Dicembre - La Piazza

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Dicembre - La Piazza
Periodico dell’Associazione Culturale Albatros
Anno 3 - Numero 11 - Dicembre 2006
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PIANI PARTICOLAREGGIATI
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Comune
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Al via definitivo la Caserma dei Carabinieri
di Carla Santolamazza
Il 30 novembre scorso, all’unanimità, il Consiglio Comunale ha deliberato la presa d’atto
della mancanza di osservazioni al progetto della Caserma da parte della Regione Lazio,
ed ha quindi avviato la fase finale per la realizzazione dell’edificio
La storia della costruzione della caserma inizia
alla fine degli anni ’80, quando per la prima volta
si decide di trovare una sede nuova per i carabinieri, ma tutto si blocca. Negli anni ’90 la Giunta
Garofolo individua un’area di proprietà comunale
vicino alla scuola S.Anna: anche questa volta
niente di fatto. Durante la prima Giunta Scardala,
quella di centro-sinistra, si sviluppa un lungo contenzioso con la ditta che aveva vinto la gara, senza
approdare a nulla anche in questo caso. La seconda Giunta Scardala, questa volta di centro-destra,
decide di destinare l’area scelta alla costruzione di
una clinica e di valutare l’ipotesi di trasformare la
scuola Sales in caserma: siamo al 2004. Partono le
proteste dei cittadini, e tra cambi di aree e destinazioni senza approdare a nulla, si arriva a settembre
2005, quando l’Amministrazione di Centro-Destra
approva, con delibera di Consiglio Comunale
n. 41, il progetto preliminare della Caserma nell’area di fronte al verde pubblico.
Nel dicembre dello stesso anno il Comune invia
alla Regione Lazio, alla AUSL RMG, alla Direzione Regionale Agricoltura e alla Presidenza della
Giunta Regionale tutta la documentazione geologica e tecnico-urbanistica per una valutazione dell’opera ed invita le suddette Amministrazioni alla
Conferenza dei Servizi che si svolgerà a gennaio
del 2006. Nonostante l’assenza delle Amministrazioni, alla conclusione della Conferenza, il progetto si ritiene approvato ai sensi della legge n.15
del febbraio 2005, art. 14 comma 7 e 9, in quanto
“… il provvedimento finale ... sostituisce a tutti
gli effetti ogni autorizzazione, concessione, nulla
osta o atto di assenso di competenza delle Amministrazioni partecipanti, o invitate ma risultate
assenti …”. Nei mesi di febbraio e marzo 2006 si
svolge un carteggio tra il Comune e la Regione, che
esprime parere favorevole alla previsione urbanistica del progetto, con l’obbligo di attenersi ad
alcune prescrizioni da inserire nella delibera comunale di adozione e nelle norme tecniche attuative.
Passati i tempi previsti per legge dal marzo 2006,
quando tutta la documentazione è stata inviata
dalla precedente Amministrazione alla Regione, e
non avendo avuto risposta, la attuale Amministrazione di centro-sinistra delibera la presa d’atto che
avvia l’iter finale con il bando di gara, l’assegnazione e la realizzazione dell’opera nell’area situata
vicino al “plateatico”. Secondo la dichiarazione
dell’Assessore ai Lavori Pubblici Aldo Testi i lavori dovrebbero essere avviati la prossima primavera
e completati per l’inaugurazione della nuova
Caserma nel primo semestre del 2008.
Dopo più di dieci anni, aspre contestazioni e mobilitazioni, lo stato di abbandono dei locali utilizzati
per anni dall’Arma, il minacciato trasferimento
della stazione dei carabinieri di Castel Madama a
Vicovaro, il primo passo concreto per la realizzazione della Caserma è stato compiuto. L’aspettativa di tutti è che ora si proceda speditamente per
iniziare e concludere con celerità i lavori, utilizzando il milione di euro incassato dal comune con
l’emissione dei BOC, già destinato alla caserma.
Non tutti saranno soddisfatti della soluzione adottata: proposte alternative e validi suggerimenti, in
questi anni di attesa, ce ne sono stati, ma alla fine
una sintesi sembra essere stata trovata.
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Politica
PARTITO DEMOCRATICO
Riflessioni di Franco Pappalardo (SDI)
a cura di Alessandra De Santis
Da qualche anno si sta parlando nell’area del
centro-sinistra, della costituzione di un nuovo
raggruppamento politico, che dovrebbe nascere
dall’aggregazione principale del Partito dei
Democratici di Sinistra e della Margherita. Questa nuova aggregazione, facendo proprie le sfide
del nuovo secolo, dovrebbe superare gli attuali
schemi, che nel parlamento europeo sono costituiti dai Socialisti (centro-sinistra) e dai conservatori (centro-destra). Interpretando in modo più
attuale e moderno le problematiche della società
e dei problemi derivanti dalla globalizzazione
come ad esempio la precarizzazione. Questo
dovrebbe essere il Partito Democratico. Un progetto che idealmente dovrebbe rimescolare le
carte in campo nazionale, ma ambiziosamente
anche aprire una nuova prospettiva per la politica
internazionale. Legando tendenzialmente le
vicende dell’internazionale socialista, alla cultura
ed al filone politico dei Democratici americani.
Questo al momento
risulta essere un progetto aperto anche al
contributo di altre
forze minori, di origine laica, cattolico
democratico, ed infine socialista.
Il partito che rappresento, aveva puntato
su questa ipotesi in
modo convinto, negli anni precedenti, prima che
questa prospettiva fosse interrotta, da uno stop
dato da Rutelli e Marini lo scorso anno.
Nel momento in cui l’unica forza ancora a credere
fermamente in questo progetto erano i Democratici di Sinistra, i vertici dello S.D.I. fecero un’altra
scelta, tentando di recuperare al cento-sinistra la
presenza dei Radicali, con i quali tante battaglie
erano state condivise, allargando il centro-sinistra,
“La Piazza”
Periodico dell’Associazione Culturale Albatros
Vicolo Giustini, n. 10
00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/449849
Anno 3, n. 11 - Dicembre 2006
Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04
Direttore Responsabile: Rino Sciarretta
Capo Redazione: Carla Santolamazza
Redazione: Alessandra De Santis, Fausta Faccenna,
Federico Chicca, Ivano Chicca, Ivano Moreschini,
Ramona Pompili, Paolo Muzi,
Roberto Bontempi, Salvatore De Angelis
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero
Veronica Moro, Valentina Torella, Gualtiero Todini,
Flavia De Bellis, Ivo Santolamazza, Franco Pappalardo,
Alfredo Scardala, Alberto Grelli, Aurora Fratini
Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355
Grafica ed impaginazione: Salvatore De Angelis
Stampa: Quaresima, via Empolitana km 3,400 - Castel Madama
Chiuso in redazione il 9/12/2006 - Tiratura 1.500 copie
SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com
E-mail: [email protected]
LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I LUNEDÌ
DALLE ORE 18 ALLE 20
SOMMARIO
• Caserma
pag.
3
• PD riflessioni di Franco Pappalardo
»
4
• Intervista ad Alfredo Scardala
»
5
• Assestamento bilancio
»
7
• Impianto organizzativo comune
»
9
• Natale Ortodosso
»
11
• Viabilità Roma-Est
»
13
• Notizie in breve
»
14
• IX Comunità Montana
»
16
• In ... Forma
»
19
• Vicovaro
»
23
• Mandela
»
26
• Sambuci
»
27
• Tivoli
» 28/29
• Tradizioni popolari
»
31
• Ad arbitrio di sua Eminenza
»
32
• Sport
»
34
• Libri
»
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Il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, Mandela, Sambuci, Tivoli
Politica
ed acquisire una presenza più marcatamente laica
e riformista. Adesso sembra che in molti nel centro-sinistra pongano di nuovo questo obbiettivo e
questo percorso verso il Partito Democratico si
stia facendo impetuoso, i socialisti sono interessati a questo progetto, al quale se si realizzerà,
daranno un contributo importante, sia a livello
nazionale che locale.
Uno dei nodi da sciogliere rimarrà come questa
forza si riferirà al Partito Socialista europeo, ed
all’internazionale socialista. Per noi questo non è
un problema secondario. Ad esempio i socialisti
di Castel Madama hanno inviato a seguito delle
primarie in Francia, per la designazione del candidato a Presidente, un telegramma a Segolene
Royal, la prima donna nella storia della repubbli-
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ca francese ad aver avuto questo incarico. L’episodio serve a far capire quanto ancora forti e radicati siano i valori ed i legami dei socialisti italiani con i socialisti europei e di tutto il mondo e
quanto la tradizione socialista italiana, si riconosca in quella degli altri partiti socialisti europei in
particolare in quello francese ed in quello spagnolo. Sarebbe auspicabile che tutti i partecipanti
alla costruzione di questo nuovo soggetto politico
possano sentirsi a casa propria e non ospiti in casa
altrui. Che non sia solo la fusione dei due soci
fondatori (D.S. e Margherita), ma la nascita di un
nuovo soggetto politico, aperto alla società. Questo quindi è un percorso ancora lungo, che non
sarà facile per nessuno, ma che sarebbe utile per
tutti realizzare.
Intervista ad Alfredo Scardala (UDEUR)
di Alessandra De Santis
La Redazione ha avviato un dibattito ormai da
tre numeri sulla situazione politica locale. Per
tanto si è ritenuto opportuno intervistare lei
che, negli ultimi otto anni ha sintetizzato, in
funzione di sindaco, posizioni disparate e
discordi e ha guidato amministrazioni di opposto segno. Per cominciare le chiedo, oggi in
quale organizzazione politica milita?
Ho aderito all’Udeur, partito che abbiamo fondato anche a Castel Madama e di cui è segretario
Vincenzo Ciaprini. Tutto è cominciato, almeno
per me, da circa due anni e risale al momento in
cui dopo la sconfitta elettorale di Storace alle
regionali, la segreteria politica dell’allora assessore alla sanità Varzaschi, mi contattò, quando
anche loro aderirono all’Udeur. In quel momento
sospesi 1’adesione e mi ripromisi, in accordo con
chi mi aveva contattato, di risentirci alla fine del
mandato di sindaco, ormai mancava solo un anno
e mezzo. E adesso le cose stanno cosi.
Non trova che vi sia contraddizione tra la sua
appartenenza all’UDEUR, che appartiene al
centro sinistra a livello nazionale, e la sua collocazione all’opposizione nel governo locale?
Anche nell’ultima tornata elettorale amministrativa è successo che nelle liste del centrosinistra ci
siano state persone che da amministratori o come
singoli cittadini
erano stati vicini
alla passata amministrazione poi
a giugno si sono
schierati con il
centro-sinistra,
per cui, dal punto
di vista delle contraddizioni sono
in molti a dover
spiegare.
Io sto all’opposizione poiché quello è il mandato
che 1’elettorato ci ha affidato.
Il progetto della costituzione del Partito
Democratico apporterà delle modifiche delle
dinamiche politiche anche a livello locale.
Quali pensa che possano essere i soggetti interessati alla formazione di tale “superpartito” a
Castel Madama?
Voglio fare due considerazioni una a livello
nazionale ed una locale. Normalmente già una
semplificazione numerica dei partiti è un fatto
positivo.
Il P.D. nasce da un’esigenza di europeizzazione
della politica italiana fondata soprattutto su due
grandi poli contrapposti. La nascita del P.D. da
un lato ma anche quella eventuale del Partito
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Politica
dei Moderati dall’altro modificherebbero proprio l’antropologia politica italiana cosi come si
intende l’organizzazione dei partiti dal dopoguerra in poi.
Oggi tornando al P.D. mi sembra che sia un po’ in
sofferenza, basti vedere le dimissioni di Ruffolo,
uno dei saggi, la discussione sull’organigramma
tra Fassino e Franceschini, la “querelle”, sulla
collocazione europea e cosi via. Ma soprattutto è
nelle idee che mi sembra notevole l’inconciliabilità tra le posizioni dei D.S. e della Margherita.
Specialmente quando si toccano le tematiche dei
diritti civili, delle libertà individuali, della bioetica e altro. È semplice mettere insieme le posizioni di Pollastrini, Manconi, Grillini, Turco, Buffo
con quelle della Binetti, della Bindi, di De Mita o
di Rutelli, adesso più cattolico, apostolico romano
dello stesso Cardinale Ruini? Se un referendum
come quello sulla fecondazione assistita, fosse
capitato oggi penso che avrebbe avuto un effetto
deflagrante sul governo. In effetti secondo me,
non tanto la finanziaria o le pensioni o le questioni militari, dove anche la cosiddetta sinistra radicale sembra abbia scelto una politica di “appeasement”, saranno il terreno di scontro nel governo
quanto su questi temi delle libertà civili e individuali. Lì ritengo si evidenzierà la fragilità del
governo. A Castel Madama il percorso dovrebbe
essere certamente più semplice, almeno in apparenza.
Il P.D. dovrebbe essere lo spazio di confronto tra
forze politiche e culturali riformiste e libertarie
che sgombrando il campo da sospetti e diffidenze
reciproche lavorino per la crescita del paese e per
il rinnovo (vero) della sua classe dirigente. Sia
chiaro, parlo di spazio con dei confini sicuri, non
di un calderone in cui inserire tutto e non si conclude niente. Questo dovrebbe essere il partito
democratico a Castel Madama, luogo dell’ incontro ma anche dell’esclusione, se si vuole che il
dibattito politico tra i due schieramenti ritorni sul
campo della concretezza e dei problemi reali
lasciando a pochi istigatori lo spazio del personalismo, dell’odio e delle aule del tribunale. È da
apprezzare in questo senso lo sforzo che anche il
presidente del Consiglio Comunale sta facendo in
questa direzione.
Dopo anni di appartenenza alla maggioranza e
di gestione del governo del paese, oggi si trova
all’opposizione. Come articola la politica di
minoranza all’interno del Consiglio Comunale
e qual è il suo impegno in tale opposizione?
La politica della minoranza la stiamo portando
avanti in maniera chiara, rigorosa ma anche attenta ai problemi del paese.
Devo fare una importante considerazione però
che va chiaramente a nostro vantaggio.
L’attuale amministrazione quando era minoranza
ha osteggiato, direi quasi con ferocia, alcune
scelte importanti che abbiamo fatto come la
caserma, parcheggio stallone (per il quale si raccolsero le firme contro e fu costituito un comitato dei lavori pubblici poi evaporato e sciolto
come neve al sole) ma anche sulla clinica in località Mattatoio.
Oggi 1’attuale amministrazione sta riproponendo queste scelte sulla stessa strada che abbiamo
segnato noi senza preoccuparsi, come dicevano
allora, delle procedure sbagliate, disinvolte o,
come nel caso della clinica, “dell’urbanistica
creativa” che non avrebbe portato a niente.
Non mi pare che ci sia stata alcuna modifica di
rotta, tutte le procedure si stanno concludendo
cosi come le avevamo impostate compresa
“l’urbanistica creativa” della clinica in località
Mattatoio.
Anche qui potremmo parlare di coerenza delle
scelte visto che nelle domande precedenti abbiamo leggermente toccato l’argomento, però
lasciamo andare. Certamente io prendo atto
favorevolmente di ciò perché rafforza la convinzione che molte cose fatte andavano nella direzione giusta, quella dell’utilità per i cittadini.
Per cui se tali questioni verranno riproposte in
consiglio comunale, come è già stato per la
caserma, posizionata proprio dove avevamo
scelto noi, voterò favorevolmente. Per il resto
quando l’Udeur si sarà strutturata anche in
Consiglio Comunale posso già dire che, senza
preconcetti valuterò di volta in volta le iniziative dell’amministrazione.
Concludendo ringrazio “La Piazza” per lo spazio
che mi ha offerto in questa intervista e ne approfitto per fare gli auguri di Buon Natale a tutti i
castellani.
Comune
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ASSESTAMENTO BILANCIO
Intervista all’assessore Alberto Grelli
a cura di Ivano Moreschini
Nel Consiglio Comunale del 30 novembre, con
qualche ritardo rispetto alla scadenza del 30 giugno, è stato discusso il consuntivo del 2005. Ci
puoi illustrare gli aspetti salienti di questo ultimo
atto relativo al periodo dell'Amministrazione di
centro-destra?
Finalmente il 30 novembre scorso la nuova maggioranza di centro sinistra ha approvato il conto consuntivo relativo alla rendicontazione dell’attività
della precedente amministrazione di centro destra
nell’anno 2005. Il percorso per giungere alla chiusura del bilancio è stato complesso ed articolato; infatti il consuntivo 2005 è stato il primo bilancio che
contabilizza l’operazione relativa ai buoni obbligazionari comunali. I titoli di debito emessi nel dicembre scorso con i quali il Comune di Castel Madama
ha reperito risorse per estinguere i mutui posti in
essere al fine di limare la spesa per gli interessi passivi, costruire la caserma dei carabinieri e realizzare
altre opere pubbliche. Gli aspetti salienti del consuntivo 2005, che rappresentano l’anticamera per comprendere la situazione attuale, mostrano un ente
indebitato, con una discreta autonomia finanziaria
ma con una pessima e pericolosa situazione dei
pagamenti che genera un eccessivo e preoccupante
ricorso all’ anticipazione di cassa (significa in
sostanza che seppure l’ente copre le spese con il
75% delle proprie entrate, queste risorse non riesce
ad averle nel momento in cui gli occorrono ma in
momenti successivi, dovendo per questo motivo
ricorrere all’indebitamento per fronteggiare la manifestazione dei pagamenti).
Quali sono i contenuti principali dell'assestamento di bilancio approvato anch'esso il 30 novembre
scorso?
L’assestamento di bilancio è un adempimento
importante ed obbligatorio, può identificarsi come
l’atto di aggiustamento relativo al bilancio di previsione dell’esercizio in corso e decreta il passaggio
dalla fase del bilancio preventivo di competenza a
quella del consuntivo. È un atto necessario per calibrare le previsioni prima della chiusura del bilancio
al 31 dicembre dell’anno corrente. In concomitanza
con questo atto, si possono per l’ultima volta durante l’anno in corso, apportare delle variazioni al bilancio per introdurre nuovi capitoli di entrata e di spesa
o per ridefinire gli importi secondo le previsioni
aggiornate sui capitoli esistenti per favorire l’attuazione dei programmi dell’amministrazione nell’ultima parte dell’anno.
L’assestamento di bilancio effettuato il 30 novembre
scorso ha riguardato principalmente sul lato della
spesa i seguenti interventi:
• il recupero dei 10.000 euro risparmiati per la
riduzione delle indennità degli amministratori
comunali;
• il recupero di fondi stanziati per consulenze tributarie e fiscali;
• il recupero di fondi previsti per interessi passivi;
• il recupero di fondi destinati alla scuola sostituiti
con fondi ottenuti con finanziamenti regionali;
• lo stanziamento di maggiori spese per la fornitura
di energia elettrica agli edifici comunali e per illuminazione pubblica visto l’ampliamento della rete
esistente;
• lo stanziamento di fondi per il pagamento del materiale di aggiornamento per gli uffici comunali;
• lo stanziamento di fondi per sostenere le azioni di
lotta al randagismo.
Le variazioni, invece, si sono rese necessarie per
favorire l’attività di gestione relative alla quinta
manifestazione “oliolive”, al recepimento di un contributo pubblico per favorire l’impiego nell’illuminazione pubblica di energia elettrica proveniente da
fonti rinnovabili quali quella solare o fotovoltaica,
per favorire la ricezione dei contributi regionali appena concessi per la progettazione dei piani particolareggiati sui comparti urbani C2, C3 e C4 e sull’area
destinata a zona industriale e per procedere alla
gestione contabile dell’operazione relativa ai BOC.
La coalizione di centro-sinistra ha descritto in
modo fosco la situazione delle casse comunali
durante la campagna elettorale. Quale è la situazione che hai trovato all'insediamento?
Ho trovato una situazione veramente delicata che
richiede grande responsabilità e coraggio da parte di
chi amministra nella definizione delle scelte. Al mio
insediamento di giugno scorso ad attendermi c’era
un grande numero di pagamenti arretrati da effettuare (pagamenti di fatture mensili arretrati da più di un
anno per il conferimento in discarica dei rifiuti,
pagamenti della mensa scolastica da effettuare dalla
fine dell’anno 2004, lavori e opere pubbliche realiz-
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Comune
zate con documentazione contabile insufficiente ed
incompleta, molte società in attesa di essere pagate
per lavori prestati ect.) ed un attento lavoro di monitoraggio dei finanziamenti ottenuti nell’anno precedente fra i quali, almeno mezza dozzina, per cattiva
gestione, rischiavano di saltare e lasciare il comune
senza fonti di copertura per le opere realizzate.
Inoltre, ho accertato una situazione delicata sulla
disponibilità di risorse e una condizione critica
sullo stato dei residui. I residui sono impegni di
spesa o previsioni di entrata che il comune ha preso
negli anni precedenti a quelli della gestione, che
devono ancora avere l’effettiva manifestazione
numeraria, ossia i residui attivi sono somme del
passato ancora da riscuotere e i residui passivi
somme del passato da pagare. Il dato preoccupante
è che su un bilancio che vede entrate ed uscite ogni
anno pari a circa 8-9 milioni di euro per il funzionamento dell’ente, gravano oltre 18 milioni di euro
di residui passivi e attivi. Significa che ho un equilibrio con 18 milioni di residui attivi da riscuotere
del passato che presentano un elevato grado di
incertezza sull’effettiva possibilità di riscossione e
ho contemporaneamente 18 milioni di euro di residui passivi che possono trasformarsi in pagamenti
immediati e che se si manifestassero congiuntamente nell’arco di un anno il comune di Castel Madama, nell’ipotesi più assurda, per estinguerli nella
gestione corrente impiegherebbe tre anni cessando
ogni tipo di attività e di spesa. Tale situazione dei
residui genera un ricorso frequente all’anticipazione di cassa, ossia l’utilizzo frequente dello “scoperto di conto corrente” per garantire il funzionamento
dell’ente, che attraverso proiezioni contabili stimate quest’anno ha raggiunto potenzialmente picchi
intorno a 1,8 milioni di euro.
Quali sono i programmi per uscire da questa
situazione?
I programmi per uscire da questa situazione sono
quelli classici, individuati dalle principali teorie
economiche. Attraverso una programmazione attenta concordata e condivisa con i responsabili dei set-
tori con tutti gli altri livelli della macchina amministrativa bisogna ridurre la spesa e attuare programmi di sviluppo per incrementare le entrate dell’ente
locale. La formula è di andare alla ricerca di maggiore efficienza nell’azione amministrativa attraverso la crescita della produttività e la riduzione dei
costi di gestione. Questo risultato si può perseguire
attraverso:
• il contenimento della parte di spesa corrente relativa all’acquisizione di beni e servizi (pari a circa
il 42% delle spese correnti);
• attività di accertamento tributario per aumentare
la base imponibile, con un’azione equa di lotta
all’evasione che scongiuri il più possibile il ricorso all’aumento delle aliquote delle imposte e tasse
comunali;
• ricerca di finanziamenti a fondo perduto per realizzazioni di attività della pubblica amministrazione ed in particolare per quelle non essenziali ed
indispensabili (feste e manifestazioni);
• sviluppo di iniziative per favorire l’acquisto di
beni e servizi con ricorso a contratti a risultato che
arrechino vantaggi economici per l’ente;
• impiego di tecniche di finanziamento per opere
pubbliche che prevedono il ricorso a capitale privato (project financing e patti misti);
• sviluppo urbanistico crescente ed equilibrato per
accrescere le entrate da oneri di urbanizzazione;
• sostegno allo sviluppo imprenditoriale con azioni
mirate di sostegno ed incentivazioni alle aziende
che vogliono investire sul nostro territorio.
Un'ultima domanda sull'operazione di ristrutturazione del debito fatta dalla passata Amministrazione. Di recente c'è stato un aumento del tasso
di sconto, con un aumento quindi degli interessi. A
tuo avviso, quali sono stati i benefici e gli svantaggi di questa operazione?
I BOC hanno rappresentato un’operazione con la
quale la precedente amministrazione ha ottenuto
denaro in prestito ad un tasso di interesse ridotto ma
variabile, indebitando il comune per 30 anni per un
importo di circa 3,4 milioni di euro, con la quale ha
estinto i mutui esistenti accesi negli anni precedenti
ad un tasso più alto, accantonato fondi per la realizzazione della caserma e si è dotata di risorse per
attuare i propri programmi.
Ritengo che seppure l’operazione può trovare una
giustificazione tecnica razionale, ciò che non condivido e dalle quali dissento sono le scelte politiche
successive all’operazione. Personalmente avrei
ridotto il valore del BOC il più possibile e limitato
la folle corsa pre elettorale alla spesa per opere pubbliche non tutte necessarie ed indispensabili (rifacimento ringhiere, targhe in marmo centro storico,
Comune
piccole strade rurali di campagna ect). La delicata
situazione delle casse comunali esigeva l’assunzione
di un ben diverso e maggiore grado di responsabilità. Ma preferisco guardare al futuro, ritengo che per
uscire da questa situazione di crisi il comune abbia
bisogno di gestioni parsimoniose, attente e scrupolose almeno per i prossimi 10 anni; un impegno che
dovrebbe prendere l’intera classe politica per il bene
di Castel Madama a prescindere dai colori, per que-
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sto motivo ho chiesto alla minoranza di votare il
consuntivo 2005 nell’ultimo consiglio. Non importa
chi effettua questa richiesta, ma per migliorare la
delicata situazione finanziaria comunale occorre che
tutti quanti, amministratori, consiglieri, personale
dipendente e cittadini si impegnino per ottimizzare
la gestione della nostra comunità per il bene di
Castel Madama e per il benessere delle popolazioni
presenti e future.
IL NUOVO IMPIANTO ORGANIZZATIVO
DEL COMUNE
a cura di Carla Santolamazza
L’Amministrazione ridisegna la mappa degli uffici comunali riducendo i settori
e cambiando l’attribuzione del personale dipendente allo scopo di rendere più funzionale
il lavoro e risparmiare
Nell’ultimo Consiglio Comunale di novembre è
stata approvata la nuova piattaforma degli uffici
comunali. “Il nuovo assetto organizzativo è frutto
di un percorso di analisi e conoscenza della macchina comunale. L’obiettivo è quello di rendere
funzionali gli uffici, capaci di dare una risposta
positiva e tempestiva ai cittadini e di collaborare
proficuamente con gli assessori”. Con queste
parole il Sindaco Giuseppe Salinetti ha presentato
la nuova organizzazione degli uffici. I settori da
otto sono passati a cinque con l’aggiunta dell’avvocatura comunale. È cambiato l’ufficio dei servizi sociali che, dal primo dicembre, non è più un
settore ma un servizio. La ragioneria è stata concentrata in un’unica divisione, mentre il settore
affari generali è stato soppresso e i suoi compiti
ridistribuiti. Si stima un risparmio di circa quindicimila euro l’anno, che saranno rinvestiti per
potenziare le attività culturali, i servizi sociali e
l’informazione ai cittadini. Questo l’assetto organizzativo del Comune:
Settore I°: Affari istituzionali e strategici.
Responsabile del Settore, Dott. Giovan Battista
Di Rollo, Segretario Comunale. Servizio affari
istituzionali, segreteria, supporto ed assistenza
agli organi. Servizio gestione e sviluppo risorse
umane. Servizio elettorale, URP. Servizio statistica, anagrafe e stato civile. Servizio sviluppo
informatizzazione generale degli uffici comunali.
Servizi sociali. Servizio protocollo.
Settore II°: Assetto ed uso del territorio.
Responsabile del settore, Dott. Arch. Elisabetta
Cicerchia. Servizio urbanistica e pianificazione
del territorio, usi civici. Sportello di prevenzione
e lotta all’abusivismo edilizio.
Settore III°: Lavori pubblici, tutela del patrimonio comunale e dell’ambiente.
Responsabile Dott. Ing. Crediano Salvati.
Servizio lavori pubblici ed espropriazioni.
Servizio tutela e manutenzione del patrimonio
comunale. Servizio tutela ambientale. Servizio
protezione civile.
Settore IV°: Ragioneria generale e risorse
finanziarie.
Responsabile Rag. Antonio Salinetti. Servizio
finanziario. Servizio tributi ed entrate patrimoniali. Servizio economato.
Settore V°: Attività di sviluppo economico, culturale e servizi scolastici.
Responsabile Sig. Gianni Di Giovannantonio.
Servizio attività produttive, commercio, agricoltura e polizia amministrativa. Servizio sviluppo
economico del territorio. Servizio cultura, sport e
turismo. Servizio biblioteca ed archivio storico
comunale. Servizio pubblica istruzione e diritto
allo studio.
Area di alta specializzazione.
Responsabile Avv. Maria Teresa Desideri.
Avvocatura comunale. Servizio notificazioni.
Società
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La tradizione del Natale Ortodosso
a cura di Alessandra De Santis
La redazione de “la Piazza” ha deciso di mettere a disposizione uno spazio del giornale aperto alla cultura e ai problemi delle
comunità di migranti che vivono nel nostro territorio, affinché vi possa accendere un dialogo tra culture che travalichi il muro dell’indifferenza e del silenzio, e che apra spazi di incontro interculturale e favorisca un dibattito multiculturale sui vari aspetti della
vita sociale e politica. Per questi motivi si propone in questo numero un articolo sul natale ortodosso scritto in rumeno con la relativa traduzione, affinché possa essere letto e compreso anche dai cittadini rumeni presenti nel nostro paese. A tal riguardo si
specifica che la traduzione non è letteraria, in quanto è esistita una difficoltà oggettiva per la curatrice di reperire persone bilingue
con buone competenze linguistiche sia in italiano che in rumeno. Si invitano pertanto tutti coloro che sono in grado di effettuare
delle traduzioni dal rumeno all’italiano di collaborare con la redazione del giornale, ma soprattutto si invitano alla collaborazione
gli esponenti delle altre comunità di migranti presenti nel nostro territorio e tutti quelli che vogliono collaborare a tale progetto.
Mi chiamo Nuzzi Prichici sono nata a Focsani (Vrancea) in
Romania ho quaranta anni e da otto anni vivo in Italia e da
cinque qui a Castel Madama. Ho due figli, uno vive qui
con me, l’altro è in Romania e lo vedo purtroppo molto
raramente. Qui a Castel madama ho aperto una mia attività lavorativa: un Phone Center e Internet Point.
Adesso che il Natale si avvicina io rimarrò qui in Italia a
lavorare e mi aumenta la nostalgia della mia terra dove …
… le festività natalizie durano per molti giorni e sono sentite profondamente dalla collettività e sono molto allegre.
Per quaranta giorni prima di Natale si osserva un lungo
digiuno durante il quale non si mangiano né carne, né
uova né derivati del latte, salvo le domeniche nelle quali si
può mangiare solo il pesce. Tutto questo serve per la purificazione dell’anima e il perdono dei peccati. Verso il 2224 dicembre si macella il maiale e lo si prepara in vari
modi in vista del pranzo di Natale.
… durante la vigilia del 24 dicembre i bambini passano per
le case cantando motivi natalizi e gli adulti li ringraziano
con dolci e soldini. Sempre il 24 si usa agghindare un
albero vero in modo semplice sotto al quale andranno
messi una parte dei regali per i bambini, un’altra verrà
nascosta sotto il cuscino del letto.
… quando finalmente arriva Natale iniziano tre giorni di
festeggiamenti (25, 26, 27). Si va in Chiesa per assistere alla solenne funzione e per prendere il pane benedetto, poi si pranza con tutta la famiglia e si mangiano piatti tipici come il Sarmale (involtini di verza o foglia d’uva
ripieni di riso e carne), i Calbatos (insaccati di interiora di
maiale) e poi il Cozonac (dolce tipico lievitato come il
panettone).
… dopo il pranzo si esce e si passeggia per le strade illuminate con addobbi natalizi e si va di casa in casa tra
amici per ballare e per stare in allegria. I bambini, ma
molto spesso anche gli adulti, durante questi tre giorni di
festa amano travestirsi da capra o da orso o da altri animali e vanno in giro per il paese con una grande stella e
con campanacci, cantando canzoni tipiche ortodosse.
Tutti sono allegri, brindano e augurano: Buon Natale!
Buon Natale anche a tutti i miei connazionali che vivono a
Castel Madama da Nuzzi.
Má Numesc Nuti Prichici, vin din România, loc. Foçsani
jud. Vrancea dintro zonā viticolā cu tradit,íi multiple. Am
plecat din România cu 8 ani în urmā întro simplā vacant,ā
dupā care rāmas aici în Italia s, i trāiesc aici în continuare
in “Castel Madama” unde mi ani deschis si activitate
(phone center). E destul de bine dar îmi lipses, te destul de
mule România în special perioada Sārbātori lor de Iarnā
core sunt cu mult diferite de cele de aici.
Sārbātorile de Iarnā încep cu data de 6 decembrie odatā
cu Sãntul Neculae (la fel cum este aici Befana).
Pe 24 decembrie în ajunul crāciunului se taie porcul sud
formā tradit,ionalā (se înjunghie lupā care se pãrces, te cu
paie de grãu, se trans, eaza).
Tot ziua (24) se fac turtele (din fāina, apā, sare se coc pe
plútā foarte subt,iri sub formā de un strat de turte, un strat
de nucā, zahār si arome) s, i stāni in as, teptarea preotului
pentru ale sfint,i.
Tot în (24) se preparā sucatele (mãncarea) tradit,ionalā:
sarmale, caltados, cãrnat,i, tobā, cozonac cu cacao cu
brãnzā.
Toate acestea se mānãncā începãna cu data de 25
decembrie deoarece cu 40 zile în urmā (deci mijcocuv lui
noiembrie - 25 decembrie) este post in care nu se
māmãncā carne, brãnzā s, i duā.
Pe 24 seara se pregates, te pomul de Iarnā în as, teptarea
Mos, ului pentru a împārti cabóurile care sunt as, ezate sub
pomul de Iarnā.
În seara de 24 copíi umblā cu colindu din casā în casā
cãntãnd cãntece religioase:
Mos, Crāciun cu plete dalbe
A venit de prin nāmet,i
Ca sā aducā daruri multe
La fetit,e s, i bāieti
Pe 25 se merge la bisericā se mānãncā si se încep
Sārbātorile de Crāciun cu doferite obieciuri de Iarnā
(capra, ursul, cālus, eii, mascatii) core tin 25, 26 e 27, unde
emistā multā muzicā, dans s, i voie bunā.
În încheire doresc “Sārbātori fericite s, i un lamult,i ani” s, i un
“Crāciun fericif”. Nut,i
Società
13
VIABILITÀ ROMA-EST:
PENDOLARI SU STRADA O SU FERRO?
di Carla Santolamazza
Mentre si cercano le soluzioni per alleggerire il traffico sulla A24 nel tratto
Lunghezza - Roma, il Consiglio di Stato sospende la sentenza del Tar contro l’Anas,
il Ministero delle Infrastrutture, la Presidenza del Consiglio e Strada dei Parchi, che
aveva annullato l’incremento tariffario del 5,87% scattato il 1 gennaio 2006. Gli
utenti e i pendolari pagheranno di nuovo 20 centesimi in più
Sono anni che si discute per trovare soluzioni al problema del traffico nel tratto della A24 dalla barriera di
Lunghezza all’uscita di Ponte Mammolo e della
Tangenziale est, nel frattempo le auto sono aumentate
sempre di più anche per l’apertura di nuove uscite, il
Mercato agroalimentare e Tor Cervara, e prevediamo
grosse complicazioni quando con l’inaugurazione del
Centro Commerciale Metropolitano di Ponte di Nona si
riverserà sulla A24 dal casello, costruito ad hoc per un
accordo tra Strada dei Parchi, Comune di Roma ed il
costruttore Caltagirone, il traffico del centro commerciale e del quartiere di 60.000 abitanti di Ponte di Nona.
Questo grosso comprensorio residenziale, in parte
costruito ed in parte in fase di ultimazione, pubblicizzato per i suoi servizi e facilmente raggiungibile per i collegamenti viari con la Prenestina, la Collatina e la A24,
collegamenti con la linea ferroviaria Pescara - Roma,
raccoglie già molti residenti che aspettano l’apertura del
casello sulla A24 e che quindi andranno ad intasare
sempre di più l’autostrada. Senza trascurare poi il
Centro Metropolitano, di cui è prevista l’apertura di
Panorama sempre per marzo 2007. La soluzione
dovrebbe essere la costruzione delle cosiddette
“Complanari” di cui si parla da diversi anni e che ora
sembra stiano diventando realtà.
Infatti nella riunione del Cipe, svoltasi il 17 novembre,
nel documento presentato dal Ministro delle
Infrastrutture Antonio Di Pietro sulle “Priorità
Infrastrutturali nelle Regioni”, per la Regione Lazio,
relativamente alla Viabilità a carattere urbano,
Centro Commerciale in costruzione e assonometria di progetto
“Complanari alla A24: realizzazione delle complanari
alla A24 dalla barriera di Roma est a Casal Bertone”,
si precisa che l’intervento costituisce l’alternativa,
richiesta dal Comune di Roma, alla terza corsia del
tratto autostradale della stessa A24. Il costo dell’opera, stimato in 256 milioni di euro, è ripartito per un
terzo a carico dello Stato, per un terzo a carico della
Società concessionaria Strada dei Parchi s.p.a. e per un
terzo a carico della Regione Lazio, della Provincia di
Roma e del Comune di Roma. La Regione si impegna
per 40 milioni di euro, come previsto nel protocollo di
intesa firmato da Marrazzo e da Di Pietro l’8 novembre. Ma la Regione nella Conferenza dei Servizi, svoltasi il 9 novembre, alla presenza di Comuni, Strada dei
Parchi, Associazioni, Enti e Comitati, ha stoppato il
nulla osta al progetto definitivo e rinviato all’attenzione delle prossime Conferenze di Servizi le proprie
osservazioni e valutazioni sulla nuova viabilità e sul
relativo impatto ambientale. I tempi dunque si allungano per sperare di arrivare a Roma in tempi accettabili via autostrada, ma anche la soluzione ferrovia, con
il raddoppio della linea tra Roma e Guidonia, non promette tempi brevi, perché il tratto tra Lunghezza e
Guidonia è ancora fermo alle modifiche progettuali,
mentre fino a Lunghezza i lavori sono a buon punto,
per cui la realizzazione di un parcheggio nodo di
scambio potrebbe in parte risolvere il problema, tra le
altre soluzioni il raddoppio della Via Tiburtina.
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NOTIZIE BREVI
CORSI E LABORATORI PER ADULTI E RAGAZZI
L’Assessorato alla Cultura di Castel Madama organizza per gennaio corsi e laboratori di: lingua inglese e
spagnola; internet per adulti; linguaggio cinematografico; musica afro-americana; laboratorio artistico-teatrale, di disegno e ceramica.
I corsi di Lingua inglese o spagnola, articolati in due livelli (principianti e intermedio), comprenderanno
venti lezioni per un totale di 40 ore, il costo a carico di ogni partecipante è di 100 euro.
Il “Laboratorio artistico teatrale: come si costruisce uno spettacolo”, sarà curato dall’attrice Maura Ragazzoni, temi del corso: la recitazione, la regia e la scenografia. 36 ore di corso che inizierà a gennaio per terminare a maggio. Il costo a carico di ciascun partecipante sarà di 25 euro al mese.
Il laboratorio artistico, “Disegno e tecniche pittoriche”, è a cura dello scenografo Stefano Mancini. Il corso
di 36 ore inizierà a gennaio e terminerà a maggio. Ogni partecipante dovrà contribuire con una spesa di 25
euro al mese.
Inoltre sarà riproposto il laboratorio sulle teniche ceramistiche e creative “Culture & Cotture”. Manipolazioni primarie di diversi tipi di argille, tecniche di foggiatura e formatura, ricerca dell’espressione e della
forma creativa. Le lezioni sono tenute da Emanuele Astengo, docente in discipline ceramiche e plastiche.
Dodici lezioni di tre ore una volta la settimana. Il corso inizierà a gennaio e terminerà a marzo. Il costo è di
65 euro al mese.
Gratuiti invece:
• il corso di introduzione al Computer e Internet, rivolto ai cittadini “senior”, si svolgerà dal 16 gennaio
al 6 febbraio, con sette lezioni, il martedì e il venerdì mattina dalle ore 9.30 alle 11.00;
• il seminario sul linguaggio cinematografico, comprendente cinque incontri curati dal giovane regista
Alessandro Fusto e dall’Associazione RH Musica Libera di Castel Madama. Il seminario inizierà il 10
gennaio; seguirà una rassegna di film;
• il corso di “Guida all’ascolto video/audio della musica afro-americana”. In programma ci sono otto
incontri curati da Enzo Pavoni, musicista e critico musicale.
Il circolo del cinema
LO STATO DELLE COSE
Piazza Europa Unita, 1 - Mandela (Roma)
[email protected]
PROGRAMMAZIONE DI DICEMBRE
05 - TRANSAMERICA
di Dunkan Tucker con Felicity Huffman
e Kevin Zegres
12 - LA SAMARITANA
di Kim Ki-duk con Lee Uhi
e Kwak Ji-min
19 - ANCHE LIBERO VA BENE
di Kim Rossi Stuart con Kim Rossi Stuart
e Barbora Bobulowa
26 - LILJA 4-EVER
di Lukas Moodysson con Oksana
Akinshina e Artiom Bogutjarskij
CASTEL MADAMA: NUMERI UTILI
Comune: 0774-45001
Pro-Loco: 0774-449500
Carabinieri: 0774-447002
Vigili Urbani: 0774-447305
Ospedale Tivoli: 0774-335086
Farmacia: 0774-447001
Vigili del Fuoco: 115
Servizio Guardia Medica: 118
Croce Rossa Italiana: 0774-531934 / 531938
Protezione Civile: 0774-4500243
Biblioteca Comunale: 0774-4500209
U.S.L. RM/G - Tivoli - Prenotazioni 800986868
Per pagamento Ticket
CCP N. 52577616 – Azienda U.S.L. ROMA G
sulla causale mettere C.F. ASL 04733471009
Notizie Brevi
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Aspettando “RUGANTINO”,
si replica “NON È VERO MA CI CREDO”
La Compagnia Teatrale “Quelli che…continuano”
torna in scena con le repliche della commedia dell’indimenticabile Peppino De Filippo. Non è vero,
ma ci credo!” È una frase ormai da molti anni di
uso comune. Ogni qual volta si vuole ironizzare
sulla superstizione, la jettatura, ma anche sull’astrologia, la magia, ecc: per indicare un finto
distacco si dice: non è vero... ma ci credo.
Assistiamo, in questa nostra strana epoca, a magnifiche rivoluzioni tecnologiche; conquiste della
scienza e della medicina impensabili solo fino a pochi
decenni addietro. Eppure nella nostra avanzatissima società vi sono pericolosi rigurgiti di epoche
lontane, di un passato buio fatto di superstizione, ignoranza, crudeltà. Forse Peppino De Filippo
quando scrisse questa sua bellissima commedia, immaginava che “Non è vero, ma ci credo!” sarebbe stata di grande attualità anche dopo 50 anni, e che parlare di iettatura e superstizione significava parlare delle nostre paure più remote e profonde. Ed è appunto ciò che accade al commendatore Gervasio Savastano, ricco industriale napoletano, prigioniero del demone della superstizione, che regola la sua giornata a seconda degli incontri o degli avvenimenti fausti o infausti che
gli si presentano. A suo dire uno dei dipendenti è di malaugurio? Ed allora cerca di allontanarlo.
Un altro gli porta fortuna? Ed allora cerca di farne un prezioso collaboratore. Il tutto, naturalmente, è solo frutto di ossessive suggestioni… Un bel giorno gli capita di assumere nella sua azienda un simpatico giovane, molto preparato ma gobbo. Questo rappresenta ai suoi occhi il massimo
della fortuna. Invece, proprio da quel momento, cominceranno per il povero commendatore una
serie di comiche disavventure che termineranno con un finale a sorpresa.
Le repliche sono previste per i giorni: 22/23/29 e 30 dicembre, per concludere definitivamente il 7 Gennaio 2007, sempre presso il TEATRO COMUNALE in VIA DEI CADUTI DI NASSIRYA.
Spett. giornale “La Piazza”:
voglio far presente la situazione di mio figlio Andrea, portatore di handicap, che per continuo
scambio di responsabilità tra scuola e comune di Castel Madama non riesce a frequentare l’anno
scolastico 2006-07 presso l’istituto Rosmini di Tivoli. E siamo già a Novembre! Spiego bene la situazione, Andrea per il motivo suddetto, ha bisogno di assistenza materiale per frequentare la scuola. Nel 2005 la passata Amministrazione Scardala gli aveva garantito 25 ore di assistenza, con grande sensibilità. Nel 2006 le ore di assistenza da 25 sono passate a 30 da parte del comune ma mio
figlio è stato escluso. Dato che la scuola Rosmini dice che l’assistenza spetta al comune mentre il
comune, nel nome dell’assessore Ascani, mi dice che spetta alla scuola, fatto sta che la passata
Amministrazione con l’assessore Pietropaoli, pur con qualche forzatura mi aveva garantito le ore
per Andrea. L’attuale amministrazione invece me le nega. È questo il diritto allo studio negato ad
un ragazzo portatore di handicap? Tra l’altro mi risulta che c’è una situazione simile alla mia a cui
l’assistenza è stata assegnata per le ore richieste. Perché questa discriminazione verso Andrea?
Che cos’è la guerra tra poveri? Dove sono oggi gli insegnanti amministratori che non mi vengono
in aiuto? E il comitato dei genitori? Sono profondamente angustiata per questo fatto e per questa
grave forma di esclusione che sta togliendo ad un giovane, pur con un problema che non si è certo
cercato da solo, un diritto sancito dalla nostra Costituzione, quello all’istruzione. Mi auguro che
qualcuno intervenga.
Mara Amabili
Pubblichiamo la lettera che abbiamo ricevuto a pochi giorni dalla chiusura del giornale, ma
ritenendo importante il problema sollevato, lo affronteremo con maggiore approfondimento
nel prossimo numero.
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Comunità Montana
IX COMUNITÀ MONTANA
a cura di Fausta Faccenna
LA COMUNITÀ MONTANA
AL TERZO SALONE DELLA MONTAGNA
Dal 7 al 10 dicembre 2006, presso la fiera di
Roma, la Comunità Montana partecipa al III
Salone della Montagna, promosso dalla Regione
Lazio.
Tale appuntamento, che vede le realtà amministrative, culturali, economiche e sociali della
montagna impegnate a valorizzare le risorse
dei territori interni attraverso una corretta ed
originale proposta espositiva ed una serie di
incontri e convegni, oltre alla esposizione delle
tematiche attinenti alla realtà socio-economica locale, sarà l’occasione per far conoscere al
vasto pubblico che ruota intorno a questa iniziativa, le peculiarità economiche, culturali e
turistiche del nostro territorio.
Durante la manifestazione la Comunità Montana presenterà numerose ricerche e pubblicazioni sugli aspetti naturalistici più salienti dell’area, sui prodotti tipici, gastronomici e sulle
antiche ricette, sulla tradizione del Santo in
casa, tutti aspetti che coinvolgono direttamente la vita delle popolazioni montane. Nel corso
della manifestazione saranno organizzate
degustazioni dei prodotti locali e avranno
luogo spettacoli folcloristici per favorire la
conoscenza delle espressioni più caratteristiche delle aree interne.
Verrà altresì presentato operativamente il progetto “E-mountain Lazio” nell’ambito del Programma E GOVERNMENT a cui la nostra Comunità ha partecipato dall’inizio consapevole
delle positive ricadute che esso avrà sulla vita
quotidiana delle persone che in montagna
vivono e lavorano, contribuendo con la loro
presenza a frenare il fenomeno dell’abbandono delle aree montane, favorendo una forma
di tutela del territorio.
Comunità Montana
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IN ONORE DELLA MONTAGNA
Proponiamo uno degli itinerari più panoramici e suggestivi del Lazio: Capranica Prenestina - Guadagnalo; se percorso in giornate sufficientemente limpide, offre un colpo
d’occhio unico su tutti i principali gruppi
montuosi dell’Italia Centrale, dall’Appennino al mare.
L’inizio dell’itinerario è a poche centinaia di
metri dall’abitato di Caprinica Prenestina,
poco prima dell’inizio della pineta; si seguono le indicazioni della vecchia segnaletica
CAI in vernice rossa e gialla o le frecce
rosse, sino alla sommità della collina. Da
questo punto i segnali non sono sempre evidenti; comunque il sentiero si sviluppa
lungo la cresta che congiunge, con buona
continuità, i due centri abitati; la meta è
ben visibile e costituisce sempre un utile
punto di riferimento.
In prossimità della rupe di Guadagnalo si
deve percorre un sentiero che presenta alcune difficoltà; l’ultimo tratto più impegnativo
può essere evitato imboccando la strada
sterrata alla base delle pareti di Guadagna-
lo. Giunti al pianoro erboso sommatale, sul
quale sono visibili i resti di una torre medievale, è possibile ammirare un panorama a
360° sul Lazio centro meridionale: i Monti
Lucretili con Monte Gennaro a Nord, i Monti
Ruffi separati dalla Valle dell’Aniene dai
Simbruini ad Est, i Monti Ernici a Sud Est, i
Monti Lepini a Sud; questi ultimi si elevano
ripidi dalla valle del Sacco e sono facilmente
riconoscibili grazie alla presenza di una
enorme cava di calcare. Ed ancora sono visibili, verso Sud Ovest, i Colli Albani con la
distesa della Campagna Romana in direzione
Ovest. Dalla cima di Monte Guadagnalo l’itinerario prosegue fino a raggiungere la piazza di Guadagnalo.
Tempo di percorrenza: l’itinerario richiede
circa 2 ore e mezza per l’andata.
IX COMUNITÀ MONTANA
Sede: Via Acquaregna n. 90 - Tivoli
tel. 0774-314712-3 - fax 0774-330915
www.comunitamontanativoli.org
Panorama dei monti Affilani e Simbruini
Scuola
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Vicovaro
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LA FELICE RISCOPERTA
DI MARCANTONIO SABELLICO
di Roberto Bontempi
Concluse le tante manifestazioni organizzate per celebrare il Cinquecentesimo
anniversario della morte di Marcantonio Sabellico
E così anche la settima edizione del Premio
Arte Marcantonio Sabellico, realizzata grazie
ai contributi della Regione Lazio e della Provincia di Roma, è andata in archivio. Un edizione particolare, in quanto coincidente con il
cinquecentesimo anniversario della morte
dell’umanista nato a Vicovaro, e davvero ricca
di iniziative difficili da condensare in poco
spazio. Ci proveremo.
Sabato 11 Novembre è stato il giorno della
presentazione della imminente pubblicazione
delle “Opere minori e poemetti storici del
Sabellico”. Il dottor Marcello Nobili, coordinatore del progetto, la professoressa Maria Luisa
Angrisani, vera anima della riscoperta “scientifica” dell’opera del Sabellico, e tutta l’equipe di ricercatori che da qualche anno è impegnata nello studio critico e nella traduzione
delle opere di Marcantonio, hanno messo in
luce le caratteristiche stilistiche e linguistiche
di quattro poemetti storici, una rara operetta
di storia locale e due trattai composti dal
Sabellico nei periodi udinese e veneziano, che
costituiranno il corpus del volume che il
Comune di Vicovaro darà alle stampe l’anno
venturo.
Il giorno successivo, Domenica 12, è stato
l’atteso giorno delle Premiazioni del concorso
di Poesia e Pittura. Trionfatrice della sezione
poesia è stata la famiglia Testi: al padre Anselmo, poeta nato a Castel Madama e autore di
un buon numero di pubblicazioni, sono infatti
andati il primo ed il secondo premio con due
liriche intitolate rispettivamente “In questo
esser curvo” e “Resteremo nel vento”, mentre
sua figlia Eleonora si è piazzata sul terzo gradino del podio con una poesia senza titolo il
cui primo verso recita “Immerso nel tuo
mare”. Successi in famiglia anche nella sezione pittura, con “Composizione Astratta” tempera su carta di Barbara Petroselli di Ostia,
Il sindaco Thomas premia Anselmo Testi, trionfatore della
Sezione Poesia
vincitrice su “Il ponte di Anticoli Corrado”, un
olio su tela eseguito dalla zia Paola Recchia.
Terza piazza per l’artista di Licenza Anna Di
Felice, autrice di una maiolica dipinta intitolata “Busto di donna in costume rinascimentale”. Qualche piccola polemica ha caratterizzato il dopo-premiazioni.
Il sindaco premia Paola Recchia, seconda classificata nella
sezione pittura
segue a pag. 24
24
Vicovaro
Il direttore della Biblioteca Marciana di Venezia riceve una
targa ricordo dal Comune
Sabato 18 Novembre è un giorno che gli innamorati del proprio paese difficilmente dimenticheranno. Vicovaro ha infatti avuto l’onore
di ospitare il direttore della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, il dottor Marino
Zorzi che, proprio quel pomeriggio, ha tenuto, nell’aula consiliare, una conferenza sul
ruolo del Sabellico a Venezia (ricordiamo che
Marcantonio Sabellico fu direttore della Marciana per lungo tempo). Zorzi, uomo di cultura sopraffina e di rara signorilità, è stato felicissimo dell’accoglienza ricevuta al suo arrivo
in paese, ed ha avuto parole di elogio per
l’amministrazione così impegnata nella valorizzazione di un personaggio tanto importante. Sembra che il rapporto tra Vicovaro e la
città di Venezia sia destinato a rafforzarsi
sempre di più nel segno del Sabellico, e Zorzi
si è detto pronto ad organizzare altre iniziative culturali in accordo con il nostro paese.
Alla conferenza sono intervenuti anche la professoressa Maria Luisa Angrisani, il dottor Marcello Nobili e la professoressa Erminia Dell’Oro, anch’essa docente all’Università La
Sapienza dove terrà un corso semestrale su
Marcantonio Sabellico, che è arrivata a Vicovaro accompagnata da una sua studentessa
che, in dicembre, discuterà la sua tesi di laurea sull’Epistolario del Sabellico. Davvero una
grande soddisfazione al di là di ogni più rosea
aspettativa.
La serata è proseguita con lo spettacolo teatrale “La Venexiana”, un’opera anonima del
XVI secolo in dialetto veneto allestita dalla
Associazione Culturale “White Light”. La ex
chiesa di Santa Maria, nonostante qualche piccolo problema di acustica, era gremita in ogni
ordine di posto con molte persone rimaste in
piedi a seguire una commedia deliziosa e leggera quanto basta, montata con sapienza dalla
regia di Massimo Piesco e interpretata da bravissimi attori professionisti (Michele Cesari nei
panni del giovane protagonista Iulio, Patrizia
Bettini e Gabriella Tommassetti nel ruolo delle
serve Nena e Oria, e Giulia Mombelli che interpretava la giovane nobildonna Valeria) tra i
quali merita una menzione speciale la portabandiera locale Alessandra Zibellini che, oltre
ad essere stata una degli organizzatori dell’intero Premio Arte, ha vestito brillantemente i
panni della matura signora Angela, sedotta e
abbandonata dal giovane protagonista. Un
successo fantastico!
Il Premio Arte si è poi chiuso il 25 e 26 Novembre con l’ultima scommessa dell’Assessore
Coccia, il Primo Certamen Sabellicum Valerianum, una gara di traduzione dal latino di
brani dell’opera del Sabellico riservata agli
studenti degli ultimi due anni di tutti i licei e
Istituti Magistrali di Roma e Provincia. All’invi-
Il bacio tra Iulio e Angela nello spettacolo teatrale La
Venexiana
Vicovaro
Il vincitore del Primo Certamen Sabellicum, Attilio Zilli,
posa insieme al sindaco Thomas, la professoressa Angrisani
e i dottori Nobili e Ronci
to, per la verità, hanno risposto un esiguo
numero di studenti, 15 per 7 scuole, ma si era
alla prima esperienza e molti sono comunque i
risultati positivi: si sono sviluppati contatti
con scuole prestigiose che potranno solo essere rinforzati, e si è dato modo ad alunni e professori di conoscere un personaggio sconosciuto ai più. Vincitore del Certamen è stato un
ragazzo del Liceo scientifico Augusto Righi,
Attilio Zilli, premiato dalla Commissione per
La compagnia degli attori saluta il pubblico
25
un commento brillante. Seconda classificata
Rossella Malaspina, una ragazza che frequenta
il penultimo anno dell’Istituto d’Istruzione
Superiore Classica di Palestrina, mentre al
terzo posto si è piazzata Claudia Ballanti,
anch’essa del Liceo Righi. Al liceo Righi è
andato anche il quinto premio con Giorgia Di
Sora. Gloria anche per il liceo scientifico Spallanzani di Tivoli, capace di piazzare due ragazzi tra i primi 10 (Roberto Romiti quarto e Giulio Giaconi sesto), mentre la settima piazza è
stata occupata da Domenico De Stefano del
liceo classico Giulio Cesare di Roma.
Per il vincitore un bel viaggio di una settimana
a Venezia con visita alla Marciana mentre per
gli altri premi in denaro, pubblicazioni del
Comune di Vicovaro e cesti di prodotti tipici
locali. Per gli organizzatori c’è un anno di
tempo per pensare a migliorare sempre di più
ed organizzare uno scintillante Ottavo Premio
Arte Marcantonio Sabellico.
SUL PROSSIMO NUMERO
DE “LA PIAZZA” UN’INTERVISTA
ESCLUSIVA AL DIRETTORE
DELLA BIBLIOTECA MARCIANA
MARINO ZORZI
26
Mandela
TURISMO RURALE A MANDELA
di Roberto Bontempi
Il Comune di Mandela, attraverso una gara per pubblico incanto, ha affidato la gestione di un casale in località
Pian di Papa alla cooperativa sociale Integra. Il casale, che è stato restaurato dal Comune con fondi soprattutto
regionali, è attrezzato con una cucina, una salone, alcune stanze per la ricezione di ospiti. Inoltre esso è immerso
nel verde delle colline che formano il territorio di Mandela, e quindi può essere punto di partenza di escursioni e
passeggiate. Chiediamo a Luca Natali, vice-presidente della cooperativa Integra di spiegarci il progetto di gestione per lo sviluppo del turismo rurale che ha presentato al Comune di Mandela
1. Quali sono secondo te le potenzialità del
casale che avete preso in gestione?
La nostra proposta gestionale parte dall’esperienza maturata dalle realtà imprenditoriali del Consorzio di cooperative sociali INTEGRA nel settore turistico, che ci ha portato a definire il turismo
rurale come una realtà che ha una sua identità precisa e si riferisce ad un segmento della domanda
fortemente caratterizzato. In quest’ottica, la nostra
proposta è stata concepita ed organizzata in base
alle prospettive di fruizione che il casale di Pian di
Papa riteniamo abbia.
Da un lato, relativamente alle caratteristiche del
casale stesso, una struttura accogliente, con
ambienti salubri, accessibile ai portatori di handicap, dall’altro, la sua collocazione, incastonato tra
le colline e le montagne di Mandela, uno scenario
suggestivo ed ancora tutto da scoprire.
2. Quali attività escursionistiche e di svago si
possono svolgere sulle colline del territorio di
Mandela?
È proprio la località nella quale insiste il casale
che ci consente di promuovere attività escursionistiche molteplici, attraverso la creazione di itinerari tematici, personalizzati, in accorso con l’identità del territorio che includa tutti gli operatori
interessati a livello locale.
Penso ad escursioni a piedi, a cavallo, in mountain
bike, attraverso sentieri da poco sistemati ed altri
che potranno essere battutti, adatti alla passeggiate dolci e agli escursionisti puri, agli sportivi e ai
“villeggianti della domenica”.
3. In generale, che cosa pensi della situazione
del turismo nella Valle dell’Aniene? Cosa servirebbe al nostro territorio per decollare in questo senso?
Penso che il flusso di persone che viene nella
nostra valle, soprattutto nel fine settimana, sia
significativo; ho però la sensazione che sia un
turismo mordi e fuggi, legato quasi esclusivamente all’offerta agro alimentare e della ristorazione,
peraltro importantissima, che offre il territorio.
Credo che però lo sviluppo passi attraverso 2 strade:
a) la capacità delle realtà imprenditoriali presenti sul territorio, aziende agricole, agriturismi, ristoranti, strutture ricettive, imprese artigiane, di fare rete e di diventare unico soggetto
in grado di offrire servizi diversi su un’area
vasta, che va da Mandela fino oltre Subiaco;
b) la capacità degli Amministratori locali di
sostenere queste realtà, le uniche potenzialmente produttive ed in grado di offrire posti di
lavoro, anche alla luce degli ultimi stanziamenti europei in tema di turismo rurale che l’Europa ha assegnato all’Italia e che la nostra valle
non può e non deve lasciarsi sfuggire.
Sambuci
27
28
Tivoli
Interventi di riqualificazione sull’Ospedale
“S. Giovanni Evangelista” di Tivoli
di Valentina Torella
Come tutti sanno spesso una delle più
grandi “piaghe” che affliggono le città in
cui viviamo riguarda la sanità che nella
maggior parte dei casi risulta essere
molto carente. Infatti accade di frequente
che chi necessiti di cure e ricoveri venga
ad avere a che fare con ambienti scarsamente igienici, poco attrezzati e ancor
meno accoglienti, senza tener conto della
scarsa quantità di posti letto disponibili
che spesso inducono al trasferimento dei
pazienti in altri reparti se non addirittura
in altri ospedali.
E i problemi non sono mancati nemmeno
per l’ospedale “S. Giovanni Evangelista”
di Tivoli che di sicuro necessita di una
buona riqualificazione e di un potenziamento. A farsi carico di tale impegno è
stato il direttore generale della Asl RM G Giovanni Di Pilla che, schierandosi dalla parte del malato
e della popolazione, ha stilato un programma ai
fini di migliorare, sotto molti punti di vista, la
struttura e il funzionamento del medesimo ospedale. E con il passare del tempo e l’inizio dei lavori
tanto si è fatto fino ad oggi per cercare di venire
incontro alle esigenze in materia di ogni singolo
cittadino.
E proprio ultimamente, verso la fine del mese di
novembre, enorme soddisfazione è stata espressa
dal Sindaco di Tivoli Marco Vincenzi per l’avvenuta gara d’appalto dei lavori di ristrutturazione e
completamento definitivo dell’ospedale di Tivoli,
essendo tale avvenimento di rilevante importanza
non solo per la stessa Tivoli ma anche per l’intero
L’Associazione
A L B AT R O S
bacino di utenza della Valle dell’Aniene. I lavori
appaltati, per una somma di 13,7 milioni di euro
riguardano interventi di completamento delle
strutture esistenti, la ristrutturazione dell’intera
vecchia ala dell’ospedale e la riqualificazione
degli immobili dell’ex Monte di Pietà.
Con questi interventi l’ospedale “S. Giovanni
evangelista”, il più grande dell’intera Asl RMG,
vedrà aumentare anche il numero dei propri posti
letto, in base anche a un parallelo piano di riqualificazione della Asl stessa. Inoltre c’è da dire che
circa 700 mila euro saranno spesi, tra l’altro, per il
completamento del pronto soccorso con la realizzazione definitiva del Dea di 1° livello e le ristrutturazioni permetteranno anche una più adeguata
dislocazione degli uffici.
e la Redazione de
Augura
Buon Natale e Felice Anno Nuovo
ARRIVEDERCI A GENNAIO
2007
Tivoli
29
ROSY SANTH ESPONE LE SUE OPERE
di Veronica Moro
Rosy Santh è una pittrice tiburtina
già nota ai lettori de “La Piazza”,
infatti nel numero di marzo abbiamo parlato della sua personale –
nella quale esponeva opere di pittura materia – tenutasi presso le Scuderie Estensi.
Rosy Santolamazza, in arte “Santh”
è nata e vive a Tivoli, ma ha un padre
di origine castellana, ha due figli
Manuel e Carmelo abituati a vivere
in una casa completamente tappezzata dalle opere della mamma.
Cresciuta affianco ad un nonno
materno artigiano che le illustrava
le opere di Leonardo e del Botticelli, come se fossero stati dei fumetti,
Rosy si è appassionata fin dall’infanzia al mondo dell’arte.
Nel corso della sua vita non ha mai
smesso di coltivare la passione per la pittura e ha
frequentato un’accademia di arte privata a Tivoli,
dove ha imparato tecniche antiche e moderne.
Alcuni anni fa, nel corso di una mostra estemporanea a Castel Madama, ha ricevuto un premio ex
equo con il maestro Riccardo Rovazzani, artista da
lei molto apprezzato e stimato.
Santh fa parte, come ospite da vari anni, dell’Associazione dei 100 pittori di Via Margutta.
A tutti coloro che hanno avuto modo di conoscere
le sue opere e soprattutto a chi ancora non la conosce farà piacere sapere che Santh replica, con
un’altra mostra personale, dal 9 al 16 dicembre,
sempre presso le Scuderie di Tivoli.
Abbiamo parlato direttamente con lei per sapere
meglio cosa porterà in questa mostra e quali sono i
soggetti delle sue opere.
Quando sarà inaugurata la tua mostra tiburtina?
La mia personale aprirà il 9 dicembre alle ore
17,00 presso le Scuderie Estensi in Pzza. Garibaldi 16.
Che tipo di opere porterai?
Ci saranno circa 40 opere tra quelle nuove, eseguite nel 2006, e altre degli anni passati. Le tecniche
usate sono diverse: la pittura materica – la mia preferita – l’olio su tela, affreschi a secco, pittura su
vetro e mosaico.
Santh
e le sue opere
Quali sono i soggetti e le tematiche principali?
Amo dipingere soprattutto cavalli e nudi femminili, che mi piace rappresentare mescolando il surrealismo, il figurativo e l’astratto.
Hai altri progetti dopo la mostra tiburtina?
Si, dal 15 al 21dicembre, esporrò alcune delle mie
opere in una collettiva a P.zza Re di Roma con
l’Associazione Culturale “Rassegna Re di Roma”.
Ci sarà un grande capannone allestito nel giardino
centrale della piazza che ospiterà le opere di vari
artisti, tra cui le mie.
Per chi non avesse modo di vedere la mia personale a Tivoli potrà trovare una piccola parte dei miei
quadri in questa esposizione romana.
Tradizioni popolari
31
Tradizioni popolari a Castel Madama - Proverbi
selezione ed elaborazione del testo a cura di Gualtiero Todini
Dalla tesi sulle “Tradizioni Popolari a Castel Madama, 1949” di Vittorio Todini
Tu mo’, che té vinti o trent’anni, mancu lo sa che so’ le melarosa; ma ai témpi méi le melarosa eranu le mela ppiù bòne e
ppiù duci, tutte bianche e rosce
(‘nvece le cuccuvine eranu
bone puru jesse, ma eranu tutte
virdi e sapeanu de limone: macara pe’ vesso, in italiano, se
chiameanu “limoncelle”).
Allora il proverbio “’n zo’ pe’ j’asini i confetti e
mancu le melarosa pe’ i porci” sta a significare
che fare gentilezze a un ingrato è tempo sprecato: non si danno i confetti all’asino e nemmeno
delle buone mele ai porci.
Recentemente ho visto un film, “La sconosciuta”
di Giuseppe Tornatore, che ho anche commentato
nel numero precedente de “La Piazza”. Bene, in
questo film, la protagonista che fa la badante a
una bambina, che fra l’altro ritiene essere sua
figlia, siccome la bimba non sa difendersi, cerca
di insegnarle un singolare (e discutibile) stile di
comportamento: restituire sempre pan per focaccia (altro che porgere l’altra
guancia!) e se sei stato mandato in terra e non sai chi è
stato, quando
ti rialzi in
piedi, picchia
il primo che ti
capita fra le mani, perché se sei tu a
farti pecora, il lupo mangia te. Già:
“chi pecora se fa, u jupu se lla magna”.
Gli spagnoli, ma non loro soltanto, distinguono
fra chi è figlio de puta (chiaro, no?) e chi è figlio
di “Qualcuno”. Bene: il figlio di Qualcuno avrà
soldi e benessere, avrà comportamenti raffinati,
aristocratici. Chi, invece, è figlio di... nessuno,
sarà povero e straccione; e per quanto si atteggi a
persona per bene, c’è poco da fare: “chi nasce de
cajna, ‘n tera ruspa”. Un proverbio brutale che
teorizza la divisione in classi eterna, senza scampo. Meno male che qualche volta pure i proverbi
prendono cantonate.
“Barattulu miccu, barzamu (unguento) bonu”.
Questo proverbio è l’equivalente dell’altro “nella
piccola botte c’è il vino buono” ed è il contrario di
un’altra espressione greve e lapidaria: “grossu e
cazzacciu”. Come nascono questi proverbi? I proverbi nascono dalle esperienze di vita: certamente, se una persona è fine, delicata, piccola (e,
soprattutto, influente) di sé avrà detto: “io sono
piccola, ma sono molto valida, come è vero che il
vino migliore si mette in una botte piccola e in un
barattolo piccolo il buon unguento. Eh, già! I proverbi non se li sono inventati le capre, ma uomini
saggi con la barba bianca!
Abbiamo visto che chi nasce da gallina resta a
ruspare per terra; ma c’è anche il rovescio della
medaglia: “chi magna ‘n ponta de corteju, no’
rempie mai ju corzemeju (stomaco)”. Mi è capitato qualche rara volta di mangiare un frutto (una
mela o, peggio, una pèsca) con coltello e forchetta. Che fatica! E, alla fine, il buon sapore della
mela o della pèsca prese a morsi era andato a farsi
friggere!
“Tutte le botte so’ de j’asinu cioppu”. L’asino
zoppo paga per tutti, non c’è rimedio. Se due o più
fratellini (beh, una volta! adesso nascono quasi
tutti figli unici!), dicevo: se più fratellini litigano,
chi ce le piglia è sempre il più piccolo! L’asino
zoppo è lui. Ma in castellano si dice pure – con
rozza efficacia – “sta scrittu sopra ju muru che u
ppiù miccu se ratta ‘n curu!”.
C’è chi nasce con la camicia o, detto più volgarmente, co ju fiore ‘n curu.
E c’è quello, che non glie ne va bene una: se
invoca il sole, gli casca addosso un temporale e
un fulmine gli sconquassa la casa. Se decide di
fare un viaggio, gli si
sfascia la macchina di
notte e in una zona
deserta. Vuoi vedere –
impreca sconsolato –
che “se me metto a fa ju
cappellaru, nasciu tutti
senza capu!”.
32
Archivio
AD ARBITRIO DI SUA EMINENZA
di Flavia De Bellis
L’assassinio legale è incomparabilmente
più orrendo dell’assassinio brigantesco.
Chi è assalito dai briganti ... spera ancora
di potersi salvare fino all’ultimo momento.
Mentre qui tutta quest’ultima speranza ...
te la tolgono con certezza; qui c’è una condanna,
e appunto nella certezza che non vi sfuggirai
sta tutto l’orrore del tuo tormento ...
F. Dostoevskij, L’idiota
Nella seconda metà del ’700 non solo in Europa
ma anche in quasi tutti gli Stati d’Italia cominciano a diffondersi con forza le idee illuministe
e si sviluppa un ampio movimento d’opinione
teso ad abolire la pena di morte e gli altri feroci supplizi cui potevano essere sottoposti i condannati.
In quegli anni Cesare Beccaria pubblica Dei delitti e delle pene in cui dichiara con coraggio che la
pena di morte è contraria alla stessa idea di contratto sociale e quindi in aperta contraddizione
con qualsiasi forma civile di Stato o di qualsivoglia associazione condivisa tra uomini.
Molti governanti italiani raccolgono le nuove
istanze e modificano di conseguenza la legislazione riguardante i reati penali.
Lo Stato Pontificio, invece, sembra non essere
neanche sfiorato da questo nuovo corso se ancora
nel 1754 Sua Eminenza il Cardinal Valenti
emana un Bando, anche questo sui delitti e sulle
pene ma di tenore del tutto opposto, che non
riguarda la sola città di Roma e Distretto ma si
estende parimenti (...) in tutte le altre Città, Terre,
Castelli ed altri Luoghi dello Stato Ecclesiastico
anche mediatamente soggetti, e quindi anche in
Castel Madama.
In questo Bando, di cui l’Archivio Storico
Comunale conserva una copia a stampa, sono
contemplati pressoché tutti i reati che potevano
essere commessi nell’ambito delle comunità dell’epoca e tutte le pene che di conseguenza potevano essere comminate.
La prima impressione che si ricava dalla lettura
di questo interessantissimo documento è che esista in molti casi una forte sproporzione tra l’atrocità della pena prevista e la gravità del reato commesso; nella maggior parte dei casi si tratta di
pena della vita, talvolta inflitta automaticamente
in base alla giurisprudenza consolidata, ma spesso come misura peggiorativa rispetto alla galera
perpetua e sempre, in questo caso, ad arbitrio di
Sua Eminenza.
Va ricordato che nello Stato Pontificio, fino ai
primi anni dell’Ottocento, sono rimaste in vigore sostanzialmente due forme di pena capitale: la
decapitazione, meno umiliante e perciò privilegio esclusivo degli aristocratici e del clero, e la
più “democratica” impiccagione che riguardava
la quasi totalità dei comuni cittadini.
Quest’ultima era frequentemente preceduta dalla
tortura e seguita altrettanto frequentemente dallo
scannamento che consisteva nel taglio della testa
che veniva infilzata su un palo posto accanto alla
forca, o dallo squartamento con esposizione dei
pezzi in vari luoghi della città a monito di tutta la
popolazione.
Vediamo ora, sulla base del Bando citato, quali
reati, ancora nel 1754, dovevano essere obbligatoriamente puniti con le pene suddette.
Si inizia, leggendo semplicemente i Capitoli uno
dopo l’altro, con il tentativo di violenza carnale in
pubblico e si prosegue con il barare al gioco, la
contraffazione di sigilli o scritture pubbliche, la
Archivio
sottrazione di documenti dagli archivi, la detenzione di pistole curte, o siano archibugetti ed altre
armi proibite, il tentato omicidio con armi da
fuoco, lo sparo in Chiesa o in sacrestia, l’omicidio
colposo per motivi passionali soprattutto durante
una rissa.
Particolare attenzione viene riservata agli autori
di libelli famosi, vale a dire diffamatori o ingiuriosi, o pasquinate di qualsivoglia sorte (...) che
contenghino alcuna sorta di maldicenza, o detrazione, o calunnia di Principe, o di Persone graduate, Ecclesiastiche o Secolari. Le esternazioni
della coscienza critica vengono represse con la
pena della vita, confiscazione de’ beni, e perpetua
infamia, secondo la qualità delle Persone, o
almeno della Galera ad arbitrio di Sua Eminenza.
Incorre inoltre nella pena di morte, sempre ad
arbitrio di Sua Eminenza e come misura peggiorativa rispetto alla prospettiva di dover remare in
perpetuo sulle galere della flotta pontificia di
stanza a Civitavecchia, chi romperà, o farà rompere pace, tregua, parola, o riconciliazione e chi
ardisca a mal fine di far coadunazioni, o conventicole di Persone, intendendo con questo le
riunioni di sei Persone armate, o più di dieci
senz’armi.
Allo stesso modo gli organizzatori di proteste o
tumulti, chi si presenta nelle case munito di credenziali false, chi offende i membri del Consiglio
Comunale, chi evade dal carcere o facilita l’evasione di un carcerato, chi corrompe un pubblico
ufficiale, chi viola i segreti d’ufficio, chi appicca
un incendio in luoghi abitati, tutti questi sono passibili di condanna a morte.
La pena della vita si applica anche agli avvelenatori, a chi propina poculi amatorj, agli antecedenti dei moderni scippatori, a chi ruba addormentando con oppio, agli estorsori e ai ricattatori, ai
ladri abituali e recidivi, a chi commette furto con
scasso o servendosi di chiavi false e a chi ruba
nelle Chiese ancorché la roba fosse di minimo
valore, ed il furto fosse semplice.
33
Alla forca viene condannato il domestico che
commetterà furto a danno del proprio Padrone e,
in caso di furti domestici qualificati, ovvero con
scasso o con l’uso di grimaldelli, se il valore delle
robe rubate passerà la somma di scudi dieci.
Ugualmente viene avviato al patibolo, dopo aver
subito la frusta, i tratti di corda, la tortura e la berlina, chi conia o spende monete false e coloro i
quali toseranno, o in altro modo leveranno con
Lime, Forbici, o altra sorta di stromenti, o veramente con acqua forte, od altri corrosivi alcuna
particella d’oro, o d’argento alle monete poiché
un delitto così atrocissimo, dichiara, e vuole
l’Eminenza Sua, che per incorrere la suddetta
pena basterà.
Si potrebbe continuare ancora per molto ricordando che la vita può essere tolta ad arbitrio di Sua
Eminenza anche a chi si traveste per non farsi
riconoscere, agli Zingari ed i Vagabondi che si
trattengono nel territorio dello Stato Pontificio
senza permesso e a tanti altri soggetti estremamente eterogenei.
Va detto comunque, ad onor del vero e come
impone la deontologia professionale di un archivista, che l’arbitrio di Sua Eminenza si riduce e si
addolcisce nei confronti delle donne, verso le
quali la giustizia pontificia mostra un occhio di
riguardo; si legge infatti nel penultimo capitolo
del Bando che le donne devono esser punite con
le stesse pene stabilite per gli Uomini, quando
però siano eseguibili nelle stesse Donne, come lo
son quelle della vita, della frusta, dell’esilio e le
pecuniarie. Rispetto poi alle non eseguibili, come
la galera, questa s’intenderà per le carceri per lo
stesso tempo.
Possiamo dunque immaginare che le donne di
Castel Madama, Diocesi di Tivoli, Comarca di
Roma, Territorio dello Stato Pontificio, si siano
sentite particolarmente fortunate in quel lontano
1754 ...
34
Sport
A.S.D. Castel Madama
DIECI PUNTI IN DIECI PARTITE
di Ivo Santolamazza
Nella settima giornata di andata del campionato di
Promozione Laziale (girone B) disputata il 12
novembre 2006 l’A.S.D. Castel Madama conquista la vittoria contro Tor Lupara per 2-0.
Nell’ottava giornata il Castel Madama pareggia
1-1 con il Roviano Team Service.
Alla nona giornata, giocata domenica 26 novembre
2006 alle ore 11, sul campo “A. Testa” a Castel
Madama, il Riano batte il Castel Madama: all’ 8’ il
Riano guidato dall’allenatore Gratti trova subito il
vantaggio con D’Ascenzi che trasforma il rigore
concesso per una trattenuta in area. Al 10’ la squadra di casa ottiene il pareggio con Ippoliti. Nella
ripresa il Riano trova la rete della vittoria con
Stefani che, da calcio di punizione, sigla l’1-2.
Domenica 3 dicembre 2006 Pro Calcio Acilia –
Castel Madama termina con il punteggio di 2-0.
La Pro Calcio Acilia batte il Castel Madama e lo
raggiunge in classifica. La squadra di casa si porta
in vantaggio al 18’ con una punizione di Oliva. Il
secondo gol è di Barbato e arriva al 25’ con un’altra punizione. Il Castel Madama gioca una buona
gara cercando di reagire ma arrivano soltanto due
traverse con Salvati.
I ragazzi del Castel Madama oltre al campionato
sono impegnati anche nella Coppa Italia dove si
sono qualificati per i quarti di finale battendo
Boreale 3-1 all’andata e pareggiando 2-2 il ritorno del 29 novembre 2006.
CLASSIFICA - Girone B
(aggiornata al 4/12/2006)
Pro Sabina
Tor Lupara
Tor de Cenci
Fiumicino
Riano
Roviano
Casette
Monter. Scalo
N.S. Maria Mole
Pescatori Ostia
Alessandrino
Fonte Nuova
Pro Calcio Acilia
Castel Madama
Tor Sapienza
Palocco
21
21
20
20
15
14
13
13
12
11
11
10
10
10
9
2
10
10
10
10
10
9
10
10
9
10
10
10
10
10
10
10
6
6
6
5
4
3
3
4
3
3
3
1
2
3
2
0
3
3
2
5
3
5
4
1
3
2
2
7
4
1
3
2
1
1
2
0
3
1
3
5
3
5
5
2
4
6
5
8
18
14
16
11
16
15
12
8
13
12
10
10
8
12
13
5
12
9
9
5
16
7
14
11
8
12
14
10
12
18
13
23
Sport
35
Seconda Categoria: Pro Castel Madama
di Ivo Santolamazza
Continua la scalata in classifica della F.C. Pro
Castel Madama nel Campionato di Seconda
Categoria (girone H). Il 3 dicembre 2006 si aggiudica la partita giocata in casa contro Pibe de oro
per 2-1 scavalcandolo in classifica. Ancora tre
punti per la squadra di Castel Madama che si posiziona al quinto posto in classifica a soli cinque
punti dalla prima. Infatti la Pro Castel Madama
sulle dieci partite fin ora disputate totalizza cinque
vittorie e tre pareggi lasciandosi alle spalle solamente due sconfitte. Nel prossimo turno incontrerà fuori casa la Res Roma.
CLASSIFICA Girone H
(aggiornata al 4/12/2006)
La Vetrice
Gerano
Cerreto
Arsoli
Pro Castel Madama
Pibe de oro
Aud. Olimpica
N. Agosta
Borussia
N. Lunghezza
Poli
Real Casilino
Vicovaro
Res Roma
Real Turania
Fortitudo RM
23
20
20
20
18
17
17
16
15
15
10
9
9
7
1
1
PALLAVOLO: TERZA DIVISIONE MASCHILE
Sabato 18 novembre a Castel Madama, presso la
palestra della scuola media in via Pio La Torre,
l’A.D.G.S. Castel Madama si prende una rivincita
sulla partita amichevole persa fuori casa contro il
Vivivillalba. Il Castel Madama, infatti, domina la
gara amichevole di ritorno disputatasi in casa, con
una somma di punti superiore alla squadra avversaria, anche se c’è stato un pari merito sui set
vinti. Sono stati giocati quattro set: il primo vede
vittoriosa la squadra Castellana con un punteggio
di 25-21. Il secondo set se lo è aggiudicato il
Vivivillalba per un soffio con il punteggio di 2325 grazie ai molti sbagli della squadra guidata dal
mister Simone Ricci. Il terzo set ricalca un po’
l’andamento di quello precedente e termina per 22-25 ancora per la squadra ospite. Nell’ultimo set non
ci sono dubbi, il Castel Madama chiude la partita con un punteggio netto di 25-15 sbagliando pochissimo e affrontando la gara con la giusta grinta.
36
Libri
BORGES VENT’ANNI DOPO
recensione a cura di Ivano Moreschini
“I miei libri (che non sanno che io esisto) / sono parte di me come questo viso.”
È inevitabile aprire una presentazione di Jorge Luis
Borges nel ventennale della sua scomparsa partendo
da una citazione di un suo verso, una sua frase. Proprio
di frasi illuminanti, di ragionamenti sul filo del paradosso, infatti, è fatta la sua scrittura di grande classico
del novecento. Ed è proprio il verso iniziale che mi
tornava in mente, trasformato, impreciso, mentre pensavo a questo articolo. Scoprivo infatti che quei libri,
persi in qualche scatolone, sollevavano in me, al solo
pensiero di andarli a cercare, più emozioni di tanti
incontri quotidiani, che affollano la banalità dei miei,
dei nostri giorni. E scoprivo altresì la profonda verità
di un’altra affermazione di Borges: che la poesia non
esiste di per sé, ma sta “nel commercio del poema con
il lettore”, nel ritornare al libro che ti ha dato un’illuminazione, per rinnovarla, cambiata, perché tu sei
cambiato. La poesia, come tutta l’arte, si trova in
quell’“imminenza di una rivelazione, che non si produce, dove sta, forse, il fatto estetico”.
Cerco allora di dare qualche spunto per stimolare un
piccolo interesse su questo autore, avvertendo che è
un autore che si legge per puro piacere, e traffica con
temi che forse sono poco utili. A meno che uno non
sia tanto irragionevole da ritenere che il piacere di
leggere, e di riflettere su temi eterni, ma non utili, non
sia una perdita di tempo.
Jorge Francisco Isidoro Luis Borges nasce a Buenos
Aires, il 24 agosto del 1899. Il padre, Jorge Guillermo, era avvocato, ma insegnava anche psicologia, in
inglese, in una scuola della città. Uomo colto, scrittore mancato, sperò che il figlio potesse riuscire in quella passione letteraria, dove lui aveva fallito. La
madre, Leonor Acevedo, di origine tutta spagnola, era
anch’essa una donna colta, pur se meno brillante del
marito. Borges quindi crescerà con un doppio codice
linguistico, inglese e spagnolo, nella particolare declinazione argentina. Entrambi i genitori discendevano
da famiglie che avevano avuto un notevole ruolo nelle
rivoluzioni e nelle guerre per l’indipendenza argentina. Un ruolo soprattutto militare, di condottieri: figure che saranno poi evocate poeticamente nell’opera di
Borges. Tra questi Francisco Narciso de Laprida,
antenato della madre, che aveva presieduto nel 1816
il congresso che a Tucuman dichiarò l’indipendenza
dell’Argentina, e fu ucciso nel 1829 dai gauchos
ribelli: è il protagonista della poesia che riportiamo.
Dal 1914 al 1921 la famiglia si trasferisce in Europa,
prima in Svizzera, per la guerra mondiale che era nel
frattempo esplosa, poi in Spagna. Seguì il ritorno in
Argentina, patria non
solo fisica, ma anche
elettiva di Borges, che
inizia la sua carriera letteraria nel 1923 con un
libro di poesie intitolato appunto “Fervor de
Buenos Aires”.
Alcuni altri eventi della
sua vita vanno citati,
perché hanno un rilievo
anche letterario: la sua
progressiva cecità, ereditata dal padre, che culminerà alla fine degli
anni cinquanta; la sua
nomina a direttore della Biblioteca Nazionale argentina, proprio mentre la cecità ormai aveva avuto il
sopravvento, che gli ispirerà una delle sue poesie più
felici, il “Poema de los dones”: “Nadie rebaje a lagrima o reproche/esta declaracion de la maestria/De
Dios, che con magnifica ironia/Me dio a la vez los
libros y la noche.”. Non fornisco la traduzione, un po’
perché il senso si capisce, un po’ perché può essere
uno stimolo ad iniziare il commercio del poema con il
lettore. E poi a Castel Madama lo spagnolo da qualche tempo è molto frequentato.
Borges si è cimentato soprattutto con i racconti, le
poesie, la critica letteraria. Ma la particolarità della
sua scrittura è che spesso i racconti sembrano critiche
letterarie, le critiche letterarie racconti, le poesie trattano di temi filosofici e speculativi. Insomma c’è una
circolarità nell’opera di Borges, che costituisce il
grande fascino di questo scrittore. Borges, inesausto
lettore, indaga filosofie, religioni, letterature mondiali. Il tutto è tenuto insieme da una ricerca più profonda:quella della parola poetica. L’itinerario artistico di
Borges inizia infatti negli anni venti, nel periodo dell’espressionismo, del futurismo, ed egli assorbe questo tipo di tensione e di ricerca. Si farà notare sulla
scena letteraria argentina per un manifesto sull’ultraismo: comunque un assalto alla tradizione, anche se
discreto, come nel suo stile.
I temi di Borges sono molteplici: i più noti sono quelli legati al labirinto, ai sogni, agli specchi, ai libri,
alle biblioteche, alla impossibile definizione del
tempo, alla letteratura fantastica. Ma ce ne sono altri:
la ricerca di alcune metafore comuni a tutte le letterature; un interesse per l’aspetto estetico delle reli-
Libri
gioni e delle filosofie,
come scrive in “Altre
inquisizioni”: indizio,
forse, di uno scetticismo essenziale. Un
ateismo un po’ triste
(“malinconicamente,
non credo in Dio”). L’epica, ironicamente legata alle sue difficoltà
fisiche: “Ho degli antenati militari da entrambi i lati della mia famiglia: questo può spiegare la mia smania per quel destino epico che, senza
dubbio molto saggiamente, gli dei mi hanno negato”.
La lettura costante di alcuni testi ed autori, spesso
legati alla tradizione inglese ed americana: ovviamente Shakespeare, poi Berkeley, Conrad, James,
Shaw, Carlyle, De Quincey, Joyce, Whitman, Poe;
ma anche Cervantes e Quevedo per la Spagna, Dante
per l’Italia; Hugo e Valery per la Francia; i classici
greci e latini, come Eraclito, Omero, Virgilio. E poi
Kafka, Goethe, i mistici, le saghe nordiche, la passione per l’antica lingua Sassone. Per continuare, cedo
la parola a Domenico Porzio, nell’introduzione ai
volumi dei Meridiani Mondadori dedicati a Borges
nel 1984: “la ripetitiva vanità della storia, le inappagate e cicliche interrogazioni delle filosofie e delle
teologie, sollevate a materia di lucida e appassionata
poesia… un’avventura in versi e in prosa nell’imma-
ginario, alla ricerca dei profetici frammenti di verità
che lo Spirito ha elargito alla letteratura, mutevole
caleidoscopio che ogni lettore modifica e ricrea”.
A quei pochi (o molti) ai quali interessa l’orientamento politico di Borges, basti sapere che egli si definiva
un conservatore che auspicava uno stato minimo: un
anarchico liberale. La sua famiglia ebbe qualche difficoltà con Peron. In realtà, preso com’era da temi
eterni, non si interessava all’attualità: più volte ha
dichiarato di non aver mai letto i quotidiani.Un uomo
di destra, ma senza clamore.
Dagli anni sessanta la sua notorietà superò i confini
dell’Argentina, e trasformò l’ormai anziano signore
in un ambito conferenziere, che girava l’Europa e le
Americhe ricevendo premi, lauree ad honorem ed
attestati di stima. Visse questo periodo con la solita
ironia, ma anche con qualche civetteria. È morto a
Ginevra nel 1986.
Sicuramente pensava anche un po’ a se stesso nella
sua chiusa ad una nota su Francisco de Quevedo,
grande scrittore spagnolo del seicento: “Trecento anni
ha compiuto la morte corporale di Quevedo, ma questi rimane il primo artefice delle lettere ispaniche.
Come Joyce, come Goethe, come Shakespeare, come
Dante, e nessun altro scrittore, Francisco de Quevedo
è meno un uomo che una vasta e complessa letteratura”. E siccome auspico che ci sia qualcuno già appassionato di Borges che possa trovare banale la citazione di chiusura, me la cavo citando ancora il Maestro:
che con gli anni che passano la banalità spaventa
poco, purché sia vera.
POESIA CONGETTURALE
Il dottor Francisco Lapida, assassinato il 22 settembre del 1829 dai guerriglieri di Aldao, pensa prima di morire:
Ronzano i proiettili nella sera ultima.
C’è vento e c’è cenere nel vento,
si disperdono il giorno e la battaglia
deforme, e la vittoria è degli altri.
Vincono i barbari, i gauchos vincono.
Io, che studiai le leggi e i canoni,
io, Francisco Narciso de Laprida,
la cui voce dichiarò l’indipendenza
di queste crudeli province, sconfitto,
con il viso macchiato di sangue e di sudore,
senza speranza né timore, perduto,
fuggo verso il Sud per le periferie ultime.
[…]
Io che desiderai essere altro, essere un uomo
di sentenze, di libri, di decreti,
sotto il cielo giacerò tra i pantani;
però mi infiamma il petto inspiegabile
un giubilo segreto. Finalmente incontro
il mio destino sudamericano.
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A questa rovinosa sera mi portava
il labirinto molteplice di passi
che i miei giorni intrecciarono
fin da un giorno dell’infanzia.
Finalmente ho scoperto
la recondita chiave dei miei anni,
la sorte di Francisco de Laprida,
la lettera che mancava, la perfetta
forma che Dio seppe fin dal principio.
Nello specchio di questa notte raggiungo
il mio insospettato volto eterno. Il cerchio
si sta chiudendo. Io attendo che sia così.
Calpestano i miei piedi le ombre delle lance
che mi cercano.
Le beffe alla mia morte,
i cavalieri, le criniere, i cavalli,
incombono su di me… Ecco il primo colpo,
ecco il duro ferro che mi squarcia il petto,
l’intimo coltello nella gola.
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Libri
CAOS CALMO
di Sandro Veronesi
recensione di Gualtiero Todini
451 pagine, ma si leggono tutte d un fiato! A raccontarle Ł Pietro Paladini, il protagonista, di 43
anni, vedovo. Lara, la sua compagna, non ancora
moglie ma pochi giorni mancavano al matrimonio,
muore di infarto (?), lasciandolo solo con Claudia,
una figlia di 10 anni; Lara muore, mentre lui Ł
intento a salvare un altra donna che sta annegando, una coincidenza che prevedibilmente lo
segna: comincia cos la narrazione che poi si sviluppa per tante pagine, intense e godibili.
Ma chi Ł Pietro Paladini? Pietro ha un buon lavoro, dirige una rete televisiva e quindi dovrebbe
essere un uomo realizzato , come si usa dire;
ma gradualmente scopriremo che non Ł cos , il
suo mondo lavorativo si nutre di ipocrisie, di
sgambetti, di invidie, che non esaltano certo la
convivenza civile.
Sconvolto dall evento tragico che l ha colpito,
accompagnando la figlia Claudia a scuola, le dice
senza pesare le parole
che la aspetter in
macchina fuori di scuola fino alla fine delle lezioni.
Comincia cos una nuova esistenza, il cui centro Ł
l abitacolo dell automobile, dentro il quale svolger la sua attivit lavorativa, telefonando, faxando e
ricevendo la sua segreteria e tutti quanti vogliono
avere con lui un rapporto orale, a cominciare dai
suoi parenti (il fratello Carlo, uno scapolo d oro,
estroso ma inquieto, sua cognata Marta, con qualche turba psichica non insignificante).
Ma perchØ il dottor Paladini ha fatto questa scelta, si chiedono i colleghi sul lavoro e nei salotti
con gli amici? Ha, forse, dato di testa? Ha bisogno di uno psicoterapeuta? Queste domande frullano nelle teste di coloro che lo hanno conosciuto
e apprezzato come professionista capace e leale.
Anzi qualcuno glielo chiede esplicitamente, come
un collega di lavoro:
Come diavolo ha fatto a diventare decisivo questo posto? (il riferimento Ł all abitacolo-auto) .
PerchØ ci sto bene .
Ho capito, ma oltre a questo? Non riesco a capire cos hai in mente, Pietro .
Non c Ł niente, oltre a questo. Non ho in mente
niente .
La scelta di Pietro pu sembrare folle e un po lo
sar pure, ma per il protagonista questo caos
calmo determina il risveglio da un esistenziale
torpore, generando risultati davvero produttivi.
Comincia a osservare la vita dalla parte di valori
positivi, demolendo i falsi valori dei rapporti sul
lavoro: diventa importante far credere a un bimbo
down che la sua automobile lo saluti quando
passa, quasi a dargli il buon giorno; Ł palpitante il
momento in cui la figlia Claudia si affaccia alla
finestra per salutare il padre che staziona nel
piazzale antistante la scuola. Ma la vacanza non
pu durare all infinito ed Ł la figlia Claudia ad
aprirgli gli occhi: Pap
mi ha detto devi tornare al lavoro e se il lavoro che avevi l hai perso mi
ha detto devi trovarne un altro. Devi pensare al
nostro futuro, pap . La ricreazione finisce, ma
di sicuro comincer una nuova vita.
In conclusione, non solo di queste note, ma del
romanzo (tra parentesi, Premio Strega 2006), con
Caos Calmo si approda
come si scrive in
copertina alla piø semplice delle verit : l accettazione della natura umana nella sua banale,
eroica confusione di forza e debolezza .
Sandro Veronesi (nato a Firenze nel 1959) in precedenza con “La forza del passato” (pubblicato nel 2000) aveva
vinto il Premio Viareggio e il Premio Campiello. Il presente
volume, ed. Bompiani, costa 17,50 Euro.