Libretto_16_aprile_2016

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Libretto_16_aprile_2016
SOMASCA - 16 APRILE 2016
SULLE ORME DI
GIROLAMO MIANI
“Guardate alla roccia da cui siete stati tagliati,
alla cava da cui siete stati estratti”
Is 51,1
- PELLEGRINAGGIO DEL LAICATO SOMASCO -
San Girolamo Miani 1486-1537
Non è un santo molto noto, e tuttavia la Chiesa gli ha
riconosciuto il titolo di «Patrono universale degli orfani e della
gioventù abbandonata».
Era un nobile veneziano, in un tempo in cui la città e
l’intera Europa erano sconvolte dalla carestia e dalla peste.
Invece di arroccarsi nella sua nobile e agiata condizione sociale,
Girolamo ascoltò «l’infinito lamento dei poveri» e vi scoprì «la
dolce occasione» che Dio finalmente gli dava per poter donare
tutto al suo amato Gesù Crocifisso.
In pochi giorni vendette arazzi, tappeti, argenterie e, se
durante il giorno spendeva il denaro così accumulato per
soccorrere quanti più miseri poteva, la notte vagava per le strade
a raccogliere infermi caduti per via e a seppellire morti
abbandonati lungo le calli. Alla fine raccolse attorno a sé alcune
centinaia di ragazzi abbandonati e creò per loro una grande
famiglia (dotata di maestri artigiani, di mezzi e di ambienti) in
cui educarli, istruirli e introdurli dignitosamente nel mondo del
lavoro.
Creò così una scuola di “arti e mestieri”, nella quale vigeva
il metodo della “partecipazione e corresponsabilità”. Preghiera,
carità e lavoro erano i pilastri del suo metodo educativo.
Col passare degli anni, pur essendo laico, Girolamo – che
gli amici chiamavano affettuosamente “il vagabondo di Dio” e
“il pellegrino della carità” – si trovò a essere attorniato da
collaboratori, anche preti, che lo consideravano padre, maestro e
guida spirituale, divenendo Fondatore della Compagnia dei
Servi dei Poveri.
Santi nella Misericordia, p.61-62
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16 APRILE 2016 - CANTI PER LA MESSA
1. LA STORIA DI GIROLAMO
Per te ci hai fatti o Dio, il nostro cuor lo sa,
e pace non avremo se non vicino a te;
la storia di Girolamo, l’incontro con Maria,
saran per noi un segno sulla via.
Il senso della vita, cercato qua e là,
nei miti della gloria o della società,
in fondo a una prigione ritrova realtà
per mano di quel Dio che tutto sa.
Rit.
Tu ora sei col Padre, ricordati di noi!
Sei santo fra i suoi santi, non ci lasciare mai!
La tua testimonianza non si cancellerà:
tra le realtà che passano Dio solo resterà.
Ormai libero il cuore, il volto cercherà
di quel Gesù dolcissimo, che non lo condannò;
sicuro di scoprirlo in chi voce non ha,
è solo, indifferente, senza età.
E tanta tenerezza non s’improvvisa mai;
dal Cristo Crocifisso presente agli occhi suoi,
in notti di preghiera la forza attingerà
per esser segno della sua bontà. Rit.
Il fascino di un uomo, che per il regno dà
l’intera esistenza, raccoglie intorno a sé
cristiani coraggiosi, che in compagnia saran
dei più dimenticati i servitor.
L’amor, come una fiamma, risplende ma, si sa,
pian piano ti consuma e infin ti cambierà.
Girolamo lasciando questa terra ci dirà:
Confida solo in Dio, ti salverà! Rit.
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2. GLORIA NELL'ALTO DEI CIELI
Gloria, gloria a Dio.
Gloria, gloria nell’alto dei cieli.
Pace in terra agli uomini
di buona volontà. Gloria!
Noi ti lodiamo, ti benediciamo,
ti adoriamo, glorifichiamo te,
ti rendiamo grazie per la tua immensa gloria.
Signore Dio, gloria! Re del cielo, gloria!
Dio Padre, Dio onnipotente, gloria!
Gloria, gloria a Dio...
Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo,
Signore, Agnello di Dio, Figlio del Padre.
Tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi;
Tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica;
Tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi.
Gloria, gloria a Dio...
Perché tu solo il Santo, il Signore,
tu solo l’Altissimo, Cristo Gesù
con lo Spirito Santo nella gloria del Padre.
Gloria, gloria a Dio... Gloria!
3. ALLELUJA
Alleluia, Alleluia, Alleluia, Alleluia (bis)
Ed oggi ancora, mio Signore,
ascolterò la tua parola
che mi guida nel cammino della vita.
4. ACCOGLI I NOSTRI DONI
Accogli, Signore, i nostri doni in questo misterioso incontro
tra la nostra povertà e la tua grandezza.
Noi ti offriamo le cose che tu stesso ci hai dato
e tu in cambio donaci, donaci te stesso.
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5. PERCHE’ TU SEI CON ME
Solo tu sei il mio pastore,
niente mai mi mancherà,
solo tu sei il mio pastore, o Signore
Mi conduci dietro te, sulle verdi alture,
ai ruscelli tranquilli, lassù
dov’è più limpida l’acqua per me,
dove mi fai riposare.
Anche fra le tenebre d’un abisso oscuro
io non temo alcun male perché
tu mi sostieni, sei sempre con me,
rendi il sentiero sicuro.
Siedo alla tua tavola che mi hai preparato,
ed il calice è colmo per me
di quella linfa di felicità
che per amore hai versato.
Sempre mi accompagnano lungo estati e inverni
la tua grazia, la tua fedeltà,
nella tua casa io abiterò
fino alla fine dei giorni.
6. POPOLI TUTTI
Mio Dio, Signore, nulla è pari a Te.
Ora e per sempre, voglio lodare
il tuo grande amor per me.
Mia roccia Tu sei, pace e conforto mi dai,
con tutto il cuore e le mie forze,
sempre io ti adorerò.
Popoli tutti acclamate al Signore,
gloria e potenza cantiamo al Re,
mari e monti si prostrino a Te,
al tuo nome, o Signore.
Canto di gioia per quello che fai,
per sempre Signore con Te resterò,
non c'è promessa non c'è fedeltà
che in Te.
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ORE 14.30 - PRESSO “LA VALLETTA”
CANTO: GRANDI COSE
Grandi cose ha fatto il Signore per noi
ha fatto germogliare i fiori tra le rocce.
Grandi cose ha fatto il Signore per noi
ci ha riportati liberi alla nostra terra
ed ora possiamo cantare possiamo gridare
l'Amore che Dio ha versato su noi.
Tu che sai strappare dalla morte
hai sollevato il nostro viso dalla polvere;
Tu che hai sentito il nostro pianto
nel nostro cuore hai messo un seme di felicità.
1. LA SCALA
1L. “La mappa del 1664 circa non porta segno di questa scala. Ma se S.Girolamo
si ritirava in preghiera all’eremo vi doveva essere un sia pur minuscolo sentiero
che vi introduceva. Mi sembra che non sia del tutto improbabile attribuire al
nostro santo se non la costruzione, almeno la fondazione di quel tracciato o via
sacra che sarà poi la Scala santa”. P.Marco Tentorio
“Vista quella grotta e giudicatala opportuna per il suo scopo, stabilì di portarsi
vicino per esaminarla, ma non vi scorgeva nessuna via di accesso; tutto il luogo
era pieno di rovi e di boscaglia su un declivio alquanto scosceso… Perciò
facendosi forza e superando ogni difficoltà, quasi strisciando carponi riuscì a
salire fino a quel punto…” P.Tortora
2L. La madre al figlio (Langston Hughes)
Figlio, ti dirò che la mia vita
non è stata una scala di cristallo
ma una scala di legno tarlato
con dentro i chiodi e piena di schegge
e gradini smossi sconnessi
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e luoghi squallidi
senza tappeti in terra.
Ma ho sempre continuato a salire,
ed ho raggiunto le porte
ed ho voltato gli angoli di strade,
e qualche volta mi sono trovato nel buio,
buio nero, dove mai è stata luce.
Così ti dico, ragazzo mio,
di non tornare indietro,
di non soffermarti sulla scala
perché penoso è il cammino,
di non cedere, ora.
Vedi io, continuo a salire...
E la mia vita,
non è stata una scala di cristallo.
1L. “Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran. Capitò così in un
luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese una pietra, se la
pose come guanciale e si coricò in quel luogo. Fece un sogno: una scala poggiava
sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio
salivano e scendevano su di essa. Ecco il Signore gli stava davanti e disse: «Io
sono il Signore, il Dio di Abramo tuo padre e il Dio di Isacco. La terra sulla quale
tu sei coricato la darò a te e alla tua discendenza”.
Gen 28,10-13
2. L’EREMO
1L. “Faceva vita povera e raccoglieva i poveri fanciulli, sia infermi che sani: gli
uni li curava e gli altri li istruiva; e andava con quei poveri figlioli in processione
chiedendo elemosine. Scelse come sua abitazione un luogo sotto la Rocca, detto
l’eremo di Somasca, dove faceva vita austera; e da quel luogo andava alla grotta
detta di Tremasasso, e lì dormiva per terra, con un sasso sotto la testa per
capezzale, facendo vita molto austera, come gran servo di Dio”.
Testimonianza Davide Benaglia
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2L. Ho bisogno di silenzio (Alda Merini)
Ho bisogno di silenzio
come te che leggi col pensiero
non ad alta voce
Il suono della mia stessa voce
adesso sarebbe rumore
non parole ma solo rumore fastidioso
che mi distrae dal pensare.
Ho bisogno di silenzio
esco e per strada le solite persone
che conoscono la mia parlantina
disorientate dal mio rapido buongiorno
chissà, forse pensano che ho fretta.
Invece ho solo bisogno di silenzio
tanto ho parlato, troppo
è arrivato il tempo di tacere
di raccogliere i pensieri
allegri, tristi, dolci, amari,
ce ne sono tanti dentro ognuno di noi.
Gli amici veri, pochi, uno?
sanno ascoltare anche il silenzio,
sanno aspettare, capire.
Chi di parole da me ne ha avute tante
e non ne vuole più,
ha bisogno, come me, di silenzio.
1L. “E la sua fama si diffondeva sempre più; e grandi folle si radunavano per
udirlo e per essere da lui guarite dalle loro infermità. Ma egli si ritirava in luoghi
solitari e pregava” (Lc 5,15).
“Poi il mattino seguente, essendo ancora molto buio, Gesù si alzò, uscì e se ne
andò in un luogo solitario e là pregava.” (Mc 1,35)
«Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po’» (Mc 6,31).
CANTO: TE AL CENTRO DEL MIO CUORE
Ho bisogno di incontrarti nel mio cuore
Di trovare Te di stare insieme a Te.
Unico riferimento del mio andare,
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Unica ragione Tu, unico sostegno Tu.
Al centro del mio cuore ci sei solo Tu.
Tutto ruota intorno a Te, in funzione di Te
E poi non importa il "come" il "dove" il "se".
Anche il cielo gira intorno e non ha pace
Ma c'è un punto fermo è quella stella là.
La stella polare è fissa ed è la sola
La stella polare Tu, la stella sicura Tu.
Al centro del mio cuore ci sei solo Tu.
Tutto ruota...
Che Tu splenda sempre al centro del mio cuore
Il significato allora sarai Tu
Quello che farò sarà soltanto amore
Unico sostegno Tu, la stella polare Tu
Al centro del mio cuore ci sei solo Tu.
3. LA FONTANA
1L. “Un giorno il padre Girolamo si trovava in quella casetta che è alla Valletta,
dove abitavano gli orfanelli. Non essendoci acqua in casa, bisognava andarla a
prendere lontano. Allora padre Girolamo comandò a una pietra, che resta vicino a
detta casetta, che da parte di Dio scaturisse acqua. Percosse la pietra non so se
con la mano o con una bacchetta e subito ne scaturì acqua abbondante per il loro
bisogno. Dicevano che prima quella roccia non dava acqua ed era un sasso
arido”. Testimonianza di Bernardino Aquila
2L. La terra desolata (Thomas Stearns Eliot)
Qui non c'è acqua ma soltanto roccia
Roccia e non acqua e la strada di sabbia
La strada che serpeggia lassù fra le montagne
Che sono montagne di roccia senz'acqua
Se qui vi fosse acqua ci fermeremmo a bere
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Fra la roccia non si può né fermarsi né pensare
Il sudore è asciutto e i piedi nella sabbia
Vi fosse almeno acqua fra la roccia
Bocca morta di montagna dai denti cariati che non può sputare
Non si può stare in piedi qui non ci si può sdraiare né sedere
Non c'è neppure silenzio fra i monti
Ma secco sterile tuono senza pioggia
Non c'è neppure solitudine fra i monti
Ma volti rossi arcigni che ringhiano e sogghignano
Da porte di case di fango screpolato
Se vi fosse acqua
E niente roccia
Se vi fosse roccia
E anche acqua
E acqua
Una sorgente
Una pozza fra la roccia
Se soltanto vi fosse suono d'acqua
Non la cicala
E l'erba secca che canta
Ma suono d'acqua sopra una roccia
Dove il tordo eremita canta in mezzo ai pini
Drip drop drip drop drop drop drop
Ma non c'è acqua.
1L. “Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua
che io gli darò non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui
sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna. Signore, gli disse la donna,
dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad
attingere acqua…” . Gv 4,13-14
4. LA ROCCA
1L. Nel 1533 Girolamo Miani arrivò con i suoi orfani nella valle San Martino.
Gli furono consegnate le chiavi della Rocca, ne prese possesso, riadattò come
potè gli spazi per sistemarvi gli orfani, vi fabbricò “un ordine d'anguste e povere
stanze, i cui tramezzi erano di cannucce tessute insieme, legati con vimini di
salice, e di fuori incrostate e coperte col gesso bianco” (testimonianza di P.
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Novelli, 1615), ricostruì la chiesetta di Sant’Ambrogio per la preghiera dei suoi
orfani e dei suoi compagni.
P.Marco Tentorio
2L. Io ho la dimensione di ciò che vedo (Fernando Pessoa)
Dal mio villaggio io vedo quanto dalla terra
si può vedere dell’Universo...
Per questo il mio villaggio è grande
quanto qualsiasi altro luogo,
perché io sono della dimensione di quello che vedo,
e non della dimensione della mia altezza...
Nelle città la vita è più piccola
che qui nella mia casa in cima a questo colle.
Nella città le grandi case chiudono a chiave la visuale,
nascondono l’orizzonte,
spingono il nostro sguardo lontano da tutto il cielo,
ci rendono piccoli perché ci tolgono
ciò che i nostri occhi ci possono dare,
e ci rendono poveri perché
la nostra unica ricchezza è vedere.
CANTO: SU ALI D’AQUILA
Tu che abiti al riparo del Signore
e che dimori alla sua ombra
di al Signore mio Rifugio,
mia roccia in cui confido.
E ti rialzerà, ti solleverà su ali d'aquila
ti reggerà sulla brezza dell'alba ti farà brillar come il sole,
così nelle sue mani vivrai.
Dal laccio del cacciatore ti libererà
e dalla carestia che ti distrugge
poi ti coprirà con le sue ali
e rifugio troverai.
Non devi temere i terrori della notte
né freccia che vola di giorno
mille cadranno al tuo fianco
ma nulla ti colpirà.
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Perché ai suoi angeli da dato un comando
di preservarti in tutte le tue vie
ti porteranno sulle loro mani
contro la pietra non inciamperai.
E ti rialzerò, ti solleverò su ali d'aquila
ti reggerò sulla brezza dell'alba ti farò brillar come il sole,
così nelle mie mani vivrai.
5. LA STANZA
1L. “Mi ricordo che facevano la cucina nelle case degli Ondei e poi portavano la
vivanda cotta alli figliuoli” (Cristoforo Amigoni). “E’ morto qui a Somasca nelle
case degli Ondei” (p.Bartolomeo Brocco, 1610).
“Oppresso gravemente dal male, dopo quattro giorni rese l'anima a Dio, con tanta
serenità, come raccontano i presenti, che mai mostrò di aver paura, anzi diceva di
aver fatto i suoi patti con Cristo. Esortava tutti a seguire la via di Gesù crocifisso,
a disprezzare il mondo, ad amarsi l'un l'altro, ad aver cura dei poveri assicurando
che Dio non abbandona mai chi compie tali opere. Facendo queste e altre simili
esortazioni, lasciò la vita mortale, e se ne andò a godere l'eterna”.
2L. Testamento (Kritos Athanasulis)
Non voglio che tu sia lo zimbello del mondo.
Ti lascio il sole che lasciò mio padre a me.
Le stelle brilleranno uguali,
e uguali t’indurranno le notti a dolce sonno,
il mare t’empirà di sogni.
Ti lascio il mio sorriso amareggiato: fanne scialo, ma non tradirmi.
Il mondo è povero oggi.
S’è tanto insanguinato questo mondo ed è rimasto povero.
Diventa ricco tu guadagnando l’amore del mondo.
Ti lascio la mia lotta incompiuta
e l’arma con la canna arroventata.
Non l’appendere al muro.
Il mondo ne ha bisogno.
Ti lascio il mio cordoglio.
Tanta pena vinta nelle battaglie del mio tempo.
E ricorda. Quest’ordine ti lascio.
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Ricordare vuol dire non morire.
Non dire mai che sono stato indegno,
che disperazione m’ha portato avanti e son rimasto indietro,
al di qua della trincea.
Ho gridato, gridato mille e mille volte no,
ma soffiava un gran vento, e pioggia, e grandine:
hanno sepolto la mia voce.
Ti lascio la mia storia
vergata con la mano d’una qualche speranza.
A te finirla.
Ti lascio i simulacri degli eroi con le mani mozzate,
ragazzi che non fecero a tempo
ad assumere austera forma d’uomo,
madri vestite di bruno, fanciulle violentate.
Ti lascio la memoria di Belsen e di Auschwitz.
Fa’ presto a farti grande.
Nutri bene il tuo gracile cuore con la carne
della pace del mondo, ragazzo, ragazzo.
Impara che milioni di fratelli innocenti
svanirono d’un tratto nelle nevi gelate
in una tomba comune e spregiata.
Si chiamano nemici: già! i nemici dell’odio.
Ti lascio l’indirizzo della tomba
perché tu vada a leggere l’epigrafe.
Ti lascio accampamenti
d’una città con tanti prigionieri:
dicono sempre sì, ma dentro loro mugghia
l’imprigionato no dell’uomo libero.
Anch’io sono di quelli che dicono, di fuori,
il sì della necessità, ma nutro, dentro, il no.
Così è stato il mio tempo.
Gira l’occhio dolce al nostro crepuscolo amaro.
Il pane è fatto pietra, l’acqua fango,
la verità un uccello che non canta.
È questo che ti lascio.
Io conquistai il coraggio d’essere fiero. Sfòrzati di vivere.
Salta il fosso da solo e fatti libero.
Attendo nuove. È questo che ti lascio.
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6. ORAZIONE CONCLUSIVA
C. O Dio, che hai scelto san Girolamo per diffondere tra gli uomini il tuo amore,
in particolare verso coloro che sono abbandonati, bisognosi e ultimi nella società,
Tu lo hai glorificato nel tuo Regno come custode della gioventù abbandonata,
per sua intercessione e con l’aiuto di Maria, Madre degli orfani, fa’ che coloro
che si trovano nel disagio possano trovare in chi sta loro vicino un altro Girolamo
pieno d’amore. Per Cristo nostro Signore.
7. BENEDIZIONE FINALE
C. Il Signore vi benedica e vi protegga
T: AMEN
C. Faccia risplendere il suo volto su di voi e vi doni la sua misericordia
T: AMEN
C. Rivolga su di voi il suo sguardo e vi doni la sua pace
T: AMEN
C. E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda
su di voi e con voi rimanga sempre
T: AMEN
8. CONGEDO
Ama, saluta la gente
Dona, perdona, ama ancora e saluta
Dà la mano, aiuta, comprendi
Dimentica e ricorda solo il bene.
E del bene degli altri
Godi e fai godere.
Godi del nulla che hai, del poco che basta
Giorno dopo giorno: e pure quel poco,
Se necessario, dividi.
E vai, vai leggero dietro il vento
E il sole... e canta!
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Vai di paese in paese e saluta
Saluta tutti
Il nero, l’olivastro e perfino il bianco.
Canta il sogno del mondo:
che tutti i paesi si contendano
d’averti generato.
(D.M.Turoldo)
C. Andate e portate a tutti con la vostra vita la storia che vi è stata raccontata.
T: AMEN
CANTO FINALE: RESTA QUI CON NOI
Le ombre si distendono, scende ormai la sera
e s’allontanano dietro i monti
i riflessi di un giorno che non finirà,
di un giorno che ora correrà sempre,
perché sappiamo che una nuova vita
da qui è partita e mai più si fermerà.
Resta qui con noi, il sole scende già,
resta qui con noi, Signore è sera ormai.
Resta qui con noi, il sole scende già,
se Tu sei fra noi la notte non verrà.
S’allarga verso il mare il tuo cerchio d’onda,
che il vento spingerà fino a quando
giungerà ai confini di ogni cuore,
alle porte dell’amore vero.
Come una fiamma che dove passa brucia,
così il tuo amore tutto il mondo invaderà.
Davanti a noi l’umanità lotta, soffre e spera
come una terra che nell’arsura
chiede l’acqua da un cielo senza nuvole,
ma che sempre le può dare vita.
Con te saremo sorgente di acqua pura,
con te fra noi il deserto fiorirà.
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