il sociale al centro dell`attività amministrativa

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il sociale al centro dell`attività amministrativa
AERRE
anno 5 / numero 1
il mensile al servizio dei cittadini di Arezzo
social
& the
city
il sociale al
centro dell’attività
amministrativa
Editoriale
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anno 5 / numero 1
Direttore responsabile
Claudio Repek
Redazione:
Cecilia Agostini / Comune di Arezzo
Pierluigi Amorini / Asl 8
Antonella Bacciarelli / Comune di Arezzo
Marco Caneschi / Comune di Arezzo
Giacomo Cherici / Aisa spa
Lilitta Fornasari / Fraternita dei Laici
Francesco Falsini / Atam
Elisabetta Giudrinetti / Fiera Antiquaria
Gloria Fiorini / Afm
Martina Nundini / Beta
Nicola Salemi / Koinè
Grafica
Studio: B.AND
Stampa
Nuova Cesat coop / Firenze
Un ringraziamento particolare
a foto clickey.it di Gino Perticai
Foto di copertina
Leroy Skalstad
Editore:
consorzio Isola che non c’è
via Arno, 11
52100 Arezzo
tel. 0575 900309 - Fax 0575 911103
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Registrazione Tribunale
Tribunale di Arezzo
N° 7/08 del 16/04/2008
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Il bilancio 2011, le prospettive 2012
Politiche Sociali
Il nuovo welfare: dall’integrazione al patto sociale
Interventi personalizzati e no all’assistenzialismo
Il nuovo bando per le case popolari
Il Bastione: nuovo nido per 20 bambini
Genitori si diventa … imparando
Il bilancio
Arezzo
Contro le discriminazioni
San Zeno: nasce un’area riqualificata a gestione unitaria
TIEMME
Tiemme ottiene la registrazione Emas e risparmia sull’Irap
ATAM
Dai park alle bici passando su strade e marciapiedi rimessi a nuovo
NUOVE ACQUE
Stop alle bollette cartacee e alle file
Il Blue Book promuove Nuove Acque
Referendum: gli effetti su Nuove Acque
ASL
Colpo di “reni” del Calcit in favore della Asl
Trasporti sanitari: regole chiare con diritti e doveri
Tu o Lei: il linguaggio della sanità
AFM – Educazione alla salute
Salute: è anche questione di educazione
La conferenza
stampa di fine
anno del Sindaco
Fanfani
"Il 2011 è stato un anno veramente difficile, caratterizzato da crisi economica,
chiusura di aziende, perdita di posti di lavoro, calo dei consumi e forti incertezze
sul futuro. È stato duro anche per gli enti locali: drastico taglio dei trasferimenti
statali e regionali, assurdi vincoli del Patto di Stabilità, minori risorse dal
territorio a causa della crisi e aumento della domanda di servizi sociali proprio
in relazione alla crisi. Per il 2012 le nostre priorità sono le politiche sociali, la
trasformazione della città, il sostegno all'economia locale".
FRATERNITA DEI LAICI
Alla ricerca del grano perduto
COINGAS-ESTRA
Estra, la fattura è on line
Estra Energie: le bollette si pagano anche alla Coop
Coingas sostiene i Comuni
COOPERAZIONE SOCIALE
Valore all’istruzione e alla cultura
Due generazioni unite dalla musica
AISA
Rifiuti: raccolte differenziate e nuovi centri di raccolta
“.. per favore, non chiamatele discariche..”
MULTISERVIZI
Cimiteri, decoro e riqualificazione
AREZZO
Arezzo e l’arte contemporanea
Il progetto “…Vocalmente, il coro per ogni musica …”
Censimento, Arezzo in testa per assistenza e raccolta questionari
Decoro & qualità della città
Sicurezza, la mappa delle telecamere
Informagiovani parla anche albanese
Lo Sportello animali
Parcheggi rosa: una cortesia in più per mamme e bambini
Il Sindaco Fanfani ha così sintetizzato il lavoro del 2011 e anticipato le priorità
per il 2012. Ha quindi annunciato il Patto Sociale per la garanzia dei servizi
alla persona, lo sviluppo dei servizi integrati per l'infanzia, il sostegno
all'economia anche con la valorizzazione del turismo e della cultura.
Per la città ecco i piani complessi, a cominciare dalla Lebole, il nuovo
Regolamento edilizio in approvazione entro il primo trimestre 2012 e la
nuova organizzazione Ufficio edilizia. Attenzione anche ai lavori pubblici
con numerosi cantieri aperti: Fortezza, Teatro Petrarca, Campo scuola,
Casa delle culture, Golden Fashion. Cantieri di imminente apertura:
Logge del Grano e Palazzo di Fraternita. Completamento,
poi, della rete dei parcheggi di "cintura" con progressiva
chiusura del centro. È imminente l'apertura del parcheggio
all'ospedale San Donato e ci sarà una differenziazione
delle tariffe dei parcheggi in città: più alte all'interno del
centro, più basse all'esterno. Per quanto riguarda, infine, la
sicurezza è iniziata l'installazione delle 65 telecamere per la
videosorveglianza e i lavori termineranno in primavera.
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—Illustrazione:
Arezzo: politiche sociali
Francesca Galzenati
IL NUOVO
wellfare
Dall’integrazione al Patto Sociale
Il Comune di Arezzo ha proposto la definizione condivisa di un nuovo welfare per Arezzo. Protagonisti tutti
i soggetti, pubblici e privati, non solo impegnati nel
sociale ma motivati a dare risposte nuove ed efficaci.
“Pensiamo a un vero e proprio Patto sociale – afferma il Sindaco Giuseppe Fanfani. Un passo avanti rispetto al lavoro integrato che finora abbiamo svolto
con tutti i soggetti istituzionali e delle società civile.
E un 'ponte' verso quella Fondazione di Comunità
che, ancora una volta tutti insieme, intendiamo costituire entro quest’anno”.
È l’assessore alle politiche
sociali, Lucia De Robertis, a
illustrare le ragioni del Patto. “Dobbiamo tener conto
delle novità che abbiamo di
fronte: il progressivo invecchiamento della popolazione, le difficoltà delle famiglie
nel rapporto con gli anziani,
la crisi economica che moltiplica cassintegrati e disoccupati, la crescente presenza
di nuovi cittadini immigrati.
Nessuno è in grado, da solo, di far fronte a quanto
emerge dalla società e ai bisogni, vecchi e nuovi,
che si sommano. Con il Patto Sociale, il Comune
di Arezzo intende non solo unire ma rendere ancora più efficace il lavoro di tutti. E pensiamo anche
ai soggetti economici del territorio che possono essere coprotagonisti di un sistema sociale equo”.
Dalla genesi agli obiettivi: “in primo luogo – continua De Robertis – intendiamo consolidare il Sistema
Integrato e la sua capacità di rispondere ai problemi
delle persone. E ai cittadini intendiamo garantire pari
opportunità di accesso e di sostegno definendo laddove necessario i livelli essenziali di prestazione.
Questo sarà possibile con azioni capaci di innovare, flessibilizzare e diversificare le risposte con
particolare attenzione 'alla persona'. I servizi resi
dovranno essere monitorati e verificati”.
Un progetto al quale ogni soggetto porta il suo contributo. E quello del Comune di Arezzo è di particolare rilievo. “Il nostro servizio sociale ha mediamente ogni anno in carico 2.500 persone in cinque
grandi aree d’intervento: disabilità, minori, anziani,
inclusione sociale, dipendenze. Molti sono i servizi garantiti per ogni settore
– sottolinea l’assessore De
Robertis. Per la disabilità:
servizio di accompagnamento nello studio, assistenza
domiciliare educativa, contributi economici, servizi
residenziali e centri diurni e
altre forme di sostegno quali
attività didattiche ed estive.
Per i minori: strutture di accoglienza, servizi educativi,
sostegno al reddito e centri
diurni. Per gli anziani: servizi
di assistenza domiciliare e di supporto alla domiciliarietà, semiresidenze e residenze. Infine l’inclusione sociale: sostegno contro la povertà, interventi di
emergenza, accoglienza e contributi per fronteggiare
il disagio economico Questo è il 'pezzo' concreto di
Patto Sociale che il Comune di Arezzo mette a disposizione della rete del territorio che, ovviamente,
va ben oltre il Comune. Ricordiamo l’azione della
Chiesa e quindi della Caritas. Le 50 associazioni e
le 63 cooperative sociali che operano sul territorio.
Un grandi patrimonio non solo di professionalità
ma anche morale ed etico. Il vero e proprio 'capitale
sociale' della nostra comunità”. 
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Arezzo: politiche sociali
SOCIALE
Il Consiglio Comunale ha approvato il nuovo Regozione dei soggetti fragili (singoli o nuclei familiari)
lamento dei servizi sociali. Due gli elementi chiave:
che, per condizioni di vita o di salute, non sono in
la personalizzazione degli interventi e il superamento
grado di far fronte alle proprie esigenze. Attraverdella logica assistenziale a favore di una progettazione
so i servizi, prende in carico situazioni problematiper l’accompagnamento verso l’autonomia e la valoche fornendo aiuti transitori e mirati che tendano
rizzazione del ruolo della famiglia e della comunità.
a rafforzare le competenze dei soggetti destinatari
Il Regolamento nasce dall’esperienza degli uffici coe quelle del gruppo di appartenenza, nell’ottica di
munali ma anche dal confronto con gli operatori
una sufficiente autonomia o, in via subordinata, del
della cooperazione sociale e del volontariato e con
contenimento della dipendenza. Il servizio sociale è
i rappresentati delle organizzazioni sindacali: ciascuorientato all’integrazione e all’uniforme trattamento
no, per la propria competenza e il proprio ruolo, ha
delle persone su tutto il territorio di competenza. Il
fornito un contributo determinante.
sistema è fondato sui principi di sussidiarietà, imparL’approccio ai servizi è in linea con il nuovo assetto orzialità, equità e non discriminazione. In particolare è
ganizzativo socio-sanitario integrato. Nel Regarantita la parità di trattamento in relazione
golamento sono stati ribaditi alcuni concetti
alle specifiche condizioni personali e sociali
Il nuovo
e primo fra tutti è il valore di primaria imdel destinatario.
portanza che l’ amministrazione riconosce Regolamento Per dare piena attuazione al principio di
dei servizi
alle proprie competenze in materia di polisussidiarietà, i servizi devono prima recepitiche sociali. È quindi necessario programre e poi stimolare nella società e nelle agsociali
mare, gestire e sviluppare tali competenze
gregazioni sociali le risorse e le energie più
coordinando gli interventi con gli altri Enti
aperte e disponibili, quelle del volontariato,
della zona in relazione alle problematiche sociali,
delle associazioni, delle parrocchie, dei gruppi inforeconomiche e culturali della comunità locale. Nel
mali, della famiglia, promuovendo - con esse e tra
Regolamento si evidenzia come i servizi comunali
di esse - il dialogo e la collaborazione affinché sia la
agiscano con criteri di efficienza, efficacia, sussidiacomunità a poter esprimere e maturare la consaperietà e trasparenza nel rispetto della tutela dei dati
volezza di essere attore attivo dei processi di costrupersonali e promuovono la necessaria integrazione
zione del benessere territoriale. Il lavoro sociale deve
con i servizi sanitari e quelli offerti dal privato sociaessere orientato a individuare nel territorio, nelle
le. Favoriscono inoltre la costruzione dei rapporti di
comunità locali e infine nella micro-comunità famirete sul piano istituzionale e quelli di auto-mutuoliare la dimensione cruciale per l’implementazione
aiuto e di solidarietà sia nell’ambito degli organismi
e la progettazione delle politiche e degli interventi
sociali che quello dei rapporti interpersonali.
sociali. È pertanto necessario orientare la persona, là
Il Comune, rispetto alle esperienze precedenti, agdove possibile, verso la fruizione di servizi già attigiorna le proprie modalità di azione socio-assistenvi, eventualmente raccordandoli o implementandoli
ziale regolamentando gli interventi rivolti alla protenel progetto personalizzato. 
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Arezzo: politiche sociali
IL NUOVO
bando
12 aprile 2012
Le scadenze
delle domande
13 febbraio 2012
generale
per lavoratori
emigrati all’estero
iscritti all’AIRE e
residenti in paesi UE
14 maggio 2012
per lavoratori
emigrati all’estero
iscritti all’AIRE e
residenti in paesi
extra UE
per le case popolari
Domande obbligatorie per tutti
con scadenze diversificate
È stato pubblicato il 14 dicembre scorso il bando generale per l’assegnazione degli alloggi popolari che consente
all’amministrazione comunale di conformarsi alle novità
legislative introdotte dalla Regione. La prima è che il bando ha carattere generale e non integrativo e azzera ogni situazione pregressa.
Le domande quindi dovranno essere
rifatte da tutti, anche da coloro che
hanno partecipato
al bando 2009 ai
quali l’amministrazione ha inviato un
avviso a casa.
“Ci è sembrato
corretto che anche
chi era già in lista
potesse usufruire
di questi nuovi criteri introdotti dalla
Regione – sottolinea l’assessore alle
politiche
sociali
Lucia De Robertis
– che disciplinano
in maniera a nostro modo di vedere corretta le criticità
che accompagnano la cosiddetta emergenza casa. Come
Comune di Arezzo ne abbiamo dato un’interpretazione
coerente che va nella direzione di favorire ulteriormente
l’utenza interessata. Due esempi: all’ufficio casa di via Cesalpino si formavano spesso lunghe code e quindi disagi
per i cittadini e per gli uffici stessi che dovevano così rallentare la fase istruttoria durante il ricevimento del pubblico. Si passa adesso a una fase informativa ben individuata
durante l’orario settimanale e a momenti informativi collettivi stabiliti dall’ufficio che potrà così accelerare i tempi
di risposta che negli anni precedenti si aggiravano anche
attorno all’anno. Decisamente troppo. Il secondo esempio
riguarda gli stranieri e questa è un’interpretazione delle
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norme regionali univoca a livello provinciale: possono accedere al bando, in condizioni di parità con i cittadini italiani, gli stranieri non aderenti all’Unione Europea purché
titolari di carta di soggiorno o di permesso di soggiorno di
validità almeno biennale ed esercitino una regolare attività
di lavoro autonomo
o subordinato. Più
in generale, come
amministrazione
comunale stiamo
oramai orientandoci su due precise
priorità: lavoro e
casa. Spero presto
di poter annunciare
nuovi interventi per
l’edilizia agevolata
e
sovvenzionata,
ricordo che i Piani
urbanistici recentemente approvati o
adottati contengono previsioni precise di nuovi alloggi
popolari, insomma
stiamo lavorando
per dare una risposta a 360 gradi a quella che si profila
come una vera e propria emergenza che colpisce sia chi è
costretto ad affrontare uno stato di esclusione sia giovani
coppie in difficoltà economica. Con questo nuovo bando contiamo di arrivare a dare risposte con 70-80 alloggi,
molti dei quali di nuova costruzione”. Per quanto riguarda
i punteggi, saranno assegnati alla famiglia secondo alcuni
criteri individuati dalla Regione: anzianità di formazione,
presenza o meno di figli a carico, età dei componenti la
coppia, dimostrazione della mancanza di una sistemazione
abitativa adeguata. Attenzione poi alla condizione di sfratto
esecutivo: quest’ultimo non deve essere stato intimato per
inadempienza contrattuale. E non è considerata inadempienza la permanenza senza titolo nell’alloggio in conse-
Nella foto: gli alloggi di Via Concini
guenza del decesso del conduttore e lo sfratto per morosità
in presenza di un canone di locazione superiore a un terzo
del reddito convenzionale. La morosità stessa deve essere dovuta a stato di disoccupazione o grave malattia di alcuni dei
componenti il nucleo familiare. Lo stato di disoccupazione
dovrà risultare dalla iscrizione in appositi elenchi del Centro
per l’impiego provinciale mentre la grave malattia dovrà essere appositamente certificata dal medico di base.
Una parte del punteggio sarà determinata dalla cosiddetta
storicità della presenza in graduatoria: ovvero ne usufruirà il
richiedente, che non sia già assegnatario, presente continuativamente nella graduatoria da almeno 4 anni. Le domande
dovranno essere consegnate allo Sportello Unico, Piazza
Amintore Fanfani 1. Qualora il partecipante preferisca in-
vece inoltrarla per posta, dovrà spedire la domanda all’indirizzo: Comune di Arezzo, Piazza della Libertà 1, mediante raccomandata postale A.R. o altro servizio equipollente,
riportando nome, cognome e indirizzo del mittente. Per le
domande spedite a mezzo servizio postale farà fede il timbro
dell’ufficio postale. Presso i locali dell’Ufficio espropri e casa,
via Cesalpino 28, per tutta la durata di apertura del bando
verranno effettuati momenti di informazione collettiva fornendo agli interessati, ai patronati e ai centri di assistenza fiscale, istruzioni e orientamento sui contenuti del bando: gli
incontri, aperti al pubblico, si terranno ogni martedì dalle 9
alle 11 e dalle 15,30 alle 17,30. Per consulenze su casi particolari, l’ufficio riceverà ogni giovedì in orario di apertura al
pubblico, dalle 9 alle 13 e dalle 15,30 alle 17,30. 
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Arezzo: politiche sociali
NE
IL BASTIO
20 bambini, età tra 18 e 36 mesi. Il 9 È la quarta struttura state date risposte ancora migliori ai
gennaio è stato aperto il nuovo nido per l’infanzia aperta bambini e alle famiglie. Sia dal punIl Bastione in via Padre Caprara. “Noto di vista della quantità (il solo Codall’amministrazione
nostante la crisi – commenta il Sindaco
mune di Arezzo ha attivato in cinque
Fanfani
Fanfani – manteniamo la priorità dei
anni tre nuove strutture a Indicatore,
servizi alla persona e alla famiglia. Con
Bagnoro, Il Matto e ora Il Bastione).
questa nuova struttura e grazie alla strategia del sisteSia in termini di qualità: la collaborazione consenma integrato, continuiamo a dare risposte che azzete di “mettere in rete” esperienze, professionalità
rano le liste di attesa. E Il Bastione è stato reso pose progetti. Tutti insieme, quindi, contribuiscono a
sibile da un’altra azione
migliorare la qualità dei
positiva del Comune
servizi per l’infanzia. “Il
e cioè il successo della
nostro sforzo – comprogettazione Piuss che
menta Lucia De Roberha consentito di reperitis – è quello di aumenre il finanziamento antare l’offerta di servizi a
che per questo nido”.
supporto delle famiglie.
Il plesso è costituito da
Una strategia da attuare
un immobile con una
attraverso il potenziasuperficie di 230 metri
mento degli standard di
quadrati. L’intervenqualità, l’innovazione e
to ha comportato una
la flessibilità dei servizi
spesa complessiva di
tenendo ferma la prio270mila euro.
rità rappresentata dal
“La vera novità dei
bambino”. Attualmente
servizi per l’infanzia è rappresentata proprio dal
il sistema degli asili nido del Comune di Arezzo
sistemo integrato – sottolinea l’assessore alle poè composto da tredici strutture più una sezione
litiche educative, Lucia De Robertis. Una scelta
primavera che accolgono complessivamente 474
che ha avuto un duplice effetto positivo: da una
bambini e bambine. I servizi sono differenziati
parte ha offerto alle famiglie una quantità e una
nell’offerta per rispondere alle diverse esigenze delqualità migliore dei servizi e dall’altra ha rafforle famiglie. Il nido è uno spazio educativo per bamzato la collaborazione tra tutti i soggetti, pubblibini fino a 3 anni. Le scuole dell’infanzia comunali
ci e privati, impegnati in questo settore”. Sono
sono 5 con 450 bambini tra 3 e 6 anni. 
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Arezzo: politiche sociali
I
GENITOR
si diventa…
imparando
Scuola permanente per genitori
Il piano di studi
0 – 3 anni - Nido
1) Quando e perché allarmarsi: dalla febbre alla prevenzione
degli incidenti domestici e non.
Amati per amare: come aiutare i nostri figli a esplorare il
mondo e imparare a conoscere se stessi.
2) Quantità e qualità del cibo e modalità di presentazione degli
alimenti per promuovere un corretto rapporto con il cibo.
Come passare dallo svezzamento casalingo
alle proposte nutrizionali dall’asilo nido.
Preparare lo zaino per la necessità dei nostri figli (regole).
3) Ciao... a dopo! Aiutare a separarsi.
6 mesi: bilancio di salute.
3 - 5 anni - Scuola dell’infanzia
1) L’obesità come predisposizione a gravi patologie.
Il ruolo di una corretta alimentazione e di corretti stili di vita.
2) Quantità , qualità e modalità di presentazione degli alimenti per promuovere un corretto rapporto con il cibo.
3) Regole autonomia.
6 - 11 anni - Scuola primaria
1) L’obesità come predisposizione a gravi patologie.
La piramide alimentare (e ambientale) il ruolo
dell’attività fisica per la salute del bambino.
2) Videogiochi, tv e internet: istruzioni per l’uso.
3) Alla scoperta del talento di nostro figlio: autostima,
educare al rispetto e all’empatia.
11 - 14 anni - Scuola secondaria di I° grado
1) Prevenzione delle dipendenze.
2) L’autorità dei genitori: Ascolto e comprensione
degli adolescenti.
3) Sana alimentazione ed equilibri ormonali.
L’attività fisica, socievolezza e sport contro il gioco
individuale e sedentario. Conoscere gli integratori.
3) Preadolescenza e adolescenza oggi. Modelli culturali e
prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare.
Il ruolo della famiglia, della scuola e del gruppo di pari.
“Anche le istituzioni possono contribuire a creare
occasioni e iniziative che possano sostenere i genitori a svolgere un ruolo che diventa sempre più
complesso”. Con questo presupposto il Comune di
Arezzo ha attivato, all’interno di una rete di soggetti
pubblici e privati, il progetto “Scuola permamente
per genitori” con una serie di attività nelle scuole.
L’idea fondamentale è
quella di sensibilizzare
le famiglie scegliendo la
scuola quale sede ideale per mettere i genitori in condizione di riflettere sul loro ruolo e
sul rapporto con i figli;
fornire informazioni
e competenze per una
loro attività con altri
genitori nel campo della prevenzione del disagio e delle dipendenze;
creare un’intesa solidale
e permanente fra insegnanti, genitori e operatori sociali. Gli interventi di prevenzione ed educazione alla salute appaiono quindi particolarmente
appropriati per dare queste “risposte” proprio perché agiscono sulle diverse dimensioni delle personalità dei genitori. Sono già attivi molti interventi
di prevenzione e di informazione ma sono quasi
sempre frammentati. Per questo il Comune di Arezzo ha scelto la strada della collaborazione e dell’armonizzare degli interventi per valorizzare le risorse
già esistenti senza disperderle. I soggetti coinvolti
sono quindi Unicef, Comune di Arezzo, Ausl 8, pediatri di famiglia, Provveditorato agli Studi. Questi
soggetti hanno condiviso il progetto di una scuola
permanente per genitori
e individuati gli obiettivi: promuovere un'azione atta a migliorare la
qualità e l’efficacia degli
interventi di promozione del benessere della
famiglia, della relazione
genitori e figli e della tutela dei minori; supportare il ruolo genitoriale e
riconoscere alla famiglia
la valenza sociale che le
spetta; attivare una rete
tra istituzioni al fine di
ottimizzare le risorse già presenti nel territorio con
l’obiettivo di integrare le competenze professionali,
le buone prassi operative e i progetti dei singoli per
armonizzare le azioni di competenza di ciascuno e
promuovere la collaborazione nella pianificazione
degli interventi di prevenzione e la diffusione di
buone pratiche genitoriali. 
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ASL
Colpo di "reni" del calcit
in favore della Usl
L’ospedale San Donato cresce in qualità
e anche questa volta ci ha messo
lo “zampino” il Calcit.
Donato nuovo
strumento
di avanguardia
per gli interventi
chirurgici
in urologia
È arrivato nel blocco operatorio, a disposizione dei chirurghi della U.O.
Urologia, lo strumento più moderno
esistente in questo momento al mondo
per intervenire su particolari patologie
del rene. Si chiama “uretero-renoscopio flessibile digitale” e si basa su un
sistema video di ultima generazione.
È prodotto dalla “Storz Endoscope” e il
Calcit lo ha pagato 90.000 euro.
“Si tratta davvero di uno strumento di
grandissima qualità e utilità – sottolinea
Michele De Angelis direttore della Unità
Operativa di Urologia – perchè garantisce miglioramenti su più fronti, sia di
natura operativa, che di buon risultato”.
modelli già in dotazione presso il nostro
ospedale, sia sul piano strumentale che
della migliore operatività e risparmio di
esposizione a radiazioni, per il paziente e gli operatori. Si compone di una
cannula flessibile e una punta distale
con una grande capacità di curvatura
ed è in grado di garantire contemporaneamente una minore invasività per
i pazienti, un decorso post operatorio
più semplice e una possibilità maggiore
di visione per i chirurghi che devono
individuare dall’interno del rene le aree
sulle quali poi intervenire. La “camicia”
che contiene il cavo di collegamento è
ridotta a pochissimi millimetri per un
accesso ottimale a tutte le regioni renali.
Di altissima qualità le immagini, in full
hd, riprese da una microtelecamera affiancata da un led che fornisce la luce diretta, evitando così l’utilizzo di fibre ottiche. Il tutto viene registrato su un hard
disk con una grandissima memoria. Il
personale del San Donato, già esperto
nell’uso di questi strumenti, è stato individuato dalla stessa ditta fornitrice come
gruppo pilota al fine di fare formazione
a professionisti esterni. “Sarà un modo
per far recuperare al Calcit, al quale
come sempre va il nostro ringraziamento – dice ancora De Angelis – un po’ di
risorse, devolvendo a loro per intero il
ricavato dei corsi di aggiornamento che
stiamo già programmando, su richiesta
di altre Asl italiane interessate ad acquisire uno strumento come questo”. b
Nella pratica clinica, l’uretero-renoscopio flessibile acquistato dal Calcit si
configura come strumento fondamentale nel trattamento principalmente
di calcoli renali di difficile accesso, ma
anche di alcune forme tumorali e rappresenta una evoluzione dei precedenti
Nella foto: Il dottor De Angelis (terzo da sinistra) con la sua
equipe durante il corso di formazione sul nuovo strumento
Emodialisi, 9 grandi schermi TV sono a
disposizione dei pazienti del San Donato
Essere sottoposti alle cure di emodialisi significa stare fermi ore e ore, per
due o tre volte a settimana, per tutti i
mesi dell’anno e per molti anni, in un
letto di ospedale. Ore che i pazienti, se
non hanno necessità di dormire, solitamente trascorrono leggendo o guardando la televisione. In occasione del
passaggio al digitale terrestre, avvenuto
in questi giorni, l’Azienda sanitaria ha
cercato di venire incontro alle esigenze di queste persone sottoposte a cure
invasive, sostituendo i vecchi e piccoli
televisori analogici in dotazione, con 9
nuovi televisori digitali da 32 pollici,
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installati due per sala, in modo che i
pazienti (disposti su due file) li abbiamo di fronte a loro. Una innovazione
accolta con soddisfazione dai numerosi
pazienti che si alternano nel Centro del
San Donato, dove l’emodialisi viene
regolarmente effettuata tre volte alla
settimana. Il trattamento dura normalmente quattro ore e i pazienti nell'attesa di completare la seduta possono leggere, socializzare con gli altri pazienti,
interagire con il personale, ma la loro
attività preferita è quella di seguire un
programma televisivo (sport, attualità,
varietà) e commentare quanto visto. 
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ASL
TRASPORTI SANITARI
regole
chiare con
diritti e
doveri
La Asl spende otto milioni di euro
all’anno. 400 le missioni giornaliere
È una questione economica, ma è anche una questione etica. Ogni anno la
Asl spende quasi otto milioni di euro
per i trasporti sanitari: da quelli per
l’emergenza, all’accompagnamento di
pazienti per l’esecuzione di visite ed
esami, ai trasferimenti di malati tra
ospedali. Tutti compiti dell’Azienda
sanitaria che, come ogni altra voce del
suo bilancio, è giusto accertare, verificare, migliorare. Non sono giustificati
e giustificabili, ad esempio, servizi di
trasporti che non siano direttamente
connessi con attività prettamente di natura sanitaria. Ed è per questo, che è in
corso una rivisitazione, voce per voce,
per individuare soluzioni organizzative
che consentano di coniugare possibili
risparmi con equità di trattamento ed
eticità del servizio stesso.
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Le cifre
I trasporti in emergenza (servizio 118)
costano due milioni e quattrocentomila
euro all’anno, escluso il servizio effettuato con l’elicottero. Il trasferimento
dei dializzati supera il milione di euro,
gli spostamenti di pazienti da ospedale a ospedale, o dalla abitazione verso
gli ospedali per esami e accertamenti,
sfiorano il milione e mezzo. Poi tutte le
altre voci, dai trasporti per le riabilitazioni, a quelle per i ricoveri ordinari e
via dicendo, per un totale complessivo
annuo di otto milioni di euro.
Complessivamente, escluso il 118, i
viaggi/servizi sono 140.000: in media
400 al giorno.
I trasporti a carico della Asl
I trasporti sono gestiti in convenzione
con le associazioni di volontariato e la
Croce Rossa Italiana. Hanno diritto al
trasporto sanitario i soggetti incapaci a
deambulare autonomamente, che utilizzano barella o carrozzina, e i pazienti
oncologici che necessitano dell'assistenza di un soccorritore per gli effetti del
trattamento terapeutico.
Sono autorizzati i trasporti dal domicilio verso le strutture pubbliche o private
convenzionate e viceversa, per ricoveri,
dimissioni ospedaliere, visite specialistiche, prestazioni diagnostiche o terapeutiche singole, trattamenti terapeutici o
riabilitativi plurimi (cicli di chemioterapia, di dialisi, di riabilitazione).
Coloro che hanno diritto al servizio di
trasporto, devono far pervenire alla associazione che poi effettuerà il trasporto
l’apposita richiesta rilasciata dal medico
o dalla stessa struttura sanitaria richiedente. A questo proposito, è bene precisare che l'impegnativa per il trasporto
può essere redatta solo ed esclusivamente dal sanitario che ha deciso e prescritto l'esame o il trattamento.
In particolari casi e compatibilmente
con le condizioni degli assistiti, dalle
strutture sanitarie interessate potranno
essere predisposti trasporti collettivi
(come nel caso dei dializzati).
Il trasporto di pazienti oncologici verso i
centri di cura regionali è possibile, sia con
auto che con ambulanza, solo se il trattamento non è effettuabile presso le strutture sanitarie dell'azienda, che comunque
provvederanno all'autorizzazione.
Il trasporto verso centri di cura fuori
regione è consentito solo per i soggetti
barellati per i quali il trattamento non
è effettuabile sia presso centri della
USL8, sia presso centri della rete toscana dell'Istituto Tumori Toscano.
E quelli sostenuti dagli utenti
Non sono a carico dell’Azienda sanitaria
ma dell’utente, i trasporti per dimissione o trasferimenti effettuati per volontà
dell'utente stesso; quelli richiesti in ragione di disagi di natura socio-sanitaria
e/o familiare dell'utente; i trasporti per
cure termali; per visite medico-legali;
per riconoscimento di invalidità; per
impianti e ausili protesici (esclusi ausili per gli arti inferiori); per ricovero, dimissioni e trasferimenti in RSA
(escluso i ricoveri e le dimissioni dagli
ospedali di comunità e hospice aziendali, i cui oneri sono a carico del servizio sanitario regionale). R
Tu
o
lei
il linguaggio in sanità
Cosa
è meglio
dare al
paziente ?
I cambiamenti del costume
“contagiano” il linguaggio
anche in sanità. Ecco le
regole, ma è il buon senso
che indica il migliore
comportamento
Il rapporto fra il personale sanitario e
i pazienti si è modificato nel tempo.
Sia sotto il profilo professionale che
su quello relazionale. Oggi il paziente
è informato, viene tenuto al corrente
delle diagnosi, dei percorsi, delle cure.
Lo stabiliscono le leggi e le norme,
ma anche uno sviluppo costante della
conoscenza e della coscienza civile sui
temi della salute e dei diritti.
E nel tempo si sono modificati anche i
linguaggi e i modi di porsi. Così non è
raro sentire in una corsia di ospedale:
“Carlo, come hai passato la nottata?
Serve qualcosa? Dai, forza, iniziamo
con la colazione, poi passa il dottore
e ti visita”. Un linguaggio sempre più
frequente da parte degli infermieri e,
se pur in misura minore, anche dei
dottori e degli altri operatori sanitari.
Un costume che negli anni si va sempre più diffondendo. L’evoluzione ha
visto dapprima il “freddo numero” poi
il nome e cognome a testa letto, con le
contestazioni dovute alla privacy e quindi
l’arrivo piuttosto diffuso dell’uso del tu.
È riconosciuto unanimemente che il tu,
se usato razionalmente, è importante per
creare un’atmosfera di collaborazione tra
medici, infermieri e paziente, un’atmosfera anche di simpatia tra le “parti”.
C’è chi non apprezza
Non sempre è così. C’è chi dà del “lei”
e pretende del “lei”. Segnalazioni sono
giunte anche all’Urp aziendale, a volte sotto forma di vibrante protesta,
molto spesso come sottolineatura di
un problema che è ovunque, anche
nella vita di tutti i giorni, ma particolarmente sentito nelle corsie di ospedale. “L’applicazione del tu richiede
attenzione, discrezione, rispetto e,
spesso, è un elemento di soddisfazione per il paziente. Del resto – sostiene
Grazia Campanile, direttore sanitario
dell’ospedale San Donato – bisogna
prendere esempio dalla lingua inglese,
ormai lingua universale, nella quale vi
è soltanto il tu (you).
Ovviamente ci vuole sensibilità nel
comprendere se questo approccio è
gradito. Il lei è in fondo dovuto e se
un paziente lo preferisce (spesso accade
in base all’età) ne consigliamo l’uso. In
questo caso l’uso del tu potrebbe provocare qualche reazione intollerante
del paziente, che non lo apprezza e, di
fatto, non lo consente”.
Diffusione di un costume
È quindi necessario fare chiarezza
sull’appropriatezza, o meno, del tu.
Nella società, tra i giovani soprattutto,
l’uso del tu è la norma, una regola di
comportamento.
Nei partiti politici, di norma vige l’uso
del tu tra gli iscritti. Il tu si adopera tra
i giornalisti, quasi a volere rimarcare
una significativa colleganza. Ma il tu è
in uso in genere fra colleghi di lavoro.
Radio e tv ne fanno ormai un uso indistinto. Negli ospedali il tu viene dato
con senso di umanità e di attenzione, è
un elemento di affabilità umana e sociale, di vicinanza e rispetto per i problemi del paziente. Quello che conta,
al solito, è “come” si dà il tu.
Ma perché gli infermieri sono
particolarmente predisposti
nel suo utilizzo?
“Pensare che si tratti di maleducazione è totalmente sbagliato. L’operatore sanitario, e l’infermiere in
particolare – dice Mirella Rossi, Direttore Dipartimento Infermieristico Asl 8 – ritiene che il paziente sia
un individuo strappato dal suo ambiente naturale, privato delle certezze dell’ambiente familiare e al quale
faccia anche piacere sentirsi accolto
con il tu. Usare il lei è mantenere
le distanze, usare il tu vuol dire abbattere le barriere ma non vuol dire
per forza essere maleducati, ma far
sentire al paziente che c'è un amico
ad aiutarlo e non un estraneo”.
Desideri: “prevalga il buonsenso”
“Il tu avvicina, accarezza, umanizza –
commenta il direttore generale della
Asl Enrico Desideri – ma si può essere
cortesi e accoglienti anche con il lei. La
comunicazione deve essere comunque
bidirezionale. Il tu e il lei sono forme
verbali. La scelta deve essere compiuta
nella cosiddetta ‘comunicazione non
verbale’, nel saper cioè cogliere nel
rapporto interpersonale, quale forma
è più adeguata a un certo paziente.
Fare l’infermiere o il medico, comporta una grande dose di psicologia.
A questa si aggiunge l’umanità, caratteristica fondamentale degli operatori sanitari, e la scelta sarà quella più
adeguata”. Il rapporto relazionale deve
essere corretto a prescindere dall'uso
del lei o del tu. Se il paziente vuole del
lei, gli operatori devono comportarsi di
conseguenza e astenersi dall’uso del tu.
Una linea sulla quale l’azienda conferma di volersi posizionare, compiendo
ogni azione affinché il personale rispetti in pieno i diritti e i desideri dei
cittadini-utenti. 
AERRE
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Farmacie Comunali
Educazione alla Salute
SALUTE:
è anche questione
Presso la scuola media IV Novembre abbiamo
realizzato alcuni interventi e vorremmo dare loro
voce e riportare qui di seguito ciò che i ragazzi
hanno elaborato.
di
EDUCAZIONE
“Che cosa è la salute?
Salute significa star bene e non ammalarsi”
“I semplici sono le più comuni piante medicinali e per le
piccole patologie si può ricorrere all’uso delle erbe.
Se ti bruciano gli occhi si utilizza il collirio ma si può anche
ricorrere a impacchi con la camomilla.
Se hai la febbre si mette sulla fronte uno straccio bagnato.
Se hai il raffreddore usa la salvia, la menta o il rosmarino”.
UN PO’ DI STORIA
“Già gli Egizi facevano uso di medicamenti di
natura vegetale, conoscevano già le proprietà
della maggiorana, dell’edera e della mirra.
Nell’antica Roma, già nel primo secolo dopo
Cristo vennero creati degli orti chiamati
medicinali”.
“Le piante più usate dagli Egizi: l’aglio per
espellere i vermi dalla pancia, l’aloe per la pelle, il
ricino per ripulire l’intestino”.
“ Gli Arabi svilupparono la chimica che portò alla crescita
farmaceutica di tinture e distillati. Crearono un elenco
di ricette. La Scuola Medica Salernitana introdusse nelle
pratiche chirurgiche la prima anestesia chiamata “spongia
sonnifera”: un panno imbevuto di oppio, succo di mandragola e
giusquiamo che doveva essere aspirata dal paziente.
Da allora l’evoluzione è stata continua".
Sono ormai molti anni che l’AFM, cioè l’azienda che gestisce le farmacie Comunali di Arezzo, svolge una assidua attività di educazione
alla salute rivolta ai ragazzi delle scuole della nostra città. La scelta di rivolgersi a quella parte di popolazione che ancora deve diventare adulta è motivata dal fatto che certe
“sane“ abitudini una volta acquisite rimango-
no poi un modo di essere e di agire che non
ci abbandonerà anche negli anni successivi.
I temi affrontati con i ragazzi spaziano dalle
prime regole igieniche come lavarsi le mani o
i denti, alla storia dei farmaci e alla loro importanza (è necessario saperli usare bene e
solo quando sono veramente utili), alle illustrazione delle più comuni piante medicinali.
"In merito al progetto sulle piante officinali lo
scorso anno alla scuola media Severi è stato
realizzato un piccolo orto dove i ragazzi hanno
piantato le piante e poi ideato le schede illustrate
con loro uso anche medicinale".
LE DROGHE VEGETALI
“Una pianta medicinale è un organismo che contiene sostanze
per curare. Le droghe vegetali sono le parti della pianta che
contengono i principi attivi usati a scopo terapeutico.
La droga vegetale si può usare fresca ma anche essiccata.
Le doghe vegetali secche si possono usare in polvere o con
l’estratto dei principi attivi.
I metodi di soluzione estrattiva servono per sciogliere i
principi attivi presenti nelle droghe.
Quelli facili sono:
•infusione: si versa acqua bollente sulla droga poi si filtra.
•Decozione: si mettono le droghe ben tritate in acqua fredda,
si bolle, si filtra.
•Macerazione: si mettono nell’acqua per tanti giorni, si filtrano,
si prende il residuo e si rifà”.
I PRINCIPI ATTIVI DELLE PIANTE
“Molto spesso si crede che tutto ciò che è naturale non
fa male, ma ricordiamo che i medicinali che usiamo sono
costituiti da principi attivi creati in laboratorio ma che in
gran parte derivano da erbe o piante medicinali.
I principi attivi delle piante sono utili in molte malattie
anche cardiache, possono essere molto pericolosi, talvolta si
tratta di veri e propri veleni (la cicuta, lungo la strada sembra
prezzemolo)".
“La morfina, principio attivo ricavato dal papavero sonnifero,
ancora oggi è molto usata. Essa serve a placare il dolore, però
la sua dose è molto vicina a quella che ferma il cuore, quindi
va usata con cura”.
I testi sopra riportati
integralmente sono
l’elaborazione dei ragazzi
della prima media sez. B
IV Novembre a cui va tutto
il nostro ringraziamento.
Buon lavorO
e… buona salute!
AERRE
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