile al cambiamento delle attese del mercato sulle mosse della Fed, è risalito di quasi 10 bp allo 0,84%, mentre il decennale è aumentato di 5 bp, chiudendo la settimana a 1,63%. 10 anni T-BOND 2 anni 10 anni BUND 2 anni -5 0 5 10 15 MACROECONOMIA I risultati dell’indagine PMI condotta nel mese di agosto sono nel complesso confortanti e testimoniano ancora una volta una significativa tenuta del clima di fiducia nell’Eurozona all’indomani della Brexit: l’impatto della decisione britannica di abbandonare l’Unione Europea si conferma dunque al momento inferiore alle aspettative e non pregiudizievole per la continuazione della fase di ripresa dei paesi aderenti all’area dell’euro. L’attività economica nel settore privato è infatti rimasta sostanzialmente stabile ad agosto: l’indice composito è anzi marginalmente aumentato. Il dato è frutto di un miglioramento del settore dei servizi, associato ad un deterioramento assai modesto della manifattura; entrambi i sottoindici citati sono in ogni caso compatibili con tassi di crescita positivi dei rispettivi comparti. Va correttamente osservato, tuttavia, che all’interno della manifattura si registra una flessione dell’indice dei nuovi ordini, sui minimi da febbraio 2015; considerando il valore prospettico dell’indicatore, il dato potrebbe anticipare una ulteriore moderazione della spinta propulsiva dell’industria nei mesi a venire. I risultati dell’indagine PMI presentano comunque carattere misto quando si va a scomporli per paese di riferimento. La relativa stabilità del dato aggregato di Eurozona si compone, infatti, di un miglioramento per certi versi inatteso della lettura per la Francia e di uno scadimento per la Germania, che indica un rallentamento della massima economia dell’Unione. In entrambi i paesi, poi, ha rallentato la parte manifatturiera, una condizione che segnala difficoltà diffuse per l’industria, non confinate all’interno di una specifica area geografica. Sulla base della seconda stima dei dati di contabilità nazionale, il tasso di crescita del PIL tedesco nel secondo trimestre dell’anno è stato confermato pari a +0.4% in termini congiunturali, in linea con le attese di consenso. Il dato tratteggia dunque una frenata della congiuntura in Germania. L’importanza del dato è comunque correlata al fatto che essa offre un maggior grado di dettaglio sui componenti del reddito, non disponibile con la stima preliminare. In questo contesto, il risultato più importante è certamente il contributo chiave, assai superiore alle attese, dell’export netto, pari addirittura a sei decimi di punto, di gran lunga il fattore preponderante dell’espansione. Complessivamente, quindi, la domanda interna ha sottratto due decimi alla crescita complessiva, condizione decisamente anomala. Sulla base dell’indagine condotta dall’indice IFO, la fiducia delle imprese tedesche è scesa ad agosto. La portata prospettica del dato non va però enfatizzata: la media dell’IFO per il terzo trimestre si attesta infatti solo due decimi al di sotto di quella del secondo trimestre. EUROPA Negli Stati Uniti, il considerevole aumento della vendite di nuove case, balzate in luglio di oltre il 12% rispetto ad un mese prima, al passo massimo degli ultimi nove anni, ha dischiuso prospettive di inusitata forza per il comparto immobiliare statunitense, confortando le indicazioni, già emerse da statistiche precedentemente rilasciate, di consolidamento della ripresa economica negli USA dopo il deludente avvio d’anno. Il dato è stato significativamente superiore alle attese del mercato e conferma che il settore residenziale resterà in corso d’anno un fondamentale comparto per la crescita. Gli ordini di beni durevoli per il mese di luglio hanno mostrato un progresso virtuoso del 4,4%. L’aggregato che riguarda i soli beni di investimento al netto dei settori aerei e difesa, considerato buon indicatore dell’andamento delle spese capitali delle imprese, ha segnato a luglio un guadagno dell’1,6%. La nuova stima del PIL statunitense per il secondo trimestre dell’anno ha segnalato un’espansione del reddito pari all’1,1: il valore è in linea con le attese. Il lieve aggiustamento, che altera quasi impercettibilmente la traiettoria di crescita dell’economia USA, è frutto di un modesto peggioramento del contributo del commercio estero e delle scorte, mentre per contro risulta ancor più corposa la già ragguardevole dinamica dei consumi privati. Invariato l’apporto degli investimenti, poiché ad un miglioramento della componente non residenziale si è affiancato un peggioramento di quella residenziale. Nulla cambia in termini di valori medi annui, per cui continuiamo a prevedere un’espansione dell’economia USA dell’1,4% nell’anno in corso e del 2,2% nel prossimo, esattamente come prima della revisione. In Giappone, infine, l’inflazione si è confermata sul valore negativo dello 0,4%, mentre quella della sola area di Tokyo è risultata pari a -0,5%. STATI UNITI GIAPPONE 29-ago 30-ago 30-ago 30-ago 30-ago 30-ago 30-ago 30-ago 30-ago 31-ago 31-ago 31-ago 31-ago 14:30 01:30 01:30 09:00 10:00 11:00 14:00 15:00 16:00 01:50 08:00 08:45 08:45 US JN JN SP IT EC GE US US JN GE FR FR 31-ago 09:55 GE 31-ago 31-ago 31-ago 31-ago 31-ago 31-ago 31-ago 31-ago 1-set 1-set 1-set 10:00 11:00 11:00 14:00 14:00 14:30 15:45 03:00 03:00 03:45 IT EC IT IN BZ CA US BZ CH CH CH 1-set 09:45 IT 1-set 1-set 1-set 2-set 2-set 2-set 10:00 10:30 16:00 10:00 14:30 14:30 EC UK US IT US US F P S Spesa personale Disoccupazione Spesa della famiglia a/a CPI Armonizzato UE m/m Vendite al dettaglio m/m Fiducia economica CPI m/m S&P CoreLogic CS 20-City MoM SA Indice fiducia consumatori Produzione industriale m/m Vendite al dettaglio m/m CPI Armonizzato UE m/m Spesa al consumo m/m Tasso DESTAG richieste disoccupazione Disoccupazione CPI stimato a/a CPI NIC incl. tabacco m/m GVA YoY PIL t/t Pil trimestrale annualizzato Direttori d'acquisto Chicago Tasso Selic PMI manifatturiero PMI non manifatturiero Caixin Cina PMI manif Markit/ADACI PMI manifatturiero Italia Markit PMI manifatturiero Eurozona Markit UK PMI Manufacturing SA ISM Manifattura PIL WDA t/t Bilancia comm Vzne salari non agricoli Jul Jul Jul Aug P Jun Aug Aug P Jun Aug Jul P Jul Aug P Jul 0,30% 3,10% -1,50% 0,00% -0,20% 104,1 0,10% -0,10% 97 0,80% 0,50% 0,40% 0,30% 0,40% 3,10% -2,20% -1,30% 0,30% 104,6 0,30% -0,05% 97,3 2,30% -0,10% -0,40% -0,80% Aug 6,10% 6,10% Jul P Aug Aug P 2Q 2Q 2Q Aug Aug 31 Aug Aug Aug 11,60% 0,30% 0,30% 7,30% -0,50% -1,50% 54,5 14,25% 49,8 -50,1 11,60% 0,20% 0,20% 7,40% -0,30% 2,40% 55,8 14,25% 49,9 53,9 50,6 Aug 51,2 51,2 Aug F Aug Aug 2Q F Jul Aug 51,8 49 52 0,00% -$42.0b 180k 51,8 48,2 52,6 0,00% -$44.5b 255k finale preliminare seconda stima La presente pubblicazione è predisposta da Banca Aletti & C. 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