“Il re è nudo:noi no” Progetto di intervento di informazione

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“Il re è nudo:noi no” Progetto di intervento di informazione
“Il re è nudo:noi no”
Progetto di intervento di informazione, sensibilizzazione e
prevenzione relativamente alle problematiche del disagio
giovanile
La responsabilità della storia, e, dunque, del futuro è radicata nella nostra presente idiozia. La storia
rimane una catena di tragedie, che non si spezza mai. Ma noi siamo capaci di dimenticarcene.
Questa dimenticanza genera una specie di felicità. E, invece, è la causa delle nostre future tragedie.
OKAZAKI KENJIRO, TSUDA YOSHINORI
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Stefano Carboni
Da alcuni decenni le istituzioni, con il supporto del privato – sociale, sono impegnati in programmi di
prevenzione, informazione, sensibilizzazione sulle tematiche del “disagio giovanile” nell’ottica di una
promozione dell’agio, uno stimolo ad apprendere e mettere in pratica stili di vita “sani”, un focus particolare, da sempre, è
quello dell’abuso o di un consumo problematico di sostanze psicotrope legali e non.
I Ministeri, le Regioni diffondono annualmente campagne informative di lotta alla droga, nonostante ciò, una fascia di
popolazione sempre più numerosa e giovane è minacciata dall’uso problematico di sostanze psicotrope legali e non.
La sfida implicita nell’uso di droghe affascina gli adolescenti da sempre, ed ogni anno che passa sempre di più con
modifiche sostanziali di tipologie e modalità di consumi, ma, certamente, la loro capacità di rendere artificialmente
piacevoli certe situazioni e certe esperienze, di far scomparire il disagio diffuso di questa società priva di scambi affettivi
veri, oramai sostituiti da rapporti artificiali, virtuali e sempre mediati da artifici e ben definita dalla definizione “L’epoca
delle stagioni tristi” può essere molto invitante.
L’abitudine al sì come risposta prevalente, le necessità di percepirsi come portatori di tutti quei requisiti dettati da mode,
modelli e prestazioni, naturalmente irraggiungibili, comportamenti di gruppo che dettano le cose giuste o sbagliate da
fare per appartenere può risultare gravosa per adolescenti che si trovano ad affrontare le prime esperienze di
assunzione di responsabilità spesso non sostenuti dai rapporti con gli adulti di riferimento, punto fermo a cui appoggiarsi
per consigli, supporto o accoglienza del dolore che segue la scelta sbagliata ma consapevole che accompagna tutta la
“stagione della crescita personale”.
Ed allora la scorciatoia è lì pronta, così come il re delle favola, si vestono di illusioni, sedotti da comportamenti rischiosi
iniziano un cammino colmo di pericoli e di situazioni difficili per trovarsi nudi in situazioni da cui si esce con difficoltà e
dolore o da cui si può decidere di non uscire (ma con tutte le conseguenze del caso).
Per tutto questo gli attori impegnati nello sviluppo e nella crescita dei giovani livornesi (scuole, mondo dello sport, ASL,
ecc.) hanno condiviso le metodologie e l’idea progettuale qui presentata scegliendo di collaborare per aumentare il grado
di conoscenza e consapevolezza tra i giovani in merito alle tematiche legate alla promozione dell’agio giovanile.
Questione giovanile: gli aspetti del disagio.
L'aggravarsi d’alcuni fenomeni di grande rilievo sociale, come le tossicodipendenze e le devianze giovanili,
contribuiscono a rendere più esteso ed urgente il bisogno di nuove forme d'intervento per l'adolescenza. In
Italia questo non si è verificato ed, ancora oggi, vi è una sensibile carenza di risposte specifiche ai problemi
dell'adolescenza. Per certi versi si può affermare che si tratta di una popolazione esclusa dai servizi socioassistenziali esistenti ed istituzionalizzati. L'incremento del disagio adolescenziale richiede una forma
d’intervento innovativa per rispondere ai bisogni di prevenzione degli adolescenti. L'adolescenza costituisce
una fase evolutiva della vita dell'uomo particolarmente ricca di tratti comportamentali e stati psicologici incerti
e contraddittori, con forti tensioni emotive e mutamenti che si verificano a livello fisiologico, psicologico ed
interessano l'intera personalità (V.Manna). L'intervento preventivo dovrebbe rappresentare un momento
contenitivo di tali aspetti di vulnerabilità da realizzare attraverso la cooperazione di varie strutture ed
istituzioni sociosanitarie già presenti sul territorio, quali, i consultori familiari, i servizi d’igiene mentale, i
servizi per le tossicodipendenze, ma anche e soprattutto con il coinvolgimento del privato sociale ed il
protagonismo giovanile al centro di ogni azione rivolta agli adolescenti. Un intervento formativo ed
informativo dove ogni ragazzo può trovare uno spazio per le proprie esigenze.
Il disagio adolescenziale ed il malessere diffuso tra i giovani, a livelli ormai preoccupanti, impongono a tutti, a
partire dalle Istituzioni, il dovere di attuare concreti provvedimenti per cercare di ridurne e, se possibile, di
eliminarne le cause. L'obiettivo che dobbiamo prefiggerci è di favorire la formazione di un giovane, che da
adulto troverà in sé la forza per non essere sconfitto dalla vita, per non fondare la ragione del proprio vivere
sull'avere ma sull'essere se stesso, per non cercare fuori di sé, nella droga e nel rifiuto della vita, la
risoluzione dei propri problemi. Nel mondo adolescenziale e giovanile, più sensibile ed esposto ai
cambiamenti, possono essere evidenziate nuove espressioni di disagio mentale e comportamentale,
che, per la loro diffusione, assumono il ruolo di patologie sociali (V. Manna). Un numero crescente
d’adolescenti e di giovani sono alla costante ricerca di esperienze in cui l’adrenalina “circola a mille”, cjhe
lasciano segni indelebili per il loro sviluppo e, purtroppo, in alcuni casi, sono la causa del mancato sviluppo
per gli epiloghi tragici che hanno. Molti di loro presentano una sorta d’insensibilità alle gratificazioni della
quotidianità. La soglia di gratificazione sempre più alta, la scarsa capacità di provare piacere rende molti
giovani anedonici, abulici, annoiati, incapaci, per di più, di saper dilazionare la fruizione degli oggetti
desiderati (V. Manna). Solo le attività 'a rischio', risultano essere degne d’attenzione. È piuttosto comune
incontrare soggetti che scelgono di avere comportamenti a rischio per la vita. A volte mostrano disturbi della
comunicazione, non esprimono o comprendono le proprie ed altrui emozioni, non hanno relazioni sociali
stabili o significative. Si vive in una sorta di deserto emozionale, con elementi residuali di comunicazione
interpersonale ridotti all'espressione d’aggressività o sottomissione. In alcuni casi si registra una sostanziale
incapacità ad assumersi qualsiasi responsabilità rispetto alle conseguenze delle proprie azioni, in una sorta
di deserto etico, riempito da un’assoluta dipendenza dal denaro, unica misura di successo, nonché dalla
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cura della propria forma fisica, fine a se stessa (V.Manna). D'altro canto, il tessuto socio-relazionale ed
affettivo, in cui stanno crescendo i nostri giovani può favorire lo sviluppo o la slatentizzazione di forme di
psicopatologia altrimenti subcliniche.
I giovani ed il “mondo adulto”
Spesso, i giovani non hanno reale stima da parte degli adulti. Si preferisce considerarli negativamente, come
meccanismo di difesa psicologica, per non sentire il peso delle tante denuncie che gli adolescenti, spesso
giustamente, lanciano sugli adulti. Il senso di colpa degli adulti, che deriva dall'aver contraddetto nei fatti i
valori, pur formalmente condivisi con le giovani generazioni, è spesso contrastato svilendo, sminuendo ed
emarginando i giovani, enfatizzando i loro comportamenti devianti. L'unico legame profondo che, talora,
unisce il mondo degli adulti ed il mondo giovanile è costituito dalla paura genitoriale di perdere il figlio,
precipitato nel vortice della droga, vissuta come mezzo per risolvere le difficoltà esistenziali del crescere.
Gli stessi adulti, senza riconoscerlo, sanno d'essere "drogati", perché usano mezzi di compensazione, quali
sesso, potere e benessere, per superare una condizione di vita, spesso fonte di frustrazioni continue. I
comportamenti disturbanti dell'adolescente, secondo molti benpensanti, vanno puniti con il carcere o il
manicomio, qualunque cosa pur di non sentirsi chiamati in causa e di non essere disturbati nel nostro
benessere.
I giovani ed il sesso
La sessualità adolescenziale ha aspetti polivalenti, con vari significati nascosti.
Bisogna tenere conto che gli adolescenti sono spesso in situazioni di "crisi" ,vengono a posizionarsi in quello
spazio logico e affettivo, che li chiama a mobilitarsi per tracciare un'esperienza esistenziale unitaria
accompagnata dall'angoscia della scelta. La sessualità, relazionale e non, contribuisce in un contesto così
conflittuale, ad abbassare il livello di tensione, d'angoscia fluttuante, che sarebbe, altrimenti, poco
sostenibile. Per il giovane, l'aspetto consolatorio dell'attività sessuale raggiunge lo scopo d'ottenere una
sedazione. La sessualità viene, in questo modo, adoperata come tranquillante. "La sessualità genitale" serve
a soddisfare un bisogno di contatto. La giovane coppia cerca nella sessualità genitale di colmare una lacuna
affettiva, un contatto impossibile con l'adulto, una sessualità, talvolta, impulsiva vissuta con le caratteristiche
dell'additività. Anche in questa pratica, comunque, si decide di non rinunciare a quell’aspetto di vita legata al
rischio e sempre meno, infatti sono le giovani coppie che ricorrono all’uso del preservativo nonostante ne
conoscano i benefici, sappiano come e dove procurarselo.
Preferiscono utilizzare metodi anticoncezionali altri, la pillola o , peggio, la pillola del giorno dopo, senza
considerare o considerando minimali i pericoli di esposizione a MST (Malattie a trasmissione sessuale).
Così ritornano casi di sifilide, gonorrea, senza dimenticare il rinnovato aumento dei contagi di HCV e la
mancata diminuzione dei casi di HIV.
Secondo un recente sondaggio sono emerse alcune interessanti tendenze: 1) lo stabilizzarsi dell'età dei
primi rapporti sessuali tra i sedici e i diciassette anni; 2) la diminuita attrazione per l'ambiguità sessuale
sottolineata da fenomeni della moda e dalla definizione di ruoli sociali, che differenziano il maschio dalla
femmina; 3) una grande importanza giocata dalla coppia che è diventata garanzia contro l’AIDS; 4) la
scoperta della tenerezza, rispetto alla passione, un ritorno ai valori affettivi e alla intimità a due. Perfino la
verginità è un valore che torna di moda tra le adolescenti (40% delle intervistate). Questo modello di coppiaadolescente non segna più la rottura, la separazione dal gruppo di coetanei. Oggi, il gruppo adolescenziale
ingloba la coppia come parte integrante. Quindi, la sessualità adolescente risponde ad un bisogno di
comunicazione, un modo per essere in contatto con l'altro. Dunque, una sessualità con molti aspetti non
sessuali, non erotici, da regolatore dell'umore, a veicolo d'affermazione del sé, a mezzo di comunicazione e
di socializzazione.
Lo sport e il disagio giovanile
Per la salvaguardia dello stato di salute dell'adolescenza la pratica dello sport è indispensabile. E' un
complemento essenziale e piacevole per lo sviluppo psicofisico. E' uno strumento certamente indispensabile
per la maturazione psicologica del giovane e per una migliore definizione della sua personalità. Inoltre,
presenta alcune caratteristiche comuni alla struttura familiare e scolastica, in quanto, anch'esso stabilisce
regole da seguire, impegni e responsabilità da dover accettare. Contiene, però, elementi importanti estranei
alla comune routine familiare e scolastica, elementi che il ragazzo giudica tipici della vita adulta, perché
comportano libertà di scelta, d’azione ma, soprattutto, garantiscono una sensazione d’indipendenza. Lo
sport è avvertito com’evasione dalla realtà e dà al giovane la sensazione di libertà e di completezza del
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proprio io. Alcuni sport di gruppo sono in grado d'unire i giovani, di creare situazioni sociali basate su
interessi comuni, stima vicendevole, collaborazione. Nell'ambiente sportivo si definiscono situazioni
psicologiche importanti che portano all'amicizia come pure all'espressione di un’ostilità controllata, nel
significato d'ostacolo, d’avversario da superare, ma anche da rispettare. La pratica sportiva favorisce lo
sfogo fisiologico dell'aggressività del ragazzo, aggressività legata al suo essere umano e, talora, accresciuta
dai doveri familiari e scolastici ed allena il giovane ad utilizzare quest'energia per la sua economia psichica,
stabilendo limiti e regole, che insegnano l'osservanza dei diritti degli altri. Ogni attività sportiva presenta un
valore psicoterapeutico, soprattutto negli adolescenti in uno stato di disagio esistenziale con turbe
nevrotiche, caratteriali. Ragazzi poco adattati all'ambiente sociale, timidi, timorosi, insicuri, schivi, iperprotetti
dalla famiglia o all'opposto non protetti dal contesto familiare. Questi adolescenti traggono enorme
giovamento da una regolare e controllata attività ginnico - sportiva, talora imposta all'inizio, ma in seguito
accettata con piacere. E' possibile così attenuare sul nascere una deviazione nevrotica o addirittura risolvere
le problematiche dell'adolescente trasferendo il complesso conflitto psichico del ragazzo nelle molteplici
situazioni presenti nella competizione atletica.
Questione giovanile: i consumi di alcol e sostanze illegali.
Per ciò che riguarda i l’uso di sostanze psicoattive, tra il 2001 ed il 2005 si rileva, tramite l’indagine
IPSAD®Italia1, un aumento nella popolazione generale dei consumi di cannabis (hanno fatto uso della
sostanza almeno una volta nella vita il 22% degli intervistati nel 2001 ed il 32% nel 2005): l’incremento si
riferisce non solo al consumo nella vita, ma anche negli ultimi 12 mesi e 30 giorni. Le informazioni rilevate
fanno inscrivere l’aumento dell’uso di eroina e cocaina nell’area del consumo sporadico/occasionale; il
consumo frequente effettuato negli ultimi 30 giorni resta invece sostanzialmente stabile nel caso dell’eroina
mentre subisce un lieve incremento per la cocaina. Le regioni che fanno registrare le più alte prevalenze di
consumatori (una o più volte negli ultimi 12 mesi) sono il Lazio per i cannabinoidi (10,6%), la Lombardia per
la cocaina (4,7%) e la Liguria per l’eroina (0,7%).
Fra il 2001 ed il 2005 si registra una generale diminuzione del numero di persone che hanno fatto uso di
bevande alcoliche; tale dato risulta riscontrabile soprattutto tra i maschi nel passaggio dal 2003 al 2005
(hanno fatto uso di bevande alcoliche almeno una volta negli ultimi 12 mesi l’89% e 86% degli intervistati
rispettivamente negli anni 2003 e 2005).
Tale riduzione non mette però in discussione il crescere, spesso riportato da più fonti, di nuovi modelli di
consumo, in particolare nella popolazione giovanile, maggiormente problematici rispetto ai rischi a breve e
medio termine. Sembrano essersi modificate in modo significativo le abitudini relative al consumo di tabacco;
la percentuale del campione intervistato (con età compresa tra i 15 ed i 44 anni) che nel 2001 riferiva di aver
fatto uso di almeno una sigaretta negli ultimi dodici mesi era del 36,3%, nel 2003 scende al 32%, prevalenza
mantenuta anche nel 2005. L’analisi effettuata in base al genere degli intervistati, evidenzia un aumento
significativo delle femmine fumatrici (+6,4%) ed una diminuzione dei maschi (-6,6%). L’associazione fra
utilizzo di sostanze legali ed illegali evidenzia un decremento dal 2001 ad oggi.
Contrariamente a ciò che si osserva per il consumo concomitante di sostanze psicoattive legali e non, dal
2001 in poi aumentano le persone che consumano più sostanze illegali (poli-utilizzatori); la quota passa dal
14% al 17%.
In questo quadro resta però molto alto (87%) il dato relativo alla percentuale degli utilizzati di cannabis che
non associano altre droghe illegali.
La prevalenza dei consumi psicoattivi fra gli studenti del campione ESPAD®Italia2 aumenta all’aumentare
dell’età; tale dato si rileva nel corso dell’intero periodo di riferimento (2001-2005). L’uso di cannabis
effettuato “una o più volte nel corso degli ultimi 12 mesi” viene riferito dal 24,5% degli intervistati, quello di
cocaina ed eroina viene invece registrato rispettivamente in circa il 4% e 1,6% dei casi. Le quote di studenti
consumatori delle scuole superiori che presentano pattern quantitativi, evocativi di un consumo più
problematico della sostanza (più di 20 volte nell’anno), sono più basse per quanto attiene alla cocaina (circa
12%) ed eroina (circa 16%) e più elevate nel caso dei cannabinoidi (circa 26%). Le Regioni in cui si
registrano le più alte prevalenze (almeno una volta negli ultimi 12 mesi) di studenti consumatori sono il
Piemonte per i cannabinoidi (28%), l’Umbria per la cocaina (quasi 5%) e il Molise (2%) per l’eroina. Gli
allucinogeni e gli stimolanti di sintesi risultano distribuiti in modo omogeneo in tutta la penisola.
In controtendenza rispetto a quanto rilevato nella popolazione generale, la prevalenza globale di studenti
che assumono alcolici è leggermente aumentata dal 2000 (64,7%) al 2006 (69,6%); la differenza di genere
nei consumi è decisamente inferiore rispetto a quella rilevata per le sostanze illegali con un rapporto
maschi/femmine pari a 1.2 in tutti gli anni. La prevalenza degli studenti che fuma quotidianamente tabacco è
maggiore fra le ragazze (nel 2006 27,2%) rispetto ai coetanei maschi (nel 2006 26,6%); si tratta dell’unico
ambito, tra i consumi psicoattivi, in cui le prevalenze di consumatori di genere femminile superano in termini
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assoluti quelli di genere maschile. Anche il contatto con gli anabolizzanti è più frequente fra gli studenti
maschi rispetto alle coetanee; il 21% di chi ne ha fatto uso, 20 o più volte nel corso dell’anno 2006.
L’utilizzo concomitante di più sostanze sembra essere un fenomeno particolarmente diffuso fra gli studenti;
in particolare, dal 2000 ad oggi, la percentuale di studenti che consumano più sostanze illegali
(poliutilizzatori) pur subendo alcune oscillazioni, è rimasta sostanzialmente stabile (nel 2005 e nel 2006 tale
quota è pari al 22%). Anche tra gli studenti la quota dei consumatori di cannabis come unica droga illegale è
molto elevata (87%) Le caratteristiche della popolazione scolarizzata che maggiormente risultano
positivamente associate con il consumo di sostanze illegali sono “l’avere fratelli che abusano di alcol e/o
fanno uso di droghe”, “l’uso pregresso di psicofarmaci” e “l’avere avuto rapporti sessuali non protetti”.
Relativamente all’uso problematico, la prevalenza di utilizzatori problematici di oppiacei è stimata intorno ai
210.000 soggetti (5,4 ognimille residenti di età 15-64). Quella di utilizzatori problematici di cocaina intorno ai
147.000 (3,8 ogni mille residenti di età 15-64). L’analisi dell’andamento temporale delle stime mostra un
incremento rilevante per quanto concerne i soggetti eleggibili al trattamento per uso problematico di
cocaina e una stabilità per quanto riguarda, invece, la popolazione eleggibile al trattamento per l’uso
problematico di oppiacei. In merito alle attività di prevenzione implementate nel 2006 in Italia,
relativamente a quelle rivolte agli studenti delle scuole superiori secondarie (dati ESPAD®Italia 6, studio
condotto in 573 istituti scolastici) si evidenzia un quadro eterogeneo, in cui nel 21,2% delle scuole del sud e
delle isole non è stato attivato alcun progetto specifico in materia, quota che scende al 10,8% tra le scuole
del centro ed al 9,6% per quelle del nord. Complessivamente, negli Istituti professionali si osserva una
maggiore attenzione sia verso la formazione degli insegnanti che verso la presenza di progetti generespecifici; gli Istituti d’arte si caratterizzano per la realizzazione di iniziative specifiche al rilevamento precoce
degli alunni in difficoltà (sportelli, punti di ascolto, ecc.); nei Licei si registra una minore attenzione sia alla
formazione degli insegnanti in materia di prevenzione del consumo di droghe, sia una minor presenza di
iniziative volte al rilevamento precoce di alunni in difficoltà.
Obiettivi e metodologia di intervento:
Il mondo giovanile e le sue problematiche è un universo ancora sconosciuto per molti versi, troppo spesso luoghi comuni
e pensieri adulti provano a leggerlo ma con scarsi risultati.
Possiamo però partire da un dato di fatto i docenti, il personale ATA, oltre, ovviamente agli studenti stessi, passano la
maggior parte del proprio tempo con giovani, propri pari con difficoltà, con dubbi e con incertezze proprie dell’età,
all’interno della struttura scolastica. Il confronto diviene quotidiano e potrebbe aprire un circolo virtuoso al momento in cui
tutti gli “attori del gioco” possedessero gli strumenti necessari per poter incidere sui rischi legati alle dinamiche di disagio
giovanile quali, ad esempio, consumo/abuso di sostanze psicotrope legali e non. La popolazione cui ci riferiamo è
composta da studenti normalmente integrati nel tessuto sociale scolastico che, tuttavia, esperiscono quantomeno una
condizione di rischio nei confronti della problematica, altre volte studenti problematici che “interferiscono” con il normale
svolgimento delle attività scolastiche lanciando, in realtà un grido di aiuto che è necessario riconoscere e saper
analizzare accuratamente per dare risposte concrete.
Obiettivo del progetto è applicare un modello di peer education basato sui life skills per cercare di intervenire sulle
possibili cause del fenomeno “disagio giovanile”, ponendo un focus specifico sui problemi legati alle sostanze
psicotrope., mediante lo sviluppo di un modello di lettura multidimensionale centrato su tre variabili:
1. LA PROMOZIONE DELL’ AGIO GIOVANILE, un percorso teso a sviluppare i corretti stili di vita che non sono
incompatibili con situazioni di divertimento e di spensieratezza propri dell’età giovanile;
2. LE SOSTANZE PSICOTROPE LEGALI E NON (contesti, motivazioni e modalità di assunzione): Lo scopo
è quello di analizzare le varie tipologie di droghe in circolazione nei differenti contesti, l’incremento dei consumi
e delle situazioni di poli-assunzione. Un occhio particolare è opportuno metterlo sul problema-cocaina ed al
fenomeno alcool. In associazione alle sostanze si è ritenuto collegare le modalità di assunzione, in quanto una
medesima sostanza assunta in modalità differenti, può comportare effetti parzialmente differenti e significati
differenti nell’individuo che la consuma. A partire dalla strada, dai contesti del divertimento notturno e
dall’ambiente scolastico, si intende capire (i ragazzi dovranno essere attori principali per portare la loro
esperienza) come variano le tipologie di sostanze, gli stili di consumo, gli attori sociali e le motivazioni nei
differenti contesti sociali e ambientali all’interno dei quali si evidenzia il fenomeno.
3. LE NUOVE FORME DI DIPENDENZA: Le chiamano dipendenza senza sostanza e sono le nuove frontiere
della dipendenza, Gioco d’azzardo, internet, sesso, ecc. Riteniamo necessario non sottovalutare questa nuova
forma di psicopatologizzazione del consumo e di discutere con i fruitori principali dei nuovi stumenti le forme di
prevenzione tra pari da sviluppare per intercettare queste nuove forme di dipendenza.
L’obiettivo è quindi quello di definire un modello di intervento multidimensionale che sulla base delle tre variabili
individuate sia capace di individuare e collocare le singole esperienze in un continuum di tipologie di comportamenti di
consumo. Un quadro concettuale che permetterà inoltre di leggere la percezione del rischio di ciascuna condotta e di
produrre materiali per intervenire sui vari aspetti trattati.
Questo progetto ha la finalità di portare i ragazzi ad essere protagonisti attivi di una campagna di sensibilizzazione su
problematiche relative alla inclusione/esclusione sociale, alla resistenza a un mercato pervasivo ed alla libertà di un
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consumo critico e consapevole in tema di promozione dell’agio giovanile, abbandonando il modello di recettori passivi
delle informazioni portate da esperti esterni alla scuola. Questo permetterà ai ragazzi, non solo di essere informati ma
anche di avere un ruolo attivo nella scelta del modo di vivere e nella costruzione della nuova società. Una promozione
dello sviluppo dell’autoeffficacia, dell’autosostegno del sé e dell’autovalutazione come attore protagonista della propria
vita.
L’esplicitazione delle modalità di lavoro attraverso le quali si prevede di condurre il piano progettuale può essere
declinata in:
1. Promozione di una Vision Provinciale in materia di strategie di intervento e politiche giovanili, che consenta di
individuare le eccellenze, renderle trasferibili in contesti eterogenei e promuovere una diffusa sensibilità al tema
dello sviluppo di un nuovo concetto di protagonismo e di cittadinanza attiva dei giovani in materia di stili di vita “sani”
2. L’adozione di un approccio integrato e sistemico, che consenta di ricondurre tutte le politiche e le azioni
sperimentate all’interno di un quadro di riferimento univoco, capace di assicurarne l’efficacia e valorizzare le
potenziali sinergie reciproche.
3. L’adozione di metodologie di “lavoro per obiettivi” quale approccio in grado di assicurare l’efficacia dell’intervento, la
sua riorganizzazione, anche in itinere, ed il conseguimento di un adeguato rapporto costi/benefici e di una
valutazione finale.
4. Il conferire valore aggiunto alle esperienze ed alle competenze maturate dalle diverse scuole partner, agevolando la
capitalizzazione dei risultati ottenuti e l’innovazione in senso migliorativo dei processi, degli obiettivi e dei contesti di
intervento.
5. L’adozione di un approccio Bottom up – ascendente che, attraverso il coinvolgimento diretto di tutti gli interlocutori
chiave e dei destinatari finali del progetto, consente di definire obiettivi, metodologie ed azioni in grado di rispondere
alle reali e concrete esigenze dei destinatari.
6. Riservare un'attenzione specifica ai contesti del rischio che i giovani, nei diversi luoghi, si possono trovare a vivere,
intervenendo mediante azioni mirate di informazione e di sensibilizzazione, condotte attraverso le metodologie già
sviluppate e consolidate nella loro efficacia della peer-education, cioè su di una metodologia di lavoro dal basso che
coinvolga direttamente tutti i protagonisti della storia e li rende attori principali, evitando di demandare ad esperti
esterni, che non possono garantire continuità al lavoro, il ruolo di star. Processo che sarà reso possibile anche
attraverso percorsi formativi (illustrati di seguito) volti a formare figure di riferimento capaci – tra le altre competenze
– anche di impostare percorsi di attenzione verso stili di vita sani all’interno della struttura/contesto scuola.
7. Realizzazione di una pubblicazione finale per la promozione del percorso intrapreso e sviluppato.
Finalità del progetto.
Il progetto si propone:
•
Sviluppare percorsi di protagonismo giovanile e di partecipazione sociale attiva
•
Creare opportunità di espressione dei giovani quale parte attiva della società
•
Creare occasioni di espressione creativa dei giovani, incoraggiandone lo spirito di iniziativa attraverso
l'individuazione, la creazione e il supporto di spazi ad hoc
•
Sviluppare una stabile rete di collaborazione e di confronto tra gli Istituti della Provincia di Livorno e le
organizzazioni coinvolte nel progetto, al fine di avviare un positivo processo di scambio di buone prassi e di
confronto di esperienze.
•
Sviluppare il senso di solidarietà all'interno dei tessuti sociali locali attuando una lotta allo stigma,
sensibilizzando verso una maggiore consapevolezza inerente gli stili di vita
•
Sviluppare conoscenze, abilità sociali e competenze all'interno dei tessuti giovanili coinvolti dalle scuole partner
nel progetto, attraverso esperienze di formazione peer-to-peer, finalizzate allo sviluppo di un processo di
empowerment (crescita consapevole) locale e di incremento della consapevolezza dei giovani attorno ai temi
del protagonismo, della partecipazione sociale, della cittadinanza consapevole e dell'attenzione a stili di vita e
alla promozione dell’agio giovanile ed alle condotte a rischio incontrate nel normale percorso di sviluppo
evolutivo verso l'età adulta
•
Realizzare dei prodotti finali sul tema della promozione dell’agio giovanile
Sviluppare percorsi di formazione destinati a formare figure leader nei contesti coinvolti
Come approfondito in fase di analisi del contesto, il ruolo rivestito dal gruppo dei pari, e l'influenza di questo sui giovani,
gli adolescenti e i coetanei è fortemente significativo per proporre e sviluppare percorsi di sensibilizzazione, informazione
e consapevolezza.
Ecco perché un obiettivo fondamentale del progetto è lo sviluppo di un percorso formativo di peer educator con la
funzione di leader locali nei contesti di appartenenza. Una formazione che sarà orientata allo sviluppo di competenze,
abilità sociali e conoscenze orientate verso i concetti di:
•
elaborazione di strategie sociali e politiche orientate allo sviluppo di percorsi di protagonismo giovanile;
•
rapporto piacere/rischio nell'adolescente, elaborazione e confronto attorno alle problematiche inerenti stili di vita
sani e consapevoli;
•
Conseguenze da affrontare collegate alle condotte di vita a rischio
La promozione del progetto e la giornata conclusiva.
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Per promuovere i risultati conseguiti dal progetto è prevista la realizzazione di alcuni step tra cui:
•
ripresa con videocamera digitale e fotocamera delle attività formative e delle attività del gruppo di lavoro;
•
redazione di un report in cui analizzare l’esperienza da parte di ogni sottogruppo di lavoro (docenti, personale
ATA e studenti) utile per paragonare la ricaduta dell’esperienza sui diversi livelli coinvolti nel progetto;
•
ripresa della giornata conclusiva, in cui ogni gruppo di lavoro, presenterà il proprio prodotto finale agli altri ed ad
alcuni focus group composti da studenti di altre scuole comprese quelle medie inferiori. Il focus group servirà
per testare la ricaduta del prodotto finale.
La giornata conclusiva deve essere vista, oltre che come un momento di promozione del lavoro svolto e dei risultati
conseguiti dalle prime fasi del progetto, anche come una giornata di socializzazione per i ragazzi delle diverse zone
coinvolte della Provincia, che potranno conoscersi, paragonare le proprie esperienze e analizzare cosa gli abbia spinti a
scegliere un modello di intervento rispetto ad un altro, in un confronto aperto e di conoscenza diretta di altri contesti
rispetto al proprio. Si prospetta lo sviluppo di una giornata finale a tema per ogni anno di attività del progetto e si
prevede, per il primo anno, la realizzazione di una giornata legata al mondo dello sport, con la collaborazione del CONI
di Livorno.
Il tutto verrà montato su di un cd-rom che verrà allegato alla pubblicazione contenente i 5 prodotti conclusivi oltre ad
un’analisi più socio-politica del fenomeno con una serie di contributi prodotti dalle autorità locali (Prefetto, direttore
Ser.T., Assessori dei Comuni coinvolti e della Provincia di Livorno, ecc.).
La pubblicazione finale verrà distribuita sul territorio provinciale e verrà inviato a tutte le Istituzioni potenziali interessate
a replicare l’esperienza.
Monitoraggio e valutazione del progetto
Il sistema di monitoraggio in itinere e finale non si pone quindi come momento aggiuntivo, ma come un processo che
segue tutto l’intervento progettuale nelle sue diverse fasi:
Analisi del contesto (rilevazione dei bisogni);
la struttura progettuale (obiettivi e azioni);
l’attuazione (strumenti, metodologie e procedure);
-
i risultati (mirato a sviluppare percorsi di protagonismo giovanile e di partecipazione sociale attiva)
In questa prospettiva, gli obiettivi del modello di valutazione adottato possono sintetizzarsi come segue:
definire metodologie e strumenti condivisi per la valutazione del complessivo intervento progettuale;
impostare percorsi per il miglioramento continuo in grado di garantire la qualità degli interventi;
documentare in maniera trasparente la destinazione delle risorse pubbliche utilizzare.
Coerentemente con il modello teorico brevemente espresso, il lavoro di valutazione si svilupperà su livelli autonomi di
analisi:
 Valutazione del processo progettuale. Dalla descrizione del progetto all'analisi dello sviluppo delle sue fasi;
 Monitoraggio delle fasi del progetto più delicate, per consentire un lavoro continuo di aggiustamento;
 Valutazione analitica degli esiti relativamente alle diverse azioni del programma;
 Valutazione dell'impatto del progetto.
 Valutazione del processo progettuale.
Dalla descrizione del progetto all’analisi dello sviluppo delle sue fasi. Oggetto specifico è:
Analizzare la congruenza e coerenza tra bisogni e obiettivi e tra questi e i risultati attesi
Analizzare la congruenza tra le diverse fasi di realizzazione del progetto
Analizzare i processi di cooperazione tra tutti i soggetti coinvolti nel progetto, al fine di definire il livello di
funzionalità delle procedure adottate
Analizzare le congruenze tra le diverse fasi di realizzazione del progetto
 Monitoraggio delle fasi del progetto più delicate, per consentire un lavoro continuo di aggiustamento
Il monitoraggio consente un continuo lavoro di verifica del raggiungimento dei micro- obiettivi di ogni azione posta in
essere. La parte propedeutica del lavoro, condivisa con tutti gli attori coinvolti nelle diverse azioni è tesa a definire
“obiettivi, variabili e strumenti di monitoraggio” per ogni singola azione.
 Valutazione dell’impatto
Consente di misurare e valutare l’impatto nel tempo del progetto, si prevede di realizzare momenti specifici, con focus
group, ogni sei mesi, per la valutazione del lavoro fin lì condotto.
 Verifica dei risultati relativamente alle diverse attività del progetto
Alla fine di tutto il percorso verrà effettuato un lavoro analitico di valutazione dello scarto tra gli esiti preventivati e quelli
ottenuti. Si cercherà di mettere in risalto i punti di forza e di debolezza che hanno caratterizzato l’andamento del
progetto e l’ampiezza e la dimensione degli effetti degli interventi.
Inoltre, nel momento in cui si vuole strutturare un processo di valutazione, chiaro ed esplicito, è importante definire gli
scenari e gli attori degli stessi.
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Idea progettuale di:
Stefano Carboni
VALUTAZIONE EX - ANTE
All'avvio del progetto
Oggetto della Valutazione: Piano operativo dell'intervento
Metodologia Utilizzata: Descrizione analitica del progetto per individuare la coerenza tra bisogni e obiettivi e tra questi
e risultati attesi
Riunioni di staff tecnico e di coordinamento per valutare:

Adeguatezza metodologica, tecnica e logica tra l’impianto progettuale e la realizzazione operativa
dell’intervento.
•
Adeguatezza socio-culturale e tecnico-organizzativa dell’intervento con il sistema sociale dei territori di
realizzazione.
Tipi di valutazione: Interna/Esterna
VALUTAZIONE IN ITINERE
Durante l'implementazione del progetto
Oggetto della valutazione: contestualizzazione delle esperienze di sostegno alla partecipazione e protagonismo dei
giovani ad oggi condotte nei contesti territoriali;
Attivazione del “gruppo di lavoro”, coinvolgendo tutti gli attori del progetto, attraverso un incontro del gruppo di
coordinamento;
Sistematizzazione dei risultati conseguiti e delle sperimentazioni condotte, al fine di agevolarne la trasferibilità in altri
contesti; diffusione e mainstreaming dell’iniziativa progettuale.
Metodologia di valutazione: Attraverso l'analisi di processo e il monitoraggio costante delle azioni saranno valutati:
• N° di buone pratiche inidividuate
• N° attività di informazione, sensibilizzazione, orientamento realizzate
• N. dei partecipanti ai laboratori formativi territoriali attivati nel corso del progetto;
• efficacia delle metodologie formative
• grado di soddisfazione relativamente all'acquisizione e/o al miglioramento di competenze
• il corretto utilizzo delle risorse umane, materiali e finanziarie
• la conformità delle attività a quanto stabilito in sede progettuale;
Tipologia della valutazione: Interna/Esterna
VALUTAZIONE IN ITINERE e FINALE
Durante l'implementazione del progetto e nella fase finale
Oggetto della valutazione: sistematizzazione dei risultati conseguiti attraverso la sperimentazione condotta, al fine di
agevolarne la trasferibilità in altri contesti; diffusione e mainstreaming dell’iniziativa progettuale.
Metodologia di Valutazione: Analisi di processo e monitoraggio di:
• congruenza strumenti - media - target – contenuti
• Realizzazione della giornata finale con il coinvolgimento di tutti i partner del progetto
• N° di altri Istituti che parteciperanno all’evento finale;
• N° di Istituzioni che aderiranno all’evento finale
• n° e ruolo di soggetti venuti in contatto/raggiunti con il progetto
Tipologia di valutazione: Interna/Esterna
Destinatari:
Il progetto è diretto a 5 Istituti così suddivisi:
2 Istituti medi superiori di Livorno;
1 Istituto medio superiore ricadente nella zona di Cecina/Rosignano
1 Istituto medio superiore ricadente nell’area della Val di Cornia
1 Istituto medio superiore dell’isola d’Elba
All’interno di ogni Istituto saranno selezionati un gruppo di studenti delle classi 2°-3°-4° (max 20), un gruppo di docenti
(max 8) ed un gruppo di personale ATA (max 3) che dopo un breve percorso formativo condiviso, dovranno realizzare
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Idea progettuale di:
Stefano Carboni
prodotti finali (dal cartaceo al multimediale, dallo spot audio a quello video) da diffondere tra i propri coetanei in base al
modello di intervento selezionato in base alla ricaduta territoriale che potrà avere.
Piano dei costi:
Descrizione
Costo
Prev.
A
B
C
Progettazione
Materiale vario
Formazione
€ 1.500,00
€ 500,00
€ 2.500,00
D
Premio per scuole coinvolte
€ 3.000,00
E
F
Tutoraggio
€ 6.000,00
Rimborsi
spese
per € 1.500,00
tutoraggio
Promozione
(Azioni
di € 2.500,00
comunicazione, diffusione e
pubblicità)
H
TOTALE
Note
€ 100,00 a gruppo per 5 gruppi previsti
Per il percorso di formazione previsto
per ogni gruppo di lavoro
Organizzazione di una giornata di
socializzazione in Capraia per i 5 gruppi
di peer coinvolti
€ 20/ora per 60 ore per 5 gruppi
Di cui 1.500 per Media
€ 17.500,00
Sviluppo del progetto:
E’ auspicabile una durata triennale del progetto che permetta di pensare ad un percorso di coinvolgimento nel tempo dei
peer formati per evitare di aprire un percorso positivo ed interromperlo dopo la realizzazione del primo prodotto finale.
Obiettivo secondario del progetto potrebbe essere quello di coinvolgere alcuni peer formati e protagonisti dell’esperienza
del primo anno di progetto nella formazione e tutoraggio dei peer successivi in un passaggio di competenze importante
per la circuitazione delle informazioni e della memoria storica del progetto.
Partner del progetto:
Partner del progetto saranno:
Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno (Ente Finanziatore)
Prefettura di Livorno
ASL 6 di Livorno con le sue varie Unità Operative e Funzionali (Ser.T. , Educazione alla salute, ecc)
Provincia di Livorno
Comuni coinvolti
Scuole medie superiori della Provincia di Livorno
Si auspica una gestione orizzontale del progetto con un coinvolgimento diretto dei vari partner del progetto stesso e
graficamente si è pensato di descriverlo come segue:
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Idea progettuale di:
Stefano Carboni
Documentazione di Riferimento.
Canepa M., Merlo S. – Manuale di diritto penitenziario. – Giuffré, Milano, 1996
Grasso G. – Misure alternative alla detenzione. – in “Dizionario di diritto e procedura penale” – Giuffrè, Milano 1999
Gustavo S. – Sistema penale e tossicodipendenza: i limiti della sanzione penale – in “Il sistema droga, Atti e documenti”
– Cedam, Padova 1993
Lupacchini O. “Il crepuscolo della pena” – in Giustizia Penitenziaria n.281 - 1995
Merli S. – Attività lavorativa, tossicodipendenza e sicurezza sul lavoro – In “Prevenzione Oggi” 1-1992
Ministero di Grazie e Giustizia – DAP, Indagine nazionale su soggetti tossicodipendenti e affetti da HIV negli Istituti
Penitenziari, Rilevamento del 30 giugno 1999
Ponti G. – Compendio di Criminologia – Raffaello Cortina Editore, Milano 1990
Serra C. – Criminologia Applicata 2000 – Giuffrè Editore 2000
Serra C., Carrieri F. – Tossicodipendenza e Criminalità – Adriatica Bari, 1999
Serra C. – Obiettivo Socializzazione. Quali alternative alla istituzionalizzazione – Ed. Kappa, Roma, 1987
Serra C., Macchia P. – Tossicodipendenza e carcere: i problemi dell’intervento terapeutico-psicologico. – in “Chi ha
paura di uscirne?” – Ed. Kappa, Roma, 1995
A. Ballerini, Problemi di riabilitazione, da Manuale di Psichiatria, a cura di G.B. Cassano, UTET
E. Bignamini, S. Garau, M. Cortese, S. Sansebastiano, Dipendenza da Sostanze e Patologia Psichiatrica – Percorsi di
ricerca sulla comorbilità, EdiTeam
G. Gerra, A. Zaimovic, Disturbo da Uso di Sostanze e Comorbilità psichiatrica, Network nazionale sulle dipendenze
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Idea progettuale di:
Stefano Carboni
J. Mintz, L. Imber Mintz, C.C. Phipps, Trattamento dei disturbi mentali e capacità lavorativa, da La riabilitazione
psichiatrica, a cura di R. Liberman, Raffaello Cortina Editore
L. Cancrini, Psicopatologia delle tossicodipendenze: una revisione, Bollettino delle Farmacodipendenze e Alcolismo,
XVII (2), 1994
L. Grosso, L’operatore delle tossicodipendenze di fronte al disturbo psichico
P. Pancheri, Il punto su: la Doppia Diagnosi. Disturbi Psichiatrici e dipendenza da sostanze, Scientific Press
R.C. Gatti, La doppia diagnosi è più o meno di una diagnosi, dal sito www.droga.net, 2002
G. Rouget, Musica e Trance (Einaudi, Torino 1986);
A. Hofmann, Viaggi Acidi (Stampa Alternativa, Roma 1992);
Metzner & Adamson, Ecstasy (Stampa Altenativa, Roma 1992);
Silvio Pagani, Funghetti (Edizioni Nautilus, 1993);
M. Ravenna, Adolescenti e Droga (Il Mulino, Bologna 1993);
G. Arnao, Cannabis: uso e abuso (Stampa Alternativa, Roma 1993);
P. Rigliano, Famiglia e tossicodipendenza (Città Nuova editrice, Roma 1993);
Enrico Malizia, Le droghe (Newton Compton, Milano 1994);
Franco Casalone, Canapa: benefici, potenziale economico, proibizione (COX 18 - ass. Cult. Calusca Lights 1995);
B. Morel & F. Rychen, Il mercato delle Droghe (Editori Riuniti, Roma 1995);
N. Saunders, E come Ecstasy (Feltrinelli, Milano1995);
A. Hoffmann, Il mio Bambino difficile (URRA', Milano 1995);
Autori vari, Vademecum per chi fa uso di eroina e dintorni (LILA, Medicina Democratica, Coop. NUOVA, S. Giuliano
Milanese 1995);
M. N. De Luca, Le tribù dell'ecstasy (Edizioni Teoria 1996);
Autori vari, Drugs Book: nuove droghe e riduzione del danno (LILA, Milano 1996);
Fabrizia Bagozzi, Generazione in Ecstasy (Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996);
Autori vari, Ecstasy e sostanze psichedeliche. Atti della conferenza internazionale, Bologna 18-19 Novembre 1996
(Editrice Verso l'Utopia, Bologna 1996);
C. Branzaglia, Immaginari del consumo giovanile (Costa & Nolan, Genova 1996);
A cura di A. Natella e S. Tinari, Rave-Off (Castelvecchi, Roma 1996);
A cura di G. Serpelloni, A. Rossi, HIV/AIDS e droga, manuale per operatori di prevenzione. L'intervento in strada
(LEONARD edizioni scientifiche, Verona, 1996);
M.T. Torti, Abitare le notti: attori e processi nei mondi delle discoteche (Costa & Nolan, Genova 1997);
G. Lapassade, Dallo Sciamano al raver: saggio sulla Trance (Urrà, Mlano 1997);
A. Fontana , C. Fontane, Raver (Sensibili alle foglie, Roma 1997);
A. Escohotado, Piccola storia delle droghe (Donzelli Edizioni, Roma 1997);
G. Amendt, Le Nuove Droghe (Feltrinelli, Milano 1998);
G. Samorini, Allucinogeni, Empatogeni, Cannabis. Bibliografia italiana commentata (Edizioni Grafton 9, Bologna 1998);
M. Collin, Stati di Alterazione (Mondadori, Milano 1998);
S. Thornton, Dai club ai Rave (Milano, 1998);
G. Pietrostefani, Il sistema droga (Jaca Book, Milano, 1998);
A cura di V. Castelli & P. Pagoda, Se mi tingo i capelli di verde è solo perché ne ho voglia (Castelvecchi, Roma 1999);
A cura di V. Ampolo & G. Zappatore, Musica, Droga & Trance (Sensibili alle Foglie, Tivoli (RM) 1999);
Enzo Gori, Il tripode delle nuove droghe: genesi, strutture chimiche, consumi,effetti, tossicità, dipendenza (Comunità
edizioni, Capodarco di Fermo (AP) 2000);
G Samorini, Animali che si drogano (TELESTERION, Vicenza 2000);
W. Schivelbush, Storia dei generi voluttuari (Mondadori, Milano 2000);
Autori vari, Ecstasy e dintorni (Lab. Anti-proibizionista Livello 57, Bologna 2000);
A cura di J. van der Sel & D. Voordewind, Manuale di prevenzione: alcol, droghe e tabacco - Council of Europa &
Jellinek Consultancy (Franco Angeli, Milano 2001);
Autori vari, Prevenzione delle intossicazioni da funghi (Direzione Generale Sanità - unità Organizzativa Prevenzione,
Regione Lombardia, Milano 2001);
G. Arnao, Fuori dai denti (Edizioni Menabò, Ortona -Ch-, 2002).
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