Un tocco selvaggio in giardino - Fito
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Un tocco selvaggio in giardino - Fito
LANDSCAPING Un tocco selvaggio in giardino La definizione italiana di “prateria da giardino” non è sicuramente la più felice traduzione dell’espressione inglese “meadow gardens” che si riferisce a un nuovo stile di giardino nato negli Stati Uniti e che si sta diffondendo in tutto il mondo. In questi giardini i classici tappeti erbosi sono banditi a favore di ampie superfici completamente piantumate con graminacee ornamentali ed erbacee da fiore, che danno l’illusione di un mare ondeggiante di foglie e fiori. Sebbene le praterie rimandino agli spazi sconfinati tipici del Nord America, possiamo realizzare un meadow garden anche nel nostro piccolo, adottando ovviamente alcune accortezze nella scelta delle essenze vegetali, la cui misura a maturità non deve risultare fuori scala; nel sesto di impianto delle piante che non devono essere troppo fitte ma nemmeno troppo rade perché altrimenti si perde l’effetto di prateria; nello studio attento delle proporzioni tra spazi vuoti (percorsi, aree sosta, laghetti ecc.) e spazi piantumati ecc. Per impiantare una prateria è meglio procedere in due diversi momenti: prima vanno messe a dimora le graminacee di base e le piante coprisuolo. Queste piante costituiscono lo scheletro dello 8 schema e devono comporre dal 45 al 65 per cento del giardino. L’anno successivo si mettono a dimora le erbacee da fiore e le bulbose tra le diverse macchie di graminacee che si sono nel frattempo formate. Nell’attesa che le piante colonizzino tutto lo spazio a disposizione, è meglio stendere uno strato di pacciama- tura sul terreno (ghiaia, corteccia o cippato vegetale) in modo da contrastare la proliferazione delle erbacce infestanti. Una volta che l’impianto si è assestato la manutenzione è ridotta al minimo: è sufficiente fare uno sfalcio all’anno, preferibilmente subito dopo l’inverno non appena compaiono le nuove foglie. Dopo il taglio il giardino avrà un aspetto alquanto desolante ma è il momento propizio per procedere ad alcune modifiche dello schema di base se riteniamo che ci siano delle migliorie da apportare o degli errori da correggere. Il meadow si presta a varie interpretazioni: può essere tutto verde con solo piante da foglia oppure multi color con fiori dai colori intensi e squillanti o, al contrario, dai toni tenui e delicati, o ancora monocromo se vogliamo privilegiare una sola tinta. Le graminacee ornamentali sono piante eleganti da usare a piene mani perché rendono il paesaggio mosso ad ogni alito di vento, sono insuperabili nel catturare la luce, soprattutto al tramonto, cambiano colore con le stagioni e decorano magnificamente il giardino anche nei mesi freddi, quando i loro steli e le loro spighe secche si ricoprono di brina. Le graminacee sono utilissime per segnare i luoghi di transizione tra un punto e l’altro del giardino, per mascherarne i confini o qualche brutto manufatto. Tra le numerose specie in commercio, possiamo consigliare le tante varietà di Miscanthus sinesis che raggiungono con le loro infiorescenze anche i 2,00 m di altezza; Muhlenbergia capillaris che produce delle infiorescenze dall’aspetto di una nuvola rosa, Pennisetum alopecuroides di medio sviluppo e dal portamento arcuato, le festuche (Festuca glauca “Elijah Blue” dal bel fogliame grigio-blu o Festuca gautieri che forma un compatto cuscino di fili verdi) utili per tappezzare il terreno e formare le bordure in primo piano. La ripetizione di una o più piante in diversi punti del giardino è un importante strumento per catturare lo sguardo, dare coesione allo schema di piantagione, creare ritmo e movimento. E’ meglio scegliere poche varietà di piante a favore di grandi macchie della stessa specie per evitare il rischio di creare disordine e confusione mescolando insieme un elevato numero di essenze. Se volete un habitat molto naturale inserite piante mellifere e ombrellifere (ad esempio Achillea sp., Echinacea purpurea, Gaura lindheimeri, Nepeta x fassenii, Phlox pani culata, Verbena bonariensis, Perovskia atriplicifolia e tante altre ancora): in questo modo la prateria diventerà il regno di insetti e piccoli animali come api, farfalle, ricci ecc. L’inserimento di arbusti o piccoli alberi dal portamento verticale all’interno della prateria consente di dare maggiore movimento alla composizione, ponendo degli accenti qua e là a marcare dei punti che vogliamo porre in evidenza. Questo accorgimento è molto utile nei giardini di dimensioni contenute in quanto queste variazioni in altezza contribuiscono a dare un effetto ottico di ampliamento dello spazio. Molto adatte a questo scopo sono le statue, i vasi e le opere d’arte in genere, che creano un bel contrasto con il portamento più scompigliato e morbido delle erbe. Bisogna pensare anche ai percorsi: camminare attraverso una prateria può essere una esperienza molto emozionante, quasi come solcare un mare di foglie e fiori. I materiali con cui realizzare i percorsi sono svariati ma preferibilmente devono essere di origine naturale per rispettare il carattere naturalistico del meadow garden (pietra, ghiaia, terra stabilizzata ecc.). La soluzione più semplice è quella di aprire un passaggio con il tosaerba; questo consente una notevole flessibilità nel modificarne il tracciato qualora lo si desideri o sia subentrata una necessità specifica. Nonostante il loro aspetto spontaneo, i meadow gardens sono frutto di un intenso lavoro progettuale e di un lungo processo di piantumazione all’interno del quale è anche doveroso lasciare spazio all’imprevedibilità della natura facendo entrare anche qualche erba spontanea: un tocco di selvaggio non guasta! 9