C) Relazione sullo stato di salute dell`ambiente

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C) Relazione sullo stato di salute dell`ambiente
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 1
Indice
1.
2
3
4
5
Settore Acqua ................................................................................................. 3
Premessa............................................................................................................ 3
1.1
Fabbisogni idrici ....................................................................................... 5
1.2
Consumi civili ........................................................................................... 6
1.3
Entropia Idrica .......................................................................................... 6
1.4
Consumi agricoli Industriali ...................................................................... 7
1.5
Consumi turismo ...................................................................................... 7
1.6
Rapporto tra consumo idrico e quantità acque depurate.......................... 8
1.7
Pozzi ...................................................................................................... 10
1.8
Scarichi reflui industriali ......................................................................... 11
1.9
Qualità delle acque superficiali............................................................... 11
1.10 Qualità delle acque di falda.................................................................... 13
1.11 Qualità delle acque di balneazione ........................................................ 17
1.11 Rete acquedottistica............................................................................... 26
1.12 Rete fognaria.......................................................................................... 27
1.13 Impianti di depurazione .......................................................................... 29
1.14 Sistemi di Monitoraggio.......................................................................... 32
1.15 Conclusioni............................................................................................. 32
Valutazione dello stato della qualità dell’aria nel Comune di Pietrasanta..... 34
2.1
Inventario delle emissioni in atmosfera: metodologia............................. 36
2.2
Stima delle emissioni di inquinanti nel territorio comunale ..................... 43
2.3
Considerazioni generali sulla qualità dell’aria ........................................ 61
2.4...... Biomonitoraggio della qualità dell'aria mediante lo studio dei licheni epifiti
.......................................................................................................................... 77
2.5
Monitoraggio tramite bioindicazione dell’ozono negli anni 2000 e 2002. 84
2.6
Inquinamento acustico ........................................................................... 88
2.7
Conclusioni sullo stato di qualità dell’aria............................................... 88
Analisi Meteoclimatica................................................................................... 91
3.1
Caratteristiche meteorologiche............................................................... 93
Energia........................................................................................................ 133
4.1
Combustibili impiegati per il riscaldamento domestico ......................... 133
4.2
Consumi di energia elettrica................................................................. 139
4.3
Attività Produttive ................................................................................. 141
4.4
Trasporti............................................................................................... 141
4.5
Agricoltura............................................................................................ 142
4.6
Produzione Energetica......................................................................... 142
4.7
Conclusioni........................................................................................... 145
Settore Rifiuti............................................................................................... 146
5.1
Produzione rifiuti solidi urbani .............................................................. 146
5.2
Composizione merceologica ................................................................ 148
5.3
Modalità di smaltimento dei rifiuti urbani .............................................. 149
5.4
Produzione di rifiuti organici da utenze non domestiche ...................... 150
5.5
Produzione rifiuti cartacei da utenze non domestiche .......................... 153
5.7
Produzione rifiuti di origine industriale.................................................. 153
5.8
Impianti di smaltimento rifiuti................................................................ 164
5.9
Prevenzione e riduzione della produzione e pericolosità dei rifiuti ....... 164
5.10 Raccolta differenziata, riutilizzo, riciclaggio e recupero di materia ....... 165
5.11 Conclusioni........................................................................................... 166
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6
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Indicatori del suolo ...................................................................................... 168
Premessa........................................................................................................ 168
6.1
Superficie Urbanizzata ......................................................................... 168
6.2
Indice di impermeabilizzazione ............................................................ 170
6.3
Potenziali veicoli di contaminazione..................................................... 170
6.4
Cave..................................................................................................... 171
6.4
Bonifica delle aree contaminate ........................................................... 172
6.5
Conclusioni........................................................................................... 173
7 Aziende insalubri ed a rischio...................................................................... 174
7.1
Industrie insalubri ................................................................................. 174
7.2
Industrie a rischio ................................................................................. 197
7.3
Misure di mitigazione ........................................................................... 197
7.4
Conclusioni........................................................................................... 197
8 Radiazioni non ionizzanti............................................................................. 199
8.1
Elettrodotti e cabine di trasformazione ................................................. 199
8.2
Misure di Protezione ............................................................................ 203
8.3
Stazione Radio Base per la telefonia e emittenti radiotelevisive .......... 204
9 Contributo al Quadro Conoscitivo per una analisi di previsione di Rete
Ecologica............................................................................................................ 213
Comune di Pietrasanta
1.
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Settore Acqua
Premessa
La tutela della risorsa idrica costituisce una delle più importanti sfide che la società
attuale deve affrontare. Nell'ambito delle strategie da porre in atto per un suo
corretto sfruttamento, dovrebbero collocarsi al primo posto la protezione e la
salvaguardia degli ecosistemi acquatici che la producono. Tra questi rivestono un
ruolo primario i corsi d'acqua.
Sebbene i corsi d’acqua siano solo una delle molteplici forme con cui la risorsa
idrica si presenta sul pianeta, sicuramente sono quelli che vengono a più diretto
contatto con le attività dell'uomo, costituendo per questo la causa prevalente
dell’inquinamento di altri corpi idrici come laghi, mare e falda. I corsi d’acqua
presentano tuttavia spiccate capacità di rinnovare la qualità della risorsa quando
mantengono efficiente il potere autoregolante.
Le innovazioni introdotte dalla recente normativa sulla tutela delle acque
dall’inquinamento, specie per quanto riguarda il reale stato di qualità dei corpi
idrici, costituiranno una solida base su cui fondare gli interventi di risanamento. A
fronte dello sforzo normativo che è stato fatto e che segna un importante passo in
avanti per il raggiungimento di ambiziosi obbiettivi, occorre una ferrea volontà di
concretizzare i risultati attraverso l’impegno di tutti gli enti coinvolti e l’erogazione
delle risorse necessarie.
Le reali difficoltà che sussistono nel governo delle acque vanno ricercate nel fatto
che ciascun soggetto protagonista, nel panorama della gestione della risorsa
idrica, è stato condizionato dalla propria percezione del problema, che lo ha
costretto alla visione di una sola porzione della realtà e ad affrontare e risolvere
solo l’aspetto che interessa.
Forse un approccio così ristretto poteva sussistere quando l’acqua rappresentava
un bene veramente illimitato, facilmente rinnovabile perché non sottoposto ad un
uso eccessivo e differenziato, come avviene ai giorni nostri.
Nel 1861 la popolazione italiana si aggirava intorno ai 22 milioni di abitanti e il
fabbisogno pro capite era stimato intorno ai 40 litri al giorno.
Nel 1991 la popolazione è salita a 58 milioni di individui che mediamente arrivano
a consumare circa 400 l/d, quindi circa dieci volte superiore.
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Questo ci fa comprendere quale valenza abbia assunto la disponibilità di tale
risorsa, da un punto di vista quantitativo e naturalmente anche in funzione della
qualità.
Nel giro di pochi decenni si è assistito ad un forte incremento della richiesta di
acqua e un contestuale aumento delle sostanze di rifiuto, senza che si possa
tenere conto delle problematiche relative allo sfruttamento della risorsa idrica, sia
superficiale che sotterranea, e alla immissione di sostanze che potevano
comprometterne la qualità.
La risorsa idrica è oggi divenuta sempre più insufficiente, sottoposta ad un
consumo spesso sfrenato, incontrollabile e incontrollato. L’acqua è diventata un
bene prezioso, ponendosi in netta contraddizione con le affermazioni che
servivano per teorizzare il concetto di illimitatezza delle risorse naturali1.
Oggi è ormai chiaro il valore strategico assunto dalla disponibilità di acqua, anche
se ciononostante non siamo ancora riusciti a mettere a punto un efficiente sistema
di governo che garantisca un uso razionale della risorsa idrica.
1
Smith scriveva nel 1786 “Nulla è più utile dell’acqua, ma difficilmente essa serve ad acquistare qualcosa,
perché nulla o quasi si può ottenere in cambio dell’acqua” e ancora Ricardo nel 1817 “In base ai principi
comuni della domanda e dell’offerta nulla può essere dato per l’uso dell’aria e dell’acqua o di quale altro dono
sia della natura, di cui esiste una quantità illimitata”.
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1.1
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Fabbisogni idrici
Obiettivo dell’indicatore è il calcolo dell’effettivo fabbisogno idropotabile della
popolazione residenziale e terziaria presente nel Comune di Pietrasanta.
Mediamente, dalla letteratura in materia, è possibile ricavare alcuni valori medi per
il fabbisogno idrico per uso idropotabile che oscillano tra i 180 e i 250 l / g procapite.
Questi valori, moltiplicati per il numero di residenti, pari a 24.301, fornirebbe un
180 l/g – 250 l/g * 24301 abit.
fabbisogno idrico che oscilla tra:
1.596.000 mc / anno – 2.217.000 mc / anno
Il calcolo sopra riportato è oggetto di alcune correttivi, in particolare è necessario
considerare che il numero di residenti è un dato anagrafico ed è ben lontano
dall’effettivo numero di abitanti che affollano il nostro territorio, in particolare nel
periodo estivo. Come vedremmo dai dati dei reflui prodotti si registra un
incremento del 100 % tra il periodo estivo e quello invernale, incremento che è
aggravato dal fatto che in tale periodo è maggiore il fabbisogno medio giornaliero
di acqua.
Questa percentuale di incremento è confermata anche da un altro indice
particolarmente indicativo: la produzione di rifiuti solidi urbani. Come verrà meglio
illustrato nel capitolo specifico, nel periodo estivo, in particolare nei mesi di luglio
ed agosto si registra un raddoppio delle quantità di rifiuti prodotti.
Pertanto l’effettivo fabbisogno idrico per uso idropotabile è stato ricavato dai dati
forniti dalla società V.E.A. Versilia Acque S.p.A. che gestisce il ciclo delle acque
nel Comune di Pietrasanta. Dai dati elaborati si desume un
Fabbisogno Idrico (idropotabile) di 3.200.000 mc / anno
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Il calcolo dei fabbisogni idrici ad uso industriale ed irriguo è più complicato in
quanto i dai sono molto più sporadici e disomogenei.
Il Comune di Pietrasanta, benché accolga sul proprio territorio numerose industrie,
compatibilmente con un comune a forte vocazione turistica, non ha mai realizzato
sino ad adesso un acquedotto industriale, e il fabbisogno di acqua è stato
soddisfatto con la realizzazione di pozzi.
Medesimo discorso per il fabbisogno irriguo, anche se le aree destinate alla
coltivazione in serra o a coltivazioni estese in campo aperto non sono molte, molto
più sviluppata è la prassi del piccolo orticello, al quale magari è destinata l’acqua
proveniente potabile.
1.2
Consumi civili
Relativamente ai consumi per uso civile possiamo rifarci al solo dato disponibile
fornito dalla società V.E.A. . Esso si riferisce all’acqua effettivamente erogata alle
utenze dall’acquedotto comunale.
Pertanto il consumo idrico ad uso idropotabile è pari a:
3.300.000 mc / anno
la disponibilità del dato in forma aggregata non ha permesso l’elaborazione
dell’indice relativo ossia la georeferenzziazione al territorio del livello dei consumi.
1.3
Entropia Idrica
L’elaborazione di questo indicatore mira ad individuare il livello di dissipazione
idrica (entropia) esistente nel tessuto urbano, derivante dalle funzioni idropotabili,
residenziali, e terziarie.
Le fonti di approvvigionamento di acqua idropotabile possono essere numerose,
ma quelle più significative sono senz’altro:
•
Prelievo da acque superficiali
•
Prelievo da acque sotterranee
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Nel caso del nostro territorio il prelievo da acque superficiali è assente ed il
soddisfacimento del fabbisogno di acqua idropotabile è delegato esclusivamente
all’emungimento dalla falda profonda.
Conoscendo il quantitativo di acqua emunta che considereremmo uguale al
quantitativo di acqua immessa in rete è possibile ricavare la percentuale di
dissipazione della medesima.
Quantità d’acqua prelevata:
4.500.000 mc /anno
Quantità d’acqua erogata alle utenze
3.300.000 mc /anno
La percentuale di acqua dissipata è pari a:
(1 – (3.300.000 / 4.500.000)) * 100 = 26,6 %
Considerando altresì che in letteratura è mediamente stimata una dissipazione
fisiologica (dissipazione minima per le reti acquedottistiche) pari al 15 %, è
possibile apprezzare come la percentuale di dissipazione effettiva, a cui è
necessario porre rimedio è dell’ordine del 10 – 11 %.
1.4
Consumi agricoli Industriali
Come già precisato nei precedenti paragrafi il comune di Pietrasanta non ha nelle
sue infrastrutture né un acquedotto industriale, né un acquedotto a fini agricoli.
Pertanto i consumi idrici legati alla produzione industriale ed agricola potrebbero
essere desumibili solo dai dati di emungimento dei pozzi. Tali dati non sono
ancora disponibili in quanto il relativo database è in corso di verifica ed
aggiornamento.
1.5
Consumi turismo
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Obiettivo di questo indicatore è calcolare il livello dei consumi idrici per lo
svolgimento delle funzioni turistiche nel periodo estivo.
Come già precisato nel paragrafo dedicato ai consumi civili i dati relativi ai
consumi non sono disponibili in forma disagregata, pertanto è difficile, se non
impossibile, riuscire a stimare l’incremento nel periodo estivo.
Un dato che ci viene in aiuto è relativo alla portata in ingresso al depuratore;
poiché nel periodo estivo è stata misurata un portata di 6.000 mc /g, doppia
rispetto alla portata invernale, è ragionevolmente possibile pensare che anche
l’emungimento aggiuntivo sia almeno il doppio rispetto a quello invernale.
Anche in questo caso la forma aggregata dei dati non ci permette di fare delle
elaborazioni più approfondite, ma è possibile stimare il maggior consumo dovuto
all’afflusso turistico, utilizzando le seguenti ipotesi:
•
il periodo estivo mediamente equivale a 180 gg
•
i quantitativi indicati per la stagione estiva ed invernale
sono medi e non risentono delle giornate di pioggia
•
con l’aumento dei consumi di acqua idropotabile pari a
100 % aumentano anche gli usi impropri della stessa,
specifici di questa stagione,
pertanto è ragionevole pensare che la percentuale di incremento dell’acqua
emunta sia pari al 115 – 120 %.
1.6
Rapporto tra consumo idrico e quantità acque depurate
Obiettivo di questo indicatore è il calcolo del livello di deficit depurativo esistente
nel territorio del comune, derivante dalle funzioni civili, industriali, turistiche.
Il calcolo del deficit depurativo non può che essere calcolato sulle sole funzioni
civili, considerando al loro interno, come dato aggregato, anche l’incremento di
consumo e di quantità di acque depurate relativo alle funzioni turistiche.
Diversamente per le funzioni industriali, benché le aziende presenti sul territorio
abbiano in gran parte un ciclo acque chiuso, in particolare quelle relative alla
lavorazione del marmo, e considerando che l’unico depuratore presente sul
territorio del comune – Depuratore del Pollino, accetta quasi esclusivamente reflui
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Pg. 9
urbani, il dato delle acque depurate è desumibile dagli smaltimenti dei rifiuti idrici
delle medesime industrie.
Basandoci esclusivamente sui dati reperiti nelle tabelle riepilogative dei MUD anno
2002, si evince che lo smaltimento complessivo di reflui ammonta a 3.688 t .
A questo punto il calcolo dell’indice, ristretto esclusivamente alle funzioni civili, è
dato da :
Consumo idrico annuo
3.300.000 mc
Portata media annua impianto depurazione
1.642.500 mc (*)
(*) tale dato è il risultato di un calcolo approssimativo e può essere affetto da una
percentuale di errore sino al 15 – 20 %; tale errore potrebbe ripercuotersi anche
nel calcolo dell’indice.
Pertanto il deficit depurativo, calcolato come rapporto tra l’acqua erogata alle
utenze civili ed il carico in ingresso al depuratore dalla sola fognatura nera è il
seguente:
Deficit depurativo:
((3.300.000 - 1.642.500) / 3.300.000) * 100 = 50 %
Forse è utile precisare che il dimensionamento dell’impianto di depurazione del
Pollino non va rivisto alla luce dell’indice appena calcolato, in quanto la bontà del
processo e del dimensionamento viene valutata in funzione dei parametri della
qualità dell’acqua in uscita dall’impianto.
Tale deficit non deriva pertanto da un deficit di potenzialità depurativa, ma può
derivare da varie cause:
•
impiego dell’acqua per innaffiare il giardino o il piccolo orto
•
mancanza della rete fognaria
•
mancata realizzazione degli allacciamenti alla rete fognaria.
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1.7
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Pozzi
Obiettivo
dell’indicatore
è
la
localizzazione
dei
pozzi
utilizzati
per
l’approvvigionamento idrico civile, industriale ed agricolo. La georeferenziazione
dell’indicatore dovrebbe essere utile nella valutazione del livello di pressione
quantitativa sulle risorse idriche sotterranee.
L’individuazione sul territorio dei pozzi non è stato affatto semplice in quanto gli
enti a cui questa materia fa riferimento sono ben tre; la Provincia di Lucca per i
pozzi privati ad uso domestico, irriguo ect, e la società VEA per i pozzi utilizzati
per l’emungimento ai fini del reperimento della risorsa idrica ai fini idropotabili, l’ex
Genio Civile per i pozzi ad uso industriale ed agricolo.
La situazione è risultata immediatamente grave se non disperata, relativamente ai
pozzi privati, ossia ad uso domestico, sino a metà degli anni novanta non risultava
alcun censimento; la Provincia di Lucca lo ha promosso per mezzo di
autocertificazione, ma risultati contrastanti. Da un lato forse sono stati individuati la
maggior parte dei proprietari, ma molto spesso non la loro ubicazione e quando è
stato possibile ubicarli il dato relativo alla quantità emunta è risultato quasi del
tutto inattendibile, con evidenti errori ed omissioni. Purtroppo per questa categoria
di pozzi è stata possibile la sola georeferenziazione per quelli individuati;
nell’elaborato cartografico “1 Carta delle localizzazioni dei pozzi e delle sorgenti”
sono stati indicati con il colore viola.
Per i pozzi gestiti dalla società VEA, naturalmente non è stato un problema
georeferenziarli, ma il dato della quantità emunta è un dato aggregato a causa
della mancanza di alcuni misuratori di portata. Pertanto, a parte una la
collocazione sulla cartografia, indicati con il colore blu, non ci sono stati utili ai fini
della redazione dell’indice, d’altra parte l’esiguo numero non avrebbe fornito un
risultato statisticamente valido.
Per i pozzi realizzati ai fini industriali ed agricoli, il catasto esistente presso l’ex
Genio Civile, adesso Provincia di Lucca è risultato del tutto inattendibile: la stessa
Amministrazione Provinciale ha iniziato le procedure per una nuova redazione.
Alla luce di tutto quanto sopra appare inattuabile valutare il livello di pressione
quantitativa sulle risorse idriche sotterranee. Dalla cartografia “1 Carta delle
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localizzazioni dei pozzi e delle sorgenti” ove sono stati ubicati i pozzi privati ad uso
domestico ed irriguo ed i pozzi per l’approvvigionamento idrico idropotabile è
possibile fare solo delle considerazioni qualitative.
Sulla medesima cartografia “1 Carta delle localizzazioni dei pozzi e delle sorgenti”
sono state riportate anche le sorgenti naturali affioranti (triangolo rosso vuoto), e
quelle in galleria (triangolo rosso pieno). L’acqua emunta da queste sorgenti
contribuisce al soddisfacimento complessivo del fabbisogno idrico idropotabile.
1.8
Scarichi reflui industriali
Come già precisato precedentemente gli scariche in acque superficiali provenienti
dal settore industriale sono esigue; i dati forniti rilevano che complessivamente per
le industrie del settore lapideo, che complessivamente ammontano a 200, solo 4
di queste prevedono uno scarico in acque superficiali, le altre hanno realizzato
tutte il ciclo chiuso.
L’emissione più importante in acqua superficiale è sicuramente l’impianto di
depurazione del Pollino, esso attualmente prevede uno scarico in acque
superficiali, le cui caratteristiche qualitative sono riportate nel paragrafo 1.13, ma
sono già stati consegnati i lavori per la realizzazione di un terziario al fine di
produrre acque industriali.
1.9
Qualità delle acque superficiali
Obiettivo dell’indicatore è il calcolo del livello di qualità chimica, fisica e biologica
delle acque superficiali costituenti il reticolo idrografico del territorio comunale.
I corsi d’acqua principali che interessano il territorio comunale sono rappresentati
dal Fiume Versilia e dal torrente Baccatoio.
Il territorio è inoltre interessato da una fitta rete idraulica di canali artificiali derivanti
dall’azione delle bonifiche della pianura versiliese.
L’applicazione di un indice di qualità ambientale, basato su un congruo numero di
dati, è possibile solo sul fiume Versilia per il quale sono previste stazione fisse di
monitoraggio, sia chimico che biologico, in quanto classifica come corso d’acqua
significativo ai sensi della vigente normativa.
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L’indice applicato è quello che conduce alla valutazione dello stato ambientale
della stazione denominata Ponte della Sipe, posta a valle del tratto che segna il
confine del comune.
Per gli altri corpi idrici superficiali è possibile solo effettuare valutazioni sommarie,
anche se sufficientemente significative, derivanti da indagini particolari effettuate
recentemente o in passato.
Per il torrente Beccatoio sono stati utilizzati i dati relativi al progetto “Sistema di
smaltimento RSU della Versilia” che prevedevano il controllo della qualità
biologica secondo l’IBE.
Per la rete idraulico agraria della bonifica i dati disponibili risalgono ad indagini
effettuate in passato per la definizione della qualità biologica (1997).
Da tale indagine emergeva che la maggior parte delle stazioni esaminate, in tutto
45 delle quali
6 in comune di Pietrasanta, ricadevano in classi di qualità corrispondenti ad
ambiente inquinato e ambiente fortemente inquinato.
In particolare per quelle di Pietrasanta, localizzate sui corsi d’acqua denominati
delle Polle, Tonfano, Quadrellara, degli Opifici, della Chiusa, il valore oscillava da
una III classe di Qualità ad una V classe di qualità.
Il livello di inquinamento di questi corsi d’acqua è in parte attribuibile al carico di
inquinamento diffuso, derivante dal drenaggio dei terreni bonificati, e in parte da
inquinamento puntiforme, individuabile negli scarichi che gravitano sul territorio.
Per il primo gli interventi di contenimento dovrebbero essere orientati verso la
naturalizzazione dei corsi d’acqua, attraverso la realizzazione di fasce tampone
riparie, in grado di trattenere il flusso di sostanze che provengono dai terreni
drenati, e il mantenimento di parte della vegetazione acquatica che trattiene,
depurandoli, i nutrienti disciolti in acqua.
Per gli scarichi puntiformi, una volta individuati, occorre effettuare interventi spinti
di affinamento in grado di ridurre l’impatto degli scarichi.
Per quanto concerne il fiume Versilia è stato applicato l’indice di qualità
ambientale (SECA) il cui calcolo si basa sul valore dei parametri macrodescrittori e
sull’indice IBE (D. Lgs 152/99, all. 1).
La qualità delle acque del fiume Versilia, nel tratto considerato, è fortemente
condizionata dallo scarico del depuratore ma anche dal protrarsi dei lavori di
sistemazione effettuati in seguito all’alluvione del 1996. Infatti se nel primo caso si
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assiste ad un sostanziale apporto di carico organico nel corso d’acqua, nel
secondo è il trasporto solido, provocato dalla movimentazione di terra degli argini
in rifacimento, che determina un abbassamento della qualità delle acque.
Il torrente Baccatoio soffre sostanzialmente di carenza di acqua. Nel corso degli
anni questo corpo idrico ha assunto sempre più caratteristiche di un regime
torrentizio. Il corso d’acqua rimane in secca per gran parte dell’anno, seguendo il
regime delle piogge.
Ciò determina un aggravio dello stato di qualità delle acque, che si accentua nel
tratto che attraversa la pianura, dove il corso d’acqua riceve oggi lo scarico
dell’impianto di termodistruzione e l’apporto delle acque drenate dalla bonifica.
A monte di questo tratto il torrente è gravato da scarichi di origine domestica ma,
soprattutto, dagli effetti del dilavamento di antiche miniere che, già alle scaturigini,
determina una condizione inospitale per la fauna acquatica.
Indicatori di qualità
Corso d’acqua Indice IBE
Indice SECA
Giudizio
Versilia
5
IV
Ambiente inquinato
Baccatoio
7
Ambiente inquinato
Delle Polle
6
Ambiente inquinato
Tonfano
3
Ambiente
fortemente
inquinato
Quadrellara
5
Ambiente molto inquinato
Degli Opifici
3
Ambiente
fortemente
inquinato
Della Chiusa
4
Ambiente molto inquinato
1.10 Qualità delle acque di falda
Obiettivo dell’indicatore è il calcolo del livello di qualità chimica e fisica delle acque
sotterranee degli acquiferi presenti sul territorio comunale.
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Il calcolo è stato effettuato sulla base dei dati disponibili per il territorio comunale
riferiti agli anni 2001-2002 ed originati dall’analisi di campioni prelevati presso
pozzi dislocati su di esso. Il calcolo è quindi finalizzato alla classificazione ai sensi
del D. Lgs. 152/99 (All. 1, punto 4, tab. 20 e 21) che prende in considerazione una
serie di parametri di base e una serie di parametri addizionali.
Nel caso specifico non sono stati disponibili alcuni dei parametri addizionali
previsti dal decreto come si evince dalla tabella riassuntiva (Tab. II) dei parametri
utilizzati nel calcolo dell’indice.
In considerazione della profondità media dei pozzi è giustificato riferire i valori
dell’indice all’acquifero libero, più sottoposto agli effetti delle attività antropiche.
Per rendere i risultati più omogenei possibile sono stati individuati nel territorio
comunale quattro distretti identificabili con le zone di pianura in cui sono localizzati
i pozzi saggiati.
Si sono pertanto assegnate lettere alfabetiche alle varie aree secondo il seguente
schema:
A – area del territorio collocata a sud del viale Apua e a ovest di via Unità d’Italia;
B – area del territorio collocata a sud del viale Apua e a est di via Unità d’Italia;
C – area del territorio collocata a nord del viale Apua e a est di via Unità d’Italia;
C1 – area del territorio collocata a est della statale Aurelia e a sud e a nord del
fiume Versilia.
I valori dei parametri presi utilizzati per il calcolo della classe di appartenenza si
riferiscono alle medie dei valori riscontrati nei pozzi appartenenti a ciascuna area.
In alcuni casi, situazioni puntiformi, ben identificabili, possono aver determinato
l’assegnazione della classe di qualità chimica.
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Tab I – Parametri di base utilizzati per la classificazione chimica
Area Pozzo
A
Indirizzo
data
prelievo
Conduc.
tà
(µS/cm)
cloruri
(mg/l)
19bis via Piave
25-giu-01 610
19,0
19
via Piave
26-nov-01 544
19bis Via Piave
Mn (µg/l)
13
Ferro NO3 Solfati
NH4
(µg/l) (mg/l) (mg/l)
(mg/l)
387
0,5
74,2
0,7
13,91 375
309
< 0,5 75,78 1,02
17-ott-02 518
16,6
252
143
< 0,5 58,9
< 0,05
25-giu-01 435
13,7
22
61
4,8
32,0
<0,05
26-nov-01 431
14,01 15
171
4,91
34,14 < 0,05
103
4,2
32,5
< 0,05
3,96
via Ponte
B
20bis Nuovo
via Ponte
20bis Nuovo
via Ponte
C
C1
20bis Nuovo
17-ott-02 432
13,9
22
via Opifici
13-lug-01 1660
369,6 1700
3770
1,3
96,6
22
via Opifici
26-nov-01 1620
200,6 1450
1662
2,00
257,2 14,92
22
Via Opifici
17-ott-02 1139
97,7
470
< 50
2,5
107
1,24
P171 Via Castagno
24-giu-05 539
20,9
<10
<0,05 16,8
53,9
0,05
10bis via degli Olmi
25-giu-01 477
18,0
<10
<50
15,8
23,0
<0,05
10bis via degli Olmi
04-dic-01 428
17,07 < 10
< 50
16,61 24,04 < 0,05
10bis via degli Olmi
17-ott-02 442
14,3
< 10
< 50
12,7
23,4
< 0,05
17bis via Fiumetto
25-giu-01 859
38,3
10
50
28,1
71,1
<0,05
17bis via Fiumetto
26-nov-01 864
32,96 < 10
117
26,86 69,38 < 0,05
17bis via Fiumetto
17-ott-02 863
36,0
< 10
< 50
31,9
75,1
< 0,05
14
via della Cisa
25-giu-01 823
34,3
<10
<50
14,2
80,2
0,11
14
via della Cisa
17-ott-02 877
52,7
< 10
< 50
20,9
130,4 < 0,05
14
via della Cisa
26-nov-01 834
43,90 < 10
825
18,10 120,0 < 0,05
54bis Loc. Casone
25-giu-01 273
11,5
123
5,2
54bis Loc. Il Casone
04-dic-01 654
23,19 360
103
23,81 29,64 2,65
54bis Loc. Il Casone
21-ott-02 850
41,4
316
< 50
52,6
P172 San Bartolomeo 24-giu-05 306
12
10
P173 Pescarella
13
<10
24-giu-05 282
< 10
10
17,1
<0,05
42,6
0,29
<0,05 5.08
19
<0,05
<0,05 4,8
19,8
<0,05
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 16
Tab. II – Parametri addizionali utilizzati per la classificazione
Area Pozzo
A
Indirizzo
(µg/l) µg/l
Cr (µg/l)
Mercurio Ni
µg/l
NO2
(µg/l) (mg/l)
Pb (µg/l)
Cu
(µg/l)
Alogen
ati
totali
19bis via Piave 105
<0,5 n.d.
<5
n.d.
<5
<0,01
<5
<5
<0,5
19
< 0,5 n.d.
<5
n.d.
<5
< 0,01
<5
<5
<0,5
< 0,5 n.d.
<5
n.d.
<5
< 0,01
<5
<5
<0,5
n.d.
<5
n.d.
<5
<0,01
<5
<5
<0,5
< 0,5 n.d.
<5
n.d.
<5
< 0,01
<5
<5
<0,5
20bis Nuovo, 10
< 0,5 n.d.
<5
n.d.
<5
< 0,01
<5
<5
<0,5
22
via Opifici
<0,5 n.d..
<5
n.d.
<5
0,01
<5
<5
<0,5
22
via Opifici
< 0,5 n.d.
<5
n.d.
<5
< 0,01
<5
<5
<0,5
22
Via Opifici
< 0,5 n.d.
<5
n.d.
<5
0,08
<5
<5
<0,5
<0,5 <10
<5
<1
<5
0,01
<5
<50 n.d.
<0,5 n.d.
<5
n.d.
<5
<0,01
<5
<5
<0,5
< 0,5 n.d.
<5
n.d.
<5
< 0,01
<5
<5
1,8
< 0,5 n.d.
<5
n.d.
<5
<0,01
<5
<5
0,6
17bis via Fiumetto 86 <0,5 n.d.
<5
n.d.
<5
<0,01
<5
5
3
17bis via Fiumetto
< 0,5 n.d.
<5
n.d.
<5
< 0,01
<5
<5
2,4
17bis via Fiumetto 86 < 0,5 n.d.
<5
n.d.
<5
< 0,01
<5
<5
1,8
14
via della Cisa 30 <0,5 n.d.
<5
n.d.
<5
<0,01
<5
<5
13,4
14
via della Cisa 30 < 0,5 n.d.
<5
n.d.
<5
< 0,01
<5
<5
10
14
via della Cisa 30 < 0,5 n.d.
<5
n.d.
27
< 0,01
<5
<5
21,4
via Piave 105
19bis Via Piave, 105
B
Cd Cianuri
20bis via Ponte Nuovo 0,5
via Podernuovo
20bis 10
via Poder
P171 Via Castagno
via degli Olmi
C
10bis 92
via degli Olmi
10bis 92
via degli Olmi,
10bis 92
C1
54bis Loc. Casone
0,5
<5
<5
<0,01
<5
<5
<0,5
54bis Loc. Il Casone
< 0,5
<5
<5
< 0,01
<5
6
0,6
54bis Loc. Il Casone
< 0.5
<5
<5
0,34
<5
<5
<0,5
P172 San Bartolomeo <0,5 <10
<5
4,9
<5
<10
<5
<50 n.d.
P173 Pescarella
<5
<1
<5
<10
<5
<50 n.d.
<0,5 <10
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 17
Indicatore dello stato chimico
Area
Classe
Valutazione
Parametri che
determinano la classe
A
4
Impatto antropico rilevante con caratteristiche di
NH4, Fe, Mn
qualità scadenti
B
4
Impatto antropico rilevante con caratteristiche di
NH4, Fe, Mn
qualità scadenti
C
4
Impatto antropico rilevante con caratteristiche di
Alogenati totali
qualità scadenti
C1
4
Impatto antropico rilevante con caratteristiche di
NH4, Mn
qualità scadenti
1.11 Qualità delle acque di balneazione
Obiettivo dell’indicatore è il calcolo della balneabilità e dello stato trofico delle
acque costiere del territorio comunale.
Per quanto concerne la qualità delle acque di balneazione, tra i parametri previsti
dalla vigente normativa (DPR 470/82) sono stati utilizzati come indicatori di
contaminazione i Coliformi fecali e gli Streptococchi fecali in quanto i primi sono
considerati
responsabili
della
maggior
percentuale
di
superamenti
che
determinano la qualità delle acque marine e i secondi costituiscono una
informazione integrativa, provenendo prevalentemente dalla attività agrozootecnica.
Si è quindi utilizzato un Indice di Qualità Batteriologica (IQB).
Per la costa di Pietrasanta sono stati raggruppati i dati relativi agli anni 2001-2002
delle stazioni di prelievo prospicienti alle foci dei corsi d’acqua (Fiumetto e
Motrone) e di quelle meno interessate dall’apporto di questi.
Si sono quindi ottenuti due indicatori di balneabilità, relativi a zone di mare
antistanti alle foci e zone di mare non antistanti alle foci.
Il valore dell’indice così ottenuto risulta inferiore a quello relativo all’insieme di
stazioni di campionamento di tutta la costa del territorio comunale, valutate
nell’anno 2002 (Fig. 1). Ciò depone per un miglioramento complessivo che
tuttavia, essendo riferito ad un solo anno, necessita di conferma.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 18
Figura 1 - Indice di Qualità Batteriologica (classi) dei comuni toscani al termine
della stagione 2002
Lo stato di qualità relativo ai fossi è sintomo del fattore di rischio che gli stessi
rappresentano per la balneazione, essendo questi, e solo questi, che possono
veicolare acque contaminate.
Un indice di balneabilità applicato allo stesso gruppo di stazioni, non produce
variazioni significative, in quanto negli anni considerati non vi sono stati
superamenti tali da sospendere anche temporaneamente la balneazione.
Gli indicatori risultati da questo tipo di calcolo sono illustrati nella tabella seguente:
Comune di Pietrasanta
Gruppo
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Punteggio
indice Giudizio
Pg. 19
Indice Balneabilità
IQB
Foci
dei
corsi 35
Contaminato
Favorevole
Mediocre
Favorevole
Sufficiente
Favorevole
d’acqua
Altre stazioni
Tutte
80
stazioni >90
2002
Per maggior chiarezza occorre sottolineare il fatto che l’IQB ha un significato
diverso da un indice di balneabilità, calcolato ad esempio come percentuale di
punti idonei alla balneazione: il primo rende conto di un fenomeno di
contaminazione da scarichi domestici, che ne altera le caratteristiche naturali, il
secondo rappresenta un giudizio emesso per salvaguardare una particolare
finalità d’uso della risorsa marina.
Per quanto concerne lo stato trofico delle acque antistanti il litorale del comune di
Pietrasanta, si riportano i valori degli indici rilevati con la campagna di prelievi
effettuata da ARPAT nell’anno di attività 2001-2002.
L’indice prende in considerazione valori relativi a parametri di riferimento come
azoto e fosforo, clorofilla, ossigeno disciolto.
Non essendo disponibili dati direttamente correlabili con la qualità delle acque
antistanti il litorale di Pietrasanta, la valutazione viene fatta sulla base dei dati
relativi ai transetti effettuati in due zone limitrofe, di fronte a Cinquale e di fronte a
Viareggio.
Per questi due transetti, suddivisi nelle zone sottoposta, intermedia e al largo, il
valore dell’indice trofico risulta rispettivamente uguale a buono per il transetto di
Cinquale e mediocre per quello di Viareggio, sottocosta. Un maggior dettaglio può
essere desunto dalla figura 2.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 20
Stazione
Sotto
costa
Intermedia
Al
largo
Cinquale
4,5
4,6
4,2
Nettuno
5,5
4,7
4,2
Fiume Morto
5,1
4,8
4,6
Foce Arno
5,9
5,5
5,0
Livorno porto
4,5
4,0
4,1
Antignano
3,5
3,6
3,5
Rosignano
Lillatro
3,6
3,4
3,4
Castagneto
3,6
3,6
3,6
Carbonifera
3,5
3,5
3,3
Elba Nord
3,4
3,2
3,4
Mola
3,6
3,4
3,5
Foce Ombrone
3,9
3,7
3,4
Cala Forno
3,3
3,1
3,0
Ansedonia
3,8
3,6
3,8
Simbolo
Stato trofico
z
elevato
z
buono
z
mediocre
Figura 2 - Indice trofico lungo la costa toscana nel periodo 2001-2002 (medie
annuali)
L’indice trofico per le acque antistanti la costa di Pietrasanta possono quindi
essere collocate tra una situazione intermedia ai due valori.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Balneazione biennio 2001- 2002 ( Comune di Pietrasanta )
Anno 2001
stazione
O2
COLIFORMI
COLIFORMI
STREPTOCOCCHI
% SAT.
TOTALI
FECALI
FECALI
(C.F.U./100 ml)
G1
G2
G3
G4
G5
(C.F.U./100 ml)
(C.F.U./100 ml)
437
82
3500
3200
920
21
98
350
73
21
436
91
3600
657
320
456
97
290
18
53
437
112
10
1
5
21
108
10
3
2
436
108
10
5
10
456
106
10
1
11
437
100
550
234
160
21
102
880
180
110
436
99
300
96
82
456
103
140
58
80
436
105
40
10
29
456
114
0
0
3
437
108
10
1
12
21
114
20
9
18
437
105
0
2
3
21
103
40
25
13
436
100
60
50
23
456
102
10
2
3
Pg. 21
Comune di Pietrasanta
stazione
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
O2
COLIFORMI
COLIFORMI
STREPTOCOCCHI
% SAT.
TOTALI
FECALI
FECALI
(C.F.U./100 ml)
G6
G7
G8
G9
G10
(C.F.U./100 ml)
(C.F.U./100 ml)
437
106
200
62
55
21
108
10
8
3
436
109
150
74
25
456
107
30
11
9
437
110
10
5
3
21
113
0
1
0
436
114
290
4
4
456
112
0
1
1
437
122
10
2
3
21
126
70
60
20
436
109
80
50
20
456
113
10
7
20
437
111
10
0
9
21
107
10
0
11
436
111
10
1
4
456
107
30
1
4
437
118
10
3
7
21
203
50
14
9
436
155
40
10
12
456
156
30
4
3
Pg. 22
Comune di Pietrasanta
G11
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
437
104
10
3
5
21
105
0
0
0
436
110
20
3
6
456
106
10
6
18
O2
COLIFORMI
COLIFORMI
STREPTOCOCCHI
% SAT.
TOTALI
FECALI
FECALI
stazione
(C.F.U./100 ml)
G12
(C.F.U./100 ml)
(C.F.U./100 ml)
437
111
10
1
7
21
113
10
2
0
436
111
20
6
9
456
111
30
6
13
O2
COLIFORMI
COLIFORMI
STREPTOCOCCHI
% SAT.
TOTALI
FECALI
FECALI
ANNO 2002
stazione
(C.F.U./100 ml)
G1
G2
G3
(C.F.U./100 ml)
(C.F.U./100 ml)
437
89,9
0
0
5
21
90,3
0
0
4
436
93,1
10
4
1
456
94
0
0
0
437
117,1
10
2
4
21
115,2
10
2
0
436
99,3
110
95
21
456
99,5
30
22
2
437
88,2
250
33
30
Pg. 23
Comune di Pietrasanta
G4
G5
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
21
90,5
200
32
42
436
89,5
500
121
28
456
90,8
50
23
8
437
104,3
0
0
0
21
99,1
10
2
0
436
102,7
20
12
9
456
104,2
0
0
0
437
94.7
10
1
4
21
95.7
20
5
5
436
98.5
10
2
6
456
95.9
10
3
6
O2
COLIFORMI
COLIFORMI
STREPTOCOCCHI
% SAT.
TOTALI
FECALI
FECALI
stazione
(C.F.U./100 ml)
G6
G7
(C.F.U./100 ml)
(C.F.U./100 ml)
437
105
0
0
1
21
105
0
1
4
436
112
10
4
9
456
108
0
0
0
437
92,9
20
2
0
21
95,7
10
1
1
436
95,7
200
15
8
456
95,4
0
0
7
Pg. 24
Comune di Pietrasanta
G8
G9
G10
G11
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
437
100,6
230
0
0
21
97,4
50
1
4
436
98,2
20
2
0
456
96,4
0
0
0
437
95,6
10
1
1
21
96,6
10
1
1
436
97,6
100
83
27
456
100
30
18
1
437
97
10
1
1
21
98
50
39
19
436
100
10
3
0
456
101
10
4
3
437
108,8
0
0
0
21
90
10
2
3
436
103
30
23
1
456
115
10
2
0
O2
COLIFORMI
COLIFORMI
STREPTOCOCCHI
% SAT.
TOTALI
FECALI
FECALI
stazione
(C.F.U./100 ml)
G12
(C.F.U./100 ml)
(C.F.U./100 ml)
437
102,9
10
7
0
21
106,3
60
5
3
436
106,4
70
13
5
456
107,3
10
1
1
Pg. 25
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 26
1.11 Rete acquedottistica
La rete acquedottistica comunale si approvvigiona con emungimento di acqua
dalla falda profonda per mezzo di cinque pozzi ubicati rispettivamente:
1. Via Bozza
2. Via del Castagno
3. Via San Bartolomeo
4. Via Crociale
5. Pozzo del Lago c/o il Lago di Porta
tutti i pozzi sono georeferenziati sull’elaborato cartografico “1 Carta delle
localizzazioni dei pozzi e delle sorgenti”.
Contribuisco al soddisfacimento del fabbisogno idrico anche 11 sorgenti naturali di
cui una in galleria. Ne esisterebbe una dodicesima chiamata sorgente del
moresco, nei pressi dell’abitato di Valdicastello, ma attualmente non sfruttata per
problemi legati alla presenza di residui ferrosi. Tutte le sorgenti sono
georeferenziate nella carta “1 Carta delle localizzazioni dei pozzi e delle sorgenti”.
La struttura della rete è articolata nel seguente modo: dai sedici punti di presa
sopra definiti l’acqua viene convogliata presso i 7 depositi distribuiti sul territorio e
da questi distribuita alle 14879 utenze
In realtà l’emungimento dai pozzi e dalle sorgenti ubicate nel Comune di
Pietrasanta non è sufficiente al fabbisogno complessivo, pertanto è necessario
reperirlo nei comuni limitrofi: Comune di Stazzema con le sorgenti di Sant’Anna e
di Minazzana, Comune di Serravezza con e pozzi della località Pozzi.
Non è possibile reperire il dato di emungimento dalle varie sorgenti e pertanto non
è possibile elaborare una percentuale di disponibilità.
La dotazione idrica pro – capite è stata ricavata conoscendo la quantità d’acqua
emunta complessivamente in un anno e suddivisa per il numero di abitanti
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 27
residenti. Tale dato, in realtà è poco significativo in quanto l’effettiva dotazione
idrica è, per come abbiamo costruito l’indice, molto minore in quanto nel numero
degli abitanti non è calcolato il numero di turisti.
Dotazione idrica pro – capite : 4.500.000.000 l / 24301 abit = 185177 l/anno
1.12 Rete fognaria
L’indicatore si pone l’obiettivo della valutazione delle caratteristiche della rete
fognaria comunale.
Sul nostro territorio si assiste ad una periodica e significativa variazione
dell’utenza, legata al flusso turistico, specialmente nelle località prossime alla
fascia litorale, con tutte le implicazioni legate alla necessità di offrire a questa
servizi di un certo livello, a cominciare proprio da quelli, direi essenziali, legati cioè
alle opere di urbanizzazione primaria, quali possono essere appunto le reti
fognarie ed il ciclo depurativo delle acque. Questi devono infatti essere in grado di
far fronte ai picchi d’utenza che si verificano per lo più nei mesi estivi, in
corrispondenza dell’alta stagione balneare, voce importante nel panorama
economico versiliese.
Da questo punto di vista preme quindi precisare che il Comune di Pietrasanta, in
analogia con la maggior parte dei comuni versiliesi limitrofi, si è dotato di un
sistema fognario di tipo separato già da alcuni decenni, sono cioè presenti sul
territorio due sistemi indipendenti di reti fognarie: con la rete di fognatura bianca
vengono raccolte e poi smaltite le acque di origine meteorica, mentre le acque
reflue provenienti dall’urbanizzazione del territorio e dalle attività produttive
vengono conferite (con le modalità del caso) all’impianto di depurazione, in località
Pollino.
C’è inoltre da dire che di questi due sistemi fognari il primo viene gestito
direttamente dalla Amministrazione Comunale, mentre tutto il ciclo depurativo dei
reflui (rete fognaria nera e depurazione) è attualmente di competenza del
Consorzio Versilia Acque S.p.A.
La rete di Fognatura Bianca
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 28
Come anticipato, il territorio comunale si presenta oggi con un reticolo idraulico
con caratteristiche di distribuzione ed in condizioni di efficienza tali da poter
ragionevolmente essere considerato uno dei più adeguati tra quelli ad esso
limitrofi.
Questo anche a fronte dei notevoli sforzi prodotti negli ultimi anni e finalizzati alla
messa in sicurezza idraulica del territorio, sull’onda dell’evento alluvionale
catastrofico del giugno 1996.
A distanza infatti di solo 7 anni si è potuto assistere ad un notevole incremento del
livello di sicurezza del comprensorio, ovviamente con tutte le doverose
precauzioni da adottare quando si parli appunto di sicurezza idraulica, stante
l’aleatorietà delle variabili in gioco.
Iniziando dai principali corpi idrici ricettori, per poi passare alla rete di fossi e
canali, sono stati realizzati numerosi interventi di adeguamento e ricalibratura
idraulica; il risultato di un tale impegno non si è fatto attendere ed oggi Pietrasanta
può ragionevolmente definirsi un territorio monitorabile sotto il profilo idraulico, con
rare situazioni di crisi legate alla attuale fase di completamento delle opere,
secondo un programma organico già in parte collaudato positivamente dai notevoli
eventi alluvionali degli ultimi anni.
Da un punto di vista più tecnico il reticolo idraulico pietrasantino è caratterizzato
dalle problematiche connesse alla sua morfologia (peraltro comune a quasi tutti i
comuni versiliesi): rilievi collinari dotati di pendenze sensibili, repentino
abbattimento di queste in corrispondenza della piana e duna sabbiosa litarale. Il
tutto associato ad uno spiccato regime pluviometrico.
Le conseguenze di ciò sono facilmente intuibili e possono essere sinteticamente
descritte con una difficoltà di deflusso delle portate a mare, se non garantito da
idonei impianti idrovori (gestiti dal locale Consorzio di Bonifica).
Si intuisce facilmente allora come anche la capacità di invaso del reticolo tutto
rappresenti qui un fattore da non trascurare se si vuol garantire ragionevoli margini
di sicurezza.
Per ciò che concerne infine le aree più densamente abitate, si può affermare che
la rete fognaria è attualmente in grado di svolgere il compito cui è preposta nella
quasi totalità del territorio, con collettori fognari a sezione circolare in cemento (per
lo più in elementi di tipo prefabbricato), integrati da fossi e canali nelle aree
periferiche ed in quelle a residua vocazione agricola.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 29
La presenza poi di alcuni corpi idrici ricettori di maggiori dimensioni garantisce
l’allontanamento delle portate.
Restano ancora in attesa di completamento alcuni importanti interventi che, una
volta ultimati, saranno in grado di fornire quelle indispensabili garanzie idrauliche,
nei confronti degli eventi meteorologici caratterizzati da brevi durate e grandi
intensità, che in passato hanno spesso messo in crisi l’economia del territorio.
La rete di Fognatura Nera
L’attuale reticolo fognario cittadino è di tipo separato e pertanto caratterizzato da
un sistema di collettori facente capo all’impianto di depurazione del VEA. La rete
serve circa 10619 utenze; attualmente sono in corso notevoli interventi di
potenziamento: il più importante è la nuova condotta premente da Marina di
Pietrasanta al depuratore dl Pollino, interventi finalizzati al completamento del
reticolo fognario di alcune località del comprensorio comunale, come quelli appena
conclusisi nella frazione di Capriglia ed in alcune aree tra il viale Apua e via
Tonfano; preme però sottolineare come questi siano opere di completamento a
tutti gli effetti: non esistono infatti frazioni o località di una certa rilevanza che ne
siano sprovviste.
Ovviamente, stante le caratteristiche orografiche del territorio, sono presenti anche
alcune stazioni di sollevamento e di rilancio delle portate, a garanzia dei tempi di
ritenzione idraulica del liquame in rete (parametro fondamentale per una buona
depurazione, in un impianto a fanghi attivi).
La copertura del territorio comunale ora descritta, ovviamente, esclude alcune
sporadiche situazioni caratterizzate da un basso livello di urbanizzazione (case
isolate e piccole comunità) che ancor oggi non consentono il loro allaccio alla rete
fognaria e quindi queste realtà sono ancora dotate di sistemi depurativi obsoleti
(ancorchè in linea con la vigente Normativa in materia) quali le fosse Imhoff.
1.13 Impianti di depurazione
Obiettivo dell’indicatore è la valutazione dello stato di efficienza dell’impianto di
depurazione del Pollino, unico presente nel Comune di Pietrasanta, e del grado di
utilizzo in relazione alle potenzialità effettive.
Dai controlli e dagli autocontrolli effettuati nel corso degli anni l’impianto di
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 30
depurazione del Pollino in condizioni normali di funzionamento risulta rispettare i
limiti previsti dalla vigente normativa (DLgs 152/99).
L’efficienza media di depurazione, dagli autocontrolli effettuati nel periodo ottobre
2002-aprile 2003, risulta la seguente:
Efficienza %
COD
BOD5
MTS
83,2
85,4
84,1
Dove COD (richiesta chimica di ossigeno) è indicativo della concentrazione nelle
acque delle sostanze organiche sia biodegradabili, che non biodegradabili; BOD5
(domanda biologica di ossigeno a 5 giorni) è indicativo della concentrazione nelle
acque delle sostanze organiche biodegradabili; MTS (materiali totali in
sospensione) è riferito alla presenza di solidi sospesi.
L’efficienza dell’impianto risulta quindi accettabile, anche se inferiore all’efficienza
depurativa normalmente raggiungibile da impianti similari.
Dall’analisi dei dati relativi ai singoli autocontrolli riportati nella tabella che segue,
risulta che in alcune occasioni si hanno momentanei superamenti dei valori limite
(valori in neretto) previsti dalla tabella 1 dell’allegato 5 al DLgs 152/99, mentre in
altre si rilevano delle anomalie, evidenziate da un rendimento depurativo per il
BOD5 inferiore a quello riscontrato per il COD.
L’impianto, oltre ai reflui delle fognature urbane, riceve anche scarichi su gomma
relativi allo spurgo di fosse settiche e pozzi neri ed extraflussi costituiti da rifiuti
speciali liquidi.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 31
SCHEDA SINTETICA DI VALUTAZIONE
DEPURATORE POLLINO - Via Pontenuovo
E
U
COD
614
96
BOD5
MTS
160
626
34
14
COD
1421
82
BOD5
MTS
120
270
12
35
COD
405
79
BOD5
MTS
188
55
10
17
COD
571
72
BOD5
MTS
50
58
10
20
COD
258
102
BOD5
MTS
70
51
10
25
COD
426
77
BOD5
MTS
110
260
10
10
RENDIMENTO
COD =
RENDIMENTO
BOD5 =
RENDIMENTO
MTS =
E
U
COD
490
82
BOD5
MTS
165
174
10
10
COD
628 109
BOD5
MTS
100
196
10
30
COD
594
66
BOD5
MTS
110
180
28
11
COD
880 116
BOD5
MTS
225
142
78
10
COD
421
82
BOD5
MTS
40
60
10
12
COD
809 115
BOD5
MTS
230
182
13
17
COD
810
94
BOD5
100
12
88,0
86,70
MTS
132
10
92,4
77,80
COD
742 122
83,6
81,50
R% data
15/10/0
84,4
2
78,8
97,8
30/10/0
94,2
2
90,0
87,0
14/11/0
80,5
2
94,7
69,1
29/11/0
87,4
2
80,0
65,5
13/12/0
60,5
2
85,7
51,0
29/12/0
81,9
2
90,9
96,2
(n. 6
dati)
BOD5
140
MTS
338
RENDIMENTO
COD =
RENDIMENTO
BOD5 =
RENDIMENTO
MTS =
10
18
R%
data
09/01/0
83,3
3
93,9
94,3
22/01/0
82,6
3
90,0
84,7
04/02/0
88,9
3
74,5
93,9
17/02/0
86,8
3
65,3
93,0
04/03/0
80,5
3
75,0
80,0
19/03/0
85,8
3
94,3
90,7
03/04/0
88,4
3
92,9
94,7
(n. 8
85,0
dati)
84,2
90,5
17/04/0
3
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 32
Relativamente al grado di utilizzo possiamo riportare i risultati della tesi di
dottorato condotta con il software NIDEN, elaborato presso il Politecnico di Roma
“La Sapienza”, nei quali con le seguenti ipotesi di funzionamento:
•
Portata in ingresso 8500 mc/giorno
•
Concentrazione BOD5 di 350 ppm
•
Concentrazione TKN di 60 ppm
•
Carico complessivo equivalente pari a 50.000 abitanti, tale carico è
superiore a quello oggi effettivamente gravante sull’impianto che, anche in
condizioni di punta estiva, non supera i 35.000 utenti.
La verifica ha dato esito positivo e dimostrato che esistono ancora margini di
potenzialità non utilizzati che conferiscono notevole sicurezza per il corretto
funzionamento dell’impianto.
Mano a mano che si incrementeranno gli allacciamenti all’impianto dovranno
essere ridotti i conferimenti di liquami su gomma e gli extraflussi.
1.14 Sistemi di Monitoraggio
Obiettivo dell’indicatore è la valutazione dell’efficienza del sistema di monitoraggio
della qualità delle acque superficiali, sotterranee e di balneazione.
Relativamente
al
monitoraggio
delle
acque
superficiali,
escludendo
i
campionamenti effettuati sul Fiume Versilia, limitrofo al nostro territorio, non sono
previsti, da parte dell’Arpat, altri punti di prelievo in quanto le altre acque
superficiali sono poco significative. Qualche interesse viene riconosciuto al
Torrente Beccatoio, ma la qualità delle proprie acque è compromessa
dall’attraversamento di terreni ferrosi.
Per ciò che concerne le acque di balneazione, nel comune di Pietrasanta sono
previsti quattro punti di prelievo che vengono monitorati ogni quindici giorni nei sei
mesi
estivi:
aprile,
maggio,
giugno,
luglio
agosto,
settembre,
il
tutto
conformemente al D.P.R. n° 470/81.
1.15 Conclusioni
Come risulta dagli elementi forniti le principali criticità derivano dalla quota di
scarichi civili per vari motivi non allacciati alla fognatura nera e dal livello degli
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
emungimenti, che, nel caso degli emungimenti da pozzi situati nella
costiera, può favorire fenomeni di intrusione salina.
Pg. 33
pianura
Comune di Pietrasanta
2
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 34
Valutazione dello stato della qualità dell’aria nel Comune di
Pietrasanta
Il territorio del comune di Pietrasanta, della superficie complessiva di 41,84 Km2, si
estende per un largo tratto della pianura Apuo-Versiliese, in gran parte su una
verde pianura di origine alluvionale ricca di verde, di ulivi centenari e di
coltivazioni, compresa tra la marina ed una fascia
collinare, che occupa una
superficie di 16,7 Km2, costellata di frazioni e piccoli paesi, preludio ai contrafforti
delle Alpi Apuane. La zona strettamente urbanizzata si estende per complessivi
4,5 Km2.
Il centro storico, ai piedi delle colline, è sorto verso la metà del 1200 ai piedi di una
preesistente rocca di origine longobarda, e conta circa 4600 abitanti, su un totale
di 24.387 in tutto il territorio comunale, secondo i recenti dati del 2001, che
risultano piuttosto ben distribuiti nella piana (circa 4900 nell’area litoranea, (circa
5700 a Marina di Pietrasanta) e nelle frazioni collinari di Strettoia, Vallecchia,
Capriglia, Capezzano e Valdicastello.
Il tratto di costa che ricade nell’ambito comunale ha una lunghezza di quattro
chilometri e mezzo. Si tratta di un’ampia spiaggia di sabbia soffice, larga
mediamente circa 150 m, ben attrezzata per la balneazione ed il turismo, sulla
quale gravitano attività alberghiere e numerose ville e villette residenziali.
Nell’immediato entroterra costiero, prima della piana ricca di coltivazioni, vi è una
fascia coperta di vaste pinete; in particolare, dal confine con il territorio comunale
di Forte dei Marmi, si estende il grande parco della “Villa Versiliana”, ricco di
essenze arboree tipiche della macchia mediterranea, soprattutto pini e lecci, a
bassissima densità abitativa.
Gli insediamenti abitativi sono più fitti, lungo la costa, nell’area verso il territorio di
Camaiore, pur intramezzati da vaste oasi di verde.
Il Comune è servito da alcuni importanti assi stradali: in primo luogo la statale
Aurelia, che, attraversato il Fosso Motrone a circa 1 km dal mare, si addentra
diagonalmente fino a lambire il centro storico, proseguendo poi con il tratto Nord in
direzione all’incirca parallela al mare verso Querceta-Massa.; l’autostrada A 12
attraversa invece tutto il suo territorio in direzione parallela alla costa, a circa un
paio di Km dal mare: il casello Versilia, nella sua attuale collocazione, viene a
trovarsi a breve distanza dal confine comunale con Forte dei Marmi.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 35
Soprattutto nel periodo estivo, un volume di traffico rilevante interessa anche il
litoraneo Viale Roma; mentre un traffico abbastanza importante, anche di mezzi
pesanti, si svolge per tutto l’arco dell’anno sulla Strada Provinciale SarzaneseValdera, che perviene alla città dalla direzione Massarosa; in direzione opposta,
dal centro cittadino si diparte la Strada Provinciale di Vallecchia, che piega
leggermente verso Nord.
Il collegamento più diretto tra il centro cittadino e la Marina è assicurato dal Viale
Apua, che con un angolo retto rispetto alla linea di costa attraversa tutta la piana
fino al mare; mentre il ruolo di “tangenziale” di scorrimento rispetto alle zone
densamente urbanizzate lungo la costa è svolto dalla Via Unità d’Italia, che si
raccorda con la Via Aurelia a breve distanza dalla curva di Motrone ed attraversa
tutto il territorio comunale fino al raccordo con il casello autostradale, da cui
prosegue verso Forte con il nome di Via Vico.
Una parte del territorio comunale non risulta collegata, dal punto di vista dei confini
amministrativi, a tutto il resto; ciò è dovuto alla creazione, in tempi relativamente
recenti, del comune di Forte dei Marmi. Si tratta di un’area collinare intorno alla
frazione di Strettoia, che deve il suo nome ad una stretta valle che sfocia nella
piana, e della zona denominata “Centoquindici”, attorno al passaggio a livello
mediante il quale l’Aurelia attraversa l’importante linea ferroviaria costiera GenovaPisa.
Infine, le rispettive vie comunali, abbastanza agevoli ma con percorsi più o meno
sinuosi, collegano il capoluogo con le varie frazioni collinari, Capezzano e
Capriglia a circa 350 m sul livello del mare, quasi sopra Pietrasanta, Valdicastello
Carducci e Vallecchia, a sua volta collegata con Strettoia.
Per quanto riguarda le acque superficiali, il territorio è interessato lungo il suo
confine Nord-Ovest dal fiume Versilia, il cui corso fu modificato solo pochi secoli fa
per attuare la bonifica della piana; non lontano dal confine con Camaiore scorre il
Torrente Baccatoio, mentre una rete non trascurabile di Fossi più o meno larghi
solca la piana con varie direzioni; si cita in particolare il Fosso Fiumetto, che,
entrando dalla direzione Forte dei Marmi, attraversa tutto il parco della Versiliana
più o meno parallelamente al mare, e giunto nei pressi del Viale Apua, piega verso
il mare.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 36
Nel territorio del Comune di Pietrasanta non è attiva la rete provinciale di controllo
della qualità dell’aria. Limitate campagne tramite mezzo mobile hanno dato risultati
utili a valutare la situazione in particolari località e momenti, ma non sufficienti per
una valutazione complessiva.
Stante che le emissioni di inquinanti rilasciate in atmosfera sono ottenibili in via
generale attraverso due tipologie di valutazione:
•
Analisi diretta: mediante la misura delle emissioni
•
Analisi indiretta: ottenibile dal prodotto di un fattore di emissione per un
indicatore di sorgente opportunamente individuato per ciascuna fonte
emissiva
Appare invece possibile giungere a valutare la qualità dell’aria tramite l’analisi
indiretta, utilizzando in particolare i dati presenti nell’inventario delle emissioni in
atmosfera, redatto dal Settore Ambiente dell’Amministrazione Provinciale di Lucca
ed aggiornato all’anno 1998, che si è provveduto a dettagliare per il territorio del
Comune di Pietrasanta, nonché ad aggiornare in modo qualitativo, individuando e
valutando per i vari inquinanti la tendenza (stazionaria, incremento, diminuzione)
per gli anni successivi all’anno 1998.
Alle informazioni derivanti dall’inventario delle emissioni in atmosfera si
aggiungeranno i risultati degli studi di biomonitoraggio effettuati negli anni 2000 e
2002, che permettono di valutare lo stato della qualità dell’aria in modo indiretto,
tramite gli effetti rilevati su alcune componenti vegetali (licheni epifiti,
varietà
ozonosensibile di tabacco).
2.1
Inventario delle emissioni in atmosfera: metodologia
La raccolta delle informazioni di base necessarie per questa tipologia di
valutazioni ha come oggetto essenzialmente o dati emissivi propriamente detti (ad
esempio il monitoraggio in continuo di un camino industriale permette di valutare
esattamente le quantità di inquinanti attraverso questo emessi) o parametri
statistici che possano essere indicati come indicatori di sorgente. Data la carenza
di dati sperimentali sufficienti, la via obbligatoriamente da seguire per la redazione
di tali elaborazioni è quella di ricorrere, nella maggior parte dei casi, agli indicatori
di sorgente.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 37
Gli indicatori di sorgente sono grandezze caratteristiche delle attività fonte di
emissioni di inquinanti che possono essere strettamente correlate alla quantità di
inquinanti emessi in aria (ad esempio la quantità e tipologia
di combustibile
bruciato in un impianto termico). A tali indicatori vengono poi associati opportuni
fattori di emissione che legano le quantità di inquinanti emessi con le attività che li
hanno prodotti.
La determinazione quantitativa delle emissioni viene pertanto ricondotta, a partire
da una opportuna scelta dei fattori di emissione, all’acquisizione di dati relativi alle
attività fonte di inquinamento atmosferico presenti sul territorio e relazionati poi a
tali fattori.
Le elaborazioni di questi dati sono pertanto effettuate partendo da una valutazione
complessiva delle singole tipologie di emissioni sull’intero territorio provinciale
(relativamente al quale sono in genere disponibili dati ben più precisi e numerosi
che per le singole località) e disaggregando poi i dati ottenuti su base comunale
utilizzando caso per caso i fattori di ripartizione ritenuti più adatti. Tutte le
valutazioni sono state effettuate partendo dalle indicazioni emanate in materia
dell’Agenzia Europea per l’Ambiente opportunamente adattate per renderle più
aderenti alla realtà provinciale.
Le elaborazioni effettuate fanno riferimento all’anno 1998. Pur facendo riferimento
ad un periodo temporale non recente (comunque tra i più recenti in Italia per tale
tipologia di studi) i dati relativi possono comunque essere ritenuti significativi per
una caratterizzazione cittadine. Le principali fonti di emissione sul territorio (ed
anche a livello nazionale) sono di fatto rimaste invariate (sia pure, ovviamente, con
variazioni a livello quantitativo). Può pertanto ritenersi sufficiente, ai fini di questa
elaborazione, il riferimento temporale disponibile approfondito con opportune
valutazioni sul trend delle emissioni avvenuto nel frattempo.
Dal catasto delle emissioni è emerso che le fonti principali maggiormente rilevanti
per il territorio comunale di Pietrasanta sono le seguenti tipologie di attività:
a)
Traffico veicolare
b)
Processi di combustione per usi civili
c)
Processi di combustione nell’industria
d)
Emissioni dovute all’evaporazione di solventi (sia per usi civili che
industriali ed artigianali)
e)
Emissioni del sistema distributivo di carburanti
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 38
Gli inquinanti relativamente ai quali sono state effettuate le elaborazioni sono in
particolare quelli quantitativamente di maggior rilievo: ossidi di azoto, monossido
di carbonio, PM10, anidride solforosa, sostanze organiche volatili. Per le emissioni
con origine derivante da processi di combustione sono state inoltre valutate le
emissioni di anidride carbonica, gas che, come noto, è il maggior responsabile del
cosiddetto “effetto serra”.
MONOSSIDO DI CARBONIO
E’ un prodotto di ossidazione derivante normalmente da una combustione
incompleta: è inodore, incolore ed insapore, di densità leggermente inferiore a
quella dell’aria. Normalmente presenta una reattività piuttosto scarsa con gli altri
costituenti dell’atmosfera. I meccanismi che permettono la sua formazione sono
essenzialmente tre:
a) Combustione di composti organici in carenza di O2 che così non è presente
in quantità sufficienti a garantire l’ossidazione completa del carbonio. In un
processo di combustione di sostanze organiche la corrispondente ossidazione
del carbonio presente avviene secondo le seguenti due reazioni consecutive:
1a) 2C + O2 → 2 CO
2a) 2 CO + O2 → 2C O2
La prima reazione è circa 10 volte più veloce della seconda: per questo motivo
una eventuale carenza di ossigeno comporta la prevalenza della prima reazione
rispetto alla seconda in modo tanto più accentuato quanto minore è la disponibilità
dello stesso.
b). Reazioni ad elevate temperature tra CO e sostanze organiche che avvengono
tramite una serie di reazioni che schematicamente, ai fini di questa trattazione,
possono essere condensate nella seguente :
CO2 + C → 2CO
La costante di equilibrio di questa reazione aumenta con la temperatura: a 450°C
la percentuale di CO all’equilibrio è di circa il 2% mentre a 1000°C il tasso di CO si
aggira intorno al 99%.
c)
Fenomeni di dissociazione ad alta temperatura della CO2 :
2 C O2 → 2 CO + O2
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 39
Questa reazione, inversa della 2a), è endotermica. In miscele in cui sia presente
un eccesso di ossigeno si verifica, a titolo di esempio, che a 1750°C la
percentuale di CO all’equilibrio è di circa l’1% mentre a 2000°C, ossia a
temperature e condizioni simili a quelle che si creano in un motore a scoppio, sale
al 5%. E’ bene ricordare che la velocità di una reazione
decresce
esponenzialmente con il diminuire della temperatura: un brusco raffreddamento di
una miscela
CO/CO2 creatasi in un processo di combustione ad elevate
temperature comporta lunghi tempi di permanenza per il CO prima che essa
subisca la conversione a CO2. Si verifica così che le quantità di CO formatesi
all’interno di un motore a scoppio o presenti nelle emissioni di una ciminiera, a
causa del brusco raffreddamento subito dai gas di scarico al contatto con
l’atmosfera esterna, permangano nell’atmosfera per lungo tempo prima di essere
convertite a CO2.
OSSIDI AZOTO
Gli ossidi di azoto costituiscono un gruppo di 7 composti di cui rivestono
particolare interesse dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico il monossido
ed il biossido (NO ed NO2).
Il monossido di azoto è un gas incolore, inodore e poco solubile in acqua. Si
produce principalmente tramite la reazione : N2+ O2 → 2 NO
Tale reazione alle basse temperature ha una costante di equilibrio talmente ridotta
da non assumere alcun significato pratico, infatti pur essendo l’atmosfera
composta essenzialmente di ossigeno ed azoto, le quantità di NO che si formano
spontaneamente sono del tutto irrilevanti. Le quantità prodotte diventano invece
sensibili a temperature superiori ai 1000°C : tale reazione assume quindi una certa
rilevanza quando si viene a trattare con processi di combustione. In teoria, una
volta espulsi i gas di scarico della combustione, il raffreddamento della miscela
dovrebbe portare alla decomposizione del monossido in ossigeno ed azoto fino a
ridurne la concentrazione a quella, trascurabile, di equilibrio alla temperatura
ambiente. In realtà il brusco raffreddamento e la diluizione subita con l’aria
rallentano la cinetica di decomposizione al punto da permetterne lunghi tempi di
permanenza nell’atmosfera.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 40
Il biossido di azoto ha invece colore rossastro ed odore pungente e soffocante e si
forma principalmente per ossidazione di monossido di azoto secondo la reazione:
2 NO + O2 → 2 NO2
La quantità di NO2 che si può formare da questa reazione aumenta al diminuire
della temperatura ma è, evidentemente, proporzionale alle concentrazioni di
ossigeno e monossido disponibili. Così, mentre la sua formazione è ostacolata in
camera di combustione dalle alte temperature e dalla relativa scarsità di ossigeno
in essa presente, dopo l’espulsione dei gas di scarico in atmosfera essa viene
ostacolata dal brusco raffreddamento subito dalla miscela dei gas di scarico e
dalla diluizione che questi subiscono una volta scaricati nell’atmosfera..
Il risultato di questi fattori è che, di norma, la quantità di NO2 generata nei normali
processi di combustione è di gran lunga inferiore a quella del monossido che
parallelamente si produce. Tuttavia, a causa di processi fotochimici che si
verificano in seguito, parte o gran parte del monossido di azoto che si produce si
trasforma in biossido. Giocando in tale tipo di processi un ruolo determinante
l’intensità dell’irraggiamento solare e la temperatura, i rapporti NO/ NO2 sono
pertanto molto più elevati nei periodi invernali piuttosto che nei periodi estivi, con
notevoli escursioni anche tra le ore diurne e le ore notturne.
A livello di tossicità vi è da dire che quella del biossido di azoto è notevolmente
superiore a quella del monossido ed è probabilmente per questo motivo la
normativa vigente prevede dei limiti solo per questa tipologia di inquinante.
ANIDRIDE SOLFOROSA
L’anidride solforosa di origine antropogenica trova la sua origine principale nella
combustione di combustibili contenenti zolfo. E’ un gas incolore, più pesante
dell’aria e di odore pungente e molto irritante. Fino a non molti anni fa le
concentrazioni riscontrabili nelle aree urbanizzate (e nelle aree sede di grossi
impianti di combustione) raggiungevano valori considerevoli in particolare nei
periodi invernali, in coincidenza con l’accensione degli impianti di riscaldamento. I
tempi di permanenza di questo gas nell’atmosfera sono relativamente brevi
essendo molte le reazioni chimiche in cui essa viene coinvolta. In particolare essa
viene facilmente ossidata ad anidride solforica dando successivamente origine, a
contatto con il vapor acqueo atmosferico, alla formazione di acido solforico, uno
dei principali costituenti delle cosiddette “piogge acide”. Essendo inoltre la sua
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 41
presenza legata direttamente alle quantità di combustibile utilizzato (e quindi
indice delle attività antropogeniche) è stata considerata per molti anni un
significativo parametro di valutazione della qualità dell’aria.
Con l’avvento dei combustibili liquidi a bassi tassi di zolfo e la sempre maggiore
diffusione del metano in parziale sostituzione di questi, i tassi di anidride solforica
sono drasticamente calati. Non essendo in dotazione alla stazione di L.rgo
Risorgimento un analizzatore di SO2 i dati disponibili sono quelli reperiti dal 1998
presso la stazione di via Maroncelli e quelli facenti riferimento alla campagna del
laboratorio mobile. Nel Comune di Viareggio, come del resto in tutta la Provincia,
la presenza di tale inquinante è talmente ridotta da raggiungere spesso i limiti di
rilevabilità strumentale. Esso pertanto, come sarà poi evidenziato nel capitolo
dedicato alle emissioni di inquinanti aeriformi del comune, è presente in
concentrazioni tali da non costituire sicuramente un problema di tipo sanitario per
la popolazione residente.
COMPOSTI ORGANICI VOLATILI
Nei Composti Organici Volatili (COV) è ricompresa una vasta serie di sostanze
organiche, caratterizzate da un tensione di vapore sufficientemente elevata da
rendere significativa la loro evaporazione e quindi la loro presenza nell’atmosfera.
Fra tali sostanze organiche sono ad esempio ricomprese il metano e gli idrocarburi
alifatici ed olefinici a basso numero di atomi di carbonio, idrocarburi aromatici
come il benzene, il toluene e lo xilene. Parte di tali sostanze non ha particolare
rilevanza sotto il profilo sanitario, altre invece (come appunto gli idrocarburi
aromatici) hanno rilevanza sanitaria.
Numerose sono le fonti emissive di tale classe di composti, le principali sono
costituite dai combustibili (ed in particolare il metano, il GPL e la benzina, stante
che il gasolio è caratterizzato da composti organici con un più elevato numero di
atomi di carbonio e pertanto a minore tensione di vapore) ed i solventi organici
utilizzati nei vari usi civili e produttivi.
Nel caso particolare della benzina si giunge all’emissione di COV sia per non
completa combustione (con un contributo quindi principalmente legato ai veicoli
non catalizzati ed ai ciclomotori), sia per evaporazione dal sistema distributivo e
dagli stessi autoveicoli.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 42
PARTICOLATO SOSPESO
Oltre agli inquinanti gassosi propriamente detti nell’atmosfera sono presenti anche
microscopiche goccioline liquide o piccole particelle solide a cui viene dato
complessivamente il nome di particolato atmosferico. Con questo termine vengono
quindi indicate tutte le particelle solide o liquide disperse nell’atmosfera quali, ad
esempio, polvere, ceneri e pollini. La provenienza di questi inquinanti è da
attribuirsi principalmente a trasporti, centrali termoelettriche, industrie e, nei periodi
invernali agli impianti termici civili. Negli ambienti urbani assume una grossa
rilevanza, sia per gli aspetti quantitativi che per quelli sanitari,
come fonte di
emissione il traffico veicolare.
Le dimensioni di tali particelle sono molto variabili e vanno dal millesimo di micron
a qualche millimetro, nelle aree urbane generalmente tali dimensioni spaziano tra
gli 0,01 e i 100 µm di diametro. Ovviamente le dimensioni influenzano
notevolmente i tempi di permanenza nell’atmosfera delle particelle nel senso che
le particelle di maggiori dimensioni tendono a ricadere al suolo più velocemente di
quelle a dimensioni ridotte. I meccanismi di deposizione sono comunque molteplici
e non riconducibili di norma a semplici considerazioni sulle dimensioni e su di essi
influiscono in maniera rilevante una serie di parametri meteorologici quali la natura
dei venti e la piovosità.
Il corpo umano ha una serie di difese, principalmente meccaniche, per impedire
che queste sostanze penetrino nell’organismo: le particelle di dimensioni superiori
ai 10 µm vengono bloccate nel naso, dal muco che riveste l’apparato respiratorio
e dalle ciglia che lo ricoprono. Solo le particelle di dimensioni più ridotte riescono a
giungere fino agli alveoli polmonari, in particolare le particelle di dimensioni
inferiori ai 2,5 µm. Gli effetti sulla salute umana sono ovviamente fortemente legati
alle caratteristiche chimico-fisiche della polvere inalata potendo questa agire sia
direttamente (per effetto delle sostanze minerali che vengono ad accumularsi nei
polmoni) sia fungendo da veicolo di sostanze aereodisperse in grado di associarsi
alle particelle solide alle particelle con meccanismi di assorbimento e/o
adsorbimento consentendone la concentrazione ed il successivo contatto con gli
strati più profondi dell’apparato respiratorio. In particolare l’associazione tra polveri
ed ossidi di zolfo può provocare l’insorgere di fenomeni morbosi provocati da un
effetto sinergico esercitato dall’abbinamento di queste due tipologie di sostanze.
Comune di Pietrasanta
2.2
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 43
Stima delle emissioni di inquinanti nel territorio comunale
EMISSIONI DA TRAFFICO VEICOLARE
Il traffico veicolare rappresenta la fonte di inquinamento delle aree urbane di gran
lunga più rilevante.
Gli autoveicoli sono infatti causa di inquinamento sia di tipo chimico (emissione di
gas di combustione) che fisico (rumore). Dalla polverizzazione dell’asfalto,
dall’usura dei pneumatici e dei freni delle vetture, dai tubi di scappamento dei
motori proviene una vasta gamma di sostanze dannose per la salute umana. Le
entità di queste emissioni sono collegabili principalmente al numero dei veicoli in
circolazione, alle loro caratteristiche (tipologia di combustibile usato, efficienza del
motore, ecc.) ed alle modalità di impiego.
L’effetto globale sugli organismi viventi è strettamente correlabile, oltre che alle
quantità di inquinanti emessi, alle condizioni meteorologiche. Condizioni
sfavorevoli ad una rapida dispersione degli inquinanti nell’atmosfera circostante i
punti di emissione, tipiche dei mesi invernali, possono infatti provocare un
accumulo di sostanze tossiche acutizzando i loro effetti negativi sull’ambiente. Tali
effetti tendono a ridursi quando, al contrario, le condizioni meteorologiche
diventano più favorevoli e tali da facilitare l’allontanamento delle sostanze
inquinanti dalle zone di emissione.
L’incidenza del traffico sull’inquinamento complessivo di un’area urbana ha
assunto nel corso degli anni una rilevanza sempre maggiore. Se infatti da un lato
nel corso degli anni si sono notevolmente ridotte le emissioni di inquinanti dovute
agli impianti di riscaldamento, grazie alla diffusione del metano ed alla riduzione
del tenore di zolfo nei combustili liquidi ora in commercio, l’aumento continuo del
parco auto circolante ha determinato parallelamente un continuo aumento delle
quantità di inquinanti diffusi dai mezzi mobili che divengono nella maggior parte
dei casi la fonte principale di inquinamento delle città.
Tali problemi sono in parte ovviabili con la progressiva sostituzione del parco auto
con nuove automobili dotate di marmitta catalitica. I benefici ottenibili con il loro
uso, pur consistenti, sono però parzialmente limitati dal fatto che l’efficacia di tale
dispositivo è strettamente legata ad una corretta manutenzione dell’autoveicolo.
Inoltre le marmitte catalitiche hanno scarsa efficienza nella marcia a bassa
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 44
temperatura, ossia nei primi 2-3 km di marcia. Tale limite rischia di diventare
pesante qualora il mezzo venga utilizzato in percorsi brevi e spezzettati quali quelli
tipici di un ambiente urbano.
Anche i motori diesel, pur caratterizzati in condizioni di perfetta efficienza da basse
emissioni, presentano emissioni di particelle solide di notevole entità. Le emissioni
complessive aumentano poi vertiginosamente quando, come spesso accade, il
motore non è tenuto in condizioni di perfetta efficienza.
In generale le emissioni di inquinanti originati sono dipendenti ad una serie di
parametri di cui i principali sono:
il numero e l’età dei veicoli circolanti;
le caratteristiche tecniche del parco mezzi circolante, quali ad esempio massa,
resistenza aerodinamica e tipologia di carburante utilizzato;
le caratteristiche dei propulsori utilizzati (rumorosità e quantità di inquinanti
prodotti per unità di potenza sviluppata, presenza ed efficienza di dispositivi di
controllo delle emissioni, tipologia ed efficienza dei motori, ecc.);
le tipologie di percorso e le modalità di guida.
Le presenza di ciascuna di inquinanti nelle aree soggette a forti flussi di traffico
veicolare è quantitativamente dipendente, oltre che dal numero di veicoli
transitanti, dalla tipologia degli stessi, dalle modalità di scorrimento del traffico e
dalle condizioni meteorologiche. Questo perché diverse le composizioni dei gas di
scarico in funzione del tipo di veicolo e del regime di marcia e diversa è pure
l’influenza dei parametri meteorologici sui meccanismi di rimozione delle varie
tipologie di inquinante.
Strettamente correlati al traffico sono, nelle aree urbane, i valori delle
concentrazioni di alcuni inquinanti tipicamente contenuti nei gas di scarico degli
autoveicoli (in particolare ossidi di azoto, monossido di carbonio ed idrocarburi non
metanici).
I grafici seguenti riportano, a titolo esemplificativo e sotto forma di giorno tipo
valutato su base mensile (con riferimento ai mesi di gennaio e luglio 1998), gli
andamenti delle concentrazioni di monossido di carbonio ed ossidi di azoto totali in
funzione dei flussi veicolari registrati presso la stazione di monitoraggio della
qualità dell’aria ubicata in Viareggio Largo Risorgimento. Sono stati prescelti come
riferimento i mesi di gennaio e luglio in quanto tipicamente rappresentativi di due
situazioni meteorologiche profondamente differenti quali quella estiva e quella
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 45
invernale. Nella lettura dei grafici si tenga presente che gli orari indicati fanno
riferimento all’ora solare e non a quella legale.
Stazione di Viareggio - Largo Risorgimento
Giorno tipo gennaio 1998
CO Veicoli
CO (mg/mc)
3000
8
2500
6
2000
4
1500
1000
2
500
0
numero veicoli
3500
10
0
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
22
24
ora
CO
Veicoli
Stazione di Viareggio - Largo Risorgimento
Giorno tipo luglio1998
3500
4
CO (mg/mc)
3
2500
2000
2
1500
1000
1
500
0
0
0
2
4
6
8
10
12
ora
14
16
18
20
22
24
numero veicoli
3000
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 46
NOx
veicoli
Stazione di Viareggio - Largo Risorgimento
Giorno tipo gennaio1998
325
300
275
250
225
200
175
150
125
100
75
50
25
0
3500
3000
2500
2000
1500
1000
numero veicoli
ossidi di azoto
totali, ug/mc
Comune di Pietrasanta
500
0
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
22
24
ora
Andamenti del tutto simili a quelli evidenziati dal monossido di carbonio si sono
registrati anche per gli ossidi di azoto (totali) e, anche se meno strettamente, con
gli idrocarburi non metanici.
Cenni sulla procedura di valutazione delle emissioni di origine veicolare
Come già accennato le emissioni da traffico veicolare sono caratterizzate da una
serie di parametri tra i quali particolare rilevanza assumono il tipo di carburante
utilizzato, la tipologia ed età del veicolo (con particolare riferimento alle norme in
vigore all’epoca dell’immatricolazione), la modalità di guida, le percorrenza annuali
sulle differenti tipologie di strade (urbane, extraurbane ed autostradali).
Non essendo disponibili dati sufficienti per permettere la valutazione delle
emissioni su base comunale la valutazione delle emissioni è stata effettuata, con
parziale eccezione di alcune categorie di veicoli per cui erano disponibili dati più
puntuali, su base provinciale. Sono state utilizzate allo scopo le procedure indicate
dall’Agenzia
Europea
per
l’Ambiente
(progetto
CORINAIR)
e
dall’ANPA
opportunamente adattate sulla realtà locale.
Per la valutazione dei consumi specifici di carburante e delle percorrenze medie
delle principali categorie di veicoli sono stati utilizzati come dati di partenza i valori
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 47
suggeriti dal progetto CORINAIR. Per adattare tali valori il più possibile alla realtà
locale, dai dati di consumo di ciascuna tipologia di combustibile (desunto dai dati
di vendita locali) ed applicati al parco mezzi provinciale, è stato poi calcolato un
fattore correttivo, specifico per provincia di Lucca, da applicare ai valori medi
nazionali di percorrenza degli autoveicoli per ciascuna tipologia di strada. Per le
categorie mezzi pesanti e motocicli come base di elaborazione sono stati utilizzati
i valori di percorrenza individuati dal Dipartimento Provinciale ARPAT di Firenze
nel corso delle attività di valutazione della qualità dell’aria fiorentina del 1998.
Pertanto attraverso le seguenti relazioni applicate per ciascuna tipologia di
combustibile alle varie tipologie autoveicolari così come individuate dal progetto
CORINAIR:
< C > = (∑j,k hj vj dj,k bj,k) γ in cui :
< C > è il consumo annuo di combustibile
hj
vj
è il numero di auto di tipo j
è la percorrenza media annua delle auto di tipo j individuata come
riferimento
dj,k è la frazione di vj percorsa sulla strada di tipo k
bj,k è il consumo medio specifico per km delle auto di tipo j sulle strade di tipo k
è stato possibile calcolare un fattore di correzione γ delle percorrenze che ha
permesso di adattare i valori medi nazionali alla realtà provinciale.
Le velocità di riferimento per la stima dei consumi sono state quelle individuate dal
progetto Corinair. Per quanto riguarda la valutazione delle percorrenze si è reso
necessario stimare complessivamente le percorrenze delle auto catalizzate e non
catalizzate. Essendo stata infatti in passato molto diffusa l’abitudine di utilizzare
benzina verde anche per auto non catalizzate non
è possibile differenziare i
consumi reali per ciascuna delle due categorie veicolari.
Valutata la percorrenza delle singole tipologie di veicoli e la composizione del
parco circolante secondo cilindrate, alimentazione, portata e normativa vigente al
momento dell’immatricolazione, la valutazione delle emissioni è stata effettuata
seguendo le procedure consigliate dall’Agenzia per l’Ambiente Europea ed
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 48
utilizzando il software COPERT III. Le emissioni di origine autostradale e quelle
relative alle emissioni da autobus (categorie per cui erano note in maniera più
dettagliata le informazioni necessarie) sono state calcolate invece come voce a
parte creando un applicativo software specifico.
Le emissioni così calcolate sono state poi ripartite su base comunale (calcolando
pertanto le emissioni anche del Comune di Pietrasanta) utilizzando come fattori di
ripartizione i dati di vendita di combustibile sul territorio comunale e la popolazione
residente. Per tale ripartizione si è dovuto ovviamente partire dall’assunto (peraltro
più che ragionevole ed adottata in tutte le elaborazioni di questo tipo disponibili in
bibliografia) che la composizione del parco veicoli medio circolante sul territorio
comunale di Lucca non si discosti in maniera significativa da quello del parco
veicoli circolante sul territorio provinciale.
Discorso a parte vale invece per le emissioni derivanti dai tratti autostradali per i
quali sono noti i flussi veicolari medi e per i quali è stato quindi possibile calcolare
direttamente le emissioni per singolo tratto.
I risultati dell’elaborazione (anno 1998) vengono riportati nelle tabelle seguenti.
Comune
SUPER litri
S.s.Pb litri
Pietrasanta
7.594.479
18.564.785
GASOLIO G.P.L. litri Totale benzina
litri
litri
14.337.496
533.952
26.159.264
Emissioni complessive da traffico veicolare escluso autostrade (ton /anno)
Comune
CO
NOx
COV
PM10
Sox
Pietrasanta
3534
816
449
42
119
Emissioni complessive da traffico veicolare tratto autostradale (ton /anno)
Comune
Pietrasanta
CO
204
NOx
143
COV
21
PM10
9
SOx
4
Stante la progressiva evoluzione delle caratteristiche emissive medie del parco
veicoli (aumento del parco vetture catalizzate con uno spostamento significativo
da mezzi alimentati a benzina a mezzi diesel), il relativamente ridotto incremento
di veicoli presenti sul territorio (come riportato dai dati ACI sul parco veicoli
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 49
provinciale) ed il trend delle vendite di combustibili per autotrazione sul territorio
provinciale, le emissioni di origine veicolare sul territorio possono considerarsi al
2002 rispetto ai dati relativi al 1998:
a) ridotte significativamente per quanto attiene le emissioni di monossido di
carbonio ed ossidi di azoto e, anche se in misura meno accentuata,
relativamente ai composti organici volatili
b) in riduzione anche per quanto riguarda le emissioni attribuibili ai gas di scarico
relativamente al PM10. Di tale inquinante le stime fanno però riferimento solo
alle emissioni dirette da motore. Non sono disponibili elaborazioni che
quantifichino le emissioni indirette (dovute cioè agli altri meccanismi
precedentemente citati quali usura dei pneumatici e dei freni o dalla
polverizzazione dell'asfalto) e che incidono in modo rilevante sulle emissioni
complessive. Per quanto il trend delle emissioni indirette è comunque
ipotizzabile una situazione emissiva di relativa stazionarietà.
c) Complessivamente stazionarie relativamente alle emissioni di SO2.
A conferma delle valutazioni di cui sopra possono essere presi i trend delle
emissioni da traffico veicolare elaborati dall’ANPA per il territorio nazionale. Tali
stime redatte per il periodo 1980 –1999 evidenziano un trend discendente in
maniera piuttosto regolare a partire dal 1993 per i vari inquinanti così come
evidenziato nelle tabelle seguenti. Tali andamenti, pur non potendosi considerare
come esattamente rappresentativi della realtà viareggina (per la non completa
corrispondenza della composizione del parco veicoli locale con quello nazionale),
possono comunque essere considerati come una conferma alle valutazioni sopra
esposte.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 50
Emissioni nazionali di COV e NOx da trasporti stradali
1200
migliaia di tonnellate
1100
1000
900
NOx
COV
800
700
600
1991
1992
1993
1994
1995
anno
1996
1997
1998
1999
2000
7000
120
6000
100
5000
80
4000
60
3000
40
2000
20
1000
0
1991
0
1992
1993
1994
1995
anno
1996
1997
1998
1999
2000
SOx migliaia di tonnellate
CO migliaia di tonnellate
Emissioni nazionali di CO e SOx
da trasporti stradali
CO
Sox
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 51
EMISSIONI CIVILI DIFFUSE DA COMBUSTIONE
Sono state classificate come tali le emissioni dovute agli impianti di combustione
utilizzati nelle abitazioni civili, edifici pubblici ed attività turistico – commerciali.
Dai dati reperiti direttamente in sede locale sui consumi di combustibili fossili
(essenzialmente metano e, in misura considerevolmente più ridotta, GPL e
gasolio), sul numero delle abitazioni occupate, delle attività commerciali e sulla
base di un bilancio energetico effettuato residenziale effettuato per il territorio
comunale che tenesse conto della vocazione turistica del comune, sono stati
stimati i consumi di gasolio, GPL e combustibili solidi (essenzialmente legna)
consumati sul territorio. Va precisato a tale riguardo che i rivenditori locali di
combustili liquidi, pur essendo ovviamente in grado di fornire i quantitativi di
combustibili venduti, non sempre sono stati in grado di specificare il venduto per
area comunale limitandosi spesso a fornire solo l’elenco dei comuni serviti. Per
quanto riguarda il consumo di legna, considerato che la gran parte di questa non
viene reperita tramite canali ufficiali, non esistono dati di consumo attendibili.
Le emissioni sono quindi state valutate utilizzando i fattori di emissione suggeriti
dall’Agenzia Europea dell’Ambiente con l’eccezione della
valutazione delle
emissioni di CO derivanti da combustione di metano, gasolio e GPL. Per tali
elaborazioni è infatti stato possibile utilizzare dei fattori specifici per la realtà locale
sulla base delle attività svolte dall’Amministrazione Provinciale in materia di
controllo di impianti termici che ha permesso di avere a disposizione i dati rilevati
su un campione di quasi 10.000 impianti distribuiti sul territorio provinciale.
Consumi di combustibili ad uso civile nel comune di Pietrasanta (anno 1998)
Comune
Consumo
Consumi
Consumi olio Consumi GPL Consumi
CH4 (Smc) gasolio (ton) comb.(ton)
(ton)
legna (ton)
Pietrasanta 16.263.708
260
11
110
1.323
Emissioni da combustione per usi civili, anno 1998 (ton/anno)
CO
NOx
COV
PM10
SOx
CO2
130.7
24.3
16.4
3.8
1.8
31.411.112
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 52
Le emissioni appartenenti a questa fonte di emissioni derivano per la quasi totalità
dall’utilizzo di combustibile
per
riscaldamento
domestico.
Pertanto
sono
concentrate essenzialmente nel periodo invernale anche se non è trascurabile
l’apporto estivo in considerazione del notevole aumento di utenze legato alla
vocazione turistica del comune. La variazione delle emissioni negli anni successivi
è da correlabile in particolare alle temperature invernali ed a variazioni delle
tipologie di combustibili utilizzati. Dal confronto con i consumi di combustibili a
livello provinciale nel corso di questi anni (ragionevolmente considerabili come
proporzionali a quelli comunali) e dall’evoluzione delle temperature medie degli
ultimi inverni, è possibile stimare che le variazioni di emissioni rispetto all’anno
2002 siano relativamente contenute (ed inferiori alle approssimazioni intrinseche a
questo tipo di valutazioni).
EMISSIONI DEL SISTEMA DISTRIBUTIVO DI COMBUSTIBILI FOSSILI
Le emissioni derivanti dal sistema di distribuzione di combustibili fossili di rilevanza
sanitaria presenti sul territorio cittadino sono essenzialmente quelli derivanti dalle
attività legate ai distributori di carburanti per veicoli. L’altra fonte emissiva di una
certa rilevanza è infatti quella della rete di distribuzione di metano per usi civili ed
industriali (con emissioni di metano stimabili per l’anno 1998 in 35 ton/anno per un
consumo complessivo, tra industriale e civile, di 22.504.327 sm3) costituite quasi
esclusivamente da metano il cui impatto sanitario può essere valutato come non
significativo.
Di impatto sanitario di gran lunga più rilevante sono invece le emissioni del
sistema distributivo per veicoli (dovute, a Pietrasanta, quasi esclusivamente
all’impatto dei distributori di benzina).
I dati di base utilizzati per le elaborazioni sono quelli riguardanti il venduto di ogni
singolo rivenditore di carburante presente sul territorio comunale.
Sul territorio non sono presenti impianti di stoccaggio di combustibili di dimensioni
rilevanti e pertanto le relative emissioni non sono da considerarsi come
significative.
Le emissioni derivanti da questi impianti sono esclusivamente composti organici
volatili (COV). La composizione chimica delle miscele emesse si avvicina molto a
quella della frazione più leggera delle benzine.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 53
I quantitativi complessivi di combustibili venduti dai distributori ubicati sul territorio
comunale sono riportati nella tabella seguente sono già stati riportati nella parte
riguardante la stima delle emissioni da traffico veicolare.
Il dato complessivo di emissione, per l’anno 1998, ammonta a 35,9 ton/anno.
In considerazione dell’entrata in vigore dell’obbligo per i distributori di dotarsi di
sistemi di recupero dei carburanti previsto dalla L. 4/11/97, n. 413, è ragionevole
ipotizzare che le relative emissioni abbiano subito alla data attuale una
significativa riduzione (teoricamente pari all’80% ma di fatto inferiore così come
previsto dalle caratteristiche tecniche richieste ai sistemi di recupero vapori dal
DMA 16 maggio 1996).
EMISSIONI DA SOLVENTI AD USO NON INDUSTRIALE
Ricadono sotto questa voce le emissioni derivanti prevalentemente dall’utilizzo di
sostanze volatili per usi domestici e similari (uso di prodotti per la pulizia
domestica e l’igiene personale, di cosmetici, piccole attività di verniciatura
domestiche, lavaggio auto, ecc.).
Le emissioni sono state calcolate utilizzando anche in questo caso gli specifici
fattori di emissione raccomandati dall’Agenzia Europea per l’Ambiente utilizzando
come variabile surrogato il numero di abitanti del territorio.
Per quanto attiene le emissioni legate alle attività di pulitura a secco, la quasi
totalità delle ditte del settore utilizza sistemi di lavaggio a ciclo chiuso e quindi con
ridotte emissioni di solventi. Le emissioni relative a tale tipologia di attività possono
quindi essere considerate come non rilevanti.
Le emissioni complessive sono state stimate in 47,8 ton di sostanze organiche
volatili composte in prevalenza da alcoli, idrocarburi alifatici ed aromatici, eteri ed
esteri di varia natura.
Le emissioni appartenenti a tale tipologia di fonti sono strettamente correlate ai
prodotti comunemente utilizzati nella vita civile (alcool etilico, profumi, cosmetici,
prodotti per la pulizia, ecc.) ed al numero di abitanti che ne fa uso.
Non essendo variati in maniera sensibili né il numero di abitanti della città né la
composizione chimica dei prodotti utilizzati negli ultimi anni, le relative emissioni
possono essere
considerate sostanzialmente costanti anche per gli anni che
vanno dal 1998 al 2002.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 54
EMISSIONI DA COMBUSTIONE INDUSTRIALE
Sono considerate come tali le emissioni derivanti da processi di combustione
all’interno di stabilimenti asserviti a cicli produttivi.
Sul territorio comunale non sono presenti aziende con emissioni superiori a 5
ton/anno di specifici inquinanti.
Le emissioni complessive, definite come “emissioni industriali diffuse” in quanto
troppo numerose perché possibile uno studio dettagliato per ciascuna, sono state
stimate partendo dal dato, noto a livello provinciale ma non locale, dei consumi di
combustibili per le principali tipologie di industriali ed utilizzando opportuni fattori di
emissione per la stima delle emissioni complessive.
Mentre è possibile calcolare con un buon margine di precisione le emissioni
complessive a livello provinciale, più approssimativa è necessariamente la stima a
livello comunale. La difficoltà maggiore di tale valutazione deriva in particolare
dalla mancanza di dati sufficientemente dettagliati sui consumi di combustibile
delle varie tipologie di aziende cittadine di piccole dimensioni e da una statistica
attendibile
sulla
tipologia
di
caldaie
utilizzate localmente
che
permette
quantificazioni delle emissioni solo con significativi margini di tolleranza .
In attesa che sia possibile effettuare studi specifici di settore che permettano una
quantificazione più precisa delle emissioni è comunque possibile effettuare una
valutazione di massima che permetta di disporre di una stima cautelativa (intesa
come limite superiore delle emissioni ragionevolmente attendibili) sul territorio
comunale che parta da una stima dei consumi locali di combustibili. A titolo
indicativo, pertanto, le emissioni derivanti da processi di combustione industriale
possono essere ritenute inferiori ai valori riportati nella tabella seguente.
Valori massimi di emissione attribuibili a processi combustione per usi
industriali (ton/anno)
CO
10
NOx
35
COV
3.8
PM10
2.5
SOx
8.2
CO2
12.637
Tale valutazione, intesa come elaborazione orientata esclusivamente a fornire un
ordine di grandezza cautelativo, può ritenersi utile per fornire una indicazione
valida anche come riferimento per l’anno
2002. Le variazioni avvenute nel
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 55
frattempo in tale settore sono da ritenersi infatti sicuramente inferiori alla
precisione di tali tipologie di valutazioni. Stante l’elevato indice di metanizzazione
del territorio comunale che già vi era nel 1998, non si sono registrate nel frattempo
variazioni delle tipologie di combustibili utilizzato significative mentre non risulta
abbia subito variazioni di grande rilievo il tessuto industriale presente sul territorio
EMISSIONI DA CICLI PRODUTTIVI INDUSTRIALI DA UTILIZZO DI SOLVENTI
PER USI INDUSTRIALI ED ARTIGIANALI
Sotto queste voci ricadono le emissioni di sostanze utilizzate nei cicli di
produzione delle aziende e le emissioni dovute dall’uso di solventi nell’industria,
artigianato ed edilizia (contenuti in colle, vernici, mastici, ecc.). Le emissioni
relative, pur essendo in genere quantitativamente ridotte, sono costituite quasi
esclusivamente da composti organici volatili (le emissioni di altre sostanze aventi
origine da cicli produttivi sono del tutto trascurabili per i fini di questo studio)
spesso di notevole tossicità.
Non sono disponibili attualmente dati sufficientemente attendibili per effettuare
stime attendibili di queste tipologia di emissioni. Sulla base di indicazioni di tipo
puramente statistico fornite dall’Agenzia Europea e di valutazioni derivanti dalla
conoscenza
del
territorio
è
possibile
solamente
effettuare
le
seguenti
considerazioni:
a) le emissioni di SOV da ciclo produttivo, stante la tipologia e le dimensioni delle
aziende presenti del territorio, possono essere nel complesso considerate nel
complesso trascurabili sia quantitativamente che qualitativamente rispetto alle
altre fonti di emissione locali (anche se questo non significa che non esistano
problemi localizzati nelle immediate vicinanze di alcune specifiche aziende).
Tale valutazione è confermata dalle elaborazioni, effettuate dalla Regione
Toscana nell’ambito delle attività svolte per la redazione del catasto delle
emissioni regionali avente come riferimento l’anno 1995.
b) le emissioni derivanti dall’uso di solventi, sia valutati in maniera approssimativa
per mezzo di indicatori statistici che dai dati resi disponibili dalla Regione
Toscana relativamente al 1995, sono presumibilmente di rilevanza
trascurabile e valutabili nell’ordine di
non
alcune centinaia di tonnellate. Va
precisato che tipicamente le emissioni di questo tipo hanno un impatto
rilevante prevalentemente sulle aree limitrofe alle fonti (si tratta infatti nella
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 56
maggior parte dei casi di emissioni di sostanze emesse a bassa temperatura e
da camini di altezza ridotta o, molto spesso, derivanti da diffusione dei solventi
direttamente dagli ambienti di lavoro in cui vengono utilizzati).
E’ importante rilevare che nel tessuto industriale locale, la rilevanza di gran lunga
maggiore è assunta dalle aziende del settore lapideo (in particolare segherie di
marmo). Le tipologie di lavorazione effettuata sono caratterizzate, dal punto di
vista della qualità dell’aria, da emissioni di polveri, spesso non convogliate.
LIVELLO DI EMISSIONI INQUINANTI ESISTENTI NEL TERRITORIO URBANO,
DERIVANTI DA FUNZIONI PRODUTTIVE
Per quanto riguarda le emissioni da sorgenti puntuali, cioè tutte quelle che è
possibile e significativo localizzare direttamente sul territorio mediante le loro
coordinate geografiche, caratterizzandole secondo parametri utili anche per
applicazioni modellistiche, facendo riferimento all’Inventario Regionale delle
Sorgenti di Emissione in aria ambiente, che ha preso come anno di riferimento il
1995, si osserva che non vi figura alcuna fonte emissiva localizzata sul territorio
comunale di Pietrasanta.
Le soglie di emissione che vengono considerate, per definire e caratterizzare una
sorgente come puntuale, vengono qui di seguito elencate:
-
250 t/anno relativamente al monossido di carbonio;
-
25 t/anno relativamente agli altri inquinanti principali;
-
250 Kg/anno relativamente ai metalli pesanti.
L’unico insediamento produttivo, entrato in funzione successivamente alla data
sopra menzionata, che produce emissioni che sia significativo localizzare e
caratterizzare con precisione è l’impianto di termovalorizzazione (per la
produzione di energia), progettato per utilizzare come combustibile il C.D.R. , ma
alimentato attualmente con biomasse, impiegando due generatori di vapore
associati al ciclo termico, in grado di produrre circa 39.000 MW/h di energia
elettrica all’anno.
Si riportano nella seguente tabella i dati relativi agli inquinanti emessi su base
annua,
espressi
dell’impianto.
come
totale
complessivo
proveniente
dalle
due
linee
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 57
Le emissioni avvengono da due ciminiere con sezione di sbocco in atmosfera
(Nmc/h) anno
HCl
mg/Nmc 10
2
50000
320
3,84
0,768
CO
mg/Nmc 50
20
50000
320
19,2
7,68
HF
mg/Nmc 1
0,9
50000
320
0,384
0,3456
NOx
mg/Nmc 200
150
50000
320
76,8
57,6
SO2
mg/Nmc 50
5
50000
320
19,2
1,92
COT
mg/Nmc 10
3
50000
320
3,84
1,152
NH3
mg/Nmc 20
5
50000
320
7,68
1,92
Polveri
mg/Nmc 10
2
50000
320
3,84
0,768
0,4
50000
320
0,192
0,1536
Sb+As+ mg/Nmc 0,5
(expected)
stimata in un
ton/anno
previsti
Emiss./anno
media
(ton/a)
attività
anno
fumi
max
(media giorn)
Stima
Limiti giornalieri
misura
Unità di
Portata Giorni di
emissioni
all’altezza di m.50 sul livello del suolo, a valle del sistema di trattamento fumi.
Pb+Cr+
Co+Cu+
Mn+Ni+
V+Sn+Al
Zn
mg/Nmc 5
0,08
50000
320
1,92
0,03072
Hg
mg/Nmc 0,05
0,002
50000
320
0,0192
0,000768
Cd+Tl
mg/Nmc 0,05
0,004
50000
320
0,0192
0,001536
IPA
mg/Nmc 0,01
0,0000 50000
320
0,00384
0,00000384
320
0,0384
0,02304
1
PCDD+ ng/Nmc
0,1
0,06
50000
PCDF
Per quanto riguarda le piccole sorgenti puntiformi, che non soddisfano le
condizioni di soglia suddette, è sufficiente procedere ad una valutazione
qualitativa del tessuto produttivo artigiano e industriale per comprendere che i
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 58
singoli contributi hanno una incidenza relativa nel quadro delle emissioni totali
comunali (diffuse, puntuali, lineari).
Su un totale di circa 200 attività produttive, artigiane ed industriali, autorizzate
ad emissione in atmosfera in base all’art.6 o all’ art. 12 del D.P.R. 203/88, 73 (cioè
la più grossa frazione) appartengono al settore della lavorazione di materiali
lapidei, che produce come inquinante atmosferico soprattutto particolato sospeso,
incidendo sull’ambiente circostante in un raggio piuttosto ristretto, oltre a modeste
quantità di solventi di vario genere; 15 eseguono costruzioni di prodotti in
metallo (ad esempio infissi in alluminio), altre 18 lavorazione e produzione di
prodotti in metallo (tra queste figurano officine meccaniche ed alcune fonderie
d’arte); 20 rientrano nell’industria del legno e della fabbricazione di mobili ; 22
sono autocarrozzerie o autofficine; vi sono 4 piccole industrie alimentari, una
decina di attività manufatturiere di vario genere , qualche servizio di lavanderia,
tintoria e affini, e alcune attività diverse appartenenti soprattutto al settore
dell’artigianato.
QUADRO COMPLESSIVO
Le emissioni derivanti dalle principali fonti emissive presenti sul territorio
comunale, espresse in tonnellate/anno e con riferimento all’anno 1998 e con
esclusione delle emissioni di COV di origine industriale e delle emissioni di metano
(di ridotto impatto igienico – ambientale), sono riassunte nelle tabelle seguenti .
Fonte emissiva
Traffico
Emissioni civili
Distributori
Solventi ad usi
Combustione
veicolare
da combustione
carburante
civili
industriale2
CO
3.747
131
10
NOx
959
24
35
COV
470
16
PM10
51
4
3
SOx
123
2
8
Inquinante
36
48
4
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 59
Anche se le stime effettuate hanno come riferimento l’anno 1998, esse possono
essere
ritenute
come
significative,
con
le
opportune
considerazioni
precedentemente riportate, anche per l’anno 2002.
Dal quadro emerge chiaramente la particolare rilevanza assunta dalle emissioni di
origine veicolare nel quadro complessivo. Anche se sicuramente ridotte in misura
significativa queste emissioni al 2002 restano di gran lunga le prevalenti
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 60
Traffico veicolare
Comune di Pietrasanta, emissioni anno 1998
Civili da combustione
Distributori carburante
Solventi usi civili
Combustione industriale
SOx
PM10
COV
NOx
CO
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
3500
4000
Comune di Pietrasanta
2.3
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 61
Considerazioni generali sulla qualità dell’aria
La presenza di inquinanti emessi in conseguenza di attività antropiche causa un
deterioramento della qualità dell’aria, con ripercussioni sulla salute umana e degli
esseri viventi in generale, nonché sulle deposizioni, che possono a loro volta
incidere sulla qualità dei suoli, delle acque e sulla vegetazione.
Altro effetto da non trascurare in una città storica come Pietrasanta è quello sul
patrimonio artistico.
Le sostanze inquinanti immesse nell’atmosfera subiscono processi di diffusione,
vengono trasportate dal vento, disperse dalle turbolenze dell’aria e subiscono
trasformazioni in seguito a reazioni chimiche tra loro, al contatto con l’umidità
atmosferica o con la pioggia o per azioni chimico-fisiche, soprattutto dovute alla
radiazione solare.
Pertanto le concentrazioni degli inquinanti sono da attribuire sia ad emissioni
situate entro l’area considerata o nelle sue immediate vicinanze, sia a fonti situate
anche a centinaia di Km di distanza
(inquinamento transfrontaliero).
Nel nostro paese, secondo una stima che risale al 1997, il 58% dello zolfo che
viene a depositarsi sul nostro territorio ha origine in altre nazioni europee; così
pure il 30 % degli ossidi d’azoto ed il 12 % dell’ammoniaca.
Secondo la stessa stima, è anche vero che il 75% dello zolfo, il 70 % degli ossidi
d’azoto ed il 47% dell’ammoniaca immessi nell’atmosfera in Italia vengono
trasportati oltre le frontiere nazionali.
Ciò premesso, in considerazione soprattutto del fatto che i dati sperimentali
riguardanti concentrazioni di inquinanti in atmosfera determinati nell’ambito del
territorio comunale sono relativamente pochi, verranno presi in considerazione
anche dati rilevati in postazioni non troppo lontane; ad esempio nel caso delle
deposizioni acide, per le quali il sito più vicino dove sono avvenute le ultime
determinazioni si trova nella città di Lucca.
Per quanto detto sopra comunque è ipotizzabile che in prima approssimazione
questi dati siano validi anche nell’area costiera della Versilia, in particolare per
quanto riguarda l’andamento rilevato negli ultimi anni.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 62
DATI DISPONIBILI SULLA QUALITÀ DELL’ARIA E RELATIVE VALUTAZIONI
Diversi dati sull’atmosfera, relativi ad inquinanti “tradizionali” e non, sono stati
rilevati entro il territorio comunale di Pietrasanta in occasione della determinazione
del “punto di grigio” effettuata in previsione dell’entrata in funzione dell’impianto di
termovalorizzazione di Falascaia (loc. Pollino), il cui impatto sull’ambiente
circostante è tuttora oggetto di studio; in attesa che siano disponibili le
informazioni ottenute da nuove campagne di monitoraggio, vengono considerati i
dati già disponibili, attinenti alla ristretta area della Versilia che circonda l’impianto.
Mediante la strumentazione di bordo del laboratorio mobile, sono state monitorate
le quattro postazioni di maggiore interesse, previste nell’ambito della convenzione
con il Comune di Pietrasanta riguardante il Sistema Smaltimento RSU della
Versilia.
Le suddette postazioni sono state ubicate nei punti seguenti:
Postazione A: presso l’Istituto Comprensivo Camaiore 3 in località Capezzano,
entro un’area nella quale gli studi di modellistica diffusionale precedentemente
effettuati localizzano una delle zone di massima ricaduta degli inquinanti emessi in
atmosfera dalla ciminiera dell’impianto, con venti prevalenti di maestrale; si noti
che sia lo studio eseguito dall’ Ing. Capodaglio, docente di “Dinamica degli
inquinanti” presso l’Università di Pavia, sia quello compiuto in precedenza dai
Professionisti dello Studio Sting di Firenze, su incarico conferito dal Comune di
Pietrasanta, concordano nel situare nell’area ai piedi delle alture di Capezzano,
lato mare, le zone di massima ricaduta per i principali inquinanti dei quali è stata
modellizzata la diffusione. Le stesse considerazioni valgono per la postazione
seguente.
Postazione B: Via del Ponte Nuovo presso n° civico 96, dove come si è appena
detto
viene
ipotizzata
l’altra
zona
di
massima
ricaduta,
in
condizioni
meteoreologiche differenti dal caso precedente, cioè quando i venti provengono
prevalentemente dal quadrante di Sud-Est, a meno di 1 km di distanza
dall’impianto di Falascaia;
Postazione C: presso Distretto di Pietrasanta dell’ Azienda ASL Versilia, cioè nelle
immediate adiacenze del centro abitato più popoloso dell’intera area, nella
direzione dell’impianto di Falascaia;
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 63
Postazione D: presso il nuovo Ospedale Unico della Versilia, lato Massa, a lato
della palazzina direzionale della A.U.S.L. n° 2 – Versilia, in considerazione della
destinazione sanitaria dell’insediamento.
Le
postazioni A e D non sono in effetti ubicate sul territorio comunale di
Pietrasanta, ma si trovano a breve distanza dai suoi confini; in prima
approssimazione si può ipotizzare che la prima (post. A), a non grande distanza
dalla Via Sarzanese, rispecchi una situazione del tutto simile a quella riscontrabile
alla stessa distanza dalla Sarzanese nel punto in cui la suddetta via entra nel
territorio di Pietrasanta, soprattutto considerando che all’epoca in cui sono state
effettuate le misure l’impianto di termovalorizzazione non era ancora entrato in
funzione; la seconda (post. D), per analoghe considerazioni ha fornito dati sulle
concentrazioni degli inquinanti atmosferici che possono ragionevolmente essere
estrapolati alle immediate vicinanze della via Aurelia, lato monte, nella zona in cui
attraversa il territorio di Pietrasanta.
Come si può osservare, ciascuna postazione relativa alla zona di Falascaia - il cui
monitoraggio, si sottolinea ancora, è stato interamente completato prima
dell’entrata in funzione del termocombustore - presenta caratteristiche diverse, in
particolare per quanto riguarda non solo la distanza dall’impianto, ma anche quella
da sorgenti lineari importanti, quali la Via Aurelia e l’Autostrada A 12, e dai
principali centri abitati. Il quadro complessivo così rappresentato tuttavia può
fornire indicazioni sulla situazione media dell’inquinamento atmosferico nel
territorio comunale.
Riassumendo, si consideri che per il laboratorio mobile sono stati prescelti i siti
suddetti non solo tenendo conto delle indicazioni derivanti dalla modellistica
diffusionale circa le zone di massima ricaduta degli inquinanti, ma anche di altri
fattori, non ultimo il monitoraggio di aree sensibili (Scuole e Ospedale Unico della
Versilia) e la vicinanza dei centri abitati più importanti (in primo luogo le aree
maggiormente urbanizzate di Pietrasanta).
L’incidenza sulle misure di cui si tratta da parte di vie caratterizzate da importanti
volumi di traffico è quella rilevabile non a bordo strada, ma ad una distanza
ragionevolmente breve per dar conto degli effetti mediamente avvertibili
insediamenti prossimi all’asse viario.
dagli
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Per quanto riguarda le polveri aerodisperse,
Pg. 64
sono state effettuate sia
determinazioni di PM 10 mediante campionatore Andersen ad alto volume, come
previsto dalla convenzione, sia campionamenti di PTS (particolato totale sospeso).
I campionamenti effettuati dalla strumentazione automatica di bordo sono stati
integrati, come previsto, anche da campionatori passivi collocati nello stesso sito
del laboratorio mobile, oltre che in postazioni “satellite” , per la determinazione dei
seguenti parametri: NOx, SO2, HCl, NH3 e BTEX; le relative analisi sono state
effettuate mediante cromatografia ionica in fase liquida e mediante colorimetria
(NH3) presso i laboratori del Dipartimento di Lucca.
Si sottolinea fin d’ora che le notevoli differenze tra i metodi strumentali automatici
e quelli che vedono l’impiego di campionatori passivi e di cromatografia ionica o
altri metodi in fase acquosa non consentono di attendersi misure confrontabili
direttamente, sia pure per identici parametri; forniranno comunque maggiori
informazioni di riferimento, che saranno utili per il confronto, parametro per
parametro, con misure analoghe ottenute dalle successive campagne.
Sul particolato raccolto sui filtri dei sistemi di campionamento sono stati
determinati, mediante le tecniche strumentali della spettrofotometria in A.A. e del’
ICP, anche vari metalli pesanti previsti nella convenzione precedentemente citata,
, e IPA associati al PM10, analizzati presso il Dipartimento di Massa mediante
tecnica gas-cromatografica abbinata alla massa.
L’indagine è stata effettuata utilizzando il laboratorio mobile in dotazione al
Dipartimento, attrezzato con apparecchiature automatiche per la determinazione
del CO (metodo infrarosso), degli idrocarburi metanici e non metanici (metodo GCFID), degli ossidi di azoto (chemioluminescenza) e degli ossidi di zolfo
(fluorescenza UV).
L’indagine dei BTX è stata effettuata utilizzando campionatori passivi testati dal
CNR di Roma, posizionati in prossimità della postazione principale scelta per il
laboratorio mobile in ognuno dei siti indagati.
Sempre mediante impiego di campionatori passivi, alloggiati sotto un comune
“cappello protettivo”, sono stati eseguiti campionamenti anche per altri inquinanti
previsti nella Convenzione con il Comune di Pietrasanta, cioè NOx, SO2, HCl, ed
NH3, in modo da ottenere informazioni su aree leggermente più ampie.
Comune di Pietrasanta
La campagna
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
sulle polveri
Pg. 65
effettuata sul particolato PM10 è stata condotta
utilizzando un campionatore del tipo HVPM10 modello 1200 della Andersen
Samplers, Inc. che rispetta tutte le specifiche fissate dall’EPA per la misura del
PM10, indicate nel Metodo di Riferimento Federale (FRM) pubblicato sul volume
52, n. 126 del Registro Federale del 1/7/87. La pompa, dimensionata per aspirare
alti volumi di aria, è fornita di un filtro preselettore che esclude le particelle con
diametro aerodinamico superiore a 10 µ .
ANALISI DEI DATI RILEVATI
Un primo confronto, per comprendere le principali caratteristiche delle quattro
postazioni relative alla zona di Falascaia, può essere effettuato tra i dati relativi
agli inquinanti gassosi “tradizionali” monitorati dagli strumenti del laboratorio
mobile nei quattro siti suddetti; la prima fascia di territorio cui possono essere
estrapolate le concentrazioni misurate nella postazione prossima all’Istituto
Scolastico di Capezzano è ovviamente quella entro un centinaio di metri circa
dalla Via Sarzanese, dal punto in cui quest’ultima entra nel territorio di Pietrasanta
dal lato Massarosa, fino a raccordarsi con l’altro punto monitorato, cioè quello
vicino al Distretto USL.
Come del resto ipotizzabile, dai dati rilevati nella postazione è emersa una qualità
dell’aria più che soddisfacente.
Il laboratorio è stato collocato sul lato Falascaia rispetto al complesso scolastico,
ad un centinaio di metri di distanza dalla Via Sarzanese, che rispetto ad esso si
veniva a trovare sul lato “monte” (quindi sottovento per tutti i periodi in cui
prevalgono i venti di mare), in
modo da non risentire eccessivamente
dell’influenza del traffico stradale; ciò consentirà più significativi confronti con i dati
che saranno disponibili al termine delle campagne attualmente in corso, che
forniranno
dati
relativi
a
vari
periodi
dell’anno
e
con
l’impianto
di
termovalorizzazione ormai in funzione da alcuni mesi.
Nella postazione suddetta il monossido di carbonio si è sempre mantenuto al di
sotto, durante il periodo della prima campagna, del valore di 2,5 mg/m3 come
media oraria, mentre la media generale di tutte le medie orarie di questo
parametro è pari 0,6 mg/m3
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 66
Dal confronto di questi dati con il valore limite fissato per la protezione della salute
umana, ai sensi dell’art. 4 del Decreto legislativo del 4 agosto 1999, n.351, dal
Decreto n° 60 del Ministero dell’ambiente, che corrisponde a 10 mg/m3 come
media massima giornaliera su 8 ore, e che prevede margini di tolleranza
decrescenti ogni 12 mesi, fino a raggiungere lo 0% al 1° gennaio 2005, emerge
che per questo inquinante la situazione nella postazione suddetta, per tutto il
periodo monitorato, può essere definita decisamente buona.
Anche
per gli ossidi di azoto ed il biossido d’azoto la normativa sopra citata
prevede valori limite che richiederebbero, per un corretto confronto, la conoscenza
dei dati relativi ad un intero anno civile; tuttavia, considerando che, per il biossido
di azoto si è registrato un massimo assoluto di concentrazione, sempre tra le
medie orarie, di 81 µg/m3, ed una media complessiva pari a 19 µg/m3 , si può
parlare, per i dati disponibili circa questo parametro, di un
giudizio di qualità
dell’aria accettabile.
Per l’anidride solforosa, ormai su bassi livelli di concentrazione su tutto il territorio
provinciale, si è registrato un valore medio generale pari a 0,8 µg/m3 , con una
punta massima di 7 µg/m3, pertanto, anche per quanto riguarda
questo
parametro, il raffronto indicativo sia con i valori limite della nuova normativa , sia
con i “vecchi” valori-guida, indica una situazione piuttosto buona.
Circa l’ozono, bisogna ricordare che si tratta di un inquinante secondario per il
quale è necessario tenere conto dell’andamento stagionale. I dati registrati
autorizzano comunque a parlare di concentrazioni accettabili. E’ utile far presente
che per l’ozono ci si attendono in generale concentrazioni più contenute nelle zone
pianeggianti, basse sul livello del mare, più vicine alle zone di produzione degli
inquinanti primari precursori.
In queste zone, vicino alle vie di traffico, il monossido di azoto, reagendo con
l’ozono stesso, lo consuma in parte, riducendone la concentrazione in troposfera.
Come secondo sito è stato scelto quello presso il N° civico 96 di Via del Ponte
Nuovo (press’a poco lato Massa rispetto all’impianto), anch’esso nell’area ove
sono ipotizzate le massime ricadute secondo gli studi sopra citati.
Gli ordini di grandezza delle concentrazioni degli inquinanti misurati sono gli stessi
della precedente postazione, valgono quindi analoghe considerazioni; si registrano
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 67
punte massime, comunque molto modeste, appena al di sopra di quelle indicate
per la precedente postazione, ad esempio 2,5 mg/m3 , come media oraria, per il
monossido di carbonio; 114 µg/m3 per il biossido di azoto; le corrispondenti medie
complessive sono pari a 1,1 mg/m3 e 19,4 µg/m3 rispettivamente, differiscono
dunque molto poco dagli omologhi valori riscontrati nel primo sito.
Maggiori differenze si riscontrano per l’ozono, il cui valore medio risulta
sensibilmente minore; ma questo è da attribuire soprattutto all’inoltrarsi della
stagione autunnale e quindi a fattori meteo-climatici.
Lo stesso discorso, per questo stesso inquinante, vale per la successiva
postazione prossima al Distretto ASL di Pietrasanta, monitorata dal 6 al 27
novembre: scendono ancora sia la media generale, sia il massimo valore
registrato, in ragione dell’ulteriore procedere della stagione tardo-autunnale.
Per quanto riguarda il monossido di carbonio, non si nota una differenza
significativa nella media generale (1,0 mg/m3), mentre si comincia ad osservare un
punta un poco più alta (4,7 mg/m3). Similmente non si osservano variazioni di
grande entità per il biossido di azoto, pur registrando valori leggermente superiori.
Analoghe considerazioni, per quanto riguarda l’ulteriore calo dell’ozono, valgono
per la quarta ed ultima postazione, quella presso il nuovo ospedale unico della
Versilia, monitorata dal 18 dicembre 2001 al 25 gennaio 2002; nonché per la
sostanziale similitudine delle concentrazioni medie riscontrate nelle quattro diverse
ubicazioni per il monossido di carbonio, che nel sito suddetto, come media
generale, è risultato nel periodo della campagna pari a 0,8 mg/m3, con una media
oraria massima di 2,6 mg/m3.
Da quanto finora esposto è evidente che, trascorso un congruo periodo di
funzionamento dell’impianto del Pollino , le comparazioni tra i dati disponibili e le
nuove misure che sono attualmente in corso per valutare il contributo inquinante
da esso apportato dovranno essere ef0fettuate riferendosi a periodi dell’anno
corrispondenti.
Per quanto riguarda gli idrocarburi, val la pena di notare che sono state registrate
concentrazioni non molto dissimili in tutte le postazioni, sia nella zona di Falascaia,
sia in altre postazioni sul territorio versiliese, tanto per il metano, quanto per gli
idrocarburi totali (THC); variazioni più ampie si notano, confrontando le medie
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 68
generali delle medie orarie che contraddistinguono le varie postazioni, per gli
idrocarburi non metanici (NMHC), che vanno oltre il valore di 200 µg/m3 in due siti,
quello a lato di Via Ponte Nuovo (il più vicino alla sede stradale, anche se non
interessata da grande volume di traffico), e quello nei pressi dell’Ospedale Unico
della Versilia, (a qualche decina di metri di distanza dalla Via Aurelia e non troppo
lontano neppure dall’asse autostradale).
In particolare, alcuni dati ottenuti da postazioni prossime all’impianto di
compostaggio di Pioppogatto, che per lo scarsissimo traffico locale e il relativo
movimento di camion connesso all’attività dell’ impianto potrebbero essere
considerate rappresentative di aree prevalentemente agricole, mostrano che in
questi casi sia le medie complessive degli idrocarburi metanici , sia quelle dei non
metanici e dei totali sono estremamente vicine tra loro.
La concentrazione del metano non differisce molto da quella del “fondo” ormai
riscontrabile in troposfera in tutti i paesi industrializzati.
Le concentrazioni di BTX rilevate, di non grande entità, sono da ricollegare per la
massima parte al traffico autoveicolare. Mancano infatti nelle aree monitorate
insediamenti industriali o artigiani che facciano uso di quantità di rilievo di solventi
per attività di verniciatura o simili, tali da incidere significativamente su questi
parametri.
Da notare che le concentrazioni di benzene risultano comunque molto più basse di
quelle rilevabili nelle zone urbane, soprattutto in postazioni interessate da intenso
traffico.
Risultano, come ci si attendeva, tutte inferiori al minimo dosabile nelle zone poco
antropizzate e più lontane da grandi vie di comunicazione; nell’area intorno a
Falascaia, il sito contraddistinto dalle concentrazioni più alte in benzene è risultato
quello nei pressi dell’ Ospedale Unico versiliese, non lontano da grandi flussi
autoveicolari.
Le tre concentrazioni misurate mediante i campionatori passivi collocati nei pressi
della suddetta postazione, pari a 2,0 ; 2,7 ; 2,5 µg/m3 , come si può rilevare dalla
relativa tabella dei BTEX, sono comunque nettamente inferiori anche al valore
limite per il benzene introdotto con il nuovo Decreto del Ministero dell’Ambiente, il
già citato n° 60 del 2 aprile 2002, che corrisponde a 5 µg/m3 a partire dal
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 69
1/1/2010,; detto limite è attualmente ancora pari a 10 µg/m3 , in considerazione dei
margini di tolleranza che dovranno gradualmente ridursi tra il 2005 e il 2010.
Per quanto riguarda le quantità di IPA associate al PM 10, nella postazione
prossima all’Ospedale Unico della Versilia si rilevano i totali i più alti rispetto a
quelli rilevati nelle altre postazioni, a conferma del contributo notevole derivante
dal traffico autoveicolare delle due importanti arterie già menzionate. La
postazione presenta valori di IPA significativamente più alti nelle giornate di siccità
(caratterizzate anche da clima molto freddo) più lontane dalle ultime precipitazioni,
che ovviamente hanno avuto un ruolo determinante, in precedenti periodi,
nell’abbattimento del livello del particolato, e di conseguenza quello degli IPA ad
esso associati, come ad esempio si può verificare dai dati ottenuti dalla postazione
di Capezzano, che sono i più bassi in assoluto tra tutti i rilevamenti effettuati. Tale
situazione, pur molto limitata dal punto di vista del peso statistico, può essere
messa in relazione anche ad altri parametri meteo, tra cui la direzione dei venti
che spiravano durante il prelevamento, oltre che alla diversa ubicazione rispetto al
sistema viario.
Nella stessa postazione presso l’Ospedale, la determinazione del Benzo(a)pirene
(IPA a cinque anelli - sempre espresso come concentrazione media giornaliera),
su tutti e quattro i campioni di 24 ore di PM 10 ivi effettuati, presenta valori
superiori all’obiettivo di qualità dell’aria proposto nel D.M. 25 novembre 1994
(1 ng/m3) a partire dal 1/1/99).
E’ doveroso specificare che questo riferimento ha solo un valore indicativo, dal
momento che con detto valore-obiettivo dovrebbe correttamente essere
confrontata solo la media dei valori medi sulle 24 ore, con periodo di mediazione
di un anno.
I valori di concentrazione di BaP ottenuti dalle determinazioni effettuate presso le
altre tre postazioni della zona di Falascaia (4 campionamenti per ogni postazione)
sono tutti inferiori all’obiettivo suddetto, con un’unica eccezione rilevata in data
15/11/2001 presso il Distretto ASL di Pietrasanta, in linea con l’ipotesi sopra
formulata della minore incidenza del traffico autoveicolare in questi siti, ferme
restando le considerazioni espresse sulla forte incidenza dei fattori meteoclimatici.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 70
Prendendo in considerazione alcuni rapporti caratteristici tra alcuni IPA presenti
nella composizione del particolato respirabile campionato nelle postazioni intorno
a Falascaia, si notano anche valori più elevati, nella postazione dell’Ospedale
versiliese, dei rapporti tra Benzo(a)pirene (BaP) e Benzo (g,h,i) perilene, IPA
caratterizzato da una struttura a sei anelli condensati (BghiP), che viene
solitamente associato agli scarichi degli autoveicoli a benzina. A questo fanno
riscontro rapporti inferiori, rispetto alle altre tre postazioni, tra Pirene (PY) e BaP.
Ciò sembra indicare che, oltre alla componente dovuta al traffico autoveicolare, la
posizione è stata comunque influenzata, in modo abbastanza netto, anche dalla
vicinanza di scarichi di caldaie (in particolare quello dell’ impianto di riscaldamento
della palazzina sede direzionale della ASL, e quello del sistema centralizzato di
riscaldamento del nuovo Ospedale, che all’epoca iniziava a funzionare.
Il benzo (g,h,i) perilene e l’indeno (1,2,3-.c,d) pirene, che si trovano
caratteristicamente tra loro in rapporto circa uguale all’unità nelle emissioni delle
caldaie alimentate ad olio combustibile, mentre presentano un rapporto
nettamente più alto (fino a 2,5 circa) nei gas di scarico degli autoveicoli, vengono
riscontrati in rapporti intermedi ai due valori suddetti nei rapporti
campioni ottenuti
medi
di 4
dalle postazioni intorno a Falascaia, con l’unica eccezione
proprio della postazione prossima all’Ospedale, per la quale si riscontra un
rapporto medio inferiore all’unità. Nonostante l’esiguo numero di campioni
sottoposti ad analisi degli IPA associati al particolato, questo risultato non sembra
casuale.
I rapporti B(ghi)P/IP nettamente superiori all’unità sono comunque da interpretare
come conferma di una componente importante dovuta al traffico autoveicolare.
Per quanto riguarda le determinazioni di ammoniaca, sono state riscontrate
concentrazioni dell’ordine di poche unità, come µg/m3 .
I valori meno bassi si riscontrano nelle aree ad uso agricolo, dove si può ipotizzare
maggiore presenza di materiale organico, sia di origine vegetale, sia animale,
soggetto a processi naturali di decomposizione, nonché di qualche piccolo
allevamento di animali.
Per fornire un’idea della relativa rilevanza da attribuire a concentrazioni in aria sui
livelli suddetti, si ricorda che la concentrazione di fondo dell’ammoniaca in
atmosfera secca a livello del mare è pari a 0,01 ppm (circa 7 µg/m3), e che le
soglie olfattive e le concentrazioni di irritazione riportate in letteratura (Ruth, 1986)
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 71
si estendono da una soglia bassa di 26,6 ad una soglia alta di 39.600 µg/m3. La
concentrazione di irritazione viene posta a 72.000 µg/m3.
Vengono riportati nelle rispettive tabelle anche i valori di concentrazione del
particolato totale (PTS), misurati previo campionamento con pompe “Bravo” TCR
Tecora a medio volume, ed i risultati delle misure di PM 10, ottenute invece
tramite campionatori ad alto volume di cui si è detto precedentemente.
Come si può rilevare a proposito di quest’ultimo parametro, a titolo di puro
riferimento, tanto nella postazione A (Capezzano Pianore – settembre-ottobre),
quanto nella postazione C (Pietrasanta, presso Distretto ASL – novembre) si
rilevano concentrazioni medie di 24 ore tutte al di sotto della soglia di attenzione,
successivamente fissata (e quindi non in vigore all’epoca) al livello di 50 µg/m3
dalla Delibera n° 116
della Giunta Regionale Toscana del 04/02/2002; nella
postazione B (Via Ponte Nuovo, pressi dell’impianto di termovalorizzazione di
Pietrasanta – seconda metà di ottobre) si notano due dati leggermente superiori
(54 e 52 µg/m3) alla soglia appena citata; nella postazione D (presso l’Ospedale
della Versilia periodo: seconda metà di dicembre 2001 – prima metà gennaio
2002), con un’unica eccezione, si hanno tutti valori uguali (1) o maggiori (6) del
suddetto limite, tra cui tre (82, 90 e 115 µg/m3) che superano, sempre come medie
di 24 ore, anche la soglia di allarme, posta dalla stessa D. G.R. 116 al livello di 75
µg/m3.
Considerando la specificità della postazione, che risente sia del particolato di
origine autoveicolare, sia di quello prodotto dalle caldaie per il riscaldamento del
vicino grande insediamento sanitario e delle zone residenziali circostanti, bisogna
porre la dovuta attenzione alla situazione meteo-climatica che ha caratterizzato il
periodo suddetto, contraddistinto da diversi giorni consecutivi senza piogge e da
temperature piuttosto rigide; è noto che le concentrazioni più elevate vengono
sempre registrate in condizioni di perdurante stabilità atmosferica, in regime di
inversione termica a basse quote.
Le concentrazioni più elevate, anche nel caso del PTS, sono state rilevate presso
l’Ospedale della Versilia; da notare che i valori, ottenuti con un tempo di
mediazione diverso ed impiegando volumi di campionamento molto più bassi,
sono risultati sempre compatibili con quelli relativi al PM 10, quando la parziale
coincidenza del periodo di campionamento li rende, sia pure solo indicativamente,
abbastanza confrontabili.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 72
Non bisogna comunque dimenticare che la differente velocità dell’aria al livello
degli orifizi d’ingresso del campionatore e della superfice filtrante fa sì che le due
diverse tecniche di campionamento risultino diversamente influenzate dai
principali parametri metereologici quali temperatura, pressione, umidità relativa,
radiazione solare, direzione e velocità del vento.
Su tutti i campioni di PM 10 prelevati nell’area intorno a Falascaia sono state
determinate le concentrazioni di vari metalli pesanti, utili a conoscerne la
composizione anche indipendentementa dalle concentrazioni in aria.
In tal modo sarà possibile individuare eventuali variazioni di composizione,
operando in maniera analoga, quando saranno disponibili i dati analitici ottenuti da
campionamenti successivi all’entrata in funzione dell’impianto di combustione, ed
ottenere informazioni utili circa l’origine degli inquinanti.
I metalli pesanti campionati sono stati portati in soluzione, mediante attacco
drastico con acido nitrico ultrapuro, da una porzione nota dei filtri in fibra di vetro
su cui era stato raccolto il particolato; il tutto è stato posto in bagno ad ultrasuoni,
prelevando successivamente la soluzione risultante dopo centrifugazione,
L’analisi dei metalli è stata eseguita con tecnica in A.A. equipaggiato con fornetto
di grafite ed effetto Zeeman della Perkin-Elmer.
Per quanto riguarda lo Zn, i dati relativi alle prime tre postazioni che riguardano
Falascaia sono stati ritenuti non validi a causa dell’accertata presenza di notevoli
quantità di questo metallo (probabilmente a causa dell’impiego di sui sali come
sbiancanti sui filtri in lana di vetro disponibili al momento dell’inizio delle misure, e
per esse utilizzati); la quantità di questo metallo presente nei bianchi è risultata
tale da rendere non attendibili e fuorvianti i risultati relativi a tale parametro; del
resto, a titolo indicativo, sono da ritenere sufficienti le misure ottenute dalla quarta
postazione, ottenute mediante materiale filtrante non soggetto all’inconveniente
descritto.
Prendendo in considerazione il rapporto Pb/V, possibile indice del contributo
inquinante del traffico autoveicolare in rapporto a quello dovuto alla combustione
di oli minerali, si nota che, confrontando le tre postazioni indagate, il valore medio
più basso si riscontra a Capezzano Pianore nei pressi degli edifici scolastici . La
postazione risulta in effetti una delle meno interessate dal traffico automobilistico.
Le due postazioni che invece presentano un rapporto medio più elevato sono
quelle presso il Distretto ASL di Pietrasanta, non lontano dall’ ingresso della Via
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 73
Sarzanese nell’abitato e dai parcheggi (ASL, Stazione Carabinieri); e quella
presso L’Ospedale Unico della Versilia, della cui localizzazione tra due grandi assi
viari è stato già detto.
In generale, di fronte ai dati presentati nelle relative tabelle, si può affermare che si
tratta comunque di concentrazioni di metalli associati al PM 10 abbastanza
modeste, anche se confrontate, sempre a titolo puramente orientativo, con quelle
fissate come obiettivi per la qualità dell’aria dalle linee guida dell’Organizzazione
Mondiale per la Sanità, che sono pari a 0,5 µg/m3 per il Pb (tempo di mediazione
1 anno) e ad 1 µg/m3 per il V (tempo di mediazione 24 h).
Al di là del loro modestissimo valore assoluto, ed anche in raffronto con altre
realtà più densamente urbanizzate, i dati in nostro possesso, pur limitati ad un
periodo breve di indagine, acquisteranno un certo significato relativo una volta
effettuate altre, ed eventualmente più estese e complete, determinazioni
analitiche.
PIOGGE ACIDE
Non risulta
che negli ultimi anni siano stati prelevati campioni di piogge sul
territorio della Versilia per sottoporli ad analisi chimica.
I dati disponibili più recenti e più prossimi all’area di Pietrasanta sono quelli relativi
alle deposizioni “bulk” e “wet” raccolte nel cortile dell’edificio in cui ha sede il
Dipartimento ARPAT nella città di Lucca, e a deposizioni “bulk” campionate nei
pressi degli spalti di S. Frediano, all’esterno delle mura urbane.
Si ricorda brevemente che le piogge considerate apportatrici di acidificazione al
suolo sono quelle con pH <5,65, che corrisponde al valore riscontrabile
teoricamente su deposizioni sature di CO2 ; l’analisi dei campioni suddetti ha
rilevato concentrazioni di cloruri relativamente abbondanti, che indicano come le
precipitazioni stesse risentano ancora della presenza di aerosol marino: vista la
non grande distanza in linea d’aria da Lucca, si è autorizzati ad ipotizzare che
eventuali campioni raccolti nell’area di Pietrasanta non differirebbero molto, nella
composizione chimica, da quelli disponibili.
Pertanto, si considerano brevemente due tabelle riepilogative dei valori medi,
minimi e massimi relativi alle serie di dati chimici e fisici ottenute rispettivamente
dai campioni di tipo “bulk” e “wet” prelevarti nella città di Lucca negli anni 1999 e
2000.
Comune di Pietrasanta
Le considerazioni
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 74
più generali che si possono trarre da questi dati sono
certamente estensibili anche al territorio del Comune di Pietrasanta.
I parametri determinati sono stati limitati ai seguenti: volume, pH, conducibilità,
due metalli pesanti (Piombo e Cadmio); alcuni anioni, e cioè Cl-, Br-, nitrati, solfati
e fosfati espressi come P2O5; le loro concentrazioni si riferiscono alle specie
presenti in soluzione e sono espresse in mg/l;
Il numero totale delle determinazioni analitiche effettuate ammonta a 610 nell’
anno 1999 e 350 nell’anno 2000.
mg/l
NO3
mg/l
P2O5
mg/l
SO4
mg/l
Cd
µg/l
Pb
µg/l
Conduc
. µS/cm
Volume
61
61
61
61
61
61
61
61
Tot
<5,6 22
Med 6,2
Med 5,97 Med 7,0
0,02 3,7
0,03 5,5
0,1
0,1
49,1
2945
0,02 4,1
0,05 7,0
0,1
0,1
55,4
2915
0,01 2,9
0,01 2,9
0,1
0,1
38,1
2997
Min 4,06 Min 0,5
0,00 0,4
0,00 0,8
0,0
0,0
13,3
90
Min 4,06 Min 0,5
0,00 0,9
0,00 1,2
0,0
0,0
16,4
90
0,00 0,4
0,00 0,8
0,0
0,0
13,3
200
Max 7,20 Max 21,6 0,09 17,7 0,79 65,3 0,5
1,4
174,0 8200
Max 7,20 Max 21,6 0,08 17,7 0,79 65,3 0,5
1,4
174,0 7800
0,6
84,5
(B)
(B)
Med 5,74 Med 4,9
(W)
(B)
(W)
(B)
Min 4,32 Min 0,8
(W)
(B)
(W)
(B)
Max 7,09 Max 20,1 0,09 8,0
(W)
(W)
0,12 6,2
0,3
8200
610
Misurati
mg/l
Br
61
>5,6 39
ml
Tot. Par.
Cl
61
Tot
pH
Piogge acide 1999
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 75
(B)
Med
. µS/cm
Volume
35
35
35
35
35
35
35
35
Med 4,7 0,02 3,5
0,05 2,9
0,1
0,9
45,9 3179
6,01 Med 5,5 0,02 4,1
0,07 3,4
0,1
1,0
52,9 3105
0,02 1,8
0,2
0,7
32,6 3321
(B)
5,75 Med 3,3 0,01 2,3
(W)
(W)
Min
4,12 Min
0,5 0,00 0,8
0,00 0,4
0,0
0,0
8,6
50
Min
4,29 Min
0,5 0,00 0,8
0,00 0,7
0,0
0,0
8,6
50
(B)
(B)
Min
4,12 Min
0,6 0,00 0,8
0,00 0,4
0,0
0,0
9,1
110
(W)
(W)
Max
7,12 Max
22, 0,10 22,8 0,39 13,8 0,5
3,9
162,0 1250
2
Max
(B)
7,12 Max
(B)
Max
7,01 Max
(W)
(W)
0
22, 0,10 22,8 0,39 13,8 0,4
3,9
2
15, 0,06 5,7
8
162,0 1180
0
0,10 4,1
0,5
1,7
110,0 1250
0
350
Par.
µg/l
Conduc
35
ml
Tot.
µg/l
Pb
Med
mg/l
Cd
8
mg/l
SO4
<5,6
mg/l
P2O5
Tot
mg/l
NO3
27
Br
35
>5,6
Cl mg/l
Tot
pH
Piogge acide 2000
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 76
N.B. Le determinazioni dei metalli pesanti sono state eseguite mediante
spettrofotometria A.A. e gli anioni mediante cromatografia ionica in fase liquida.
Le date indicate sulle tabelle si riferiscono all’ultimo giorno di un periodo di
campionamento
corrispondente a due settimane per mese, generalmente le
ultime; ovviamente questo vale a dire che non sono stati analizzati separatamente
i singoli eventi.
Dall’esame dei dati disponibili, si può evidenziare una notevole variabilità delle
ricadute e delle concentrazioni di soluti in funzione del periodo di raccolta.
Si ricorda brevemente che le deposizioni acide possono verificarsi o in
conseguenza delle precipitazioni (deposizioni umide) o in seguito ad assorbimento
ambientale di specie acide in fase gassosa o associate a particolato (deposizioni
secche).
Nei campioni caratterizzati da pH < 5,65, si presume un’azione acidificante di
rilievo a carico principalmente degli ossidi di azoto e del biossido di zolfo.
Nell’ anno 1999 il minimo valore di pH registrato è pari a 4,32, misurato su un
campione “W”; nell’ anno successivo il valore minimo è 4,12 (parimenti misurato
su un campione “W”).
Per tutti e due gli anni la media generale di tutti i campioni “B” è più vicina alla
neutralità della corrispondente media dei campioni”W” , da cui tuttavia si discosta
soltanto per ¼ circa di unità di pH.
Si registra pure, nell’anno 1999, un minimo nella media generale di tutti i valori di
concentrazione
di
piombo
ottenuti
dalle
deposizioni
“B”
e
“W”
(0,1
microgrammi/litro) rispetto alle corrispondenti medie generali registrate negli anni
precedenti; nell’anno successivo detta media generale, pur restando al di sotto di
1 microgrammo/litro, non sembrerebbe confermare il trend negativo osservato
negli ultimi anni, ma ciò è dovuto soprattutto al contributo delle concentrazioni più
alte presentate da alcuni campioni bulk, in particolare quelli raccolti dopo vari
giorni di assenza di precipitazioni (N.B: su un numero totale di campioni ridotto,
nell’anno 2000, rispetto all’anno precedente).
Non si esclude tuttavia un’attenuazione dell’effetto, inizialmente piuttosto sensibile,
dovuto alla diminuzione, nel tempo, del parco automobilistico circolante con
alimentazione a benzina contenente, come antidetonante, piombo tetraetile.
Nell’anno 2000, confrontando con quanto registrato negli anni precedenti, si
osserva invece il minimo valore di media generale di tutti i campioni analizzati per
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 77
l’anione solfato, che negli ultimi anni non sembrava presentare nella provincia
lucchese trend degni di particolare rilievo, facendo pensare ad una situazione
ormai stabilizzata su vasta scala, a mente del contributo che a questo parametro
viene localmente apportato anche dal trasporto su lunga distanza.
L’indicazione dell’anno 2000 sembra rafforzata dal fatto che anche le medie
generali riferite rispettivamente ai campioni bulk e ai campioni wet risultano le più
basse degli ultimi anni se confrontate con le medie omologhe degli anni
precedenti; e dalla diminuzione della percentuale di precipitazioni con eccesso di
acidità, che dal valore del 53% registrato nel 1997 è passata a quello del 23%
dell’anno appena trascorso.
Ciò induce a ritenere che il contributo del biossido di zolfo all’acidificazione delle
precipitazioni, per quanto in continua diminuzione, sia ancora tutt’altro che
trascurabile rispetto a quello apportato dagli ossidi di azoto.
Per questi ultimi non sembrano evidenziabili, a livello locale ed in base ai dati
analitici disponibili, variazioni di andamento significative.
2.4
Biomonitoraggio della qualità dell'aria mediante lo studio dei licheni epifiti
Il biomonitoraggio della qualità dell’aria mediante lo studio dei licheni epifiti è stato
realizzato nell’anno 2002 dal Settore Ambiente dell’Amministrazione Provinciale di
Lucca, in collaborazione con il Dipartimento Provinciale dell’ARPAT di Lucca.
I licheni epifiti sono organismi simbionti ormai da tempo utilizzati quali
bioindicatori della qualità dell’aria in quanto il loro metabolismo dipende
essenzialmente dall’atmosfera. In particolare le caratteristiche che fanno dei
licheni degli ottimi strumenti per la stima dell’inquinamento atmosferico sono
rappresentate principalmente dalla mancanza di aperture stomatiche e di strati
cerosi protettivi (cuticola); ciò fa sì che i licheni attuino gli scambi gassosi
attraverso tutta la superficie del tallo, rendendoli particolarmente suscettibili ad
eventuali sostanze presenti nell’atmosfera. Inoltre il lento metabolismo e la
notevole
longevità
di
tali
organismi
permette
di
ottenere
una
stima
dell’inquinamento su tempi abbastanza lunghi. Studi di ricerca hanno dimostrato la
sensibilità di tali organismi ad inquinanti atmosferici quali l’anidride solforosa,
idrocarburi, metalli pesanti, ossidi di azoto, piogge acide ecc. Tuttavia c’è da tener
presente che la metodica in oggetto non è in grado di fornire dati relativi a
concentrazioni istantanee di specifici inquinanti. Il biomonitoraggio della qualità
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 78
dell’aria può essere principalmente considerato un utile strumento di screening,
applicabile su vasti territori, al fine di evidenziare aree a rischio, nelle quali
eseguire indagini ambientali più approfondite (analisi chimico-fisiche, installazione
di centraline di monitoraggio ecc.), permettendo quindi una migliore gestione ed
utilizzazione delle risorse disponibili. Di non minore importanza l’utilizzo di studi di
bioindicazione ad integrazione degli studi di valutazione di impatto ambientale e di
pianificazione territoriale.
BIOINDICAZIONE - MATERIALI E METODI
Il metodo della bioindicazione si basa sullo studio della frequenza dei licheni epifiti
presenti su particolari essenze arboree dell’area di studio.
Ciascuna stazione di biomonitoraggio viene individuata scegliendo, tra le piante ad
alto fusto presenti sull’area di territorio indagato, alcune particolari essenze ( Tilia
sp., Quecus ilex, Quercus sp. sp., Castanea sp., Acer sp., Juglans sp., Alnus sp.
Fagus sp. ecc), in quanto caratterizzate da una corteccia con caratteristiche
omogenee ed idonee allo sviluppo dei licheni. Per garantire una sufficiente
copertura del territorio, laddove è possibile, viene posizionata una stazione per
kmq. Nell’ambito di ciascun kmq indagato, i rilevamenti vengono eseguiti su più
alberi scegliendo quelli con la frequenza lichenica più elevata. La frequenza
lichenica viene determinata utilizzando un apposito reticolo di campionamento,
formato da dieci rettangoli congruenti, di dimensioni 10x15 cm, disposti in due
colonne verticali di cinque rettangoli ciascuna; il reticolo viene appoggiato sul
tronco dell’albero ad una determinata altezza da terra. La frequenza di ciascuna
specie lichenica presente all’interno del reticolo, corrisponde all’Indice di Purezza
Atmosferica (I.A.P.) della specie. L’ I.A.P. totale per una stazione è la somma delle
frequenze di tutte le specie presenti nel reticolo di campionamento ed esprime il
grado di qualità atmosferica. Maggiore è questo valore, migliore è la qualità
dell’aria in prossimità dell’area di rilevamento.
Elaborazione dei dati
Le stazioni di bioindicazione vengono classificate sulla base del proprio valore di
I.A.P., in sette classi di qualità dell’aria (I*, I, II, III, IV, V, e VI), in cui i valori
crescenti sono indice di una peggiore qualità dell’aria.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 79
RISULTATI E DISCUSSIONE
Nl caso del Comune di Pietrasanta il biomonitoraggio ha riguardato 44
stazioni,corrispondenti a circa una stazione per Km2. Nella tabella si consulta il
numero totale delle stazioni di biomonitoraggio e la relativa distribuzione, in valore
assoluto ed in percentuale, nelle diverse classi di qualità dell’aria.
Colore
etichetta
Classe di
qualità
0 - 4,5
nero
VI
4,5-12,5
rosso
V
IAP
12,5 - 25,5 arancio
IV
25,5 - 37,5 giallo
III
37,5 - 50,5 verde
II
50,5 – 65,
5
> 65,5
blu
I
viola
Stazioni
Stazioni
(n°)
(%)
0
0
Stazioni (%)
(fasce
semplificate)
VI
+
1
2
V
5
11
IV
+
16
36
III
13
30
II
+
2%
47 %
46 %
7
16
I
I*
2
5
I*
Totale
44
100 %
100 %
5%
VI : ambiente con alterazioni tali da ostacolare fortemente lo
sviluppo lichenico
V : ambiente con forti alterazioni della qualità dell’aria
Classi di Qualità
IV: ambiente con marcate alterazioni della qualità dell’aria
III: ambiente con medie alterazioni della qualità dell’aria
II : ambiente con lievi alterazioni della qualità dell’aria
I : ambiente senza apprezzabili alterazioni della qualità dell’aria
I* : la qualità dell’aria risulta, con maggiore probabilità, buona
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 80
È possibile osservare che non vi sono stazioni della classe VI (deserto lichenico nero).
Una stazione, in viale Carducci a Marina di Pietrasanta, ha dato risultati che
indicano un condizione di forte disturbo ambientale (classe V – rosso). Questa
situazione si registra in una località urbana nei pressi del lungomare, interessata
da traffico con frequenti rallentamenti per la presenza di crocevia con semafori
(tabella 5 e figura 11). Cinque stazioni, pari all’11% del territorio indagato
manifestano ambienti con marcata alterazioni della qualità dell’aria (classe IV arancio). Tali situazioni si riscontrano principalmente nelle zone urbane
attraversate da vie piuttosto transitate e/o con la presenza di attività produttive.
Sedici stazioni, corrispondenti al 36% del totale, presentano medie alterazioni
della qualità dell’aria (classe III - giallo). Tredici siti ricadono nella classe II (verde),
con solo lievi disturbi ambientali. Nove stazioni monitorate sono risultate in classe
I, di queste, due hanno dato valori di IAP particolarmente elevati (classe I*, colore
viola). I grafici delle figure 9 e 10 sintetizzano quanto sopra descritto. La
maggioranza delle stazioni di bioindicazione è distribuita nella II (30%) e III classe
(36%) di qualità corrispondenti a luoghi con lievi o medie alterazioni della qualità
dell’aria; il 13% delle stazioni appartengono ad ambienti con marcate alterazioni
della qualità dell’aria (11% classe IV e 2% classe V). Piuttosto estesi risultano
anche i luoghi con buona qualità dell’aria rappresentati dal 21% delle stazioni
(16%
classe I e 5% classe I*).
I
16%
I* VI V
5% 0% 2%
IV
11%
VI
V
VI+V
2%
IV
III
III
36%
II
30%
II
I
I*
IV+III
47%
II+I+I*
51%
VI+V
Figura 9: percentuali delle stazioni
appartenenti
alle
classi di qualità
diverse
IV+III
II+I+I*
Figura 10: percentuali delle stazioni
secondo classi di qualità
semplificate.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 81
Le figure 1 e 1 illustrano cartine semplificate del territorio in oggetto, con le
stazioni di biomonitoraggio contrassegnate da un simbolo dell’albero di colore
corrispondente alla classe di qualità di appartenenza. In particolare la figura 12
mostra la distribuzione territoriale delle isoaree. Dall’analisi dei risultati illustrati
nella tabella 6, figure 1 e 2 è possibile osservare che circa la metà del territorio è
caratterizzato da aree giallo – arancio: ambiente con medie – marcate alterazioni
della qualità dell’aria. Tali zone si estendono da sud ovest (Marina di Pietrasanta)
dove ritroviamo, in corrispondenza delle principali linee viarie del litorale, una
stazione di classe V (rosso), fino a tutto il centro urbano di Pietrasanta. L’area in
oggetto è interessata da molteplici arterie stradali (autostrada, via Aurelia, via
Italica, etc.), centri urbani e produttivi. Il restante 50% circa del territorio presenta
isoaree di colore principalmente verde e blu con limitate isole viola. Tale
condizione corrisponde ad un ambiente con lievi alterazione della qualità dell’aria
e si ritrova principalmente nella zona più a nord, isoaree di colore verde, con un
progressivo miglioramento in corrispondenza delle aree collinari area blu
(ambiente senza apprezzabili turbamenti della qualità dell’aria) e zona viola
risultante da IAP particolarmente elevati equivalenti a condizioni di buona qualità
dell’aria. La classe I è rappresentata in luoghi per la maggior parte privi di traffico
veicolare (tabella 5) e scarsamente antropizzati; in particolare le due stazioni con
valori IAP più elevati (I*) sono localizzate a nord, ad altitudini intorno ai 300 m
s.l.m.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Figura 1:
cartina semplificata con ubicazione delle stazioni indicate da un
simbolo dell’albero di colore corrispondente alla classe di qualità dell’aria.
Pg. 82
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 83
Figura 2: cartina semplificata con elaborazione delle isoaree ((aree con IAP
nella stessa classe di qualità).
Comune di Pietrasanta
2.5
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 84
Monitoraggio tramite bioindicazione dell’ozono negli anni 2000 e 2002
Nel periodo
agosto-settembre 2000 e nel periodo luglio-agosto 2002 Il
Dipartimento Provinciale Arpat di Lucca ha effettuato su tutto il territorio della
Versilia, per conto del Comune di Pietrasanta, Sistema Smaltimento RSU della
Versilia, due campagne di biomonitoraggio dell’ozono, con la collaborazione per
entrambe le campagne della Linnaea Ambiente srl e per il solo anno 2000 anche
della Bioproject srl.
Stante la metodologia di elaborazione dati utilizzata non è possibile ricostruire
mappe specifiche per il solo Comune di Pietrasanta, il cui territorio è però
integralmente ricompreso nell’area di indagine.
Nell’anno 2002 la campagna è stata basata su una rete di 7 stazioni distribuite in
maniera sistematica sul territorio versiliese più una “fuori griglia” in cui i
biomonitors erano accoppiati agli analizzatori automatici di O3. Ciascuna stazione
era equipaggiata con 6 piante di Nicotiana tabacum cv. Bel W3 allevate in
condizioni standardizzate.
Nell’anno 2000 la campagna è stata basata su una rete di 8 stazioni, mentre non
era presente la stazione “fuori griglia”.
In entrambe le campagne sono state adottate procedure di Quality Assurance
standardizzate.
Gli
elementi
caratterizzanti la
campagna
di
monitoraggio
2002,
a
cui
principalmente ci si riferisce in quanto più recente e completa (la campagna 2000
ha avuto peraltro impostazione simile, salvo la mancanza della stazione di
intercalibrazione con la rete chimico-fisica), sono stati:
•
la rete di rilevamento mediante analizzatori chimico-fisici, dedicata alla misura
di determinati inquinanti su un numero limitato di punti del territorio provinciale
distribuiti secondo i criteri definiti dalla legislazione vigente. Questa rete
fornisce i dati in ottemperanza alle leggi vigenti, permette la valutazione dei
trend temporali di brevissimo, breve, medio e lungo periodo e fornisce i dati di
riferimento per la calibrazione dei bioindicatori;
•
la rete di monitoraggio biologico, dedicata alla stima dei livelli di O3 su un
numero elevato di punti distribuiti sistematicamente sul territorio versiliese.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 85
Questa rete dovrebbe fornire la possibilità di estendere al territorio provinciale
le misure effettuate dalle rete di analizzatori chimico-fisici.
Tra le varie applicazioni dei bioindicatori, quella basata sulla sensibilità specifica
all’ O3 della cultivar di tabacco (Nicotiana tabacum) Bel W3 permette una notevole
coerenza tra stressor di interesse e indicatore di risposta. La metodologia è inoltre
ben sperimentata a diverse scale ed in diverse realtà ambientali, in Italia ed
all’estero.
I bioindicatori utilizzati sono stati prodotti a cura di ARPA Emilia Romagna in
condizioni controllate, ma non in aria filtrata, fino alla loro esposizione all'aria. Ogni
set di piante è rimasto in campo per 4 settimane e poi sostituito con uno nuovo. In
base agli obbiettivi dell’indagine, e per contenere i costi, è stato deciso di
concentrarsi su un periodo ridotto, una “finestra temporale" di due mesi, tra Luglio
e Settembre.
Le stazioni sono state visitate settimanalmente per la valutazione del danno
fogliare, effettuata secondo procedure operative standardizzate. Il danno tipico da
O3 (costituito da piccoli spot necrotici di colore dal bianco al nero, Fig. 1) è stato
valutato secondo categorie percentuali codificate da 0 (nessun danno) a 8 (>- 40
% della superficie della foglia coperta da necrosi). Ogni squadra ha sempre
rilevato le stesse stazioni e – essendo il dato di base derivato dal confronto tra
settimane successive – questo accorgimento dovrebbe limitare il peso della
soggettività di valutazione.
Dai dati di danno fogliare è stato poi calcolato l'indice di danno fogliare (LII, Leaf
Injury Index):
∑
LII =
N
0
( C n − C n − 1)
N
dove:
LII
= Indice di danno fogliare
N
= numero di foglie valutato alla settimana n-1
Cn
= punteggio della foglia alla settimana n
Cn-1 = punteggio della foglia alla settimana n-1
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 86
I sintomi attribuibili ad O3 sono stati osservati in tutte le stazioni installate ed a tutte
le date. I sintomi sono risultati leggermente più intensi nella prima ed ultima
settimana di osservazione relativa al secondo set di piante (14 Agosto-9
Settembre); a parte valori per lo più bassi della seconda settimana, nessuna
sostaziale differenza è stata osservata tra le varie settimane relative al primo set di
piante (10 Luglio-7 Agosto).
La relazione fra i sintomi attribuibili ad ozono ed i livelli di concentrazione
dell’inquinante è stata ottenuta
elaborando i dati rilevati da 5 stazioni di
calibrazione di cui 3 appartenenti alla rete di monitoraggio della Provincia di Lucca
e due della Provincia di Firenze.
Per ogni stazione sono stati utilizzati i valori di M24 (media settimanale delle 24
ore), M7 (media settimanale delle 7 ore comprese tra le 9 e le 16), M1 (media
settimanale dei massimi orari) ed AOT40 (Accumulated Over Threshold 40 ppb),
rispettivamente descrittori di esposizione cronica (M24), acuta (M7 ed M1) e
cumulata (AOT40) ad O3.
I valori di M24, M7, M1 ed AOT40 sono stati confrontati con i corrispondenti valori
di LII rilevati nelle stazioni ubicate presso le centraline di monitoraggio. I confronti
sono stati effettuati considerando i valori medi su tutto il periodo esaminato.
Sulla base di questi risultati è stata effettuata una mappatura dei vari descrittori di
O3 a livello della Versilia (Fig. 8). Le mappe vanno considerate tenendo presente
sia l’errore di stima del valore mappato sia l’errore di stima della regressione. La
distribuzione dei valori di O3 per tutti i descrittori nel periodo considerato evidenzia
livelli stimati più elevati nelle zone occidentali e merdionali della Versilia. I massimi
settimanali stimati passano da 100-120 µg m-3 delle costiere, 120-140
dell’entroterra, ai 140-160 della zone a sud-est e nord-ovest del territorio. Picchi di
160-180 µg m-3 sono stati stimati per le alture immediatamente prospicenti
Viareggio. Andamenti analoghi, seppur per livelli di O3 ovviamente più bassi, sono
evidenti per gli altri descrittori, M7 e M24.da <100 µgm-3 delle zone apuane più
remote, ai 100-140 della zone centro-costiere, ai 140-160 della zone a sud-est e
nord-ovest del territorio. Andamenti analoghi, seppur per livelli di O3 ovviamente
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 87
più bassi, sono evidenti per gli altri descrittori, M7 ed M24. Una forte componente
sembra quindi determinata dall’altitudine.
Data la disponibilità dei dati rilevati nella precedente campagna dell’anno 2000 è
stato possibile provare ad effettuare un confronto, basato sulla comparazione
diretta dei valori ottenuti presso i vari siti e sul confronto dei valori relativizzati. Con
le dovute cautele, stante le numerose condizioni che èstato necessario porre, è
stato anche effettuato un confronto dei valori di O3 stimato.
I risultati dell’esercizio hanno evidenziato valori di O3 stimati per il 2000
nettamente superiori rispetto a quelli stimati per il 2002.
Nelle figura che segue sono riportate le stime dei valori medi dei massimi orari
rispettivamente nel periodo 3 luglio-4 settembre 2002.
4880
4875
Casamazzei
P.te Sazzemese
4870
4865
Fiumetto
Fornaci
Anticiana
4860
Le Carbonaie
Quiesa
4855
1590
1595
1600
1605
1610
VERSILIA
Stima delle medie massime orarie
(M1) di ozono
3 Luglio-4 Settembre 2002
<60
60-100
100-120
120-140
140-160
160-180
180-200
200-220
220-240
>240
Comune di Pietrasanta
2.6
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 88
Inquinamento acustico
Obiettivo dell’indicatore è la determinazione dei livelli di inquinamento acustico nel
territorio comunale.
Costatato che sono sempre maggiori, in particolar modo durante la stagione
estiva, le richieste di verifica dei livelli di emissione sonora delle attività produttive
o ricreative in genere, sia nel centro storico che lungo la fascia costiera dove sono
presenti numerosi locali di grande aggregazione.
È necessario altresì approfondire ed analizzare le indagini di clima acustico
relative a particolari “criticità” presenti sul territorio del Comune quali:
•
la strada Statale Aurelia nel tratto che attraversa il centro abitato di
Pontestrada – Ponterosso,
•
la linea ferroviaria nel tratto dalla Stazione Ferroviaria sino a Ponterosso,
•
l’Autostrada A12 per tutto il tratto che attraversa il territorio comunale
•
le altre strade di grande comunicazione (Viale Roma, Viale Unità d’Italia), al
fine di predisporre gli atti programmatici e di risanamento necessari;
Nono più prorogabile appare la necessità di predisporre ai sensi della Legge
Quadro sull’inquinamento acustico (L. 26 ottobre 1995 n°447 art. 6) il Piano
Comunale di azzonamento, al fine di classificare il territorio secondo i criteri
dell’art.4 comma 1 lettera a).
Per rispondere nel modo più efficace alle istanze sopra presentate il Comune di
Pietrasanta e l’Arpat hanno concordano di realizzare una Commissione mista di
tecnici, con il compito di esercitare le funzioni di controllo e di vigilanza per
l’attuazione della L.n°447 del 26 ottobre 1995, nonché funzioni amministrative di
controllo, affidate ai Comuni, oltre a procede alla redazione del documento di
“classificazione del territorio comunale”, ai sensi della L. n° 447 del 26 Ottobre
1995.
2.7
Conclusioni sullo stato di qualità dell’aria
Le emissioni in atmosfera si concentrano nelle aree urbanizzate della pianura e
sono dovute principalmente al traffico veicolare.
Il contributo degli usi energetici civili (riscaldamento e sanitari) è estremamente
ridotto in relazione alla estrema diffusione della metanizzazione. Il metano è infatti
un combustibile pulito caratterizzato da fattori di emissione minimi. Molto maggiore
è invece la rilevanza del suo contributo per quanto concerne le emissioni di
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 89
anidride carbonica, che non sono però significative a livello locale, ma solo per il
loro carattere climalterante.
In carenza di sufficienti dati di traffico non è possibile estrarre dal totale delle
emissioni da traffico veicolare il contributo di sorgenti lineari, tranne che per
quanto concerne l’autostrada A12.
La residua viabilità è considerata quindi come sorgente diffusa. Questa
approssimazione non comporta errori significativi, ma si deve tenere conto che
possono aversi effetti locali ai bordi dei principali assi viari per quanto concerne la
concentrazione degli inquinanti primari (CO, NO, PM10, COV), specie in presenza
di semafori o di punti comunque critici per la circolazione.
Le stime riferite alle emissioni di origine industriali sono da ritenere solo come
indicative, si è adottato però un criterio cautelativo ed i valori riportati sono da
ritenere come sovrastimati.
In mancanza di uno specifico studio di settore non si sono fatte valutazioni
quantitative sulle emissioni di polvere che si originano dalla lavorazione lapidea.
Tali emissioni sono però da ritenere comunque trascurabili per quanto concerne
l’influenza sulla qualità dell’aria per il parametro PM10 (polveri con granulometria
inferiore a 10 micron), che concerne le frazione delle polveri, che essendo
respirabile è ritenuta di interesse sanitario.
La distribuzione granulometrica delle polveri che si originano dalla lavorazione
lapidea è infatti caratterizzata da elevate granulometrie, con ridotta presenza di
polveri fini.
Esclusi possibili limitati transitori e poco rilevanti fenomeni che possono
concernere come già detto l’immediata vicinanza dei maggiori assi stradali e con
riserva di specifiche valutazioni che verranno di seguito fatte circa le
concentrazioni di ozono nei mesi estivi, la qualità dell’aria nel Comune di
Pietrasanta può essere stimata come buona e non è prevedibile, anche per le
favorevoli condizioni meteorologiche che limitano le situazioni di accumulo degli
inquinanti nell’atmosfera, il superamento dei limiti di qualità dell’aria previsti dalla
vigente normativa o il verificarsi di episodi acuti che possano comportare il
raggiungimento dei valori di attenzione.
Queste valutazioni trovano conferma dai risultati dell’indagine svolta nel 2002 sulla
distribuzione nel territorio comunale di licheni epifiti, che vede l’assenza, anche
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 90
nelle aree urbanizzate, di situazioni di deserto lichenico ed una prevalenza delle
classi da I a III. Sono quindi ridotte le aree del territorio comunale dove dalla
risposta biologica dei licheni epifiti risultano marcate o forti alterazioni della qualità
dell’aria.
Stante il preponderante contributo al quadro emissivo del traffico veicolare è
prevedibile che si abbia una punta emissiva nei mesi estivi per gli elevati livelli di
traffico legati alle presenze turistiche.
Questa situazione, risultando la punta emissiva concomitante con il periodo di
maggiore insolazione, potrebbe comportare il raggiungimento, su parte del
territorio comunale e specialmente sulle colline, di elevati livelli di concentrazione
di punta di ozono.
I dati rilevati con il monitoraggio tramite bioindicazione dell’ozono nell’anno 2002
appaiono rassicuranti, come pure i risultati di un mese di monitoraggio nell’anno
2001 nel Comune di Forte dei Marmi, in situazione quindi equivalente a quella del
Comune di Pietrasanta.
Quanto sopra risulta però solo parzialmente rassicurante per la peculiarità
meteorologica dell’estate 2002, specialmente del mese di agosto. L’elaborazione
dei dati della campagna di bioindicazione 2000 conferma la possibilità che in
diverse situazioni meteorologiche, con persistenti periodi di alta pressione i valori
di concentrazione massimi di ozono come medie orarie possano essere
significativamente superiori a quelli riscontrati nell’anno 2002.
La ripetizione negli anni 2003 e 2004 delle campagne di monitoraggio tramite
bioindicazione dell’ozono dovrebbe permettere di giungere a conclusioni più
precise.
Comune di Pietrasanta
3
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 91
Analisi Meteoclimatica
L’analisi delle condizioni meteorologiche è di assoluta rilevanza per la
caratterizzazione del sistema climatologico che viene analizzato per la sua
interrelazione con il sistema aria, ai fini della dispersione delle emissioni
inquinanti, e con il sistema energia, ai fini dei fabbisogni di termoregolazione e dei
relativi consumi energetici.
Nel presente documento sono stati esaminati i dati climatici e meteorologici relativi
agli andamenti medi annuali delle varie grandezze che caratterizzano i fenomeni
atmosferici, quali la direzione ed l’intensità del vento, la temperatura, l’umidità, le
precipitazioni e la stabilità atmosferica.
L’analisi ha richiesto il censimento dei dati disponibili per la caratterizzazione
dell’area considerata, confrontando le relative variabili misurate, i periodi storici
disponibili e la posizione rispetto alla zona in esame.
Le fonti da cui si individuano i dati rappresentativi delle condizioni meteoclimatiche del sito in esame sono:
‚
Primo Rapporto sullo stato dell’Ambiente nella Provincia di Lucca.
‚
Archivio meteo RAMS, LAMMA regione Toscana, per l’anno 2002.
‚
Pisa San Giusto, stazione 158 dell’Aeronautica Militare, che fornisce dati per il
periodo dal 1951 al 1991.
‚
Dati del Servizio Agrometereologico Regionale (ARSIA – Regione Toscana)
[Rapporto sullo stato dell’Ambiente nella Provincia di Lucca, 1999]
‚
Dati del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale - Pisa, Aeronautica
Militare, Osservatorio Ximeniano [ pubblicati sul sito internet del L.A.M.M.A. ]
Per la caratterizzazione dei regimi pluviometrici, anemologico, di temperatura e di
stabilità atmosferica si è fatto quindi riferimento sia ai dati contenuti in
pubblicazioni ufficiali di enti provinciali e regionali nonché ai dati dell'archivio
meteo RAMAS (L.A.M.M.A.) del quale si sono elaborati i dati del quadrante
relativo al Comune di Pietrasanta e corrispondente ad un area di 4 km quadrati. Si
è inoltre scelto di far riferimento ai dati registrati dalla centralina meteo climatica di
Pisa San Giusto, in quanto il periodo di osservazione (1990 - 1996) dei dati a
disposizione può fornire utili indicazioni, seppur la centralina sia posta a circa 35
chilometri di distanza dal Comune di Pietrasanta.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 92
Obiettivo fondamentale dell’analisi dei dati meteorologici è stato in particolare
quello di inquadrare l’area in esame sia per quanto riguarda la struttura cinematica
del campo di vento, sia per quanto concerne l’andamento della turbolenza ad esso
associata. Lo studio è stato quindi condotto elaborando i dati di vento dalle varie
fonti disponibili, attraverso la costruzione della rosa dei venti e la definizione delle
classi di stabilità atmosferica.
Si sono anche utilizzati, per la caratterizzazione del clima del Comune di
Pietrasanta nella Provincia di Lucca, i dati del Servizio Agrometereologico
Regionale (ARSIA – Regione Toscana) la cui rete di monitoraggio, nella Provincia
di Lucca, è composta dalle seguenti 14 stazioni agrometereologiche.
Di queste se ne sono selezionate due che risultano essere più significative per la
descrizione del clima nel comune di Pietrasanta. Si fa quindi riferimento alle
stazioni di:
LIDO CAMAIORE
UTM: E 600200, N 4861200;
Quota 5 m
FORTE DEI MARMI
UTM: E 597300, N 4871600;
Quota 70 m
I cui dati sono stati pubblicati nel Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della
Provincia di Lucca.
Comune di Pietrasanta
3.1
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 93
Caratteristiche meteorologiche
La climatologia locale del sito in esame è stata definita tramite i parametri di:
ƒ
velocità e direzione del vento,
ƒ
temperatura,
ƒ
radiazione solare
ƒ
precipitazioni,
ƒ
umidità,
ƒ
stabilità atmosferica.
Inquadramento generale
Il comune di Pietrasanta è uno dei comuni della provincia di Lucca situato nella
regione costiera, Versilia. Il comune conta circa ventimila abitanti (20.101) ed una
superficie di 41.84 kmq con una relativa densità abitativa pari a 293 Ab/kmq (dati
del Piano terrritoriale di Coordinamento - Provincia di Lucca 2000). Dalle stime
della Regione Toscana la popolazione è prevalentemente presente in centri abitati
90.81% come anche la distribuzione delle abitazioni è per il 65.77% localizzata in
centri abitati.
Il clima è temperato e tipicamente mediterraneo. La zona infatti rientra nella
regione climatica tirrena caratterizzata da clima mite e piovosità limitata. Le
caratteristiche storiche della meteorologia e climatologia della zona si prendono in
riferimento ai dati del Comune di Massa, distante circa 10 km e sono riportate di
seguito in parallelo con i dati di Lucca per poter mostrare le principali differenze.
Infatti si ritrova un clima caratterizzato da maggiore piovosità nella zona costiera
massimo storico di precipitazioni 1730 mm a Massa contro 812 mm di Lucca. Allo
stesso modo i giorni di gelo ( temperatura inferiore a 0°C ) sono 47 a Lucca nel
1991 e 34 a Massa nello stesso anno con un andamento contrario per quanto
riguarda i giorni con temperature maggiori di 34°C che a Massa sono 27 e a Lucca
20. Nella zona costiera quindi le temperature minime assolute possono
raggiungere i 7°C sotto lo zero e le massime ben 39.5°C.
Le direzioni principali del vento sono variabili da E – ESE a WSW SW con venti
che possono raggiungere i 7 m/s di velocità come dato di media mensile.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 94
MASSA
Dati del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale - Ufficio Compartimentale di
Pisa
Lat: 44.03 Lon: 10.12 Quota: 65 s.l.m
Precipitazioni
Periodo
Media (mm)
Massimo (mm)
Anno
Minimo (mm)
Anno
Anno
1198.5
1729.3
1979
887.8
1991
Primavera
279.2
458.4
1975
105.6
1973
Estate
166.4
451.6
1992
42
1993
Autunno
402.2
713.6
1960
131.2
1983
Inverno
348.5
742.2
1979
91.2
1993
Indici Climatici
Parametr
o
Media
Numero di giorni di
gelo
- giorni
Numero di giorni senza
disgelo
-
Numero G_34
- giorni
Maximum 34 giorni (1963 -1991)
27 giorni (1981)
* Giorni di gelo: temperatura minima sotto gli 0 °C
** Giorni senza disgelo: temperatura massima sotto gli 0 °C
*** G_34 : giorni con temperatura massima uguale o superiore a 34 °C
Gli Estremi
Temperatura Minima
Assoluta
- 6.9 °C
( 7 Gennaio 1985 )
Serie di dati: 1951-1996.
Temperatura Massima
Assoluta
38.3 °C
( 5 Agosto 1981)
Pioggia Massima
giornaliera
150.2 mm
( 20 Settembre 1967)
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 95
LUCCA
Dati del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale - Ufficio Compartimentale di
Pisa
Lat: 43.85 Lon: 10.50 Quota: 20 s.l.m
Precipitazioni
Periodo
Anno
Primavera
Estate
Autunno
Inverno
Media (mm)
1188
266.6
163.5
407.9
464.8
Massimo (mm)
812.2
451
720
726.8
710.6
Anno
1992
1971
1992
1966
1979
Minimo (mm)
797
95.8
65.4
139.4
121
Anno
1985
1973
1962
1970
1991
Indici Climatici
Parametro Numero di giorni di gelo
Numero di giorni senza
disgelo
Numero G_34
Media
17.8 giorni
-
5.3 giorni
Massimo
46 giorni (1991)
-
20 giorni (1994)
* Giorni di gelo: temperatura minima sotto gli 0 °C
** Giorni senza disgelo: temperatura massima sotto gli 0 °C
*** G_34 : giorni con temperatura massima uguale o superiore a 34 °C
Gli Estremi
Temperatura Minima
Assoluta
- 13.4 °C
( 11 Gennaio 1985 )
Serie di dati: 1951-1996.
Temperatura Massima
Assoluta
39.5 °C
( 26 Luglio 1958)
Pioggia Massima
giornaliera
136.2 mm
( 26 Novembre 1990)
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 96
Regime Anemologico
Per la valutazione del regime anemologico sono stati presi in considerazione le
tipologie di dati a disposizione. Nelle tabelle di seguito riportate si evidenziano i
valori misurati, a terra, dalle centraline della rete di rilevamento dell'ARSIA
pubblicati sul rapporto dello stato dell'Ambiente della Provincia di Lucca.
Stazioni
Velocità media mensile vento [ m/s ]
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
Lido di
Camaiore
0.6 0.7 0.9 1.1 1.0 1.1 1.0 0.9 0.9 0.7 0.7 0.6
Strettoria
1.0 1.0 1.2 1.4 1.1 1.1 1.1 1.1 1.2 1.1 1.1 1.0
Fonte: Primo Rapporto sullo Stato dell'Ambiente nella Provincia di Lucca, 1999;
ARSIA
Stazioni
Lido di
Camaiore
Strettoria
Velocità massima media vento [ m/s ]
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
3.5 3.9 4.6 5.1 4.7 4.8 4.5 4.4 4.5 4.1 3.8 3.7
6.1 5.8 6.5 6.9 5.9 4.9 5.8 5.9 5.7 5.8 6.4 6.3
Fonte: Primo Rapporto sullo Stato dell'Ambiente nella Provincia di Lucca, 1999;
ARSIA
Stazioni
Lido di
Camaiore
Strettoria
Classe vento medio
Direzione prevalente
0.3 - 1.5 m/s
N
0.3 - 1.5 m/s
N-E
Fonte: Primo Rapporto sullo Stato dell'Ambiente nella Provincia di Lucca, 1999;
ARSIA
In particolare per il comune di Pietrasanta si può fare diretto riferimento ai dati
rilevati dalla centralina di Lido di Camaiore. Come si può osservare, i valori di
velocità del vento rilevati sono in media modesti (classe di velocità del vento 2:
0,3-1,5 m/s). I valori massimi si registrano nei mesi di marzo e aprile.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 97
Si sono poi elaborati i dati dell'archivio meteorologico RAMS L.A.M.M.A. della
Regione Toscana relativamente alla centralina "virtuale" n.1851, i cui dati si
riferiscono ad una maglia di 4km x 4 km, situata in posizione baricentrica rispetto
al comune di Pietrasanta. I dati elaborati di seguito si riferiscono alla minima quota
presente nell'archivio meteo e pari a 38 m s.l.m. .
N
NNW
160
NNE
140
120
NW
NE
100
80
WNW
ENE
60
40
20
W
0
E
WSW
ESE
SW
SE
SSW
SSE
S
Tabella delle Frequenza di accadimento (millesimi) delle condizioni
meteorologiche per la classe di stabilità atmosferica A
Classi di velocità in percentuale (%)
classi
[m/s]
%
Cl. di velocità
Cl. di velocità
Cl. di velocità
Cl. di velocità
Cl. di velocità
Cl. di velocità
1
2
3
4
5
6
totale
0.5 - 1
1-2
2-3
3-5
5-7
>7
4.1
15.3
22.0
30.2
18.0
10.5
100
La stima delle calme è stata effettuata considerando per calma di vento i valori
della velocità inferiori a 0.5 m/s ed i risultati riportati in tabella.
Comune di Pietrasanta
Dati
Totale
totali
dati
Calme di vento
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Analizzati =
validi =
7932
7932
dati =
107
Pg. 98
[ 1.35 % ]
Si sono riportati i dati di velocità del vento alla quota di 10 m s.l.m. tenendo conto
della classe di stabilità e applicando la formula seguente nel caso di terreno liscio
con i coefficienti mostrati in tabella:
 Z 
U = uo ⋅  
 Zo 
m
dove U velocità all’altezza desiderata, uo velocità all’altezza
di 10 m, Z altezza nota in metri, Zo altezza 10 m, m
coefficienti esponenziali funzione delle classi di stabiltà
Con i dati orari di velocità del vento così elaborati si sono ricalcolate l’incidenza
percentuale delle classi di velocità del vento per il periodo considerato.
Tabella delle Frequenza di accadimento (%) della classe di velocità del vento
Classi di velocità in percentuale (%)
classi
[m/s]
%
0.25
Cl. di velocità
1
1
26.64
Cl. di velocità
2
1-2
22.93
Cl. di velocità
3
2-3
22.23
Cl. di velocità
4
3-5
10.09
Cl. di velocità
5
5-7
1.36
Cl. di velocità
6
>7
100
totale
La stima delle calme è stata effettuata valutando le calme di vento come i valori
della velocità inferiori a 1 m/s, i risultati sono riportati in tabella sopra riportata.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 99
Tabella delle Frequenza di accadimento (millesimi) delle condizioni
meteorologiche per la classe di stabilità atmosferica A
Dati
Totale
totali
dati
Analizzati =
validi =
7932
7932
dati =
853
Calme di vento
[ 10.75 % ]
0
360
345
7
30
45
6
330
60
5
ge n
4
315
75
fe b
3
mar
2
300
90
1
285
a pr
mag
105
0
giu
lug
270
120
a go
se t
255
135
ott
nov
240
150
225
dic
165
210
180
195
Figura delle Medie del valore dell'intensità del vento [m/s] per i mesi
dell'anno 2002 per il comune di Pietrasanta dati archivio meteo R.A.M.S.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 100
Rosa dei venti - dati meteo Aeronautica Militare
N
NNW
NW
WNW
W
55
50
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
NNE
NE
2 - 4 nodi
ENE
E
5 - 7 nodi
8 - 12 nodi
13 - 23 nodi
WSW
ESE
> 24 nodi
SE
SW
SSW
SSE
S
Figura delle Distribuzione dei venti secondo le informazioni raccolte
dall’Aeronautica Militare elaborate per un anno tipo (dal 1951 al 1991) per la
stazione di San Giusto (Pisa).
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 101
N
NNW
7
NNE
6
NW
NE
5
1-3
4
3
WNW
ENE
2
7-9
1
10-12
0
W
4-6
E
13-15
16-18
WSW
ESE
19-21
22-24
SW
SE
SSW
SSE
S
Figura delle Medie dell'intensità del vento [m/s] per le ore del giorno
relativamente al primo trimestre dell'anno 2002 - dati archivio meteo
R.A.M.S.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 102
N
NNW
8
NNE
7
6
NW
NE
5
1-3
4
WNW
ENE
3
7-9
2
1
10-12
0
W
4-6
E
13-15
16-18
WSW
ESE
19-21
22-24
SW
SE
SSW
SSE
S
Figura delle Medie dell'intensità del vento [m/s] per le ore del giorno
relativamente al secondo trimestre dell'anno 2002 - dati archivio meteo
R.A.M.S.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 103
N
NNW
8
NNE
7
6
NW
NE
5
1-3
4
WNW
ENE
3
2
7-9
1
10-12
0
W
4-6
E
13-15
16-18
WSW
ESE
19-21
22-24
SW
SE
SSW
SSE
S
Figura delle Medie dell'intensità del vento [m/s] per le ore del giorno
relativamente al terzo trimestre dell'anno 2002 - dati archivio meteo R.A.M.S.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 104
N
NNW
8
NNE
7
6
NW
NE
5
1-3
4
WNW
ENE
3
7-9
2
1
10-12
0
W
4-6
E
13-15
16-18
WSW
ESE
19-21
22-24
SW
SE
SSW
SSE
S
Figura delle Medie dell'intensità del vento [m/s] per le ore del giorno
relativamente al quarto trimestre dell'anno 2002 - dati archivio meteo
R.A.M.S.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 105
Sono state elaborate le frequenze di accadimento delle varie condizioni
meteorologiche in funzione delle condizioni di stabilità atmosferica e di velocità e
direzione del vento.
Tabella delle Frequenza di accadimento (millesimi) delle condizioni
meteorologiche per la classe di stabilità atmosferica A
Classe di stabilità atmosferica A
direzione dei venti
Classi di velocità (m/s)
0-1
1-2
2-3
3-5
5-7
7+
N
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
NNE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
NE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
ENE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
ENE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
ESE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
SE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
SSE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
S
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
SSW
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.25
SW
0.00
0.00
0.00
0.00 2.27 7.56
WSW
0.00
0.00
0.00
0.00 1.89 12.10
W
0.00
0.00
0.00
0.00 0.13 0.50
WNW
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
NW
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
NNW
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 106
Tabella delle Frequenza di accadimento (millesimi) delle condizioni
meteorologiche per la classe di stabilità atmosferica B
Classe di stabilità atmosferica B
direzione dei venti
Classi di velocità (m/s)
0-1
1-2
2-3
3-5
5-7
7+
N
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
NNE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
NE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
ENE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
ENE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
ESE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
SE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
SSE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
S
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
SSW
0.00
0.00
0.00
0.13 0.76 0.25
SW
0.00
0.00
0.00
0.13 4.16 7.94
WSW
0.00
0.00
0.00
0.00 4.29 8.19
W
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 1.39
WNW
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
NW
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
NNW
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
Tabella
delle
frequenza
di accadimento (millesimi) delle
meteorologiche per la classe di stabilità atmosferica c
direzione dei venti
N
NNE
NE
ENE
ENE
ESE
SE
SSE
S
SSW
SW
WSW
W
WNW
NW
NNW
Classe di stabilità atmosferica C
Classi di velocità (m/s)
0-1
1-2
2-3
3-5
5-7
0.00
0.00
0.13 0.00
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00
0.00
0.00
0.00
0.00 0.13
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00
0.00
0.00
0.00
0.13 0.00
0.13
0.00
0.00
0.00 0.50
1.39
0.00
0.00
0.00 0.63
10.46
0.00
0.00
0.00 0.50
8.32
0.00
0.00
0.00 0.00
0.13
0.00
0.00
0.00 0.00
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00
0.00
7+
0.00
0.00
0.00
0.00
0.25
0.00
0.00
0.00
0.00
0.76
5.80
5.55
2.14
0.00
0.00
0.00
condizioni
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Tabella
di accadimento (millesimi) delle
delle
frequenza
Pg. 107
condizioni
meteorologiche per la classe di stabilità atmosferica D
Classe di stabilità atmosferica D
direzione dei venti
0-1
N
1.39
NNE
1.64
NE
2.40
ENE
0.00
ENE
1.13
ESE
2.27
SE
2.77
SSE
1.89
S
2.14
SSW
2.14
SW
1.77
WSW
2.14
W
2.40
WNW
1.64
NW
0.76
NNW
1.13
1-2
2.52
3.15
3.78
0.00
6.18
6.68
7.56
8.70
10.21
7.94
10.09
9.46
9.46
9.58
5.42
3.03
Classi di velocità (m/s)
2-3 3-5
5-7
7+
2.90 2.14 0.25
0.00
3.91 2.52 0.88
0.00
5.04 6.18 0.76
0.50
0.00 0.00 0.00
0.00
10.8433.16 6.68
1.26
14.6225.34 4.66
1.39
15.2515.51 2.27
1.01
15.637.82 4.66
1.26
10.5910.34 6.81
0.76
10.4613.49 9.96
1.51
9.58 22.06 23.70
3.40
11.0927.48 28.24
10.97
20.8019.67 9.83
6.56
15.2518.03 3.15
2.02
6.05 8.70 0.76
0.00
3.78 2.40 0.13
0.25
Tabella delle Frequenza di accadimento (millesimi) delle condizioni
meteorologiche per la classe di stabilità atmosferica E
Classe di stabilità atmosferica E
direzione dei venti
0-1
1-2
N
0.76
2.65
NNE
0.50
1.13
NE
0.38
1.39
ENE
0.00
0.00
ENE
0.38
1.13
ESE
0.63
3.03
SE
0.76
2.77
SSE
0.50
3.15
S
0.76
1.77
SSW
0.38
1.89
SW
0.63
1.51
WSW
0.50
2.02
W
1.01
4.16
WNW
0.88
2.40
NW
0.50
3.66
NNW
1.26
4.16
Classi di velocità (m/s)
2-3
3-5
5-7
1.26
1.13
0.13
2.27
2.65
0.13
3.15
3.78
2.90
0.00
0.00
0.00
2.40
12.36 18.66
3.03
10.84 3.28
4.29
3.15
0.76
3.53
1.13
0.00
1.51
0.25
0.13
1.01
0.63
0.00
1.51
0.13
0.00
1.39
1.64
0.13
4.66
3.40
1.39
5.93
9.96
2.14
6.93
7.06
0.13
3.91
1.77
0.00
7+
0.00
0.13
1.26
0.00
7.69
3.03
0.13
0.00
0.00
0.00
0.00
0.50
0.13
0.13
0.00
0.00
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Tabella
di accadimento (millesimi) delle
delle
frequenza
Pg. 108
condizioni
meteorologiche per la classe di stabilità atmosferica F-G
Classe di stabilità atmosferica F-G
direzione dei venti
0-1
1-2
N
0.00
0.25
NNE
0.00
0.38
NE
0.00
0.13
ENE
0.00
0.00
ENE
0.00
0.00
ESE
0.00
0.00
SE
0.00
0.00
SSE
0.00
0.00
S
0.00
0.00
SSW
0.00
0.13
SW
0.00
0.13
WSW
0.00
0.00
W
0.00
0.00
WNW
0.00
0.00
NW
0.00
0.00
NNW
0.00
0.00
Classi di velocità (m/s)
2-3
3-5
5-7
0.00
0.38
0.00
0.13
0.13
0.00
0.00
0.00
0.13
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.13
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.13
0.00
0.00
0.00
0.25
0.00
0.00
0.76
0.00
0.00
0.38
0.00
0.13
0.00
0.00
7+
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 109
Regime Termico
Per la caratterizzazione del regime termico si riportano i dati relativi al Rapporto sullo stato
dell'ambiente nella Provincia di Lucca, che danno informazioni sia sui valori massimi e
minimi registrati nelle centraline ARSIA che per le variazioni stagionali di tali parametri.
Inoltre si riportano le carte climatiche redatte dal Servizio Idrografico e Mareografico
Nazionale - Ufficio Compartimentale di Pisa relativamente alla Provincia di Lucca. Nelle
mappe si sono evidenziati in particolare i confini del comune di Pietrasanta e dei comuni
della Versilia, con esso confinanti.
Stazioni
Temperature massime medie [°C]
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set
Ott Nov Dic
Lido di Camaiore
12.7 13.0 16.0 18.3 23.3 26.8 29.8 30.0 25.7 21.2 16.0 12.5
Strettoria
12.3 12.7 14.9 15.8 21.7 24.6 27.3 27.6 23.6 19.6 14.7 12.1
Fonte: Primo Rapporto sullo Stato dell'Ambiente nella Provincia di Lucca, 1999; ARSIA
Stazioni
Temperature minime medie [°C]
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set
Ott Nov Dic
Lido di Camaiore
2.3
1.7
4.4
7.0 10.9 14.6 17.0 17.6 14.1 10.6 6.5
2.7
Strettoria
7.0
6.8
8.4
9.5 14.7 17.7 20.5 20.5 16.9 13.7 9.8
7.0
Fonte: Primo Rapporto sullo Stato dell'Ambiente nella Provincia di Lucca, 1999; ARSIA
Stazioni
Temperature medie medie [°C]
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set
Ott Nov Dic
Lido di Camaiore
7.4
7.3 10.2 12.6 17.2 20.7 23.5 19.7 19.6 15.7 11.0 7.2
Strettoria
9.6
9.7 11.5 12.5 18.1 21.0 23.8 20.0 20.0 16.5 12.0 9.5
Fonte: Primo Rapporto sullo Stato dell'Ambiente nella Provincia di Lucca, 1999; ARSIA
Stazioni
Escursione termica media [ Tmax-Tmin ]
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set
Ott Nov Dic
Lido di Camaiore
10.4 11.3 11.6 11.3 12.4 12.2 12.8 12.4 11.6 10.6 9.5
9.8
Strettoria
5.3
5.1
5.9
6.5
6.3
7.0
6.9
7.5
7.1
6.7
5.9
4.9
Fonte: Primo Rapporto sullo Stato dell'Ambiente nella Provincia di Lucca, 1999; ARSIA
Si prendono sempre a riferimento le stazioni di Lido di Camaiore e Strettoia (Forte dei
Marmi) per le quali si può osservare che le temperature minime risultano in media sempre
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 110
superiori allo zero. La minima escursione termica (Tmassima – Tminima) si registra nella
stazione di Strettoia nei mesi invernali (ca. 5°C) Con riferimento alle temperature minime,
il mese mediamente più freddo in tutte le stazioni risulta essere Febbraio. Dai dati si
osserva che la il valore massimo della temperatura media è 23,9°C, corrispondente alla
temperatura del mese di Agosto. I valori minimi sono stati rilevati nei mesi di Dicembre,
Gennaio e Febbraio.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 111
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 112
0
360
345
7
30
45
6
330
60
5
ge n
4
315
75
fe b
3
mar
2
300
90
a pr
1
285
mag
0
105
giu
lug
270
120
a go
se t
255
ott
135
nov
150
240
225
dic
165
180
210
195
Figura XX
Medie del valore dell'intensità del vento [m/s] per i mesi
dell'anno 2002 per il comune di Pietrasanta dati archivio
meteo R.A.M.S.
Rosa dei venti - dati meteo Aeronautica Militare
N
NNW
NW
WNW
W
55
50
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
NNE
NE
2 - 4 nodi
ENE
E
5 - 7 nodi
8 - 12 nodi
13 - 23 nodi
WSW
ESE
SW
SE
Calma 32,8 %
SSW
SSE
S
> 24 nodi
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 113
Figura XXX Distribuzione dei venti secondo le informazioni raccolte
dall’Aeronautica Militare elaborate per un anno tipo (dal 1951
al 1991) per la stazione di San Giusto (Pisa).
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 114
N
NNW
7
NNE
6
NW
NE
5
1-3
4
3
WNW
ENE
2
7-9
1
10-12
0
W
4-6
E
13-15
16-18
WSW
ESE
19-21
22-24
SW
SE
SSW
SSE
S
Figura XX
Medie dell'intensità del vento [m/s] per le ore del giorno
relativamente al primo trimestre dell'anno 2002 - dati archivio
meteo R.A.M.S.
N
NNW
8
NNE
7
6
NW
NE
5
1-3
4
WNW
ENE
3
2
7-9
1
10-12
0
W
4-6
E
13-15
16-18
WSW
ESE
19-21
22-24
SW
SE
SSW
SSE
S
Comune di Pietrasanta
Figura XX
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 115
Medie dell'intensità del vento [m/s] per le ore del giorno
relativamente al secondo trimestre dell'anno 2002 - dati
archivio meteo R.A.M.S.
N
NNW
8
NNE
7
6
NW
NE
5
1-3
4
WNW
ENE
3
7-9
2
1
10-12
0
W
4-6
E
13-15
16-18
WSW
ESE
19-21
22-24
SW
SE
SSW
SSE
S
Comune di Pietrasanta
Figura XX
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 116
Medie dell'intensità del vento [m/s] per le ore del giorno
relativamente al terzo trimestre dell'anno 2002 - dati archivio
meteo R.A.M.S.
N
NNW
8
NNE
7
6
NW
NE
5
1-3
4
WNW
ENE
3
2
7-9
1
10-12
0
W
4-6
E
13-15
16-18
WSW
ESE
19-21
22-24
SW
SE
SSW
SSE
S
Figura XX
Medie dell'intensità del vento [m/s] per le ore del giorno
relativamente al quarto trimestre dell'anno 2002 - dati archivio
meteo R.A.M.S.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 117
Sono state elaborate le frequenze di accadimento delle varie condizioni
meteorologiche in funzione delle condizioni di stabilità atmosferica e di velocità e
direzione del vento.
Tabella XXX
Frequenza di accadimento (millesimi) delle condizioni
meteorologiche per la classe di stabilità atmosferica A
Classe di stabilità atmosferica A
Classi di velocità
direzione dei venti
(m/s)
0-1
1-2
2-3
3-5 5-7
7+
N
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
NNE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
NE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
ENE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
ENE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
ESE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
SE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
SSE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
S
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
SSW
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.25
SW
0.00
0.00
0.00
0.00 2.27 7.56
WSW
0.00
0.00
0.00
0.00 1.89 12.10
W
0.00
0.00
0.00
0.00 0.13 0.50
WNW
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
NW
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
NNW
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
Comune di Pietrasanta
Tabella XXX
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 118
frequenza di accadimento (millesimi) delle condizioni
meteorologiche per la classe di stabilità atmosferica B
Classe di stabilità atmosferica B
Classi di velocità
(m/s)
direzione dei venti
0-1
1-2
2-3
3-5 5-7
7+
N
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
NNE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
NE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
ENE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
ENE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
ESE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
SE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
SSE
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
S
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
SSW
0.00
0.00
0.00
0.13 0.76 0.25
SW
0.00
0.00
0.00
0.13 4.16 7.94
WSW
0.00
0.00
0.00
0.00 4.29 8.19
W
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 1.39
WNW
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
NW
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
NNW
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00 0.00
Tabella XXX
direzione dei
venti
N
NNE
NE
ENE
ENE
ESE
SE
SSE
S
SSW
SW
WSW
W
WNW
NW
NNW
frequenza di accadimento (millesimi) delle condizioni
meteorologiche per la classe di stabilità atmosferica c
Classe di stabilità atmosferica C
Classi di velocità
(m/s)
0-1
1-2
2-3 3-5
5-7
0.00
0.00
0.13 0.00
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00
0.00
0.00
0.00
0.00 0.13
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00
0.00
0.00
0.00
0.13 0.00
0.13
0.00
0.00
0.00 0.50
1.39
0.00
0.00
0.00 0.63
10.46
0.00
0.00
0.00 0.50
8.32
0.00
0.00
0.00 0.00
0.13
0.00
0.00
0.00 0.00
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00
0.00
0.00
0.00
0.00 0.00
0.00
7+
0.00
0.00
0.00
0.00
0.25
0.00
0.00
0.00
0.00
0.76
5.80
5.55
2.14
0.00
0.00
0.00
Comune di Pietrasanta
Tabella XXX
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 119
frequenza di accadimento (millesimi) delle condizioni
meteorologiche per la classe di stabilità atmosferica D
Classe di stabilità atmosferica D
direzione dei venti
N
NNE
NE
ENE
0-1
1.39
1.64
2.40
0.00
1.13
1-2
2.52
3.15
3.78
0.00
6.18
2.27
6.68
2.77
7.56
1.89
8.70
2.14
10.21
2.14
7.94
1.77
2.14
10.09
9.46
2.40
9.46
1.64
9.58
0.76
1.13
5.42
3.03
ENE
ESE
SE
SSE
S
SSW
SW
WSW
W
WNW
NW
NNW
Tabella XXX
Classi di velocità
(m/s)
2-3 3-5
5-7
2.90 2.14 0.25
3.91 2.52 0.88
5.04 6.18 0.76
0.00 0.00 0.00
10.8 33.16 6.68
4
14.6 25.34 4.66
2
15.2 15.51 2.27
5
15.6 7.82 4.66
3
10.5 10.34 6.81
9
10.4 13.49 9.96
6
9.58 22.06 23.70
11.0 27.48 28.24
9
20.8 19.67 9.83
0
15.2 18.03 3.15
5
6.05 8.70 0.76
3.78 2.40 0.13
7+
0.00
0.00
0.50
0.00
1.26
1.39
1.01
1.26
0.76
1.51
3.40
10.97
6.56
2.02
0.00
0.25
frequenza di accadimento (millesimi) delle condizioni
meteorologiche per la classe di stabilità atmosferica E
Classe di stabilità atmosferica E
direzione dei venti
0-1
1-2
N
0.76
2.65
NNE
0.50
1.13
NE
0.38
1.39
ENE
0.00
0.00
ENE
0.38
1.13
ESE
0.63
3.03
SE
0.76
2.77
SSE
0.50
3.15
S
0.76
1.77
Classi di velocità (m/s)
2-3
3-5
5-7 7+
1.26
1.13
0.13 0.00
2.27
2.65
0.13 0.13
3.15
3.78
2.90 1.26
0.00
0.00
0.00 0.00
2.40
12.36 18.66 7.69
3.03
10.84 3.28 3.03
4.29
3.15
0.76 0.13
3.53
1.13
0.00 0.00
1.51
0.25
0.13 0.00
Comune di Pietrasanta
SSW
SW
WSW
W
WNW
NW
NNW
Tabella XXX
0.38
0.63
0.50
1.01
0.88
0.50
1.26
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
1.89
1.51
2.02
4.16
2.40
3.66
4.16
1.01
1.51
1.39
4.66
5.93
6.93
3.91
0.63
0.13
1.64
3.40
9.96
7.06
1.77
0.00
0.00
0.13
1.39
2.14
0.13
0.00
Pg. 120
0.00
0.00
0.50
0.13
0.13
0.00
0.00
frequenza di accadimento (millesimi) delle condizioni
meteorologiche per la classe di stabilità atmosferica F-G
Classe di stabilità atmosferica F-G
direzione dei venti
0-1
1-2
N
0.00
0.25
NNE
0.00
0.38
NE
0.00
0.13
ENE
0.00
0.00
ENE
0.00
0.00
ESE
0.00
0.00
SE
0.00
0.00
SSE
0.00
0.00
S
0.00
0.00
SSW
0.00
0.13
SW
0.00
0.13
WSW
0.00
0.00
W
0.00
0.00
WNW
0.00
0.00
NW
0.00
0.00
NNW
0.00
0.00
Classi di velocità (m/s)
2-3
3-5
5-7
0.00
0.38
0.00
0.13
0.13
0.00
0.00
0.00
0.13
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.13
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.13
0.00
0.00
0.00
0.25
0.00
0.00
0.76
0.00
0.00
0.38
0.00
0.13
0.00
0.00
7+
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 121
Regime Termico
Per la caratterizzazione del regime termico si riportano i dati relativi al Rapporto
sullo stato dell'ambiente nella Provincia di Lucca, che danno informazioni sia sui
valori massimi e minimi registrati nelle centraline ARSIA che per le variazioni
stagionali di tali parametri. Inoltre si riportano le carte climatiche redatte dal
Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale - Ufficio Compartimentale di Pisa
relativamente alla Provincia di Lucca. Nelle mappe si sono evidenziati in
particolare i confini del comune di Pietrasanta e dei comuni della Versilia, con
esso confinanti.
Stazioni
Temperature massime medie [°C]
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
Lido di Camaiore 12.7 13.0 16.0 18.3 23.3 26.8 29.8 30.0 25.7 21.2 16.0 12.5
Strettoria
12.3 12.7 14.9 15.8 21.7 24.6 27.3 27.6 23.6 19.6 14.7 12.1
Fonte: Primo Rapporto sullo Stato dell'Ambiente nella Provincia di Lucca, 1999;
ARSIA
Stazioni
Temperature minime medie [°C]
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
Lido di Camaiore 2.3
1.7
4.4
7.0 10.9 14.6 17.0 17.6 14.1 10.6 6.5
2.7
Strettoria
6.8
8.4
9.5 14.7 17.7 20.5 20.5 16.9 13.7 9.8
7.0
7.0
Fonte: Primo Rapporto sullo Stato dell'Ambiente nella Provincia di Lucca, 1999;
ARSIA
Stazioni
Temperature medie medie [°C]
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
Lido di Camaiore 7.4
7.3 10.2 12.6 17.2 20.7 23.5 19.7 19.6 15.7 11.0 7.2
Strettoria
9.7 11.5 12.5 18.1 21.0 23.8 20.0 20.0 16.5 12.0 9.5
9.6
Fonte: Primo Rapporto sullo Stato dell'Ambiente nella Provincia di Lucca, 1999;
ARSIA
Comune di Pietrasanta
Stazioni
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 122
Escursione termica media [ Tmax-Tmin ]
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
Lido di Camaiore 10.4 11.3 11.6 11.3 12.4 12.2 12.8 12.4 11.6 10.6 9.5
9.8
Strettoria
5.3 5.9 6.5 6.3 7.0 6.9 7.5 7.1 6.7 5.9 4.9 5.1
Fonte: Primo Rapporto sullo Stato dell'Ambiente nella Provincia di Lucca, 1999;
ARSIA
Si prendono sempre a riferimento le stazioni di Lido di Camaiore e Strettoia (Forte
dei Marmi) per le quali si può osservare che le temperature minime risultano in
media sempre superiori allo zero. La minima escursione termica (Tmassima –
Tminima) si registra nella stazione di Strettoia nei mesi invernali (ca. 5°C) Con
riferimento alle temperature minime, il mese mediamente più freddo in tutte le
stazioni risulta essere Febbraio. Dai dati si osserva che la il valore massimo della
temperatura media è 23,9°C, corrispondente alla temperatura del mese di Agosto.
I valori minimi sono stati rilevati nei mesi di Dicembre, Gennaio e Febbraio.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 123
FORTE DEI
MARMI
SERAVEZZA
STAZZEMA
CAMAIORE
PIETRASANTA
MASSAROSA
[°C]
VIAREGGIO
Figura - Temperatura periodo invernale - Mappe Climatiche (Dati: Servizio
Idrografico e Mareografico Nazionale - Ufficio Compartimentale di Pisa)
FORTE DEI
MARMI
SERAVEZZA
STAZZEMA
CAMAIORE
PIETRASANTA
[°C]
MASSAROSA
VIAREGGIO
Figura - Temperatura periodo primaverile - Mappe Climatiche (Dati: Servizio
Idrografico e Mareografico Nazionale - Ufficio Compartimentale di Pisa)
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 124
FORTE DEI
MARMI
SERAVEZZA
STAZZEMA
CAMAIORE
PIETRASANTA
[°C]
MASSAROSA
VIAREGGIO
Figura - Temperatura periodo estivo - Mappe Climatiche (Dati: Servizio Idrografico
e Mareografico Nazionale - Ufficio Compartimentale di Pisa)
FORTE DEI
MARMI
SERAVEZZA
STAZZEMA
CAMAIORE
PIETRASANTA
MASSAROSA
[°C]
VIAREGGIO
Figura - Temperatura periodo autunnale - Mappe Climatiche (Dati: Servizio
Idrografico e Mareografico Nazionale - Ufficio Compartimentale di Pisa)
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 125
Per quanto riguarda la radiazione solare i dati a disposizione si riferiscono alla
sola centralina di Lido di Camaiore che per la vicinanza, circa 8 km, e la
similitudine con il territorio Comunale di Pietrasanta può essere presa a
riferimento.
Stazioni
Radiazione media mensile [Watt/mq/h ]
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
Lido di Camaiore 3.5
3.9
4.6
5.1
4.7
4.8
4.5
4.4
4.5
4.1
3.8
3.7
Fonte: Primo Rapporto sullo Stato dell'Ambiente nella Provincia di Lucca, 1999;
ARSIA
Stazioni
Radiazione media giornaliera mensile [Watt/mq/h ]
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
Lido di Camaiore 239 202 257 285 368 362 367 305 295 209 275 147
Fonte: Primo Rapporto sullo Stato dell'Ambiente nella Provincia di Lucca, 1999;
ARSIA
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 126
Regime Pluviometrico
I mesi di Ottobre e Novembre in tutte le stazioni sono mediamente quelli più
piovosi, e anche i massimi eventi di pioggia si registrano per lo più in questi due
mesi. Per quanto riguarda le centraline di Lido di Camaiore e Strettoia le
precipitazioni più abbondanti si verificano nei mesi da Settembre a Ottobre mentre
le piovosità minime si riscontrano nel mese di Marzo.
Stazioni
Pioggia media[ mm ]
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
141. 185. 145.
91.3
2
6
5
142.
107.
153. 150. 151. 118.
56.2 42.2
51.8 69.5 20.1 53.2
0
3
4
5
0
5
Lido di Camaiore 78.1 52.4 38.4 83.8 57.6 65.4 24.8 47.9
Strettoria
Fonte: Primo Rapporto sullo Stato dell'Ambiente nella Provincia di Lucca, 1999; ARSIA
Nelle figure XXXX seguenti si evidenzia la differenza di piovosità tra la zona
litoranea, rilevata dalla centralina di Massa figura XXa e quella dell’entroterra
riferita a Lucca figura XXb.
Dalla relazione sullo stato dell’ambiente nella regione Toscana si riportano le
variabilità annuali riferite allo scorso secolo.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 127
FORTE DEI
MARMI
SERAVEZZA
STAZZEMA
CAMAIORE
[mm]
PIETRASANTA
MASSAROSA
VIAREGGIO
Figura XX - Pioggia - Mappe Climatiche (Dati: Servizio Idrografico e Mareografico
Nazionale - Ufficio Compartimentale di Pisa)
Figura XXX Massa
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 128
Figura XXX Lucca
Regime Igrometrico
Per quanto riguarda i dati di umidità si è preferito riferirsi ai dati registrati dalla
stazione di Pisa S. Giusto. Nella Tabella XXX vengono riportati gli accoppiamenti
temperatura e umidità relativa, con la distribuzione delle frequenze annuali tra il
1951 ed il 1991.
Tabella XXX Distribuzione delle frequenze (‰) degli intervalli di umidità
relativa associati agli intervalli di temperatura
Temperatura
(°C)
-19,9 - -15,0
-14,9 – -10,0
-9,9 – -5
-4,9 – 0
0,1- 5
5,1- 10
10,1- 15
15,1- 20
20,1- 25
25,1- 30
30,1- 35
35,1-40
40,1- 45
Totale
Umidità relativa (%)
0-40
41-50 51-60
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,01
0,04
0,07
0,31
0,70
0,84
2,22
3,27
6,17
5,80
7,80
12,61
7,98
9,50
17,06
5,98
9,58
18,04
7,21
12,98 25,19
10,41 16,08 21,76
4,19
2,83
1,62
0,15
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
44,25 62,76 103,35
61-70
0,0
0,01
0,08
1,60
8,50
15,89
29,03
29,03
33,72
17,79
0,36
0,0
0,0
136,01
71-80
0,0
0,0
0,24
2,68
11,75
25,05
42,19
36,60
30,35
6,70
0,03
0,0
0,0
155,59
81-90
0,0
0,03
0,22
6,23
22,25
50,52
70,08
62,54
26,25
1,79
0,0
0,0
0,0
239,92
91-100
0,0
0,07
0,41
8,98
32,28
69,23
77,25
56,01
13,72
0,16
0,0
0,0
0,0
258,11
Totale
0,0
0,10
1,08
21,35
86,44
186,90
253,10
217,78
149,41
74,68
9,03
0,15
0,0
1.000
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 129
Dall'elaborazione dei dati emerge che i massimi picchi di frequenza si hanno nella
fascia compresa tra i valori di temperatura variabili tra 5 e 20°C e per valori di
umidità variabili fra 81 e 100 con il valore massimo pari a 77,25‰ (10,1-15°C; 91100%).
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 130
Stabilità Atmosferica
La stabilità atmosferica, di norma definita attraverso il gradiente termico verticale
esistente, ovverosia attraverso le variazioni della temperatura dell’aria con la
quota, costituisce un parametro molto importante per gli studi concernenti la
dispersione degli inquinanti in aria. Infatti, da essa dipendono le modalità della
dispersione nello strato limite atmosferico.
Per lo studio dei problemi di diffusione si utilizza la classificazione della stabilità
atmosferica in sei categorie o classi di stabilità definite secondo la seguente
Tabella XXX.
Tabella XXX
Classi di Stabilità di Pasquill-Gifford
• situazione estremamente instabile;
Categoria A
• turbolenza termodinamica molto forte;
• shear del vento molto debole.
• situazione moderatamente instabile;
Categoria B
• turbolenza termodinamica media;
• shear del vento moderato;
• situazione debolmente instabile;
Categoria C
• turbolenza molto debole;
• shear del vento moderato-forte.
• situazione neutra (adiabatica e
Categoria D
pseudoadiabatica);
• turbolenza termodinamica molto debole;
• shear del vento forte.
• situazione debolmente instabile;
Categoria E
• turbolenza termodinamica molto debole;
• shear del vento forte.
• situazione stabile o molto stabile;
Categoria F + G
• turbolenza termodinamica assente;
• shear del vento molto forte.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 131
La nebbia, definita in meteorologia come meteora che riduce la visibilità a meno di
un chilometro, non viene classificata in nessuna classe ma rappresenta una
categoria a parte, data la particolare struttura dell’atmosfera caratterizzata dalla
presenza di un’inversione di temperatura.
Il metodo prescelto per il calcolo delle classi di stabilità associa ad ogni classe di
stabilità di Pasquill un intervallo entro cui può variare il gradiente verticale di
temperatura ∆T/∆Z, calcolato come variazione di temperatura (° C) in 100 m di
altezza, come mostrato nella tabella seguente.
Tabella XXX Categorie di stabilità basate sui metodi ∆T/∆Z
Range del gradiente
Categoria di Stabilità
verticale di
temperatura
(°C/100
m)
A
∆T/∆Z < -1.9
B
-1.9 ≤ ∆T/∆Z < -1.7
C
-1.7 ≤ ∆T/∆Z < -1.5
D
-1.5 ≤ ∆T/∆Z < -0.5
E
-0.5 ≤ ∆T/∆Z < 1.5
F
1.5 ≤ ∆T/∆Z < 4.0
G
4.0 ≤ ∆T/∆Z
Nel nostro caso si sono considerate una sola classe le F e G come riportato nella
tabella precedente che definiva le classi di Pasquill-Gifford.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 132
Tabella XXX Classi di Stabilità: Distribuzione delle Frequenze Annuali, Dati
Archivio RAMS 2002
Classe
Frequenza annuale
(%)
A
2.47
B
2.72
C
3.69
D
64.6
E
19.9
F
0.3
TOTALE
100
Dai dati riportati in tabella si osserva che le condizioni atmosferiche più ricorrenti
sono quelle neutre o debolmente instabili (classe D e classe E).
Comune di Pietrasanta
4
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 133
Energia
La valutazione e la redazione degli indici relativi al settore dell’energia si avvale
della relazione : “Programma Energetico della provincia di Lucca” elaborata
dall’Agenzia Lucchese per l’Energia ed il Recupero delle Risorse (ALERR). Tale
studio pubblicato nel marzo del 2001, elabora fonti e dati relativi alla fine del
decennio precedente.
4.1
Combustibili impiegati per il riscaldamento domestico
Ai fini di una omogeneità con i dati e le valutazioni deducibili dal quadro presentato
nello studio dell’ALERR, anche in questa relazione faremo riferimento ad un
quadro demografico aggiornato al 31 dicembre 1998.
Come di evince dalla tabella sotto riportata, il territorio del Comune di Pietrasanta
si estende su una superficie di 41,84 kmq con una presenza sul territorio di 24566
abitanti rilevando una densità media di abitanti per kmq pari a 587.
Comune
Superficie Territoriale
Pietrasanta
(kmq)
41,84
Popolazione
24566
Densità
(ab/kmq)
587
Così come è necessario rapportare i consumi energetici al numero degli abitanti, è
altrettanto necessario avere la disponibilità e gli indicatori sul patrimonio abitativo
del Comune al fine di poter dedurre, conosciuti i consumi, i fabbisogni energetici
sia come energia elettrica che termica.
Di seguito verranno riassunti alcuni dati significativi sul numero delle abitazioni e
sul loro sfruttamento. (I dati sono relativi all’anno 1991)
Abitazioni occupate e non occupate nel Comune di
Pietrasanta
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 134
Totale abitazioni
13593
Abitazioni occupate
8957
Indice di affollamento
2,8
Densità abitazioni – abitazioni / kmq
324,9
Sulle abitazioni non occupate è possibile specificare è necessario specificare le
cause del non utilizzo; i dati ricavati sono stati riportati nella seguente tabella.
Abitazioni non occupate per motivi di non utilizzo
Utilizzate
Vacanza
3678
Lavoro e/o Studio
102
Per altri motivi
173
683
Non utilizzate
4636
% abitazioni totali
34,1
Di seguito abbiamo riportato alcuni indicatori sull’occupazione del patrimonio
abitativo necessari ai fini di un confronto con il tipo di combustibile impiegato per il
riscaldamento.
INDICATORI SULL'OCCUPAZIONE DEL PATRIMONIO ABITATIVO
N medio N medio
%
di stanze occupanti abitazioni
per abit.
per
non
occupate
stanza
occupate
4,55
0,6
34,11
%
abitazioni
occupate
65,89
% abit.
% abit.
% abit.
occ.e con occ.e con occ.e con
almeno 3 almeno 4- almeno 6
stanze
5 stanze
o più
26,27
52,46
21,27
ABITAZIONI OCCUPATE PER TITOLO
DI GODIMENTO
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
% stanze
% abitaz. % abitaz.
in
% stanze
in affitto
occup. di occup. in proprietà
proprietà
affitto
(abit.
(abit.
occup.)
occup.)
69,95
19,24
73,49
16,5
ANZIANITA' DEL PATRIMONIO
ABITATIVO
% abitaz.
occup.
abit.
occup.
costruite
prima del
1945
% stanze.
costruite
% abitaz.
occup.
costruite
dopo il
prima del
37,47
abit.
occup.
costruite
dopo il
1982
1945
40,37
% stanze.
1882
8,34
8,7
DISTRIBUZIONE SUL
TERRITORIO DI POPOLAZIONE
E ABITAZIONI
%
Densità
% abitaz.
popolazioneLocalizzate
popolazione residente in in centri
593,14
centri abitati
abitati
90,81
65,77
ABITAZIONI CON RISCALDAMENTO
PER TIPO DI COMBUSTIBILE
Pg. 135
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
% abitaz. % abitaz. % abitaz.
Pg. 136
%
con
con
con
abitaz.
riscald.
riscald.
riscald.
con
combustib. combustib.combustib. riscald.
liquido
solido
8,16
9,88
gassoso con E.E.
81,04
0,92
Si conclude la presentazione dei dati relativi alla tipologia dei combustibili
impiegati nel riscaldamento delle civili abitazioni con il seguente grafico, dal quale
si evince che
Tipologia di combustibile per il
riscaldamento delle abitazioni
1% 8%
10%
% abitaz. con riscald.
combustib. liquido
% abitaz. con riscald.
combustib. solido
81%
% abitaz. con riscald.
combustib. gassoso
% abitaz. con riscald.
con E.E.
il combustibile maggiormente impiegato è il metano con una percentuale pari all’
81 %; tale dato nel corso degli ultimi anni novanta si è sicuramente incrementato
grazie al completamento delle reti di metanizzazione sul territorio comunale,
completamento relativo alle frazioni collinari.
Resiste un riscaldamento di tipo tradizionale con combustibile solido, quale
carbone o legna, con una fetta di circa un decimo del complessivo. Per una
percentuale che si aggira intorno all’8 %, è presente una alimentazione con
combustibile liquido quale il GPL, gasolio; questo tipo di impiego è particolarmente
diffuso in zone collinari o montane e per abitazioni isolate.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 137
Rimane una percentuale minimale di riscaldamento con E.E., ma tale fonte viene
sempre meno impiegata e sostituita non appena è possibile l’allaccio alla rete del
metano.
Dopo aver individuato le percentuali di combustibile impiegato per il riscaldamento
è possibile approfondire l’analisi stimando il fabbisogno energetico e le relative
quantità di combustibile impiegato.
Nella analisi che segue abbiamo sommato il numero delle abitazioni dagli edifici
commerciali, ad uso civile e domestico presenti sul territorio, stimando in tal modo
un numero complessivo di utenze. L’eventuale discrasia tra i dati sopra riportati e
quelli che seguiranno è da ricondursi al fatto che la fonte di quest’ultimi è molto più
recente, anno 1999. Abbiamo voluto in tal modo dimostrare come le opere di
metanizzazione effettuate nel comune di Pietrasanta nel corso degli anni ’90 ha
portato ad una contrazione nel consumo dei combustibili solidi e liquidi a favore
del metano.
Comune di
N° abitazioni
Pietrasanta
8.497
N° edifici
commerciali
Totale Utenze
754
10766
Il fabbisogno energetico complessivo è stato stimato in 593.671 GJ.
La maggior parte del fabbisogno viene soddisfatta dalla combustione del metano,
il quale con un consumo di circa 16.263.708 mc garantisce un quantitativo di
energia pari a 560.854 GJ. Una parte minimale del fabbisogno è ancora
soddisfatta con l’energia elettrica per un totale di 2969 GJ. La differenza tra il
fabbisogno complessivo e quello soddisfatto con metano ed E.E. ammonta a circa
29.848 GJ.
Nella tabella e nel grafico che segue sono stati riassunti i valori riportati.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 138
Fabbisogno
Energia da Metano
Energia
Energia da altri
Energetico
(GJ)
Elettrica
combustibili
(GJ)
(GJ)
2.969
29.848
Complessivo (GJ)
593.671
560.854
Nel grafico che segue si possono apprezzare le percentuali di soddisfacimento
Soddisfacimento del Fabbisogno Energetico
per edifici civili
1%
5%
94%
Energia da Metano
Energia Elettrica
Energia da altri combustibili
Confrontando i dati relativi all’anno 1991 con quelli sopra riportati e relativi all’anno
1999, si può apprezzare come si sia incrementato l’impiego del metano passano
dall’ 81% al 94 %. Rimane stabile e pari a circa l’1% l’impiego dell’energia
elettrica, anche se tale dato andrebbe approfondito in quanto è probabile che un
decennio fa il consumo di E.E. fosse finalizzato al riscaldamento delle stanze
isolate o piccolissime abitazioni, ad oggi questa energia è impiegata non tanto nel
riscaldamento quanto nella refrigerazione.
Possiamo concludere con la presentazione dei dati relativi alle quantità di
combustibili utilizzate per soddisfare il fabbisogno energetico.
Comune di Pietrasanta
Metano
(mc)
16.263.708
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
E.E. (Mwh)
Gasolio (t)
28.505
266
Olio
Comb.(t)
11,8
Pg. 139
GPL (t)
Legno (t)
109,6
1.105
Non è superfluo precisare che le quantità di combustibile impiegate nel
soddisfacimento del fabbisogno non forniscono un dato molto significativo in
quanto è necessario rapportarle al loro potere calorifico per estrapolarle un dato
energetico molto più interessante come quello riportato nel grafico precedente.
4.2
Consumi di energia elettrica
Di seguito vengono presentati i consumi di energia elettrica suddivisi in usi
domestici, illuminazione pubblica, agricoltura, industria e terziario.
Consumo Energia Elettrica
Comune di Pietrasanta
Utenze (n°)
Energia kWh
Illuminazione Pubblica
64
4.029.000
Usi domestici
13.693
28.505.000
Agricoltura
178
584.000
Industria e Terziario
3.244
68.474.000
Totale
17.179
101.592.000
(i dati sono relativi all’anno 1998)
Il dato dei consumi relativi agli usi domestici risulta particolarmente interessante
nel momento in cui verrà confrontato con la produzione di E.E. dell’attuale
Centrale di Falascaia.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 140
Utenze Energia Elettrica
19%
0%
1%
80%
Illuminazione Pubblica
Usi domestici
Agricoltura
Industria e Terziario
Dal grafico sopra riportato si può apprezzare come la maggior parte delle utenze
elettriche siano riconducibili ad allacci di uso domestico, la restante parte è quasi
totalmente assorbita da utenze inerenti l’industria ed il terziario.
Consumo di Energia Elettrica
4%
28%
1%
67%
Illuminazione Pubblica
Usi domestici
Agricoltura
Industria e Terziario
Come si evince dal grafico sopra riportato quasi il 70 % dell’E.E. consumata viene
impiegata nel settore dell’industria e del terziario; circa il 30 % è impiegata in usi
domestici, la rimanente viene assorbita per la maggior parte in utenze pubbliche e
una piccola quantità è utilizzata nel settore agricolo.
Comune di Pietrasanta
4.3
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 141
Attività Produttive
Di seguito verranno riportate le Unità Locali ed il numero degli addetti relativi al
settore dell’industria e del terziario, suddivisi in aree di attività: industria,
commercio, altri servizi.
Comune di
Industria
Commercio
Altri Servizi
Unità Locali
820
956
583
Addetti
3172
2520
1413
Pietrasanta
Il valore di E.E. complessiva impiegata nel settore dell’industria e del terziario è
pari a 68.474 MW/h annui, con un numero di utenze pari a 3244.
Un ulteriore dato interessante è calcolare la Densità Energetica delle attività
industriali.
Questo
indice
esprime
il
rapporto
tra
l’energia
elettrica
complessivamente impiegata nel settore industriale e la superficie su cui si
estende il territorio, oppure il numero di abitanti che vi insistono.
Comune di Pietrasanta
4.4
MWh/hmq
MWh/Ab.
1.093,8
1,8
Trasporti
Al fine di stimare i consumi energetici legati al trasporto sia privato che pubblico,
sia civile che commerciale di seguito verranno riportati i dati relativi al parco veicoli
presenti nel comune.
Autovetture
Autocarri
Autobus
Motrici
13.776
1.222
17
52
Motocicli Motocarri
1.495
706
Totale
17.271
Percentualmente il parco veicoli è così suddiviso (i dati sono relativi all’anno 1999)
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 142
Parco Veicoli
0%
Autovetture
Autocarri
Autobus
Motrici
Motocicli
Motocarri
9% 4%
7%
80%
Complessivamente nel medesimo anno sono stati consumati i seguenti quantitativi
di carburanti:
4.5
Benzina Super
Benzina Verde
(l)
(l)
7.594.479
18.564.785
Gasolio*
GPL*
Metano autotrazione*
Agricoltura
I consumi relativi al settore agricolo rivestono una parte esigua del fabbisogno
energetico complessivo, stabilendosi intorno all’1 %. La difficoltà nel reperimento
dei dati ha impossibilitato qualsiasi ulteriore elaborazione.
4.6
Produzione Energetica
Dopo aver analizzato i fabbisogni e consumi relativi alle varie forme di energia è
utile procedere alla ricerca delle eventuali produzioni di energia convenzionale o
da fonte rinnovabile.
Purtroppo la tipologia del territorio, il suo sfruttamento e la sua vocazione
prettamente turistica non facilita la nascita e lo sviluppo di iniziative volte alla
produzione di energia. Esiste attualmente un solo caso di produzione di energia
elettrica da fonte rinnovabile. Il territorio del Comune presenta una corografia
variegata, che è possibile classificare in tre zone con caratteristiche specifiche ed
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 143
omogenee: una zona collinare – premontana con una bassissima densità
abitativa, una zona pianeggiante ove si è sviluppato il centro e dove risiede la
maggior parte degli abitanti del Comune. In tale zona sono presenti le grandi vie di
comunicazione (autostrada A12, linea ferroviaria, ect.) e si è sviluppato il substrato
della attività artigianli – industriali principalmente legate alla lavorazione del
Marmo. Infine una zona costiera caratterizzata da: una vegetazione tipicamente
mediterranea, dal mare, dalla spiaggia con i suoi stabilimenti e con uno sviluppo
urbanistico - residenziale caratteristico di una zona balneare, con una
considerevole densità abitativa, ma con accentuate caratteristiche di stagionalità.
Produzione di Energia Elettrica da Fonte Idraulica
I corsi d’acqua presenti nel comune di Pietrasanta, a parte il fiume Versilia da cui è
solo lambito, hanno un carattere torrentizio, che combinato con una assenza di
bacini di raccolta e stoccaggio, fanno si che il territorio, per questi vincoli intrinseci,
non presenti quelle caratteristiche necessarie per sviluppare produzioni di energia
elettrica da fonte idraulica.
Produzione di Energia Elettrica da Fonte Rinnovabile
Un impianto di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile è l’impianto di
termovalorizzazione di Falascaia. Presso questo impianto viene valorizzato il CDR
(combustibile derivato dai rifiuti) proveniente dall’impianto di Pioppogatto situato
nel Comune di Massarosa. Attualmente l’impianto è gestito in fase sperimentale
ed utilizza come combustibile la biomassa vergine.
Indipendentemente da come viene alimentato, il termovalorizzatore di Falascaia,
ubicato nella omonima località, è in grado di produrre energia elettrica che cede
alla rete nazionale. Si tratta di un impianto di termovalorizzazione a letto fluido
strutturato su due linee da 3,5 t / h alimentato con CDR; è dotato di due caldaie
che abbisognano di 12,5 MWt ciascuna e producono cadauna 16,25 t/h di vapore.
L’energia elettrica prodotta lorda è pari a 5 MWt a cui fa sottratto circa 1 MWt per
gli autoconsumi interni.
Le caratteristiche del termovalorizzatore sono riassunte nella tabella che segue.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Potenza termica introdotta
24,5 MWt/h
Vapore prodotto
32,5 t /h
Potenza elettrica prodotta
5 MWe/h
Potenza elettrica ceduta in rete
4 MWe/h
Rendimento del ciclo
Pg. 144
21 %
Un dato interessante lo si può estrapolare cercando di calcolare l’energia elettrica
annua ceduta in rete da questo impianto. Supponendo un funzionamento sulle 24
ore per 300 giorni all’anno avremmo un quantitativo di energia elettrica ceduta pari
a circa 28,8 MWe. Se confrontiamo tale dato con il consumo di E.E. annuo per usi
domestici sopra riportato e pari a 28.505.000 di kWe, possiamo affermare che il
solo termovalorizzatore di Falascaia sarebbe in grado si soddisfare il fabbisogno
energetico (elettrico), per i soli usi domestici, di tutto il Comune.
Fonte Eolica
Sul territorio del Comune di Pietrasanta non sono presenti impianti eolici, anche se
il vento costituisce una delle fonti energetiche rinnovabili alle quali si è ricominciato
a guardare con crescente interesse in vista del loro possibile utilizzo, sia pure
integrativo, per la produzione di elettricità.
Fonte solare fotovoltaica
Benché ci sia un crescente interesse intorno a questa forma di fonte rinnovabile, le
installazioni di impianti fotovoltaici sul nostro territorio sono scarsissimi. Ciò è
dovuto prevalentemente dall’elevato costo del kWh e alla difficoltà di reperire gli
incentivi messi a disposizione con il programma 50.000 tetti fotovoltaici. Da non
sottovalutare è anche la necessità di occupare vaste aree di territorio, non sempre
disponibili e non sempre evitate mettendo a disposizione le strutture esistenti,
come i tetti degli edifici. La necessità di dover spingere su questo tipo di
produzione di E.E. deriva dall’impatto ambientale praticamente nullo e dalla
possibilità di poter realizzare piccoli impianti destinati a soddisfare le esigenze di
un privato o di una piccola attività. Si ricorda che rispetto alla produzione di con
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 145
fonti tradizionali per ogni kWh prodotto si risparmiano circa 250 grammi di olio
combustibile e si è evitata la produzione di 0,7 kg di CO2.
Fonte solare termica
Il solare termico benché sia arrivato molto prima del fotovoltaico, non è riuscito a
soppiantare la cultura di produrre acqua calda, prima tramite E.E. con gli
scaldabagno, poi con l’ausilio del metano. Esistono alcuni esempi di istallazione
ed impiego dei pannelli solari, ma complessivamente il contributo energetico resta
minimale.
Produzione di Biomassa
Benché il territorio del Comune di Pietrasanta sia coperto per ben il 56% da
foreste e boschi, la superficie interessata è prevalentemente collinare montana
nella quale, a causa delle caratteristiche tipiche della fascia costiera:
terrazzamenti, fronti scoscesi, rocce affioranti, non è mai stata avviata una
operazione di manutenzione del patrimonio boschivo, né tanto meno sono presenti
iniziative economico ambientali di recupero – manutenzione con produzione di
biomassa. Con alcune delle medesime problematiche la cosa si ripete anche in
pianura ove la superficie del terreno faciliterebbe questo tipo di operazioni, ma la
scarsità di zone boschive, a parte il Parco della Versiliana sul quale è in corso
un’operazione di recupero e salvaguardia, non permettono l’instaurarsi di una
economia di scala. Pertanto la produzione di biomassa vergine sul territorio è
praticamente inesistente.
4.7
Conclusioni
Nell’ottica di un uso razionale dell’energia, premesso che non è possibile valutare
il grado di penetrazione di le principali problematiche sono costituite dallo scarso
ricorso al solare termico, specie per gli usi sanitari e nelle attività turistiche, dalla
pressochè assenza di intallazioni di solare fotovoltaico, dal mancato sfruttamento
delle potenzialità relative all’utilizzo delle biomasse.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 146
5 Settore Rifiuti
5.1
Produzione rifiuti solidi urbani
L’obiettivo di questo indicatore è la produzione di rifiuti urbani prodotti nel Comune
a livello di Sezione Censuaria Istat e delle relative fluttuazioni stagionali legate alle
presenze turistiche e studentesche. È utile precisare che non siamo in possesso di
un dato così accurato tale da poter riferire ad ogni per sezione censuaria la propria
quantità di rifiuti prodotti. Questo risultato non è poi così lontano da essere
raggiunto in quanto, la società ERSU S.p.A., che gestisce il servizio di raccolta dei
rifiuti urbani, ha già predisposto un sistema di georeferenziazione dei cassonetti di
raccolta presenti sul territorio, e che permetterà all’Amministrazione, una volta che
si sarà dotata del servizio, di poter conoscere giorno per giorno la quantità di rifiuti
solidi con un dettaglio spinto sino al singolo cassonetto.
Ad oggi è possibile calcolare la produzione complessiva annua dei rifiuti solidi
urbani, e stimare con ragionevole approssimazione le fluttuazioni legate ai flussi
turistici, così evidenti sul territorio.
Di seguito verranno riportati i dati relativi alla produzione di rifiuti solidi urbani,
suddivisi per mese, e relativi agli anni 2001 e 2002. Abbiamo scelto di considerare
gli ultimi due anni di produzione per rendere il dato su cui lavorare più omogeneo;
indipendentemente dalla deriva della produzione che gli RSU presentano nel
medio lungo periodo.
Produzione Rifiuti Solidi Urbani (kg)
MESI /ANNO
Anno 2001
Anno 2002
Gennaio
1.179.470
1.148.790
Febbraio
1.084.720
1.125.000
Marzo
1.365.210
1.510.160
Aprile
1.593.589
1.550.920
Maggio
1.827.722
1.809.220
Giugno
1.958.870
1.894.280
Luglio
2.221.570
2.179.980
Agosto
2.204.170
2.218.150
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Settembre
1.575.040
1.616.470
Ottobre
1.497.455
1.536.050
Novembre
1.245.283
1.349.870
Dicembre
1.112.882
1.256.940
TOTALE
18.865.981
19.195.830
Pg. 147
Produzione RSU anni 2001 - 2002
2 500 000
kg prodotti
2 000 000
1 500 000
1 000 000
500 000
0
1
2
3
4
5
RSU Anno 2001
RSU Anno 2002
6
7
8
9
10
11
12
Mesi
Come si evince dalla tabella e dal grafico sopra riportati, l’andamento della
produzione dei rifiuti solidi urbani presenta un andamento gaussiano con il
massimo raggiunto nei mesi di luglio ed agosto. È interessante osservare come
l’incremento di produzione sia costante a partire dal mese di aprile, maggio e
giugno, e si stabilizzi nei due mesi di luglio ed agosto dove la presenza dei turisti è
più significativa e costante. Dal mese di settembre si rileva un forte decremento,
costante per tutto il periodo autunnale ed invernale. Non è un caso che nel mese
di febbraio ci sia la produzione minore.
È altresì importante precisare come l’andamento della produzione dei rifiuti
confermi il tipo di offerta turistica che il Comune di Pietrasanta offre, cioè un tipo di
turismo molto più legato alle seconde case, e quindi ad una maggiore permanenza
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 148
sul territorio, che un turismo legato solo al mese di agosto o al solo periodo feriale
estivo. Una ulteriore prova è la costanza della produzione dei rifiuti in luglio ed
agosto, oltre ad un incremento costante sin dal mese di aprile legato allo
sfruttamento sempre più massiccio delle seconde case nei fine settimana.
5.2
Composizione merceologica
Una caratterizzazione mirata alla conoscenza della composizione merceologica
dei rifiuti solidi urbani prodotti nel Comune di Pietrasanta non è disponibile, ne
tanto meno è stato mai approfondito a livello di ricerca la variabilità della
medesima composizione nel corso delle stagioni; caratteristica sicuramente
presente avendo il territorio una forte connotazione turistica. I dati che seguono
sono quelli proposti dal Piano di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati della
Provincia di
Lucca, pubblicato
nell’agosto
2002.
Riteniamo
interessante
confrontare tali dati con quelli proposti nella caratterizzazione degli RSU presente
nel progetto esecutivo del termovalorizzatore di Falascaia, redatto nei primi anni
’90.
Dati Piano
Dati Progetto
Provinciale Lucca
Termov. Falascaia
(1)
(2)
Organico
37%
31%
Carta
27%
27%
Plastica
10%
11%
Vetro ed inerti
9%
7%
Legno e tessile
5%
7%
Metalli
4%
4%
Altro
6%
13%
Fine stradale
2%
-
TOTALE
100%
100%
Frazione
Di seguito abbiamo riportato la composizione merceologica sotto forma di grafico
utilizzando i dati relativi al Piano Provinciale.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 149
Composizione Merceologica RSU (1)
5%
7%
8%
3%
51%
12%
14%
5.3
Organico
Carta
Plastica
Vetro ed inerti
Legno e tessile
Metalli
Altro
Fine stradale
0%
Modalità di smaltimento dei rifiuti urbani
I rifiuti urbani vengono trattati presso l’impianto di selezione e compostaggio di
Pioppogatto in Comune di Massarosa, con produzione di Frazione Organica
Stabilizzata (FOS), destinata all’utilizzo per ripristini ambientali, recpuero di
materiali ferrosi e non ferrosi, produzione di CDR destinato alla termoutilizzazione
con recupero di energia.
Di seguito invece riportiamo le quantità ed i valori percentuali delle frazioni di
raccolta differenziata conseguiti negli ultimi due anni.
Percentuale
Anno 2001(t)
Carta
178.066
1%
123.900
1%
Cartone
580.990
3%
713.750
4%
Vegetali
4.207.665
18%
3.966.260
17%
Organico
608.847
3%
578.745
3%
Plastica
11.750
0%
25.050
0%
Vetro
445.670
2%
444.660
2%
Ferro
200.514
1%
127.918
1%
sugli RSU
Anno 2002 (t)
Percentuale
FRAZIONI
sugli RSU
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 150
Legno
333.817
2%
252.166
1%
Batterie (*)
13.100
0%
10.000
0%
Oli esausti (*)
800
0%
3.180
0%
Pile esaurite (*)
921
0%
751
0%
Farmaci scaduti (*)
747
0%
976
0%
Vestiario, Pelli (*)
30.874
0%
28.345
0%
Pneumatici (*)
0
0%
12.440
0%
TOTALE
6.613.761
26%
6.288.141
25%
(*) : non stati inseriti in quanto frazioni raccolte in modo differenziato anche se non
direttamente riconducibili agli RSU
Quantitativi delle frazioni della Raccolta Differenziata
Carta
Cartone
Vegetali
Organico
Plastica
Vetro
Ferro
Legno
Batterie
Oli esausti
Pile esaurite
Farmaci scaduti
Vestiario, Pelli
Pneumatici
3 180
10 000
127 918 252 166
444 660
28 345
751
976
12 440
123 900
713 750
25 050
578 745
3 966 260
Come si evince dalla tabella sopra riportata il risultato complessivo è senz’altro
lusinghiero per il nostro territorio, si conferma una percentuale di raccolta tra il 25
ed il 30 %, con un miglioramento nella raccolta delle frazioni più nobili.
5.4
Produzione di rifiuti organici da utenze non domestiche
Con questo indicatore andiamo a calcolare le produzioni di rifiuti organici e la
relativa potenzialità di recupero degli stessi per la produzione di compost di
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 151
qualità. Il Comune di Pietrasanta ha l’onore di presentare un risultato lusinghiero in
merito alla raccolta del “Verde” ossia del rifiuto vegetale non proveniente dalla
frazione
umida
degli
RSU.
La
raccolta
differenziata
del
“vegetale”
è
particolarmente spinta sul nostro territorio e ben gestita con delle piazzole di
raccolta e stoccaggio dedicate a questa frazione. Di seguito vengono presentati i
dati di raccolta del “verde” per gli anni 2001 e2002. Come si vede la raccolta del
“verde” si è attestata su circa 4000 t annue, con un andamento abbastanza
costate durante tutto il corso dei mesi, registrando delle punte nei mesi primaverili,
in particolare Giugno, e nei mesi autunnali, in particolare ottobre. Il conferimento
del vegetale viene fatto spontaneamente da parte dei cittadini alle piazzole
attrezzate, in modo da minimizzare i costi e permettere l’economicità delle attività
che si sviluppano a valle. Più difficile è stimare il delta ancora esistente tra il
vegetale prodotto e quello raccolto. Al fine di minimizzare la frazione non ancora
intercettata, la società ERSU ha incentivato, mediante la distribuzione gratuita dei
reattori, il compostaggio domestico, ossia quella forma di recupero del vegetale e
dell’”umido da cucina” che mira a trasformare all’interno dell’unità familiare, le due
frazioni differenziate al fine di riutilizzarle nei propri giardini ed orti. Il tutto
dovrebbe essere facilitato dall’urbanizzazione del territorio, costituita in gran parte
da case con giardini, parchi, orticelli a conduzione familiare.
Raccolta del "Verde" (kg)
MESI /ANNO
Anno 2001
Anno 2002
Gennaio
309.780
406.240
Febbraio
292.190
314.160
Marzo
259.340
372.890
Aprile
281.520
229.810
Maggio
339.470
325.360
Giugno
462.990
274.140
Luglio
364.075
277.410
Agosto
240.980
240.280
Settembre
325.870
357.070
Ottobre
588.340
496.560
Novembre
421.200
345.520
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Dicembre
321.910
326.820
TOTALE
4.207.665
3.966.260
Pg. 152
Raccolta del VERDE anni 2001 - 2002
600 000
kg prodotti
500 000
400 000
300 000
200 000
100 000
0
1
RSU Anno 2001
RSU Anno 2002
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
M esi
Il fine della raccolta e trattamento della frazione “verde” è quella di riuscire a
produrre del compost di qualità, ossia compost prodotto con frazioni non
provenienti dalla selezione dei rifiuti solidi urbani. Il Comune di Pietrasanta grazie
alla raccolta del “Verde” e dell’”umido da cucina”, ossia della frazione organica
proveniente dalla raccolta differenziata dei RSU, è in grado di avviare alla
produzione del compost di qualità un quantitativo medio annuo pari a 4680 t. A tal
fine appare quanto mai opportuna la necessità, sottolineata anche nel Piano
Provinciale dei Rifiuti di dotarsi, a livello provinciale, di un impianto che sia in
grado di gestire al meglio questa risorsa. Ancor più interessante ed appropriata è
l’iniziativa presa dalla società ERSU, che gestisce i Comuni di: Pietrasanta, Forte
dei Marmi, Camaiore, Serravezza, Stazzema, Massarosa, di realizzare, proprio in
questi giorni sono partiti lavori, un impianto comprensoriale in grado di rispondere
al fabbisogno di tutti i Comuni sopra citati.
Comune di Pietrasanta
5.5
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 153
Produzione rifiuti cartacei da utenze non domestiche
L’obiettivo di questo indicatore è calcolare le produzioni di rifiuti cartacei e le
potenzialità di recupero di questi materiali. Di seguito verranno riportati i dati
relativi alla raccolta differenziata delle frazioni della carta e del cartone, che
vengono avviati al recupero grazie all’azione di “volano” condotta dal consorzio
CONAI.
Quantità di carta e cartone raccolti
kg / anno 2001
kg / anno 2002
Carta
178.066
123.900
Cartone
580.990
713.750
La raccolta del materiale carta e cartone anche in questo caso è legata alla libera
iniziativa dei cittadini che fanno confluire il materiale o direttamente presso la sede
della società ERSU, e questa è la modalità più seguita dalle aziende, oppure è
possibile usufruire delle campane o cestelli di raccolta distribuiti sul territorio, più
legati alla raccolta domestica.
Il dato sopra riportato è complessivo e, per come è stato ottenuto, non riesce a
distinguere i differenti flussi: domestico e non; né tanto meno siamo in grado di
fornire un valore sull’efficacia di questo tipo di raccolta. Abbiamo ragione di
credere, se confrontiamo il dato con altre realtà simili a quella di Pietrasanta, che il
livello di raccolta sia vicino agli standard ed agli obiettivi della normativa.
5.7
Produzione rifiuti di origine industriale
L’obiettivo di questo indicatore è la valutazione delle tipologie e delle quantità di
Rifiuti Pericolosi generati dal sistema produttivo a livello comunale. Il reperimento
dei dati di produzione è stato possibile grazie alla contributo del Dipartimento
Provinciale di Lucca dell’ARPAT, che ha messo a disposizione i tabulati di
riepilogo dei MUD. relativi all’anno 2000.
Da questi elaborati si evince che il numero complessivo di aziende che sono
interessate dalla produzione di rifiuti pericolosi e pari a 121. Di seguito verranno
indicate le tipologie di rifiuti pericolosi prodotti e il loro quantitativo annuo (darti
relativi all’anno 2000).
Comune di Pietrasanta
CER
060102
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 154
Rifiuti da processi chimici inorganico
Soluzioni acide di scarto Acido Cloridrico
Stato Fisico Liquido
CER
070210
t
0,82
Rifiuti da processi chimici organici
Rifiuti da PFFU di plastiche,
gomme sintetiche e fibre artificiali
Altri residui di filtrazione, assorbenti esauriti
Stato Fisico Solido pulverulento
CER
070310
t 0,016
Rifiuti da processi chimici organici
Rifiuti da PFFU di coloranti e pigmenti organici
Altri residui di filtrazione, assorbenti esauriti
Stato Fisico Solido non pulverulento
CER
080101
t 0,045
Rifiuti da produzione, formulazione,
fornitura ed uso (PFFU) di
rivestimenti (Pitture, vernici, smalti vetrati),
sigillanti ed inchiostri per
stampa. Rifiuti da PFFU di pitture e vernici
Pitture e vernici di scarto contenenti
solventi organici alogenati
Stato Fisico: Solido non pulverulento, Liquido
CER
080102
t 0,691
Rifiuti da produzione, formulazione,
fornitura ed uso (PFFU) di
rivestimenti (Pitture, vernici, smalti vetrati), sigillanti ed inchiostri per
stampa. Rifiuti da PFFU di pitture e vernici
Pitture e vernici di scarto contenenti solventi organici non alogenati
Stato Fisico: Solido non pulverulento, Liquido
t 0,553
Comune di Pietrasanta
CER
080402
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 155
Rifiuti da produzione, formulazione,
fornitura ed uso (PFFU) di
rivestimenti (Pitture, vernici, smalti vetrati),
sigillanti ed inchiostri per
stampa. Rifiuti da PFFU di adesivi e sigillanti
Adesivi e sigillanti di scarto
non contenenti solventi alogenati
Stato Fisico Solido non pulverulento
CER
090101
t 0,009
Rifiuti dell’industri fotografica
Rifiuti dell’industri fotografica
Soluzioni di sviluppo e attivanti a base acquosa
Stato Fisico Liquido
CER
090102
t 4,294
Rifiuti dell’industri fotografica
Rifiuti dell’industri fotografica
Soluzioni di sviluppo per lastre offset a base acquosa
Stato Fisico Liquido
CER
090104
t 0,070
Rifiuti dell’industri fotografica
Rifiuti dell’industri fotografica
Soluzioni di fissaggio
Stato Fisico Liquido
CER
110106
t 3,787
Rifiuti inorganici contenenti metalli
provenienti dal trattamento e
ricopertura di metalli, idrometallurgia non ferrosa
Rifiuti liquidi e fanghi dal trattamento e
ricopertura di metalli
Acidi non specificati altrimenti
Soluzioni di sviluppo e attivanti a base acquosa
Stato Fisico Liquido
t 0,572
Comune di Pietrasanta
CER
110107
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 156
Rifiuti inorganici contenenti metalli
provenienti dal trattamento e
ricopertura di metalli, idrometallurgia non ferrosa
Rifiuti liquidi e fanghi dal trattamento e
ricopertura di metalli
Alcali non specificati altrimenti
Soluzioni di sviluppo e attivanti a base acquosa
Stato Fisico Liquido
CER
120100
t 79,480
Rifiuti di lavorazione e trattamento superficiale
di metalli e plastiche
Rifiuti di lavorazione
(forgiatura, saldatura, stampaggio, trafilatura..)
Stato Fisico Solido non pulverulento
CER
120301
t 2,887
Rifiuti di lavorazione e trattamento superficiale
di metalli e plastiche
Rifiuti di processi di sgrassatura ad acqua e vapore
Soluzioni acquose di lavaggio
Stato Fisico Liquido
CER
130105
t 3,670
Olii Esausti
(tranne gli oli commestibili 05 00 00 e 12 00 00)
Olii esausti da circuiti idraulici e freni
Emulsioni non contenti composti organici clorurati
Stato Fisico Liquido
CER
130200
Olii Esausti
(tranne gli oli commestibili 05 00 00 e 12 00 00)
Olii esausti da motori, trasmissioni ed ingranaggi
t 0,300
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Stato Fisico Liquido
CER
130201
Pg. 157
t 0,261
Olii Esausti
(tranne gli oli commestibili 05 00 00 e 12 00 00)
Olii esausti da motori, trasmissioni ed ingranaggi
Olii di cui sopra contenenti composti organici clorurati
Stato Fisico Solido non pulverulento e Liquido
CER
130202
t 6,800
Olii Esausti
(tranne gli oli commestibili 05 00 00 e 12 00 00)
Olii esausti da motori, trasmissioni ed ingranaggi
Olii di cui sopra non contenenti composti
organici clorurati
Stato Fisico Liquido
CER
130203
t 0,811
Olii Esausti
(tranne gli oli commestibili 05 00 00 e 12 00 00)
Olii esausti da motori, trasmissioni ed ingranaggi
Altri oli da motori, trasmissioni ed ingranaggi
Stato Fisico Solido non pulverulento, Liquido
CER
130601
t 55,650
Olii Esausti
(tranne gli oli commestibili 05 00 00 e 12 00 00)
Altri rifiuti oleosi non specificai altrimenti
Altri rifiuti oleosi non specificai altrimenti
Stato Fisico Solido non pulverulento
CER
140103
t 6,440
Rifiuti di sostanze organiche utilizzate come solventi
Rifiuti di grassaggio dei metalli e
manutenzioni di apparecchiature
Altri solventi e miscele solventi
Stato Fisico Liquido
t
2,08
Comune di Pietrasanta
CER
140104
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 158
Rifiuti di sostanze organiche utilizzate come solventi
Rifiuti di grassaggio dei metalli e
manutenzioni di apparecchiature
Miscela acquose contenenti solventi alogenati
Stato Fisico Liquido
CER
140105
t
0,11
Rifiuti di sostanze organiche utilizzate come solventi
Rifiuti di grassaggio dei metalli e
manutenzioni di apparecchiature
Miscela acquose non contenenti solventi alogenati
Stato Fisico Liquido
CER
140201
t 0,063
Rifiuti di sostanze organiche utilizzate come solventi
Rifiuti dalla pulizia dei tessuti
Solventi alogenati e miscele di solventi
Stato Fisico Solido non pulverulento, Liquido
CER
140203
t 0,054
Rifiuti di sostanze organiche utilizzate come solventi
Rifiuti dalla pulizia dei tessuti
Fanghi o rifiuti solidi contenenti altri solventi
Stato Fisico Solido non pulverulento, Liquido
CER
140403
t 0,712
Rifiuti di sostanze organiche utilizzate come solventi
Rifiuti da refrigeranti e propellenti di schiuma aerosol
Altri solventi e miscele solventi
Stato Fisico Liquido
CER
140505
t 0,047
Rifiuti di sostanze organiche utilizzate come solventi
Rifiuti da recupero di solventi e refrigeranti
Fanghi contenenti altri solventi
Stato Fisico Solido non pulverulento, Liquido
t 1,180
Comune di Pietrasanta
CER
160601
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 159
Rifiuti non specificati altrimenti nel catalogo
Batterie ed accumulatori
Accumulatori al piombo
Stato Fisico Solido non pulverulento
CER
180103
t 38,994
Rifiuti da ricerca medica e veterniaria
Rifiuti da maternità diagnosi e
prevenzione delle malattie negli uomini
Altri rifiuti la cui raccolta e smaltimento
richiede precauzioni
particolari in funzione della provenienza delle infezioni
Stato Fisico Solido non pulverulento
CER
180202
t 69,848
Rifiuti da ricerca medica e veterniaria
Rifiuti da maternità diagnosi e prevenzione
delle malattie negli animali
Altri rifiuti la cui raccolta e smaltimento
richiede precauzioni
particolari in funzione della provenienza delle infezioni
Stato Fisico Solido non pulverulento
CER
191010
t 0,003
Rifiuti da impianti da trattamento rifiuti,
impianti di trattamento acque
reflue fuori sito e industrie dell’acqua
Rifiuti da incenerimento e pirolisi di
rifiuti urbani assimilabili da
commercio, industria ed istituzioni
Carbone attivo esaurito dal trattamento dei fumi
Stato Fisico Solido non pulverulento
t 0,490
Comune di Pietrasanta
CER
200121
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 160
R.S.U. ed assimilati da commercio,
industria ed istituzioni. Inclusi i
rifiuti da raccolta differenziata
Raccolta differenziata
Tubi fluorescenti e altri rifiuti contenuti mercurio
Stato Fisico Solido non pulverulento
t 0,010
Nella tabella che segue sono state riportate le quantità di rifiuti industriali prodotti
nel Comune di Pietrasanta suddivisi tra pericolosi e non pericolosi ai sensi del
D.Lgs. n° 22 del 1997.
Quantità Rifiuti Industriali Prodotti
t / anno
168310
Non Pericolosi
t / anno
168029
Pericolosi
t / anno
280
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 161
Nella cartografia che segue, in verde è evidenziata la produzione di rifiuti non pericolosi, in rosso la produzione di rifiuti pericolosi
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 162
Nella cartografia che segue sono evidenziati i flussi in ingresso nel Comune, in viola i rifiuti non pericolosi, in rosso i rifiuti pericolosi
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 163
Nella cartografia che segue sono evidenziati i anche i Comuni di origine dei flussi
Comune di Pietrasanta
5.8
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 164
Impianti di smaltimento rifiuti
Sul territorio del Comune di Pietrasanta è stato realizzato un impianto di
termovalorizzazione alimentato con combustibile derivato dai rifiuti e prodotto
presso l’impianto di Pioppogatto. L’impianto di termovalorizzazione di Falascaia in
realtà attualmente è gestito in fase sperimentale con un combustibile diverso: la
biomassa. Questa sperimentazione trasforma a tutti gli effetti tale impianto di
termovalorizzazione dei rifiuti in una centrale termoelettrica alimentata a
biomassa. L’impianto di Falascaia essendo stato concepito come un impianto
comprensoriale al servizio dei sei Comuni della Versilia, e pertanto è stato
dimensionato sulla produzione media di 110.000 t / anno di RSU, valore massimo
prodotto in tutti e sei i Comuni della Versilia.
In funzione del trend di crescita del quantitativo dei rifiuti nei Comuni della Versilia,
e dell’incremento della produzione di raccolta differenziata, la capacità di
trattamento dell’impianto di Falascaia appare adeguata.
Oltre all’impianto di Falascaia, sul territorio del Comune, non sono presenti altri
impianti di smaltimento di RSU.
5.9
Prevenzione e riduzione della produzione e pericolosità dei rifiuti
Obiettivo dell’indicatore è la valutazione dell’efficacia delle politiche di gestione dei
rifiuti ai fini della riduzione della loro produzione o pericolosità.
Fatte salve le iniziative legislative attuabili a livello territorialmente superiore, il
Comune può intervenire, allo stato attuale, per quanto concerne la riduzione
quantitativa e di pericolosità dei rifiuti, solo a livello di promozione della raccolta
differenziata (R.D.) degli stessi.
In prospettiva, sono possibili iniziative collegate all’introduzione futura della tariffa,
però solo come conseguenza di una effettiva e puntuale identificazione
qualiquantitativa dei rifiuti prodotti, onde poter utilizzare la leva economica della
tariffa per l’indirizzo dei comportamenti dei produttori.
All’uopo si rammenta che è già operativo da tempo sul territorio comunale il
sistema di identificazione satellitare dei cassonetti e di pesatura giornaliera degli
stessi, con gestione dei dati su supporto cartografico G.I.S., che permetterà a
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 165
breve l’attribuzione delle quantità dei rifiuti, differenziati e indifferenziati, conferiti
dai singoli utenti.
E’ evidente che le iniziative di R.D., affidate nel ns. Comune all’Azienda gestora
(Ersu S.p.a.), devono essere supportate da un valido regolamento di Igiene
Urbana, specialmente per la corretta identificazione dei rifiuti pericolosi, situazione
che è già operativa sul ns. territorio da svariati anni.
Dando quindi per scontato che tutti i rifiuti non raccolti in forma differenziata
finiscono nel cassonetto degli indifferenziati, con massimizzazione di quest’ultimi,
così come che tutti i materiali provenienti da R.D. vengono interamente riciclati
come materia riutilizzata, ne discende che il miglior indicatore correlato a questo
paragrafo è quello del seguente, cioè quello della Raccolta differenziata.
5.10 Raccolta differenziata, riutilizzo, riciclaggio e recupero di materia
Obiettivo dell’indicatore è calcolare la quantità dei diversi materiali recuperati
attraverso la raccolta differenziata e la loro incidenza sulla riduzione delle quantità
complessive di rifiuti da smaltire e analizzare l’organizzazione del servizio di
raccolta.
Richiamando quanto già esposto nel precedente paragrafo, è possibile assumere i
dati di R.D. allegati al presente come esaustivamente rappresentativi di tutte le
tipologie di materiali raccolti.
Come dato aggiuntivo, non contemplato nella suddetta tabella, è opportuno
richiamare che esistono, sul territorio comunale, ben 400 composters domestici
che, oltre a non causare ulteriori costi collegati al riciclaggio dei rifiuti organici
(autosmaltimento con produzione di terriccio), assicurano un aumento della
percentuale “legale” della R.D. dell’ 1%, sicuramente inferiore a quello “reale”.
La raccolta differenziata dei rifiuti è organizzata secondo tre metodologie:
1. Porta a porta, per 4 frazioni (organico, vetro, carta/cartone e plastica) nel
centro storico con cadenza giornaliera (800 famiglie) e contenitori
identificati, per il vetro e l’organico di cucina (giornaliero e/o su chiamata)
per più di 300 esercizi commerciali o refezioni collettive.
2. Stradale, per carta, cartone, vetro, indumenti.
3. Piazzola attrezzata, dove vengono conferiti spontaneamente i rifiuti della
manutenzione del verde domestico; è possibile conferire anche plastica, oli
vegetali esausti, legno, metalli e R.U.P.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 166
In forma differenziata vengono raccolti gratuitamente su chiamata anche i materiali
ingombranti; presso idonea struttura vengono separati ed avviati al riciclaggio:
frigoriferi, elettrodomestici bianchi, televisori, hardware informatico, etc.
Ugualmente, sulla rimanente parte dei suddetti ingombranti, vengono attuate
operazioni di selezione meccanica e riduzione volumetrica che permettono di
recuperare un 30% di materiale metallico e legnoso, avviato al recupero.
La carta, il cartone e la plastica raccolti sono selezionati e pressati presso il centro
di valorizzazione dell’Ersu, mentre il verde, il vetro, l’organico, gli indumenti, gli oli,
etc. sono avviati al totale riciclaggio.
5.11 Conclusioni
Per quanto concerne i rifiuti urbani risultano di fatto per il momento rispettate le
indicazioni previste dalla normativa europea e nazionale in materia di rifiuti, che
prevedono che per la gestione dei rifiuti si debba con decrescente priorità ricorrere
a:
a) reimpiego e riciclaggio;
b) altre forme di recupero per ottenere materia prima dai rifiuti
c) l’utilizzazione principale dei rifiuti come combustibile o come altro mezzo per
produrre energia.
Infatti:
-
l’obiettivo del 25% di raccolta differenziata dei rifiuti
è stato raggiunto e
l’obiettivo del 35% appare alla portata del Comune di Pietrasanta;
-
i rifiuti urbani vengono sottoposti a trattamento con finalità di recupero di
materia e di utilizzo della frazione combustibile per produrre energia;
-
il ciclo di smaltimento punta a rendere residuale il ricorso alle discariche.
Carenti risultano invece le politiche a livello nazionale, regionale ed anche locale
per prevenire la produzione di rifiuti. Iniziative possibili a livello locale potrebbero
concernene l’incentivazione dell’utilizzo di contenitori per bevande a rendere e di
forme di distribuzione “alla spina” delle bevande e la sostituzione dell’acqua
minerale con acqua purificata direttamente presso gli esercizi di somministrazione.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 167
Per quanto concerne i rifiuti industriali la maggiore attenzione deve essere posta
nell’incentivare il riutilizzo dei rifiuti derivanti dalla lavorazione lapidea.
Comune di Pietrasanta
6
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 168
Indicatori del suolo
Premessa
I dati, l’analisi, e gli indicatori di questo settore fanno riferimento alle funzioni
urbane residenziali e terziarie, alle funzioni urbane dell’industria e degli
insediamenti produttivi, alle funzioni extra – urbane di coltivazione delle cave ed
alla pressione esercitata sul territorio e alle potenzialità di recupero ambientale per
le cave inattive.
I questo capitolo ci occuperemo della trattazione di alcuni di questi indicatori, in
quanto molti temi quali: l’idrografia, idrologia, idrogeologia, la vegetazione ed i
sistemi del paesaggio, la flora e la fauna, nonché i temi legati alle politiche di
controllo, protezione e risanamento quali il verde pubblico e privato, le piantagioni,
l’agricoltura eco – compatibile sono stati trattati nei lavori di altri colleghi.
Di seguito verranno trattati gli indicatori di pressione che ad oggi è possibile
calcolare in quanto alcune cartografie, quale quello sull’uso del suolo è ancora in
fase di redazione da parte degli altri colleghi.
6.1
Superficie Urbanizzata
Obiettivo di questo indicatore è la valutazione del livello di urbanizzazione del
territorio. Il territorio del Comune si presenta con una corografia variegata, che è
possibile classificare in tre zone con caratteristiche specifiche ed omogenee: una
zona collinare – premontana con una bassissima densità abitativa, una zona
pianeggiante ove si è sviluppato il centro e dove risiede la maggior parte degli
abitanti del Comune. In tale zona sono presenti le grandi vie di comunicazione
(autostrada A12, linea ferroviaria, ect.) e si è sviluppato il substrato della attività
artigianli – industriali principalmente legate alla lavorazione del Marmo. Infine una
zona costiera caratterizzata da: una vegetazione tipicamente mediterranea, dal
mare, dalla spiaggia con i suoi stabilimenti e con uno sviluppo urbanistico residenziale caratteristico di una zona balneare, con una considerevole densità
abitativa, ma con accentuate caratteristiche di stagionalità.
A tal fine verrà redatto un indice di urbanizzazione per ciascuna delle tre zone in
quanto la pressione antropica esercitata sulla zona di piano non dovrà essere
mediata, con il basso o medio indice di urbanizzazione che troveremmo sulla zona
collinare, zona gestita sino ad oggi in regime di salvaguardia e rispetto.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 169
Infine verrà redatto un indice di urbanizzazione generale dato dalla media dei tre
indici singoli.
Zona collinare premontana
La zona collinare premontana si estende su tutto il fronte delle colline che volgono
al mare, dal Monte Colegno passando per Monte Bacci sino alle colline sopra la
frazione di Vallecchia; essa è stata considerata un’area di particolare valenza
paesaggistica ed ambientale ed alla stessa le sono state riconosciute quelle
peculiarità che la rendono zona di pregio e quindi da salvaguardare.
Complessivamente la zona collinare si estende su una superficie di territorio di
circa 17 kmq ove, come già sopra ricordato, grazie all’azione di tutela, l’attività
edificatoria e di urbanizzazione in generale è molto bassa e pertanto l’indice di
urbanizzazione può essere considerato basso.
La zona di Pianura
La zona di pianura si estende dal limite della fascia pre – collinare sino a ridosso
della zona litoranea, questa fascia si esaurisce ove le caratteristiche della zona
costiera si fanno più spiccate e marcano in modo inconfondibile il territorio. Di
seguito è stata riportata la cartografia con indicazione delle tre zone con la loro
estensione.
Complessivamente questa zona si estende sopra una superficie di 16,54 Kmq
L’area urbanizzata che comprende sia le aree edificate, sia le aree interessate
dalle opere di urbanizzazione: quali strade, ponti, opere afferenti alla messa in
sicurezza del territorio ect.
Complessivamente l’area urbanizzata si estende su una superficie di 3,5 Kmq
Pertanto il livello di urbanizzazione di questa zona è pari al 21,16 % e quindi può
essere considerato medio.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 170
La zona Costiera
La zona costiera di semplice individuazione si estende dal litorale con le sue
spiagge sino alla zona di pianura, come individuato nella carta che segue.
Il livello di urbanizzazione di questa zona cambia notevolmente se consideriamo il
“Parco della Versiliana” come una zona di verde urbano e pertanto e quindi
ricompressa nella zona della marina, oppure escluderla per trattarla come una
quarta area che caratterizza il nostro territorio.
Ci sembra più corretto inserirla nel calcolo del livello di urbanizzazione e pertanto
possiamo concludere che tal zona si estende sopra una superficie di 8,3 Kmq.
La sua superficie urbanizzata è pari a 4,5 Kmq, e pertanto il livello di
urbanizzazione di questa zona è pari al 54,21% e quindi può essere considerato
medio.
Complessivamente il livello di urbanizzazione del territorio comunale calcolato
come media aritmetica dei tre livelli sopra calcolati (per la collina è stato indicato
qualitativamente un tasso di urbanizzazione del 2%) è pari al 25,66% e quindi da
considerarsi medio basso.
6.2
Indice di impermeabilizzazione
Come precisato in premessa, ad oggi non è ancora possibile calcolare l’indice di
impermeabilizzazione in quanto la carta dell’uso del suolo è ancora in fase di
redazione da parte di altri colleghi.
6.3
Potenziali veicoli di contaminazione
Data la scarsità dei dati reperiti la redazione di questo indice risulta difficoltosa,
non tanto per l’individuazione delle potenziali sorgenti di contaminazione, quanto
per la loro individuazione sul territorio.
Tra le potenziali fonti di contaminazione sono da individuare tutti quei piccoli centri
urbani e abitazioni isolate che, ancor oggi non essendo ancora allacciate alla rete
della fognatura nera, sversano i propri liquami direttamente nei terreni o corsi
d’acqua, oppure quando la cosa è meno disastrosa, prima in pozzi neri e poi lo
sfioro viene ancor oggi convogliato nel terreno o nei rigagnoli di qualche affluente
al canale o torrente limitrofo.
Queste fonti di inquinamento non sono da sottovalutare in particolare in quelle
zone collinari ove l’edificazione ha privilegiato il recupero di vecchi cascinali e gli
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 171
annessi agricoli. In tali zone le reti fognarie non sono ancora arrivate, basti
pensare che le frazioni di Capezzano e Capriglia, i due paesi della collina più
significatici per numero di abitanti, sono state allacciate nel corso di quest’ultimo
anno.
Un’altra fonte di inquinamento è relativa alla presenza dei serbatoi interrati. Tali
serbatoi impiegati nelle numerose stazioni di rifornimento del carburante, molto più
numerose in passato che adesso, sono una potenziale fonte di pericolosità a
causa dello sversamento per vetustà del carburane contenuto nel suolo.
Ma non solo le stazioni di servizio presentano questo rischio; in passato era in uso
nelle zone non raggiunte dalla rete di metanizzazione, posizionare nel sottosuolo il
serbatoio per lo stoccaggio dl gasolio per l’alimentazione degli impianti di
riscaldamento.
Con l’estendersi od il completarsi della rete di distribuzione del metano la
necessità di installare i depositi è venuta meno, ma ancor più pericolosi sono quelli
installati nel passato e non rimossi, in quanto non vengono più effettuate le
semplici operazioni di manutenzione e si tende a dimenticare la presenza nel
sottosuolo di questa fonte di pericolo.
Un discorso più generale va effettuato per le industrie: le fonti di inquinamento
legate ai cicli produttivi non sono certo una novità neppure per il nostro territorio,
basti pensare che solo alla fine degli anni ottanta gli scarichi delle acque della
lavorazione del marmo talvolta, per non dire sempre, coloravano di bianco anche il
fiume Versilia. Molto in questo settore è stato fatto, ma la pressione sul suolo
diminuirà non appena le aziende verranno delocalizzare nell’area artigianale del
portone, ove naturalmente sarà più semplice, essendo una zona concentrata,
fornire quelle infrastrutture, fognature, impianti di depurazione per reflui industriali,
acquedotto industriale ect. .
6.4
Cave
Obiettivo di quest’indicatore è la localizzazione sul territorio comunale dei siti di
cava. Sono state individuate sul territorio sia le ve che le miniere presenti; in
entrambi i casi si tratta di siti dimessi e non più attivi.
Come si evince dall’elaborato cartografico allegato “Carta delle cave e miniere” si
evincono le seguenti categorie:
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Area estrattiva di pietra ornamentale
siti presenti sei
Area estrattiva di pietra
siti presenti nove
Aree minerarie
siti presenti quattro
Pg. 172
Le aree individuate sono per la maggior parte bisognose di opere di recupero e di
ripristino ambientale.
6.4
Bonifica delle aree contaminate
Obiettivo dell’indicatore e la localizzazione delle aree oggetto degli interventi di
bonifica. Di seguito è stata allegata una cartografia con indicati i siti individuati.
Il sito più significativo è presente nell’angolo angolo nord est della zona di
Falascaia. Esso si trova nel Comune di Pietrasanta, Foglio n° 35, Particella n°
136, presso via delle Colmate, limitrofo al confine con il Comune di Camaiore e
prospiciente i primi rilievi collinari che dalla pianura si staccano sino al Monte
Gabberi.
L’area, come si può evincere dal nome assunto dalla strada omonima,
storicamente è stata utilizzata come sito da “colmatare” e pertanto come discarica
naturale. Il sito racchiuso tra i due corsi d’acqua: Rio Baccatoio e Rio Carraietta è
stato oggetto negli anni sessanta della realizzazione di un impianto per la
termodistruzione dei rifiuti solidi urbani che ha funzionato sino al 1986.
Durante questo periodo, è cresciuta nell’area di pertinenza dell’inceneritore una
discarica a cielo aperto che raccoglieva, sia i residui della fase termica, sia gli
RSU che non venivano combusti per la temporanea inattività dell’impianto.
Nei primi anni novanta ci sono stati i primi tentativi di bonifica dell’area che si sono
concretizzati con un progetto datato 1994 le cui lavorazioni sono state ultimate
nell’anno 1996. La bonifica della “discarica”, ossia dell’area limitrofa all’impianto,
ha visto la realizzazione di un diaframma composto da un telo in HDPE tra due
manti cemento-bentonitici. Il setto è stato realizzato sino ad una profondità dal
piano di campagna di circa 20 mt. ed ancorato sulle argille di fondo che
funzionano come tappo naturale alla cinturazione.
Sull’area del vecchio inceneritore, contestualmente alla bonifica della discarica, fu
progettato, nell’anno 1994 un impianto di termovalorizzazione di RSU; anche
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 173
quest’area è stata oggetto, in sede di realizzazione dell’impianto, di un complesso
intervento di bonifica per fasi. La Provincia di Lucca, in sede di autorizzazione,
prescrisse che l’impianto di depurazione al servizio del termovalorizzatore
dovesse trattare anche una quota del percolato proveniente dalla discarica
bonificata.
L’ubicazione dell’impianto di depurazione, fu prevista nell’area in oggetto e
durante le opere di scavo delle fondazioni è stata rilevata la presenza di materiali
incoerenti; pertanto la bonifica di tale area è condizione necessaria alla definitiva
ubicazione dell’impianto di depurazione al servizio della centrale termica.
Attualmente l’area è di proprietà della E.R.S.U S.p.A, ma è in corso un’ipotesi di
permuta con il Comune di Pietrasanta proprietario dell’area su cui sorge la
stazione di trasferimento degli RSU di proprietà ERSU.
La società ERSU ha già redatto il progetto di bonifica dell’area e l’Amministrazione
comunale sta predisponendo le procedure di approvazione del progetto
medesimo.
Un altro sito è stato individuato presso l’ex stabilimento Mejer – applicazioni
industriali di resine, ubicato in via Garibaldi n° 108. L’attività produttiva dello
stabilimento è cessata intorno alla metà degli anni ’90, ed il fallimento della
medesima è stato dichiarato nel 1998. Nello stabilimento venivano prodotti
manufatti in vetroresina per la fabbricazione di imbarcazioni da diporto. Le materie
prime utilizzate erano fibre di vetro, resine poliuretaniche ed epossidiche, e vari
prodotti chimici (in particolare polioli).
L’area che si estende su una superficie di circa 3600 mq è oggetto di un piano di
riqualificazione urbanistica, per cui è stata disposta una campagna di indagini per
determinare il livello delle eventuali contaminazioni delle matrici ambientali.
6.5
Conclusioni
Analizzati i fattori di inquinamento del suolo risulta quanto mai necessario
completare la rete fognaria con i gli allacciamenti, verificare il disuso dei serbatoi
interrai e sollecitare la rimozione, procedere alle attività di bonifica dei siti inquinati.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
7
Aziende insalubri ed a rischio
7.1
Industrie insalubri
Pg. 174
In base all’art. 216 del Regio Decreto 27.07.1934 – Testo Unico delle Leggi
Sanitarie, le attività produttive che con le loro lavorazioni possono produrre
un’alterazione dell’ambiente esterno o che comportino il deposito e/o l’uso di
sostanze chimiche e/o pericolose, se comprese nell’elenco di cui al Decreto del
Ministero della Sanità 5 settembre 1994 – Elenco delle industrie insalubri, sono
classificate Industrie Insalubri di 1a o 2a Classe.
Obiettivo di questo indice è la localizzazione e caratterizzazione delle industrie
insalubri presenti sul territorio. Poiché la classificazione delle industrie insalubri è
di competenza dell’amministrazione comunale, i dati riportati nel presente
elaborato sono stati reperiti c/o l’Ufficio Ambiente che gentilmente li ha messi a
disposizione.
Di seguito vengono riportate tutte le ditte classificate insalubri di prima e seconda
classe presenti sul territorio del Comune, individuate per Denominazione,
Indirizzo, Settore si attività, Classe di Insalubrità.
Industrie Insalubri
1
3
3
1
3
3
5
19
11 5
10
2
1
20
184
Marmo
Lavanderie
Autocarozzerie
Lavorazione Legno
Autolavaggio
Autofficine
Calcestruzzi
Asfalti e bitumi
Allevamento animali
Carpenterie
Macellazione
Impianti di Depurazione
Raccolta Rifiuti
Smerigliatura
Tipografia
Fonderia
All’uopo è stato redatto un elaborato cartografico: “Carta della localizzazione delle
Industri Insalubri” nel quale sono state localizzate tutte le industrie catalogate.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 175
DITTE INSALUBRI COMUNE DI PIETRASANTA
CLASSE di
N
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
SETTORE
INSALUBRIT
A'
1 APUA MARMI DI BERTOCCHI SRL
VIA LUNGOFIUME VERSILIA 5
MARMO
1° 84/B
2 ARTMARMO DI BAZZICHI VINICIO
VIA UMBRIA 20
MARMO
1° 84/B
3 ALDO MARMI DI PALAGI ALESSANDRO
VIA MONTENERO 19
MARMO
1° 84/B
4 AGE MARMI DI ANTONUCCI GIOVANNI
VIA REGNALLA 2 BIS
MARMO
1° 84/B
5 AMG DI LEANDRO DA PRATO E C.
LOC. SAN BARTOLOMEO 39
MARMO
1° 84/B
6 ANTOGNAZZI UGO
VIA VERGA 14
MARMO
1° 84/B
7 CU.BIA MARMI SNC
VIA PISANICA
MARMO
1° 84/B
8 ANTONELLI LUCIANO
VIA DON MINZONI 15
MARMO
1° 84/B
9 AZZURRA MARMI E GRANITI SRL
VIA TORRACCIA
MARMO
1° 84/B
10 BACCI MARMI SRL
VIA PESCARELLA 24
MARMO
1° 84/B
11 BACCI SILVANO
VIA ROMANA 137
MARMO
1° 84/B
12 BINELLI FABIO
VIA STRETTOIA 73
MARMO
1° 84/B
13 BACCI MARMI E GRANITI SRL
VIA AURELIA SUD 9
MARMO
1° 84/B
14 BALDUINI GIUSEPPE
VIA PISANICA 19
MARMO
1° 84/B
15 BASIMAR DI CORTOPASSI DANIELA
VIA SAN FRANCESCO 63
MARMO
1° 84/B
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 176
16 F.LLI BERTOZZI SNC
VIA AURELIA NORD 56
MARMO
1° 84/B
17 BALDUINI E FLORA SNC
VIA OBERDAN 44
MARMO
1° 84/B
18 BARSANTI ANDREA
VIA RIO MONTISCENDI
MARMO
1° 84/B
19 BERTI FRANCESCO E C SAS
VIA PROVINCIALE 262/264
MARMO
1° 84/B
20 BARONI E COLUCCINI SNC
VIA OBERDAN 48
MARMO
1° 84/B
21 BARONI E COLUCCNI SNC
VIA BUGNETA 4
MARMO
1° 84/B
22 BACILLI MARCO
VIA DELEDDA 7
MARMO
1° 84/B
23 SRL
VIA CROCIALETTO 28
MARMO
1° 84/B
24 BERTOZZI FREDIANI VITI
VIA AURELIA PONTEROSSO
MARMO
1° 84/B
25 BIAGI SILVANO
VIA PISANICA 40
MARMO
1° 84/B
26 BIAPRO MARMI SNC
VIA PISANICA 40
MARMO
1° 84/B
27 BIAPRO MARMI SNC
VIA IARE 36
MARMO
1° 84/B
28 BL DI BIAGI E LEONARDI SNC
VIA MARCONI 11B
MARMO
1° 84/B
29 COOP BOTTEGA VERSILIESE A RL
VIA MARTIRI DI SAN ANNA
MARMO
1° 84/B
30 BOVE MAR SRL
VIA AURELIA SUD KM 365
MARMO
1° 84/B
31 BRAMANTI VINCENZO
VIA SAN FRANCESCO 1
MARMO
1° 84/B
32 BRECIANI AGOSTINO
VIA TRAVERSA CROCIALE 74
MARMO
1° 84/B
33 COSTA PAOLO
VIA MONTEVERDI 17
MARMO
1° 84/B
34 CORSI GINO SAS
VIA SAN BARTOLOMEO 82/84
MARMO
1° 84/B
BERTOZZI FELICE DI ROVAI GIOVANNI EC
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 177
35 CERVIETTI FRANCO E C SNC
VIA SANT'AGOSTINO 53
MARMO
1° 84/B
36 CECCONI PIETRO E C SNC
VIA LUNGOFIUME VERSILIA
MARMO
1° 84/B
37 CECCOTTI PIETRO
VIA UMBRIA 37
MARMO
1° 84/B
38 CECCONI FRANCO E C SNC
VIA SOLAIO 56
MARMO
1° 84/B
39 CAMPOLONGHI MARMI E GRANITI SRL
LOC CENTOQUINDICI
MARMO
1° 84/B
40 CASINI E TESSA SRL
VIA PROVINCIALE 117
MARMO
1° 84/B
41 CIEMME DI PIERALLINI SNC
VIA SARZANESE 111 S
MARMO
1° 84/B
42 CIMA STEFANIA E C SNC
VIA ZOLA 5
MARMO
1° 84/B
43 CO MA PI SRL
VIA PROVINCIALE 139
MARMO
1° 84/B
44 COSTA ALESSANDRO
VIA MONTENERO 19
MARMO
1° 84/B
45 CASSIO COPPEDE SNC
VIA MONTISCENDI 180
MARMO
1° 84/B
46 IL COLLETTINO SRL
VIA TORRACCIA
MARMO
1° 84/B
47 CUBIA MARMI SNC
VIA PISANICA 40
MARMO
1° 84/B
48 DAZZI VINICIO
VIA BUGNETA 24
MARMO
1° 84/B
49 DELLA TOMMASINA ARTURO
LOC SPARTA INT
MARMO
1° 84/B
50 DI IORIO SRL
VIA CHIESA 21
MARMO
1° 84/B
51 DAZZI E COSTA SNC
VIA BUGNETA
MARMO
1° 84/B
52 DANIO MARIO
VIA ARNO 19
MARMO
1° 84/B
53 DA PRATO RIZIERI ALBERTO
VIA MARCONI 148
MARMO
1° 84/B
54 DE LUCIA ALFREDO ANGELINI MICHEKE
VIA GARIBALDI 126
MARMO
1° 84/B
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 178
SNC
55 DORICA SNC
VIA PADULE 26
MARMO
1° 84/B
56 BORICA SNC
VIA TICINO
MARMO
1° 84/B
57 EDILWORK SNC
VIA AURELIA SUD 30
MARMO
1° 84/B
58 ETTORE MARIANI SPA
VIA AURELIA 365
MARMO
1° 84/B
59 EDILMARMI SRL
VIA AURELIA KM 365
MARMO
1° 84/B
60 FEDERIGI FRANCESCO
VIA SANTINI 14
MARMO
1° 84/B
61 FRANCIONI MARBLE SRL
VIA AURELIA KM 364
MARMO
1° 84/B
62 F.LLI FRACASSINI SNC
VIA PESCARELLA
MARMO
1° 84/B
63 FAINI ALESSANDRO
VIA TORRACCIA 2
MARMO
1° 84/B
64 FARSETTI ENZO
LOC CENTOQUINDICI
MARMO
1° 84/B
65 FAVRET FABIANO
VIA AURELIA 78
MARMO
1° 84/B
66 FERRARI E BACCI SNC
VIA AURELIA 14
MARMO
1° 84/B
67 FERRARI LUCIANO E C SAS
VIA LUNGOFIUME VERSILIA 23
MARMO
1° 84/B
68 FOCACCI ITALO RENZO
VIA OPIFICI 30
MARMO
1° 84/B
69 GFG SRL
VIA PROVINCIALE 270
MARMO
1° 84/B
70 GRANITI D'EUROPA SPA
VIA AURELIA KM 365
MARMO
1° 84/B
71 F.LLI GALEOTTI SNC
VIA CISA 10
MARMO
1° 84/B
72 GARIBALDI GIOVANNI
VIA TORRACCIA 57
MARMO
1° 84/B
73 GARIBALDI LUCIANO SNC
VIA BUGNETA 18
MARMO
1° 84/B
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 179
74 GARIBALDI ROLANDO
VIA ALBETRETA 100
MARMO
1° 84/B
75 G.B.C.MARMI SRL
VIA PROVINCIALE 117
MARMO
1° 84/B
76 GIANNONI IACOPO
VIA CROCIALETTO 22
MARMO
1° 84/B
77 GIANNONI LUCA
VIA IARE 20
MARMO
1° 84/B
78 GIANNONI MARCO
VIA CISA 16
MARMO
1° 84/B
79 GIANNONI RICCARDO V
VIA CRCIALETTO 24
MARMO
1° 84/B
80 GIANNONI STEFANO
VIA AURELIA SUD ANG. VIA OPIFICI MARMO
1° 84/B
81 GIANNONI UlDERICO
VIA IARE 23
MARMO
1° 84/B
82 GIO.DA. MARMI E GRANITI SRL
VIA RIO 18F
MARMO
1° 84/B
83 GIORGI COSIMO E C SNC
VIA MONTISCENDI 85 STRETTOIA
MARMO
1° 84/B
84 GIORGI VITTORIO
VIA SETTEMBRINI 3/5
MARMO
1° 84/B
85 GUARICO SAV SRL
VIA AURELIA SUD 13/15
MARMO
1° 84/B
86 IN.CO.MAR SRL
VIA TORRACCIA 5
MARMO
1° 84/B
87 ITALMARBLE DI POCAI SRL
VIA IARE 15
MARMO
1° 84/B
88 GRAZIANI ADRIANO
VIA SANTINI 8
MARMO
1° 84/B
89 GABRIELLI GIUSEPPE
VIA AURELIA 62
MARMO
1° 84/B
90 GALEOTTI PAOLO NELLO
VIA OBERDAN 30
MARMO
1° 84/B
91 GALLENI MASSIMO
VIA AURELIA INT
MARMO
1° 84/B
92 GARIBALDI MARCO
VIA MARCONI 42
MARMO
1° 84/B
93 GIANFRANCESCHI FRANCO
VIA RISCIOLO 141
MARMO
1° 84/B
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 180
94 GIANNONI GIUSEPPE SNC
VIA SANTA MARIA 4
MARMO
1° 84/B
95 GIANNONI FRANCO E C SNC
VIAPESCARELLA INT
MARMO
1° 84/B
96 GALENA MARMI
VIA PILLI 4
MARMO
1° 84/B
97 LUDOVICO BERTONI E FIGLIO SNC
VIA UMBRIA 35
MARMO
1° 84/B
98 LORMAR SRL
VIA MONTISCENDI 3
MARMO
1° 84/B
99 LANDI GIUSEPPE
VIA TRE LUCI 33
MARMO
1° 84/B
VIA PIEMONTE 8
MARMO
1° 84/B
VIA UMBRIA 2
MARMO
1° 84/B
VIAPROVINCIALE 240
MARMO
1° 84/B
VIA COL DI NAVA 6
MARMO
1° 84/B
VIA PIAVE 6
MARMO
1° 84/B
VIA TORRACCIA
MARMO
1° 84/B
VIA SANTINI 15
MARMO
1° 84/B
10
0 LARI FABRIZIO
10
1 LAZZERI SAURO
10
2 LAZZERINI STEFANO E C SAS
10
3 LAZZERINI E BETTI SNC
10
4 LAZZERINI STEFANO
10
5 L.M.G. SRL
10
6 LENZONI ANGELO
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 181
10
7 LENZONI LUIGI
VIA SAN BARTOLOMEO 99
MARMO
1° 84/B
VIA MONTISCENDI 182
MARMO
1° 84/B
VIA DEL BORGO 65
MARMO
1° 84/B
VIA UNITA' D'ITALIA 87 A
MARMO
1° 84/B
VIA PISANICA 9
MARMO
1° 84/B
VIA IARE 19
MARMO
1° 84/B
VIA MARTIRI DI SAN ANNA
MARMO
1° 84/B
VIA FOSSETTO 30
MARMO
1° 84/B
VIA BARSANTI 9
MARMO
1° 84/B
6 MAGGI GIULIANO
VIA TRE LUCI 19
MARMO
1° 84/B
11 MAR BAC
VIA ROMA 78
MARMO
1° 84/B
10
8 LMP DI TARABELLA A E C SNC
10
9 LO.MAR.SNC
11
0 LOMBARDI GIULIANO
11
1 LUISI CLAUDIO
11
2 MUTTI FRANCESCO SRL
11
3 MUTTI MARCO
11
4 MELIS E MIGLIORINI SNC
11
5 MACCHIARINI GRANULATI SRL
11
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 182
7
11
8 F.LLLIMARCUCETTI SNC
VIA FOSSETTO
MARMO
1° 84/B
VIA FOSSETTO 25
MARMO
1° 84/B
VIA TESTRO 15
MARMO
1° 84/B
VIA MEUCCI 1
MARMO
1° 84/B
VIA MONTISCENDI 23
MARMO
1° 84/B
VIA MONTENERO
MARMO
1° 84/B
VIA MONTISCENDI 23
MARMO
1° 84/B
VIA SAURO 28
MARMO
1° 84/B
VIA S STAGI 27
MARMO
1° 84/B
VIA GARIBALDI 116
MARMO
1° 84/B
11
9 MARCUCCETTI GIULIO E MARCO SNC
12
0 LINO MARIANI SDF
12
1 MARMONIX LAP SNC
12
2 MEC MARMI SRL
12
3 MC MARMI DI PALAGI SNC
12
4 M E C MARMI SRL
12
5 MECCHERI PARDINI E C SNC
12
6 F.LLI MENCONI DI MENCONI ANNA
12
7 MONTI SNC
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 183
12
8 MORICONI MARCO
VIA PISANICA 19
MARMO
1° 84/B
VIA ANDREOTTI 31
MARMO
1° 84/B
VIA PESCARELLA
MARMO
1° 84/B
VIA PESCARELLA
MARMO
1° 84/B
VIA SPARTA 50
MARMO
1° 84/B
VIA PUGLIE 2
MARMO
1° 84/B
VIA SAURO ANG VIA SANTINI
MARMO
1° 84/B
VIA AURELIA SUD 30
MARMO
1° 84/B
VIA AURELIA SUD KM 115
MARMO
1° 84/B
7 ONIX EUROPA SNC
VIA IARE 39
MARMO
1° 84/B
13 ONIX TEL MAR DI MARZOVILLI E C SNC
VIA PISANICA 13
MARMO
1° 84/B
12
9 NAVARI ANTONIO E CARDINI GINO SNC
13
0 NACCARINI GRANITI SRL
13
1 F E R DI NACCARINI
13
2 NANNINI MIRTO SNC
13
3 NERI ANTONIO
13
4 NIERI E PIEROTTI SNC
13
5 NUOVA ROYAL MARMI SRL
13
6 OLIMPIA MARMI SRL
13
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 184
8
13
9 POLI CARLO ALBERTO
VIA MARTIRI SANT ANNA 10
MARMO
1° 84/B
0 PANICUCCI FRANCO
VIA ANDREOTTI 60
MARMO
1° 84/B
14
VIA AURELIA NORD MONTISCENDI
1 PAIOTTI SRL
12
MARMO
1° 84/B
VIA CASTAGNO 102
MARMO
1° 84/B
VIA ARNO LOC BACCATOIO
MARMO
1° 84/B
VIA PESCARELLA INT
MARMO
1° 84/B
VIA CISA 19
MARMO
1° 84/B
VIA COL DI NAVA 2
MARMO
1° 84/B
VIA AURELIA 56
MARMO
1° 84/B
VIA AURELIA NORD 198
MARMO
1° 84/B
14
14
2 PAOLINI VINCENZO
14
3 PAPIN I IVANA
14
4 P.A.V. DI BOCCELLI E C SNC
14
5 PESETTI ALVARO E FIGLI E C SNC
14
6 PELLETTI E SIMONETTI SNC
14
7 PONTEROSSO MARMI DI LARI FURIO
14
8 PERA LUCIANO
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 185
14
9 PIO PASQUINIE FIGLI
VIA AURELIA 12
MARMO
1° 84/B
VIA MARTIRI DI SANT ANNA 10
MARMO
1° 84/B
1 PUCCETTI UMBERTO
VIA DA VINCI 56
MARMO
1° 84/B
15
VIA AURELIA NORD MONTISCENDI
2 QUEMA SRL
201
MARMO
1° 84/B
VIA CISA 12
MARMO
1° 84/B
VIA SANT AGOSTINO 78
MARMO
1° 84/B
VIA TORRACCIA 6
MARMO
1° 84/B
VIA UMBRIA 3
MARMO
1° 84/B
VIA FOSSETTO
MARMO
1° 84/B
8 RAMACCIOTTI SERGIO
VIA FOSSETTO
MARMO
1° 84/B
15 R.C. DI COPPEDE SNC
VIA ROMANA 24
MARMO
1° 84/B
15
0 PARDINI BRUNO
15
15
3 ROLAN MARMI SNC DI TARABELLA
15
4 ROSSI PIO E FIGLI SNC
15
5 ROSSI CELSO DI AMEDEO ROSSI
15
6 G.B. RAFFO SRL
15
7 RAMACCIOTTI GIANCARLO
15
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 186
9
16
0 REAL MARMI DI BERTONI PIERA
VIA TORRACCIA 27B
MARMO
1° 84/B
VIA CROCIALETTO 18
MARMO
1° 84/B
VIAPROVINCIALE 117
MARMO
1° 84/B
VIA COL DI NAVA 4
MARMO
1° 84/B
VIA PIASTRONI 54
MARMO
1° 84/B
VIA PRONICCIA 3
MARMO
1° 84/B
VIA UMBRIA 18
MARMO
1° 84/B
VIA SPARTA INT
MARMO
1° 84/B
VIA AURELIA
MARMO
1° 84/B
VIA SARZANESE 111
MARMO
1° 84/B
16
1 REBECHI ALDO
16
2 RENZO CASINI E C SNC
16
3 RADA MARMI
16
4 RICCI ALESSANDRO
16
5 RICCI SESTILIA
16
6 ROCCHI ARDUINO
16
7 SAM DI BARSANTI SNC
16
8 SE.MA.B. SRL
16
9 LA SAGOMA
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 187
17
0 SICEA MARMI SRL
VIA AURELIA SUD 27
MARMO
1° 84/B
VIA AURELIA SUD 50
MARMO
1° 84B
VIA ARNO 4
MARMO
1° 84B
VIA MARTIRI SANT ANNA
MARMO
1° 84B
VIA SANT AGOSTINO 43
MARMO
1° 84B
VIA OLMI 113
MARMO
1° 84B
VIA TIRO A SEGNO 4
MARMO
1° 84B
VIA LUNGOFIUME VERSILIA 13
MARMO
1° 84B
VIA PROVINCIALE VALLECCHIA 278 MARMO
1° 84B
9 TESCONI GRANITI SRL
VIA PROV VALLECCHIA
MARMO
1° 84B
18 TOGNI UMBERTO
VIA VALDICASTELLO 7
MARMO
1° 84B
17
1 SPADACCINI FRANCO
17
2 SPADACCINI SERGIO M
17
3 STAGETTI NICOLA
17
4 STAGI GIULIANO
17
5 STAM SPA
17
6 STUDIO SEM SCULTORI ASSOCIATI
17
7 TARABELLA MARMI SRL
17
8 TIRRENIA MARMI SNC
17
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 188
0
18
1 TOGNOCCHI E VECCHI SNC
VIA CHIESA 19
MARMO
1° 84B
VIA SOLAIO 9 A
MARMO
1° 84B
VIA CROCIALETTO 24
MARMO
1° 84B
VIA TRE LUCI 15
MARMO
1° 84B
VIA SANTINI 15
MARMO
1° 84B
VIA TRE LUCI 67
AUTOCARROZZERIA
1° 4/C
VIA PISANICA 7
AUTOCARROZZERIA
1° 4/C
VIA MONTENERO 4
AUTOCARROZZERIA
1° 4/C
VIA SAURO 50
AUTOCARROZZERIA
1° 4/C
VIA GENTILE 11
AUTOCARROZZERIA
1° 4/C
18
2 ULIVI EGISTO
18
3 VALENTI ALESSANDRO
18
4 VASSALLE FILIBERTO
18
5 VERSILMARMI
18
6 AUTOCARROZZRIA 2000 E C SNC
18
7 AUTOCARROZZERIA FERRARI L E G
18
8 AUTOCARROZZRIA F.LLI BRESCIANI SNC
18
9 AUTOCAR LA MADONNINA DI RICCI SNC
19 AUTOCAR LA SCORREVOLE FLLI
0 LOMBARDI
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 189
19
1 AUTOFFICINA FLLI NARDINI SNC
VIA SETTEPONTI
AUTOCARROZZERIA
1° 4/C
VIA GARIBALDI 124
AUTOCARROZZERIA
1° 4/C
VIA SARZANESE 90
AUTOCARROZZERIA
1° 4/C
VIA UNITA' D'ITALIA 8
AUTOCARROZZERIA
1° 4/C
VIA TRE LUCI 15
AUTOCARROZZERIA
1° 4/C
VIA ROMANA 44
AUTOCARROZZERIA
1° 4/C
VIA SIPE STRETTOIA
AUTOCARROZZERIA
1° 4/C
VIA SARZANESE 17
AUTOCARROZZERIA
1° 4/C
VIA PALESTRIO 218
AUTOCARROZZERIA
1° 4/C
0 MONACO ALESSANDRO
VIA SIPE 61
AUTOCARROZZERIA
1° 4/C
20 PIEROTTI GIOVANNI
VIA VALDICASTELLO 46
AUTOCARROZZERIA
1° 4/C
19
2 BERTOLACCINI DARIO
19
3 BRAJON GIOVANNI PIETRO
19
4 CARROZZERIA ULIVI SNC
19
5 COLUCCINI GIOVANNI
19
6 IL DIAMANTE SNC
19
7 EUROCAR SNC
19
8 GABRIELLI GIULIANO
19
9 MARIANI ENZO
20
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 190
1
20
2 ROSI WALTER
VIA VIA AURELIA 133 SUD
AUTOCARROZZERIA
1° 4/C
VIA AURELIA 355
AUTOCARROZZERIA
1° 4/C
VIA SALE 61
AUTOCARROZZERIA
1° 4/C
VIA AURELIA 164
AUTOCARROZZERIA
1° 4/C
VIA SIPE
AUTOLAVAGGIO
2° 14/C
VIA CROCE 28
LAVANDERIA
2° 9/C
VIA TURATI 26
LAVANDERIA
2° 9/C
VIA DONIZZETTI 21
LAVANDERIA
2° 9/C
VIA MONTICELLO 29
LAV.ZIONE LEGNO
1° 75/B
VIA VALDICATELLO 56
LAV.ZIONE LEGNO
1° 75/B
20
3 ROSSI E BARSAGLINI SNC
20
4 TIBERIO NARDINI
20
5 VIVIANI BRUNO
20
6 AUTOLAVAGGIO RAVERA SRL
20
7 LAVANDERIA LUCIA
20
8 LAVANDERIA MARZIA DI BIGI
20 LAVANDERIA ANTONIETTA DI LUCARINI
9 LARA
21
0 MAZZUCCHI STEFANIA
21
1 FEDERIGI DIEGO
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 191
21
2 LA TROCANTE DI SANTINI ELIA
VIA PRONICCIA 2
LAV.ZIONE LEGNO
1° 75/B
VIA BOZZA 45
RIPARAZIONE MAC
2° 14/C
VIA GARIBALDI 149
PROD. GUARNIZIONI
VIA AURELIA KM 373
CALCESTRUZZI
1° 8/B
VIA LAGO 30
CALCESTRUZZI
1° 8/B
VIA SARZANESE 43
CALCESTRUZZI
1° 8/B
VIA CANNORETO
CALCESTRUZZI
1° 8/B
VIA AURELIA KM 365
CALCESTRUZZI
1° 8/B
VIA COLMATE
ALLEV. ANIMALI
1° 1/C
VIA PERGOLAIA 22
ALLEV. ANIMALI
1° 1/C
VIA ARGINELLO 73
ALLEV. ANIMALI
1° 1/C
21
3 GR GRANDI IMPIANTI SNC
21
4 GUBRES SAS
da definire
21
5 BENTOVAL SPA
21
6 MO.BA. SNC DI BARTOLOZZI ENRICO E C
21
7 ICES SPA
21
8 LUCIANI SPA
21
9 VARIA COSTRUZIONI
22
0 FARNARARO EDOARDO
22
1 PELLICCIA LEONELLO
22 DAZZI IVA
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 192
2
22
3 PETRONI EDMONDO
c/o MACELLI PUBBLICI
MACELLAZIONE
1° 15/C
VIA AURELIA
ASFALTI E BITUMI
1° 3B
VIA AURELIA KM 373
ASFALTI E BITUMI
1° 3B
VIA SARZANESE 43
ASFALTI E BITUMI
1° 3B
VIA IARE 6
CARPENTERIA
1° 4/C
22
4 VARIA COSTRUZIONI SRL
22
5 CEMENBIT SRL
22
6 COLUCCINI MARIO
22
7 SAGRO SRL
22
8 CONSORZIO VEA
IMP.TO
VIA DONIZZETTI 13
DEPURAZIONE
1° 100/B
VIA PONTENUOVO 22
RACCOLTA RIFIUTI
1° 100/B
VIA SAURO 38
TIPOGRAFIA
2° 14/C
P.ZZA MATTEOTTI
TIPOGRAFIA
2° 14/C
VIA DELLE MIMOSE 44
TIPOGRAFIA
2° 14/C
22
9 CONSORZIO ERSU
23
0 DINI GIUSEPPE
23
1 MENCARAGLIA GIOVANNI
23
2 TIPOGRAFIA VERSILIA DI CARDUCCI G
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 193
23
3 VALLPRESS DI FILGIE ADOLFO
VIA VALEECCHIA VECCHIA 22
TIPOGRAFIA
2° 14/C
VIA AURELIA 173
TIPOGRAFIA
2° 14/C
VIA SANTINI 35
FONDERIA
1° 82 B
VIA PROVINCIALE VALLECCHIA 332 FONDERIA
1° 82 B
23
4 COMUNICARE DI RICCI EMILIANO
23
5 BRONZARTE DI GIANNACCINI ROSITA
23
6 GIORGINI MAGGI SRL
23
7 FONDERIA D'ARTE MASSIMO DEL CHIARO VIA IARE 26/B
FONDERIA
1° 82 B
VIA TRE LUCI 41
FONDERIA
1° 82 B
VIA SANTA MARIA 22
FONDERIA
1° 82 B
VIA DEL CASTAGNO 23
FONDERIA
1° 82 B
VIA TRE LUCI 43
FONDERIA
1° 82 B
VIA MARTIRI SAN ANNA 14
FONDERIA
1° 82 B
VIA BOZZA 20
FONDERIA
1° 82 B
23
8 FONDERIA AERTISTICA MARIANI SRL
23
9 FONDERIA D'ARTE TESCONI E C SNC
24
0 FONDERIA ARTISTICA VERSILIESE SNC
24
1 BELFIORE GIUSEPPE E C SNC
24 FUSIONI ARTISTICHE FLLI LUCARINI E C
2 SNC
24 F.LLI DA PRATO DI DA PRATO MASSIMO
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 194
3
24
4 POLACCI MASSIMILIANO
VIA MARTINATICA 14
FONDERIA
1° 82 B
VIA SAN BARTOLOMEO 39
CARPENTERIA
1° 4/ C
VIA PADULE 15
CARPENTERIA
1° 4/ C
VIA PAGLIAIO 80
CARPENTERIA
1° 4/ C
VIA BARCAIO 90
CARPENTERIA
1° 4/ C
VIA CASTAGNO 9 INT
CARPENTERIA
1° 4/ C
VIA PADULE 141
CARPENTERIA
1° 4/ C
VIA IARE 38
CARPENTERIA
1° 4/ C
VIA NICCHIETO 4O
CARPENTERIA
1° 4/ C
VIA CASTAGNO 15
CARPENTERIA
1° 4/ C
24
5 BARSI E C SAS
24
6 TOMMASI FABIO
24
7 CARPENTERIA TARTAGLIA ENZO
24
8 FANTOZZI SERGIO
24
9 BRESCIANI GIUSEPPE
25
0 RAFFAELLI ENRICO
25
1 CERAGLIOLI CARLO SNC
25
2 GROTTI VINCENZO
25
3 CARPENTERIA LUISI FRANCO
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 195
25
4 BAZZUCCHI DINO
VIA PAGLIAIO
CARPENTERIA
1° 4/ C
VIA ELBA 6
CARPENTERIA
1° 4/ C
VIA OLMI 71
CARPENTERIA
1° 4/ C
VIA ANDREOTTI 32
CARPENTERIA
1° 4/ C
VIA TRAVERSAGNA 126
CARPENTERIA
1° 4/ C
VIA SALE 35
CARPENTERIA
1° 4/ C
VIA PISANICA 163
CARPENTERIA
1° 4/ C
VIA PROVINCIALE VALLECCHIA 234 CARPENTERIA
1° 4/ C
VIA PADULE 15
CARPENTERIA
1° 4/ C
VIA SARZANESE 111G
SMERIGLIATURA
1° 22/C
VIA MARCONI 30
SMERIGLIATURA
1° 22/C
25
5 LAZZERI ANDREA
25
6 CARDINI SIMONE
25
7 L.G. BAZZICHI SNC
25
8 GHELARDUCCI PIETRO
25
9 L E L SNC
26
0 NERI ANDREA
26
1 SILICANI FABRIZIO
26
2 TOMMASI ANGELO
26
3 DATI SANDRO
26 GIANNACCINI LORENZO
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 196
4
Come si evince dall’elenco sopra riportato risulta necessario procedere ad un aggiornamento dell’elenco delle industri insalubri.
Comune di Pietrasanta
7.2
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 197
Industrie a rischio
Sul territorio del Comune di Pietrasanta non sono presenti industrie a rischio di
incidente rilevante.
7.3
Misure di mitigazione
Come si evince dall’elaborato cartografico “Carta della localizzazione delle Industri
Insalubri”, le industrie insalubri sono presenti prevalentemente nei centri urbani, e
nel centro storico di Pietrasanta in particolare. Nasce da qui l’esigenza di
delocalizzare queste industrie al fine di minimizzare la commistione tra centro
residenziale ed artigianale – industriale. Esigenza a cui la l’Amministrazione ha già
dato risposta procedendo alla redazione di un Piano Guida ai sensi dell’art. 26 ter
della normativa tecnica, per la delocalizzazione delle attività che presentano fattori
di pressione sui centri residenziali, nonché delle industrie insalubri in particolare.
Molte di queste industrie in realtà sono i vecchi laboratori artistici ove viene
lavorato il marmo, ed una delocalizzazione dell’attività potrebbe comportare un
snaturamento delle caratteristiche della città, compromettendo quel clima e quello
sviluppo economico e culturale che le stesse attività hanno pilotato e reso famosa
Pietrasanta nel mondo.
Ove invece sono stati raggiunti ottimi risultati, è negli adeguamenti dei processi
produttivi che hanno praticamente azzerato l’immissione dei reflui idrici in acque
superficiali, indirizzando i processi verso i cicli chiusi e nel riutilizzo delle acque.
Un altro settore ove c’è stato un forte incremento qualitativo è quello relativo al
con tenimento delle polveri in atmosfera, polveri prodotte dal processo produttivo.
Sono ormai rari i laboratori che non presentano sistemi di convogliamento e
depurazione dell’aria.
Un ulteriori settore ove qualcosa si è mosso, ma dove i condizionamenti relativi
alla destinazione urbanistica dell’area sono stati un fattore frenante, è quello
dell’inquinamento acustico. In questo settore è necessario approfondire gli
interventi magari pilotati con la redazione da parte dell’Amministrazione del Piano
di azionamento acustico.
7.4
Conclusioni
Da un esame complessivo delle aziende inserite nell’elenco si rileva che la quasi
totalità di insediamenti insalubri è riferita alla lavorazione lapidea, ad altre attività
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 198
produttive quali tipografie, fonderie d’arte e carpenterie (in buona parte lavorazioni
meccaniche dell’alluminio), ad attività di servizio quali le lavanderie e le
carrozzerie.
Gli elementi di insalubrità derivanti da tali tipologie produttive sono in genere
ridotti. Per la lavorazione lapidea sono costituiti dal rumore e da emissioni di
polveri, oltre che dalla presenza di solidi nelle acque di lavorazione. Per le
fonderie si tratta di fonderie di seconda fusione e quindi con effetti ambientali
pressochè nulli.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
8
Radiazioni non ionizzanti
8.1
Elettrodotti e cabine di trasformazione
Pg. 199
Linee elettriche con tensione uguale o superiore a 132 kV
L’obiettivo di questo indicatore è la localizzazione e la caratterizzazione delle linee
elettriche ad alta tensione, nonché delle cabine di trasformazione.
Il territorio del Comune di Pietrasanta, ed in particolare la sua collina, è stata
oggetto di un selvaggio attraversamento da parte delle linee elettriche,
compromettendo in modo irreversibile l’aspetto paesaggistico ed ambientale. Al
fine di garantire almeno la salute, il 23 marzo del 1992 è stato emanato il D.P.C.M.
“Limiti massimi di esposizione ai campi elettrico e magnetico generati alla
frequenza industriale nominale di (50 Hz) negli ambienti di lavoro”, il quale fissa i
limiti massimi di esposizione, relativamente all’ambiente esterno ed abitativo.
I limiti fissati sono i seguenti:
5 kV / mt e 0,1 mT
rispettivamente per l’intensità di campo elettrico e di
induzione magnetica, in aree o ambienti in cui si possa
ragionevolmente
attendere
che
individui
della
popolazione trascorrano una parte significativa della
giornata.
10 kV / mt e 1 mT
rispettivamente per l’intensità di campo elettrico e di
induzione magnetica, nel caso in cui l’esposizione sia
ragionevolmente limitata a poche ore del giorno.
Fissati i limiti di esposizione, nota la tensione nominale di esercizio delle linee
elettriche e delle cabine di trasformazione, ne derivano le distanze di rispetto dai
fabbricati adibiti ad abitazione o ad altra attività che comporta tempi di
permanenza prolungati.
Pertanto per le linee a :
132 kV:
distanza da qualsiasi conduttore della linea ≥ 10 mt.
220 kV:
distanza da qualsiasi conduttore della linea ≥ 18 mt.
380 kV:
distanza da qualsiasi conduttore della linea ≥ 28 mt.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 200
Per le linee a tensione nominale diversa, superiore a 132 kV e inferiore a 380 kV,
la distanza di rispetto viene calcolata mediate proporzione diretta da quelle sopra
indicate.
Per le linee a tensione superiore a 380 kV le distanze di rispetto sono stabilite
dalla specifica Commissione tecnico – scientifica composta dal Ministero
dell’Ambiente, Ministero dell’Industria, Ministro Sanità, ENEL, ENEA, Istituto
superiore di Sanità, ISPESL.
Come si evince dall’elaborato cartografico: “Carta delle linee e cabine elettriche di
alta e media tensione” sul territorio del Comune di Pietrasanta sono presenti le
seguenti linee elettriche:
•
Linea ENEL n° 314 Acciaiolo – La Spezia: tensione nominale 380 kV
•
Linea ENEL n° 286 Avenza – Livorno Marzocco: tensione nominale 220 kV
•
Linea ENEL n° 565 Viareggio – Strettoia: tensione nominale 132 kV
•
Linea ENEL n° 500 Strettoia – Isola Santa: tensione nominale 132 kV
•
Linea FFSS Massa – Cascina Dispari: tensione nominale 132 kV
•
Linea FFSS Massa – Cascina Pari: tensione nominale 132 kV
Sullo stesso elaborato, è possibile apprezzare, evidenziate con la specifica
campitura, le fasce di rispetto, la cui ampiezza, doppia della relativa distanza di
rispetto, è pari a:
•
Mt. 56 per linee con tensione nominale 380 kV
•
Mt. 36 per linee con tensione nominale 220 kV
•
Mt. 20 per linee con tensione nominale 132 kV
In elaborati di maggior dettaglio (scale più piccole 1:2000 – 1:1000) a tale fascia di
rispetto è necessario aggiungere la distanza massima tra i vari conduttori.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 201
Cabine o sottostazioni elettriche
Relativamente alle cabine di trasformazione, il D.P.C.M. precisa all’art. 5 che “la
distanza di rispetto dalle parti in tensione di una cabina o da una sottostazione
elettrica deve essere uguale a quella prevista, mediante i criteri sopra esposti
(relativi all’art. 5), per la più alta tra le tensioni presenti nella cabina o sottostazione
stessa”
Nell’elaborato cartografico: “Carta delle linee e cabine elettriche di alta e media
tensione” abbiamo evidenziato quelle che erano le cabine e le sottostazioni di
trasformazione ed abbiamo assunto che la massima tensione presente è quella
relativa alla maggiore tra le linee in ingresso ed in uscita dalla medesima.
Il passo successivo è stato quello di riportare la distanza di rispetto sopra ottenuta
sul perimetro della sottostazione in modo da formare una fascia di rispetto.
È necessario precisare che tale fascia non può essere utilizzata per la cartografia
dei vincoli in quanto, il procedimento corretto dovrebbe essere quello di indicare
tale distanza dalle parti in tensione e non dal perimetro della cabina o centrale;
tanto più che le recinzioni delle sottostazioni normalmente sono state posizionate
a distanza di sicurezza.
Pertanto l’indicazione che vogliamo fornire, nell’elaborato cartografico in oggetto,
con la relativa campitura, è quella di una zona nella quale è possibile intervenire,
ma non prima di aver verificato con il gestore della cabina le effettive distanze tra
le abitazioni e le parti in
tensione presenti all’interno del perimetro della
sottostazione.
Linee elettriche di media tensione uguale 15 kV
Nell’elaborato cartografico “Carta delle linee e cabine elettriche di alta e media
tensione” abbiamo riportato solo il tracciato delle linee elettriche di media tensione
paria 15 kV.
Per questo tipo di linee non sono stati espressi dei livelli massimi di esposizione ai
campi elettrici e magnetici, nel citato decreto del 23 aprile 1992; pertanto ai fini
dell’esposizione elettromagnetica non sono state definite le rispettive distanze di
rispetto.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 202
Per questo tipo di linee è necessario rifarsi all’”aggiornamento delle norme
tecniche per la disciplina della costruzione e dell’esercizio di linee elettriche aeree
esterne” emanato con D.M. (Lavori Pubblici) 16 gennaio 1991.
All’uopo è necessario fare un distinguo tra le distanze imposte dal D.P.C.M. del
1992, dedotte dai limiti di esposizione ai campi elettrici e magnetici, e relative a
misure cautelative per i possibili effetti indotti dall’esposizione e le distanze che
esporremmo di seguito che non sono propriamente legate all’esposizione ma ad
effetti diversi, e ben più certi, quali il rischio di scarica.
Il D.M., in funzione della tensione con cui è alimentata la linee elettrica e
conseguentemente in funzione alla classe a cui tale linea appartiene, decreta:
•
Altezza minima dei conduttori dal terreno e dalle acque non navigabili (art.
2.1.05)
•
Distanze di rispetto dai fabbricati (art. 2.1.08)
Relativamente alle linee elettriche esterne con tensione nominale di 15 kV e
pertanto riconducibile a “Linee di seconda classe” è possibile specificare che:
a)
Altezza minima dei conduttori dal terreno
Tenuto conto sia dei rischi di scarica che dei possibili effetti provocati
dall’esposizione ai campi elettrici e magnetici, i conduttori, non devono avere
in alcun punto una distanza verticale dal terreno minore di (5,5 + 0,006 * U)
mt e comunque non inferiore a 6 mt.
•
b)
La distanza minima risulta 6 mt.
Distanze di rispetto dai fabbricati
Tenuto conto sia del rischio di scarica che dei possibili effetti provocati
dall’esposizione ai campi elettrici e magnetici, i conduttori delle linee di
seconda e terza classe non devono avere alcun punto a distanza dai
fabbricati minore di (3 + 0,01 * U) mt, con catenaria verticale e di (1,5 + 0,006
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 203
* U) mt, con il minimo di 2 mt., con catenaria supposta inclinata di 30° sulla
verticale.
•
La distanza minima risulta 3,15 mt.
Inoltre i conduttori delle linee con tensione nominale di 15 kV, nelle condizioni di
cui sopra e con catenaria verticale, non devono avere un’altezza su terrazzi e tetti
piani minore di 4 mt.
8.2
Misure di Protezione
In quest’ultimo paragrafo dovrebbero essere valutati gli interventi effettuati al fine
di prevenire, controllare o ridurre il potenziale impatto delle radiazioni non
ionizzanti sulla popolazione e sulle risorse naturali.
È con un certo imbarazzo, credo condiviso da qualsiasi altro collega che si sia
apprestato ad esporre i medesimi temi in altri lavori analoghi, che consto l’assoluta
mancanza di qualsiasi intervento per i fini di cui sopra da decenni. La miopia con
la quale sono state progettate queste dorsali aeree è sin troppo visibile.
Emblematico ci sembra il caso della collina di “Castiglione” subito a ridosso del
centro storico di Pietrasanta, in una zona ad alto valore storico (sono ancora
visibili i resti dei basamenti del Castello) ed ambientale, nella quale ad una
distanza di non più di 200 mt. sono presenti ben quattro elettrodotti
rispettivamente di 380, 220, 132, 15 kV.
Ad aggravare una situazione che dal punto di vista estetico – paesaggistico è già
di per se disastrosa, c’è da aggiungere, quale ulteriore aggravante, che i tracciati
progettati negli anni ’50 – ’60, oggi risultano del tutto inadeguati, stante l’oculato
sviluppo urbanistico che ha interessato le zone oggetto dei tracciati.
Così ad un problema ambientale potrebbe aggiungersi anche quello sanitario.
In questa sede mi sembra opportuno pensare ad ipotesi di interramento di questi
elettrodotti, sia per l’intero percorso, quando esso è breve, sia per parti di
percorso, per tracciati lunghi ove essi presentino caratteristiche ormai divenute
insostenibili ed incompatibili con una nuova sensibilità ambientale e a maggior
ragione con un misurato sviluppo urbanistico.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 204
Ci piace fornire questo spunto progettuale e programmatico, e pensare, anche alla
luce dei cablaggi realizzati in grosse città, possibile l’interramento della linea aerea
dell’ENEL n° 565 che parte da Viareggio e termina a Strettoia, considerati i pochi
chilometri su cui si estende, su un tracciato che potrebbe essere limitrofo alla linea
ferroviaria o alla dorsale Aurelia.
8.3
Stazione Radio Base per la telefonia e emittenti radiotelevisive
In questo paragrafo del capitolo vengono elencati, classificati e descritti gli impianti
che attualmente insistono sul territorio del Comune di Pietrasanta relativi alla
diffusione del segnale televisivo, radiofonico e per le telecomunicazioni operanti
nell’intervallo di frequenza compresa tra i 100 kHz e 300 GHz; sono escluse dalla
presente indagine gli impianti e le apparecchiature relative ai radioamatori e quelle
relative ad usi Militari, di Polizia e di Protezione Civile. Sull’elaborato: “5 Carta
delle stazioni radio base presenti sul territorio” è possibile apprezzare l’ubicazione
degli impianti esistenti.
Descrizione degli impanti esistenti
Il territorio del Comune presenta una corografia variegata, che è possibile
classificare in tre zone con caratteristiche specifiche ed omogenee: una zona
collinare – premontana con una bassissima densità abitativa, una zona
pianeggiante ove si è sviluppato il centro e dove risiede la maggior parte degli
abitanti del Comune. In tale zona sono presenti le grandi vie di comunicazione
(autostrada A12, linea ferroviaria, ect.) e si è sviluppato il substrato della attività
artigianli – industriali principalmente legate alla lavorazione del Marmo. Infine una
zona costiera caratterizzata da: una vegetazione tipicamente mediterranea, dal
mare, dalla spiaggia con i suoi stabilimenti e con uno sviluppo urbanistico residenziale caratteristico di una zona balneare, con una considerevole densità
abitativa, ma con accentuate caratteristiche di stagionalità.
Anche la realizzazione degli impianti, così come sopra classificati, è stata
funzionale alle caratteristiche ed alla morfologia del territorio nonché alla densità
abitativa; pertanto si sono sviluppati dei grossi impianti nella zona collinare,
tipicamente inerenti la diffusione dei segnali TV e Radio, e successivamente
all’avvento della telefonia cellulare, delle piccole e più numerose Stazioni Radio
Base (SRB) che insistono tipicamente nell’area della piana e nella fascia costiera.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 205
“L’antenna RAI” in loc. Capriglia
Sia perché si tratta dell’installazione più consistente e più datata, sia perché
induce i valori di campo elettromagnetico più alti riscontrati su tutto il territorio del
Comune,
“l’Antenna
RAI”,
così
verrà
successivamente
identificata,
è
l’installazione che senz’altro merita di essere descritta per prima. Il traliccio ubicato
in prossimità della sommità del Monte di Capriglia in via delle Fornace, realizzato
in un terreno di proprietà della stessa RAI, è attualmente il più grosso, che svolga
funzioni di diffusione del segnale radio – televisivo.
Come si evince dalla foto (cfr. pag. 13), si tratta di una struttura imponente, visibile
a parecchi chilometri di distanza, realizzata in acciaio e verniciata bianco – rossa
in ottemperanza alle norme in materia di aviazione civile e militare; accoglie
numerose antenne destinate a svariati servizi. Inizialmente era destinata alla sola
diffusione del segnale del secondo canale della RAI, (RAI due), successivamente,
ed in particolare negli ultimi anni, è stato utilizzato per la diffusione di altri canali
televisivi e numerosi canali radiofonici, in particolare RADIORAI. Data la sua
altezza e la sua invidiabile posizione orografica, si è prestato anche come punto di
appoggio per numerosi “ponti radio”.
Tale tipo di installazione, oltre ad un notevole impatto paesaggistico dato dalla sua
altezza, per la funzione di diffusione dei segnali e copertura del territorio è
omnidirezionale e multifrequenziale, e pertanto fonte di una cospicua induzione
elettromagnetica. Dalle rilevazioni effettuate, i cui dati sono riportati nel paragrafo
successivo, si evince un incremento del valore del campo elettromagnetico
(C.EM.) di fondo nell’area circostante. In particolare, in alcune situazioni sono stati
misurati all’interno delle abitazioni, anche se non documentati in questo studio,
valori di C.EM. compresi tra i 3 ed i 4 V/mt. .
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 206
“L’antenna Pellegrini” in loc. Capriglia
Nella medesima località, sopra un promontorio attiguo, è stato innalzato da
qualche anno un secondo traliccio, che identificheremo come “L’antenna
Pellegrini” (prende nome dal suo proprietario). Il traliccio ubicato in via delle
Piane, sopra un terreno di proprietà dello stesso Pellegrini, come si vede dalla
foto, è una struttura in acciaio, di color grigio, alla sommità della quale sono
presenti i segnalatori notturni in ottemperanza alla norme in materia di aviazione
civile e militare. Essa realizzata senza alcun tipo di mitigazione ambientale,
benché non molto alta, risulta visibile anche a diversi chilometri di distanza, con un
effetto deturpante per l’ambiente che l’accoglie. Essendo stata realizzata
nell’ultimo decennio, mal si spiega la cattiva attenzione che è stata posta alle
problematiche di impatto ambientale, ma non a queste bensì ai problemi di salute
pubblica legati alla sua ubicazione ed attestati dall’Azienda U.S.L. 12 Versilia –
Dipartimento Prevenzione U.O. Sicurezza negli Ambienti Confinati con nota Prot.
n° 20/II.4.1 del 04/01/02, è riconducibile l’ordinanza con la quale il Sindaco del
Comune di Pietrasanta ne impone la demolizione.
Benché attualmente disattivata, a causa dei problemi di inquinamento magnetico
che induce sulle linee elettriche delle abitazioni circostanti, (è in corso un
contenzioso presso il TAR), come risulta dalle misure effettuate dall’Agenzia
Regionale Protezione Ambiente - Dipartimento di Lucca, in data 5 e 6 marzo 2001
i valori di C.EM. indotti nell’area limitrofa non sono certo di poco conto. A verifica
di quanto sopra rilevato, le misure effettuate con gli apparati spenti e che sono
documentate nel paragrafo successivo, descrivono complessivamente valori di
C.EM. molto più bassi di quelli rilevati ad impianto acceso. Dal confronto delle due
sezioni di misura, si evince un notevole apporto di campo, nelle zone limitrofe,
indotto da questa installazione.
Non avendo avuto accesso alle caratteristiche radioelettriche delle antenne
installate, da una analisi visiva si evince che il traliccio ospita numerosi ponti
(links), una stazione radio base (cfr. telefonia cellulare, probabilmente del Gestore
BLU), ed antenne per la diffusione del segnale. Pertanto questa installazione,
come quella limitrofa, assolve alla funzione di diffusione dei segnali e copertura
del territorio, e di conseguenza fonte di una cospicua induzione elettromagnetica.
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 207
“L’antenna RAI” in loc. Monte Preti
Si tratta anch’esso di una installazione collinare, in particolare di un traliccio di
proprietà della RAI sul terreno di proprietà della medesima società, ubicato in via
Monte Preti sulla sommità del colle. Realizzato in acciaio, si tratta di una struttura
di medio – piccola dimensione e benché non sia stata effettuata una mitigazione
ambientale la sua localizzazione non deturpa l’ambiente in cui è inserita.
È bene precisare che l’impiego del traliccio per l’installazione di ulteriori antenne
comporterebbe un necessario innalzamento dello stesso, per ovvie ragioni di
inquinamento elettromagnetico, e ciò comporterebbe un maggior impatto
ambientale ed implicherebbe maggiore attenzione e ricerca di soluzioni
mitigatorie.
Le misure di C.EM. effettuate nell’area limitrofa non hanno rilevato valori
significativi da cui si deduce che la stessa è utilizzata più per illuminare zone a
distanza oltre che come punto di collegamento.
“L’antenna RAI” c/o il quartiere “Macelli”
Si tratta di un traliccio di modeste dimensioni di proprietà della RAI che lo impiega
come antenna di diffusione locale. Inserito all’interno del complesso dei Macelli
Pubblici sul lato di Via Basilicata, dal punto di vista architettonico, sebbene non
preveda alcun tipo di mitigazione, non induce un impatto ambientale significativo,
grazie anche all’unica antenna presente alla sommità.
Anche dal punto di vista elettromagnetico, benché ubicato in un’area abitata, dalla
misure effettuate non induce valori ci C.EM. tali da modificare complessivamente il
fondo presente. Per quanto premesso esso non necessità di alcun tipo di
adeguamento.
SRB – TIM in loc. Capezzano Monte
La SRB ubicata sul tetto della Chiesa di Capezzano Monte è l’impianto di telefonia
cellulare più datato che sia stato realizzato in tutta la Versilia; le prime antenne
risalgono al 1986. Esso è stato man mano adeguato con lo svilupparsi della
tecnologia ed ha accolto gli apparati relativi ai sistemi TACS, GSM, DCS. Alla data
del 5 – 6 Marzo 2001 la stazione risultava completa; a quella data risale la misura
effettuata dall’ARPAT, (allegata al presente studio, Allegato 1) nel quale si evince
che lungo la strada comunale è stato rilevato un valore massimo pari a 3,1 V/mt. .
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 208
Attualmente la stazione è stata un poco ridimensionata, sono state smantellate le
antenne lungo la facciata sud della Chiesa, ma sono rimaste inalterate quelle sul
tetto. Abbiamo provveduto a misurare nuovamente il valore di C.EM. nella
medesima postazione individuata da ARPAT e i risultati delle rilevazioni sono stati
riportati nel terzo paragrafo insieme all’allegato fotografico.
La SRB, benché ridimensionata rispetto ad un tempo, rimane ancora uno degli
esempi peggiori di come venivano realizzate le SRB senza una pianificazione
adeguata, e di come la stessa legislazione nazionale e regionale sino all’anno
2000 fosse carente. Se attualmente i valori di C.EM. sono tra i più alti riscontrati in
tutto il territorio comunale, benché non ci sia superamento dei limiti, la SRB anche
dal punto di vista architettonico conferma il degrado ed un impatto ambientale
negativo sul complesso che l’accoglie. Alla luce di quanto sopra esposto ben si
spiega la volontà dell’Amministrazione di delocalizzare la SRB fuori dal centro
abitato.
SRB – OMNITEL in Piazza Stazione
Si tratta di una SRB realizzata prima che l’Amministrazione Comunale
regolamentasse l’installazione delle SRB; ubicata in un terreno delle F.S. tra la
Strada Statale Aurelia e la linea ferroviaria, a fianco del parcheggio limitrofo agli
edifici della Stazione Ferroviaria.
Dal punto di vista elettromagnetico essa gode di una invidiabile posizione a
ridosso del centro storico, ma il sito non è fruibile da altri gestori in quanto
realizzato antecedentemente alla regolamentazione comunale che prevede
l’accorpamento di più gestori sul medesimo palo per minimizzare il proliferare di
pali e tralicci.
La SRB si presenta ben realizzata e con un impatto ambientale accettabile; dal
punto di vista elettromagnetico le misure eseguite in passato e ripetute nel
presente studio confermano valori di C.EM. sostenibili.
SRB – TIM, WIND in Via I° Maggio
Si tratta di un co – sito dei gestori TIM e WIND, provvisorio, realizzato su mezzo
carrabile con un medesimo supporto di sostegno delle antenne e due apparati a
terra, alloggiati provvisoriamente in via I° Maggio, nel tronco di strada chiusa (via
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 209
col di nava), in attesa della ridefinizione della viabilità della zona con la
realizzazione della nuova rotonda.
Come tutte le SRB provvisorie, anche queste SRB gravano sull’ambiente che le
accoglie con un impatto particolarmente negativo, sia per la struttura medesima,
sia perché come in questo caso non è stata predisposta alcun tipo di mitigazione
ne tanto meno è stata concordato il posizionamento definitivo nell’area.
Dal punto di vista elettromagnetico l’ubicazione risulta corretta per garantire il
servizio al “Centro Storico” ed alle frazioni di “Città Giardino” e “Pontestrada”.
Essendo inserito nell’area dell’incrocio tra la SS Aurelia, Via I° Maggio ed il
sottopasso ferroviario, l’assenza di abitazioni e/o edifici intorno allo stesso, ad
eccezione del lato ovest dove si sviluppa un agglomerato misto residenziale –
artigianale, ma caratterizzato da abitazioni basse (sono state sviluppate solo al
piano terra) poco significanti ai fini dell’impatto elettromagnetico, è garanzia di una
minimizzazione del C.EM. indotto sulle aree abitate circostanti.
Urge una sistemazione definitiva in loco della SRB in oggetto, che preveda la
realizzazione di un supporto metallico per le antenne ben mitigato, ricercando
quelle soluzioni che meglio si confanno alla sistemazione a verde della zona, e
prevedendo l’interramento degli apparati attualmente su carrello mobile.
Nella medesima area, Via Col di Nava, è stata allestita una “rampa” per i ragazzi
che vogliano giocare con gli skeet – board, ed intorno a questa, durante il
pomeriggio si raccolgono un gran numero di giovani. Precisando che gli impianti di
ricetrasmissione non propagano i loro effetti nelle zone limitrofe alla base del palo,
sono state effettuate delle misure proprio nell’area sportiva, le quali hanno
dimostrato che i valori di C.EM. indotti non sono significativi.
SRB – TIM, WIND c/o il Campo di Atletica
Presso il Campo di Atletica sono presenti attualmente due SRB, una fissa del
gestore TIM e una provvisoria, in attesa della realizzazione del sito definitivo, del
gestore WIND. La prima, realizzata lungo il lato est dell’impianto sportivo, tra lo
stesso e la Via Unità d’Italia, trattasi di una stazione fissa realizzata
antecedentemente alla regolamentazione avviata dall’Amministrazione, ma
ubicata in un ottimo sito, sia perché immerso nella campagna e quindi con
sporadiche abitazioni limitrofe (comunque sempre a distanza considerevole), sia
Comune di Pietrasanta
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 210
perché vicino al casello autostradale della A12 “Versilia”, infine perché a ridosso
del Parco della Versiliana.
Dal punto di vista elettromagnetico la zona ben si presta ad accogliere impianti di
ricetrasmissione cellulare, e le misure effettuate sia in passato che per il presente
studio, entrambe riportate nel seguente paragrafo, hanno rilevato un valore di
fondo elettromagnetico particolarmente basso, in linea con i valori rilevati in zone
rurali.
La stazione realizzata egregiamente, curando sia l’inserimento e la mitigazione
degli apparati a terra sia il supporto per le antenne, non aggrava particolarmente
l’ambiente che l’accoglie, e l’impatto ambientale risultante è senz’altro sostenibile.
Pur in un complesso positivo, al momento del restyling, si suggerisce la
verniciatura di verde del palo di sostegno, al fine di uniformarsi con gli alberi che
dovrebbero mitigarlo, ed un nuovo tipo di antenne (si suggerisce una bi-banda) al
posto del doppio pannello in serie.
Nel medesimo sito, nell’angolo opposto del campo, è stato provvisoriamente
installato un carrato del gestore WIND, in attesa della definizione della
convenzione per l’installazione di una stazione definitiva. Anche in questo caso, il
posizionamento di una stazione mobile deturpa l’ambiente che l’accoglie con un
impatto senz’altro negativo; ma grazie all’oculatezza con il quale è stato ubicato
all’interno di una zona con alberi ad alto fusto, viene in parte ridotto l’impatto
visivo, sia del palo che degli apparati (in particolare dal lato di Via Pisanica);
complessivamente la stazione urge di una sistemazione definitiva.
L’area in oggetto è stata indagata con numerose sezioni di misura effettuate in
tempi successivi; è stato rilevato il valore di fondo in assenza degli impianti, con la
presenza del solo impianto TIM, e nel presente studio con entrambe le SRB; come
si evince dai valori riscontrati c’è un lievissimo incremento tra le prime e le ultime
misurazioni, denotando sull’area un impatto elettromagnetico complessivo
irrilevante.
SRB – OMNITEL in Via Luca d’Aosta - Marina di Pietrasanta
Anche questa stazione è ormai molto datata, realizzata ancor prima dell’anno
1998, sopra il tetto di un edificio, allora accoglieva un ordine, lungo la Via Luca
d’Aosta nella frazione di “Marina”. La SRB difficilmente visibile, in quanto poco
sopraelevata rispetto alla sommità del tetto che l’accoglie è senz’altro il sito che
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Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 211
meglio è stato inserito nell’ambiente e che induce un valore di impatto ambientale,
dal punto di vista estetico - architettonico, praticamente nullo.
Diversamente, dal punto di vista elettromagnetico, l’ubicazione non è delle più
felici, infatti si tratta di una zona densamente urbanizzata, benché sia
caratterizzata, come tutta l’edificazione residenziale privata della fascia costiera,
da abitazioni basse, molte ad un solo piano.
Le misure effettuate rilevano valori di C.EM. più alti rispetto ai valori medi
riscontrati in tutta la marina, ma comunque ancora abbondantemente sotto i valori
limiti.
SRB – TIM in Via Sant’Antonio loc. Tonfano
Questa SRB è forse la più vecchia installazione, dopo quella di Capezzano Monte,
che sia stata realizzata sul Comune di Pietrasanta. Realizzata nel terreno della
Società TELECOM lungo la Via Sant’Antonio all’altezza dell’incrocio con Via
Boccherini, probabilmente doveva essere una installazione provvisoria, ma alla
quale mai è seguita una definitiva sistemazione, come si intuisce dell’impiego del
tronco di una “GRU” come palo di sostegno delle antenne.
Dal punto di vista architettonico tale soluzione è forse una delle più orripilanti che
mai siano state pensate e realizzate, inducendo un impatto ambientale
significativo; è da notare che nella zona c’è la presenza di grossi e numerosi pini
mediterranei che in qualche modo mitigano da più punti di veduta la SRB.
Diversamente negli scorci che i aprono sulla stessa, essa manifesta tutta la sua
bruttezza.
Anche l’ubicazione è quanto meno scellerata, essendo stata posizionata in una
zona fortemente urbanizzata, con popolazione per la maggioranza stanziale,
benché vicini al mare, e limitrofa a due plesi scolastici nonché ad un parco giochi.
A dispetto delle pessime caratteristiche che essa ha, sia dal punto di vista estetico
– architettonico – paesaggistico sia da quello ubicativo, le misure effettuate
nell’area, in particolare nella direzione nella quale sono presenti le scuole hanno
dato risultati confortanti, rilevando, i valori di C.EM. modesti ed in linea con i valori
medi riscontrati in zona.
Non essendo un terreno pubblico quello sul quale la SRB è installata, non
possiamo suggerire una sua ricollocazione, ma invitiamo l’Amministrazione ad
un’azione
sul
architettonico.
gestore
affinché
provveda
almeno
ad
un
adeguamento
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Quadro conoscitivo Piano Strutturale
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SRB – OMNITEL, WIND in Piazza IV° Novembre
Trattasi di un co – sito dei gestori OMNITEL e WIND, provvisorio ed ubicato
nell’area in tempi successivi, realizzato su mezzi carrabili con un medesimo
supporto di sostegno delle antenne e due apparati a terra, alloggiati
provvisoriamente su mezzi carrabili, presso la Piazza IV° Novembre in loc.
Motrone.
Come per tutte le stazioni mobili e provvisorie l’impatto estetico – architettonico
sulle aree ove è ubicato, è senz’altro considerevole e come in questo caso in una
zona di pregio vicino al mare. Posizionato provvisoriamente, in attesa che
vengano definiti i passaggi amministrativi per una installazione definitiva, dietro la
cabina Enel, che insiste sulla medesima area, risulta poco visibile dai lati sud, est,
ed ovest. Il peggiore impatto visivo lo ha senz’altro percorrendo il Viale Roma in
direzione Massa – Viareggio, e lungo Via Tolmino.
Dal punto di vista elettromagnetico le SRB sembrano ben posizionate al margine
del centro abitato della frazione di Motrone, per il servizio della stessa frazione,
della frazione di “Le Focette” e del Viale Roma. Le misure effettuate confermano
valori di C.EM. modesti e più che appropriati per la zona in cui insistono.
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Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 213
Contributo al Quadro Conoscitivo per una analisi di previsione di Rete
Ecologica
La conservazione della natura attraverso la tutela della biodiversità rappresenta
ormai un obbiettivo prioritario delle politiche comunitarie (Direttiva 92/43/CEE
“Habitat”; Strategia Comunitaria per la Diversità Biologica, 1998; Progetto Rete
Natura, 2000) e nazionali (Piano Nazionale per la Biodiversità, 1994; D.P.R. n.
357/97; Rete Ecologica Nazionale proposta dal Ministero dell’Ambiente, 1999) e
dovrebbe costituire un principio fondamentale nelle azioni di pianificazione e tutela
del territorio.
Il processo di urbanizzazione e le infrastrutture ad esso collegate hanno
determinato l’isolamento degli ambienti naturali, ormai identificabili come aree
emarginate non più in grado di interagire tra loro. La frammentazione del territorio
e la mancanza di interconnessioni non garantiscono il flusso di popolazioni animali
e vegetali tra le aree che conservano una certa naturalità. L’ostacolo alla
migrazione ed alla colonizzazione di nuovi siti, impedisce altresì l’interscambio
genetico e diminuisce il livello di sopravvivenza delle specie.
Lo strumento individuato per attuare una ricucitura del paesaggio è quello della
Rete Ecologica e consiste nell’individuare corridoi di transito e di collegamento tra
aree di una certa valenza naturalistica (aree protette, aree ad elevata naturalità,
ecc.) che garantiscano lo spostamento delle specie animali e la diffusione di quelle
vegetali. Per la realizzazione della rete è prevista l’individuazione sul territorio di
elementi di connessione quali siepi, filari, corsi d’acqua, ecc.
Il livello di permeabilità di queste vie dipende dalla loro integrità e cioè dalla
capacità di creare habitat di transito idonei alla sopravvivenza delle specie da
tutelare. Un corso d’acqua che mantiene inalterate le sue caratteristiche naturali,
come fasce riparie consistenti e adeguata ampiezza dell’alveo, rappresenta
sicuramente un corridoio ideale per questo scopo. D’altro canto la sua
artificializzazione, con scomparsa di tali elementi di naturalità, non riuscirà ad
assolvere questo ruolo.
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Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 214
La Regione Toscana con la legge sulle “Norme per la conservazione e la tutela
degli habitat naturali e seminaturali della flora e della fauna selvatiche” (L.R. 6
aprile 2000, n.56 – art.10) e con le successive “Indicazioni tecniche per
l’individuazione e la pianificazione delle aree di collegamento ecologico” (D.G.R.
1148/2002) riconosce primaria importanza alle Reti Ecologiche.
A tale scopo definisce nel Piano di Indirizzo Territoriale (L.R. 5/95) il percorso per
la loro individuazione, ricostituzione e tutela e, in assenza di questo, viene
assegnata alle Province la competenza per raggiungere tale finalità all’interno dei
Piani Territoriali di Coordinamento.
I Piani Strutturali dei comuni acquistano in questa fase una importanza strategica
nella salvaguardia di aree ad elevata naturalità, in quanto che, se realizzati senza
tenere nella giusta considerazione tali elementi, si corre il rischio di compromettere
definitivamente la possibilità di realizzare, anche in futuro, una rete su ampia
scala. Occorre infatti evidenziare che una rete può essere definita tale solo se
realizzata a livelli di comprensorio territoriale di idonee dimensioni, almeno a livello
intercomunale. Nel caso della realtà costiera sarebbe opportuno ipotizzare una
rete che connetta tutta l'area identificata da questa unità fisiografica.
Il percorso normativo che garantisce il raggiungimento di tale obbiettivo è e deve
essere quindi di tipo top-down, ovvero il coordinamento centrale (Regione) che
impartisce indirizzi per gli organi periferici (Province) che devono effettuare le
previsioni di piano. Nella realtà ciò non è ancora avvenuto e la D.G.R. 1148 si
colloca in una fase intermedia per la predisposizione degli indirizzi normativi da
inserire nel PIT. Indirizzi che dovranno essere recepiti nei vari PTC per garantire
l’innesco del processo a partire dai Piani Strutturali Comunali.
Il Comune di Pietrasanta in fase di realizzazione del Quadro Conoscitivo ha quindi
l’opportunità di assicurare la predisposizione del proprio territorio alla realizzazione
della rete ecologica, ovvero può dare avvio ad un processo più complesso e
approfondito che si snoda secondo tre fasi di approccio successive:
-
analisi strutturale: che individua elementi geomorfologici, idrografici e
paesaggistici, e che fornisce prime valide indicazioni, relativamente alla
collocazione, alle dimensioni, alla forma delle aree di collegamento;
Comune di Pietrasanta
-
Quadro conoscitivo Piano Strutturale
Pg. 215
analisi funzionale: che prende in considerazione le caratteristiche eco-
etologiche di ciascuna specie obiettivo, per valutare l’effettiva funzionalità
di tali collegamenti;
-
analisi gestionale: necessaria all’individuazione di aree con diversa
misura di conservazione e con diversa funzionalità all’interno della rete.
Nello specifico in questa sede è stata effettuata una prima individuazione delle
aree (analisi strutturale) che potranno rappresentare alcuni degli elementi
fondamentali per la costituzione della rete ecologica. Il vincolo e la valorizzazione
di queste aree è il primo passo verso l’attuazione delle successive fasi che
dovranno o potranno essere attuati a scala più elevata.
Gli elementi territoriali individuati (carta allegata), appartengono a due gruppi
principali di aree:
-
nodi (Core areas), rappresentati nel territorio comunale di Pietrasanta
dall’alveo del Lago di Porta (ANPIL - ZPS), dai complessi naturalistici de
La Versiliana e delle aree collinari;
-
aree di collegamento:
in successione spaziale continua, come i corsi
-
d’acqua, la rete idraulico-agraria, il sistema delle siepi e dei muri
a secco, le praterie e le radure, le fasce boscate
-
in successione spaziale discontinua (Stepping stone, che, se
pur di modeste dimensioni, possono offrire rifugio e supportare il
flusso tra i nodi) come le aree boscate, le macchie, i grandi alberi
isolati, le zone umide relittuali, le cave di sabbia dismesse, gli
stagni, i ruderi, ecc.
Nodi o Core areas
I nodi costituiscono aree di dimensioni idonee ad ospitare popolazioni stabili ed in
cui elevata è la biodiversità e la concentrazione di specie minacciate. Tra le aree
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individuate sul territorio di Pietrasanta quella di maggior rilievo è rappresentata dal
Lago di Porta (Foto 1), zona umida relittuale dove si incontrano biotopi diversificati
come il bosco mesofilo e l’area palustre, e zone a minor estensione come cariceti
e ambienti di risorgiva.
Nel complesso de La Versiliana si incontrano residui di bosco mesofilo litoraneo e
avvallamenti retrodunali, immersi nella pineta di più recente formazione.
Le colline (Foto 2) conservano in alcune loro parti tracce della originaria macchia
mediterranea, anche se prevalgono gli impianti di olivo tipici della zona.
Aree di collegamento
I corsi d’acqua sono limitati a brevi tratti del fiume Versilia e ad alcuni torrenti (il
Baccatoio e il Rio degli Opifici) che originano sulle colline e che confluiscono nei
corsi d’acqua regimati e pensili che attraversano la pianura (Foto 3).
La loro funzionalità come corridoi ecologici va salvaguardata attraverso la
limitazione di tutti gli interventi che tendono ad alterarne la struttura
geomorfologica originaria, quali rettifica degli alvei, tombature, distruzione delle
fasce riparie, interruzione del continuum fluviale, ecc., ma anche attraverso
interventi attivi di restauro quali ampliamento degli alvei, smantellamento di
infrastrutture rigide di difesa, ricostituzione delle fasce riparie con limitazione di
specie alloctone (robinia, ailanto, ecc.) e valorizzazione di quelle tipiche (salice,
ontano, nocciolo, ecc.) anche nell’ottica della salvaguardia dal rischio idraulico.
In alcune aree rurali, ancora gestite con criteri tradizionali (foto 4), si possono
incontrare manufatti (muri a secco) e filari di siepi che, se adeguatamente
mantenuti, possono assolvere una importante funzione nella protezione della
fauna minore.
Il territorio agricolo con caratteristiche più prettamente intensive potrebbe
comunque acquisire valenza ecologica proprio mediante il ripristino di un sistema
di siepi che, se posizionate nei pressi dei canali di scolo, potrebbero anche
valorizzare la rete idraulico agraria originatasi
dalla bonifica della pianura
versiliese ed assolvere così anche ad altre funzioni come l’intercettazione dei
nutrienti e la depurazione delle acque.
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Sul territorio comunale sono ancora presenti consistenti formazioni boschive (foto
5) caratterizzate prevalentemente da essenze autoctone di pregio come l’ontano, il
leccio, l’alloro e il frassino. Queste, sebbene non sufficientemente ampie da
supportare una popolazione stabile di fauna selvatica, possono comunque
consentirne la sosta e il successivo irraggiamento.
L’individuazione e la salvaguardia di questi primi elementi della rete costituisce la
base per il successivo approfondimento della fase strutturale a livello provinciale e
la garanzia per il passaggio alla realizzazione di una vera e propria rete ecologica.
Questo processo non potrà esimersi dal coinvolgere enti (provincia, comuni
confinanti, consorzi di bonifica) che a vario titolo gestiscono il territorio e portatori
di interessi (agricoltori, cacciatori, pescatori, associazioni, ecc.) che su questo
svolgono le loro attività primarie.
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Ringraziamenti
Si ringraziano tutte le persone e gli enti che si sono messi a disposizione
con professionalità e cortesia, nello svolgimento delle attività relative alla
redazione della Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Comune di
Pietrasanta. In particolare:
COMUNE DI PIETRASANTA
PROVINCIA DI LUCCA – Servizio Ambiente
Dott. Laura M. Leone Biologo professionista
ERSU SpA
V.E.A. Versilia Acque
Consorzio Pisa Ricerche
ALERR – Agenzia Lucchese per l’energia ed il recupero delle risorse
TAVOLINI srl