One Man Show - Teatro di Messina

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One Man Show - Teatro di Messina
LUNEDÌ 8 GENNAIO 2007
LA SICILIA
Spettacoli .15
FOLLA STRARIPANTE PER L’ATTORE
Idonea, grande lezione di sicilianità
S. AGATA LI BATTIATI. Lui lo chiama modestamente "One Man Show", monologo,
ma in effetti quello che Gilberto Idonea,
forse l’attore siciliano attualmente più
acclamato nel mondo, ha presentato nell’auditorium Verga affollato all’inverosimile (regia del figlio Alessandro, riprese
per la tv satellitare a destinazione intercontinentale) è stato molto di più:
una lezione universitaria, un saggio approfondito di storia del teatro isolano,
una indagine su che cosa sia la sicilianità,
da Pirandello a Martoglio, da Tomasi di
Lampedusa ad Angelo Musco. Tutto presentato dal vivo, con la sua parola che a
tratti è affabile e racconta le battute della Catania popolare, a tratti diventa im-
ponente e drammatica, e rivive le perplessità di Ciampa nel mollare la corda
pazza: giunge alla vibrante commozione
nel riprendere la Testimonianza che la figlia di Martoglio gli donò come attestazione di ammirata stima; sferza nelle
pagine del Gattopardo in cui si condensa lo stile guardingo del siciliano di ogni
tempo. Fa scorrere sullo schermo le immagini della gloriosa storia della nostra
cultura (con le imponenti manifestazioni di cordoglio per la scomparsa di Musco), fa ascoltare tra l’assorto silenzio
degli astanti la parola di Martoglio, registrata in una rarissima incisione (di cui
ha fatto munifico dono alla biblioteca
locale) e ne fa notare la leggera inflessio-
ne, ma soprattutto il tono di voce piano,
declamato, forse innaturale, eppure scaturito dall’osservazione del mondo.
Perché questo è stato il senso della
sua lezione di sicilianità: osservare dal
vivo i grandi del recente passato e farne
rivivere le creazioni. Angelo Musco davanti al Duce si permise - con una battuta - di far valere la propria non servile
personalità; Pirandello, davanti a Musco,
scese dal proprio mondo di letterarie
finzioni per confrontarsi con il dialogo
popolarei. Ma Idonea non si limita a raccontare: interpreta immediatamente e
passa con naturalezza dal registro tragico (degno delle più alte scene greche di
cui è l’evidente erede) alle più comiche
ACCLAMATO
Gilberto Idonea,
l’attore siciliano
attualmente più
acclamato nel
mondo
frecciate della Centona alla quale però
aggiunge un tocco di umanità, quell’attimo di riflessione che le trasporta dalla
vita di quartiere alle profondità del cuore indagato da uno che avvertiva i sentimenti con personale partecipazione:
Chissu è l’amuri, figghia salarata!
Ci accorgiamo anzi che, senza darlo ad
FICTION. Bisio protagonista sul satellite
intendere, l’umanissimo artista, passa
anche lui dalla recita alla creazione in
proprio. Sono ritratti di esperienza vissuta: tra i compagnoni che ammirano le
giunoniche fattezze di una diva dello
schermo; con gli amici che lo accompagnano in una degenza ospedaliera (dovremmo dire d’altri tempi, ma le crona-
che rivelano che sussistono anche in
questi tempi); nella festa di ammiratori
sudamericani: sempre con quel suo volto espressivo (non è una maschera, è la
plastica figurazione del reale), con la sua
parlata che non è artificiosa dizione accademica, ma non è neanche il ritratto
sguaiato dei guitti: è la poesia della
realtà. Passa da un personaggio all’altro, da una esperienza all’altra (e include
anche gli ascoltatori di quella memorabile serata). Insomma si propone come
continuatore autentico della più nobile
tradizione siciliana.
E perché in Sicilia lo sentiamo tanto
raramente? Forse per quello stesso motivo che provocò la fuga di Bellini e Pirandello, il rientro in severo ritiro di Verga,
la coltre di sospetti verso Tomasi. Ma
ormai si può riparare. I siciliani che non
hanno visto questo interprete tanto accorato della sicilianità, possono tutti seguirlo sul canale satellitare.
SERGIO SCIACCA
CINEMA. «Le luci della sera» di Kaurismaki
Sfida Rai-Sky
sulla vita
di Pantani
Solitudine
Una mano
ti scalderà
ROMA. Sky lo aveva annunciato il 20 dicembre e adesso l’impegno sta per concretizzarsi: entrare nel mondo della
fiction. Dopo il «Quo vadis Baby» versione tv di Gabriele Salvatores, «arruolato» per questa mission come direttore di sei film di 90 minuti, è imminente l’avvio di una fiction su Marco Pantani per Sky Cinema. Era un vecchio progetto, quello di realizzare una miniserie
su Pantani tratta dal libro «Un uomo in
fuga», scritto a quattro mani da Manuela Ronchi, manager del grande
campione, e dal giornalista sportivo
Gianfranco Josti. Fino a poco tempo fa
mancava tutto, dalla sceneggiatura al
regista, c’erano solo i diritti del libro acquistati da Maurizio Totti. Oggi sembra
esserci tutto, dall’attore protagonista,
Claudio Bisio (salvo ripensamenti dell’ultima ora), agli sceneggiatori Andrea
Purgatori e Laura Ippoliti. Una riunione,
martedì, definirà l’avvio del progetto in
due puntate.
«Nessun santino - assicura Purgatori
- ma solo la la realtà nuda e cruda». E la
sfida con la Rai è partita: perché atteso
sugli schermi di Raiuno a febbraio è
anche il film di Claudio Bonivento «Il pirata-Marco Pantani», prodotto dalla
Ballandi Entertainment per Raifiction
dove protagonisti sono Rolando Ravello e Nicoletta Romanoff. Il libro «Un
Uomo in fuga. La vera storia di Marco
Pantani», (vincitore del «Bancarella
Sport»), è un racconto che prende
ROMA. Diseredati, disperati, disgregati, distaccati, in una parola perdenti di
tutto il mondo unitevi. Cinematograficamente nel contratto romanticismo del genio Aki Kaurismaki. Anzi
uniamoci perché chi può del tutto tirarsi fuori dalla solitudine contemporanea che ogni cosa unisce nel suo famelico flusso ininterrotto di parole e
informazioni per tutto tenere lontanissimo? Chi può vincere su questa
ormai strutturale solitudine?
L’antieroe guardia giurata Koistinen (Janne Hyytiainen), "un romantico scemo, fedele come un cane", bistrattato dai colleghi, amato da nessuna donna, picchiato da chicchessia
senza ragione, strumentalizzato da
ogni criminalotto di passaggio e sbatacchiato in un mondo senza pietà,
senza morale ma dominato dal dio
unico della proprietà e del denaro, è il
più solo di tutti ma chi di noi può non
specchiarsi in un frammento del suo
vuoto?
Parte e chiude con lui la trilogia
dei perdenti firmata dal finlandese
Kaurismaki che, dopo aver affrontato
di petto una storia di disoccupazione
in «Nuvole in viaggio» e una storia di
homeless nel bellissimo «L’uomo senza passato», qui, in questo «Le Luci
della sera» (presentato in concorso al
Festival di Cannes e ora in uscita nei
nostri cinema) e con il quale ha rifiutato di entrare nell’arena degli Oscar
prossimi venturi dove il suo paese lo
voleva come rappresentante, va ancora oltre. Oltre il suo umorismo freddo
capace di impaginare lacerando il
cuore, oltre la sua implacabile critica
alla globalizzazione e al furioso neoliberismo che domina l’intero mondo
occidentale e, come ribadisce ogni
volta, la sua Finlandia più che mai, oltre l’abituale malinconia sposata al
sorriso, chaplinianamente capace di
spunto dagli appunti che lo stesso Pantani stava raccogliendo. E la figura e la
parabola di Pantani sembrano perfette
per trarne un film: la sua carriera al top
nel ’98 quando riuscì a vincere sia il
Tour de France che il Giro d’Italia, le accuse di doping, l’incidente e la terribile
fine il 14 febbraio 2004 per overdose ne
fanno un eroe tragico ancora da svelare. Il progetto del film tratto dal libro
«Un uomo in fuga» fu messo in cantiere già nel 2005 quando iniziò a circolare il nome di Bisio come interprete.
«Provo a rispondere - disse Bisio - ai
molti che mi chiedono se è vero che interpreterò il ruolo di Pantani in un film.
È vero che esiste un libro dal titolo "Un
uomo in fuga" scritto da Manuela Ronchi che è stata la manager di Marco negli ultimi cinque anni, libro molto interessante perché non agiografico ma appassionato e visto in prima persona da
una che gli è stata molto vicino. È vero
che il produttore Maurizio Totti mi ha
chiesto se ero disposto a interpretare il
ruolo di Pantani nel film. Ed è altrettanto vero che io, con molta paura derivata dal fatto di confrontarsi con un personaggio non di finzione scomparso
così recentemente e così amato dalla
gente ma che ha anche diviso il suo
ambiente gli ho detto sì. Ora mancano
ancora molte cose: la sceneggiatura, il
regista... staremo a vedere. Intanto ho
comprato una bicicletta da corsa».
CLAUDIO BISIO SARÀ QUASI CERTAMENTE PANTANI IN UNA DELLE DUE FICTION
DANIELA SIMONETTI
A «STRISCIA» TORNANO GREGGIO E IACCHETTI
Si torna all’antico a «Striscia la notizia». Dopo l’accoppiata mista GreggioHunziker e quella inedita Greggio-Scotti, da stasera e fino a Sanremo ritorna per
fare "tredici" lo storico duo Ezio Greggio-Enzino Iacchetti. «Non sono
superstizioso - dice Iacchetti - anzi Totò diceva che il numero 13 porta fortuna,
quindi potrebbe essere l’anno migliore della nostra coppia». «Abbiamo fatto 13
fin dalla prima edizione, come al Totocalcio - gli fa eco Ezio Greggio -. Siamo una
coppia vincente che cresce di anno in anno. In più siamo diventati amici». (M.C.)
MARIA HEISKANEN E JANNE HYYTÏALNEN NE «LE LUCI DELLA SERA» DI AKI KAURISMAKI
Quando suona la solidarietà
piano personaggi universali sempre ricorrenti nell’universo fantastico dei bimbi di tutte le epoche. Uno di questi ha parametri inossidabili, si tratta di Paperino
che, improvvisamente, decide di diventare cow boy sopportandone stoicamente tutti i disagi. Poi c’è Pinocchio, bambino di legno, a cui si allunga vertiginosamente il naso perché ha deciso di recarsi sulla luna. Spazio anche per il mitico
Topolino, che si presenta come sceriffo,
quindi uomo di legge, ma senza l’ausilio
delle preziose pistole. Le canzoni parlano pure di marziani buoni e paciocconi
che, sbadatamente, cadono dalla volta
del cielo e si ritrovano sulla terra a cercare un dialogo con i più piccoli. Spunta la
fantastica figura di don Chisciotte, eroe
d’altri tempi che non riesce a raccapezzarsi nel mondo attuale.
La serata di solidarietà e musica, presentata con garbo dall’attrice Chiara Dipietro, si è svolta nel teatro San paolo di
Acireale, messo a disposizione dall’omonima parrocchia. Le performance canore sono dei piccoli Enrico Maresca, Francesco Cerra, Carmelo Arena, Monica Sarah Coco, Maria Laura Leotta, Mikaela
Licciardello, Ester Rosy Jannitello, Luna
Mancuso, Alessandra Maresca, Francesca
Torrisi. I testi di nove di queste canzoni
sono di Giuseppe Vecchio, caposervizio
del nostro giornale, le rimanenti quattro
di Pippo D’Agostino, industriale della
plastica. A musicarli tutti è stato il maestro Franco Sorbello.
I bambini che
hanno cantato le
canzoni in diretta
al teatro San
Paolo con don
Giovanni Vecchio
e Rosetta
Brambilla
(foto Consoli)
Don Giovanni Vecchio ha sottolineato
come il centro di educazione al lavoro
"Don Virgilio Resi", cui sono destinati i
proventi della vendita del cd, si propone
di formare i giovani e avviarli al lavoro
con diversi corsi professionali. Rosetta
Brambilla, missionaria laica, ha ricorda-
SILVIA DI PAOLA
Marcuzzi
«Difendo il GF»
PRESENTATO IL CD DI CANZONI PER BAMBINI «ABBIAMO FATTO 13»
ACIREALE. E’ davvero partito il miracolo fra
musica e solidarietà, sotto forma di tredici canzoni con motivetti orecchiabili,
eseguite da undici simpaticissimi e scanzonati bambini bene in sintonia con le
note. Le tredici esibizioni canore, raccolte in un cd curato e inciso dalla Panamusic di Pippo Patti, portano avanti un nobile scopo, quello di creare e tenere ben
saldo, un sensibile filo di umanità a scopo benefico tra la Sicilia e il Brasile, nello specifico tra Acireale e Belo Horizonte.
Questi giovani cultori dell’arte canora,
l’età va dai cinque ai dodici anni, stanno
vivendo la straordinaria avventura, nel
mondo delle sette note, con il giusto piglio, ben sintonizzati gli uni agli altri.
I testi delle canzoni mettono in primo
farci ridere e piangere in una stessa sequenza.
Va oltre perché sembra che anche
questo linguaggio oggi non basti più:
oggi è tempo di disperazione senza
appello.
Come quella che vive, in uno spaccato quotidiano immerso nella più triste e labirintica Helsinki di certe zone
tra il centro e il porto che, in alcune
ore della giornata, sembrano deserti
abitati da zombi, resi agghiaccianti
dal grande fotografo di città che il regista è sempre stato nello stesso momento in cui sceglie delle musiche
perfette come coltraltare, qui il grande argentino Carlos Gardel da una
parte e il finlandese Olavi Virta dall’altra. E, come lui dice: «Questa solitudine è ormai una delle poche cose che ci
è rimasta nella nostra contemporaneità. E io ho voluto raccontarla attraverso un uomo che vive una moralità
che non appartiene più a nessuno, un
uomo che invece di reagire ai colpi
porge l’altra guancia e aspetta che arrivi l’ altra botta. Un uomo che mi
commuove».
E un uomo che per l’intero percorso
del film, 80 laconici e lapidari minuti
che restano dentro come pietre, procede a tentoni, cercando solo un posto
in cui rifugiarsi e riprendere fiato, cade, si rialza, riuscendo persino ad intrecciare qualche sogno che puntualmente il mondo di fuori è pronto a fare a pezzi, ricade ma sempre senza
speranza. Almeno sino all’ultima immagine in cui una mano che sfiora la
sua è molto più che una speranza: l’
unica possibilità di salvezza possibile.
Ma ammesso che salvarsi si possa in
questo universo perché, a chi glielo
chiede oggi, Kaurismaki risponde:
«Non riesco a credere che il domani
sarà meglio».
to le sue esperienze a Belo Horizonte.
Il cd "Abbiamo fatto 13" è già in vendita nella Libreria "Veritas"di via Genuardi,
Acireale. Successivamente il cd sarà proposto a quanti vogliano contribuire al
sostegno del centro.
SALVATORE PITTERA
ROMA. Alessia Marcuzzi alla
vigilia del «Grande Fratello»,
la cui settima edizione andrà
in onda su Canale 5 da
martedì 18, dice: «Difendo il
mio reality, ma piuttosto che
parteciparvi preferirei posare
nuda per un calendario».
Vuole distinguere il Grande
Fratello dagli altri programmi
d’intrattenimento. «Nessuna
volgarità di sicuro molto
meno di tanti programmi a
base di litigi. L’anno scorso
non si è visto nemmeno un
topless. Tutti ce l’hanno con i
fuoriusciti dei reality. Io li
difendo. Meglio loro di tanta
altra gente che è arrivata al
mondo dello spettacolo con
mezzi poco nobili».