Dicembre - La Piazza
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Dicembre - La Piazza
Periodico dell’Associazione Culturale Albatros Anno 3 - Numero 11 - Dicembre 2006 COSA C’È SOTTO L’ALBER O? O P CHAR E GIOG GO MAM GO MAM OR IC PAR EG CH GIO L STA E N LO IN NA ZO SI ST DU EM ST AZ RI IO AL NE I PULA ZI PAE SE E CE NT RO ST CU RA DEL VER DE 7 0 0 2 PIANI PARTICOLAREGGIATI CA SER MA Comune 3 Al via definitivo la Caserma dei Carabinieri di Carla Santolamazza Il 30 novembre scorso, all’unanimità, il Consiglio Comunale ha deliberato la presa d’atto della mancanza di osservazioni al progetto della Caserma da parte della Regione Lazio, ed ha quindi avviato la fase finale per la realizzazione dell’edificio La storia della costruzione della caserma inizia alla fine degli anni ’80, quando per la prima volta si decide di trovare una sede nuova per i carabinieri, ma tutto si blocca. Negli anni ’90 la Giunta Garofolo individua un’area di proprietà comunale vicino alla scuola S.Anna: anche questa volta niente di fatto. Durante la prima Giunta Scardala, quella di centro-sinistra, si sviluppa un lungo contenzioso con la ditta che aveva vinto la gara, senza approdare a nulla anche in questo caso. La seconda Giunta Scardala, questa volta di centro-destra, decide di destinare l’area scelta alla costruzione di una clinica e di valutare l’ipotesi di trasformare la scuola Sales in caserma: siamo al 2004. Partono le proteste dei cittadini, e tra cambi di aree e destinazioni senza approdare a nulla, si arriva a settembre 2005, quando l’Amministrazione di Centro-Destra approva, con delibera di Consiglio Comunale n. 41, il progetto preliminare della Caserma nell’area di fronte al verde pubblico. Nel dicembre dello stesso anno il Comune invia alla Regione Lazio, alla AUSL RMG, alla Direzione Regionale Agricoltura e alla Presidenza della Giunta Regionale tutta la documentazione geologica e tecnico-urbanistica per una valutazione dell’opera ed invita le suddette Amministrazioni alla Conferenza dei Servizi che si svolgerà a gennaio del 2006. Nonostante l’assenza delle Amministrazioni, alla conclusione della Conferenza, il progetto si ritiene approvato ai sensi della legge n.15 del febbraio 2005, art. 14 comma 7 e 9, in quanto “… il provvedimento finale ... sostituisce a tutti gli effetti ogni autorizzazione, concessione, nulla osta o atto di assenso di competenza delle Amministrazioni partecipanti, o invitate ma risultate assenti …”. Nei mesi di febbraio e marzo 2006 si svolge un carteggio tra il Comune e la Regione, che esprime parere favorevole alla previsione urbanistica del progetto, con l’obbligo di attenersi ad alcune prescrizioni da inserire nella delibera comunale di adozione e nelle norme tecniche attuative. Passati i tempi previsti per legge dal marzo 2006, quando tutta la documentazione è stata inviata dalla precedente Amministrazione alla Regione, e non avendo avuto risposta, la attuale Amministrazione di centro-sinistra delibera la presa d’atto che avvia l’iter finale con il bando di gara, l’assegnazione e la realizzazione dell’opera nell’area situata vicino al “plateatico”. Secondo la dichiarazione dell’Assessore ai Lavori Pubblici Aldo Testi i lavori dovrebbero essere avviati la prossima primavera e completati per l’inaugurazione della nuova Caserma nel primo semestre del 2008. Dopo più di dieci anni, aspre contestazioni e mobilitazioni, lo stato di abbandono dei locali utilizzati per anni dall’Arma, il minacciato trasferimento della stazione dei carabinieri di Castel Madama a Vicovaro, il primo passo concreto per la realizzazione della Caserma è stato compiuto. L’aspettativa di tutti è che ora si proceda speditamente per iniziare e concludere con celerità i lavori, utilizzando il milione di euro incassato dal comune con l’emissione dei BOC, già destinato alla caserma. Non tutti saranno soddisfatti della soluzione adottata: proposte alternative e validi suggerimenti, in questi anni di attesa, ce ne sono stati, ma alla fine una sintesi sembra essere stata trovata. 4 Politica PARTITO DEMOCRATICO Riflessioni di Franco Pappalardo (SDI) a cura di Alessandra De Santis Da qualche anno si sta parlando nell’area del centro-sinistra, della costituzione di un nuovo raggruppamento politico, che dovrebbe nascere dall’aggregazione principale del Partito dei Democratici di Sinistra e della Margherita. Questa nuova aggregazione, facendo proprie le sfide del nuovo secolo, dovrebbe superare gli attuali schemi, che nel parlamento europeo sono costituiti dai Socialisti (centro-sinistra) e dai conservatori (centro-destra). Interpretando in modo più attuale e moderno le problematiche della società e dei problemi derivanti dalla globalizzazione come ad esempio la precarizzazione. Questo dovrebbe essere il Partito Democratico. Un progetto che idealmente dovrebbe rimescolare le carte in campo nazionale, ma ambiziosamente anche aprire una nuova prospettiva per la politica internazionale. Legando tendenzialmente le vicende dell’internazionale socialista, alla cultura ed al filone politico dei Democratici americani. Questo al momento risulta essere un progetto aperto anche al contributo di altre forze minori, di origine laica, cattolico democratico, ed infine socialista. Il partito che rappresento, aveva puntato su questa ipotesi in modo convinto, negli anni precedenti, prima che questa prospettiva fosse interrotta, da uno stop dato da Rutelli e Marini lo scorso anno. Nel momento in cui l’unica forza ancora a credere fermamente in questo progetto erano i Democratici di Sinistra, i vertici dello S.D.I. fecero un’altra scelta, tentando di recuperare al cento-sinistra la presenza dei Radicali, con i quali tante battaglie erano state condivise, allargando il centro-sinistra, “La Piazza” Periodico dell’Associazione Culturale Albatros Vicolo Giustini, n. 10 00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/449849 Anno 3, n. 11 - Dicembre 2006 Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04 Direttore Responsabile: Rino Sciarretta Capo Redazione: Carla Santolamazza Redazione: Alessandra De Santis, Fausta Faccenna, Federico Chicca, Ivano Chicca, Ivano Moreschini, Ramona Pompili, Paolo Muzi, Roberto Bontempi, Salvatore De Angelis Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero Veronica Moro, Valentina Torella, Gualtiero Todini, Flavia De Bellis, Ivo Santolamazza, Franco Pappalardo, Alfredo Scardala, Alberto Grelli, Aurora Fratini Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355 Grafica ed impaginazione: Salvatore De Angelis Stampa: Quaresima, via Empolitana km 3,400 - Castel Madama Chiuso in redazione il 9/12/2006 - Tiratura 1.500 copie SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com E-mail: [email protected] LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I LUNEDÌ DALLE ORE 18 ALLE 20 SOMMARIO • Caserma pag. 3 • PD riflessioni di Franco Pappalardo » 4 • Intervista ad Alfredo Scardala » 5 • Assestamento bilancio » 7 • Impianto organizzativo comune » 9 • Natale Ortodosso » 11 • Viabilità Roma-Est » 13 • Notizie in breve » 14 • IX Comunità Montana » 16 • In ... Forma » 19 • Vicovaro » 23 • Mandela » 26 • Sambuci » 27 • Tivoli » 28/29 • Tradizioni popolari » 31 • Ad arbitrio di sua Eminenza » 32 • Sport » 34 • Libri » 36 Il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, Mandela, Sambuci, Tivoli Politica ed acquisire una presenza più marcatamente laica e riformista. Adesso sembra che in molti nel centro-sinistra pongano di nuovo questo obbiettivo e questo percorso verso il Partito Democratico si stia facendo impetuoso, i socialisti sono interessati a questo progetto, al quale se si realizzerà, daranno un contributo importante, sia a livello nazionale che locale. Uno dei nodi da sciogliere rimarrà come questa forza si riferirà al Partito Socialista europeo, ed all’internazionale socialista. Per noi questo non è un problema secondario. Ad esempio i socialisti di Castel Madama hanno inviato a seguito delle primarie in Francia, per la designazione del candidato a Presidente, un telegramma a Segolene Royal, la prima donna nella storia della repubbli- 5 ca francese ad aver avuto questo incarico. L’episodio serve a far capire quanto ancora forti e radicati siano i valori ed i legami dei socialisti italiani con i socialisti europei e di tutto il mondo e quanto la tradizione socialista italiana, si riconosca in quella degli altri partiti socialisti europei in particolare in quello francese ed in quello spagnolo. Sarebbe auspicabile che tutti i partecipanti alla costruzione di questo nuovo soggetto politico possano sentirsi a casa propria e non ospiti in casa altrui. Che non sia solo la fusione dei due soci fondatori (D.S. e Margherita), ma la nascita di un nuovo soggetto politico, aperto alla società. Questo quindi è un percorso ancora lungo, che non sarà facile per nessuno, ma che sarebbe utile per tutti realizzare. Intervista ad Alfredo Scardala (UDEUR) di Alessandra De Santis La Redazione ha avviato un dibattito ormai da tre numeri sulla situazione politica locale. Per tanto si è ritenuto opportuno intervistare lei che, negli ultimi otto anni ha sintetizzato, in funzione di sindaco, posizioni disparate e discordi e ha guidato amministrazioni di opposto segno. Per cominciare le chiedo, oggi in quale organizzazione politica milita? Ho aderito all’Udeur, partito che abbiamo fondato anche a Castel Madama e di cui è segretario Vincenzo Ciaprini. Tutto è cominciato, almeno per me, da circa due anni e risale al momento in cui dopo la sconfitta elettorale di Storace alle regionali, la segreteria politica dell’allora assessore alla sanità Varzaschi, mi contattò, quando anche loro aderirono all’Udeur. In quel momento sospesi 1’adesione e mi ripromisi, in accordo con chi mi aveva contattato, di risentirci alla fine del mandato di sindaco, ormai mancava solo un anno e mezzo. E adesso le cose stanno cosi. Non trova che vi sia contraddizione tra la sua appartenenza all’UDEUR, che appartiene al centro sinistra a livello nazionale, e la sua collocazione all’opposizione nel governo locale? Anche nell’ultima tornata elettorale amministrativa è successo che nelle liste del centrosinistra ci siano state persone che da amministratori o come singoli cittadini erano stati vicini alla passata amministrazione poi a giugno si sono schierati con il centro-sinistra, per cui, dal punto di vista delle contraddizioni sono in molti a dover spiegare. Io sto all’opposizione poiché quello è il mandato che 1’elettorato ci ha affidato. Il progetto della costituzione del Partito Democratico apporterà delle modifiche delle dinamiche politiche anche a livello locale. Quali pensa che possano essere i soggetti interessati alla formazione di tale “superpartito” a Castel Madama? Voglio fare due considerazioni una a livello nazionale ed una locale. Normalmente già una semplificazione numerica dei partiti è un fatto positivo. Il P.D. nasce da un’esigenza di europeizzazione della politica italiana fondata soprattutto su due grandi poli contrapposti. La nascita del P.D. da un lato ma anche quella eventuale del Partito 6 Politica dei Moderati dall’altro modificherebbero proprio l’antropologia politica italiana cosi come si intende l’organizzazione dei partiti dal dopoguerra in poi. Oggi tornando al P.D. mi sembra che sia un po’ in sofferenza, basti vedere le dimissioni di Ruffolo, uno dei saggi, la discussione sull’organigramma tra Fassino e Franceschini, la “querelle”, sulla collocazione europea e cosi via. Ma soprattutto è nelle idee che mi sembra notevole l’inconciliabilità tra le posizioni dei D.S. e della Margherita. Specialmente quando si toccano le tematiche dei diritti civili, delle libertà individuali, della bioetica e altro. È semplice mettere insieme le posizioni di Pollastrini, Manconi, Grillini, Turco, Buffo con quelle della Binetti, della Bindi, di De Mita o di Rutelli, adesso più cattolico, apostolico romano dello stesso Cardinale Ruini? Se un referendum come quello sulla fecondazione assistita, fosse capitato oggi penso che avrebbe avuto un effetto deflagrante sul governo. In effetti secondo me, non tanto la finanziaria o le pensioni o le questioni militari, dove anche la cosiddetta sinistra radicale sembra abbia scelto una politica di “appeasement”, saranno il terreno di scontro nel governo quanto su questi temi delle libertà civili e individuali. Lì ritengo si evidenzierà la fragilità del governo. A Castel Madama il percorso dovrebbe essere certamente più semplice, almeno in apparenza. Il P.D. dovrebbe essere lo spazio di confronto tra forze politiche e culturali riformiste e libertarie che sgombrando il campo da sospetti e diffidenze reciproche lavorino per la crescita del paese e per il rinnovo (vero) della sua classe dirigente. Sia chiaro, parlo di spazio con dei confini sicuri, non di un calderone in cui inserire tutto e non si conclude niente. Questo dovrebbe essere il partito democratico a Castel Madama, luogo dell’ incontro ma anche dell’esclusione, se si vuole che il dibattito politico tra i due schieramenti ritorni sul campo della concretezza e dei problemi reali lasciando a pochi istigatori lo spazio del personalismo, dell’odio e delle aule del tribunale. È da apprezzare in questo senso lo sforzo che anche il presidente del Consiglio Comunale sta facendo in questa direzione. Dopo anni di appartenenza alla maggioranza e di gestione del governo del paese, oggi si trova all’opposizione. Come articola la politica di minoranza all’interno del Consiglio Comunale e qual è il suo impegno in tale opposizione? La politica della minoranza la stiamo portando avanti in maniera chiara, rigorosa ma anche attenta ai problemi del paese. Devo fare una importante considerazione però che va chiaramente a nostro vantaggio. L’attuale amministrazione quando era minoranza ha osteggiato, direi quasi con ferocia, alcune scelte importanti che abbiamo fatto come la caserma, parcheggio stallone (per il quale si raccolsero le firme contro e fu costituito un comitato dei lavori pubblici poi evaporato e sciolto come neve al sole) ma anche sulla clinica in località Mattatoio. Oggi 1’attuale amministrazione sta riproponendo queste scelte sulla stessa strada che abbiamo segnato noi senza preoccuparsi, come dicevano allora, delle procedure sbagliate, disinvolte o, come nel caso della clinica, “dell’urbanistica creativa” che non avrebbe portato a niente. Non mi pare che ci sia stata alcuna modifica di rotta, tutte le procedure si stanno concludendo cosi come le avevamo impostate compresa “l’urbanistica creativa” della clinica in località Mattatoio. Anche qui potremmo parlare di coerenza delle scelte visto che nelle domande precedenti abbiamo leggermente toccato l’argomento, però lasciamo andare. Certamente io prendo atto favorevolmente di ciò perché rafforza la convinzione che molte cose fatte andavano nella direzione giusta, quella dell’utilità per i cittadini. Per cui se tali questioni verranno riproposte in consiglio comunale, come è già stato per la caserma, posizionata proprio dove avevamo scelto noi, voterò favorevolmente. Per il resto quando l’Udeur si sarà strutturata anche in Consiglio Comunale posso già dire che, senza preconcetti valuterò di volta in volta le iniziative dell’amministrazione. Concludendo ringrazio “La Piazza” per lo spazio che mi ha offerto in questa intervista e ne approfitto per fare gli auguri di Buon Natale a tutti i castellani. Comune 7 ASSESTAMENTO BILANCIO Intervista all’assessore Alberto Grelli a cura di Ivano Moreschini Nel Consiglio Comunale del 30 novembre, con qualche ritardo rispetto alla scadenza del 30 giugno, è stato discusso il consuntivo del 2005. Ci puoi illustrare gli aspetti salienti di questo ultimo atto relativo al periodo dell'Amministrazione di centro-destra? Finalmente il 30 novembre scorso la nuova maggioranza di centro sinistra ha approvato il conto consuntivo relativo alla rendicontazione dell’attività della precedente amministrazione di centro destra nell’anno 2005. Il percorso per giungere alla chiusura del bilancio è stato complesso ed articolato; infatti il consuntivo 2005 è stato il primo bilancio che contabilizza l’operazione relativa ai buoni obbligazionari comunali. I titoli di debito emessi nel dicembre scorso con i quali il Comune di Castel Madama ha reperito risorse per estinguere i mutui posti in essere al fine di limare la spesa per gli interessi passivi, costruire la caserma dei carabinieri e realizzare altre opere pubbliche. Gli aspetti salienti del consuntivo 2005, che rappresentano l’anticamera per comprendere la situazione attuale, mostrano un ente indebitato, con una discreta autonomia finanziaria ma con una pessima e pericolosa situazione dei pagamenti che genera un eccessivo e preoccupante ricorso all’ anticipazione di cassa (significa in sostanza che seppure l’ente copre le spese con il 75% delle proprie entrate, queste risorse non riesce ad averle nel momento in cui gli occorrono ma in momenti successivi, dovendo per questo motivo ricorrere all’indebitamento per fronteggiare la manifestazione dei pagamenti). Quali sono i contenuti principali dell'assestamento di bilancio approvato anch'esso il 30 novembre scorso? L’assestamento di bilancio è un adempimento importante ed obbligatorio, può identificarsi come l’atto di aggiustamento relativo al bilancio di previsione dell’esercizio in corso e decreta il passaggio dalla fase del bilancio preventivo di competenza a quella del consuntivo. È un atto necessario per calibrare le previsioni prima della chiusura del bilancio al 31 dicembre dell’anno corrente. In concomitanza con questo atto, si possono per l’ultima volta durante l’anno in corso, apportare delle variazioni al bilancio per introdurre nuovi capitoli di entrata e di spesa o per ridefinire gli importi secondo le previsioni aggiornate sui capitoli esistenti per favorire l’attuazione dei programmi dell’amministrazione nell’ultima parte dell’anno. L’assestamento di bilancio effettuato il 30 novembre scorso ha riguardato principalmente sul lato della spesa i seguenti interventi: • il recupero dei 10.000 euro risparmiati per la riduzione delle indennità degli amministratori comunali; • il recupero di fondi stanziati per consulenze tributarie e fiscali; • il recupero di fondi previsti per interessi passivi; • il recupero di fondi destinati alla scuola sostituiti con fondi ottenuti con finanziamenti regionali; • lo stanziamento di maggiori spese per la fornitura di energia elettrica agli edifici comunali e per illuminazione pubblica visto l’ampliamento della rete esistente; • lo stanziamento di fondi per il pagamento del materiale di aggiornamento per gli uffici comunali; • lo stanziamento di fondi per sostenere le azioni di lotta al randagismo. Le variazioni, invece, si sono rese necessarie per favorire l’attività di gestione relative alla quinta manifestazione “oliolive”, al recepimento di un contributo pubblico per favorire l’impiego nell’illuminazione pubblica di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili quali quella solare o fotovoltaica, per favorire la ricezione dei contributi regionali appena concessi per la progettazione dei piani particolareggiati sui comparti urbani C2, C3 e C4 e sull’area destinata a zona industriale e per procedere alla gestione contabile dell’operazione relativa ai BOC. La coalizione di centro-sinistra ha descritto in modo fosco la situazione delle casse comunali durante la campagna elettorale. Quale è la situazione che hai trovato all'insediamento? Ho trovato una situazione veramente delicata che richiede grande responsabilità e coraggio da parte di chi amministra nella definizione delle scelte. Al mio insediamento di giugno scorso ad attendermi c’era un grande numero di pagamenti arretrati da effettuare (pagamenti di fatture mensili arretrati da più di un anno per il conferimento in discarica dei rifiuti, pagamenti della mensa scolastica da effettuare dalla fine dell’anno 2004, lavori e opere pubbliche realiz- 8 Comune zate con documentazione contabile insufficiente ed incompleta, molte società in attesa di essere pagate per lavori prestati ect.) ed un attento lavoro di monitoraggio dei finanziamenti ottenuti nell’anno precedente fra i quali, almeno mezza dozzina, per cattiva gestione, rischiavano di saltare e lasciare il comune senza fonti di copertura per le opere realizzate. Inoltre, ho accertato una situazione delicata sulla disponibilità di risorse e una condizione critica sullo stato dei residui. I residui sono impegni di spesa o previsioni di entrata che il comune ha preso negli anni precedenti a quelli della gestione, che devono ancora avere l’effettiva manifestazione numeraria, ossia i residui attivi sono somme del passato ancora da riscuotere e i residui passivi somme del passato da pagare. Il dato preoccupante è che su un bilancio che vede entrate ed uscite ogni anno pari a circa 8-9 milioni di euro per il funzionamento dell’ente, gravano oltre 18 milioni di euro di residui passivi e attivi. Significa che ho un equilibrio con 18 milioni di residui attivi da riscuotere del passato che presentano un elevato grado di incertezza sull’effettiva possibilità di riscossione e ho contemporaneamente 18 milioni di euro di residui passivi che possono trasformarsi in pagamenti immediati e che se si manifestassero congiuntamente nell’arco di un anno il comune di Castel Madama, nell’ipotesi più assurda, per estinguerli nella gestione corrente impiegherebbe tre anni cessando ogni tipo di attività e di spesa. Tale situazione dei residui genera un ricorso frequente all’anticipazione di cassa, ossia l’utilizzo frequente dello “scoperto di conto corrente” per garantire il funzionamento dell’ente, che attraverso proiezioni contabili stimate quest’anno ha raggiunto potenzialmente picchi intorno a 1,8 milioni di euro. Quali sono i programmi per uscire da questa situazione? I programmi per uscire da questa situazione sono quelli classici, individuati dalle principali teorie economiche. Attraverso una programmazione attenta concordata e condivisa con i responsabili dei set- tori con tutti gli altri livelli della macchina amministrativa bisogna ridurre la spesa e attuare programmi di sviluppo per incrementare le entrate dell’ente locale. La formula è di andare alla ricerca di maggiore efficienza nell’azione amministrativa attraverso la crescita della produttività e la riduzione dei costi di gestione. Questo risultato si può perseguire attraverso: • il contenimento della parte di spesa corrente relativa all’acquisizione di beni e servizi (pari a circa il 42% delle spese correnti); • attività di accertamento tributario per aumentare la base imponibile, con un’azione equa di lotta all’evasione che scongiuri il più possibile il ricorso all’aumento delle aliquote delle imposte e tasse comunali; • ricerca di finanziamenti a fondo perduto per realizzazioni di attività della pubblica amministrazione ed in particolare per quelle non essenziali ed indispensabili (feste e manifestazioni); • sviluppo di iniziative per favorire l’acquisto di beni e servizi con ricorso a contratti a risultato che arrechino vantaggi economici per l’ente; • impiego di tecniche di finanziamento per opere pubbliche che prevedono il ricorso a capitale privato (project financing e patti misti); • sviluppo urbanistico crescente ed equilibrato per accrescere le entrate da oneri di urbanizzazione; • sostegno allo sviluppo imprenditoriale con azioni mirate di sostegno ed incentivazioni alle aziende che vogliono investire sul nostro territorio. Un'ultima domanda sull'operazione di ristrutturazione del debito fatta dalla passata Amministrazione. Di recente c'è stato un aumento del tasso di sconto, con un aumento quindi degli interessi. A tuo avviso, quali sono stati i benefici e gli svantaggi di questa operazione? I BOC hanno rappresentato un’operazione con la quale la precedente amministrazione ha ottenuto denaro in prestito ad un tasso di interesse ridotto ma variabile, indebitando il comune per 30 anni per un importo di circa 3,4 milioni di euro, con la quale ha estinto i mutui esistenti accesi negli anni precedenti ad un tasso più alto, accantonato fondi per la realizzazione della caserma e si è dotata di risorse per attuare i propri programmi. Ritengo che seppure l’operazione può trovare una giustificazione tecnica razionale, ciò che non condivido e dalle quali dissento sono le scelte politiche successive all’operazione. Personalmente avrei ridotto il valore del BOC il più possibile e limitato la folle corsa pre elettorale alla spesa per opere pubbliche non tutte necessarie ed indispensabili (rifacimento ringhiere, targhe in marmo centro storico, Comune piccole strade rurali di campagna ect). La delicata situazione delle casse comunali esigeva l’assunzione di un ben diverso e maggiore grado di responsabilità. Ma preferisco guardare al futuro, ritengo che per uscire da questa situazione di crisi il comune abbia bisogno di gestioni parsimoniose, attente e scrupolose almeno per i prossimi 10 anni; un impegno che dovrebbe prendere l’intera classe politica per il bene di Castel Madama a prescindere dai colori, per que- 9 sto motivo ho chiesto alla minoranza di votare il consuntivo 2005 nell’ultimo consiglio. Non importa chi effettua questa richiesta, ma per migliorare la delicata situazione finanziaria comunale occorre che tutti quanti, amministratori, consiglieri, personale dipendente e cittadini si impegnino per ottimizzare la gestione della nostra comunità per il bene di Castel Madama e per il benessere delle popolazioni presenti e future. IL NUOVO IMPIANTO ORGANIZZATIVO DEL COMUNE a cura di Carla Santolamazza L’Amministrazione ridisegna la mappa degli uffici comunali riducendo i settori e cambiando l’attribuzione del personale dipendente allo scopo di rendere più funzionale il lavoro e risparmiare Nell’ultimo Consiglio Comunale di novembre è stata approvata la nuova piattaforma degli uffici comunali. “Il nuovo assetto organizzativo è frutto di un percorso di analisi e conoscenza della macchina comunale. L’obiettivo è quello di rendere funzionali gli uffici, capaci di dare una risposta positiva e tempestiva ai cittadini e di collaborare proficuamente con gli assessori”. Con queste parole il Sindaco Giuseppe Salinetti ha presentato la nuova organizzazione degli uffici. I settori da otto sono passati a cinque con l’aggiunta dell’avvocatura comunale. È cambiato l’ufficio dei servizi sociali che, dal primo dicembre, non è più un settore ma un servizio. La ragioneria è stata concentrata in un’unica divisione, mentre il settore affari generali è stato soppresso e i suoi compiti ridistribuiti. Si stima un risparmio di circa quindicimila euro l’anno, che saranno rinvestiti per potenziare le attività culturali, i servizi sociali e l’informazione ai cittadini. Questo l’assetto organizzativo del Comune: Settore I°: Affari istituzionali e strategici. Responsabile del Settore, Dott. Giovan Battista Di Rollo, Segretario Comunale. Servizio affari istituzionali, segreteria, supporto ed assistenza agli organi. Servizio gestione e sviluppo risorse umane. Servizio elettorale, URP. Servizio statistica, anagrafe e stato civile. Servizio sviluppo informatizzazione generale degli uffici comunali. Servizi sociali. Servizio protocollo. Settore II°: Assetto ed uso del territorio. Responsabile del settore, Dott. Arch. Elisabetta Cicerchia. Servizio urbanistica e pianificazione del territorio, usi civici. Sportello di prevenzione e lotta all’abusivismo edilizio. Settore III°: Lavori pubblici, tutela del patrimonio comunale e dell’ambiente. Responsabile Dott. Ing. Crediano Salvati. Servizio lavori pubblici ed espropriazioni. Servizio tutela e manutenzione del patrimonio comunale. Servizio tutela ambientale. Servizio protezione civile. Settore IV°: Ragioneria generale e risorse finanziarie. Responsabile Rag. Antonio Salinetti. Servizio finanziario. Servizio tributi ed entrate patrimoniali. Servizio economato. Settore V°: Attività di sviluppo economico, culturale e servizi scolastici. Responsabile Sig. Gianni Di Giovannantonio. Servizio attività produttive, commercio, agricoltura e polizia amministrativa. Servizio sviluppo economico del territorio. Servizio cultura, sport e turismo. Servizio biblioteca ed archivio storico comunale. Servizio pubblica istruzione e diritto allo studio. Area di alta specializzazione. Responsabile Avv. Maria Teresa Desideri. Avvocatura comunale. Servizio notificazioni. Società 11 La tradizione del Natale Ortodosso a cura di Alessandra De Santis La redazione de “la Piazza” ha deciso di mettere a disposizione uno spazio del giornale aperto alla cultura e ai problemi delle comunità di migranti che vivono nel nostro territorio, affinché vi possa accendere un dialogo tra culture che travalichi il muro dell’indifferenza e del silenzio, e che apra spazi di incontro interculturale e favorisca un dibattito multiculturale sui vari aspetti della vita sociale e politica. Per questi motivi si propone in questo numero un articolo sul natale ortodosso scritto in rumeno con la relativa traduzione, affinché possa essere letto e compreso anche dai cittadini rumeni presenti nel nostro paese. A tal riguardo si specifica che la traduzione non è letteraria, in quanto è esistita una difficoltà oggettiva per la curatrice di reperire persone bilingue con buone competenze linguistiche sia in italiano che in rumeno. Si invitano pertanto tutti coloro che sono in grado di effettuare delle traduzioni dal rumeno all’italiano di collaborare con la redazione del giornale, ma soprattutto si invitano alla collaborazione gli esponenti delle altre comunità di migranti presenti nel nostro territorio e tutti quelli che vogliono collaborare a tale progetto. Mi chiamo Nuzzi Prichici sono nata a Focsani (Vrancea) in Romania ho quaranta anni e da otto anni vivo in Italia e da cinque qui a Castel Madama. Ho due figli, uno vive qui con me, l’altro è in Romania e lo vedo purtroppo molto raramente. Qui a Castel madama ho aperto una mia attività lavorativa: un Phone Center e Internet Point. Adesso che il Natale si avvicina io rimarrò qui in Italia a lavorare e mi aumenta la nostalgia della mia terra dove … … le festività natalizie durano per molti giorni e sono sentite profondamente dalla collettività e sono molto allegre. Per quaranta giorni prima di Natale si osserva un lungo digiuno durante il quale non si mangiano né carne, né uova né derivati del latte, salvo le domeniche nelle quali si può mangiare solo il pesce. Tutto questo serve per la purificazione dell’anima e il perdono dei peccati. Verso il 2224 dicembre si macella il maiale e lo si prepara in vari modi in vista del pranzo di Natale. … durante la vigilia del 24 dicembre i bambini passano per le case cantando motivi natalizi e gli adulti li ringraziano con dolci e soldini. Sempre il 24 si usa agghindare un albero vero in modo semplice sotto al quale andranno messi una parte dei regali per i bambini, un’altra verrà nascosta sotto il cuscino del letto. … quando finalmente arriva Natale iniziano tre giorni di festeggiamenti (25, 26, 27). Si va in Chiesa per assistere alla solenne funzione e per prendere il pane benedetto, poi si pranza con tutta la famiglia e si mangiano piatti tipici come il Sarmale (involtini di verza o foglia d’uva ripieni di riso e carne), i Calbatos (insaccati di interiora di maiale) e poi il Cozonac (dolce tipico lievitato come il panettone). … dopo il pranzo si esce e si passeggia per le strade illuminate con addobbi natalizi e si va di casa in casa tra amici per ballare e per stare in allegria. I bambini, ma molto spesso anche gli adulti, durante questi tre giorni di festa amano travestirsi da capra o da orso o da altri animali e vanno in giro per il paese con una grande stella e con campanacci, cantando canzoni tipiche ortodosse. Tutti sono allegri, brindano e augurano: Buon Natale! Buon Natale anche a tutti i miei connazionali che vivono a Castel Madama da Nuzzi. Má Numesc Nuti Prichici, vin din România, loc. Foçsani jud. Vrancea dintro zonā viticolā cu tradit,íi multiple. Am plecat din România cu 8 ani în urmā întro simplā vacant,ā dupā care rāmas aici în Italia s, i trāiesc aici în continuare in “Castel Madama” unde mi ani deschis si activitate (phone center). E destul de bine dar îmi lipses, te destul de mule România în special perioada Sārbātori lor de Iarnā core sunt cu mult diferite de cele de aici. Sārbātorile de Iarnā încep cu data de 6 decembrie odatā cu Sãntul Neculae (la fel cum este aici Befana). Pe 24 decembrie în ajunul crāciunului se taie porcul sud formā tradit,ionalā (se înjunghie lupā care se pãrces, te cu paie de grãu, se trans, eaza). Tot ziua (24) se fac turtele (din fāina, apā, sare se coc pe plútā foarte subt,iri sub formā de un strat de turte, un strat de nucā, zahār si arome) s, i stāni in as, teptarea preotului pentru ale sfint,i. Tot în (24) se preparā sucatele (mãncarea) tradit,ionalā: sarmale, caltados, cãrnat,i, tobā, cozonac cu cacao cu brãnzā. Toate acestea se mānãncā începãna cu data de 25 decembrie deoarece cu 40 zile în urmā (deci mijcocuv lui noiembrie - 25 decembrie) este post in care nu se māmãncā carne, brãnzā s, i duā. Pe 24 seara se pregates, te pomul de Iarnā în as, teptarea Mos, ului pentru a împārti cabóurile care sunt as, ezate sub pomul de Iarnā. În seara de 24 copíi umblā cu colindu din casā în casā cãntãnd cãntece religioase: Mos, Crāciun cu plete dalbe A venit de prin nāmet,i Ca sā aducā daruri multe La fetit,e s, i bāieti Pe 25 se merge la bisericā se mānãncā si se încep Sārbātorile de Crāciun cu doferite obieciuri de Iarnā (capra, ursul, cālus, eii, mascatii) core tin 25, 26 e 27, unde emistā multā muzicā, dans s, i voie bunā. În încheire doresc “Sārbātori fericite s, i un lamult,i ani” s, i un “Crāciun fericif”. Nut,i Società 13 VIABILITÀ ROMA-EST: PENDOLARI SU STRADA O SU FERRO? di Carla Santolamazza Mentre si cercano le soluzioni per alleggerire il traffico sulla A24 nel tratto Lunghezza - Roma, il Consiglio di Stato sospende la sentenza del Tar contro l’Anas, il Ministero delle Infrastrutture, la Presidenza del Consiglio e Strada dei Parchi, che aveva annullato l’incremento tariffario del 5,87% scattato il 1 gennaio 2006. Gli utenti e i pendolari pagheranno di nuovo 20 centesimi in più Sono anni che si discute per trovare soluzioni al problema del traffico nel tratto della A24 dalla barriera di Lunghezza all’uscita di Ponte Mammolo e della Tangenziale est, nel frattempo le auto sono aumentate sempre di più anche per l’apertura di nuove uscite, il Mercato agroalimentare e Tor Cervara, e prevediamo grosse complicazioni quando con l’inaugurazione del Centro Commerciale Metropolitano di Ponte di Nona si riverserà sulla A24 dal casello, costruito ad hoc per un accordo tra Strada dei Parchi, Comune di Roma ed il costruttore Caltagirone, il traffico del centro commerciale e del quartiere di 60.000 abitanti di Ponte di Nona. Questo grosso comprensorio residenziale, in parte costruito ed in parte in fase di ultimazione, pubblicizzato per i suoi servizi e facilmente raggiungibile per i collegamenti viari con la Prenestina, la Collatina e la A24, collegamenti con la linea ferroviaria Pescara - Roma, raccoglie già molti residenti che aspettano l’apertura del casello sulla A24 e che quindi andranno ad intasare sempre di più l’autostrada. Senza trascurare poi il Centro Metropolitano, di cui è prevista l’apertura di Panorama sempre per marzo 2007. La soluzione dovrebbe essere la costruzione delle cosiddette “Complanari” di cui si parla da diversi anni e che ora sembra stiano diventando realtà. Infatti nella riunione del Cipe, svoltasi il 17 novembre, nel documento presentato dal Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro sulle “Priorità Infrastrutturali nelle Regioni”, per la Regione Lazio, relativamente alla Viabilità a carattere urbano, Centro Commerciale in costruzione e assonometria di progetto “Complanari alla A24: realizzazione delle complanari alla A24 dalla barriera di Roma est a Casal Bertone”, si precisa che l’intervento costituisce l’alternativa, richiesta dal Comune di Roma, alla terza corsia del tratto autostradale della stessa A24. Il costo dell’opera, stimato in 256 milioni di euro, è ripartito per un terzo a carico dello Stato, per un terzo a carico della Società concessionaria Strada dei Parchi s.p.a. e per un terzo a carico della Regione Lazio, della Provincia di Roma e del Comune di Roma. La Regione si impegna per 40 milioni di euro, come previsto nel protocollo di intesa firmato da Marrazzo e da Di Pietro l’8 novembre. Ma la Regione nella Conferenza dei Servizi, svoltasi il 9 novembre, alla presenza di Comuni, Strada dei Parchi, Associazioni, Enti e Comitati, ha stoppato il nulla osta al progetto definitivo e rinviato all’attenzione delle prossime Conferenze di Servizi le proprie osservazioni e valutazioni sulla nuova viabilità e sul relativo impatto ambientale. I tempi dunque si allungano per sperare di arrivare a Roma in tempi accettabili via autostrada, ma anche la soluzione ferrovia, con il raddoppio della linea tra Roma e Guidonia, non promette tempi brevi, perché il tratto tra Lunghezza e Guidonia è ancora fermo alle modifiche progettuali, mentre fino a Lunghezza i lavori sono a buon punto, per cui la realizzazione di un parcheggio nodo di scambio potrebbe in parte risolvere il problema, tra le altre soluzioni il raddoppio della Via Tiburtina. 14 NOTIZIE BREVI CORSI E LABORATORI PER ADULTI E RAGAZZI L’Assessorato alla Cultura di Castel Madama organizza per gennaio corsi e laboratori di: lingua inglese e spagnola; internet per adulti; linguaggio cinematografico; musica afro-americana; laboratorio artistico-teatrale, di disegno e ceramica. I corsi di Lingua inglese o spagnola, articolati in due livelli (principianti e intermedio), comprenderanno venti lezioni per un totale di 40 ore, il costo a carico di ogni partecipante è di 100 euro. Il “Laboratorio artistico teatrale: come si costruisce uno spettacolo”, sarà curato dall’attrice Maura Ragazzoni, temi del corso: la recitazione, la regia e la scenografia. 36 ore di corso che inizierà a gennaio per terminare a maggio. Il costo a carico di ciascun partecipante sarà di 25 euro al mese. Il laboratorio artistico, “Disegno e tecniche pittoriche”, è a cura dello scenografo Stefano Mancini. Il corso di 36 ore inizierà a gennaio e terminerà a maggio. Ogni partecipante dovrà contribuire con una spesa di 25 euro al mese. Inoltre sarà riproposto il laboratorio sulle teniche ceramistiche e creative “Culture & Cotture”. Manipolazioni primarie di diversi tipi di argille, tecniche di foggiatura e formatura, ricerca dell’espressione e della forma creativa. Le lezioni sono tenute da Emanuele Astengo, docente in discipline ceramiche e plastiche. Dodici lezioni di tre ore una volta la settimana. Il corso inizierà a gennaio e terminerà a marzo. Il costo è di 65 euro al mese. Gratuiti invece: • il corso di introduzione al Computer e Internet, rivolto ai cittadini “senior”, si svolgerà dal 16 gennaio al 6 febbraio, con sette lezioni, il martedì e il venerdì mattina dalle ore 9.30 alle 11.00; • il seminario sul linguaggio cinematografico, comprendente cinque incontri curati dal giovane regista Alessandro Fusto e dall’Associazione RH Musica Libera di Castel Madama. Il seminario inizierà il 10 gennaio; seguirà una rassegna di film; • il corso di “Guida all’ascolto video/audio della musica afro-americana”. In programma ci sono otto incontri curati da Enzo Pavoni, musicista e critico musicale. Il circolo del cinema LO STATO DELLE COSE Piazza Europa Unita, 1 - Mandela (Roma) [email protected] PROGRAMMAZIONE DI DICEMBRE 05 - TRANSAMERICA di Dunkan Tucker con Felicity Huffman e Kevin Zegres 12 - LA SAMARITANA di Kim Ki-duk con Lee Uhi e Kwak Ji-min 19 - ANCHE LIBERO VA BENE di Kim Rossi Stuart con Kim Rossi Stuart e Barbora Bobulowa 26 - LILJA 4-EVER di Lukas Moodysson con Oksana Akinshina e Artiom Bogutjarskij CASTEL MADAMA: NUMERI UTILI Comune: 0774-45001 Pro-Loco: 0774-449500 Carabinieri: 0774-447002 Vigili Urbani: 0774-447305 Ospedale Tivoli: 0774-335086 Farmacia: 0774-447001 Vigili del Fuoco: 115 Servizio Guardia Medica: 118 Croce Rossa Italiana: 0774-531934 / 531938 Protezione Civile: 0774-4500243 Biblioteca Comunale: 0774-4500209 U.S.L. RM/G - Tivoli - Prenotazioni 800986868 Per pagamento Ticket CCP N. 52577616 – Azienda U.S.L. ROMA G sulla causale mettere C.F. ASL 04733471009 Notizie Brevi 15 Aspettando “RUGANTINO”, si replica “NON È VERO MA CI CREDO” La Compagnia Teatrale “Quelli che…continuano” torna in scena con le repliche della commedia dell’indimenticabile Peppino De Filippo. Non è vero, ma ci credo!” È una frase ormai da molti anni di uso comune. Ogni qual volta si vuole ironizzare sulla superstizione, la jettatura, ma anche sull’astrologia, la magia, ecc: per indicare un finto distacco si dice: non è vero... ma ci credo. Assistiamo, in questa nostra strana epoca, a magnifiche rivoluzioni tecnologiche; conquiste della scienza e della medicina impensabili solo fino a pochi decenni addietro. Eppure nella nostra avanzatissima società vi sono pericolosi rigurgiti di epoche lontane, di un passato buio fatto di superstizione, ignoranza, crudeltà. Forse Peppino De Filippo quando scrisse questa sua bellissima commedia, immaginava che “Non è vero, ma ci credo!” sarebbe stata di grande attualità anche dopo 50 anni, e che parlare di iettatura e superstizione significava parlare delle nostre paure più remote e profonde. Ed è appunto ciò che accade al commendatore Gervasio Savastano, ricco industriale napoletano, prigioniero del demone della superstizione, che regola la sua giornata a seconda degli incontri o degli avvenimenti fausti o infausti che gli si presentano. A suo dire uno dei dipendenti è di malaugurio? Ed allora cerca di allontanarlo. Un altro gli porta fortuna? Ed allora cerca di farne un prezioso collaboratore. Il tutto, naturalmente, è solo frutto di ossessive suggestioni… Un bel giorno gli capita di assumere nella sua azienda un simpatico giovane, molto preparato ma gobbo. Questo rappresenta ai suoi occhi il massimo della fortuna. Invece, proprio da quel momento, cominceranno per il povero commendatore una serie di comiche disavventure che termineranno con un finale a sorpresa. Le repliche sono previste per i giorni: 22/23/29 e 30 dicembre, per concludere definitivamente il 7 Gennaio 2007, sempre presso il TEATRO COMUNALE in VIA DEI CADUTI DI NASSIRYA. Spett. giornale “La Piazza”: voglio far presente la situazione di mio figlio Andrea, portatore di handicap, che per continuo scambio di responsabilità tra scuola e comune di Castel Madama non riesce a frequentare l’anno scolastico 2006-07 presso l’istituto Rosmini di Tivoli. E siamo già a Novembre! Spiego bene la situazione, Andrea per il motivo suddetto, ha bisogno di assistenza materiale per frequentare la scuola. Nel 2005 la passata Amministrazione Scardala gli aveva garantito 25 ore di assistenza, con grande sensibilità. Nel 2006 le ore di assistenza da 25 sono passate a 30 da parte del comune ma mio figlio è stato escluso. Dato che la scuola Rosmini dice che l’assistenza spetta al comune mentre il comune, nel nome dell’assessore Ascani, mi dice che spetta alla scuola, fatto sta che la passata Amministrazione con l’assessore Pietropaoli, pur con qualche forzatura mi aveva garantito le ore per Andrea. L’attuale amministrazione invece me le nega. È questo il diritto allo studio negato ad un ragazzo portatore di handicap? Tra l’altro mi risulta che c’è una situazione simile alla mia a cui l’assistenza è stata assegnata per le ore richieste. Perché questa discriminazione verso Andrea? Che cos’è la guerra tra poveri? Dove sono oggi gli insegnanti amministratori che non mi vengono in aiuto? E il comitato dei genitori? Sono profondamente angustiata per questo fatto e per questa grave forma di esclusione che sta togliendo ad un giovane, pur con un problema che non si è certo cercato da solo, un diritto sancito dalla nostra Costituzione, quello all’istruzione. Mi auguro che qualcuno intervenga. Mara Amabili Pubblichiamo la lettera che abbiamo ricevuto a pochi giorni dalla chiusura del giornale, ma ritenendo importante il problema sollevato, lo affronteremo con maggiore approfondimento nel prossimo numero. 16 Comunità Montana IX COMUNITÀ MONTANA a cura di Fausta Faccenna LA COMUNITÀ MONTANA AL TERZO SALONE DELLA MONTAGNA Dal 7 al 10 dicembre 2006, presso la fiera di Roma, la Comunità Montana partecipa al III Salone della Montagna, promosso dalla Regione Lazio. Tale appuntamento, che vede le realtà amministrative, culturali, economiche e sociali della montagna impegnate a valorizzare le risorse dei territori interni attraverso una corretta ed originale proposta espositiva ed una serie di incontri e convegni, oltre alla esposizione delle tematiche attinenti alla realtà socio-economica locale, sarà l’occasione per far conoscere al vasto pubblico che ruota intorno a questa iniziativa, le peculiarità economiche, culturali e turistiche del nostro territorio. Durante la manifestazione la Comunità Montana presenterà numerose ricerche e pubblicazioni sugli aspetti naturalistici più salienti dell’area, sui prodotti tipici, gastronomici e sulle antiche ricette, sulla tradizione del Santo in casa, tutti aspetti che coinvolgono direttamente la vita delle popolazioni montane. Nel corso della manifestazione saranno organizzate degustazioni dei prodotti locali e avranno luogo spettacoli folcloristici per favorire la conoscenza delle espressioni più caratteristiche delle aree interne. Verrà altresì presentato operativamente il progetto “E-mountain Lazio” nell’ambito del Programma E GOVERNMENT a cui la nostra Comunità ha partecipato dall’inizio consapevole delle positive ricadute che esso avrà sulla vita quotidiana delle persone che in montagna vivono e lavorano, contribuendo con la loro presenza a frenare il fenomeno dell’abbandono delle aree montane, favorendo una forma di tutela del territorio. Comunità Montana 17 IN ONORE DELLA MONTAGNA Proponiamo uno degli itinerari più panoramici e suggestivi del Lazio: Capranica Prenestina - Guadagnalo; se percorso in giornate sufficientemente limpide, offre un colpo d’occhio unico su tutti i principali gruppi montuosi dell’Italia Centrale, dall’Appennino al mare. L’inizio dell’itinerario è a poche centinaia di metri dall’abitato di Caprinica Prenestina, poco prima dell’inizio della pineta; si seguono le indicazioni della vecchia segnaletica CAI in vernice rossa e gialla o le frecce rosse, sino alla sommità della collina. Da questo punto i segnali non sono sempre evidenti; comunque il sentiero si sviluppa lungo la cresta che congiunge, con buona continuità, i due centri abitati; la meta è ben visibile e costituisce sempre un utile punto di riferimento. In prossimità della rupe di Guadagnalo si deve percorre un sentiero che presenta alcune difficoltà; l’ultimo tratto più impegnativo può essere evitato imboccando la strada sterrata alla base delle pareti di Guadagna- lo. Giunti al pianoro erboso sommatale, sul quale sono visibili i resti di una torre medievale, è possibile ammirare un panorama a 360° sul Lazio centro meridionale: i Monti Lucretili con Monte Gennaro a Nord, i Monti Ruffi separati dalla Valle dell’Aniene dai Simbruini ad Est, i Monti Ernici a Sud Est, i Monti Lepini a Sud; questi ultimi si elevano ripidi dalla valle del Sacco e sono facilmente riconoscibili grazie alla presenza di una enorme cava di calcare. Ed ancora sono visibili, verso Sud Ovest, i Colli Albani con la distesa della Campagna Romana in direzione Ovest. Dalla cima di Monte Guadagnalo l’itinerario prosegue fino a raggiungere la piazza di Guadagnalo. Tempo di percorrenza: l’itinerario richiede circa 2 ore e mezza per l’andata. IX COMUNITÀ MONTANA Sede: Via Acquaregna n. 90 - Tivoli tel. 0774-314712-3 - fax 0774-330915 www.comunitamontanativoli.org Panorama dei monti Affilani e Simbruini Scuola 19 20 Scuola Scuola 21 22 Scuola Vicovaro 23 LA FELICE RISCOPERTA DI MARCANTONIO SABELLICO di Roberto Bontempi Concluse le tante manifestazioni organizzate per celebrare il Cinquecentesimo anniversario della morte di Marcantonio Sabellico E così anche la settima edizione del Premio Arte Marcantonio Sabellico, realizzata grazie ai contributi della Regione Lazio e della Provincia di Roma, è andata in archivio. Un edizione particolare, in quanto coincidente con il cinquecentesimo anniversario della morte dell’umanista nato a Vicovaro, e davvero ricca di iniziative difficili da condensare in poco spazio. Ci proveremo. Sabato 11 Novembre è stato il giorno della presentazione della imminente pubblicazione delle “Opere minori e poemetti storici del Sabellico”. Il dottor Marcello Nobili, coordinatore del progetto, la professoressa Maria Luisa Angrisani, vera anima della riscoperta “scientifica” dell’opera del Sabellico, e tutta l’equipe di ricercatori che da qualche anno è impegnata nello studio critico e nella traduzione delle opere di Marcantonio, hanno messo in luce le caratteristiche stilistiche e linguistiche di quattro poemetti storici, una rara operetta di storia locale e due trattai composti dal Sabellico nei periodi udinese e veneziano, che costituiranno il corpus del volume che il Comune di Vicovaro darà alle stampe l’anno venturo. Il giorno successivo, Domenica 12, è stato l’atteso giorno delle Premiazioni del concorso di Poesia e Pittura. Trionfatrice della sezione poesia è stata la famiglia Testi: al padre Anselmo, poeta nato a Castel Madama e autore di un buon numero di pubblicazioni, sono infatti andati il primo ed il secondo premio con due liriche intitolate rispettivamente “In questo esser curvo” e “Resteremo nel vento”, mentre sua figlia Eleonora si è piazzata sul terzo gradino del podio con una poesia senza titolo il cui primo verso recita “Immerso nel tuo mare”. Successi in famiglia anche nella sezione pittura, con “Composizione Astratta” tempera su carta di Barbara Petroselli di Ostia, Il sindaco Thomas premia Anselmo Testi, trionfatore della Sezione Poesia vincitrice su “Il ponte di Anticoli Corrado”, un olio su tela eseguito dalla zia Paola Recchia. Terza piazza per l’artista di Licenza Anna Di Felice, autrice di una maiolica dipinta intitolata “Busto di donna in costume rinascimentale”. Qualche piccola polemica ha caratterizzato il dopo-premiazioni. Il sindaco premia Paola Recchia, seconda classificata nella sezione pittura segue a pag. 24 24 Vicovaro Il direttore della Biblioteca Marciana di Venezia riceve una targa ricordo dal Comune Sabato 18 Novembre è un giorno che gli innamorati del proprio paese difficilmente dimenticheranno. Vicovaro ha infatti avuto l’onore di ospitare il direttore della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, il dottor Marino Zorzi che, proprio quel pomeriggio, ha tenuto, nell’aula consiliare, una conferenza sul ruolo del Sabellico a Venezia (ricordiamo che Marcantonio Sabellico fu direttore della Marciana per lungo tempo). Zorzi, uomo di cultura sopraffina e di rara signorilità, è stato felicissimo dell’accoglienza ricevuta al suo arrivo in paese, ed ha avuto parole di elogio per l’amministrazione così impegnata nella valorizzazione di un personaggio tanto importante. Sembra che il rapporto tra Vicovaro e la città di Venezia sia destinato a rafforzarsi sempre di più nel segno del Sabellico, e Zorzi si è detto pronto ad organizzare altre iniziative culturali in accordo con il nostro paese. Alla conferenza sono intervenuti anche la professoressa Maria Luisa Angrisani, il dottor Marcello Nobili e la professoressa Erminia Dell’Oro, anch’essa docente all’Università La Sapienza dove terrà un corso semestrale su Marcantonio Sabellico, che è arrivata a Vicovaro accompagnata da una sua studentessa che, in dicembre, discuterà la sua tesi di laurea sull’Epistolario del Sabellico. Davvero una grande soddisfazione al di là di ogni più rosea aspettativa. La serata è proseguita con lo spettacolo teatrale “La Venexiana”, un’opera anonima del XVI secolo in dialetto veneto allestita dalla Associazione Culturale “White Light”. La ex chiesa di Santa Maria, nonostante qualche piccolo problema di acustica, era gremita in ogni ordine di posto con molte persone rimaste in piedi a seguire una commedia deliziosa e leggera quanto basta, montata con sapienza dalla regia di Massimo Piesco e interpretata da bravissimi attori professionisti (Michele Cesari nei panni del giovane protagonista Iulio, Patrizia Bettini e Gabriella Tommassetti nel ruolo delle serve Nena e Oria, e Giulia Mombelli che interpretava la giovane nobildonna Valeria) tra i quali merita una menzione speciale la portabandiera locale Alessandra Zibellini che, oltre ad essere stata una degli organizzatori dell’intero Premio Arte, ha vestito brillantemente i panni della matura signora Angela, sedotta e abbandonata dal giovane protagonista. Un successo fantastico! Il Premio Arte si è poi chiuso il 25 e 26 Novembre con l’ultima scommessa dell’Assessore Coccia, il Primo Certamen Sabellicum Valerianum, una gara di traduzione dal latino di brani dell’opera del Sabellico riservata agli studenti degli ultimi due anni di tutti i licei e Istituti Magistrali di Roma e Provincia. All’invi- Il bacio tra Iulio e Angela nello spettacolo teatrale La Venexiana Vicovaro Il vincitore del Primo Certamen Sabellicum, Attilio Zilli, posa insieme al sindaco Thomas, la professoressa Angrisani e i dottori Nobili e Ronci to, per la verità, hanno risposto un esiguo numero di studenti, 15 per 7 scuole, ma si era alla prima esperienza e molti sono comunque i risultati positivi: si sono sviluppati contatti con scuole prestigiose che potranno solo essere rinforzati, e si è dato modo ad alunni e professori di conoscere un personaggio sconosciuto ai più. Vincitore del Certamen è stato un ragazzo del Liceo scientifico Augusto Righi, Attilio Zilli, premiato dalla Commissione per La compagnia degli attori saluta il pubblico 25 un commento brillante. Seconda classificata Rossella Malaspina, una ragazza che frequenta il penultimo anno dell’Istituto d’Istruzione Superiore Classica di Palestrina, mentre al terzo posto si è piazzata Claudia Ballanti, anch’essa del Liceo Righi. Al liceo Righi è andato anche il quinto premio con Giorgia Di Sora. Gloria anche per il liceo scientifico Spallanzani di Tivoli, capace di piazzare due ragazzi tra i primi 10 (Roberto Romiti quarto e Giulio Giaconi sesto), mentre la settima piazza è stata occupata da Domenico De Stefano del liceo classico Giulio Cesare di Roma. Per il vincitore un bel viaggio di una settimana a Venezia con visita alla Marciana mentre per gli altri premi in denaro, pubblicazioni del Comune di Vicovaro e cesti di prodotti tipici locali. Per gli organizzatori c’è un anno di tempo per pensare a migliorare sempre di più ed organizzare uno scintillante Ottavo Premio Arte Marcantonio Sabellico. SUL PROSSIMO NUMERO DE “LA PIAZZA” UN’INTERVISTA ESCLUSIVA AL DIRETTORE DELLA BIBLIOTECA MARCIANA MARINO ZORZI 26 Mandela TURISMO RURALE A MANDELA di Roberto Bontempi Il Comune di Mandela, attraverso una gara per pubblico incanto, ha affidato la gestione di un casale in località Pian di Papa alla cooperativa sociale Integra. Il casale, che è stato restaurato dal Comune con fondi soprattutto regionali, è attrezzato con una cucina, una salone, alcune stanze per la ricezione di ospiti. Inoltre esso è immerso nel verde delle colline che formano il territorio di Mandela, e quindi può essere punto di partenza di escursioni e passeggiate. Chiediamo a Luca Natali, vice-presidente della cooperativa Integra di spiegarci il progetto di gestione per lo sviluppo del turismo rurale che ha presentato al Comune di Mandela 1. Quali sono secondo te le potenzialità del casale che avete preso in gestione? La nostra proposta gestionale parte dall’esperienza maturata dalle realtà imprenditoriali del Consorzio di cooperative sociali INTEGRA nel settore turistico, che ci ha portato a definire il turismo rurale come una realtà che ha una sua identità precisa e si riferisce ad un segmento della domanda fortemente caratterizzato. In quest’ottica, la nostra proposta è stata concepita ed organizzata in base alle prospettive di fruizione che il casale di Pian di Papa riteniamo abbia. Da un lato, relativamente alle caratteristiche del casale stesso, una struttura accogliente, con ambienti salubri, accessibile ai portatori di handicap, dall’altro, la sua collocazione, incastonato tra le colline e le montagne di Mandela, uno scenario suggestivo ed ancora tutto da scoprire. 2. Quali attività escursionistiche e di svago si possono svolgere sulle colline del territorio di Mandela? È proprio la località nella quale insiste il casale che ci consente di promuovere attività escursionistiche molteplici, attraverso la creazione di itinerari tematici, personalizzati, in accorso con l’identità del territorio che includa tutti gli operatori interessati a livello locale. Penso ad escursioni a piedi, a cavallo, in mountain bike, attraverso sentieri da poco sistemati ed altri che potranno essere battutti, adatti alla passeggiate dolci e agli escursionisti puri, agli sportivi e ai “villeggianti della domenica”. 3. In generale, che cosa pensi della situazione del turismo nella Valle dell’Aniene? Cosa servirebbe al nostro territorio per decollare in questo senso? Penso che il flusso di persone che viene nella nostra valle, soprattutto nel fine settimana, sia significativo; ho però la sensazione che sia un turismo mordi e fuggi, legato quasi esclusivamente all’offerta agro alimentare e della ristorazione, peraltro importantissima, che offre il territorio. Credo che però lo sviluppo passi attraverso 2 strade: a) la capacità delle realtà imprenditoriali presenti sul territorio, aziende agricole, agriturismi, ristoranti, strutture ricettive, imprese artigiane, di fare rete e di diventare unico soggetto in grado di offrire servizi diversi su un’area vasta, che va da Mandela fino oltre Subiaco; b) la capacità degli Amministratori locali di sostenere queste realtà, le uniche potenzialmente produttive ed in grado di offrire posti di lavoro, anche alla luce degli ultimi stanziamenti europei in tema di turismo rurale che l’Europa ha assegnato all’Italia e che la nostra valle non può e non deve lasciarsi sfuggire. Sambuci 27 28 Tivoli Interventi di riqualificazione sull’Ospedale “S. Giovanni Evangelista” di Tivoli di Valentina Torella Come tutti sanno spesso una delle più grandi “piaghe” che affliggono le città in cui viviamo riguarda la sanità che nella maggior parte dei casi risulta essere molto carente. Infatti accade di frequente che chi necessiti di cure e ricoveri venga ad avere a che fare con ambienti scarsamente igienici, poco attrezzati e ancor meno accoglienti, senza tener conto della scarsa quantità di posti letto disponibili che spesso inducono al trasferimento dei pazienti in altri reparti se non addirittura in altri ospedali. E i problemi non sono mancati nemmeno per l’ospedale “S. Giovanni Evangelista” di Tivoli che di sicuro necessita di una buona riqualificazione e di un potenziamento. A farsi carico di tale impegno è stato il direttore generale della Asl RM G Giovanni Di Pilla che, schierandosi dalla parte del malato e della popolazione, ha stilato un programma ai fini di migliorare, sotto molti punti di vista, la struttura e il funzionamento del medesimo ospedale. E con il passare del tempo e l’inizio dei lavori tanto si è fatto fino ad oggi per cercare di venire incontro alle esigenze in materia di ogni singolo cittadino. E proprio ultimamente, verso la fine del mese di novembre, enorme soddisfazione è stata espressa dal Sindaco di Tivoli Marco Vincenzi per l’avvenuta gara d’appalto dei lavori di ristrutturazione e completamento definitivo dell’ospedale di Tivoli, essendo tale avvenimento di rilevante importanza non solo per la stessa Tivoli ma anche per l’intero L’Associazione A L B AT R O S bacino di utenza della Valle dell’Aniene. I lavori appaltati, per una somma di 13,7 milioni di euro riguardano interventi di completamento delle strutture esistenti, la ristrutturazione dell’intera vecchia ala dell’ospedale e la riqualificazione degli immobili dell’ex Monte di Pietà. Con questi interventi l’ospedale “S. Giovanni evangelista”, il più grande dell’intera Asl RMG, vedrà aumentare anche il numero dei propri posti letto, in base anche a un parallelo piano di riqualificazione della Asl stessa. Inoltre c’è da dire che circa 700 mila euro saranno spesi, tra l’altro, per il completamento del pronto soccorso con la realizzazione definitiva del Dea di 1° livello e le ristrutturazioni permetteranno anche una più adeguata dislocazione degli uffici. e la Redazione de Augura Buon Natale e Felice Anno Nuovo ARRIVEDERCI A GENNAIO 2007 Tivoli 29 ROSY SANTH ESPONE LE SUE OPERE di Veronica Moro Rosy Santh è una pittrice tiburtina già nota ai lettori de “La Piazza”, infatti nel numero di marzo abbiamo parlato della sua personale – nella quale esponeva opere di pittura materia – tenutasi presso le Scuderie Estensi. Rosy Santolamazza, in arte “Santh” è nata e vive a Tivoli, ma ha un padre di origine castellana, ha due figli Manuel e Carmelo abituati a vivere in una casa completamente tappezzata dalle opere della mamma. Cresciuta affianco ad un nonno materno artigiano che le illustrava le opere di Leonardo e del Botticelli, come se fossero stati dei fumetti, Rosy si è appassionata fin dall’infanzia al mondo dell’arte. Nel corso della sua vita non ha mai smesso di coltivare la passione per la pittura e ha frequentato un’accademia di arte privata a Tivoli, dove ha imparato tecniche antiche e moderne. Alcuni anni fa, nel corso di una mostra estemporanea a Castel Madama, ha ricevuto un premio ex equo con il maestro Riccardo Rovazzani, artista da lei molto apprezzato e stimato. Santh fa parte, come ospite da vari anni, dell’Associazione dei 100 pittori di Via Margutta. A tutti coloro che hanno avuto modo di conoscere le sue opere e soprattutto a chi ancora non la conosce farà piacere sapere che Santh replica, con un’altra mostra personale, dal 9 al 16 dicembre, sempre presso le Scuderie di Tivoli. Abbiamo parlato direttamente con lei per sapere meglio cosa porterà in questa mostra e quali sono i soggetti delle sue opere. Quando sarà inaugurata la tua mostra tiburtina? La mia personale aprirà il 9 dicembre alle ore 17,00 presso le Scuderie Estensi in Pzza. Garibaldi 16. Che tipo di opere porterai? Ci saranno circa 40 opere tra quelle nuove, eseguite nel 2006, e altre degli anni passati. Le tecniche usate sono diverse: la pittura materica – la mia preferita – l’olio su tela, affreschi a secco, pittura su vetro e mosaico. Santh e le sue opere Quali sono i soggetti e le tematiche principali? Amo dipingere soprattutto cavalli e nudi femminili, che mi piace rappresentare mescolando il surrealismo, il figurativo e l’astratto. Hai altri progetti dopo la mostra tiburtina? Si, dal 15 al 21dicembre, esporrò alcune delle mie opere in una collettiva a P.zza Re di Roma con l’Associazione Culturale “Rassegna Re di Roma”. Ci sarà un grande capannone allestito nel giardino centrale della piazza che ospiterà le opere di vari artisti, tra cui le mie. Per chi non avesse modo di vedere la mia personale a Tivoli potrà trovare una piccola parte dei miei quadri in questa esposizione romana. Tradizioni popolari 31 Tradizioni popolari a Castel Madama - Proverbi selezione ed elaborazione del testo a cura di Gualtiero Todini Dalla tesi sulle “Tradizioni Popolari a Castel Madama, 1949” di Vittorio Todini Tu mo’, che té vinti o trent’anni, mancu lo sa che so’ le melarosa; ma ai témpi méi le melarosa eranu le mela ppiù bòne e ppiù duci, tutte bianche e rosce (‘nvece le cuccuvine eranu bone puru jesse, ma eranu tutte virdi e sapeanu de limone: macara pe’ vesso, in italiano, se chiameanu “limoncelle”). Allora il proverbio “’n zo’ pe’ j’asini i confetti e mancu le melarosa pe’ i porci” sta a significare che fare gentilezze a un ingrato è tempo sprecato: non si danno i confetti all’asino e nemmeno delle buone mele ai porci. Recentemente ho visto un film, “La sconosciuta” di Giuseppe Tornatore, che ho anche commentato nel numero precedente de “La Piazza”. Bene, in questo film, la protagonista che fa la badante a una bambina, che fra l’altro ritiene essere sua figlia, siccome la bimba non sa difendersi, cerca di insegnarle un singolare (e discutibile) stile di comportamento: restituire sempre pan per focaccia (altro che porgere l’altra guancia!) e se sei stato mandato in terra e non sai chi è stato, quando ti rialzi in piedi, picchia il primo che ti capita fra le mani, perché se sei tu a farti pecora, il lupo mangia te. Già: “chi pecora se fa, u jupu se lla magna”. Gli spagnoli, ma non loro soltanto, distinguono fra chi è figlio de puta (chiaro, no?) e chi è figlio di “Qualcuno”. Bene: il figlio di Qualcuno avrà soldi e benessere, avrà comportamenti raffinati, aristocratici. Chi, invece, è figlio di... nessuno, sarà povero e straccione; e per quanto si atteggi a persona per bene, c’è poco da fare: “chi nasce de cajna, ‘n tera ruspa”. Un proverbio brutale che teorizza la divisione in classi eterna, senza scampo. Meno male che qualche volta pure i proverbi prendono cantonate. “Barattulu miccu, barzamu (unguento) bonu”. Questo proverbio è l’equivalente dell’altro “nella piccola botte c’è il vino buono” ed è il contrario di un’altra espressione greve e lapidaria: “grossu e cazzacciu”. Come nascono questi proverbi? I proverbi nascono dalle esperienze di vita: certamente, se una persona è fine, delicata, piccola (e, soprattutto, influente) di sé avrà detto: “io sono piccola, ma sono molto valida, come è vero che il vino migliore si mette in una botte piccola e in un barattolo piccolo il buon unguento. Eh, già! I proverbi non se li sono inventati le capre, ma uomini saggi con la barba bianca! Abbiamo visto che chi nasce da gallina resta a ruspare per terra; ma c’è anche il rovescio della medaglia: “chi magna ‘n ponta de corteju, no’ rempie mai ju corzemeju (stomaco)”. Mi è capitato qualche rara volta di mangiare un frutto (una mela o, peggio, una pèsca) con coltello e forchetta. Che fatica! E, alla fine, il buon sapore della mela o della pèsca prese a morsi era andato a farsi friggere! “Tutte le botte so’ de j’asinu cioppu”. L’asino zoppo paga per tutti, non c’è rimedio. Se due o più fratellini (beh, una volta! adesso nascono quasi tutti figli unici!), dicevo: se più fratellini litigano, chi ce le piglia è sempre il più piccolo! L’asino zoppo è lui. Ma in castellano si dice pure – con rozza efficacia – “sta scrittu sopra ju muru che u ppiù miccu se ratta ‘n curu!”. C’è chi nasce con la camicia o, detto più volgarmente, co ju fiore ‘n curu. E c’è quello, che non glie ne va bene una: se invoca il sole, gli casca addosso un temporale e un fulmine gli sconquassa la casa. Se decide di fare un viaggio, gli si sfascia la macchina di notte e in una zona deserta. Vuoi vedere – impreca sconsolato – che “se me metto a fa ju cappellaru, nasciu tutti senza capu!”. 32 Archivio AD ARBITRIO DI SUA EMINENZA di Flavia De Bellis L’assassinio legale è incomparabilmente più orrendo dell’assassinio brigantesco. Chi è assalito dai briganti ... spera ancora di potersi salvare fino all’ultimo momento. Mentre qui tutta quest’ultima speranza ... te la tolgono con certezza; qui c’è una condanna, e appunto nella certezza che non vi sfuggirai sta tutto l’orrore del tuo tormento ... F. Dostoevskij, L’idiota Nella seconda metà del ’700 non solo in Europa ma anche in quasi tutti gli Stati d’Italia cominciano a diffondersi con forza le idee illuministe e si sviluppa un ampio movimento d’opinione teso ad abolire la pena di morte e gli altri feroci supplizi cui potevano essere sottoposti i condannati. In quegli anni Cesare Beccaria pubblica Dei delitti e delle pene in cui dichiara con coraggio che la pena di morte è contraria alla stessa idea di contratto sociale e quindi in aperta contraddizione con qualsiasi forma civile di Stato o di qualsivoglia associazione condivisa tra uomini. Molti governanti italiani raccolgono le nuove istanze e modificano di conseguenza la legislazione riguardante i reati penali. Lo Stato Pontificio, invece, sembra non essere neanche sfiorato da questo nuovo corso se ancora nel 1754 Sua Eminenza il Cardinal Valenti emana un Bando, anche questo sui delitti e sulle pene ma di tenore del tutto opposto, che non riguarda la sola città di Roma e Distretto ma si estende parimenti (...) in tutte le altre Città, Terre, Castelli ed altri Luoghi dello Stato Ecclesiastico anche mediatamente soggetti, e quindi anche in Castel Madama. In questo Bando, di cui l’Archivio Storico Comunale conserva una copia a stampa, sono contemplati pressoché tutti i reati che potevano essere commessi nell’ambito delle comunità dell’epoca e tutte le pene che di conseguenza potevano essere comminate. La prima impressione che si ricava dalla lettura di questo interessantissimo documento è che esista in molti casi una forte sproporzione tra l’atrocità della pena prevista e la gravità del reato commesso; nella maggior parte dei casi si tratta di pena della vita, talvolta inflitta automaticamente in base alla giurisprudenza consolidata, ma spesso come misura peggiorativa rispetto alla galera perpetua e sempre, in questo caso, ad arbitrio di Sua Eminenza. Va ricordato che nello Stato Pontificio, fino ai primi anni dell’Ottocento, sono rimaste in vigore sostanzialmente due forme di pena capitale: la decapitazione, meno umiliante e perciò privilegio esclusivo degli aristocratici e del clero, e la più “democratica” impiccagione che riguardava la quasi totalità dei comuni cittadini. Quest’ultima era frequentemente preceduta dalla tortura e seguita altrettanto frequentemente dallo scannamento che consisteva nel taglio della testa che veniva infilzata su un palo posto accanto alla forca, o dallo squartamento con esposizione dei pezzi in vari luoghi della città a monito di tutta la popolazione. Vediamo ora, sulla base del Bando citato, quali reati, ancora nel 1754, dovevano essere obbligatoriamente puniti con le pene suddette. Si inizia, leggendo semplicemente i Capitoli uno dopo l’altro, con il tentativo di violenza carnale in pubblico e si prosegue con il barare al gioco, la contraffazione di sigilli o scritture pubbliche, la Archivio sottrazione di documenti dagli archivi, la detenzione di pistole curte, o siano archibugetti ed altre armi proibite, il tentato omicidio con armi da fuoco, lo sparo in Chiesa o in sacrestia, l’omicidio colposo per motivi passionali soprattutto durante una rissa. Particolare attenzione viene riservata agli autori di libelli famosi, vale a dire diffamatori o ingiuriosi, o pasquinate di qualsivoglia sorte (...) che contenghino alcuna sorta di maldicenza, o detrazione, o calunnia di Principe, o di Persone graduate, Ecclesiastiche o Secolari. Le esternazioni della coscienza critica vengono represse con la pena della vita, confiscazione de’ beni, e perpetua infamia, secondo la qualità delle Persone, o almeno della Galera ad arbitrio di Sua Eminenza. Incorre inoltre nella pena di morte, sempre ad arbitrio di Sua Eminenza e come misura peggiorativa rispetto alla prospettiva di dover remare in perpetuo sulle galere della flotta pontificia di stanza a Civitavecchia, chi romperà, o farà rompere pace, tregua, parola, o riconciliazione e chi ardisca a mal fine di far coadunazioni, o conventicole di Persone, intendendo con questo le riunioni di sei Persone armate, o più di dieci senz’armi. Allo stesso modo gli organizzatori di proteste o tumulti, chi si presenta nelle case munito di credenziali false, chi offende i membri del Consiglio Comunale, chi evade dal carcere o facilita l’evasione di un carcerato, chi corrompe un pubblico ufficiale, chi viola i segreti d’ufficio, chi appicca un incendio in luoghi abitati, tutti questi sono passibili di condanna a morte. La pena della vita si applica anche agli avvelenatori, a chi propina poculi amatorj, agli antecedenti dei moderni scippatori, a chi ruba addormentando con oppio, agli estorsori e ai ricattatori, ai ladri abituali e recidivi, a chi commette furto con scasso o servendosi di chiavi false e a chi ruba nelle Chiese ancorché la roba fosse di minimo valore, ed il furto fosse semplice. 33 Alla forca viene condannato il domestico che commetterà furto a danno del proprio Padrone e, in caso di furti domestici qualificati, ovvero con scasso o con l’uso di grimaldelli, se il valore delle robe rubate passerà la somma di scudi dieci. Ugualmente viene avviato al patibolo, dopo aver subito la frusta, i tratti di corda, la tortura e la berlina, chi conia o spende monete false e coloro i quali toseranno, o in altro modo leveranno con Lime, Forbici, o altra sorta di stromenti, o veramente con acqua forte, od altri corrosivi alcuna particella d’oro, o d’argento alle monete poiché un delitto così atrocissimo, dichiara, e vuole l’Eminenza Sua, che per incorrere la suddetta pena basterà. Si potrebbe continuare ancora per molto ricordando che la vita può essere tolta ad arbitrio di Sua Eminenza anche a chi si traveste per non farsi riconoscere, agli Zingari ed i Vagabondi che si trattengono nel territorio dello Stato Pontificio senza permesso e a tanti altri soggetti estremamente eterogenei. Va detto comunque, ad onor del vero e come impone la deontologia professionale di un archivista, che l’arbitrio di Sua Eminenza si riduce e si addolcisce nei confronti delle donne, verso le quali la giustizia pontificia mostra un occhio di riguardo; si legge infatti nel penultimo capitolo del Bando che le donne devono esser punite con le stesse pene stabilite per gli Uomini, quando però siano eseguibili nelle stesse Donne, come lo son quelle della vita, della frusta, dell’esilio e le pecuniarie. Rispetto poi alle non eseguibili, come la galera, questa s’intenderà per le carceri per lo stesso tempo. Possiamo dunque immaginare che le donne di Castel Madama, Diocesi di Tivoli, Comarca di Roma, Territorio dello Stato Pontificio, si siano sentite particolarmente fortunate in quel lontano 1754 ... 34 Sport A.S.D. Castel Madama DIECI PUNTI IN DIECI PARTITE di Ivo Santolamazza Nella settima giornata di andata del campionato di Promozione Laziale (girone B) disputata il 12 novembre 2006 l’A.S.D. Castel Madama conquista la vittoria contro Tor Lupara per 2-0. Nell’ottava giornata il Castel Madama pareggia 1-1 con il Roviano Team Service. Alla nona giornata, giocata domenica 26 novembre 2006 alle ore 11, sul campo “A. Testa” a Castel Madama, il Riano batte il Castel Madama: all’ 8’ il Riano guidato dall’allenatore Gratti trova subito il vantaggio con D’Ascenzi che trasforma il rigore concesso per una trattenuta in area. Al 10’ la squadra di casa ottiene il pareggio con Ippoliti. Nella ripresa il Riano trova la rete della vittoria con Stefani che, da calcio di punizione, sigla l’1-2. Domenica 3 dicembre 2006 Pro Calcio Acilia – Castel Madama termina con il punteggio di 2-0. La Pro Calcio Acilia batte il Castel Madama e lo raggiunge in classifica. La squadra di casa si porta in vantaggio al 18’ con una punizione di Oliva. Il secondo gol è di Barbato e arriva al 25’ con un’altra punizione. Il Castel Madama gioca una buona gara cercando di reagire ma arrivano soltanto due traverse con Salvati. I ragazzi del Castel Madama oltre al campionato sono impegnati anche nella Coppa Italia dove si sono qualificati per i quarti di finale battendo Boreale 3-1 all’andata e pareggiando 2-2 il ritorno del 29 novembre 2006. CLASSIFICA - Girone B (aggiornata al 4/12/2006) Pro Sabina Tor Lupara Tor de Cenci Fiumicino Riano Roviano Casette Monter. Scalo N.S. Maria Mole Pescatori Ostia Alessandrino Fonte Nuova Pro Calcio Acilia Castel Madama Tor Sapienza Palocco 21 21 20 20 15 14 13 13 12 11 11 10 10 10 9 2 10 10 10 10 10 9 10 10 9 10 10 10 10 10 10 10 6 6 6 5 4 3 3 4 3 3 3 1 2 3 2 0 3 3 2 5 3 5 4 1 3 2 2 7 4 1 3 2 1 1 2 0 3 1 3 5 3 5 5 2 4 6 5 8 18 14 16 11 16 15 12 8 13 12 10 10 8 12 13 5 12 9 9 5 16 7 14 11 8 12 14 10 12 18 13 23 Sport 35 Seconda Categoria: Pro Castel Madama di Ivo Santolamazza Continua la scalata in classifica della F.C. Pro Castel Madama nel Campionato di Seconda Categoria (girone H). Il 3 dicembre 2006 si aggiudica la partita giocata in casa contro Pibe de oro per 2-1 scavalcandolo in classifica. Ancora tre punti per la squadra di Castel Madama che si posiziona al quinto posto in classifica a soli cinque punti dalla prima. Infatti la Pro Castel Madama sulle dieci partite fin ora disputate totalizza cinque vittorie e tre pareggi lasciandosi alle spalle solamente due sconfitte. Nel prossimo turno incontrerà fuori casa la Res Roma. CLASSIFICA Girone H (aggiornata al 4/12/2006) La Vetrice Gerano Cerreto Arsoli Pro Castel Madama Pibe de oro Aud. Olimpica N. Agosta Borussia N. Lunghezza Poli Real Casilino Vicovaro Res Roma Real Turania Fortitudo RM 23 20 20 20 18 17 17 16 15 15 10 9 9 7 1 1 PALLAVOLO: TERZA DIVISIONE MASCHILE Sabato 18 novembre a Castel Madama, presso la palestra della scuola media in via Pio La Torre, l’A.D.G.S. Castel Madama si prende una rivincita sulla partita amichevole persa fuori casa contro il Vivivillalba. Il Castel Madama, infatti, domina la gara amichevole di ritorno disputatasi in casa, con una somma di punti superiore alla squadra avversaria, anche se c’è stato un pari merito sui set vinti. Sono stati giocati quattro set: il primo vede vittoriosa la squadra Castellana con un punteggio di 25-21. Il secondo set se lo è aggiudicato il Vivivillalba per un soffio con il punteggio di 2325 grazie ai molti sbagli della squadra guidata dal mister Simone Ricci. Il terzo set ricalca un po’ l’andamento di quello precedente e termina per 22-25 ancora per la squadra ospite. Nell’ultimo set non ci sono dubbi, il Castel Madama chiude la partita con un punteggio netto di 25-15 sbagliando pochissimo e affrontando la gara con la giusta grinta. 36 Libri BORGES VENT’ANNI DOPO recensione a cura di Ivano Moreschini “I miei libri (che non sanno che io esisto) / sono parte di me come questo viso.” È inevitabile aprire una presentazione di Jorge Luis Borges nel ventennale della sua scomparsa partendo da una citazione di un suo verso, una sua frase. Proprio di frasi illuminanti, di ragionamenti sul filo del paradosso, infatti, è fatta la sua scrittura di grande classico del novecento. Ed è proprio il verso iniziale che mi tornava in mente, trasformato, impreciso, mentre pensavo a questo articolo. Scoprivo infatti che quei libri, persi in qualche scatolone, sollevavano in me, al solo pensiero di andarli a cercare, più emozioni di tanti incontri quotidiani, che affollano la banalità dei miei, dei nostri giorni. E scoprivo altresì la profonda verità di un’altra affermazione di Borges: che la poesia non esiste di per sé, ma sta “nel commercio del poema con il lettore”, nel ritornare al libro che ti ha dato un’illuminazione, per rinnovarla, cambiata, perché tu sei cambiato. La poesia, come tutta l’arte, si trova in quell’“imminenza di una rivelazione, che non si produce, dove sta, forse, il fatto estetico”. Cerco allora di dare qualche spunto per stimolare un piccolo interesse su questo autore, avvertendo che è un autore che si legge per puro piacere, e traffica con temi che forse sono poco utili. A meno che uno non sia tanto irragionevole da ritenere che il piacere di leggere, e di riflettere su temi eterni, ma non utili, non sia una perdita di tempo. Jorge Francisco Isidoro Luis Borges nasce a Buenos Aires, il 24 agosto del 1899. Il padre, Jorge Guillermo, era avvocato, ma insegnava anche psicologia, in inglese, in una scuola della città. Uomo colto, scrittore mancato, sperò che il figlio potesse riuscire in quella passione letteraria, dove lui aveva fallito. La madre, Leonor Acevedo, di origine tutta spagnola, era anch’essa una donna colta, pur se meno brillante del marito. Borges quindi crescerà con un doppio codice linguistico, inglese e spagnolo, nella particolare declinazione argentina. Entrambi i genitori discendevano da famiglie che avevano avuto un notevole ruolo nelle rivoluzioni e nelle guerre per l’indipendenza argentina. Un ruolo soprattutto militare, di condottieri: figure che saranno poi evocate poeticamente nell’opera di Borges. Tra questi Francisco Narciso de Laprida, antenato della madre, che aveva presieduto nel 1816 il congresso che a Tucuman dichiarò l’indipendenza dell’Argentina, e fu ucciso nel 1829 dai gauchos ribelli: è il protagonista della poesia che riportiamo. Dal 1914 al 1921 la famiglia si trasferisce in Europa, prima in Svizzera, per la guerra mondiale che era nel frattempo esplosa, poi in Spagna. Seguì il ritorno in Argentina, patria non solo fisica, ma anche elettiva di Borges, che inizia la sua carriera letteraria nel 1923 con un libro di poesie intitolato appunto “Fervor de Buenos Aires”. Alcuni altri eventi della sua vita vanno citati, perché hanno un rilievo anche letterario: la sua progressiva cecità, ereditata dal padre, che culminerà alla fine degli anni cinquanta; la sua nomina a direttore della Biblioteca Nazionale argentina, proprio mentre la cecità ormai aveva avuto il sopravvento, che gli ispirerà una delle sue poesie più felici, il “Poema de los dones”: “Nadie rebaje a lagrima o reproche/esta declaracion de la maestria/De Dios, che con magnifica ironia/Me dio a la vez los libros y la noche.”. Non fornisco la traduzione, un po’ perché il senso si capisce, un po’ perché può essere uno stimolo ad iniziare il commercio del poema con il lettore. E poi a Castel Madama lo spagnolo da qualche tempo è molto frequentato. Borges si è cimentato soprattutto con i racconti, le poesie, la critica letteraria. Ma la particolarità della sua scrittura è che spesso i racconti sembrano critiche letterarie, le critiche letterarie racconti, le poesie trattano di temi filosofici e speculativi. Insomma c’è una circolarità nell’opera di Borges, che costituisce il grande fascino di questo scrittore. Borges, inesausto lettore, indaga filosofie, religioni, letterature mondiali. Il tutto è tenuto insieme da una ricerca più profonda:quella della parola poetica. L’itinerario artistico di Borges inizia infatti negli anni venti, nel periodo dell’espressionismo, del futurismo, ed egli assorbe questo tipo di tensione e di ricerca. Si farà notare sulla scena letteraria argentina per un manifesto sull’ultraismo: comunque un assalto alla tradizione, anche se discreto, come nel suo stile. I temi di Borges sono molteplici: i più noti sono quelli legati al labirinto, ai sogni, agli specchi, ai libri, alle biblioteche, alla impossibile definizione del tempo, alla letteratura fantastica. Ma ce ne sono altri: la ricerca di alcune metafore comuni a tutte le letterature; un interesse per l’aspetto estetico delle reli- Libri gioni e delle filosofie, come scrive in “Altre inquisizioni”: indizio, forse, di uno scetticismo essenziale. Un ateismo un po’ triste (“malinconicamente, non credo in Dio”). L’epica, ironicamente legata alle sue difficoltà fisiche: “Ho degli antenati militari da entrambi i lati della mia famiglia: questo può spiegare la mia smania per quel destino epico che, senza dubbio molto saggiamente, gli dei mi hanno negato”. La lettura costante di alcuni testi ed autori, spesso legati alla tradizione inglese ed americana: ovviamente Shakespeare, poi Berkeley, Conrad, James, Shaw, Carlyle, De Quincey, Joyce, Whitman, Poe; ma anche Cervantes e Quevedo per la Spagna, Dante per l’Italia; Hugo e Valery per la Francia; i classici greci e latini, come Eraclito, Omero, Virgilio. E poi Kafka, Goethe, i mistici, le saghe nordiche, la passione per l’antica lingua Sassone. Per continuare, cedo la parola a Domenico Porzio, nell’introduzione ai volumi dei Meridiani Mondadori dedicati a Borges nel 1984: “la ripetitiva vanità della storia, le inappagate e cicliche interrogazioni delle filosofie e delle teologie, sollevate a materia di lucida e appassionata poesia… un’avventura in versi e in prosa nell’imma- ginario, alla ricerca dei profetici frammenti di verità che lo Spirito ha elargito alla letteratura, mutevole caleidoscopio che ogni lettore modifica e ricrea”. A quei pochi (o molti) ai quali interessa l’orientamento politico di Borges, basti sapere che egli si definiva un conservatore che auspicava uno stato minimo: un anarchico liberale. La sua famiglia ebbe qualche difficoltà con Peron. In realtà, preso com’era da temi eterni, non si interessava all’attualità: più volte ha dichiarato di non aver mai letto i quotidiani.Un uomo di destra, ma senza clamore. Dagli anni sessanta la sua notorietà superò i confini dell’Argentina, e trasformò l’ormai anziano signore in un ambito conferenziere, che girava l’Europa e le Americhe ricevendo premi, lauree ad honorem ed attestati di stima. Visse questo periodo con la solita ironia, ma anche con qualche civetteria. È morto a Ginevra nel 1986. Sicuramente pensava anche un po’ a se stesso nella sua chiusa ad una nota su Francisco de Quevedo, grande scrittore spagnolo del seicento: “Trecento anni ha compiuto la morte corporale di Quevedo, ma questi rimane il primo artefice delle lettere ispaniche. Come Joyce, come Goethe, come Shakespeare, come Dante, e nessun altro scrittore, Francisco de Quevedo è meno un uomo che una vasta e complessa letteratura”. E siccome auspico che ci sia qualcuno già appassionato di Borges che possa trovare banale la citazione di chiusura, me la cavo citando ancora il Maestro: che con gli anni che passano la banalità spaventa poco, purché sia vera. POESIA CONGETTURALE Il dottor Francisco Lapida, assassinato il 22 settembre del 1829 dai guerriglieri di Aldao, pensa prima di morire: Ronzano i proiettili nella sera ultima. C’è vento e c’è cenere nel vento, si disperdono il giorno e la battaglia deforme, e la vittoria è degli altri. Vincono i barbari, i gauchos vincono. Io, che studiai le leggi e i canoni, io, Francisco Narciso de Laprida, la cui voce dichiarò l’indipendenza di queste crudeli province, sconfitto, con il viso macchiato di sangue e di sudore, senza speranza né timore, perduto, fuggo verso il Sud per le periferie ultime. […] Io che desiderai essere altro, essere un uomo di sentenze, di libri, di decreti, sotto il cielo giacerò tra i pantani; però mi infiamma il petto inspiegabile un giubilo segreto. Finalmente incontro il mio destino sudamericano. 37 A questa rovinosa sera mi portava il labirinto molteplice di passi che i miei giorni intrecciarono fin da un giorno dell’infanzia. Finalmente ho scoperto la recondita chiave dei miei anni, la sorte di Francisco de Laprida, la lettera che mancava, la perfetta forma che Dio seppe fin dal principio. Nello specchio di questa notte raggiungo il mio insospettato volto eterno. Il cerchio si sta chiudendo. Io attendo che sia così. Calpestano i miei piedi le ombre delle lance che mi cercano. Le beffe alla mia morte, i cavalieri, le criniere, i cavalli, incombono su di me… Ecco il primo colpo, ecco il duro ferro che mi squarcia il petto, l’intimo coltello nella gola. 38 Libri CAOS CALMO di Sandro Veronesi recensione di Gualtiero Todini 451 pagine, ma si leggono tutte d un fiato! A raccontarle Ł Pietro Paladini, il protagonista, di 43 anni, vedovo. Lara, la sua compagna, non ancora moglie ma pochi giorni mancavano al matrimonio, muore di infarto (?), lasciandolo solo con Claudia, una figlia di 10 anni; Lara muore, mentre lui Ł intento a salvare un altra donna che sta annegando, una coincidenza che prevedibilmente lo segna: comincia cos la narrazione che poi si sviluppa per tante pagine, intense e godibili. Ma chi Ł Pietro Paladini? Pietro ha un buon lavoro, dirige una rete televisiva e quindi dovrebbe essere un uomo realizzato , come si usa dire; ma gradualmente scopriremo che non Ł cos , il suo mondo lavorativo si nutre di ipocrisie, di sgambetti, di invidie, che non esaltano certo la convivenza civile. Sconvolto dall evento tragico che l ha colpito, accompagnando la figlia Claudia a scuola, le dice senza pesare le parole che la aspetter in macchina fuori di scuola fino alla fine delle lezioni. Comincia cos una nuova esistenza, il cui centro Ł l abitacolo dell automobile, dentro il quale svolger la sua attivit lavorativa, telefonando, faxando e ricevendo la sua segreteria e tutti quanti vogliono avere con lui un rapporto orale, a cominciare dai suoi parenti (il fratello Carlo, uno scapolo d oro, estroso ma inquieto, sua cognata Marta, con qualche turba psichica non insignificante). Ma perchØ il dottor Paladini ha fatto questa scelta, si chiedono i colleghi sul lavoro e nei salotti con gli amici? Ha, forse, dato di testa? Ha bisogno di uno psicoterapeuta? Queste domande frullano nelle teste di coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato come professionista capace e leale. Anzi qualcuno glielo chiede esplicitamente, come un collega di lavoro: Come diavolo ha fatto a diventare decisivo questo posto? (il riferimento Ł all abitacolo-auto) . PerchØ ci sto bene . Ho capito, ma oltre a questo? Non riesco a capire cos hai in mente, Pietro . Non c Ł niente, oltre a questo. Non ho in mente niente . La scelta di Pietro pu sembrare folle e un po lo sar pure, ma per il protagonista questo caos calmo determina il risveglio da un esistenziale torpore, generando risultati davvero produttivi. Comincia a osservare la vita dalla parte di valori positivi, demolendo i falsi valori dei rapporti sul lavoro: diventa importante far credere a un bimbo down che la sua automobile lo saluti quando passa, quasi a dargli il buon giorno; Ł palpitante il momento in cui la figlia Claudia si affaccia alla finestra per salutare il padre che staziona nel piazzale antistante la scuola. Ma la vacanza non pu durare all infinito ed Ł la figlia Claudia ad aprirgli gli occhi: Pap mi ha detto devi tornare al lavoro e se il lavoro che avevi l hai perso mi ha detto devi trovarne un altro. Devi pensare al nostro futuro, pap . La ricreazione finisce, ma di sicuro comincer una nuova vita. In conclusione, non solo di queste note, ma del romanzo (tra parentesi, Premio Strega 2006), con Caos Calmo si approda come si scrive in copertina alla piø semplice delle verit : l accettazione della natura umana nella sua banale, eroica confusione di forza e debolezza . Sandro Veronesi (nato a Firenze nel 1959) in precedenza con “La forza del passato” (pubblicato nel 2000) aveva vinto il Premio Viareggio e il Premio Campiello. Il presente volume, ed. Bompiani, costa 17,50 Euro.