Something Borrowed Something New

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Something Borrowed Something New
sabato 30 gennaio 2016 ore 17
Something Borrowed
Something New
Ginevra Petrucci flauto
Michelangelo Carbonara pianoforte
Jan Radzynski (1950)
Sonatina (2015)
Robert Schumann (1810-1856)
Sonata in Re minore Op. 105: Mit leidenschaftlichem Ausdruck - Allegretto - Lebhaft
–David Fontanesi (1969)
Sonata (1998): Allegro moderato - Scherzo: Vivace assai - Adagio - Rondò: Presto
Richard Strauss (1864-1949)
Sonata Op. 18: Allegro ma non troppo - Improvisation: Andante cantabile - Finale:
Andante/Allegro
concerto realizzato grazie al sostegno di Giulio Barbieri Special Modular Coverings
“Something Borrowed, Something New”. La flautista Ginevra Petrucci e il pianista Michelangelo Carbonara,
due interpreti dall'eccellente curriculum internazionale, hanno scelto un frammento di una filastrocca nuziale
vittoriana per comunicarci le loro scelte musicali. Sono quelle del concerto in programma al Ridotto del Teatro
Comunale Claudio Abbado sabato 30 gennaio alle 17. La parte “presa in prestito” riguarda due grandi Sonate
romantiche, l'Op. 105 di Schumann e l'Op. 18 di Richard Strauss. Niente di straordinario, il ricorso alla musica
da camera per violino e pianoforte è prassi abituale per un flautista ben attrezzato, a maggior ragione se si
tratta di una delle migliori strumentiste della sua generazione come Ginevra Petrucci. La prima delle due
Sonate per violino di Schumann (1851), è un'opera dove fantasia romantica e forma classica si integrano
perfettamente e lo slancio creativo permane netto e uniforme, equilibrio che nell'ultimo Schumann non sempre
si mantiene. Sebbene invece sia una composizione giovanile che risente di influenze varie, non ultima quella
di Brahms, la Sonata Op. 18 di Richard Strauss è già molto personale nell'insofferenza per le forme classiche
e nell'esuberanza del discorso musicale. Le due rispettive versioni per flauto e pianoforte non fanno
rimpiangere gli originali, offrendo altresì all'ascolto contesti timbrici destinati ad esaltare il virtuosismo e la
musicalità degli esecutori. Il “Something New” del recital proporrà la Sonata concepita in stile fortemente
neoclassico da David Fontanesi - compositore, pianista ed organista mantovano allievo di Azio Corghi - nel
1998 e la Sonatina scritta nel 2015 da Jan Radzynski, autore polacco di origine e statunitense di adozione:
una testimonianza dell'impegno lodevolmente destinato da Ginevra Petrucci e Michelangelo Carbonara alla
musica d'arte contemporanea. Il concerto, a ingresso libero, è realizzato grazie al sostegno di Giulio Barbieri
Special Modular Coverings.
Tornando ai singoli brani del concerto, il primo movimento dell'Op. 105 di Schumann è sostanzialmente tutto
stretto a un unico pensiero, a un unico tema. Segue un Allegretto che procede per sezioni melodiche precise,
esempio di amorevole e amorosa concordia dialogante di due strumenti. L'ultimo movimento ha, sopra tutti, un
elemento che dà motivo e misura alla sua bellezza: la continua contrapposizione tra piccoli blocchi con pedale
armonico al pianoforte e altri, invece, estremamente modulati, con mobile ed espressivo cammino del basso.
Ne risulta un variatissimo gioco di incidenti, di incontri, di rilanci del violino con il pianoforte, e viceversa; quasi
tutti improntati a una freschissima grazia che però qualche addensarsi e svanire d'ombra, qualche palpito
armonico colorano di quella spiritualità inquieta e vibrante - insomma romantica - ch'è il proprio, anche qui, di
Schumann.
Quanto a Richard Strauss, si dedicò alla musica da camera quasi solo negli anni dell'apprendistato giovanile;
la Sonata per violino e pianoforte op. 18 (qui presentata nella versione per flauto e pianoforte) è la sua unica
per quest'organico. La composizione risale al 1887, (l'autore era allora ventitreenne), la pubblicazione è dello
stesso anno. Strauss ci mette già molta personalità. Soprattutto una certa insofferenza per le forme classiche
che fa apparire eccentriche certe soluzioni di introduzione ai brani o particolarmente prolungate alcune
esposizioni tematiche. Tipica della Sonata op. 18 è poi una certa indulgenza effettistica di notevole impatto
uditivo e l'inclinazione ad un virtuosismo esibito. Se da una parte quest'ultimo elemento denota una ricerca di
consenso da parte del pubblico (consenso di cui abbisogna l'autore ancora giovane), dall'altra le soluzioni più
effervescenti vanno d'accordo col carattere esuberante tipico della creatività di Strauss.
Nella Sonata per flauto e pianoforte di David Fontanesi (edita da Sonzogno nel 1998, con dedica al flautista
Gian Luca Petrucci) si afferma la grande forma in quattro movimenti, con un breve Scherzo in seconda sede.
Nel primo movimento temi di conio hindemithiano rendono riconoscibile il modello della forma-sonata. A
proposito dell'Allegro moderato, il compositore dichiara che “si tratta di una vera e propria riscrittura del primo
movimento della Sonata per flauto e pianoforte di Hindemith, di cui viene mantenuto lo scheletro formale, ma
con un assetto ritmico-armonico del tutto stravolto, come in una visione attraverso un prisma o una lente
deformante, qualcosa di simile a quanto realizzato in campo pittorico da Francis Bacon con il ritratto di papa
Innocenzo X dipinto da Velázquez”. Un principio analogo ricorre anche nel Rondò che si presenta come una
libera metamorfosi dell’ultimo movimento della Sonata per pianoforte in la minore KV 310 di Mozart.
La Sonatina di Jan Radzynski, composta nel 2015, è stata eseguita in prima assoluta dalla dedicataria
Ginevra Petrucci ed il pianista Boris Berman a Roma. La produzione di Radzynski, eclettico compositore di
origini polacche, emigrato in Israele e infine naturalizzato americano, rispecchia con coerenza ed originalità il
substrato multi-culturale che va ad informarne l'ispirazione. Non fa eccezione questa Sonatina, che risente nel
suo corso di influenze eterogenee, spazianti dalla produzione sovietica all’ispirazione melodica ebraica. Non
mancano velati riferimenti a Shostakovich nella compenetrazione fluida di una certa strutturazione meccanica
del materiale ritmico nella necessità di sfogo lirico - sempre in un ambito emozionale compreso nel disagio di
un altrove inteso come alienazione culturale e ricerca di una identità dai confini ormai sfumati. Ciò si esplica
primariamente nella struttura rapsodica del canto ebraico del secondo movimento, vero centro concettuale
della composizione: il cuore di questa ricerca di sé tramite un tale Wanderung stilistico si identifica nel ritorno
alla propria tradizione culturale più sentita, vero comune denominatore di un’esistenza essenzialmente
sradicata.
Descritta dalla stampa italiana come “uno dei più interessanti talenti della nuova generazione” in occasione del suo debutto romano con I Musici, e
lodata dalla rivista americana The Flutist Quarterly per il suo “bel fraseggio, brillante virtuosismo e legato degno di un grande cantante”, Ginevra
Petrucci svolge da anni una dinamica attività concertistica internazionale, che la ha portata ad esibirsi in prestigiose sale da concerto in Europa
(Sala Accademica di Santa Cecilia di Roma; Villa Medici, Roma; Teatro La Fenice, Venezia; Sala Maffeiana, Verona; Villa Pignatelli, Napoli; Salle
Cortot, Parigi Accademia Liszt, Budapest; Accademia Chopin, Varsavia), America (Carnegie Hall), Giappone (Shinjuku Bunka Center, Keyaki Hall),
Brasile, Israele, Turchia, Nord e Sud Africa, collaborando con artisti di fama internazionale, tra cui il pianista Bruno Canino, con cui ha un duo
stabile, l’arpista Emmanuel Ceysson, il clavicembalista Jory Vinikour. Attiva camerista, collabora con numerosi ensemble, tra cui I Virtuosi Italiani, I
Musici di Roma e il Quartetto Kodály. Tra le sue registrazioni figurano i quattro Concerti per Flauto di Giulio Briccialdi con I Virtuosi Italiani (prima
registrazione mondiale, Bongiovanni 2009), i tre Quintetti per flauto e archi di Friedrich Kuhlau con il Quartetto Kodály (Brilliant Classics 2013) e la
silloge completa dei Duetti per due flauti di Joseph Haydn (Brilliant Classics 2014). Un disco in duo con Bruno Canino è uscito nel 2014. In qualità
di primo flauto della Yale Philharmonia Orchestra, del Yale Baroque Ensemble e della Chamber Orchestra of New York, ha suonato sotto la
direzione di numerosi direttori di fama internazionale in molte delle più prestigiose sale concertistiche della costa orientale americana. È membro
fondatore della Delphi Chamber Orchestra e del gruppo da camera Cantata Profana, entrambi basati negli Stati Uniti. È stata professore ospite e
ha presentato masterclass e conferenze presso l’Accademia Flatus (Sion, Svizzera), l’Académie Musicale de Villecroze (Francia) e l’Accademia
Musicale Sherazade (Roma), e tiene corsi di alto perfezionamento presso l’Accademia Angelica Costantiniana di Roma e la European Culture and
Performing Arts Association di Tokyo. Convinta e attiva promotrice della musica moderna e contemporanea, ha collaborato con compositori quali
Kaija Saariaho, Steve Reich, George Crumb, Betsy Jolas e Jean-Michel Damase e con numerosi compositori della sua generazione, sia negli Stat
Uniti che in Italia, dove collabora con l’associazione Nuova Consonanza e con la Biennale di Venezia. Nata a Roma nel 1989, ha compiuto i suoi
studi presso il Conservatorio ‘Santa Cecilia’ di Roma sotto la guida del padre, per continuarli all’École Normale ‘Alfred Cortot’ di Parigi e presso la
Yale University, dove ha ottenuto un Master of Music e un Artist Diploma. Nel 2012 è stata insignita del prestigioso Thomas Daniel Nyfenger Prize
per il più alto standard di eccellenza del Dipartimento di strumenti a fiato della Yale University. È Presidente dell’Associazione Musicale Leonardo
De Lorenzo.
Michelangelo Carbonara, nato a Salerno nel 1979, deve la sua formazione pianistica principalmente alle personalità di Sergio Perticaroli, William
Grant Naboré e Fou Ts’ong. Intrapresi gli studi musicali a cinque anni con Paola Barbera, a sei comincia a comporre e ad esibirsi in pubblico. Dopo
aver studiato con Giuliana Bordoni Brengola si diploma nel 1996 con il massimo dei voti sotto la guida di Fausto Di Cesare. Nel 1999 termina il
corso di perfezionamento triennale presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con il massimo dei voti, vincendo inoltre la borsa di studio quale
migliore diplomato dell’anno nella classe di Sergio Perticaroli. Si è inoltre perfezionato presso il Mozarteum di Salisburgo e l’Academie Musicale di
Villecroze, in Francia. Ha seguito masterclass di Bruno Canino, Dominique Merlet e Gyorgy Sandor. Dal 2001 è stato scelto per seguire le
masterclass presso l’International Piano Foundation “Theo Lieven” di Cadenabbia e l’International Piano Academy Lake-Como presieduta da
Martha Argerich. Si è inoltre perfezionato con Leon Fleisher, Dimitri Bashkirov, Claude Frank, Menahem Pressler, Andreas Staier, Peter Frankl e
Alicia De Larrocha, approfondendo musica da camera con il Trio di Trieste e accompagnamento di cantanti con Graham Johnson e Aldo Ciccolini,
avvalendosi dei suoi consigli specialmente per il repertorio francese. E’ vincitore di 17 premi in concorsi internazionali (tra cui allo Schubert di
Dortmund). Nel 2003 ha debuttato in Cina, esibendosi fra l’altro al Conservatorio Centrale di Pechino. Nel giugno 2007 ha debuttato alla Carnegie
Hall di New York e oggi la sua carriera lo porta a esibirsi in numerosi paesi del mondo (Francia, Svizzera, Germania, Inghilterra, Repubblica Ceca,
Croazia, Romania, Malta, Corea del Sud, Cina, Giappone, Stati Uniti d’America, Canada). Nel 2009 ha suonato alla Primavera di Praga con il suo
collega e amico Cédric Pescia e come solista con l’Orchestra di Timisoara in Romania. In Italia ha suonato in alcune tra le sale più prestigiose,
come l’Auditorium Parco della Musica a Roma, l’Auditorium e la Sala Verdi a Milano e il Lingotto di Torino. Ha inciso per Papageno, Tactus e
Suonare Records. Nel 2008 ha realizzato per Brilliant Classics l’ integrale delle opere pianistiche di Maurice Ravel, che è stato accolta molto
favorevolmente dalla stampa internazionale e che è stata argomento di un articolo di Claudio Strinati sul Venerdì di Repubblica; nel 2009 è stato
pubblicato un cd di musica per pianoforte solo di Nino Rota e un doppio cd con esecuzioni di Sonate di Domenico Scarlatti, sempre per Brilliant
Classics. Nel 2011 ha inciso tre Sonate di Schubert per Piano Classics, cominciando un ciclo che prevede l’integrale delle Sonate edite ed inedite
del compositore austriaco. Per le stagioni 2005-2007 è stato scelto dal prestigioso Keyboard Charitable Trust di Londra e dall’ottobre 2006
beneficia delle sponsorizzazioni e del sostegno dell’Associazione Ambrosia di Milano. Nel 2007 inoltre è diventato uno tra gli artisti sostenuti dal
CIDIM, all’interno del Fortuna Piano Trio. In tale formazione (con Markus Placci al violino e Kyung Mi Lee al violoncello) si è esibito con successo in
un tour che ha toccato quattro diversi Paesi del Sudamerica (Brasile, Argentina, Cile e Uruguay). E’ stato inoltre realizzato un cd per la NascorYsaye Records-Harmonia Mundi con brani di Schubert e Brahms. Fin dal 1996 ha suonato in duo con numerosi violinisti, violisti, violoncellisti,
flautisti e clarinettisti. Si esibisce sovente con la violoncellista Kyung Mi Lee, i violinisti Markus Placci, Marco Serino e Pasquale Farinacci, la
flautista Daria Grillo, il clarinettista Paolo Marchettini, la soprano Irene Rinaldi, il baritono islandese Sigurdur Bragason. E’ esecutore ufficiale delle
musiche pianistiche del compositore Cristian Carrara ed ha registrato anche un cd interamente dedicato a tale repertorio (A Piano Diary, edizioni
Egea, 2011). Dal 2006 si esibisce anche nella doppia veste di direttore d’orchestra e solista. Affianca all’attività concertistica quella didattica, in
qualità di insegnante di pianoforte, musica da camera e materie teoriche. Ha insegnato musica da camera per l’USAC presso l’Università della
Tuscia di Viterbo. Ha inoltre tenuto masterclass in Romania, Cina e Canada. Nel 2005 è stato testimonial della musica italiana al Premio Nazionale
delle Arti indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione. Parallelamente svolge attività di compositore, arrangiatore e recording director.