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10 FEBBRAIO 3 La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 46 Sommario La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 Un dolore senza fine Premio Bontà 2997 pag 4 pagg 20/21 di Stefano Giove di Rosamaria Busto Riceviamo e Pubblichiamo di AA VV pag 36/37 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana DEL 15 MAGGIO 1992 Registro Nazionale della Stampa n. 10084 PROPRIETÀ PRO.GE.CO. SOC. COOP. A R.L. VIA SAVOIA, 1 – GINOSA DIRETTORE RESPONSABILE: STEFANO GIOVE DIREZIONE: GIULIO PINTO ADELE CARRERA COMITATO DI REDAZIONE MARIA C. BONELLI ROSAMARIA BUSTO GINO DELL’ORCO ERASMO MAZZONE PALMA MARTINO DOMENICO RANALDO Resp. Red. Taranto: SALVATORE RIZZO HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: GIUSEPPE CARRERA MARIO D’ALCONZO ROBERTO MUSCOLINO GIUSEPPE PIZZULLI DON FRANCO CONTE PAOLO COSTANTINO GIANLUCA CATUCCI DAVIDE GIOVE RAFFAELE FANELLI FRANCO ROMANO M. CARMELA RIBECCO MARINO MENZELLA PAOLO COSTANTINO LUCIANO MINEO TOMMASO FRANCAVILLA CARMELO CANDIA MICHELE ANTONICELLI ROSALINDA ROSATO RAFFAELLA TROIANO CATALDO RIBECCO WALTER CARDAMONE ANDO FOTO: ERASMO MAZZONE AMMINISTRAZIONE VITO CONTE IMPAGINAZIONE E GRAFICA: STEFANO GIOVE MAURIZIO FALIVENE STAMPA FALIGRAPH E Mo’ nonn’abbaste? Un anno con i Runners pagg 5 pag 22 e 24 di don Franco Conte Criminalità a Ginosa di Stefano Giove pagg 5/6 Le favole di grim di Rosamaria Busto pag 7 Notizie flash pag 38 pag 24 Patronato informa di Walter Cardamone Intervista a M. Gigante di Carmelo Candia di Mariacarmela Ribecco Ginosa e il traffico pag 25 Dal Concilio il nuovo dialogo di Aldo Maria Valli pagg. 26/27 Urago alla Bcc Il vocabolario di Dio pag 10 pag 28 di Adele Carrera di Don Franco Conte Page CAP: elezioni e polemiche Home di Roberto Muscolino di Ando pag 11 pag 29 Riceviamo e Pubblichiamo Noi e il Fisco di Mario D’Alconzo pag 29 di AA VV pag 12 Padre Paolo di Stefano Giove pag 13 Notarangelo replica di Esseggi pag 14 Energia elettrica di Costantino-Mineo pag 17 Spinoso di Cataldo Ribecco pag 30/31 pag 19 La Lu Ma Gi Gi… di Raffaella Troiano pag 41 L’impegno del Liceo Vico di Palma Martino. pag 42 Ginosa sconfitto a… di Domenico Ranaldo pag 43 Il calcio a Catania di Michele Antonicelli pag 44 Intervista a Legrottaglie di Gianluca Catucci Anche il Calcio a 5… di Marino Menzella pag 46 Briciole di quotidianità di Mariacarmela Ribecco pag 32 Vivere… di Rosalinda Rosato pag 32 di Giuseppe Pizzulli di Marciatore/Francesca di Esseggi pag 45 Taranto e il centrosinistra Crede… di Salvatore Rizzo nella Risurrezione pag 18 Marcia della Pace 2007 pag 38 pag 39 di Giulio Pinto pagg 8/9 di Raffaele Fanelli Un pesce da record pag 7 Versus di From Il parere del tecnico pag 31 Questo numero de La Goccia è stato chiuso alle ore 22,00 del 7/02/07 4 La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 Un dolore senza fine Come si fa a parlar d’altro? No, non è possibile non parlare di Alma, dei suoi diciassette anni, di un destino crudele, del dolore straziante dei genitori. No è troppo grande la sofferenza per non parlare di quest’ennesima tragedia che colpisce la nostra comunità che strazia il cuore di tante madri e di tanti padri. Proprio con Carlo Tamborrino, il papà di Alma, avevo avuto modo di parlare di queste tragiche vicende che hanno avuto quali protagonisti diversi giovani di Ginosa. Commentavamo da padri che vivono questa sofferenza delle morti del sabato sera. Entrambi dicevamo che bisogna fare qualcosa. Stamani quando gli ho espresso il mio cordoglio, Carlo se ne è ricordato, mi ha detto «proprio qualche giorno fa parlavamo di queste disgrazie…». Non è facile scrivere in simili situazioni. Eppure non può rimanere senza risposta la richiesta impossibile di Anna che diceva «Alma, rispondimi!». È la richiesta di una madre che cerca sua figlia. È allora voglio che il dolore che stiamo vivendo diventi lo strumento con il quale ogni genitore possa parlare al proprio figlio. Ed è a mio figlio che voglio parlare in questo momento. È vero, hai ragione tu quando mi dici che «sono esagerato» che ti «trasmetto ansia» che non posso «impedirti di vivere la tua gioventù». Il punto è proprio questo: io voglio che tu viva la tua gioventù! E allora, cerca di capire da cosa nasce la mia ansia, deriva dalla paura che questa tua «voglia di vivere la gioventù» possa infrangersi alla prossima curva affrontata a forte velocità. Vedi, anche io sono stato ragazzo come te e anche io ho trasgredito. La differenza tra la mia epoca e quella attuale è che oggi, tu disponi di strumenti e mezzi per me inimmaginabili. Il telefonino, l’automobile e una condizione di vita, sicuramente, più agiata. Eppure sono proprio queste agiatezze a divenire gli strumenti con i quali si stroncano le vostre vite. Probabilmente, avrò commesso qualche errore nel mio ruolo di genitore. Se li ho commessi è perchè ho avuto paura. Si è sempre parlato di conflitto generazionale e, forse, la nostra generazione ha cercato di evitare questo conflitto, concedendo più di quanto fosse lecito e giusto dare. Purtroppo, ingenuamente, abbiamo pensato di dover essere diversi dai nostri genitori nell’educare i nostri figli. Quante volte ho detto: «voglio darti tutto quello che non ho avuto io». Questa “filosofia” l’abbiamo concretizzata con la rinuncia a svolgere il nostro ruolo e la nostra funzione di genitori. Probabilmente, se avessi fatto la scelta di “scontrarmi” con te (con la tua generazione), se ti avessi detto qualche “no!” in più; avremmo litigato di brutto e ma... chissà. Forse anche il litigio è un modo per comunicare tra generazioni. Non c’è dolore più grande di quello che provoca la morte di un figlio. Qualcuno ha detto: «la guerra è quando i padri sepellisconi i figli!». E allora mi chiedo da chi, quando e perché è stata dichiarata questa guerra assurda che stiamo combattendo? In poco più di un anno, sono morti cinque ragazzi ginosini, tutti per incidente stradale. Certo, la fatalità, il destino, la fortuna o la sfortuna sono stati determinanti. Però… quando queste tragedie si ripetono con una sequenza tanto rapida non si può non riflettere. E se stabilissimo, di provare a interrompere questa catena di avvenimenti? Tu ed io. Cerchiamo di trovare il modo perché tu possa vivere la tua gioventù e io possa sognare (come fanno tutti i genitori) un radioso futuro per te. Un futuro che ti appartiene perché, in tempo di pace ( e noi siamo in tempo di pace!) sono i figli che seppelliscono i genitori. Ed io voglio essere seppellito sapendo che dopo di me rimarrai tu. Stefano Giove l’editoriale Abbonamenti Le copie in abbonamento vengono consegnate a domicilio Pubblicità Concessionario esclusivo per la pubblicità FALIGRAPH Viale Jonio, 385 74025 Marina di Ginosa (Ta) Tel e Fax 099.8277553 e-mail: [email protected] Arretrati (costo � 2,50) I numeri arretrati si richiedono in edicola Per inviare e-mail a “La Goccia” [email protected] Per inviare lettere a “La Goccia” Le lettere al giornale vanno inviate presso: La Goccia Via Pietro Siciliani, 30 74013 Ginosa (TA) Tel. 099.8294879 - 099.8294550 Cell. 368.3561703 - 333.624347 La Redazione de La Goccia prime le più sentite condoglianze alle famiglie Tamborrino per la prematura scomparsa di Alma La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 cronaca E MO’, NON’ABBAST?! A scanso di equivoci, premetto subito che quanto scrivo non ha alcun riferimento a coloro che hanno vissuto sulla propria pelle l’immane tragedia degli incidenti stradali. Mi rivolgo ai giovani, ai miei giovani. Ai giovani “sconsiderati” di questi nostri paesi che, puntualmente ormai, ci fanno piangere morti assurde, vite spezzate, sogni recisi e falsati dall’individualismo e dall’egoismo. Mai e poi mai la vita può essere disprezzata e tampoco distrutta sino a questo punto! Per favore, non prendiamocela con Dio. Egli non può stare agli incroci dei nostri paesi con la paletta sollevata dell’alt, non può mettersi sui rettilinei delle nostre strade con l’autovelox a frenare le pazzie di stupidi che amano l’ebbrezza di giochi mortali. C’è bisogno che te lo dica Dio che passare con il semaforo ormai rosso sul ponte di via Puglie puoi trovarti di fronte un poveraccio che sa di avere la strada libera? E quanti ne vedo sfrecciare a super velocità su quel senso unico! C’è bisogno che te lo dica Dio che devi rispettare lo stop, che non devi imboccare una strada contromano, che non devi viaggiare a velocità supersonica, che mentre guidi devi smetterla di smanettare col telefonino? E chi, come me, spesso viaggia ad ogni ora del giorno e della notte quanti ne vede di questi pazzi! E quasi sempre giovani… Non abbiamo bisogno di un Dio-poliziotto quando si è sprofondati in così drammatiche crisi di disamore e di non-senso da arrivare al punto di mettere a repentaglio la propria e l’altrui vita. Miei cari giovani, il vostro tempo, la vostra cultura, i vostri progetti amano davvero la vita? Non bastano le denunce, che puntualmente scattano dopo ogni incidente contro questa o quella sicurezza di viabilità, se non si pronunciano dei “sì” 5 forti e lungimiranti di un vero amore alla vita. Di una vita che non è “mia” nel senso indiscriminato della proprietà assoluta, dell’arbitrio, del “ne posso fare ciò che voglio”, strumentalizzato fino al punto da giustificare, in suo nome, ogni stupidaggine. Sino al punto di infischiarsene anche della vita degli altri. E un appello veloce veloce vorrei fare anche ai responsabili delle varie “Scuola guida”, anche qui senza alcun particolare riferimento a chicchessia: stiamo attenti, molto attenti, alle “patenti facili”. E mi fermo qui, lasciando ai più esperti nel settore eventuali approfondimenti in merito. Miei cari giovani, l’altra mattina, quando nella “mia” IV H del Liceo di Laterza mi guardavo e riguardavo quel banco vuoto dove fino a ieri era seduta Alma, mi è venuto spontaneo quell’urlo. Eh, giovani? E mo’, non’abbast?! Don Franco Conte E Ginosa si scopre vittima della piccola criminalità La Confcommercio convoca un’assemblea di tutti gli esercenti per discutere del “dilagare dei fenomeni malavitosi che si sono verificati nelle ultime settimane” nel nostro comune. Nel numero scorso, il nostro giornale, dava notizia dell’avvenuta cattura di un capo della ‘ndrangheta, il pluriricercato Paolo Polimeri. Indubbiamente, per la Benemerita, si trattava di una grande prova di efficienza e capacità investigativa. Ma non c’è stato tempo per le Forze dell’Ordine di “gustare” la grande vittoria: solo dopo pochi giorni, nel nostro Comune, si sono verificati atti criminali che hanno creato un grave allarme sociale. Si cominciò con la rapina al supermercato del signor Pistoia. Una rapina a mano armata e a volto coperto. Da quella sera, cioè negli ultimi quindici giorni, di vicende criminose se ne sono verificate molte. Certo non è la prima volta che si verificano eventi criminosi in rapida sequenza. Basta ricordare quello che è avvenuto negli appartamenti qualche anno fa. Poi ci pensarono le Forze dell’Ordine ad assicurare alla Giustizia gli autori dei furti. Si trattava di forestieri che avevano scelto Ginosa come luogo delle loro scorribande. Le vicende di questi giorni, proprio perchè si sono connotate in maniera diversa dal passato e, purtroppo si deve registrare che non si tratta del solito furtarello ma ci troviamo di fronte a delle rapine a mano armata, pongono, proprio per la comparsa delle armi, elementi ulteriori di preoccupazione. A tali preoccupazioni ha saputo dare una prima risposta la Confcommercio che si è immediatamente attivata su due fronti. Da una parte ha avviato un serio confronto con le autorità per chiedere interventi urgenti a tutela della sicurezza degli esercenti e, dall’altra, chiamando la categoria dei commercianti alla mobilitazione. segue a pag. 6 6 La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 Ginosa si scopre… cronaca sul piano della sicurezza. È toccato al vicesindaco Felice Vizzielli, portare il contributo dell’Ammini- In questa ottica si inquadra l’assemblea straordinaservizio fotografico ria promossa dalla sezione territoriale della Confcommercio, martedì 6 febbraio, alle ore 15,30 presso il teatro Alcanices, che aveva all’ordine del giorno le «iniziative da prendere circa il dilagare dei fenomeni malavitosi che si stanno verificando nelle ultime settimane.» Il presidente della Confcommercio ginosina, Pino Mele, ha esordito dicendo che «Questa assemblea straordinaria è stata convocata per discutere di questo verificarsi di eventi criminosi nel nostro Comune.» Lo stesso presidente ha detto con estrema chiarezza che i commercianti di Ginosa devono far «sentire la loro voce» per chiedere «sicurezza» nello svolgimento delle proprie attività. Proseguendo nel suo intervento, il presidente Mele, ha illustrato i diversi documenti prodotti dall’associazione Commercianti di Ginosa e inviati alle autorità istituzionali preposti ai compiti di garanzia del- strazione Comunale all’assemblea. Il vicesindaco ha elencato le diverse inila sicurezza dei cittadini. Dalle proposte presentate dalla Con- ziative poste in essere dall’Ente locale potenziamento fcommercio si evince con chiarezza «Videosorveglianza, che si chiede una maggiore «visibilità delle Polizia Municipale, prolungamene presenza » delle Forze dell’Ordine, to dell’orario di servizio e attivazione di per contrastare con efficacia il fenome- iniziative volte a sollecitare una maggiono della microcriminalità. Tra le propo- re presenza delle Forze dell’Ordine sul ste grande rilievo assume la richiesta territorio.» Ho voluto svolgere il ruolo del “pundella presenza nel territorio della zona Occidentale della provincia jonica di un golatore” per sollecitare una più chiaCommissariato di Polizia dello Stato. ra assunzione di responsabilità sia da Tale richiesta scaturisce dalle rinnova- parte delle istituzioni locali sia da parte te esigenze che un così vasto territorio degli stessi commercianti, volta a gaesprime, tenuto conto anche del note- rantire il valore della legalità “sempre e vole sviluppo turistico e della presenza comunque». Alle mie “provocazioni” hanno rispodi diverse discoteche che richiamano migliaia di vacanzieri. Quindi un terri- sto diversi commercianti: Matteo ha torio che merita la massima attenzione chiesto che ci fossero più uomini a ga- Project Studio rantire la sicurezza: il presidente Mele ha sottolineato che, probabilmente, l’aumento dei fatti criminosi è da collegarsi all’Indulto. L’assessore al commercio, Giulio Galante, ha ribadito con forza quanto già richiesto dall’amministrazione: «Avevamo chiesto, in tempi non sospetti, la istituzione di un Commissariato a Ginosa per garantire una presenza ulteriore delle forze dell’Ordine.» Gli animi dei presenti si sono scaldati a mano a mano che si procedeva nella discussione e ognuno portava il proprio personale contributo al dibattito. Nunzio Pizzulli, Angelo Massanelli, Emilio Saturno, Giuseppe Barbetta, hanno detto delle cose interessanti e in ciascuno si avvertiva la preoccupazione che le vicende di questi giorni possano essere il prologo di ulteriori processi di degrado dal punto di vista della sicurezza. Alla fine l’indicazione che è scaturita è stata quella di avviare una serie di iniziative che si muovano su due livelli; da una parte una risposta immediata per tranquillizzare i commercianti e, al tempo stesso garantire un maggior e controllo; in secondo luogo avviare tutte le iniziative che sono necessarie per garantire una presenza stabile, nel nostro territorio, della Polizia di Stato a sostegno del già eccellente lavoro svolto dai Carabinieri. Bisogna riconoscere che la reazione sociale al dilagare di fenomeni malavitosi è strada decisa e immediata. Ancora una volta la nostra comunità ha dimostrato di avere la forza e la determinazione per “bloccare sul nascere” ogni tentativo di intorbidire la nostra vita sociale con fenomeni malavitosi che non ci appartengono e che hanno trovato una forte e compatta mobilitazione cittadina. Stefano Giove scherzi a parte VERSUS di from Dopo di lui Dopo di me, Fini, disse Berlusconi. Dopo di te, fine, rispose Maroni. Dopo di lui (2) Non solo Fini, di certo non Casini, e l’Umberto vale Maroni, vira Berlusconi: dopo di lui il diluvio. Dopo di lui (3) Non lascerò mai, cambiò il Cavaliere: son’io il mio successore. Lui, dopo di lui: con secondi Fini. Le bandierine A pochi poco, a sinistra, il paese tutto, alla destra: governo a fuoco, è salvo l’orto. Catania E’ scappato il morto atteso: da porta a porta, controcampo, senza scampo, va il pallone sospeso. Spegnete la televisione. Tacete. La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 Le favole di Grim 7 Stazione salvalavita C’era una volta, non lontano da qui, il paese di Occhiocitrullo, il gran palazzo del governo della buona salute, anche in quel luogo sperduto, allungava il suo comando. Ma nel palazzo della buona salute, fino a qualche mezzo lustro addietro, si pensava soltanto alla buona salute di chi era al suo comando. La povera gente non ne godeva gran che. Per essa erano a disposizione vecchie lettighe allineate, osservatori di budella che un giorno sì e dieci no erano in funzione e per risollevar le membra da dolori lancinanti non vasche di cura eran predisposte ma vasche buone per allevar coccodrilli. Insomma non c’era di che star di buonumore e ci si votava, sempre di più, ad un santo per garantirsi la buona salute. Accadde che a palazzo, fra le tante cure per far star bene di corpo e di mente i capi, fu allestita anche la carrozza salavalavita. Ossia una carrozza che in men che non si dica, giungeva sferragliando e salvava la vita del malcapitato di turno. Poteva quella essere posta in luoghi popolosi, dove maggiori erano i rischi di pericoli ma, così come era usanza in quel palazzo, essa fu posta nelle vicinanze della dimora dei galanti vetturini che di guidarla si occupavano. Era tanto ingegnoso il meccanismo messo in moto che nessuno ebbe mai nulla da ridire. Un giorno però, una svendola di Uragano spazzò via dal pazzo della buona salute tutti i capi che fino ad allora avevano fatto il bello e il cattivo tempo. Sicché si cominciò a controllare lettighe, vasche di cura e tutto il resto. Nel mettere un po’ d’ordine l’Uragano comandante s’avvide che, tra queste, v’era la carrozza salavalavita che posta nelle vicinanze dalla dimora del carrozziere non giungeva rapidamente in tutti i luoghi della bisogna, così decise che quella doveva essere posta in altro loco, ben più distante da quello desiderato dai galanti vetturini. E, detto fatto il cambio ci fu. Neanche un terremoto avrebbe fatto sobbalzare la terra come accadde per quel cambio di postazione! Re, principi, granduchi, messeri, ciambellani e cortigiani galanti s’avventarono urlanti sull’imponente Uragano perché restituisse alle vecchie stazioni le carrozze salavalavita, anche se lì non c’era gran che da salvare; e se le carrozze non bastavano per tutto il reame, poco male (dicevano quelli) se ne potevano comprar altre! Il possente Uragano, che di sperperar denaro non ne voleva proprio sapere, tentò in tutti i modi di riportar alla ragione i messeri che s’opponevano alle sue decisioni ma quelli, tosti, non ne vollero sapere! Sicché, chiamati a consiglio tutti i grandi esperti della buona salute, ordinò loro di trovare una via d’uscita, altrimenti non ci sarebbe stata più pace. «E che la via d’uscita -aggiunse - sia soddisfacente per la gente che soffre e non per i vetturini delle carrozze salavalavita!» La soluzione non era a portata di mano e per qualche giorno e qualche notte i saggi dovettero lavorare di buzzo buono fintanto che non addivennero ad una decisone che all’apparenza salvava la vita e... la capra e i cavoli! Difatti fu deciso che la carrozza avrebbe avuto la sua stazione su una grande via di traffico, sicché lì, che le vetture eran più veloci e più numerose ed eran causa di gravi scontri mettendo a repentaglio le vite dei viaggiatori, avrebbe meglio e più velocemente salvato la vita dei malcapitati incidentati. Beh! Come soluzione non c’era che dire! La salvezza della vita, in caso di bisogno era assicurata! Il percorso era breve e si poteva star certi che la buona riuscita dell’impresa salavalavita era quasi assicurata. Non era la migliore per il vetturino che aveva la sua fermata non proprio sotto le finestre della sua dimora, ma anche quello non aveva di che lagnarsi dal momento che eran solo pochi i passi da fare a piedi per raggiungere la carrozza. Sbuffante l’Uragano annunciò la nuova decisione poiché rimaneva convinto che anche con quella il denaro delle casse del palazzo della buona salute non era ben speso ma si sa com’é, a volte per poter tirare avanti occorre far buon viso, cattivo gioco e qualche spreco. Morale della favola: Quando vuoi cambiar le cose, sulla via non trovi rose. 8 La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 cronaca Notizie Flash Rubrica a cura di Giulio Pinto Truffa ed estorsione, arrestate due persone Nei giorni scorsi i carabinieri della stazione di Marina di Ginosa, comandati dal maresciallo Vito Capozzi, hanno arrestato Luigi Giosuè e Francesco Carvutto, entrambi di Ginosa, in esecuzione della ordinanza di custodia cautelare, per tentata truffa e tentativo di estorsione, emessa dal Gip dott.ssa Bina Santella su richiesta del PM dott. Raffaele Graziano. Giosuè è stato avviato al carcere mandamentale di Taranto mentre Carvutto è stato sottoposto agli arresti domiciliari. Nella primavera del 2006 i due arrestati avrebbero attuato in vari momenti ed in vario modo tentativi di truffa e di estorsione ai danni dei titolari di un centro commerciale di Ginosa. Nel fascicolo al vaglio degli inquirenti c’è la dettagliata denuncia presentata dalle vittime ed il lavoro investigativo compiuto dal comandante Capozzi e dal suo nucleo operativo. Con un attento lavoro di “intelligence” gli uomini dell’Arma hanno ricostruito i movimenti delle due arrestati. I provvedimenti restrittivi adottati, a parere del Gip dott. Bina Santella, andavano adottati per evitare la reiterazione del reato e consentire ai carabinieri l’identificazione delle persone che avevano fornito i titoli di credito utilizzati per truffare i titolari del centro commerciale. Due rapine a distanza di pochi giorni L’aria di insicurezza che si respira da un po’ di tempo in tutto il Paese, stupri, aggressioni, furti, rapine, estorsioni, hanno trovato conferma anche nel paese di Ginosa. Due rapine in meno di una settimana che si aggiungono al tentativo di estorsione mettono ansia nella popolazione abituata, ormai, a vivere in luogo estremamente sicuro e tranquillo. Sarà l’effetto “indulto” sarà l’eccessiva tranquillità che induce la popolazione a non seguire i più elementari comportamenti di sicurezza certo è che a Ginosa e Marina di Ginosa tutti devono riprendere a vivere con più attenzione. Che il nostro territorio sia tranquillo, con controllo soft e privo di video sorveglianza non deve essere sfuggito alla delinquenza organizzata. Sabato all’ora di chiusura due delinquenti a volto coperto sono entrati nel supermercato di via Tuseo puntando le armi sul volto del titolare, Giuseppe Pistoia intimandogli la consegna del ricavato da una settimana di vendita: circa 10.000 euri. Al termine della rapina i malviventi si sono repentinamente allontanati senza lasciare traccia. Lunedì è stata presa di mira l’agenzia Milano Assicurazioni nella centralissima via Lucania. Anche questa volta i malviventi hanno portato a segno la rapina allontanandosi velocemente. I carabinieri di Ginosa hanno avviato le indagini e seguono una pista che conduce nel capoluogo regionale. Parisi riconfermato segretario sezionale de La Margherita Si è celebrato lo scorso 27 gennaio nella sede cittadina, il congresso se- zionale de La Margherita. Al cospetto di un nutrito numero di iscritti l’assemblea sezionale ha affrontato il dibattito che verteva sulle mozioni presentate dai vari leader nazionali e sul ruolo che il partito deve svolgere sul territorio comunale. Sono intervenuti al dibattito Nuccia Giannatelli capogruppo consigliare del partito, Angelo Riccardi, ex consigliere comunale. Al termine del dibattito l’assemblea ha votato all’unanimità la mozione dell’on. Enrico Letta provvedendo ad eleggere gli organi sezionali. Tonino Parisi è stato riconfermato coordinatore sezionale mentre il coordinamento è risultato essere composto da Erasmo Perniola, Damiana Di Fonzo, Francesco Rucci, Vito Sabato, Angela Melchiorre, Anna Di Lena, Rocco Di Chio, Maria Quaranta unitamente a Tonino Parisi e Nuccia Giannatelli membri di diritto. Il direttivo è così composto: Erasmo Perniola, Angela Melchiorre, Anna Di Lena, Rocco Di Chio, Francesco Rucci, Vito Sabato ed Angelo Riccardi. A Ginosa uno dei quattro musei europei del barbiere e del parrucchiere La lettura del periodico bimestrale “Il Curioso” ha consentito di scoprire che a Ginosa si trova uno dei quattro musei europei del barbiere e del parrucchiere. La scoperta è del maestro Tonino Scorpati, noto modellatore di capelli , titolare con la consorte di una nota sala di coiffeure; questi sfogliando il giornale hanno notato in un box che il Museo di Ginosa era indicato come uno dei quattro musei del settore presenti in Europa. La soddisfazione ha subito preso il sopravvento è Tonino ha subito voluto mettersi in contatto con l’editore del giornale. Il contatto è stabilito; probabilmente presto Ginosa potrebbe ospitare una rassegna europea del settore. Black out: Enel sotto accusa A seguito dell’interruzione senza avviso, attuata nei giorni scorsi a Ginosa La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 cronaca dall’Enel, la locale sezione della Confcommercioha inoltrato una formale protesta. Se ne fa carico il presidente Giuseppe Mele che nella lettera inviata al nucleo operativo di Potenza sottolinea il danno causato dal black out dall’Enel senza preavviso. Nel suo intervento Mele ha chiesto che le aziende di servizi si adeguino ai parametri di gestione delle relazioni con la clientela adottati dai privati. Sotto sequestro l’Aseco Un provvedimento di sequestro è stato comunicato, nei giorni scorsi, allo stabilimento Aseco di Ginosa. Stando, a quanto è stato reso noto, la struttura , insediata in contrada Lama di Pozzo è finita nel mirino della Procura di Pescara per presunte violazioni delle norme in materia ambientale di fanghi provenienti dal capoluogo abruzzese. La vicenda è comunque oggetto di accertamenti e nei prossimi giorni si potrebbero registrare nuovi sviluppi. Deposito di traversine ferroviarie nel piazzale marinese La news flash pubblicata la scorsa settimana sul deposito di traversine ferroviarie sul piazzale antistante la stazione ferroviaria di Marina di Ginosa, come in tante occasioni , non ha prodotto nulla. Sembra che l’autorità preposta alla tutela della salute pubblica sul territorio non abbia ancora assunto alcuna determinazione in merito. Al momento non è nota la natura delle traversine; si può intuire che si trattano di manufatti in c.a.p. (ndr cemento armato precompresso) . La Provincia di Taranto ha inviato una pattuglia della polizia ambientale che ha esperito un primo sopralluogo. Non sono noti i risultati della visita nei provve- dimenti che l’Ente provinciale potrebbe assumere sull’argomento. Un ginosino presidente del collegio provinciale dei periti industriali La notizia giunge con ritardo anche in considerazione del carattere scevro del soggetto, poco incline a sottoporsi alla luce dei riflettori della cronaca. Lo scorso mese di novembre, a seguito del rinnovo del consiglio direttivo della provincia di Taranto dei periti industriali, è stato eletto presidente, Vincenzo Brunone. E’ la prima volta che un nostro conterraneo riveste la prestigiosa. Ad malora al neo eletto e l’augurio che sappia dare lo stesso impegno e lo stesso contributo per il rilancio del nostro territorio da egli profuso nel periodo in cui ha rivestito l’incarido di assessore comunale alle attività produttive Arrestato il noto imprenditore edile Francesco Caponio La notizia era nell’aria da un po’ di mesi ma considerata la statura economica dell’impresa edile di cui era titolare ed il significativo accreditamento raggiunto con diversi enti pubblici tra cui il comune di Ginosa per il quale ha vinto una gara per la realizzazione del nuovo Cimitero comunale, nessuno immaginava che Franco Caponio fosse il vertice di una cupola che si poggiava sull’abbinamento dell’imprenditoria con la malvivenza. Stando a quanto accertato dai carabinieri di Marina di Ginosa comandati dal maresciallo Vito Capozzi , Caponio non avrebbe esitato a ricorrere ad attentati incendiari e dinamitardi per cercare di costringere alcuni clienti a pagare cifre di gran lunga superiori a quelle pattuite e a indurre i suoi ex dipendenti a rinunciare alle vertenze di lavoro. Il provvedimento restrittivo di arresti domiciliari è stato emesso su richiesta del pubblico ministero Ida Perrone in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari Pio Guarna. Franco Caponio è accusato di una lunga serie di incendi, danneggiamenti ed episodi estorsivi tra i quali l’incendio del capannone di una rivendita di auto di San Giorgio Jonico per costringere il fratello del titolare della concessionaria, dal quale aveva acquistato un immobile allo stato rustico per la cifra di 700mila euro, ad accettare una somma inferiore a quella disposta con sentenza del Tribunale di Taranto. Il fascicolo processuale lo indica anche quale mandante dell’incendio al negozio e all’autovettura di un macellaio, dell’abitazione estiva di un conoscente, dal quale aveva acquistato un capannone per 500 milioni di lire e un terreno per 40 milioni di lire, per convincerlo a rinunciare a parte del credito. Anche un avvocato sarebbe finito nel mirino dell’indagato. Secondo quanto accertato dal comandante Capozzi durante la sua puntuale azione investigativa, Caponio avrebbe cercato di farsi consegnare, per lavori edili in un deposito interrrato di proprietà della famiglia della parte offesa , circa 40 mila euri a fronte dei 12 mila euri pattuiti in precedenza e avreb- 9 be cercato di costringere il legale a rinunciare agli onorari professionali maturati a mandati in provvedimenti civili. Sempre l’imprenditore edile avrebbe tentato di spillare per lavori di ristrutturazione in una macelleria 27mila euro a fronte dei 20.400 euro stabiliti in un primo momento. Le altre contestazioni riguardano le presunte intimidazioni ai danni dei suoi ex dipendenti; uno di questi sarebbe stato perseguitato per mesi e secondo l’accusa Caponio lo avrebbe affiancato con l’auto e mandato fuori strada e in seguito gli avrebbe incendiato la vettura. Caponio è inoltre accusato di estorsione consumata ai danni di due dipendenti del bar Europa, noto a tutti di sua proprietà . Un quadro accusatorio molto grave che potrebbe lasciare uno strascico anche in futuro sui rapporti con le pubbliche amministrazioni ed in particolare il comune di Ginosa che come noto non possono instaurare rapporti di lavoro con imprese sottoposte a procedimenti penali. 10 La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 attualità Il direttore generale della ASL/TA1 comunica ai marinesi che «il 118 ci sarà». Nella sala convegni della BCC, il dottor Urago assicura il servizio di urgenza. È stato il consigliere regionale diessino, Paolo Costantino che, nella sala convegni della Bcc di Marina di Ginosa, la sera del 31 gennaio scorso, ha presentato al pubblico intervenuto, il Direttore generale della ASL/TA1, dottor Marco Urago, per comunicare le ultime disposizioni prese dalla sua direzione, in merito alla postazione del servizio di 118, che in questi ultimi mesi hanno tenuto banco nelle discussioni di marinesi e ginosini e sulle quali le forze politiche di centrodestra e centro-sinistra si sono sferrati attacchi a ripetizione. Il direttore generale, quindi, per l’ennesima volta nel nostro Comune, ha voluto annunciare personalmente che la postazione di 118 marinese viene ripristinata di servizio sulla SS/106. Il dottor Urago ha voluto precisare che la decisione di spostare la postazione nel Comune di Laterza non era stata presa per privilegiare una parte di territorio a discapito di un’altra ma che lo stato di necessità rilevato, indicava quello di Laterza come territorio maggiormente abilitato (almeno nei mesi invernali) ad essere postazione di 118. Dopo la mobilitazione dei cittadini marinesi che si vedevano espropriati di un servizio essenziale, la direzione sanitaria dell’ASL tarantina ha tentato di esperire tutte le vie - continua Urago - per garantire il servizio d’urgenza nella frazione ginosina, compresa quella di affidare al locale CMR il servizio stesso che si è rivelata impraticabile sotto l’aspetto giuridico, pertanto la soluzione adottatta dovrebbe essere soddisfacente. Diversi sono stati gli inteventi se- guiti alla comunicazione del direttore generale. Paolo Costantino, Roberto Leone e Nicola Conte (diessini) hanno espresso soddisfazione per il risultato raggiunto seppure (rimarcano Conte e Leone) questo non è altro che un piccolo tassello al quale devono aggiungersene tanti altri per completare un quadro di assistenza sanitaria a Marina di Ginosa in cui mancano tutti i servizi essenziali. Stefano Notarangelo (assessore ai servizi sociali) e Vito De Palma (presidente del consiglio comunale) contestano l’atteggiamento decisionista del direttore Urago, in occasione di richieste venute da parte dei cittadini sul ripristino del servizio ma, tuttavia, si ritengono soddisfatti della soluzione adottata, nella speranza che il servizio di 118 così organizzato si limiti al solo periodo invernale e che per il periodo estivo, quando la popolazione marinese aumenta in maniera esponenziale, si abbia la postazione in loco così come in passato e «per 365 giorni l’anno». Avere il servizio di automedica sulla SS/106 a 12 ore e per il venerdì, il sabato e la domenica a 24 ore, con il servizio di guardia medica a Marina di Ginosa dal venerdi al lunedì mattina e la postazione di 118 a Laterza per 24 ore, sembra che sia una organizzazione territoriale del servizio di urgenza che abbia soddisfatto tutti. Anche se ce n’è voluto! Adele Carrera Marina di Ginosa: ritorna il 118 e… sono tutti contenti Si è chiusa, nel migliore dei modi una questione che si trascinava già da diverso tempo e riguardava una diversa dislocazione delle postazioni del “118” che privava Marina di Ginosa e la zona “SS 106” di un pronto intervento efficace. Dopo la sistemazione dell’automedica in prossimità dell’incrocio tra la ex SS 580 e la SS 106, tutti si sono detti soddisfatti. Eppure la vicenda dell’automedica di Castellaneta Marina di è contornata di aspetti che lasciano qualche perplessità. Non riesco a spiegarmi perché la stessa persona che tanto si è battuta per evidenziare che i problemi legali erano “insormontabili” affinché il servizio lo espletasse il CMR, poi, di fatto sia il gestore dell’utomedica che scorazza, per motivi non certo di pronto intervento, ben lontana dalla sua postazione quasi a esibire il trofeo di “caccia grossa”? E ancora. Perché sull’automedica non viene più utilizzato il personale che operava a Castellaneta Marina? Forse, qualcuno riterrà queste mie domande “maliziose”. Non lo sono. Certo a “pensieri maliziosi” si prestano tante situazioni anomale, che si caratterizano solo come ostentazione di un presunto potere. La salute dei cittadini è altra cosa!!! La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 attualità 11 È polemica sulla elezione degli anziani nel comitato di gestione del CAP Intervista a Angelo D’Onghia e Giulia Loscalzo Signor D’Onghia, come si sono svolte le elezioni presso il Centro Anziani Polivalente di Ginosa per l’elezione dei tre rappresentanti degli anziani nel Comitato di Gestione? «Contrariamente allo scarno avviso fatto affiggere, dall’Assessore ai Servizi Sociali, Stefano Notarangelo, nei locali del CAP, che annunciava agli anziani che il 30 gennaio 2007, alle ore 16,00, si sarebbe votato per eleggere i tre rappresentanti degli anziani, le votazioni non si sono svolte.» Perché, nonostante l’avviso, non s’è più votalo, quali le ragioni ostative? «Il perché ufficiale noi non lo sappiamo, in quanto l’Assessorato ai Servizi Sociali non s’è degnato di farci pervenire alcuna informativa in merito, possiamo però affermare alcune tristi verità: 1) Da parte dell’Assessore ai Servizi Sociali, Stefano Notarangelo, non c’è stata alcuna comunicazione motivata perché non si votava più, gli anziani, molti ultranovantenni, hanno atteso inutilmente, mortificati nella loro dignità dall’atteggiamento arrogante di un assessore assolutista. Notizie provenienti da fonti ufficiose affermano che l’assessore, notato che il numero dei candidati (P. Panico, A Bianco e Monte) corrispondeva al numero dei rappresentanti da eleggere, abbia ritenuto opportuno non far votare gli anziani ed inserire d’ufficio i tre candidati nel Comitato di Gestione del CAP per anziani di Ginosa. Assimilando il concetto di candidato a quello di rappresentante eletto, trasformando, così, una carica elettiva in un incarico conferito dall’Assessore ai Servizi Sociali, secondo un’inedita e folle procedura partorita da una mente autocratica. Un atto illegittimo che comprime il diritto del cittadino ad esercitare il diritto di voto (art.48 della Cost ) per eleggere qualcuno a rappresentarlo nei rapporti con gli enti locali e lo Stato. 2) Che le votazioni sono state indette senza specificare il procedimento elettorale: Pubblicizzazione delle votazioni, mediante l’affissione di manifesti pubblici da parte del Comune, per garantire l’informazione e consentire agli anziani, aventi i requisiti, di esercitare il proprio diritto di voto (art.48 della Cost.) per eleggere una persona a rappresentarla nella contrattazione sociale; Presentazione delle candidature; Affissione della lista dei candidati; Congrua pubblicità della stessa; Costituzione del seggio elettorale; Accertamento del diritto al voto; Votazione sotto la direzione del Presidente del seggio; Scrutinio; Proclamazione dei risultati; Formazione della triade dei rappresentanti il CAP nel Comitato di Gestione. 3) Che il Regolamento comunale per il funzionamento dei Centri Aperti Polivalenti per Anziani approvato con D.C.C. n. 68 del 30.11.06, è illegittimo perché manca del procedimento, elettorale, presente nell’art. 4 del preceden- te Regolamento e fatto cassare con l’emendamento proposto dall’Assessore Stefano Notarangelo e approvato all’unanimità dal C. C.. Nonostante che le tre organizzazioni sindacali locali Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, nell’unico incontro avuto il 7.11.06 con l’Assessore Notarangelo, dopo estenuanti richieste e solleciti, abbiano espresso in modo inequivocabile la loro netta contrarietà all’emendamento ed affermato l’assoluta necessità di riportare nel Regolamento il procedimento elettorale. Si fa notare altresì, che l’incontro è stato voluto unicamente dal sindacato, anziché essere promossi dall’Assessore ai Servizi Sociali per una concertazione con le OO.SS. sugli eventuali, emendamenti, migliorativi e non restrettivi, da apportare al Regolamento, come previsto dalla normativa vigente in materia di politiche sociali. E’ un atto illegittimo perché non si può esercitare la potestà Il 30 gennaio 2007 si è svolta la votazione per il rinnovo dei responsabili del Centro Polivalente Anziani di Marina di Ginosa. Su 120 aventi diritto al voto, sono risultati eletti: Pugliese per Forza Italia, Nicola Conte per la UIL UILP e Antonio Costella. Signora Lo Scalzo, come si sono svolte le votazioni? «Il tutto si è svolto a scrutinio segreto e in modo abbastanza normale, senza aver prima chiarito la regolarità delle stesse votazioni. Infatti si presentavano persone che, in assenza di documenAngelo D’Ongha e Giulia Loscalzo to di riconoscimento, si rivelavano essere non residenti nella nostra Borgata. A seguito di un intervento di Nicola Conte con l’assessore Notarangelo si è potuto riprendere la votazione solo per i residenti nel nostro distretto.» A parte questo, c’è stato qualche altro inconveniente? «Secondo me questa votazione non è stata ben organizzata da un punto di vista democratico. Infatti è venuta a mancare un’efficace e puntuale informazione regolamentare producendo Regolamenti in deroga pubblica: nessuna affissione alla Costituzione e alle leggi ordinarie.» di manifesti, scarsa informaCosa chiedete a questa Amministrazione e in zione riguardo ai candidati, particolare all’Assessore ai Servizi Sociali? dando quindi poca possibilità «Chiediamo in modo chiaro e responsabile al- di far votare tutti. A questo si cune cose: che esercitino il potere nel rispetto delle può aggiungere il poco tempo regole, per fini stabiliti dallo Stato e nell’interessa a disposizione per lo stesso della comunità Ginosina; che assolvano alla gestione voto.» delle politiche sociali nel rispetto delle leggi vigenti Quali i problemi, secondo in materia, che stabiliscono che le politiche sociali lei, ci sono all’interno del vanno attuate mediante la concertazione con le Centro Polivalente Anziani? OO.SS. maggiormente rappresentative; di porre «Io dico che il nostro Centro fine ai tatticismi di basso profilo che non giovano Polivalente non è adeguato per a nessuno, di cambiare registro e di avviare con le i servizi che dovrebbe svolgeOO.SS. un confronto dialettico libero da pregiudizi re. Noi non accettiamo che ideologici, serio, concreto, costruttivo e proficuo il Centro sia solo un luogo di sulle tematiche sociali della nostra comunità, per svago o di passatempo. Vogliaindividuare le direttrici strategiche da seguire per dare mo invece che sia un luogo di risposte adeguate ed immediate ai bisogni reali degli servizi sociali e culturali, aperto anziani e migliorare la loro qualità di vita. Di porre al alle esigenze e ai bisogni delle centro dei nostri obiettivi la dignità dell’anziano e la persone anziane. In special solidarietà ed interagire in modo sinergico per per- modo alle necessità delle donseguire entrambi gli scopi. Questi sono i fini per cui ne che, al contrario di quanto dobbiamo spenderci e verso cui convergere i nostri accade oggi, non devono più sforzi per attuarli. Questo è il terreno comune su cui essere fortemente discriminasi deve lavorare insieme per perseguire gli interessi te, se non del tutto escluse da della comunità. Questa è la sfida che lanciamo al- ogni tipo di attività.» l’Amministrazione ginosina e restiamo nell’attesa che Ando sia colta.» 12 La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 dalla Regione Puglia Mineo - Costantino: finanziamenti a favore dei comuni per l’illuminazione pubblica BARI - Finalmente molti comuni avranno zone illuminate in maniera adeguata e con impianti di rete pubblica a basso impatto ambientale. E’ l’effetto della determina n°610 del 21 Dicembre 2006 che attua quanto deciso dalla Giunta Regionale. Gli enti locali (comuni, associazioni di comuni e comunità montane) che hanno risposto a suo tempo al Bando regionale potranno così realizzare l’illuminazione pubblica dove non c’era o adeguare quella esistente, in particolar modo nei centri storici. Al fine di soddisfare le richieste pervenute in Regione si è provveduto ad impegnare tutte le risorse disponibili. Per integrare la graduatoria definitiva già pubblicata nell’ottobre scorso sono stati stanziati poco meno di due milioni di euro suddivisi su tutto il territorio regionale. Questi si sono aggiunti ai precedenti 4,47 milioni di euro riguardanti sempre la misura 5.2 riguardante “Incentivi ai Comuni per la realizzazione o l’adeguamento di impianti di pubblica illuminazione a basso impatto ambientale”. Ora i Comuni dovranno produrre entro 60 gg una corposa documentazione da inviare al Settore Ecologia della Regione tra cui spicca l’approvazione del progetto esecutivo o (per chi è già avanti) gli atti relativi all’avvio delle procedure di gara. Non sarà purtroppo possibile finanziare la totalità degli interventi richiesti. Come già detto le disponibilità sono molto inferiori e pur utilizzando i ribassi d’asta le 50 richieste di incentivi potranno essere accolte solo a seguito del rifinanziamento della misura nell’ambito della nuova programmazione dei Piani Operativi Regionali. Tra i primi 7 classificati spiccano i comuni afferenti a San Severo, Acquarica del Capo e Presicce, Bitonto, Trinitapoli e Ostuni. Buone risposte dall’area jonica che vede il progetto presentato dalla Comunità Montana Murgia Tarantina con Laterza capofila al 12° posto. 27° posto per il progetto presentato dai Comuni di Mottola, Palagianello e Castellaneta con 12 punti. Più giù in graduatoria i progetti presentati da Massafra, Manduria, Grottaglie. Va ricordato infatti che i progetti salgono in graduatoria a fronte di elementi certi quali la partecipazione finanziaria del Comune, l’utilizzo delle fonti energetiche, la corretta espletazione di altri precedenti interventi o l’approvazione del regolamento comunale in materia di inquinamento luminoso. Insomma incentivi che vengono dati a seconda della capacità progettuale e programmatoria dei Comuni. E’ asupicabile quindi il massimo rigore da parte degli organi regionali e comunali per assicurare il migliore utilizzo dei fondi. I Consiglieri Reg. Ds Luciano Mineo - Paolo Costantino Montanaro: «Centro Storico: una scommessa vincente» Continua la serie positiva dei finanziamenti per il recupero del Centro Storico di Ginosa. Con Determina n° 613 del 21 dicembre 2006 del Dirigente del Settore Ecologia della Regione Puglia, comunicata con nota prot. 1263 dello scorso 19 gennaio 2007, è stato approvato e finanziato il progetto di oltre 480 mila euro, di cui 33 mila di cofinanziamento Comunale, per la “Realizzazione di illuminazione pubblica a basso impatto ambientale nelle aree della Gravina e del Centro Storico. Il progetto è stato finanziato ai sensi della Misura 5.2 del POR Puglia 2000-2006 nell’ambito del PIS “Habitat Rupestre”, di cui Ginosa, insieme ad altri 12 Comuni, fa parte sin dal lontano 2001. “Continua l’azione positiva per la valo- rizzazione del nostro Centro Storico – ha commentato il Sindaco Gino Montanaro – ai lavori di recupero delle basole nel progetto di rifacimento della fognatura, ai finanziamenti per il recupero del Castello, a quelli ottenuti dal GAL “Luoghi del Mito” per il recupero del Museo Santa Parasceve e per gli Itinerari Turistici, si aggiungono ora questi per l’illuminazione a basso impatto ambientale del Centro Storico”. “Devo constatare – ha continuato Montanaro – che la strada intrapresa alcuni anni fa, che ci ha visto tra i Comuni promotori del PIS “Habitat Rupestre” e del GAL “Luoghi del Mito” sta dando oggi i suoi frutti; il recupero del Centro Storico a Ginosa, come la tutela e la valorizzazione della nostra costa a Marina di Ginosa, saranno il fattore fondamentale di sviluppo della nostra Città nei prossimi anni”. Piena soddisfazione ha espresso l’Assessore ai Lavori Pubblici Vincenzo Di Canio, il quale ha aggiunto: ”ora abbiamo 60 giorni per sottoscrivere il disciplinare e successivamente predisporre il progetto esecutivo ed avviare le procedure di gara ed affidamento dei lavori” “Con il prossimo progetto dei PIRP – ha continuato Di Canio - che contiamo di predisporre a breve, e che coinvolgerà anche i privati, daremo sicuramente un ulteriore impulso per il recupero del nostro Centro Storico. Si delinea quindi per Ginosa e Marina di Ginosa un ulteriore quinquennio di inediti ed importanti finanziamenti per le Opere Pubbliche” L’Addetto Stampa La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 avvenimenti Ginosa ricorda con affetto Padre Paolo Bergamini Padre Paolo Bergamini si è spento qualche giorno fa a Bergamo presso la Missione dei padri Monfortani della sua città. Padre Paolo è stato tra i primi monfortani a giungere a Ginosa cinquant’anni fa. Il suo incarico fu quello di Parroco per la parrocchia della Madonna del Rosario. Il vulcanico padre Paolo aveva una grande qualità: sapeva dialogare con tutti e riusciva a coinvolgere tutti. Se Ginosa dispone oggi di una struttura qual è la Casa Famiglia questo lo si deve alla sua grande volontà. Anche la Pro Loco è nata a Ginosa grazie all’impegno di padre Paolo che riuscì a far ottenere a Vittorio Massanelli le autorizzazioni necessarie. Vogliamo ricordare padre Paolo con il telegramma di condoglianze che ha spedito, in occasione della sua morte, il dottor Carmine Sarno: «Alla Comunità Missionari Monfortani e familiari del Padre Paolo Bergamini, Sono un cittadino di Ginosa. Ho conosciuto e apprezzato il bene che hanno fatto e fanno i Monfortani. Padre Paolo è stato il modesto amico di tutti e quindi anche mio. Si deve a Lui il primo fabbricato della Casa Famiglia (ora oratorio) eseguito con il contributo che tutti i cittadini offrivano perché avevano fiducia in Lui. 13 È una perdita non solo per la Comunità monfortana e per la sua famiglia ma anche per tutta Ginosa. Pongo le più vive condoglianze a tutti con le mie umili preghiere al Signore perché lo accolga gioiosamente così come ci siamo accolti sempre a Ginosa. Un abbraccio. Dottor Carmine Sarno» Il priore della Confraternita del SS. Rosario, Michele Natale, mi ha detto che «Il mio ricordo di padre Paolo risale al momento della Prima Comunione e alle mie prime esperienze come chierichetto. Era una persona affabile, amabile, aperto a tutti sia ai giovani che agli anziani. Era l’amico di tutti e proprio questo suo modo di fare gli permise di realizzare una grande opera qual è stata la Casa Famiglia.» Il nostro giornale avrà modo di arricchire la ricerca sul ruolo dei padri monfortani a Ginosa e, in quell’ambito, siamo sicuri che la figura di padre Paolo emergerà in tutta la sua grandezza. Stefano Giove Il ricordo di nonno Ciccio Ciao Nonno, te ne sei andato piano, piano, nel silenzio mattutino, quando tutti dormivano per non farli spaventare. Anche questa volta l’hai vinta tu perché volevi che riposassi per sempre nel tuo letto di casa. Sai quando te ne sei andato alla casa del Signore, dormivo, e all’improvviso, nel sonno il mio cuore ha cessato per un istante di battere, per poi svegliarmi e vedere papà che veniva ad annunciarmi la tua scelta. Gli ho risposto che tu eri già passato da me a salutarmi. Te ne sei andato proprio quando avevi esaudito il tuo ultimo desiderio, cioè di vedermi occupato. La gente parlerà sempre bene di te, perché persone come te che hanno fatto solo del bene ce ne sono state poche. Rimarrai per sempre nei nostri cuori e soprattutto nel mio, tu che hai dato lavoro a tante persone, che hai fatto grandi i tuoi figli immettendoli sulla strada giusta per la propria vita. Ti sarò per sempre debitore perché per me non sei stato un semplice nonno, sei stato come un padre. Mi hai cresciuto sin da piccolo, mi hai portato mano a mano, insomma mi hai insegnato tante cose fino all’ultimo, quello di essere un uomo con la testa sulle spalle proprio come te. Non avevamo lo stesso sangue, è vero, ma come io resterò per te il tuo nipote Francesco, per me resterai sempre e soltanto il CARO NONNO CICCIO! Ti porterò sempre con me, nel mio cuore NONNO! CIAO. Francesco Russo 14 La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 riceviamo e pubblichiamo Notarangelo replica ai sindacati: «Il regolamento è stato approvato dopo la concertazione con la OO. SS.» Roberto Leone la Segretaria personalmente il giorno 29 saranno più di tre per ogni... Ci sarà un’elezione che nomineremo..., come si fanno tutte le votazioni. Nomineremo degli scrutatori, controfirmeranno dei fogliettini che saranno..., dove ci saranno i candidati e gli anziani, i presenti che avranno diritto al voto, metteranno una crocetta in corrispondenza del candidato che vogliono esprimere. Punto. Più democrazia di questa io penso che non ce ne sia… Consigliere Leone, devo rammentarle che prima di approvare..., prima che venissimo in Consiglio Comunale per approvare quel Regolamento ho convocato e ho concertato il Regolamento con le rappresentanze sindacali, le quali l’unica mozione che hanno fatto era quella di non dare il diritto al voto alla rappresentanza della cooperativa ed è stata accettata. Dopodiché le rammento ancora una volta che quel Regolamento è stato concertato con le rappresentanze sindacali che lei diceva prima. Forse...» Quindi, a giudizio dell’assessore Notarangelo, il regolamento contestato dai rappresentanti della Cgil è stato concordato con le stesse Organizzazioni Sindacali che, all’atto della stesura, non hanno avuto niente da obiettare. Come si vede posizioni parecchio distanti. Esseggi Stefano Notarangelo Sulla questione elezioni dei rappresentanti degli anziani nei Centri Aperti Polivalenti, dopo le dichiarazioni degli esponenti dello Spi-Cgil, riportiamo la risposta che l’assessore ai Servizi Sociali, Stefano Notarangelo, ha fornito alla interrogazione consigliare presentata dal consigliere Roberto Leone (ds) che gli chiedeva chiarimenti in merito alle modalità di elezioni dei rappresentante degli anziani in seno ai CAP di Ginosa e Marina di Ginosa. Assessore Notarangelo. «Dunque, per quanto riguarda le votazioni e le modalità delle votazioni, nel Regolamento non è prevista proprio la votazione perché molto probabilmente, se c’è un minimo di collaborazione tra gli anziani, non ce ne sarà di bisogno. Io chiedo tre nominativi autonomamente decisi tra gli anziani. Quindi, se le candidature sono tre, non ci sarà bisogno di nessuna elezione. Ecco perché non ci sono le modalità della votazione. Se per caso le candidature, come recita l’avviso, saranno più di tre..., le candidature che riceverà Furti e rapine: Patarino scrive al Prefetto A sua Eccellenza - Il Prefetto Dott. Francesco Alecci - Taranto Stimatissimo Signor Prefetto, il proliferare di furti e di rapine che sta angustiando la vita quotidiana di gran parte dei cittadini di terra jonica, a cominciare dai più indifesi, si va trasformando in un’emergenza che richiede interventi e strategie immediate, sia per tutelare la sicurezza dell’oggi per le nostre comunità, sia per evitare che la recrudescenza di fenomeni criminosi si consolidi e si faccia più difficilmente reversibile. D’altronde le comunità umane si sono date leggi ed istituzioni soprattutto per salvaguardare meglio la sicurezza delle persone e dei beni, all’uopo delegando allo Stato ed alle sue espressioni periferiche l’esclusiva dell’uso della forza. Un compito che incombe prioritario su tutti coloro che hanno responsabilità di governo e ruoli di rappresentanza popolare a tutti i livelli. Con questa consapevolezza, La pregherei di valutare l’opportunità di convocare un incontro con tutte le forze impegnate nel territorio nelle politiche per la sicurezza (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizie municipali), e con l’eventuale coinvolgimento delle rappresentanze istituzionali locali e parlamentari, per una verifica concreta e puntuale delle problematiche esistenti e degli interventi da attuare. Per quanto nelle mie facoltà, sono a Sua completa disposizione. Nel ringraziarLa per l’attenzione, Le invio i più distinti saluti. Carmine PATARINO La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 attualità 17 Mineo e Costantino: energia elettrica dal sole, finanziati i progetti di 148 impresa, 22 nel tarantino Colto per la prima volta l’obiettivo dell’utilizzazione del 100% dei Fondi Europei, tra questi anche contributi per il fotovoltaico per 4,5 milioni di € BARI- Una tappa sicuramente, ma una tappa importante verso quella produzione energetica che tutti auspichiamo pulita e conveniente. E che soprattutto premi chi ha fatto ricerca e impresa in questo campo riuscendo a migliorare l’aspetto cruciale delle fonti di energia alternativa: il rendimento degli impianti “verdi” rispetto a quelli azionati dai cugini fossili, petrolio e carbone. La determina del dirigente del settore industria del 7 Dicembre 2006 n.1954 assegna a 148 imprese pugliesi contributi europei che coprono il 50% del costo di installazione di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica dalle radiazioni solari. 22 di queste sono imprese joniche che al di là della convenienza economica dell’operazione hanno creduto alla possibilità di produrre energia in maniera pulita utilizzando una fonte da sempre ottima ed abbondante in Puglia: il sole. Ben 291 sono invece le imprese che pur risultando ammesse potrebbero ricevere il contributo regionale a seguito di ulteriori stanziamenti. Come si intuisce facilmente i fondi gestiti dalla Regione Puglia sono soggetti alle politiche comunitarie, e specificatamente questi rivenienti dal Piano Operativo Regionale. Non a caso infatti l’articolo 1 del Regolamento generale sui Fondi Strutturali insieme ai tre obiettivi prioritari (sviluppo e adeguamento strutturale; riconversione economica e sociale; adeguamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione) pone l’accento sulla sostenibilità ambientale. Il contributo regionale in questa fase di sempre maggiore attenzione alle energie provenienti da fonti rinnovabili è determinante visti gli incerti risultati commerciali ottenuti dalle tante aziende che pure esistono e investono nel settore. Probabilmente però nel futuro si andrà verso la diffusione del conto energia. Pur non dando contributi diretti quest’ultimo dà però la possibilità di scalare dalla bolletta l’energia elettrica prodotta e immessa in rete. In questo modo si eliminerà la lunga fase burocratica e si selezioneranno meglio imprese e materiali in grado di assicurare il corretto rapporto con il gestore della rete elettrica. Va ricordato infatti che gli impianti finanziati sono per lo scambio di energia sul posto e non prevedono l’immissione in rete. E’ essenziale a questo punto coinvolgere quanti lavorano attorno al mondo dell’edilizia e dell’impiantistica. Sono questi i principali attori che devono consigliare l’utenza e immettere sul mercato immobiliare edifici che facciano della sostenibilità e dell’efficienza energetica, il loro fiore all’occhiello. Si parla ormai da anni dei progressi fatti in questi campo da paesi a più alte latitudini, che hanno ben poco sole, ma l’incertezza sui risultati più che i costi degli impianti scoraggiano il cittadino medio. Il pieno utilizzo dei fondi europei in questo campo da parte della Regione Puglia dimostra la nostra volontà di procedere con speditezza sul piano dell’ammodernamento strutturale del patrimonio immobiliare e del rispetto ambientale, concetto meglio espresso dalla parola sostenibilità. Ma va colta anche la capacità di sapere utilizzare al meglio ed interamente i Fondi Europei (raggiunto per la prima volta l’uso del 100% delle risorse) e la sensibilità dell’Assessorato allo Sviluppo Economico retto da Sandro Frisullo al tema delle fonti rinnovabili di energia. I Consiglieri Regionali Ds Luciano Mineo - Paolo Costantino COMUNICATO AVIS Si avvisa la cittadinanza che sabato 10 febbraio p.v. alle ore 19,30 presso il teatro “Alcanices” si terrà la consueta assemblea annuale dell’AVIS. Siete tutti invitati a partecipare. Si rende noto, inoltre, che la prossima raccolta di sangue sarà effettuata a Ginosa domenica 18 febbraio 2007 alle ore 8,30. Non mancate! 18 La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 attualità politica Taranto: I partiti del centrosinistra interpreti di pochade Difficile e improbabile la ricerc di un candidato sindaco… unitario Sì è davvero una lunga incredibile farsa quella che sta tenendo banco da mesi nella città bimare. Incontri e scontri si susseguono a Roma, Bari, Taranto. Ma fino al momento in cui sto per inviare questo articolo al giornale per la stampa non si riesce ancora a cavare un ragno dal buco. È stata nominata una ennesima Commissione, la quale, nel giro di una settimana, dovrebbe tentare la ricucitura dello strappo che si è verificato tra riformisti e integralisti a proposito dell’ormai famoso problema delle “primarie”. Le posizioni restano purtroppo immutate. Gianni Florido e i suoi alleati continuano ad affermare che questa consultazione popolare che dovrebbe precedere le elezioni della prossima primavera non si deve fare, mentre di diverso avviso sono Rifondazione Comunista e gli altri partiti che sostengono Stèfano e Liviano. Passi indietro ne sono stati fatti molti – dicono gli integralisti – segnali di disponibilità alla discussione sono stati innumerevoli. È stata data la disponibilità ad azzerare le candidature per riaprire lo spazio della discussione. Ma nulla è cambiato rispetto alle rispettive posizioni iniziali. Ci sono delle candidature autorevoli e legittime, si misurino con l’unico metodo democratico che oggi l’Unione ha individuato e condiviso a livello nazionale e regionale. Non si capisce perchè Taranto debba fare eccezione. Le primarie sono in questo senso la garanzia dell’unità della coalizione. Intanto, c’é una novità: tronconi (da una parte Gaetano Carrozzo con un notevole numero di dirigenti ed iscritti al Partito e dall’altra il segretario provinciale Giannico con un seguito più numeroso di diessini che sostengono la candidatura di Florido, senza che vi siano le primarie) si sono saldati. In proposito è stato approvato all’unanimità un documento in cui vengono affermate tre cose: 1) sì all’azzeramento delle candidature di Forido, Liviano e Stèfano, come deciso dal tavolo regionale dell’Unione; 2) ricerca di un candidato sindaco forte e autorevole che, nell’area del centro-sinistra, possa unire ed aggregare tutti i partiti della coalizione; 3) il ricorso alle primarie qualora questa ricerca si concludesse con un nulla di fatto. La commissione unionista nominata nell’ultima riunione dell’Unione dovrà consultare i rappresentanti degli altri partiti per poi stilare una “rosa” di nomi alternativi a quelli già in campo. A credere che alla fine la partita si concluderà in maniera positiva sono davvero in molti. Tra questi ci siamo anche noi. Sarà difficilissimo che la “vecchia volpe” di Rifondazione comunista, Ciccio Voccoli, farà dietrofront sulla candidatura di Stèfano, notoriamente sostenuta dai dirigenti nazionali e regionali dello stesso partito. Secondo noi Voccoli ha accettato l’azzeramento delle candidature già esistenti, perchè convinto che tutto rimarrà come prima. Per Rc scendere in campo con un candidato come Stèfano è molto importante, in quanto il famoso pediatra è molto stimato dalla popolazione tarantina. Soprattutto fra i ceti meno abbienti. Egli, peraltro è stato anche senatore della Repubblica e, se qualcuno non gli avesse fatto lo “sgambetto”, molto probabilmente sarebbe stato eletto sindaco di Taranto in una consultazione elettorale precedente. Forse, è anche per questo motivo che Florido non vuole le primarie? Nei giorni scorsi, il Presidente della Provincia si è recato a Roma con l’avv. Michele Pelillo de “La Margherita”. Un viaggio che rientrerebbe in un eventuale accordo tra le due formazioni politiche (Lista Florido e Margherita) per strappare all’ala radicale dell’Unione ogni eventuale velleità di far salire un proprio candidato sul palazzo di città a Taranto. Peraltro, non va dimenticato che a livello nazionale sono in corso “manovre” per la formazione del Partito Democratico, cui sono affezionati sia Rutelli che Fassino. In questa intricata situazione, assume rilievo anche una dichiarazione di Cosimo Borracci- no, capo gruppo dei comunisti italiani alla Regione Puglia, il quale ha scritto a chiare lettere a Gianni Liviano che può scordarsi l’appoggio del Pdci, perché il Presidente de “La città che vogliamo” negli ultimi tempi, si è lasciato andare ad alcune critiche nei confronti dell’Unione «L’unità del centrosinistra – scrive Borraccino – come bene prioritario è al di là dei personalismi di sorta. Ti ho sempre sostenuto per la tua candidatura alle primarie, che anch’io ritengo utile strumento di democrazia e di partecipazione, ma le stesse non possono essere il fine ma il mezzo per raggiungere l’unità della coalizione, cosa che, con le tue costanti e sempre più frequenti esternazioni stai minando». È, quindi, molto probabile che Liviano scenderà in campo da solo, anche perché i partiti dell’Unione lo hanno letteralmente ignorato non invitandolo alle tante riunioni che si sono svolte, alla ricerca del candidato sindaco. Come si vede, la decisione di Liviano costituisce un altro elemento di difficoltà e di disturbo nel percorso che dovrebbe portare alla individuazione di un candidato sindaco. Il quale – affermano i partiti della coalizione – dovrebbe essere «una persona esperta dei processi amministrativi e gestionali della cosa pubblica; dovrà possedere le capacità concrete di porre mano nel più breve tempo possibile al bilancio del comune capoluogo e alla rimodulazione della sua macchina amministrativa; dovrà avere personalità e statura tale da potersi confrontare senza imbarazzo e senza difficoltà sia con il governo regionale che con il governo centrale. Il nome individuato dovrà essere in grado di rappresentare un punto di equilibrio unitario dell’intera Coalizione ricucendo e risanando tutte le lacerazioni che il dibattito delle ultime settimane potrà aver generato? Ci fermiamo qui. E vi pare poco? Forse se ci fosse qualcuno in possesso di poteri sopranaturali capace di animare le statue di creta si potrebbe andare a … Grottaglie. Salvatore Rizzo attualità La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 Marcia della Pace 2007 19 Per l’Azione Cattolica il mese di gennaio è il mese della Pace. Al termine di questo mese l’Associazione ha voluto proporre alle tre Parrocchie e a tutti gli abitanti di Ginosa, una marcia per la Pace. Ben volentieri S. Martino, Cuore Immacolato e Cristo Risorto hanno fatto propria l’iniziativa, e hanno deciso di organizzare la marcia per sabato 27 gennaio alle ore 20,30. Appuntamento alla ex-chiesa Cristo Risorto, in via Roma. Alle ore 19,30 una sottile pioggerella, unito ad un freddo pungente, sembrava mandasse tutto a monte. E invece, a poco a poco, si è riunita tanta gente che, sfidando freddo e pioggia ha voluto testimoniare che la PACE è uno dei valori più sentito. Accanto alle Aggregazioni laicali cattoliche (Azione Cattolica, AGESCI, MASCI, Comunità Neocatecumenali…) si è notata la presenza di Associazioni laiche come l’ARCI: la pace è un tema che unisce… Erano presenti i sacerdoti di Ginosa, le suore… Abbiamo notato con piacere la presenza dei Consiglieri Regionali Paolo Costantino e Pietro Lospinuso, del Consigliere Provinciale Augusto Pardo, del vice-sindaco Felice Vizzielli e di numerosi consiglieri di maggioranza e di opposizione, segno che anche le Istituzioni sono sensibili a questo grande tema. Illuminato dai flambesux, il corteo ha iniziato a sfilare preceduto da un grande striscione con lo slogan della marcia: «La persona, cuore della pace». Altri cartelli: “Droga, sesso, alcool: divieto di sorpasso. Voi giovani siete forti e avete vinto il male”; “Razzismo. Amore obbligatorio. Ama il prossimo tuo come te stes- so”; “È bello ciò che piace. ACR”; “Famiglia diventa ciò che sei. Chiedi la pace, prega per la pace, lavora per la pace”. Durante la marcia, canti per la pace, preghiere, brani di Madre Teresa, di Helder Camara, di Giovanni Paolo II, di Gianni Rodari, hanno aiutato a riflettere e meditare. Alle 22,15 il corteo è arrivato, dopo aver attraversato buona parte di Ginosa, in piazza IV Novembre. Dopo la lettura del brano evangelico delle beatitudini, ha preso la parola padre Gilberto. «Innanzitutto ringrazio tutti voi che avete partecipato a questa marcia nel Giorno della Memoria, del ricordo dell’Olocausto, che cade proprio oggi, 27 gennaio. Domanim 28 gennaio, è la Giornata dei malati di lebbra: ricordiamo il grande apostolo dei lebbrosi, Raoul Follerau, che tanto si è battuto contro la guerra e gli armamenti, con il suo famoso slogan: «Un giorno di guerra per la pace, meno carri armati e più aratri, meno bombardieri e più ospedali, meno bombe e più pane. Per tutti». Riecheggia la profezia di Isaia: «Forgeranno le loro spade in vomeri …». Certo, tutto questo può sembrare un sogno, un’utopia, ma anche Martin Luther King, ricordate?, aveva un sogno: “Io ho un sogno, che un giorno i bambini neri e le bambine nere uniranno le loro mani a quelle dei bambini e delle bambine bianche per camminare insieme come fratelli e sorelle…”, e questo sogno si è realizzato. Vi propongo - ha aggiunto - due brevissime poesie di Bertold Brecht: La guerra La guerra che verrà / non è la prima: Prima / ci son state altre guerre./ Alla fine dell’ultima / c’erano vincitori e vinti. / Tra i vinti la povera gente / faceva la fame. Tra i vincitori / faceva la fame la povera gente ugualmente»: Generale Generale, il tuo carro armato è una macchina potente: / spiana i boschi e sfacella cento uomini. / Ma ha un difetto: / ha bisogno di un carrista. / Generale, il tuo bombardiere è potente: / vola più rapido di una tempesta e porta più di un elefante. / Ma ha un difetto: / ha bisogno di un meccanico. / Generale, l’uomo fa di tutto. / può volare e uccidere. / Ma ha un difetto: può PENSARE.» Si… e allora pensiamo… pensiamo anche noi alla bellezza della vita che non possiamo permettere venga distrutta dalla guerra… pensiamo al grande dono della Pace che Dio ci fa: «Pace in terra agli uomini di Dio…» Dio ci fa questo grande dono della pace, ma non ci obbliga, non ci costringe, la pace non ce la butta addosso, ma ce la dona come regalo che noi dobbiamo scegliere e costruirci. Abbiamo ascoltato le Beatitudini: «Beati i costruttori di pace». E allora, costruiamoci, questa pace, nelle nostre famiglie, nelle nostre Parrocchie, nella nostra città… e - ha concluso - anche noi sogniamo in grande e il nostro sogno si realizzerà». La manifestazione si è conclusa con il lancio dei palloncini e la distribuzione di un volantino-segnalibro, con l’impegno di tutti i partecipanti a promuovere una iniziativa caritativa concreta interparrocchiale. Un marciatore La mia prima “Marcia della Pace” state tante e varie e diverse: abbiamo preso brani del vangelo, racconti, poesie, frasi ad effetto. Certo l’impronta cattolica ci ha accompagnato fino alla fine, tant’è che lo stesso Padre Gilberto (Magni) l’ha definita più processione che marcia per la pace. Ma d’altronde non poteva essere diverso: l’iniziativa era interparrocchiale!! Il tempo gelido certamente non è stato un nostro grande alleato, ma non ci ha spaventato e non ha fermato il nostro scopo: quello di esserci e farci sentire. A tal proposito vorrei ringraziare i politici: di destra o di sinistra erano con noi (e non ce lo aspettavamo). Anche se qualcuno se l’è un po’ presa perché per le troppe preghiere, e noi a dir il vero per le troppe chiacchiere di chi non pregava. Ma conta alla fine il risultato: che a mio modestissimo parere è stato buono. Abbiamo camminato, pregato, cantato, qualcuno forse ha anche riflettuto. In fondo è ciò che occorre fare: riflettere molto bene su questa tematica della pace: molto di moda ma alla fine poco compresa. Un po’ tutti pensiamo che la pace sia solo assenza di guerre e riguardi i popoli stranieri e molto lontani da noi. Infatti non è mancato chi ironicamente ha commentato: “una marcia per la pace? A cosa serve, noi non siamo in guerra”!!! Ma c’è un senso. La PACE ci riguarda in prima persona, nelle nostre piccole realtà quotidiane. Partire da noi, essere nel nostro piccolo costruttori di PACE per allargare il raggio di azione. Noi abbiamo gettato un seme e il nostro intento era farci sentire. Speriamo di esserci riusciti, quand’anche non fosse così... che dire? Ci riproveremo! GRAZIE al SER e al Corpo di Polizia Municipale che ne hanno permesso la realizzazione, ma soprattutto GRAZIE a tutti coloro che hanno partecipato e lavorato. GRAZIE A TUTTI. “NON IMPORTA CHE TU SIA UOMO O DONNA FANCIULLA O VECCHIO, OPERAIO O CONTADINO, SOLDATO O STUDENTE O COMMERCIANTE, NON IMPORTA QUALE SIA IL TUO CREDO POLITICO O RELIGIOSO SE TI CHIEDONO QUAL È LA COSA Più IMPORTANTE PER L’UMANITÀ PRIMA, DOPO, SEMPRE: LA PACE!” (Tien-Min, Poeta Cinese) Alla prossima. Francesca Egregio Direttore, Mi permetto di inviarle questi appunti per esprimere un pensiero a proposito della MARCIA PER LA PACE, che si è svolta sabato 27 gennaio scorso. Faccio parte dell’organizzazione, e per me è stata la prima marcia della pace, organizzata si, ma soprattutto vissuta. Quando mi hanno illustrato il progetto il mio entusiasmo è stato tangibile, ma subito dopo le difficoltà non sono mancate: materiale da ricercare, tempistica, inviti, idee diverse da mettere insieme. L’ostacolo-sorpresa ce l’ha fornita internet: il materiale che ci presentava era altamente politico o al contrario fortemente religioso. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta: le suore, i ragazzi i gruppi, e tutti quelli che ci hanno aiutato. Siamo partiti da un’impronta chiaramente cattolica! La promotrice dell’iniziativa infatti è l’Azione Cattolica, gruppo che dedica l’intero mese di gennaio alla preghiera per la pace. L’ispirazione per lo slogan ce l’ha fornita il discorso di Papa Benedetto XVI: “LA PERSONA, CUORE DELLA PACE”, ma poi le citazioni sono 20 La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 eventi e commenti Premio Bontà 2006 Ben riuscita la 7ª edizione organizzata dalla Fondazione “Ing. Luigi Sarno” Il 25 gennaio scorso, in un teatro Metropolitan gremito in ogni ordine di posto si è svolta la 7^ edizione del Premio Bontà 2006. La serata è stata condotta come di consueto da Gino Dell’Orco e Maria Florenzio, che hanno saputo brillantemente coinvolgere il pubblico di grandi e piccoli, in un susseguirsi di emozioni e spettacolo. Dopo la presentazione Power Point sulla vita dell’Ing. Luigi Sarno, tragicamente interrotta durante la Seconda Guerra mondiale (la sua nave fu bombardata), il pubblico ha assistito alla proiezione di un filmato, con interviste a bambini dell’I. C. “S.G. Bosco”, ad alcuni passanti in strada, a commercianti, dipendenti dell’Ufficio Postale, insomma gente comune, che ha dato una personale definizione della bontà. Davvero originale! Al termine del filmato Patrizia, zia del compianto Antonio Rizzi, il ragazzo tragicamente scomparso per un incidente stradale il 26 novembre scorso, ha cantato un’emozionante canzone di Eros Ramazzotti “Sta passando novembre”, momento di forte commozione, per ricordare Antonio, Vito Parisi e Raffaele Rosato. Dopo il saluto agli ospiti intervenuti tra i quali S.E. Mons. Pietro Maria Fragnelli, il Sindaco Luigi Montanaro, il Sindaco di Laterza Giuseppe Cristella, i Consiglieri Regionali Paolo Costantino e Pietro Lospinuso, nonché il Presidente della Fondazione Giuseppe Mele il fondatore ed ideatore del Premio, il Notaio Carmine Sarno, i membri della Fondazione: Maria Giannini, Imma Divitofrancesco, Maria Luisa Paciulli,Giovanni Tamborrino, la serata ha avuto un fuori programma. Sul palco, infatti, è salito il giornalista Candido Cannavò, ex Direttore del- la Gazzetta dello Sport, presente a foto Erasmo Mazzone Ginosa per presentare il suo libro”E li chiamano disabili” e presenziare alla serata in onore del nostro concittadino, Stefano Cazzetta, che dopo il Premio come miglior giornalista sportivo dell’anno, ha ricevuto dall’Amministrazione Comunale un riconoscimento.In questa occasione, Cannavò ha donato una copia con dedica al nostro Vescovo. La serata è poi proseguita con gli alunni della Scuola dell’Infanzia dell’I.C.”S.G. Bosco”, che sotto la guida delle docenti Adele Carrera, Chiara Coppa, Pia Casamassima, Pina Fortunato e Lucia Massaro hanno cantato due canzoni ispirate alla pace ed all’amicizia esponendo un grande arcobaleno di mani. Il primo premio della serata è stato consegnato proprio al Notaio Sarno, dalle mani di Suor Teresa, Superiora delle suore Oblate di Maria Vergine di Fatima, che insieme alle sue consorelle Francesca e Michela, hanno voluto esprimere la loro gratitudine a colui il quale ha tanto voluto ed ottenuto il ritorno di un ordine religioso femmi- nile a Ginosa. Visibilmente emozionato, il Notaio, circondato dai bambini, ha ribadito, con semplicità, quanto sia facile essere buoni, anche coltivando piccoli gesti quotidiani verso chi è meno fortunato di noi. E’ stata poi la volta degli interventi delle autorità politiche. Il Sindaco laertino Cristella ha sottolineato la sua emozione per l’andamento della serata e di come si abbia bisogno di cose positive per le nostre comunità. Del suo stesso avviso è stato il suo omologo Luigi Montanaro. Il sindaco ginosino ha infatti ribadito come, dopo i recenti casi di cronaca, ci sia un urgente bisogno di bontà. “Il premio- ha poi aggiunto Montanaro- può e deve essere un modo per aiutare i più bisognosi”. Anche il Dirigente Scolastico del “S. G. Bosco”, Vincenzo Calabrese, nel suo intervento, rifacendosi al tema della serata pensato da Mons. Fragnelli, “Formare i giovani di forte personalità: una sfida possibile?”, ha ribadito il ruolo fondamentale della scuola in tutto questo. “La scuola- ha detto Calabrese- mette al centro l’uomo, la persona, nella sua crescita culturale e civile. In questo progetto siamo tutti coinvolti in una sorta di patto pedagogico, per cui lavoriamo quotidianamente”. Il Presidente della Fondazione, Giuseppe Mele ha ringraziato Gino Dell’Orco, per l’impeccabile organizzazione ed ha poi salutato Camilla Guarnieri e Diego Leobardi, per ricordare che la morte dei loro figli, Antonio e Mimmo, come quella di Vito e Raffaele, non sia stata vana, al fine di fare comprendere a tanti giovani quanto sia importante la vita. Sono seguiti poi gli interventi dei Consiglieri regionali Paolo Costantino e Pietro Lospinuso. L’esponente di AN ha espresso la sua felicità per il premio e ha ringraziato il Notaio Sarno per aver avuto questa eventi e commenti idea.”Tutti dobbiamo fare quadrato- ha detto Lospinuso- perché possiamo far crescere i giovani in un mondo positivo”. Costantino ha ricordato come sia tornato a seguire la manifestazione dopo alcuni anni, dopo che la 1^ edizione si è tenuta proprio durante il suo secondo mandato da Sindaco di Ginosa.”Dopo tutto questo tempo – ha sottolineato il Consigliere diessino- noto con soddisfazione che la manifestazione è cresciuta. La stessa presenza del Vescovo la rende ancora più significativa. E’ un premio legato al nostro territorio, che fa crescere la comunità e la sua longevità testimonia il fatto che il premio è sentito da tutti”. E’ seguita poi la testimonianza di Padre Luigi Colleoni, Parroco della Parrocchia del Cuore Immacolato di Maria, che da 17 anni lavora per il recupero dei giovani vittime della tossicodipendenza. Ha ricordato una delle prime giovani che ha aiutato, Rosita. Una ragazza che dopo aver completato il suo programma di recupe- ro in una delle Comunità di Don Benzi, è stata in Africa, presso una comunità di bambini malati di AIDS, ha adottato lei stessa due bambini e, al suo ritorno, si è sposata e oggi guida una comunità di Don Benzi a Bologna.“Noi curiamo la persona e le facciamo vivere relazioni importanti. I giovani – ha proseguito Padre Luigi- hanno bisogno di incontrare persone vere”. L’altra testimonianza significativa è stata quella di Mons. Pietro M. Fragnelli. Il Vescovo di Castellaneta pensando al La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 21 tema per la serata, ha fatto riferimento ad un passaggio del Concilio Vaticano II, che afferma come bisogna formare i giovani di forte personalità. Da qui il tema scelto per la 7^ edizione del premio bontà. “Venendo questa sera a Ginosa ho pensato di tradurre questo tema in 4 parole: grandezza, come quella d’animo che dovrebbero avere gli educatori, per formare animi giovani; l’intelligenza: abbiamo il compito di formare le nostre intelligenze, quelle dei nostri giovani e tutti devono concorrere a questo. La lentezza: le personalità forti devono misurarsi con la lentezza. Valorizzare la lentezza nel rapporto umano, nell’educazione, nella didattica a scuola. I tempi formativi sono sempre lunghi. L’amicizia: dobbiamo mettere in condizione i giovani di fare amicizie significative.. Questi sono i valori della magnificenza e della grandezza di Cristo. Alle famiglie dei ragazzi scomparsi in quest’ultimo mese voglio dire: siete sempre nel mio cuore”. Al termine della serata sono stati consegnati i Premi Bontà 2006 alla Sig.ra Michela Mennuni Gigante, per il suo impegno con i ragazzi tossicodipendenti della “Comunità Emmanuel” di Marina di Ginosa; il secondo premio è stato consegnato alle Sig.re Maria Tralli, Lucia Matera e Rosanna Clemente di Laterza, per la loro attenzione ai più deboli. Le cose ordinarie che queste donne hanno compiuto, a loro giudizio, il premio le ha fatte diventare straordinarie. Sicuramente, come ha anche ricordato la prof.ssa Maria Giannini a conclusione della premiazione, questa serata ha fatto riscoprire l’integrazione di due paesi come Laterza e Ginosa e le qualità che si celano in ciascuno di noi. Ricordo che la serata è stata anche allietata dalle note del quintetto d’archi “L’altro ‘900” e dalla bellissima voce della soprano Nunzia De Giorgi. Rosamaria Busto 22 La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 eventi e commenti Galà Gran Premio 2006 Un anno… con i Runners La Società Sportiva di Atletica “Runners” Ginosa dopo un anno di successi regionali e nazionali, ha organizzato una deliziosa e coinvolgente serata, lo scorso 1 febbraio, per premiare i suoi numerosi altleti saliti sul podio nel corso dell’anno appena trascorso. La manifestazione si è svolta presso il Teatro Alcanices, con una folta cornice di pubblico, non solo di appassionati. Gianluca Catucci e Francesca Rodolfo, ormai coppia fissa nel mondo della comunicazione, hanno presentato la serata. L’inizio è stato caratterizzato dalla proiezione di un filmato che ha ripercorso le tappe principali di un anno di gare, dove spiccava quella tenutasi a Ginosa nel giugno 2006 valevole come tappa del Campionato regionale Corripuglia. E’ stata poi la volta del Presidente, José Punzi, che ha espresso la sua soddisfazione per i traguardi raggiunti dalla Società in poco meno di due anni. Quest’anno infatti hanno ricevuto la coppa per essersi piazzati al 2° posto nella classifica regionale del Corripuglia 2006, dietro una delle società più forti e blasonate. “Il premio di questa sera – ha proseguito Punzi – è nato dall’idea di incentivare la partecipazione alle gare. Questa sera, tra glia altri, saranno premiati colo i quali hanno raggiunto le tredici gare e dunque hanno permesso alla squadra di accumulare punti per la classifica generale”. Il Presidente ha poi ricordato la partecipazione della società ad alcune gare nazionali: la mezza maratona di Roma-Ostia, di Teramo, di Barletta e di Corigliano Ha poi ricordato che il prossimo 22 aprile a Ginosa si correrà la 3^ tappa del Campionato Corripuglia 2007.Per questo ha ringraziato l’Amministrazione Comunale per la sensibilità dimostrata nei riguardi di tutte le iniziative realizzate dalla So- cietà fino ad ora e gli sponsor che hanno creduto in essa. Gialuca ha poi ceduto la parola al Segretario della Runners, Rocco Leone, che insieme a Punzi e a Mario Stigliano è stato tra gli organizzatori della serata. Il Segretario ha ringraziato i nuovi sponsor che hanno contribuito alla realizzazione della nuova divisa della Società, tuta, divisa da gara e borsone: Giacumbo Marmi, Macelleria Equina di Giovanni Andriulli di Montescaglioso.”Abbiamo percorso circa 2500 Km, partecipando a tutte le gare del Campionato. Ogni domenica, da marzo a dicembre, per questo voglio ringraziare le nostre famiglie, mogli e figli, che ci permettono di fare tutto questo, anche con spirito di sacrificio, per questo li ringraziamo per la pazienza che hanno nei nostri riguardi, nel seguire la nostra vita di sportivi”. Il Sindaco, Luigi Montanaro, ha ricordato come da subito abbia sposato l’idea dei Runners, visto il loro coinvolgente entusiasmo, quasi da ragazzini. Ricorda con emozione il momento in cui ha indossato i panni dello starter, per dare avvio alla gara svoltasi a Ginosa lo scorso giugno e di come tutta la cittadinanza, in quella stessa occasione abbia partecipato numerosa.”Riproporla anche quest’anno – ha continuato il sindaco – sarà un’occasione per farci conoscere ancora di più a livello regionale e nazionale”. La premiazione è stato poi il momento centrale della serata. I primi ad essere premiati con un Attestato, sono state le segue a pag. 24 24 La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 attualità Rosamaria Busto riceve il riconoscimento per La Goccia segue da pag. 22 giovani promesse della Società: Claudia Di Trani, Giuseppe Leone e Alessandro Punzi, tutti “figli d’arte” che si sono distinti per la categoria ragazzi. Sempre con Attestato sono stati premiati: Sergio Leone, Rocco Stani, Nico Bitetti Mario Sangiorgio, Luigi Saraceno, Franco Sozio,Giuseppe Basta, Giuseppe Ciarfaglia, Gianluca Catucci, Giuseppe Giacumbo, Mino Luisi, Matteo Delfino. Coloro i quali hanno invece raggiunto le tredici gare hanno ricevuto una targa: Nicola Galante(cat.Ragazzi), Federico Luisi(cat. Cadetti), Carpignano angelo(cat. Allievi);Vincenzo Bitella, Carmine Malvani, Mario Stigliano, Rocco Dipalma, Camillo Di Donato(cat. AmatoriTM), Patrizia Carriero (cat. Amatori TF), unica donna della Società per altro 4^ classificata al Corripuglia 2006. Per la cat. Master 35 sono stati premiati: Domenico Lorusso, Vincenzo Leone classificatosi al 4° posto nella classifica reg.), Gaetano Basta, Mancino Domenico, Vito Contuzzi; per i Master 40: Pietro Tortorella (anche 4° al Corripuglia),Rocco Leone, Pino Salluce, Domenico Sannelli, Giovanni Andriulli (4° nella classif. Reg.); Francesco Tocci, Giovanni Bozza, Antonio Galante, Michele Carpignano (cat. Master 45); Francesco Santantonio (4° in class. gen. reg.), José Punzi, Rocco Palomba (cat. Master 50), Antonio Lamanna per la cat. Master 55. Sono stati consegnati anche dei riconoscimenti al Sindaco Montanaro, al Delegato allo Sport, Gianni Limitone, alla redazione Sportiva del nostro giornale, alla Redazione di Alleanza Jonica, al Consigliere Regionale Dott. Paolo Costantino, che nel ricevere la targa ha sottolineato l’importanza di fare sport, in particolare per i ragazzi, visto l’alto tasso di obesità infantile in Puglia. “La Runners – ha detto Costantino – contribuisce sicuramente a far amare lo sport nel nostro territorio e dare un esempio di come faccia bene alla salute di grandi e piccoli”. E’ stata la volta della Società Sportiva Nuova Atletica Laterza, da cui la Runners è nata. Un riconoscimento è an- dato alla Polizia Municipale e al SER per il servizio d’ordine prestato durante le manifestazioni. Premiati anche gli sponsor: Marmi Giacumbo, Macelleria G. Andriulli. Un riconoscimento è andato anche alla Redazione giornalistica del Corriere del Giorno e al Cons. Reg. Pietro Lospinuso (assente per motivi di lavoro). Al termine della serata, Mario Stigliano è riuscito a strappare una promessa al Sindaco, per avere una struttura di atletica a Ginosa e far ritornare alcuni nostri ragazzi, iscritti al Campo Scuola di Atletica “Rocco Scotellaro” di Matera ad allenarsi in casa. Speriamo bene! La serata organizzata dai “Runners” è stata all’insegna dell’amore dello sport, della cordialità, dello spirito di squadra, della passione e la solidarietà tra atleti. Tutti valori che in questi giorni di violenza, dopo i fatti accaduti a Catania, ci fanno riflettere su come debbano essere valorizzati i cosiddetti sport minori, a discapito del calcio, che ormai tutto è tranne che uno sport. Grazie Runners! Rosamaria Busto Un pesce da record Una spigola di 9 chili pescata dal parrucchiere Maurizio Pescare un pesce enorme, unico nel suo genere, il famoso “Big Fish” dell’omonimo film di Tim Burton, è forse il sogno di tutti i pescatori. Ma quando il pesce in questione è come quello della foto, il sogno diventa leggenda. Una leggenda che questa volta si è avverata. Infatti alcuni giorni fa, sulle nostre spiagge Maurizio Cristella, parrucchiere marinese, ha pescato con la tecnica dello scannetto una spigola di nove chili, superando così il record di un altro marinese che lo scorso anno aveva pescato un esemplare di circa otto chili. Una bella soddisfazione per Maurizio, appassionato di pesca e praticante di surf-casting, che con questo pesce da record vede premiata la sua grande passione per la pesca, praticata come hobby da molti anni. Ma la spigola gigante pescata da Maurizio deve essere motivo d’orgoglio anche per tutti i marinesi e soprattutto per quei pescatori dilettanti che si dedicano con tenacia e costanza alla pesca usando uno strumento artigianale come lo scannetto. Complimenti, Maurizio! Walter Cardamone La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 attualità La parola agli inserzionisti 25 rubrica a cura di Mariacarmela ribecco Regalopoli, un mondo fatto di oggettistica e fantasia. Passione e grinta della giovane imprenditrice Marilena Gigante. Colore, fantasia e originalità, questi alcuni degli ingredienti che rendono il negozio d’oggettistica in Via G. Matteotti n° 3 … Regalopoli. Pensate a quante volte vi sarete soffermati, anche se frettolosamente, a guardare per qualche minuto la sua vetrina ricca d’idee regalo. Sicuramente molte volte. Il nostro viaggio tra gli inserzionisti ci ha portato in un “piccolo paradiso” dedicato all’oggettistica. Ad accoglierci la cordialità e la simpatia di una giovane proprietaria, Marilena Gigante, che ci ha raccontato della sua esperienza nel settore dell’oggettistica e nel contempo presentandoci un’attività, ormai ben radicata, nella nostra comunità. Da quanti anni lavori in questo settore? «Ho rilevato il negozio otto anni fa. L’attività esistente già da circa due anni. L’idea di vendere oggetti da regalo non è stata mia. Prima di improvvisarmi negoziante ho fatto la commessa per due anni. Se qualcuno mi avesse detto, quindici anni fa, che negli anni successivi sarei stata a capo di un’attività tutta mia probabilmente non ci avrei creduto. Allora i mie progetti erano altri. Tutto è iniziato quando una mia amica mi ha proposto di comprare il negozio, ho accettato perché mi piaceva l’idea. Nel corso degli anni l’impronta non è stata mai cambiata. Ho aggiunto, e in seguito eliminato, delle ditte che non andavano ma l’immagine del negozio non si è mai modificata nel tempo. Ho sempre cercato di offrire un articolo diverso e alternativo.» Qual è il tipo l’oggettistica che il cliente può trovare tra gli scaffali di Regalopoli? «Si chiama “regalopoli” perché l’intento è quello di offrire un regalo adatto a tutte le occasioni e che spazi abbracciando tutte le età. Si parte dal regalo dedicato all’infanzia, per poi passare a quelli per gli adolescenti e terminare con oggetti dedicati alla casa, quindi alle signore. I miei articoli sono realizzati interamente a mano, chi li acquista sa di possedere un oggetto esclusivo. Gli orologi che vendo, per esempio, sono unici perché realizzati da un artigiano pugliese. Tra le ultime novità, esposte sugli scaffali, anche la vendita di oggetti simpatici e divertenti adatti per una festa di laurea, per all’addio al nubilato e al celibato oppure per un matrimonio. Sono stati gli stessi clienti a consigliamene la vendita.» Progetti futuri? «Un progetto che spero di realizzare presto riguarda il settore delle bomboniere. Sto prendendo contatti con cooperative e associazioni che realizzano oggetti secondo i principi del commercio Equo e Solidale.» Equo e Solidale? «Il commercio Equo e Solidale promuove opportunità di lavoro a condizioni giuste a quelle categorie più deboli di lavoratori.» Un consiglio per chi decide di aprire una nuova attività? «Si vuole molta fortuna. Posso dire di lavorare con una certa serenità solo dopo otto anni di attività. Decidere di aprire un negozio per avere guadagni facili, e veloci è un’idea sbagliata. Ci vuole perseveranza, si deve conquistare la clientela, nel tempo, e dimostrare di essere credibili e competenti.» Un esempio di imprenditoria femminile che merita tutte le attenzioni da parte della nostra comunità. A Marilena Gigante, l’augurio di ricevere ancora molte soddisfazioni e a Regalopoli di continuare ad accompagnare il nostro desiderio di sbalordire amici e parenti con oggetti sempre più originali. 26 La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 eventi e commenti Dal Concilio il nuovo dialogo 1 Chiesa – società L’intervento del vaticanista di Rai3, Aldo Maria Valli, in occasione della festa diocesana dei giornalisti, che si è svolta presso il Centro Pastorale “Lumen Gentium”. Pubblichiamo l’intervento del giornalista Aldo Maria Valli, Vaticanista di Rai3, tenuto in occasione delle celebrazioni per la festa del Patrono dei giornalisti, San Francesco di Sales. Aldo Maria Valli e mons. Pietro Maria Fragnelli Prima di tutto, affrontando questo tema così ampio e complesso, sento il bisogno di fornirvi la mia carta d’identità, in senso anagrafico, culturale e religioso, perché è importante conoscere il punto di vista di chi parla. Sono credente, ho quasi cinquant’anni, faccio il giornalista, vivo in un ambiente profondamente secolarizzato (dove la prospettiva religiosa è apparentemente lontana) e il mio essere laico cattolico (sottolineo: laico e cattolico, perché sono contrario all’uso arbitrario dell’aggettivo laico inteso come non cattolico o non credente) è stato segnato in modo molto incisivo dal lungo pontificato di Giovanni Paolo II, papa dall’insegnamento multiforme, ma di cui vorrei ricordare qui due espressioni che per me sono state ricche di significato. Innanzitutto il brano della prima enciclica di papa Wojtyla (4 marzo 1979), la Redemptor hominis, in cui scrive: “Essendo quindi quest’uomo la via della Chiesa, via della quotidiana sua vita ed esperienza, della sua missione e fatica, la Chiesa del nostro tempo deve essere, in modo sempre nuovo, consapevole della di lui situazione” (14). L’uomo, ogni uomo concreto, non solo il credente e non solo il cattolico, e non l’umanità in senso astratto, è la via della Chiesa, che deve trovare il modo di entrare in contatto con lui (il che spiega anche il perché dei viaggi apostolici di Giovanni Paolo II). E poi il “Duc in altum!” (Lc 5,4) ovvero “prendi il largo”, le parole pronunciate da Gesù sulla barca di Simone e che Giovanni Paolo II ha riproposto alla Chiesa nella lettera pastorale Novo millennio ineunte (6 gennaio 2001), come consegna alla fine del grande giubileo dell’anno duemila. Pietro e i primi compagni, fidandosi delle parole di Cristo, gettarono le reti “e avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci”. Dall’insegnamento di questo papa ho tratto una formula che lui ha applicato soprattutto nei confronti dei mass media ma che secondo me riassume anche il suo lascito spirituale e culturale: vigilanza e fiducia, anzi vigilanza nella fiducia. Questa sera però farò riferimento anche a un altro pontefice, ingiustamente dimenticato: Paolo VI, che proprio durante il Concilio scrisse nella sua prima enciclica, l’Ecclesiam suam (6 agosto 1964), quello che si può forse definire l’autentico “manuale” di dialogo per i cristiani del nostro tempo. Un testo che, nonostante i decenni trascorsi, conserva un’attualità stupefacente. Il titolo del nostro incontro parla di “nuovo dialogo” tra Chiesa e società. In effetti un dialogo c’è sempre stato, fin dalla prima predicazione di Gesù. Il dialogo non nasce con il Concilio. La Chiesa, possiamo dirlo, è dialogo. C’è una relazione diretta tra religione cristiana e comunicazione. All’origine della fede c’è per il cristiano una rivelazione e c’è, letteralmente, una buona notizia, ovvero il Vangelo. Rivelazione e notizia sono parole del giornalismo! La Chiesa è stata istituita per annunciare una notizia, e Gesù stesso è stato un grande comunicatore, così come grandi comunicatori sono stati gli apostoli, molti santi e molti papi. Ma Dio stesso è un comunicatore: nella Bibbia mantiene un dialogo continuo con l’uomo e addirittura trasforma il verbo in carne; manda sulla terra suo figlio, un uomo vero, proprio per poter comunicare con noi e in questo modo salvarci. E la preghiera non è anche un dialogo? Noi cristiani, come ci ha insegnato Gesù, ci rivolgiamo a Dio chiamandolo padre. Il nostro rapporto con il divino è intessuto di comunicazione. E’ indubbio comunque che dal Concilio è arrivata davvero una spinta verso un nuovo dialogo. Nuovo in che senso? Per rispondere mi faccio aiutare da papa Benedetto XVI, che alla fine del 2005, rivolgendosi alla curia romana, ha spiegato che il Concilio non va considerato alla stregua di una costituente che elimina una costituzione vecchia per sostituirla con una nuova. I padri conciliari non possedevano tale mandato, nessuno lo ha mai dato loro e nessuno poteva darglielo perché nella Chiesa la costituzione è il Vangelo e viene dal Signore. Altrettanto sbagliato, secondo il papa, è presentare il Concilio come un’apertura al mondo nel senso di un adeguamento della Chiesa al mondo. Il Concilio ha rivisto e corretto alcune decisioni storiche prese dalla Chiesa, ma non ha cambiato la natura della Chiesa. “La Chiesa è, tanto prima quanto dopo il Concilio, la stessa Chiesa una, santa, cattolica e apostolica in cammino attraverso i tempi”. Un cammino che era e resta fonte di problemi, tensioni e anche conflitti. Chi pensava che con l’atteggiamento di apertura, promosso dal Concilio, tutte le tensioni finissero si illudeva. Poiché i pericoli e gli errori che derivano dalla “fragilità umana” re eventi e commenti stano in tutti i periodi della storia, come dimostra proprio l’epoca attuale “con il nuovo potere dell’uomo sulla materia e su se stesso”, la Chiesa resta sempre, oggi come ieri, segno di contraddizione. Il Concilio ha avuto certamente due meriti: definire in modo nuovo il rapporto tra Chiesa e Stato e il rapporto tra fede e ragione. Ma anche qui, dice il papa, occorre sapere che cosa significa per noi, oggi, questa novità. In uno Stato moderno, che si mantiene neutrale rispetto a tutte le religioni assumendo la responsabilità di garantire la libertà religiosa e la convivenza pacifica, i cattolici non chiedono privilegi, ma hanno anche il compito, dice il papa, di chiarire in che senso va intesa la libertà religiosa: “Se la libertà di religione viene considerata come espressione dell’incapacità dell’uomo di trovare la verità e di conseguenza diventa canonizzazione del relativismo, allora essa da necessità sociale e storica è elevata in modo improprio a livello metafisico ed è così privata del suo vero senso, con la conseguenza di non poter essere accettata da colui che crede che l’uomo è capace di conoscere la verità di Dio”. Quanto al dialogo tra fede e ragione, Giovanni Paolo II con la Fides et ratio ha chiarito bene che entrambe sono “ali con le quali lo spirito umano si innalza verso la contemplazione della verità”, ma Benedetto XVI puntualizza che dopo il Concilio il dialogo tra fede e ragione va sviluppato “con grande apertura mentale ma anche con quella chiarezza nel discernimento degli spiriti che il mondo aspetta da noi proprio in questo momento”. Discernimento degli spiriti vuol dire far vedere dov’è la verità e dov’è l’errore. E questo è il compito che spetta, oggi come sempre, alla Chiesa, a partire dal magistero papale. Chiarito tutto questo, occorre affrontare un altro nodo che ai tempi nostri è centrale. E’ il rapporto tra l’idea di verità, di cui la Chiesa è portatrice, e il soggettivismo che caratterizza la cultura e la mentalità attuali. E’ qui che il dialogo appare davvero difficile e in certi casi impossibile. Nella Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica (24 novembre 2002), firmata dall’allora cardinale Joseph Ratzinger in quanto prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, si legge che per la Chiesa “non esiste autentica libertà senza verità” e che “in una società dove la verità non viene prospettata e non si cerca di raggiungerla viene debilitata anche ogni forma di esercizio autentico di libertà, aprendo la via a un libertinismo e individualismo dannosi alla tutela del bene della persona e della società intera”. Ma la verità, intesa come assoluto morale, è inaccettabile per il relativismo, secondo il quale al massimo si può parlare di singole verità, tutte uguali per il fatto stesso di essere espresse. Ecco lo scontro, direi epocale, drammatico, vissuto da me, come laico cattolico che vive in un mondo secolarizzato, in modo particolarmente coinvolgente. Come cattolico capisco, condivido e accolgo l’insegnamento della Chiesa, ma avverto anche il rifiuto che suscita in chi, non vivendo in una prospettiva di fede, non acoglie gli appelli della Chiesa e a volte li giudica addirittura un’ingerenza. Come persona che vive in un ambiente in cui la maggior parte delle persone dice di non credere, mi rendo conto che questo della verità è per i non credenti l’aspetto più problematico in vista del dialogo. Nello stesso tempo capisco che il papa e la Chiesa avrebbero una credibilità infinitamente inferiore se, non dico per compiacere la cultura dominante ma anche solo per favorire un terreno di dialogo, si appiattissero sulle posizioni più largamente condivise. ***** Per svolgere il tema assegnato credo sia necessario preliminarmente, sia pure per sommi capi, ricordare anche che cosa è cambiato, in Italia e nel mondo, dentro e fuori la Chiesa, dal Concilio a oggi. Altrimenti rischiamo di fare discorsi un po’ campati per aria. In Italia abbiamo avuto la fine del cosiddetto partito unico dei cattolici, la fine del collateralismo della Chiesa nei confronti della Dc, l’accettazione da parte della Chiesa della libertà di scelta politica nel rispetto però di quei valori fondamentali che Benedetto XVI chiama non negoziabili (la tutela della vita dal concepimento alla morte naturale, la difesa della famiglia fondata sul ma- La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 27 trimonio, la libertà religiosa, intendendo con questa anche il rilievo pubblico della Chiesa); l’impegno della Chiesa sulla questione antropologica (chi è l’uomo, quale il suo significato, quanto è o non è manipolabile), la crescita dei movimenti ecclesiali e la crisi del modello parrocchiale, il tentativo di valorizzare il ruolo dei laici (con il passaggio dalla ecclesiologia di dipendenza alla ecclesiologia di comunione). Nel mondo: il crollo del muro di Berlino e la fine della guerra fredda, il tramonto delle grandi ideologie, l’attentato alle torri gemelle, l’irrompere sulla scena del terrorismo di matrice islamica, il rischio dello scontro di civiltà, la crisi delle Nazioni Unite come strumento per risolvere senza guerre le controversie internazionali, il fenomeno dell’immigrazione, la crescita vertiginosa di nuovi mondi e nuove economie come quella cinese). Per la Chiesa a livello mondiale abbiamo assistito alla crisi delle vocazioni nella vecchia Europa, alla fine dell’eurocentrismo ecclesiastico, alla crescita delle nuove Chiese (Africa, Asia, Americhe), al contributo delle ex Chiese del silenzio (Est Europa). Che cosa invece è rimasto inalterato: la tendenza a risolvere le crisi internazionali con l’uso della forza (vedi Iraq), l’ambivalenza dell’uomo tra aspirazione al dialogo e tendenza alla chiusura, il bisogno di un messaggio di speranza. Il tutto in una scena politica, culturale, sociale, economica e religiosa sempre più dominata e caratterizzata dai mass media, non più solo strumenti ma soggetti tali da determinare, con la loro presenza e con il loro ruolo, anche i contenuti (secondo la fin troppo nota definizione di Mc Luhan secondo cui il medium è il messaggio). E possibile definire il mondo di questi quarant’anni post Concilio con una formula? Direi così: un mondo insieme più aperto e più comunicante (vedi Internet), ma anche più incerto (fine delle vecchie ideologie); più libero (fine del socialismo reale e altre dittature) ma anche più prigioniero di nuove paure (terrorismo, diffidenza verso l’altro). Un “villaggio globale” (ammesso che sia vero, e secondo me non lo è) a due facce. Ricordare tutto questo è necessario, anche se ci si vuole concentrare sul nostro paese, perché siamo tutti influenzati dai cambiamenti (penso in particolare a come il nostro modo di considerare il rapporto con l’altro, con il diverso, è stato segnato dall’attentato alle Torri gemelle di New York). *****Continua 28 La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 eventi e commenti J - JOLLY “In alcuni giochi di carte, la carta che può assumere qualsiasi valore a piacere del giocatore che la possiede. (estens.): Cosa o persona capace di svolgere diverse funzioni, a seconda delle necessità”, dal GRANDE DIZIONARIO DELLA LINGUA ITALIANA (Ed. Garzanti, 2006). Potrà sembrare strano, ma pensando a questa parola del vocabolario mi è venuto in mente un altro termine, che certamente di primo acchito non sembra avere alcunché in comune: la Chiesa. Perché? Ma perché della Chiesa ne parlano tutti (il laicista per spararvici a zero, il credente per presentarla nella maniera migliore, il non credente per accusarla di oscurantismo) e se ne parla dappertutto (dai giardini delle piazze alle chiacchierate in ufficio, in un talk show e attorno ad un piatto di lasagne): insomma una vera e propria carta jolly da giocare in ogni momento e per tutte le circostanze (non può immaginare il mio unico lettore quanto sia “snervante”, invitato ad un pranzo di matrimonio, seduto con persone che non conosci, sentirti rifilare il solito discorso sulla Chiesa, i preti, il Papa…!?! Che poi, con un prete a fianco mica puoi parlare di kamasutra!!). A volte mi vien fatto di pensare, con dolore profondo, a tutto l’amore negato a questa Chiesa che, invece, ha infinitamente bisogno d’amore. A questa Chiesa cui tutto si chiede e alla quale nulla si dà: come ad una moglie o madre che ha solo doveri da compiere nei confronti di una famiglia, magari inquieta ed irrequieta, che non ci si ricorda di lei nemmeno a compleanno, magari con una rosa in mano per dono, tanto per farle capire che un po’ d’amore c’è anche per lei. Nei confronti di questa Chiesa, a volte, taluni non sembrano nutrire un briciolo d’amore, ma solo vituperio. E tutto questo mentre si dice d’amarla. Ma dove sta quest’amore se non si fa un gesto per esprimerlo? E che amore è se si manifesta solo con la provocazione e l’odio? Io conosco una Chiesa, sposa di Cristo, tutta santa (e per questo il mio amore per lei è immenso) e conosco una Chiesa peccatrice, nei suoi uomini e nel suo percorso storico (e per questo il mio amore per lei rasenta la tenerezza): se la bellezza e la forza sono da amare, ancor più lo sono le sue rughe e la sua fragilità. Conosco una Chiesa che aiuta gli uomini a vivere. A fare quello che devono fare. In questo la Chiesa è un “sì” alla vita: aiutando la madre, se deve tirare su dei figli, il professore se deve insegnare, lo scienziato se deve indagare, il poeta se deve trovare le parole. La Chiesa aiuta a svolgere il compito della vita. E come può la Chiesa presumere di aiutare ciascuno a fare quel che deve fare? Com’è possibile esser utile al panettiere e anche al biologo, al commerciante e allo scienziato, all’artista e alla nonnetta? Non si vede come tutt’intorno esistono gruppi, sodalizi, partiti reali e immaginari, cosche o club che si qualificano per aiutare, per sostenere qualcuno invece che un altro…? Si affermano corporazioni o blocchi di potere. In una dialettica a volte sana ma spesso amara e sterile. E molti vorrebbero che anche la Chiesa fosse così. Un aiuto per alcuni e per altri, invece, no. Una cosa di parte. Adatta ad alcuni ma impossibile per altri. Una faziosa. La Chiesa, questa Chiesa, non può essere che controcorrente. Il suo annuncio di salvezza non può piegarsi alle situazioni contingenti se non negli strumenti di trasmissione. La verità non è adattabile, semmai è da ricercare con onestà. E se il suo messaggio potrà apparire scomodo e severo è perché esso ha per cattedra la Croce, sulla quale un Uomo è morto certamente non in maniera comoda ed allegra. La Chiesa è un “sì” alla vita. Per tutti. E il maggior aiuto alla vita, il maggior “sì” alla vita coincide con una proposta, oggi più che mai controversa: la vita ama Dio e Dio ama chi lo cerca. Mentre molti dicono di odiare Dio e lo dipingono come nemico della vita, mentre molti che dicono di amare Dio lo fanno ugualmente apparire nemico della vita, il Papa gira fra stadi e chiese, tra aule universitarie e piazze a dire il contrario. A dire una cosa che i semplici sanno e che, però, tutta la cultura in cui siamo immersi tende a far dimenticare. Da qui il continuo richiamo ai dotti perché non riducano mai la sete di conoscenza ad arbitrio, ad avventura magica e stupida. Da qui il richiamo a cercare la verità che la ragione desidera come adeguato compimento, senza contentarsi del gioco arido delle opinioni, senza confondere la verità come minaccia per la libertà. Ma, soprattutto, senza cedere a un’idea di ricerca che si costruisce su censure o parzialità. E sulla più grave censura: il sapere serva alla vita. Io che, in tempi ormai “archeologici”, ho frequentato gli studi di Teologia presso l’Università Lateranense non potevo non seguire con interesse la visita che il Papa ha fatto a quella Università lo scorso 21 Ottobre in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico. Parlando a quegli uomini di ricerca e di insegnamento, Benedetto XVI ha citato l’antico vescovo Anselmo, il quale in una preghiera parla così di ciò che l’uomo insegue: “Che io ti cerchi desiderando, che ti desideri cercando, che ti trovi amando, che ti ami ritrovandoti”. È una dolce e precisa concatenazione, che descrive il viaggio adeguato di ogni ricerca scientifica e di ogni rapporto con il segreto del mondo, che è Cristo. Come al suo popolo, così ai colti, ai “suoi” professori (l’Università Lateranense è proprietà del Vaticano), Benedetto XVI richiama che la Chiesa non è quel che i luoghi comuni, eredi di laicismo e razionalismo, dipingono attraverso i formidabili mezzi di comunicazione e di indottrinamento di cui dispongono. Lo fa mettendo in gioco intera la sua intelligenza e la sua pazienza. E la sua intera testimonianza. Quando affermiamo di amare la Chiesa, vediamo innanzitutto se questo amore sta nel nostro cuore o sulle platee dei media o sul lastricato delle piazze. Se questo amore parte dal silenzio, allora sì che è autentico. Se si veste di chiasso, allora, troviamogli un altro nome, ma non parliamo d’amore. La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 eventi e commenti Eden-day, e la rete diventa più sicura E’ programmato per il 6 febbraio, a partire dalle 10.30, il prossimo Eden-day, l’evento pubblico dedicato alla sicurezza in rete dei ragazzi, promosso dalla Commissione europea. Un appuntamento importante, che si inserisce all’interno del ‘Safer internet day 2007’, la giornata in cui in tutti i paesi dell’Ue vengono organizzati eventi pubblici per richiamare l’attenzione sull’uso da parte dei giovani della rete e dei nuovi mezzi di comunicazione. A coordinare il progetto Eden (Educazione didattica per la E–navigation), che fa parte del programma Safer Internet promosso dal DG Information society and media della Commissione europea è l’Area della Ricerca del Consiglio nazionale delle ricerche di Tor Vergata. “Il progetto”, è fortemente rivolto al mondo della scuola e offre la possibilità di un coinvolgimento degli insegnanti e, in particolare, dei ragazzi stimolando la loro curiosità. Il percorso è articolato in tre fasi e supportato da una serie di strumenti on-line appositamente sviluppati: Eden-day, appunto, ossia eventi periodici on-line durante i quali vengono proposti, con brevi filmati e videoclip, alcuni argomenti su internet e i giovani; discussione in classe sui contenuti proposti durante gli Eden-day; lavoro all’interno delle classi virtuali (divise per fasce di età) mediante l’elaborazione di ipertesti nella piattaforma messa a disposizione dal progetto, con strumenti semplici e immediati che risultano di facile utilizzo anche per i meno esperti”. Per le scuole interessate a partecipare, il modulo di partecipazione e tutte le informazioni sono disponibili sul sito http://eden.saferinternet. it. E’sufficiente collegarsi e seguire le indicazioni per visionare il filmato (durata prevista circa 15 minuti). L’Istituto “M. Bellisario “ è iscritto come scuola Polo. Per i curiosi il 15 novembre c’è il prossimo l’Eden-day, giornata divulgativa on line per diffondere l’iniziativa che si propone di : Trasformare internet in una sorta Noi e il Fisco Successioni e Donazioni: nuove regole L’imposta sulle successioni e donazioni, soppresse con effetto dal 25 ottobre 2001 dalla legge 383/2001, riappare nel nostro ordinamento con il D.L. 262/2006, convertito dalla legge 286/2006, e con la finanziaria 2007. Sulla base delle vigenti disposizioni le aliquote in vigore sono le seguenti: - 4% (con franchigia di euro 1.000.000 per ogni beneficiario) per il coniuge ed i parenti in linea retta; - 6% (con franchigia di euro 100.000) per fratelli e sorelle; - 6% (senza franchigia) per gli altri parenti fino al 4° grado, gli affini in linea retta, gli affini in linea collaterale fino al 3° grado; 29 E’ un evento pubblico promosso dalla Commissione europea e mira a tutelare i giovani che usano internet di paradiso terrestre tecnologico, in cui i ragazzi possano muoversi con consapevolezza e, soprattutto, con maggiore sicurezza. E’ quanto si propone il progetto “Eden” (Educazione didattica per la E-navigation), che fa parte del programma Safer Internet, promosso dal DG Information society and media della Commissione europea. Coordinata dall’Istituto di struttura della materia (Ism) e dall’Istituto dei sistemi complessi (Isc) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma, l’iniziativa ha tra i suoi partner il Servizio di polizia postale e delle comunicazioni e una rete di scuole. L’interesse per l’iniziativa è notevole come dimostrano i dati relativi agli accessi ai siti web del progetto Eden: dall’ottobre 2005 al settembre 2006 le visite pubbliche sono state 91.408, mentre quelle effettuate, nelle aree loro riservate, dai partner del progetto e dalla Commissione europea sono state 65.875. Per quanto riguarda le scuole, nel periodo compreso tra marzo e settembre 2006, gli accessi più numerosi sono stati quelli degli studenti delle elementari (22.255) seguiti dai ragazzi delle superiori (15.195) e, infine, dagli alunni delle scuole medie (8.818). I ragazzi navigano spesso in rete senza la guida di genitori o insegnanti, è importante quindi che sappiano utilizzare queste tecnologie in modo consapevole e responsabile. Eden mira appunto a sviluppare queste abilità, facendo leva sulla loro curiosità e utilizzando internet stesso: è stata infatti costruita una ‘stanza virtuale’ nella quale i giovani possono incontrarsi tra loro e/o con gli insegnanti, condividendo opinioni ed esperienze sulla navigazione. All’interno di questa stanza vengono proposti argomenti visibili on line e sui quali i ragazzi possono esprimere i loro giudizi e proporre miglioramenti”. L’attività di Eden inizia nelle classi, in particolare in alcuni istituti che svolgono il ruolo di ‘scuole pilota’. La scuola è l’ambiente più naturale in cui apprendere ed acquisire capacità; inoltre, attraverso essa, è possibile raggiungere un gran numero di utenti: genitori, insegnanti e, soprattutto, altri ragazzi. Ruolo fondamentale nel progetto ha naturalmente la rete: internet è il mezzo principale con cui avviene la comunicazione, che, in tal modo, non incontra barriere geografiche e viene integrata con altre attività europee analoghe. Per Eden è stata adottata la piattaforma ‘Wikiwiki’, poiché facilita la realizzazione di nuove pagine web e consente di partecipare all’inserimento e alla modifica di contenuti, come avviene ad esempio con ‘Wikipedia’, la libera enciclopedia in rete che tutti possono arricchire e/o correggere. All’interno della piattaforma”, spiega il responsabile del progetto, sono presenti tre classi virtuali corrispondenti a diverse fasce di età (elementari, medie e superiori); per entrare nelle aule virtuali gli studenti devono avere una chiave d’accesso fornita dall’insegnante e devono adottare un ‘nick name’ che ne tutela la vera identità. A questo punto possono accedere a tutte le pagine, esprimere giudizi sul contenuto e votarle, decretandone il mantenimento o la cancellazione”. Per ampliare la comunità virtuale del progetto si organizzano periodicamente ‘Eden-day’, giornate divulgative online nelle quali sono proposti temi di discussione che poi vengono approfonditi in classe con gli insegnanti. Il prossimo Eden-day aperto al pubblico si svolge il 15 novembre dalle 10.00 alle 10.30; le informazioni sono disponibili all’indirizzo www.eden.saferinternet.it - 8% (senza franchigia) per tutti gli altri soggetti. Sono dovute, inoltre, l’imposta ipotecaria (2%) e l’imposta catastale (2%). Queste imposte sono dovute nella misura fissa di euro 168 se oggetto di tassazione è la prima casa. La base imponibile varia in rapporto alla tipologia del bene ereditato o donato. Gli immobili, escluso le aree fabbricabili, sono valutati al valore catastale automatico. Le aziende, le azioni di società non quotate, le quote di partecipazione in società sono valutate al valore del patrimonio netto societario, al netto dell’avviamento. Le azioni quotate in borsa sono valutate al valore di Borsa sulla base della media dell’ultimo trimestre. Le obbligazioni, il denaro, i crediti, le navi e gli aerei, i beni mobili, gli arredi, i gioielli sono valutati al valore corrente. Le auto e i titoli di Stato (questi ultimi solo per le successioni) sono esenti. Per quanto riguarda le donazioni di titoli di stato o di quote di fondo comune si applica il valore corrente. Per quanto riguarda i trasferimenti gratuiti tra ascendente e discendente di aziende, quote societarie o azioni, gli stessi sono esenti dall’imposta sulle donazioni e dall’imposta ipotecaria e catastale, a condizione che il discendente prosegui l’attività aziendale per almeno cinque anni, oppure, nel caso di quote o di azioni di società di capitale, il discendente acquisisca o integri il controllo, ovvero il controllo sia mantenuto per almeno cinque anni. Per le donazioni “indirette” non c’è tassazione se le stesse sono collegate a trasferimenti di immobili o aziende. Dott. Mario D’Alconzo 30 La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 le nostre storie Spinoso Frammenti di vita vissuta raccontati da Cataldo Ribecco Nel 1951 da militare presi la patente di guida e divenni istruttore di guida da soldato semplice. Congedato, dovevo ritornare alla scuola guida per ottenere la patente E.E. pubblica per guidare gli autobus. La moneta era pochissima per tutti, poco il lavoro, più delle volte lavorando non mi pagavano, non aggiungo altro. I miei genitori pur avendo la buona volontà non potevano aiutarmi. Mi iscrissi all’autoscuola, l’istruttore era di Taranto, non ricordo il suo nome, detti gli esami di teoria e fui promosso, spiegai il mio problema, mi rispose non sei l’unico, vai a lavorare. Per l’esame di guida era un problema. Andai a Matera a prenotarmi per gli esami, quelli che prestavano l’autotreno per gli esami si pagavano, e per questo motivo crollai, perdendo l’entusiasmo, non avevo un “Santo in Paradiso”. Ludovico Galante, proprietario di un autotreno, confessatogli il mio problema non mi fece aprire bocca, il giorno degli esami alla guida andammo con il suo autotreno. Il Galante era un tipo molto allegro, scherzoso, pronto alla battuta, aveva un baffetto alla Rodolfo Valentino, (così si diceva) avendo la mania di lisciarsi il baffetto con l’indice e il medio, per darsi importanza, sempre in cerca di avventure anche se era sposato. Dopo quindici giorni andai a ritirare la patente. In quel periodo per legge, per motrice e rimorchio ci volevano due autisti. Incontrandomi con Galante la sera mi disse, che il socio stava poco bene e se avessi potuto sostituirlo, era l’occasione per restituire il favore; per me era una occasione per “rubare il mestiere con gli occhi”, in quel periodo per guidare un autotreno non era facile, in modo particolare cambiare le marce, e ci voleva orecchio e conoscenza di tempo. La mattina non troppo presto preparammo l’autotreno per il carico da fare. Partimmo, in via Matteotti vicino il Consorzio Agrario una ragazza attirò la nostra attenzione: chiedeva un passaggio, Galante si fermò e la invitò a salire: «Dove vai?» disse Galante: «Dove mi porti» rispose la ragazza, mi alzai dal sedile per farla sedere e mi sedetti alle spalle di Galante. A Ginosa c’era una casa di tolleranza, sicuramente questa ragazza aveva litigato con i gestori per andarsene. A metà percorso chiesi a Galante cosa avremmo detto al fattore per questa ragazza? !«Semplice, lei è mia sorella, tu sei mio cognato» affermò Galante, e aggiunse, «Mi raccomando un poco di serietà» facendo un piccolo sorriso, lisciandosi il baffo con le due dita. Questa ragazza aveva una parlantina, e smise di parlare quando arrivammo all’azienda di Sara Marino poco distante da Metaponte. Il fattore da dietro i vetri della sua casa ci vide arrivare e uscì con una bissaccia piena e un Cùcume, (specie di orciolo di creta per conservare l’acqua). Ci fermammo, Galante scese tutto sorridente, il fattore come vide la ragazza con il suo vestito rimase imbarazzato. «Ti presento mia sorella e mio cognato» disse Galante per non mettere a disagio il fattore, mentre io sistemavo la bisaccia e il cùcume dietro il sedile. Galante disseal fattore di sedersi sul sedile «mia sorella sul cofano e Cataldo alle mie spalle e, aggiunse, ci devi fare strada, io non conosco quel posto». E così partimmo, la ragazza investì il fattore con tante domande a destra e a manca con delle battute tutte da ridere, dalla mia posizione, trovandomi alle spalle della ragazza allungavo il braccio per toccarla, Galante controllava le mie mosse e mi picchiettava sulla mano per farmi stare fermo. Alla fine il fattore si in- sospettì, con voce alta disse: «Galante, non è possibile che tua sorella mi fa vedere tutto! io non sono un santo, chi è questa ragazza?» Ci fu una grande risata e spiegammo la verità. Passato Scanzano questa cominciò a dire: «ho fame, voglio mangiare, sento odore di pane». Il fattore prese dalla bisaccia il panetto di pane, che pesava più di tre chili, lo tagliò in due: «Senti senti!» faceva annusare il pane alla ragazza «Mia moglie questo pane lo fa con la farina bianca di grano la Rossetta e il Bianchetto, poi mette un pugno per chilo di farina di grano duro, quello che fa la spiga nera che si chiama Cappello», uscì il provolone da due chili e la salciccia curata, «Il provolone me lo ha regalato un mio amico che ha le vacche alla masseria S. Marco» e così mangiammo con appetito, gustando il provolone e la salciccia genuina. Eravamo arrivati sulla strada Salerno Reggio Calabria. Troviamo la prima indicazione per Viggiano, quando ci incrociavamo con altre macchine bisognava andare piano, la strada era stretta, la velocità non più di 50 all’ora. Lungo il percorso cominciammo a costeggiare un fiume, poi ci si allontanavamo e ogni volta che ci accostavamo al fiume diventava sempre più profondo, forse stavamo all’apice dell’altezza, guardare nel fiume era una cartolina, vedere scorrere l’acqua ear uno splendore... ma la voce del fattore ci fece tornare alla realtà, alla prima strada a sinistra bisogna girare e scendere nel fiume, curve molto strette e pericolose, per fortuna non si incontrava nessuno, il bosco era tanto fitto in taluni tratti che non vedevi niente, ultima curva ci troviamo di fronte un ponte dritto non più lungo di cento metri quasi nel letto del fiume, Galante si fermò «passiamo?» Chiese. «L’anno scorso siamo passati con un altro autocarro» disse il fattore, imboccammo il ponte e lo attraversammo, incominciammo la salita, bosco fitto, in fine usciamo dal fiume e la strada cominciò a essere meno pericolosa, cominciammo a vedere segni di vita, un po’ di terreno coltivato, una casetta molto vecchia, la strada si allargò di poco, il sole forse era tramontato, cominciò a imbrunirsi la serata, andavamo molto piano, incontravamo molte persone con gli asini che tornavano dal lavoro, uno scatto e la ragazza si avvicina al La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 le nostre storie parabbrezzo e mette fuori le tette, questi agricoltori vedendo il seno della ragazza (per loro non era una cosa normale), rimanevano sbalorditi. Ad un incrocio il fattore dice «se andiamo a destra si allunga la strada se andiamo dritti sta un angolo a 90 gradi speriamo di passare!» «Se sono passati gli altri passeremo anche noi» rispose Galante. Era quasi buio, arrivati a questo angolo con la cabina che sfiorava il muro (quasi per allargarlo), girò a destra, si fermò, la parte finale del rimorchio non passava di poco, in quel momento si accese una lampadina attaccata al muro, la sua luce era inferiore a una candela. Scendemmo tutti, dopo una valutazione Galante disse: «Siamo incastrati, bisogna staccare il rimorchio, farlo andare dietro». La strada era di poco in salita. Galante disse: «Prima che stacchiamo il rimorchio, tu vai a stringere il freno a mano dietro al rimorchio, e quando sei pronto ci avvisi, io e il fattore sfreniamo la valvola di sicurezza, spostiamo il timone di tanto per far spostare la parte finale del rimorchio e sicuramente passiamo». Dopo aver frenato dissi di essere pronto, sentii sfrenare e vidi spostare il timone «Cataldo, molla piano piano il freno!!» disse Galante e così cominciai a sfrenare, il rimorchio cominciò a scorrere verso dietro, avvertito il pericolo gridavano: «frena! frena!» non potevo farlo, e così il rimorchio urtò contro lo spigolo della casa che si trovava dietro «Cataldo è morto!» gridava la ragazza, corsero dietro il rimorchio per vedermi e io strisciando per terra uscivo da sotto il rimorchio. Un momento di silenzio, il peggio era passato. Sentimmo il rumore di un paletto della porta della casa che avevamo urtato, si aprì la porta, esce un colosso, nudo, solo le mutande, peloso come un gorilla, guardando il rimorchio disse: «La mia casa vi a salvati, guardate questo burrone, ha minimo cento metri di profondità, io sono un autista e capisco il problema». Galante non esitò a dire: «Ho l’assicurazione, ci vediamo domani mattina!» e così il proprietario della casa rientrò, con calma attaccammo il rimorchio e passammo rasentando il muro. Si notava una piazza, il fattore disse che lì c’era la locanda, ci fermammo. Il fattore entrò per primo nella locanda, poi entrammo noi, non delusi, ma come si viveva in quello stato, la signora cucinò una spaghettata, con contorno di peperoncini piccanti, la salciccia curata veramente ottima! Stavamo per andare a letto, entrò un ragazzo molto giovane, guardò la ragazza, e disse: «Io ti o visto sulla Littoranea (S.S. 106)» rivolgendosi alla ragazza con un piccolo sorriso e se ne andò. Nessuno di noi commentò il fatto. Dormimmo su la sopraelevata in legno della casa, in un letto, io Galante e la ragazza, al lettino il fattore. La mattina presto tutti in piedi, Galante portò l’autotreno al posto di carico, il fattore rimase a controllare il numero dei telai che caricavano, questi telai servivono per essiccare le foglie del tabacco, poi si recò dal proprietario della casa che avevamo urtato con il rimorchio. Il sole aveva illuminato tutto il paese, si sentiva odore di bosco, nell’aria si sentiva qualcosa che ti permetteva di respirare a polmoni pieni. Io e la ragazza stavamo là senza fare niente, e per far passare il tempo dissi: «Facciamo una passeggiata per le strade per vedere il paese» la ragazza si mise sottobraccio, camminando nella strada incontrammo due anziane, portavano le gonne fatte a scale, sopra strette alla cinta sotto abbastanza larghe, da sembrare una campana, di colore più o meno sul marrò, la camicia color latte macchiato, un corpetto con maniche lunghe di color azzurrino, il fular ben stretto sulla fronte, nero, notavamo il loro viso solcato dalle rughe, magre, di pelle arrossata dal sole, due visi diversi e carine, la loro età non più di cinquant’anni, e prima di incrociarci le due donne presero la punta del fular coprendosi il volto. Rimanemmo incuriositi dai vestiti senza capire il gesto delle due donne, la ragazza notò una chiesa poco distante, tirandomi per il braccio «entriamo!» mi disse, notammo due signore che stavano vicino l’altare, queste ci videro, uscirono passando più lontano possibile da noi, io non trovavo una spiegazione, stavamo per sederci, e alle nostre spalle arrivò il prete, rivolgendosi alla ragazza, disse: «Guarda che tu non puoi stare qua, fuori!» Certo, indossava un vestito provocante, uscimmo di corsa facendoci una risata. Giriamo l’angolo per andare dove stavano caricando l’autotreno. Era una strada con case collegate l’una con l’altra e tutte con il primo piano, appena entrati nella strada sentimmo sbattere 31 la finestre, man mano che avanzavamo si chiudevano tutte le finestre, era un segnale che la nostra presenza non era gradita. Arrivati dove stavano caricando il camion, notammo che stavano già legando il carico, in meno di mezz’ora partimmo. Nel ritorno allungammo la strada per evitare la strada stretta, il Galante e il fattore cominciarono a parlare di agricoltura, il tabacco era la nuova coltura, non prestavo attenzione, non sentivo essere legato alla terra, forse ero scottato dalla mia infanzia in una masseria. Il ritorno era scorrevole, il tempo era predisposto per un temporale, di tanto in tanto si notava lampeggiare in lontananza, più ci si avvicinavamo al temporale più frequente era il lampeggiare e i tuoni, e si cominciava ad avere paura, stavamo in mezzo al temporale che aveva oscurato il cielo, ma non pioveva, tirammo un sospiro di sollievo quando notammo la vicinanza di S. Basilio. Il massaro, incuriosito a voce alta disse alla ragazza: «Che fai piangi?». Io e Galante le tenevamo di spalle, lentamente girò la testa e ci guardò negli occhi, il suo viso carino era pieno di lagrime, all’istante un lampo illuminò la nostra gabina lasciando l’odore di zolfo, le sue lacrime si trasformarono in tante stelline luminose per un istante, il suo viso era arrossito ma sempre carino. Rispose: «Io ho una figlia, chiusa in un collegio, spero che diventi importante e non faccia la stessa fine che o fatto io, mi devo prostituire per pagare la retta. Signor Galante per cortesia fammi scendere». Galante fermò l’autotreno, e scese, il fattore prese il suo tovagliolo mettendo il provolone e il pane rimasto e disse: «Mangia questa sera». Allungando un braccio si prese il tovagliolo. Singhiozzando non riusciva a parlare, si mise la mano destra sul petto: «Vi porterò sempre nel mio cuore, siete brava gente». Noi continuammo la nostra strada, non commentammo il fatto, a me rimase la morale che per i figli si fa di tutto. A sera tardi arrivammo a Ginosa senza guadagnare una lira, ma fu una esperienza. Su quel ponte così stretto per Spinoso, negli anni settanta costruirono una diga, e sopra una strada a tre corsie, attraversandola si può ammirare il lago. La diga del Pertusillo Cataldo Ribecco 32 La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 Briciole di quotidianità Viaggio tra società e costume Rubrica a cura di Mariacarmela Ribecco Pettegolezzo, vittime o carnefici? Tutti sulla bocca di tutti. Tutti, almeno una volta, ne sono stati vittima. C’è chi vive o ci guadagna parlandone e chi, purtroppo, non esce di casa per evitare di farne. Il pettegolezzo è sulla carta stampata, nei telegiornali, in casa dei vicini e può esistere anche tra le quattro mura domestiche. Non siete mai stati curiosi di sapere cosa è accaduto ad un conoscente per poterlo riferire ad un familiare? Il pettegolezzo viaggia. Spesso arriva modificato e indecifrabile. Chi viene lasciato poi diventa anche traditore incallito. Un matrimonio imminente può trasformarsi in una notizia senza fondamenta. Di “bufale” se ne possono dire tante ma sta a noi avere il senso critico necessario per non trasmettere agli altri interlocutori informazioni stravolte. Ma il pettegolezzo è più maschile o femminile? Siamo davvero così curiosi di conoscere i particolari della vita altrui? - Secondo me il pettegolezzo è più maschile. Anche se a me ed una mia amica piace un po’ farlo. Comunque non lo seguo. Se lo si fa solo per curiosare è una cosa ma fatta per cattiveria è un’altra. - Assolutamente femminili. Un po’ curiosa lo sono, ma delle persone che conosco personalmente, non dei vip. Non so perché. Forse perché la nostra vita è noiosa. - Femminile ovviamente! E penso di essere una delle poche donne a non essere affatto curiosa. Preferisco guardare in casa mia. Di quello che fanno gli altri poco mi importa. Anche di persone vicine a me. - Anche alcuni uomini non scherzano. Io lo ammetto, sono un po’ portinaia. - Le donne sono piuttosto pettegole di natura, però anche gli uomini non scherzano. A volte vorrei essere una mosca per sentire cosa, gli altri, si raccontano. Quando ero ragazzina ero piuttosto pettegola, ora invece, i pet- tegolezzi preferisco tenermeli. Troppi casini in gioventù mi hanno insegnato che la gran parte delle volte è vero il detto: chi pensa per se pensa per tre. - Di solito dicono che la curiosità è donna, ma questo non è vero, gli uomini sono super curiosoni e tra di loro spettegolano tantissimo. Ne conosco alcuni che se ne dicono di tutti i colori, specialmente sulle donne. - Io sono un pettegolo nato. Ma nonostante questo la gente continua a dirmi tutto, premettendo “oh, mi raccomando, non dirlo a nessuno”. Forse in cuor loro vogliono che le cose si sappiano ma non hanno il coraggio di diffonderle. - Il pettegolezzo è sicuramente roba da donne. Io però non sono molto curiosa. Odio leggere cosa fanno i “vip” e anche per quello che riguarda la vita privata, sono una fan del motto “vivi e lascia vivere”. - Io sono curiosa ma non faccio del pettegolezzo. Mi piace raccogliere informazioni sugli altri solo per inquadrarli meglio, non per farne conversazione con qualcun altro, anche perché i miei amici non mi darebbero corda Diciamo che è bi-sex? Si sa che il pettegolezzo è come il boomerang, se lo tiri poi ritorna con gli interessi. Siete tentati di dire che vedete spesso la vicina parlare al bar con uno sconosciuto? Di sbirciare nel ristorante dove s’incontra un amico che frequenta una ragazza 20anni più giovane? Poi non scatenatevi come “belve” se il giorno seguente sulla “bocca di tutti” ci finite anche voi. Se poi viene anche stravolta “correte ai ripari”, perché qualcuno piuttosto che preparare il pranzo ha pensato di raccontare un po’ anche della vostra vita. Vi resterà solo una speranza, che parlandone si sia almeno attaccato il sugo sul fondo della pentola. VIVERE SU QUESTA TERRA E’ bello vivere su questa terra di immensa grandezza e tanta bellezza, con noi uomini senza saggezza pronti a farne una schifezza, senza pensare ad un domani che lasceremo pieno di guai creati da noi umani Parlar di un mondo più pulito non rimane solo che un rito E’ proprio vero il detto “Chi di spada ferisce di spada perisce” Non ci resta ormai che cercare insieme una soluzione a questo buco nell’ozono La morale è quella che a questa povera terra Le armi e l’odio gli fanno guerra Rosalinda ROSATO La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 argomenti e commenti 35 Rubrica a cura di Giuseppe Pizzulli Credo …la Risurrezione dei morti Per molta gente la morte è un salto nel buio, il nulla. Per loro non c’è più speranza. Ce ne sono tanti che dicono: Da che mondo è mondo non è venuto nessuno dall’Aldilà, quando si muore è finito. Ci sono poi i dubbiosi, i perplessi, che pur credendo in un Dio dicono: se risorgessero tutti i trapassati, dove li metterebbe Dio, in quali spazi troverebbero posto? Queste parole evidenziano tanta incredulità e mancanza di conoscenza di Dio e delle Sacre Scritture. Coloro invece che hanno creduto in Dio e nella Sua Vivente Parola, hanno accettato Cristo come il proprio Salvatore, dichiarano fermamente: Credo nella resurrezione dei morti. Essi attestano con ferma convinzione tutte le ragioni della fede, espresse non soltanto nel CREDO, ma in tutta la Sacra Bibbia. I cristiani credono nella resurrezione perché hanno creduto nel Salvatore Gesù Cristo, che fu crocifisso, morì e fu sepolto, ma quella fredda tomba non potè trattenerlo perché Gesù è il Principe della Vita. Gesù è risorto vittoriosamente sulla Morte, salì al Cielo e siede alla destra della Potenza. Durante la Sua missione terrena, per tre volte si trovò davanti alla nemica morte e la sconfisse. Il figlio di una vedova, strappato precocemente alla vita, si portava al Cimitero, Gesù l’incontrò, vide quella madre piangente, fermò la bara, e con la Potenza che gli era propria, richiamò in vita il giovinetto e lo ridette a sua madre (Lu.7,11-17). Un’altra ragazza era morta e la piangevano, Gesù giunse nella casa, richiamò in vita la ragazza e la restituì agli affetti della famiglia (Lu.8,52-56). Lazzaro era morto da quattro giorni e Marta disse a Gesù: “se tu fossi stato qui mio fratello mon sarebbe morto”. Questo vuol dire che dove ce Gesù ce Vita, la morte fugge Via. Alla Parola di Potenza e di Autorità di Gesù presso la tomba, Lazzaro venne fuori, la morte dovette mollare la su preda. Gesù è vincitore della morte. Egli dice: “Io sono la resurrezione e la vita, se alcuno crede in me anche se muoia vivrà. E chiunque vive e crede in me non morrà giammai”(Gv.11,25). In altra occasione Gesù disse: “Come il Padre risuscita i morti e li vivifica, così anche il Figliuolo vivifica chi egli vuole” (Gv.5,21,25,26). Fu in quell’occasione che Gesù disse: “Non vi meravigliate di questo, perché l’ora viene in cui tutti quelli che sono nei sepolcri udranno la Sua voce e ne verranno fuori; quelli che hanno operato bene in resurrezione di vita, quelli che hanno operato male in resurrezione di giudizio”(Gv.5,28,29). Notiamo che le parole di Gesù sono inequivocabili, i Suoi insegnamenti e i Suoi atti, i miracoli di ogni genere, sono vive testimonianze non soltanto storiche ma anche dei nostri tempi. La Potenza di Gesù Cristo non è stata superata dal tempo; “Egli è lo stesso di ieri, oggi e sarà in eterno”(Eb.13,8). Egli opera ancora oggi come ai tempi apostolici in mezzo alla Sua Chiesa, dove la fede viene stimolata dalla predicazione dell’Evangelo. I morti dunque risorgeranno, noi crediamo nelle parole di Gesù. Egli è il fedele e il Verace (Ap.3,14). Noi crediamo anche agli scritti degli apostoli, che hanno man- giato e bevuto con Lui. Anche Saulo da Tarso che prima della sua conversione non credeva alla resurrezione di Cristo, dopo dovette capitolare davanti a quella luce sfolgorante e la voce di Gesù che gli parlava: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? (At.9,i1-5). Divenuto poi apostolo, Paolo scriveva alle chiese dell’epoca: “Ora fratelli non vogliamo che siate in ignoranza circa quelli che “dormono” nelle tombe… Perché se crediamo che Gesù morì e risuscitò; così pure coloro che si sono addormentati, Iddio per mezzo di Cristo li ricondurrà a se… Perché il Signore stesso con potente grido e con voce d’Arcangelo discenderà dal Cielo, e i morti in Cristo risusciteranno i primi; poi noi viventi (i fedeli) che saremo rimasti, verremo insieme rapiti sulle nuvole per incontrare il Signore…e così saremo sempre col Signore”(1 Tes.4,13-18). Ci credete voi? Potete recitare con profonda convinzione anche voi, il Credo, sulla base della Santa Parola di Dio? Attenzione! Se rimanete nella vostra incredulità voi risorgerete comunque, mille anni dopo, ma per comparire davanti al Trono del Giudizio (Ap.20). “Beato e santo chi partecipa alla prima resurrezione; su loro non ha potestà la morte seconda”, cioè lo stagno di fuoco eterno. Caro amico o amica se ancora non hai fatto un incontro con Cristo, afferrati ORA a Gesù, il tuo Salvatore, ravvediti dei tuoi peccati, Credi nell’Opera che ha compiuto anche per te sulla croce, confessa le tue debolezze e il tuo fallimento morale, e accetta la Salvezza che Dio ti offre nella Sua Grazia, e sarai salvato per l’Eternità. Possa ogni lettore o lettrice fare questa esperienza di FEDE in Dio. 36 La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 riceviamo e pubblichiamo Lospinuso scrive a Vendola e Tedesco: “dopo l’impressionante, organica, unanime requisitoria dei Sindacati aziendali, quali provvedimenti per la gestione della ASL TA/1?”. Il Consigliere Regionale e Presidente Provinciale AN di Taranto Pietro Lospinuso ha scritto la seguente lettera al Presidente della Regione ed all’Assessore alla Salute. “Carissimi, sono mesi che vi tempesto –d’intesa con l’intero Gruppo di AN- con interrogazioni e note sulla devastante conduzione della ASL TA/1, senza ricevere l’attenzione che la gravità delle problematiche da me segnalate, che poi raccoglievano e rilanciavano il disagio crescente delle comunità e degli operatori. Oggi tutte le denunzie da noi anticipate sono state riprese e rafforzate da un impressionante documento sindacale, sottoscritto da tutte le sigle operanti nell’azienda, che è stato trasmesso anche a voi, nel quale si esprime, a nome dei lavoratori riuniti in Assemblea “tutta l’esasperazione per le condizioni di lavoro impossibili” in cui “ai ritardi nelle applicazioni contrattuali” si aggiungono “ritardi ed interruzioni inspiegabili agli approvvigionamenti anche di materiali fondamentali per le cure e l’assistenza come farmaci, materiale sanitario, vaccini, cancelleria, ricambi ecc…”. Ed ancora: “I tempi di svolgimento degli iter interni dei procedimenti amministrativi come le richieste di materiale superano addirittura i tempi delle “liste d’attesa”. Scadimento dei servizi e demotivazione del personale che stridono fortemente con la “sanità di facciata” che con la sovraesposizione mediatica (tutta da approfondire anche negli atti deliberativi che la sostengono…) e con le operazioni strumentali il Direttore Generale dell’ASL si tenta di affermare.” “Una conduzione dell’Azienda Usl di Taranto che sta procurando uno scadimento pericoloso dei servizi, dei livelli di assistenza, dell’efficienza delle strutture, delle liste di attesa così come gli operatori dipendenti e l’utenza ormai toccano con mano”. E poi “una gestione organizzativa ed amministrativa che in questo anno e mezzo si è rivelata sconclusionata e nociva per il funzionamento dell’Azienda, arroccata com’è su posizioni di intransigenza, chiusura, prepotenza e presunzione che hanno isolato l’intera Direzione dal resto del contesto dirigenziale e dei funzionari”; “scelte discrezionali ed uilateriali sostanziate da atti deliberativi e da provvedimenti assunti dalla Direzione in dispregio continuo delle relazioni sindacali e dei contenuti dello specifico protocollo d’intesa regionale, di Contratti di Lavoro, spesso di norme dello Stato, di Cordici (Civile e Penale) su cui è forse giunto il momento che il Collegio dei Sindaci Revisori dell’ASL, la Magistratura contabile e penale e soprattutto la Regione dovrebbero svolgere e porre maggiore attenzione”; “deliberata gestione del personale con mobilità esterne ed interne illegittimamente autorizzate per dirigenti e dipendenti”; “uso discrezionale ed arbitrario della formazione professionale sia nella scelta delle società di formazione, con in alcuni casi anche affidamenti diretti di appalti, sia nella scelta degli operatori da formare e soprattutto in assenza completo di un piano condiviso”; “assenza di trasparenza negli atti che vengono negati anche al legittimo diritto di accesso dei sindacati”. Il documento definisce “un grande bluff” “la trasparenza, il rispetto, i progetti, le promesse propinate dalla Direzione ASL”, e formula forse l’accusa più grave laddove testualmente recita “Gran parte della dirigenza e del personale del comparto, ma anche le stesse organizzazioni sindacali, sono oggetto di una inconcepibile campagna di denigrazione e delegittimazione senza precedenti condotta con mortificazioni professionali, attacchi al ruolo ed alle attività sindacali e, come se non bastasse, viene messa in discussione ed alla gogna addirittura attraverso gli atti deliberativi una storia decennale di donne ed uomini che sui posti di lavoro e nel sindacato hanno lavorato e lavorano per una sanità migliore” Contro tali comportamenti oggettivamente intollerabili i Sindacati annunciano adeguate iniziative legali. Infine, ma non per importanza “la complessa problematica degli appalti di forniture e sevizi esternalizzati afftrontata dalla Direzione ASL con impreparazione e superficialità condite da annunci stampa ad effetto, minacce di tagli occupazionali e illazioni che hanno prodotto, a distanza di un anno e mezzo, solo pochi capitolati di gara mai discussi e confrontati con i sindacati nei quali mancano del tutto le tutele previste per la salvaguardia dei livelli occupazionali degli operatori addetti. Un approccio alla delicata questione degli appalti che dietro l’abbaglio dei super e costosi consulenti manifesta tutto il suo bluff visto che i pochi capitolati più importanti appena pubblicati sono gli stessi di due anni or sono, anzi forse peggiorati visto che non contengono nemmeno la clausola sociale di salvaguardia dei livelli occupazionali così come già definito nel tavolo attivato presso la Prefettura di Taranto. I capitolati non contengono nessun elemento qualitativo innovativo visto che anche l’analisi del fabbisogno non è stata aggiornata né rivista né discussa con i dirigenti delle strutture, con l’utenza ed i suoi rappresentati, con i Sindacati. Questo mette in forse il futuro di centinaia di posti di lavoro in una realtà jonica già martoriata dalla disoccupazione e dalla crisi di importanti Enti Locali e mette in serio pregiudizio il livello di servizi essenziali per il funzionamento delle strutture sanitarie aziendali”. Le conclusioni dei firmatari (CGILFP, CISL-FPS, UIL-FPL, Confsal, RSU, Conf. Sindacati Indipendenti) sono lapidarie e definitive: “Le lavoratrici, i lavoratori, i dirigenti, gli operatori addetti ai servizi esternalizzati dicono BASTA alle denigrazioni, alle false promesse, ai bluff ed alla gestione della sanità pubblica così come condotta dalla Direzione dell’Azienda ASL di Taranto. Una Direzione ormai non credibile, inaffidabile e che non offre garanzie per governare una realtà così complessa, nella trasparenza e nella correttezza”. Il documento termina con l’annuncio di pesanti iniziative di lotta ed una sostanziale messa in mora del Governo Regionale. Nel rammentare – conclude Lospinuso - che questo documento, di per sì risolutivo, è peraltro anche soltanto l’ultimo di una lunga serie di proteste di analogo tono, rivenienti dalle Amministrazioni locali come dalla classe medica, da organizzazioni della società civile come da singoli cittadini, mi permetto evidenziare quanto non può non esservi già ampiamente chiaro, e cioè l’ormai assoluta insostenibilità dell’attuale situazione ai vertici della ASL TA/1, sulla quale in queste ore è stato costretto ad intervenire perfino il Prefetto di Taranto”. Per la Segreteria Tommaso Francavilla eventi e commenti Costantino: nessuna chiusura Uffici Aqp a Ginosa Ma i Comuni che non sono sede di comprensorio AQP possono richiedere la postazione informatica di accesso presso la propria sede BARI – Non più di due settimane fa chiedevo se fosse utile chiudere gli uffici periferici AQP. In particolare con nota del 14 Gennaio inviata al direttore generale dell’AQP Massimiliano Bianco, all’assessore ai Lavori Pubblici Introna chiedevo se esistesse “un piano o programma da parte dell’AQP con il quale si sia quantificato il ritorno economico derivante dalla chiusura degli uffici periferici”. Celermente il direttore Bianco richiamando quanto già detto con nota del 20 Dicembre ha esplicitamente ribadito che “allo stato attuale non è stata disposta alcuna chiusura del nostro ufficio presso la sede di Ginosa”. Quindi evidentemente un falso allarme. Ciò che invece è vero e va sottolineato è un accordo con l’Autorità di ambito segnalato espressamente anche al Comune di Ginosa fra gli altri dall’amministratore delegato Renato Scognamiglio con nota dell’11 Gennaio 2007. I Comuni che non sono sedi di comprensorio AQP (quindi gran parte dei comuni jonici, Ginosa inclusa) possono richiedere all’Acquedotto una postazione informatica presso le proprie sedi. Tale postazione, in attuazione di quanto concordato con l’Autorità di Ambito, consente l’accesso al sistema informatico aziendale di Acquedotto Pugliese. In questo modo una volta attivato il collegamento telematico sarà possibile ottenere informazioni, richiedere servizi contrattuali, segnalare guasti o presentare reclami semplicemente andando in Comune. E’ essenziale a questo punto che i Comuni si attivino. Il Consigliere Regionale Ds Dr. Paolo Costantino La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 37 COSTANTINO (DS): Comprendo le preoccupazioni dei commercianti Come tutti anche io sono preoccupato per l’escalation di furti e rapine. Ritengo che Ginosa deve battersi per restare quella tranquilla e operosa cittadina che è sempre stata. Porgo la mia solidarietà ai commercianti e cittadini colpiti da questi reati e mi impegno a sollecitare gli Organi competenti perché provvedano a fermare quella che sembra una scorreria proveniente da ceppi non ancora bene individuati, ma forse esterni al nostro tessuto sociale. So bene che le forze dell’Ordine e il Prefetto sono più che vigilanti e attivi nel contrasto della criminalità, basti pensare ad esempio a come velocemente si è risolto a Marina di Ginosa un caso di molestie. Tuttavia la nuova emergenza ci costringe ad essere ancora più esigenti nel salvaguardare il clima sereno nel quale devono svolgersi le attività di ognuno. Il livello precario e ancora fragile nel quale si muove la nostra economia non può essere ancora peggiorato per l’aggiungersi di un qualsivoglia tipo di criminalità. Oltre che alla necessaria sicurezza dei cittadini dobbiamo sempre ricordare che tali atti scoraggiano gli investitori e ci allontanano sempre più da quel clima di rilancio economico e di rinascita sociale che pur con molti sforzi cerchiamo di assicurare. Mi impegno quindi a seguire con attenzione la questione nell’ambito delle mie competenze, fiducioso nell’impegno delle Forze dell’Ordine che non di rado operano in condizioni non facili. Paolo Costantino Lospinuso (An): «Un salto di qualità nella lotta alla delinquenza» Il proliferare di eventi criminosi nel nostro territorio, ai danni dei beni e della sicurezza dei cittadini, ad opera di una delinquenza molto probabilmente d’importazione contro la quale le nostre Forze dell’Ordine si battono ogni giorno con grande dedizione e con documentata professionalità, richiede comunque un salto di qualità nell’azione di contrasto, per il quale è necessario attivare la più ampia concertazione tra tutti i soggetti istituzionali interessati che metta nelle condizioni i nostri valorosi tutori della legalità di operare con la massima efficacia. In questo senso si sono già mossi, con interventi ai rispettivi livelli di competenza, l’on. Patarino ed il Sindaco Montanaro. Ribadisco comunque la mia piena fiducia nei confronti dei nostri valorosi ragazzi in divisa, colpiti in questi giorni da un ennesimo lutto nell’adempimento del loro dovere. Pietro Lospinuso Il sindaco Montanaro convoca un incontro per la sicurezza Con una lettera inviata, al Comando della Compagnia CC di Castellaneta, al co- mando stazione CC di Ginosa, al comando Pm di Ginosa, all’Istituto di Vigilanza Metronotte Ginosa e all’Associazione commercianti di Ginosa, il sindaco Luigi Montanaro, ha detto che «Questa comunità, nell’ultimo periodo, sta vivendo momenti di grave disagio derivanti da furti ai danni dei commmercianti e delle loro famiglie. L’Assemblea tenuta dall’associazione ASCOM seguita da numerosi cittadini in data 6/ 2 / 07, ha evidenziato la urgente necessità di concordare ed armonizzare nuove strategie attinenti al controllo del territorio. Invito le SS. LL, a partecipare all’incontro che si terrà presso la “Sala Giunta” del Comune di Ginosa alle ore 12,00 del giorno 8/2/07». Il sindaco Luigi Montanaro 38 La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 la parola ai tecnici Dopo lunghe trattative con i Paesi membri, la Commissione Europea ha varato le norme per il periodo 2007-2013. Gli aiuti di Stato per il settore agricolo sono tutte quelle provviden- ze, incluse le misure finanziate con prelievi parafiscali, erogate per attività connesse con la produzione, la trasformazione e la commercializzazione di prodotti agricoli. Il rinnovato quadro normativo - scaturito da lunghe e difficili trattative tra Bruxelles e i rappresentanti dei Paesi membri della Ue - è in linea con l‘obiettivo di semplificare la Pac ed ha un occhio di riguardo agli aiuti che saranno concessi alle piccole e medie imprese per determinate finalità nell’ambito della politica di sviluppo rurale. Due sono le parti in cui è articolato il nuovo impianto normativo, che coprirà il periodo 2007-2013: un regolamento di esenzione, che consentirà ai Paesi membri di non notificare gli aiuti di stato alle piccole e medie imprese agricole quando sussistano determinate condizioni, e alcuni orientamenti che, integrando il regolamento in questione, stabiliscono una serie di norme applicabili agli aiuti notificati. I nuovi orientamenti istituiscono tra l’altro nuove categorie di aiuti, fra cui quelli legati al rispetto delle norme; gli aiuti “Natura 2000”; quelli connessi ai pagamenti previsti dalla direttiva 2000/60/Ce sulla politica in materia di acque; gli aiuti connessi alle esenzioni dalle accise previste dalla direttiva 2003/96/Ce in materia di tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità; infine, gli aiuti a favore del settore forestale. Per quanto riguarda invece i settori della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti agricoli, si applicherà la disciplina degli aiuti di Stato nel settore industriale. Il nuovo regolamento di esenzione permetterà di concedere aiuti agli agricoltori in modo più rapido: un fatto di particolare importanza nei casi di perdite dovute ad avverse condizioni atmosferiche o a malattie animali o a fitopatie. Il nuovo quadro normativo è completato dal regolamento “De minimis”, a norma del quale i singoli Paesi membri della Ue possono accordare provvidenze che non vengono considerati aiuti di Stato quando non superano un certo massimale (3.000 euro per agricoltore su tre anni). Saranno abrogati gli “orientamenti” che disciplinavano gli aiuti di Stato a favore della pubblicità e quelli per i test Tse per i capi morti e per i rifiuti dei macelli, come pure la comunicazione alla Commissione sulla concessione di aiuti sotto forma di crediti di gestione. Per quanto riguarda invece gli orientamenti specifici per il settore agricolo, ma relativi al periodo 2000-2006, l’applicabilità sarà circoscritta ad alcuni casi ben definiti e comunque per un periodo limitato. Raffaele Fanelli Il Patronato Informa L’INDENNITA’ DI DISOCCUPAZIONE CON REQUISITI RIDOTTI Possono richiederla i lavoratori dipendenti iscritti all’assicurazione generale obbligatoria, stagionali anche agricoli, lavoratori a domicilio, lavoratori dipendenti stranieri anche extracomunitari, i domestici, i lavoratori del pubblico impiego (Stato, enti locali), i lavoratori che hanno prestato supplenze nelle scuole, con contratto di lavoro stagionale o precario. Può essere richiesta anche dai lavoratori che hanno lavorato per un determinato periodo dell’anno precedente ed hanno perso il posto di lavoro a seguito di licenziamento non imputabile al lavoratore o per la sospensione temporanea dell’attività lavorativa. L’indennità non spetta ai lavoratori che si dimettono volontariamente, fatto salvo l’evento per la giusta causa (ad esempio: mancato pagamento della retribuzione, molestie sessuali, modifica delle mansioni) ad eccezione della lavoratrici in maternità. I lavoratori interessarti hanno diritto all’erogazione della prestazione solo se in possesso dei seguenti requisiti minimi: - due anni di anzianità assicurativa; - 78 giornate di lavoro subordinato per le quali siano stati versati i contributi per l’assicurazione obbligatoria. L’indennità è pari al 30% della retribuzione media giornaliera lorda calcolata in relazione a tutti i rapporti di lavoro nell’anno di competenza, alla domanda (mod. DS 21), disponibile presso i patronati, devono essere allegati: - modello DL 86/88 bis rilasciato dai datori di lavoro; - modello di detrazioni d’imposta; - modello per A.N.F. La domanda può essere presentata per il tramite dei patronati dal 01.01.2007 al 31.03.2007. Ufficio zona INAC GINOSA CARMELO CANDIA IL SERVIZIO E’ GRATUITO PERCHE’ A CARICO DEGLI ENTI PREVIDENZIALI Viale Martiri d’Ungheria n. 58 - 74013 Ginosa (TA) ORARIO UFFICIO dal lunedì al venerdi 09.30 alle 12.00 / 17.30 alle 20.00 Tel. E fax: 099/829.50.36 e-mail: [email protected] La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 le lettere 39 Ginosa, il traffico e… aspettiamo la Circonvallazione Nei giorni scorsi mi è stata data copia dell’articolo “Il Passo di Giacobbe” scritto da Giulio Cesare Lenge sul numero di luglio de La Rivolta del 1989. L’argomento trattato si dimostra di grande attualità e dimostra che, per certi aspetti (quelli riguardanti il sistema viario e la regolazione del traffico veicolare), il tempo a Ginosa pare che si sia fermato. I mezzi pesanti continuano ad attraversare il centro cittadino e la circonvallazione nord, per le grandi pendenze che presenta, viene utilizzata in minima parte e, soprattutto, dal traffico leggero. Il livello di inquinamento da biossido di carbonio credo che sia fuori da qualsiasi parametro. Circolare per il centro cittadino (via Roma e via Matteotti, appunto) diventa una spericolata avventura dalla quale si rischia di non uscirne più. E mentre Ginosa rimane strozzata dal traffico, vi è una strada che da oltre 15 anni rimane a rappresentare il monumento “dell’inefficienza”. È dalla consiliatura provinciale eletta nel 1985 che si discute e si lavora (?) per la Circonvallazione Sud da parte dell’Amministrazione Provinciale di Taranto. Eppure, nonostante i tanti ginosini che si sono avvicendati sia in Consiglio che in Giunta Provinciale (Binetti, già assessore; D’Alconzo, già Presidente; Inglese; Pardo, per due legislatura e già assessore), ancora oggi quella strada è chiusa al traffico e non la si può utilizzare. Sono cambiate le insegne e i vessilli delle Amministrazioni eppure, non è cambiata la tenace immobilità perpetua. Forse è giunto il momento per far sentire la voce della città che non è più disposta a sopportare una situazione simile. Si parla molto di tutela della salute e della prevenzione quale scelta più adeguata per evitare che la gente si ammali. Ebbene, quanti danni provoca alla salute dei ginosini la situazione del traffico? Sarebbe opportuno che su questo argomento si eviti di infilarsi nella solita e stanca denuncia delle responsabilità politiche. Tutti, ma proprio tutti, sia a destra che a sinistra hanno avuto modo di amministrare e di mettere in evidenza le loro belle responsabilità. Probabilmente, un comitato cittadino sarebbe una via percorribile per chiudere la pratica della Circonvallazione sud e ritornare a parlare del Passo di Giacobbe e del suo famoso detto: “Ci Giacobbe le sapève, miènze a due fratere non se mettève”. Esseggi La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 eventi sportivi LA “LU.MA.GI.GI.” SEGNA A GINOSA UNA GIORNATA CHE RIMARRA’ NELLA STORIA Giovedì 25 Gennaio presso il salone ricevimenti “Imperatore di Puglia” in una serata organizzata dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con l’Associazione Culturale LU.MA.GI.GI., Ginosa ha salutato un suo cittadino molto speciale: Stefano Cazzetta, recentemente premiato come miglior giornalista dell’anno, oggi responsabile della “Gazzetta dello Sport”. Con lui, gia’ Direttore del quotidiano sportivo più letto, Candido Cannavo’ che ha presentato il suo ultimo e bellissimo libro “E li chiamano disabili”, un viaggio nel mondo dell’handicap affrontato non attraverso il dolore e l’angoscia che spesso ne può derivare, ma con la consapevolezza della straordinaria umanità e dignità che queste persone offrono a chi le avvicina. Cannavo’ ha percorso una carrellata narrativa delle storie contenute nel suo libro e dietro ogni nome si e’ dispiegata ogni volta una vicenda insieme tragica e sorprendente; persone disabili dalla nascita o vittime di incidenti che li hanno segnati nel corpo e nell’anima, vivono una vita che non contempla sentimenti di pietà o commiserazione ma che grida al mondo il diritto ad un’esistenza “normale”, la possibilità di un “confronto alla pari” con chi, sbagliando, li considera “diversi e sfortunati”. Cannavo’ ha raccontato di disabili che hanno fatto della loro sventura una sfida, spesso uscendone vincitori, diventando campioni nello sport, professionisti ad altissimo livello, scienziati, artisti conosciuti in tutto il mondo. A tal proposito Michele Pacciano, giornalista della “Gazzetta del Mezzogiorno”, egli stesso costretto su una sedia a rotelle, ha lanciato una provocazione allo scrittore, chiedendo il perché di una indagine circoscritta ad esperienze solo positive; il mondo dei diversamente abili, purtroppo, non si rispecchia solo nella vita di chi e’ diventato un campione e ha fatto della sua condizione un trampolino di lancio verso una vita straordinaria: spesso l’handicap e’ un urlo in una stanza chiusa!. Con grande delicatezza e rispetto, apprezzando la raffinatezza intellettuale del suo interlocutore, Cannavo’ ha spiegato come questa scelta sia derivata dal fatto che il suo lavoro lo mette continuamente a contatto con campioni di sport e di vita e che, raccontare le loro storie significa fornire una speranza a chi, chiuso in una stanza, non riesce a reagire perché sfiduciato e forse poco stimolato a farlo. Il vice presidente dei LU.MA. GI.GI, Gino Giannuzzi, non vedente dall’età’ di 19 anni a seguito di un incidente stradale, ha raccontato come la sua condizione gli abbia permesso di sviluppare la capacità di ascoltare la voce delle persone e di captarne l’indole più profonda: “sei una persona splendida, sento la bontà del tuo animo sgorgare dalle tue parole”, gli ha detto mentre la sala ascoltava commossa la sua storia, l’amore per sua moglie, fedele compagna prima nella sua vita da vedente e oggi sempre al suo fianco in una vita non certo facile. “Io sono fortunato, ho una famiglia che mi sostiene, un lavoro, ma mi chiedo che ne sarà di chi non può contare su tutto questo? e il nostro paese volgerà uno sguardo verso chi vive nel disagio di un handicap più o meno grave?”. A questa domanda Cannavo’ spiega come nella vita non sempre le battaglie che si combattono si debbano vincere, ma l’importante e’ cercare di cambiare le cose e certamente, se dovessimo guardarci indietro e analizzare un passato di indifferenza verso il mondo dei disabili, oggi sono stati fatti passi da gigante: i diversamente abili hanno conquistato spazi importanti e, soprattutto, hanno ottenuto, anche se ancora molto si dovrà fare a tal proposito, quello che da sempre chiedono: che la loro condizione venga vista non con gli occhi della pietà ma che sia data loro l’opportunità’ di dimostrare di essere una risorsa per la società, di poter realizzare l’impresa più grande: quella di vivere dignitosamente la loro vita. Il dibattito, pur mantenendosi su toni di alto valore sociale, assomiglia sempre piu’ ad una intensa chiacchierata tra buoni amici: chi interviene e’ felice di ricordare i vecchi tempi trascorsi in amicizia con Stefano Cazzetta, gli stessi genitori sono invitati ad intervenire ma commossi riescono solo a ringraziare la vita per aver donato loro dei figli speciali. E’ questo che succede a chi intraprende un viaggio nel mondo di un disabile: apprezzare di piu’ la propria vita, ringraziare Dio, il caso, la fortuna 41 di aver ricevuto un figlio che camminerà con le proprie gambe o che vedrà il mondo con i propri occhi. Gli interventi continuano: Giuseppe Pinto, presidente del C.I.P. (Comitato Italiano Paralimpico) della provincia di Taranto, non vedente, racconta di come la sua vita da disabile sia migliorata grazie allo sport; Stefano Notarangelo, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Ginosa, si chiede se i veri disabili siano coloro che vivono in una condizione di handicap oppure i tanti personaggi che insanguinano le cronache di tutti i giorni con violenze di ogni genere… e ancora il delegato provinciale C.I.P. Raffaele Russo rivendica uno spazio maggiore sulla “Gazzetta dello Sport” da dedicare ai disabili; la stampa, soprattutto quella più popolare, può fare molto per amplificare l’argomento. Nino Leone, Presidente dell’Associazione Italiana Down di Taranto, chiede al Direttore il perché egli non abbia nel suo libro rivolto attenzioni verso chi è affetto da disabilità intellettiva, come chi è affetto dalla sindrome di Down, appunto. Angelo Riccardi, Presidente dell’ANFAS di Ginosa e padre di una ragazza disabile, denuncia la troppo farraginosa burocrazia che impedisce un rapporto sereno con le istituzioni; sprona il Sindaco affinché questa serata possa essere la giusta occasione nella quale, la sua Amministrazione, sempre attenta ai problemi sociali, comunichi tempi e modi di realizzazione del progetto da lui stesso così fortemente voluto. Il Sindaco illustra il progetto “DOPO DI NOI”, una casa alloggio per disabili, per quelli che non hanno una famiglia a sostenerli o che prima o poi ne rimarranno senza. Il progetto vuole andare ben oltre la struttura-alloggio creando un luogo di integrazione e di potenziamento delle loro capacità altrimenti non adeguatamente stimolate. Candido Cannavo’ si augura che quanto detto non sia vano e non vada perso e strappa al Sindaco una promessa, quella di realizzare al più presto il suo progetto. il Sindaco Montanaro si impegna, lo fa lontano dall’atmosfera elettorale facile alle promesse, e sin da ora invita il Dott. Cannavò alla sua inaugurazione e ad esserne il Testimonial. A conferma di un impegno politico solido in tal senso intervengono gli Assessori regionali Paolo Costantino e Pietro Lospinuso, opposti nel colore politico ma accomunati da un grande impegno che vedrà nel prossimo futuro l’abbattimento di barriere architettoniche nella nostra Puglia. A tal proposito concludo riportando le parole del Sindaco di Roma Walter Veltroni che ha curato la prefazione del libro: “…il dovere di tutti noi è quello di farci carico della loro stessa volontà, e di assumerla socialmente, politicamente, eliminando qualsiasi ostacolo psicologico, giuridico, fisico che tenda a isolarla, abbattendo il pregiudizio, la negligenza che nasconde, che umilia, che oltraggia”. L’A. Stampa della LU.MA.GI.GI Raffaella TROIANO 42 La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 eventi sportivi L’impegno del liceo Vico a sostegno dell’AIRC Coinvolti dallo slogan “Felici di aiutare la ricerca sul cancro” e motivati dalla prof.ssa Nuccia Punzi, nell’ultima settimana di Gennaio, diversi studenti del liceo Vico, tra un’interrogazione e l’altra, hanno trovato il tempo per vendere ben 192 reticelle di arance della salute in tutte le classi della scuola! L’iniziativa promossa dal- l’AIRC, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, ha trovato la favorevole e sentita accoglienza della dirigente scolastica, prof.ssa Maria Alfonso, e di tutto il corpo docente. A dire il vero, non è la prima volta che il Vico sostiene le proposte dell’AIRC, la collaborazione, infatti, è di lunga data e va oltre i momenti di rac- colta fondi. Diverse sono state, ad esempio, le conferenze che l’Associazione ha tenuto nella scuola con il prof. Michele Mirabella per promuovere la cultura della ricerca oncologica e per dare una corretta informazione sui progressi e sui risultati dei progetti. D’altra parte, il liceo, più che altre agenzie educative, vista l’età dell’utenza, ha fatto proprie le iniziative volte alla formazione dell’impegno etico-sociale proponendo modalità espressive e costruttive miranti al coinvolgimento di tutti gli alunni. L’entusiasmo e la disponibilità per un nobile scopo, come non mai, hanno trovato un alto consenso perché è stata l’occasione di una pausa per gustare allegramente con i compagni di classe le arance della salute. Palma Martino Lettera a Raffaele Sto’ malissimo, perché non faccio altro che ricordare i momenti passati insieme sia al lavoro che quando uscivamo… Eri una persona molto buona, simpatica, ti piaceva imitare tutti, e tra l’altro, lo facevi anche bene. Tu sei stato molto importante per me, e io non dimenticherò mai un persona speciale come te. Anche se non potrò più vederti e parlarti tu sarai miei pensieri tutti i giorni! Mi manchi …Molto, non solo a me ma a tutti quelli che ti conoscevano. Tanti saluti al mio angelo, stammi sempre vicino!!! Lillo Valentina La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 eventi sportivi TERZA CATEGORIA / Ko in trasferta a Palagiano ed esonero del tecnico Pavone Ginosa sconfitto a Palagiano: vetta più lontana I biancazzurri, protagonisti di una prestazione incolore, cedono di misura sul terreno di un modesto Palagiano e vedono allontanarsi la vetta distante ora sei lunghezze. Esonerato il tecnico Pavone che paga a caro prezzo le ultime prestazioni non brillanti. Domenica il campionato ha osservato un turno di stop per i tragici fatti di violenza di Catania e dovrebbe riprendere domenica 11 febbraio con la prima di ritorno che vedrà il Ginosa ospitare al “Miani” l’ostico Anspi. Domenica 18 febbraio, invece, sarà il giorno del big-match in trasferta contro il Paolo VI. Domenica roboante quella vissuta il 28 gennaio in cui il Ginosa subisce un brusco stop (seconda sconfitta stagionale) per mano di un modesto Palagiano e contemporaneamente induce la società ad esonerare il tecnico Pavone per le ultime prestazioni non brillanti che hanno fatto scivolare la compagine ginosina a –6 dalla vetta. In quel di Palagiano, seppur in formazione rimaneggiata, i biancazzurri offrono una prestazione incolore che culmina in una bruciante sconfitta maturata a dieci minuti dal termine. La prima frazione risulta equilibrata con entrambe le squadre che si annullano a vicenda. Sul finire del primo tempo, però, accade un episodio che penalizza il Ginosa in quanto Lapiscopia viene steso in area dal portiere locale ma il direttore di gara lascia proseguire negando la massima punizione. Nella ripresa i biancazzurri calano alla distanza ed il Palagiano sale di tono. Al 35’ i padroni di casa trovano il guizzo vincente sugli sviluppi di un corner che genera una mischia in area ginosina risolta dal piede galeotto del centravanti locale che, sottomisura, infila l’incolpevole Larocca. Il Ginosa, con la forza della disperazione, cerca di reagire e sul finire di gara Carlucci incorna da pochi passi impegnando severamente l’estremo difensore di casa. Al triplice fischio finale il Palagiano esulta per i tre punti conquistati, mentre i biancazzurri fanno un mesto ritorno a casa riflettendo sugli errori commessi. Domenica scorsa il campionato ha osservato un turno di stop per gli episodi di violenza di Catania verificatisi il 2 febbraio che hanno portato alla morte dell’ispettore capo di Polizia Filippo Raciti, senza dimenticare che circa una settimana prima aveva perso la vita in alcuni scontri violenti tra atleti e tifosi un dirigente di Terza Categoria Calabrese. Forse è stato salutare fermare il calcio per una domenica e riflettere sui valori di lealtà sportiva che ultimamente si sono persi. E’ inammissibile morire allo stadio per una semplice partita di calcio quando invece il calcio dovrebbe essere uno sport vissuto con passione e puro divertimento. Forse è 43 arrivato il momento di darsi una calmata e prendere seri provvedimenti che regolino al meglio la sicurezza negli stadi. Domenica, intanto, si dovrebbe tornare a giocare ed il Ginosa ospiterà al “Miani” l’ostico Anspi che vanta 22 punti in classifica (uno in meno rispetto ai biancazzurri). La gara si preannuncia difficile e piena di insidie e pertanto i biancazzurri dovranno sfoderare una prestazione superlativa per intascare tre punti importanti approfittando anche del riposo della capolista Paolo VI che, guardacaso, sarà il prossimo avversario del Ginosa in un big-match dalle alte emozioni. Risultati 12ª giornata (28/01/07): Aldo Demitri Maruggio-Sporting Mottola 0-1; Arsenal Sava-Paolo VI 2-7; Ausonia-Real Statte 1-3; Palagiano-Ginosa 1-0; Olimpia Crispiano-FC Grottaglie 0-2; Scintille Grottaglie-Real Lizzano 3-0. Ha riposato: Anspi. Classifica: Paolo VI 29; Sporting Mottola 27; Ginosa 23; Real Statte 23; Anspi 22; Scintille Grottaglie 19; Ausonia 15; Arsenal Sava 14; Palagiano 14; FC Grottaglie 10; Real Lizzano 7; Aldo Demitri Maruggio 3; Olimpia Crispiano 2. Prossimo turno (11/02/07 ore 15,00): Ausonia-Aldo Demitri Maruggio; Ginosa-Anspi; FC Grottaglie-Arsenal Sava; Real Lizzano-Palagiano; Real Statte-Scintille Grottaglie; Sporting Mottola-Olimpia Crispiano. Riposa: Paolo VI. Programma 15ª giornata (18/02/07 ore 15,00): Anspi-FC Grottaglie; Arsenal Sava-Real Lizzano; PalagianoSporting Mottola; Olimpia CrispianoReal Statte; Scintille Grottaglie-Ausonia; Paolo VI-Ginosa. Riposa: Aldo Demitri Maruggio. Domenico Ranaldo 44 La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 eventi sportivi Il calcio italiano dopo Catania: opinioni a confronto Sospensione di tutti i campionati. È stata, questa, la decisione assunta dalla Federcalcio a seguito dei violenti tafferugli scoppiati a Catania, che hanno stroncato la vita dell’ispettore di Polizia, Filippo Raciti. Noi, intanto esterniamo il nostro profondo cordoglio ai familiari della vittima e solidarietà alle forze di polizia che, quotidianamente, si pongono al nostro servizio, rischiando la vita. Dopo questa doverosa esternazione, accettiamo la decisione della FIGC pur non condividendola, in quanto siamo dell’avviso che, oltre a penalizzare la gente per bene, privandola del calcio domenicale, non produrrà alcun effetto se veramente non vengono varate leggi severe, dure e drastiche e, soprattutto, non vengono applicate. E non ci convincono le affermazioni dell’ex Ministro Pisanu, perché se è vero che le norme previste dal decreto omonimo non vengono applicate, è pur vero che, per quanto attiene la parte relativa agli interventi di adeguamento degli stadi, il medesimo provvedimento appare carente sotto l’aspetto finanziario, non essendo stato previsto alcun sovvenzionamento statale a favore dei Comuni, Enti proprietari degli impianti, i quali sono impossibilitati a fronteggiare i relativi costi. Esempio eclatante ne è il Comune di Taranto. Ma, ritornando al concetto su espresso, riteniamo inutile il provvedimento della Federcalcio in quanto le cause che determinano la violenza negli stadi sono soprattutto di natura socio-culturale. Violenza che per essere debellata richiede il coinvolgimento di tutti gli addetti ai lavori: organi politico-istituzionali, dirigenti di società, tecnici, calciatori, operatori della stampa. Ai fenomeni di violenza si dà massima diffusione e spesso, nel corso di trasmissioni sportive, si finisce col parlare solo di questi, trascurando i fatti meramente tecnici. Per non parlare, poi, d’alcuni dirigenti che domenicalmente rincorrono l’arbitro perché, a loro giudizio, avrebbe danneggiato la propria squadra! E ancora. Calciatori che, dopo aver subito un normale fallo di gioco, crollano a terra come se fossero morti! Troppo calcio in TV, ma soprattutto troppa moviola, strumento che occupa il 70/80% delle trasmissioni sportive, esasperando gli errori arbitrali, rimarcando comportamenti scorretti dei calciatori in campo, evidenziando presunti danni subiti da questa o da quella compagine. Se è vero che il calcio è lo sport più bello del mondo, è altrettanto certo che il fenomeno della violenza rischia di provocare danni irreparabili e la definitiva cancellazione del football. Cultura del sospetto, obbligo del risultato ad ogni costo, cambi repentini di allenatore, modi di comportarsi dei dirigenti, sono altre concause che, insieme a quelle citate innanzi, possono segnare l’inevitabile declino del calcio. Ma come si viene fuori da questa situazione? Cosa dovrebbero fare le varie componenti del calcio? Bene, intanto cominciamo con l’affermare che l’azienda calcio va gestita in maniera oculata, diligente, attraverso una programmazione seria e responsabile con l’occhio sempre rivolto al bilancio e continuamente al fondo di riserva: il settore giovanile. Un fondo da cui attingere, da cui si possa sempre attingere. Settori giovanili, che devono rappresentare momenti d’avvio del riaffermarsi dei veri valori calcistici, ispirati a sani principi di lealtà e dirittura morale, strumenti d’aggregazione e socializzazione che sono utili, devono essere utili, a combattere i fenomeni dell’emarginazione e della devianza minorile. Per questo Settore le società sono chiamate ad un processo di selezione molto oculato nella scelta dei tecnici dei quali si rileva di estrema importanza il possesso dei requisiti di carattere morale e comportamentale. Assolvere all’incarico d’istruttore è compito assolutamente delicato e d’estrema responsabilità, perché l’allenatore di questa categoria di ragazzi non è chiamato ad insegnare solo calcio. Noi pensiamo all’allenatore che, nel settore giovanile, preoccupandosi dell’insegnamento della tecnica calcistica e dell’organizzazione di gioco, senza l’obiettivo del risultato, da ritenersi estremamente negativo, collabori soprattutto con i genitori dei ragazzi nell’insegnamento dei comportamenti da assumere durante l’attività sportiva e fuori del campo. Pensiamo ad un programma di docenza che contempli l’insegnamento del regolamento di giuoco, perché la scarsa conoscenza delle regole da parte dei calciatori (purtroppo è realtà!) porta a protestare nei confronti del direttore di gara e a determinare intemperanze del pubblico. Pensiamo, infine, all’allenatore che, attraverso i genitori, s’informi sull’andamento scolastico dei ragazzi, consigliandoli e stimolandoli a studiare; all’allenatore che mantenga sempre comportamenti corretti e leali, che non si lasci andare ad imprecazioni e, peggio ancora, bestemmie, ricordando, innanzitutto a noi stessi, che il carattere del bambino, proprio perché in fase evolutiva, potrebbe assimilare i comportamenti dell’istruttore. Sarebbe, a nostro modesto avviso, la figura ideale d’allenatore dei ragazzi, che consentirebbe quantomeno di formare l’uomo del domani se proprio non si riuscisse a creare il calciatore. E, con i tempi che corrono, sarebbe davvero tanto! Ma perché queste condizioni possano avverarsi, occorre un sistema calcio determinato, molto deciso. Il mondo del calcio ha bisogno di un radicale risanamento, di un profondo rinnovamento, soprattutto ha bisogno di gente che si pone al servizio dello sport secondo una politica del dare e non del prendere. Probabilmente, se si ha questa capacità, il calcio oltre che un ruolo di spettacolo, oltre che un momento di sano agonismo, è destinato a diventare vettore trainante nel contesto sociale. Solo così saranno salvaguardati i principi ai quali il mondo pallonaro s’ispira: esaltazione dei valori morali! Valori ai quali la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori dimostra di essere legata e una esigua minoranza calpesta. Non serve soltanto reprimere i fatti di violenza, occorre prevenirli. Occorre acquisire una diversa cultu La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 eventi sportivi ra, che è quella del diritto e non del DRITTO! Occorre che stampa, società, tecnici, calciatori, dirigenti marcino verso un’unica direzione. Occorre dare maggiore spazio agli aspetti tecnici delle partite. Basta con le critiche agli arbitri, con le moviole, con gli errori dei direttori di gara. E’ deplorevole ed assurdo! Non si riesce a capire, o non si vuole capire, che l’arbitro, essere umano, in una frazione di secondo, è chiamato ad assumere decisioni che altri non riescono a prendere in minuti, ore, pur potendo avvalersi di strumenti di rilevazione elettronica. Se per un attimo pensassimo che quell’arbitro o quel poliziotto potrebbe essere un nostro figlio, il nostro atteggiamento cambierebbe. Abbiamo ritenuto esprimere queste nostre riflessioni, ritenendo che la violenza negli stadi, a volte, è figlia della nostra cultura che tutti possiamo contribuire a modificare partendo dalle radici. Dai giovani, appunto, che sono la nostra ricchezza ed un patrimonio che dobbiamo assolutamente difendere ed incanalare verso i binari della correttezza, della dirittura morale, del rispetto reciproco. Michele Antonicelli Il calcio chiude per violenza. 45 La tragedia di Catania e le riflessioni di Nicola Legrottaglie Intervistato dal nostro Capo Redattore Sportivo Gianluca Catucci, il difensore juventino ci racconta quello che accade anche in Terza Categoria. Nel girone dove gioca anche l’A.S. Ginosa, la domenica ne succedono di tutti i colori. La notizia dell’assurda morte dell’Ispettore capo della Questura di Catania Filippo Raciti ha sconvolto anche il difensore pugliese della Juventus Nicola Legrottaglie. Non ci sono parole che possano spiegare la morte di un ragazzo di 38 anni andato allo stadio per fare il suo dovere. Abbiamo davvero toccato il fondo. Qui si sta andando oltre. Perché deve scapparci il morto per fare tutto questo? Bisognava intervenire prima. 12 anni fa se ne parlava come oggi. Un tifoso del Milan accoltellato prima di Genoa-Milan. Cosa si è fatto? Niente. Puntualmente a distanza di anni ci risiamo. Ma secondo Legrottaglie quale il modo per uscirne. Che cosa ci vuole per mettere fine a questa follia? Io sono drastico. Per me la squadra i cui tifosi sono responsabili di questi reati, dev’essere immediatamente sospesa dal campionato e retrocessa d’ufficio. Partire dalla Terza Categoria. Quindi Catania o Palermo cancellati dalla mappa del calcio nazionale? Si. Se non si usano queste pene severissime, io penso che fra qualche mese staremo qui a riparlarne. Fa rabbia sapere che i violenti sono ben noti alle società, ma nessuno usa il pugno duro. Secondo me se ci troviamo in questa situazione la responsabilità va attribuita alle società, ma soprattutto ai politici. Gli interessi sono tanti intorno al mondo del calcio, quindi sono loro i primi che devono pensare a misure drastiche. Chi sbaglia deve pagare. Senza mezzi termini. Chi va in carcere deve scontare pene severissime. Se poi uno che uccide un tifoso o un poliziotto, gli danno trenta anni di carcere, e poi gli danno lo sconto della pena o l’indulto o addirittura gli arresti domiciliari, ditemi voi a che serve. Per me ripeto radiazione diretta per le società coinvolte e tifosi violenti in carcere. Inoltre io non manderei più poliziotti allo stadio. Prendiamo esempio dagli inglesi. In passato hanno sbagliato. Ora è un piacere andare allo stadio e vedere le partite senza barriere. Basta con gente che va allo stadio per fare guerriglia, tirare fumogeni, caricare contro le forze dell’ordine. Io penso ancora alla tragedia consumata la scorsa settimana su un campo di periferia in Calabria. Terza Categoria, un dirigente perde la vita per una partita di calcio. Sono sconcertato. Anche io nel mio paese, a Mottola ho una squadra di calcio che disputa il campionato di Terza Categoria, nella provincia di Taranto. Si chiama, Sporting Club Mottola. L’allenatore un mio carissimo amico, si chiama Oronzo Daniele, ci sentiamo ogni settimana, parliamo di tutto, gli do anche dei consigli. Anche loro qualche mese fa, sono stati coinvolti in situazioni simili. Stiamo mettendo su un bel progetto, vogliamo realizzare delle strutture, che purtroppo a Mottola scarseggiano. Mi racconta che ogni domenica, ne succedono di tutti i colori. Paolo VI, Statte o Talsano. Questi alcuni campi dove le minacce sono all’ordine del giorno. Qualche mese fa, sono andati a giocare a Talsano. Sono stati aggrediti e minacciati durante la partita, solo perché dovevano lasciare i tre punti. A Statte, qualche settimana fa, altro campetto di periferia alle porte di Taranto, scontro al vertice. Il Mottola conduceva 1-0 in tra- sferta. Ebbene, la testimonianza di Mister Oronzo, è agghiacciante. Al telefono mi raccontava con una voce sottile, di essere stati minacciati durante la fine del primo tempo. Da qui oggi non uscite vivi. Nella ripresa, minacce anche ad un giovane arbitro di soli 19 anni. Volete sapere come è finita? L’arbitro assegna due calci di rigore inesistenti, il Mottola perde 2-1, ma per fortuna riescono ad uscire vivi. Non vi dico a Paolo VI, altro campo dove la mia squadra, con in campo dei ragazzi di 18 anni, hanno visto di tutto. Calci, sputi, schiaffi, scene da Far West. Ma stiamo scherzando? Mi appello a voi. Speriamo che tutti noi, insieme alla stampa diamo questa volta un segnale forte. Fermare tutto, fermarci tutti e ragionare per dare dignità al calcio. Perché non è possibile morire per una partita di calcio. (Gianluca Catucci) 46 La Goccia n. 3 - 10 febbraio 2007 eventi sportivi ANCHE IL CALCIO A CINQUE SI E’ FERMATO Un fine settimana irreale, quello che abbiamo vissuto alla luce dei tragici fatti di Catania, con la scomparsa dell’Ispettore Filippo Raciti, una settimana dopo quella del dirigente calabrese Ermanno Licursi, la cui morte non valeva uno stop ai campionati, ma solo un minuto di silenzio. Il calcio si ferma e si interroga sui propri errori, il Governo pretende severità, lo stesso Stato che con la sua legge consente ad un incensurato l’immediata libertà se arrestato per atti violenti in ambito sportivo. Se è giusta questa pausa di riflessione per la massima passione nazionale non è facile saperlo: sportivi, politici e Vip vari dicono la propria. Di una cosa sono certo: il calcetto o se gradite il calcio a cinque o meglio ancora il futsal non deve essere coinvolto in questo problema, non deve essere minimamente associato al calcio. Deve senz’altro commemorare Filippo Raciti e condannare pienamente chi si è reso colpevole di questo insano gesto; per questo Sabato anche il derby tra TEAM GINOSA – PARMA CLUB ha taciuto, ma del calcio malato e dei suoi ultras non condivide affatto il minimo particolare. In questo sport fortunatamente ancora non si sono registrati atti di violenza premeditata con tanto di guerriglia verso le forze dell’ordine. Non ci sono problemi di tifo organizzato da gestire o ingressi con carta di identità da esibire. Nel calcio a cinque, male che vada ed è sempre condannabile, capita la rissa in campo o l’atto violento verso l’arbitro, nulla che in ogni caso non sia punito poi in maniera esemplare dal giudice sportivo, basta leggere i comunicati ufficiali e ci si accorge come questi violenti spiriti vengono placati da mesi o addirittura anni di squalifica e pesanti multe ai danni delle società. Ma lo stesso accade nel basket o nel volley, sport con i quali il calcio a cinque ha più affinità come spettacolarità e fortunatamente come gestione degli spalti. Se la sosta in questo weekend per il calcetto è da intendersi come atto di solidarietà verso il calcio, il fratello più grande gravemente ammalato e per le sue vittime, la stessa non avrebbe senso già tra sette giorni. Non solo per i citati motivi, non solo perché recuperare le gare non disputate è più problematico per chi condivide il campo di gioco con altre discipline, ma soprattutto perché stiamo parlando di un altro sport che del calcio è solo parente ed è probabilmente il figlio buono di una famiglia con seri problemi, senza scommesse, senza intercettazioni e, nello specifico, senza guerriglie urbane studiate a tavolino. Ci si è fermati per riflettere e prendere seri provvedimenti, o far passare una settimana e poi far cadere tutto nel dimenticatoio come sempre accaduto? Fin dal 1979 si muore per il calcio. In un derby ROMA-LAZIO, appunto del 1979, perse la vita un tifoso laziale, Vincenzo Paparelli, colpito da un razzo proveniente dalla curva dei tifosi romanisti. Ecco i nomi di chi dal 1979 ad oggi ha perso la vita per una partita di calcio. VINCENZO PAPARELLI, ANDREA VITONE, STEFANO FURLAN, MARCO FONGHESSI, GIUSEPPE TOMMASETTI, NAZZARENO FILIPPINI, ANTONIO DE FALCHI, VINCENZO SPAGNOLO, CIRO ALFIERI, GIUSEPPE DIODATO, SIMONE VITALE, VINCENZO LIOI, SERGIO ERCOLANO, ROBERTO BANI, ANTONIO CURRO, ERMANNO LICURSI, FILIPPO RACITI. FORSE BISOGNAVA FERMARSI PRIMA A RIFLETTERE?? Per ovvi motivi il commento al calcio giocato troverà spazio nel prossimo numero MARINO MENZELLA