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FONTE: http://www.kainos.it/Pages/articolo7/articolo7.htm
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VOLTI NELLA FILOSOFIA
(appunti per una ricerca)
di Andrea Bonavoglia
1) Ritrattistica
e filosofia
Nella storia della pittura e della scultura
occidentale si incontra con frequenza il tipo del
ritratto, legato sia all’arte religiosa e celebrativa,
sia a quella funeraria e realistica. A seconda delle
epoche, l’autorità politico-religiosa può essere resa
visibile da una statua del capo degli dei (lo Zeus di
Capo Artemision ad esempio) o da un’immagine di
Cristo, mentre la verità della morte o della vita può
essere eternata da un monumento dell’uomo
illustre (l’Augusto di Prima Porta, il papa Urbano
VIII in San Pietro) o da un’immagine cruda nella
sua sincerità (il vecchio pescatore in età ellenistica,
il ritratto di una pazza in età romantica).
Queste varie funzioni che la ritrattistica ha assunto
nel corso del tempo, sono state studiate con
attenzione in numerosi testi e in ancor più
numerosi saggi, ai quali si rimanda per
approfondimenti. Con frequenza, inoltre, sono state
organizzate mostre a tema, o sui grandi ritrattisti, o
sui ritratti di una certa epoca, o su interessanti
percorsi storici che affrontavano il variare della
tipologia stessa del ritratto nel corso del tempo, e
anche i cataloghi di queste mostre possono rivelarsi
fruttuosi testi di riferimento (su tutto questo, cfr. la
breve bibliografia in appendice).
All’interno quindi di una ricerca consolidata,
sembrerebbe oltremodo interessante porsi degli
obiettivi parziali, tanto sincronici, come l’analisi di
un determinato tipo di stile o di tecnica, quanto
diacronici, come lo studio dell’evoluzione di un
determinato tipo nella storia dell’arte: l'iconografia
di Cristo ad esempio potrebbe facilmente
sovrapporsi alla storia della pittura europea tra IX e
XIX secolo.
In termini generali, il ritrattista non deve
obbligatoriamente conoscere tutto di colui o colei
che deve rappresentare, gli basta conoscere le
circostanze in cui il personaggio vive (o visse), una
sintesi del suo carattere e del suo pensiero (o
magari la parte di quel carattere o di quel pensiero
che sia funzionale allo scopo per cui il ritratto
viene realizzato) e naturalmente la sua fisionomia.
Quest’ultima può essere derivata tanto
dall’osservazione diretta (il personaggio si reca
nello studio dell’artista come modello), quanto da
quella indiretta (l’artista desume le fattezze del
personaggio da un’altra riproduzione, altro quadro
o statua che sia, o da una fotografia, o da una
descrizione attraverso le parole); non è da
escludere comunque che l’artista inventi
l’immagine del personaggio senza conoscere nulla
della sua vera fisionomia. Quest’ultima ipotesi, per
ovvi motivi, si verifica di regola in gran parte
dell’arte religiosa e simbolica, mentre non
dovrebbe verificarsi se non eccezionalmente nella
ritrattistica di stampo storico e politico.
Fare il ritratto di personaggi a volte celebri e
ammirati, a volte meno noti e discussi, quali sono
gli intellettuali, assume un aspetto particolarissimo
quando l’intellettuale è un filosofo. Per l’artista che
ritrae (non dimentichiamoci che un quadro è
sempre opera di un pittore e una statua di uno
scultore, cioè di qualcuno che usa le mani e la
tecnica per creare, e non soltanto il cervello e la
sensibilità), vale a dire per l’artista visivo, il volto
da costruire materialmente deve di norma essere
chiaro, cioè esplicito, cioè diretto a estrinsecare
non un mistero ma una verità, e sicuramente la
verità dell'intelletto è più difficile da esprimere che
le verità del coraggio, del potere o della bellezza.
Raffaello, non a caso tra i ritrattisti più celebrati
della storia della pittura, nella sua mirabile Scuola
di Atene, descrive il pensiero di Platone, di
Aristotele e di tanti altri servendosi del prediletto
linguaggio dei gesti (il dito verso il cielo, la mano
rivolta alla terra) e per dare il massimo della vita a
quei volti utilizza come modelli i sembianti di
uomini a quel tempo ben noti. Anche Botticelli,
quando aveva raffigurato Sant’Agostino nello
studio, ce lo aveva proposto credibilissimo e
umano, lo studioso che scrive, uomo di fede e
profondo e accorato pensatore, e che legge, non
solo libri sacri e di filosofia, ma anche teoremi
pitagorici, come testimoniano l'ambiente e i testi
visibili.
Il celebre volto di Socrate
tramandatoci dal passato,
attraverso le copie romane di un
originale forse lisippeo, è un
volto che comunque ha finito per
diventare vero, l'icona dell'uomo Socrate, filosofo e
simbolo di un mondo lontano. Come è ovvio, a
questa icona si sono poi ispirati tutti i pittori e gli
scultori che hanno dovuto o voluto affrontare la
rappresentazione del filosofo, in particolare
Raffaello, che lo dipinge mentre espone un
sillogismo contando sulle dita, e David, che ne fa
fisicamente e moralmente un eroe neoclassico
pronto ad affrontare la morte. Si noti come i
lineamenti fissati nell'antica statua, dalla fronte
spaziosa al naso e alla barba, ritornino con
maggiore fedeltà in Raffaello, che riesce
miracolosamente ad animare quel volto senza
alcuna forzatura, e con maggiore libertà in David,
che migliora e abbellisce i tratti meno nobili e
regala al vecchio filosofo una corporatura e una
presenza degne di un dio.
2) Fisionomia dei filosofi
Ma che cosa fa sì che il volto di un uomo assuma un
aspetto, un'espressione o un significato diverso a
seconda del variare di dettagli apparentemente
minori quali l'altezza delle sopracciglia, le
proporzioni tra bocca e naso, la distanza degli
zigomi? Cercare di capire come i lineamenti del
volto di un uomo ispirino interpretazioni sul suo
carattere, come l'aspetto esterno possa manifestare il
carattere interno e al limite addirittura esserne uno
specchio rivelatore, è stato da secoli occupazione
prediletta da pittori e da studiosi del comportamento.
Sono stati scritti innumerevoli manuali
sull'argomento, ora rivolti a una dimostrazione
psicologica, in cui quindi prevale il dato caratteriale,
ora invece a una dimostrazione di tipo scientifico, in
cui prevale il dato anatomico. Da Aristotele a Kaspar
Lavater, cui nel XVIII secolo si attribuì la creazione
della scienza fisiognomica, passando per il contributo
fondamentale di Giovanni Battista Della Porta nel
XVI secolo, il tentativo comune è stato di trovare una
chiave per definire quali elementi visibili della
fisionomia umana possano coincidere con elementi
interni, e quindi non visibili, del carattere umano.
Lucia Rodler ha con grande lucidità sintetizzato tale
storia fino all'Ottocento: "Già praticata nel XII
secolo a.C. dagli indovini babilonesi, la decifrazione
dei fenomeni somatici viene compiuta allo scopo di
verificare l'intreccio tra il passato, presentificato
dalle forme corporee, e il futuro, svelato attraverso
la loro interpretazione".
In tempi moderni, dopo che una sorta di
degenerazione razzista aveva fatto convergere su
questa disciplina, in particolare a seguito dell'opera
di Cesare Lombroso, una connotazione
universalmente deprecata, e dopo che la psicanalisi
di Freud aveva determinato in Occidente una
fondamentale e radicale trasformazione del modo di
interpretare la realtà, studiosi come Arnheim e
Gombrich hanno restituito interesse e serietà a questo
genere di studi. Come scrive, ancora, Lucia Redler:
"Gombrich ha definitivamente chiarito il
funzionamento della percezione fisiognomica".
Infatti, lo storico austriaco-americano ha posto questi
prerequisiti nella trattazione dell'argomento:
a) la nostra esigenza di trovare un rapporto tra
corpo e carattere dipende dalla nostra necessità di
ricondurre la realtà a schemi noti e rassicuranti,
b) spesso accettiamo i rapporti così trovati senza
porli in discussione,
c) tutto ciò è comunque strettamente collegato alla
nostra cultura.
E' del resto evidente che la fisiognomica non può
essere tout court considerata una disciplina non
motivata o magari vicina soltanto ad argomentazioni
esoteriche; gli artisti di ogni tempo hanno, con
maggiore o minore consapevolezza, modificato in
meglio o in peggio l'aspetto esterno degli uomini che
ritraevano sulla base di precise scelte e conoscenzee
fisionomiche. Il fatto stesso che ancor oggi, spesso,
ci capiti di associare a un certo tipo di qualità umana
un certo tipo di bellezza, rivela che persino
l'atteggiamento di Lombroso non è del tutto estinto.
In questa sede allora può essere utile considerare la
fisiognomica come una delle componenti dello studio
anatomico e cercarne altre tracce nella storia
dell'arte.
L'esempio citato in precedenza, relativo
all'iconografia di Socrate, ha messo in luce una
possibilità interessante di lettura dei temi della
ritrattistica nel corso del tempo: dati per accertati i
caratteri fisionomici, a caratterizzare la
rappresentazione del volto sono gli elementi propri
dello stile e del tempo. Lo pseudo-Lisippo e
Raffaello sono realisti, accettano che il grande
personaggio possa non essere un modello di
regolarità e di bellezza, e studiano lo sguardo, o
l'espressione, o i gesti, per accentuarne le
caratteristiche non ordinarie; David invece non può
concepire che la bellezza morale non sia anche
riflesso della bellezza fisica, e si sente libero di
apportare correzioni all'immagine codificata.
Anche quando non è possibile un riscontro storico
così evidente, si può comunque rintracciare con una
certa facilità l'influenza stilistica sul modo di ritrarre.
Lo stile chiaro, rinascimentale, dei ritratti filosofici
di Bramante e di Botticelli (Democrito e Eraclito e il
già citato Sant'Agostino), è in palese contrappunto
con lo scuro, ossessivo, barocco dei ritratti di Josè
De Ribera e di Luca Giordano (Democrito,
Archimede, Eraclito e un filosofo cinico), a
prescindere dal filosofo rappresentato.
In realtà, sembra difficile che gli spettatori profani,
ma anche molti tra i più esperti, siano in grado di
distinguere un personaggio dall'altro: le
caratteristiche visibili, a differenza degli attributi così
suggestivi dei Santi cristiani, sono ridotte al minimo
(la veste composita del filosofo cinico ad esempio) e
si ripetono senza apparente specificità: il filosofo
studia, legge, scrive ed è profondamente concentrato
e appassionato dal proprio lavoro, come i gesti delle
mani sottolineano; il suo ambiente è un luogo dove
abbondano libri, carta e penne. Nell'opera di
Bramante, Democrito ed Eraclito parlano tra di loro,
ma i libri oggetto del loro dialogo sono ben visibili.
Secondo una tradizione consolidata, Democrito
sorride e Eraclito appare sofferente, ma questo non
può certo aiutarci a distinguerli in assoluto dagli altri.
E si noti come Eraclito, nel ritratto di Luca Giordano
(che per molti anni fu interpretato come socratesco),
sia tanto vicino al Sant'Agostino di Botticelli
nell'atteggiamento, quanto ne è lontano per stile, per
colore, per impatto visivo.
Il ritratto di Nietzsche opera del norvegese Munch, il
celebre autore del Grido, rappresenta un episodio
straordinario nel contesto della nostra ricerca: un
pittore sofferente e profondamente legato ad una
visione interiore ed espressionista dell'arte, ritrae
(non dal vero, Nietzsche era già morto) il filosofo
che così profondamente sarà oggetto di studi nel
Novecento e al quale lo accomuna il disagio mentale.
Le fluide colline e la valle riprendono la tematica del
Grido e avvolgono la figura dell'uomo come se ne
fossero un'emanazione, ma la nostra attenzione cade
sicuramente sul volto di Nietzsche, che conosciamo
dal vero attraverso fotografie di alto livello artistico.
La capacità di verosimiglianza di Munch è indubbia,
ma alcuni particolari pittorici risultano
fisionomicamente indicativi, laddove la fotografia ci
consente di controllarli. Nel quadro Munch ha
accentuato, anche attraverso la posizione di tre quarti
del volto, non solo la prominenza delle sopracciglia,
che rende ancor più intensa la profondità degli occhi,
ma anche quella dei baffi e dei lobi frontali. E se il
Nietzsche fotografato ha uno sguardo incisivo, il
Nietzsche di Munch non guarda fuori, i suoi occhi
sono socchiusi, egli guarda dentro. L'effetto è
icastico e conferma, se vogliamo, la superiorità
dell'artista nei confronti del mezzo meccanico, che,
pur guidato da mano espertissima, non può per sua
natura modificare il mondo reale.
D'altra parte, forse nessun pittore può evitare di
modificare il mondo a propria immagine. Quando
Leonardo e il suo allievo Francesco Melzi eseguono
le loro celebri caricature, senza pretese di fornire
all'umanità un modo di capire il passato o il futuro,
stanno soltanto studiando come e perchè certe parti
del volto, se deformate, risultino comiche e altre
invece tragiche, e fino a che punto esista una pretesa
regolarità dei lineamenti: in altri termini, stanno
inventando la fisiognomica in una chiave moderna,
ancor oggi accettabile per pittori e scultori.
Appunti per una bibliografia cartacea e virtuale
Nel testo citato di Lucia Rodler, Il corpo specchio dell'anima, da pag.159 a pag.198,
è presente un eccellente percorso blibiografico internazionale, al quale rimando per
ogni ulteriore approfondimento.
Libri e articoli
Rudolf Arnheim, Arte e percezione visiva, Feltrinelli 1962
Carlo Carena, Fisiognomica, dai greci a Lombroso, Corriere del Ticino 20 ottobre
1998
Flavio Caroli, Storia della fisiognomica. Arte e psicologia da Leonardo a Freud,
Leonardo Arte 1998
G. Battista Della Porta, Coelestis phisiognomonia libri sex, Edizioni Scientifiche
Italiane 1996
Piero Gaspa, Manuale pratico di fisiognomica, l'Airone 1995
Ernst H. Gombrich, Arte e Illusione, Einaudi 1962
Kaspar J. Lavater, Della fisiognomica, TEA 1993
Giovanni P. Lombardo e Marco Duichin, Frenologia, fisiognomica e psicologia
delle differenze individuali di Franz Joseph Gall. Antecedenti storici e sviluppi
disciplinari, Bollati Boringhieri 1997
Lucia Rodler, Il corpo specchio dell'anima. Teoria e storia della fisiognomica,
Bruno Mondadori 2000
Paul Zanker, La maschera di Socrate, Einaudi 2000
Il ritratto. Capolavori tra la storia e l'eternità, Electa 2000
Cataloghi di mostre recenti
L'anima e il volto: Ritratto e Fisiognomica da Leonardo a Bacon, Milano, Palazzo
Reale (30/10/1998 - 14/03/1999), Catalogo Electa.
Il volto di Cristo, Roma, Palazzo delle Esposizioni (9/12/2000 - 16/04/2001),
Catalogo Electa
Von Angesicht zu Angesicht. Mimik, Gebärden, Emotionen, Catalogo della mostra
del museo di Leverkusen, 2000, ed. E.A.Seemann
In Internet
Ritratto e società, www.comune.roma.it/museodiroma/indice.htm
CGFA http://sunsite.dk/cgfa/jdavid/p-jdavid30.htm
Hidden Things of God's Revelation by Arthur C. Custance
Gli ultimi giorni di Socrate The last days of Socrates
Spazio filosofico dell'Università di Milano http://www.lettere.unimi.it/~sf/index.html
Philosophers and Philosophy http://www.columbia.edu/~pjs38/
Catalogo per argomenti (fisiognomica) dei libri in vendita presso Internet Bookshop
http://www.internetbookshop.it/hme/hmepge.asp
Catalogo per argomenti (fisiognomica) dei libri in vendita presso Amazon Europa
http://www.amazon.co.uk/
Catalogo per argomenti (fisiognomica) dei libri in vendita presso Unilibro
http://www.unilibro.it/find_buy/default.asp
Immagini citate (ordine alfabetico per autore e poi per soggetto)
Gianlorenzo Bernini, Monumento funebre a Urbano VIII, marmo e bronzo, 162747, Basilica di San Pietro in Roma
Sandro Botticelli, Sant'Agostino nello studio, affresco, 1480 ca., chiesa di
Ognissanti a Firenze
Donato Bramante, Democrito e Eraclito, affresco di Casa Panigarola, 1487, ora al
Museo di Brera di Milano
Jacques-Louis David, Morte di Socrate, olio su tela, 1787, Metropolitan Museum of
Art di New York
Jusepe De Ribera, Ritratto di filosofo (Archimede?Eraclito?), olio su tela, 1630,
Museo del Prado di Madrid
Jusepe De Ribera, Democrito, olio su tela, 1630, Museo del Prado di Madrid
Théodore Géricault, Ritratto di una pazza, olio su tela, 1822-23, Museo del Louvre
di Parigi
Luca Giordano, Ritratto di fliosofo (Democrito? Eraclito?), olio su tela, 1652-1653,
Napoli
Luca Giordano, Filosofo cinico, olio su tela, Alte Pinakothek di Monaco di B.
Leonardo da Vinci, Studi di cranio, disegni, 1489, Windsor Royal Library di
Londra
Francesco Melzi, Caricature e ritratti, disegni su carta, XVI secolo
Edvard Munch, Ritratto di F. Nietzsche, olio su tela, 1906, Thielska Galleriet di
Stoccolma
Raffaello, La Scuola di Atene, affresco, 1509-1510, Stanza della Segnatura dei
Palazzi Vaticani
Augusto di Prima Porta, marmo di 2,04 m., 14-29 d.C., Musei Vaticani
Cristo Pantocrator, mosaico absidale nel duomo di Cefalù, 1148 ca.
scuola di Lisippo, Socrate, testa in marmo di 35 cm., copia romana del III sec. a.C.
da un originale greco,
Museo Nazionale di Roma
particolari del volto di Socrate tratti da incisioni di :
Daniel Nicholas Chodowiecki, La morte di Socrate, XVIII-XIX secolo
Johann Friedrich Greuter, Socrate e i suoi discepoli, XVII secolo
Antoine Louis Romanet, Aglae, XVIII-XIX secolo
Vecchio Pescatore, marmo, copia romana da bronzo del II secolo a.C., Museo del
Louvre, Parigi
Zeus (o Poseidone) di Capo Artemision, bronzo di 2.09 m., 460 a.C., Museo
Nazionale di Atene
Ringraziamenti
Nonostante la sua semplicità, questo articolo ha richiesto impegno e tempo,
soprattutto per la ricerca delle immagini e della terminologia. Devo allora
caldamente ringraziare, per l'aiuto che mi hanno dato e per i suggerimenti,
innanzitutto Star Meyer e Piero Palmero, e poi altri corrispondenti come Lola
Kazovsky, Marilyn Lavin, William Steinhurst, John Davies e Juergen Zaenker.
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