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10 FEBBRAIO
3
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
46
Sommario
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
Un dolore senza fine
Premio Bontà 2997
pag 4
pagg 20/21
di Stefano Giove
di Rosamaria Busto
Riceviamo e
Pubblichiamo
di AA VV
pag 36/37
Questo periodico
è associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
DEL 15 MAGGIO 1992
Registro Nazionale della Stampa n. 10084
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A QUESTO NUMERO:
GIUSEPPE CARRERA
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LUCIANO MINEO
TOMMASO FRANCAVILLA
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CATALDO RIBECCO
WALTER CARDAMONE
ANDO
FOTO:
ERASMO MAZZONE
AMMINISTRAZIONE
VITO CONTE
IMPAGINAZIONE E GRAFICA:
STEFANO GIOVE
MAURIZIO FALIVENE
STAMPA
FALIGRAPH
E Mo’ nonn’abbaste?
Un anno con i Runners
pagg 5
pag 22 e 24
di don Franco Conte
Criminalità a Ginosa
di Stefano Giove
pagg 5/6
Le favole di grim
di Rosamaria Busto
pag 7
Notizie flash
pag 38
pag 24
Patronato informa
di Walter Cardamone
Intervista a M. Gigante
di Carmelo Candia
di Mariacarmela Ribecco
Ginosa e il traffico
pag 25
Dal Concilio il nuovo
dialogo
di Aldo Maria Valli
pagg. 26/27
Urago alla Bcc
Il vocabolario
di Dio
pag 10
pag 28
di Adele Carrera
di Don Franco Conte
Page
CAP: elezioni e polemiche Home
di Roberto Muscolino
di Ando
pag 11
pag 29
Riceviamo e
Pubblichiamo
Noi e il Fisco
di Mario D’Alconzo
pag 29
di AA VV
pag 12
Padre Paolo
di Stefano Giove
pag 13
Notarangelo replica
di Esseggi
pag 14
Energia elettrica
di Costantino-Mineo
pag 17
Spinoso
di Cataldo Ribecco
pag 30/31
pag 19
La Lu Ma Gi Gi…
di Raffaella Troiano
pag 41
L’impegno del Liceo Vico
di Palma Martino.
pag 42
Ginosa sconfitto a…
di Domenico Ranaldo
pag 43
Il calcio a Catania
di Michele Antonicelli
pag 44
Intervista a Legrottaglie
di Gianluca Catucci
Anche il Calcio a 5…
di Marino Menzella
pag 46
Briciole di quotidianità
di Mariacarmela Ribecco
pag 32
Vivere…
di Rosalinda Rosato
pag 32
di Giuseppe Pizzulli
di Marciatore/Francesca
di Esseggi
pag 45
Taranto e il centrosinistra Crede…
di Salvatore Rizzo
nella Risurrezione
pag 18
Marcia della Pace 2007
pag 38
pag 39
di Giulio Pinto
pagg 8/9
di Raffaele Fanelli
Un pesce da record
pag 7
Versus di From
Il parere del tecnico
pag 31
Questo numero de
La Goccia è stato chiuso
alle ore 22,00 del 7/02/07
4
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
Un dolore senza fine
Come si fa a parlar d’altro? No,
non è possibile non parlare di Alma,
dei suoi diciassette anni, di un destino
crudele, del dolore straziante dei genitori. No è troppo grande la sofferenza
per non parlare di quest’ennesima tragedia che colpisce la nostra comunità
che strazia il cuore di tante madri e di
tanti padri.
Proprio con Carlo Tamborrino,
il papà di Alma, avevo avuto modo di
parlare di queste tragiche vicende che
hanno avuto quali protagonisti diversi
giovani di Ginosa. Commentavamo
da padri che vivono questa sofferenza
delle morti del sabato sera. Entrambi
dicevamo che bisogna fare qualcosa.
Stamani quando gli ho espresso il mio cordoglio, Carlo se ne è ricordato, mi ha detto «proprio qualche
giorno fa parlavamo di queste disgrazie…».
Non è facile scrivere in simili situazioni.
Eppure non può rimanere senza risposta la richiesta impossibile di
Anna che diceva «Alma, rispondimi!». È la richiesta di una madre che
cerca sua figlia.
È allora voglio che il dolore che stiamo vivendo diventi lo strumento
con il quale ogni genitore possa parlare al proprio figlio. Ed è a mio figlio
che voglio parlare in questo momento.
È vero, hai ragione tu quando mi dici che «sono esagerato» che ti
«trasmetto ansia» che non posso «impedirti di vivere la tua gioventù».
Il punto è proprio questo: io voglio che tu viva la tua gioventù! E allora,
cerca di capire da cosa nasce la mia ansia, deriva dalla paura che questa
tua «voglia di vivere la gioventù» possa infrangersi alla prossima curva
affrontata a forte velocità. Vedi, anche io sono stato ragazzo come te e
anche io ho trasgredito. La differenza tra la mia epoca e quella attuale
è che oggi, tu disponi di strumenti e mezzi per me inimmaginabili. Il telefonino, l’automobile e una condizione di vita, sicuramente, più agiata.
Eppure sono proprio queste agiatezze a divenire gli strumenti con i quali
si stroncano le vostre vite.
Probabilmente, avrò commesso qualche errore nel mio ruolo di genitore. Se li ho commessi è perchè ho avuto paura. Si è sempre parlato di
conflitto generazionale e, forse, la nostra generazione ha cercato di evitare questo conflitto, concedendo più di quanto fosse lecito e giusto dare.
Purtroppo, ingenuamente, abbiamo pensato di dover essere diversi dai
nostri genitori nell’educare i nostri figli. Quante volte ho detto: «voglio
darti tutto quello che non ho avuto io». Questa “filosofia” l’abbiamo concretizzata con la rinuncia a svolgere il nostro ruolo e la nostra funzione
di genitori. Probabilmente, se avessi fatto la scelta di “scontrarmi” con te
(con la tua generazione), se ti avessi detto qualche “no!” in più; avremmo
litigato di brutto e ma... chissà. Forse anche il litigio è un modo per comunicare tra generazioni.
Non c’è dolore più grande di quello che provoca la morte di un figlio.
Qualcuno ha detto: «la guerra è quando i padri sepellisconi i figli!». E
allora mi chiedo da chi, quando e perché è stata dichiarata questa guerra
assurda che stiamo combattendo?
In poco più di un anno, sono morti cinque ragazzi ginosini, tutti per incidente stradale. Certo, la fatalità, il destino, la fortuna o la sfortuna sono
stati determinanti. Però… quando queste tragedie si ripetono con una
sequenza tanto rapida non si può non riflettere.
E se stabilissimo, di provare a interrompere questa catena di avvenimenti? Tu ed io. Cerchiamo di trovare il modo perché tu possa vivere la
tua gioventù e io possa sognare (come fanno tutti i genitori) un radioso
futuro per te. Un futuro che ti appartiene perché, in tempo di pace ( e noi
siamo in tempo di pace!) sono i figli che seppelliscono i genitori. Ed io
voglio essere seppellito sapendo che dopo di me rimarrai tu.
Stefano Giove
l’editoriale
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La Redazione de
La Goccia
prime le più sentite
condoglianze alle
famiglie
Tamborrino
per la prematura
scomparsa di
Alma
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
cronaca
E MO’,
NON’ABBAST?!
A scanso di equivoci, premetto
subito che quanto scrivo non ha alcun riferimento a coloro che hanno vissuto sulla
propria pelle l’immane tragedia degli incidenti stradali. Mi rivolgo ai giovani, ai miei
giovani. Ai giovani “sconsiderati” di questi
nostri paesi che, puntualmente ormai, ci
fanno piangere morti assurde, vite spezzate, sogni recisi e falsati dall’individualismo e dall’egoismo.
Mai e poi mai la vita può essere disprezzata e tampoco distrutta sino a
questo punto!
Per favore, non prendiamocela
con Dio. Egli non può stare agli incroci dei
nostri paesi con la paletta sollevata dell’alt,
non può mettersi sui rettilinei delle nostre
strade con l’autovelox a frenare le pazzie
di stupidi che amano l’ebbrezza di giochi
mortali. C’è bisogno che te lo dica Dio che
passare con il semaforo ormai rosso sul
ponte di via Puglie puoi trovarti di fronte
un poveraccio che sa di avere la strada libera? E quanti ne vedo sfrecciare a super
velocità su quel senso unico! C’è bisogno
che te lo dica Dio che devi rispettare lo
stop, che non devi imboccare una strada
contromano, che non devi viaggiare a velocità supersonica, che mentre guidi devi
smetterla di smanettare col telefonino?
E chi, come me, spesso viaggia ad ogni
ora del giorno e della notte quanti ne vede
di questi pazzi! E quasi sempre giovani…
Non abbiamo bisogno di un Dio-poliziotto
quando si è sprofondati in così drammatiche crisi di disamore e di non-senso da
arrivare al punto di mettere a repentaglio
la propria e l’altrui vita.
Miei cari giovani, il vostro tempo,
la vostra cultura, i vostri progetti amano
davvero la vita? Non bastano le denunce,
che puntualmente scattano dopo ogni incidente contro questa o quella sicurezza
di viabilità, se non si pronunciano dei “sì”
5
forti e lungimiranti di un vero amore alla vita. Di una vita che non è “mia” nel
senso indiscriminato della proprietà assoluta, dell’arbitrio, del “ne posso fare
ciò che voglio”, strumentalizzato fino al
punto da giustificare, in suo nome, ogni
stupidaggine. Sino al punto di infischiarsene anche della vita degli altri.
E un appello veloce veloce vorrei fare anche ai responsabili delle varie
“Scuola guida”, anche qui senza alcun
particolare riferimento a chicchessia:
stiamo attenti, molto attenti, alle “patenti facili”. E mi fermo qui, lasciando ai
più esperti nel settore eventuali approfondimenti in merito.
Miei cari giovani, l’altra mattina, quando nella “mia” IV H del Liceo di
Laterza mi guardavo e riguardavo quel
banco vuoto dove fino a ieri era seduta
Alma, mi è venuto spontaneo quell’urlo.
Eh, giovani? E mo’, non’abbast?!
Don Franco Conte
E Ginosa si scopre vittima
della
piccola
criminalità
La Confcommercio convoca un’assemblea di tutti gli esercenti
per discutere del “dilagare dei fenomeni malavitosi che si sono verificati
nelle ultime settimane” nel nostro comune.
Nel numero scorso, il nostro giornale,
dava notizia dell’avvenuta cattura di un
capo della ‘ndrangheta, il pluriricercato
Paolo Polimeri. Indubbiamente, per la
Benemerita, si trattava di una grande
prova di efficienza e capacità investigativa.
Ma non c’è stato tempo per le Forze
dell’Ordine di “gustare” la grande vittoria: solo dopo pochi giorni, nel nostro
Comune, si sono verificati atti criminali
che hanno creato un grave allarme sociale.
Si cominciò con la rapina al supermercato del signor Pistoia. Una rapina a
mano armata e a volto coperto. Da quella sera, cioè negli ultimi quindici giorni,
di vicende criminose se ne sono verificate molte.
Certo non è la prima volta che si verificano eventi criminosi in rapida sequenza. Basta ricordare quello che è avvenuto negli appartamenti qualche anno
fa. Poi ci pensarono le Forze dell’Ordine
ad assicurare alla Giustizia gli autori dei
furti. Si trattava di forestieri che avevano scelto Ginosa come luogo delle loro
scorribande.
Le vicende di questi giorni, proprio
perchè si sono connotate in maniera diversa dal passato e, purtroppo si deve
registrare che non si tratta del solito
furtarello ma ci troviamo di fronte a
delle rapine a mano armata, pongono,
proprio per la comparsa delle armi,
elementi ulteriori di preoccupazione.
A tali preoccupazioni ha saputo
dare una prima risposta la Confcommercio che si è immediatamente attivata su due fronti. Da una parte ha
avviato un serio confronto con le autorità per chiedere interventi urgenti a
tutela della sicurezza degli esercenti
e, dall’altra, chiamando la categoria
dei commercianti alla mobilitazione.
segue a pag. 6
6
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
Ginosa si scopre…
cronaca
sul piano della sicurezza.
È toccato al vicesindaco Felice Vizzielli, portare il contributo dell’Ammini-
In questa ottica si inquadra l’assemblea straordinaservizio fotografico
ria promossa dalla sezione
territoriale della Confcommercio, martedì 6 febbraio,
alle ore 15,30 presso il teatro
Alcanices, che aveva all’ordine del giorno le «iniziative
da prendere circa il dilagare
dei fenomeni malavitosi che
si stanno verificando nelle
ultime settimane.»
Il presidente della Confcommercio ginosina, Pino
Mele, ha esordito dicendo
che «Questa assemblea
straordinaria è stata convocata per discutere di questo
verificarsi di eventi criminosi nel nostro Comune.» Lo stesso presidente
ha detto con estrema chiarezza che
i commercianti di Ginosa devono far
«sentire la loro voce» per chiedere
«sicurezza» nello svolgimento delle proprie attività. Proseguendo nel
suo intervento, il presidente Mele, ha
illustrato i diversi documenti prodotti dall’associazione Commercianti di
Ginosa e inviati alle autorità istituzionali preposti ai compiti di garanzia del- strazione Comunale all’assemblea. Il
vicesindaco ha elencato le diverse inila sicurezza dei cittadini.
Dalle proposte presentate dalla Con- ziative poste in essere dall’Ente locale
potenziamento
fcommercio si evince con chiarezza «Videosorveglianza,
che si chiede una maggiore «visibilità delle Polizia Municipale, prolungamene presenza » delle Forze dell’Ordine, to dell’orario di servizio e attivazione di
per contrastare con efficacia il fenome- iniziative volte a sollecitare una maggiono della microcriminalità. Tra le propo- re presenza delle Forze dell’Ordine sul
ste grande rilievo assume la richiesta territorio.»
Ho voluto svolgere il ruolo del “pundella presenza nel territorio della zona
Occidentale della provincia jonica di un golatore” per sollecitare una più chiaCommissariato di Polizia dello Stato. ra assunzione di responsabilità sia da
Tale richiesta scaturisce dalle rinnova- parte delle istituzioni locali sia da parte
te esigenze che un così vasto territorio degli stessi commercianti, volta a gaesprime, tenuto conto anche del note- rantire il valore della legalità “sempre e
vole sviluppo turistico e della presenza comunque».
Alle mie “provocazioni” hanno rispodi diverse discoteche che richiamano
migliaia di vacanzieri. Quindi un terri- sto diversi commercianti: Matteo ha
torio che merita la massima attenzione chiesto che ci fossero più uomini a ga-
Project Studio
rantire la sicurezza: il presidente Mele
ha sottolineato che, probabilmente,
l’aumento dei fatti criminosi è da collegarsi all’Indulto.
L’assessore al commercio, Giulio Galante, ha
ribadito con forza quanto già
richiesto dall’amministrazione:
«Avevamo chiesto, in tempi
non sospetti, la istituzione di
un Commissariato a Ginosa
per garantire una presenza
ulteriore delle forze dell’Ordine.»
Gli animi dei presenti si sono scaldati a mano a
mano che si procedeva nella
discussione e ognuno portava
il proprio personale contributo al dibattito. Nunzio Pizzulli, Angelo Massanelli, Emilio
Saturno, Giuseppe Barbetta,
hanno detto delle cose interessanti e in
ciascuno si avvertiva la preoccupazione
che le vicende di questi giorni possano
essere il prologo di ulteriori processi di
degrado dal punto di vista della sicurezza.
Alla fine l’indicazione che è scaturita è stata quella di avviare una serie di
iniziative che si muovano su due livelli;
da una parte una risposta immediata
per tranquillizzare i commercianti e, al
tempo stesso garantire un maggior e
controllo; in secondo luogo avviare tutte
le iniziative che sono necessarie per garantire una presenza stabile, nel nostro
territorio, della Polizia di Stato a sostegno del già eccellente lavoro svolto dai
Carabinieri.
Bisogna riconoscere che la reazione sociale al dilagare di fenomeni malavitosi è strada decisa e immediata.
Ancora una volta la nostra comunità
ha dimostrato di avere la forza e la determinazione per “bloccare sul nascere”
ogni tentativo di intorbidire la nostra vita
sociale con fenomeni malavitosi che
non ci appartengono e che hanno trovato una forte e compatta mobilitazione
cittadina.
Stefano Giove
scherzi a parte
VERSUS
di from
Dopo di lui
Dopo di me,
Fini, disse
Berlusconi.
Dopo di te,
fine, rispose
Maroni.
Dopo di lui (2)
Non solo Fini,
di certo
non Casini,
e l’Umberto
vale Maroni,
vira Berlusconi:
dopo di lui
il diluvio.
Dopo di lui (3)
Non lascerò
mai, cambiò
il Cavaliere:
son’io
il mio
successore.
Lui,
dopo di lui:
con secondi
Fini.
Le bandierine
A pochi poco,
a sinistra,
il paese tutto,
alla destra:
governo a fuoco,
è salvo l’orto.
Catania
E’ scappato
il morto atteso:
da porta a porta,
controcampo,
senza scampo,
va il pallone
sospeso.
Spegnete
la televisione.
Tacete.
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
Le favole di Grim
7
Stazione salvalavita
C’era una volta, non lontano da qui, il paese di Occhiocitrullo, il gran palazzo del governo della
buona salute, anche in quel luogo sperduto, allungava il suo comando. Ma nel palazzo della buona
salute, fino a qualche mezzo lustro addietro, si pensava soltanto alla buona salute di chi era al suo
comando. La povera gente non ne godeva gran che. Per essa erano a disposizione vecchie lettighe
allineate, osservatori di budella che un giorno sì e dieci no erano in funzione e per risollevar le membra
da dolori lancinanti non vasche di cura eran predisposte ma vasche buone per allevar coccodrilli.
Insomma non c’era di che star di buonumore e ci si votava, sempre di più, ad un santo per garantirsi
la buona salute.
Accadde che a palazzo, fra le tante cure per far star bene di corpo e di mente i capi, fu allestita
anche la carrozza salavalavita. Ossia una carrozza che in men che non si dica, giungeva sferragliando
e salvava la vita del malcapitato di turno. Poteva quella essere posta in luoghi popolosi, dove maggiori
erano i rischi di pericoli ma, così come era usanza in quel palazzo, essa fu posta nelle vicinanze della
dimora dei galanti vetturini che di guidarla si occupavano.
Era tanto ingegnoso il meccanismo messo in moto che nessuno ebbe mai nulla da ridire.
Un giorno però, una svendola di Uragano spazzò via dal pazzo della buona salute tutti i capi che
fino ad allora avevano fatto il bello e il cattivo tempo. Sicché si cominciò a controllare lettighe, vasche
di cura e tutto il resto.
Nel mettere un po’ d’ordine l’Uragano comandante s’avvide che, tra queste, v’era la carrozza
salavalavita che posta nelle vicinanze dalla dimora del carrozziere non giungeva rapidamente in tutti
i luoghi della bisogna, così decise che quella doveva essere posta in altro loco, ben più distante da
quello desiderato dai galanti vetturini. E, detto fatto il cambio ci fu.
Neanche un terremoto avrebbe fatto sobbalzare la terra come accadde per quel cambio di postazione!
Re, principi, granduchi, messeri, ciambellani e cortigiani galanti s’avventarono urlanti sull’imponente Uragano perché restituisse alle vecchie stazioni le carrozze salavalavita, anche se lì non c’era
gran che da salvare; e se le carrozze non bastavano per tutto il reame, poco male (dicevano quelli) se
ne potevano comprar altre!
Il possente Uragano, che di sperperar denaro non ne voleva proprio sapere, tentò in tutti i modi
di riportar alla ragione i messeri che s’opponevano alle sue decisioni ma quelli, tosti, non ne vollero
sapere!
Sicché, chiamati a consiglio tutti i grandi esperti della buona salute, ordinò loro di trovare una via
d’uscita, altrimenti non ci sarebbe stata più pace. «E che la via d’uscita -aggiunse - sia soddisfacente
per la gente che soffre e non per i vetturini delle carrozze salavalavita!»
La soluzione non era a portata di mano e per qualche giorno e qualche notte i saggi dovettero
lavorare di buzzo buono fintanto che non addivennero ad una decisone che all’apparenza salvava la
vita e... la capra e i cavoli!
Difatti fu deciso che la carrozza avrebbe avuto la sua stazione su una grande via di traffico, sicché
lì, che le vetture eran più veloci e più numerose ed eran causa di gravi scontri mettendo a repentaglio
le vite dei viaggiatori, avrebbe meglio e più velocemente salvato la vita dei malcapitati incidentati.
Beh! Come soluzione non c’era che dire! La salvezza della
vita, in caso di bisogno era assicurata! Il percorso era breve
e si poteva star certi che la buona riuscita dell’impresa salavalavita era quasi assicurata. Non era la migliore per il vetturino
che aveva la sua fermata non proprio sotto le finestre della sua
dimora, ma anche quello non aveva di che lagnarsi dal momento
che eran solo pochi i passi da fare a piedi per raggiungere la
carrozza.
Sbuffante l’Uragano annunciò la nuova decisione poiché
rimaneva convinto che anche con quella il denaro delle casse del
palazzo della buona salute non era ben speso ma si sa com’é, a
volte per poter tirare avanti occorre far buon viso, cattivo gioco
e qualche spreco.
Morale della favola: Quando vuoi cambiar le cose, sulla via non
trovi rose.
8
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
cronaca
Notizie
Flash
Rubrica a cura di Giulio Pinto
Truffa ed estorsione, arrestate due persone
Nei giorni scorsi i carabinieri della stazione di Marina di Ginosa, comandati dal
maresciallo Vito Capozzi, hanno arrestato
Luigi Giosuè e Francesco Carvutto, entrambi di Ginosa, in esecuzione della ordinanza di custodia cautelare, per tentata
truffa e tentativo di estorsione, emessa
dal Gip dott.ssa Bina Santella su richiesta
del PM dott. Raffaele Graziano. Giosuè è
stato avviato al carcere mandamentale di
Taranto mentre Carvutto è stato sottoposto agli arresti domiciliari. Nella primavera
del 2006 i due arrestati avrebbero attuato
in vari momenti ed in vario modo tentativi
di truffa e di estorsione ai danni dei titolari di un centro commerciale di Ginosa.
Nel fascicolo al vaglio degli inquirenti c’è
la dettagliata denuncia presentata dalle
vittime ed il lavoro investigativo compiuto
dal comandante Capozzi e dal suo nucleo operativo. Con un attento lavoro di
“intelligence” gli uomini dell’Arma hanno
ricostruito i movimenti delle due arrestati.
I provvedimenti restrittivi adottati, a parere del Gip dott. Bina Santella, andavano
adottati per evitare la reiterazione del reato e consentire ai carabinieri l’identificazione delle persone che avevano fornito i
titoli di credito utilizzati per truffare i titolari
del centro commerciale.
Due rapine a distanza di pochi giorni
L’aria di insicurezza che si respira da un
po’ di tempo in tutto il Paese, stupri, aggressioni, furti, rapine, estorsioni, hanno trovato conferma anche nel paese di
Ginosa. Due rapine in meno di una
settimana che si aggiungono al tentativo di estorsione mettono ansia
nella popolazione abituata, ormai, a
vivere in luogo estremamente sicuro
e tranquillo. Sarà l’effetto “indulto”
sarà l’eccessiva tranquillità che induce la popolazione a non seguire
i più elementari comportamenti di sicurezza certo è che a Ginosa e Marina di Ginosa tutti devono riprendere a vivere con più attenzione. Che
il nostro territorio sia tranquillo, con
controllo soft e privo di video sorveglianza non deve essere sfuggito alla delinquenza organizzata. Sabato
all’ora di chiusura due delinquenti
a volto coperto sono entrati nel supermercato di via Tuseo puntando le
armi sul volto del titolare, Giuseppe
Pistoia intimandogli la consegna del
ricavato da una settimana di vendita: circa 10.000 euri. Al termine della
rapina i malviventi si sono repentinamente allontanati senza lasciare
traccia. Lunedì è stata presa di mira
l’agenzia Milano Assicurazioni nella centralissima via Lucania. Anche
questa volta i malviventi hanno portato a segno la rapina allontanandosi velocemente. I carabinieri di
Ginosa hanno avviato le indagini e
seguono una pista che conduce nel
capoluogo regionale.
Parisi riconfermato segretario
sezionale de La Margherita
Si è celebrato lo scorso 27 gennaio
nella sede cittadina, il congresso se-
zionale de La Margherita. Al cospetto
di un nutrito numero di iscritti l’assemblea sezionale ha affrontato il dibattito
che verteva sulle mozioni presentate
dai vari leader nazionali e sul ruolo che
il partito deve svolgere sul territorio
comunale. Sono intervenuti al dibattito
Nuccia Giannatelli capogruppo consigliare del partito, Angelo Riccardi, ex
consigliere comunale. Al termine del
dibattito l’assemblea ha votato all’unanimità la mozione dell’on. Enrico Letta
provvedendo ad eleggere gli organi
sezionali. Tonino Parisi è stato riconfermato coordinatore sezionale mentre il coordinamento è risultato essere
composto da Erasmo Perniola, Damiana Di Fonzo, Francesco Rucci, Vito
Sabato, Angela Melchiorre, Anna Di
Lena, Rocco Di Chio, Maria Quaranta
unitamente a Tonino Parisi e Nuccia
Giannatelli membri di diritto. Il direttivo
è così composto: Erasmo Perniola, Angela Melchiorre, Anna Di Lena, Rocco
Di Chio, Francesco Rucci, Vito Sabato
ed Angelo Riccardi.
A Ginosa uno dei quattro musei europei del barbiere e del parrucchiere
La lettura del periodico bimestrale “Il
Curioso” ha consentito di scoprire che
a Ginosa si trova uno dei quattro musei
europei del barbiere e del parrucchiere. La scoperta è del maestro Tonino
Scorpati, noto modellatore di capelli ,
titolare con la consorte di una nota sala
di coiffeure; questi sfogliando il giornale hanno notato in un box che il Museo di Ginosa era indicato come uno
dei quattro musei del settore presenti
in Europa. La soddisfazione ha subito
preso il sopravvento è Tonino ha subito
voluto mettersi in contatto con l’editore del giornale. Il contatto è stabilito;
probabilmente presto Ginosa potrebbe ospitare una rassegna europea del
settore.
Black out: Enel sotto accusa
A seguito dell’interruzione senza avviso, attuata nei giorni scorsi a Ginosa
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
cronaca
dall’Enel, la locale sezione della Confcommercioha inoltrato una formale
protesta. Se ne fa carico il presidente
Giuseppe Mele che nella lettera inviata al nucleo operativo di Potenza sottolinea il danno causato dal black out
dall’Enel senza preavviso. Nel suo intervento Mele ha chiesto che le aziende di servizi si adeguino ai parametri di
gestione delle relazioni con la clientela
adottati dai privati.
Sotto sequestro l’Aseco
Un provvedimento di sequestro è stato
comunicato, nei giorni scorsi, allo stabilimento Aseco di Ginosa. Stando, a
quanto è stato reso noto, la struttura ,
insediata in contrada Lama di Pozzo è
finita nel mirino della Procura di Pescara per presunte violazioni delle norme in
materia ambientale di fanghi provenienti dal capoluogo abruzzese. La vicenda
è comunque oggetto di accertamenti e
nei prossimi giorni si potrebbero registrare nuovi sviluppi.
Deposito di traversine ferroviarie nel
piazzale marinese
La news flash pubblicata la scorsa settimana sul deposito di traversine ferroviarie sul piazzale antistante la stazione
ferroviaria di Marina di Ginosa, come in
tante occasioni , non ha prodotto nulla.
Sembra che l’autorità preposta alla tutela della salute pubblica sul territorio
non abbia ancora assunto alcuna determinazione in merito. Al momento non è
nota la natura delle traversine; si può intuire che si trattano di manufatti in c.a.p.
(ndr cemento armato precompresso) .
La Provincia di Taranto ha inviato una
pattuglia della polizia ambientale che ha
esperito un primo sopralluogo. Non sono noti i risultati della visita nei provve-
dimenti che l’Ente provinciale potrebbe assumere sull’argomento.
Un ginosino presidente del collegio
provinciale dei periti industriali
La notizia giunge con ritardo anche in
considerazione del carattere scevro
del soggetto, poco incline a sottoporsi alla luce dei riflettori della cronaca.
Lo scorso mese di novembre, a seguito del rinnovo del consiglio direttivo della provincia di Taranto dei periti
industriali, è stato eletto presidente,
Vincenzo Brunone. E’ la prima volta
che un nostro conterraneo riveste la
prestigiosa. Ad malora al neo eletto
e l’augurio che sappia dare lo stesso
impegno e lo stesso contributo per il
rilancio del nostro territorio da egli
profuso nel periodo in cui ha rivestito
l’incarido di assessore comunale alle
attività produttive
Arrestato il noto imprenditore edile Francesco Caponio
La notizia era nell’aria da un po’ di mesi ma considerata la statura economica
dell’impresa edile di cui era titolare ed
il significativo accreditamento raggiunto
con diversi enti pubblici tra cui il comune
di Ginosa per il quale ha vinto una gara
per la realizzazione del nuovo Cimitero
comunale, nessuno immaginava che
Franco Caponio fosse il vertice di una
cupola che si poggiava sull’abbinamento dell’imprenditoria con la malvivenza.
Stando a quanto accertato dai carabinieri di Marina di Ginosa comandati dal
maresciallo Vito Capozzi , Caponio non
avrebbe esitato a ricorrere ad attentati
incendiari e dinamitardi per cercare di
costringere alcuni clienti a pagare cifre
di gran lunga superiori a quelle pattuite
e a indurre i suoi ex dipendenti a rinunciare alle vertenze di lavoro. Il provvedimento restrittivo di arresti domiciliari è
stato emesso su richiesta del pubblico
ministero Ida Perrone in esecuzione
di un’ordinanza di custodia cautelare
emessa dal giudice per le indagini preliminari Pio Guarna. Franco Caponio è
accusato di una lunga serie di incendi,
danneggiamenti ed episodi estorsivi tra
i quali l’incendio del capannone di una
rivendita di auto di San Giorgio Jonico
per costringere il fratello del titolare della concessionaria, dal quale aveva acquistato un immobile allo stato rustico
per la cifra di 700mila euro, ad accettare
una somma inferiore a quella disposta
con sentenza del Tribunale di Taranto.
Il fascicolo processuale lo indica anche
quale mandante dell’incendio al negozio e all’autovettura di un macellaio,
dell’abitazione estiva di un conoscente,
dal quale aveva acquistato un capannone per 500 milioni di lire e un terreno
per 40 milioni di lire, per convincerlo a
rinunciare a parte del credito. Anche un
avvocato sarebbe finito nel mirino dell’indagato. Secondo quanto accertato
dal comandante Capozzi durante la sua
puntuale azione investigativa, Caponio
avrebbe cercato di farsi consegnare,
per lavori edili in un deposito interrrato
di proprietà della famiglia della parte offesa , circa 40 mila euri a fronte dei 12
mila euri pattuiti in precedenza e avreb-
9
be cercato di costringere il legale a rinunciare agli onorari professionali maturati a mandati in provvedimenti civili.
Sempre l’imprenditore edile avrebbe
tentato di spillare per lavori di ristrutturazione in una macelleria 27mila euro
a fronte dei 20.400 euro stabiliti in un
primo momento. Le altre contestazioni riguardano le presunte intimidazioni
ai danni dei suoi ex dipendenti; uno
di questi sarebbe stato perseguitato
per mesi e secondo l’accusa Caponio lo avrebbe affiancato con l’auto e
mandato fuori strada e in seguito gli
avrebbe incendiato la vettura. Caponio è inoltre accusato di estorsione
consumata ai danni di due dipendenti
del bar Europa, noto a tutti di sua proprietà . Un quadro accusatorio molto
grave che potrebbe lasciare uno strascico anche in futuro sui rapporti con
le pubbliche amministrazioni ed in particolare il comune di Ginosa che come
noto non possono instaurare rapporti
di lavoro con imprese sottoposte a
procedimenti penali.
10
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
attualità
Il direttore generale della ASL/TA1 comunica ai
marinesi che «il 118 ci sarà». Nella sala convegni della
BCC, il dottor Urago assicura il servizio di urgenza.
È stato il consigliere
regionale diessino, Paolo Costantino che, nella
sala convegni della Bcc
di Marina di Ginosa, la
sera del 31 gennaio
scorso, ha presentato al
pubblico intervenuto, il
Direttore generale della
ASL/TA1, dottor Marco
Urago, per comunicare
le ultime disposizioni
prese dalla sua direzione, in merito alla postazione del servizio di 118,
che in questi ultimi mesi
hanno tenuto banco
nelle discussioni di marinesi e ginosini
e sulle quali le forze politiche di centrodestra e centro-sinistra si sono sferrati
attacchi a ripetizione.
Il direttore generale, quindi, per l’ennesima volta nel nostro Comune, ha voluto
annunciare personalmente che la postazione di 118 marinese viene ripristinata
di servizio sulla SS/106.
Il dottor Urago ha voluto precisare che
la decisione di spostare la postazione nel
Comune di Laterza non era stata presa
per privilegiare una parte di territorio
a discapito di un’altra ma che lo stato
di necessità rilevato, indicava quello di
Laterza come territorio maggiormente
abilitato (almeno nei mesi invernali) ad
essere postazione di 118.
Dopo la mobilitazione dei cittadini
marinesi che si vedevano espropriati
di un servizio essenziale, la direzione
sanitaria dell’ASL tarantina ha tentato
di esperire tutte le vie - continua Urago
- per garantire il servizio d’urgenza nella
frazione ginosina, compresa quella di affidare al locale CMR il servizio stesso che
si è rivelata impraticabile sotto l’aspetto
giuridico, pertanto la soluzione adottatta
dovrebbe essere soddisfacente.
Diversi sono stati gli inteventi se-
guiti alla comunicazione del direttore
generale. Paolo Costantino, Roberto
Leone e Nicola Conte (diessini) hanno
espresso soddisfazione per il risultato
raggiunto seppure (rimarcano Conte
e Leone) questo non è altro che un
piccolo tassello al quale devono aggiungersene tanti altri per completare
un quadro di assistenza sanitaria a
Marina di Ginosa in cui mancano tutti i
servizi essenziali.
Stefano Notarangelo (assessore
ai servizi sociali) e Vito De Palma
(presidente del consiglio
comunale) contestano l’atteggiamento decisionista del
direttore Urago, in occasione
di richieste venute da parte
dei cittadini sul ripristino del
servizio ma, tuttavia, si ritengono soddisfatti della soluzione adottata, nella speranza
che il servizio di 118 così
organizzato si limiti al solo
periodo invernale e che per il
periodo estivo, quando la popolazione marinese aumenta
in maniera esponenziale, si
abbia la postazione in loco
così come in passato e «per
365 giorni l’anno».
Avere il servizio di automedica sulla
SS/106 a 12 ore e per il venerdì, il
sabato e la domenica a 24 ore, con il
servizio di guardia medica a Marina di
Ginosa dal venerdi al lunedì mattina e
la postazione di 118 a Laterza per 24
ore, sembra che sia una organizzazione
territoriale del servizio di urgenza che
abbia soddisfatto tutti. Anche se ce n’è
voluto!
Adele Carrera
Marina di Ginosa: ritorna il 118 e… sono tutti contenti
Si è chiusa, nel migliore dei modi una questione che si trascinava già da
diverso tempo e riguardava una diversa dislocazione delle postazioni del “118”
che privava Marina di Ginosa e la zona “SS 106” di un pronto intervento efficace. Dopo la sistemazione dell’automedica in prossimità dell’incrocio tra la ex
SS 580 e la SS 106, tutti si sono detti soddisfatti.
Eppure la vicenda dell’automedica di Castellaneta Marina di è contornata
di aspetti che lasciano qualche perplessità. Non riesco a spiegarmi perché
la stessa persona che tanto si è battuta per evidenziare che i problemi legali
erano “insormontabili” affinché il servizio lo espletasse il CMR, poi, di fatto sia il
gestore dell’utomedica che scorazza, per motivi non certo di pronto intervento,
ben lontana dalla sua postazione quasi a esibire il trofeo di “caccia grossa”?
E ancora. Perché sull’automedica non viene più utilizzato il personale che
operava a Castellaneta Marina? Forse, qualcuno riterrà queste mie domande
“maliziose”. Non lo sono. Certo a “pensieri maliziosi” si prestano tante situazioni anomale, che si caratterizano solo come ostentazione di un presunto potere.
La salute dei cittadini è altra cosa!!!
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
attualità
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È polemica sulla elezione degli anziani
nel comitato di gestione del CAP
Intervista a Angelo D’Onghia e Giulia Loscalzo
Signor D’Onghia, come si sono svolte le elezioni presso il Centro Anziani
Polivalente di Ginosa per l’elezione dei
tre rappresentanti degli anziani nel Comitato di Gestione?
«Contrariamente allo scarno avviso
fatto affiggere, dall’Assessore ai Servizi
Sociali, Stefano Notarangelo, nei locali del
CAP, che annunciava agli anziani che il 30
gennaio 2007, alle ore 16,00, si sarebbe
votato per eleggere i tre rappresentanti
degli anziani, le votazioni non si sono
svolte.»
Perché, nonostante l’avviso, non s’è
più votalo, quali le ragioni ostative?
«Il perché ufficiale noi non lo sappiamo,
in quanto l’Assessorato ai Servizi Sociali
non s’è degnato di farci pervenire alcuna informativa in merito, possiamo però
affermare alcune tristi verità: 1) Da parte
dell’Assessore ai Servizi Sociali, Stefano
Notarangelo, non c’è stata alcuna comunicazione motivata perché non si votava più,
gli anziani, molti ultranovantenni, hanno
atteso inutilmente, mortificati nella loro
dignità dall’atteggiamento arrogante di un
assessore assolutista. Notizie provenienti
da fonti ufficiose affermano che l’assessore, notato che il numero dei candidati (P.
Panico, A Bianco e Monte) corrispondeva
al numero dei rappresentanti da eleggere,
abbia ritenuto opportuno non far votare gli
anziani ed inserire d’ufficio i tre candidati
nel Comitato di Gestione del CAP per anziani di Ginosa. Assimilando il concetto di
candidato a quello di rappresentante eletto,
trasformando, così, una carica elettiva
in un incarico conferito dall’Assessore ai
Servizi Sociali, secondo un’inedita e folle
procedura partorita da una mente autocratica. Un atto illegittimo che comprime
il diritto del cittadino ad esercitare il diritto
di voto (art.48 della Cost ) per eleggere
qualcuno a rappresentarlo nei rapporti con
gli enti locali e lo Stato. 2) Che le votazioni sono state indette senza specificare il
procedimento elettorale: Pubblicizzazione
delle votazioni, mediante l’affissione di
manifesti pubblici da parte del Comune,
per garantire l’informazione e consentire
agli anziani, aventi i requisiti, di esercitare
il proprio diritto di voto (art.48 della Cost.)
per eleggere una persona a rappresentarla
nella contrattazione sociale; Presentazione
delle candidature; Affissione della lista dei
candidati; Congrua pubblicità della stessa;
Costituzione del seggio elettorale; Accertamento del diritto al voto; Votazione sotto
la direzione del Presidente del seggio;
Scrutinio; Proclamazione dei risultati; Formazione della triade dei rappresentanti il
CAP nel Comitato di Gestione. 3) Che il Regolamento comunale per il funzionamento
dei Centri Aperti Polivalenti per Anziani
approvato con D.C.C. n. 68 del 30.11.06, è
illegittimo perché manca del procedimento,
elettorale, presente nell’art. 4 del preceden-
te Regolamento e fatto cassare con l’emendamento
proposto dall’Assessore Stefano Notarangelo e
approvato all’unanimità dal C. C.. Nonostante che le
tre organizzazioni sindacali locali Spi-Cgil, Fnp-Cisl
e Uilp-Uil, nell’unico incontro avuto il 7.11.06 con
l’Assessore Notarangelo, dopo estenuanti richieste e
solleciti, abbiano espresso in modo inequivocabile la
loro netta contrarietà all’emendamento ed affermato
l’assoluta necessità di riportare nel Regolamento il
procedimento elettorale. Si fa notare altresì, che
l’incontro è stato voluto unicamente dal sindacato,
anziché essere promossi dall’Assessore ai Servizi
Sociali per una concertazione con le OO.SS. sugli
eventuali, emendamenti, migliorativi e non restrettivi,
da apportare al Regolamento, come previsto dalla
normativa vigente in materia di politiche sociali. E’ un
atto illegittimo perché non si può esercitare la potestà
Il 30 gennaio 2007 si è svolta
la votazione per il rinnovo dei
responsabili del Centro Polivalente Anziani di Marina di
Ginosa. Su 120 aventi diritto
al voto, sono risultati eletti:
Pugliese per Forza Italia, Nicola Conte per la UIL UILP e
Antonio Costella.
Signora Lo Scalzo, come
si sono svolte le votazioni?
«Il tutto si è svolto a scrutinio segreto e in modo abbastanza normale, senza aver
prima chiarito la regolarità
delle stesse votazioni. Infatti
si presentavano persone che,
in assenza di documenAngelo D’Ongha e Giulia Loscalzo to di riconoscimento, si
rivelavano essere non
residenti nella nostra
Borgata. A seguito di
un intervento di Nicola
Conte con l’assessore
Notarangelo si è potuto
riprendere la votazione
solo per i residenti nel
nostro distretto.»
A parte questo, c’è
stato qualche altro inconveniente?
«Secondo me questa
votazione non è stata
ben organizzata da un
punto di vista democratico. Infatti è venuta a
mancare un’efficace e
puntuale informazione
regolamentare producendo Regolamenti in deroga pubblica: nessuna affissione
alla Costituzione e alle leggi ordinarie.»
di manifesti, scarsa informaCosa chiedete a questa Amministrazione e in zione riguardo ai candidati,
particolare all’Assessore ai Servizi Sociali?
dando quindi poca possibilità
«Chiediamo in modo chiaro e responsabile al- di far votare tutti. A questo si
cune cose: che esercitino il potere nel rispetto delle può aggiungere il poco tempo
regole, per fini stabiliti dallo Stato e nell’interessa a disposizione per lo stesso
della comunità Ginosina; che assolvano alla gestione voto.»
delle politiche sociali nel rispetto delle leggi vigenti
Quali i problemi, secondo
in materia, che stabiliscono che le politiche sociali lei, ci sono all’interno del
vanno attuate mediante la concertazione con le Centro Polivalente Anziani?
OO.SS. maggiormente rappresentative; di porre
«Io dico che il nostro Centro
fine ai tatticismi di basso profilo che non giovano Polivalente non è adeguato per
a nessuno, di cambiare registro e di avviare con le i servizi che dovrebbe svolgeOO.SS. un confronto dialettico libero da pregiudizi re. Noi non accettiamo che
ideologici, serio, concreto, costruttivo e proficuo il Centro sia solo un luogo di
sulle tematiche sociali della nostra comunità, per svago o di passatempo. Vogliaindividuare le direttrici strategiche da seguire per dare mo invece che sia un luogo di
risposte adeguate ed immediate ai bisogni reali degli servizi sociali e culturali, aperto
anziani e migliorare la loro qualità di vita. Di porre al alle esigenze e ai bisogni delle
centro dei nostri obiettivi la dignità dell’anziano e la persone anziane. In special
solidarietà ed interagire in modo sinergico per per- modo alle necessità delle donseguire entrambi gli scopi. Questi sono i fini per cui ne che, al contrario di quanto
dobbiamo spenderci e verso cui convergere i nostri accade oggi, non devono più
sforzi per attuarli. Questo è il terreno comune su cui essere fortemente discriminasi deve lavorare insieme per perseguire gli interessi te, se non del tutto escluse da
della comunità. Questa è la sfida che lanciamo al- ogni tipo di attività.»
l’Amministrazione ginosina e restiamo nell’attesa che
Ando
sia colta.»
12
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
dalla Regione Puglia
Mineo - Costantino: finanziamenti a favore dei
comuni per l’illuminazione pubblica
BARI - Finalmente molti comuni avranno
zone illuminate in maniera adeguata e
con impianti di rete pubblica a basso
impatto ambientale.
E’ l’effetto della determina n°610 del
21 Dicembre 2006 che attua quanto
deciso dalla Giunta Regionale. Gli enti
locali (comuni, associazioni di comuni e
comunità montane) che hanno risposto
a suo tempo al Bando regionale
potranno così realizzare l’illuminazione
pubblica dove non c’era o adeguare
quella esistente, in particolar modo nei
centri storici.
Al fine di soddisfare le richieste
pervenute in Regione si è provveduto
ad impegnare tutte le risorse disponibili.
Per integrare la graduatoria definitiva
già pubblicata nell’ottobre scorso sono
stati stanziati poco meno di due milioni
di euro suddivisi su tutto il territorio
regionale.
Questi si sono aggiunti ai precedenti
4,47 milioni di euro riguardanti sempre
la misura 5.2 riguardante “Incentivi
ai Comuni per la realizzazione o
l’adeguamento di impianti di pubblica
illuminazione
a
basso
impatto
ambientale”. Ora i Comuni dovranno
produrre entro 60 gg una corposa
documentazione da inviare al Settore
Ecologia della Regione tra cui spicca
l’approvazione del progetto esecutivo
o (per chi è già avanti) gli atti relativi
all’avvio delle procedure di gara.
Non sarà purtroppo possibile finanziare
la totalità degli interventi richiesti. Come
già detto le disponibilità sono molto
inferiori e pur utilizzando i ribassi d’asta
le 50 richieste di incentivi potranno
essere accolte solo a seguito del
rifinanziamento della misura nell’ambito
della nuova programmazione dei
Piani Operativi Regionali. Tra i primi 7
classificati spiccano i comuni afferenti
a San Severo, Acquarica del Capo e
Presicce, Bitonto, Trinitapoli e Ostuni.
Buone risposte dall’area jonica che
vede il progetto presentato dalla
Comunità Montana Murgia Tarantina
con Laterza capofila al 12° posto.
27° posto per il progetto presentato
dai Comuni di Mottola, Palagianello e
Castellaneta con 12 punti. Più giù in
graduatoria i progetti presentati da
Massafra, Manduria, Grottaglie.
Va ricordato infatti che i progetti salgono
in graduatoria a fronte di elementi certi
quali la partecipazione finanziaria
del Comune, l’utilizzo delle fonti
energetiche, la corretta espletazione
di altri precedenti interventi o
l’approvazione
del
regolamento
comunale in materia di inquinamento
luminoso. Insomma incentivi che
vengono dati a seconda della capacità
progettuale e programmatoria dei
Comuni. E’ asupicabile quindi il
massimo rigore da parte degli organi
regionali e comunali per assicurare il
migliore utilizzo dei fondi.
I Consiglieri Reg. Ds
Luciano Mineo - Paolo Costantino
Montanaro: «Centro Storico: una scommessa vincente»
Continua la serie positiva dei finanziamenti per il recupero del Centro Storico
di Ginosa.
Con Determina n° 613 del 21 dicembre
2006 del Dirigente del Settore Ecologia
della Regione Puglia, comunicata con
nota prot. 1263 dello scorso 19 gennaio
2007, è stato approvato e finanziato il
progetto di oltre 480 mila euro, di cui
33 mila di cofinanziamento Comunale,
per la “Realizzazione di illuminazione
pubblica a basso impatto ambientale
nelle aree della Gravina e del Centro
Storico. Il progetto è stato finanziato ai
sensi della Misura 5.2 del POR Puglia
2000-2006 nell’ambito del PIS “Habitat
Rupestre”, di cui Ginosa, insieme ad
altri 12 Comuni, fa parte sin dal lontano
2001.
“Continua l’azione positiva per la valo-
rizzazione del nostro Centro Storico –
ha commentato il Sindaco Gino Montanaro – ai lavori di recupero delle basole
nel progetto di rifacimento della fognatura, ai finanziamenti per il recupero del
Castello, a quelli ottenuti dal GAL “Luoghi del Mito” per il recupero del Museo
Santa Parasceve e per gli Itinerari Turistici, si aggiungono ora questi per l’illuminazione a basso impatto ambientale
del Centro Storico”.
“Devo constatare – ha continuato Montanaro – che la strada intrapresa alcuni
anni fa, che ci ha visto tra i Comuni promotori del PIS “Habitat Rupestre” e del
GAL “Luoghi del Mito” sta dando oggi i
suoi frutti; il recupero del Centro Storico
a Ginosa, come la tutela e la valorizzazione della nostra costa a Marina di
Ginosa, saranno il fattore fondamentale
di sviluppo della nostra Città nei prossimi anni”.
Piena soddisfazione ha espresso l’Assessore ai Lavori Pubblici Vincenzo
Di Canio, il quale ha aggiunto: ”ora
abbiamo 60 giorni per sottoscrivere il
disciplinare e successivamente predisporre il progetto esecutivo ed avviare
le procedure di gara ed affidamento dei
lavori”
“Con il prossimo progetto dei PIRP – ha
continuato Di Canio - che contiamo di
predisporre a breve, e che coinvolgerà anche i privati, daremo sicuramente un ulteriore impulso per il recupero
del nostro Centro Storico. Si delinea
quindi per Ginosa e Marina di Ginosa
un ulteriore quinquennio di inediti ed
importanti finanziamenti per le Opere
Pubbliche”
L’Addetto Stampa
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
avvenimenti
Ginosa ricorda con affetto Padre Paolo Bergamini
Padre Paolo Bergamini si è
spento qualche giorno fa a Bergamo
presso la Missione dei padri Monfortani della sua città.
Padre Paolo è stato tra i
primi monfortani a giungere a Ginosa
cinquant’anni fa. Il suo incarico fu
quello di Parroco per la parrocchia
della Madonna del Rosario. Il vulcanico padre Paolo aveva una grande
qualità: sapeva dialogare con tutti
e riusciva a coinvolgere tutti. Se
Ginosa dispone oggi di una struttura
qual è la Casa Famiglia questo lo si
deve alla sua grande volontà. Anche
la Pro Loco è nata a Ginosa grazie
all’impegno di padre Paolo che riuscì
a far ottenere a Vittorio Massanelli le
autorizzazioni necessarie.
Vogliamo ricordare padre Paolo
con il telegramma di condoglianze che
ha spedito, in occasione della sua morte, il dottor Carmine Sarno: «Alla Comunità Missionari Monfortani e familiari del
Padre Paolo Bergamini,
Sono un cittadino di Ginosa.
Ho conosciuto e apprezzato il bene che
hanno fatto e fanno i Monfortani. Padre
Paolo è stato il modesto amico di tutti e
quindi anche mio.
Si deve a Lui il primo fabbricato
della Casa Famiglia (ora oratorio) eseguito con il contributo che tutti i cittadini
offrivano perché avevano fiducia in
Lui.
13
È una perdita non solo per la
Comunità monfortana e per la sua
famiglia ma anche per tutta Ginosa.
Pongo le più vive condoglianze
a tutti con le mie umili preghiere al
Signore perché lo accolga gioiosamente così come ci siamo accolti
sempre a Ginosa. Un abbraccio.
Dottor Carmine Sarno»
Il priore della Confraternita del
SS. Rosario, Michele Natale, mi ha
detto che «Il mio ricordo di padre
Paolo risale al momento della Prima
Comunione e alle mie prime esperienze come chierichetto. Era una
persona affabile, amabile, aperto a
tutti sia ai giovani che agli anziani.
Era l’amico di tutti e proprio questo
suo modo di fare gli permise di realizzare una grande opera qual è stata la
Casa Famiglia.»
Il nostro giornale avrà modo di
arricchire la ricerca sul ruolo dei padri
monfortani a Ginosa e, in quell’ambito,
siamo sicuri che la figura di padre Paolo
emergerà in tutta la sua grandezza.
Stefano Giove
Il ricordo di nonno Ciccio
Ciao Nonno,
te ne sei andato piano, piano, nel silenzio
mattutino, quando tutti dormivano per
non farli spaventare. Anche questa volta
l’hai vinta tu perché volevi che riposassi
per sempre nel tuo letto di casa. Sai
quando te ne sei andato alla casa del
Signore, dormivo, e all’improvviso, nel
sonno il mio cuore ha cessato per un
istante di battere, per poi svegliarmi e
vedere papà che veniva ad annunciarmi
la tua scelta. Gli ho risposto che tu eri
già passato da me a salutarmi. Te ne sei
andato proprio quando avevi esaudito
il tuo ultimo desiderio, cioè di vedermi
occupato. La gente parlerà sempre bene
di te, perché persone come te che hanno fatto solo del bene ce ne sono state
poche. Rimarrai per sempre nei nostri
cuori e soprattutto nel mio, tu che hai
dato lavoro a tante persone, che hai
fatto grandi i tuoi figli immettendoli
sulla strada giusta per la propria vita.
Ti sarò per sempre debitore perché
per me non sei stato un semplice
nonno, sei stato come un padre. Mi
hai cresciuto sin da piccolo, mi hai
portato mano a mano, insomma mi
hai insegnato tante cose fino all’ultimo, quello di essere un uomo con
la testa sulle spalle proprio come te.
Non avevamo lo stesso sangue, è
vero, ma come io resterò per te il tuo
nipote Francesco, per me resterai
sempre e soltanto il CARO NONNO
CICCIO! Ti porterò sempre con me,
nel mio cuore NONNO! CIAO.
Francesco Russo
14
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
riceviamo e pubblichiamo
Notarangelo replica ai sindacati: «Il
regolamento è stato approvato dopo
la concertazione con la OO. SS.»
Roberto Leone
la Segretaria personalmente il giorno 29
saranno più di tre per
ogni... Ci sarà un’elezione che nomineremo..., come si fanno
tutte le votazioni. Nomineremo degli scrutatori, controfirmeranno dei fogliettini che
saranno..., dove ci saranno i candidati e gli
anziani, i presenti che
avranno diritto al voto,
metteranno una crocetta in corrispondenza del candidato che
vogliono esprimere.
Punto. Più democrazia
di questa io penso che non ce ne sia…
Consigliere Leone, devo rammentarle
che prima di approvare..., prima che
venissimo in Consiglio Comunale per
approvare quel Regolamento ho convocato e ho concertato il Regolamento
con le rappresentanze sindacali, le
quali l’unica mozione che hanno fatto era quella di non dare il diritto
al voto alla rappresentanza della
cooperativa ed è stata accettata.
Dopodiché le rammento ancora
una volta che quel Regolamento è
stato concertato con le rappresentanze sindacali che lei diceva prima.
Forse...»
Quindi, a giudizio dell’assessore
Notarangelo, il regolamento contestato dai rappresentanti della Cgil è
stato concordato con le stesse Organizzazioni Sindacali che, all’atto della
stesura, non hanno avuto niente da
obiettare. Come si vede posizioni parecchio distanti.
Esseggi
Stefano Notarangelo
Sulla questione elezioni dei rappresentanti degli anziani nei Centri Aperti Polivalenti, dopo le dichiarazioni degli esponenti dello Spi-Cgil, riportiamo la risposta
che l’assessore ai Servizi Sociali, Stefano
Notarangelo, ha fornito alla interrogazione consigliare presentata dal consigliere
Roberto Leone (ds) che gli chiedeva chiarimenti in merito alle modalità di elezioni
dei rappresentante degli anziani in seno
ai CAP di Ginosa e Marina di Ginosa.
Assessore Notarangelo. «Dunque,
per quanto riguarda le votazioni e le modalità delle votazioni, nel Regolamento
non è prevista proprio la votazione perché molto probabilmente, se c’è un minimo di collaborazione tra gli anziani, non
ce ne sarà di bisogno. Io chiedo tre
nominativi autonomamente decisi tra gli
anziani.
Quindi, se le candidature sono tre,
non ci sarà bisogno di nessuna elezione. Ecco perché non ci sono le modalità
della votazione. Se per caso le candidature, come recita l’avviso, saranno più
di tre..., le candidature che riceverà
Furti e rapine:
Patarino scrive
al Prefetto
A sua Eccellenza - Il Prefetto
Dott. Francesco Alecci - Taranto
Stimatissimo Signor Prefetto,
il proliferare di furti e di rapine che sta
angustiando la vita quotidiana di gran
parte dei cittadini di terra jonica, a cominciare dai più indifesi, si va trasformando in un’emergenza che richiede
interventi e strategie immediate, sia
per tutelare la sicurezza dell’oggi per
le nostre comunità, sia per evitare che
la recrudescenza di fenomeni criminosi
si consolidi e si faccia più difficilmente
reversibile.
D’altronde le comunità umane si sono date leggi ed istituzioni
soprattutto per salvaguardare meglio
la sicurezza delle persone e dei beni,
all’uopo delegando allo Stato ed alle
sue espressioni periferiche l’esclusiva
dell’uso della forza. Un compito che
incombe prioritario su tutti coloro che
hanno responsabilità di governo e ruoli di rappresentanza popolare a tutti i
livelli.
Con questa consapevolezza,
La pregherei di valutare l’opportunità di convocare un incontro con tutte
le forze impegnate nel territorio nelle
politiche per la sicurezza (Carabinieri,
Polizia di Stato, Guardia di Finanza,
Polizie municipali), e con l’eventuale
coinvolgimento delle rappresentanze
istituzionali locali e parlamentari, per
una verifica concreta e puntuale delle
problematiche esistenti e degli interventi da attuare.
Per quanto nelle mie facoltà,
sono a Sua completa disposizione.
Nel ringraziarLa per l’attenzione, Le invio i più distinti saluti.
Carmine PATARINO
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
attualità
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Mineo e Costantino: energia elettrica dal sole,
finanziati i progetti di 148 impresa, 22 nel tarantino
Colto per la prima volta l’obiettivo dell’utilizzazione del 100% dei Fondi
Europei, tra questi anche contributi per il fotovoltaico per 4,5 milioni di €
BARI- Una tappa sicuramente, ma una
tappa importante verso quella produzione
energetica che tutti auspichiamo pulita e
conveniente. E che soprattutto premi chi
ha fatto ricerca e impresa in questo campo riuscendo a migliorare l’aspetto cruciale
delle fonti di energia alternativa: il rendimento degli impianti “verdi” rispetto a quelli azionati dai cugini fossili, petrolio e carbone. La determina del dirigente del settore industria del 7 Dicembre 2006 n.1954
assegna a 148 imprese pugliesi contributi
europei che coprono il 50% del costo di installazione di un impianto fotovoltaico per
la produzione di energia elettrica dalle radiazioni solari.
22 di queste sono imprese joniche
che al di là della convenienza economica
dell’operazione hanno creduto alla possibilità di produrre energia in maniera pulita utilizzando una fonte da sempre ottima
ed abbondante in Puglia: il sole. Ben 291
sono invece le imprese che pur risultando
ammesse potrebbero ricevere il contributo
regionale a seguito di ulteriori stanziamenti. Come si intuisce facilmente i fondi gestiti dalla Regione Puglia sono soggetti alle
politiche comunitarie, e specificatamente
questi rivenienti dal Piano Operativo Regionale. Non a caso infatti l’articolo 1 del
Regolamento generale sui Fondi Strutturali insieme ai tre obiettivi prioritari (sviluppo
e adeguamento strutturale; riconversione
economica e sociale; adeguamento delle
politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione) pone l’accento sulla
sostenibilità ambientale.
Il contributo regionale in questa
fase di sempre maggiore attenzione alle
energie provenienti da fonti rinnovabili è
determinante visti gli incerti risultati commerciali ottenuti dalle tante aziende che
pure esistono e investono nel settore.
Probabilmente però nel futuro si andrà
verso la diffusione del conto energia. Pur
non dando contributi diretti quest’ultimo
dà però la possibilità di scalare dalla bolletta l’energia elettrica prodotta e immessa in rete. In questo modo si eliminerà
la lunga fase burocratica e si selezioneranno meglio imprese e materiali in
grado di assicurare il corretto rapporto
con il gestore della rete elettrica. Va ricordato infatti che gli impianti finanziati
sono per lo scambio di energia sul posto
e non prevedono l’immissione in rete. E’
essenziale a questo punto coinvolgere
quanti lavorano attorno al mondo dell’edilizia e dell’impiantistica. Sono questi
i principali attori che devono consigliare
l’utenza e immettere sul mercato immobiliare edifici che facciano della sostenibilità e dell’efficienza energetica, il loro
fiore all’occhiello. Si parla ormai da anni dei progressi fatti in questi campo da
paesi a più alte latitudini, che hanno ben
poco sole, ma l’incertezza sui risultati più
che i costi degli impianti scoraggiano il
cittadino medio. Il pieno utilizzo dei fondi
europei in questo campo da parte della
Regione Puglia dimostra la nostra volontà di procedere con speditezza sul piano
dell’ammodernamento strutturale del
patrimonio immobiliare e del rispetto ambientale, concetto meglio espresso dalla
parola sostenibilità. Ma va colta anche la
capacità di sapere utilizzare al meglio ed
interamente i Fondi Europei (raggiunto
per la prima volta l’uso del 100% delle
risorse) e la sensibilità dell’Assessorato
allo Sviluppo Economico retto da Sandro Frisullo al tema delle fonti rinnovabili
di energia.
I Consiglieri Regionali Ds
Luciano Mineo - Paolo Costantino
COMUNICATO
AVIS
Si avvisa la cittadinanza
che sabato 10 febbraio
p.v. alle ore 19,30 presso
il teatro “Alcanices” si terrà la consueta assemblea
annuale dell’AVIS.
Siete tutti invitati
a partecipare.
Si rende noto, inoltre, che
la prossima raccolta di
sangue sarà effettuata a
Ginosa domenica 18 febbraio 2007 alle ore 8,30.
Non mancate!
18
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
attualità politica
Taranto: I partiti del centrosinistra interpreti di pochade
Difficile e improbabile la ricerc di un candidato sindaco… unitario
Sì è davvero una lunga incredibile
farsa quella che sta tenendo banco da
mesi nella città bimare. Incontri e scontri si susseguono a Roma, Bari, Taranto. Ma fino al momento in cui sto per
inviare questo articolo al giornale per la
stampa non si riesce ancora a cavare
un ragno dal buco. È stata nominata
una ennesima Commissione, la quale, nel giro di una settimana, dovrebbe
tentare la ricucitura dello strappo che si
è verificato tra riformisti e integralisti a
proposito dell’ormai famoso problema
delle “primarie”. Le posizioni restano
purtroppo immutate. Gianni Florido e
i suoi alleati continuano ad affermare
che questa consultazione popolare che
dovrebbe precedere le elezioni della
prossima primavera non si deve fare,
mentre di diverso avviso sono Rifondazione Comunista e gli altri partiti che
sostengono Stèfano e Liviano. Passi
indietro ne sono stati fatti molti – dicono
gli integralisti – segnali di disponibilità
alla discussione sono stati innumerevoli. È stata data la disponibilità ad azzerare le candidature per riaprire lo spazio
della discussione. Ma nulla è cambiato
rispetto alle rispettive posizioni iniziali.
Ci sono delle candidature autorevoli
e legittime, si misurino con l’unico metodo democratico che oggi l’Unione ha
individuato e condiviso a livello nazionale e regionale. Non si capisce perchè
Taranto debba fare eccezione. Le primarie sono in questo senso la garanzia
dell’unità della coalizione. Intanto, c’é
una novità: tronconi (da una parte Gaetano Carrozzo con un notevole numero
di dirigenti ed iscritti al Partito e dall’altra il segretario provinciale Giannico
con un seguito più numeroso di diessini
che sostengono la candidatura di Florido, senza che vi siano le primarie) si
sono saldati. In proposito è stato approvato all’unanimità un documento in cui
vengono affermate tre cose: 1) sì all’azzeramento delle candidature di Forido,
Liviano e Stèfano, come deciso dal tavolo regionale dell’Unione; 2) ricerca di
un candidato sindaco forte e autorevole
che, nell’area del centro-sinistra, possa unire ed aggregare tutti i partiti della coalizione; 3) il ricorso alle primarie
qualora questa ricerca si concludesse
con un nulla di fatto. La commissione
unionista nominata nell’ultima riunione
dell’Unione dovrà consultare i rappresentanti degli altri partiti per poi stilare
una “rosa” di nomi alternativi a quelli
già in campo. A credere che alla fine la
partita si concluderà in maniera positiva sono davvero in molti.
Tra questi ci siamo anche noi. Sarà
difficilissimo che la “vecchia volpe” di
Rifondazione comunista, Ciccio Voccoli, farà dietrofront sulla candidatura
di Stèfano, notoriamente sostenuta
dai dirigenti nazionali e regionali dello
stesso partito.
Secondo noi Voccoli ha accettato
l’azzeramento delle candidature già
esistenti, perchè convinto che tutto
rimarrà come prima. Per Rc scendere in campo con un candidato come
Stèfano è molto importante, in quanto
il famoso pediatra è molto stimato dalla popolazione tarantina. Soprattutto
fra i ceti meno abbienti. Egli, peraltro è
stato anche senatore della Repubblica
e, se qualcuno non gli avesse fatto lo
“sgambetto”, molto probabilmente sarebbe stato eletto sindaco di Taranto
in una consultazione elettorale precedente. Forse, è anche per questo motivo che Florido non vuole le primarie?
Nei giorni scorsi, il Presidente
della Provincia si è recato a Roma con
l’avv. Michele Pelillo de “La Margherita”. Un viaggio che rientrerebbe in un
eventuale accordo tra le due formazioni politiche (Lista Florido e Margherita)
per strappare all’ala radicale dell’Unione ogni eventuale velleità di far salire
un proprio candidato sul palazzo di città
a Taranto. Peraltro, non va dimenticato
che a livello nazionale sono in corso
“manovre” per la formazione del Partito Democratico, cui sono affezionati
sia Rutelli che Fassino. In questa intricata situazione, assume rilievo anche
una dichiarazione di Cosimo Borracci-
no, capo gruppo dei comunisti italiani alla
Regione Puglia, il quale ha scritto a chiare
lettere a Gianni Liviano che può scordarsi
l’appoggio del Pdci, perché il Presidente de “La città che vogliamo” negli ultimi
tempi, si è lasciato andare ad alcune critiche nei confronti dell’Unione «L’unità del
centrosinistra – scrive Borraccino – come
bene prioritario è al di là dei personalismi
di sorta. Ti ho sempre sostenuto per la tua
candidatura alle primarie, che anch’io ritengo utile strumento di democrazia e di
partecipazione, ma le stesse non possono essere il fine ma il mezzo per raggiungere l’unità della coalizione, cosa che,
con le tue costanti e sempre più frequenti
esternazioni stai minando».
È, quindi, molto probabile che
Liviano scenderà in campo da solo, anche perché i partiti dell’Unione lo hanno
letteralmente ignorato non invitandolo
alle tante riunioni che si sono svolte, alla ricerca del candidato sindaco. Come si
vede, la decisione di Liviano costituisce
un altro elemento di difficoltà e di disturbo nel percorso che dovrebbe portare alla
individuazione di un candidato sindaco. Il
quale – affermano i partiti della coalizione
– dovrebbe essere «una persona esperta dei processi amministrativi e gestionali
della cosa pubblica; dovrà possedere le
capacità concrete di porre mano nel più
breve tempo possibile al bilancio del comune capoluogo e alla rimodulazione
della sua macchina amministrativa; dovrà
avere personalità e statura tale da potersi confrontare senza imbarazzo e senza
difficoltà sia con il governo regionale che
con il governo centrale. Il nome individuato dovrà essere in grado di rappresentare
un punto di equilibrio unitario dell’intera
Coalizione ricucendo e risanando tutte le
lacerazioni che il dibattito delle ultime settimane potrà aver generato? Ci fermiamo
qui. E vi pare poco?
Forse se ci fosse qualcuno in
possesso di poteri sopranaturali capace
di animare le statue di creta si potrebbe
andare a … Grottaglie.
Salvatore Rizzo
attualità
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
Marcia della Pace 2007
19
Per l’Azione Cattolica il mese di gennaio
è il mese della Pace. Al termine di questo
mese l’Associazione ha voluto proporre
alle tre Parrocchie e a tutti gli abitanti
di Ginosa, una marcia per la Pace. Ben
volentieri S. Martino, Cuore Immacolato
e Cristo Risorto hanno fatto propria l’iniziativa, e hanno deciso di organizzare la
marcia per sabato 27 gennaio alle ore
20,30.
Appuntamento alla ex-chiesa Cristo Risorto, in via Roma. Alle ore 19,30 una
sottile pioggerella, unito ad un freddo
pungente, sembrava mandasse tutto
a monte. E invece, a poco a poco, si è
riunita tanta gente che, sfidando freddo
e pioggia ha voluto testimoniare che la
PACE è uno dei valori più sentito. Accanto alle Aggregazioni laicali cattoliche
(Azione Cattolica, AGESCI, MASCI, Comunità Neocatecumenali…) si è notata
la presenza di Associazioni laiche come
l’ARCI: la pace è un tema che unisce…
Erano presenti i sacerdoti di Ginosa, le
suore… Abbiamo notato con piacere la
presenza dei Consiglieri Regionali Paolo
Costantino e Pietro Lospinuso, del Consigliere Provinciale Augusto Pardo, del
vice-sindaco Felice Vizzielli e di numerosi
consiglieri di maggioranza e di opposizione, segno che anche le Istituzioni sono
sensibili a questo grande tema.
Illuminato dai flambesux, il corteo ha iniziato a sfilare preceduto da un
grande striscione con lo slogan della marcia: «La persona, cuore della pace». Altri
cartelli: “Droga, sesso, alcool: divieto di
sorpasso. Voi giovani siete forti e avete
vinto il male”; “Razzismo. Amore obbligatorio. Ama il prossimo tuo come te stes-
so”; “È bello ciò che piace. ACR”; “Famiglia diventa ciò che sei. Chiedi la pace,
prega per la pace, lavora per la pace”.
Durante la marcia, canti per la
pace, preghiere, brani di Madre Teresa,
di Helder Camara, di Giovanni Paolo II,
di Gianni Rodari, hanno aiutato a riflettere e meditare.
Alle 22,15 il corteo è arrivato,
dopo aver attraversato buona parte di
Ginosa, in piazza IV Novembre. Dopo la
lettura del brano evangelico delle beatitudini, ha preso la parola padre Gilberto.
«Innanzitutto ringrazio tutti voi che avete
partecipato a questa marcia nel Giorno
della Memoria, del ricordo dell’Olocausto, che cade proprio oggi, 27 gennaio.
Domanim 28 gennaio, è la Giornata dei
malati di lebbra: ricordiamo il grande
apostolo dei lebbrosi, Raoul Follerau,
che tanto si è battuto contro la guerra e
gli armamenti, con il suo famoso slogan:
«Un giorno di guerra per la pace, meno
carri armati e più aratri, meno bombardieri e più ospedali, meno bombe e più
pane. Per tutti». Riecheggia la profezia
di Isaia: «Forgeranno le loro spade in
vomeri …». Certo, tutto questo può sembrare un sogno, un’utopia, ma anche
Martin Luther King, ricordate?, aveva un
sogno: “Io ho un sogno, che un giorno i
bambini neri e le bambine nere uniranno
le loro mani a quelle dei bambini e delle
bambine bianche per camminare insieme come fratelli e sorelle…”, e questo
sogno si è realizzato. Vi propongo - ha
aggiunto - due brevissime poesie di Bertold Brecht:
La guerra
La guerra che verrà / non è la prima:
Prima / ci son state altre guerre./ Alla fine
dell’ultima / c’erano vincitori e vinti. / Tra i
vinti la povera gente / faceva la fame. Tra
i vincitori / faceva la fame la povera gente
ugualmente»:
Generale
Generale, il tuo carro armato è una macchina potente: / spiana i boschi e sfacella cento uomini. / Ma ha un difetto: / ha
bisogno di un carrista. / Generale, il tuo
bombardiere è potente: / vola più rapido
di una tempesta e porta più di un elefante. / Ma ha un difetto: / ha bisogno di un
meccanico. / Generale, l’uomo fa di tutto.
/ può volare e uccidere. / Ma ha un difetto:
può PENSARE.»
Si… e allora pensiamo… pensiamo anche noi alla bellezza della vita che
non possiamo permettere venga distrutta
dalla guerra… pensiamo al grande dono
della Pace che Dio ci fa: «Pace in terra agli uomini di Dio…» Dio ci fa questo
grande dono della pace, ma non ci obbliga, non ci costringe, la pace non ce la butta addosso, ma ce la dona come regalo
che noi dobbiamo scegliere e costruirci.
Abbiamo ascoltato le Beatitudini: «Beati i
costruttori di pace». E allora, costruiamoci, questa pace, nelle nostre famiglie, nelle nostre Parrocchie, nella nostra città…
e - ha concluso - anche noi sogniamo in
grande e il nostro sogno si realizzerà».
La manifestazione si è conclusa
con il lancio dei palloncini e la distribuzione di un volantino-segnalibro, con l’impegno di tutti i partecipanti a promuovere
una iniziativa caritativa concreta interparrocchiale. Un marciatore
La mia prima
“Marcia della Pace”
state tante e varie e diverse: abbiamo
preso brani del vangelo, racconti, poesie,
frasi ad effetto. Certo l’impronta cattolica
ci ha accompagnato fino alla fine, tant’è
che lo stesso Padre Gilberto (Magni) l’ha
definita più processione che marcia per
la pace.
Ma d’altronde non poteva essere
diverso: l’iniziativa era interparrocchiale!!
Il tempo gelido certamente non è
stato un nostro grande alleato, ma non ci
ha spaventato e non ha fermato il nostro
scopo: quello di esserci e farci sentire. A
tal proposito vorrei ringraziare i politici: di
destra o di sinistra erano con noi (e non
ce lo aspettavamo). Anche se qualcuno
se l’è un po’ presa perché per le troppe
preghiere, e noi a dir il vero per le troppe
chiacchiere di chi non pregava. Ma conta
alla fine il risultato: che a mio modestissimo parere è stato buono.
Abbiamo camminato, pregato,
cantato, qualcuno forse ha anche riflettuto. In fondo è ciò che occorre fare:
riflettere molto bene su questa tematica
della pace: molto di moda ma alla fine
poco compresa. Un po’ tutti pensiamo
che la pace sia solo assenza di guerre e
riguardi i popoli stranieri e molto lontani da
noi. Infatti non è mancato chi ironicamente
ha commentato: “una marcia per la pace?
A cosa serve, noi non siamo in guerra”!!!
Ma c’è un senso. La PACE ci
riguarda in prima persona, nelle nostre
piccole realtà quotidiane. Partire da noi,
essere nel nostro piccolo costruttori di
PACE per allargare il raggio di azione. Noi
abbiamo gettato un seme e il nostro intento
era farci sentire. Speriamo di esserci riusciti, quand’anche non fosse così... che dire?
Ci riproveremo!
GRAZIE al SER e al Corpo di
Polizia Municipale che ne hanno permesso la realizzazione, ma soprattutto GRAZIE a tutti coloro che hanno partecipato e
lavorato. GRAZIE A TUTTI.
“NON IMPORTA CHE TU SIA UOMO
O DONNA FANCIULLA O VECCHIO,
OPERAIO O CONTADINO, SOLDATO
O STUDENTE O COMMERCIANTE,
NON IMPORTA QUALE SIA IL TUO
CREDO POLITICO O RELIGIOSO SE
TI CHIEDONO QUAL È LA COSA Più
IMPORTANTE PER L’UMANITÀ PRIMA,
DOPO, SEMPRE: LA PACE!”
(Tien-Min, Poeta Cinese)
Alla prossima. Francesca
Egregio Direttore, Mi permetto di inviarle
questi appunti per esprimere un pensiero
a proposito della MARCIA PER LA PACE,
che si è svolta sabato 27 gennaio scorso.
Faccio parte dell’organizzazione, e per me
è stata la prima marcia della pace, organizzata si, ma soprattutto vissuta.
Quando mi hanno illustrato il
progetto il mio entusiasmo è stato tangibile, ma subito dopo le difficoltà non
sono mancate: materiale da ricercare,
tempistica, inviti, idee diverse da mettere
insieme. L’ostacolo-sorpresa ce l’ha fornita
internet: il materiale che ci presentava era
altamente politico o al contrario fortemente
religioso. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta: le
suore, i ragazzi i gruppi, e tutti quelli che ci
hanno aiutato. Siamo partiti da un’impronta chiaramente cattolica! La promotrice
dell’iniziativa infatti è l’Azione Cattolica,
gruppo che dedica l’intero mese di gennaio
alla preghiera per la pace. L’ispirazione per
lo slogan ce l’ha fornita il discorso di Papa
Benedetto XVI: “LA PERSONA, CUORE
DELLA PACE”, ma poi le citazioni sono
20
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
eventi e commenti
Premio Bontà 2006
Ben riuscita la 7ª edizione organizzata dalla Fondazione “Ing. Luigi Sarno”
Il 25 gennaio scorso, in un teatro
Metropolitan gremito in
ogni ordine di posto si è
svolta la 7^ edizione del
Premio Bontà 2006. La
serata è stata condotta
come di consueto da Gino Dell’Orco e Maria Florenzio, che hanno saputo
brillantemente coinvolgere il pubblico di grandi e
piccoli, in un susseguirsi
di emozioni e spettacolo.
Dopo la presentazione Power Point sulla vita
dell’Ing. Luigi Sarno, tragicamente interrotta durante la Seconda Guerra
mondiale (la sua nave fu
bombardata), il pubblico
ha assistito alla proiezione di un filmato, con interviste a bambini
dell’I. C. “S.G. Bosco”, ad alcuni passanti in strada, a commercianti, dipendenti
dell’Ufficio Postale, insomma gente comune, che ha dato una personale definizione della bontà. Davvero originale!
Al termine del filmato Patrizia, zia del
compianto Antonio Rizzi, il ragazzo tragicamente scomparso per un incidente
stradale il 26 novembre scorso, ha cantato un’emozionante canzone di Eros
Ramazzotti “Sta passando novembre”,
momento di forte commozione, per ricordare Antonio, Vito Parisi e Raffaele
Rosato.
Dopo il saluto agli ospiti intervenuti tra
i quali S.E. Mons. Pietro Maria Fragnelli,
il Sindaco Luigi Montanaro, il Sindaco di
Laterza Giuseppe Cristella, i Consiglieri
Regionali Paolo Costantino e Pietro Lospinuso, nonché il Presidente della Fondazione Giuseppe Mele il fondatore ed
ideatore del Premio, il Notaio Carmine
Sarno, i membri della Fondazione: Maria Giannini, Imma Divitofrancesco, Maria Luisa Paciulli,Giovanni Tamborrino,
la serata ha avuto un fuori programma.
Sul palco, infatti, è salito il giornalista Candido Cannavò, ex Direttore del-
la Gazzetta dello Sport, presente a
foto Erasmo Mazzone
Ginosa per presentare il suo libro”E li
chiamano disabili” e presenziare alla
serata in onore del nostro concittadino, Stefano Cazzetta, che dopo il
Premio come miglior giornalista sportivo dell’anno, ha ricevuto dall’Amministrazione Comunale un riconoscimento.In questa occasione, Cannavò
ha donato una copia con dedica al
nostro Vescovo.
La serata è poi proseguita con gli
alunni della Scuola dell’Infanzia dell’I.C.”S.G. Bosco”, che sotto la guida
delle docenti Adele Carrera, Chiara
Coppa, Pia Casamassima, Pina Fortunato e Lucia Massaro hanno cantato due canzoni ispirate alla pace ed
all’amicizia esponendo un grande arcobaleno di mani.
Il primo premio della serata è stato
consegnato proprio al Notaio Sarno,
dalle mani di Suor Teresa, Superiora
delle suore Oblate di Maria Vergine di
Fatima, che insieme alle sue consorelle Francesca e Michela, hanno voluto esprimere la loro gratitudine a colui il quale ha tanto voluto ed ottenuto
il ritorno di un ordine religioso femmi-
nile a Ginosa. Visibilmente emozionato, il
Notaio, circondato dai bambini, ha ribadito, con semplicità,
quanto sia facile essere buoni,
anche coltivando piccoli gesti
quotidiani verso chi è meno
fortunato di noi.
E’ stata poi la volta degli interventi delle autorità politiche.
Il Sindaco laertino Cristella ha
sottolineato la sua emozione
per l’andamento della serata
e di come si abbia bisogno di
cose positive per le nostre comunità. Del suo stesso avviso
è stato il suo omologo Luigi
Montanaro. Il sindaco ginosino ha infatti ribadito come, dopo i recenti casi di cronaca, ci
sia un urgente bisogno di bontà. “Il premio- ha poi aggiunto
Montanaro- può e deve essere un modo
per aiutare i più bisognosi”.
Anche il Dirigente Scolastico del “S. G.
Bosco”, Vincenzo Calabrese, nel suo intervento, rifacendosi al tema della serata
pensato da Mons. Fragnelli, “Formare i
giovani di forte personalità: una sfida possibile?”, ha ribadito il ruolo fondamentale
della scuola in tutto questo. “La scuola- ha
detto Calabrese- mette al centro l’uomo,
la persona, nella sua crescita culturale e
civile. In questo progetto siamo tutti coinvolti in una sorta di patto pedagogico, per
cui lavoriamo quotidianamente”.
Il
Presidente della Fondazione, Giuseppe
Mele ha ringraziato Gino Dell’Orco, per
l’impeccabile organizzazione ed ha poi
salutato Camilla Guarnieri e Diego Leobardi, per ricordare che la morte dei loro
figli, Antonio e Mimmo, come quella di Vito e Raffaele, non sia stata vana, al fine di
fare comprendere a tanti giovani quanto
sia importante la vita.
Sono seguiti poi gli interventi dei Consiglieri regionali Paolo Costantino e Pietro
Lospinuso. L’esponente di AN ha espresso
la sua felicità per il premio e ha ringraziato
il Notaio Sarno per aver avuto questa
eventi e commenti
idea.”Tutti dobbiamo fare
quadrato- ha detto Lospinuso- perché possiamo
far crescere i giovani in un
mondo positivo”. Costantino ha ricordato come sia
tornato a seguire la manifestazione dopo alcuni
anni, dopo che la 1^ edizione si è tenuta proprio
durante il suo secondo
mandato da Sindaco di
Ginosa.”Dopo tutto questo
tempo – ha sottolineato il
Consigliere diessino- noto
con soddisfazione che la
manifestazione è cresciuta. La stessa presenza del
Vescovo la rende ancora più significativa. E’ un
premio legato al nostro territorio, che fa
crescere la comunità e la sua longevità
testimonia il fatto che il premio è sentito
da tutti”.
E’ seguita poi la testimonianza di Padre
Luigi Colleoni, Parroco della Parrocchia
del Cuore Immacolato di Maria, che da
17 anni lavora per il recupero dei giovani
vittime della tossicodipendenza. Ha ricordato una delle prime giovani che ha aiutato, Rosita. Una ragazza che dopo aver
completato il suo programma di recupe-
ro in una delle Comunità di Don Benzi,
è stata in Africa, presso una comunità
di bambini malati di AIDS, ha adottato
lei stessa due bambini e, al suo ritorno,
si è sposata e oggi guida una comunità
di Don Benzi a Bologna.“Noi curiamo la
persona e le facciamo vivere relazioni
importanti. I giovani – ha proseguito Padre Luigi- hanno bisogno di incontrare
persone vere”.
L’altra testimonianza significativa è
stata quella di Mons. Pietro M. Fragnelli.
Il Vescovo di Castellaneta pensando al
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
21
tema per la serata, ha fatto riferimento
ad un passaggio del Concilio Vaticano II, che afferma come bisogna formare i giovani di forte personalità. Da
qui il tema scelto per la 7^ edizione
del premio bontà. “Venendo questa
sera a Ginosa ho pensato di tradurre
questo tema in 4 parole: grandezza,
come quella d’animo che dovrebbero
avere gli educatori, per formare animi
giovani; l’intelligenza: abbiamo il compito di formare le nostre intelligenze,
quelle dei nostri giovani e tutti devono
concorrere a questo. La lentezza: le
personalità forti devono misurarsi con
la lentezza. Valorizzare la lentezza nel
rapporto umano, nell’educazione, nella didattica a scuola. I tempi formativi
sono sempre lunghi. L’amicizia: dobbiamo mettere in condizione i giovani
di fare amicizie significative.. Questi
sono i valori della magnificenza e della
grandezza di Cristo. Alle famiglie dei ragazzi scomparsi
in quest’ultimo mese voglio
dire: siete sempre nel mio
cuore”.
Al termine della serata sono
stati consegnati i Premi Bontà 2006 alla Sig.ra Michela
Mennuni Gigante, per il suo
impegno con i ragazzi tossicodipendenti della “Comunità Emmanuel” di Marina di
Ginosa; il secondo premio è
stato consegnato alle Sig.re
Maria Tralli, Lucia Matera e
Rosanna Clemente di Laterza, per la loro attenzione ai
più deboli. Le cose ordinarie che queste donne hanno
compiuto, a loro giudizio, il
premio le ha fatte diventare
straordinarie.
Sicuramente, come ha anche ricordato la prof.ssa Maria Giannini a conclusione della premiazione, questa
serata ha fatto riscoprire l’integrazione
di due paesi come Laterza e Ginosa
e le qualità che si celano in ciascuno
di noi.
Ricordo che la serata è stata anche
allietata dalle note del quintetto d’archi
“L’altro ‘900” e dalla bellissima voce
della soprano Nunzia De Giorgi.
Rosamaria Busto
22
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
eventi e commenti
Galà Gran Premio 2006
Un anno… con i Runners
La Società Sportiva di
Atletica “Runners” Ginosa
dopo un anno di successi
regionali e nazionali, ha
organizzato una deliziosa e coinvolgente serata,
lo scorso 1 febbraio, per
premiare i suoi numerosi
altleti saliti sul podio nel
corso dell’anno appena
trascorso.
La manifestazione si è
svolta presso il Teatro Alcanices, con una folta cornice di pubblico, non solo
di appassionati. Gianluca
Catucci e Francesca Rodolfo, ormai coppia fissa
nel mondo della comunicazione, hanno presentato la serata. L’inizio è stato
caratterizzato dalla proiezione di un filmato che ha
ripercorso le tappe principali di un anno di gare, dove spiccava quella tenutasi
a Ginosa nel giugno 2006
valevole come tappa del
Campionato regionale Corripuglia.
E’ stata poi la volta del
Presidente, José Punzi,
che ha espresso la sua
soddisfazione per i traguardi raggiunti dalla Società
in poco meno di due anni.
Quest’anno infatti hanno
ricevuto la coppa per essersi piazzati al 2° posto nella classifica
regionale del Corripuglia 2006, dietro
una delle società più forti e blasonate.
“Il premio di questa sera – ha proseguito
Punzi – è nato dall’idea di incentivare la
partecipazione alle gare. Questa sera,
tra glia altri, saranno premiati colo i quali
hanno raggiunto le tredici gare e dunque
hanno permesso alla squadra di accumulare punti per la classifica generale”.
Il Presidente ha poi ricordato la partecipazione della società ad alcune
gare nazionali: la mezza maratona di
Roma-Ostia, di Teramo, di Barletta e
di Corigliano Ha poi ricordato che il
prossimo 22 aprile a Ginosa si correrà la 3^ tappa del Campionato Corripuglia 2007.Per questo ha ringraziato
l’Amministrazione Comunale per la
sensibilità dimostrata nei riguardi di
tutte le iniziative realizzate dalla So-
cietà fino ad ora e gli sponsor che hanno creduto in essa.
Gialuca ha poi ceduto la parola al Segretario della Runners, Rocco Leone,
che insieme a Punzi e a Mario Stigliano
è stato tra gli organizzatori
della serata.
Il Segretario ha ringraziato
i nuovi sponsor che hanno
contribuito alla realizzazione della nuova divisa della Società, tuta, divisa da
gara e borsone: Giacumbo
Marmi, Macelleria Equina di Giovanni Andriulli di
Montescaglioso.”Abbiamo
percorso circa 2500 Km,
partecipando a tutte le gare del Campionato. Ogni
domenica, da marzo a
dicembre, per questo voglio ringraziare le nostre
famiglie, mogli e figli, che
ci permettono di fare tutto
questo, anche con spirito
di sacrificio, per questo li
ringraziamo per la pazienza
che hanno nei nostri riguardi, nel seguire la nostra vita
di sportivi”.
Il Sindaco, Luigi Montanaro,
ha ricordato come da subito abbia sposato l’idea dei
Runners, visto il loro coinvolgente entusiasmo, quasi
da ragazzini. Ricorda con
emozione il momento in cui
ha indossato i panni dello
starter, per dare avvio alla
gara svoltasi a Ginosa lo
scorso giugno e di come tutta la cittadinanza, in quella
stessa occasione abbia partecipato numerosa.”Riproporla anche
quest’anno – ha continuato il sindaco
– sarà un’occasione per farci conoscere ancora di più a livello regionale e
nazionale”.
La premiazione è stato poi il momento
centrale della serata. I primi ad essere
premiati con un Attestato, sono state
le
segue a pag. 24
24
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
attualità
Rosamaria Busto riceve il riconoscimento per La Goccia
segue da pag. 22
giovani promesse della Società: Claudia Di Trani, Giuseppe Leone e Alessandro Punzi, tutti “figli d’arte” che si
sono distinti per la categoria ragazzi.
Sempre con Attestato sono stati premiati: Sergio Leone, Rocco Stani, Nico
Bitetti Mario Sangiorgio, Luigi Saraceno, Franco Sozio,Giuseppe Basta,
Giuseppe Ciarfaglia, Gianluca Catucci,
Giuseppe Giacumbo, Mino Luisi, Matteo Delfino. Coloro i quali hanno invece
raggiunto le tredici gare hanno ricevuto
una targa: Nicola Galante(cat.Ragazzi), Federico Luisi(cat. Cadetti), Carpignano angelo(cat. Allievi);Vincenzo Bitella, Carmine Malvani, Mario Stigliano,
Rocco Dipalma, Camillo Di Donato(cat.
AmatoriTM), Patrizia Carriero (cat.
Amatori TF), unica donna della Società
per altro 4^ classificata al Corripuglia
2006. Per la cat. Master 35 sono stati
premiati: Domenico Lorusso, Vincenzo
Leone classificatosi al 4° posto nella
classifica reg.), Gaetano Basta, Mancino Domenico, Vito Contuzzi; per i Master 40: Pietro Tortorella (anche 4° al
Corripuglia),Rocco Leone, Pino Salluce, Domenico Sannelli, Giovanni Andriulli (4° nella classif. Reg.); Francesco
Tocci, Giovanni Bozza, Antonio Galante, Michele Carpignano (cat. Master
45); Francesco Santantonio (4° in class.
gen. reg.), José Punzi, Rocco Palomba
(cat. Master 50), Antonio Lamanna per
la cat. Master 55.
Sono stati consegnati anche dei riconoscimenti al Sindaco Montanaro, al Delegato allo Sport, Gianni Limitone, alla
redazione Sportiva del nostro giornale,
alla Redazione di Alleanza Jonica, al
Consigliere Regionale Dott. Paolo Costantino, che nel ricevere la targa ha
sottolineato l’importanza di fare sport,
in particolare per i ragazzi, visto l’alto
tasso di obesità infantile in Puglia. “La
Runners – ha detto Costantino – contribuisce sicuramente a far amare lo sport
nel nostro territorio e dare un esempio
di come faccia bene alla salute di grandi
e piccoli”.
E’ stata la volta della Società Sportiva
Nuova Atletica Laterza, da cui la Runners è nata. Un riconoscimento è an-
dato alla Polizia Municipale e al SER
per il servizio d’ordine prestato durante le manifestazioni. Premiati anche gli
sponsor: Marmi Giacumbo, Macelleria
G. Andriulli. Un riconoscimento è andato anche alla Redazione giornalistica del Corriere del Giorno e al Cons.
Reg. Pietro Lospinuso (assente per
motivi di lavoro).
Al termine della serata, Mario Stigliano
è riuscito a strappare una promessa
al Sindaco, per avere una struttura di
atletica a Ginosa e far ritornare alcuni
nostri ragazzi, iscritti al Campo Scuola
di Atletica “Rocco Scotellaro” di Matera
ad allenarsi in casa. Speriamo bene!
La serata organizzata dai “Runners”
è stata all’insegna dell’amore dello
sport, della cordialità, dello spirito di
squadra, della passione e la solidarietà tra atleti. Tutti valori che in questi
giorni di violenza, dopo i fatti accaduti
a Catania, ci fanno riflettere su come
debbano essere valorizzati i cosiddetti sport minori, a discapito del calcio,
che ormai tutto è tranne che uno sport.
Grazie Runners!
Rosamaria Busto
Un pesce da record
Una spigola di 9 chili pescata dal parrucchiere Maurizio
Pescare un pesce enorme, unico nel suo genere, il famoso
“Big Fish” dell’omonimo film di Tim Burton, è forse il sogno
di tutti i pescatori. Ma quando il pesce in questione è come
quello della foto, il sogno diventa leggenda. Una leggenda
che questa volta si è avverata. Infatti alcuni giorni fa, sulle nostre spiagge Maurizio Cristella, parrucchiere marinese,
ha pescato con la tecnica dello scannetto una spigola di nove chili, superando così il record di un altro marinese che lo
scorso anno aveva pescato un esemplare di circa otto chili.
Una bella soddisfazione per Maurizio, appassionato di pesca
e praticante di surf-casting, che con questo pesce da record
vede premiata la sua grande passione per la pesca, praticata
come hobby da molti anni. Ma la spigola gigante pescata da
Maurizio deve essere motivo d’orgoglio anche per tutti i marinesi e soprattutto per quei pescatori dilettanti che si dedicano
con tenacia e costanza alla pesca usando uno strumento artigianale come lo scannetto. Complimenti, Maurizio!
Walter Cardamone
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
attualità
La parola agli inserzionisti
25
rubrica a cura di Mariacarmela ribecco
Regalopoli, un mondo fatto di oggettistica e fantasia.
Passione e grinta della giovane imprenditrice
Marilena Gigante.
Colore, fantasia e originalità, questi alcuni degli ingredienti che rendono il negozio d’oggettistica in Via G.
Matteotti n° 3 … Regalopoli. Pensate a quante volte vi sarete soffermati,
anche se frettolosamente, a guardare
per qualche minuto la sua vetrina ricca
d’idee regalo. Sicuramente molte volte.
Il nostro viaggio tra gli inserzionisti ci
ha portato in un “piccolo paradiso” dedicato all’oggettistica. Ad accoglierci la
cordialità e la simpatia di una giovane
proprietaria, Marilena Gigante, che ci
ha raccontato della sua esperienza nel
settore dell’oggettistica e nel contempo
presentandoci un’attività, ormai ben radicata, nella nostra comunità.
Da quanti anni lavori in questo
settore?
«Ho rilevato il negozio otto anni fa.
L’attività esistente già da circa due anni.
L’idea di vendere oggetti da regalo non
è stata mia. Prima
di improvvisarmi
negoziante ho fatto la commessa
per due anni. Se
qualcuno mi avesse detto, quindici
anni fa, che negli
anni
successivi
sarei stata a capo
di un’attività tutta
mia probabilmente non ci avrei creduto. Allora i mie
progetti erano altri. Tutto è iniziato
quando una mia
amica mi ha proposto di comprare il
negozio, ho accettato perché mi piaceva l’idea. Nel corso degli anni l’impronta non è stata mai cambiata. Ho
aggiunto, e in seguito eliminato, delle
ditte che non andavano ma l’immagine
del negozio non si è mai modificata nel
tempo. Ho sempre cercato di offrire un
articolo diverso e alternativo.»
Qual è il tipo l’oggettistica che il
cliente può trovare tra gli scaffali di
Regalopoli?
«Si chiama “regalopoli” perché l’intento è quello di offrire un regalo adatto
a tutte le occasioni e che spazi abbracciando tutte le età. Si parte dal regalo dedicato all’infanzia, per poi passare
a quelli per gli adolescenti e terminare
con oggetti dedicati alla casa, quindi alle signore. I miei articoli sono realizzati
interamente a mano, chi li acquista sa
di possedere un oggetto esclusivo. Gli
orologi che vendo, per esempio, sono
unici perché realizzati da un artigiano
pugliese. Tra le ultime novità, esposte
sugli scaffali, anche la vendita di oggetti simpatici e divertenti adatti per una
festa di laurea, per all’addio al nubilato
e al celibato oppure per un matrimonio.
Sono stati gli stessi clienti a consigliamene la vendita.»
Progetti futuri?
«Un progetto che spero di realizzare
presto riguarda il settore delle bomboniere. Sto prendendo contatti con cooperative e associazioni che realizzano
oggetti secondo i principi del commercio Equo e Solidale.»
Equo e Solidale?
«Il commercio Equo e Solidale promuove opportunità di lavoro a condizioni giuste a quelle categorie più deboli di lavoratori.»
Un consiglio per chi decide di
aprire una nuova attività?
«Si vuole molta fortuna. Posso dire
di lavorare con una certa serenità solo
dopo otto anni di attività. Decidere di
aprire un negozio per avere guadagni
facili, e veloci è un’idea sbagliata. Ci
vuole perseveranza, si deve conquistare la clientela, nel tempo, e dimostrare
di essere credibili e competenti.»
Un esempio di imprenditoria femminile che merita tutte le attenzioni da
parte della nostra comunità. A Marilena Gigante, l’augurio di ricevere ancora molte soddisfazioni e a Regalopoli di
continuare ad accompagnare il nostro
desiderio di sbalordire amici e parenti
con oggetti sempre più originali.
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La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
eventi e commenti
Dal Concilio il nuovo dialogo
1
Chiesa
–
società
L’intervento del vaticanista di Rai3, Aldo Maria Valli, in
occasione della festa diocesana dei giornalisti, che si è
svolta presso il Centro Pastorale “Lumen Gentium”.
Pubblichiamo l’intervento del giornalista Aldo Maria Valli, Vaticanista di Rai3, tenuto
in occasione delle celebrazioni per la festa del Patrono dei giornalisti, San Francesco di Sales.
Aldo Maria Valli e mons. Pietro Maria Fragnelli
Prima di tutto, affrontando questo
tema così ampio e complesso, sento il
bisogno di fornirvi la mia carta d’identità, in senso anagrafico, culturale e religioso, perché è importante conoscere il
punto di vista di chi parla.
Sono credente, ho quasi cinquant’anni, faccio il giornalista, vivo in
un ambiente profondamente secolarizzato (dove la prospettiva religiosa è apparentemente lontana) e il mio essere
laico cattolico (sottolineo: laico e cattolico, perché sono contrario all’uso arbitrario dell’aggettivo laico inteso come
non cattolico o non credente) è stato
segnato in modo molto incisivo dal lungo pontificato di Giovanni Paolo II, papa
dall’insegnamento multiforme, ma di cui
vorrei ricordare qui due espressioni che
per me sono state ricche di significato.
Innanzitutto il brano della prima enciclica di papa Wojtyla (4 marzo 1979),
la Redemptor hominis, in cui scrive:
“Essendo quindi quest’uomo la via della Chiesa, via della quotidiana sua vita
ed esperienza, della sua missione e fatica, la Chiesa del nostro tempo deve
essere, in modo sempre nuovo, consapevole della di lui situazione” (14).
L’uomo, ogni uomo concreto, non solo
il credente e non solo il cattolico, e non
l’umanità in senso astratto, è la via della Chiesa, che deve trovare il modo di
entrare in contatto con lui (il che spiega
anche il perché dei viaggi apostolici di
Giovanni Paolo II).
E poi il “Duc in
altum!” (Lc 5,4) ovvero “prendi il largo”,
le parole pronunciate da Gesù sulla
barca di Simone e che Giovanni Paolo
II ha riproposto alla Chiesa nella lettera pastorale Novo millennio ineunte (6
gennaio 2001), come consegna alla fine del grande giubileo dell’anno duemila. Pietro e i primi compagni, fidandosi
delle parole di Cristo, gettarono le reti
“e avendolo fatto, presero una quantità
enorme di pesci”.
Dall’insegnamento di questo papa
ho tratto una formula che lui ha applicato soprattutto nei confronti dei mass
media ma che secondo me riassume
anche il suo lascito spirituale e culturale: vigilanza e fiducia, anzi vigilanza
nella fiducia.
Questa sera però farò riferimento anche a un altro pontefice, ingiustamente
dimenticato: Paolo VI, che proprio durante il Concilio scrisse nella sua prima
enciclica, l’Ecclesiam suam (6 agosto
1964), quello che si può forse definire l’autentico “manuale” di dialogo per
i cristiani del nostro tempo. Un testo
che, nonostante i decenni trascorsi,
conserva un’attualità stupefacente.
Il titolo del nostro incontro parla di
“nuovo dialogo” tra Chiesa e società.
In effetti un dialogo c’è sempre stato,
fin dalla prima predicazione di Gesù.
Il dialogo non nasce con il Concilio.
La Chiesa, possiamo dirlo, è dialogo.
C’è una relazione diretta tra religione
cristiana e comunicazione. All’origine della fede c’è per il cristiano una
rivelazione e c’è, letteralmente, una
buona notizia, ovvero il Vangelo. Rivelazione e notizia sono parole del giornalismo! La Chiesa è stata istituita per
annunciare una notizia, e Gesù stesso
è stato un grande comunicatore, così
come grandi comunicatori sono stati
gli apostoli, molti santi e molti papi. Ma
Dio stesso è un comunicatore: nella
Bibbia mantiene un dialogo continuo
con l’uomo e addirittura trasforma il
verbo in carne; manda sulla terra suo
figlio, un uomo vero, proprio per poter
comunicare con noi e in questo modo
salvarci. E la preghiera non è anche
un dialogo? Noi cristiani, come ci ha
insegnato Gesù, ci rivolgiamo a Dio
chiamandolo padre. Il nostro rapporto
con il divino è intessuto di comunicazione.
E’ indubbio comunque che dal
Concilio è arrivata davvero una spinta
verso un nuovo dialogo. Nuovo in che
senso?
Per rispondere mi faccio aiutare
da papa Benedetto XVI, che alla fine
del 2005, rivolgendosi alla curia romana, ha spiegato che il Concilio non va
considerato alla stregua di una costituente che elimina una costituzione
vecchia per sostituirla con una nuova.
I padri conciliari non possedevano tale
mandato, nessuno lo ha mai dato loro e nessuno poteva darglielo perché
nella Chiesa la costituzione è il Vangelo e viene dal Signore. Altrettanto
sbagliato, secondo il papa, è presentare il Concilio come un’apertura al
mondo nel senso di un adeguamento
della Chiesa al mondo. Il Concilio ha
rivisto e corretto alcune decisioni storiche prese dalla Chiesa, ma non ha
cambiato la natura della Chiesa. “La
Chiesa è, tanto prima quanto dopo il
Concilio, la stessa Chiesa una, santa, cattolica e apostolica in cammino
attraverso i tempi”. Un cammino che
era e resta fonte di problemi, tensioni
e anche conflitti. Chi pensava che con
l’atteggiamento di apertura, promosso
dal Concilio, tutte le tensioni finissero
si illudeva. Poiché i pericoli e gli errori
che derivano dalla “fragilità umana” re
eventi e commenti
stano in tutti i periodi della storia, come
dimostra proprio l’epoca attuale “con il
nuovo potere dell’uomo sulla materia e
su se stesso”, la Chiesa resta sempre,
oggi come ieri, segno di contraddizione.
Il Concilio ha avuto certamente due
meriti: definire in modo nuovo il rapporto tra Chiesa e Stato e il rapporto tra
fede e ragione. Ma anche qui, dice il
papa, occorre sapere che cosa significa per noi, oggi, questa novità.
In uno Stato moderno, che si mantiene neutrale rispetto a tutte le religioni
assumendo la responsabilità di garantire la libertà religiosa e la convivenza
pacifica, i cattolici non chiedono
privilegi, ma hanno anche il compito, dice il papa, di chiarire in che
senso va intesa la libertà religiosa: “Se la libertà di religione viene
considerata come espressione
dell’incapacità dell’uomo di trovare
la verità e di conseguenza diventa canonizzazione del relativismo,
allora essa da necessità sociale e
storica è elevata in modo improprio a livello metafisico ed è così
privata del suo vero senso, con la
conseguenza di non poter essere
accettata da colui che crede che
l’uomo è capace di conoscere la
verità di Dio”.
Quanto al dialogo tra fede e ragione, Giovanni Paolo II con la Fides et
ratio ha chiarito bene che entrambe sono “ali con le quali lo spirito umano si
innalza verso la contemplazione della
verità”, ma Benedetto XVI puntualizza
che dopo il Concilio il dialogo tra fede
e ragione va sviluppato “con grande
apertura mentale ma anche con quella
chiarezza nel discernimento degli spiriti che il mondo aspetta da noi proprio in
questo momento”. Discernimento degli
spiriti vuol dire far vedere dov’è la verità e dov’è l’errore. E questo è il compito che spetta, oggi come sempre, alla
Chiesa, a partire dal magistero papale.
Chiarito tutto questo, occorre affrontare un altro nodo che ai tempi nostri è
centrale. E’ il rapporto tra l’idea di verità, di cui la Chiesa è portatrice, e il soggettivismo che caratterizza la cultura e
la mentalità attuali. E’ qui che il dialogo
appare davvero difficile e in certi casi
impossibile.
Nella Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il
comportamento dei cattolici nella vita
politica (24 novembre 2002), firmata
dall’allora cardinale Joseph Ratzinger
in quanto prefetto della Congregazione
per la dottrina della fede, si legge che
per la Chiesa “non esiste autentica libertà senza verità” e che “in una società dove la verità non viene prospettata
e non si cerca di raggiungerla viene
debilitata anche ogni forma di esercizio autentico di libertà, aprendo la via
a un libertinismo e individualismo dannosi alla tutela del bene della persona
e della società intera”.
Ma la verità, intesa come assoluto
morale, è inaccettabile per il relativismo, secondo il quale al massimo si
può parlare di singole verità, tutte uguali per il fatto stesso di essere espresse.
Ecco lo scontro, direi epocale, drammatico, vissuto da me, come laico
cattolico che vive in un mondo secolarizzato, in modo particolarmente coinvolgente. Come cattolico capisco, condivido e accolgo l’insegnamento della
Chiesa, ma avverto anche il rifiuto che
suscita in chi, non vivendo in una prospettiva di fede, non acoglie gli appelli
della Chiesa e a volte li giudica addirittura un’ingerenza. Come persona che
vive in un ambiente in cui la maggior
parte delle persone dice di non credere, mi rendo conto che questo della
verità è per i non credenti l’aspetto più
problematico in vista del dialogo. Nello stesso tempo capisco che il papa
e la Chiesa avrebbero una credibilità
infinitamente inferiore se, non dico per
compiacere la cultura dominante ma
anche solo per favorire un terreno di
dialogo, si appiattissero sulle posizioni
più largamente condivise.
*****
Per svolgere il tema assegnato credo sia necessario preliminarmente, sia
pure per sommi capi, ricordare anche
che cosa è cambiato, in Italia e nel
mondo, dentro e fuori la Chiesa, dal
Concilio a oggi. Altrimenti rischiamo di
fare discorsi un po’ campati per aria.
In Italia abbiamo avuto la fine del
cosiddetto partito unico dei cattolici, la
fine del collateralismo della Chiesa nei
confronti della Dc, l’accettazione da
parte della Chiesa della libertà di scelta
politica nel rispetto però di quei valori
fondamentali che Benedetto XVI chiama non negoziabili (la tutela della vita
dal concepimento alla morte naturale,
la difesa della famiglia fondata sul ma-
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
27
trimonio, la libertà religiosa, intendendo
con questa anche il rilievo pubblico della Chiesa); l’impegno della Chiesa sulla
questione antropologica (chi è l’uomo,
quale il suo significato, quanto è o non è
manipolabile), la crescita dei movimenti
ecclesiali e la crisi del modello parrocchiale, il tentativo di valorizzare il ruolo
dei laici (con il passaggio dalla ecclesiologia di dipendenza alla ecclesiologia di
comunione).
Nel mondo: il crollo del muro di Berlino e la fine della guerra fredda, il tramonto delle grandi ideologie, l’attentato
alle torri gemelle, l’irrompere sulla scena del terrorismo di matrice islamica,
il rischio dello scontro di civiltà, la
crisi delle Nazioni Unite come strumento per risolvere senza guerre
le controversie internazionali, il fenomeno dell’immigrazione, la crescita vertiginosa di nuovi mondi e
nuove economie come quella cinese).
Per la Chiesa a livello mondiale abbiamo assistito alla crisi delle
vocazioni nella vecchia Europa,
alla fine dell’eurocentrismo ecclesiastico, alla crescita delle nuove
Chiese (Africa, Asia, Americhe), al
contributo delle ex Chiese del silenzio (Est Europa).
Che cosa invece è rimasto
inalterato: la tendenza a risolvere le
crisi internazionali con l’uso della forza
(vedi Iraq), l’ambivalenza dell’uomo tra
aspirazione al dialogo e tendenza alla
chiusura, il bisogno di un messaggio di
speranza.
Il tutto in una scena politica, culturale, sociale, economica e religiosa sempre più dominata e caratterizzata dai
mass media, non più solo strumenti ma
soggetti tali da determinare, con la loro presenza e con il loro ruolo, anche
i contenuti (secondo la fin troppo nota
definizione di Mc Luhan secondo cui il
medium è il messaggio).
E possibile definire il mondo di questi quarant’anni post Concilio con una
formula? Direi così: un mondo insieme
più aperto e più comunicante (vedi Internet), ma anche più incerto (fine delle
vecchie ideologie); più libero (fine del
socialismo reale e altre dittature) ma anche più prigioniero di nuove paure (terrorismo, diffidenza verso l’altro). Un “villaggio globale” (ammesso che sia vero,
e secondo me non lo è) a due facce.
Ricordare tutto questo è necessario,
anche se ci si vuole concentrare sul nostro paese, perché siamo tutti influenzati dai cambiamenti (penso in particolare
a come il nostro modo di considerare
il rapporto con l’altro, con il diverso, è
stato segnato dall’attentato alle Torri gemelle di New York).
*****Continua
28
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
eventi e commenti
J - JOLLY
“In alcuni giochi di carte, la carta
che può assumere qualsiasi valore
a piacere del giocatore che la possiede. (estens.): Cosa o persona capace di svolgere diverse funzioni, a
seconda delle necessità”, dal GRANDE DIZIONARIO DELLA LINGUA ITALIANA (Ed. Garzanti, 2006).
Potrà sembrare strano, ma pensando a questa parola del vocabolario mi
è venuto in mente un altro termine, che
certamente di primo acchito non sembra avere alcunché in comune: la Chiesa.
Perché? Ma perché della Chiesa ne
parlano tutti (il laicista per spararvici a
zero, il credente per presentarla nella
maniera migliore, il non credente per
accusarla di oscurantismo) e se ne parla dappertutto (dai giardini delle piazze
alle chiacchierate in ufficio, in un talk
show e attorno ad un piatto di lasagne):
insomma una vera e propria carta jolly
da giocare in ogni momento e per tutte
le circostanze (non può immaginare il
mio unico lettore quanto sia “snervante”, invitato ad un pranzo di matrimonio,
seduto con persone che non conosci,
sentirti rifilare il solito discorso sulla
Chiesa, i preti, il Papa…!?! Che poi,
con un prete a fianco mica puoi parlare
di kamasutra!!).
A volte mi vien fatto di pensare, con
dolore profondo, a tutto l’amore negato
a questa Chiesa che, invece, ha infinitamente bisogno d’amore. A questa
Chiesa cui tutto si chiede e alla quale
nulla si dà: come ad una moglie o madre che ha solo doveri da compiere nei
confronti di una famiglia, magari inquieta ed irrequieta, che non ci si ricorda
di lei nemmeno a compleanno, magari
con una rosa in mano per dono, tanto
per farle capire che un po’ d’amore c’è
anche per lei.
Nei confronti di questa Chiesa, a
volte, taluni non sembrano nutrire un
briciolo d’amore, ma solo vituperio. E
tutto questo mentre si dice d’amarla.
Ma dove sta quest’amore se non si fa
un gesto per esprimerlo? E che amore
è se si manifesta solo con la provocazione e l’odio?
Io conosco una Chiesa, sposa di
Cristo, tutta santa (e per questo il mio
amore per lei è immenso) e conosco
una Chiesa peccatrice, nei suoi uomini
e nel suo percorso storico (e per questo
il mio amore per lei rasenta la tenerezza): se la bellezza e la forza sono da
amare, ancor più lo sono le sue rughe e
la sua fragilità.
Conosco una Chiesa che aiuta gli
uomini a vivere. A fare quello che devono fare. In questo la Chiesa è un “sì”
alla vita: aiutando la madre, se deve tirare su dei figli, il professore se deve
insegnare, lo scienziato se deve indagare, il poeta se deve trovare le parole.
La Chiesa aiuta a svolgere il compito
della vita.
E come può la Chiesa presumere
di aiutare ciascuno a fare quel che deve fare? Com’è possibile esser utile al
panettiere e anche al biologo, al commerciante e allo scienziato, all’artista e
alla nonnetta? Non si vede come tutt’intorno esistono gruppi, sodalizi, partiti
reali e immaginari, cosche o club che
si qualificano per aiutare, per sostenere
qualcuno invece che un altro…?
Si affermano corporazioni o blocchi
di potere. In una dialettica a volte sana ma spesso amara e sterile. E molti
vorrebbero che anche la Chiesa fosse
così. Un aiuto per alcuni e per altri, invece, no. Una cosa di parte. Adatta ad
alcuni ma impossibile per altri. Una faziosa.
La Chiesa, questa Chiesa, non può
essere che controcorrente. Il suo annuncio di salvezza non può piegarsi
alle situazioni contingenti se non negli
strumenti di trasmissione. La verità non
è adattabile, semmai è da ricercare con
onestà. E se il suo messaggio potrà apparire scomodo e severo è perché esso
ha per cattedra la Croce, sulla quale un
Uomo è morto certamente non in maniera comoda ed allegra.
La Chiesa è un “sì” alla vita. Per tutti.
E il maggior aiuto alla vita, il maggior
“sì” alla vita coincide con una proposta,
oggi più che mai controversa: la vita
ama Dio e Dio ama chi lo cerca.
Mentre molti dicono di odiare Dio e
lo dipingono come nemico della vita,
mentre molti che dicono di amare Dio
lo fanno ugualmente apparire nemico
della vita, il Papa gira fra stadi e chiese,
tra aule universitarie e piazze a dire il
contrario. A dire una cosa che i semplici sanno e che, però, tutta la cultura in
cui siamo immersi tende a far dimenticare.
Da qui il continuo richiamo ai dotti perché non riducano mai la sete di
conoscenza ad arbitrio, ad avventura
magica e stupida. Da qui il richiamo a
cercare la verità che la ragione desidera come adeguato compimento, senza
contentarsi del gioco arido delle opinioni, senza confondere la verità come
minaccia per la libertà. Ma, soprattutto,
senza cedere a un’idea di ricerca che
si costruisce su censure o parzialità. E
sulla più grave censura: il sapere serva alla vita.
Io che, in tempi ormai “archeologici”, ho frequentato gli studi di Teologia
presso l’Università Lateranense non
potevo non seguire con interesse la
visita che il Papa ha fatto a quella Università lo scorso 21 Ottobre in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico. Parlando a quegli uomini di
ricerca e di insegnamento, Benedetto
XVI ha citato l’antico vescovo Anselmo, il quale in una preghiera parla così
di ciò che l’uomo insegue: “Che io ti
cerchi desiderando, che ti desideri cercando, che ti trovi amando, che ti ami
ritrovandoti”.
È una dolce e precisa concatenazione, che descrive il viaggio adeguato
di ogni ricerca scientifica e di ogni rapporto con il segreto del mondo, che è
Cristo.
Come al suo popolo, così ai colti,
ai “suoi” professori (l’Università Lateranense è proprietà del Vaticano),
Benedetto XVI richiama che la Chiesa
non è quel che i luoghi comuni, eredi
di laicismo e razionalismo, dipingono
attraverso i formidabili mezzi di comunicazione e di indottrinamento di cui
dispongono. Lo fa mettendo in gioco
intera la sua intelligenza e la sua pazienza. E la sua intera testimonianza.
Quando affermiamo di amare la
Chiesa, vediamo innanzitutto se questo amore sta nel nostro cuore o sulle
platee dei media o sul lastricato delle
piazze.
Se questo amore parte dal silenzio,
allora sì che è autentico. Se si veste
di chiasso, allora, troviamogli un altro
nome, ma non parliamo d’amore.
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
eventi e commenti
Eden-day, e la rete
diventa più sicura
E’ programmato per il 6 febbraio, a
partire dalle 10.30, il prossimo Eden-day,
l’evento pubblico dedicato alla sicurezza
in rete dei ragazzi, promosso dalla
Commissione europea. Un appuntamento
importante, che si inserisce all’interno del
‘Safer internet day 2007’, la giornata in cui
in tutti i paesi dell’Ue vengono organizzati
eventi pubblici per richiamare l’attenzione
sull’uso da parte dei giovani della rete
e dei nuovi mezzi di comunicazione. A
coordinare il progetto Eden (Educazione
didattica per la E–navigation), che fa parte
del programma Safer Internet promosso
dal DG Information society and media
della Commissione europea è l’Area della
Ricerca del Consiglio nazionale delle
ricerche di Tor Vergata. “Il progetto”, è
fortemente rivolto al mondo della scuola
e offre la possibilità di un coinvolgimento
degli insegnanti e, in particolare, dei ragazzi
stimolando la loro curiosità. Il percorso è
articolato in tre fasi e supportato da una
serie di strumenti on-line appositamente
sviluppati: Eden-day, appunto, ossia eventi
periodici on-line durante i quali vengono
proposti, con brevi filmati e videoclip,
alcuni argomenti su internet e i giovani;
discussione in classe sui contenuti proposti
durante gli Eden-day; lavoro all’interno
delle classi virtuali (divise per fasce di
età) mediante l’elaborazione di ipertesti
nella piattaforma messa a disposizione
dal progetto, con strumenti semplici e
immediati che risultano di facile utilizzo
anche per i meno esperti”. Per le scuole
interessate a partecipare, il modulo di
partecipazione e tutte le informazioni sono
disponibili sul sito http://eden.saferinternet.
it. E’sufficiente collegarsi e seguire le
indicazioni per visionare il filmato (durata
prevista circa 15 minuti). L’Istituto “M.
Bellisario “ è iscritto come scuola Polo.
Per i curiosi il 15 novembre c’è il
prossimo l’Eden-day, giornata divulgativa
on line per diffondere l’iniziativa che si
propone di :
Trasformare internet in una sorta
Noi e il Fisco
Successioni e Donazioni:
nuove regole
L’imposta sulle successioni e donazioni, soppresse con effetto dal 25 ottobre
2001 dalla legge 383/2001, riappare nel
nostro ordinamento con il D.L. 262/2006,
convertito dalla legge 286/2006, e con la
finanziaria 2007.
Sulla base delle vigenti disposizioni le aliquote in vigore sono le seguenti:
- 4% (con franchigia di euro 1.000.000
per ogni beneficiario) per il coniuge ed i
parenti in linea retta;
- 6% (con franchigia di euro 100.000) per
fratelli e sorelle;
- 6% (senza franchigia) per gli altri parenti
fino al 4° grado, gli affini in linea retta, gli
affini in linea collaterale fino al 3° grado;
29
E’ un evento pubblico promosso dalla Commissione europea
e mira a tutelare i giovani che usano internet
di paradiso terrestre tecnologico, in
cui i ragazzi possano muoversi con
consapevolezza e, soprattutto, con
maggiore sicurezza. E’ quanto si propone
il progetto “Eden” (Educazione didattica
per la E-navigation), che fa parte del
programma Safer Internet, promosso
dal DG Information society and media
della Commissione europea. Coordinata
dall’Istituto di struttura della materia (Ism)
e dall’Istituto dei sistemi complessi (Isc)
del Consiglio Nazionale delle Ricerche
di Roma, l’iniziativa ha tra i suoi partner
il Servizio di polizia postale e delle
comunicazioni e una rete di scuole.
L’interesse per l’iniziativa è notevole
come dimostrano i dati relativi agli
accessi ai siti web del progetto Eden:
dall’ottobre 2005 al settembre 2006
le visite pubbliche sono state 91.408,
mentre quelle effettuate, nelle aree loro
riservate, dai partner del progetto e dalla
Commissione europea sono state 65.875.
Per quanto riguarda le scuole, nel periodo
compreso tra marzo e settembre 2006,
gli accessi più numerosi sono stati quelli
degli studenti delle elementari (22.255)
seguiti dai ragazzi delle superiori (15.195)
e, infine, dagli alunni delle scuole medie
(8.818).
I ragazzi navigano spesso in rete
senza la guida di genitori o insegnanti, è
importante quindi che sappiano utilizzare
queste tecnologie in modo consapevole
e responsabile. Eden mira appunto a
sviluppare queste abilità, facendo leva
sulla loro curiosità e utilizzando internet
stesso: è stata infatti costruita una ‘stanza
virtuale’ nella quale i giovani possono
incontrarsi tra loro e/o con gli insegnanti,
condividendo opinioni ed esperienze sulla
navigazione. All’interno di questa stanza
vengono proposti argomenti visibili on line
e sui quali i ragazzi possono esprimere i
loro giudizi e proporre miglioramenti”.
L’attività di Eden inizia nelle classi, in
particolare in alcuni istituti che svolgono
il ruolo di ‘scuole pilota’. La scuola è
l’ambiente più naturale in cui apprendere
ed acquisire capacità; inoltre, attraverso
essa, è possibile raggiungere un gran
numero di utenti: genitori, insegnanti e,
soprattutto, altri ragazzi.
Ruolo fondamentale nel progetto
ha naturalmente la rete: internet è il
mezzo principale con cui avviene la
comunicazione, che, in tal modo, non
incontra barriere geografiche e viene
integrata con altre attività europee
analoghe. Per Eden è stata adottata la
piattaforma ‘Wikiwiki’, poiché facilita la
realizzazione di nuove pagine web e
consente di partecipare all’inserimento e
alla modifica di contenuti, come avviene
ad esempio con ‘Wikipedia’, la libera
enciclopedia in rete che tutti possono
arricchire e/o correggere.
All’interno della piattaforma”, spiega il
responsabile del progetto, sono presenti
tre classi virtuali corrispondenti a diverse
fasce di età (elementari, medie e superiori);
per entrare nelle aule virtuali gli studenti
devono avere una chiave d’accesso fornita
dall’insegnante e devono adottare un ‘nick
name’ che ne tutela la vera identità. A
questo punto possono accedere a tutte le
pagine, esprimere giudizi sul contenuto e
votarle, decretandone il mantenimento o
la cancellazione”.
Per ampliare la comunità virtuale del
progetto si organizzano periodicamente
‘Eden-day’, giornate divulgative online nelle quali sono proposti temi di
discussione che poi vengono approfonditi
in classe con gli insegnanti. Il prossimo
Eden-day aperto al pubblico si svolge il
15 novembre dalle 10.00 alle 10.30; le
informazioni sono disponibili all’indirizzo
www.eden.saferinternet.it
- 8% (senza franchigia) per tutti gli altri
soggetti.
Sono dovute, inoltre, l’imposta ipotecaria
(2%) e l’imposta catastale (2%). Queste
imposte sono dovute nella misura fissa
di euro 168 se oggetto di tassazione è la
prima casa.
La base imponibile varia in rapporto alla
tipologia del bene ereditato o donato.
Gli immobili, escluso le aree fabbricabili,
sono valutati al valore catastale automatico.
Le aziende, le azioni di società non quotate, le quote di partecipazione in società sono valutate al valore del patrimonio
netto societario, al netto dell’avviamento.
Le azioni quotate in borsa sono valutate
al valore di Borsa sulla base della media
dell’ultimo trimestre.
Le obbligazioni, il denaro, i crediti, le navi
e gli aerei, i beni mobili, gli arredi, i gioielli
sono valutati al valore corrente.
Le auto e i titoli di Stato (questi ultimi solo per le successioni) sono esenti. Per
quanto riguarda le donazioni di titoli di
stato o di quote di fondo comune si applica il valore corrente.
Per quanto riguarda i trasferimenti gratuiti
tra ascendente e discendente di aziende,
quote societarie o azioni, gli stessi sono
esenti dall’imposta sulle donazioni e dall’imposta ipotecaria e catastale, a condizione che il discendente prosegui l’attività
aziendale per almeno cinque anni, oppure, nel caso di quote o di azioni di società
di capitale, il discendente acquisisca o
integri il controllo, ovvero il controllo sia
mantenuto per almeno cinque anni.
Per le donazioni “indirette” non c’è tassazione se le stesse sono collegate a trasferimenti di immobili o aziende.
Dott. Mario D’Alconzo
30
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
le nostre storie
Spinoso
Frammenti di vita vissuta
raccontati da Cataldo Ribecco
Nel 1951 da militare presi la patente
di guida e divenni istruttore di guida da
soldato semplice. Congedato, dovevo
ritornare alla scuola guida per ottenere
la patente E.E. pubblica per guidare gli
autobus. La moneta era pochissima per
tutti, poco il lavoro, più delle volte lavorando non mi pagavano, non aggiungo
altro. I miei genitori pur avendo la buona
volontà non potevano aiutarmi.
Mi iscrissi all’autoscuola, l’istruttore
era di Taranto, non ricordo il suo nome,
detti gli esami di teoria e fui promosso,
spiegai il mio problema, mi rispose non
sei l’unico, vai a lavorare.
Per l’esame di guida era un problema.
Andai a Matera a prenotarmi per gli esami, quelli che prestavano l’autotreno per
gli esami si pagavano, e per questo motivo crollai, perdendo l’entusiasmo, non
avevo un “Santo in Paradiso”.
Ludovico Galante, proprietario di un
autotreno, confessatogli il mio problema
non mi fece aprire bocca, il giorno degli
esami alla guida andammo con il suo autotreno.
Il Galante era un tipo molto allegro,
scherzoso, pronto alla battuta, aveva
un baffetto alla Rodolfo Valentino, (così
si diceva) avendo la mania di lisciarsi il
baffetto con l’indice e il medio, per darsi
importanza, sempre in cerca di avventure
anche se era sposato.
Dopo quindici giorni andai a ritirare la
patente. In quel periodo per legge, per
motrice e rimorchio ci volevano due autisti. Incontrandomi con Galante la sera mi
disse, che il socio stava poco bene e se
avessi potuto sostituirlo, era l’occasione
per restituire il favore; per me era una occasione per “rubare il mestiere con gli occhi”, in quel periodo per guidare un autotreno non era facile, in modo particolare
cambiare le marce, e ci voleva orecchio
e conoscenza di tempo. La mattina non
troppo presto preparammo l’autotreno
per il carico da fare.
Partimmo, in via Matteotti vicino il
Consorzio Agrario una ragazza attirò la
nostra attenzione: chiedeva un passaggio, Galante si fermò e la invitò a salire:
«Dove vai?» disse Galante: «Dove mi
porti» rispose la ragazza, mi alzai dal
sedile per farla sedere e mi sedetti alle
spalle di Galante.
A Ginosa c’era una casa di tolleranza,
sicuramente questa ragazza aveva litigato con i gestori per andarsene. A metà
percorso chiesi a Galante cosa avremmo detto al fattore per questa ragazza?
!«Semplice, lei è mia sorella, tu sei mio
cognato» affermò Galante, e aggiunse,
«Mi raccomando un poco di serietà» facendo un piccolo sorriso, lisciandosi il
baffo con le due dita.
Questa
ragazza aveva una parlantina, e smise di
parlare quando arrivammo all’azienda di
Sara Marino poco distante da Metaponte. Il fattore da dietro i vetri della sua casa
ci vide arrivare e uscì con una bissaccia
piena e un Cùcume, (specie di orciolo
di creta per conservare l’acqua). Ci fermammo, Galante scese tutto sorridente,
il fattore come vide la ragazza con il suo
vestito rimase imbarazzato. «Ti presento
mia sorella e mio cognato» disse Galante
per non mettere a disagio il fattore, mentre io sistemavo la bisaccia e il cùcume
dietro il sedile. Galante disseal fattore di
sedersi sul sedile «mia sorella sul cofano
e Cataldo alle mie spalle e, aggiunse, ci
devi fare strada, io non conosco quel posto». E così partimmo, la ragazza investì
il fattore con tante domande a destra e
a manca con delle battute tutte da ridere, dalla mia posizione, trovandomi alle
spalle della ragazza allungavo il braccio
per toccarla, Galante controllava le mie
mosse e mi picchiettava sulla mano per
farmi stare fermo. Alla fine il fattore si in-
sospettì, con voce alta disse: «Galante,
non è possibile che tua sorella mi fa vedere tutto! io non sono un santo, chi è questa ragazza?» Ci fu una grande risata e
spiegammo la verità. Passato Scanzano
questa cominciò a dire: «ho fame, voglio
mangiare, sento odore di pane». Il fattore prese dalla bisaccia il panetto di pane,
che pesava più di tre chili, lo tagliò in due:
«Senti senti!» faceva annusare il pane
alla ragazza «Mia moglie questo pane lo
fa con la farina bianca di grano la Rossetta e il Bianchetto, poi mette un pugno per
chilo di farina di grano duro, quello che
fa la spiga nera che si chiama Cappello»,
uscì il provolone da due chili e la salciccia
curata, «Il provolone me lo ha regalato un
mio amico che ha le vacche alla masseria
S. Marco» e così mangiammo con appetito, gustando il provolone e la salciccia
genuina. Eravamo arrivati sulla strada
Salerno Reggio Calabria. Troviamo la
prima indicazione per Viggiano, quando
ci incrociavamo con altre macchine bisognava andare piano, la strada era stretta,
la velocità non più di 50 all’ora. Lungo
il percorso cominciammo a costeggiare
un fiume, poi ci si allontanavamo e ogni
volta che ci accostavamo al fiume diventava sempre più profondo, forse stavamo
all’apice dell’altezza, guardare nel fiume
era una cartolina, vedere scorrere l’acqua
ear uno splendore... ma la voce del fattore
ci fece tornare alla realtà, alla prima strada a sinistra bisogna girare e scendere
nel fiume, curve molto strette e pericolose, per fortuna non si incontrava nessuno,
il bosco era tanto fitto in taluni tratti che
non vedevi niente, ultima curva ci troviamo di fronte un ponte dritto non più lungo
di cento metri quasi nel letto del fiume,
Galante si fermò «passiamo?» Chiese.
«L’anno scorso siamo passati con un altro
autocarro» disse il fattore, imboccammo il
ponte e lo attraversammo, incominciammo la salita, bosco fitto, in fine usciamo
dal fiume e la strada cominciò a essere
meno pericolosa, cominciammo a vedere
segni di vita, un po’ di terreno coltivato,
una casetta molto vecchia, la strada si allargò di poco, il sole forse era tramontato,
cominciò a imbrunirsi la serata, andavamo molto piano, incontravamo molte persone con gli asini che tornavano dal lavoro, uno scatto e la ragazza si avvicina al
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
le nostre storie
parabbrezzo e mette fuori le tette, questi
agricoltori vedendo il seno della ragazza
(per loro non era una cosa normale), rimanevano sbalorditi.
Ad un incrocio il fattore dice «se andiamo a destra si allunga la strada se andiamo dritti sta un angolo a 90 gradi speriamo di passare!» «Se sono passati gli altri
passeremo anche noi» rispose Galante.
Era quasi buio, arrivati a questo angolo
con la cabina che sfiorava il muro (quasi per allargarlo), girò a destra, si fermò,
la parte finale del rimorchio non passava
di poco, in quel momento si accese una
lampadina attaccata al muro, la sua luce
era inferiore a una candela. Scendemmo
tutti, dopo una valutazione Galante disse:
«Siamo incastrati, bisogna staccare il rimorchio, farlo andare dietro». La strada
era di poco in salita. Galante disse: «Prima che stacchiamo il rimorchio, tu vai a
stringere il freno a mano dietro al rimorchio, e quando sei pronto ci avvisi, io e il
fattore sfreniamo la valvola di sicurezza,
spostiamo il timone di tanto per far spostare la parte finale del rimorchio e sicuramente passiamo». Dopo aver frenato
dissi di essere pronto, sentii sfrenare e
vidi spostare il timone «Cataldo, molla
piano piano il freno!!» disse Galante e
così cominciai a sfrenare, il rimorchio cominciò a scorrere verso dietro, avvertito
il pericolo gridavano: «frena! frena!» non
potevo farlo, e così il rimorchio urtò contro
lo spigolo della casa che si trovava dietro
«Cataldo è morto!» gridava la ragazza,
corsero dietro il rimorchio per vedermi e
io strisciando per terra uscivo da sotto il
rimorchio. Un momento di silenzio, il peggio era passato.
Sentimmo il rumore di un paletto della
porta della casa che avevamo urtato, si
aprì la porta, esce un colosso, nudo, solo
le mutande, peloso come un gorilla, guardando il rimorchio disse: «La mia casa
vi a salvati, guardate questo burrone, ha
minimo cento metri di profondità, io sono
un autista e capisco il problema». Galante non esitò a dire: «Ho l’assicurazione,
ci vediamo domani mattina!» e così il
proprietario della casa rientrò, con calma
attaccammo il rimorchio e passammo rasentando il muro. Si notava una piazza, il
fattore disse che lì c’era la locanda, ci fermammo. Il fattore entrò per primo nella locanda, poi entrammo noi, non delusi, ma
come si viveva in quello stato, la signora
cucinò una spaghettata, con contorno di
peperoncini piccanti, la salciccia curata
veramente ottima! Stavamo per andare
a letto, entrò un ragazzo molto giovane,
guardò la ragazza, e disse: «Io ti o visto
sulla Littoranea (S.S. 106)» rivolgendosi alla ragazza con un piccolo sorriso e
se ne andò. Nessuno di noi commentò
il fatto. Dormimmo su la sopraelevata in
legno della casa, in un letto, io Galante e
la ragazza, al lettino il fattore. La mattina
presto tutti in piedi, Galante portò l’autotreno al posto di carico, il fattore rimase a
controllare il numero dei telai che caricavano, questi telai servivono per essiccare
le foglie del tabacco, poi si recò dal proprietario della casa che avevamo urtato
con il rimorchio.
Il sole aveva illuminato tutto il paese, si
sentiva odore di bosco, nell’aria si sentiva
qualcosa che ti permetteva di respirare a
polmoni pieni. Io e la ragazza stavamo
là senza fare niente, e per far passare il
tempo dissi: «Facciamo una passeggiata
per le strade per vedere il paese» la ragazza si mise sottobraccio, camminando
nella strada incontrammo due anziane,
portavano le gonne fatte a scale, sopra
strette alla cinta sotto abbastanza larghe,
da sembrare una campana, di colore più
o meno sul marrò, la camicia color latte
macchiato, un corpetto con maniche lunghe di color azzurrino, il fular ben stretto
sulla fronte, nero, notavamo il loro viso
solcato dalle rughe, magre, di pelle arrossata dal sole, due visi diversi e carine,
la loro età non più di cinquant’anni, e prima di incrociarci le due donne presero la
punta del fular coprendosi il volto. Rimanemmo incuriositi dai vestiti senza capire
il gesto delle due donne, la ragazza notò
una chiesa poco distante, tirandomi per il
braccio «entriamo!» mi disse, notammo
due signore che stavano vicino l’altare,
queste ci videro, uscirono passando più
lontano possibile da noi, io non trovavo
una spiegazione, stavamo per sederci, e
alle nostre spalle arrivò il prete, rivolgendosi alla ragazza, disse: «Guarda che tu
non puoi stare qua, fuori!»
Certo, indossava un vestito provocante, uscimmo di corsa facendoci una
risata. Giriamo l’angolo per andare dove
stavano caricando l’autotreno. Era una
strada con case collegate l’una con l’altra e tutte con il primo piano, appena
entrati nella strada sentimmo sbattere
31
la finestre, man mano che avanzavamo
si chiudevano tutte le finestre, era un
segnale che la nostra presenza non era
gradita. Arrivati dove stavano caricando
il camion, notammo che stavano già legando il carico, in meno di mezz’ora partimmo. Nel ritorno allungammo la strada
per evitare la strada stretta, il Galante e il
fattore cominciarono a parlare di agricoltura, il tabacco era la nuova coltura, non
prestavo attenzione, non sentivo essere
legato alla terra, forse ero scottato dalla
mia infanzia in una masseria. Il ritorno
era scorrevole, il tempo era predisposto
per un temporale, di tanto in tanto si notava lampeggiare in lontananza, più ci si
avvicinavamo al temporale più frequente
era il lampeggiare e i tuoni, e si cominciava ad avere paura, stavamo in mezzo
al temporale che aveva oscurato il cielo,
ma non pioveva, tirammo un sospiro di
sollievo quando notammo la vicinanza di
S. Basilio.
Il massaro, incuriosito a voce alta disse alla ragazza: «Che fai piangi?». Io e
Galante le tenevamo di spalle, lentamente girò la testa e ci guardò negli occhi,
il suo viso carino era pieno di lagrime,
all’istante un lampo illuminò la nostra
gabina lasciando l’odore di zolfo, le sue
lacrime si trasformarono in tante stelline
luminose per un istante, il suo viso era
arrossito ma sempre carino. Rispose:
«Io ho una figlia, chiusa in un collegio,
spero che diventi importante e non faccia
la stessa fine che o fatto io, mi devo prostituire per pagare la retta. Signor Galante per cortesia fammi scendere». Galante
fermò l’autotreno, e scese, il fattore prese
il suo tovagliolo mettendo il provolone e
il pane rimasto e disse: «Mangia questa
sera». Allungando un braccio si prese il
tovagliolo. Singhiozzando non riusciva a
parlare, si mise la mano destra sul petto:
«Vi porterò sempre nel mio cuore, siete
brava gente».
Noi continuammo la nostra strada, non
commentammo il fatto, a me rimase la
morale che per i figli si fa di tutto. A sera
tardi arrivammo a Ginosa senza guadagnare una lira, ma fu una esperienza.
Su quel ponte così stretto per Spinoso, negli anni settanta costruirono una
diga, e sopra una strada a tre corsie, attraversandola si può ammirare il lago. La
diga del Pertusillo
Cataldo Ribecco
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La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
Briciole di quotidianità
Viaggio tra società e costume
Rubrica a cura di Mariacarmela Ribecco
Pettegolezzo, vittime o carnefici?
Tutti sulla bocca di tutti.
Tutti, almeno una volta,
ne sono stati vittima. C’è chi
vive o ci guadagna parlandone e chi, purtroppo, non esce
di casa per evitare di farne.
Il pettegolezzo è sulla carta
stampata, nei telegiornali, in
casa dei vicini e può esistere anche tra le quattro mura
domestiche. Non siete mai
stati curiosi di sapere cosa è
accaduto ad un conoscente
per poterlo riferire ad un familiare? Il pettegolezzo viaggia. Spesso arriva modificato
e indecifrabile. Chi viene lasciato poi diventa anche traditore incallito. Un matrimonio imminente può trasformarsi in una notizia senza
fondamenta. Di “bufale” se ne possono
dire tante ma sta a noi avere il senso
critico necessario per non trasmettere
agli altri interlocutori informazioni stravolte. Ma il pettegolezzo è più maschile
o femminile? Siamo davvero così curiosi di conoscere i particolari della vita
altrui?
- Secondo me il pettegolezzo è più maschile. Anche se a me ed una mia amica piace un po’ farlo. Comunque non lo
seguo. Se lo si fa solo per curiosare è
una cosa ma fatta per cattiveria è un’altra.
- Assolutamente femminili. Un po’ curiosa lo sono, ma delle persone che conosco personalmente, non dei vip. Non
so perché. Forse perché la nostra vita
è noiosa.
- Femminile ovviamente! E
penso di essere una delle
poche donne a non essere
affatto curiosa. Preferisco
guardare in casa mia. Di
quello che fanno gli altri poco mi importa. Anche di persone vicine a me.
- Anche alcuni uomini non
scherzano. Io lo ammetto,
sono un po’ portinaia.
- Le donne sono piuttosto
pettegole di natura, però anche gli uomini non scherzano. A volte vorrei essere una
mosca per sentire cosa, gli
altri, si raccontano. Quando
ero ragazzina ero piuttosto
pettegola, ora invece, i pet-
tegolezzi preferisco tenermeli. Troppi
casini in gioventù mi hanno insegnato
che la gran parte delle volte è vero il
detto: chi pensa per se pensa per tre.
- Di solito dicono che la curiosità è donna, ma questo non è vero, gli uomini
sono super curiosoni e tra di loro spettegolano tantissimo. Ne conosco alcuni
che se ne dicono di tutti i colori, specialmente sulle donne.
- Io sono un pettegolo nato. Ma nonostante questo la gente continua a dirmi
tutto, premettendo “oh, mi raccomando,
non dirlo a nessuno”. Forse in cuor loro vogliono che le cose si sappiano ma
non hanno il coraggio di diffonderle.
- Il pettegolezzo è sicuramente roba da
donne. Io però non sono molto curiosa.
Odio leggere cosa fanno i “vip” e anche
per quello che riguarda la vita privata,
sono una fan del motto “vivi e lascia vivere”.
- Io sono curiosa ma non faccio del
pettegolezzo. Mi piace raccogliere
informazioni sugli altri solo per inquadrarli meglio, non per farne conversazione con qualcun altro, anche perché
i miei amici non mi darebbero corda
Diciamo che è bi-sex? Si sa che il pettegolezzo è come il boomerang, se lo
tiri poi ritorna con gli interessi. Siete
tentati di dire che vedete spesso la
vicina parlare al bar con uno sconosciuto? Di sbirciare nel ristorante dove
s’incontra un amico che frequenta una ragazza 20anni
più giovane? Poi non scatenatevi come “belve” se il
giorno seguente sulla “bocca di tutti” ci finite anche voi.
Se poi viene anche stravolta “correte ai ripari”, perché
qualcuno piuttosto che preparare il pranzo ha pensato
di raccontare un po’ anche
della vostra vita. Vi resterà
solo una speranza, che parlandone si sia almeno attaccato il sugo sul fondo della
pentola.
VIVERE SU
QUESTA TERRA
E’ bello vivere su questa terra
di immensa grandezza e tanta
bellezza,
con noi uomini senza saggezza
pronti a farne una schifezza,
senza pensare ad un domani
che lasceremo pieno di guai
creati da noi umani
Parlar di un mondo più pulito
non rimane solo che un rito
E’ proprio vero il detto
“Chi di spada ferisce di
spada perisce”
Non ci resta ormai che
cercare insieme
una soluzione a questo
buco nell’ozono
La morale è quella che
a questa povera terra
Le armi e l’odio gli fanno
guerra
Rosalinda ROSATO
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
argomenti e commenti
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Rubrica a cura di Giuseppe Pizzulli
Credo …la Risurrezione dei morti
Per molta gente la morte è un
salto nel buio, il nulla. Per loro non c’è
più speranza. Ce ne sono tanti che dicono: Da che mondo è mondo non è
venuto nessuno dall’Aldilà, quando si
muore è finito. Ci sono poi i dubbiosi,
i perplessi, che pur credendo in un Dio
dicono: se risorgessero tutti i trapassati, dove li metterebbe Dio, in quali spazi
troverebbero posto? Queste parole evidenziano tanta incredulità e mancanza di conoscenza di Dio e delle Sacre
Scritture. Coloro invece che hanno creduto in Dio e nella Sua Vivente Parola,
hanno accettato Cristo come il proprio
Salvatore, dichiarano fermamente: Credo nella resurrezione dei morti. Essi
attestano con ferma convinzione tutte
le ragioni della fede, espresse non soltanto nel CREDO, ma in tutta la Sacra
Bibbia.
I cristiani credono nella resurrezione perché hanno creduto nel Salvatore Gesù Cristo, che fu crocifisso, morì
e fu sepolto, ma quella fredda tomba
non potè trattenerlo perché Gesù è il
Principe della Vita. Gesù è risorto vittoriosamente sulla Morte, salì al Cielo e
siede alla destra della Potenza. Durante la Sua missione terrena, per tre volte
si trovò davanti alla nemica morte e la
sconfisse. Il figlio di una vedova, strappato precocemente alla vita, si portava
al Cimitero, Gesù l’incontrò, vide quella
madre piangente, fermò la bara, e con
la Potenza che gli era propria, richiamò
in vita il giovinetto e lo ridette a sua madre (Lu.7,11-17). Un’altra ragazza era
morta e la piangevano, Gesù giunse
nella casa, richiamò in vita la ragazza
e la restituì agli affetti della famiglia
(Lu.8,52-56). Lazzaro era morto da
quattro giorni e Marta disse a Gesù:
“se tu fossi stato qui mio fratello mon
sarebbe morto”.
Questo vuol dire che dove ce
Gesù ce Vita, la morte fugge Via. Alla
Parola di Potenza e di Autorità di Gesù presso la tomba, Lazzaro venne
fuori, la morte dovette mollare la su
preda. Gesù è vincitore della morte.
Egli dice: “Io sono la resurrezione e la
vita, se alcuno crede in me anche se
muoia vivrà. E chiunque vive e crede
in me non morrà giammai”(Gv.11,25).
In altra occasione Gesù disse: “Come
il Padre risuscita i morti e li vivifica,
così anche il Figliuolo vivifica chi egli
vuole” (Gv.5,21,25,26). Fu in quell’occasione che Gesù disse: “Non
vi meravigliate di questo, perché
l’ora viene in cui tutti quelli che sono
nei sepolcri udranno la Sua voce e
ne verranno fuori; quelli che hanno
operato bene in resurrezione di vita,
quelli che hanno operato male in resurrezione di giudizio”(Gv.5,28,29).
Notiamo che le parole di
Gesù sono inequivocabili, i Suoi insegnamenti e i Suoi atti, i miracoli di
ogni genere, sono vive testimonianze non soltanto storiche ma anche
dei nostri tempi. La Potenza di Gesù Cristo non è stata superata dal
tempo; “Egli è lo stesso di ieri, oggi e
sarà in eterno”(Eb.13,8). Egli opera
ancora oggi come ai tempi apostolici
in mezzo alla Sua Chiesa, dove la fede viene stimolata dalla predicazione
dell’Evangelo. I morti dunque risorgeranno, noi crediamo nelle parole
di Gesù. Egli è il fedele e il Verace
(Ap.3,14). Noi crediamo anche agli
scritti degli apostoli, che hanno man-
giato e bevuto con Lui. Anche Saulo da
Tarso che prima della sua conversione
non credeva alla resurrezione di Cristo,
dopo dovette capitolare davanti a quella
luce sfolgorante e la voce di Gesù che gli
parlava: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? (At.9,i1-5).
Divenuto poi apostolo, Paolo
scriveva alle chiese dell’epoca: “Ora
fratelli non vogliamo che siate in ignoranza circa quelli che “dormono” nelle
tombe… Perché se crediamo che Gesù
morì e risuscitò; così pure coloro che si
sono addormentati, Iddio per mezzo di
Cristo li ricondurrà a se… Perché il Signore stesso con potente grido e con
voce d’Arcangelo discenderà dal Cielo,
e i morti in Cristo risusciteranno i primi;
poi noi viventi (i fedeli) che saremo rimasti, verremo insieme rapiti sulle nuvole
per incontrare il Signore…e così saremo
sempre col Signore”(1 Tes.4,13-18). Ci
credete voi? Potete recitare con profonda convinzione anche voi, il Credo, sulla
base della Santa Parola di Dio? Attenzione! Se rimanete nella vostra incredulità voi risorgerete comunque, mille anni
dopo, ma per comparire davanti al Trono
del Giudizio (Ap.20). “Beato e santo chi
partecipa alla prima resurrezione; su loro
non ha potestà la morte seconda”, cioè
lo stagno di fuoco eterno. Caro amico o
amica se ancora non hai fatto un incontro con Cristo, afferrati ORA a Gesù, il
tuo Salvatore, ravvediti dei tuoi peccati,
Credi nell’Opera che ha compiuto anche per te sulla croce, confessa le tue
debolezze e il tuo fallimento morale, e
accetta la Salvezza che Dio ti offre nella
Sua Grazia, e sarai salvato per l’Eternità.
Possa ogni lettore o lettrice fare questa
esperienza di FEDE in Dio.
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La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
riceviamo e pubblichiamo
Lospinuso scrive a Vendola e Tedesco: “dopo l’impressionante,
organica, unanime requisitoria dei Sindacati aziendali,
quali provvedimenti per la gestione della ASL TA/1?”.
Il Consigliere Regionale e Presidente Provinciale AN di Taranto Pietro
Lospinuso ha scritto la seguente lettera
al Presidente della Regione ed all’Assessore alla Salute. “Carissimi, sono
mesi che vi tempesto –d’intesa con l’intero Gruppo di AN- con interrogazioni e
note sulla devastante conduzione della
ASL TA/1, senza ricevere l’attenzione
che la gravità delle problematiche da
me segnalate, che poi raccoglievano e
rilanciavano il disagio crescente delle
comunità e degli operatori. Oggi tutte le
denunzie da noi anticipate sono state riprese e rafforzate da un impressionante documento sindacale, sottoscritto da
tutte le sigle operanti nell’azienda, che
è stato trasmesso anche a voi, nel quale si esprime, a nome dei lavoratori riuniti in Assemblea “tutta l’esasperazione
per le condizioni di lavoro impossibili”
in cui “ai ritardi nelle applicazioni contrattuali” si aggiungono “ritardi ed interruzioni inspiegabili agli approvvigionamenti anche di materiali fondamentali
per le cure e l’assistenza come farmaci,
materiale sanitario, vaccini, cancelleria,
ricambi ecc…”. Ed ancora: “I tempi di
svolgimento degli iter interni dei procedimenti amministrativi come le richieste
di materiale superano addirittura i tempi delle “liste d’attesa”. Scadimento dei
servizi e demotivazione del personale
che stridono fortemente con la “sanità
di facciata” che con la sovraesposizione mediatica (tutta da approfondire anche negli atti deliberativi che la sostengono…) e con le operazioni strumentali
il Direttore Generale dell’ASL si tenta di
affermare.” “Una conduzione dell’Azienda Usl di Taranto che sta procurando
uno scadimento pericoloso dei servizi,
dei livelli di assistenza, dell’efficienza
delle strutture, delle liste di attesa così
come gli operatori dipendenti e l’utenza
ormai toccano con mano”. E poi “una
gestione organizzativa ed amministrativa che in questo anno e mezzo si è
rivelata sconclusionata e nociva per il
funzionamento dell’Azienda, arroccata com’è su posizioni di intransigenza,
chiusura, prepotenza e presunzione
che hanno isolato l’intera Direzione
dal resto del contesto dirigenziale e
dei funzionari”; “scelte discrezionali
ed uilateriali sostanziate da atti deliberativi e da provvedimenti assunti dalla
Direzione in dispregio continuo delle
relazioni sindacali e dei contenuti dello
specifico protocollo d’intesa regionale,
di Contratti di Lavoro, spesso di norme
dello Stato, di Cordici (Civile e Penale)
su cui è forse giunto il momento che il
Collegio dei Sindaci Revisori dell’ASL,
la Magistratura contabile e penale e
soprattutto la Regione dovrebbero
svolgere e porre maggiore attenzione”;
“deliberata gestione del personale con
mobilità esterne ed interne illegittimamente autorizzate per dirigenti e dipendenti”; “uso discrezionale ed arbitrario
della formazione professionale sia nella
scelta delle società di formazione, con
in alcuni casi anche affidamenti diretti
di appalti, sia nella scelta degli operatori da formare e soprattutto in assenza
completo di un piano condiviso”; “assenza di trasparenza negli atti che vengono negati anche al legittimo diritto di
accesso dei sindacati”.
Il documento definisce “un grande bluff” “la trasparenza, il rispetto, i
progetti, le promesse propinate dalla
Direzione ASL”, e formula forse l’accusa più grave laddove testualmente
recita “Gran parte della dirigenza e del
personale del comparto, ma anche le
stesse organizzazioni sindacali, sono
oggetto di una inconcepibile campagna di denigrazione e delegittimazione
senza precedenti condotta con mortificazioni professionali, attacchi al ruolo
ed alle attività sindacali e, come se non
bastasse, viene messa in discussione
ed alla gogna addirittura attraverso gli
atti deliberativi una storia decennale di
donne ed uomini che sui posti di lavoro
e nel sindacato hanno lavorato e lavorano per una sanità migliore”
Contro tali comportamenti oggettivamente intollerabili i Sindacati annunciano adeguate iniziative legali.
Infine, ma non per importanza “la
complessa problematica degli appalti
di forniture e sevizi esternalizzati afftrontata dalla Direzione ASL con impreparazione e superficialità condite da
annunci stampa ad effetto, minacce di
tagli occupazionali e illazioni che hanno
prodotto, a distanza di un anno e mezzo,
solo pochi capitolati di gara mai discussi e confrontati con i sindacati nei quali
mancano del tutto le tutele previste per
la salvaguardia dei livelli occupazionali
degli operatori addetti. Un approccio alla delicata questione degli appalti che
dietro l’abbaglio dei super e costosi
consulenti manifesta tutto il suo bluff
visto che i pochi capitolati più importanti appena pubblicati sono gli stessi
di due anni or sono, anzi forse peggiorati visto che non contengono nemmeno la clausola sociale di salvaguardia
dei livelli occupazionali così come già
definito nel tavolo attivato presso la
Prefettura di Taranto. I capitolati non
contengono nessun elemento qualitativo innovativo visto che anche l’analisi
del fabbisogno non è stata aggiornata
né rivista né discussa con i dirigenti
delle strutture, con l’utenza ed i suoi
rappresentati, con i Sindacati. Questo
mette in forse il futuro di centinaia di
posti di lavoro in una realtà jonica già
martoriata dalla disoccupazione e dalla crisi di importanti Enti Locali e mette
in serio pregiudizio il livello di servizi
essenziali per il funzionamento delle
strutture sanitarie aziendali”.
Le conclusioni dei firmatari (CGILFP, CISL-FPS, UIL-FPL, Confsal,
RSU, Conf. Sindacati Indipendenti)
sono lapidarie e definitive: “Le lavoratrici, i lavoratori, i dirigenti, gli operatori
addetti ai servizi esternalizzati dicono
BASTA alle denigrazioni, alle false
promesse, ai bluff ed alla gestione
della sanità pubblica così come condotta dalla Direzione dell’Azienda ASL
di Taranto. Una Direzione ormai non
credibile, inaffidabile e che non offre
garanzie per governare una realtà così complessa, nella trasparenza e nella correttezza”. Il documento termina
con l’annuncio di pesanti iniziative di
lotta ed una sostanziale messa in mora del Governo Regionale.
Nel rammentare – conclude Lospinuso - che questo documento,
di per sì risolutivo, è peraltro anche
soltanto l’ultimo di una lunga serie di
proteste di analogo tono, rivenienti
dalle Amministrazioni locali come dalla classe medica, da organizzazioni
della società civile come da singoli cittadini, mi permetto evidenziare quanto
non può non esservi già ampiamente
chiaro, e cioè l’ormai assoluta insostenibilità dell’attuale situazione ai vertici
della ASL TA/1, sulla quale in queste
ore è stato costretto ad intervenire
perfino il Prefetto di Taranto”.
Per la Segreteria
Tommaso Francavilla
eventi e commenti
Costantino:
nessuna chiusura
Uffici Aqp a Ginosa
Ma i Comuni che non sono
sede di comprensorio AQP
possono richiedere la postazione informatica di accesso
presso la propria sede
BARI – Non più di due settimane fa
chiedevo se fosse utile chiudere gli
uffici periferici AQP. In particolare
con nota del 14 Gennaio inviata al
direttore generale dell’AQP Massimiliano Bianco, all’assessore ai
Lavori Pubblici Introna chiedevo
se esistesse “un piano o programma da parte dell’AQP con il quale
si sia quantificato il ritorno economico derivante dalla chiusura degli
uffici periferici”. Celermente il direttore Bianco richiamando quanto
già detto con nota del 20 Dicembre
ha esplicitamente ribadito che “allo
stato attuale non è stata disposta
alcuna chiusura del nostro ufficio
presso la sede di Ginosa”. Quindi
evidentemente un falso allarme. Ciò
che invece è vero e va sottolineato
è un accordo con l’Autorità di ambito segnalato espressamente anche
al Comune di Ginosa fra gli altri dall’amministratore delegato Renato
Scognamiglio con nota dell’11 Gennaio 2007.
I Comuni che non sono sedi di comprensorio AQP (quindi gran parte
dei comuni jonici, Ginosa inclusa)
possono richiedere all’Acquedotto
una postazione informatica presso
le proprie sedi. Tale postazione, in
attuazione di quanto concordato
con l’Autorità di Ambito, consente l’accesso al sistema informatico
aziendale di Acquedotto Pugliese.
In questo modo una volta attivato il
collegamento telematico sarà possibile ottenere informazioni, richiedere
servizi contrattuali, segnalare guasti
o presentare reclami semplicemente andando in Comune. E’ essenziale a questo punto che i Comuni si
attivino.
Il Consigliere Regionale Ds
Dr. Paolo Costantino
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
37
COSTANTINO (DS): Comprendo le
preoccupazioni dei commercianti
Come tutti anche io sono preoccupato per l’escalation di furti e rapine. Ritengo che
Ginosa deve battersi per restare quella tranquilla e operosa cittadina che è sempre
stata. Porgo la mia solidarietà ai commercianti e cittadini colpiti da questi reati e mi
impegno a sollecitare gli Organi competenti perché provvedano a fermare quella che
sembra una scorreria proveniente da ceppi non ancora bene individuati, ma forse
esterni al nostro tessuto sociale. So bene che le forze dell’Ordine e il Prefetto sono
più che vigilanti e attivi nel contrasto della criminalità, basti pensare ad esempio a
come velocemente si è risolto a Marina di Ginosa un caso di molestie. Tuttavia la
nuova emergenza ci costringe ad essere ancora più esigenti nel salvaguardare il clima sereno nel quale devono svolgersi le attività di ognuno. Il livello precario e ancora
fragile nel quale si muove la nostra economia non può essere ancora peggiorato per
l’aggiungersi di un qualsivoglia tipo di criminalità. Oltre che alla necessaria sicurezza
dei cittadini dobbiamo sempre ricordare che tali atti scoraggiano gli investitori e ci allontanano sempre più da quel clima di rilancio economico e di rinascita sociale che pur
con molti sforzi cerchiamo di assicurare. Mi impegno quindi a seguire con attenzione
la questione nell’ambito delle mie competenze, fiducioso nell’impegno delle Forze dell’Ordine che non di rado operano in condizioni non facili.
Paolo Costantino
Lospinuso (An): «Un salto di
qualità nella lotta alla delinquenza»
Il proliferare di eventi criminosi nel nostro territorio, ai danni dei beni e della sicurezza
dei cittadini, ad opera di una delinquenza molto probabilmente d’importazione contro
la quale le nostre Forze dell’Ordine si battono ogni giorno con grande dedizione e con
documentata professionalità, richiede comunque un salto di qualità nell’azione di contrasto, per il quale è necessario attivare la più ampia concertazione tra tutti i soggetti
istituzionali interessati che metta nelle condizioni i nostri valorosi tutori della legalità di
operare con la massima efficacia.
In questo senso si sono già mossi, con interventi ai rispettivi livelli di competenza, l’on.
Patarino ed il Sindaco Montanaro. Ribadisco comunque la mia piena fiducia nei confronti dei nostri valorosi ragazzi in divisa, colpiti in questi giorni da un ennesimo lutto
nell’adempimento del loro dovere.
Pietro Lospinuso
Il sindaco Montanaro convoca un
incontro per la sicurezza
Con una lettera inviata, al Comando della Compagnia CC di Castellaneta, al co-
mando stazione CC di Ginosa, al comando Pm di Ginosa, all’Istituto di Vigilanza Metronotte Ginosa e all’Associazione commercianti di Ginosa, il sindaco Luigi Montanaro, ha detto che «Questa comunità, nell’ultimo periodo, sta vivendo momenti di grave
disagio derivanti da furti ai danni dei commmercianti e delle loro famiglie. L’Assemblea
tenuta dall’associazione ASCOM seguita da numerosi cittadini in data 6/ 2 / 07, ha evidenziato la urgente necessità di concordare ed armonizzare nuove strategie attinenti
al controllo del territorio. Invito le SS. LL, a partecipare all’incontro che si terrà presso
la “Sala Giunta” del Comune di Ginosa alle ore 12,00 del giorno 8/2/07».
Il sindaco Luigi Montanaro
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La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
la parola ai tecnici
Dopo lunghe trattative con i Paesi
membri, la Commissione Europea ha
varato le norme per il periodo 2007-2013.
Gli aiuti di Stato per il settore
agricolo sono tutte quelle provviden-
ze, incluse le misure finanziate con
prelievi parafiscali, erogate per attività
connesse con la produzione, la trasformazione e la commercializzazione
di prodotti agricoli. Il rinnovato quadro
normativo - scaturito da lunghe e difficili trattative tra Bruxelles e i rappresentanti dei Paesi membri della Ue - è
in linea con l‘obiettivo di semplificare
la Pac ed ha un occhio di riguardo agli
aiuti che saranno concessi alle piccole e medie imprese per determinate
finalità nell’ambito della politica di sviluppo rurale. Due sono le parti in cui è
articolato il nuovo impianto normativo,
che coprirà il periodo 2007-2013: un
regolamento di esenzione, che consentirà ai Paesi membri di non notificare gli aiuti di stato alle piccole e medie
imprese agricole quando sussistano
determinate condizioni, e alcuni orientamenti che, integrando il regolamento in questione, stabiliscono una serie
di norme applicabili agli aiuti notificati.
I nuovi orientamenti istituiscono tra
l’altro nuove categorie di aiuti, fra cui
quelli legati al rispetto delle norme; gli
aiuti “Natura 2000”; quelli connessi ai
pagamenti previsti dalla direttiva
2000/60/Ce sulla politica in materia di acque; gli aiuti connessi
alle esenzioni dalle accise previste dalla direttiva 2003/96/Ce in
materia di tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità; infine, gli aiuti a favore del settore
forestale. Per quanto riguarda
invece i settori della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti agricoli, si applicherà la disciplina degli aiuti di
Stato nel settore industriale. Il
nuovo regolamento di esenzione permetterà di concedere aiuti
agli agricoltori in modo più rapido: un
fatto di particolare importanza nei casi
di perdite dovute ad avverse condizioni atmosferiche o a malattie animali o
a fitopatie.
Il nuovo quadro normativo è
completato dal regolamento “De minimis”, a norma del quale i singoli Paesi
membri della Ue possono accordare
provvidenze che non vengono considerati aiuti di Stato quando non superano un certo massimale (3.000 euro
per agricoltore su tre anni). Saranno
abrogati gli “orientamenti” che disciplinavano gli aiuti di Stato a favore della
pubblicità e quelli per i test Tse per i capi morti e per i rifiuti dei macelli, come
pure la comunicazione alla Commissione sulla concessione di aiuti sotto
forma di crediti di gestione. Per quanto
riguarda invece gli orientamenti specifici per il settore agricolo, ma relativi al
periodo 2000-2006, l’applicabilità sarà
circoscritta ad alcuni casi ben definiti e
comunque per un periodo limitato.
Raffaele Fanelli
Il Patronato Informa
L’INDENNITA’ DI
DISOCCUPAZIONE CON
REQUISITI RIDOTTI
Possono richiederla i lavoratori dipendenti
iscritti all’assicurazione generale obbligatoria, stagionali anche agricoli, lavoratori
a domicilio, lavoratori dipendenti stranieri
anche extracomunitari, i domestici, i lavoratori del pubblico impiego (Stato, enti
locali), i lavoratori che hanno prestato supplenze nelle scuole, con contratto di lavoro
stagionale o precario. Può essere richiesta
anche dai lavoratori che hanno lavorato
per un determinato periodo dell’anno precedente ed hanno perso il posto di lavoro
a seguito di licenziamento non imputabile
al lavoratore o per la sospensione temporanea dell’attività lavorativa. L’indennità
non spetta ai lavoratori che si dimettono
volontariamente, fatto salvo l’evento per la
giusta causa (ad esempio: mancato pagamento della retribuzione, molestie sessuali, modifica delle mansioni) ad eccezione
della lavoratrici in maternità. I lavoratori
interessarti hanno diritto all’erogazione
della prestazione solo se in possesso dei
seguenti requisiti minimi:
- due anni di anzianità assicurativa;
- 78 giornate di lavoro subordinato per le
quali siano stati versati i contributi per l’assicurazione obbligatoria.
L’indennità è pari al 30% della retribuzione
media giornaliera lorda calcolata in relazione a tutti i rapporti di lavoro nell’anno di
competenza, alla domanda (mod. DS 21),
disponibile presso i patronati, devono essere allegati:
- modello DL 86/88 bis rilasciato dai datori
di lavoro;
- modello di detrazioni d’imposta;
- modello per A.N.F.
La domanda può essere presentata per
il tramite dei patronati dal 01.01.2007 al
31.03.2007.
Ufficio zona INAC GINOSA
CARMELO CANDIA
IL SERVIZIO E’ GRATUITO PERCHE’ A
CARICO DEGLI ENTI PREVIDENZIALI
Viale Martiri d’Ungheria n. 58 - 74013
Ginosa (TA)
ORARIO UFFICIO dal lunedì al venerdi
09.30 alle 12.00 / 17.30 alle 20.00 Tel.
E fax: 099/829.50.36
e-mail: [email protected]
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
le lettere
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Ginosa, il traffico e… aspettiamo la Circonvallazione
Nei giorni scorsi mi è stata data copia dell’articolo “Il Passo di Giacobbe” scritto da
Giulio Cesare Lenge sul numero di luglio
de La Rivolta del 1989. L’argomento trattato si dimostra di grande attualità e dimostra che, per certi aspetti (quelli riguardanti
il sistema viario e la regolazione del traffico
veicolare), il tempo a Ginosa pare che si
sia fermato.
I mezzi pesanti continuano ad attraversare il centro cittadino e la circonvallazione
nord, per le grandi pendenze che presenta,
viene utilizzata in minima parte e, soprattutto, dal traffico leggero.
Il livello di inquinamento da biossido di
carbonio credo che sia fuori da qualsiasi
parametro. Circolare per il centro cittadino
(via Roma e via Matteotti, appunto) diventa una spericolata avventura dalla quale si
rischia di non uscirne più.
E mentre Ginosa rimane strozzata dal
traffico, vi è una strada che da oltre 15 anni
rimane a rappresentare il monumento “dell’inefficienza”.
È dalla consiliatura provinciale eletta nel 1985 che si discute e si lavora (?)
per la Circonvallazione Sud da parte dell’Amministrazione Provinciale di Taranto.
Eppure, nonostante i tanti ginosini che si
sono avvicendati sia in Consiglio che in
Giunta Provinciale (Binetti, già assessore;
D’Alconzo, già Presidente; Inglese; Pardo,
per due legislatura e già assessore),
ancora oggi quella strada è chiusa al
traffico e non la si può utilizzare.
Sono cambiate le insegne e i vessilli delle Amministrazioni eppure, non
è cambiata la tenace immobilità perpetua.
Forse è giunto il momento per far
sentire la voce della città che non è più
disposta a sopportare una situazione
simile. Si parla molto di tutela della salute e della prevenzione quale scelta
più adeguata per evitare che la gente si
ammali. Ebbene, quanti danni provoca
alla salute dei ginosini la situazione del
traffico?
Sarebbe opportuno che su questo argomento si eviti di infilarsi nella
solita e stanca denuncia delle responsabilità politiche. Tutti, ma proprio tutti, sia a destra che a sinistra
hanno avuto modo di amministrare e
di mettere in evidenza le loro belle
responsabilità. Probabilmente, un
comitato cittadino sarebbe una via
percorribile per chiudere la pratica
della Circonvallazione sud e ritornare a parlare del Passo di Giacobbe e
del suo famoso detto: “Ci Giacobbe
le sapève, miènze a due fratere non
se mettève”.
Esseggi
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
eventi sportivi
LA “LU.MA.GI.GI.” SEGNA A GINOSA UNA
GIORNATA CHE RIMARRA’ NELLA STORIA
Giovedì 25 Gennaio presso
il salone ricevimenti “Imperatore di
Puglia” in una serata organizzata
dall’Amministrazione Comunale in
collaborazione
con
l’Associazione
Culturale LU.MA.GI.GI., Ginosa
ha salutato un suo cittadino molto
speciale:
Stefano
Cazzetta,
recentemente premiato come
miglior giornalista dell’anno, oggi
responsabile della “Gazzetta dello
Sport”.
Con lui, gia’ Direttore
del quotidiano sportivo più
letto, Candido Cannavo’ che
ha presentato il suo ultimo e
bellissimo libro “E li chiamano
disabili”, un viaggio nel mondo
dell’handicap
affrontato
non
attraverso il dolore e l’angoscia
che spesso ne può derivare,
ma con la consapevolezza della
straordinaria umanità e dignità
che queste persone offrono a chi
le avvicina.
Cannavo’
ha
percorso
una carrellata narrativa delle storie
contenute nel suo libro e dietro ogni
nome si e’ dispiegata ogni volta una
vicenda insieme tragica e sorprendente;
persone disabili dalla nascita o vittime
di incidenti che li hanno segnati nel
corpo e nell’anima, vivono una vita che
non contempla sentimenti di pietà o
commiserazione ma che grida al mondo
il diritto ad un’esistenza “normale”, la
possibilità di un “confronto alla pari” con
chi, sbagliando, li considera “diversi e
sfortunati”.
Cannavo’ ha raccontato di
disabili che hanno fatto della loro
sventura una sfida, spesso uscendone
vincitori, diventando campioni nello
sport, professionisti ad altissimo livello,
scienziati, artisti conosciuti in tutto il
mondo.
A tal proposito Michele
Pacciano, giornalista della “Gazzetta
del Mezzogiorno”, egli stesso costretto
su una sedia a rotelle, ha lanciato una
provocazione allo scrittore, chiedendo
il perché di una indagine circoscritta
ad esperienze solo positive; il mondo
dei diversamente abili, purtroppo, non
si rispecchia solo nella vita di chi e’
diventato un campione e ha fatto della
sua condizione un trampolino di lancio
verso una vita straordinaria: spesso
l’handicap e’ un urlo in una stanza
chiusa!.
Con grande delicatezza e
rispetto, apprezzando la raffinatezza
intellettuale del suo interlocutore,
Cannavo’ ha spiegato come questa
scelta sia derivata dal fatto che il
suo lavoro lo mette continuamente a
contatto con campioni di sport e di vita
e che, raccontare le loro storie significa
fornire una speranza a chi, chiuso in
una stanza, non riesce a reagire perché
sfiduciato e forse poco stimolato a
farlo.
Il vice presidente dei LU.MA.
GI.GI, Gino Giannuzzi, non vedente
dall’età’ di 19 anni a seguito di un
incidente stradale, ha raccontato come
la sua condizione gli abbia permesso
di sviluppare la capacità di ascoltare
la voce delle persone e di captarne
l’indole più profonda: “sei una persona
splendida, sento la bontà del tuo animo
sgorgare dalle tue parole”, gli ha detto
mentre la sala ascoltava commossa
la sua storia, l’amore per sua moglie,
fedele compagna prima nella sua vita da
vedente e oggi sempre al suo fianco in
una vita non certo facile.
“Io sono fortunato, ho una
famiglia che mi sostiene, un lavoro,
ma mi chiedo che ne sarà di chi non
può contare su tutto questo? e il nostro
paese volgerà uno sguardo verso chi
vive nel disagio di un handicap più o
meno grave?”.
A questa domanda Cannavo’
spiega come nella vita non sempre le
battaglie che si combattono si debbano
vincere, ma l’importante e’ cercare
di cambiare le cose e certamente,
se dovessimo guardarci
indietro e
analizzare un passato di indifferenza
verso il mondo dei disabili, oggi sono
stati fatti passi da gigante: i diversamente
abili hanno conquistato spazi importanti
e, soprattutto, hanno ottenuto, anche se
ancora molto si dovrà fare a tal proposito,
quello che da sempre chiedono: che la
loro condizione venga vista non con gli
occhi della pietà ma che sia data loro
l’opportunità’ di dimostrare di essere una
risorsa per la società, di poter realizzare
l’impresa più grande: quella di vivere
dignitosamente la loro vita.
Il dibattito, pur mantenendosi
su toni di alto valore sociale, assomiglia
sempre piu’ ad una intensa chiacchierata
tra buoni amici: chi interviene e’ felice
di ricordare i vecchi tempi trascorsi in
amicizia con Stefano Cazzetta, gli stessi
genitori sono invitati ad intervenire ma
commossi riescono solo a ringraziare
la vita per aver donato loro dei figli
speciali.
E’ questo che succede a chi
intraprende un viaggio nel mondo di un
disabile: apprezzare di piu’ la propria
vita, ringraziare Dio, il caso, la fortuna
41
di aver ricevuto un figlio che camminerà con
le proprie gambe o che vedrà il mondo con i
propri occhi.
Gli interventi continuano: Giuseppe
Pinto, presidente del C.I.P. (Comitato Italiano
Paralimpico) della provincia di
Taranto, non vedente, racconta
di come la sua vita da disabile
sia migliorata grazie allo sport;
Stefano Notarangelo, Assessore
alle Politiche Sociali del Comune di
Ginosa, si chiede se i veri disabili
siano coloro che vivono in una
condizione di handicap oppure i tanti
personaggi che insanguinano le
cronache di tutti i giorni con violenze
di ogni genere… e ancora il delegato
provinciale C.I.P. Raffaele Russo
rivendica uno spazio maggiore sulla
“Gazzetta dello Sport” da dedicare
ai disabili; la stampa, soprattutto
quella più popolare, può fare molto
per amplificare l’argomento. Nino
Leone, Presidente dell’Associazione
Italiana Down di Taranto, chiede al Direttore
il perché egli non abbia nel suo libro rivolto
attenzioni verso chi è affetto da disabilità
intellettiva, come chi è affetto dalla sindrome di
Down, appunto. Angelo Riccardi, Presidente
dell’ANFAS di Ginosa e padre di una ragazza
disabile, denuncia la troppo farraginosa
burocrazia che impedisce un rapporto
sereno con le istituzioni; sprona il Sindaco
affinché questa serata possa essere la giusta
occasione nella quale, la sua Amministrazione,
sempre attenta ai problemi sociali, comunichi
tempi e modi di realizzazione del progetto da
lui stesso così fortemente voluto. Il Sindaco
illustra il progetto “DOPO DI NOI”, una casa
alloggio per disabili, per quelli che non hanno
una famiglia a sostenerli o che prima o poi ne
rimarranno senza. Il progetto vuole andare
ben oltre la struttura-alloggio creando un
luogo di integrazione e di potenziamento delle
loro capacità altrimenti non adeguatamente
stimolate.
Candido Cannavo’ si augura che
quanto detto non sia vano e non vada perso
e strappa al Sindaco una promessa, quella
di realizzare al più presto il suo progetto. il
Sindaco Montanaro si impegna, lo fa lontano
dall’atmosfera elettorale facile alle promesse,
e sin da ora invita il Dott. Cannavò alla sua
inaugurazione e ad esserne il Testimonial.
A conferma di un impegno politico
solido in tal senso intervengono gli Assessori
regionali Paolo Costantino e Pietro
Lospinuso, opposti nel colore politico ma
accomunati da un grande impegno che vedrà
nel prossimo futuro l’abbattimento di barriere
architettoniche nella nostra Puglia.
A tal proposito concludo riportando
le parole del Sindaco di Roma Walter Veltroni
che ha curato la prefazione del libro:
“…il dovere di tutti noi è quello di farci
carico della loro stessa volontà, e di assumerla
socialmente,
politicamente,
eliminando
qualsiasi ostacolo psicologico, giuridico, fisico
che tenda a isolarla, abbattendo il pregiudizio,
la negligenza che nasconde, che umilia, che
oltraggia”.
L’A. Stampa della LU.MA.GI.GI
Raffaella TROIANO
42
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
eventi sportivi
L’impegno del liceo Vico
a sostegno dell’AIRC
Coinvolti dallo slogan “Felici di
aiutare la ricerca sul cancro” e motivati
dalla prof.ssa Nuccia Punzi, nell’ultima
settimana di Gennaio, diversi studenti
del liceo Vico, tra un’interrogazione e
l’altra, hanno trovato il tempo per vendere ben 192 reticelle di arance della
salute in tutte le classi della scuola!
L’iniziativa promossa dal-
l’AIRC, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, ha trovato la favorevole e sentita accoglienza della dirigente scolastica, prof.ssa Maria Alfonso, e
di tutto il corpo docente.
A dire il vero, non è la prima
volta che il Vico sostiene le proposte
dell’AIRC, la collaborazione, infatti, è di
lunga data e va oltre i momenti di rac-
colta fondi.
Diverse sono state, ad esempio, le conferenze che l’Associazione
ha tenuto nella scuola con il prof. Michele Mirabella per promuovere la cultura della ricerca oncologica e per dare
una corretta informazione sui progressi e sui risultati dei progetti.
D’altra parte, il liceo, più che
altre agenzie educative, vista l’età
dell’utenza, ha fatto proprie le iniziative volte alla formazione dell’impegno
etico-sociale proponendo modalità
espressive e costruttive miranti al coinvolgimento di tutti gli alunni.
L’entusiasmo e la disponibilità
per un nobile scopo, come non mai,
hanno trovato un alto consenso perché
è stata l’occasione di una pausa per
gustare allegramente con i compagni
di classe le arance della salute.
Palma Martino
Lettera a Raffaele
Sto’ malissimo, perché non faccio altro che ricordare i momenti passati insieme sia al lavoro che quando uscivamo…
Eri una persona molto buona, simpatica, ti piaceva imitare tutti, e tra
l’altro, lo facevi anche bene.
Tu sei stato molto importante per me, e io non dimenticherò mai un
persona speciale come te.
Anche se non potrò più vederti e parlarti tu sarai miei pensieri tutti i
giorni!
Mi manchi …Molto, non solo a me ma a tutti quelli che ti conoscevano.
Tanti saluti al mio angelo, stammi sempre vicino!!!
Lillo Valentina
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
eventi sportivi
TERZA CATEGORIA / Ko in trasferta a
Palagiano ed esonero del tecnico Pavone
Ginosa sconfitto
a Palagiano:
vetta più lontana
I biancazzurri, protagonisti di
una prestazione incolore, cedono di misura sul terreno di
un modesto Palagiano e vedono allontanarsi la vetta distante ora sei lunghezze. Esonerato
il tecnico Pavone che paga a
caro prezzo le ultime prestazioni non brillanti. Domenica
il campionato ha osservato un
turno di stop per i tragici fatti
di violenza di Catania e dovrebbe riprendere domenica
11 febbraio con la prima di ritorno che vedrà il Ginosa ospitare al “Miani” l’ostico Anspi.
Domenica 18 febbraio, invece,
sarà il giorno del big-match in
trasferta contro il Paolo VI.
Domenica roboante quella vissuta il 28
gennaio in cui il Ginosa subisce un brusco stop (seconda sconfitta stagionale)
per mano di un modesto Palagiano e
contemporaneamente induce la società ad esonerare il tecnico Pavone per le
ultime prestazioni non brillanti che hanno
fatto scivolare la compagine ginosina a –6
dalla vetta. In quel di Palagiano, seppur
in formazione rimaneggiata, i biancazzurri
offrono una prestazione incolore che culmina in una bruciante sconfitta maturata
a dieci minuti dal termine. La prima frazione risulta equilibrata con entrambe le
squadre che si annullano a vicenda. Sul
finire del primo tempo, però, accade un
episodio che penalizza il Ginosa in quanto Lapiscopia viene steso in area dal portiere locale ma il direttore di gara lascia
proseguire negando la massima punizione. Nella ripresa i biancazzurri calano alla
distanza ed il Palagiano sale di tono. Al
35’ i padroni di casa trovano il guizzo vincente sugli sviluppi di un corner che genera una mischia in area ginosina risolta dal
piede galeotto del centravanti locale che,
sottomisura, infila l’incolpevole Larocca. Il
Ginosa, con la forza della disperazione,
cerca di reagire e sul finire di gara Carlucci
incorna da pochi passi impegnando severamente l’estremo difensore di casa. Al triplice fischio finale il Palagiano esulta per i
tre punti conquistati, mentre i biancazzurri
fanno un mesto ritorno a casa riflettendo
sugli errori commessi. Domenica scorsa
il campionato ha osservato un turno di
stop per gli episodi di violenza di Catania
verificatisi il 2 febbraio che hanno portato
alla morte dell’ispettore capo di Polizia Filippo Raciti, senza dimenticare che circa
una settimana prima aveva perso la vita
in alcuni scontri violenti tra atleti e tifosi
un dirigente di Terza Categoria Calabrese.
Forse è stato salutare fermare il calcio per
una domenica e riflettere sui valori di lealtà sportiva che ultimamente si sono persi.
E’ inammissibile morire allo stadio per una
semplice partita di calcio quando invece il
calcio dovrebbe essere uno sport vissuto
con passione e puro divertimento. Forse è
43
arrivato il momento di darsi una calmata e prendere seri provvedimenti che
regolino al meglio la sicurezza negli
stadi. Domenica, intanto, si dovrebbe
tornare a giocare ed il Ginosa ospiterà
al “Miani” l’ostico Anspi che vanta 22
punti in classifica (uno in meno rispetto
ai biancazzurri). La gara si preannuncia difficile e piena di insidie e pertanto
i biancazzurri dovranno sfoderare una
prestazione superlativa per intascare
tre punti importanti approfittando anche del riposo della capolista Paolo
VI che, guardacaso, sarà il prossimo
avversario del Ginosa in un big-match
dalle alte emozioni.
Risultati 12ª giornata (28/01/07): Aldo Demitri Maruggio-Sporting Mottola
0-1; Arsenal Sava-Paolo VI 2-7; Ausonia-Real Statte 1-3; Palagiano-Ginosa
1-0; Olimpia Crispiano-FC Grottaglie
0-2; Scintille Grottaglie-Real Lizzano
3-0. Ha riposato: Anspi.
Classifica: Paolo VI 29; Sporting Mottola 27; Ginosa 23; Real Statte 23; Anspi 22; Scintille Grottaglie 19; Ausonia
15; Arsenal Sava 14; Palagiano 14; FC
Grottaglie 10; Real Lizzano 7; Aldo Demitri Maruggio 3; Olimpia Crispiano 2.
Prossimo turno (11/02/07 ore 15,00):
Ausonia-Aldo
Demitri
Maruggio;
Ginosa-Anspi; FC Grottaglie-Arsenal
Sava; Real Lizzano-Palagiano; Real
Statte-Scintille Grottaglie; Sporting
Mottola-Olimpia Crispiano. Riposa:
Paolo VI.
Programma 15ª giornata (18/02/07
ore 15,00): Anspi-FC Grottaglie; Arsenal Sava-Real Lizzano; PalagianoSporting Mottola; Olimpia CrispianoReal Statte; Scintille Grottaglie-Ausonia; Paolo VI-Ginosa. Riposa: Aldo
Demitri Maruggio.
Domenico Ranaldo
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La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
eventi sportivi
Il calcio italiano dopo Catania: opinioni a confronto
Sospensione di tutti i campionati. È
stata, questa, la decisione assunta dalla
Federcalcio a seguito dei violenti tafferugli scoppiati a Catania, che hanno stroncato la vita dell’ispettore di Polizia, Filippo
Raciti.
Noi, intanto esterniamo il nostro profondo cordoglio ai familiari della vittima e
solidarietà alle forze di polizia che, quotidianamente, si pongono al nostro servizio, rischiando la vita.
Dopo questa doverosa esternazione,
accettiamo la decisione della FIGC pur
non condividendola, in quanto siamo dell’avviso che, oltre a penalizzare la gente
per bene, privandola del calcio domenicale, non produrrà alcun effetto se veramente non vengono varate leggi severe,
dure e drastiche e, soprattutto, non vengono applicate. E non ci convincono le
affermazioni dell’ex Ministro Pisanu, perché se è vero che le norme previste dal
decreto omonimo non vengono applicate,
è pur vero che, per quanto attiene la parte relativa agli interventi di adeguamento
degli stadi, il medesimo provvedimento
appare carente sotto l’aspetto finanziario,
non essendo stato previsto alcun sovvenzionamento statale a favore dei Comuni,
Enti proprietari degli impianti, i quali sono
impossibilitati a fronteggiare i relativi costi. Esempio eclatante ne è il Comune di
Taranto.
Ma, ritornando al concetto su espresso, riteniamo inutile il provvedimento
della Federcalcio in quanto le cause che
determinano la violenza negli stadi sono
soprattutto di natura socio-culturale. Violenza che per essere debellata richiede il
coinvolgimento di tutti gli addetti ai lavori:
organi politico-istituzionali, dirigenti di società, tecnici, calciatori, operatori della
stampa.
Ai fenomeni di violenza si dà massima
diffusione e spesso, nel corso di trasmissioni sportive, si finisce col parlare solo
di questi, trascurando i fatti meramente
tecnici. Per non parlare, poi, d’alcuni dirigenti che domenicalmente rincorrono
l’arbitro perché, a loro giudizio, avrebbe
danneggiato la propria squadra!
E ancora. Calciatori che, dopo aver
subito un normale fallo di gioco, crollano
a terra come se fossero morti!
Troppo calcio in TV, ma soprattutto
troppa moviola, strumento che occupa il
70/80% delle trasmissioni sportive, esasperando gli errori arbitrali, rimarcando
comportamenti scorretti dei calciatori in
campo, evidenziando presunti danni subiti da questa o da quella compagine.
Se è vero che il calcio è lo sport più
bello del mondo, è altrettanto certo che il
fenomeno della violenza rischia di provocare danni irreparabili e la definitiva cancellazione del football.
Cultura del sospetto, obbligo del risultato ad ogni costo, cambi repentini di
allenatore, modi di comportarsi dei dirigenti, sono altre concause che, insieme
a quelle citate innanzi, possono segnare
l’inevitabile declino del calcio.
Ma come si viene fuori da questa situazione? Cosa dovrebbero fare le varie
componenti del calcio?
Bene, intanto cominciamo con
l’affermare che l’azienda calcio va gestita
in maniera oculata, diligente, attraverso
una programmazione seria e responsabile
con l’occhio sempre rivolto al bilancio e
continuamente al fondo di riserva: il settore
giovanile. Un fondo da cui attingere, da
cui si possa sempre attingere.
Settori giovanili, che devono rappresentare momenti d’avvio del riaffermarsi
dei veri valori calcistici, ispirati a sani principi di lealtà e dirittura morale, strumenti
d’aggregazione e socializzazione che sono utili, devono essere utili, a combattere i fenomeni dell’emarginazione e della
devianza minorile. Per questo Settore le
società sono chiamate ad un processo di
selezione molto oculato nella scelta dei
tecnici dei quali si rileva di estrema importanza il possesso dei requisiti di carattere morale e comportamentale.
Assolvere all’incarico d’istruttore è
compito assolutamente delicato e d’estrema responsabilità, perché l’allenatore di
questa categoria di ragazzi non è chiamato ad insegnare solo calcio.
Noi pensiamo all’allenatore che,
nel settore giovanile, preoccupandosi
dell’insegnamento della tecnica calcistica
e dell’organizzazione di gioco, senza
l’obiettivo del risultato, da ritenersi
estremamente negativo,
collabori
soprattutto con i genitori dei ragazzi
nell’insegnamento dei comportamenti da
assumere durante l’attività sportiva e fuori
del campo.
Pensiamo ad un programma di
docenza che contempli l’insegnamento
del regolamento di giuoco, perché la
scarsa conoscenza delle regole da parte
dei calciatori (purtroppo è realtà!) porta
a protestare nei confronti del direttore di
gara e a determinare intemperanze del
pubblico.
Pensiamo, infine, all’allenatore che,
attraverso i genitori, s’informi sull’andamento scolastico dei ragazzi, consigliandoli e stimolandoli a studiare;
all’allenatore che mantenga sempre
comportamenti corretti e leali, che non si
lasci andare ad imprecazioni e, peggio
ancora, bestemmie, ricordando, innanzitutto a noi stessi, che il carattere del
bambino, proprio perché in fase evolutiva, potrebbe assimilare i comportamenti
dell’istruttore.
Sarebbe, a nostro modesto avviso,
la figura ideale d’allenatore dei ragazzi, che consentirebbe quantomeno di
formare l’uomo del domani se proprio
non si riuscisse a creare il calciatore. E,
con i tempi che corrono, sarebbe davvero tanto! Ma perché queste condizioni
possano avverarsi, occorre un sistema
calcio determinato, molto deciso.
Il mondo del calcio ha bisogno di un
radicale risanamento, di un profondo
rinnovamento, soprattutto ha bisogno di
gente che si pone al servizio dello sport
secondo una politica del dare e non del
prendere.
Probabilmente, se si ha questa capacità, il calcio oltre che un ruolo di spettacolo, oltre che un momento di sano agonismo, è destinato a diventare vettore
trainante nel contesto sociale.
Solo così saranno salvaguardati i
principi ai quali il mondo pallonaro s’ispira: esaltazione dei valori morali! Valori
ai quali la stragrande maggioranza degli
addetti ai lavori dimostra di essere legata e una esigua minoranza calpesta.
Non serve soltanto reprimere i fatti di
violenza, occorre prevenirli.
Occorre acquisire una diversa cultu
La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
eventi sportivi
ra, che è quella del diritto
e non del DRITTO! Occorre che stampa, società,
tecnici, calciatori, dirigenti
marcino verso un’unica direzione.
Occorre dare maggiore
spazio agli aspetti tecnici
delle partite. Basta con le
critiche agli arbitri, con le
moviole, con gli errori dei
direttori di gara. E’ deplorevole ed assurdo! Non si riesce a capire, o non si vuole
capire, che l’arbitro, essere umano, in una frazione
di secondo, è chiamato ad
assumere decisioni che altri non riescono a prendere
in minuti, ore, pur potendo
avvalersi di strumenti di rilevazione elettronica.
Se per un attimo pensassimo che quell’arbitro
o quel poliziotto potrebbe
essere un nostro figlio, il
nostro atteggiamento cambierebbe.
Abbiamo ritenuto esprimere queste nostre riflessioni, ritenendo che la violenza negli stadi, a volte,
è figlia della nostra cultura
che tutti possiamo contribuire a modificare partendo dalle radici.
Dai giovani, appunto,
che sono la nostra ricchezza ed un patrimonio che
dobbiamo assolutamente
difendere ed incanalare
verso i binari della correttezza, della dirittura morale, del rispetto reciproco.
Michele Antonicelli
Il calcio chiude per violenza.
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La tragedia di Catania e le
riflessioni di Nicola Legrottaglie
Intervistato dal nostro Capo Redattore Sportivo Gianluca Catucci, il difensore
juventino ci racconta quello che accade anche in Terza Categoria. Nel girone
dove gioca anche l’A.S. Ginosa, la domenica ne succedono di tutti i colori.
La notizia dell’assurda morte dell’Ispettore capo della
Questura di Catania Filippo Raciti ha sconvolto anche
il difensore pugliese della Juventus Nicola Legrottaglie. Non ci sono parole che possano spiegare la morte
di un ragazzo di 38 anni andato allo stadio per fare
il suo dovere. Abbiamo davvero toccato il fondo. Qui
si sta andando oltre. Perché deve scapparci il morto
per fare tutto questo? Bisognava intervenire prima. 12
anni fa se ne parlava come oggi. Un tifoso del Milan
accoltellato prima di Genoa-Milan. Cosa si è fatto?
Niente. Puntualmente a distanza di anni ci risiamo. Ma
secondo Legrottaglie quale il modo per uscirne. Che
cosa ci vuole per mettere fine a questa follia? Io sono
drastico. Per me la squadra i cui tifosi sono responsabili di questi reati, dev’essere immediatamente sospesa dal campionato e retrocessa d’ufficio. Partire dalla
Terza Categoria. Quindi Catania o Palermo cancellati
dalla mappa del calcio nazionale? Si. Se non si usano queste pene severissime, io penso che fra qualche
mese staremo qui a riparlarne. Fa rabbia sapere che
i violenti sono ben noti alle società, ma nessuno usa
il pugno duro. Secondo me se ci troviamo in questa
situazione la responsabilità va attribuita alle società,
ma soprattutto ai politici. Gli interessi sono tanti intorno al mondo del calcio, quindi sono loro i primi che
devono pensare a misure drastiche. Chi sbaglia deve
pagare. Senza mezzi termini. Chi va in carcere deve
scontare pene severissime. Se poi uno che uccide un
tifoso o un poliziotto, gli danno trenta anni di carcere,
e poi gli danno lo sconto della pena o l’indulto o addirittura gli arresti domiciliari, ditemi voi a che serve.
Per me ripeto radiazione diretta per le società coinvolte e tifosi violenti in carcere. Inoltre io non manderei
più poliziotti allo stadio. Prendiamo esempio dagli
inglesi. In passato hanno sbagliato. Ora è un piacere
andare allo stadio e vedere le partite senza barriere.
Basta con gente che va allo stadio per fare guerriglia,
tirare fumogeni, caricare contro le forze dell’ordine.
Io penso ancora alla tragedia consumata la scorsa
settimana su un campo di periferia in Calabria. Terza
Categoria, un dirigente perde la vita per una partita di
calcio. Sono sconcertato. Anche io nel mio paese, a
Mottola ho una squadra di calcio che disputa il campionato di Terza Categoria, nella provincia di Taranto. Si chiama, Sporting Club Mottola. L’allenatore un
mio carissimo amico, si chiama Oronzo Daniele, ci
sentiamo ogni settimana, parliamo di tutto, gli do anche dei consigli. Anche loro qualche mese fa, sono
stati coinvolti in situazioni simili. Stiamo mettendo
su un bel progetto, vogliamo realizzare delle strutture, che purtroppo a Mottola scarseggiano. Mi racconta che ogni domenica, ne succedono di tutti i colori.
Paolo VI, Statte o Talsano. Questi alcuni campi dove
le minacce sono all’ordine del giorno. Qualche mese
fa, sono andati a giocare a Talsano. Sono stati aggrediti e minacciati durante la partita, solo perché dovevano lasciare i tre punti. A Statte, qualche settimana
fa, altro campetto di periferia alle porte di Taranto,
scontro al vertice. Il Mottola conduceva 1-0 in tra-
sferta. Ebbene, la testimonianza di Mister Oronzo,
è agghiacciante. Al telefono mi raccontava con una
voce sottile, di essere stati minacciati durante la fine
del primo tempo. Da qui oggi non uscite vivi. Nella
ripresa, minacce anche ad un giovane arbitro di soli
19 anni. Volete sapere come è finita? L’arbitro assegna due calci di rigore inesistenti, il Mottola perde
2-1, ma per fortuna riescono ad uscire vivi. Non vi
dico a Paolo VI, altro campo dove la mia squadra,
con in campo dei ragazzi di 18 anni, hanno visto di
tutto. Calci, sputi, schiaffi, scene da Far West. Ma
stiamo scherzando? Mi appello a voi. Speriamo che
tutti noi, insieme alla stampa diamo questa volta un
segnale forte. Fermare tutto, fermarci tutti e ragionare per dare dignità al calcio. Perché non è possibile
morire per una partita di calcio.
(Gianluca Catucci)
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La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007
eventi sportivi
ANCHE IL CALCIO A CINQUE SI E’ FERMATO
Un fine settimana irreale, quello che abbiamo vissuto
alla luce dei tragici fatti di Catania, con la scomparsa dell’Ispettore Filippo Raciti, una settimana dopo quella del dirigente calabrese Ermanno Licursi, la cui morte non valeva uno stop ai
campionati, ma solo un minuto di silenzio.
Il calcio si ferma e si interroga sui propri errori, il Governo pretende severità, lo stesso Stato che con la sua legge
consente ad un incensurato l’immediata libertà se arrestato
per atti violenti in ambito sportivo. Se è giusta questa pausa
di riflessione per la massima passione nazionale non è facile
saperlo: sportivi, politici e Vip vari dicono la propria.
Di una cosa sono certo: il calcetto o se gradite il calcio
a cinque o meglio ancora il futsal non deve essere coinvolto in
questo problema, non deve essere minimamente associato al
calcio.
Deve senz’altro commemorare Filippo Raciti e condannare pienamente chi si è reso colpevole di questo insano
gesto; per questo Sabato anche il derby tra TEAM GINOSA
– PARMA CLUB ha taciuto, ma del calcio malato e dei suoi
ultras non condivide affatto il minimo particolare.
In questo sport fortunatamente ancora non si sono registrati atti di violenza premeditata con tanto di guerriglia verso
le forze dell’ordine. Non ci sono problemi di tifo organizzato da
gestire o ingressi con carta di identità da esibire. Nel calcio a
cinque, male che vada ed è sempre condannabile, capita la
rissa in campo o l’atto violento verso l’arbitro, nulla che in ogni
caso non sia punito poi in maniera esemplare dal giudice sportivo, basta leggere i comunicati ufficiali e ci si accorge come
questi violenti spiriti vengono placati da mesi o addirittura anni
di squalifica e pesanti multe ai danni delle società.
Ma lo stesso accade nel basket o nel volley, sport con
i quali il calcio a cinque ha più affinità come spettacolarità e
fortunatamente come gestione degli spalti.
Se la sosta in questo weekend per il calcetto è da intendersi come atto di solidarietà verso il calcio, il fratello più
grande gravemente ammalato e per le sue vittime, la stessa
non avrebbe senso già tra sette giorni. Non solo per i citati
motivi, non solo perché recuperare le gare non disputate è più
problematico per chi condivide il campo di gioco con altre discipline, ma soprattutto perché stiamo parlando di un altro sport
che del calcio è solo parente ed è probabilmente il figlio buono
di una famiglia con seri problemi, senza scommesse, senza intercettazioni e, nello specifico, senza guerriglie urbane studiate
a tavolino.
Ci si è fermati per riflettere e prendere seri provvedimenti, o far
passare una settimana e poi far cadere tutto nel dimenticatoio
come sempre accaduto?
Fin dal 1979 si muore per il calcio.
In un derby ROMA-LAZIO, appunto del 1979, perse la vita un
tifoso laziale, Vincenzo Paparelli, colpito da un razzo proveniente dalla curva dei tifosi romanisti.
Ecco i nomi di chi dal 1979 ad oggi ha perso la vita per una
partita di calcio.
VINCENZO PAPARELLI, ANDREA VITONE, STEFANO FURLAN, MARCO FONGHESSI, GIUSEPPE TOMMASETTI,
NAZZARENO FILIPPINI, ANTONIO DE FALCHI, VINCENZO
SPAGNOLO, CIRO ALFIERI, GIUSEPPE DIODATO, SIMONE
VITALE, VINCENZO LIOI, SERGIO ERCOLANO, ROBERTO
BANI, ANTONIO CURRO, ERMANNO LICURSI, FILIPPO RACITI.
FORSE BISOGNAVA FERMARSI PRIMA A RIFLETTERE??
Per ovvi motivi il commento al calcio giocato troverà spazio nel
prossimo numero
MARINO MENZELLA