il sociale al centro dell`attività amministrativa
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il sociale al centro dell`attività amministrativa
AERRE anno 5 / numero 1 il mensile al servizio dei cittadini di Arezzo social & the city il sociale al centro dell’attività amministrativa Editoriale 3– anno 5 / numero 1 Direttore responsabile Claudio Repek Redazione: Cecilia Agostini / Comune di Arezzo Pierluigi Amorini / Asl 8 Antonella Bacciarelli / Comune di Arezzo Marco Caneschi / Comune di Arezzo Giacomo Cherici / Aisa spa Lilitta Fornasari / Fraternita dei Laici Francesco Falsini / Atam Elisabetta Giudrinetti / Fiera Antiquaria Gloria Fiorini / Afm Martina Nundini / Beta Nicola Salemi / Koinè Grafica Studio: B.AND Stampa Nuova Cesat coop / Firenze Un ringraziamento particolare a foto clickey.it di Gino Perticai Foto di copertina Leroy Skalstad Editore: consorzio Isola che non c’è via Arno, 11 52100 Arezzo tel. 0575 900309 - Fax 0575 911103 4– 6– 8– 10 – 12 – 16 – 18 – 20 – 22 – 24 – 25 – 26 – 28 – 30 31 – 32 – 34 – 36 – 37 – 38 – 40 – 42 – 44 – 46 – 48 – Registrazione Tribunale Tribunale di Arezzo N° 7/08 del 16/04/2008 50 – 53 – 54 – 56 – 58 – 60 – 62 – 63 – Il bilancio 2011, le prospettive 2012 Politiche Sociali Il nuovo welfare: dall’integrazione al patto sociale Interventi personalizzati e no all’assistenzialismo Il nuovo bando per le case popolari Il Bastione: nuovo nido per 20 bambini Genitori si diventa … imparando Il bilancio Arezzo Contro le discriminazioni San Zeno: nasce un’area riqualificata a gestione unitaria TIEMME Tiemme ottiene la registrazione Emas e risparmia sull’Irap ATAM Dai park alle bici passando su strade e marciapiedi rimessi a nuovo NUOVE ACQUE Stop alle bollette cartacee e alle file Il Blue Book promuove Nuove Acque Referendum: gli effetti su Nuove Acque ASL Colpo di “reni” del Calcit in favore della Asl Trasporti sanitari: regole chiare con diritti e doveri Tu o Lei: il linguaggio della sanità AFM – Educazione alla salute Salute: è anche questione di educazione La conferenza stampa di fine anno del Sindaco Fanfani "Il 2011 è stato un anno veramente difficile, caratterizzato da crisi economica, chiusura di aziende, perdita di posti di lavoro, calo dei consumi e forti incertezze sul futuro. È stato duro anche per gli enti locali: drastico taglio dei trasferimenti statali e regionali, assurdi vincoli del Patto di Stabilità, minori risorse dal territorio a causa della crisi e aumento della domanda di servizi sociali proprio in relazione alla crisi. Per il 2012 le nostre priorità sono le politiche sociali, la trasformazione della città, il sostegno all'economia locale". FRATERNITA DEI LAICI Alla ricerca del grano perduto COINGAS-ESTRA Estra, la fattura è on line Estra Energie: le bollette si pagano anche alla Coop Coingas sostiene i Comuni COOPERAZIONE SOCIALE Valore all’istruzione e alla cultura Due generazioni unite dalla musica AISA Rifiuti: raccolte differenziate e nuovi centri di raccolta “.. per favore, non chiamatele discariche..” MULTISERVIZI Cimiteri, decoro e riqualificazione AREZZO Arezzo e l’arte contemporanea Il progetto “…Vocalmente, il coro per ogni musica …” Censimento, Arezzo in testa per assistenza e raccolta questionari Decoro & qualità della città Sicurezza, la mappa delle telecamere Informagiovani parla anche albanese Lo Sportello animali Parcheggi rosa: una cortesia in più per mamme e bambini Il Sindaco Fanfani ha così sintetizzato il lavoro del 2011 e anticipato le priorità per il 2012. Ha quindi annunciato il Patto Sociale per la garanzia dei servizi alla persona, lo sviluppo dei servizi integrati per l'infanzia, il sostegno all'economia anche con la valorizzazione del turismo e della cultura. Per la città ecco i piani complessi, a cominciare dalla Lebole, il nuovo Regolamento edilizio in approvazione entro il primo trimestre 2012 e la nuova organizzazione Ufficio edilizia. Attenzione anche ai lavori pubblici con numerosi cantieri aperti: Fortezza, Teatro Petrarca, Campo scuola, Casa delle culture, Golden Fashion. Cantieri di imminente apertura: Logge del Grano e Palazzo di Fraternita. Completamento, poi, della rete dei parcheggi di "cintura" con progressiva chiusura del centro. È imminente l'apertura del parcheggio all'ospedale San Donato e ci sarà una differenziazione delle tariffe dei parcheggi in città: più alte all'interno del centro, più basse all'esterno. Per quanto riguarda, infine, la sicurezza è iniziata l'installazione delle 65 telecamere per la videosorveglianza e i lavori termineranno in primavera. AERRE 3 —Illustrazione: Arezzo: politiche sociali Francesca Galzenati IL NUOVO wellfare Dall’integrazione al Patto Sociale Il Comune di Arezzo ha proposto la definizione condivisa di un nuovo welfare per Arezzo. Protagonisti tutti i soggetti, pubblici e privati, non solo impegnati nel sociale ma motivati a dare risposte nuove ed efficaci. “Pensiamo a un vero e proprio Patto sociale – afferma il Sindaco Giuseppe Fanfani. Un passo avanti rispetto al lavoro integrato che finora abbiamo svolto con tutti i soggetti istituzionali e delle società civile. E un 'ponte' verso quella Fondazione di Comunità che, ancora una volta tutti insieme, intendiamo costituire entro quest’anno”. È l’assessore alle politiche sociali, Lucia De Robertis, a illustrare le ragioni del Patto. “Dobbiamo tener conto delle novità che abbiamo di fronte: il progressivo invecchiamento della popolazione, le difficoltà delle famiglie nel rapporto con gli anziani, la crisi economica che moltiplica cassintegrati e disoccupati, la crescente presenza di nuovi cittadini immigrati. Nessuno è in grado, da solo, di far fronte a quanto emerge dalla società e ai bisogni, vecchi e nuovi, che si sommano. Con il Patto Sociale, il Comune di Arezzo intende non solo unire ma rendere ancora più efficace il lavoro di tutti. E pensiamo anche ai soggetti economici del territorio che possono essere coprotagonisti di un sistema sociale equo”. Dalla genesi agli obiettivi: “in primo luogo – continua De Robertis – intendiamo consolidare il Sistema Integrato e la sua capacità di rispondere ai problemi delle persone. E ai cittadini intendiamo garantire pari opportunità di accesso e di sostegno definendo laddove necessario i livelli essenziali di prestazione. Questo sarà possibile con azioni capaci di innovare, flessibilizzare e diversificare le risposte con particolare attenzione 'alla persona'. I servizi resi dovranno essere monitorati e verificati”. Un progetto al quale ogni soggetto porta il suo contributo. E quello del Comune di Arezzo è di particolare rilievo. “Il nostro servizio sociale ha mediamente ogni anno in carico 2.500 persone in cinque grandi aree d’intervento: disabilità, minori, anziani, inclusione sociale, dipendenze. Molti sono i servizi garantiti per ogni settore – sottolinea l’assessore De Robertis. Per la disabilità: servizio di accompagnamento nello studio, assistenza domiciliare educativa, contributi economici, servizi residenziali e centri diurni e altre forme di sostegno quali attività didattiche ed estive. Per i minori: strutture di accoglienza, servizi educativi, sostegno al reddito e centri diurni. Per gli anziani: servizi di assistenza domiciliare e di supporto alla domiciliarietà, semiresidenze e residenze. Infine l’inclusione sociale: sostegno contro la povertà, interventi di emergenza, accoglienza e contributi per fronteggiare il disagio economico Questo è il 'pezzo' concreto di Patto Sociale che il Comune di Arezzo mette a disposizione della rete del territorio che, ovviamente, va ben oltre il Comune. Ricordiamo l’azione della Chiesa e quindi della Caritas. Le 50 associazioni e le 63 cooperative sociali che operano sul territorio. Un grandi patrimonio non solo di professionalità ma anche morale ed etico. Il vero e proprio 'capitale sociale' della nostra comunità”. AERRE 5 Arezzo: politiche sociali SOCIALE Il Consiglio Comunale ha approvato il nuovo Regozione dei soggetti fragili (singoli o nuclei familiari) lamento dei servizi sociali. Due gli elementi chiave: che, per condizioni di vita o di salute, non sono in la personalizzazione degli interventi e il superamento grado di far fronte alle proprie esigenze. Attraverdella logica assistenziale a favore di una progettazione so i servizi, prende in carico situazioni problematiper l’accompagnamento verso l’autonomia e la valoche fornendo aiuti transitori e mirati che tendano rizzazione del ruolo della famiglia e della comunità. a rafforzare le competenze dei soggetti destinatari Il Regolamento nasce dall’esperienza degli uffici coe quelle del gruppo di appartenenza, nell’ottica di munali ma anche dal confronto con gli operatori una sufficiente autonomia o, in via subordinata, del della cooperazione sociale e del volontariato e con contenimento della dipendenza. Il servizio sociale è i rappresentati delle organizzazioni sindacali: ciascuorientato all’integrazione e all’uniforme trattamento no, per la propria competenza e il proprio ruolo, ha delle persone su tutto il territorio di competenza. Il fornito un contributo determinante. sistema è fondato sui principi di sussidiarietà, imparL’approccio ai servizi è in linea con il nuovo assetto orzialità, equità e non discriminazione. In particolare è ganizzativo socio-sanitario integrato. Nel Regarantita la parità di trattamento in relazione golamento sono stati ribaditi alcuni concetti alle specifiche condizioni personali e sociali Il nuovo e primo fra tutti è il valore di primaria imdel destinatario. portanza che l’ amministrazione riconosce Regolamento Per dare piena attuazione al principio di dei servizi alle proprie competenze in materia di polisussidiarietà, i servizi devono prima recepitiche sociali. È quindi necessario programre e poi stimolare nella società e nelle agsociali mare, gestire e sviluppare tali competenze gregazioni sociali le risorse e le energie più coordinando gli interventi con gli altri Enti aperte e disponibili, quelle del volontariato, della zona in relazione alle problematiche sociali, delle associazioni, delle parrocchie, dei gruppi inforeconomiche e culturali della comunità locale. Nel mali, della famiglia, promuovendo - con esse e tra Regolamento si evidenzia come i servizi comunali di esse - il dialogo e la collaborazione affinché sia la agiscano con criteri di efficienza, efficacia, sussidiacomunità a poter esprimere e maturare la consaperietà e trasparenza nel rispetto della tutela dei dati volezza di essere attore attivo dei processi di costrupersonali e promuovono la necessaria integrazione zione del benessere territoriale. Il lavoro sociale deve con i servizi sanitari e quelli offerti dal privato sociaessere orientato a individuare nel territorio, nelle le. Favoriscono inoltre la costruzione dei rapporti di comunità locali e infine nella micro-comunità famirete sul piano istituzionale e quelli di auto-mutuoliare la dimensione cruciale per l’implementazione aiuto e di solidarietà sia nell’ambito degli organismi e la progettazione delle politiche e degli interventi sociali che quello dei rapporti interpersonali. sociali. È pertanto necessario orientare la persona, là Il Comune, rispetto alle esperienze precedenti, agdove possibile, verso la fruizione di servizi già attigiorna le proprie modalità di azione socio-assistenvi, eventualmente raccordandoli o implementandoli ziale regolamentando gli interventi rivolti alla protenel progetto personalizzato. 6 AERRE 7 Arezzo: politiche sociali IL NUOVO bando 12 aprile 2012 Le scadenze delle domande 13 febbraio 2012 generale per lavoratori emigrati all’estero iscritti all’AIRE e residenti in paesi UE 14 maggio 2012 per lavoratori emigrati all’estero iscritti all’AIRE e residenti in paesi extra UE per le case popolari Domande obbligatorie per tutti con scadenze diversificate È stato pubblicato il 14 dicembre scorso il bando generale per l’assegnazione degli alloggi popolari che consente all’amministrazione comunale di conformarsi alle novità legislative introdotte dalla Regione. La prima è che il bando ha carattere generale e non integrativo e azzera ogni situazione pregressa. Le domande quindi dovranno essere rifatte da tutti, anche da coloro che hanno partecipato al bando 2009 ai quali l’amministrazione ha inviato un avviso a casa. “Ci è sembrato corretto che anche chi era già in lista potesse usufruire di questi nuovi criteri introdotti dalla Regione – sottolinea l’assessore alle politiche sociali Lucia De Robertis – che disciplinano in maniera a nostro modo di vedere corretta le criticità che accompagnano la cosiddetta emergenza casa. Come Comune di Arezzo ne abbiamo dato un’interpretazione coerente che va nella direzione di favorire ulteriormente l’utenza interessata. Due esempi: all’ufficio casa di via Cesalpino si formavano spesso lunghe code e quindi disagi per i cittadini e per gli uffici stessi che dovevano così rallentare la fase istruttoria durante il ricevimento del pubblico. Si passa adesso a una fase informativa ben individuata durante l’orario settimanale e a momenti informativi collettivi stabiliti dall’ufficio che potrà così accelerare i tempi di risposta che negli anni precedenti si aggiravano anche attorno all’anno. Decisamente troppo. Il secondo esempio riguarda gli stranieri e questa è un’interpretazione delle 8 norme regionali univoca a livello provinciale: possono accedere al bando, in condizioni di parità con i cittadini italiani, gli stranieri non aderenti all’Unione Europea purché titolari di carta di soggiorno o di permesso di soggiorno di validità almeno biennale ed esercitino una regolare attività di lavoro autonomo o subordinato. Più in generale, come amministrazione comunale stiamo oramai orientandoci su due precise priorità: lavoro e casa. Spero presto di poter annunciare nuovi interventi per l’edilizia agevolata e sovvenzionata, ricordo che i Piani urbanistici recentemente approvati o adottati contengono previsioni precise di nuovi alloggi popolari, insomma stiamo lavorando per dare una risposta a 360 gradi a quella che si profila come una vera e propria emergenza che colpisce sia chi è costretto ad affrontare uno stato di esclusione sia giovani coppie in difficoltà economica. Con questo nuovo bando contiamo di arrivare a dare risposte con 70-80 alloggi, molti dei quali di nuova costruzione”. Per quanto riguarda i punteggi, saranno assegnati alla famiglia secondo alcuni criteri individuati dalla Regione: anzianità di formazione, presenza o meno di figli a carico, età dei componenti la coppia, dimostrazione della mancanza di una sistemazione abitativa adeguata. Attenzione poi alla condizione di sfratto esecutivo: quest’ultimo non deve essere stato intimato per inadempienza contrattuale. E non è considerata inadempienza la permanenza senza titolo nell’alloggio in conse- Nella foto: gli alloggi di Via Concini guenza del decesso del conduttore e lo sfratto per morosità in presenza di un canone di locazione superiore a un terzo del reddito convenzionale. La morosità stessa deve essere dovuta a stato di disoccupazione o grave malattia di alcuni dei componenti il nucleo familiare. Lo stato di disoccupazione dovrà risultare dalla iscrizione in appositi elenchi del Centro per l’impiego provinciale mentre la grave malattia dovrà essere appositamente certificata dal medico di base. Una parte del punteggio sarà determinata dalla cosiddetta storicità della presenza in graduatoria: ovvero ne usufruirà il richiedente, che non sia già assegnatario, presente continuativamente nella graduatoria da almeno 4 anni. Le domande dovranno essere consegnate allo Sportello Unico, Piazza Amintore Fanfani 1. Qualora il partecipante preferisca in- vece inoltrarla per posta, dovrà spedire la domanda all’indirizzo: Comune di Arezzo, Piazza della Libertà 1, mediante raccomandata postale A.R. o altro servizio equipollente, riportando nome, cognome e indirizzo del mittente. Per le domande spedite a mezzo servizio postale farà fede il timbro dell’ufficio postale. Presso i locali dell’Ufficio espropri e casa, via Cesalpino 28, per tutta la durata di apertura del bando verranno effettuati momenti di informazione collettiva fornendo agli interessati, ai patronati e ai centri di assistenza fiscale, istruzioni e orientamento sui contenuti del bando: gli incontri, aperti al pubblico, si terranno ogni martedì dalle 9 alle 11 e dalle 15,30 alle 17,30. Per consulenze su casi particolari, l’ufficio riceverà ogni giovedì in orario di apertura al pubblico, dalle 9 alle 13 e dalle 15,30 alle 17,30. AERRE 9 Arezzo: politiche sociali NE IL BASTIO 20 bambini, età tra 18 e 36 mesi. Il 9 È la quarta struttura state date risposte ancora migliori ai gennaio è stato aperto il nuovo nido per l’infanzia aperta bambini e alle famiglie. Sia dal punIl Bastione in via Padre Caprara. “Noto di vista della quantità (il solo Codall’amministrazione nostante la crisi – commenta il Sindaco mune di Arezzo ha attivato in cinque Fanfani Fanfani – manteniamo la priorità dei anni tre nuove strutture a Indicatore, servizi alla persona e alla famiglia. Con Bagnoro, Il Matto e ora Il Bastione). questa nuova struttura e grazie alla strategia del sisteSia in termini di qualità: la collaborazione consenma integrato, continuiamo a dare risposte che azzete di “mettere in rete” esperienze, professionalità rano le liste di attesa. E Il Bastione è stato reso pose progetti. Tutti insieme, quindi, contribuiscono a sibile da un’altra azione migliorare la qualità dei positiva del Comune servizi per l’infanzia. “Il e cioè il successo della nostro sforzo – comprogettazione Piuss che menta Lucia De Roberha consentito di reperitis – è quello di aumenre il finanziamento antare l’offerta di servizi a che per questo nido”. supporto delle famiglie. Il plesso è costituito da Una strategia da attuare un immobile con una attraverso il potenziasuperficie di 230 metri mento degli standard di quadrati. L’intervenqualità, l’innovazione e to ha comportato una la flessibilità dei servizi spesa complessiva di tenendo ferma la prio270mila euro. rità rappresentata dal “La vera novità dei bambino”. Attualmente servizi per l’infanzia è rappresentata proprio dal il sistema degli asili nido del Comune di Arezzo sistemo integrato – sottolinea l’assessore alle poè composto da tredici strutture più una sezione litiche educative, Lucia De Robertis. Una scelta primavera che accolgono complessivamente 474 che ha avuto un duplice effetto positivo: da una bambini e bambine. I servizi sono differenziati parte ha offerto alle famiglie una quantità e una nell’offerta per rispondere alle diverse esigenze delqualità migliore dei servizi e dall’altra ha rafforle famiglie. Il nido è uno spazio educativo per bamzato la collaborazione tra tutti i soggetti, pubblibini fino a 3 anni. Le scuole dell’infanzia comunali ci e privati, impegnati in questo settore”. Sono sono 5 con 450 bambini tra 3 e 6 anni. 10 AERRE 11 Arezzo: politiche sociali I GENITOR si diventa… imparando Scuola permanente per genitori Il piano di studi 0 – 3 anni - Nido 1) Quando e perché allarmarsi: dalla febbre alla prevenzione degli incidenti domestici e non. Amati per amare: come aiutare i nostri figli a esplorare il mondo e imparare a conoscere se stessi. 2) Quantità e qualità del cibo e modalità di presentazione degli alimenti per promuovere un corretto rapporto con il cibo. Come passare dallo svezzamento casalingo alle proposte nutrizionali dall’asilo nido. Preparare lo zaino per la necessità dei nostri figli (regole). 3) Ciao... a dopo! Aiutare a separarsi. 6 mesi: bilancio di salute. 3 - 5 anni - Scuola dell’infanzia 1) L’obesità come predisposizione a gravi patologie. Il ruolo di una corretta alimentazione e di corretti stili di vita. 2) Quantità , qualità e modalità di presentazione degli alimenti per promuovere un corretto rapporto con il cibo. 3) Regole autonomia. 6 - 11 anni - Scuola primaria 1) L’obesità come predisposizione a gravi patologie. La piramide alimentare (e ambientale) il ruolo dell’attività fisica per la salute del bambino. 2) Videogiochi, tv e internet: istruzioni per l’uso. 3) Alla scoperta del talento di nostro figlio: autostima, educare al rispetto e all’empatia. 11 - 14 anni - Scuola secondaria di I° grado 1) Prevenzione delle dipendenze. 2) L’autorità dei genitori: Ascolto e comprensione degli adolescenti. 3) Sana alimentazione ed equilibri ormonali. L’attività fisica, socievolezza e sport contro il gioco individuale e sedentario. Conoscere gli integratori. 3) Preadolescenza e adolescenza oggi. Modelli culturali e prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare. Il ruolo della famiglia, della scuola e del gruppo di pari. “Anche le istituzioni possono contribuire a creare occasioni e iniziative che possano sostenere i genitori a svolgere un ruolo che diventa sempre più complesso”. Con questo presupposto il Comune di Arezzo ha attivato, all’interno di una rete di soggetti pubblici e privati, il progetto “Scuola permamente per genitori” con una serie di attività nelle scuole. L’idea fondamentale è quella di sensibilizzare le famiglie scegliendo la scuola quale sede ideale per mettere i genitori in condizione di riflettere sul loro ruolo e sul rapporto con i figli; fornire informazioni e competenze per una loro attività con altri genitori nel campo della prevenzione del disagio e delle dipendenze; creare un’intesa solidale e permanente fra insegnanti, genitori e operatori sociali. Gli interventi di prevenzione ed educazione alla salute appaiono quindi particolarmente appropriati per dare queste “risposte” proprio perché agiscono sulle diverse dimensioni delle personalità dei genitori. Sono già attivi molti interventi di prevenzione e di informazione ma sono quasi sempre frammentati. Per questo il Comune di Arezzo ha scelto la strada della collaborazione e dell’armonizzare degli interventi per valorizzare le risorse già esistenti senza disperderle. I soggetti coinvolti sono quindi Unicef, Comune di Arezzo, Ausl 8, pediatri di famiglia, Provveditorato agli Studi. Questi soggetti hanno condiviso il progetto di una scuola permanente per genitori e individuati gli obiettivi: promuovere un'azione atta a migliorare la qualità e l’efficacia degli interventi di promozione del benessere della famiglia, della relazione genitori e figli e della tutela dei minori; supportare il ruolo genitoriale e riconoscere alla famiglia la valenza sociale che le spetta; attivare una rete tra istituzioni al fine di ottimizzare le risorse già presenti nel territorio con l’obiettivo di integrare le competenze professionali, le buone prassi operative e i progetti dei singoli per armonizzare le azioni di competenza di ciascuno e promuovere la collaborazione nella pianificazione degli interventi di prevenzione e la diffusione di buone pratiche genitoriali. AERRE 13 ASL Colpo di "reni" del calcit in favore della Usl L’ospedale San Donato cresce in qualità e anche questa volta ci ha messo lo “zampino” il Calcit. Donato nuovo strumento di avanguardia per gli interventi chirurgici in urologia È arrivato nel blocco operatorio, a disposizione dei chirurghi della U.O. Urologia, lo strumento più moderno esistente in questo momento al mondo per intervenire su particolari patologie del rene. Si chiama “uretero-renoscopio flessibile digitale” e si basa su un sistema video di ultima generazione. È prodotto dalla “Storz Endoscope” e il Calcit lo ha pagato 90.000 euro. “Si tratta davvero di uno strumento di grandissima qualità e utilità – sottolinea Michele De Angelis direttore della Unità Operativa di Urologia – perchè garantisce miglioramenti su più fronti, sia di natura operativa, che di buon risultato”. modelli già in dotazione presso il nostro ospedale, sia sul piano strumentale che della migliore operatività e risparmio di esposizione a radiazioni, per il paziente e gli operatori. Si compone di una cannula flessibile e una punta distale con una grande capacità di curvatura ed è in grado di garantire contemporaneamente una minore invasività per i pazienti, un decorso post operatorio più semplice e una possibilità maggiore di visione per i chirurghi che devono individuare dall’interno del rene le aree sulle quali poi intervenire. La “camicia” che contiene il cavo di collegamento è ridotta a pochissimi millimetri per un accesso ottimale a tutte le regioni renali. Di altissima qualità le immagini, in full hd, riprese da una microtelecamera affiancata da un led che fornisce la luce diretta, evitando così l’utilizzo di fibre ottiche. Il tutto viene registrato su un hard disk con una grandissima memoria. Il personale del San Donato, già esperto nell’uso di questi strumenti, è stato individuato dalla stessa ditta fornitrice come gruppo pilota al fine di fare formazione a professionisti esterni. “Sarà un modo per far recuperare al Calcit, al quale come sempre va il nostro ringraziamento – dice ancora De Angelis – un po’ di risorse, devolvendo a loro per intero il ricavato dei corsi di aggiornamento che stiamo già programmando, su richiesta di altre Asl italiane interessate ad acquisire uno strumento come questo”. b Nella pratica clinica, l’uretero-renoscopio flessibile acquistato dal Calcit si configura come strumento fondamentale nel trattamento principalmente di calcoli renali di difficile accesso, ma anche di alcune forme tumorali e rappresenta una evoluzione dei precedenti Nella foto: Il dottor De Angelis (terzo da sinistra) con la sua equipe durante il corso di formazione sul nuovo strumento Emodialisi, 9 grandi schermi TV sono a disposizione dei pazienti del San Donato Essere sottoposti alle cure di emodialisi significa stare fermi ore e ore, per due o tre volte a settimana, per tutti i mesi dell’anno e per molti anni, in un letto di ospedale. Ore che i pazienti, se non hanno necessità di dormire, solitamente trascorrono leggendo o guardando la televisione. In occasione del passaggio al digitale terrestre, avvenuto in questi giorni, l’Azienda sanitaria ha cercato di venire incontro alle esigenze di queste persone sottoposte a cure invasive, sostituendo i vecchi e piccoli televisori analogici in dotazione, con 9 nuovi televisori digitali da 32 pollici, 28 installati due per sala, in modo che i pazienti (disposti su due file) li abbiamo di fronte a loro. Una innovazione accolta con soddisfazione dai numerosi pazienti che si alternano nel Centro del San Donato, dove l’emodialisi viene regolarmente effettuata tre volte alla settimana. Il trattamento dura normalmente quattro ore e i pazienti nell'attesa di completare la seduta possono leggere, socializzare con gli altri pazienti, interagire con il personale, ma la loro attività preferita è quella di seguire un programma televisivo (sport, attualità, varietà) e commentare quanto visto. AERRE 29 ASL TRASPORTI SANITARI regole chiare con diritti e doveri La Asl spende otto milioni di euro all’anno. 400 le missioni giornaliere È una questione economica, ma è anche una questione etica. Ogni anno la Asl spende quasi otto milioni di euro per i trasporti sanitari: da quelli per l’emergenza, all’accompagnamento di pazienti per l’esecuzione di visite ed esami, ai trasferimenti di malati tra ospedali. Tutti compiti dell’Azienda sanitaria che, come ogni altra voce del suo bilancio, è giusto accertare, verificare, migliorare. Non sono giustificati e giustificabili, ad esempio, servizi di trasporti che non siano direttamente connessi con attività prettamente di natura sanitaria. Ed è per questo, che è in corso una rivisitazione, voce per voce, per individuare soluzioni organizzative che consentano di coniugare possibili risparmi con equità di trattamento ed eticità del servizio stesso. 30 Le cifre I trasporti in emergenza (servizio 118) costano due milioni e quattrocentomila euro all’anno, escluso il servizio effettuato con l’elicottero. Il trasferimento dei dializzati supera il milione di euro, gli spostamenti di pazienti da ospedale a ospedale, o dalla abitazione verso gli ospedali per esami e accertamenti, sfiorano il milione e mezzo. Poi tutte le altre voci, dai trasporti per le riabilitazioni, a quelle per i ricoveri ordinari e via dicendo, per un totale complessivo annuo di otto milioni di euro. Complessivamente, escluso il 118, i viaggi/servizi sono 140.000: in media 400 al giorno. I trasporti a carico della Asl I trasporti sono gestiti in convenzione con le associazioni di volontariato e la Croce Rossa Italiana. Hanno diritto al trasporto sanitario i soggetti incapaci a deambulare autonomamente, che utilizzano barella o carrozzina, e i pazienti oncologici che necessitano dell'assistenza di un soccorritore per gli effetti del trattamento terapeutico. Sono autorizzati i trasporti dal domicilio verso le strutture pubbliche o private convenzionate e viceversa, per ricoveri, dimissioni ospedaliere, visite specialistiche, prestazioni diagnostiche o terapeutiche singole, trattamenti terapeutici o riabilitativi plurimi (cicli di chemioterapia, di dialisi, di riabilitazione). Coloro che hanno diritto al servizio di trasporto, devono far pervenire alla associazione che poi effettuerà il trasporto l’apposita richiesta rilasciata dal medico o dalla stessa struttura sanitaria richiedente. A questo proposito, è bene precisare che l'impegnativa per il trasporto può essere redatta solo ed esclusivamente dal sanitario che ha deciso e prescritto l'esame o il trattamento. In particolari casi e compatibilmente con le condizioni degli assistiti, dalle strutture sanitarie interessate potranno essere predisposti trasporti collettivi (come nel caso dei dializzati). Il trasporto di pazienti oncologici verso i centri di cura regionali è possibile, sia con auto che con ambulanza, solo se il trattamento non è effettuabile presso le strutture sanitarie dell'azienda, che comunque provvederanno all'autorizzazione. Il trasporto verso centri di cura fuori regione è consentito solo per i soggetti barellati per i quali il trattamento non è effettuabile sia presso centri della USL8, sia presso centri della rete toscana dell'Istituto Tumori Toscano. E quelli sostenuti dagli utenti Non sono a carico dell’Azienda sanitaria ma dell’utente, i trasporti per dimissione o trasferimenti effettuati per volontà dell'utente stesso; quelli richiesti in ragione di disagi di natura socio-sanitaria e/o familiare dell'utente; i trasporti per cure termali; per visite medico-legali; per riconoscimento di invalidità; per impianti e ausili protesici (esclusi ausili per gli arti inferiori); per ricovero, dimissioni e trasferimenti in RSA (escluso i ricoveri e le dimissioni dagli ospedali di comunità e hospice aziendali, i cui oneri sono a carico del servizio sanitario regionale). R Tu o lei il linguaggio in sanità Cosa è meglio dare al paziente ? I cambiamenti del costume “contagiano” il linguaggio anche in sanità. Ecco le regole, ma è il buon senso che indica il migliore comportamento Il rapporto fra il personale sanitario e i pazienti si è modificato nel tempo. Sia sotto il profilo professionale che su quello relazionale. Oggi il paziente è informato, viene tenuto al corrente delle diagnosi, dei percorsi, delle cure. Lo stabiliscono le leggi e le norme, ma anche uno sviluppo costante della conoscenza e della coscienza civile sui temi della salute e dei diritti. E nel tempo si sono modificati anche i linguaggi e i modi di porsi. Così non è raro sentire in una corsia di ospedale: “Carlo, come hai passato la nottata? Serve qualcosa? Dai, forza, iniziamo con la colazione, poi passa il dottore e ti visita”. Un linguaggio sempre più frequente da parte degli infermieri e, se pur in misura minore, anche dei dottori e degli altri operatori sanitari. Un costume che negli anni si va sempre più diffondendo. L’evoluzione ha visto dapprima il “freddo numero” poi il nome e cognome a testa letto, con le contestazioni dovute alla privacy e quindi l’arrivo piuttosto diffuso dell’uso del tu. È riconosciuto unanimemente che il tu, se usato razionalmente, è importante per creare un’atmosfera di collaborazione tra medici, infermieri e paziente, un’atmosfera anche di simpatia tra le “parti”. C’è chi non apprezza Non sempre è così. C’è chi dà del “lei” e pretende del “lei”. Segnalazioni sono giunte anche all’Urp aziendale, a volte sotto forma di vibrante protesta, molto spesso come sottolineatura di un problema che è ovunque, anche nella vita di tutti i giorni, ma particolarmente sentito nelle corsie di ospedale. “L’applicazione del tu richiede attenzione, discrezione, rispetto e, spesso, è un elemento di soddisfazione per il paziente. Del resto – sostiene Grazia Campanile, direttore sanitario dell’ospedale San Donato – bisogna prendere esempio dalla lingua inglese, ormai lingua universale, nella quale vi è soltanto il tu (you). Ovviamente ci vuole sensibilità nel comprendere se questo approccio è gradito. Il lei è in fondo dovuto e se un paziente lo preferisce (spesso accade in base all’età) ne consigliamo l’uso. In questo caso l’uso del tu potrebbe provocare qualche reazione intollerante del paziente, che non lo apprezza e, di fatto, non lo consente”. Diffusione di un costume È quindi necessario fare chiarezza sull’appropriatezza, o meno, del tu. Nella società, tra i giovani soprattutto, l’uso del tu è la norma, una regola di comportamento. Nei partiti politici, di norma vige l’uso del tu tra gli iscritti. Il tu si adopera tra i giornalisti, quasi a volere rimarcare una significativa colleganza. Ma il tu è in uso in genere fra colleghi di lavoro. Radio e tv ne fanno ormai un uso indistinto. Negli ospedali il tu viene dato con senso di umanità e di attenzione, è un elemento di affabilità umana e sociale, di vicinanza e rispetto per i problemi del paziente. Quello che conta, al solito, è “come” si dà il tu. Ma perché gli infermieri sono particolarmente predisposti nel suo utilizzo? “Pensare che si tratti di maleducazione è totalmente sbagliato. L’operatore sanitario, e l’infermiere in particolare – dice Mirella Rossi, Direttore Dipartimento Infermieristico Asl 8 – ritiene che il paziente sia un individuo strappato dal suo ambiente naturale, privato delle certezze dell’ambiente familiare e al quale faccia anche piacere sentirsi accolto con il tu. Usare il lei è mantenere le distanze, usare il tu vuol dire abbattere le barriere ma non vuol dire per forza essere maleducati, ma far sentire al paziente che c'è un amico ad aiutarlo e non un estraneo”. Desideri: “prevalga il buonsenso” “Il tu avvicina, accarezza, umanizza – commenta il direttore generale della Asl Enrico Desideri – ma si può essere cortesi e accoglienti anche con il lei. La comunicazione deve essere comunque bidirezionale. Il tu e il lei sono forme verbali. La scelta deve essere compiuta nella cosiddetta ‘comunicazione non verbale’, nel saper cioè cogliere nel rapporto interpersonale, quale forma è più adeguata a un certo paziente. Fare l’infermiere o il medico, comporta una grande dose di psicologia. A questa si aggiunge l’umanità, caratteristica fondamentale degli operatori sanitari, e la scelta sarà quella più adeguata”. Il rapporto relazionale deve essere corretto a prescindere dall'uso del lei o del tu. Se il paziente vuole del lei, gli operatori devono comportarsi di conseguenza e astenersi dall’uso del tu. Una linea sulla quale l’azienda conferma di volersi posizionare, compiendo ogni azione affinché il personale rispetti in pieno i diritti e i desideri dei cittadini-utenti. AERRE 31 Farmacie Comunali Educazione alla Salute SALUTE: è anche questione Presso la scuola media IV Novembre abbiamo realizzato alcuni interventi e vorremmo dare loro voce e riportare qui di seguito ciò che i ragazzi hanno elaborato. di EDUCAZIONE “Che cosa è la salute? Salute significa star bene e non ammalarsi” “I semplici sono le più comuni piante medicinali e per le piccole patologie si può ricorrere all’uso delle erbe. Se ti bruciano gli occhi si utilizza il collirio ma si può anche ricorrere a impacchi con la camomilla. Se hai la febbre si mette sulla fronte uno straccio bagnato. Se hai il raffreddore usa la salvia, la menta o il rosmarino”. UN PO’ DI STORIA “Già gli Egizi facevano uso di medicamenti di natura vegetale, conoscevano già le proprietà della maggiorana, dell’edera e della mirra. Nell’antica Roma, già nel primo secolo dopo Cristo vennero creati degli orti chiamati medicinali”. “Le piante più usate dagli Egizi: l’aglio per espellere i vermi dalla pancia, l’aloe per la pelle, il ricino per ripulire l’intestino”. “ Gli Arabi svilupparono la chimica che portò alla crescita farmaceutica di tinture e distillati. Crearono un elenco di ricette. La Scuola Medica Salernitana introdusse nelle pratiche chirurgiche la prima anestesia chiamata “spongia sonnifera”: un panno imbevuto di oppio, succo di mandragola e giusquiamo che doveva essere aspirata dal paziente. Da allora l’evoluzione è stata continua". Sono ormai molti anni che l’AFM, cioè l’azienda che gestisce le farmacie Comunali di Arezzo, svolge una assidua attività di educazione alla salute rivolta ai ragazzi delle scuole della nostra città. La scelta di rivolgersi a quella parte di popolazione che ancora deve diventare adulta è motivata dal fatto che certe “sane“ abitudini una volta acquisite rimango- no poi un modo di essere e di agire che non ci abbandonerà anche negli anni successivi. I temi affrontati con i ragazzi spaziano dalle prime regole igieniche come lavarsi le mani o i denti, alla storia dei farmaci e alla loro importanza (è necessario saperli usare bene e solo quando sono veramente utili), alle illustrazione delle più comuni piante medicinali. "In merito al progetto sulle piante officinali lo scorso anno alla scuola media Severi è stato realizzato un piccolo orto dove i ragazzi hanno piantato le piante e poi ideato le schede illustrate con loro uso anche medicinale". LE DROGHE VEGETALI “Una pianta medicinale è un organismo che contiene sostanze per curare. Le droghe vegetali sono le parti della pianta che contengono i principi attivi usati a scopo terapeutico. La droga vegetale si può usare fresca ma anche essiccata. Le doghe vegetali secche si possono usare in polvere o con l’estratto dei principi attivi. I metodi di soluzione estrattiva servono per sciogliere i principi attivi presenti nelle droghe. Quelli facili sono: •infusione: si versa acqua bollente sulla droga poi si filtra. •Decozione: si mettono le droghe ben tritate in acqua fredda, si bolle, si filtra. •Macerazione: si mettono nell’acqua per tanti giorni, si filtrano, si prende il residuo e si rifà”. I PRINCIPI ATTIVI DELLE PIANTE “Molto spesso si crede che tutto ciò che è naturale non fa male, ma ricordiamo che i medicinali che usiamo sono costituiti da principi attivi creati in laboratorio ma che in gran parte derivano da erbe o piante medicinali. I principi attivi delle piante sono utili in molte malattie anche cardiache, possono essere molto pericolosi, talvolta si tratta di veri e propri veleni (la cicuta, lungo la strada sembra prezzemolo)". “La morfina, principio attivo ricavato dal papavero sonnifero, ancora oggi è molto usata. Essa serve a placare il dolore, però la sua dose è molto vicina a quella che ferma il cuore, quindi va usata con cura”. I testi sopra riportati integralmente sono l’elaborazione dei ragazzi della prima media sez. B IV Novembre a cui va tutto il nostro ringraziamento. Buon lavorO e… buona salute! AERRE 33