periodico nazionale dell`istituto del nastro azzurro fra combattenti

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periodico nazionale dell`istituto del nastro azzurro fra combattenti
il nastro
azzurro
PERIODICO
NAZIONALE
DELL’ISTITUTO
DEL NASTRO
AZZURRO FRA
COMBATTENTI
DECORATI
AL VALORE
MILITARE
ANNO XLVII - N. 5 - SETT./OTT. 2008 - Bimestrale - Poste Ital. S.p.A. Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 2, DCB Roma
IL NASTRO AZZURRO
APRE LA SOTTOSCRIZIONE PER LA TOMBA
DEL GENERALE DOUHET
A seguito della segnalazione pervenutaci con la lettera pubblicata a pag. 5, la Presidenza Nazionale
dell’Istituto del Nastro Azzurro ha deciso di aprire una
sottoscrizione a favore del restauro e del mantenimento
in condizioni dignitose della tomba del generale Giulio
Douhet. Giulio Douhet è stato il primo e più grande studioso e teorico della dottrina di impiego bellico del
mezzo aereo. Oggi più che mai la sua teoria si sta dimostrando valida.
Per questo l’Istituto del Nastro Azzurro fra
Combattenti Decorati al Valor Militare si fa promotore
della sottoscrizione tesa al restauro ed al mantenimento
in condizioni decorose della tomba di questo grande italiano. Chi, apprezzando la correttezza e l’esigenza dell’iniziativa, volesse partecipare, può effettuare un versamento sul conto corrente dell’Istituto del Nastro Azzurro
specificando nella causale:
Per la tomba del generale Giulio Douhet
Le coordinate bancarie sono pubblicate in questa
stessa pagina in basso. È possibile partecipare come:
– sottoscrittori semplici
– sottoscrittori sostenitori
– sottoscrittori benemeriti
versando 20 Euro;
versando 50 Euro;
versando 100 Euro o più.
L’Istituto del Nastro Azzurro invierà a tutti coloro che
aderiranno all’iniziativa un attestato di benemerenza e
due fotografie della tomba: “prima” e “dopo”.
Con l’occasione, l’Istituto del Nastro Azzurro si rivolgerà alle altre Associazioni Combattentistiche e d’Arma
aderenti ad Assoarma, affinché la presente iniziativa
costituisca l’avvio di un grande progetto di recupero
della memoria dei grandi della storia militare italiana.
• Comunicazioni
• Propositi per il Congresso 2009 a Bologna
• Una bella notizia
• Raduno di ASSOARMA dell’1 e 2 novembre
a Trieste
• Lettere al Direttore
• Medaglie d’Oro eccellenti: Ernesto Cabruna
• 194° Anniversario dell’Istituzione
dell’Arma dei Carabinieri
• Festa della Marina Militare
• 234° Anniversario della Guardia di Finanza
• Detto fra noi
• Elenco delle Federazioni
• Finalmente anche Rovigo ha il suo
“Albo Eroico” dei decorati al V.M.
• Battaglia di El Alamein: la svolta eroica
• Il mio otto settembre 1943
• La Battaglia di Pantelleria
• Cronache delle Federazioni
• Recensioni
• Abbonamenti e Potenziamento Giornale
• Oggettistica del Nastro Azzurro
Pag.
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In copertina:
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IL NASTRO AZZURRO SOSTIENE L’INIZIATIVA DI “STORIA IN
RETE” TESA AL RIPRISTINO DELLA FESTA NAZIONALE DEL 4
NOVEMBRE
Il 4 novembre 2008 ricorre il 90° Anniversario della
Vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale. Con tale
evento l’Italia unificò sotto la sua Bandiera tutti i territori fino allora ancora irredenti tra i quali le città di Trento
e Trieste. Con la Legge 937/77 è stata abolita la Festa
Nazionale del 4 Novembre: è giunto il momento di ripristinarla. L’iniziativa di “Storia in rete” è benemerita perché va in tal senso e, per questo, il Nastro Azzurro la
sostiene. Chiunque voglia aderire può farlo anche autonomamente esprimendo il proprio pensiero all’indirizzo
E.mail: [email protected]
Immagini delle cerimonie per la ricorrenza
dell’Anniversario della Marina Militare, dei Carabinieri
e della Guardia di Finanza
“IL NASTRO AZZURRO”
Ha iniziato le pubblicazioni a Roma il 26 marzo 1924
(La pubblicazione fu sospesa per le vicende connesse al secondo conflitto mondiale e riprese nel 1951)
Direz. e Amm.: Roma 00161 - p.zza Galeno, 1 - tel. 064402676 - fax 0644266814 - Sito internet: www.istitutonastroazzurro.org - E-mail: [email protected] - Direttore Editoriale: Giorgio Zanardi - Presidente Nazionale dell’Istituto
- Direttore Responsabile: Antonio Daniele - Comitato di Redazione: Giorgio Zanardi, Antonio Daniele, Carlo Maria
Magnani, Giuseppe Picca, Bruno Stegagnini, Antonio Teja, Antonino Zuco - Segretaria di Redazione: Barbara Coiante Autorizzazione del Tribunale Civile e Penale di Roma con decreto n.° 12568 del 1969 - Progetto Grafico e stampa: Arti
Grafiche San Marcello s.r.l. - v.le Regina Margherita, 176 - 00198 Roma - Finito di stampare: luglio 2008
Per abbonarsi i versamenti possono essere effettuati su C/C Postale n. 25938002 intestato a “Istituto del Nastro Azzurro”,
oppure su C/C Bancario CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA - Filiale di Roma - P.zza Madonna Loreto, 24 - c/c n. 0722122-3
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Abbonamento ordinario: 20 Euro; sostenitore: 25 Euro; benemerito: 30 Euro e oltre.
Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
IL NASTRO AZZURRO
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PROPOSITI PER IL CONGRESSO 2009 A BOLOGNA
rispettive Federazioni territorialmente competenti valutare
Azzurri carissimi,
l’opportunità e la possibilità di proporre ai decaduti l’iscriil Consiglio Nazionale del 16
zione come soci simpatizzanti.
giugno 2008 ha stabilito che il
Il terzo argomento da affrontare è relativo alla realizzanostro prossimo Congresso si
zione della digitalizzazione dell’archivio Sabaudo che è ora
svolgerà a Bologna nel mese di
detenuto in forma cartacea dalla Federazione di Torino,
ottobre 2009.
mentre il quarto riguarda l’aspirazione di riportare il Gruppo
Tutti dobbiamo fin d’ora
Medaglie d’Oro in seno al nostro Istituto.
cominciare a pensare agli argoA questi quattro argomenti, che abbiamo tutti il dovere
menti da dibattere in questa
di dibattere a Bologna, vanno aggiunti quelli che ogni
nostra tradizionale assise trienFederazione riterrà di porre in discussione per singoli locali
nale. Per quanto riguarda quelli
problemi.
di iniziativa presidenziale, quatColgo l’occasione per interessare ogni nostra
tro mi sembra meritino di
Federazione a controllare con i preposti ai Reparti e agli Enti
cominciare ad essere presi subito in considerazione.
decorati, di loro giurisdizione, se percepiscano o meno i
Il primo è quello relativo alla necessità di apportare una
soprassoldi delle Medaglie al
ulteriore modifica al nostro Statuto
Valor Militare di cui essi sono insiche consenta di estendere ai Soci
TUTTI DOBBIAMO FIN D’ORA
gniti invitandoli, se non ne fruissesimpatizzanti la possibilità di accedeCOMINCIARE A PENSARE AGLI
ro, a promuovere la relativa richiere anche alle cariche nazionali, come
ARGOMENTI DA DIBATTERE IN QUESTA
sta
presso
il
Ministero
già ho avuto occasione di accennare
dell’Economia e delle Finanze e
in un precedente editoriale.
NOSTRA TRADIZIONALE ASSISE
Tesoro della loro provincia perché,
Altrettanto importante sarà la
TRIENNALE. PER QUANTO RIGUARDA
con ogni probabilità, quando il
proposta di attribuire alle personalità
QUELLI DI INIZIATIVA PRESIDENZIALE,
soprassoldo verrà ottenuto, lo stespreposte pro tempore alla guida
QUATTRO MI SEMBRA MERITINO DI
so verrà probabilmente ceduto in
degli Enti decorati al Valor Militare,
COMINCIARE AD ESSERE PRESI SUBITO
tutto o in parte alla loro
iscritti alle nostre Federazioni, la
IN CONSIDERAZIONE.
Federazione, come è già avvenuto
qualifica di Soci aderenti pro tempoovunque questo interessamento
re per tutto il periodo nel quale ricolocale sia stato svolto.
priranno l’incarico della massima responsabilità dell’Ente
Con il più affettuoso buon rientro dalle vacanze estive,
decorato.
vi abbraccia il vostro Presidente.
Al termine del loro mandato, la qualifica verrà attribuita
a chi li sostituirà nella guida dell’Ente o nel Comando del
Giorgio Zanardi
Reparto decorato a noi associato. Sarà poi compito delle
UNA BELLA NOTIZIA
Cinquanta Ufficiali di complemento della Marina Militare del corso Santarnecchi usciti dall’Accademia Navale di Livorno nel 1958
hanno aderito con entusiasmo alla proposta loro rivolta di essere Soci simpatizzanti del nostro Istituto.
Tutti questi Ufficiali, grazie all’iniziativa del loro ex capo corso Comandante medico Domenico Russo, da 50 anni si riuniscono, anno dopo
anno, in una diversa città d’Italia con le rispettive famiglie per rinnovare il loro senso di attaccamento alla marina Militare, dando vita ad
un ammirevole esempio di amor di Patria che merita tutto il nostro compiacimento.
RADUNO DI ASSOARMA DELL’1 E 2 NOVEMBRE 2008 A TRIESTE
Si sta consolidando il programma del Raduno di Trieste al quale il Nastro Azzurro intende partecipare in
modo corale. La mattinata di sabato 1° novembre p.v., vedrà coinvolte le sole Presidenze delle Associazioni
partecipanti ad alcune cerimonie, Messa in memoria dei Caduti, cerimonia a S. Saba, Basovizza e S. Giusto.
Nel pomeriggio alcune Associazioni: ANGET, Finanzieri, Fanti, Marinai e Aeronautica, onoreranno i loro
Caduti presso i monumenti a loro dedicati.
Dalle 15.30 varie piazze saranno allietate dal suono di diverse Fanfare, tra le quali la “Fanfarina del Nastro
Azzurro” della Federazione di Brescia. Un concerto della Banda Militare dell’Esercito al Teatro Verdi
concluderà la giornata.
Domenica 2 novembre p.v. con inizio alle ore 9.00 le cerimonie prevedono, dopo l’alzabandiera in piazza
dell’Unità d’Italia, lo schieramento in rada dei mezzi navali e sulla piazza dei radunisti, lo sbarco dei Bersaglieri al molo loro
dedicato, gli onori ai Gonfaloni di Trieste e Gorizia decorati di M.O.V.M., ai Labari, ai Medaglieri ed alla bandiera di Guerra del
Reggimento di Formazione. Dopo gli interventi commemorativi ed un probabile lancio di paracadutisti, si svolegrà, tra le 12 e le
13, lo sfilamento dei partecipanti.
Notizie di dettaglio complete di piantine, orari, indirizzi di alberghi convenzionati e mense, ecc. saranno inviate ai primi di
settembre, con apposita circolare, a tutte le Federazioni provinciali.
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IL NASTRO AZZURRO
LETTERE AL DIRETTORE
Caro Direttore,
leggendo gli articoli apparsi sul n. 2 (marzo/aprile 2008) de “Il Nastro Azzurro” dedicato, in apertura , al 60°
Anniversario della promulgazione della Costituzione italiana, mi è apparso evidente il diverso rispetto per la verità
storica che è riscontrabile fra il messaggio inviato dall’On.le Vannino Chiti, quale Ministro per i Rapporti con il
Parlamento e gli scritti, in proposito, sia del Direttore Editoriale e sia del Direttore Responsabile, e cioè Suo.
Infatti, il primo pone l’accento oltre che sulle “ferite apportate all’unità nazionale da vent’anni di dittatura” e sulla
“celebrazione incentrata sulla riscoperta sostanziale dei suoi valori fondanti” e cioè su una serie di frasi in politichese che, in
buona sostanza, dicono ben poco pur lasciando aperta (se non addirittura spalancata) la porta alla “vulgata” della
“Repubblica nata dalla Resistenza” alla quale, peraltro, oramai credono in pochi…
Il Direttore Giorgio Zanardi rivendica invece … che alla Guerra di Liberazione, condotta dalle potenti forze
anglo-americane con i loro alleati, hanno, in Italia, contribuito principalmente i Reparti dell’Esercito Regio
(tenendo anche conto del numero dei Caduti, quadruplo rispetto a quello dell’intero movimento partigiano)
ricostituitosi man mano al Sud … mentre, come avviene nelle celebrazioni del 25 aprile, la loro partecipazione
non ha avuto, per evidenti ragioni politiche, il dovuto riconoscimento.
Del Suo intervento ho molto apprezzato la lucida disamina dei dolorosi fatti con i quali si era chiusa per il
nostro Paese, con una gravissima sconfitta, la vicenda bellica, con il seguito dell’onta dell’8 settembre e la
successiva guerra civile nonché, al termine della guerra fra gli alleati ed i tedeschi - per quanto concerne l’Europa la ricostituzione dei Partiti, la creazione della Costituente, il Referendum e, infine, la promulgazione, un anno e
mezzo dopo, della Costituzione che, ormai sessantenne, necessiterebbe di un aggiornamento specie per quanto
riguarda il Titolo V.
Da ultimo, ho letto con molta attenzione ed interesse la rievocazione delle imprese eroiche della MOVM Ettore
Viola (fondatore, fra l’altro, dell’Istituto del Nastro Azzurro); di Maria Brighenti, prima donna decorata di
MOVM; dei veri motivi della resa di Pantelleria nel giugno del 1943 nonché del ricordo del Maresciallo Giovanni
Pezzulo, caduto in Afghanistan in missione di pace, a firma di Giuseppe Valencich …
Perdoni se mi sono dilungato eccessivamente e voglia accettare i migliori e più cordiali saluti.
Giuseppe Cesare Maria Cigliana
Ardito Tenente degli Alpini c.a.
Caro Cigliana,
mi perdoni Lei se ho tagliato “troppo” la sua lunga lettera, ma spero di averne salvaguardato il pensiero fondamentale, che sfonda
una porta aperta, situata però in un mare di nebbia: quanto Lei ricorda a commento degli articoli che ha letto, devo constatare, con
vivo interesse e grande attenzione (e per questo La ringrazio anche a nome della redazione), è vero.
Però, mi permetta di confutare una delle sue affermazioni e precisamente quella relativa “…alla “vulgata” della “Repubblica nata
dalla Resistenza” alla quale, peraltro, oramai credono in pochi…”. In effetti, la nostra Repubblica è nata proprio dalla Resistenza,
intesa essenzialmente come movimento politico e non come azione bellica.
Il direttivo politico della Resistenza era il Comitato di Liberazione Nazionale nel quale già coesistevano gli embrioni di quelli
che sarebbero stati i futuri partiti della rinata democrazia italiana. Tra di essi, il tentativo di egemonia da parte dei Comunisti e dei
loro alleati Socialisti era già evidente quando le armi dovevano far sentire la loro voce ancora a lungo. Il Re, pur ritenendo utile l’attività del C.L.N., non lo considerava un interlocutore istituzionalmente valido e non gli annetteva l’importanza politica che esso,
invece, si stava conquistando. L’importanza dell’attività bellica delle Forze Armate ricostituitesi al sud sotto la bandiera sabauda non
è mai stata riconosciuta appieno perché si sarebbe minata alla base l’importanza politica del C.L.N. che, in realtà, fu solo in grado
di “fiancheggiare”, con opportune azioni “di disturbo” svolte dai partigiani, l’avanzata alleata supportata invece in forze dai militari italiani fedeli al Re, durante i due lunghi anni della Guerra di Liberazione.
Liberata l’Italia e cessate le ostilità, il C.L.N. aprì il fronte politico interno ponendo le basi per il referendum istituzionale
“Monarchia-Repubblica” del 2 giugno 1946. Per fare ciò, i neonati partiti italiani, soprattutto quelli di sinistra, fecero a gara ad addebitare al Re tutte le responsabilità politiche della disfatta, dal ventennio fascista, alla seconda guerra mondiale combattuta nelle condizioni in cui era stata combattuta (dalla parte “sbagliata”, completamente impreparati, ecc…), dal disastro dell’8 settembre alla
spaccatura in due del Paese, e così via...
Ci si può solo meravigliare che la “Repubblica” abbia vinto di stretta misura e non con un “plebiscito”, tanto fu intensa la propaganda.
In sintesi, la nostra Repubblica è davvero nata dalla Resistenza, ma non perché la Resistenza sia stata decisiva nella sconfitta del
nazifascismo, bensì perché essa aveva in se il DNA repubblicano.
Antonio Daniele
IL NASTRO AZZURRO
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Signor Presidente,
“… da un articolo che ho letto sulla rivista “Aeronautica” (n. 3, Marzo 2008) a firma di Maurizio Piva, di cui si
riportano i seguenti stralci:
L’ultima domenica di febbraio, … riprese le mie ricerche iniziate in Accademia per la mia tesi di laurea sul grande teorico del potere
aereo… sono…giunto sulla tomba del generale (Douhet - ndr) e della sua consorte Teresa Casalis… sepolti a Roma nel cimitero
monumentale del Verano…
La tomba mostrava chiari segni di lunga dimenticanza. Piante rampicanti ricoprivano gran parte della lapide ed anche parte della
dedica lasciata dalla moglie, lettere in parte rovinate, spezzate ed altri segni facevano supporre che nessuno fosse passato a curare il
sepolcro da molti anni… Compiuta sommaria pulizia, trascritta la lapide e scattate alcune immagini, è scattato il rammarico per
qualcosa che è a rischio di andare dimenticato o ancor peggio perduto… A Giulio Douhet sono state dedicate scuole, piazze, viali.
Perché non rendergli onore risistemando anche la sua tomba?…”
Il testo anzidetto (ridotto all’essenziale – ndr) ben rappresenta, a mio avviso, un tema che ritengo importante:
stiamo facendo tutto quello che possiamo per testimoniare e difendere nella società italiana i valori della militarità?
… viviamo in un mondo dove oltre alla realtà contano sempre più anche l’immagine, la comunicazione, la
“mediaticità”: portare avanti i propri valori significa dunque non solo viverli, ma anche spiegarli opportunamente,
diffonderli, e infine difenderli dagli attacchi che possono giungere sia da chi li avversa direttamente, sia
semplicemente dall’oblio, dal tempo che passa.
In questo contesto, la vicenda raccontata dall’autore dell’articolo circa il nostro Generale Douhet - uno dei pochi
militari italiani “moderni” di riconosciuta fama mondiale – ci ricorda che anche una semplice pietra può parlare,
perché è insieme simbolo, testimonianza e messaggio di ciò che gli uomini hanno fatto.
Quando una lapide o un monumento è in stato di abbandono, consunta ed evanescente, sgretolata e sporca,
magari imbrattata dai vandali o addirittura lordata da immondizie, chi la vede riceve un’immagine negativa e il
giudizio sull’uomo, sul gesto o sulla categoria ne può risultare intaccato.
I Caduti raccolti nei Sacrari Militari hanno chi li cura con costanza (Onorcaduti), ma chi si occupa di salvare la
dignità e il decoro della memoria dei singoli militari o dei reparti che sono fuori da quelle strutture? …
Personalmente sono socio di tre Associazioni d’Arma, e a ciascuna pagherei volentieri annualmente un’extra quota
a favore di un fondo dedicato a questo tipo di opere.
Mi sono permesso di scriverLe, indirizzando questa stessa lettera anche ad altri Presidenti di Associazioni ed Enti
con le medesime finalità morali, perché come cittadino e soldato ritengo che nei nostri tempi serva più Patria, e in
qualche modo sia giusto agire. Da solo posso fare ben poco, ma … “l’unione fa la forza” …
RingraziandoLa per la Sua cortese attenzione, Le porgo Distinti saluti
Piero Pastorello
Caro Pastorello,
il Presidente Nazionale, Comandante Giorgio Zanardi, è rimasto profondamente colpito dal messaggio di patriottismo, italianità e culto per il genio nazionale e militare dimostrato dalla sua bella lettera (che, per ragioni di spazio, ho dovuto ridurre in
alcune parti) relativa alla vicenda esposta da Maurizio Piva circa lo stato di degrado e abbandono della tomba di Giulio Douhet.
È rimasto così colpito da decidere, seduta stante, di lanciare una sottoscrizione al fine di intervenire con fondi adeguati.
A pagina 2 di questo stesso numero ci sono le indicazioni su come partecipare, ovviamente su base del tutto volontaria,
alla sottoscrizione.
Ma vediamo chi era Giulio Douhet e perché è giusto che si faccia qualcosa di concreto nel senso da Lei indicato. Egli è
stato il primo e più grande studioso e teorico della dottrina di impiego bellico del mezzo aereo. Pubblicò le sue teorie nel libro
“Il dominio dell’aria”, ancora oggi testo base all’Accademia Aeronautica e per tutti gli studiosi del settore. La teoria esposta da
Douhet preconizzava un’aeronautica capace di conquistare e mantenere il dominio dell’aria in modo da poter portare, semi
indisturbata, l’offesa in grande profondità nel territorio nemico fino ad ottenere, grazie al “solo impiego del mezzo aereo”, la
sua completa e totale capitolazione. Nella visione strategica del Douhet, le forze di superficie dovevano semplicemente “resistere” (impedendo la violazione delle frontiere da parte del nemico) mentre l’aviazione “faceva massa” nel cielo.
Chi ha raccolto e tradotto meglio in pratica le teorie douhettiane sono le Forze Armate statunitensi che hanno nella componente aerea la loro punta strategica nella cui dottrina di impiego il riferimento alle idee di Douhet è sempre presente. Un
recente esempio della validità del Douhet sono state le operazioni aeree del 1999 in Kosovo: i paesi NATO hanno impiegato
le sole aeronautiche e, dopo circa due mesi di attacchi condotti in condizioni di vera e propria “supremazia” aerea, hanno ottenuto la capitolazione del regime dittatoriale di Milosevich. Come si può osservare, il genio di chi, già dagli anni venti del secolo scorso, ha saputo preconizzare la teoria vincente di impiego delle forze aeree non può essere dimenticato: e si tratta di un
genio italiano.
Antonio Daniele
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IL NASTRO AZZURRO
MEDAGLIE D’ORO ECCELLENTI: ERNESTO CABRUNA
T
enente
dei
Carabinieri
(Tortona, Alessandria, 2 giugno 1889 - Rapallo, Genova,
9 gennaio 1960) - Aveva appena
diciotto anni quando, il 18 ottobre
1907, varcò la soglia della Legione
Allievi Carabinieri di Roma.
Era già vice brigadiere quando
nel 1911, volontario, partecipò alla
campagna italo-turca e alle operazioni che, nel maggio 1912, un contingente di nostre truppe condusse
nell’Egeo per la occupazione delle
isole di Rodi e Coo.
Lo scoppio della Grande Guerra,
nel 1915, trovò Cabruna nel grado
di brigadiere, Comandante della
Stazione di Salbertrand in Piemonte,
sul confine francese. Ancora una
volta volontario, venne assegnato
alla 10^ Compagnia Carabinieri
Mobilitata, con cui raggiunse il fronte il 5 ottobre 1915.
Nel maggio del 1916 chiese di
diventare aviatore ed il 12 luglio
venne assegnato al Deposito
dell’Aeronautica di Torino. Dopo tre
mesi era pilota di apparecchio
Farman 14 e il 10 dicembre 1916 era già in zona di guerra,
assegnato alla 29^ Squadriglia aeroplani da ricognizione
Farman, impegnata in un’intensa, febbrile attività quotidiana
di ricognizione; erano le giornate preparative della nona e
della decima battaglia dell’Isonzo.
Nel giugno del 1917, Cabruna, promosso nel frattempo
maresciallo d’alloggio, era di nuovo al Deposito
dell’Aeronautica di Torino dove conseguì il brevetto di
pilota sui biplani Nieuport. Tornato subito in prima linea,
venne assegnato alla 84^ Squadriglia da caccia, per poi
passare all’80^ e infine alla gloriosa 77^ sui campi di
Aiello e di Marcon, con velivoli Nieuport e Spad. Dal
libretto di volo risultano al suo attivo in quel periodo novecento ore di volo di guerra, otto velivoli avversari abbattuti ed altri due incendiati su un campo nemico, un drakenballon nemico distrutto.
Cabruna si rese celebre soprattutto per la sua audacia che
assunse spesso toni da leggenda e che trovò consacrazione
nelle motivazioni delle ricompense al Valore che gli furono
conferite.
Per il ciclo di operazioni portate a termine nei cieli del
Carso e del Piave, Cabruna ottenne la Medaglia d’Argento al
Valor Militare: “Pilota da caccia abile e ardimentoso - si legge
nella motivazione - dimostrava, in ogni circostanza, calma e
sangue freddo ammirevoli eseguendo importanti e numerosi
voli di guerra.”
Il 1918, segnò la fase più intensa e proficua dell’aviazione italiana che, riaffermando il proprio dominio dell’aria, offrì
un contributo notevole alla vittoria decisiva delle nostre armi.
In questo quadro, Cabruna compì gesta estremamente ardimentose.
Il 29 marzo 1918 avvistò, nel
cielo di Conegliano, un apparecchio
da bombardamento austriaco e dieci
caccia di scorta che stavano per
inoltrarsi al di sopra del territorio
nazionale. Accettò la sfida e, passando con straordinaria abilità attraverso i cacciatori avversari, attaccò il
bombardiere, abbattendolo. I gregari, allora, si dispersero e ripiegarono
sulla loro base, rinunciando alla missione. Sul modulo per la relazione
del volo sono annotate queste parole: “Affrontati, da solo, undici apparecchi nemici, abbattutone uno,
messi in fuga gli altri - Cielo del
Piave 29 marzo 1918”.
Il Bollettino ufficiale del
Comando Supremo del 25 giugno
1918 riporta la motivazione della
sua promozione per meriti di guerra
a sottotenente dei Carabinieri in servizio permanente con anzianità 4
aprile 1918: “Avvistato e raggiunto,
da solo, nel cielo di Conegliano un
apparecchio nemico scortato da
dieci caccia, fra i quali tre rossi, che
si ritiene siano montati dai migliori
“Assi” austro-germanici, rinunciò di darsi colà all’avventura
pazza di affrontarli, cosa che però fece non appena li vide
decisi a volgersi in territorio nostro, dando con sublime
temerarietà combattimento, sempre da solo, a tutti undici,
riuscendo, mercé abilissime manovre, ad isolare il rosso
“capo pattuglia” e scompigliare e disperdere i rimanenti
dieci, che, tutti alla spicciolata fuggirono planando in loro
territorio rinunciando definitivamente ad effettuare la ricognizione o il bombardamento”.
L’impresa fornì lo spunto al famoso illustratore Achille
Beltrame del “La Domenica del Corriere” per una copertina a
colori apparsa sul settimanale milanese nel settembre 1918,
dal titolo “1 contro 11”.
L’intensa attività di volo e le vittorie riportate fece guadagnare nel 1918 al Cabruna la seconda Medaglia d’Argento al
Valor Militare: “Audacissimo pilota da caccia - dice la motivazione - con tenace volontà ed ardire prodigò l’opera sua
instancabile e meravigliosa con zelo ed entusiasmo.”
Il 26 settembre a Cabruna venne affidato un importante
servizio di crociera sulle posizioni tenute dagli austriaci dal
Piave al Trentino. Decollando dalla base di Marcon presso
Mestre, egli risalì tutto il Piave, sorvolando gli altipiani e
quindi, giunto al termine del suo compito di osservazione,
si diresse su Brescia per atterrare nel campo di Castenedolo.
Stava già planando, quando d’improvviso si ruppe una
tubazione della pompa dell’olio. Il liquido spruzzò ovunque
colpendo al viso il pilota che, accecato, perse per alcuni
instanti il controllo dell’apparecchio che urtò contro la terra
molle di un seminato e si capovolse. Cabruna venne ricoverato presso l’ospedale militare di Brescia con commozione
cerebrale grave, frattura della clavicola destra ed escoriazioni in più partì del corpo. Dopo un mese appena era di
IL NASTRO AZZURRO
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nuovo in squadriglia.
Il 31 ottobre, in volo di crociera sulle difese
austriache, si spinse fino al suo vecchio campo
di Aiello, ormai in mano avversaria, ed attaccò
una squadriglia di caccia mentre rullava per il
decollo: riuscì a colpire due apparecchi che si
incendiarono. Fu la sua ultima impresa. Per l’azione, particolarmente meritoria perché compiuta in condizioni fisiche assai precarie, venne insignito della Croce di Guerra al Valor Militare.
Al termine del conflitto a Cabruna venne
concessa, in commutazione della seconda
Medaglia d’Argento, la Medaglia d’Oro al Valor
Militare: «Magnifico asso cacciatore dell’aviazione, nella perfetta esecuzione di ordini, come
in arditissime iniziative, in combattimenti sostenuti e vinti
con incredibile audacia anche da solo contro un numero
stragrande di temuti e ben agguerriti avversari, spesso in
stato cagionevole di salute, prodigò in ogni circostanza di
guerra la sua meravigliosa instancabile attività con tempra di
romano eroismo. Nell’ultima grande offensiva, cui volle ad
ogni costo partecipare, uscendo dall’ospedale ove era
degente per ferita, pur avendo ancora il braccio destro
immobilizzato e dolorante e perciò trovandosi in condizioni
di assoluta inferiorità, con inarrivabile tenacia di volere ed
animosità, attaccava in lontano campo d’aviazione vari
apparecchi nemici pronti a partire e ne incendiava due. In
altra occasione si lanciava in mezzo a un gruppo di trenta
apparecchi nemici, abbattendone uno ed ostacolando agli
altri il raggiungimento del loro obiettivo, essendo per lui la
superiorità numerica del nemico stimolo ad ingaggiare la
lotta. Nelle più varie e difficili circostanze, compiendo in
complesso oltre 900 ore di volo, senza esitare di fronte alle
più audaci imprese, rese alla Patria grandi e segnalati servizi. - Aiello, ottobre 1918 - Cielo del Piave, giugno, luglio,
novembre 1918».
L’AEROPLANO DI CABRUNA
Lo SPAD S.XIII era un biplano da caccia monoposto prodotto durante la prima guerra mondiale dalla SPAD, sigla
che identificava l’azienda francese Société (anonyme) Pour l’Aviation et ses Dérivés. Fu uno dei migliori velivoli del
conflitto e uno di quelli prodotti in maggior numero: 8.472 esemplari con ordini per altri 10.000 che vennero
cancellati con l’armistizio.
Lo SPAD S.XIII era uno sviluppo del precedente S.VII e del meno riuscito S.XII. Sull’S.XIII vennero introdotte
un gran numero di modifiche, tra cui timone ed ali di maggiori dimensioni, atti a beneficiare di sostanziali
miglioramenti aerodinamici. Il motore, il francospagnolo Hispano-Suiza 8B a 8 cilindri a V, grazie alla maggior
potenza espressa di 220 CV, garantiva un considerevole incremento delle prestazioni del velivolo. Il velivolo francese
era più veloce dei pari ruolo britannico Sopwith Camel e del tedesco Fokker D.VII, ma la sua minore maneggevolezza
lo rendeva piuttosto ostico nelle mani di piloti inesperti, in particolare durante le manovre di atterraggio, a causa della
sue scarse caratteristiche di veleggiatore e della sua repentina entrata in stallo. Era invece ottima la sua solidità come le
sue doti di picchiata.
Lo S.XIII fu pilotato, tra gli altri, dagli assi Georges Guynemer e Rene Fonck, in forza alla francese Armée de l’Air,
e dallo statunitense Eddie Rickenbaker in forza all’United States Army Air Service, al quale alla fine del conflitto
furono confermate 26 vittorie. A bordo di questo tipo d’aereo venne abbattuto l’asso degli assi italiano, il Maggiore
Francesco Baracca (34 vittorie), colpito al capo da una fucilata mentre sorvolava le trincee austriache sul Montello, il
19 giugno 1918.
Il velivolo venne utilizzato anche da altre Aviazioni tra le quali il servizio aereo della American Expeditionary Force
dell’U.S. Army, che ne ricevette 893 e che utilizzò fino al 1920. Dopo la fine del conflitto venne impiegato anche dal
Giappone, dalla Cecoslovacchia e dalla Polonia.
Equipaggio: 1
Primo volo: 4 aprile 1917
Entrata in servizio: fine maggio 1917
Costruttore: SPAD
Esemplari costruiti: 8.472
Lunghezza: 6,30 m
Apertura alare: 8,10 m
Altezza: 2,35 m
Superficie alare: 21,1 m2
Peso a vuoto: 566 kg
Peso massimo al decollo: 845 kg
Motore: Hispano-Suiza 8B:
Potenza: 220 CV (164 kW)
Velocità massima: 234 km/h
Velocità variometrica: 2 m/s
Autonomia: 350 km
Tangenza: 6.650 m
Mitragliatrici: 2 Vickers 303 da 7,7 mm
L’
evento è stato aperto dalla deposizione in
mattinata di due corone d’alloro, una
all’Altare della Patria, l’altra al Sacrario dei
Caduti presente all’interno del Museo Storico
dell’Arma.
Nella suggestiva atmosfera di Piazza di Siena, a
Villa Borghese, si è svolta, in serata, la cerimonia
del 194° Anniversario della Istituzione dell’Arma
dei Carabinieri alla presenza del Presidente della
Repubblica On. Sen. Giorgio Napolitano, del
Presidente del Consiglio On. Silvio Berlusconi, del
Ministro della Difesa On. Avv. Ignazio La Russa, del
Capo di Stato Maggiore della Difesa Generale
Vincenzo Camporini e di quelli di Forza Armata, del
Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri,
Gianfrancesco Siazzu, e di numerose autorità politiche e istuzionali.
Particolarmente nutrita la partecipazione allo
schieramento (presenti anche rappresentanze delle
Gendarmerie a cavallo straniere) che ha reso gli
Onori al Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano. Nel suo discorso augurale, il Presidente
ha ricordato i militari caduti nell’adempimento del
dovere teso essenzialmente a salvaguardare “…il
rispetto della legge contro ogni forma di sopraffazione e di violenza. La loro memoria contribuisce a
rinsaldare e diffondere i valori di libertà e democrazia fondamento della nostra Carta Costituzionale.
La storia e le tradizioni dell’Arma, da sempre attenta nel suo radicamento sul territorio alla centralità
della persona, alla tutela della sicurezza di ogni cittadino, all’ordinato sviluppo della collettività ed
alla promozione della pacifica convivenza civile,
dimostrano infaticabile impegno per una società più
giusta e solidale e costituiscono eredità preziosa,
fonte di insegnamento per le nuove generazioni.
Consapevole della quotidiana e meritoria opera
svolta dai Carabinieri, il Paese si stringe oggi con
affetto intorno all’Arma…”.
Il Ministro della Difesa, On. Avv. Ignazio La
Russa, ha voluto rendere omaggio al Tricolore
“…simbolo della Patria, Bandiera sempre onorata
dai Carabinieri del passato e del presente e che, certamente, anche in futuro sarà difesa dai Carabinieri.
A quasi due secoli dalla sua fondazione, l’Arma dei
Carabinieri è una risorsa insostituibile per il sistema
di difesa e sicurezza nazionale e dimostra un’eccezionale vitalità: una “innovazione riuscita” del
1814, che ancora oggi reputiamo come una delle
più “moderne tradizioni” italiane. La tutela dell’ordine e della legalità è, oggi più che mai, segnata
dalla diversità e dalla fluidità delle minacce: dalla
criminalità diffusa e locale a quella
organizzata e transnazionale, al terrorismo internazionale… Nei Teatri
di operazione all’estero i Carabinieri,
insieme ai Contingenti delle altre
Forze Armate, sono interpreti delle
più alte virtù della Nazione: la solidarietà, l’umanità, il rispetto per le
culture diverse. L’apprezzamento
della Comunità internazionale conferma la grande professionalità e l’indiscusso prestigio dei nostri militari… I brillanti risultati conseguiti nel
2007 dalle Stazioni Carabinieri ne
confermano la vitalità insostituibile
IL NASTRO AZZURRO
9
per una effettiva risposta dello Stato alle richieste di
sicurezza dei cittadini… In questa particolare congiuntura sociale e politica, in cui dai cittadini sale
una richiesta non rinviabile di sicurezza e legalità,
noi Vi chiediamo, Carabinieri di ogni ordine e
grado, di rinnovare i Vostri
sforzi e confermare le Vostre
capacità, nell’interesse della
Nazione. L’Italia sa che ancora
una volta sarete all’altezza di
questo compito….”.
Sono state poi consegnate
le Ricompense alla Bandiera di
Guerra dell’Arma ed ai militari
che si sono particolarmente
distinti in servizio per abnegazione, dedizione e senso del
dovere, spinti anche all’estremo sacrificio. In particolare,
alla Bandiera dell’Arma è stato conferito il Diploma
di 1^ Classe con Medaglia d’Oro. Momenti di particolare commozione si sono avuti durante la consegna delle Medaglie d’Oro “alla memoria” ai militari caduti nell’adempimento del proprio dovere.
Il momento “clou” della manifestazione è stato il
tradizionale carosello equestre del Reggimento
Carabinieri a Cavallo: un alternarsi fluido e ritmico di
figure complesse, eseguite con grande abilità e perizia, degna di quella tradizione della cavalleria italiana della quale i carabinieri del Reggimento e l’Arma
intera sono fedeli e rigorosi
custodi, che hanno trovato il
loro culmine nella carica: un
turbinare di pennacchi tra il
balenio delle sciabole sguainate e lo sventolare dello stendardo, al grido di “Pastrengo!” in
memoria dell’eroica battaglia
del 30 aprile 1848.
Con gli onori al Presidente
della Repubblica che, accompagnato dal Ministro della Difesa,
dal Capo di Stato Maggiore della
Difesa e dal Comandante
Generale dell’Arma, ha lasciato Piazza di Siena, la
manifestazione è giunta al termine. La coreografia, le
luci ed i colori hanno sicuramente contribuito ad emozionare lo spettatore, ma ciò che resta è la vicinanza
dell’Arma al cittadino, ben sintetizzata nello slogan
“Carabinieri, patrimonio della comunità”.
RICOMPENSE
Diploma di 1^ Classe con Medaglia d’Oro alla Bandiera dell’Arma:
“Per la molteplicità e incisività degli interventi effettuati dall'Arma dei Carabinieri nella tutela e nella salvaguardia del patrimonio culturale
nazionale che, in perfetta sinergia operativa tra le diverse componenti specializzate e territoriali e in piena unità di intenti con le strutture ministeriali,
attraverso una meticolosa opera di ricostruzione delle vicende storiche e giudiziarie contribuivano in modo determinante al definitivo rientro in Patria
di reperti archeologici di inestimabile valore storico-artistico illecitamente esportati all'estero, suscitando unanime, incondizionato plauso delle più alte
cariche dello Stato per la meritoria opera svolta nell'assicurare alle future generazioni la coscienza e la conoscenza del proprio passato e dell'identità
collettiva”.Territorio nazionale ed estero 2006-2007.
Medaglia d'Argento al Valore Militare al Carabiniere Daniele Condemi:
“Libero dal servizio ed in abiti civili, con straordinario coraggio, ferma determinazione e cosciente sprezzo del pericolo, non esitava ad affrontare
cinque pericolosi malviventi sorpresi in flagrante rapina ai danni di un istituto di credito. Esponendosi a violenta azione di fuoco, replicava con l'arma
in dotazione, ferendo uno dei malfattori che, abbandonata l'arma, si dava a precipitosa fuga unitamente ai correi. Il suo intervento permetteva altresì
la liberazione di due ostaggi (padre e il proprio bambino) tenuti sotto minaccia delle armi di uno dei rapinatori. L'operazione si concludeva con
l'arresto dei cinque rapinatori e di un sesto complice - due dei quali già appartenenti ad organizzazione eversiva - il recupero dell'intera refurtiva ed il
sequestro di ingente quantitativo di armi e munizioni. Fulgido esempio di elette virtù militari ed altissimo senso del dovere ";
21 aprile 2006 in Civitavecchia (RM):
Medaglia d'Oro al Valor Civile "alla memoria" all'Appuntato Scelto Ciro De Vita;
Medaglia d'Oro al Merito Civile "alla memoria": al Maresciallo Capo Stefano Piantadosi e all'Appuntato Scelto Michelino
Vese;
Medaglia d'Oro al Merito Civile all’Appuntato Scelto Giuseppe Festagallo;
Medaglia d'Oro al Valore dell'Arma "alla memoria" all'Appuntato Scelto Roberto Sutera;
Per la stessa azione è stata conferita la Medaglia d'Argento al Valor Militare al Carabierie Francesco Denaro;
Medaglia d'Oro al Valor Civile al S.Ten. (ora Ten.) Nicola Di Maggio, al Maresciallo Capo Raffaele Martucci, al Maresciallo
Giuseppe Caroppa, all'Appuntato Salvatore Davide Arena e al Carabiniere (ora Carabiniere Scelto) Martino Decorato;
Il "premio annuale ai Comandanti di Stazione" è stato assegnato al Luogotenente Giovanni Santoriello, Comandante della
Stazione di Torino Pozzo Strada (TO), al Maresciallo Aiutante s.UPS Vittorio La Notte, Comandante della Stazione di Grado
(GO), al Luogotenente Mario Petrini, Comandante della Stazione di Cagliari Sant'Avendrace (CA), al Maresciallo Aiutante
s.UPS Francesco Mingolla, Comandante della Stazione di Pescara Scalo (PE) ed al Maresciallo Aiutante s.UPS Natale
Innocenzo Malagrinò, Comandante della Stazione di Botricello (CZ).
10
M
artedì 10 giugno 2008, alla presenza del Capo
dello Stato, la Marina Militare ha celebrato la
propria festa annuale. L’arma del mare fa coincidere la data della celebrazione annuale con l’impresa
che il suo più popolare eroe, l’Ammiraglio Luigi Rizzo,
compì il 10 giugno 1918 nelle acque di Premuda, affondando la corazzata Santo Stefano, vanto della marina
austriaca, con un audacissimo attacco compiuto con due
piccoli MAS.
IL NASTRO AZZURRO
A questa vicenda di coraggio e sprezzo del pericolo,
si è sempre informata la nostra Marina Militare, un’arma
che fa dell’audacia la sua punta di lancia.
Il Capo di Stato maggiore della Marina, Ammiraglio
di Squadra Paolo La Rosa, nel suo intervento introduttivo, ha sottolineato come la scelta di celebrare il 147°
Anniversario della Marina Militare, e il 90° anniversario
dell’impresa di Premuda, a Venezia sia non solo un sentito “…omaggio a Venezia, al suo Gonfalone, al Sindaco,
alle Autorità, alla cittadinanza, che accoglie
la Marina con generosità ed affetto…” ma
soprattutto la consapevolezza che, sebbene
le basi operative della Marina Militare siano
state da tempo trasferite altrove, “…resta qui
una parte importante della Marina: il suo
passato, con il patrimonio storico del Museo
Navale, la sua identità, coltivata nel prestigioso Istituto di Studi Militari Marittimi, e la
sua proiezione futura, con la Scuola Navale
Morosini, che avvicina al mare giovani
liceali di tutta l’Italia.
Così, il legame fra la Marina e Venezia
continua, forte e fecondo. È recente l’intesa
per la sistemazione dell’Arsenale, finalmente destinato ad una fruizione più ampia e
condivisa, con la creazione, fra l’altro, di un
Polo Museale delle tradizioni marittime
nazionali.
Dunque, Venezia resta il centro culturale della Marina e non solo della nostra
IL NASTRO AZZURRO
Marina. Ci sembra che da qui meglio si percepisca il
valore dei rapporti marittimi che oggi si misurano sugli
scenari della globalizzazione.
In questa prospettiva, in ottobre, l’Arsenale accoglierà nuovamente, il Simposio delle Marine, un tradizionale grande appuntamento che riconosce nel dialogo
e nella cooperazione internazionale, gli strumenti più
efficaci per la sicurezza marittima…”
Il Ministro della Difesa, On. Avv. Ignazio La Russa, a
poi preso la parola ricordando che anche nel perduto
secondo conflitto la Marina ha scritto pagine di eroismo
“…a cominciare dall’affondamento, nel porto di
Alessandria d’Egitto, delle corazzate britanniche Valiant
e Queen Elizabeth con gli SLC (Siluri a Lenta Corsa), i
famosi maiali.
Quella tradizione e quelle esperienze vivono tuttora
nei nostri moderni reparti d’assalto a cominciare da
quelli del Comando Subacquei e Incursori.
Un pensiero commosso va a tutti i marinai caduti per
la Patria in ogni tempo, e in ogni luogo, ai tanti che riposano in fondo al mare, nelle loro navi e nei loro battelli.
Alla Marina Militare, che della leggendaria impresa
di Premuda ha fatto la ricorrenza della propria festa, va
il saluto di tutte le Istituzioni…”
Il Ministro ha poi aggiunto “…oggi riaffermiamo il
valore della Patria e il ruolo strategico che l’Italia deve
svolgere nello scenario internazionale. La partecipazione a numerosissime missioni internazionali impone di
mantenere elevato il dibattito sulle prospettive e sul
11
ruolo dell’Italia, ma anche sulla necessità di disporre di
uno strumento militare nazionale adeguato, per risorse
e mezzi, ai compiti sempre più gravosi che in tale contesto si attribuiscono alle Forze Armate e alla risposta in
termini di capacità, efficienza e preparazione che, giustamente, da esse si pretende… Oggi lo scenario internazionale è radicalmente mutato e l’Italia contribuisce
alla lotta contro nuove minacce alla stabilità e alla
sicurezza. Ma immutati restano i valori e gli ideali che
animano gli appartenenti alla Marina… La Marina svolge un ruolo fondamentale: le nostre navi solcano i mari
per controllare i flussi migratori, contrastare il terrorismo, le attività illegali e il crescente fenomeno della
pirateria.
Non meno importante è il ruolo della Marina nella
cooperazione internazionale, attraverso numerose iniziative che le hanno valso una riconosciuta leadership
regionale, per rafforzare le condizioni di sicurezza nel
complesso scacchiere mediterraneo.
Da qui la necessità di assicurare il mantenimento
delle capacità operative della flotta, pur nel processo di
rinnovamento e ammodernamento attualmente in
atto…”
Il Presidente della Repubblica, On. Sen. Giorgio
Napolitano, a conclusione della cerimonia, ha consegnato alcune onorificenze a personale della Marina
Militare particolarmente distintosi nel corso dell’ultimo
anno. Inoltre, è stata conferita la Medaglia d’Oro al
Merito Civile al navigatore solitario Giovanni Soldini.
12
IL NASTRO AZZURRO
234° ANNIVERSARIO DELLA GUARDIA DI FINANZA
I
l giorno 19 giugno 2008, il Comandante Generale
della Guardia di Finanza Generale di Corpo d’Armata
Cosimo D’Arrigo, dopo la deposizione di una corona
all’Altare della Patria si è trasferito, presso lo Stadio dei
Marmi del Foro Italico di Roma dove, alla presenza del
Capo dello Stato, On. Sen. Giorgio Napolitano, ha avuto
luogo la celebrazione del 234° Anniversario
dell’Istituzione della Guardia di Finanza.
Nel leggere il suo “Ordine del Giorno Speciale”, il
Comandante Generale dell’Arma ha sostenuto che “…La
Guardia di Finanza è oggi un’Istituzione essenziale per
lo sviluppo sano ed equilibrato del nostro Paese… perché, fedeli alla propria vocazione e alla propria missione, i Finanzieri … contrastano ogni forma di criminalità
economica e finanziaria; tutelano il corretto funzionamento dei mercati e, quindi, le imprese legali, il “made
in Italy”, i consumatori, gli utenti, i risparmiatori; continuano a vigilare i confini; lottano contro tutti i traffici
illegali, in terra e in mare; concorrono al mantenimento
dell’ordine e della pubblica sicurezza; partecipano, con
il loro specialistico contributo, alle missioni di pace
all’estero cui il Paese fornisce il proprio apprezzato contributo.
Festeggiare il 234° Anniversario di Fondazione significa avere consapevolezza della propria storia e del proprio ruolo e rinnovare l’impegno a servire la Nazione
con dedizione, abnegazione, professionalità e spirito di
sacrificio…”
DECORAZIONI CONCESSE
Medaglia d'Argento al Valore della Guardia di Finanza
Appuntato Scelto Franco GASPARE BONO, Appuntato Scelto Vincenzo VALENTI
Medaglia di Bronzo al Valore della Guardia di Finanza
Maresciallo Capo Stefano SCARAGGI, Maresciallo Ordinario Gaetano RICCHIUTI, Brigadiere
Angelo Paolo MONTALBO
Promozione straordinaria per benemerenze di servizio al grado di Vicebrigadiere
Appuntato Scelto Gelfrido MAZZA
Encomio Solenne
Ten.Col. Sergio NAPOLETANO, Maresciallo Capo Antonio FUSCO, Maresciallo Capo Roberto
D'ORIA
Ten.Col. Paolo ZEMELLO, Cap. Luca MEOLI, Maresciallo Capo Pio PIPOLI, Maresciallo
Ordinario Cristiana Maria CANNELLI
Ten.Col. Antonello MAGGIORE, Cap. Rosario VICEDOMINI, Maresciallo Aiutante mare
Leonardo CORNACCHIA, Maresciallo Aiutante mare Giuseppe PALUMBO, (in rappresentanza
dell’equipaggio del Pattugliatore “P03 DENARO”)
IL NASTRO AZZURRO
13
Al termine della cerimonia il Presidente
della Repubblica ha assegnato personalmente alcune decorazioni al personale della
Guardia di Finanza particolarmente distintosi nell’attività di servizio svolta nell’arco dell’anno.
Il Presidente del Consiglio, On. Silvio
Berlusconi, ha fatto pervenire un messaggio
nel quale, mentre ha rinnovato i sensi della
stima del Governo nei confronti delle
Fiamme Gialle, ha particolarmente sottolineato che “…L’alta missione attribuitagli
dallo Stato conferma la Guardia di Finanza
nell’insostituibile attività a salvaguardia dell’ordine economico, a garanzia dei principi
di solidarietà e giustizia sociale, contro
frodi e illegalità, nell’interesse dell’intera
collettività...”
La Bandiera della Guardia di Finanza
La Bandiera della Guardia di Finanza è decorata al Valor Militare come da elenco
qui sotto. A tali decorazioni se ne aggiungono numerose altre al Valor Civile,
nonché di altri Ordini nazionali e internazionali.
5 CROCI DI CAVALIERE DELL’ORDINE MILITARE D’ITALIA;
3 MEDAGLIE D’ORO AL VALOR MILITARE;
4 MEDAGLIE D’ARGENTO AL VALOR MILITARE;
6 MEDAGLIE DI BRONZO AL VALOR MILITARE;
2 CROCI AL VALOR MILITARE;
LO STADIO DEI MARMI
Lo Stadio dei Marmi al Foro Italico fu progettato come logico
proseguimento dell’Accademia di Educazione Fisica per l’allenamento
quotidiano degli allievi dell’Accademia stessa.
Le gradinate perimetrali in marmo bianco di Carrara furono ottenute
sopraelevando il terreno di 5,50 m. I due corpi di fabbrica affiancati che
delimitano l’accesso al campo sono destinati ai servizi e ai magazzini per gli
attrezzi.
Infine, sulle gradinate furono poste le 60 statue (in realtà
59) offerte dalle province d’Italia. Gli artisti prescelti per la
progettazione dello Stadio avrebbero anche dovuto
sovrintendere, dietro compenso di 10.000 lire, le successive
fasi della lavorazione.
Fu inaugurato insieme all’Accademia di Educazione
Fisica nel 1932.
14
IL NASTRO AZZURRO
ISTITUTO: ASSOCIAZIONE APOLITICA
L’Articolo 2 del nostro Statuto Sociale afferma che l’Istituto del Nastro Azzurro è apartitico e apolitico. È questo il principio fondante di una dottrina sociale di un Sodalizio che intende contribuire all’esercizio e alla diffusione di altissimi valori morali. Tra questi valori è compresa la giustizia, che è lo
scopo primario della politica. L’Istituto non può né deve prendere parte attiva alla politica, ma non può
né deve estraniarsi del tutto da essa perché sia realizzata nella società la giustizia. Senza la quale, lo
ricorda Sant’Agostino, la società si ridurrebbe ad una banda di ladroni (De Civitate Dei - IV,4).
La giustizia è un valore di carattere morale e la sua realizzazione rientra nell’ambito delle attività di
servizio che l’Istituto esprime. Attività caratterizzate da forte contenuto morale, ma non politico, perché
la politica spetta ai pubblici ordinamenti. Questi, tuttavia, per bene operare hanno bisogno di stimoli e
di controlli al fine di impedire il loro accecamento etico che deriva dall’interesse e dal potere: pericoli
mai totalmente eliminabili. Le norme del nostro Statuto e le direttive nazionali, a me sembrano esprimere chiaramente la volontà di collaborare alla realizzazione di una società giusta. Società, cioè, dove ciascuno riconosce e pone in atto i propri doveri, ma anche società che a ciascuno sa offrire e assicurare
ciò che gli compete, in dignità, libertà e giustizia.
Luigi Turchi
IL MUSEO DI “PIANA DELLE ORME”
SI ARRICCHISCE DI UN F-104
L’ameno museo all’aperto di “Piana delle Orme” si estende in contrada Borgo Faiti, alle porte di
Latina, e raccoglie numerosi interessanti cimeli della seconda guerra mondiale a testimonianza degli
aspri combattimenti che si svilupparono tra il 1944 e il 1945 nella zona.
Con una singolare e pittoresca cerimonia, il 15 marzo 2008 l’Aeronautica Militare ha donato al
museo un F-104. Si potrà obiettare che il velivolo non c’entra niente col tema del museo, ma si tratta
pur sempre di una macchina che ha segnato un’epoca: quella della “guerra fredda”. L’F-104 è stato particolarmente amato dai piloti sia per la notevole attenzione che richiedeva, sia per le prestazioni talmente elevate che gli hanno permesso di rimanere, sebbene con i dovuti aggiornamenti avionici, in linea
con l’Aeronautica Militare fino al 2004, cioè a ben cinquant’anni dal suo primo volo: un vero record di
longevità per un aereo da caccia.
Star della manifestazione, il generale Giorgio Bertolaso, primo pilota italiano a volare sull’F-104 e il
generale Tiziano Tosi, Comandante della Squadra Aerea, entrambi entusiasti testimoni delle eccezionali prestazioni dello “spillone”. L’autentico amore dei piloti per questo straordinario velivolo ha consentito all’Aeronautica Militare di superare quella che è stata la più grave crisi economica in cui si è venuta a trovare tra gli anni ’80 e ’90, crisi che ha, di fatto, impedito alla nostra Arma Azzurra di transitare
in quel periodo sul nuovo F-16, come invece hanno fatto tutte le forze aeree dell’area europea NATO.
Come si dice nel “gioco dell’oca”, noi abbiamo dovuto “saltare un giro” e, mentre i tedeschi, gli olandesi, i belgi, i danesi, ecc… transitavano sull’F-16 mantenendosi perfettamente allo stato dell’arte, noi
dovevamo accontentarci degli “aggiornamenti avionici” dell’F-104. Certo il velivolo era eccezionale,
dava grandi soddisfazioni, ma era inevitabilmente superato: la nostra difesa aerea non era più all’altezza di quelle degli altri paesi della NATO e denunciava qualche obsolescenza anche nei confronti del
Patto di Varrsavia. Aspettando l’Eurofighter, l’A.M. ha dovuto affiancare il “Tornado ADV” all’F-104,
ormai non più idoneo ad operare da solo negli scenari attuali dove la componente elettronica è sempre
più preponderante, e poi ha dovuto comunque acquisire, sia pure con un contratto di “leasing quinquennale”, l’F-16 che ormai si sperava di “saltare”.
Morale: l’F-104 è stato un grande protagonista dei nostri cieli, ma forse, per amore o per forza, gli
abbiamo davvero chiesto troppo. E ora è giusto che stia nei musei.
Antonio Daniele
RICORDO DI MARIO RIGONI STERN
Non potendolo citare nella rubrica “Azzurri nell’azzurro del cielo” desidero spendere due parole in
ricordo di Mario Rigoni Stern, scrittore meraviglioso e accattivante, Medaglia d’Argento al Valor Militare
sul campo, ex deportato in un lager nazista.
L’ho incontrato l’anno scorso a luglio ad Asiago, amena località che frequento dal 1952, dove era
nato il 1° novembre del 1921 e dove il 16 giugno u.s. ci ha lasciato. Gli avevo chiesto un appuntamento sia per convincerlo ad iscriversi al nostro Istituto sia per chiedergli se poteva scrivere poche righe per
il nostro periodico. Mi ero preparato l’argomento: “La bellezza e necessità di ricordare, di testimoniare
nella giusta prospettiva storica, l’identità nazionale ai giovani”. Avendo letto tutti i suoi lavori, compresi gli articoli scritti su “La Stampa” dal 1963 ai giorni nostri, ero convinto di invitarlo a nozze. Gli portai alcuni numeri del “Nastro Azzurro” un Labaretto ed un fermacarte; eravamo seduti ad un Caffè e la
sua affabilità mi aiutò a cercare di essere convincente. Prese nota sulla sua agenda ed il risultato fu un
graditissimo “si” per l’articolo, ma solo dopo la fine del libro che stava scrivendo, (l’avrà finito?) ed un
diplomatico “per il resto staremo a vedere, ma ci sono cose ..” che lasciava poco spazio alla speranza
di averlo tra di noi. Ci eravamo salutati dandoci appuntamento per quest’anno. Peccato. Continuerò a
rileggere, soprattutto nei momenti in cui stanco sento il bisogno di pace e di serenità, i suoi libri. Provate
anche voi: l’alpino cantore della natura, della pace e dell’amore, della verità senza orpelli vi affascinerà.
Antonio Teja
IL NASTRO AZZURRO
FEDERAZIONE
15
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CATANIA
CATANZARO
Corso Mazzini 251 – 88100 Catanzaro Avv. Giuseppe PALAJA di TOCCO
Tel.0961.721022 [email protected]
Via Arniense 208 – 66100 Chieti –
Comm. Biagio ROSSI
Tel.0871.348603
Lun/Mer/Ven
h.9.30-11.30
COSENZA
Via F. Alimena 99 – 87100 Cosenza – Avv. Pasquale PISANI
Tel.0894.28813
Su appuntamento
CREMONA
Via Chiese 17 – 26100 Cremona –
Tel.0372.200372 - Cell.3356437616
Su appuntamento
CHIETI
Prof. Tommaso DONATO (*)
Mar/Mer/Ven
h.8.30-14
16
IL NASTRO AZZURRO
FEDERAZIONE
RECAPITI
PRESIDENTE O
COMMISSARIO (*)
APERTURA
CUNEO
Frazione Loreto 48/a – 12045
Fossano (CN) - Cell.3385282456
Col.CC. Fortunato CUZZOCREA (*) Su appuntamento
FERRARA
Corso Giovecca 165 (C. Patria) –
44100 Ferrara – Tel.0532.203368
Avv. Giorgio ANSELMI
Mar/Gio
h.9.30-11.30
FIRENZE
Via S.M. Maddalena 1 – 50010
Caldine (FI) – Tel.055.211087
Gen. Bruno STEGAGNINI
Mercoledi
h.16-18
Via Marchianò 46 – 71100 Foggia –
Tel.0881.636341
T.Col. Giovanni Battista CORVINO
Su appuntamento
Via F.Brighindi 190 – 03100
Frosinone - Tel..0775.250916
Cav. Alberto IANNACE (*)
Su appuntamento
FORLI’
Via Jacopo Feo 1 – 47100 Forlì –
Tel.0543.35372
Cav. Stenio RAVAIOLI
Giovedi
h.15-17
GENOVA
Piazza Sturla 3 – 16147 Genova –
Tel.010.398113
Com.te Tullio PISACANE
Mercoledi
h.15-18
GORIZIA
Via D. D’Aosta 143 – 34170 Gorizia
– Tel. 0481.520935
Sig. Rinaldo ROMANO
Lun/Ven
h.10-12
GROSSETO
Via de Pretis 48 – 58100 Grosseto –
Tel.0564.20169
Magg. Guglielmo FRANCINI
Su appuntamento
Via Foce 3 – 18100 Imperia –
Cavaliere del Lavoro Giacomo
Tel.0183.5793301 - Cell.335.5826502 ALBERTI
– [email protected]
Via B. Novelle 24 – 67100 L’Aquila – Magg. Umberto SCONCI
Tel.0862.23963
Su appuntamento
FOGGIA
FROSINONE
IMPERIA
L’AQUILA
LA SPEZIA
LATINA
LECCE
LECCO
LIVORNO
LUCCA
MACERATA
MANTOVA
MASSA-CARRARA
MILANO
MODENA
Viale Amendola 196 – 19100 La
Spezia – Tel.0187.716204 –
Cell.347.1990911
Piazza S. Marco 4 (c/o Casa del
Combattente)– 04100 Latina –
Tel.0773.693357
Via Flascassovitti 25 – 73100 Lecce –
Tel.0832.308190
Da Lun. a Ven.
h.9.30-11.30
Mar.llo Renzo PEDRIGI
Mar/Gio/Sab
h.9-11
Cav. Luigi CASALVIERI
Lun/Ven
h.10-12
Cav. Luigi DELICATO
da Lun. a Ven.
h.9-11
Via Cavour 78 (c/o UNUCI) – 22900 S.Ten. Giuseppe FACCINETTO
Lecco – Tel.0341.364333 –
[email protected]
Via Piave 13 – 57123 Livorno –
Ing. Giovanni ANDREANI
Tel.0586.896711
Mar/Ven.
h.17-19
Martedi
h.16-18
Via Cascine 373 – 55100 Arliano Lucca – Tel.0583.59612
C.A.(aus) Nunzio PELLEGRINO
Vice Presidente
Sabato
h.11-12
Piazza Annessione 12 - 62100
Macerata – Tel./Fax 0733.232450 –
Cell.360.369662
Corso Vittorio Emanuele 35 – 46100
Mantova – Tel.0376.324404
Sig.ra Cav. Sandra VECCHIONI
Su appuntamento
Dott. Franco LANFREDI
Lun/Mer/Ven
h.10-12
Galelria Leonardo da Vinci 4/1 54100 Massa – Tel.0585.44796
Gr.Uff. Elio BORGOBELLO (*)
Mar/Gio h.16-18
Sabato h.10-12
Via S. Barnaba 29 – 20122 Milano –
Tel.02.5512016 –
[email protected]
Via V. Reiter 48 – 41100 Modena –
Tel.059.220935
Gen. Arnaldo CASSANO
da Lun. a Ven.
h.9.30-12.30
Cmte Carlo SABATINI
Lun/Ven
h.10-11.30
IL NASTRO AZZURRO
FEDERAZIONE
17
RECAPITI
PRESIDENTE O
COMMISSARIO (*)
APERTURA
NAPOLI
Piazza Plebiscito 28 – 80132 Napoli – Avv. Gennaro PERRELLA
Tel.081.7640758
Mar/Giov
h.9.30-11.30
NOVARA
Via S. Nazzaro 1/B (c/o Ass.Comb.)
– 28100 Novara – Tel. 0321.403967
Gen. Manlio ATTISANO
Su appuntamento
PADOVA
Riviera S. Benedetto 30/A – 35139
Padova – Tel.049.652146
Gen. Saulle GUIDA
Lun/Mer/Ven.
h.9-11
PALERMO
PARMA
PAVIA
PERUGIA
PESARO E
URBINO
PESCARA
PIACENZA
PISA
PISTOIA
PORDENONE
Piazza S.F. di Paola 2 (c/o Caserma
T.Col. Giovanni Battista RUBINO
R. Settimo) – 90138 Palermo –
Tel.091.6887337
Via Cavour 28 (c/o UNUCI) – 43100 Gen. Alberto PIETRONI (*)
Parma – Tel.0521.233842
Mar/Ven
h.9-11.30
Via A. Gazzaniga 2 – 27100 Pavia –
Cell.335.6709322 –
[email protected]
Località Pitigliano 25 – 06016 San
Giustino (PG) – Tel./Fax
075.8583470 – Cell.339.3425888 [email protected]
Via dell’Arsenale 39 – 61100 Pesaro
(PU) – Tel.0721.31542 http://www.portalememorie.it/
Piazza S. Caterina da Siena 4 – 65122
Pescara – Tel.085.4211990
Col. Raffaele BABUSCIO (*)
Mar/Mer/Sab
h.9-12
Cav.Uff. Angelo DI NATALE (*)
Lun/Mer h.16-18.30
Gio h.9.30-11.30 e 16-18
Ven h.8.30-10.30
T.Col. Luigi LEONARDI
Giovedì
Su appuntamento
Amm. Guido NATALE
Lun/Sab
h.9.30-12
Via Romagnoli 41 – 29100 Piacenza – Gr.Uff. Mario BOSONI
Tel.0523.711901
Mar/Sab
h.10-12
Via Venezia 17 – 56030 Cevoli di Lari Sig. Franco CITI (*)
(PI) – Tel.0587.686010
Su appuntamento
Viale Italia 66 - 51100 Pistoia –
Tel.0573.22771 –
[email protected]
Via dell’Aviere 1 – 33170 Pordenone
– Tel.0434.361611
Mar.llo Giampiero MONTI
Sabato
h.9-11
Dott. Aldo FERRETTI
Sabato h.10-12 o su
appuntamento
Amm. Mauro CATTAROZZI (*)
Su appuntamento
RAVENNA
Via Ofanto 5 – 48100 Ravenna –
Tel.0544.61001
REGGIO
CALABRIA
Salita Cappuccinelli dir. Zag.8 – 89123 Ten. Alberto CAFARELLI (*)
Reggio Calabria – Tel.0965.22046
REGGIO EMILIA
RIETI
Su appuntamento
Via D. Alighieri 7 (c/o EDILGEO) – Geom. Giuseppe RONCHETTI
Da Lun a Sab
42100
Reggio
Emilia
–
h.9-11
Tel.0522435394 – Cell. 348.1522406 –
348.6048054
[email protected]
Via A. Ghepardi 70 – 02100 Rieti –
Avv. Francesco Maria PALOMBA (*) Su appuntamento
Tel./Fax 0746.203077
RIMINI
Via Gadames 29 – 47900 Rimini –
Tel.0541.52678
ROMA
Piazza Galeno 1 – 00161 Roma –
Gen. Antonino ZUCO
Tel.06.4402555 – Fax 06.44266814
[email protected]
http://decorativalormilitare.spaces.liv
e.com/
Via Levico 4 – 45100 Rovigo –
Geom. Graziano MARON
Tel./Fax 0425.463350 –
[email protected]
ROVIGO
da Lun. a Ven.
h.10-12
Cap. Aleardo Maria CINGOLANI
Venerdi
h.9-12
da Lun a Ven
h.8.30-13.30
Da Lun a Ven
h.15-19
18
IL NASTRO AZZURRO
FEDERAZIONE
SALERNO
RECAPITI
PRESIDENTE O
COMMISSARIO (*)
APERTURA
Via Carmine 101 – 84124 Salerno –
Cell.334.8916507
Col. Mario PRIVITERA
Su appuntamento
SASSARI
Viale Sicilia 44 – 07100 Sassari –
Tel.079.250615
Comm. Gavino CONGIU
Da Lun a Sab
h.9-19
SAVONA
Via Paleocapa 24 (c/o Hotel Suisse) –
17100 Savona – Tel.019.850853 –
Cell. 335.6606885
[email protected]
Via Aretina Loc. Arbia 71 – 53100
Siena – Tel.0577.364865 –
Cell.333.7441888 –
[email protected]
Corso Gelone 7 – 96100 Siracusa –
Tel./Fax 0931.24684 –
[email protected]
Via Fossati 7 – 23100 Sondrio
Tel.0342.212520 - Cell.3336685617
[email protected]
Via Cugini 1 – 74100 Taranto –
Tel.099.7752829 –
[email protected]
Via Gabriele D’Annunzio 89 – 64100
Teramo – Tel.0861.241179
Cell.348.8730235
Via F. Cesi 22 – 05100 Terni Tel./Fax 0744.549856
Geom. Costantino FACCO
(Segretario)
Da Lun a Dom
h.24
Sig. Marco CETOLONI (*)
Su appuntamento
Avv. Francesco ATANASIO
Mar/Gio
h.17-19
Cav. Alberto VIDO
Su appuntamento
C.F. Luca BELLONE de GRECIS
Da Lun a Ven
h.9-11
Sig.ra Anna TRIMARELLI (*)
Da Lun a Ven
h.10-13
Dott. Marcello GHIONE
Mar/Ven
h.10-12
SIENA
SIRACUSA
SONDRIO
TARANTO
TERAMO
TERNI
TORINO
TRAPANI
TRENTO
TREVISO
TRIESTE
Via S. Domenico 28 – 10122 Torino – Magg. Carlo BERTOLOTTI
Tel.011.5217733 – 011.6690309 –
[email protected]
Via Cosenza 193 – 91016 Casasanta
Cav.Uff. Giuseppe MASCARI (*)
(TP) - Tel.0923.562556
Mercoledi
15-18
Via Adamello 38 – 38100 Trento –
Sig. Francesco VOLPI
Tel./Fax 0461.932174 –
Cell.335.7042529
Vicolo S. Pancrazio 7 – 31100 Treviso Gr.Uff. Walter OMICCIOLI
– Tel.0422.541983
Su appuntamento
Su appuntamento
da Lun. a Ven.
h.8.30-11
Via XXIV Maggio 4 – 34133 Trieste – Dott. Giuseppe VUXANI
Tel.040.361737 –
[email protected]
Via Stabernao 2 – 33100 Udine –
Gr.Uff. Vittorio ZANUTTA
Cell.333.5731909
Mer/Sab
h.10-12
VARESE
Via C. Battisti 21 – 21100 Varese –
Tel.0332.240803
Sig. Ferdinando MANCINI
Lun/Gio
h.9-11
VENEZIA
Castello 5016/B Campo S.Severo –
30124 Venezia – Tel.041.5236028
Comm. Arnaldo DARAI
Giovedi
h.9-12
VERCELLI
Via Roma 34 – 13876 Sandigliano
(BI) – Cell.3351475752
[email protected] http://vialardi.org/nastrazzuro/
Largo Don Chiot 27/A – 37122
Verona – Tel.045.8402145
Conte Tomaso VIALARDI di
SANDIGLIANO
da Lun. a Ven.
h.15-16
Gen. Amos SPIAZZI di CORTE
REGIA
Sabato
h.10-12
Mons. Ezio Olivo BUSATO
Mar/Gio
h.10-11
UDINE
VERONA
VICENZA
Corso Palladio 98/A (Pal.Trissino) –
36100 Vicenza – Tel.0444.221238
da Lun a Ven
h.10-11
IL NASTRO AZZURRO
19
FINALMENTE ANCHE ROVIGO HA IL SUO
“ALBO EROICO” DEI DECORATI AL V.M.
G
razie alla determinazione,
all’amore per i valori di
Patria della Federazione
Provinciale di Rovigo dell’Istituto
del Nastro Azzurro, alla tenacia del
suo Presidente Graziano Maron e al
sostegno morale del Presidente
Nazionale Com.te Giorgio Zanardi,
tra molteplici difficoltà, è stato
redatto e pubblicato l’Albo Eroico
al Valor Militare della Provincia di
Rovigo.
L’opera è stata presentata ufficialmente alla cittadinanza rodigina Sabato 17 Maggio 2008 con una
cerimonia
svoltasi
presso
l’Auditorium del Liceo Scientifico
“Paleocapa” di Rovigo, alla presenza di Autorità
Militari e studenti. La scelta di tale Sede è stata
voluta dalla Federazione rodigina dell’Istituto del
Nastro Azzurro per meglio testimoniare tra i giovani l’amore per la Patria e per la Pace che da
sempre hanno animato e sempre animeranno il
cuore e le gesta dei nostri soldati.
Il Col. Carlo Masutti, del Comando Operativo
Forze Aeree di Poggio Renatico (FE), il Cap. di
Fregata Franco Maltese, Comandante della
Capitaneria di Porto di Chioggia (VE), il Gen. di
Divisione Enrico Pino, Comandante Militare
Esercito Veneto con sede in Padova, nei rispettivi
interventi, hanno relazionato agli studenti e ai
convenuti, le loro esperienze di soldati al servizio
della Pace e della Patria. Gli studenti del Liceo
Scientifico presenti, quindi, hanno
ascoltato una lezione di storia vissuta in prima persona dalla viva
voce di alcuni dei protagonisti di
oggi. Nel corso dello stesso evento,
il Signor Dissette, il Signor
Veronesi, la Signora Citrini, vedova
Pieghi, e la Signora Stoppa, vedova
Milani, Eroi di ieri, venivano premiati dal Presidente Nazionale e
dal Presidente Provinciale.
Il moderatore del Convegno,
Ing. Placido Maldi, ha abilmente
gestito i tempi della manifestazione
che ha toccato vette di entusiasmo,
da parte dei convenuti e degli studenti, quando questi ultimi hanno
tributato un’ovazione spontanea alle parole del
Presidente Nazionale Com.te Giorgio Zanardi,
dimostrando di aver recepito lo spirito
dell’Istituto del Nastro Azzurro: “Patria e Pace”,
valori e principi da divulgare ai giovani.
Il Com.te Giorgio Zanardi ha concluso i lavori rivolgendosi agli studenti: “concludo a modo
mio, tu che sei il più alto vieni qui....”.
La sciarpa dell’Istituto del Nastro Azzurro
della Federazione Provinciale di Rovigo, della
quale era stato omaggiato un attimo prima dal
Presidente Graziano Maron, è così stata nuovamente donata a un rappresentante degli studenti
tra scroscianti applausi.
I Decorati al V.M. citati nell’Albo Eroico della
Provincia di Rovigo, così come tutti gli Eroi, non
erano guerrafondai ma, fedeli sino al
sacrificio, contribuirono a difendere la
loro, la nostra Patria e la pace. È giusto
e doveroso ricordarli e farli ricordare e
la pubblicazione dell’Albo Eroico è un
modo per farlo.
La cerimonia si è conclusa con una
colazione nel corso della quale, tra
l’entusiasmo generale, sono stati esaltati i valori patriottici e la solidarietà
della città di Rovigo alle Forze Armate
impegnate nelle missioni di Pace contro il terrorismo mondiale.
Nell’occasione è stato donato alle
autorità militari presenti un ricordo
della Federazione Provinciale di
Rovigo dell’Istituto del Nastro Azzurro
ed un libro della città.
20
IL NASTRO AZZURRO
BATTAGLIA DI EL ALAMEIN: LA SVOLTA EROICA
S
ono passati sessantasei anni da quell’estate terribile
di guerra. Eravamo giunti al secondo anno di combattimenti nel deserto africano. Il generale Erwin
Rommel alla testa dell’Armata Corazzata Italo tedesca
aveva condotto la seconda avanzata nel deserto in modo
fulmineo. In poco più di tre mesi aveva portato le divisioni dell’Asse ad un centinaio di chilometri da Alessandria.
La corsa aveva allungato il percorso che i rifornimenti
dovevano coprire per giungere in linea.
Malta, base della Royal Navy britannica nel
Mediterraneo, era stata messa a tacere, almeno per un po’.
Tobruk, espugnata dal “XXXI Guastatori” del Maggiore
Paolo Caccia Dominioni, era caduta di schianto, lasciando alle esauste truppe di Rommel ogni genere di materiali, mezzi, carburanti ed oltre 30.000 prigionieri.
Il Cairo sembrava a portata di mano e chi sperava di
fermare Rommel per dare il via alla eliminazione di Malta
con “l’perazione C3”, andò a cozzare con la suscettibilità
del Generale.
Sicuro di potercela fare con le forze a
disposizione Rommel forzò la mano del
destino e perse. Senza la possibilità di rifarsi.
L’Armata Corazzata Italo Tedesca si è
dovuta arrestare dove il generale Derek
Auchinleck, Comandante dello scacchiere
Medio Orientale britannico, aveva previsto:
la stretta fascia di deserto delimitata dalla
costa a nord (Golfo degli Arabi) e dalla
depressione di El Qattara a sud.
Qui gli Inglesi obbligheranno gli Italo
Tedeschi ad una terribile battaglia di logoramento, fatta di artiglierie e masse corazzate,
lanciate in attacchi reiterati contro forze inferiori per numero, non per qualità e caratteristiche dei combattenti.
Alla fine di agosto del 1942 il maresciallo
Rommel, comandante delle truppe italo-tedesche dell’Africa settentrionale, tentò, lanciando una grande offensiva contro le posizioni britanniche di
El Alamein, il colpo che aveva mancato pochi mesi prima
quando era giunto su quelle fatali posizioni con un pugno
di uomini e qualche carro armato inseguendo il nemico in
ritirata. Rommel era consapevole che questa sarebbe stata,
quasi certamente, l’ultima buona occasione che il destino
gli offriva. Conosceva infatti il progressivo potenziamento
dell’armata britannica, rinforzata da numerosi reparti
affluiti nel Delta del Nilo da ogni parte dell’Impero ed attestata su formidabili posizioni difensive. L’offensiva iniziata il 30 agosto quindi si basava sostanzialmente sull’elemento sorpresa e sulla speranza che le qualità manovriere della nostra armata corazzata avrebbero potuto sopraffare l’avversario malgrado la situazione obiettivamente
difficile. Purtroppo il calcolo si dimostrò errato. Nelle precedenti campagne Rommel aveva operato su terreno libero, manovrando i suoi carri in azioni a vasto raggio. Ad El
Alamein dovette invece agire su un fronte ristretto, limitato a nord dal mare e a sud dalla invalicabile depressione
IL NASTRO AZZURRO
di El Quattara, e non ebbe quindi la possibilità di manovrare sui fianchi, secondo la sua tattica preferita. Con una
conversione a nord, tuttavia, Rommel tentò di tagliare
fuori l’ala settentrionale dello schieramento nemico. La
manovra, di brillante ed originale ideazione, falli per tre
fattori diversi: 1) l’esistenza di estesissimi campi di mine,
predisposti dagli inglesi, i quali costrinsero le truppe
corazzate a lunghe soste e ritardarono la conversione a
nord, dando al nemico la possibilità di far affluire notevoli riserve; 2) la schiacciante superiorità aerea nemica, che
inflisse alle truppe avanzanti gravi perdite (morirono nell’azione ben tre generali: Niccolini, comandante del “XX
Corpo”, Nehring, comandante del Corpo corazzato tedesco e Bismarck, comandante di una divisione corazzata);
3) il consumo di nafta, superiore di tre volte a quello previsto. Quest’ultimo fattore, secondo Rommel, fu quello
decisivo. Infatti, proprio nel vivo dell’azione, giunse al
nostro comando la notizia che i piroscafi con i rifornimenti di nafta per le truppe operanti erano stati criminosamente segnalati, e affondati e che i depositi dell’Africa settentrionale non erano in grado di alimentare la battaglia.
Pochi giorni dopo la cessazione dell’offensiva italotedesca, passarono all’attacco gli inglesi. La prima azione
fu di limitate proporzioni ma di grande importanza strategica: un’operazione di commandos contro Tobruk, nell’intento di distruggere le installazioni del porto, nostra principale base di rifornimento. La manovra fallì, grazie all’eroica reazione delle truppe del presidio e principalmente
del battaglione “San Marco”, ma fu ugualmente il preludio
ad un’azione ben più vasta, che si scatenò a poco più di
un mese di distanza: l’offensiva generale britannica ad El
Alamein. L’attacco ebbe inizio la sera del 23 ottobre 1942.
Il momento era ben scelto. Gli inglesi sapevano infatti che
le nostre truppe erano in crisi, per le crescenti difficoltà dei
trasporti marittimi, e che ben difficilmente avrebbero
potuto avere rinforzi dai tedeschi, i quali erano impegnati
con tutta la loro aviazione e con imponenti forze corazzate nella battaglia per la conquista di Stalingrado. Per
colmo di sventura, poi, Rommel era in Germania e il gen.
Stumme, suo sostituto, era stato ucciso nelle prime ore
della battaglia.
La superiorità inglese si rivelò subito, quando bocche
da fuoco di tutti i calibri, schierate su appena 12 chilometri di fronte, rovesciarono sulle nostre linee un uragano di
21
fuoco senza precedenti. Dopo questo bombardamento,
dai micidiali effetti distruttivi, gli inglesi passarono all’attacco con una tattica nuova per l’Africa ma copiata dalle
battaglie della prima guerra mondiale. Niente azioni in
profondità di unità carriste, niente rapidi movimenti aggiranti, in una fitta rete di schermaglie, di attacchi e di contrattacchi. Le truppe britanniche, rinforzate da elementi
tratti da ogni angolo dell’Impero (australiani, sud-africani,
indiani) e da due brigate francesi e greche, andarono
all’attacco delle nostre linee, logorando sistematicamente
una ad una le posizioni italo - tedesche, mentre il fuoco
delle artiglierie non soltanto impediva ogni accenno di
contrattacco da parte nostra, ma provocava anche notevoli perdite e distruzioni.
Quando questa prima ondata di attacco, che aveva lo
scopo di fiaccare ogni possibilità di resistenza dei nostri
caposaldi, aveva raggiunto i risultati prefissi, entravano in
azione nuove formazioni composte, questa volta, quasi
esclusivamente di carri: centinaia di carri. Non poteva
esserci, da parte nostra, alcuna possibilità di resistere ad
una simile potenza. Tuttavia, dal 23 ottobre al 4 novembre, malgrado l’apertura di una pericolosa breccia nel settore centrale del fronte, le nostre truppe ressero magnificamente alla prova. Il 2 novembre, anzi, con il sacrificio,
pressoché totale dei reparti corazzati italo-tedeschi,
Rommel riuscì a ridurre ad appena due chilometri la penetrazione avversaria. A questo risultato, superiore ad ogni
speranza, cooperarono magnificamente le divisioni attestate nel settore meridionale del fronte (in primo luogo
quella meravigliosa unità che era la divisione paracadutista “Folgore”) le quali avevano respinto sulle prime linee
ogni attacco, distruggendo circa trecento carri armati
nemici. Ma la sproporzione delle forze in campo era troppo forte. Ai duemila e più carri armati nemici noi potevamo opporre, al sesto giorno di combattimento, non più di
70 carri tedeschi e di 260 carri italiani. Perciò, malgrado i
miracoli di eroismo di quasi tutte le divisioni schierate
nella stretta di El Alamein, Rommel (che aveva dovuto con
amarezza constatare come lo sfondamento fosse stato
operato proprio in un settore tenuto da truppe tedesche)
decise il 4 novembre la ritirata. Era però troppo tardi: dalla
breccia operata nel nostro schieramento i carri armati britannici dilagavano già verso il mare, ripetendo con successo la manovra tentata, due mesi prima, dagli italo-tedeschi. La battaglia era persa e con la ritirata
cominciava la tragedia del nostro corpo di
spedizione in Africa.
Tuttavia, malgrado l’esito sfortunato della
lotta, il popolo italiano può ricordare El
Alamein con giustificato orgoglio. Su quel
pezzo di deserto, infatti, la nostra gioventù
scrisse pagine di sovrumano valore, cedendo
solo alla potenza dei numeri. Ne fanno fede i
morti della Folgore, distrutta ma non vinta, e
i carri dell’”Ariete” che, lanciati nell’ultimo
disperato contrattacco, scomparvero nel crogiolo della battaglia circonfusi da una luce di
leggenda.
Il destino dell’ACIT era scritto nei numeri:
nel numero di uomini, artiglierie, carri, che lo
componevano, e che una battaglia senza
possibilità di manovra gli impose.
22
IL NASTRO AZZURRO
IL MIO OTTO SETTEMBRE 1943
T
erminato il corso presso
la Regia Accademia
Aeronautica di Caserta,
nel giugno 1943 ero stato
assegnato alla Scuola di
Specialità Caccia di Foligno,
alla fine dello stesso mese trasferita
sull’aeroporto
di
Osoppo in provincia di
Udine.
Il massimo desiderio mio e
dei miei compagni di corso
era di poter terminare al più
presto l’addestramento specifico per raggiungere i nostri colleghi più anziani tanto
duramente impegnati a contrastare nei cieli della Sicilia
lo sbarco alleato. Anche se era ormai sempre più evidente che la guerra stava rapidamente avviandosi verso la
nostra inevitabile sconfitta, per noi giovani era arduo,
tanto arduo, convincercene.
La sera dell’8 settembre ero in casa di amici a
Tricesimo, un paesotto della zona, quando venni a conoscenza dell’avvenuto armistizio. Superfluo dire che per
me fu una mazzata terribile per il senso di frustrazione e
di umiliazione che dolorosamente pativo. Avvertivo che
ognuna delle copiose lagrime che non riuscivo a trattenere lacerava la mia carne come dolorosi colpi di stiletto. Ero completamente frastornato, anche perché non
riuscivo a capacitarmi di come la esplosiva gioia della
popolazione civile e soprattutto quella degli Alpini (stavamo nella zona dove regnava sovrana la gloriosa
Divisione Julia) potesse non consentir loro di comprendere, o almeno intravedere le tragiche conseguenze dell’armistizio per ognuno di noi e per la Patria tutta.
Rientrati immediatamente in aeroporto, ad ognuno
di noi ufficiali fu assegnata una squadra composta da
sottufficiali e da avieri, tutti armati con mitragliatrice
pesante, fucili e bombe a mano, a difesa di eventuale
attacco da parte di partigiani slavi, ma nessuno di noi,
dico nessuno, ipotizzava un attacco da parte di truppe
germaniche.
Al mattino seguente, privi di qualsiasi informazione e
soprattutto in mancanza di direttive da parte delle
Autorità Militari Centrali, fu deciso di far decollare verso
non specificati aeroporti del Sud (in effetti....scelti ...ad
libitum dai singoli piloti!!) tutti i velivoli efficienti, sorteggiandone i nomi dei piloti.
Io cedetti l’aereo, a me assegnato per sorteggio, ad un
carissimo fraterno collega, la cui famiglia era già in
affanno e trepidazione per l’altro figlio, ufficiale
dell’Esercito, dato per disperso durante le operazioni
connesse con lo sbarco alleato in Sicilia.
Partiti gli aerei fu deciso il trasferimento - via terra del restante personale sull’aeroporto di Aviano, distante
circa 40 chilometri, importante sede di Reparti operativi
dove si sperava fossero pervenuti - almeno colà - ordini
e direttive dagli Alti Comandi Centrali.
Con i pochi autocarri disponibili e di limitata capienza, i famigerati autocarri “Ovunque”, fu giocoforza
disporre il trasferimento di tutto il personale della Scuola
con un doppio viaggio: a me toccò far parte del primo
scaglione. Purtroppo fu subito evidente che anche ad
Aviano, per la identica totale mancanza di ordini e direttive, la situazione era addirittura peggiore. Decidemmo
così di rientrare per ricongiungerci con il personale del
secondo scaglione, ancora colà rimasto con il
Comandante della nostra Scuola.
Mentre sostavamo all’interno del piccolo aeroporto
di Casarsa della Delizia per rifornirci di carburante
fummo raggiunti da una lunga colonna di carri armati
tedeschi diretti a Trieste (il resto della Divisione - ci dissero - era diretta a Venezia) e fummo fatti tutti prigionieri.
Il giovanissimo Comandante tedesco fece incolonnare i nostri sei-sette automezzi al centro della sua colonna carri che, sferragliando con un fragore infernale,
riprese la marcia: attraversammo il Tagliamento, raggiungendo poco dopo Udine dove evidentemente per la
colonna tedesca era prevista una lunga sosta. Lì, il
Comandante tedesco, nella constatazione che la nostra
presenza era di notevole impedimento per la sua colonna, con camerateschi saluti ed auguri pose fine alla
nostra breve... prigionia, lasciandoci liberi.
Seguendo strade secondarie, raggiungemmo il paese
di Maiano, ad un paio di chilometri dal nostro campo,
dove la popolazione locale ci avvertì che nel pomeriggio
l’aeroporto era stato occupato da forze tedesche.
Occupazione....blanda, in realtà, perché i nostri colleghi
ufficiali erano liberi di circolare entro l’area aeroportuale, che consisteva, in realtà, in un grande prato senza
alcuna recinzione, mentre i sottufficiali e gli avieri dovevano rimanere nei loro alloggiamenti.
Fu facile quindi per un paio di ufficiali del nostro
gruppo andare in aeroporto e contattare il nostro
Comandante che in nottata ci fece recapitare, unitamente a qualche centinaio di lire a testa, un pacchetto di
licenze regolarmente da lui firmate con la motivazione
“in attesa di disposizioni ministeriali”.
Fu cosi che, alle prime luci dell’11 settembre l943,
munito di un documento di identità rilasciatomi dal
Comune di Maiano e lasciato tutto il mio bagaglio presso il piccolo albergo del paese, cominciai, insieme ad
alcuni colleghi, la dolorosa odissea del lungo e triste
ritorno a casa.
Nel contempo venimmo informati che l’atteggiamento delle truppe tedesche era diventato estremamente
ostile nei riguardi degli italiani, e cosi, dopo due giorni
di lunghe, non dimenticate ed inenarrabili peripezie a
piedi per sfuggire alla temuta rappresaglia tedesca, arrivammo a Portogruaro, dove fummo piacevolmente sor-
IL NASTRO AZZURRO
presi nel constatare che la stazione ferroviaria era, almeno in apparenza, pienamente funzionante..
Dopo lunga attesa, riuscimmo a salire su un treno,
proveniente da Trieste, oltremodo stracarico di nostri
militari sbandati dai Balcani - incredibile! - diretto a
Roma.
La gioia però fu di breve durata. Dopo qualche chilometro i ferrovieri, fermato il treno in aperta campagna
fecero scendere tutti noi perché erano stati avvertiti che
alla stazione ferroviaria di Mestre truppe tedesche...
impacchettavano su tradotte, composte da carri bestiame, tutti gli uomini in giovane età, spedendoli prigionieri direttamente, in Germania.
Braccati, vagammo a piedi per tre giorni per decine e
decine di chilometri per le campagne di Mogliano
Veneto, Scorzè, Campo Sampiero, Mira e Mirano in un
estenuante andirivieni. Di quei giorni estremamente tristi
non ricordo tanto le fatiche fisiche, le apprensioni, i
timori, il morale distrutto per la
guerra perduta, quanto l’accoglienza e la generosa solidarietà
delle popolazioni venete che ci
attendevano al di fuori dei centri
abitati, in aperta campagna, per
offrirci in abbondanza pagnotte di
pane, frutta, formaggio e vino.
In qualche modo arrivammo a
Rimini ed il giorno dopo raggiunsi rocambolescamente, la stazione di Falconara Marittima, stando
aggrappato all’esterno di un vagone con i piedi in precario equilibrio sui respingenti del vagone stesso. Ancor oggi tremo
al ricordo del pericolo incoscientemente affrontato.
La mattina dopo - era il 20 settembre 1943 – allo stremo della stanchezza psichica e fisica, finalmente munito di regolare biglietto di 1^ classe e con un viaggio
alquanto veloce e comodo da Falconara Marittima, raggiunsi direttamente la Stazione di Roma Tiburtina (Roma
Termini era ancora inagibile dopo il bombardamento
della Capitale).
Il bacio della mia mamma, che in realtà si manifestò
come un doloroso morso che rimase impresso sulla mia
guancia per qualche tempo, pose fine alla sua ansia ed
alla mia odissea di quei giorni indimenticabili.
A conclusione di questa mia testimonianza, espressa
in assoluta aderenza ai fatti ed in piena libertà di giudizio, libertà per la quale, a differenza di tanti politicanti
e/o pseudo partigiani, ho combattuto poi il nazifascismo
con le armi in pugno, sento come mio desiderio/dovere
esprimere alcune considerazioni personali sugli avvenimenti di quei giorni tanto tristi ed oscuri per la mia Patria
e così determinanti sul mio conseguente comportamento di Ufficiale.
In primis, esprimo e confermo tutto il mio sentito e
più profondo disprezzo per il vergognoso comportamento del Governo, e purtroppo anche di tanta parte delle
massime autorità militari, per come hanno gestito i
drammatici eventi di quei giorni. Il precipitoso abbando-
23
no di Roma verso il Sud, lasciando l’intero Paese nel
caos più completo, fu l’atto finale dell’imprevidenza,
dell’incapacità e del vigliacco comportamento di
Badoglio e dei suoi accoliti di Governo. Con il completo disfacimento delle Forze Armate si concludeva nel
modo più vergognoso la nostra tragica partecipazione
alla guerra.
La costituzione della Repubblica Sociale Italiana di
Mussolini, all’ombra dei tedeschi, nonostante i miseri
tentativi di giustificazioni proclamate al momento e contrabbandate in epoca successiva, non fu in alcun modo a mio personale parere - un atto patriottico, ma solo
espressione di ambizione di potere, desiderio di rivalsa
politica di qualche nostalgico, ma soprattutto fu manifestazione di paura fisica dei più nei riguardi degli occupanti: molto probabilmente fu anche causa concomitante del sanguinoso prolungamento delle operazioni militari sul nostro territorio.
Ammetto, ma non giustifico,
che una minoranza di puri di
cuore ha combattuto con onore al
nord insieme alle truppe germaniche. Ho detto - non giustifico perché il rispetto dovuto per la
immensa sventura della Patria esigeva che le venisse almeno
risparmiata l’onta della guerra
civile, che ne era la tragica ineluttabile conseguenza.
Tutte queste vicende hanno
generato in me, nato a vissuto nel
clima politico dell’epoca una
forte reazione antifascista ed antitedesca, da me mai,
ripeto mai, sentita prima di allora e per questo, seguendo la bandiera dell’Italia, la mia bandiera, sentii che era
mio ineludibile dovere continuare a far parte della Regia
Aeronautica, come da giuramento liberamente fatto in
Accademia ed intimamente sentito.
Personalmente poi, in antitesi con il prevalente giudizio della massima parte dei miei connazionali, non ho
mai considerato fuga l’abbandono della Capitale da
parte della Corona per trasferirsi in altra località
dell’Italia libera. Solo così, con la sopravvivenza fisica
ed in libertà di Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III,
potevano essere salvaguardate, come in realtà furono
salvaguardate senza soluzione, sia la sovranità sia la
continuità dello Stato Nazionale. Se in quel frangente il
Sovrano fosse rimasto a Roma, certamente, a guerra finita, sarebbe stato considerato filonazista e collaborazionista, come - in realtà – accadde a Leopoldo II, Re del
Belgio, rimasto in Patria durante l’occupazione tedesca.
In conclusione, seguendo la mia bandiera al Sud,
sono personalmente orgoglioso di aver mantenuto fede
al mio giuramento giovanile fino all’avvento costituzionale della Repubblica, di cui sono ora cittadino altrettanto leale e fedele.
Gen. Squadra Aerea (c.a.) Umberto Bernardini
24
IL NASTRO AZZURRO
LA BATTAGLIA DI PANTELLERIA
G
iugno – Agosto 1942, lontana estate di guerra, con il
Mediterraneo teatro di due aspre battaglie aeronavali nelle quali gli italo-tedeschi prevalsero, ma fu
un cruento ...canto del cigno, poiché – nel volgere di appena tre mesi – la sconfitta ad El Alamein e lo sbarco Alleato
nell’Africa Occidentale francese avrebbero impresso alle
operazioni militari un deciso, irreversibile sviluppo a favore
degli anglo-americani. A sessantasei anni da quegli eventi,
divenuti storia, è meritevole farne memoria anche per il
rispetto dovuto a coloro che, nell’uno e nell’altro campo, ne
furono partecipi con valore ed alto senso del dovere.
All’inizio di Giugno, con Rommel saldamente in Egitto,
attratto dal...miraggio delle piramidi che gli sarà fatale e l’assediata piazzaforte di Tobruk sul punto di essere espugnata,
per gli inglesi la situazione si presentava...sconsolante, come
ha scritto il loro ministro Anthony Eden, aggravata inoltre dal
ricorrente assillo di mantenere il possesso dell’isola di Malta,
essenziale punto di riferimento nel cuore del Canale di
Sicilia. All’entrata dell’Italia nel conflitto, Churchill si era
autorevolmente battuto affinchè l’Isola – strategico crocevia
di importanti correnti di traffico – fosse “tenuta”, pagando
qualsiasi prezzo, al fine di trasformarla in una minacciosa
spada fiammeggiante. Scelta coraggiosa quanto improba
perchè, nei primi due anni di guerra, aveva divorato ingenti
quantità di mezzi, armi, materiali, con forti perdite di navi,
vite umane, e duri sacrifici per le popolazioni maltesi. Nel
Maggio ‘42, mentre il premier britannico stava incontrando
il russo Molotov, che sollecitava rifornimenti e l’apertura del
“secondo fronte” in Europa, riceveva un estremo appello dal
Governatore di Malta, lord Gort: viveri razionati, munizioni
e carburanti in esaurimento; senza immediati reintegri, inevitabile il collasso e la resa. E Churchill, pur conscio che al
momento le disponibilità erano ridotte all’osso, imponeva
all’Ammiragliato di compiere ogni sforzo affinchè l’Isola
fosse subito rifornita sfidando il rischio certo di
tirarsi addosso l’intero dispositivo aereo e navale nemico. Da mesi menomata la
“Mediterranean Fleet”, fu necessario rastrellare
ovunque piroscafi e unità di scorta, sottraendoli alle prioritarie necessità di alimentare l’URSS,
per organizzare due convergenti operazioni. La
Harpoon, da Gibilterra; la Vigorous, in partenza dall’Egitto, secondo il consueto piano studiato per costringere le forze avversarie a dividersi, o concentrare l’offesa soltanto su di un
obiettivo, evitandola all’altro. Cinque mercantili, per 42mila tonnellate, erano posti sotto carico a Glasgow-Clyde; altri dieci venivano
approntati ad Haifa, Bejrut e Suez, mentre alcune unità, a rinforzo, affluivano dall’Oceano
Indiano. L’operazione Vigorous – agli ordini
dell’Ammiraglio Harwood - era la prima a
muovere, l’11 Giugno, preceduta da un “falso”
convoglio, guidato dall’incrociatore Coventry,
mandato in avanscoperta allo scopo di attirare
la flotta italiana, esponendola all’insidia di
sommergibili e aerosiluranti. A proteggere dieci
navi da carico – 72mila tonnellate di sopravvivenza per Malta – erano: la vetusta corazzata
Centurion, otto incrociatori, ventisei cacciatorpediniere, naviglio minore e i diciotto sommergibili in
agguato lungo l’itinerario. Mancando portaerei, la eventuale
copertura era affidata ai cento Spitfire di Malta. A ponente,
nella notte sul 12 giugno, aveva lasciato Gibilterra anche
l’Harpoon, al comando dell’Ammiraglio Curteis. Ai cinque
mercantili stracolmi si era aggregata la cisterna Kentucky con
oltre 5mila tonnellate di preziosissimi carburanti. La “Forza
H” di scorta, comprendeva la corazzata Malaya, cinque
incrociatori, diciassette caccia, dragamine, corvette e soprattutto le portaerei Eagle e Argus che recavano venti caccia e
tredici siluranti.
Sino dal giorno 12, l’efficiente Servizio Informazioni italiano aveva segnalato al Comando Supremo l’avvenuta partenza dei convogli, consentendo di predisporre le contromisure più consone. Trecentocinquanta erano i velivoli della
Regia Aeronautica e un centinaio quelli del CAT, il Corpo
Aereo Tedesco, schierati in Sardegna, Sicilia, Pantelleria,
Libia, Grecia e Creta. In allarme anche le Divisioni della
Regia Marina, allerta i sommergibili già in mare e mandati in
volo numerosi ricognitori con la consegna di individuare gli
schieramenti nemici valutandone la consistenza, precisandone la posizione. Insiti, in un quadro generale siffatto, i prodromi di un durissimo scontro, oggi ricordato come battaglia
di “Mezzogiugno” o di “Pantelleria”.
Primo ad essere avvistato era il complesso Vigorous che,
la sera del 13, subiva i violenti attacchi dei tuffatori del CAT:
“Stuka” e Ju.88 provenienti dalla Grecia. Era centrato il cargo
City of Calcutta, che cercava di riparare a Tobruk – scortato
- mentre il Coventry incassava una rosa di schegge.
L’offensiva della Luftwaffe continuava il mattino e il pomeriggio del 14, assieme ai bombardieri italiani “Cant.Z”. Lievi
danni subivano la Centurion e la Corvetta Primula. Più serie
invece le conseguenze per i mercantili: danni gravi al Potaro;
affondati, l’olandese Aagtekirk e il Bhutan. Quanto al com-
IL NASTRO AZZURRO
plesso Harpoon, i ricognitori lo avvistavano soltanto il 13
Giugno, senza più abbandonarlo. La prima grande azione di
contrasto la producevano, in forze, gli aerei della Regia
Aeronautica, il mattino del giorno 14. Otto caccia-bombardieri Fiat, biplani, si lanciavano – in attacchi quasi suicidi contro le navi da guerra piazzando le bombe vicinissime alla
Argus e all’incrociatore Charybdis. Li avevano guidati sugli
obiettivi, con compito di “radiofaro”, due trimotori S.M.79,
uno dei quali al comando di un pesarese, il giovane ed
esperto Tenente Alberto Leonardi. Trattenutosi scientemente
in zona per assolvere al meglio il proprio compito, il suo
velivolo era ripetutamente mitragliato dai caccia Hurricane,
frattanto levatisi dalle Portaerei, che lo facevano precipitare
in fiamme senza superstiti. Anche i Fiat pagavano il loro
coraggioso slancio con sei apparecchi perduti e quattro piloti caduti.
Condotte con estrema decisione
anche le successive ondate di aerosiluranti S.M.84 e S.M.79, incuranti
dell’infernale fuoco di sbarramento.
Colava a picco il Piroscafo
Tenimbar ed era gravemente danneggiato l’Incrociatore Liverpool
costretto a rientrare a Gibilterra a
lento
moto,
assistito
da
Cacciatorpediniere. Sette gli aerosiluranti italiani abbattuti col sacrificio dei loro equipaggi. Può farsi
risalire a questa azione l’inizio della battaglia vera e propria
che si accendeva nelle ore successive, sia contro l’Harpoon
che contro il Vigorous, senza soluzione di continuità, da un
estremo all’altro del Mediterraneo. Nella notte sul 15,
Motosilurati tedesche uscite da Derna, colpivano
l’Incrociatore Newcastle ed il Caccia Hasty che gli stessi britannici erano costretti ad affondare. Le incursioni riprendevano alle prime luci del 15 Giugno allorquando aerei del
CAT centravano la petroliera americana Kentucky provocando un vasto incendio. Colpita una seconda volta, gli inglesi,
loro malgrado, ne provocavano la fine. Altre bombe dei
“picchiatori” affondavano i mercantili Burdwan e Chant.
Nuove formazioni subentravano accanendosi specialmente
sull’ormai scompaginato convoglio Vigorous, danneggiando
la vecchia corazzata Centurion, l’incrociatore Arethusa e,
molto più seriamente il Birmingham ed i Caccia Airedale e
Nestor. Il primo subito a picco, il secondo affondato, per
ordine superiore, da una unità “amica”. La notte successiva,
il Sommergibile tedesco U-205, che seguiva i “resti” del
Vigorous, silurava e affondava l’incrociatore Hermione.
Infine, a causa di malintese procedure, nei pressi di Malta,
alcune navi entravano in campi minati pagando l’errore con
l’affondamento del Cacciatorpediniere polacco Kujawiak.
Intanto, dal pomeriggio del 14, era scoccata l’ora della Regia
Marina. Da Taranto salpavano le Corazzate Littorio e Vittorio
25
Veneto con gli Incrociatori Garibaldi, Duca D’Aosta, Gorizia
e Trento, accompagnati da dodici Caccia. Al comandante,
Ammiraglio Jachino, affidato il compito di sbarrare la strada
per Malta al complesso Vigorous. Da Palermo, era la volta
della 7^ Divisione Incrociatori dell’Ammiraglio Da Zara con
l’Eugenio di Savoia, il Montecuccoli e cinque
Cacciatorpediniere. Rotta, su Pantelleria per intercettare
l’Harpoon. Giunto in zona senza alcun incontro, Da Zara
proseguiva puntando a Sud ma ignorando che Curteis,
temendo il peggio, aveva disposto il rientro a Gibilterra di
alcune unità, lasciando l’ingrato compito di far giungere a
Malta i cinque Piroscafi rimasti, all’incrociatore Cairo e ad
uno stuolo di Caccia e Dragamine. All’alba del giorno 15, la
7^ Divisione, avvistava questo gruppo di navi e le impegnava con un’azione a fuoco che proseguiva per alcune ore. Aggressiva ed
efficace. Immobilizzato il caccia
Bedouin, centrato il Partridge, danneggiato il Cairo. Nel corso dello
scontro gravi danni subiva il caccia
Vivaldi che comunque riusciva a
tornare a Taranto assistito dal
Malocello. Quando poi la brillante
azione di Da Zara era conclusa, un
aerosilurante italiano affondava il
già malandato Bedouin. Di conserva, ma in altre acque, il gruppo
Littorio e gli incrociatori avevano
continuato la navigazione notturna, subendo infruttuosi
attacchi di aerosiluranti. Anche a Jachino, il mattino del 15
giugno, riservava sorprese e suscitava dubbi; nessuna nave
del Vigorous era alle viste. Il motivo l’avrebbe appreso più
tardi da un ricognitore che aveva scorto gruppi di navi dirigere verso Alessandria. Di fatto, constatata l’entità delle perdite e l’impossibilità di passare, il comando inglese aveva
ordinato il ripiegamento generale, rinunciando definitivamente a raggiungere l’Isola dei Cavalieri. L’imprevista situazione imponeva anche alla Squadra italiana di volgere la
prua verso casa ma costringendola ad offrirsi, quale ghiotta
preda, ai Sommergibili e ai coriacei aerosiluranti Beaufort.
Ed era proprio un Sommergibile, l’Umbra, a silurare e affondare il Trento , purtroppo con la perdita di quasi metà dell’equipaggio. Poi, tornavano i Beaufort e, la notte sul 16, siluravano anche la Littorio che, seppure a velocità ridotta, entro
il pomeriggio era di nuovo a Taranto.
* * *
Al termine della lotta, prescindendo dai molti uomini
Caduti, fattore doloroso e di primaria importanza per tutti,
sempre, in ogni guerra, erano i britannici a doversi confrontare con un esito che il loro Ammiraglio Vian ebbe a definire “un penoso fallimento”. Infatti, se gli italo-tedechi lamentarono l’affondamento del Trento, i danni subiti dalla Littorio,
dal Vivaldi e la perdita complessiva di cinquantaquattro
apparecchi, per Londra, oltre alla falcidia di
navi e ai trenta aerei non rientrati, soprattutto
pesò il dato essenziale: dei sedici partiti, soltanto due erano stati i Piroscafi survived approdati
a Malta, recando “appena” 25 mila tonnellate
di materiali. Assolutamente insufficienti.
Premessa per rendere indispensabile reiterare
l’impresa e dare luogo ad una nuova ed ancor
più dura battaglia, di lì a due mesi.
Cesare Gori
26
IL NASTRO AZZURRO
CRONACHE DELLE FEDERAZIONI
ALESSANDRIA
Nel bimestre la Federazione di Alessandria ci ha
segnalato le seguenti cerimonie:
– le manifestazioni per il 25 aprile, Festa Nazionale
della Liberazione, come auspicato dal Presidente
della Federazione Gen. Luigi Turchi, si sono svolte in
una chiara collaborazione e partecipazione unitaria,
nel rispetto delle realtà storiche, culturali e sociali del
territorio alessandrino.
Presidente della Sezione di Porto Santo Stefano (GR),
Cav. Giovanni Sclano. Cerimoniere del raduno è stato il
Cav. Brs. Franco Citi, Vice Presidente regionale A.N.B. e
Commissario della Federazione provinciale del Nastro
Azzurro di Pisa.
Castiglion Fiorentino (AR) – Raduno Regionale dei
Bersaglieri Toscani
BARI
- Comitato Dame Azzurre Alessandria – Anniversario della Liberazione
– il Lion’s Club Valli Curone e Grue, tramite il suo
Presidente Dott.ssa Virginia Scaccheri Pelletta, ha
donato alla Federazione una bandiera di idealità con
l’Istituto del Nastro Azzurro. La cerimonia di consegna è avvenuta presso il salone d’onore del
“Comando Militare Esercito Liguria” a Genova, il 30
aprile 2008, alla presenza delle massime Autorità
della città e dei Dirigenti dei Distretti regionali del
Lion’s Club.
Su iniziativa della Presidente, Sig.ra Paola Zippitelli,
è stata celebrata il 15 gennaio u.s. nella cripta della cattedrale, una Messa in suffragio per i valorosi Caduti di
ogni arma, da Mons. Sabino Scarcelli, Cappellano
Militare, che ha esortato ogni Socio a vivere le attività di
servizio non solo nelle Associazioni. “Tutti dobbiamo
impegnarci a mantenere in vita il Nastro Azzurro riprovando la gioia di collaborare ancora al bene della Patria”
ha aggiunto la Presidente Paola Zippitelli, “perché solo
unendo le forze, solo partecipando, possiamo raggiungere gli scopi che ci prefiggiamo”.
AREZZO
Su invito del Cav. Brs. Alfio Coppi, Presidente
Regionale Associazione Bersaglieri e Socio del nostro
Istituto, la Federazione ha partecipato al Raduno
Regionale dei Bersaglieri Toscani, svoltosi a Castiglion
Fiorentino (AR), alla presenza dei Gonfaloni della
Regione Toscana della Provincia di Arezzo (M.O.V.M.) e
del Comune di Firenze (M.O.V.M.). La giornata si è aperta al suono delle otto fanfare dell’A.N.B. Toscana, con
l’autorevole presenza del 3° Rgt. Brs. del Cap. Luca
Stegagnini, Comandante la Compagnia Carabinieri di
Cortona, e di numerose Autorità. Il corteo è stato aperto
dal Labaro della Federazione di Arezzo, assieme a quello della Sezione di Cortona (AR), scortati dal Presidente
della Federazione di Arezzo, Sig. Stefano Mangiavacchi,
e dai Soci Benemeriti Alberto Romanelli e Mario
Rondoni, seguiti dai Labari delle Federazioni di Siena
con il Commissario, Sig. Marco Cetoloni, di Perugia con
il Commissario, Cav. Uff Angelo Di Natale, e dal
Bari – Messa in ricordo di tutti i Caduti
BOLOGNA
L’8 aprile 2008 il Presidente della Federazione Cav.
Giorgio Bulgarelli, ha presenziato alla solenne cerimonia di saluto al contingente della Brigata Aeromobile
IL NASTRO AZZURRO
“Friuli” in patenza per l’operazione ISAF 2008 a Herat in
Afganistan. La cerimonia aperta dall’alzabandiera è stata
presieduta dal Comandante della Brigata Gen. B.
Francesco Arena, alla presenza del Gen. C.A. Mario
Marioli, Comandante delle Forze di Difesa, delle
Autorità civili, militari e religiose, dei Gonfaloni del
Comune di Bologna, della Regione Emilia Romagna e
della Provincia di Bologna e di moltissime Associazioni
Combattentistiche e d’Arma.
27
FERRARA
Nel bimestre la Federazione di Ferrara ci ha segnalato le seguenti cerimonie:
– il Ten. Col. Avv. Giorgio Anselmi, Presidente
Provinciale del Nastro Azzurro e Presidente Onorario
dell’UNUCI di Ferrara, in occasione della celebrazione del 25 aprile, ha ricordato il grande contributo
delle nostre Forze Armate, ed in particolare
dell’Esercito regolare, alla guerra di Liberazione:
400.000 soldati, il sacrificio di 1.816 caduti e 5.127
feriti che hanno fattivamente combattuto per la
libertà dell’Italia. Un attimo di commozione è soppraggiunto al momento di ricordare i fanti del 67°
RGT Fanteria che il 16 dicembre del ‘43 nei pressi di
Cassino conquistarono Montelungo, allora Anselmi
col grado di Capitano era al comando del 2° Btg. del
67°;
Bologna – Cerimonia di saluto al contingente della
Brigata Aeromobile “Friuli”
BRESCIA
Il 6° Stormo dell’Aeronautica Militare ha celebrato
nella sua base di Ghedi l’85° Anniversario di Fondazione
dell’Arma Azzurra. Alla presenza delle massime autorità
della Provincia di Brescia, il Col. Aurelio Colagrande,
Comandante dello Stormo, dopo aver reso omaggio alla
Bandiera di Guerra e passato in rassegna lo schieramento, ha celebrato la ricorrenza tracciando un consuntivo
dell’attività svolta ed illustrando i programmi futuri. La
cerimonia si è conclusa con la consegna di ricompense
ed onorificenze ad Ufficiali e Sottufficiali. La
Federazione Bresciana era presente con il proprio
Labaro, il Presidente Provinciale Gen. Carlo Maria
Magnani e la M.A.V.M. Francesco Pintus.
Nell’occasione al Col.
Colagrande, decorato
della
Croce
di
Cavaliere dell’Ordine
Militare d’Italia, è stata
consegnata la tessera
di Socio effettivo
dell’Istituto.
Successivamente,
durante una vista programmata
da
ASSOARMA
al
6°Stormo, il Gen.
Magnani ha consegnato al Col. Colagrande
l’Emblema Araldico
dell’Istituto.
Brescia – Consegna Emblema Araldico al Comandante
del 6° Stormo Col. Aurelio Colagrande
Ferrara – Festa della Liberazione
– la rievocazione dell’Operazione “Herring”, l’ultima
operazione in grande stile condotta dai nostri paracadutisti negli ultimi giorni di
guerra, precisamente dal 20 al
23 aprile 1945, è
stata rievocata a
Ferrara e nelle
zone dell’Emilia
Romagna dove
si svolse in tutta
la sua complessità. Il successo
della rievocazione è stato sottolineato dalla massiccia partecipazione di pubblico e dal gran
numero enti e
istituzioni che
Ferrara – Copertina a cura di Carlo Rambaldi per la
pubblicazione rievocativa dell’Operazione Herring
28
IL NASTRO AZZURRO
hanno voluto parteciparvi. L’Istituto del Nastro
Azzurro è stato altamente rappresentato dalla partecipazione del più importante degli associati alla federazione di Ferrara, il Comandante Giorgio Zanardi,
Presidente Nazionale dell’Istituto, che ha preso la
parola in uno degli eventi rievocativi. Con la collaborazione del noto ideatore di effetti speciali
Holliwoodiani, Carlo Rambaldi, Ferrarese di origine,
è stato prodotto un bell’album celebrativo
dell’Operazione Herring e delle manifestazioni
odierne.
– il 31 maggio 2008 è ricorso l’80° anniversario della
elezione del Nastro Azzurro in Ente Morale, l’associazione che raccoglie i combattenti decorati di
Medaglie al Valor Militare. La Federazione di
Ferrara ha ricordato e celebrato l’importante ricorrenza con l’assemblea generale degli iscritti che si
è tenuta alle ore 10.30 nella sede della Casa della
Patria di Corso Giovecca 165. Nella cerimonia il
Presidente, avv. Giorgio Anselmi, ha letto una
breve relazione sulla storia, i compiti e le attività
del Sodalizio, inoltre sono stati consegnati gli attestati di benemerenza ai seguenti decorati iscritti da
oltre 40 anni: Bruno Rizzati, Onofrio Colabella,
Valter Chiarini, Antonio Talmelli, Antonio Stella,
Giovanni Bonazza, Luigi Vimini, Lorenzo Incerti,
Armando Fantinuoli e Rino Cavalieri. Hanno partecipato all’assemblea anche il Comune di Ferrara
rappresentato dall’Assessore Raffaele Atti, il
Comune di Bondeno con l’Assessore Brunella
Benea, la Guardia di Finanza con il Luogotenente
Pasqualini e l’Aeronautica Militare con il Ten. Col.
Avola;
LA SPEZIA
Il 25 aprile 2008, presso il monumento ai Caduti sito
sul Piazzale del Marinaio a La Spezia, si è svolta la
Cerimonia del 63° Anniversario della Liberazione. Il
Presidente della locale Federazione del nostro Istituto,
Cav. Renzo Pedrigi, ha ricevuto, come Alfiere del Labaro
provinciale scortato dal Ten. CC Antonio Trombetta, gli
onori militari da parte di tutte le Forze Armate presenti.
La Spezia – 63° Anniversario della Liberazione
PIACENZA
Venerdi 27 giugno u.s. ha avuto luogo ad Agazzano
il funerale della Principessa Donna Luisa Gonzaga del
Vodice di Vescovado, vedova della M.O.V.M. Ferrante
Gonzaga del Vodice. Il Presidente della federazione Gr.
Uff. Mario Bosoni ha deposto sulla salma della Signora il
foulard del Nastro Azzurro, appositamente inviato dal
Presidente Nazionale Com.te Giorgio Zanardi.
PORDENONE
Il 25 aprile u.s. il Labaro provinciale portato da un
Alpino ed affiancato dal Presidente della Federazione
dott. Aldo Ferretti, ha partecipato alla Cerimonia della
Festa della Liberazione tenutasi a Pordenone alla presenza di tutte le Autorità convenute davanti al Monumento
ai caduti. Il Presidente Vicario della Provincia, dott.
Alessandro Cirani, ha aperto la commemorazione, sono
Ferrara – Cerimonia
Benemerenza
di
consegna
Attestati
di
– presenti il Sindaco di Ferrara con tutti i Sindaci della
costa adriatica e i marinai in congedo dei gruppi
della provincia, il Com.te Giorgio Zanardi ha commemorato a Porto Garibaldi il 10 giugno u.s., insieme al Comandante della Capitaneria di Porto
Agostino Petrillo la Festa della Marina con un toccante discorso.
Pordenone – Festa della Liberazione
IL NASTRO AZZURRO
29
poi intervenuti Sigfrido Cescut, in rappresentanza del
Presidente provinciale dell’ANPI Giuseppe Giust
“Vitas”, decorato di Medaglia d’Argento al Valor
Militare, e Francesco Longo dell’Istituto Provinciale per
la Storia del Movimento di Liberazione. L’evento si è
concluso poi al Monumento a Franco Martelli, decorato
di Medaglia d’Oro al Valor Militare.
ROMA
Il 10 febbraio u.s., su iniziativa della “Associazione
Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia”, è stato celebrato
il “Giorno del Ricordo”, in cui è stato ricordato l’esodo
giuliano-dalmata e la tragedia delle foibe, culminata con
l’inaugurazione del Monumento alle vittime innocenti di
quegli eventi. Il Presidente Nazionale dell’ANVGD, On.
Lucio Toth e il Presidente del Comitato di Roma della
stessa Associazione hanno ringraziato le Autorità presenti, tra cui il Sindaco di Roma pro-tempore, On. Valter
Veltroni, il Presidente della Regione Lazio, On. Piero
Marrazzo, e tutte le Associazioni Combattentistiche e
d’Arma per la loro partecipazione tra cui un ringraziamento particolare è stato rivolto all’Istituto del Nastro
Azzurro che ha visto presente il Vice Presidente
Nazionale, e socio dell’ANVGD, Brig.Gen. Antonio
Teja.
Lentini (SR) Santa Messa in suffragio dei Caduti
– il 9 marzo la Federazione, di concerto con la Sezione
di Noto, ha fatto celebrare nel santuario diocesano
Maria SS. ma Scala del Paradiso in Noto una solenne
Santa Messa in memoria di Amedeo di Savoia, Viceré
d’Etiopia, M.O.V.M. e di tutti i Militari italiani Caduti
nelle operazioni e nelle missioni all’estero;
Noto (SR) - Solenne Santa Messa in memoria di Amedeo
di Savoia
Roma – Inaugurazione del Monumento alla memoria
delle vittime delle foibe
SIRACUSA
Nel bimestre la Federazione di Siracusa ci ha segnalato le seguenti cerimonie:
– la Federazione, di concerto con la Sezione di Lentini,
ha inaugurato il nuovo anno il 27 gennaio 2008 con
una Santa Messa in suffragio dei Caduti presso la
chiesa dell’Immacolata di Lentini, alla presenza del
Sindaco Alfio Mangiameli e di rappresentanze delle
FF.AA. e delle FF. OO. Al termine del rito è avvenuta
la benedizione dei Labari dell’Istituto e delle bandiere dell’Ass. Naz. Autieri d’Italia, dell’Ass. Naz. Arma
di Cavalleria, dell’Istituto Naz. GG. OO, intervenute
alla funzione, poi consegnate al socio Mar. Magg.
Luigi Buccheri, Segretario della Federazione;
– il 23 aprile la Federazione e le Sezioni di Noto e
Lentini sono intervenute con i rispettivi Labari, su
invito della Sezione dell’Ass. Naz. Arma di
Cavalleria, alla celebrazione in onore di San Giorgio,
Patrono dei Cavalieri italiani per decreto di Pio XI,
presso la chiesa di San Michele di Palazzolo Acreide.
TORINO
Martedì 6 maggio 2008 è stato celebrato il 147°
Anniversario dell’istituzione dell’Esercito Italiano con una
funzione religiosa presso il Tempio Gran Madre di Dio.
Successivamente, resi gli Onori ai Caduti, è stata deposta
presso la Cripta del Sacrario Militare una corona d’alloro,
alla presenza delle Autorità militari religiose e civili della
Città, della Provincia e della Regione. Con le altre
Associazioni combattentistiche era presente con il Labaro
e alcuni Consiglieri la Federazione Provinciale di Torino.
30
IL NASTRO AZZURRO
RECENSIONI
KAPPENABZEICHEN
I DISTINTIVI MILITARI AUSTRO-UNGARICI 1914-1918
Alberto Lembo con la collaborazione di Siro Offelli - Museo
Storico Italiano della Guerra - Rovereto 2007 - 470 pagine,
4/4 colori - 79/00
Esiste un vasto settore dei
materiali della propaganda
austro-ungarica nella prima
guerra mondiale che i collezionisti conoscono ma che è
in gran parte ignoto agli studiosi di storia della Grande
Guerra. Si tratta delle migliala
di distintivi propagandistici
{Kappenabzeichen)
prodotti
negli anni 1914-1918 che vennero comprati e portati dai civili e dai soldati.
I Kappenabzeichen sono
distintivi metallici, muniti nella
parte posteriore di un sistema di
attacco con cui potevano essere
appuntati, da militari e civili, sul vestito o sull’uniforme (i
militari preferibilmente sul berretto) ma non costituivano
parte integrante dell’uniforme. Durante la Grande Guerra se
ne vendettero un numero incalcolabile di esemplari allo
scopo di finanziare l’assistenza alle vedove, agli orfani, ai
profughi e agli invalidi. I distintivi da berretto ebbero anche
lo scopo, attraverso l’appello alla difesa della patria e alla
fedeltà all’imperatore, di stimolare il consenso alle ragioni
del conflitto, il sentimento patriottico nella popolazione
civile e lo spirito di corpo in reparti spesso molto compositi sul piano linguistico. All’interno di grandi unità (gruppi
d’esercito, armate, ecc.), inoltre, un distintivo poteva permettere a reparti fino a quel momento mai entrati in contatto, di riconoscersi nella nuova formazione.
Negli ultimi anni questi distintivi hanno rappresentato
oggetto di studio e di collezionismo, ma anche di ricerca
accanita sui campi di battaglia. Diversi autori se ne sono
occupati, tuttavia si sentiva l’esigenza di un’opera organica
e sistematica di approccio alla materia e di classificazione
accurata, secondo criteri omogenei, basata su un numero
significativo di pezzi.
All’interno di un numero mai calcolato, ma sicuramente valutabile in qualche migliaio, di modelli di
Kappenabzeichen prodotti durante il periodo bellico, il
catalogo con più di 1.100 esemplari, illustra la collezione
del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, integrata da materiali di altre collezioni (Alberto Lembo, Mauro
Assenza, Radbot d’Asburgo e altri) e rappresenta la pubblicazione più completa dedicata a questo tema.
Il libro, di fatto, costituisce il più completo catalogo
pubblicato finora in materia. È aperto da un saggio introduttivo di Alberto Lembo che ricostruisce le fonti normative e
l’uso, descrive le tipologie e la lingua, segnala i più importanti fabbricanti e disegnatori. Il criterio ordinatore adottato
per presentare i distitinvi ricalca l’ordinamento dell’Esercito
austroungarico. Il volume, di pregevole fattura e di presentazione editoriale particolarmente ricca, è organizzato nei
seguenti capitoli: Fanteria, Formazioni volontarie,
Cavalleria, Artiglieria, Marina, Aviazione, Servizi e specialità, Grandi unità, Sovrani e comandanti, Kappenabzeichen
commemorativi, Esemplari provenienti dalla collezione
Asburgo-Toscana.
Di ogni distintivo viene presentata l’immagine e una
scheda tecnica (che indica il materiale, le dimensioni e il
peso, il sistema di attacco, il produttore, il fabbricante, il
disegnatore e il marchio), una descrizione araldica, la datazione del distintivo e i riferimenti storici, la proprietà dei
distintivi.
In appendice vengono riprodotti l’Ordine di battaglia
delle forze armate austro-ungariche al 15 ottobre 1918 e un
amplissimo elenco di abbreviazioni ufficiali in uso
nell’Impero austro-ungarico.
La pubblicazione del volume va a coprire un vuoto nel
settore del collezionismo dei cosiddetti “militaria” e diverrà
certamente in breve tempo il testo di riferimento per studiosi e amanti della materia.
Camillo Zadra
IL CIPPO DI PRATORSI
Di Bruno D’Orazio - Padova - Istituto del Nastro Azzurro 2007 Pag. 72 cm. 24x17 -Euro 12,00
Un Cippo con base e croce
di marmo bianco di circa 2
metri di altezza, isolato ed
abbandonato in un bosco di
montagna, in località “Pratorsi”
di San Marcello Pistoiese, raggiungibile per mezzo di un sentiero, ricorda il luogo del martirio di un equipaggio del 41°
Gruppo aerosiluranti dove il 15
giugno 1943 si schiantò con il
velivolo S.79 bis poco dopo il
decollo dall’aeroporto militare
di Siena-Ampugnano in volo
per missione di guerra.
I pochi resti bruciati degli
aviatori, tutti pluridecorati al
valor militare, e di un tecnico
delle officine Reggiane, costruttori del velivolo, furono
tumulati in un loculo nel cimitero della Misericordia di
Pistola, costretti per motivi che non si conoscono ad essere
dimenticati. L’inesistenza negli archivi dello Stato Maggiore
Aeronautica di notizie, di alcuna traccia di atti militari che
confermino la natura di quella tragica missione di guerra e
l’omissione in tutti i libri di storia dell’Aeronautica Militare
in circolazione, hanno spinto dopo 60 anni il nostro socio,
autore del libro in titolo, fratello di Marzio, specialista di
volo, uno dei membri dell’equipaggio, a ricostruire e raccontare, dopo lunghe ed accurate ricerche ed attraverso
documenti del fratello e testimonianze di aviatori sopravvissuti dei reparti aerosiluranti, il tragico avvenimento.
L’opera illustrata da fotografie inedite dell’epoca del 41°
Gruppo e contenente tra l’altro le biografie dei protagonisti
della vicenda e di alcuni dei comandanti, è stata selezionata e classificata al 26° posto della graduatoria delle ammesse al concorso del premio letterario aerospaziale bandito
dall’Associazione Arma Aeronautica per l’anno 2007, sesta
edizione, la cui cerimonia conclusiva si è svolta ad Acqui
Terme (AL) il 23 settembre 2007.
Il volume si può richiedere mediante versamento dell’importo di euro 12,00 sul c/c postale n. 11750353 intestato a Gorra Maria Elisa in D’Orazio - Via Ammannati 7,
35132 Padova - Tel. 049/613818.
Bruno D’Orazio
IL NASTRO AZZURRO
- Federazione Provinciale di MANTOVA
- Federazione Provinciale di GENOVA
- Gen. Michele BLASI - Potenza
- Dott. Sandro AMBROSELLI – Venafro (IS) – “in memoria dei miei eroici genitori Antonio e Mafalda”
- Sig.ra Letiza Paola BOTTAZZI – Rovigo – “in memoria di Bruno ed Aida Bottazzi”
- Sig.ra Ines CASAGRANDE – Scorzè (VE)
- Sigg. Patrizia e Paolo PERRONI - Roma
- Dott. Comm. Giuseppe REINA - Como
- Dott. Alberto RISSONE - Roma
- Dott. Comm. Michele STANCAMPIANO – Sezione Banca d’Italia - Roma
- Sig.ra Franca TEJA – Roma – “ricordando mio marito Salvatore Teja”
- Azzurro Vincenzo ARNO’ - Lussemburgo
- Sig.re Pina e Rosetta SOLE - Australia
- Sig.ra Maria Luisa PETRUCCI – Roma – “in memoria di mio marito Dr. Cesare Savini (M.B.V.M.),
Capitano del 1° Rgt. Granatieri di Sardegna”
- Federazione Provinciale di CUNEO – SEZIONE DI SAVIGLIANO
- Azzurro Mario CORBELLINI – Delebio (SO)
- Sig.ra Giuseppina MARTINELLI – Suna (VB)
- Sig.ra Alma MUNARETTI CAIRONE - Padova
- Sig. Pietro PISTOLESE - Genova
- Gen. Giuseppe GENOVESE - Trapani
- Accademia Navale di LIVORNO
- Sig. Vincenzo CANNAVALE - Genova
- Sig. Luigi ZANIN – Galliate (NO)
- Sig.ra Jolanda ZANOLLI - Verona
- Dott. Renzo AMBROSELLI – Dragoni (CE)
- Sig. Giuseppe AVARO – Guidonia Montecelio (RM) – “in ricordo dei combattenti del C.S.I.R. ed
A.R.M.I.R. Caduti nelle lontane steppe russe compiendo il loro dovere di soldati vero la Patria”
- Sig. Pasquale CAMPESTRI – Casacalenda (CB)
- Sig. Massimo CASSANO - Napoli
- Sig.ra Silla CASTELLI STABELLINI - Ferrara
- Dott. Salvatore COMIS - Catania
- Sig. Gian Piero DAGLIO – Sindaco del Comune di Cantalupo Ligure (AL)
- Dott. Giorgio DALL’ACQUA
- T.Col.A.M. Cav. Goffredo DANIELE – Guidonia (RM)
- Sig.ra Maria Luisa FILOSA FAZIO - Como
- Sig.ra Alda GASPERINI ALASSIO – Alessandria
- Sig. Emilio GUBERT – Dobbiaco (BZ)
- Sig.ra Vincenza MAIORANA – Castelbuono (PA)
- Gen.Div. Mario MARIOLI e Sig.ra Antonella CERRI GAMBARELLI – Vittorio Veneto (TV)
- Prof.ssa Angela Pia MONGILARDI – Valle San Nicola (BI)
- Sig.ra Maddalena OLIVIERI – Albenga (SV)
- Avv. Salvatore PICCIONE - Treviso
- Sig.ra Alice PONTELLI EUSTACCHIO – San Daniele del Friuli (UD)
- Sig.ra Antonietta SAVINI – Roma – “in memoria di mio fratello M.O.V.M. Ten.art. Mario SAVINI
(M.A.V.M., C.G.V.M.)”
- Sig. Nicola SINOPOLI - Ragusa
- Sig. Mario SIRACUSA – Mazara del Vallo (TP)
- Sig. Giovanni SPERNANZONI – Ciampino (RM)
- Sig. Italo RUSSO – Verzino (KR)
La Presidenza Nazionale e la Direzione de ‘Il Nastro Azzurro” ringraziano
per la generosità dei contributi versati.
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Distintivi con decorazione e Dame Patronesse: € 7
Distintivi dorati: piccoli: € 3, medi: € 3,50 grandi: €
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Portachiavi: smaltato: € 7,50, metallo: € 3,50
Crest: piccolo: € 20 grande: € 25
Labaretto: € 10
Emblema Araldico: € 20
Fermacarte in onice: € 9,50
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Posacenere: € 9
Attestato di Benemerenza: € 20
Orologio: € 30
Cravatta: lana: € 12 seta: € 15
Foulards in seta: € 28
Cartolina: € 0,30, cartoncino doppio: € 0,50, busta:
€ 0,10
Mug.: € 7,00
Tutta l’oggettistica è in vendita presso le Federazioni che in caso di carenza di materiale possono richiederlo alla Presidenza
Nazionale dell’Istituo. Le spese di spedizione saranno a carico delle Federazioni ed aggiunte al costo del materiale.