n. 2 - Ottobre 2008
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n. 2 - Ottobre 2008
Marcatura CE Collaudi e prove Normativa Novità •Cascading •Porte da interni •Materie prime: •La casa •L’isolamento nei serramenti in legno • Aggregati da riciclo • Contatori di gas acciaio •Carico su pali di fondazione Passivhaus termico ed acustico dei serramenti n. 2 - Ottobre 2008 Rivista di innovazione tecnica e scientifica a cura dell’Istituto Giordano - Bellaria (RN) Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 no46) art.1 comma 1 - DCB Rimini”. valida dal 22/03/2005 n. 2 Sommario ottobre 2008 Rivista quadrimestrale n. 2/08 - Anno XX Spedizione in A.P. 45% art. 2 comma 20/B legge 662/96 filiale di Forlì Reg. Trib. Rimini n. 7/88 del 17/03/88 Direttore Responsabile: Sara Lorenza Giordano Editore e Redazione: Istituto Giordano Spa via Rossini, 2 47814 Bellaria (RN) tel. 0541 343030 www.giordano.it Coordinamento editoriale: Sara Lorenza Giordano Comitato tecnico: Andrea Bruschi Antonietta Serra Roberto Porta Roberto Baruffa Sara Lorenza Giordano William Giorgetti Progetto grafico: Barbara Caselli Impaginazione: Supporti Grafici Stampa: Pazzini Editore Via Statale Marecchia, 67 47827 Villa Verucchio (RN) Tutti i diritti sono riservati Normativa Lo standard Passivhaus nei climi caldi europei 19 La marcatura CE Il cascading dei serramenti in legno. 4 Aggregati da riciclo. 6 Collaudi e prove Porte da interni per Hotel ed Alberghi. Caratteristiche antincendio ed acustiche. 9 Materie prime: acciaio. Il problema dell’approvvigionamento nel settore dei metalli. 12 Casa sicura. Il percorso che guida la scelta della porta blindata. 16 Prove di carico su pali di fondazione strumentati. 21 La taratura dei dispositivi per il sanzionamento dei passaggi con il semaforo rosso. 24 Novità L’isolamento termico ed acustico dei serramenti. 4° Convegno Nazionale CPD. Prove antiuragano sui componenti dell’involucro edilizio. 3 26 RICHIESTA DI ABBONAMENTO: per richiedere cartolina-abbonamento scrivere a: [email protected] o visita il sito www.giordano.it Sommario 1 TNL arch. Sara Giordano Direttore Comunicazione Mezzo secolo di storia della certificazione Cari lettori, in questo numero vi presentiamo il primo di una serie di eventi volti a festeggiare i 50 anni di Istituto Giordano. Ma prima di approfondire le tematiche dell’evento (a pag. 3) vorrei brevemente percorrere la storia di quello che fu un’idea innovativa e rivoluzionaria che in seguito si concretizzò nell’attuale solida e strutturata realtà, che vanta 15 laboratori multidisciplinari, 42.000 mq di superficie, 12 milioni di fatturato e 150 dipendenti. C’era una volta… in un locale ricavato nel piccolo soggiorno della pensione Rosalba, il primo embrione quasi monocellulare di ciò che sarebbe diventato, alcuni decenni più tardi, l’Istituto Giordano. Il piccolo locale era di proprietà di Angelini Antonio, suocero di Vito L. Giordano che, con la moglie Rosalba aveva attrezzato in maniera estremamente rudimentale un piccolo studio nella speranza di trovare qualche cliente che avesse la necessità di farsi progettare un impianto di riscaldamento. Il tavolo da lavoro era costituito da un piano inclinato di circa un metro quadro con dispositivo a cerniera che permetteva di regolarne l’inclinazione, un divanetto in cinz, due poltroncine con braccioli in legno ed uno sgabello. L’attrezzatura tecnica era costituita da una riga a T, qualche squadra e alcuni tiralinee a inchiostro di china; niente riscaldamento, ovviamente. Erano gli anni ‘50 e seppur con rudimentali mezzi c’era già la volontà di approfondire le caratteristiche tecniche del prodotto per permettere ai progettisti di avere dei dati con cui confrontarsi. La storia potrebbe continuare, ma ciò che è importante sottolineare sono i principi con i quali abbiamo attraversato i nostri primi 50 anni; coraggio, innovazione e qualità. Tornando all’attualità vi presentiamo brevemente il primo evento del cinquantesimo che abbiamo pensato e progettato per tutti i nostri clienti, collaboratori e nuovi amici. Tale evento è il 4° Convegno nazionale direttiva prodotti da costruzione che tratterà un argomento di notevole attualità. L’isolamento termico ed acustico dei serramenti: una sinergia possibile? Il Convegno si terrà a Rimini il 5 novembre 2008 ospitato dalla manifestazione Ecomondo / Keyenergy , sarà completamente gratuito (per info: www.giordano.it) ed è dedicato allo scomparso Vito Lorenzo Giordano fondatore di Istituto Giordano. Per seguire le iniziative del 50° vi invitiamo a visitare il nuovo portale della certificazione di Istituto Giordano, ricco di contenuti nuovi, di news, di documenti in dowload e di esperienza. Buona lettura e tanti auguri IG. TNL 2 Editoriale ISTITUTO GIORDANO S.P.A. Ente tecnico all’avanguardia nel testing di prodotto, certificazione, ricerca, progettazione e formazione dal 1959. Istituto Giordano è un interlocutore unico per tanti servizi avendo riconoscimenti e autorizzazioni ministeriali che gli consentono di operare in vari ambiti; tra i riconoscimenti più importanti citiamo le Notifiche Ministeriali per operare come Organismo tecnico e Laboratorio di prova in base alle Direttiva Prodotti da Costruzione (89/106/CEE), l’autorizzazione in base alla legge n. 1086/71 per prove su calcestruzzi, acciai, laterizi, l’accreditamento SINCERT per la certificazione sistema di gestione ISO 9000, gli accreditamenti SINAL per numerose prove e SIT per l’attività metrologica. I nostri numeri: - 15 laboratori multidisciplinari - 150 dipendenti - 12 milioni di fatturato annuo - 42.000 m² di laboratori di prova e ricerca - 220.000 certificati emessi - 40.000 contatti/mese sito giordano.it - 25.000 lettori Colibrì e-news - 25.000 lettori La Lente e-zine - 200.000 lettori /anno TNL. Convegno Istituto Giordano L’ISOLAMENTO TERMICO ED ACUSTICO DEI SERRAMENTI: UNA SINERGIA POSSIBILE? IV Convegno Nazionale direttiva prodotti da costruzione. Rimini 05/11/2008 Sala Neri – Ecomondo / Keyenergy Presso Rimini Fiera – via Emilia, 155 – 47900 Rimini PROGRAMMA: d 14:00 Registrazione partecipanti d 14:30 Istituto Giordano ing. Vincenzo Iommi messaggio di benvenuto d d d d 16:00 Istituto Giordano ing. Roberto Baruffa Le caratteristiche fisiche dei serramenti in ambito termo-acustico. Analisi delle compatibilità e dei punti critici. 14:40 dott. Almerico Ribera Presentazione della giornata ed introduzione normativa sulla marcatura CE. d 16:00 ANCE ing.. Nicola Massaro Gli adempimenti previsti per richiedere le agevolazioni fiscali nella riqualificazione energetica degli edifici. 14:50 Istituto Giordano dott. Andrea Bruschi / ing. Antonietta Serra Le prestazioni acustiche dei serramenti in relazione alla marcatura CE ed al DPCM 05/12/97 e la trasmittanza termica dei serramenti in relazione al D.lgs 311 d 16:40 Procuratore Legale avv. Filippo Cafiero Le implicazioni legali dovute al mancato rispetto dei requisiti acustici passivi degli edifici. d 17:00 Dibattito finale d 17:30 Chiusura lavori 15:40 Coffee break Moderatore: dott. Almerico Ribera Dir. Serramenti & Falegnameria Accredito La partecipazione è GRATUITA previo accredito presso Istituto Giordano entro il 17 ottobre 2008. (per scaricare il modulo: www.giordano.it) Con il partocinio di: CNA, Confindustria Rimini, ENEA, Ministero Sviluppo Economico, Regione Emilia Romagna, UNI. ✂ Con il contributo di: Banca di Credito Cooperativo. Segreteria organizzativa: Silvia/Francesca - Tel. +39 0541 322.303/214 - mail: [email protected] Il cascading nei serramenti in legno. Considerazioni e punti di vista di Istituto Giordano. Redazione tecnica - [email protected] Premessa. L’avvicinarsi della scadenza per la marcatura CE dei serramenti che avverrà il 1° febbraio 2009 ha messo in moto sul mercato una frenetica corsa dei produttori/distributori per arrivare puntuali a tale data. Il nodo cruciale è l’applicazione del cascading, procedura notoriamente riconosciuta negli infissi in alluminio ma di molteplice interpretazione per quelli in legno. Istituto Giordano, forte della sua esperienza pluridecennale nelle prove di laboratorio, trovandosi di fronte all’applicazione della norma sui serramenti ha riscontrato alcune lacune della norma stessa, nonché perplessità in merito alla correttezza tecnica di alcuni elementi contenuti. Uno di questi è rappresentato dalla possibilità di applicare il Cascading. TNL 4 Marcatura CE Vediamo di seguito come nella Linea Guida M, documento predisposto per essere utilizzato da chi redige le norme, viene trattato l’argomento. Definizione di cascading. (Guidance Paper M) Al paragrafo 4.13.2 della Linea Guida M si precisa che per alcuni prodotti da costruzione, ci sono società (es: system house) che forniscono o garantiscono la fornitura sulla base di un accordo, di alcuni o di tutti i componenti (ad esempio profili, guarnizioni, paraspifferi per finestre), ad un assemblatore che poi fabbrica il prodotto finito (d’ora in avanti chiamato “assemblatore”) nella sua fabbrica…. …la system house deve sottoporre un “prodotto assemblato”, usando componenti fabbricati da essa o da altri, alle prove iniziali di tipo e poi consentire l’utilizzo dei risultati delle ITT agli assemblatori cioè dell’effettivo fabbricante del prodotto immesso sul mercato... I risultati delle ITT che la system house ha ottenuto riguardo alle prove eseguite presso un Organismo notificato e che sono forniti agli assemblatori, può essere usato ai fini della marcatura CE senza che l’assemblatore debba coinvolgere di nuovo un Organismo notificato a condizione che: - l’assemblatore fabbrichi un prodotto che utilizza la stessa combinazione di componenti (componenti con le stesse caratteristiche), e nello stesso modo, di quella per cui la system house ha ottenuto le ITT. Se tali risultati si basano su una combinazione di componenti che non rappresentano il prodotto finale che sarà immesso sul mercato, e/o che non è assemblata in conformità con le istruzioni per l’assemblaggio dei componenti della system house, l’assemblatore deve sottoporre nuovamente il suo prodotto finito alle ITT. Riferimenti normativi per l’applicazione del cascading. Dunque, alla luce di quanto contenuto nella Guida M, nella norma di prodotto (UNI EN 14351-1) sono riportate le condizioni per l’applicabilità del cascading. La normativa non esclude la possibilità di ricorrere al cascading per l’assemblatore che produce serramenti in legno così come non lo esclude per nessun tipo di serramento, ma nel paragrafo 7.2.1 della norma - Prove iniziali di tipo (ITT) - dove sono contenute le condizioni che devono essere soddisfatte perché ciò sia possibile, appare chiaro il dubbio sull’applicabilità ai serramenti in legno. Paragrafo 7.2.1. “Può non essere necessario che il fabbricante sottoponga nuovamente a prova le caratteristiche per le quali può fornire una evidenza documentale, purché: 1) tutta la documentazione e le prove eseguite dal fornitore o da altri siano in conformità alla presente norma europea o ad altre norme europee non in contraddizione e che il fabbricante abbia un contratto con il proprietario per l’utilizzo dei risultati della prova e della documentazione di supporto; 2) i provini del fornitore o di un altro su cui sono basati i resoconti di prova siano rappresentativi di quelli utilizzati nella gamma di prodotti del fabbricante o in parte di essa (vedere punto 7.2.5.1); 3) i componenti siano assemblati dal fabbricante in conformità alle specifiche fornite dal proprietario dei risultati delle prove e della documentazione di supporto, assicurando che non vi sia alcuna riduzione dei valori prestazionali dichiarati. Se il fabbricante fa affidamento su risultati delle prove forniti da un fornitore o da altri, non deve essere esonerato dalle sue responsabilità relative alle prestazioni del prodotto”. L’“impossibilità oggettiva” la si vuole sottolineare con un esempio banale tra infissi in alluminio o in PVC e infissi in legno. Mentre per i primi esiste un “sistemista” che produce il profilato in PVC, in alluminio o in acciaio e lo distribuisce, dotandolo di opportuni accessori e istruzioni di montaggio, ai propri “licenziatari”, per il 99% dei sistemi in legno italiani ciò non avviene, ovvero normalmente un falegname ha le proprie specifiche frese, il proprio fornitore di materia prima (legno) e, come per il serramento metallico una serie di fornitori di accessori che sono ferramenta e guarnizioni. Tutto ciò eleva al quadrato la possibilità di variabili in fase di montaggio che possono influire sulle prestazioni. Dati di laboratorio sugli infissi in legno. L’esperienza del laboratorio di Istituto Giordano sulla reale suddivisione delle varie componenti e responsabilità nei risultati di prova si può sinteticamente indicare con: 50% chi costruisce realmente il serramento; 25% il fornitore della ferramenta; 20% il fornitore delle guarnizioni; 05% il fornitore dei profili. Questo però è dovuto al fatto che, nella realtà, l’incidenza umana nella costruzione di un serramento è molto alta in quanto molto spesso il piccolo errore, la disattenzione nel montaggio, le piccole tolleranze costruttive, fanno cambiare in peggio i risultati dei test. Conclusioni. Queste considerazioni non portano ad una soluzione ma appare evidente che nel mondo del serramento in legno, le variabili in gioco sono molte di più rendendo di fatto quasi impossibile l’applicazione precisa e puntale del cascading. Inoltre si mette in evidenza la delicatezza dell’argomento per puntualizzare a chi intende applicare il cascading di tenere accuratamente sotto controllo tutte le variabili del processo produttivo perché l’errore è dietro l’angolo. Marcatura CE 5 TNL Aggregati da riciclo. Giombattista Traina - laboratorio Chimica - [email protected] Marcatura CE: obbligatoria da febbraio 2008. Premessa. Gli aggregati o inerti rappresentano la base per la maggior parte delle costruzioni, ed in funzione della provenienza possono essere divisi in: •Aggregati naturali: prodotti da cave o altre risorse minerarie; •Aggregati secondari: by-products di processi industriali (scorie di fonderia e altre ceneri); •Aggregati da riciclo: prodotti da attività di Costruzione e/o Demolizione (C&D). Indipendentemente dall’origine, qualunque aggregato necessita di specifiche caratteristiche meccaniche, fisiche e chimiche, per poter essere utiliz- TNL 6 Marcatura CE zato nelle opere di ingegneria civile, dettate dalla direttiva 89/106/CEE (CPD), che regola l’utilizzo dei prodotti da costruzione*. Normativa. Con l’entrata in vigore del D. M. 11 aprile 2007 si è ormai completato l’iter italiano di recepimento di tale direttiva e da febbraio 2008 anche il periodo di transizione di cui all’art. 3, per il quale era ancora permessa la libera circolazione degli aggregati privi di marcatura CE ovvero con marcatura CE non conforme al D.M. suddetto. Dunque, a partire dal 4 maggio 2007 il sistema di attestazione della conformità degli aggregati è stato così disciplinato: •tipo 2+ per aggregati ad uso strutturale; •tipo 4 per aggregati ad uso non strutturale. Tipo 2 + (più complesso) per gli inerti impiegati in uso a basso rischio di sicurezza. In questo caso è necessario avere un Sistema di Controllo del Processo (anche non certificato), eseguire tutte le prove previste dalla norma, rispettare i valori limite imposti dalla norma stessa. Tipo 4 (più semplice) per gli inerti impiegati in uso ad alto rischio di sicurezza. In questo caso è necessario avere un sistema di Controllo del Processo certificato, eseguire tutte le prove previste dalla norma, rispettare i valori limite imposti dalla norma stessa. Analisi dimensionale dell’aggregato Norme per la marcatura degli inerti in funzione della destinazione d’uso: •EN 12620 aggregati per calcestruzzo •EN 13043 aggregati per conglomerati bituminosi •EN 13055-1 aggregati leggeri per calcestruzzi e malte •EN 13055 aggregati leggeri per conglomerati bituminosi •EN 13139 aggregati per la produzione di malte •EN 13242 aggregati per materiali con legante idraulico per uso in lavori di ingegneria civile e costruzione di strade •EN 13383 aggregati e blocchi per opere idrauliche •EN 13450 ballast ferroviario. Secondo le Normative Tecniche per le Costruzioni (14/01/2008) è consentito l’uso di aggregati grossi provenienti da riciclo, secondo i limiti di cui alla Tab. 11.2.III a condizione che la miscela di calcestruzzo confezionata con aggregati riciclati, venga preliminarmente qualificata e documentata attraverso idonee prove di laboratorio. Tabella 11.2.III origine del classe del percentuale materiale da riciclo calcestruzzo di impego demolizioni di edifici (macerie) = C 8/10 fino a 100% demolizioni di solo calcestruzzo e c.a. < = 30/37 <= 30% riutilizzo di calcestruzzo interno negli stabilimenti di prefabbricazione qualificati - da qualsiasi classe stessa classe del calcestruzzo di origine fino al 15% da calcestruzzi > C 45/55 <= C 45/55 fino al 5% Per quanto riguarda gli eventuali controlli di accettazione da effettuarsi a cura del Direttore dei Lavori, questi sono finalizzati almeno alla determinazione delle caratteristiche tecniche riportate nella tab. 11.2.IV Tabella 11.2.IV controlli di accettazione per aggregati per calcestruzzo strutturale Descrizione petrografica semplificata Dimensione dell’aggregato (analisi granulometrica e contenuto dei fini) caratteristiche tecniche Indice di appiattimento Dimensione per il filler Forma dell’aggretato grosso (per aggregato proveniente da riciclo) Resistenza alla frammentazione/ frantumazione (per calcestruzzo Rck > 0 C 50/60) Marcatura CE 7 TNL Ma la resistenza culturale all’uso degli aggregati da riciclo e secondari, ha ostacolato negli ultimi anni lo sviluppo di questo settore, che produce più di 40 Mt/anno, con volumi superiori alla produzione di Rifiuti Solidi Urbani (33 Mt/anno). Per abbattere questo gravoso ostacolo, sono stati introdotti altri strumenti normativi, che nonostante le difficoltà applicative, aiutano a spingere il mercato degli aggregati da C&D, come per esempio: • DM 203/2003: “Norme affinché gli uffici pubblici e le società a prevalente capitale pubblico coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato nella misura non inferiore al 30% del fabbisogno medesimo”; • Circolare 15 luglio 2005, n. 5205: “Indicazioni per l’operatività nel settore edile, stradale e ambientale, ai sensi del decreto ministeriale 8 maggio 2003, n. 203”. TNL 8 Marcatura CE Conclusioni. Dunque, la necessità di adeguarsi alla direttiva CPD e la presa di coscienza di voler affrontare e superare il problema ambientale generato dalla gestione dei rifiuti da C&D e dalla continua richiesta di materiale “vergine” da costruzione stanno pian piano livellando la differenza tra i vari aggregati, da classificare per “qualità” e non più per provenienza, imponendo però nuovi oneri agli operatori del settore, che vengono chiamati ad importanti investimenti nel controllo di produzione. Questi ultimi non devono vivere questo nuovo iter gestionale come vincolo alla produzione, ma come opportunità di crescita e di qualificazione di un nuovo mercato che premierà chi avrà saputo investire, marcando CE il prodotto e certificando ISO 9000 il proprio processo produttivo. * Per informazioni relativamente ai test su aggregati è possibile contattare il laboratorio al seguente indirizzo: [email protected] Porte da interni per hotel ed alberghi. Redazione tecnica Istituto Giordano – [email protected] Caratteristiche antincendio ed acustiche. Caratteristiche antincendio. Premessa. Le porte interne di Alberghi ed Hotel, in particolare quelle di accesso alle camere, ai vani scala o le entrate principali, devono attenersi per quanto riguarda la prevenzione incendi al D.M. 09/04/1994 e sue successive modifiche. Oltre alla sicurezza in caso d’incendio nelle strutture alberghiere è sempre più richiesto un certo comfort legato alle prestazioni acustiche; le porte tagliafuoco quindi, devono anche garantire un buon isolamento acustico. Per l’isolamento acustico a differenza della resistenza al fuoco, non esiste una prescrizione di legge, ma la necessità di privacy impone ormai elevati standard acustici. Come premesso la prevenzione incendi negli alberghi è regolamentata dal D.M. 09/04/94 – “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la costruzione e l’esercizio delle attività ricettive turistico-alberghiere” e sua successiva modifica e aggiornamento con DM 06/10/2003 “Approvazione della regola tecnica recante l’aggiornamento delle disposizioni di prevenzione incendi per le attività ricettive turistico-alberghiere esistenti di cui al decreto 9 aprile 1994”. L’applicazione di queste disposizioni riguarda sia le nuove costruzioni che gli interventi di adeguamento e prevede per le strutture con più di 25 posti letto che le porte delle camere abbiano un valore di resistenza al fuoco pari a REI 30. Tale classificazione REI garantisce la tenuta alle fiamme e l’isolamento termico in caso d’incendio per un tempo minimo di 30 minuti. Inoltre le porte devono essere dotate di un dispositivo di autochiusura e di serrature antipanico con sblocco automatico delle mandate della chiave quando si agisce sulla maniglia interna delle camere. Un discorso diverso viene fatto nei casi di adeguamento delle attività esistenti, ovvero dove non è possibile intervenire in modo radicale, è accettato che le porte anziché REI 30 min. siano REI 15, nel caso di piccole realtà o dove le porte non possono essere sostituite, in alternativa si possono prevedere dei sistemi di rivelazione automatica dell’incendio nei corridoi e nelle camere. Naturalmente questo discorso non vale per gli accessi ai vani scala protetti ed alle vie di esodo, che debbono restare compartimentale con porte tagliafuoco. Collaudi e prove 9 TNL re inteso come l’isolamento acustico richiesto tra due camere d’albergo attigue. Tutto ciò premesso, per le porte d’albergo interne non c’è nessun obbligo cogente riguardante l’acustica. Caratteristiche tecniche per il miglioramento acustico. Normativa antincendio. Il DM 21/06/2004 prevede che per la determinazione della resistenza al fuoco delle porte si possa utilizzare la UNI 9723 oppure la UNI EN 1634-1; l’utilizzazione di uno dei due metodi permette l’omologazione della porta da parte del Ministero dell’interno. Nel caso della norma UNI 9723 le porte sono classificate come REI, mentre nel caso della UNI EN 1634-1 la classificazione corrispondente al vecchio REI è EI2. In sintesi ciò che serve per la commercializzazione di tali prodotti sono i seguenti documenti: - copia dell’atto di omologazione della porta; - dichiarazione di conformità alla porta omologata; - libretto d’installazione, uso e manutenzione. Caratteristiche acustiche. Il Decreto attuativo D.P.C.M. del 5/12/1997 che determina i requisiti acustici passivi degli edifici dovrebbe essere il punto di riferimento per quanto riguarda gli alberghi. Tale Decreto prevede 4 categorie associando ad ogni categoria il valore limite dell’isolamento acustico in riferimento al rumore trasmesso tra diverse unità immobiliari. Nel caso della categoria C “Edifici adibiti a residenze, alberghi, pensioni e attività similari” fissa il livello di isolamento acustico apparente a 50 dB. Il concetto di diversa unità immobiliare, nel caso di alberghi, non è di immediata interpretazione ma certamente non può essere applicato per la partizione che divide la stanza in cui è inserita la porta di accesso dal corridoio. Questa parete divide uno spazio pubblico (il corridoio) da uno spazio privato (la stanza) ed inoltre la necessaria presenza della porta rende l’isolamento richiesto fisicamente non raggiungibile. Nel caso di alberghi quindi il valore minimo di 50 dB deve esse- TNL 10 Collaudi e prove Le prestazioni acustiche delle porte sono fortemente correlate, oltre che dal potere fonoisolante del pannello anta, dalle perdite di tenuta che avvengono tra i bordi della porta con la sua intelaiatura e sul suo lato inferiore. Se le fughe lungo i lati della porta non vengono ridotte, l’impiego di ante, anche molto performanti, non portano ad un miglioramento significativo nelle prestazioni generali. La tenuta lungo la parte inferiore della porta può essere realizzata con soglie fisse di battuta fissate sul pavimento; tale soluzione non sempre è accettabile poiché la soglia sporge sul piano del pavimento e può presentare dei rischi all’accesso o impedimenti ai disabili con carrozzina. Un’alternativa è costituita dal così detto “parafreddo” o “soglia mobile” che altro non è che un sistema automatico a “tenuta di caduta”. Per essere efficace questa guarnizione automatica deve premere fortemente contro il pavimento, deve essere attivata in maniera efficace quando la porta si chiude e deve andare bene in battuta con il bordo inferiore della porta e con le sue tenute laterali. Questa possibilità non fornisce una tenuta così buona come la soglia fissa, ma può fornire risultati accettabili se adottata in modo appropriato e se ben montata. Per quel che riguarda la scelta del pannello anta, come nel caso delle pareti, il suo isolamento acustico è influenzato da molte variabili: il peso per unità di area in kg/mq (a massa superficiale maggiore corrisponde un maggior fonoisolamento), la presenza di materiali assorbenti all’interno della porta, la rigidezza e lo smorzamento delle superfici della porta ed il loro accoppiamento. Le modalità di installazione in opera della porta sono d’importanza fondamentale per raggiungere alti isolamenti. Bisogna prestare attenzione alle tenute che debbono essere compresse e combaciare bene in battuta contro le superfici della porta, inoltre l’intelaiatura e la sua struttura devono essere ben inserite nella muratura ospitante, evitando di creare fessure o cavità che costituiscono vie di trasmissione del suono; se tutto ciò non viene tenuto sotto controllo si rischia di non raggiungere le prestazioni valutate ante operam. .ONASPETTAREOGGICON)STITUTO'IORDANOPUOIAVERESUBITOLAMARCATURA#% )STITUTO'IORDANO%NTETECNICOELABORATORIONOTIFICATOAISENSIDELLA$IRETTIVA 0RODOTTIDA#OSTRUZIONETIOFFRELAPOSSIBILITÌDIMARCARE#%GIÌDAOGGI /FFRI AI TUOI PRODOTTI UN VALORE AGGIUNTO LA TRASPARENZA QUALITÌ NECESSARIA INUNAFINESTRAEDANCORADIPIáINCHILAPRODUCE0ERCHÒASPETTARE MATERIE PRIME: ACCIAIO. Il problema dell’approvvigionamento nel settore dei metalli. Paolo Orioli – resp. laboratorio metallurgia – [email protected] Attraverso due esempi pratici si riportano le problematiche tipiche riscontrate in laboratorio in seguito alla qualifica dei fornitori. Premessa. In questa sede analizzeremo in particolare il problema dell’approvvigionamento delle materie prime nel settore dei metalli, con speciale riguardo per l’acciaio. L’argomento è di grande attualità, grazie al prepotente apparire sulla scena internazionale del gigante Cina. Non si tratta di fare della retorica sulla bassa qualità delle produzioni a basso costo, provenienti dai paesi in via di sviluppo, ma di comprendere che, oltre alle truffe, pur sempre possibili, vi è anche un problema di comprensione e congruità fra quanto richiesto e quanto ottenuto: da paese a paese cambiano le norme, le designazioni degli acciai, le metodologie impiegate per i trattamenti termici e le lavorazioni meccaniche, le tolleranze per definire l’accettabilità di una produzione e così via. Presenteremo ora due esempi, tratti dalla nostra attività di laboratorio, su come questi problemi vengano affrontati nel concreto. TNL 12 Collaudi e prove Verifica della massa di rivestimento di zinco. tro, pulirle accuratamente e poi pesarle. Successivamente le provette vengono immerse in una soluzione di acido cloridrico e esametilene tetrammina, in grado di sciogliere la zincatura senza intaccare l’acciaio sottostante. Le provette così trattate vengono lavate, pulite, asciugate e nuovamente pesate: la differenza in peso costituisce la zincatura eliminata e, espressa in g/m2, la massa di rivestimento cercata. I risultati ottenuti sono riportati in Tabella 2: Il primo esempio è un caso di controllo preventivo: un’azienda italiana, la quale per le sue attività acquista filo di acciaio zincato, ha deciso di valutare un nuovo fornitore straniero. Allo scopo ha richiesto al produttore dei campioni di filo di acciaio, diametro 3 e 4 mm, con zincatura di Classe A, secondo la norma UNI EN 10244-2 (vedere Tabella 1) Tabella 1 - Massa di rivestimento minima prevista dalla norma UNI EN 10244-2 per le diverse classi in funzione del diametro DIAMETRO Tabella 2 - Risultati sperimentali CLASSE A AB [mm] B C D [g/m²] 2,80 ≤ d ≤ 3,20 255 195 135 100 50 3,80 ≤ d ≤ 4,40 275 220 135 110 60 Campione Grammatura Minimo Classe A Minimo Classe B Filo diametro 3 mm 315 255 135 Filo diametro 4 mm 160 275 135 Mentre il filo di diametro 3 mm rispetta ampiamente i requisiti di norma (in effetti zincature che superino del 20 % i valori minimi richiesti non sono inusuali), il filo di diametro 4 mm rientra solo nella classe B. Le analisi svolte hanno quindi permesso di riconoscere un prodotto scadente, o meglio meno valido di quanto dichiarato, e di evitare tutti i problemi che sarebbero potuti conseguire al suo utilizzo (eventuale corrosione in opera, contestazioni legali, necessità di svolgere nuovamente i lavori con nuovo materiale ecc). Il requisito di norma per la classe A prevede dunque una massa di rivestimento (o grammatura) minima di rispettivamente 255 e 275 g/m2. I campioni, giunti in nostro possesso, sono stati sottoposti all’analisi di determinazione gravimetrica della massa di rivestimento: la tecnica consiste nel prelevare delle provette di filo, misurarne il diame- Tabella 3 - Composizione chimica ELEMENTO SIMBOLO CAMPIONE A CAMPIONE B C45 (1.0503) UNI EN 10083-2 [%] Carbonio C 0,49 0,47 0,42 √ 0,50 Silicio Si 0,21 0,23 “ 0,40 Zolfo S 0,028 0,017 “ 0,045 Fosforo P 0,014 0,014 “ 0,045 Manganese Mn 0,55 0,71 0,50 √ 0,80 Nichel Ni 0,08 0,08 “ 0,40 Cromo Cr 0,11 0,15 “ 0,40 Molibdeno Mo 0,008 0,02 “ 0,10 Collaudi e prove 13 TNL Analisi chimico-metallografica degli acciai. Nel secondo caso analizzato un’azienda italiana, che acquista barre in acciaio al carbonio C45 e le sottopone a lavorazione al tornio, ha riscontrato problemi in una partita di materiale proveniente da un nuovo fornitore: durante la tornitura si osservava una notevole difficoltà alla formazione dei trucioli, con conseguente “strappo” e irregolarità della superficie del metallo. L’azienda ci ha dunque fornito 2 campioni, uno proveniente dal nuovo fornitore (Campione A) e uno da quello vecchio (Campione B), per effettuare un’analisi comparativa e comprendere il diverso comportamento delle barre sottoposte alla stessa lavorazione. In primo luogo si è proceduto a verificare la composizione chimica delle 2 barre mediante spettroscopia ad emissione ottica (OES): entrambi i campioni erano costituiti da acciaio da bonifica C45, secondo la norma UNI EN 10083-2 (vedi Tabella 3, pag. precedente) Proseguendo nell’indagine si è verificata la durezza Rockwell HRB (penetratore a sfera di acciaio e carico di 100 Kg) delle due barre, sia in superficie che a cuore. Tabella 4 - Durezza HRB Campione Campione A Campione B Durezza HRB A cuore 76 89 Durezza HRB Vicino al bordo 83 94 I dati ottenuti, riportati nella tabella 4, mostrano che il campione difettoso A presenta una durezza inferiore al campione B, sia a cuore che in superficie, il che potrebbe giustificare la diversa lavorabilità delle due barre a parità di altri fattori. Una durezza inferiore può anche significare una maggior tenacità e plasticità che portano alla formazione di un truciolo molto lungo o irregolare, quindi ad un’usura anomala del tagliente dell’utensile. Sono da tenere in considerazione anche alcuni tipi di microinclusioni come quelle di solfuro di manganese che ritardano l’usura del tagliente favorendo la frantumazione del truciolo. La successiva analisi metallografica ha in effetti dimostrato che i due campioni presentano una diversa struttura cristallina: il campione A presenta una struttura sorbitica (perlite globulare in matrice TNL 14 Collaudi e prove ferritica) a grana molto fine (fotografia n. 1), mentre il campione B ha struttura ferritica con perlite lamellare (zone scure) (fotografia n. 2). Risulta evidente che le due barre hanno subito trattamenti termici svolti con diverse modalità, con conseguenti diverse microstrutture, stati inclusionali e superficiali, e perciò, a parità di condizioni di lavoro, con differenti gradi di lavorabilità. Conclusioni. I due esempi riportati mostrano come per evitare sorprese nella scelta di un fornitore sia indispensabile seguire due semplici regole fondamentali: •Chiarezza: è consigliabile indicare nell’ordine i riferimenti normativi e i requisiti chimico fisici richiesti al prodotto. Se il nuovo materiale va a sostituire una precedente fornitura di altra provenienza è consigliabile caratterizzare completamente il vecchio materiale (trazione, resilienza, composizione chimica, durezza, struttura metallografica, spessore di zincatura ecc., in base all’utilizzo e alla tipologia di prodotto) in modo da poter stabilire un confronto chiaro e diretto con la nuova fornitura. •Controllo: è sempre consigliabile effettuare una verifica preventiva sui nuovi lotti di materiale, per tutelarsi da eventuali non conformità ed evitare di impiegare prodotti non idonei. Campione A. Struttura metallografica: Sorbite (ferrite e perlite globulare) (200X) Campione B. Struttura metallografica: Ferrite e perlite lamellare (200X) CASA SICURA. Il percorso che guida la scelta della porta blindata. Roberto Porta – resp. laboratorio Security & Safety – [email protected] TNL Premessa. Blindata non corazzata. I ladri non si arrendono: ogni anno i furti in appartamento sono sul podio delle paure più diffuse degli italiani ed è un fenomeno che non risparmia nessuno. Sembra proprio che la porta, infatti, sia la via prescelta dai ladri per entrare in azione. Vediamo assieme quali caratteristiche deve avere in funzione delle singole esigenze. Una porta blindata è costituta da un’unica struttura, dotata di un’anima in acciaio costituita, in genere, da due lamiere ben saldate insieme e quindi rivestite in legno. Anche il perimetro esterno della porta è rivestito d’acciaio e si ancora al muro con delle zanche, lunghe circa 10-15 centimetri, che vengono saldate al bordo del telaio e murate con il cemento alla parete 16 Collaudi e prove di ancoraggio (più le zanche sono lunghe, maggiore è la resistenza della porta). La porta blindata, inoltre, ha da 3 a 7 rostri laterali che, quando la serratura viene chiusa, si inseriscono nel controtelaio e limitano il rischio di scardinamento. Fondamentale è la serratura di sicurezza, protetta generalmente da una piastra in acciaio al manganese antitrapano. Non bisogna confondere le porte blindate con quelle corazzate, che non sono altro che porte normali rinforzate con eventuali lamiere, da un artigiano, ma che possono facilmente essere scardinate. Controllare la certificazione. Per essere sicuri di acquistare una porta in grado di tenere lontano i ladri, è fondamentale controllare la presenza della certificazione, rilasciata da un ente terzo rispetto al produttore della porta (in Italia è l’Istituto Giordano, www.giordano.it ) a testimonianza del superamento di una serie di prove di scasso. Le norme che regolano la certificazione delle porte blindate sono le UNI ENV 1627, 1628, 1629 e 1630 e permettono di suddividere le porte in sei differenti classi di appartenenza, a seconda del grado di resistenza. I modelli certificati si riconoscono per un’etichetta posta sull’infisso e devono essere accompagnati da un documento che ne attesta l’effettiva resistenza ed appartenenza ad una classe. Sei classi di resistenza. Le sei classi di appartenenza delle porte blindate vengono stabilite dopo la simulazione di tentativi di effrazione della durata di 3-20 minuti (un tempo superiore a quello dedicato da eventuali ladri) e il grado di resistenza. Come vedremo, le prime tre classi vengono assegnate alle porte che resistono ai tentativi di uno scassinatore principiante, mentre le altre alle aggressioni più “professionali”. Con l’aumentare della classe aumenta la capacità di protezione della porta, ma anche il costo: più alto è il valore dei beni da proteggere, maggiore sarà la classe da prediligere. Classe 1 Sono porte che resistono all’azione di cacciaviti, tenaglie, leve, spinte e spallate. La resistenza non è prolungata nel tempo (resistono per circa una mezz’ora), ma sufficiente per proteggere una porta posta dove eventuali rumori sospetti possono essere sentiti rapidamente. Sono porte, quindi, adatte agli appartamenti situati in un condominio. Classe 2 Più resistenti delle precedenti, le porte blindate di classe 2 resistono anche a seghe, asce, scalpelli, martelli e attrezzi manuali rumorosi. Particolarmente adatte per uffici in stabili che di notte non sono abitati. Classe 3 Queste porte resistono anche all’effrazione con piedi di porco e sono quindi adatte per le villette isolate. Classe 4 Sono porte in grado di resistere all’azione di ladri esperti, che usano attrezzature elettriche di bassa potenza (per esempio trapani, seghetti). Sono le porte adatte per le ville isolate, con un discreto valore da proteggere. Classi 5 e 6 Appartengono a queste classi le porte che resistono ai ladri professionisti, dotate di protezioni da strumenti elettrici ad alta potenza. Sono le porte che proteggono le banche, le gioiellerie e altri edifici sensibili. ATTENZIONE ALL’INSTALLAZIONE Perché la porta offra un’adeguata protezione, conta anche la qualità del muro su cui si appoggia: se è in cemento armato, o con i mattoni pieni (ormai poco usati) la tenuta è assicurata. In caso di struttura con mattoni forati (le più diffuse oggi), è consigliabile realizzare un rinforzo con una maglia di rete e una gettata di cemento lungo il perimetro del vano. Se l’installazione richiede opere di manutenzione straordinaria (come appunto la muratura), rientra nelle spese di ristrutturazione edilizia per le quali la Finanziaria ha prorogato la detrazione del 36%: si dovrà quindi allegare la documentazione che prova i lavori e le spese, alla dichiarazione dei redditi. Collaudi e prove 17 TNL Prova su cilindri per serrature La serratura. Fino a qualche anno fa, la serratura più diffusa era quella “a doppia mappa”, riconoscibile perché azionata da chiavi a stelo lungo con due rettangoli speculari muniti di denti. Oggi, però, offre un maggiore grado di protezione, anche dall’azione dei trapani, la serratura con cilindro europeo che è anche più difficile da duplicare: in pratica ogni serratura è caratterizzata da un cilindro in cui inserire la chiave. Il cilindro verifica che la chiave sia quella corretta, altrimenti la rifiuta. Per una maggior sicurezza si può aggiungere anche un defender, una specie di corazza esterna in grado di proteggere il cilindro dai tentativi di scasso. Anche la serratura deve riportare la certificazione (secondo la norma UNI EN1303 per le serrature a cilindro e EN12209 per le serrature a doppia mappa). E’ fondamentale, inoltre, che le chiavi siano consegnate al momento dell’acquisto in una busta presigillata dal fabbricante. Per maggiore protezione, con costi variabili è possibile sostituire le chiavi con lettori biometrici, cioè sistemi in grado di leggere parametri del corpo del TNL 18 Collaudi e prove proprietario (i più diffusi leggono le impronte digitali, altri l’iride dell’occhio): in questo caso non si corre il rischio di smarrimento chiavi (e quello, conseguente, di duplicazione). Rilevare le vibrazioni Una protezione più “sofisticata” si può ottenere abbinando alla porta blindata un rivelatore di vibrazioni. In pratica è una sorta di allarme che, quando la porta subisce un attacco, lancia un segnale acustico. In molti casi l’allarme è collegato a un combinatore telefonico: in caso di allarme avviato, vengono contattati automaticamente dei numeri di telefono prescelti. E’ un sistema che può essere utile per le abitazioni isolate e poco abitate, che possono essere collegate direttamente con una società di vigilanza privata. Lo standard Passivhaus nei climi caldi europei. Redazione tecnica - [email protected] Linee guida progettuali per le case confortevoli a basso consumo energetico. Premessa. Passivhaus è un Istituto nato per sviluppare ed implementare un approccio alla progettazione edilizia nei paesi dell’Europa centrale. Nei climi caldi del Sud Europa il fabbisogno energetico per riscaldamento è generalmente più basso che in Europa del Nord, ciò non è dovuto solo ai gradi giorno per quella particolare località, ma anche alla quantità di radiazione solare. Entrando nel merito dell’argomento vediamo cos’è un progetto passivo, mentre sorvoliamo sul perché esso sia nato essendo noto a tutti che l’era dei com- bustibili fossili sta per terminare. La progettazione passiva ha come principio base quello di massimizzare i benefici termici ed ambientali che possono sorgere mediante l’attenta considerazione delle prestazioni termiche dei componenti dell’edificio in modo da ridurre le perdite di calore d’inverno e i guadagni termici d’estate. Ovvero l’interesse è rivolto verso le strategie che ottengono il “riscaldamento passivo” ed il “raffrescamento passivo” tramite lo sfruttamento di sorgenti di calore ambientali come il sole o con i cosiddetti pozzi, uno di questo è ad esempio il cielo stellato. Normativa 19 TNL Lo standard Passivhaus. Lo standard consiste fondamentalmente in tre elementi: •un limite energetico (per riscaldamento e raffrescamento); La strategia •un requisito di qualità (comfort termico); rategia di progettazione proposta costituisce una variante •un ambientale set definito di sistemi passivi preferenziali che strategia tedesca Passivhaus, combinando la ventilazione naturale con permettano di rispettare i requisiti di energia e a capacità termica interna. D’inverno l’aria di mandata viene a costi sopportabili. scaldata attraverso lo qualità spazio cuscinetto a sud, che può raggiungere erature fino a 20°C.In Laddove spazio lo conse nte, silepossono questi lo punti sono riassunte caratteristiche di ciò lare tubi nel terrenoche del oggi giardino per ilcome pre-riscaldamento (o preè noto standard Passivhaus tedesco: ddamento) dell’aria destinata allo spazio cuscinetto. Il carico di ottimo isolamento, ponti termici ridotti e damento residuo è così basso che lo si potrebbe bilanciare con una finestre ben una isolate, buona tenuta e sistema “carbon neutral” come caldaia a cippato, cheall’aria potrebbe fornire di ventie l’acqua calda sanitaria. In con estate, durante di i giorni caldi, spazio lazione recupero calore ad lo alta efficienza. netto è aperto verso l’esterno per evitare surriscaldamento ed agisce un’estensione dello spazio vissuto. Nelle notti estive, il controllo dellaprovvederà casa Passivhaus. matico di alto livelloCosti dei ventilatori a raffreddare l’edificio e la I costi di realizzazione e di gestione di una a termica degli interni. La sicurezza è mantenuta usando alette di casa Pasazione automatizzate di alto sono livello stati e ventilatori di basso livello.conto sia dei sivhaus analizzati tenendo consumi energetici annuali, in funzione del costo capacità termica interna può essere raggiunta per mezzo di pannelli in medio delle varie fontiladdove energetiche deiuna singoli paestruzzo prefabbricati a faccia-vista, oppure, è preferita uzione leggera, persi, mezzo di PCM change ematerials) sia del costo(phase di gestione manutenzione dei vari sulati nel cartongesso. L’altadicapacità termica interna è importante per sistemi climatizzazione. e il surriscaldamento e la necessità del raffrescamento, che con il Il bilancio economico, punto di vista del coedire del surriscaldamento globale diventerà sia unadal priorità crescente. struttore cheevita da quello deidiproprietari, haattivo individuato ò la tipica Passivhaus Britannica l’utilizzo raffrecamento ante ombreggiamento ventilazione accoppiati con quadro massa tra una cheeper l’Italia lanaturale differenza a metro ca esposta. casa definita Standard ed una casa Passivhaus è del 5%perextra che si traduce in circasi60 € assunti a metro quaminimizzare le perdite trasmissione ed infiltrazione, sono 2 drovalori in più. Tale media K eporta 0.15 a calcolare velli di isolamento con tipici di valutazione U intorno a 0.2 W/m ci K, rispettivamente un per tempo le paretidi e ilcirca tetto. 12 Doppi vetri emissivi anni perbasso ammortizzare l’invetripli vetri come nella Passivhaus tedesca) sono proposti per le stimento iniziale. rfici finestrate interne, mentre lo strato esterno dello spazio cuscinetto enta vetri semplici. Lo strato esterno potrebbe essere a doppio vetro Dove vedere una Passivhaus esso, il che potrebbe migliorare le prestazioni in modo sostanziale, ma e simulazioni si è previsto che con la vetratura raggiunge già Un esempio realizzatodescritta di casasiPassivhaus in ndard richiesto per il riscaldamento. Si assumono valori tipici pari Italia è stato costruito a Cherasco, di inUprovincia 2 W/m K per le finestre, mentre i tassi di infiltrazione sono pari a 3 di Cuneo nel nord Italia. bi orari a 50 Pa. L’esempio italiano di Passivhaus. La Passivhaus italiana nasce dalla premessa che9 le soluzioni progettuali comunemente implementate per le Passivhaus dell’Europa centrale, tipicamente basate sull’elevato isolamento dell’involucro edilizio, assenza di ponti termici e ventilazione forzata con re2.2 La strategia cupero di calore sono riproponibili nelle zone carattestrategia di progettazione ambientale proposta costituisce una variante da inverni relativamente rigidi naturale come Milano ed lla strategia tedescarizzate Passivhaus, combinando la ventilazione con in interna. generale tutto ill’aria norddi emandata possono essere integrate ’alta capacità termica D’inverno viene eriscaldata attraverso lo spazio cuscinetto a sud,per che ilpuò raggiungere con soluzioni aggiuntive raffrescamento estivo mperature fino a 20°C. Laddove lo spazio lo conse nte, si possono nella parte sud dell’Italia. stallare tubi nel terreno del giardino per il pre-riscaldamento (o preIn particolare laspazio Passivhaus italiana adotta ffreddamento) dell’aria destinata allo cuscinetto. Il carico di le seguenti caldamento residuosoluzioni è così basso che lo si potrebbe bilanciare con una addizionali: nte “carbon neutral” come una caldaia a cippato, che potrebbe fornire •ombreggiamento delle finestre per mezzo di gronche l’acqua calda sanitaria. In estate, durante i giorni caldi, lo spazio del’esterno o persiane per ridurre i guadagniedsolari; scinetto è aperto verso per evitare surriscaldamento agisce me un’estensione dello spazio vissuto. di Nelle notti estive, ilnotturna controllo integrata, •una strategia ventilazione tomatico di alto livello dei ventilatori provvederà a raffreddare l’edificio e la nei giorni particolarmente caldi, da raffrescamenassa termica degli interni. La sicurezza è mantenuta usando alette di to attivo. ntilazione automatizzate di alto livello e ventilatori di basso livello. alta capacità termica interna può essere raggiunta per mezzo di pannelli in lcestruzzo prefabbricati a faccia-vista, oppure, laddove è preferita una struzione leggera, per mezzo di PCM (phase change materials) 20 L’alta capacità termica interna è importante per capsulati nel cartongesso. TNL Normativa itare il surriscaldamento e la necessità del raffrescamento, che con il ogredire del surriscaldamento globale diventerà una priorità crescente. Nello specifico vediamo quali criteri devono essere soddisfatti: •isolamento: bastano 10 cm. di isolamento sulle pareti e sulLO tetto anzichéPASSIVHAUS 25/35 dellaNEI Germania. STANDARD CLIMI CALDI EUROPEI •tenuta all’aria: il limite per Milano e per Roma è pari a 1 h -1 (apice) In sintesi per il confort invernale la passivhaus italiana: •minimizza le perdite di calore invernali grazie ad un involucro altamente isolato e all’eliminazione dei ponti termici; •fornisce ventilazione forzata con recupero di calore dall’aria esausta; •fornisce riscaldamento attivo utilizzando una pompa di calore geotermica di bassa potenza (1.5 kW); •permette guadagni solari utilizzando la porzione di 3. 3 –delle Strategia di ventilazione vetrataFig. (30%) superfici rivolte a estiva sud e riduce le perdite limitando le superfici vetrate a nord. Strategie invernali Fig. 3. 4 – Strategia di ventilazione diurna invernale Mentre per il comfort estivo: •minimizza i guadagni solari grazie a un involucro altamente isolato e all’ombreggiamento delle finestre; •asporta i guadagni solari diurni e quelli interni accumulati nelle strutture edilizie utilizzando una strategia notturna di ventilazione ibrida (naturale e forzata).LO STANDARD PASSIVHAUS NEI CLIMI CALDI EUROPEI Strategie estive Fig. 3. 3 – Strategia di ventilazione estiva Darsena di Rimini. Prove di carico su pali di fondazione strumentati. Simone Nallbati – Dir. Lab. Scienza delle costruzioni – [email protected] La verifica puntuale delle deformazioni del palo attraverso l’inserimento nella gabbia di strain-gauge prima del getto in cls. Premessa. La particolarità di questa prova di carico è stata l’innovativo utilizzo degli strumenti di misura annegati direttamente nel getto del palo di fondazione. Nello specifico gli estensimetri, applicati sull’armatura in acciaio in precedenza alla fase di getto del calcestruzzo e successivamente al periodo di maturazione di questo ultimo, hanno iniziato a lavorare riportando alla centralina di controllo le deformazioni lungo tutto l’asse del palo. Campione e carico di prova. Il campione è rappresentato da un palo di fondazione in calcestruzzo del diametro di 600 mm e di lunghezza effettiva di 19.9 m. A tale campione è stato applicato il carico limite di 224.000 Kg. Collaudi e prove 21 TNL Particolare di un estensimetro applicato sull’armatura longitudinale Attrezzatura di prova. La strumentazione utilizzata per la prova è di seguito riportata: •1 centralina oleodinamica; •1 manometro digitale di precisione; •2 martinetti oleodinamici del diametro nominale di 200 mm da 1500 kN (collegati e controllati in parallelo dalla centralina oleodinamica); •2 giunti sferici inseriti fra ciascuno dei martinetti e la struttura di contrasto; •12 estensimetri elettrici per rilevare le microdeformazioni lungo quattro sezioni del palo (n. 3 punti per sezione); sistema di acquisizione dati di prova; •4 trasduttori di spostamento di tipo potenziometrico per la misura dei cedimenti verticali; •sistema di acquisizione dati da campo per prove di carico, integrato con un PC per l’acquisizione, la visualizzazione e la registrazione in tempo reale dei cedimenti del palo. Si ricorda che gli estensimetri sono stati applicati sull’armatura in acciaio precedentemente la TNL 22 Collaudi e prove fase del getto di calcestruzzo mentre i trasduttori sono stati fissati mediante dei portatrasduttori ad una rigida struttura metallica costituita da tubolari in acciaio appoggiati ad una adeguata distanza dal palo in prova onde evitare eventuali influenze di cedimento del terreno in prossimità del palo. Estensimetri lungo la sezione del palo rico-scarico in un range che varia da 0 a 224.000 kg; i diversi livelli di carico sono stati a loro volta mantenuti nel tempo in funzione delle richieste del D.L. Lettura delle microdeformazioni. Il sistema di lettura delle microdeformazioni, composto da 12 estensimetri elettrici lungo l’armatura del palo di fondazione hanno rilevato i dati per realizzare i seguenti diagrammi. Realizzazione del carico di contrasto e modalità di prova. Diagramma carico - cedimento del palo Microdeformazioni [ε x 10 -6] Profondità del palo [m] Il contrasto ai martinetti è stato realizzato con una struttura rigida costituita da una trave in acciaio saldamente fissata a due pali adiacenti a quello di prova disposti ognuno ad una distanza di 3 volte il diametro del palo di prova. Sulla superficie del dado in calcestruzzo è stata sistemata una piastra di distribuzione del carico sulla quale poggiano i martinetti con interposti i giunti sferici, che assicurano, durante la prova, il parallelismo fra l’asse del palo e quello della forza di compressione. I quattro trasduttori di spostamento sono disposti sulla testa del palo a 90° tra di loro per la misura dei cedimenti del complesso palo terreno. Successivamente sono stati eseguiti dei cicli di ca- Cedimenti [mm] Carico applicato [Ton] Inserimento del cls della gabbia allestita con gli strain-gauge Diagramma dell’andamento delle microdeformazioni [e x 10-6] con la profondità [m] in funzione del carico applicato Q [ton] ) Collaudi e prove 23 TNL La taratura dei dispositivi per il sanzionamento dei passaggi con il semaforo rosso. Simone Zoffoli - lab. Ottica - [email protected] Test di verifica del giallo. L’impianto denominato T-Red è costituito da una telecamera a colori con una velocità di campionamento di 50 immagini al secondo, di una unità ottica sensibile agli infrarossi corredata da illuminatori infrarossi e di un sistema di elaborazioni ed archiviazione delle immagini e delle informazioni ricavate da esse. Detto ciò sono state effettuate quattro tipologie di misure su richiesta del CTU: •misura dei tempi delle fasi semaforiche sulle lanterne installate negli incroci oggetto della prova; •misura dello spazio di arresto dell’autovettura della Polizia Municipale; •misura dei tempi di giallo rilevati dalla videocamera dell’Istituto Giordano nei passaggi dell’autovettura della Polizia Municipale con la fase semaforica rossa come verifica del corretto rilevamento del tempo di giallo da parte dell’impianto T-Red. •misura della velocità media dell’autovettura della Polizia Municipale nei passaggi con la fase semaforica verde come verifica del sistema utilizzato per le misure. Per l’effettuazione delle prove sono stati posti quattro coni segnaletici in corrispondenza della linea di arresto, a 30 m dalla linea d’arresto, a 45 m dalla linea d’arresto ed in ultimo a 56 metri dalla linea. Premessa. Le nuove tecnologie nate per sostituire il controllo del rispetto delle regole del codice della strada, quali ad esempio il vigile elettronico o il T-Red, sono fonte, presso i tribunali, di perenni ricorsi nel tentativo di vedersi invalidare la tanto odiata multa. Di grande speranza l’ultima sentenza di un giudice che ha invalidato la multa ad un automobilista che era stato sanzionato per il passaggio col rosso, ma che dopo un’attenta perizia al semaforo incriminato si è riscontrato che il giallo durava troppo poco, meno dei secondi entro i quali era possibile passare indenni. Occorre però precisare che i tempi del giallo sono in funzione del limite di velocità applicato alla strada in questione e vengono solitamente indicati in 3 / 4 s per strade con limite dei 50 Km/h e 5 secondi per strade con limite dei 70 Km/h. TNL 24 Collaudi e prove La misura dei tempi è stata effettuata contando il numero di frames (singola immagine campionata dalla videocamera) tra fotogramma iniziale e fotogramma finale e moltiplicando tale numero per la durate di un frames, ovvero 0,04 s. Il cronometro, in alcuni casi presente nelle immagini, è stato utilizzato come strumento di verifica dei tempi rilevati con la videocamera. La durata delle fasi semaforiche è stata misurata registrando con una videocamera digitale contemporaneamente la lanterna semaforica ed un cronometro. Esempio di rilevazione con T-Red Cos’è un T-Red T-RED è l’unico dispositivo di rilevazione infrazioni al rosso omologato che non utilizzi spire magnetiche a terra, pertanto la sua applicabilità è ideale in contesti urbani nei quali l’intervento sul suolo stradale è sempre molto critico e spesso non attuabile oltre che oneroso e con impatti sulla viabilità. E’ costituito da una serie di componenti fra loro interconnessi in una architettura gerarchica a tre livelli: Primo Livello: Unità di Ripresa, installate alle intersezioni su palo con testa dotata di snodi di orientamento, consistenti in due tipi di telecamere. Secondo Livello: Unità di Elaborazione delle immagini riprese alle intersezioni, armadi stradali di contenimento delle Unità di Elaborazione, connessione alle reti dati ed elettrica. Terzo Livello: Unità Centrale di memorizzazione e gestione infrazioni, costituita da Server e Client collegati in rete per gestione Sistema. Norma di riferimento - La norma attualmente in vigore per l’applicazione di dispositivi quali il T-Red è la UNI 10772:1998 “Telematica per il traffico ed il trasporto su strada - Sistemi per l’elaborazione delle immagini video atti al riconoscimento delle targhe per applicazioni telematiche ai fini dell’accertamento di violazioni delle regole del codice della strada e dei criteri di pedaggio”. La marcatura CE dei dispositivi segnaletici e norme di riferimento. •Dispositivi luminosi di pericolo e di sicurezza (UNI EN 12352 di giugno 2006) marcatura CE obbligatoria dal 1° febbraio 2008. •Lanterne semaforiche ( UNI EN 12368 di giugno 2006) marcatura CE obbligatoria dal 1° febbraio 2008. •Pannelli a messaggio variabile (UNI EN 12966-1) marcatura CE obbligatoria dal 1° febbraio 2007. •Segnaletica verticale fissa (UNI EN 12899-1/2/3/4/5) prossimamente anche per questi prodotti diventerà obbligatoria la marcatura CE (non è ancora definito il periodo di transizione…). Info su prove e marcatura CE: [email protected] Collaudi e prove 25 TNL Prove antiuragano sui componenti dell’involucro edilizio. I test richiesti secondo le normative americane. Roberto Porta – resp. Security e Safety – [email protected] Una nuova strumentazione di prova permette di testare finestre, porte esterne etc. all’impatto da “grande missile”. Premessa. Ai produttori e distributori di serramenti, porte esterne, finestre da tetto etc. che si approcciano al mercato americano, viene quasi sempre richiesta, oltre alle consuete prove di permeabilità all’aria, resistenza al vento e tenuta all’acqua con le specifiche di prova ANSI AAMA e utilizzando le normative ASTM come le ASTM E233 “Standard TNL 26 Novità Test Method for Determining Rate of Air Leakage Through Exterior Windows, Curtain Walls, and Doors Under Specified Pressure Differences Across the Specimen”, ASTM E 331 “Standard Test Method for Water Penetration of Exterior Windows, Skylights, Doors, and Curtain Walls by Uniform Static Air Pressure Difference”, ASTM E 547 “Standard Test Method for Water Penetration of Exterior Windows, Skylights, Doors, and Curtain Walls by Cyclic Static Air Pressure Difference”, ASTM E 330 “Standard Test Method for Structural Performace of Exterior Windows, Doors, Skylights and Curtain Walls by Uniform Static Air Pressure Difference”, una ulteriore prova che ne attesti la sicurezza in caso di eventi atmosferici catastrofici quali un tifone o un uragano. Componente dell’involucro edilizio da testare ciò incrementa la condensazione. L’aria che fuoriesce dalla sommità di questo “camino” ridiscende verso il basso sotto forma di venti potenti. Strumentazione di prova. Per l’esecuzione di questa prova è stato necessario realizzare un sistema per l’impatto che comprende una specie di cannone, quale lanciatore, funzionante ad aria compressa, di precise dimensioni e caratteristiche tecniche ed un “large missile” che verrà a sua volta sparato sul campione in prova con le modalità che di seguito elencheremo. Il cannone, provvisto di compressore, misuratore di pressione e tubo di lancio è dotato di due sistemi di fotocellule in grado di misurare la velocità del missile con una precisione del ±2%. Tale velocità viene rilevata quando il missile è fuoriuscito al 90% dalla canna e fino a meno di un piede (304 mm) dall’impatto sul campione. Il “large missile” è una trave rettangolare (102 x 51 mm) realizzata con una particolare essenza di pino alla base della quale è stato posizionato un diaframma che permette di facilitare il lancio. Descrizione della prova. Normativa di riferimento. Le procedure di prova, normalmente, sono quelle richieste dalla Florida Building Code come richiamate dalla Testing Application Standard (TAS) 201- 94. Tali procedure sono state redatte appositamente dal governo di quello che è lo stato storicamente degli USA più soggetto agli uragani ed ai tifoni, come i recenti e ripetuti fatti di cronaca ci ricordano. La prova consiste nello sparare al campione di riferimento, inteso come unità composta da tutte le sue parti (es. l’infisso è composto da telaio, vetro ed ancoraggi), una serie di tre colpi e verificare che non trafiggano il campione passando dall’altra parte o proiettando dei frammenti dalla faccia interna del campione. La prova è molto spettacolare e scenografica ma anche altamente pericolosa e viene eseguita in un apposito laboratorio dotato di tutti i più moderni dispositivi di sicurezza. Cos’è un Uragano. Uragano è il nome di origine caraibica (hurican o huracan) usato per indicare un ciclone tropicale, frequente specialmente nei Caraibi e caratterizzato da vento che raggiunge velocità pari o superiori a 118 km/h. In meteorologia, un ciclone tropicale è un tipo di sistema di bassa pressione che si forma generalmente nella fascia dei Tropici. Come si formano. Gli uragani si formano quando l’energia liberata dalla condensazione del vapore nelle correnti ascendenti causa un ciclo di autoamplificazione. L’aria si scalda, salendo di più, e Novità 27 TNL Contributi a cura di: GENTI NALLBATI Ingegnere Civile con specializzazione Geotecnica. Svolge attività di prove e ricerca tecnologica per la qualificazione dei materiali, dagli acciai ai calcestruzzi, dalle malte ai laterizi, legno, plastica e vetro. Responsabile Direttore del Laboratorio Ufficiale ai sensi della Legge n°1086 del 5.11.1971. Ha maturato una solida esperienza nelle verifiche di strutture in muratura, struttura in c.a. e collaudi strutturali in opera. PAOLO ORIOLI Laureato e dottore di ricerca in chimica è attualmente responsabile della Sezione di Metallurgia. Autore di articoli nell’ambito della metallurgia e del controllo di qualità per materiali metallici. ROBERO PORTA Diploma di geometra ed abilitazione alla libera professione conseguita ad Alessandria, Libero professionista dal 1974 al 1988, lavora presso Istituto Giordano per il quale si occupa da circa 20 anni di prove ambientali sui serramenti e facciate continue oltre alle prove di resistenza all’effrazione dei serramenti, alle casseforti, bancomat etc. in qualità di Responsabile della sezione di “Security” e “Safety” dell’Istituto Giordano. Partecipa attivamente ed è membro di diversi gruppi di lavoro in ambito normativo sia italiano sia europeo in ambito CEN. GIOMBATTISTA TRAINA Ingegnere Ambientale, si è specializzato nei settori rifiuti e bonifiche dopo aver frequentato il Master in Gestione Rifiuti della Facoltà di Chimica Industriale, Università di Bologna. Svolge attività di ricerca tecnologica per l’innovazione nei sistemi di bonifica ambientale, oltre ad attività di consulenza e testing per la Sezione Chimica Ambientale di Istituto Giordano. Ha maturato una solida esperienza nei sistemi di decontaminazione elettrochimica ed è autore di diversi articoli scientifici in materia di rifiuti. SIMONE ZOFFOLI dottore in Fisica è attualmente responsabile tecnico di prova della Sezione di Ottica. Partecipa ad alcuni gruppi di lavoro UNI sulla segnaletica (stradale) verticale. Si è precedentemente occupato di Microscopia Elettronica presso il CNR di Bologna, di Energie Rinnovabili presso Laterizi Gambettola e del progetto SOLE (Sanità On Line) della Regione Emilia-Romagna presso CUP2000. TNL 28 Autori JOEVTUSJBSTJ DPSSFUUBNFOUF /PWFNCSFµ 3JNJOJ'JFSB B'JFSB*OUFSOB[JPOBMFEFM3FDVQFSPEJ.BUFSJB FE&OFSHJBFEFMMP4WJMVQQP4PTUFOJCJMF XXXFDPNPOEPDPN JODPMMBCPSB[JPOFDPO Á.JOJTUFSPEFMMµ"NCJFOUFFEFMMB5VUFMBEFM5FSSJUPSJPFEFM.BSFÁ.JOJTUFSPEFMMP 4WJMVQQP &DPOPNJDP Á $POBJ Á $POTPS[JP /B[JPOBMF "DDJBJP Á $JBM Á $PNJFDP Á3JMFHOPÁ$PSFQMBÁ$PSFWFÁ'FEFSBNCJFOUFÁ'JTF6/*3&Á0TTFSWBUPSJP/B[JPOBMFTVJ 3J¾VUJÁ$POTPS[JP*UBMJBOP$PNQPTUBUPSJÁ*48"Á"/$*Á"1"5Á*TUJUVUP4VQFSJPSF EJ4BOJUhÁ1PMJFDPÁ$POGBHSJDPMUVSBÁ"HSPFOFSHJBÁ$POGBQJÁ$POGBSUJHJBOBUPÁ$/" Á $POGDPNNFSDJP Á $POGFTFSDFOUJ Á $0/*1 Á $0#"5 $POTPS[JP 0CCMJHBUPSJP #BUUFSJF &TBVTUF Á $POTPS[JP PCCMJHBUPSJP PMJ VTBUJ Á -FHBNCJFOUF Á ,ZPUP $MVC Á&VSPNPCJMJUZÁ&/&"Á-BCPSBUPSJP&OFSHJB&3(Á'*3&Á4"'&Á"/&7Á"440-5&3. 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