N. 5 2015 - Assofond
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N.5 2015 ASSOFOND FEDERAZIONE NAZIONALE FONDERIE Poste Italiane S.p.A. - Anno XL-Pubblicazione bimestrale - Spedizione in A.P. - 70% - Filiale di Milano La rivista delle Fonderie di Metalli Ferrosi e Non Ferrosi di Perno Lazzari Rodolfo & C. snc Via P. Tamburini, 2/4 - 25136 Brescia Tel. 030.2092656 - Fax 030.2099868 www.abrasystem.it [email protected] ůŐƌĂƉŚΠͲZŝĐĂƌďƵƌĂŶƚŝƉĞƌƵŶĂŵŝŐůŝŽƌĞĞĨĨŝĐŝĞŶnjĂ ͛ďĞŶŶŽƚŽĐŚĞŽŐŐŝůĞŐŚŝƐĞƐŽŶŽ ƉƌŽĚŽƚƚĞƌŝƐƉĞƚƚĂŶĚŽƐŝĂŐůŝƐƚĂŶĚĂƌĚ ƉŝƶĞůĞǀĂƚŝƐŝĂŝĐŽŶƚƌŽůůŝƉŝƶƐƚƌŝŶŐĞŶƚŝ͘ ůŬĞŵƐƚĂĞƐƉĂŶĚĞŶĚŽůĞƉƌŽƉƌŝĞ ƐƚƌƵƚƚƵƌĞƉƌŽĚƵƚƚŝǀĞŝŶEŽƌǀĞŐŝĂƉĞƌĨĂƌ ĨƌŽŶƚĞĂůůĂĐƌĞƐĐĞŶƚĞƌŝĐŚŝĞƐƚĂĚŝ ůŐƌĂƉŚΠ͘^ŽŶŽƐƚĂƚĞŝŶŽůƚƌĞƌĞƐĞ ĂŶĐŽƌĂƉŝƶƐƚƌŝŶŐĞŶƚŝůĞƐƉĞĐŝĨŝĐŚĞĚĞů ŶŽƐƚƌŽƉƌŽĚŽƚƚŽ͕ĐĂƌĂƚƚĞƌŝnjnjĂƚŽĚĂů ĐŽŶƚĞŶƵƚŽĚŝĂƌďŽŶŝŽƉŝƶĞůĞǀĂƚŽĞĚĂ ĐŽŶƚĞŶƵƚŝĚŝŽůĨŽ͕/ĚƌŽŐĞŶŽĞĚnjŽƚŽ ƚƌĂŝƉŝƶďĂƐƐŝŝŶĂƐƐŽůƵƚŽ͘ /ůŶŽƐƚƌŽƉĂƌƚŝĐŽůĂƌĞƉƌŽĐĞƐƐŽ ƉƌŽĚƵƚƚŝǀŽ͕ĐĂƌĂƚƚĞƌŝnjnjĂƚŽĚĂ ƚĞŵƉĞƌĂƚƵƌĞŵŽůƚŽĞůĞǀĂƚĞ͕ŐĂƌĂŶƚŝƐĐĞ ů͛ŽƚƚĞŶŝŵĞŶƚŽĚŝƌŝĐĂƌďƵƌĂŶƚŝĐŽŶůĞ ƐĞŐƵĞŶƚŝƉƌŽƉƌŝĞƚă͗ ͻ ŽŶƚĞŶƵƚŽĚŝĂƌďŽŶŝŽƉŝƶĞůĞǀĂƚŽ ĐŽŶĂůƚĂĨƌĂnjŝŽŶĞĐƌŝƐƚĂůůŝŶĂĐŚĞ ĂƐƐŝĐƵƌĂĚŝƐƐŽůƵnjŝŽŶĞƉŝƶƌĂƉŝĚĂĞ ŵĂŐŐŝŽƌĞƌŝƉƌŽĚƵĐŝďŝůŝƚăĚĞůůĞ ĂŐŐŝƵŶƚĞ ͻ ZŝĚŽƚƚŽĐŽŶƐƵŵŽĞŶĞƌŐĞƚŝĐŽĞ ŵŝŐůŝŽƌĞƵƚŝůŝnjnjĂnjŝŽŶĞĚĞůůĂĐĂƉĂĐŝƚă ƉƌŽĚƵƚƚŝǀĂŐƌĂnjŝĞĂůĐŽŶƚĞŶŝŵĞŶƚŽ ĚĞŝƚĞŵƉŝĚŝĨƵƐŝŽŶĞ ͻ sĂůŽƌŝŵŽůƚŽďĂƐƐŝĚĞŝĐŽŶƚĞŶƵƚŝĚŝ njŽƚŽĞĚŝ/ĚƌŽŐĞŶŽĐŚĞƌŝĚƵĐŽŶŽŝ ƌŝƐĐŚŝĚŝƉƌŽďůĞŵŝĐŽƌƌĞůĂƚŝĂůůĂ ƉƌĞƐĞŶnjĂĚŝƉŝŶŚŽůĞƐ /ůƉƌŽĐĞƐƐŽĚŝƉƌŽĚƵnjŝŽŶĞŝŶ ĐŽŶƚŝŶƵŽŐĂƌĂŶƚŝƐĐĞŶŽŶƐŽůŽůĂ ĐŽƐƚĂŶnjĂĚĞůůĂƋƵĂůŝƚăŵĂƉĞƌŵĞƚƚĞ ĂŶĐŚĞĚŝŽƚƚĞŶĞƌĞƵŶƉƌŽĚŽƚƚŽĚĂůůĞ ƉƌĞƐƚĂnjŝŽŶŝŵŽůƚŽƐƚĂďŝůŝĞ ĐĂƌĂƚƚĞƌŝnjnjĂƚŽĚĂŝƐĞŐƵĞŶƚŝǀĂŶƚĂŐŐŝ͗ Ή Continuity Ή Reliability Ή Sustainability ͻ ZŝĚƵnjŝŽŶĞĚĞůƌŝƐĐŚŝŽĚŝŐĞŶĞƌĂƌĞ ƐĐĂƌƚŝĚŝƉƌŽĚƵnjŝŽŶĞ ͻ ZŝĚƵnjŝŽŶĞĚĞůŶƵŵĞƌŽĚŝ ĐĂŵƉŝŽŶĂŵĞŶƚŝƉĞƌƋƵĂŶƚŝĨŝĐĂƌĞůĞ ĂŐŐŝƵŶƚĞĚŝĐŽƌƌĞnjŝŽŶĞ ͻ ZŝĚƵnjŝŽŶĞĚĞŝƉƌŽďůĞŵŝƋƵĂůŝƚĂƚŝǀŝ ŝŶĐŽŶĨƌŽŶƚŽĂƉƌŽĚŽƚƚŝĚŝĂůƚƌĂ ŽƌŝŐŝŶĞ;ĞƐ͘ƌŽƚƚĂŵŝĚĂĞůĞƚƚƌŽĚŽͿ WĞƌƵůƚĞƌŝŽƌŝŝŶĨŽƌŵĂnjŝŽŶŝ͕ŽŶƚĂƚƚŝŝů ^ƵŽƌĂƉƉƌĞƐĞŶƚĂŶƚĞůŽĐĂůĞůŬĞŵ͘ ůŬĞŵ^͘ƌ͘ů͘ sŝĂ'ŝƵƐĞƉƉĞ&ƌƵĂ͕ϭϲ ϮϬϭϰϲD/>EK dĞů͘нϯϵϬϮϰϴϱϭϯϮϳϬ &Ădž͘нϯϵϬϮϰϴϭϳϯϲϬ ǁǁǁ͘ĞůŬĞŵ͘ĐŽŵͬĨŽƵŶĚƌLJ Riduci l’impatto ambientale con ASK Chemicals. ECO-FRIENDLY SOLUTION Le nostre soluzioni offrono dei reali vantaggi ecologici ed economici. Saremo lieti di fornirvi la nostra consulenza: Telefono: +49 211 71103-0 E-mail: [email protected] www.ask-chemicals.com PRODOTTI E SERVIZI per acciaierie, fonderie di acciaio e di ghisa, di alluminio e di altri metalli non ferrosi. PRODOTTI metalli leghe - madrileghe ferroleghe ghise in pani ricarburanti SERVIZI rete informatica assistenza tecnica coperture su metalli e valute servizi finanziari e commerciali logistica - stoccaggio 20135 MILANO - VIALE SABOTINO, 19/2 - TEL. + 39 - 02.80.95.11 - FAX +39 - 02.89.00.714 AZIENDA CERTIFICATA UNI EN ISO 9001:2000 de ll i erros nF No La riv ista N. 5 2015 i Metalli rie d Fe rro si e e e nd Fo industria fusoria ASSOFOND in igne vita ASSOFOND FEDERAZIONE NAZIONALE FONDERIE SOMMARIO Pubblicazione bimestrale tecnico-economico ufficiale per gli atti dell’Associazione Nazionale delle Fonderie Autorizzazione Tribunale di Milano n. 307 del 19.4.1990 Direttore Responsabile Silvano Squaratti ECONOMICO Bilanci d’acciaio 2015........................................................................................................................10 La nuova UNI EN ISO 9001:2015................................................................................................14 LEGGE 13 luglio 2015, n. 107 - BUONA SCUOLA..................................................................18 Inaugurazione con inizio lezioni open per l’HPDC School, il primo master in pressocolata .................................................................................................... 24 Il FARO indica le rotte del cambiamento .................................................................................. 28 Lo sviluppo dei materiali per le centrali elettriche di potenza .............................................. 34 Euroguss 2016 .................................................................................................................................. 36 Direzione e redazione Federazione Nazionale Fonderie 20090 Trezzano S/Naviglio (MI), Via Copernico 54 Tel. 02/48400967 - Telefax 02/48401282 www.assofond.it - [email protected] Gestione editoriale e pubblicità S.A.S. - Società Assofond Servizi s.r.l. 20090 Trezzano S/Naviglio (MI), Via Copernico 54 Tel. 02/48400967 - Telefax 02/48401282 Amministrazione e abbonamenti S.A.S. - Società Assofond Servizi s.r.l. 20090 Trezzano S/Naviglio (MI), Via Copernico 54 Tel. 02/48400967 - Telefax 02/48401282 Abbonamenti per l’Italia, anno 2015 105,00 euro RUBRICA LEGALE Abbonamento per l’estero, anno 2015 180,00 euro Una copia 12,91 euro, estero 20,66 euro Condizioni Generali di Contratto delle Fonderie Europee: edizione Maggio 2014 .................................................................................................................. 44 Numeri arretrati il doppio Spedizioni in A.P. - 70% - Filiale di Milano TECNICO Comportamento a fatica ad alta temperatura di una ghisa sferoidale Si-Mo.................. 56 Processo di formazione di un blister in una lega di alluminio ................................................64 Getti in lost foam di componenti compositi bimetallici in ghisa bianca al cromo/acciaio al carbonio ............................................................................................................76 i INDICE Progetto Grafico Draghi Luciano 20154 Milano - Via Messina 47 Tel. 02/3313321-33604352 e-mail: [email protected] Stampa Nastro & Nastro s.r.l. 21010 Germignaga (Va) - Via Stehli, 15 Tel. 0332/531463 - www.nastroenastro.it È vietata la riproduzione degli articoli e illustrazioni di Industria Fusoria senza autorizzazione e senza citare la fonte. La collaborazione alla Rivista è subordinata insindacabilmente al giudizio della Redazione. Le idee espresse dagli Autori non impegnano ne la Rivista ne Assofond e la responsabilità di quanto viene pubblicato rimane agli Autori stessi. La pubblicità che appare non supera il 50% della superficie totale del periodico. Inserzionisti ..........................................................................................................................................88 Industria Fusoria 5/2015 7 O NOMICO EC MIC F. Bonetti ECONOMICO O EC ON NO OM O IC ECO Bilanci d’acciaio 2015 Il convegno annuale di Siderweb “Bilanci d’Acciaio” ha registrato un successo senza precedenti, catturando anche gli occhi di gran parte della stampa italiana, che ha dedicato ampio spazio ai risultati della ricerca. A colpire l’opinione della stampa sono stati sia la frenata della discesa dei risultati sia il raggiungimento di un utile di sistema che mancava nei bilanci da oltre tre anni. Interessanti, inoltre, i focus proposti dai diversi giornali locali sulle realtà di riferimento analizzate, capaci di dare anche uno spaccato più dettagliato delle performance di comparto. BILANCI 2030 I numeri che presentiamo quest’anno ci descrivono un quadro generale ancora incerto. L’anno scorso dicevamo: “Siamo ad un bivio storico: la fase congiunturale che stiamo vivendo può portare ad un ulteriore e pesante indebolimento della nostra economia oppure può essere l’occasione per un rilancio fondato sui pilastri della conoscenza, dell’innovazione e della sostenibilità”. Dopo un anno dobbiamo constatare che siamo ancora allo stesso bivio, incerti ed incapaci di imboccare con decisone la via dello sviluppo. Questa è già la settima edizione di Bilanci d’Acciaio e, con i dati storici alla mano, possiamo permetterci alcune riflessioni che esulano dal day by dayper capire l’impatto che alcuni nodi della “grande trasformazione” hanno avuto sui conti delle nostre aziende. Mai come oggi si rivelano particolarmente stretti i legami tra i dati di bilancio e le tendenze di lungo periodo, tra i numeri che vanno letti con il microscopio e quelli da mettere a fuoco solo con un buon cannocchiale. Sono sotto gli occhi di tutti gli effetti indotti dalla globalizzazione (pensiamo solo all’impatto della over-capacity cinese sui prezzi delle materie prime e dei prodotti in acciaio) e dalla rivoluzione tecnologica che sta cambiando i modelli di business di tutti i settori. Ma non è finita qui… Per coglierne meglio gli effetti basterebbe mettere a confronto il bilancio della nostra azienda (o del nostro settore) di 15 anni fa, con quello attuale e, con uno sforzo di immaginazione ancora più ardito, provare ad immaginare il bilancio della nostra azienda al 31/12/2030. Non sappiamo con esattezza che mondo ci aspetta, se il mondo della grande stagnazione secolare come temono molti, quello dell’era dominata dalle macchine intelligenti o altro ancora. Sappiamo però che continueremo a produrre, distribuire ed utilizzare acciaio! E sappiamo anche che la nostra filiera dell’acciaio sta rispondendo ancora con troppa lentezza ai grandi cambiamenti degli ultimi decenni. E se non possiamo prevedere il futuro dobbiamo però fare in modo di poterlo affrontare vivendo le trasformazioni in atto da protagonisti e non da semplici comparse. In che modo? Concentrando tutte le nostre risorse sull’innovazione; che non è solo tecnologica ma anche logistica, della distribuzione, organizzativa, nella governance, nel marketing, nella comunicazione ecc.. Solo se sapremo trasformarci da industria “pesante” ad industria “pensante” i conti al 31/12/2030 quadreranno ancora! Emanuele Morandi 10 Industria Fusoria 5/2015 Lievi miglioramenti per i conti dell’acciaio italiano. Utili per 150 milioni nel 2014 “I bilanci, oggi più che mai, ci mostrano il panorama che, in un futuro prossimo, ci troveremo a vivere” ha dichiarato il presidente di Siderweb, Emanuele Morandi, durante il suo intervento di apertura del convegno Bilanci d’Acciaio, progetto condotto dalla Community dell’Acciaio in collaborazione con l’Università degli Studi di Brescia e giunto alla settima edizione. È proprio questa, infatti, l’essenza che sta alla base dell’unico studio italiano fondato sull’analisi dei bilanci del settore siderurgico: guardare le cifre di oggi per “intuire” opportunità e problemi che le imprese potranno trovarsi ad affrontare nei prossimi anni. Ma partiamo proprio dai numeri, affidati alla relazione di Claudio Teodori, prorettore dell’Università degli Studi di Brescia (Figg. 1-2-3). Numeri che non si possono considerare esaltanti, ma non sono allo stesso tempo privi di segnali positivi. ECONOMICO Analisi evolutiva della situazione economico-finanziaria delle imprese del settore acciaio Fig. 1 LA REDDITIVITÀ NETTA - TRIENNIO 1 2 ,0 % 1 0 ,0 % 8 ,0 % 6 ,0 % 4 ,0 % 2 ,0 % 0 ,0 % - 2 ,0 % PROD D I ST R 2014 CS 2013 ROTT 2012 Fig. 2 LA REDDITIVITÀ OPERATIVA - TRIENNIO 6 ,0 % 5 ,0 % 4 ,0 % 3 ,0 % 2 ,0 % 1 ,0 % 0 ,0 % PROD D I STR 2014 CS 2013 “Nel 2014 c’è stato un decremento contenuto del fatturato – ha spiegato Claudio Teodori -, che per la filiera siderurgica stretta si è attestato a 40,7 miliardi di euro (-1,5% rispetto al 2013) al quale però ha fatto fronte un recupero sia del valore aggiunto, sia dell’EBITDA (salito del 7,7% a 2,5 miliardi di euro)”. Inoltre, dopo un 2013 caratterizzato da una perdita complessiva del settore di circa 76 milioni di euro, nel 2014 l’utile netto totale è stato di 149,6 milioni di euro, il che si può leggere come “un modesto segnale di ripresa”. Le aziende, ha commentato Teodori, “sono entrate nel 2015 con una situazione che si può definire stazionaria, quasi di attesa, anche se alcuni indicatori sono migliorati”. Complessivamente, “il business tiene, ma i valori sono rischiosamente bassi” ha aggiunto Teodori “così come è preoccupante il valore aggiunto sul fatturato - +1% -, non più sufficiente”. ROTT 2012 Ma l’acciaio italiano, in quale contesto si sta muovendo? “Lo scenario mondiale è contraddistinto da commercio estero e Pil in crescita inferiore alle stime (Tab 1) -ha spiegato Gianfranco Tosini, responsabile dell’Ufficio Studi di Siderweb nel corso della propria relazione- così come l’inflazione ha lasciato il posto alla deflazione”. Entrando più nel dettaglio, però, non si può non menzionare il tema del calo delle quo- Fig. 3 I bilanci del 2014 delle oltre 800 aziende della filiera siderurgica “stretta”, infatti, hanno evidenziato il 76% del totale che hanno chiuso in utile, a fronte del 70% registrato nel 2013. Il 50% del totale, inoltre, ha evidenziato un aumento del fatturato, così come torna in territorio positivo il sistema che ritrova l’attivo, a fronte di un 2013 in perdita complessiva. Aree Var. % PIL 2014/13 Paesi sviluppati 1,8 UE 1,5 USA 2,4 Giappone -0,1 Paesi emergenti e in via di sviluppo 4,6 CIS 1,0 Paesi asiatici 6,8 America latina 1,3 Medio Oriente e Nord Africa 2,6 Africa Sub-Sahariana 5,0 Var. % Pil 2014/2007 6,0 1,8 7,3 0,6 44,1 19,7 66,0 22,8 30,2 42,8 Tab. 1 – Pil 2014 (Var % rispetto al 2013 e al 2007) Industria Fusoria 5/2015 11 ECONOMICO to performance migliori in Italia rispetto alla media Ue -ha aggiunto Gianfranco Tosini-. Per questi tre comparti, l’utile si è attestato rispettivamente all’1,5%, al 4,1% ed allo 0,6% dei ricavi, contro il -0,3%, il 3,6% e lo 0,1% dei concorrenti europei”. Soffrono, invece, i produttori italiani di acciaio al carbonio e inox, con performance inferiori rispetto all’Europa. “La redditività delle aziende europee - ha continuato Tosini – è però al di sotto della media mondiale (in base ad un confronto tra i risultati delle prime 70 aziende siderurgiche globali), con un ebit TREND MATERIE PRIME - (indici: gennaio 2008=100) Fonte: elaborazioni su dati FMI, EIA e IEA. Fig. 4 tazioni delle materie prime e dell’energia (Fig. 4). In questo quadro, l’Italia dell’acciaio è caratterizzata da “stagnazione della domanda interna, commercio estero in calo, un incremento dell’1,1% del consumo apparente nel 2014 a fronte del 2013 e un tasso di utilizzo della capacità installata in erosione” continua Tosini. Anche i settori utilizzatori (Tab. 2) – per i quali è doveroso spostare l’asse di confronto al periodo pre crisi - “le notizie positive si concentrano nell’automotive e nella produzione di mezzi di trasporto, benché in maniera più contenuta rispetto all’andamento positivo registrato nella media Ue”. Alcuni numeri curiosi, Tosini li ha presentati in relazione al calo dei prezzi delle materie prime che hanno evidenziato una convenienza che sembra pendere per la produzione da altoforno, rispetto a quella elettrosiderurgica. “Torniamo al 2008: una tonnellata di acciaio da ciclo integrale aveva un costo di produzione pari a 677,8 dollari, a fronte di 540,7 dollari del costo della produzione da forno elettrico. – spiega il responsabile del Centro Studi di Siderweb – Oggi i numeri sono molto cambiati: 370,8 dollari la tonnellata da minerale e 440,7 dollari da rottame. È evidente che la bi- 12 Industria Fusoria 5/2015 VARIAZIONE % PRODUZIONE % SU CONSUMO DI ACCIAIO SETTORI UTILIZZATORI UE ITALIA 2014/13 2014/07 2014/12 2014/07 COSTRUZIONI 35% 2,9 -19,4 -7,0 -42,0 AUTOMOTIVE 18% 5,4 0,6 3,5 -36,2 MACCHINE E APPARECCHI MECCANICI 14% 1,0 -9,6 -0,9 -24,9 PRODOTTI IN METALLO 14% 1,5 -15,8 -0,1 -30,4 TUBI 13% 1,1 -25,2 4,8 -21,6 ELETTRODOMESTICI 3% -2,4 -35,1 -2,1 -54,7 ALTRI MEZZI DI TRASPORTO 2% 0,9 11,1 11,0 -20,3 CONSUMO REALE DI ACCIAIO TOTALE 2,2 - 25,9 0,7 - 34,1 CONSUMO APPARENTE DI ACCIAIO TOTALE 3,5 - 27,0 1,1 - 35,5 Tab. 2 – Variazione % dei tassi di attività dei settori utilizzatori di acciaio nell’UE e in Italia. VAR. RICAVI UTILE (Milioni €) _ EBIT__ RICAVI ____UTILE_____ PATRIMONIO PATRIMONIO ATTIVO AREE/PAESI 2014 2013 2014 2013 2014 2013 2014 2013 2014 2013 UE 2,3% -5,0% 4,2% 2,0% -107 -3.686 -0,1% -3,7% 0,4 0,4 TURCHIA 25,7% -19,5% 14,9% 12,3% 700 330 17,4% 9,6% 0,5 0,5 RUSSIA E UCRAINA -6,9% -11,0% 13,9% 6,7% -6.426 -3.982 -31,2% -11,0% 0,3 0,4 -9,7% 5,3% 3,2% 817 -680 6,3% -5,7% 0,4 0,4 0,4 USA 22,9% AMERICA LATINA 4,2% -9,8% 8,5% 9,3% 799 835 3,4% 3,6% COREA 17,4% -8,7% 5,0% 4,4% 909 1.337 2,0% 3,3% 0,5 0,5 4,0 GIAPPONE 3,2% -7,5% 5,9% 4,9% 3.375 3.467 7,4% 8,6% 0,5 0,4 CINA 1,9% -2,1% 3,1% 2,0% 1.940 1,414 3,2% 2,6% 0,4 INDIA 18,4% -1,0% 7,2% 8,2% 49 914 0,3% 7,4% 0,3 0,3 MONDO 5,2% -6,2% 5,6% 3,8% 1.933 -207 0,6% -0,1% 0,4 0,4 0,4 Tab. 3 – Confronti internazionali. lancia, oggi, mostri un andamento opposto”. Ma torniamo, quindi, ai numeri analizzati grazie a Bilanci d’Acciaio. “La redditività della maggior parte dei segmenti nel quale si articola la filiera siderurgica (produzione di semilavorati in acciaio, produzione di tubi e distribuzione di acciaio) ha avu- sui ricavi del 4,2% contro il 5,6% mondiale” (Tab. 3). Inoltre, seppur in miglioramento, le industrie siderurgiche europee nel 2014 hanno fatto registrare una perdita complessiva di 107 milioni di euro (-3,7 miliardi nel 2013), confermando che l’Ue è l’area ECONOMICO più in difficoltà a livello internazionale dopo Russia e Ucraina, le cui acciaierie nel 2014 hanno perso oltre 6,5 miliardi di euro. Buone le performance giapponesi (+3,4 miliardi di euro), della Cina (+1,9 miliardi di euro), della Turchia (+700 milioni di eu- ro), della Corea del Sud (+909 milioni di euro) e degli USA, passati da -680 milioni di euro nel 2013 a +817 milioni di euro l’anno scorso. Questi numeri, queste analisi – come affermato dal presidente di Siderweb – devono necessariamente rappresentare uno strumento per la lettura del futuro del settore siderurgico nazionale. Ma Siderweb ha intenzione di fornire, nei prossimi mesi, un ulteriore aiuto alla filiera dell’acciaio nazionale. “Il percorso di studio sul futuro del settore non si ferma con Industria e Acciaio 2030, (lo studio presentato nel corso dell’ultima edizione di Made in Steel) infatti, nella primavera del 2016 la Community dell’Acciaio organizzerà gli Stati Generali della Siderurgia all’interno dei quali verranno coinvolte le istituzioni europee e nazionali, le imprese, i sindacati e tutti i soggetti le cui riflessioni potranno risultare vitali per uscire dalle riflessioni day by day, e buttarci seriamente verso il futuro”. Fiorenza Bonetti Editor Sedierweb spa BILANCI D’ACCIAIO 2015 Ecco gli otto vincitori degli «Oscar» di bilancio per i risultati 2014 Non solo dati ed analisi ma anche riconoscimenti a chi ha saputo ottenere i risultati migliori. L’edizione 2015 di Bilanci d’acciaio è stata anche questo. Al termine del convegno sono infatti stati consegnati quelli che si potrebbero ribattezzare gli «Oscar» di bilancio per le aziende di fatturato superiore ai 2 milioni di euro che hanno saputo meglio performare nel 2014 tra le categorie: produzione, prima trasformazione, trafilerie e lavorazione filo, fonderie, commercio acciaio, commercio di rottame e ferroleghe, forge e stampaggio acciaio e centri servizio acciaio. La classifica finale, spiega Claudio Teodori, prorettore dell’Università degli Studi di Brescia e presidente della commissione che ha assegnato il premio, è stata stilata mediando due diverse metodologie: “la distanza, per ciascun indicatore, dal valore medio attraverso un processo di standardizzazione che permette un’immediata comparabilità tra valori con caratteristiche e scale di misura diverse e la posizione relativa assunta, sempre attraverso un processo di standardizzazione, per ciascun indicatore utilizzato”. • Produzione: ITALFOND • Prima trasformazione: ILTA INOX • Trafilerie e lavorazioni da filo: SIDER LAMINATI • Forge e stampaggio a caldo: LUCCHINI RS • Fonderie: PAROLA E LURAGHI • Centri servizio acciaio: DELNA • Commercio di acciaio: EDILFERRO • Commercio di rottame e ferroleghe: S.I.R.MET. Società Industriale Recupero Metalli Industria Fusoria 5/2015 13 O NOMICO EC MIC M. Prando ECONOMICO O EC ON NO OM O IC ECO M. Favini La nuova UNI EN ISO 9001:2015 struttura: I titoli dei capitoli, dei sottocapitoli, nonché la presentazione delle clausole e dei paragrafi sono stati completamente rivisti. Lo scorso 24 Settembre, è stata pubblicata la norma internazionale UNI EN ISO 9001:2015 lo standard per la gestione della qualità più diffuso al mondo. La nuova versione della norma, che ritira e sostituisce la precedente del 2008, ha in sé la revisione più rilevante sin dal 2000 ed è stata definita tenendo in considerazione l’attuale panorama economico. Il nuovo standard si adatta ad ogni tipo di organizzazione senza distinzione di settore o dimensione, offre numerosi benefici alle organizzazioni e rappresenta non solo uno strumento per la gestione della qualità ma anche per migliorare l’efficienza dei processi e la soddisfazione dei clienti. Di seguito riportiamo una sintesi delle principali novità della nuova norma. Ristrutturazione della norma secondo la HLS (High Level Structure) La prima grande differenza tra la norma UNI EN ISO 90012015 e la precedente è nella 14 Industria Fusoria 5/2015 La nuova struttura non modifica, di fatto, né il fondamento né le esigenze della norma ma rappresenta una evoluzione che, per una volontà strategica dell’ente normatore internazionale, si applica progressivamente a tutte le norme sui sistemi di gestione ISO. Questa struttura nuova e comune nasce con lo scopo di facilitare le aziende e le organizzazioni nell’integrazione di tutto o parte dei diversi sistemi di gestione e di ottenere un sistema di gestione unificato. Diventa così più semplice per un’azienda includere nel proprio sistema di gestione gli elementi di altre norme che considera pertinenti: elementi della norma ambientale ISO14001-2015, elementi della norma di gestione dell’energia ISO50001 o addirittura elementi della futura norma ISO45001 sulla gestione della salute e della sicurezza sul lavoro. La gestione dei rischi diventa una colonna portante della norma Ogni evoluzione importante della norma introduce un concetto che permette alle aziende certificate di raggiungere un livello superiore di maturità. La gestione dei rischi con un approccio “risk-based” diventa un elemento fondamentale della norma revisionata: l’individuazione dei rischi, la loro qualificazione, la loro gestione. La qualità è un risultato della corretta gestione di questi rischi, che vanno al di là del perimetro del prodotto o del servizio offerto: non ci può essere qualità se non si è in grado di offrire al cliente, a ECONOMICO Anche un fornitore che consegna i materiali in ritardo, infine, può comportare dei rischi che andranno valutati prima di decidere se acquistare da lui. lungo termine, un prodotto o un servizio conforme. Il rischio ha il suo corollario opposto: l’opportunità. La norma UNI EN ISO 9001:2015 comprende anche questo concetto d’incertezza positiva. Ovviamente il concetto di rischio è un concetto aggiuntivo che non sostituisce affatto i concetti precedenti. Al contrario, si integra con questi ultimi e li completa. Il processo ed il PDCA restano quindi 2 colonne basilari. Gestire il rischio vuol dire anche agire per un miglioramento permanente: un’azione correttiva corrisponde ad un rischio mal individuato o mal gestito, un’azione preventiva fa fronte ad un rischio, quello di una non conformità probabile ma non ancora avvenuta. Quello che sta a cuore alla nuova norma è soprattutto il fatto che tutti finalmente capiscano che mettere in piedi un Sistema Qualità non significa affiancare al lavoro quotidiano qualcosa di artificioso scandito da procedure che non leggerà mai nessuno perché il nostro modo di lavorare di tutti i giorni e il Sistema Qualità devono essere la stessa cosa. non è forse vero che le organizzazioni più avvedute valutano e analizzano i rischi su base giornaliera? Quante volte, infatti, ci chiedono se sia o meno il caso di portare avanti un progetto (facendo una semplice analisi dei costi e dei benefici) o quali siano i rischi associati all’acquisto di un nuovo strumento o di un nuovo macchinario, soprattutto nel caso di una formazione non ottimale degli operatori che dovranno utilizzarli? E chi, cambiando il proprio software, non si è soffermato a pensare a come affrontare il periodo della sua introduzione per gestire al meglio quel lasso di tempo in cui non tutti sono ancora in grado di padroneggiare il nuovo programma? E i rischi legati alla consegna di un prodotto particolare non vengono forse considerati? E che dire dei Commerciali che devono decidere se tentare di penetrare in un nuovo mercato oppure no? Non fanno forse un’analisi dei rischi? Siamo certi, insomma, che ognuno di voi abbia ben chiaro quello di cui stiamo parlando e abbia preso coscienza che, all’interno della sua organizzazione, si fa regolarmente un’analisi dei rischi anche più volte al giorno. Se la vostra è un’organizzazione che si mantiene bene sul mercato è certo, infatti, che stiate già facendo una seria analisi dei rischi nei quali potrebbe incorrere. Il risk management nella ISO 9001:2015 richiede semplicemente che venga data evidenza di come e quando gli stessi siano stati valutati e dei piani previsti per affrontarli. La leadership L’impegno per la qualità attraverso una leadership responsabile e visibile è rinforzato. La nuova UNI EN ISO 9001:2015 richiede che il management dimostri, più di prima, di avere il controllo del Sistema Qualità della propria organizzazione, di essere coinvolto nella Qualità e di esercitare una certa leadership portando avanti tutta una serie di attività che possiamo riassumere in questo modo: • prendersi la responsabilità dell’efficacia del Sistema Qualità; • stabilire, riesaminare periodicamente e rendere disponibile come informazione documentata la Politica per la Qualità facendo in modo che sia Non dovete pensare, quindi, che questo nuovo requisito inserito nella ISO 9001:2015 significhi produrre altra carta da affiancare a quella che avete già prodotto per descrivere come funziona il vostro sistema. E’ vero, infatti, che il risk management può essere considerato come l’ossatura del nuovo documento ma Industria Fusoria 5/2015 15 ECONOMICO • • • • • • • • • • • • • • • adeguata allo scopo dell’organizzazione e al contesto nel quale opera; pensare la Politica per la Qualità come una struttura per fissare e riesaminare periodicamente gli obiettivi della Qualità; assicurarsi che dalla Politica emerga l’impegno dell’organizzazione nel soddisfare i requisiti e nel migliorare su base continua; assicurarsi che la Politica sia compatibile con la strategia decisa per l’organizzazione; comprendere a fondo, comunicare e applicare la Politica per la Qualità; fare in modo che il Sistema Qualità sia integrato con i normali processi aziendali; far sì che vengano messe a disposizione le risorse necessarie per la gestione del Sistema Qualità; assicurarsi che il Sistema Qualità raggiunga i risultati attesi; fare in modo che i requisiti dei clienti e quelli normativi siano determinati e vengano soddisfatti; individuare e analizzare i rischi e le opportunità che potrebbero riguardare la conformità di prodotti e servizi o la capacità dell’organizzazione di soddisfare la clientela; coinvolgere le persone nel lavoro relativo alla Qualità, supportarle e guidarle; fare in modo che le persone comprendano l’approccio per processi; impegnarsi per il miglioramento continuo; comunicare quanto sia importante una gestione efficace della Qualità e la conformità ai requisiti; supportare i manager nel dimostrare la propria leadership per ciò che riguarda la rispettiva area di responsabilità; fare in modo che responsabilità e autorità siano ben chiare a tutti, almeno per ciò che riguarda la verifica che il Sistema Qualità sia in linea con i requisiti della ISO 9001:2015, il monitoraggio dei processi per verificare che diano gli 16 Industria Fusoria 5/2015 output attesi, il concentrarsi sul cliente e il mantenere l’integrità del Sistema Qualità anche se ci sono modifiche. Occorrerà, inoltre, assicurarsi che sia ben chiaro chi dovrà occuparsi delle performance delle diverse aree del Sistema, chi dovrà cogliere eventuali opportunità di miglioramento e chi si farà carico di individuare la necessità di cambiare e di innovarsi. Tutto questo è ben spiegato all’interno dei paragrafi 5.1 e 9.3 (che si occupano, in particolare, del riesame della Direzione) e nel paragarfo B3 dell’Annex B dove si presenta per esteso l’idea di leadership. Rispetto alla ISO 9001:2008 vediamo che l’estensione dei requisiti è maggiore perché lo scopo è quello di coinvolgere maggiormente il top management nel lavoro sulla Qualità. La lista di attività che la Direzione deve dimostrare di svolgere regolarmente si allunga e, anche se in alcuni casi possono essere delegate, occorrerà assicurarsi che vengano svolte nella maniera corretta. Il manuale di qualità è destinato a scomparire?! Da sempre colonna portante della norma, il manuale di qualità è destinato a scomparire? In effetti la nuova norma non richiede più che l’organizzazione certificata tenga aggiornato un manuale di qualità, tuttavia è sempre necessario documentare, mantenere e conservare le informazioni pertinenti. Un manuale di qualità resta un elemento di risposta possibile a questa esigenza, anche se non è l’unico. L’obiettivo della norma è prendere in considerazione le evoluzioni tecnologiche ed etico-sociali. Le informazioni non sono più strutturate, organizzate, gestite, conservate, diffuse e accessibili come 20 anni fa quando il supporto cartaceo regnava sovrano. Questa evoluzione permette altresì una maggiore flessibilità nell’organizzazione delle aziende; sarà possibile essere in conformità con la norma senza mettere in pericolo una certa forma di flessibilità gestionale, se i principi fondamentali saranno rispettati. I tempi della transizione Le aziende hanno tre anni, dalla data di pubblicazione della nuova norma, per effettuare la transizione. La transizione dovrà quindi essere completata entro, al massimo, il 24 Settembre 2018. 7 333)+!'),!1)-,)1 DENTRO di NOI: la POTENZA! 8 +.)!,1) % +!##(),% .%/ !,)+)01%/)% (%** -2*$),' -*$ % -1 -4 ,-/'!,)#- 8 +.)!,1) !21-+!1)#) $) &-/+!12/! -/+!1/)#) 8 +.)!,1) .%/ *! ./%.!/!6)-,% $%**! 0!"")! .%/ !,)+% 8 !##(),% .%/ &-/+!12/! '20#) %$ ),#-**!1/)#) 8 1%//!1-/% !21-+!1)#- .%/ !,)+% 8 +.)!,1) .%/ *! #-*!1! 1/!0.-/1- % 1/!1111!+%,1$%* +%1!**- E Euromac uromac ssrl rl 3 36035 6035 M Marano arano V Vic. ic. ((VI) VI) Italy Italy V Via ia dell’Industria, dell’Industria, 62 62 T Tel el +39 +39 0445 0445 637629 637629 Fax Fax +39 +39 0445 0445 639057 639057 [email protected] [email protected] www.euromac-srl.it www.euromac-srl.it O NOMICO EC MIC EC ON NO OM O IC ECO ECONOMICO O LEGGE 13 luglio 2015, n. 107 BUONA SCUOLA La riforma Renzi-Giannini ha reso l’alternanza scuola-lavoro obbligatoria per tutti gli studenti a partire dalle classi terze delle scuole superiori. Le ore di formazione “on the job” sono salite ad almeno 400 negli istituti tecnici e professionali (almeno 200 nei licei) e il Miur ha inviato ai presidi una circolare di 94 pagine per illustrare tutte le novità in vigore da settembre. E oggi tocca alle imprese. Con l’approvazione della riforma della scuola, l’Italia sembra aver finalmente riconosciuto, sul piano culturale e legislativo, l’insostituibile valenza formativa del lavoro. L’introduzione dell’alternanza scuola-lavoro apre agli studenti le porte delle imprese, delle associazioni, delle istituzioni e di tutti quegli ambienti extra-scolastici che possono contribuire alla loro crescita formativa ed al loro orientamento. Questa duplice svolta, tuttavia, richiede una riflessione a tutto campo affinché diventi davvero l’inizio di un processo duraturo e non un’operazione isolata. Per vincere questa sfida occorre mettere a sistema modelli ed esperienze già maturate in modo che possano rappresentare un riferimento per le scuole e per le imprese che, pur riconoscendo l’importanza dell’alternanza, si domandano come si possa effettivamente 18 Industria Fusoria 5/2015 realizzare nel proprio ambito di riferimento. L’alternanza si farà prevalentemente nelle aziende: ma i datori sono pronti? A loro guarda Confindustria che ha voluto dedicare a questo tema la seconda giornata dell’Education che si i è svolta a Roma, il 13 ottobre scorso, presso l’Aula Magna dell’Università Luiss. Il presupposto è che l’alternanza trasformerà in maniera significativa l’attuale assetto del sistema educativo ed è necessario affrontare il cambiamento con un’informazione e una formazione adeguata. Il manuale nasce dall’ascolto dei territori e delle categorie del sistema Confindustria, ma anche dal confronto con autorevoli esperti di Education: l’obiettivo è accompagnare la realizzazione pratica del processo di riforma della scuola che fa della formazione sul lavoro uno dei suoi punti più innovativi e caratterizzanti. Per l’occasione è stato preparato un manuale di istruzioni per gli imprenditori; una sorta di “vademecum” che offre suggerimenti pratici per le imprese e una rassegna di buone pratiche, provenienti dalle associazioni industriali di Confindustria, che possono rappresentare dei modelli di riferimento nel lungo cammino sulla via italiana dell’alternanza scuola-lavoro. Partendo dal quadro di riferimento europeo il testo spiega in sintesi il cambio di paradigma culturale, organizzativo e didattico che l’alternanza scuola-lavoro apporta al Paese. Nel dettaglio si riassumono i vantaggi e i benefici che il nuovo corso dell’alternanza potrà apportare a scuola e imprese, la cui reciproca collaborazione è indispensabile per la buona riuscita della riforma. Il vademecum per le aziende ECONOMICO IL CAMBIO DI PARADIGMA Finora i periodi di “studio e lavoro” hanno interessato una fetta marginale degli alunni italiani, poco più di 200mila, pari al 10% circa degli studenti delle superiori. Con l’alternanza obbligatoria cambia il paradigma di riferimento culturale, organizzativo e didattico: il “vademecum” di Confindustria riassume, quindi, vantaggi e benefici che la “nuova” alternanza potrà apportare a scuole e imprese, la cui reciproca collaborazione è ora indispensabile. LE ISTRUZIONI PER GLI IMPRENDITORI Nel manuale pratico si fornisco i dettagli su come attivare i percorsi di alternanza scuola-lavoro: a partire dalla co- progettazione che coinvolge, su piani di comune responsabilità, scuole e imprese che nel vademecum possono trovare un riferimento utile per capire come incontrarsi. La guida chiarisce inoltre aspetti pratici quali le norme di sicurezza, la gestione dei costi di trasporto, la formazione di tutor scolastici e aziendali. C’è anche un paragrafo dedicato alla co-valutazione, responsabilità di scuola e impresa, che potrà esprimersi anche in occasione dell’esame di Stato: un’occasione per garantire agli studenti che seguono percorsi di alternanza una valutazione completa sulle competenze sviluppate durante il percorso formativo. Le 10 proposte di Confindustria per migliorare l’alternanza Le imprese sono, quindi, pronte a dare il loro contributo per garantire veri percorsi di alternanza e non semplici gite scolastiche. Per questo, Confindustria chiede al governo di migliorare alcuni aspetti contenuti nella riforma Renzi-Giannini. In particolare, si formulano 10 proposte: INCENTIVI Le imprese sono disponibili ad aprire le porte dell’azienda agli studenti. Ma per supportare questo sforzo chiedono un aiuto all’esecutivo: incentivi e sgravi fiscali. INCONTRO DEL CTS CENTRO TURISTICO STUDENTESCO E GIOVANILE - PRESSO FONDERIE ARIOTTI La fonderia Ariotti ha ospitato, Il 14 ottobre scorso, presso la propria sede di Adro, l’incontro del CTS Comitato Tecnico Scientifico della Scuola superiore di Palazzolo dedicato all’avvicinamento “scuola-industria” La giornata ha visto la partecipazione di 28 presenze, tra imprenditori locali, Dirigenti di Assofond e di AIB, Dirigenti e docenti di ITIS e Liceo nonché i titolari ed alcuni rappresentanti dello Staff della Fonderia Ariotti. OBIETTIVO L’obiettivo è quello di creare una collaborazione tra scuola e azienda per far fronte in modo propositivo e utile alle disposizioni derivanti dalla LEGGE 13 luglio 2015, n. 107 - Buona Scuola. ARGOMENTI TRATTATI Oliva Marella, Dirigente scolastico, dell’Istituto Marzoli di Palazzolo, durante l’incontro, ha evidenziato la necessità di trovare aziende disposte ad accogliere in modo favorevole questa richiesta di collaborazione: solo all’istituto Marzoli ci sono 300 alunni delle classi terze coinvolte in questo primo anno di alternanza obbligatoria. Compito della scuola è individuare i tutor (uno per ogni classe) e stabilire il periodo più favorevole in cui svolgere l’attività di alternanza. La Dirigente scolastica ha dichiarato che le esperienze di alternanza degli alunni possono essere personalizzate anche in funzione delle disponibilità delle aziende, ma vanno preventivamente concordate per integrarsi con il percorso scolastico. La scuola provvede già alla formazione generale sicurezza obbligatoria di 4 ore per tutti gli alunni. Al- le aziende spetterà la formazione specifica in funzione della mansione che i ragazzi andranno a coprire. La scuola, inoltre, chiede la disponibilità delle aziende a provvedere sia logisticamente sia economicamente alla sorveglianza sanitaria mediante proprio medico competente che conosce anche i rischi aziendali. Compito delle aziende è di individuare al proprio interno il/i tutor aziendali che dovranno interfacciarsi con i tutor scolastici per creare insieme un percorso formativo, allo scopo la dirigente scolastica ha proposto un incontro preparatorio fra tutti i tutor con supporto da parte di AIB. PROPOSTE Poiché quest’anno l’obbligatorietà si applica SOLO alle classi terze, si ipotizza anche un’azione mista suddividendo l’alternanza in una prima fase di formazione fatta presso la scuola “IMPRENDITORI IN CATTEDRA” che diventi propedeutica all’ingresso in azienda, di modo che gli alunni possano avere una sorta di infarinatura generale valida per tutte le aziende (regole comportamentali, sicurezza, rispetto attrezzature e beni di uso comune, sistemi di gestione qualità ecc…). Industria Fusoria 5/2015 19 ECONOMICO FORMAZIONE SULLA SICUREZZA Si chiede poi di inserire la formazione sulla sicurezza nei programmi scolastici di tutte le scuole secondarie superiori. RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESE Un’altra richiesta è quella di inquadrare i progetti di alternanza scuola-lavoro nell’ambito della responsabilità sociale d’impresa tenendo conto delle differenze tra piccola e grande impresa. CO-PROGETTAZIONE DEL PERCORSO Si chiede anche di prestare attenzione non solo alla fase di orientamento e di preparazione/progettazione del percorso di alternanza, ma anche alla sua realizzazione e alla restituzione dei risultati per dare significato all’esperienza, curando la motivazione degli studenti e responsabilizzando il tutor/referente della scuola. VALUTAZIONE DEI PERCORSI Va poi avviata una sperimentazione per individuare quali possano essere - a legislazione vigente - le tipologie di prova più adatte alla valutazione delle esperienze di alternanza scuola-lavoro in sede di esame di Stato. RUOLO DI REGIA É importante poi attribuire alle organizzazioni di rappresentanza delle imprese il ruolo di regia locale organizzativa per il coordinamento, la coprogettazione e la pianificazione dei percorsi di alternanza prevedendo contestualmente una sufficiente copertura finanziaria. MODIFICARE L’ESAME DI MATURITÀ Un’altra richiesta è quella di articolare la seconda prova dell’esame di maturità sulla base di una tematica generale definita a livello centrale lasciando alle singole scuole la redazione di dettaglio. VALORIZZAZIONE DELL’ALTERNANZA Si chiede poi di inserire la par- tecipazione dello studente a un percorso di alternanza scuola-lavoro tra le motivazioni valide ai fini dell’integrazione del punteggio attribuibile dal consiglio di classe in sede di maturità nel rispetto del massimale di 20 punti complessivi. VIGILANZA MEDICA E ancora: Confindustria chiede di prevedere per le attività di alternanza effettuate all’interno del normale percorso curriculare che la prestazione del medico sia pagata da fondi dello Stato e delle Regioni sul modello di quanto previsto dalla normativa sugli stage rispetto alla posizione Inail. NUOVO STATUS DI STUDENTI IN ALTERNANZA La decima e ultima richiesta delle imprese sull’alternanza è quella di definire uno status dello studente in alternanza scuola-lavoro che lo distingua dal lavoratore. SECONDA GIORNATA DELL’EDUCATION - L’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO Un vademecum per le imprese - Roma, 13 ottobre 2015 Alternanza scuola-lavoro: UN’OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE Senza un sistema educativo all’altezza delle sfide della società della conoscenza l’Italia non potrà competere nei mercati internazionali: i giovani, vanno coltivati e accompagnati per poter esprimere tutto il loro potenziale. Eppure solo il 40% delle imprese italiane ha contatti frequenti con le scuole, a differenza del 70% registrato in Germania e Regno Unito. Ciò è dovuto non solo al costo della formazione, ma anche all’eccessiva burocrazia legata all’attivazione dei percorsi di alternanza. Oggi esiste un divario crescente tra le competenze possedute dai giovani “in uscita” dal sistema educativo e quelle effettivamente richieste dalle imprese e dal mondo del lavoro, con la conseguenza che molte imprese faticano a trovare le professionalità di cui hanno bisogno per crescere e restare competitive sui mercati di riferimento. Il rafforzamento dei percorsi di alternanza scuola-lavoro rappresenta la prima soluzione a questo problema consentendo di avvicinare i percorsi scolastici ai bisogni delle imprese e di orientare i giovani verso quegli indirizzi formativi maggiormente richiesti dal mondo del lavoro. La principale valenza dell’alternanza scuola-lavoro consiste, infatti, nel facilitare e orientare lo studente a comprendere l’attività professionale dei diversi settori e ambiti aziendali: è proprio per questo motivo che l’impresa 20 Industria Fusoria 5/2015 assume in questo percorso didattico un ruolo formativo fondamentale. Tramite la convenzione e il progetto formativo concordati con la scuola, l’impresa propone interventi formativi, stipula convenzioni, riceve l’autorizzazione a formare, individua e forma il tutor aziendale che affianca lo studente. L’alternanza scuola-lavoro costituisce quindi un investimento a lungo termine per le imprese che attraverso questi percorsi acquisiscono una maggior consapevolezza di essere, oltre che luogo di produzione, anche un luogo di sviluppo del progetto educativo dei giovani e, proprio in quanto tali, portatrici di una notevole responsabilità sociale. Quando si crea un’integrazione concreta tra imprese e agenzie educative si innesca un processo virtuoso di riqualificazione, non solo dell’offerta formativa ma anche della domanda di formazione espressa dalle imprese, con effetti positivi sul sistema educativo, sui processi di selezione e recruitment delle imprese e, in definitiva, sulle dinamiche occupazionali. Affinché ciò sia possibile occorre costruire un nuovo clima di fiducia tra imprese, scuole e territori che non si riduca esclusivamente a una pura questione di costi e burocrazia. TESI TES I, al vostro servizio SORELMETAL®® FERROLEGHE E INOCULANTI FILO ANIMATO GRAFITI SPECIALI CARBURO DI CALCIO FILTRI CERAMICI MANICHE ESOTERMICHE PROGRAMMI DI SIMULAZIONE MINERALI DI ZIRCONIO E TITANIO ELETTRODI DI GRAFITE POLVERI METALLICHE PRODOTTI E IDEE TESI SpA - Via Manzoni, 20 - 20900 Monza Tel. +39 039 237501 - Fax +39 039 2302995 [email protected] - www.tesi-spa.it SIDERMETAL S.p.A. - Via Europa, 50 - 25040 Camignone di Passirano (BS) Tel. 030 654579 - Fax 030 654194 - E-mail: [email protected] - www.sidermetal.it Aggiungete Valore con Foseco Siamo orgogliosi di offrire la gamma più completa di soluzioni per fonderia disponibili. ,CGÏKCPA?RGÏCQGECLRGÏBGÏMEEGÏGJÏD?RRMÏBGÏ?TCPCÏGÏNPMBMRRGÏKGEJGMPGÏLMLÏQGELGÍÏA?Ï nulla senza la certezza delle forniture. Ecco perché possiamo garantire il supporto necessario sempre disponibile, soprattutto quando più ne avete bisogno. E, sulla base dell’accreditamento ISO, siete certi di una AMJJ?@MP?XGMLCÏQCKNPCÏ?DÍÏB?@GJCÏCÏPC?RRGT? Quindi, sfruttate appieno il vostro potenziale: Aggiungete Valore con Foseco. + Collaborazione + Tecnologia globale - a livello locale + Soluzioni creative, innovative + Assistenza di esperti + DÍÏB?@GJGR¦ + Leadership nella competenza +39 02 9498191 [email protected] www.foseco.it O NOMICO EC MIC L. Zagni ECONOMICO O EC ON NO OM O IC ECO M. Favini Inaugurazione con inizio lezioni open per l’HPDC School, il primo master in pressocolata ger, il tecnologo d’industrializzazione del prodotto, e l’HPDC Production Manager, responsabile della produzione. Le figure saranno qualificabili e certificabili secondo quanto previsto dalle Linee Guida IISCert, ad ulteriore garanzia delle competenze acquisite. Lo scorso 21 settembre presso la sede di CSMT di Brescia si è tenuta la giornata inaugurale del master specialistico in pressocolata, nato dalla partnership tra CSMT e AQM. Accanto ai 28 studenti iscritti, un esteso pubblico di aziende ed esperti del settore hanno seguito le prime ore di didattica in aula. Un percorso che si concluderà a giugno 2016 dopo 389 ore di lezioni teoriche e pratiche. Confermata la necessità formativa del settore e l’esigenza di accrescere e certificare le competenze dei dipendenti di fonderia, il piano formativo qualificante ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per “educare” le tre figure professionali fondamentali nell’ambito della pressocolata: l’HPDC Technologist, cioè il tecnologo d’industrializzazione del processo, l’HPDC Project Mana- 24 Industria Fusoria 5/2015 L’intensa giornata di lavori si è avviata con i saluti da parte del presidente e del direttore di CSMT e AQM, Riccardo Trichilo e Gabriele Ceselin.“Un risultato al di sopra delle aspettative”, hanno commentato e da qui la decisione di avviare una seconda edizione già nell’autunno del 2016 affiancata anche da una scuola dedicata alla bassa pressione per accogliere le richieste delle aziende. La gior- nata inaugurale è proseguita con l’intervento di Marco Bonometti, presidente di AIB, sostenitore del progetto: “Brescia grazie all’HPDC School è pronta per mettersi al servizio dell’industria italiana offrendo professionisti con un bagaglio d’eccellenza”, ha dichiarato Bonometti, “le macchine si possono comprare, ma gli uomini bisogna crearli”. Il primo modulo introduttivo del corso si è avviato con il prezioso intervento di Claudio Mus di Rheinfelden Alloys sulle prospettive di sviluppo del settore nel futuro in Italia, Europa e resto del mondo. Mus ha illustrato alla platea la situazione europea del mercato dell’alluminio, impiegato principalmen- ECONOMICO Prospettive di sviluppo in futuro in Italia, Europa, resto del mondo - Claudio Mus, Presidente Rheinfelden Alloys GmbH & Co. KG, Germania. Statistiche mondiali sulla pressocolata - Claudio Mus, Presidente Rheinfelden Alloys GmbH & Co. KG, Germania. te nel settore Transport per ragioni ben note agli addetti ai lavori: l’alluminio permette un importante alleggerimento dei veicoli, con prestazioni superiori abbinate ad estetica, riduzioni dei consumi di carburante e delle immissioni. Il 75% delle fusioni di alluminio è assorbito dal settore automotive grazie all’elevata conducibilità termica e all’ integrazione di funzioni. Aldo Peli e Andrea Panvini, docenti della Scuola di Pressoco- lata, sono rispettivamente intervenuti su “Le principali aree industriali di utilizzo dei pressocolati” e sulle “Caratteristiche dei processi fusori: principi, possibilità e limiti”. Il master in pressocolata ha ottenuto l’importante supporto delle associazioni e di molteplici aziende, che hanno colto le potenzialità del progetto. Assofond ha positivamente sostenuto questo nuovo percorso didattico patrocinando e parte- cipando ai lavori della prima giornata. Il direttore Silvano Squaratti ha presentato le statistiche italiane del settore della pressocolata e moderato l’animata tavola rotonda sulle aspettative e le sfide che attendono i produttori e gli utilizzatori dei getti pressocolati, durante la quale hanno preso la parola Marco Bruschi dell’omonima azienda, Alessandro Donati di Metalpres Donati Spa e Marco Bettinsoli di Tecnopress. Industria Fusoria 5/2015 25 ECONOMICO Tra i patrocinatori anche Assomet, DIMI UniBs e NADCA. Tra gli sponsor si trovano, oltre ad AIB-Associazione Industriale Bresciana, alcuni dei protagonisti della pressocolata italiana, come Colosio, FaroThe International Commodities Club, Ghial, Idra, Lomopress, Metalpres Donati, Omr, Ops, Stain e Tecnopress. I supporter comprendono Apindustria, Brondolin, Karberg & Hennemann ed Esi Procast oltre ad Altea, Asta.Net, Automazioni Industriali, Co.Ram, EcoTre Valente, Fondermat, Meccanica Pierre, Oms presse e PIQ2 in qualità di supporter tecnici. All’interno del corpo docente si alternano professori dell’Università di Brescia, professionisti e operatori del settore esperti nella conduzione dei processi di pressocolata, nel testing, nella diagnostica e nella gestione della qualità di prodotto e processo, metallurgisti e specialisti di AQM. Dal mese di gennaio, oltre alle lezioni teoriche, dimostrazioni operative nel reparto fonderia del CSMT e nei laboratori AQM, partiranno i seminari tecnici e workshop d’approfondimento fruibili dai discenti e dalle aziende interessate. Caratteristiche dei processi fusori: principi possibilità e limiti – Andrea Panvini, Docente Scuola di Pressocolata. I numeri delle fonderie italiane - Silvano Squaratti Direttore Assofond. 26 Industria Fusoria 5/2015 Licia Zagni, CSMT Gestione O NOMICO EC MIC G. Mèllori ECONOMICO O EC ON NO OM O IC ECO Il FARO indica le rotte del cambiamento Il 43esimo appuntamento con il Meeting del Club specializzato nell’analisi sulle materie prime industriali si è svolto al Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso di Bergamo ed è stato caratterizzato dall’introduzione di nuovi temi di dibattito. Ma anche dalla sensazione che qualcosa, nel business, cominci a muoversi. Lo scorso 22 ottobre ha avuto luogo il meeting autunnale del Club FARO, la community fondata da Paolo Kauffmann che si occupa di analisi e strategie di protezione dei margini nel settore delle commodity industriali. Per il Club si è trattato di un ritorno in un luogo simbolico. Perché ben quattro delle edizioni dell’incontro, che raduna specialisti della ricerca e manager a dibattere dei temi più caldi dell’economia oltre che delle materie prime, si sono svolte in questo parco scientifico. E perché la vocazione stessa del centro, al cui cuore agisce la specialista italiana dei sistemi frenanti per il trasporto, Brembo, non è molto diversa da quella del FARO. Leonardo Marabini, direttore commerciale e marketing del Kilometro Rosso, ha parlato in apertura del progetto Cobra, in corso grazie al contributo 28 Industria Fusoria 5/2015 unitario della stessa Brembo, dell’istituto farmaceutico e di biotecnologia Mario Negri e di Italcementi. È importante perché teso a realizzare dei sistemi frenanti basati anche su cemento e perché nel suo contesto il centro Mario Negri sta studiando gli effetti nocivi della frenata con tecnologie tradizionali sull’ambiente e sull’uomo. Questa è la filosofia che il Club FARO sta cercando, da sempre, di fare propria. Quella cioè di una collaborazione fra settori diversi che possa stimolare nuove invenzioni e nuovi prodotti perché il business italiano resti competitivo nel mondo. D’altra parte è questa la convinzione che anima gli eventi della comunità. Che, come ha detto Paolo Kauffmann nel suo intervento di welcome e introduzione, la produzione del nostro Paese continui a rappresentare un’eccellenza in ambito internazionale. Lo stesso Club FARO sta guardando con decisione crescente al di là dei nostri confini. Lo dimostra il fatto che all’ultimo seminario del London Metal Exchange è entrato nel gruppo degli sponsor, il che consolida il ruolo e la reputazione che esso è riuscito a raggiungere con la qualità del suo operato. ECONOMICO Contraddizioni e opportunità Primo fra i relatori del convegno al Kilometro Rosso è stato Arrigo Sadun, che è stato membro del Fondo Monetario Internazionale e che adesso presiede la società TLSG International Advisors, il quale ha presentato una carrellata sui principali eventi dell’economia globale. E sul comportamento degli Stati che ne sono i protagonisti. Sadun non crede a un rallentamento clamoroso degli USA ma è stato critico sulla politica di Barack Obama e sulle mosse della FED. Secondo l’esperto, infatti, le iniziative di Obama in materia economica hanno inciso troppo sui redditi e sul potere di acquisto della classe media, che contribuisce in misura maggioritaria, con la sua spesa, al PIL della nazione. E che è quella che subisce più fortemente gli effetti della polarizzazione del mondo del lavoro, che premia con una maggiore possibilità di occupazione le professioni meno specializzate, da un lato, e quelle ultra-specializzate dall’altro. La FED invece era attesa al rialzo di tassi di interesse. Ma non ha provveduto a questa mossa giustificandosi (ed è questa la sua grave colpa, secondo Sadun) con ragioni che non hanno a che fare con il suo mandato originario. Anche se un rialzo è comunque più che possibile, a cavallo fra la fine di quest’anno e l’ini- zio del 2016. Come di consueto al FARO, molto si è riflettuto anche sulla Cina. Sadun ha osservato la sua fase di passaggio da un modello orientato alla manifattura e all’industria in senso stretto a un altro più indirizzato ai servizi. Anche da qui vengono le turbolenze e le difficoltà che in parte erano già state anticipate al 42esimo Meeting. Ma la buona notizia è che la leadership cinese ha tutte le carte in regola per gestire il cambiamento, magari anche usando il classico pugno di ferro per fermare o calmare il malcontento. Al 42 esimo meeting Paolo Kauffmann aveva sostenuto di essere preoccupato dalla performance della borsa di Shanghai ed è stato buon profeta poiché un crollo si è verificato subito dopo lo scorso appuntamento. E d’altra parte le dinamiche cinesi continuano a pesare sui mercati delle commodity. Tempra d’acciaio Questo è stato il senso di parte delle argomentazioni di Alessandro Fossati, Chief of Steel business Unit di Deltasteel Ireland. Secondo Fossati la produzione siderurgica complessiva, nel mondo, ha toccato i suoi massimi fra il 2013 e il 2014 con 1,6 miliardi di tonnellate, contro gli 1,2 del 2009 e con i 905 milioni del 2002. Tuttavia nei mercati maturi le capacità degli impianti sono usate a scartamento ridotto, mentre al contrario nella vicina Russia gli stabilimenti viaggiano a pieno regime. E hanno adottato una logica dominata dalle vendite all’estero, visto che il consumo di acciaio di Mosca si è ridotto del 7%, pari a una diminuzione da 4 milioni di tonnellate, e visto che alcune industrie-clienti strategiche non attraversano certamente un buon momento di forma, oggi. Per esempio, gli acquisti di automobili, nel Paese, stanno calando per tassi non lontani dal 30% ogni anno. Ma dinamiche simili, per tornare alla questione cinese, sono attestate anche in quella Cina che, più spesso di quanto non faccia la Russia, dirige verso l’Europa le sue produzioni in eccesso. A Pechino, come più volte si è ricordato nel corso del Meeting del Club FARO, il Prodotto Interno Lordo è in calo e insieme a esso anche i consumi di acciaio, in picchiata del 5-6% o, secondo statistiche non ufficiali, dell’8-10%. Si è così creata una sovrabbondanza da 40 milioni di tonnellate che per le esportazioni può beneficiare inoltre, come ha notato Alessandro Fossati, di tariffe di trasporto marittimo quanto mai concorrenziali. Inoltre, la Cina ha cominciato a consegnare anche billette e questa novità ha sortito un impatto negativo sull’andamento del rottame. Ed è stato osservato durante il dibattito che in Turchia si segnalano 4 milioni di tonnellate di rottame sostituite da billette prodotte proprio in Turchia, col conseguente calo dei prezzi del rottame. A proposito del rottame, di interesse è stato anche il confronto avvenuto in occasione del Kerb Time, lo scambio di opinioni fra gli operatori che è consuetudine del FARO e che come sempre è stato coordinato dal presidente di Fersovere Srl Romano Pezzotti, in ottica molto critica. Industria Fusoria 5/2015 29 ECONOMICO I mercati di sbocco in difficoltà Facendo riferimento alla situazione italiana Romano Pezzotti ha ricordato che dopo un primo semestre segnato da una certa stabilità proprio il prezzo del rottame si è inabissato perdendo in sole dieci settimane circa il 40% del suo valore. E questo ha creato forti ripercussioni sull’industria perché, come Pezzotti ha detto, il prezzo dei prodotti siderurgici, e in particolare quello del tondo da cemento armato, si è ridotto a sua volta. Nel frattempo, per complicare ulteriormente il quadro, si è registrato un arretramento dei mercati nordafricani e soprattutto di quello algerino, che stavano dando ossigeno negli ultimi anni proprio alla produzione italiana. Ma nel corso del dibattito aperto si è anche avuto modo di apprendere che il tonfo delle quotazioni è stato determinato da una varietà di fattori concomitanti. Fra questi il basso prezzo del minerale di ferro che ha avvantaggiato le produzioni a ciclo integrale, minoritarie sul nostro territorio, e appunto l’eccesso dell’offerta di rottame a livello internazionale. Ancora, l’arrivo in Europa di quelle billette cinesi di cui si è già detto e che sono proposte con supersconti sul prezzo e un’ondata anomala di vendite, infine una informazione che è stata definita come distorta. Di recente però le quotazioni del rotta- 30 Industria Fusoria 5/2015 me paiono avere esaurito la loro discesa lasciando intravedere non soltanto degli spiragli di stabilità ma anche una prevalenza della domanda sull’offerta e quindi i sintomi di una inversione del trend. Quanto poi al Nord Africa e all’Algeria, la loro performance è significativa per dare ragione delle tendenze che attraversano l’industria siderurgica e il mercato dei prodotti dell’acciaio. Perché infatti il problema non è soltanto che ad Algeri cominciano a manifestarsi criticità economiche importanti, ma anche che, come è stato detto, le produzioni cinesi stanno invadendo il mercato, a dispetto di ogni dazio. Per questo e per altri motivi l’avvenire della siderurgia non si presenta particolarmente roseo. In Italia, per una capacità produttiva da 6 milioni di tonnellate all’anno, i consumi sono invece fermi a due milioni di tonnellate scarsi, tenendo in considerazione anche i quantitativi destinati all’export. Il resto del paniere Di Cina e metalli non ferrosi ha parlato l’Head of Commodity Research di FastMarkets Ltd William Adams che guardando al rame ha previsto per il 2016 una situazione di complessivo equilibrio con la discesa dei prezzi pronta a lasciare spazio a una fase di de- stocking e di stabilizzazione, anche se i mercati internazionali devono abituarsi a fare i conti con la crescita cinese a tassi ben più modesti rispetto al recente passato. Sono invece «toro» gli outlook per il biennio 2017-2018, sebbene non si escluda il perdurare della debolezza della domanda e la possibilità di altri momenti di forte volatilità. «Orso» dovrebbe essere il mercato dell’alluminio, un materiale che insieme ad acciaio e alle alternative come il carbonio e il magnesio sarà al centro del prossimo Meeting del Club FARO dedicato all’automotive e organizzato al Museo Ferrari di Maranello, il 10-11 Marzo 2016. L'industria dell'alluminio è alle prese con fenomeni di sovraproduzione e le materie prime bauxite, allumina, petrolio e carbone sono tutte in calo. In più, elementi di incertezza vengono dai volumi di esportazione dalla Cina ed è probabile che i prezzi possano scendere sino a 1.500 dollari fino a quando lo scenario non ritroverà una certa normalità. Sul nichel pesano discesa delle produzioni del pig iron del 18% e il destocking; e nuove flessioni dei suoi prezzi non sarebbero sorprendenti. Con l’arrivo dei prezzi a 13.000 dollari si potrebbe riattivare il restocking, mentre la ripresa delle produzioni di nickel pig iron è più complicata da prevedere. Basso anche il prezzo dello zinco, la cui domanda è cresciuta del 2,8% nel primo semestre e la cui offerta è in eccesso per 150 mila tonnellate. Il suo valore per il 2016 è previsto a 2.050 dollari. Dal canto suo il piombo ha registrato una discesa relativa dei prezzi che restano comunque posizionati al di sopra dei livelli precedenti il super-ciclo. L’aspettativa è che seguitino a oscillare attorno a 1.800 dollari nel 2016. Quanto allo stagno, esso ha fatto i conti con un trend discendente ora arrestatosi, con la previsione di un posizionamento a 17 mila dollari nel 2016. Soluzioni per tutti i reparti della fonderia L’ampia ed esclusiva gamma di prodotti di Dantherm costituisce la base per la soluzione di qualsiasi necessità di filtrazione si presenti adattandosi agli impianti all’interno della fonderia. Linee di formatura Cubilotti Isole di sbavatura Impianti sabbie Forni a induzione Granigliatrici a Filtro a maniche piatte con sistema di pulizia ad aria Tipo (FS) 10 d 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 Cappa di ingresso Compartimento gas sporchi Maniche piatte con elementi distanziatori Telaio supporto maniche Compartimento aria pulita Parete a fessura con sistema a molla Carrello di pulizia con ugello Tubo flessibile di pulizia Valvola di pulizia Ventilatore di pulizia Stazione guida del carrello di pulizia Stazione di comando con disco di posizionamento Struttura di supporto Tramoggia di raccolta polveri con coclea di scarico Piattaforma di accesso e manutenzione 1 9 a Ingresso gas sporchi 4 b Uscita gas puliti c d Uscita polveri Ingresso aria di pulizia 2 8 7 3 11 6 12 13 14 15 5 c b Marco Fontanot Rappresentanze Industriali Nederman Filtration GmbH D-77948 Friesenheim +39 348 3539555 +39 0422 306971 www.fontanot.eu [email protected] [email protected] www.nederman.de +49 7821/966-0 +49 7821/966-245 FONDERE GETTI DI ALTA AL LTA QUALITÀ Q MACCHINA DI COLATA AUTOMATICA DELLA SERIE FVNX Fondere getti di alta qualità La colata automatica corrisponde DOODYRURGLXQRSHUDWRUHTXDOL¿FDWR Riduzione dei costi Ereditare la competenza della siviera esistente Installazione dell‘impianto in breve tempo www.sinto.com HEINRICH WA AGNER SINTO Maschinenfabrik GmbH Contatto commerciale per l´ Italia: SINTOKOGIO GROUP SINT SINTOKOGIO OKOGIO GROUP Bahnhofstr. 101 · 57334 Bad Laasphe, Germania Tel. e +49 2752 / 907 0 · Fax +49 2752 / 907 280 www.wagner-sinto.de Ing. Frank Höhn [email protected] Tel.: +49 2752 / 907 230 · Fax: +49 2752 / 907 49230 O NOMICO EC MIC E. Zanin – E. Amici ECONOMICO O EC ON NO OM O IC ECO M. Favini Lo sviluppo dei materiali per le centrali elettriche di potenza Nonostante la crisi economica che attualmente investe diversi settori industriali, la International Energy Agency prevede, nell’Energy Outlook 2014, un incremento del 37% dei bisogni energetici nei prossimi 25 anni legato soprattutto ad una crescita demografica ed industriale nei paesi asiatici, seppur caratterizzato da una minore intensità energetica rispetto al passato. Questo incremento comporterà una nuova capacità di generazione di energia elettrica pari a 7200GW dovuto sia all’aumento della domanda che alla necessità di sostituire le centrali elettriche più vecchie che verranno dismesse (circa il 40% del parco di generazione attuale). Grazie alla distribuzione geografica che ne consente un approvvigionamento sicuro e all’abbondante disponibilità, una parte significativa della produzione di energia globale continuerà ad essere fornita dalle centrali elettriche a carbone (principalmente in Asia). Si stima incremento del mercato del carbone pari al 15% , nonostante il condizionamento al consumo dovuto alle misure politiche volte a contrastare l’inquinamento. Questa crescita nella generazione di energia elettrica da carbone porterà a un forte aumento delle emissioni di anidri- 34 Industria Fusoria 5/2015 de carbonica in contrasto con la necessità ambientale di ridurre le emissioni di gas serra. Essendo l’effetto serra e i conseguenti effetti di riscaldamento del pianeta un problema globale, è anche interesse dei paesi occidentali ridurre al minimo le emissioni di CO2. Esiste quindi una forte esigenza di operare per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica da centrali a carbone, sia esistenti che nuove. Tale riduzione è possibile mediante due approcci complementari generalmente condivisi dalla comunità scientifica internazionale. Si tratta da un lato di migliorare l’efficienza degli impianti (generare più energia con minore produzione di anidride carbonica) e dall’altro di catturare l’anidride carbonica prodotta per il suo stoccaggio geologico (CCS). Va da sé che l’approccio che punta alla riduzione della CO2 non esclude l’implementazione delle energie rinnovabili che negli ultimi anni stanno crescendo e hanno raggiunto livelli di produzione significativi. Tuttavia, nei momenti in cui l'energia rinnovabile non è sufficiente per soddisfare i picchi di domanda di energia elettrica vi è la necessità di disporre di centrali tradizionali di potenza per assicurare la funzionalità di base. Il metodo per aumentare l’efficienza delle centrali a carbone consiste principalmente nell’incremento della temperatura e pressione di esercizio del vapore fino a 350 bar e 700- 720 °C (contro gli attuali 270 bar e 610°C). In queste condizioni si possono raggiungere valori di efficienza pari al 50-55% netto e si parla delle cosiddette centrali ultra super critiche avanzate (A-USC, Advanced Ultra Supercritical). Operare in tali condizioni comporta una vera e propria rivoluzione nei componenti utilizzati nelle caldaie, turbine e nei sistemi di adduzione ( tubazioni e valvole) che dovranno garantire prestazioni maggiori ed essere realizzati con materiali quali acciai speciali e leghe a base nichel, diversi da quelli tradizionalmente impiegati. In questo ambito assume una importanza fondamentale lo sviluppo di materiali operanti ad altissima temperatura e di conseguenza lo studio dei fenomeni di invecchiamento, quali il Creep, a cui sono soggetti i materiali che lavorano in queste condizioni. Il CSM ha storicamente una tradizione in questo settore con competenze di alto profilo e laboratori specializzati in grado di garantire lo sviluppo dei nuovi materiali attraverso test in temperatura, ECONOMICO sotto carico e di lunga durata (prove di Creep fino a 100.000 ore). Lo sviluppo è assistito nelle diverse fasi dallo studio dell’evoluzione della microstruttura con l’impego di microscopia elettronica a trasmissione (TEM) di ultima generazione. Diverse iniziative progettuali sono attualmente in fase di realizzazione con lo scopo di riunire le conoscenze ed esperienze dell’Unione Europea in materia di materiali ad alta temperatura, per la caldaia e i componenti, adatti per il funzionamento in condizioni A-USC. L’obiettivo comune è la riduzione dei rischi indicate in Tab. 1. L’industria europea ha investito molto nella tecnologia A-USC e diversi progetti finanziati dalla Comunità Europea sono in corso con lo scopo trovare una risposta alle seguenti problematiche: • Stato dell’arte delle conoscenze sulle proprietà dei materiali. • Stato delle conoscenze sull’effetto delle tecnologie di fabbricazione sulle proprietà finali dei componenti in particolare per i processi di fusione e formatura. • Identificare nuovi limiti ammissibili di progettazione. • Sviluppo di nuove linee guida di progettazione per impianti A-USC. Tema Materiali Supply chain Codice ASME Leghe di nichel Produzione lingotto in MARBN (Martentic microstructure and Boro and Nitrogen control) presso Cogne Acciai Speciali. • Minimizzazione dell’uso di materiali costosi. • Identificazione di possibili criticità nei componenti. Tra le diverse iniziative merita di essere citato il progetto europeo MACPLUS, (MaterialComponent Performance-driven Solutions for Long-Term Efficiency Increase in Ultra Supercritical Power Plants) coordinato dal Centro Sviluppo Materiali che vede coinvolti 24 partners (produttori di energia, aziende produttrici di materiali e componenti e Università) per un valore complessivo di 18 M€, mirato alla realizzazione di componenti innovativi per turbine, Problematica Mancanza di informazioni sulle loro proprietà ad alta temperatura Effetto del ciclo di fabbricazione sulle proprietà del materiale Altamente conservativo Alto costo Tab. 1 caldaie e sistemi di adduzione destinati alle centrali A-USC. I risultati preliminari del progetto Macplus sono incoraggianti in particolare per le aziende manifatturiere italiane che sono partner del progetto e che grazie ai risultati ottenuti potrebbero assumere un ruolo di primo piano a partire dalla fornitura di componentistica specializzata per le centrali A-USC fino alla fornitura di parti di impianto. Per maggiori informazioni sul progetto e sui componenti realizzati è possibile consultare il sito macplusproject.eu Rischio tecnico tecnico commerciale commerciale Egidio Zanin - CSM, Market Development Manager Elisabetta Amici - CSM, Market Analysis ECCC – Industrial project Nato nel 1991, l’ECCC (European Creep Collaborative Committee) è la massima espressione degli esperti europei sui temi del creep e rappresenta le prospettive dei produttori di acciaio e leghe speciali, centrali termoelettriche e utilities. L’ECCC è fortemente impegnato nel coordinamento europeo dello sviluppo dati sul creep e nel- le attività di valutazione e confronto dei dati. L’obiettivo è raccogliere le risorse disponibili in ogni paese per costruire una base ottimale di valutazione sui valori di creep e configurare elevati standard di produzione e design. Dal 2011 l’ECCC è organizzato come iniziativa industriale coordinata dal CSM che ne svolge le funzioni di segretariato. Informazioni sono disponibili sul sito www.c-s-m.it/en/eccc_projects/eccc_joint_industrial_project.html Industria Fusoria 5/2015 35 O NOMICO EC MIC EC ON NO OM O IC ECO ECONOMICO O M. Favini EUROGUSS 2016 Si è tenuta a Milano, in data 6 ottobre 2015, la presentazione della fiera EUROGUSS 2016, il Salone Internazionale della Pressofusione più grande d’Europa che vedrà riunita, per ben l’undicesima volta, l’industria internazionale della pressofusione. L’incontro europeo per il settore della pressofusione “Glück auf ” (buon ritorno), il tradizionale saluto dei minatori è l’augurio che ci si scambierà dal 12 al 14 gennaio 2016 all’EUROGUSS di Norimberga. Il Salone Internazionale della Pressofusione avrà di nuovo molto da offrire anche a questa edizione: le tecnologie, i processi e i prodotti più attuali agli stand dei circa 550 espositori, la mostra speciale “Forschung, die Wissen schaf(f)t” (Ricerca: scienza che crea sapere), il nuovo pavillon “Oberflächentechnik” (Tecnica delle superfici), le conferenze specialistiche sui trend e gli sviluppi del momento nel quadro del congresso, così come le cerimonie di premiazione dei due concorsi per la pressofusione di alluminio e di zinco. I pressoché 11.000 visitatori attesi all’EUROGUSS sono decision maker appartenenti all’industria automobilistica, al comparto della 36 Industria Fusoria 5/2015 costruzione di macchine e impianti, all’industria elettronica, al ramo della tecnologia energetica e medica, nonché alle fonderie di pressofusione. “L’EUROGUSS prosegue nella sua rotta di crescita”, commenta soddisfatta la responsabile della manifestazione, Heike Slotta della NürnbergMesse. “Già nel 2014, con 470 espositori, abbiamo potuto registrare un plus di tutto rispetto pari a oltre il 20 percento. All’EUROGUSS 2016 attendiamo ora circa 550 espositori. Questo mostra che la concezione fieristica dell’EUROGUSS è assolutamente corretta, la domanda di prodotti pressofusi non dà segni di cedimento”. Al fine di assicurare spazio sufficiente a tutte le aziende presenti, ai due padiglioni finora occupati, il 7 e il 7A, si aggiungerà ora il padiglione 6. Più o meno della metà degli espositori dell’EUROGUSS è internazionale. Dopo la Germania, la lista dei principali paesi espositori europei vede in testa, con largo distacco, la nazione della pressofusione per tradizione: l’Italia, seguita da Turchia, Austria, Svizzera, Spagna, Francia e Slovenia. Gli espositori sono fonderie di pressofusione e il loro indotto a monte, nonché i rispettivi fornitori di attrezzature, componenti e servizi. Al salone saranno presentati prodotti pressofusi, tecnologie per la colata ad alta pressione come, ad esempio, macchinari, periferiche, forni, stampi, prototyping, metalli e leghe, nonché distaccanti e materiali di servizio. A ciò si affiancano proposte per la finitura dei getti, assicurazione qualità, tecniche di comando e azionamento, nonché software. Informazioni sugli espositori, sui prodotti e le piantine dei padiglioni sono disponibili in internet alla pagina www.euroguss.de/ausstellerprodukte. ECONOMICO MOSTRA SPECIALE “FORSCHUNG, DIE WISSEN SCHAF(F)T” (RICERCA: SCIENZA CHE CREA SAPERE) Per ben la terza volta si terrà all’EUROGUSS la mostra speciale “Forschung, die Wissen schaf(f)t” (Ricerca: scienza che crea sapere). Nel padiglione 7, allo stand 642, circa dieci istituti di ricerca, università e istituti tecnici superiori permetteranno di farsi un’idea sui loro attuali progetti, faranno conosce- re i servizi offerti e i punti chiave della loro ricerca e si presenteranno con le loro proposte di formazione, aggiornamento e perfezionamento professionale. Saranno presenti, tra gli altri: • Neue Materialien Fürth (Nuovi materiali Fürth). • Fraunhofer-Institut für Fertigungstechnik und Angewandte Materialforschung (Istituto Fraunhofer per la tecnica di produzione e la ricerca applicata). • Lehrstuhl Werkstoffkunde und Technologie der Metalle – WTM (Cattedra di scienza dei materiali e tecnologia dei metalli). • Fraunhofer-Entwicklungszentrum Röntgentechnik (Centro di sviluppo Fraunhofer per la tecnica radiologica). • Verein für praktische Gießereiforschung (Associazione DATI E FATTI Informazioni sul salone, il congresso, le cerimonie di premiazione, i biglietti, il viaggio, il pernottamento, ecc. al sito www.euroguss.de LUOGO E DATA Messezentrum Nürnberg (Centro Esposizioni Norimberga) 12-14 gennaio 2016 ORARI DI APERTURA Tutti i giorni dalle 9.00 alle 17.00 BIGLIETTERIA ONLINE “ONLINE TICKETSHOP” Ordinare i ticket online all’indirizzo: www.euroguss.de/vorverkauf BIGLIETTERIA Biglietto d’ingresso giornaliero: Abbonamento: Catalogo: EUR 35 EUR 45 EUR 10 PIATTAFORMA DEGLI ESPOSITORI ONLINE Tutti gli espositori e le loro ultime informazioni prodotto alla pagina: www.euroguss.de/aussteller-produkte ENTRATE E PADIGLIONI RISERVATI Entrata Ost per i padiglioni 6, 7A e 7 ESPOSITORI 480, di cui il 50% internazionali (2014: 470, di cui il 51% internazionali) SUPERFICIE ESPOSITIVA 14.977 m² netti (2014: ca. 13.385 m² netti) VISITATORI PROFESSIONALI 2014: 11.187, di cui il 32% internazionali PIANTINA DEI PADIGLIONI www.euroguss.de/hallenplan REPERTORIO MERCEOLOGICO • Industrie della pressofusione • Pressocolatrici e impianti • Unità e impianti periferici • Forni e accessori • Stampi e accessori • Rapid prototyping/rapid tooling • Distaccanti/materiali di servizio • Leghe/metalli • Finitura del pezzo fuso/lavorazione CNC • Tecniche di tempra e di trattamento superficiale • Tecniche di misurazione, comando e regolazione • Assicurazione qualità/controllo • Prove dei materiali • Tecniche di azionamento • Tecniche di trasporto, sollevamento e manipolazione • Tutela dell’ambiente/smaltimento/antinfortunistica • Soluzioni complete per l’industria della pressofusione • Sistemi di guida per l’industria della pressofusione • Sistemi CAD, CAM, DNC, CAE, PPS, CAQ, CASE • Procedimenti di simulazione e di calcolo • Ricerca/sviluppo/servizi • Engineering • Associazioni/riviste specializzate PROGRAMMA COLLATERALE: 16. INTERNATIONALER DEUTSCHER DRUCKGUSSTAG (16a GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA PRESSOFUSIONE TEDESCA) 12-14 gennaio 2016, conferenze specialistiche nel padiglione 6, stand 6-427 VIAGGIO E SOGGIORNO A NORIMBERGA www.euroguss.de/anreise e [email protected] Industria Fusoria 5/2015 37 ECONOMICO per la ricerca pratica in fonderia). • Hochschule Aalen Gießereilabor (Istituto di istruzione superiore di Aalen, laboratorio di fonderia). • Universität Kassel Fachgebiet Gießereitechnik (Università di Kassel, dipartimento di tecnica della fonderia). NOVITÀ: PAVILLON “OBERFLÄCHENTECHNIK” (TECNICA DELLE SUPERFICI) La finitura e il rivestimento di getti funzionali capaci di sopportare forti sollecitazioni sono aspetti di gran rilievo per le fonderie di pressofusione. Tecnologie adeguate dei macchinari e dei processi permettono alle superfici dei pezzi fusi di raggiungere un aspetto qualitativamente pregiato. La sbavatura, la molatura, la lucidatura, il rivestimento e la finitura sono i relativi processi di lavorazione. A queste tematiche specifiche sarà dedicato per la prima volta un apposito spazio fieristico e un pavillon dell’EUROGUSS, dove si presenteranno le aziende che si occupano della lavorazione e della finitura di metalli leggeri. INTERNATIONALER DEUTSCHER DRUCKGUSSTAG (GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA PRESSOFUSIONE TEDESCA) NEL PADIGLIONE 6 Molto apprezzate dal pubblico sono le conferenze specialistiche dell’Internationaler Deutscher Druckgusstag (Giornata internazionale della pressofusione tedesca) che si svolgerà durante tutti i tre giorni del salone. Il forum, allestito nel bel mezzo dell’attività fieristica nel padiglione 6, 38 Industria Fusoria 5/2015 offre un’ottima opportunità di scambiare opinioni ed esperienze con colleghi ed esperti sulle tematiche e sugli sviluppi attuali del settore. “Soluzioni di tempra innovative per il dimensionamento degli stampi” e “Industria 4.0 - L’influenza della digitalizzazione sui futuri processi produttivi nelle fonderie” sono soltanto due esempi delle avvincenti tematiche trattate nelle relazioni del prossimo Druckgusstag. Il programma completo si potrà consultare a partire da novembre alla pagina internet www.euroguss.de. Organizzatori del congresso specialistico sono il Verband Deutscher Druckgießereien VDD (Associazione delle fonderie di pressofusione tedesche) e il Bundesverband der Gießerei-Industrie – BDG (Associazione federale dell’industria tedesca della fonderia). La partecipazione al congresso è compresa nel prezzo del biglietto di entrata al salone. INTERNATIONALER ALUMINIUMDRUCKGUSS-WETTBEWERB 2016 (CONCORSO INTERNAZIONALE PRESSOFUSIONE DI ALLUMINIO 2016) Si attende con trepidazione che siano resi noti i vincitori dell’Aluminium- DruckgussWettbewerb (Concorso di pressofusione di alluminio). Con il concorso ci si ripropone di richiamare l’attenzione del pubblico sugli alti standard di qualità della pressofusione di alluminio. I pezzi iscritti dalle fonderie che lavorano per il fabbisogno interno o per conto terzi saranno esaminati e premiati da una giuria competente composta da esponenti del mondo della ricerca e della prassi. Ai tre contributi mi- gliori sarà conferito un diploma, essi saranno inoltre esposti al salone allo stand del BDG/VDD nel padiglione 6, stand 6-428. La premiazione avverrà nell’ambito della cerimonia di inaugurazione il giorno antecedente l’apertura della fiera. Il concorso è realizzato dal Gesamtverband der Aluminiumindustrie e.V. – GDA (Associazione tedesca dell’industria dell’alluminio). ZINKDRUCKGUSS-WETTBEWERB (CONCORSO DI PRESSOFUSIONE DI ZINCO) Con il Zinkdruckguss-Wettbewerb (Concorso di pressofusione di zinco) l’Initiative Zink (Iniziativa zinco) renderà onore a getti pressofusi in zinco di particolare spicco. I pezzi iscritti soddisfano particolari requisiti per quanto concerne la costruzione, il design, la realizzazione degli stampi, la tecnica di fusione, la lavorazione, il trattamento della superficie ovvero le caratteristiche decorative, oppure si contraddistinguono per un’innovazione ossia la conversione alla pressofusione di zinco da altri materiali e processi produttivi. Il concorso si pone l’obiettivo di presentare la varietà di applicazioni, le straordinarie proprietà dei pressofusi in zinco e, non da ultimo, le capacità e la performance delle fonderie partecipanti. La premiazione avverrà parimenti nell’ambito della cerimonia ufficiale di inaugurazione il giorno antecedente l’apertura della fiera. Ulteriori informazioni sui vincitori e sui loro prodotti saranno disponibili presso l’Initiative Zink all’EUROGUSS nel padiglione 6, stand 6-420. ECONOMICO GLI OPERATORI SPECIALIZZATI NELLA PRESSOFUSIONE GUARDANO FIDUCIOSI AL FUTURO Gerhard Klügge - Bundesverband der Deutschen Gießerei-Industrie e.V. (BDG) Negli anni 2014 e 2015 le fonderie di pressofusione tedesche, nella loro maggioranza, hanno potuto incrementare i fatturati e la rispettiva produzione. Anche nel 2016 confidano di riuscire a proseguire su questo trend. menti. Nonostante singhiozzi, il motore di crescita “industria automobilistica” continua tuttavia a necessitare dei pezzi pressofusi prodotti in Germania, il tutto addirittura in ordini di grandezza considerevoli! Nel primo semestre del 2015 i tassi di crescita si sono mantenuti sui livelli dell’anno precedente: • pressofusione di alluminio più 4% (raggiungendo le 305.000 t); • pressofusione di magnesio meno 13% (raggiungendo le 6.800 t); • pressofusione di zinco più 3,6% (raggiungendo le 27.300 t). L’industria automobilistica stessa si trova a sua volta ad affrontare grandi sfide. Entro il 2020, infatti, il limite di emissioni di CO2 per le autovetture di nuova immatricolazione non dovrà superare il tetto massimo di 95 g/km. Leggerezza e downsizing dei motori sono la risposta delle case automobilistiche. La cosa ha ovviamente un impatto sulle fonderie di pressofusione. Con ciò, in Germania, risulta essere prodotto in pressofusione più della metà del volume totale di getti di metalli non ferrosi, uno sviluppo che si delinea tale e quale da anni. Guardando al mercato della pressofusione si nota come la costruzione di veicoli assuma una posizione sempre più dominante: infatti, la quota detenuta ammonta ormai al 77%. Il restante 23% della produzione di pressofusi si suddivide tra numerosi settori di utenza diversi. Nella pressofusione lo sviluppo di componenti sempre nuovi procede a velocità vertiginosa. Sia che si tratti di elementi costruttivi strutturali, componenti per motori elettrici o moduli intelligenti per la regolazione dei motori tradizionali: ovunque si cerca di servirsi delle straordinarie possibilità offerte dalla pressofusione. È straordinario quali soluzioni e componenti innovativi si vengano così a creare, molti di essi saranno presentati alla prossima EUROGUSS.Tutte le fonderie europee potranno partecipare ai concorsi di pressofusione di alluminio e di zinco. La premiazione dei pezzi vincitori avverrà nell’ambito della cerimonia di inaugurazione del salone. Gli esemplari saranno esposti in fiera. Seguiranno poi articoli nei media di settore. Negli ultimi anni, in seguito all’andamento positivo della crescita nel comparto, anche gli investimenti (sia per la manutenzione che per l’ampliamento delle capacità) si sono aggirati tra il 4 e il 6% del fatturato di una pressofonderia. Stando ai dati rilevati dall’Associazione, negli ultimi quattro anni le ragioni che hanno spinto il settore a investire sono state per il 65% determinate dalla sostituzione; il 25% ha effettuato a investimenti per ampliamento. Più interessante è tuttavia la programmazione dei pressofonditori per i prossimi cinque anni: il 69% degli operatori prevede investimenti di sostituzione e il 26% ha in progetto investimenti per promuovere l’espansione. La fiducia nel futuro rimane quindi immutata. La cosa sorprende considerato il fatto che il principale acquirente delle fonderie di pressofusione, l’industria automobilistica, sta attualmente soffrendo una perdita di dinamicità. Gli stati BRIC, a eccezione dell’India, sono scossi da crisi e premono sul freno anche per quanto concerne la richiesta di veicoli. A parte il mercato interno, aumenti degni di nota, seppur in genere a una sola cifra, registrano esclusivamente il Nordamerica e alcuni paesi dell’UE. In queste aree la domanda di pregiati modelli premium tedeschi, per i quali producono appunto in prevalenza i pressofonditori nazionali, non riscontra cedi- Con questi sviluppi si confronterà anche il 16° Internationaler Deutscher Druckgusstag (Giornata internazionale della pressofusione tedesca), organizzato dal Verband Deutscher Druckgießereien (Associazione delle fonderie di pressofusione tedesche) e il Bundesverband der Deutschen Gießereiindustrie (Associazione federale dell’industria tedesca della fonderia), che si terrà all’EUROGUSS in parallelo all’evento fieristico. Saranno in programma relazioni lungo l’intera catena di processo della pressofusione. Ad esempio si parlerà di soluzioni di tempra innovative per il dimensionamento degli stampi. Si riprenderà inoltre il tema relativamente astratto “industria 4.0”, mostrando come l’interconnessione online influirà sui futuri processi produttivi nelle fonderie di pressofusione. Il programma sarà completato da avvincenti contributi sui temi dello sviluppo di materiali e di elementi costruttivi. L’Internationaler Deutscher Druckgusstag fa da corona all’alta qualità dei prodotti presentati dagli espositori! Industria Fusoria 5/2015 39 Aggiungiamo valore aggiunto al Vostro processo produttivo I nostri servizi vi daranno un reale valore aggiunto un esperto ASK Chemicals è a vostra disposizione: Telefono: +49 211 71103-0 E-mail: [email protected] www.ask-chemicals.com RUB RI C LE RUB GA RI LE CA LE A L A EG RUBRICA LEGALE Condizioni Generali di Contratto delle Fonderie Europee: edizione Maggio 2014 La seduta plenaria degli organi direttivi delle associazioni aderenti al CAEF, hanno approvato il nuovo testo delle Condizioni Generali di Contratto delle Fonderie Europee che sono entrate in vigore a maggio del 2014. Nello specifico le modifiche al testo del documento riguardano: l’articolo 14 “Garanzia e responsabilità. Tenuto conto dell’importanza e della diffusione di dette clausole nell’ambito del settore, Assofond ha ritenuto utile procedere con la presente pubblicazione all’interno del proprio House Organ, a beneficio di coloro che ad oggi non hanno avuto occasione di prendere atto dell’avvenuta revisione. Ricordiamo che i testi in inglese, francese, tedesco ed italiano delle nuove Condizioni Generali di Contratto delle Fonderie Europee potranno essere direttamente scaricati dal sito dell’associazione www.assofond.it, consultando la homepage alla voce NEWS. CONDIZIONI GENERALI DI CONTRATTO DELLE FONDERIE EUROPEE Adottate da ASSOFOND - Federazione Nazionale Fonderie Edizione Maggio 2014 ART. 1 - DISPOSIZIONI GENERALI a) Le presenti condizioni generali di contratto sono state predisposte sulla base degli usi in vigore nei paesi aderenti al Comitato delle Associazioni Europee di Fonderia (1). A questo titolo, ciascun paese membro riconosce loro il valore giuridico che il proprio ordinamento attribuisce agli usi professionali (2). Esse si applicano qualunque sia la nazionalità del Cliente relativamente ai contratti di fornitura di getti di metalli ferrosi e non ferrosi, di getti composti o assemblati, nonché di prestazioni, consigli e servizi che il Cliente richiede alla Fonderia. Di conseguenza, le condizioni generali costituiscono la base giuridica di detti contratti per tutte le disposizioni che non siano oggetto di specifici accordi scritti. b) Le presenti condizioni rendono inoperante qualsiasi clausola contraria in qualsiasi modo formulata dal Cliente, se la Fonderia non l’abbia accettata per iscritto. (1) (2) 44 Germania, Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Italia, Norvegia, Lituania, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia, Svizzera, Ungheria. Le presenti condizioni generali di contratto sono depositate presso l’Ufficio Usi Professionali del Tribunale del Commercio di Parigi. La versione originale, in lingua francese, fa prova delle stesse. Industria Fusoria 5/2015 RUBRICA LEGALE c) Nel caso in cui il Cliente o un gruppo di Clienti decidano di instaurare con le Fonderie loro subfornitrici stretti rapporti di partenariato industriale, le presenti condizioni generali costituiscono la base per predisporre il loro accordo. ART. 2 - OFFERTA E ORDINAZIONE a) La richiesta di offerta o l’ordinazione del Cliente devono essere accompagnate dal capitolato tecnico che stabilisce le specifiche atte a definire, sotto ogni aspetto, i getti da realizzare, la natura e le modalità delle ispezioni, i controlli e le prove prescritti per l’accettazione dei getti stessi. La richiesta di offerta, l’ordinazione e il capitolato tecnico sono redatti in forma scritta e il documento, all’occorrenza, può essere accompagnato da un supporto informatico, il quale tuttavia non è che un mezzo di lavoro e di comunicazione che in nessun caso fa fede delle obbligazioni sottoscritte dalla Fonderia. b) L’offerta della Fonderia non può esser considerata irrevocabile se non contiene un termine espresso di validità. Quanto precede vale altresì in tutti i casi in cui il Cliente apporti modifiche l capitolato tecnico o ai getti-campione che eventualmente gli siano stati sottoposti per accettazione dalla Fonderia. c) La Fonderia è obbligata solo nei termini dell’accettazione espressa della conferma d’ordine del Cliente. L’accettazione deve essere data per lettera o con altro mezzo di comunicazione idoneo a porre in essere un documento. d) Il cliente non ha il diritto di annullare alcun ordine. Nel caso in cui violi questo impegno, il cliente dovrà risarcire la fonderia per tutte le spese sostenute anche per le opere già realizzate alla data del recesso nonché per tutto ciò che la fonderia avrebbe potuto ottenere se avesse eseguito l’ordine e, più in generale, per tutte le altre conseguenze dirette e indirette di tale disdetta. In caso di annullamento di ordini aperti, con date di consegna stabilite in base alle quali la Fonderia abbia effettuato previsioni di produzione, si reputeranno annullate non solo le quantità già prodotte, ma anche quelle in corso di produzione in base alle regolari previsioni di produzione. e) Il cliente non è autorizzato a chiedere alcun rinvio della prestazione e / o la consegna di un ordine senza il consenso dell’altra parte. Il cliente non ha diritto di posticipare la data di consegna o di esecuzione di un ordine senza previo accordo con la Fonderia. In caso di rinvio concordato con la fonderia, il cliente dovrà pagare ogni e tutte le tasse/spese (stoccaggio, spese amministrative ecc ...) causate dal rinvio. Tali importi saranno corrisposti dal cliente immediatamente al ricevimento della fattura corrispondente dalla fonderia. I pezzi per i quali è stato concordato un rinvio di consegna saranno fatturati al cliente almeno al prezzo inizialmente convenuto e in caso di aumento dei prezzi dalla data di consegna inizialmente concordata, saranno fatturati alle condizioni di prezzo in vigore alla data della consegna effettiva. ART. 3 - PROPRIETÀ INTELLETTUALE E RISERVATEZZA a) La Fonderia appartiene al settore della subfornitura industriale. Ciò significa che, avendo fatto ricorso alle sue prestazioni, il Cliente ha deciso di rivolgersi ad uno specialista di fonderia che egli giudica disponga degli impianti e della competenza adatti alle proprie necessità. Salvo diverso accordo espresso, la Fonderia non progetta i getti da essa realizzati. Tuttavia, la progettazione può essere in tutto o in parte oggetto del contratto di subfornitura industriale; il Cliente, che ha la completa conoscenza del suo prodotto, ne assume sempre e in definitiva la piena responsabilità in relazione al risultato industriale che egli persegue e che egli solo conosce con precisione. Di conseguenza, ogni proposta della Fonderia accettata dal Cliente, volta a qualsivoglia miglioramento del capitolato tecnico o altresì a modifiche del disegno dei getti e dettata in particolare da considerazioni economiche proprie della tecnica di fabbricazione di fonderia, non può in alcun modo comportare trasferimento di responsabilità. Ciò vale, segnatamente, nel quadro di stretti rapporti di partenariato industriale o di rapporti contrattuali che comportino una fase di sviluppo. In questo ultimo caso, il contratto di subfornitura deve precisare l’ambito rispettivo di intervento delle parti. c) La consegna dei getti non comporta il trasferimento al Cliente dei diritti di proprietà della Fonderia su studi di fabbricazione, software, ricerche qualsivoglia e brevetti. Il Cliente si impegna conseguentemente a considerare e a tenere riservate informazioni di qualunque natura, scritte o no, quali disegni industriali, schemi, spiegazioni tecniche che gli siano comunicate dalla Fonderia a qualsiasi titolo. Quanto precede vale anche per le soluzione che la Fonderia propone per migliorare la qualità o il costo dei getti, mediante una modifica originale del capitolato tecnico. Se il Cliente le accetta egli deve concordare con la Fonderia le condizioni per il loro utilizzo nell’ambito dell’ordinazione. Analogamente, il prezzo delle attrezzature di fabbricazione previsto dalla Fonderia, siano le stesse Industria Fusoria 5/2015 45 RUBRICA LEGALE c) d) e) f) realizzate o meno da questa, non comprende il valore della proprietà intellettuale, cioè l’apporto degli studi, dei brevetti o del know-how che la Fonderia abbia utilizzato per la loro messa a punto. Quanto sopra vale altresì per gli eventuali adattamenti che la Fonderia effettui sulle attrezzature fornite dal Cliente al fine di assicurare la buona esecuzione dei getti. In nessun caso il Cliente può disporre per sé o per altri degli studi della Fonderia o divulgarli, senza averne espressamente acquisito la proprietà. Il Cliente garantisce la Fonderia contro le conseguenze delle azioni che potrebbero essere intentate da parte di terzi, a causa dell’esecuzione di una ordinazione di getti coperti da diritti di proprietà industriale o intellettuale quali brevetti, marchi o modelli depositati o da diritti di privativa. Le presenti condizioni generali di contratto non si applicano al caso in cui la Fonderia sia essa sola progettista e produttrice di getti che vende, in tutto o in parte, su catalogo destinato ad ampia clientela. Le Fonderie d’arte, che richiamano gli impegni assunti nel “Codice di deontologia delle Fonderie d’arte”, aderiscono anche alle presenti condizioni generali di contratto che, occorrendo, dovranno essere interpretate alla luce delle “regole d’arte” contenute nel “Codice deontologico delle Fonderie d’arte”. ART. 4 - MODELLI E ATTREZZATURE a) Quando sono forniti dal Cliente, i modelli, e le attrezzature di fabbricazione (casse d’anima, sagome, dispositivi d’uso e di controllo, ecc.) devono obbligatoriamente evidenziare marchiature, riferimenti di montaggio e di impiego e devono essere gratuitamente forniti nel luogo precisato dalla Fonderia. Il Cliente assume la responsabilità della perfetta concordanza delle attrezzature con i disegni e il capitolato tecnico. Tuttavia, a richiesta del Cliente, la Fonderia verifica detta concordanza e si riserva il diritto di fatturare il costo di tali operazioni. Le spese per le eventuali modifiche, che la Fonderia giudica necessario apportare ai fini di una corretta esecuzione dei getti, sono a carico del Cliente, preventivamente informato per iscritto. In generale e salvo preventivo accordo scritto con il Cliente, la Fonderia non garantisce la durata di impiego delle attrezzature. Inoltre, nel caso in cui le attrezzature siano fornite dal Cliente con disegni e capitolato che non consentano la verifica completa della perfetta concordanza tra questi vari elementi, le forme, le dimensioni e gli spessori dei getti greggi saranno determinati da tali attrezzature. La responsabilità del risultato conseguente è, in tale ipotesi, a carico esclusivo del Cliente, preventivamente informato per iscritto dalla Fonderia. In ogni caso, se le attrezzature ricevute dalla Fonderia non sono conformi all’impiego che essa aveva il diritto di ragionevolmente ottenere, il prezzo dei getti inizialmente convenuto potrà essere oggetto di richiesta di revisione da parte della Fonderia e l’accordo tra le parti dovrà avvenire prima di iniziare l’esecuzione dei getti. b) Quando è incaricata dal Cliente di realizzare modelli o attrezzature, la Fonderia li esegue d’accordo con questi, secondo le esigenze della propria tecnica di fabbricazione. I costi della loro realizzazione, sostituzione, riparazione o ripristino a seguito di usura, sono a carico del Cliente e vengono pagati alla Fonderia indipendentemente dalla fornitura dei getti. La Fonderia non può essere tenuta responsabile delle spese di sostituzione delle attrezzature destinate a servire una sola volta, nel caso di scarto del getto imputabile ai normali rischi di fabbricazione. Salvo preventivo accordo con la Fonderia sulla maggiorazione del prezzo per coprire tale rischio, il Cliente è obbligato a fornire una nuova attrezzatura in sostituzione oppure a sostenere le spese di detta attrezzatura qualora questa sia eseguita dalla Fonderia. c) La proprietà delle attrezzature e dei relativi disegni appartiene alla Fonderia nel caso in cui si convenga che il Cliente sostiene solo una parte delle spese per la loro esecuzione. Tali spese sotto questa denominazione sono oggetto di distinta fatturazione. In caso contrario, le attrezzature appartengono al Cliente e restano in deposito presso la Fonderia dopo l’esecuzione dell’ordinazione. Esse sono conservate e restituite al Cliente, a sua richiesta o per iniziativa della Fonderia, nello stato di usura e di invecchiamento sussistenti al momento della restituzione. Tuttavia il Cliente può ritornarne in possesso solo dopo il pagamento di tutte le somme ancora dovute a qualunque titolo, e quindi anche per studi, brevetti, know-how della Fonderia visti al precedente art. 3b. Le attrezzature in deposito sono conservate gratuitamente per tre anni a decorrere dall’ultima consegna. Trascorso tale termine il Cliente può ritornarne in possesso fatto salvo il diritto di ritenzione visto al paragrafo precedente. Tuttavia, la Fonderia e il Cliente possono concordare una proroga del deposito e delle sue modalità. In mancanza di accordo, la Fonderia ha il diritto di procedere alla distruzione delle attrezzature, dopo che siano trascorsi tre mesi dalla messa in mora del Cliente rimasta senza effetto, di fatturare le spese di magazzinaggio o di restituire le attrezzature in porto pagato. 46 Industria Fusoria 5/2015 RUBRICA LEGALE d) La Fonderia si impegna a non utilizzare per conto di terzi le attrezzature che detiene, ne sia o no proprietaria, salva preventiva autorizzazione scritta del Cliente. e) Salvo diverso accordo, spetta al Cliente, che ha la completa responsabilità di custodire i modelli e le attrezzature depositati, provvedere ad assicurarli per il deterioramento o la distruzione in fonderia, con rinuncia a qualsiasi azione contro quest’ultima. ART. 5 - INSERTI Gli inserti forniti dal Cliente, destinati a essere incorporati nel getto prima o dopo la fusione, devono essere di qualità ineccepibile e il Cliente ne ha la piena ed esclusiva responsabilità. Essi devono essere consegnati alla sede della Fonderia gratuitamente in porto franco e in quantità sufficiente in relazione ai normali rischi di fabbricazione. ART. 6 - TERMINI DI CONSEGNA a) I termini di consegna decorrono dalla data di conferma dell’ordinazione da parte della Fonderia e comunque dalla data in cui tutti i documenti, materiali e dettagli di esecuzione sono stati forniti dal Cliente che ha l’obbligo di porre in essere tutte le altre condizioni preliminari. b) La natura del termine (termine di messa a disposizione, termine di presentazione per il controllo o il ricevimento, termine di consegna effettiva, ecc.) e il carattere tassativo dello stesso devono essere concordati e precisati nel contratto. In mancanza di queste precisazioni, il termine ha valore indicativo. c) In caso di consegna in ritardo rispetto al termine concordato di consegna rigorosa, ed in caso sia stato stipulato apposito accordo che preveda la corresponsione di somma a titolo di penale per ritardata consegna, questa non dovrà globalmente superare il 5% del valore contrattuale (tasse escluse) delle parti in ritardo. In ogni caso, nessuna penale sarà dovuta al cliente a meno che non venga dimostrato che il ritardo nella consegna sia da imputare a colpa della fonderia. Se tale prova verrà prodotta, le sanzioni, calcolate come sopra specificato, saranno dovute solo nella misura corrispondente al danno effettivo subito dal cliente, come concordato tra le parti. Se l’importo del danno effettivamente subito dal cliente sia superiore all’importo complessivo massimo come sopra definito, il cliente non potrà proporre alcun altro rimedio per il ritardo poiché l’importo come sopra calcolato è da ritenersi complessivo di ogni e qualsiasi altra pretesa. ART. 7 - CONSEGNA E TRASFERIMENTO DEI RISCHI a) La consegna dei getti si intende sempre effettuata presso la Fonderia, qualunque siano le clausole del contratto di fornitura in merito al pagamento delle spese di trasporto. La consegna avviene con la rimessa diretta della merce al Cliente o la consegna al vettore indicato nel contratto o, in mancanza, al vettore scelto dalla Fonderia. In caso di assenza di istruzioni sulla destinazione o di impossibilità di spedizione non dipendente dalla volontà della Fonderia, la consegna si considera avvenuta con un semplice avviso di messa a disposizione; in questo caso i getti sono depositati e fatturati, a spese, rischio e pericolo del Cliente. Salvo diverso accordo contenuto nel contratto, a discrezione della Fonderia, sono autorizzate spedizioni parziali. b) Il trasferimento dei rischi al Cliente avviene al momento della consegna così come sopra intesa, nonostante il diritto di riserva di proprietà. ART. 8 - PREZZI a) Salvo diverso accordo, i prezzi contrattuali delle forniture sono unitari, tasse escluse, per partenza dalla Fonderia; i getti sono consegnati nello stato indicato dal contratto o, in mancanza di indicazione, greggi di fonderia, sbavati e smaterozzati. b) Secondo accordo espresso, i prezzi possono essere: - soggetti a revisione, in aumento o in diminuzione, sulla base di formule che tengano conto in particolare, delle variazioni dei tassi di cambio, dei corsi dei materiali, del costo dell’energia, del costo del lavoro, dei costi di trasporto e/o di altri costi collegati all’ordinazione, intervenute tra la data del contratto e quella della consegna contrattuale, in mancanza di altre date precisate nel contratto; - mantenuti fermi per un termine convenuto. ART. 9 - PESI Nel caso particolare di getti venduti a peso, è solo il peso effettivo (rilevato all’uscita dalla Fonderia) che fa fede, in quanto i pesi riportati nell’offerta e nell’ordinazione hanno valore puramente indicativo. Industria Fusoria 5/2015 47 RUBRICA LEGALE ART. 10 - QUANTITÀ Dal punto di vista quantitativo il numero di getti da fornire è quello indicato nel contratto e ciò in particolare per i getti formati a mano. Nel caso di produzione di serie è consentita una certa tolleranza sul numero di pezzi prodotti e consegnati, da convenirsi tra la Fonderia e il Cliente durante le trattative. In mancanza di accordo, la tolleranza generalmente ammessa è del ±5% del numero di getti indicato nel contratto. ART. 11 - CONDIZIONI DI PAGAMENTO a) I pagamenti vanno effettuati alla sede della Fonderia. I termini e le modalità di pagamento, come pure il pagamento di eventuali acconti, devono essere oggetto di un accordo contrattuale espresso. In assenza di accordo, i pagamenti al netto e senza sconto devono effettuarsi entro 30 giorni dalla data della fattura. Salvo diverso accordo, le spese delle attrezzature sono da pagarsi entro 30 giorni dalla presentazione dei prototipi o dei getti campione. b) La mancata restituzione delle tratte con l’accettazione e la domiciliazione bancaria entro sette giorni dal loro invio, il mancato rispetto della scadenza di qualsiasi termine di pagamento, il verificarsi di circostanze che possono far sorgere gravi dubbi sulla solvibilità del Cliente e, in particolare, la sussistenza di un protesto o di un diritto reale di garanzia a carico dell’azienda, comportano di pieno diritto e a scelta della Fonderia, senza necessità di messa in mora: - sia la decadenza dal termine e, di conseguenza, l’esigibilità immediata delle somme ancora dovute a qualsiasi titolo nonché la sospensione di ogni ulteriore consegna; - sia la risoluzione di tutti i contratti in corso con il diritto di trattenere, fino alla definizione dell’eventuale risarcimento, gli acconti ricevuti, le attrezzature, i getti prodotti e ancora presso la Fonderia. c) Sulle somme esigibili decorrono di diritto e senza necessità di messa in mora, gli interessi pari al tasso di rifinanziamento stabilito dalla Banca Centrale Europea per la più recente e principale operazione di rifinanziamento effettuata l’ultimo giorno prima del semestre in questione aumentato di 8 punti (3). Il tasso di riferimento è così determinato: per il primo semestre dell’anno cui si riferisce il ritardo, è quello in vigore il 1° gennaio di quell’anno; per il secondo semestre dell’anno cui si riferisce il ritardo, è quello in vigore il 1° luglio di quell’anno. d) Nel caso di subfornitura il Cliente della Fonderia subfornitrice si impegna, nel rispetto delle disposizioni legislative vigenti in materia, a richiedere al proprio Cliente di pagare direttamente le somme dovute alla Fonderia. ART. 12 - GETTI-CAMPIONE, CONTROLLO E ACCETTAZIONE DEI GETTI Per le ordinazioni di serie il Cliente deve richiedere la fabbricazione di getti - campione che gli sono sottoposti dalla Fonderia per accettazione secondo il suo giudizio dopo tutti i necessari controlli e prove. L’accettazione deve essere comunicata dal Cliente alla Fonderia per lettera o con altro mezzo di comunicazione idoneo a produrre un documento. In ogni caso ed anche in mancanza di accettazione, la natura e l’estensione dei controlli e delle prove necessarie, le regole e le classi di durezza, le tolleranze di qualsiasi natura devono essere precisate sui disegni e nel capitolato che il Cliente è obbligato ad allegare alla sua richiesta di offerta e devono essere confermate nel contratto stipulato tra la Fonderia ed il Cliente. Nel caso di produzione di getti compositi o assemblati per saldatura dalla Fonderia, le parti devono delimitare ciascun componente, l’ambito e la natura delle zone di saldatura. Poiché il fondamento e le modalità dei controlli non distruttivi possono essere definiti soltanto in funzione della concezione dei getti, il Cliente deve sempre precisare, nella sua richiesta di offerta e nella sua ordinazione, i controlli che egli ha deciso, le parti dei getti ad essi destinati, le classi di durezza da applicare e questo per determinare, in particolare, le condizioni per far valere la garanzia definita all’art. 14. In mancanza di un capitolato tecnico relativo ai controlli e alle prove da eseguire sui getti, la Fonderia si limita ad effettuare solo un controllo visivo e dimensionale. I controlli e le prove ritenuti necessari dal Cliente, la loro natura ed estensione sono effettuati a sua richiesta dalla Fonderia, da lui stesso o da un laboratorio o da altri enti terzi e devono essere indicati non oltre il momento della stipula del contratto. Nel caso in cui sia richiesto un collaudo per l’accettazione, l’estensione e le condizioni di tale collaudo devono essere precisate nel contratto. (3) Quando la legge francese è applicabile, sulle somme esigibili decorrono di diritto e senza necessità di messa in mora, gli interessi ad un tasso pari al maggiore dei due seguenti tassi: tre volte il tasso di interesse legale o il tasso di interesse di rifinanziamento stabilito dalla Banca Centrale Europea per la più recente o principale operazione di rifinanziamento maggiorato di 10 punti percentuali. Al creditore spetta, senza che sia necessaria la costituzione in mora, un importo forfettario di 40 euro a titolo di risarcimento del danno. E’ fatta salva la prova del maggior danno, che puo’ comprendere i costi di assistenza per il recupero del credito (Dir. 2011/7/UE). 48 Industria Fusoria 5/2015 RUBRICA LEGALE Il prezzo dei controlli e delle prove è generalmente distinto da quello dei getti, ma può esservi incluso se la Fonderia e il Cliente sono d’accordo. Tale prezzo tiene conto dei lavori specifici necessari per ottenere le condizioni indispensabili per la buona esecuzione dei controlli, soprattutto nel caso di controlli non distruttivi. Salvo diverso accordo stabilito nel contratto, il collaudo di accettazione avviene presso la Fonderia, a spese del Cliente, al più tardi nella settimana successiva all’invio dell’avviso di messa a disposizione per la consegna, spedita dalla Fonderia al Cliente o all’ente incaricato del collaudo. Nel caso di inadempienza del Cliente o dell’ente di controllo, i getti sono depositati dalla Fonderia a spese e rischio del Cliente. Dopo la seconda comunicazione della messa a disposizione da parte della Fonderia rimasta senza effetto nei 15 giorni seguenti al suo invio, il materiale è ritenuto collaudato e la Fonderia ha il diritto di procedere alla sua spedizione e fatturazione. In ogni caso, i controlli e i collaudi sono effettuati nel quadro di norme adeguate, secondo le condizioni definite dai disegni e dal capitolato tecnico, decise dal Cliente e accettate dalla Fonderia. ART. 13 - ASSICURAZIONE QUALITÀ Qualora la produzione sia realizzata nel quadro di un sistema di Assicurazione Qualità, questa condizione deve essere resa nota dal Cliente nella richiesta di offerta e nell’ordinazione e la Fonderia, a sua volta, deve confermarla nella propria offerta ed accettazione dell’ordinazione, fatte salve le disposizioni degli articoli precedenti. ART. 14 - GARANZIA E RESPONSABILITA’ a) La fonderia è vincolata solo secondo i termini del contratto. Di conseguenza, fatti salvi diversi accordi scritti tra le parti, la fonderia è tenuta soltanto a fornire al cliente i getti conformi ai disegni ed alle specifiche del capitolato tecnico contrattuale, come sopra definito, ovvero approvati dal cliente mediante l’accettazione dei getti-campione o prototipi. b) Garanzia i. I getti devono essere verificati dal cliente alla consegna. Qualsiasi reclamo, riserva o contestazione relativo a parti mancanti e/o vizi palesi deve essere avanzato al momento della scoperta ed, in ogni caso, entro 15 giorni dalla data della relativa consegna. Decorso tale periodo, il cliente decade dal diritto di garanzia e non saranno più ammissibili reclami o domande, anche se proposte in via riconvenzionale. Reclami, riserve o contestazioni relativi a qualsiasi altro vizio dovranno essere avanzati entro un mese, per le produzioni di serie, ed entro sei mesi, negli altri casi; entrambi i termini decorrono dalla data della relativa consegna. Decorso tale termine, il cliente decade definitivamente dal diritto di garanzia e non saranno più ammissibili reclami o domande, anche se proposte in via riconvenzionale. Il cliente deve fornire le prove che attestino la sussistenza effettiva dei vizi, fermo il diritto della Fonderia di procedere, direttamente o indirettamente, con eventuali accertamenti e verifiche in loco. Qualora il getto in esame risultasse effettivamente esente da vizi ovvero il cliente non fosse in grado di fornire la prova della responsabilità della Fonderia per la non conformità, alla Fonderia sarà riconosciuto di diritto un indennizzo a copertura di tutti i costi sostenuti, compresi quelli del personale. ii. Fatti salvi i casi di colpa grave e dolo, la garanzia prestata dalla Fonderia comporta esclusivamente che: - essa effettui o, a propria scelta, faccia effettuare da terzi la riparazione dei getti per rimediare ad ogni vizio coperto da garanzia ai sensi di quanto previsto nella presente sezione; - oppure, se del caso, qualora la Fonderia lo ritenga preferibile ovvero nessun’altra soluzione sia praticabile, essa sostituisca i getti. Solamente nel caso in cui la Fonderia ritenga di non essere in grado direttamente o avvalendosi dell’intervento di terzi di far riparare il vizio o di procedere alla sostituzione dei getti, la stessa rimborserà al cliente il valore dei getti non conformi nei limiti specificati al successivo punto iii). Industria Fusoria 5/2015 49 RUBRICA LEGALE Pertanto, la garanzia della Fonderia non si estende in nessun caso alla copertura delle: - spese relative a lavori eseguiti sui getti non conformi e, se del caso, su quelli dati in sostituzione, quali, a titolo esemplificativo, trattamenti, lavorazioni a macchina, controlli e prove… - altri costi di ogni specie e, in particolare, costi di montaggio, smontaggio e ritiro dalla circolazione dei getti non conformi. iii. Ogni iniziativa intrapresa dal Cliente per riparare il vizio di un getto senza il preventivo accordo con la Fonderia sulla tipologia di iniziativa e sul suo costo comporterà la decadenza dalla garanzia stessa e non saranno più ammissibili reclami o domande comprese quelle proposte in via riconvenzionale. I getti sostituiti dalla Fonderia saranno oggetto di una nota di credito mentre i i getti sostitutivi saranno fatturati al medesimo prezzo di quelli sostituiti. La riparazione o sostituzione dei getti non modificano il regime della garanzia. La Fonderia non si farà carico di alcun costo per il trasporto dei getti a meno che abbia preventivamente dato il proprio consenso scritto al trasporto stesso ed ai relativi costi. c) Responsabilità i. La fonderia in nessun caso può essere ritenuta responsabile delle conseguenze riconducibili a atti e/o omissioni del cliente o di terzi. Chiunque intenda fondatamente evocare la responsabilità della Fonderia deve fornire la prova - che la fonderia ha violato una o più delle obbligazioni a suo carico; - del danno certo previsto o tipicamente prevedibile al momento della conclusione del contratto, - del nesso diretto di causalità tra la violazione ed il danno. ii. La responsabilità della fonderia non si estende in ogni caso: - ai danni a cose e persone e, in genere, ai danni causati da un getto difettoso nel corso del suo impiego quando il difetto è attribuibile alla progettazione del getto o dell’insieme nel quale lo stesso è incorporato, alle istruzioni di qualunque genere date dal cliente alla fonderia o ai trattamenti o modificazioni effettuati sul getto dopo la consegna; - ai danni a cose e persone e, in genere, a tutti i danni causati da un getto difettoso nel corso del suo impiego, se il cliente lo ha utilizzato senza avere effettuato, o fatto effettuare, tutti i controlli e le prove che sarebbero stati necessari in ragione della progettazione, della utilizzazione e del risultato industriale perseguito; - ai danni indiretti quali, a titolo esemplificativo, perdite di business, di profitti, di opportunità, commerciali, mancato guadagno, ecc. iii. In caso di responsabilità della fonderia, il risarcimento massimo, a qualsiasi titolo, che la fonderia può essere tenuta a corrispondere è tuttavia limitato, salvo i casi di colpa grave e dolo, al prezzo effettivamente pagato dal cliente alla Fonderia per il getto in questione. d) Rinuncia Il cliente rinuncia, e garantisce la stessa rinuncia da parte dei propri assicuratori e di eventuali terzi legati da un rapporto contrattuale con il cliente stesso, a pretese di qualsiasi genere contro la fonderia e/o i suoi assicuratori ulteriori rispetto ai limiti di garanzia e responsabilità stabiliti in queste condizioni generali di contratto. ART. 15 - FORZA MAGGIORE La fonderia è svincolata dalle conseguenze della mancata esecuzione di uno o più dei suoi impegni a condizione che tale inadempimento sia dovuto ad un evento che vada al di là del suo controllo che non poteva ragionevolmente prevedere al momento della conclusione del contratto o che si sarebbe potuto evitare o superare. In particolare sono considerati impedimenti i seguenti eventi: totale o parziale, sciopero, blocco, interruzioni o disturbi di servizi di trasporto, incendio, tempesta, altre calamità naturali, la demolizione dei materiali, delle difficoltà di approvvigionamento, ecc. 50 Industria Fusoria 5/2015 RUBRICA LEGALE ART. 16 - DIRITTO DI RISERVA DI PROPRIETÀ Le forniture dei getti sono effettuate con riserva di proprietà, secondo la legislazione dello Stato in cui si trova la merce al momento del reclamo. La presente clausola significa che il trasferimento di proprietà della merce consegnata avviene soltanto dopo l’integrale pagamento del prezzo. ART. 17 – CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA Nel caso di sopravvenienza di eventi e/o più genericamente di evoluzione di circostanze indipendenti ed esterne alla volontà delle parti e che compromettono l’economia del contratto in modo tale che l’esecuzione delle proprie obbligazioni divenga eccessivamente onerosa per una delle parti, queste negozieranno modifiche al contratto in modo da tener conto di tali eventi e/o di tale evoluzione. In mancanza di accordo su tali modifiche nel termine di 45 giorni dal ricevimento della comunicazione, da effettuarsi a mezzo di lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, con cui una delle parti dichiara di volersi avvalere della disposizione del presente articolo, questa potrà risolvere di diritto il contratto decorso il preavviso di quindici giorni dalla comunicazione a mezzo di lettera raccomandata e ricevuta di ritorno. Non compromettono l’economica del contratto e quindi non permettono di applicare il presente articolo né le offerte più vantaggiose (in particolare a prezzi più bassi o termini inferiori inferiori, ecc.) né l’evoluzione di qualunque natura (per esempio, diminuzione dei volumi acquistati, rotture, ecc) e qualunque ne sia la causa ed il fondamento dei rapporti tra il cliente della fonderia ed i suoi propri clienti. ART. 18 - GIURISDIZIONE Le presenti condizioni generali di contratto e i contratti che vi fanno riferimento sono regolati dall’ordinamento dello Stato della Fonderia. Le parti dichiarano espressamente di non voler applicare la convenzione delle Nazioni Unite sulla vendita internazionale di merci sottoscritta a Vienna l’11 aprile 1980. Le parti si impegnano a compiere ogni sforzo per regolare in via amichevole qualsiasi controversia relativa alla loro interpretazione ed esecuzione. Nel caso in cui l’accordo non venga raggiunto, il tentativo di composizione amichevole è da considerarsi fallito qualora le parti non stipulino un accordo scritto entro 60 giorni dalla comunicazione del sorgere della controversia inviata dalla parte più diligente a mezzo di lettera raccomandata con ricevuta di ritorno; e, in mancanza di diverso accordo, è competente a risolvere le controversie unicamente il tribunale del luogo ove ha sede la fonderia, qualunque siano le condizioni contrattuali ed il sistema di pagamento concordato, anche in caso di chiamata in garanzia e di pluralità i convenuti. Data_______________________________________ li ______________________________________________ Timbro e firma del Committente ______________________________________________________________ Letto e confermato con approvazione di ogni clausola e più specificatamente quelle di cui agli artt. 3 (Proprietà intellettuale e riservatezza), 4 (Modelli e attrezzature), 6 (Termini di consegna), 7 (Consegna e trasferimento dei rischi), 10 (Quantità), 11 (Condizioni di pagamento), 12 (Getti - campione, controllo e accettazione dei getti), 14 (Responsabilità civile e garanzia), 15 (Forza maggiore), 17 (Clausola di salvaguardia), 18 (Giurisdizione), ai sensi dell’art. 1341 del Codice Civile. Data_______________________________________ li ______________________________________________ Timbro e firma del Committente ______________________________________________________________ Industria Fusoria 5/2015 51 ;LS -H_ L’impiego del nuovo sistema Cold-Box vi aiuterà ad aumentare l’efficienza produttiva della vostra azienda in modo economico ed ecologico. r(S[HYLH[[P]P[¡ r,SL]H[HZ[HIPSP[¡[LYTPJH r4PNSPVYLYLZPZ[LUaH r)HZZPZZPTLLTPZZPVUPKPVKVYL r)HZZVZ]PS\WWVKPM\TV r9PKV[[HMVYTHaPVULKPJVUKLUZH[P www.satef-ha.it www.huettenes-albertus.com Member of HA-Group =PHSLKLSSH:JPLUaH =PJLUaH0[HSPH ZH[LM'ZH[LMOHP[ T CO TECNICO CO TEC NI NI EC P. Matteis – G. Scavino A. Castello – D. Firrao TECNICO M. Favini Comportamento a fatica ad alta temperatura di una ghisa sferoidale Si-Mo Le ghise sferoidali legate con silicio e molibdeno sono usate per fabbricare i collettori dei gas di scarico dei motori a combustione interna impiegati su automobili prodotte in grande serie. In questi componenti, la massima temperatura puntuale, quando il motore lavora a pieno carico, può essere superiore a 750 °C, ed i principali meccanismi di danneggiamento in servizio sono l’ossidazione ad alta temperatura e la fatica termo-meccanica. In questo lavoro si esamina il comportamento meccanico di una ghisa Si-Mo in funzione della temperatura, sia mediante prove di durata a fatica a termine di 10 milioni di cicli, sia anche mediante prove di trazione e di compressione, seguite da osservazioni frattografiche. I risultati delle prove meccaniche sono correlati con le microstrutture e con il precedente trattamento termico. Introduzione Le ghise sferoidali legate con silicio e molibdeno, contenenti 4 - 6% Si e 0,5 - 2% Mo, sono usate per applicazioni ad alta temperatura. L’elevato tenore di Si incrementa la resistenza a corrosione ad alta temperatura, formando uno strato superficiale ossidato ricco in Si, e stabilizza la matrice ferritica, principalmente aumentando la temperatura di trasformazione A1. Inoltre, il Mo aumenta la resistenza meccanica ad alta temperatura e migliora la resistenza allo scorrimento plastico ad alta temperatura, grazie alla formazione di carburi ricchi in Mo nella matrice ferritica |1-4|. 56 Industria Fusoria 5/2015 Queste ghise sono spesso usate per fabbricare i collettori di scarico dei motori a combustione interna montati su automobili prodotte in grande serie |5|. In questa applicazione, quando il motore è usato alla massima potenza, la massima temperatura puntuale può essere maggiore di 750 °C, ed i principali meccanismi di danneggiamento sono l’ossidazione ad alta temperatura e la fatica termomeccanica, quest’ultima causata dai transitori di accensione e spegnimento ed in generale dalla variazione nel tempo della potenza erogata dal motore. I collettori di scarico possono essere soggetti in opera a deformazione plastica su piccola scala; per esempio quando il motore eroga la massima potenza si può verificare nel collettore, in determinati punti, una deformazione plastica equivalente del 0,4%; pertanto la fatica termomeccanica si verifica in regime elasto-plastico. In questo lavoro, il comportamento meccanico di una ghisa Si-Mo è esaminato in funzione della temperatura, mediante prove di trazione e di compressione e prove di durata a fatica ad alta frequenza, ed è correlato con la microstruttura e con il precedente trattamento termico del materiale. Prove sperimentali La ghisa Si-Mo in esame è stata modificata (sferoidizzata) con filo di lega di Mg ed inoculata con polveri Fe-Si, poi i campioni sono stati colati separatamente in stampi di sabbia, nella forma di barre con dimensioni trasversali comprese nell’intervallo da 25 a 50 mm. La composizione chimica media delle barre ottenute è: C 3,3, Si 4,0, Mo 1,4, Ni 0,49, Cr 0,15, Mg 0,03, P 0,05 e S 0,003 (percentuali in massa). Successivamente, le barre sono state “ferritizzate”, cioè ricotte ad 800 °C per 3,5 h e raffreddate con velocità 0,6 TECNICO °C/min da 800 a 650 °C e 3 °C/min da 650 a 300 °C. Infine, i campioni per le prove meccaniche sono stati ricavati dalle barre ferritizzate mediante lavorazioni per asportazione di truciolo. Le prove di trazione sono state svolte usando campioni cilindrici di diametro 8 mm e lunghezza utile (calibrata) 56 mm; le prove di compressione sono state condotte fino alla deformazione massima dell’1,5%; entrambi i tipi di prove sono stati eseguiti in controllo di spostamento ed a diverse temperature. Le prove di durata a fatica sono state eseguite con rapporto di carico R = -1, a temperatura ambiente (22 °C), con frequenza di circa 80 Hz, ed alle temperature 400 e 700 °C, con frequenza di circa 150 Hz, usando campioni a clessidra con diametro minimo 9 mm e raggio di raccordo 75 mm (con fattore di concentrazione degli sforzi ktn = 1,05). Infine, la resistenza a fatica a 10 milioni di cicli è stata calcolata con il metodo staircase. La tensione o resistenza a fatica è qui riportata in termini di massima tensione nominale. Nelle prove di compressione, la velocità di deformazione è stata compresa tra -5,2⋅10-5 e -3.1⋅10-5 s-1. Nelle prove di trazione, la velocità di deformazione era circa 1,3⋅10-4 s-1 all’inizio di ciascuna prova, veniva bruscamente aumentata a circa 5,9⋅10-4 s-1 dopo il punto di snervamento, e poi decresceva leggermente per effetto dell’allungamento progressivo del campione. Il cambiamento della velocità di deformazione dopo lo snervamento è stato imposto per valutare la sensibilità alla velocità di deformazione nell’intervallo di deformazione plastica vera compreso tra 0,05% e 0,5 %. Infine, la velocità di deformazione stimata nel corso delle prove di fatica è com- a) c) b) d) Fig. 1 - Microstruttura della ghisa Si-Mo dopo la ricottura di ferritizzazione ad 800 °C (a, b, c) e dopo una prova a 700 °C di durata circa 20 h (d). Attacco con Nital. Microscopia elettronica mediante elettroni retrodiffusi (a) ed elettroni secondari (b, c, d). presa tra ±0,5 e ±0,8 s-1 nelle prove condotte a temperatura ambiente, e tra ±1,5 e ±2,3 s-1 nelle prove condotte ad alta temperatura. ta piccoli carburi secondari, di dimensione approssimativa 0,25 µm in posizioni sia intergranulari che intragranulari (Fig. 1b,c). Tali carburi secondari sono ricchi in Mo. Risultati Dopo la colata, la microstruttura è costituita da grafite, carburi eutettici ricchi di Mo (formati durante la solidificazione), ferrite e perlite lamellare, con rare porosità. La dimensione media degli sferoidi di grafite è di circa 17 µm, la frazione volumica di grafite è circa il 10%, e la frazione di grafite sferoidale è circa il 70%. Le particelle di grafite sono circondate da una camicia di ferrite ed i carburi eutettici sono distribuiti sui bordi delle celle di solidificazione (lontano dalla grafite) e circondati da perlite lamellare. Infine, durante le prove svolte ad alta temperatura per tempi prolungati si verifica un’evoluzione microstrutturale lieve ma sensibile; per esempio, dopo circa 20 h a 700 °C la grafite ed i carburi eutettici sono invariati, ma i carburi secondari nella matrice ferritica aumentano sia in numero che in dimensione e sono ulteriormente arricchiti di Mo, mentre le aree che precedentemente erano perlitiche diventano quasi indistinguibili da quelle precedentemente ferritiche, mostrando soltanto più una lieve differenza nella forma e dimensione dei carburi secondari (Fig. 1d). Dopo la ricottura di ferritizzazione (cioè prima delle prove meccaniche), la grafite ed i carburi eutettici (primari) non risultano sensibilmente modificati (Fig. 1a), mentre la perlite lamellare è trasformata o in ferrite (con parziale migrazione del carbonio), o in perlite globulare; la ferrite inoltre presen- Le proprietà tensili e di compressione del materiale in esame (allo stato ferritizzato) sono mostrate in Fig. 2 e 3, in funzione della temperatura. La differenza tra la tensione di snervamento e quella di rottura, nonché anche l’allungamento uniforme, in generale diminuiscono all’aumentare della tem- Industria Fusoria 5/2015 57 TECNICO peratura di prova; in particolare, a temperatura pari o superiore a 500 °C la differenza tra la tensione di snervamento e quella di rottura è molto piccola; questa differenza potrebbe esser dovuta in larga parte al sopracitato cambiamento di velocità di prova (che è stato eseguito tra il punto di snervamento e la rottura). Fig. 2 - Proprietà a trazione ed a compressione della ghisa Si-Mo, in funzione della temperatura di prova: modulo elastico (E) e tensioni di snervamento (Rp02) e di rottura (Rm). Fig. 3 - Proprietà a trazione della ghisa Si-Mo in funzione della temperatura di prova: allungamento a frattura, riduzione di area, allungamento uniforme ed esponenti di incrudimento n e di sensibilità alla velocità di deformazione m, essendo σ = Κεnε⋅m, in cui σ è la tensione vera, Κ è una costante ed ε è la deformazione plastica vera, compresa tra 0,05% e 0,5%. a) b) Fig. 4 - Superfici di frattura a trazione a temperatura ambiente (a) ed a 750 °C (b). 58 Industria Fusoria 5/2015 A temperatura ambiente l’esponente di sensibilità alla velocità di deformazione è positivo ma molto piccolo (0,003); il medesimo esponente è negativo a 250 °C (-0,009), ed infine ritorna positivo ed aumenta in modo marcato con l’ulteriore aumento di temperatura, raggiungendo il valore di 0,1 a 750 °C. I campioni di trazione presentano una lieve strizione solo a temperature uguali a o maggiori di 550 °C. Le superfici di frattura a trazione sono macroscopicamente perpendicolari all’asse di trazione a tutte le temperature esaminate, mentre la loro rugosità aumenta all’aumentare della temperatura. A temperatura ambiente la superficie di frattura a trazione si forma per clivaggio della matrice ferritica e per distacco o rottura delle particelle di grafite dalla matrice stessa (Fig. 4a), ed il percorso di frattura è quasi piano. Aumentando la temperatura, il distacco TECNICO Fig. 5 - Prove di durata a fatica alle temperature di 22, 400 e 700 °C, con rapporto di carico -1, e resistenza a fatica a 10 milioni di cicli (σD) a ciascuna temperatura. I campioni non rotti sono rappresentati con simboli vuoti. delle particelle di grafite diventa più frequente e la loro rottura meno frequente; inoltre la superficie di frattura della matrice presenta una frazione crescente di frattura duttile, ed infine diventa completamente duttile a temperatura di 550 °C e superiore. La frattura duttile si verifica per coalescenza di microvuoti, mostrando sia microvuoti grandi originati dalle particelle di grafite che microvuoti piccoli originati da altre particelle di seconda fase della matrice. Aumentando ulteriormente la temperatura, la crescita dei microvuoti di dimensioni maggiori è progressivamente più marcata ed il percorso di frattura include un numero crescente di particelle di grafite distaccate (Fig. 4b). La resistenza a fatica a 10 milioni di cicli è di 256 ± 12 MPa a temperatura ambiente, è quasi invariata aumentando la temperatura fino a 400 °C (247 ± 8 MPa), e poi diminuisce in modo marcato, essendo 140 ± 8 MPa a 700 °C (Fig. 5). La rottura di fatica è sempre nucleata da una porosità di ritiro, dovuta al processo di colata, adiacente o almeno vicina alla superficie esterna del campione, e la superficie di frattura è sempre perpendicolare all’asse di trazione e prossima alla sezione minima del provino a clessidra. La crescita di cricca a fatica si verifica principalmente attraverso la matrice ferritica, nella quale si formano striature di fatica (Fig. 6), mentre le particelle di grafite, che si trovano sul percorso di frattura, sono distaccate dalla matrice. La rottura finale per sovraccarico si verifica con i medesimi meccanismi osservati nelle prove di trazione, in funzione della temperatura. Discussione e conclusioni La microstruttura della ghisa Si-Mo esaminata è costituita, dopo la colata, da grafite sferoidale, carburi eutettici (primari) ricchi di Mo, ferrite e perlite, ed è coerente con precedenti esami metallografici di ghise Si-Mo |4, 5|. La ricottura di ferritizzazione trasforma la perlite lamellare in perlite globulare e causa la precipitazione di carburi secondari, sia intergranulari che intragranulari. a) b) Fig. 6 - Superficie di crescita di cricca a fatica dei campioni provati come segue, con rapporto di carico -1: (a) temperatura ambiente, tensione massima 260 MPa, rottura dopo 588.000 cicli; (b) 700 °C, 140 MPa, 9.190.000 cicli. Industria Fusoria 5/2015 59 TECNICO I risultati delle prove di trazione ad alta temperatura sono coerenti con i valori di tensione di rottura già precedentemente noti |1|, e dimostrano che, aumentando la temperatura, specialmente al di sopra di 500 °C, il materiale presenta una marcata diminuzione dell’allungamento uniforme (ridotto ad 1% al di sopra dei 600 °C, partendo da 8% a temperatura ambiente) ed un considerevole aumento dell’esponente di sensibilità alla velocità di deformazione (fino a 0,1, partendo da circa zero a temperatura ambiente). La resistenza a fatica a 10 milioni di cicli (ad alta frequenza) è quasi costante tra temperatura ambiente e 400 °C, e poi diminuisce all’aumentare della temperatura, ma molto meno di quanto diminuiscono le tensioni di snervamento e di rottura. In particolare, il rapporto tra la resistenza a fatica (ad alta frequenza) e la tensione di rottura (quasi statica) è 0,4 a temperatura ambiente, aumenta a 0,55 a 400 °C, ed infine diventa 1,4 a 700 °C. Quest’ultimo valore è ammissibile perché nelle prove di fatica la velocità di deformazione è circa 4 ordini di grandezza più elevata, rispetto alle prove di trazione. Si ipotizza che questo comportamento peculiare ad alta temperatura sia correlato al grande aumento, già sopra notato, della sensibilità alla velocità di deformazione, che si osserva nel medesimo intervallo di temperatura. Quest’ultima ipotesi si può sviluppare come segue. Le tensioni di snervamento e di rottura effettive ad una data velocità di deformazione si possono calcolare considerando: 1) le tensioni di snervamento e di rottura quasi statiche misurate; 2) l’esponente di sensibilità alla velocità di deformazione misurato; 3) il rapporto tra la velocità di deformazione in esame e la velocità di deformazione applicata nel corso delle prove di trazione. Usando quest’ultimo metodo, nel caso delle prove svolte a 700 °C, le tensioni di snervamento e di rottura effettive, corrispondenti alla velocità di deformazione usata nelle prove di fatica, risultano pari a circa 210 e 230 MPa, rispettivamente, dunque esse sono ragionevolmente maggiori della resistenza a fatica misurata alla medesima temperatura (144 MPa), ed in particolare i rapporti tra la resistenza a fatica e la tensione di snervamento o di rottura, calcolati a parità di velocità di deformazione, risultano anch’essi ragionevoli (0,60 o 0,65). Dunque i risultati qui esposti sono coerenti con l’ipotesi che le prove di fatica ad alta temperatura siano molto influenzate dalla velocità di deformazione e, in ultima analisi, dalla frequenza di lavoro della macchina di prova. Si deve comunque notare che questi ultimi calcoli sono estrapolazioni affette da una elevata incertezza, e pertanto dovrebbero esser verificati con nuovi esperimenti a diverse velocità di deformazione. Infine, l’analisi frattografica ha permesso di riconoscere le striature di fatica a tutte le temperature esaminate, ed ha dimostrato che la rottura per sovraccarico si verifica per clivaggio a temperatura ambiente, ed invece in modo duttile ad alta temperatura. Ringraziamenti Gli autori desiderano ringraziare: la fonderia FOM Tacconi (Perugia); S. Plano, afferente al Centro Ricerche FIAT (Torino); C. Mariotti, già afferente al Politecnico di Torino (Torino). Tratto da “La metallurgia Italiana” N. 5 2015 P. Matteis, G. Scavino, D. Firrao Politecnico di Torino, DISAT, Torino. A. Castello - Magneti Marelli Shock Absorbers, Corbetta - Milano. BIBLIOGRAFIA |1| L. Jenkins, G. Ruff, F. Dube (eds.), 1990. Ductile iron data for design engineers. Rio Tinto Iron & Titanium Inc., Montreal, Canada. |2| D. Li, R. Perrin, G. Burger, D. McFarlan, B. Black, R. Logan, R. Williams, 2004. Solidification behavior, microstructure, mechanical properties, hot oxidation and thermal fatigue resistance of high silicon SiMo nodular cast irons. SAE Technical Paper 2004-01-0792. |3| F. Tholence, M. Norell, 2008. High temperature corrosion of cast alloys in exhaust environ- 60 Industria Fusoria 5/2015 ments I - Ductile cast irons. Oxidation of Metals 69, 13-36. |4| Yoon-Jun Kim, Ho Jang, Yong-Jun Oh, 2009. High-temperature low-cycle fatigue property of heat-resistant ductile-cast irons. Metallurgical and Materials Transactions A 40, 2087-2097. |5| H.K. Zeytin, C. Kubilay, H. Aydin, A.A. Ebrinc, B. Aydemir, 2009. Effect of microstructure on exhaust manifold cracks produced from SiMo ductile iron. Journal of Iron and Steel Research International 16, 32-36. Insieme a voi determinati nella crescita e nell’innovazione al servizio della qualità che richiedete F.LLI MAZZON S.p.A. Via Vicenza, 72 - 36015 Schio (VI) ITALY - Ph. +39.0.445.678000 - Fax +39.0.445.678001 - [email protected] - www.mazzon.eu Contatto diretto: [email protected] Impianti, macchine e attrezzature per fonderie e animisterie Programma di produzione • Impianti di preparazione e distribuzione sabbia per ogni processo di produzione anime. • Macchine per formatura anime in cold box e shell moulding in vari tipi e dimensioni. • Macchine speciali a richiesta. • Gasatori automatici per ogni processo. • Mescolatori ad elica radente. • Frantumatori per recupero sabbia. • Propulsori pneumatici. • Depuratori a scrubber per l’abbattimento delle emissioni da qualsiasi processo di formatura anime. • Vasche di miscelazione della vernice per anime. • Impianti di asciugatura delle anime verniciate. • Forni di riscaldamento per sterratura anime da fusioni di alluminio. • Smaterozzatori a cuneo per la rottura delle colate di fusioni di ghisa sferoidale e acciaio al manganese. • Cabine aspiranti insonorizzate per sbavatura. • Manipolatori - Posizionatori per sbavatura getti. • Revisioni, modifiche, fornitura di macchine e impianti usati. • Progettazione e consulenza. • Manutenzione e assistenza. 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Suzuki NI NI EC TEC T CO TECNICO TECNICO M. Favini Processo di formazione di un blister in una lega di alluminio Il processo di formazione di un blister in una lega di alluminio da fusione è stato osservato impiegando una metodologia combinata, che comprende un’osservazione 3D in situ tramite una microtomografia a raggi X, e una simulazione per immagini. È stato osservato, tramite un approccio inverso basato sulla simulazione, che azoto e anidride carbonica riempiono il nucleo del blister. Si verifica una crescita spontanea del nucleo del blister attraverso una deformazione da scorrimento dell’alluminio circostante, dovuta all’elevata pressione gassosa all’interno del nucleo del blister. Questa pressione gassosa interna provoca anche la precipitazione di idrogeno sotto forma di micro pori, che crescono rapidamente in una forma a guscio intorno al nucleo del blister. La crescita selettiva dei micro pori è attribuibile all’aumento dello stress idrostatico in direzioni parallele alla superficie del getto, che favorisce così lo sviluppo del blister (anch’esso parallelamente alla superficie), attraverso l’assorbimento da parte del nucleo dei pori circostanti. Introduzione Un blister è un difetto relativamente macroscopico su una superficie metallica, e tipicamente prende la forma di una bolla superficiale contenente gas. È risaputo che il meccanismo di formazione del blister consiste nell’intrappolamento di aria durante la fusione |1, 2| e/o precipitazione di un gas disciolto da un metallo solido |36|. Il primo caso è stato rilevato tipicamente nei processi di pressofusione, in cui si genera un fluido turbolento ad alta velocità nei contenitori, causando così l’intrappolamento del gas presente nel metallo fuso. Si nota che, nel caso della pressofusione delle leghe di alluminio, 64 Industria Fusoria 5/2015 le sostanze intrappolate più frequentemente sono azoto, anidride carbonica e idrogeno |7|. Poiché il blistering si verifica di solito quando le pressocolate vengono riscaldate ad alte temperature, è difficile applicare un trattamento termico risolutivo alle pressocolate ordinarie per migliorare le loro proprietà meccaniche tramite invecchiamento. In più, rispetto alle precipitazioni gassose da solidi, l’alluminio e le sue leghe sono molto sensibili alla super saturazione da idrogeno dopo il raffreddamento da bagno fuso a solido, a causa della grande differenza di miscelabilità dell’alluminio allo stato liquido e solido |8|. Le pressocolate vengono prodotte utilizzando una grande intensificazione della pressione, che tipicamente varia dai 70 ai 100 MPa. Si può ragionevolmente supporre che anche il gas intrappolato nel getto sia a sua volta soggetto ad una pressione altissima. Questo, tuttavia, è in contrasto col fatto che il livello di pressione corrisponde ad una resistenza allo snervamento a 533K, o una resistenza al creep a 478K (9), e che un trattamento di eliminazione delle tensioni può essere applicato ai getti raggiungendo temperature simili. Sorgono difficoltà anche nel misurare la pressione gassosa all’interno del nucleo microscopico di un blister. È perciò difficile valutare la nucleazione attuale e il processo di crescita di un blister causato dal gas intrappolato. In termini di precipitazione gassosa, è stato riportato che la pressione del gas è sempre in equilibrio termico con la tensione superficiale di una matrice metallica, basato sulla seguente equazione |10|: P = 4γ/d (1) Dove P è la pressione gassosa dell’idrogeno, γ è la tensione superficiale dell’alluminio, e d è il diametro di un poro. Un blister tipico (5 mm) produce un aumento della pressione di circa 10-3 MPa, assumendo γ=1,16 TECNICO Nm-1, che è il valore misurato per il piano (111) |11|. Questa pressione interna del gas sarebbe inferiore di qualche ordine di grandezza al livello di resistenza al creep delle pressocolate di leghe d’alluminio ad alte temperature |9|. È perciò impossibile valutare il fenomeno di blistering solo sulla base della presenza dell’idrogeno supersaturo. L’obiettivo del presente studio è quello di indagare la nucleazione e i meccanismi di crescita del blister in una lega di alluminio pressofusa durante l’esposizione ad alte temperature, utilizzando la microtomografia a raggi X attualmente disponibile. Né le immagini né le tecniche di misura possono fornire dati diretti sulla pressione gassosa nel nucleo di un blister. È stato perciò applicato un approccio inverso per misurare la pressione, basato su una metodologia combinata di osservazione tridimensionale in situ e su una simulazione numerica basata su immagini tridimensionali. Procedure sperimentali e di simulazione numerica ESPERIMENTO DI MICROTOMOGRAFIA È stata utilizzata una lega Al-SiCu da pressocolata (ADC12, standard industriale giapponese). L’ADC12 ha una composizione chimica di silicio (tra 9,6 e 12,0%), rame (1,5-3,5), ferro (<1,3%), zinco (<1,0%), manganese (<0,3%), magnesio (<0,3%), titanio (<0,3%), piombo (<0,2%) e stagno (<0,2%), il resto è alluminio. È stato prelevato un provino cilindrico di 0,6x0,6 mm di sezione trasversale, e lungo 10 mm, da un componente automobilistico da fusione, in modo da conservare la superficie del getto come una delle facce del provino. Non sono stati applicati trattamenti a caldo al getto. Il provino è stato esposto a 773 K per 92520 secondi, con rilevazioni ad ogni secondo e osservazione periodica della formazione del blister e del suo modo di svilupparsi. È stato realizzato un esperimento di microtomografia a proiezione ad alta risoluzione utilizzando l’ondulatore BL47XU della Spring-8. È stato utilizzato un raggio X monocromatico con un’energia di 20 KeV, regolato da un liquido raffreddato ad azoto (111). Il provino è stato piazzato a circa 47 metri dalla sorgente di raggi X. Il rilevatore di immagini, consistente in una macchina fotografica 4000x2624 CCD raffreddata, e usata in binning mode 2x2, uno scintillante a cristallo singolo Lu2SIO5 potenziato con cerio, e una lente ottica, è stata piazzata 20 mm dietro il campione, facendo cos’ diventare il sistema ad immagini sensibile alla modulazione di fase. In totale, sono state ottenute 1500 radiografie, con scansioni di 180°, con una rotazione di 0,12 gradi. L’intera sezione trasversale del campione più una regione alta circa 655μ sono state fotografate dalla fotocamera CCD. Le immagini tomografiche sono state ricostruite da una serie di proiezioni basate sull’algoritmo di convoluzione. Le dimensioni di un voxel isotropico negli strati ricostruiti era di 0,503μ, grazie alla quale è stato possibile realizzare una risoluzione spaziale di un μm. Il valore grigio in ciascun set di immagini ricostruite è stato calibrato in modo che il coefficiente di assorbimento lineare, variabile da -9 a 47°, ricada in una scala di grigi da 8 bit tra 0 e 255. ANALISI DELLE IMMAGINI Per stimare il volume di ciascun micro-poro/blister con una precisione sub-voxel, sono state definite superfici pentagonali di iso-intensità dal set di dati volumetrici, utilizzando l’algoritmo convenzionale Marching Cubes |12|. Per eliminare imprecisioni originate dal rumore dell’immagine, sono stati presi in considerazione nell’analisi quantitativa solo cubi di volume superiore a 23.168 voxels. I valori di soglia per ottenere immagini binarie è stato settato rispettivamente a 64 e 140 per pori/blister e par- ticelle. Il volume, l’area della superficie, e il baricentro di tutti i pori/blister sono stati misurati in immagini 3d. Dati simili sono stati utilizzati per le particelle, allo scopo di tracciarle. Una tecnica a due frame per la tracciatura delle particelle, chiamata metodo del parametro corrispondente, è stata utilizzata per far corrispondere particelle identiche nella serie di immagini tomografiche. I dettagli della tecnica sono disponibili altrove |13|. In più, è stata usata una tecnica di eguaglianza dei cluster, chiamata “modified spring technique), per tracciare le particelle agglomerate con una precisione del 100%13|. I coefficienti a, b, e g, e il campo di ricerca nel parametro di probabilità, tutti secondo Kobayashi et al |13|, sono stati quantificati rispettivamente in 0,9, 0,05, 0,05 e 100 mm, dopo una ricerca sistematica della condizione ottimale in una prova preliminare, in cui era stata raggiunta una percentuale di successo vicina al 100%. Sono stati generati tetraedri con i vertici occupati da particelle tracciate con successo grazie alla tecnica di tassellatura di Delaunay |14|. Tutti i componenti della tensione sono stati calcolati dalla deformazione del tetraedro, supponendo che ci fosse un campo di spostamento lineare al suo interno. SIMULAZIONE BASATA SU IMMAGINI TRIDIMENSIONALI Innanzitutto, sono stati estratte delle mesh a superficie poligonale di pori e nuclei di blister dal volume tomografico mostrato in Fig. 1(a), catturato al tempo di esposizione termica 5,616 secondi, tracciando le superfici con la stessa scala di grigio. La simulazione numerica ha previsto lo stato a 17,640 secondi con questo modello. È fisicamente impossibile riprodurre completamente in una mesh le caratteristiche microstrutturali dettagliate visibili nell’immagine micro-tomografica ad alta risoluzione, e successivamente effettuare una simulazione ad elementi finiti, a cau- Industria Fusoria 5/2015 65 TECNICO pori Fig. 1(a) - Trasposizione in un’immagine 3d del nucleo del blister e dei micro pori (notare che soltanto queste caratteristiche sono state estratte, mentre l’alluminio sottostante e le particelle di seconda fase non vengono mostrate) e . 1(b) un modello di immagine ad elementi finiti, basato sul nucleo del blister e sui pori relativamente grossolani mostrati in fig. 1a. Un software commerciale per l’analisi ad elementi finiti, ANSYS, è stato usato per la simulazione. I necessari parametri di input per le proprietà della matrice di alluminio sono stati 66 Industria Fusoria 5/2015 ottenuti dalla curva sperimentale stress-deformazione di un materiale grezzo corrispondente |15|. È stato impiegato il seguente modello generalizzato di Garofalo per il creep per analizzare la caratteristica istantanea di creep della lega di alluminio: Come da fusione sa dell’enorme tempo di calcolo richiesto. Perciò, per raggiungere una grande riduzione della dimensione del modello, si è tenuto conto solo di un voxel ogni sette del volume tomografico originale, e sono stati modellati solo i pori con diametro maggiore di 10 mm. Le posizioni di vertice della mesh poligonale sono state determinate tramite interpolazione trilineare dei valori di grigio dei voxel circostanti. Il modello poligonale è stato esportato come file STL, consentendo la generazione della mesh per l’analisi visco-plastica ad elementi finiti utilizzando PATRAN per la conversione del formato. Sono stati utilizzati modelli tetraedrici a 4 nodi, con una certa perdita di precisione, per facilitare la conversione. Il modello di mesh è consistito in una lega di alluminio uniforme che incorporava con un complicato nucleo realistico di blister e 189 micro pori da idrogeno modellati come sfere di pari volume per facilitare un’ulteriore riduzione di volume. Il numero iniziale di triangoli superficiali era di 16.520, e il numero di mesh e di nodi nel modello finale ad elementi finiti era 1.119.024 e 583.806 rispettivamente. Dove ε è la velocità di deformazione, T è la temperatura, σ è la tensione, Q è l’energia di attivazione del creep, R è la costante dei gas, A, ng e α sono parametri del materiale. Questo modello approccia un modello di una legge di potenza (creep Norton) a tensioni basse (es. ασ<1,0), mentre per tensioni alte (es.ασ>1,2) il termine della legge del seno iperbolico è vicino ad una curva del creep esponenziale. Questo modello può perciò coprire un intervallo più grande di tensione e temperatura rispetto al modello Norton. I dati della velocità di deformazione da creep vs carico applicato citati dal riferimento 16 sono stati adattati per ottenere il modello di Garofalo per il creep. I valori di Q, A, ng e α usati sono stati 125 KJ/mol, 8,8x1017, 8,9 e 0,00005 rispettivamente. La pressione gassosa interna nei pori pre esistenti, formatisi durante o appena dopo la gettata, è stata calcolata o con l’equazione 1, o incorporando il contenuto di gas riportato in una Fig. 2 - Variazioni in sezioni virtuali identiche durante l’esposizione ad alte temperature. Le immagini sequenziali del nucleo del blister sono state estratte e riportate in 3d. Diametro medio dmean /μm Diametro più grande dmax/μm TECNICO Tempo di esposizione t / s La frazione di volume Vf , (%) Densità numerica ρp / 1010m-3 Fig. 4 - Viste 3d in prospettiva del nucleo del blister e di un poro relativamente grossolano nelle vicinanze, all’istante (a) 5616 secondi, e (b) 17636 secondi. Superficie del getto Micro pori Tempo di esposizione t / s Fig. 3 - Variazioni: in (a) il diametro più grande e il diametro medio dei pori dmax e dmean, e in (b) la frazione di volume Vf, e la densità numerica ρp dei micro pori, durante l’esposizione ad alte temperature. Il diametro più grande e il diametro medio dei pori sono espressi come diametri equivalenti per una sfera del medesimo volume. lega pressocolata ADC12 (24,6 cc/100g S.T.P per N2, e 10,7 cc/100 g S.T.P per CO2) |7|. Poiché la solubilità di N2 e CO2 nelle leghe d’alluminio è molto bassa, i valori di pressione gassosa interna per i pori preesistenti sono stati semplicemente calcolati utilizzando la legge per i gas ideali. Modalità di crescita dei blister IL NUCLEO DEL BLISTER E LA SUA CRESCITA Nell’osservazione in situ della formazione del blister e della sua modalità di crescita, il più grande poro preesistente nel campo visivo si è trasformato gradualmente in un blister sotto forma di nucleo. Il nucleo e la Fig. 5 - (a) una sezione trasversale virtuale dello stato finale, (b) una prospettiva ricavata in 3d di un blister. sua trasformazione durante l’esposizione ad alte temperature sono mostrati in Fig. 2. Le immagini 3d estratte del nucleo del blister vengono mostrate in Fig. 2, insieme alle loro corrispondenti immagini a 2 dimensioni su sezioni trasversali virtuali identiche. I risultati dell’analisi quantitativa delle immagini sono mostrati in Fig. 3, dove la dimensione del nucleo del blister è espressa come quella del poro più grande. Il nucleo del blister inizialmente ha mostrato una forma complessa (Fig. 2a), e successivamente è diventato pressoché sferico nel tempo di esposizione termica di 562 secondi (Fig. 2c). La dimensione del nucleo del blister, espressa come un diametro equivalente di una sfera di pari volume, variava monotonamente da 99 a 254 µm, con un’esposizione termica di 70.920 secondi. È ragionevole pensare che il nucleo del blister sia riempito con gas ad alta pressione, e che la sua crescita e cambiamento di forma siano attribuibili alla deformazione da creep dell’alluminio circostante dovuta a questa alta pressione gassosa. In più, ha iniziato a formarsi una proiezione puntinata attorno alla cima del nucleo del blister dopo 562 secondi (Fig. 2 da c ad e), che si estendeva gradualmente in parallelo alla superficie del getto. Sul lato inferiore del nucleo del blister, è cresciuto un poro relativamente grossolano, a circa 40 mm dal nuceo stesso, dopo un tempo di esposizione di 5.616 secondi (Fig. 4). Un’immagine del blister a 92.520 secondi è mostrata in Fig. 5. Il nucleo si è signi- Industria Fusoria 5/2015 67 superficie del getto superficie del getto TECNICO Fig. 6 - Vettori di scostamento delle particelle sul piano XZ, durante l’esposizione ad alte temperature da 5616 a 17640 secondi, ottenuti tramite la tecnica di tracciamento delle particelle. ficativamente agglomerato ai pori circostanti per formare un blister sottile, conglomerato, parallelo alla superficie del getto, e che raggiunge 1 mm di lunghezza nella direzione longitudinale. ELEVAZIONE SUPERFICIALE È stata osservata elevazione superficiale anche dopo il tempo di esposizione termica di 5.616 secondi (Fig. 2 da c ad e), e la formazione del blister era osservabile macroscopicamente nella fase mostrata in Fig. 5. Il flusso del materiale di matrice è stato trasposto in 3d in Fig. 6, tracciando particelle tra 5.616 e 17.640 secondi. I vettori rappresentano lo scostamento delle singole particelle, che si estende per una vasta area di circa 5 volte più grande del poro parallelo alla superficie, e tre volte più grande del poro perpendicolare alla superficie medesima. Lo scostamento delle particelle è molto più rilevante nella regione tra il nucleo del blister e la superficie del getto, rispetto alle altre zone. Questo naturalmente è dovuto alla minore costrizione nella regione sotto-superficiale, per via dell’esistenza di superficie libera. Le distribuzioni delle deformazioni misurate sperimentalmente (tutte e tre le deformazioni normali e la defor- 68 Industria Fusoria 5/2015 Fig. 7 - Illustrazioni dei profili di (a) εx, (b) εy, (c) εz e (d) εeq su una sezione trasversale virtuale, che mostrano gli incrementi della deformazione per l’esposizione ad alte temperature dall’istante 5616 all’istante 17640. I pori preesistenti sono mostrati in nero, i micro pori da idrogeno sono bianchi. mazione equivalente) sono mostrate in Fig. 7. È ovvio che l’espansione del nucleo del blister generi tensione in direzione circonferenziale, e compressione nella direzione radiale, nella matrice di alluminio attorno al nucleo del blister; questo spiega la formazione di una grande banda di deformazione, di circa il 30% del diametro del nucleo del blister, mostrato in Fig. 7d. Piccole tracce di deformazione rilevante sono anche sparse lungo il campo visivo. PRECIPITAZIONE DI IDROGENO Dopo un esame più attento della Fig. 2 da c ad e, si osserva che sono precipitati pori microscopici e pressoché sferici lungo il campo visivo, con una distribuzione nello spazio relativamente omogenea. La frazione di volume totale, la densità in numero e il diametro medio equivalente dei pori sono mostrati in Fig. 3. La densità in numero è aumentata rapidamente fino a 30 volte il valore iniziale a 1000 secondi, e poi ha iniziato a diminuire, mentre la frazione di volume totale è cresciuta monotonamente. Una formazione notevole di micro pori è confermata anche in Fig. 8, in cui tutti i pori osservati nel campo visivo sono visualizzati. Siccome l’idrogeno è Fig. 8 - Viste in 3d in prospettiva dei micro pori durante l’esposizione ad alta temperatura: (a) condizioni in fusione (b) trattamento termico dopo 178 secondi (c) 562 secondi (d) 5616 secondi ed (e) 17640 secondi. l’unico gas con solubilità misurabile nell’alluminio e nelle sue leghe |8|, è ragionevole pensare che questi micro pori siano pieni di idrogeno. È stato confermato che le modalità di crescita di questi micro pori da idrogeno ad alte temperature sono dominate dalla maturazione di Ostwald |17|. La corrispondente crescita continua di pori relativamente grossolani e la sparizione dei micro pori fini è osservata in Fig. 8, in cui la matrice superficie del getto TECNICO Fig. 9 - llustrazione della deformazione equivalente ottenuta tramite simulazione numerica basata sulle immagini. I pori preesistenti e il nucleo del blister sono mostrati in nero, i micro pori da idrogeno in bianco. Il gas interno dei pori preesistenti e del nucleo del blister è stato assunto come: (a) H2 (b) N2 e (c) N2 + CO2, con una pressione gassosa interna per (a) al massimo 0,4, 5,7 e 8,2 MPa rispettivamente per (b) e (c). di alluminio e le particelle di seconda fase non sono visualizzati. Rimarchevolmente, si osserva una banda priva di pori attorno al nucleo del blister, come si può chiaramente vedere nelle sezioni trasversali virtuali catturate a 5.616 e 17.640 secondi (Fig. 2d ed e); ed è inoltre interessante notare che la grandezza della banda priva di pori corrisponde bene a quella della grande banda di tensione mostrata in Fig. 7d. Si può perciò ipotizzare che la formazione dei micro pori è disturbata a causa dell’esistenza della deformazione compressiva causata dall’espansione radiale del nucleo del blister. Valutazione della formazione del blister e meccanismi di crescita DETERMINAZIONE DELLE SPECIE DEI GAS INTERNI E DELLA PRESSIONE Come detto in precedenza, è ragionevole pensare che i micro pori precipitati durante l’esposizione ad alte temperature siano pieni di idrogeno, tuttavia la composizione del gas all’interno dei pori preesistenti e del nucleo del blister è ignota ed inaccessibile alle misurazioni, a causa delle piccolo volume di queste formazioni. È stata presupposta l’esistenza di tre differenti specie di gas nel caso di pori preesistenti e del nucleo del blister (Fig. 9 da a a c), mentre si è assunta la presenza del solo idrogeno nel caso dei micro pori precipitati durante l’esposizione termica. Siccome la pressione gassosa è sempre in equilibrio termico con la tensione superficiale di una matrice metallica nel caso di precipitazione di micro pori, il valore della pressione gassosa varia al variare del diametro dei micro pori, secondo l’equazione 1. Nella Fig. 9a, si è assunta la presenza dell’idrogeno sia nei pori preesistenti che nel nucleo del blister. In questo caso, si suppone che essi si formino durante la solidificazione e/o durante il successivo raffreddamento. La pressione gassosa nei pori preesistenti e nel nucleo del blister è anche assunta come in equilibrio termico con la tensione superficiale di una matrice metallica, col risultato che la pressione gassosa dipende dal diametro, secondo l’equazione 1. La pressione gassosa massima per i pori preesistenti, e quella per il nucleo del blister, è stata calcolata in 0,45 e 0,024 MPa rispettivamente. Nella Fig. 9b, si suppone che sia i pori preesistenti che il nucleo del blister siano pieni di azoto. In questo caso, si assume che l’azoto sia rimasto intrappolato durante la solidificazione. La pressione gassosa sia per i pori che per il nucleo dipende dalla quantità di gas intrappolato e dalla pressione applicata alla lega in fase di solidificazione all’interno dello stampo, col risultato che la pressione gassosa è indipendente dal diametro. La pressione gassosa per i pori e per il nucleo è stata calcolata in 5,7 MPa, dividendo la quantità di azoto intrappolato ipotizzata per il volume totale dei pori e del nucleo, come quantificato nelle immagini 3d della Fig. 8. Nella Fig. 9c, si aggiunge l’anidride carbonica all’azoto della Fig. 9b, e la pressione gassosa ammonta così a 8,2 MPa sia per i pori che per il nucleo. È ovvio che i valori di pressione gassosa ipotizzati nella Fig. 9a e 9b sono troppo bassi per generare deformazione da creep, mentre nel caso della Fig. 9c si prevede una deformazione da creep significativa. L’entità simulata della deformazione attorno al nucleo del blister era simile alla deformazione equivalente mostrata in Fig. 7. Sebbene sia ragionevole supporre che il contenuto di gas sia influenzato significativamente dalle condizioni di fusione, si può almeno concludere che il nucleo di un blister sia riempito di gas insolubile intrappolato durante la solidificazione, causando perciò una pressione gassosa sufficiente a causare deformazione da creep della matrice di alluminio durante l’esposizione ad alte temperature. I MECCANISMI DI CRESCITA DEL BLISTER Nel presente studio si è visto che la crescita del nucleo del blister avviene a causa della deformazione da creep della matrice di alluminio attorno al nucleo stesso, che è riempito di gas insolubili ad alta pressione. È stato anche osservato in Figg. 2, 4 e 5, che il nucleo del blister pressoché sferico del diametro di poche centinaia di micrometri ha mostrato una crescita maggiore dopo un’esposizione termica di 562 secondi, a causa del meccanismo di assorbimento dei micro pori circostanti da parte del nucleo. È ragionevole supporre che i valori della deformazione assiale ed equivalente non siano sufficienti per valutare il comportamento in fase di crescita dei pori cir- Industria Fusoria 5/2015 69 TECNICO idrostatica. Si può perciò affermare che la generazione di tensione idrostatica locale attorno al nucleo del blister possa favorire ulteriormente la formazione del blister. Fig. 10 - Immagine di una deformazione idrostatica em, ottenuta dalla simulazione numerica per immagini. 70 Industria Fusoria 5/2015 L’interazione tra i micro pori di idrogeno e il blister, e tra i pori preesistenti, è mostrata in Fig. 11. La presenza dei micro pori di idrogeno nei pressi del nucleo del blister induce l’aumento della deformazione idrostatica tra di loro, a causa della pressione gassosa interna molto bassa nei micro pori da idrogeno, come mostrato in Fig. 11a. L’alta deformazione idrostatica inevitabilmente accelera la nascita di micro vuoti secondari nel mezzo, favorendo perciò l’estensione del nucleo del blister come risultato della riunione con i micro pori da idrogeno. È anche ragionevole supporre che la solubilità dell’idrogeno aumenti sotto la tensione IMPLICAZIONI PRATICHE È stato mostrato che i contributi combinati di gas insolubili intrappolati e idrogeno sono essenziali per la formazione del blister. Sembra più verosimile che la pressione interna del nucleo del blister possa calare rapidamente con l’espansione del blister stesso e con la coalescenza con i micro pori posti nelle vicinanze. Si ipotizza perciò che il contributo della precipitazione dell’idrogeno diventa più importante al progredire del processo di formazione del blister. La Fig. 9 suggerisce chiaramente che c’è un distinto livello di soglia per la pressione gassosa interna a cui inizia la crescita del blister, e questa pressione gassosa di soglia dipende fondamentalmente dalla resistenza al creep delle leghe superficie del getto costanti, e che la crescita dei pori è assicurata quando la tensione idrostatica locale attorno al poro è a trazione e raggiunge un certo livello. Si può osservare con precisione una variazione locale di deformazione idrostatica in Fig. 10. Sebbene la deformazione idrostatica sia molto alta nella grande banda di deformazione mostrata in Figg. 7d e 9c, la deformazione da creep attorno al nucleo del blister non è uniforme. La deformazione idrostatica è altamente a compressione nella zona tra il nucleo e la superficie del getto, ma viene osservata una deformazione idrostatica a compressione dalla parte opposta del nucleo stesso. D’altra parte, la deformazione idrostatica è altamente a trazione attorno alla cima del nucleo del blister, che è stato esteso a causa della formazione della proiezione puntinata dopo 562 secondi, come mostrato nelle Fig. da 2c a 2e. Si vede ovviamente la presenza di una striscia ad alta deformazione idrostatica che collega i pori preesistenti A, B e C, e la direzione della striscia è compatibile con la direzione di crescita del nucleo del blister mostrata in Fig. 5. Rimarchevolmente, c’è anche una quantità di pori preesistenti, come mostra la Fig. 8a, i quali talvolta causano fenomeni di clustering. La forte interazione tra i pori preesistenti, chiaramente osservabile in Fig. 11b, porta ad un aumento della deformazione idrostatica tra di loro, a causa della sovrapposizione dei campi di deformazione attorno a loro. Perciò essi sono soggetti a formare pori più ampi attraverso il meccanismo di coalescenza di pori preesistenti vicini tra loro. Fig. 11 - Illustrazioni della deformazione idrostatica em, ottenute dalla simulazione per immagini, che mostrano viste ingrandite che illustrano l’interazione tra i micro pori da idrogeno e il blister, e con i pori preesistenti. TECNICO di alluminio ad una specifica temperatura. Si può supporre che la formazione del blister possa essere ridotta riducendo il gas intrappolato e/o l’idrogeno, e in più che questa formazione possa essere minimizzata diminuendo il gas intrappolato sotto un valore di soglia e/o aumentando la resistenza al creep tramite l’aggiunta di elementi di lega come rame e silicio, che migliorano la resistenza alla deformazione ad alte temperature. Conclusione Le origini fondamentali e il meccanismo di crescita del blister in una lega di alluminio da fusione, mai osservati prima, sono stati osservati in situ usando la tecnica della microtomografia a raggi X con luce di sincrotrone. È sta- ta impiegata anche la simulazione numerica per immagini, per ottenere la pressione gassosa interna del nucleo del blister, che era rimasto finora ignoto e inaccessibile ad ogni misurazione. È stato rivelato che i gas intrappolati durante la pressocolata, come azoto ed anidride carbonica, riempiono il nucleo del blister. Rimarchevolmente, l’alta pressione gassosa interna porta all’espansione del nucleo del blister a causa della deformazione da creep della matrice di alluminio circostante. La precipitazione dell’idrogeno e la crescita dei micro pori avvengono di pari passo con la crescita del nucleo del blister, portando ad un’ulteriore espansione dello stesso grazie all’assorbimento dei micro pori da idrogeno circostanti e di quelli preesistenti. A causa della distribuzione anisotropica della deformazione idrostatica attorno al blister, il nucleo subisce una crescita direzionale, essenzialmente parallela alla superficie del getto, col risultato di formare un blister che si estende tipicamente lungo la superficie stessa. Ringraziamenti Gli esperimenti con la radiazione di sincrotrone sono stati effettuati con l’approvazione di JASRI attraverso le richieste n°2007B1078 e 2010A1299. Gli autori desiderano ringraziare Mr. Shunzo Aoyama, Mr. Shin Orii e Mr. Shoji Ueda, della Ahresty corporation, per la fornitura del materiale da fusione. Si ringrazia inoltre HT per il supporto fornito tramite la Light Metal Educational Foundation. Tratto da: Foundry Trade Journal luglio/agosto 2015 Traduzione: F. Calosso BIBLIOGRAFIA |1| Verran G.O., Mendesb P.K., Rossic M.A., Journal of Material Process Technology, 2006, 179 pagg. 190-195. |2| Yano K., Hiramatsu K., Kuriyama Y., Nishido S., International Journal of Automation Technology, 2008, 2, pagg. 259-265. |3| Schuyler R.L. III, Material Performance, 1979, 18, pagg. 9-16. |4| Yen S.K., Huang I.B., Mater. Chem. Phys., 2003, 80, pagg. 662-666. |5| Ren X.C., Zhou Q.J., Shan G.B., Chu W.Y., Li J.X., Su Y.J., Qiao L.J., Metallurgical Materials Transactions, 2008, 39A, pagg. 87-97. |6| Izumi T., Itoh G., Materials Transactions, 2011, 52, pagg. 130-134. |7| Tomita K., Taniyama H., Imamori M., Iwamura H., Journal of Japan Inst. 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Industria Fusoria 5/2015 71 Te ecnologia No-Bake ƟĐŽŵƉůĞƟĚŝĨŽƌŵĂƚƵƌĂ /ŵƉŝĂŶƟ /ŵƉŝĂŶƟĚŝƌĞĐƵƉĞƌŽĞ ƌŝŐĞŶĞƌĂnjŝŽŶĞƚĞƌŵŝĐĂĚĞůůĞƐĂďďŝĞ sŝĂ'ĂůůĂƌĂƚĞ͕ϮϬϵͲϮϬϭϱϭD/>E;/ƚĂůLJͿ dĞů͘нϯϵϬϮϯϴϬϬϮϰϬϬͲ&ĂdžнϯϵϬϮϴϵϬϳϳϭϬϴ ǁǁǁ͘ƐŽŐĞŵŝĞŶŐ͘ŝƚͲŝŶĨŽΛƐŽŐĞŵŝĞŶŐ͘ŝƚ EKW Italia S.r.l. via del Lavoro 21, 20863 Concorezzo (MB) Italy Tel. + 39 039 628031 Fax. + 39 039 6280322 www.ekw.it [email protected] Refrattario e servizio nel sistema Con le imprese che guardano lontano. Per il business delle aziende italiane all’estero c’è UBI World. Con UBI World accompagniamo la vostra impresa in ogni fase del suo processo di internazionalizzazione: consulenza specialistica, servizi dedicati e un’assistenza costante. Inoltre, grazie a una rete qualificata di uffici di rappresentanza, filiali e banche corrispondenti, vi offriamo un punto di riferimento in tutti i Paesi dove ci sono opportunità di business. Per essere sempre accanto a chi sa guardare lontano. 800.500.200 - www.ubibanca.com Messaggio pubblicitario. Per le condizioni economiche e contrattuali si rinvia ai fogli informativi e/o alla documentazione precontrattuale disponibili in filiale, sul sito della banca o su ubibanca.com. T CO TECNICO CO TEC NI NI EC F. Xiao – S.P.Ye - W.X. Yin X. G. Zhou – Q. Xue TECNICO Getti in lost foam di componenti compositi bimetallici in ghisa bianca al cromo/acciaio al carbonio Introduzione I componenti per i mulini a sfere per l’industria dei processi minerari devono affrontare urti, frizioni e idro-corrosione dalle sfere di macinazione e dal mezzo macinante durante il processo di macinazione, che portano a ogni genere di rotture, come usura da impatto, usura di scorrimento, usura abrasiva ed usura erosiva, ecc. |1|. La vita di servizio dei componenti eseguiti in materiale tradizionale, come acciai induriti, leghe di acciaio varie, ecc. è meno di dieci mesi. HCWCI (High Chromium White Cast Iron, Ghisa bianca ad elevato cromo), una delle leghe commerciali maggiormente indurenti è stata largamente studiata durante lo scorso mezzo secolo e selezionato come materiale attuale per questi mulini a sfere. La presenza di un’elevata frazione in volume di carburi duri del tipo M7C3-, è il maggior responsabile per l’eccellente resistenza all’usura abrasiva e corrosiva che questo tipo di leghe fornisce. Allo stesso tempo, gli stessi carburi sono responsabili per la fragilità osservata che a volte li- 76 Industria Fusoria 5/2015 mita l’uso di queste leghe dove si hanno impatti ripetitivi. Inoltre, una resistenza alla frattura è una proprietà importante nello sviluppo di componenti in HCWCI |2|. Da quando una elevata proporzione di carburi nella struttura è richiesta per massimizzare la resistenza all’usura alcuni ricercatori hanno cercato di migliorare la tenacità attraverso modificazioni nella struttura dei carburi |3,4|. Purtroppo non importa quanto sia uniforme la distribuzione dei carburi, la tenacità a frattura della singola HCWCI non può raggiungere le richieste di resistenza alle condizioni necessarie per l’usura da impatto nei mulini a sfere. Per sorpassare il problema alcuni ricercatori hanno speso molta attenzione per garantire con un processo composito proprietà superiori, che sono, elevata durezza, elevata resistenza all’usura corrosiva ed una tenacità a frattura accettabile |5-7|. Compositi bimetallici possono essere ottenuti attraverso tre tipi di metodo, che includono getti ad inserimento |8|, getti a composito solido/li- quido e getti a composito liquido/liquido |9|. Gli autori presenti hanno intrapreso uno studio sull’utilizzo dell’HCWCI e acciaio al carbonio per produrre componenti compositi da liquido/liquido con getti in lost foam (LFC) e sulle loro caratteristiche di interfaccia. LFC è un tipo di colata con modello evaporativo simile alla colata in cera persa tranne che viene utilizzata schiuma come modello invece di cera. Molto carbonio viene generato e accumulato intorno alla cavità mentre il modello in schiuma viene combusto dal metallo fuso. L’arricchimento di carbonio è svantaggioso per parti in acciaio colato, ma è molto consigliabile per produrre parti resistenti all’usura perché meno elementi metallici verranno ossidati e più carburi duri verranno prodotti. Inoltre, il processo LFC è anche dimensionalmente accurato, mantenendo una finitura della superficie eccellente, che non richiede finiture e non ha linee di bave dovute ai piani di accoppiamento. Questo dovrebbe evitare processi successivi o almeno TECNICO collate a caldo al modello come mostrato in Fig. 1a. diminuire la necessità di lavorazioni meccaniche, il che è un vantaggio per i getti in HCWCI perché materiali con elevata durezza come questo sono difficili da lavorare. Lo scopo dell’articolo presente è l’esplorazione di un nuovo metodo di processo di componenti compositi con una maggiore resistenza all’usura abrasiva e corrosiva, dimensioni maggiormente precise e costi ridotti. Inoltre, il modello in schiuma è stato rivestito con rivestimento ceramico, con funzione di rivestimento refrattario, tramite immersione, asciugatura e spazzolamento. Questo rivestimento crea una barriera tra la liscia superficie della schiuma e la grossolana superficie della sabbia. Strato in HCWCI Secondariamente questo rivestimento controlla la permeabilità, permettendo ai gas creati dalla schiuma vaporizzata del modello di fuoriuscire attraverso il rivestimento e nella sabbia. Controllare la permeabilità è un passo cruciale per evitare l’erosione della sabbia. Infine forma una barriera in modo che il metallo fuso non possa penetrare o causare erosioni dello stampo durane il versamento. Dopo che il rivestimento è asciugato, il modello in schiuma viene piazzato in una cassa e preparato con sabbia al quarzo non legata. La sabbia viene poi compattata tramite l’utilizzo di una tavola vibrante. Una volta compattato lo stampo, visibile in Fig. 2a, è pronto per il versamento. Il processo Procedura sperimentale MATERIALI UTILIZZATI NELLA SPERIMENTAZIONE strato in acciaio al carbonio La frazione di carburi in peso (M7C3) nell’articolo presente è stata calcolata in 34% per garantire le condizioni di servizio nei mulini a sfere. Questa conclusione è stata ipotizzata da Tang |10|, mentre la frazione di carbonio uguale a 3 è un valore ottimizzato per raggiungere elevata resistenza all’usura, in accordo con l’espressione F. Maratray |11| riportata di seguito. Strato in HCWCI strato in acciaio al carbonio Fig. 1 - a) Modello in schiuma del componente composito; b) Getto del componente composito per un mulino a sfere da 3,6 m; c) Getto del componente composito per un mulino a sfere da 5 m. wt(M7C3) = 12.33 wt(C) + 0.55 wt(Cr) - 15.2 sistemi di alimentazione di risalita e altre parti sono state in- Sostituendo a wt(M7C3) e wt(C) 34 e 3 rispettivamente, è possibile calcolare la percentuale di cromo. In questo modo è stata designata la composizione della HCWCI mostrata in Tab. 1. La composizione chimica dell’acciaio al carbonio è anch’essa descritta in Tab. 1. Sistema di alimentazione vuoto PROCESSO DI COLATA LOST FOAM PER UN COMPOSITO BIMETALLICO LIQUIDO/LIQUIDO Ghisa bianca ad elevato contenuto di cromo fusa Cassa vuoto Acciaio al carbonio fuso Acciaio al carbonio HCWCI Per prima cosa il modello in schiuma è realizzato con schiuma di polistirene. Grazie alla semplicità del profilo del modello, questo è stato tagliato da un blocco solido di schiuma. I Schiuma vuoto Sabbia al quarzo Fig. 2 - Schema del processo LFC a) passo 1: riempimento con sabbia e compattazione. b) passo 2: versamento della HCWCI. c) passo 3: colata dell’acciaio al carbonio. Composizione (% in peso) HCWCI Acciaio al carbonio C Si mN C Si mN C Si mN 2,9-3,1 <0,8 0,8-1,1 <0,04 <0,04 21-23 0,4-0,6 0,4-0,6 0,4-0,6 0,18-0,25 0,6-0,9 0,9-1,2 <0,035 <0,035 -- -- -- -- Tab. 1 - Composizione chimica della HCWCI e dell’acciaio al carbonio. Industria Fusoria 5/2015 77 TECNICO carico carico acciaio al carbonio HCWCI Fig. 3 - Schema delle provette per prova di resilienza (a) e di resistenza a flessione (b). di riempimento nelle colate composite in liquido/liquido è significativamente più critico che nella pratiche convenzionali di fonderia. Come mostrato in Fig. 2b gli autori hanno proceduto versando quantitativamente HCWCI fusa ed in seguito versando acciaio al carbonio tempestivamente, come mostrato in Fig. 2c. Il getto del componente mostrato in Fig. 1b e 1c è stato ottenuto con successo. TRATTAMENTI TERMICI I componenti compositi e i campioni sono stati trattati a 1223 K per 120 minuti per destabilizzare l’austenite e poi raffreddati in aria a temperatura ambiente. Lo scopo del trattamento termico è stato quello di ottenere una matrice martensitica per migliorare la resistenza all’usura del composito. RIASSUNTO DELLA SPERIMENTAZIONE In questo studio HCWCI eutettica sotto forma di componenti e campioni con condizioni chimiche e dimensioni controllati precisamente sono stati preparati. I campioni sono stai lucidati con una finitura al diamante da 1 mm e attaccati chimicamente Elementi C O Si Cr Mn Fe Particelle di minerale Componenti compositi Componenti in acciaio legato Fig. 4 - Schema rappresentativo dei movimenti delle sfere di macinazione in un mulino a sfere. in una soluzione appena preparata che contiene 50 ml di FeCl3, 20 ml di Hcl e 20 ml di etanolo, che attacca preferenzialmente la matrice lasciando i carburi intatti, il che procura un buon contrasto tra carburi e matrice |12|. La microstruttura dei campioni in HCWCI è stata caratterizzata utilizzando un microscopio ottico, un diffrattometro ai raggi X (XRD) ed un microscopio elettronico a scansione (SEM/EDX). I campioni, realizzati per prove di proprietà meccaniche che comprendono durezza, tenacità e resistenza a flessione sono stati realizzai secondo il diagramma schematizzato nelle Fig. 3a e 3b. Punto in Fig. 7a % in peso % atomico 10,20 33,50 — — — — 57,60 43,70 — — 31,44 22,21 Tab. 2 - Analisi EDS del composito. 78 Sfere di macinazione Industria Fusoria 5/2015 Le prove di confronto per la resistenza ad usura tra componenti in composito bimetallico ed in acciaio legato sono state eseguite in un mulino a sfere di ematite industriale della Wisco (Wuhan Iron and Steel Corporation) secondo il diagramma schematico di Fig. 4. Risultati e discussioni MICROSTRUTTURA DELLA HCWCI E DELL’ACCIAIO AL CARBONIO I campioni con uno strato di HCWCI e di acciaio al carbonio sono stati ottenuti dai componenti bimetallici e la loro composizione è mostrata in Tab. 1. Come visibile dalla Fig. 5 la tipica microstruttura della Punto in Fig. 7b % in peso % atomico 8,96 31,02 — — 0,46 0,68 15,32 12,25 — — 75,26 56,05 Punto in Fig. 7c % in peso % atomico 7,54 26,37 2,07 5,42 0,27 0,40 0,70 0,57 1,32 1,01 88,09 66,22 TECNICO carburi ferrite austenite perlite Fig. 5 - Fotografie ottiche della microstruttura nello stato as-cast: a) strato HCWCI b) strato in acciaio al carbonio. carburi carburi martensite martensite Fig. 6 -Fotografie della microstruttura della ghisa bianca dopo il trattamento termico: a) microscopio ottico b) fotografia al SEM. La microstruttura è stata inoltre caratterizzata con diffrazione ai raggi X. Due tracciati di raggi X per i materiali allo stato As-cast e trattato termicamente sono mostrati in Fig. 8. Per le condizione as-cast sono visibili solamente i picchi relativi all’austenite e ai carburi eutettici; mentre nelle condizioni trattate termicamente l’intensità del picco di austenite diminuisce e questo per l’aumento del picco relativo alla martensite. Questo conferma la modifica microstrutturale osservata nelle micrografie di Figg. 5 e 6. INTERFACCIA DEL COMPOSITO I campioni con interfaccia composita mostrati in Fig. 9 sono ottenuti dai componenti mostrati in Fig. 1b che sono stati prodotti attraverso LFC composita di liquido / liquido. HCWCI consiste in carburi eutettici in una matrice principalmente austenitica, mentre la tipica microstruttura dell’acciaio al carbonio AS-Cast è composta da ferrite e perlite. I carburi, la matrice dello strato di HCWCI e lo strato di acciaio al carbonio sono stati analizzati con l’utilizzo del SEM con EDS ed i risultati mostrati in Fig. 7, mentre in Tab. 2 sono riportate le percentuali in peso degli elementi rilevanti riscontrati, provando che l’analisi microstrutturale di inizio paragrafo è ragionevole. Dopo il trattamento di destabilizzazione una precipitazione secondaria dei carburi contribuisce al cambiamento della microstruttura da una matrice austenitica (Fig. 5) ad una principalmente martensitica con alcuna austenite residua rinforzata da carburi secondari del tipo M7C3 (Fig. 6b). Per un contenuto in cromo similare a quello utilizzato per questi materiali a temperature di trattamento di 1200 K, anche altri autori hanno riscontrato questo tipo di carburi secondari |13-14|. Fig. 7 - Analisi al SEM con EDS sul composito: a) carburi della ghisa b) matrice della HCWCI c) acciaio al carbonio. Industria Fusoria 5/2015 79 TECNICO Fig. 8 - Diagramma delle fasi presenti nella microstruttura della HCWCI nello stato as-cast a), e dopo il trattamento termico b). porosità dovuti alla seguente causa: la grana fine del rivestimento riduce la permeabilità e, di conseguenza la velocità dei gas generati dalla pirolisi dell’EPS |15|. L’elevata temperatura e velocità del versamento dell’acciaio al carbonio combinato con la più bassa velocità di uscita dei gas induce una intensificazione di temperatura, generando le porosità. DUREZZA , TENACITÀ E RESISTENZA A FLESSIONE strato HCWCI Le proprietà meccaniche sono indicate in Tab. 3 e 4. porosità strato in acciaio al carbonio strato HCWCI piccoli carburi RESISTENZA ALL’USURA CORROSIVA E ABRASIVA Fig. 9 - Microstruttura all’interfaccia del composito dopo il trattamento termico: a) microscopio ottico b) immagine SEM. La resistenza all’usura confrontata tra componenti in composito bimetallico e componenti in acciaio legato è stata testata in un mulino a sfere di ematite industriale della Wisco, le cui dimensioni e produttività sono 3,6 x 6 In accordo con la microstruttura all’interfaccia del composito mostrata il Fig. 9a, il confine dell’interfaccia del composito nella regione di combinazione bimetallica è sfalsata come denti di cane, i due metalli liquidi non sono miscelati e l’interfaccia presenta un’eccellente stato di legame metallurgico. In Fig. 9b si può notare che si è formata una regione di transizione spessa 0,1 mm tra l’acciaio al carbonio e l’HCWCI. In più tramite l’analisi SEM-EDX si trova una distribuzione di alcuni elementi intorno all’interfaccia del composito. In accordo con le analisi EDX mostrate in Fig. 10 lo spessore dello strato di diffusione degli elementi Cr e C erano rispettivamente circa 0,1 e 0,2 mm. mt. e 160 tonnellate/ora rispettivamente. strato in acciaio al carbonio A temperature superiori alla temperatura di fusione dell’HCWCI durante il versamento nell’acciaio al carbonio gli elementi Cr e C gradualmente di dissolvono, creando una soluzione sovra satura vicina all’interfaccia 80 Industria Fusoria 5/2015 Fig. 10 - Analisi SEM-EDX degli elementi nella zona di interfaccia del composito. del composito che al diminuire della temperatura tende a precipitare in accordo con i principi delle cinetiche di cristallizzazione sotto forma di fini carburi mostrati in Fig. 9 nucleando e cristallizzando nella regione di transizione tra l’HCWCI e l’acciaio al carbonio. In Fig. 9 si notano anche delle Come mostrato in Fig. 4 i componenti compositi ed in acciaio legato sono stati assemblati e sistemati separatamente gli uni dagli altri nel mulino dagli autori. La prova è stata eseguita in ambiente bagnato di macinazione per cin- TECNICO Numero del campione 1 2 3 Dimensioni della sezione (mm) 10 x 10 10 x 10 10 x 10 αk/(Jcm-2) 18,8 20,2 16,9 Tab. 3 - Risultati della resilienza. Numero del campione 1 2 3 Dimensione della sezione (mm) 20 x 30 20 x 30 20 x 30 Tensione di flessione (MPa) 1.610 1.745 1.683 Durezza (HRC) 61,8 62,3 62,5 Tab. 4 - Risultati della prova di flessione. que mesi, come mostrato in Fig. 11a, si può notare che i componenti in composito hanno una resistenza all’usura maggiore di quelle in acciaio. Dopo otto mesi di servizio a tempo pieno i componenti sono stai smontati dal mulino. Come visibile in Fig. 11b i componenti costruiti in acciaio al carbonio non sono più utilizzabili per la loro minima dimensione della pareti di circa 10 mm, e le loro superfici di lavoro si presentano seriamente rovinate, deformate e completamente ossidate. Al contrario le superfici di lavoro dei componenti in composito hanno mantenuto il loro profilo originale e sono consumate uniformemente; la superficie bianco-argentea prova che i componenti in composito si sono ossidati leggermente sono grazie all’alto contenuto di Cr. La perdita in peso dei componenti in composito e di quelli in acciaio legato può essere osservata in Tab. 5, e si può notare che la vita di servizio del componente in composito è 3 volte più lunga di quella di un componente in acciaio legato. La differenza di resistenza all’usura tra i due componenti testati deriva dalla loro composizione e microstruttura, e può essere spiegata come di seguito: Dopo il trattamento Tipo di materiale Numero dei campioni Peso originale (kg) Perso attuale (kg) Perdita di peso (kg) Fattore di resistenza all’usura Composito 2 Acciaio legato 2 1 170 1 185 170 138 185 81 133 32 82 104 37 3 103 1 Tab. 5 - Perdita in peso in ambiente di macinatura umida. componenti in compositi componenti in compositi componenti in acciaio legato componenti in acciaio legato Fig. 11 - Confronto della resistenza all’usura dei componenti bimetallici in un mulino industriale ad ematite: a) Dopo 5 mesi di servizio b) Smontati dopo 8 mesi di servizio. Industria Fusoria 5/2015 81 TECNICO termico la microstruttura dell’acciaio legato presenta una struttura di sola martensite. Diversamente la HCWCI del composito ha una struttura che dopo il trattamento termico consiste in carburi eutettici (M7C3) in una matrice principalmente martensitica. Conclusioni 1) HCWCI e acciaio al carbonio compositi sono stati sviluppati e prodotti tramite processo liquido-liquido in LFC in modo efficace. In composito ha acquisito proprietà superiori, principalmente La du- rezza, un’elevata resistenza all’usura corrosiva, ed una ragionevole tenacità a frattura. 2) In accordo con la microstruttura il legame nell’interfaccia del composito nella zona di legame tra lle componenti bimetalliche si è sfalsata in una conformazione come denti di cane, le due fasi metalliche non si sono miscelate ma presentano un eccellente stato di legame metallurgico. 3) Dopo il trattamento termico i campioni ottenuti direttamente dai componenti in composito hanno subìto prove meccaniche. I risultati mostrano una du- rezza >61HRC, una tenacità a frattura α k>16.5 J/cm2, ed una resistenza a flessione >1600MPa. 4) Il confronto per la resistenza a corrosione tra un acciaio legato ed un composito bimetallico è stato eseguito in un mulino a sfere in ematite della WISCO. I risultati dimostrano una vita di servizio del composito di circa 3 volte maggiore di quello in acciaio legato. Tratto da Fonderie N. 46 – giugno/luglio 2014 Traduzione: F. Calosso BIBLIOGRAFIA |1| B.K. Prasad. O.P. Modi, A.K. Jha and A.K Patwardhan. Effects of Some Material and Experimental Variables on the Slurry Wear Characteristics of Zinc-Aluminum Alloys, J . Mater. Eng. Perform 10 (2001), 75-80. |2| R. Correa, A. Sedoila-Jacuinde, J . Zuno-Siìva. E. Cardoso, 1. Mejia. Effect of boron on the slidinq wear of directionally solidified highchromium white irons, Wear 267 (2009), 495-504. |3| N. Ma, Q. Rao, Q. Zhou. 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GESTIONE ENERGETICA Riduzione dei consumi per unità di prodotto • Variabili controllabili internamente • Ampi margini di intervento • Consolidamento dei savings MONITORAGGIO CONTINUO PROGRAMMARE FARE VERIFICARE AGIRE [ INS ER Z INSERZIONISTI STI INS NI ER Z I IO IO ST NI A M ABB . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/13 Abrasystem . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 ASK Chemical . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 - 41 Mazzon F.lli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61 Metal Trading . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo 1V/13 Montalbetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/I3 B N Brain force . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/13 C Carbones . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40 Cavenaghi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina 1 / 2-3 Crossmedia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo II/15 CSMT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27 E Eca Consult . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75 Ecotre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo I/15 Ekw Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73 Elkem . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 - 63 Emerson . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo I/15 Energy Team . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83 Enginsoft . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14 Ervin Armasteel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52 Euromac . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 F Fae . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo II/13 Farmetal SA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 87 Faro. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 Fomet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/13 Fontanot . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 Foseco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23 G Gerli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14 Gerli Metalli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 Guerra Autotrasporti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 84 Nitor . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 O Omnysist. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo II/14 P Pangborn Europe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14 Primafond . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62 Protec-Fond . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina II R RC Informatica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina III S Safond . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina IV Satef . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53 Savelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 Sibelco Europe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo II/15 Sidermetal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Sogemi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72 Speroni Remo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54-55 T Tesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 Tiesse Robot . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43 U Universal Sun . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14 Ubi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74 H Heinrich Wagner Sinto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33 V I Icm . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14 Imf . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85 Imic . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42 Impianti Morando. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/13 Italiana Coke . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14 88 Industria Fusoria 5/2015 Vincon Guido . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo III/15 Z Zappettini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 86 Zetamet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo IV/15 thomascasadei.com LA PRIMA SOLUZIONE SPECIFICA PER LA GESTIONE DELLA FONDERIA FOND/WEB FOND/ WEB® è u una na soluzione soluzione iinformatica nformatica integrata, integrata, ccompleta ompleta ed ed altamente altamente le Fonderie in sabbia, sabbia, pressocolata, pressocolata, personalizzabile personalizzabile per per tutte tutte le Fonderie con con tecnologia tecnologia a gravità gravità in anuale, per per fusioni fusioni in cconchiglia, onchiglia, a ce ra p ersa, ccon on iimpianto in cera persa, mpianto aautomatico utomatico o fformatura ormatura m manuale, in ghisa, ghisa, acciaio, acciaio, al luminio, b ronzo e aR C Informatica, Informatica , attiva at ti va in alluminio, bronzo ed altre Realizzato da RC d al tre lleghe. eghe. 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Via Terraglioni, 50 - 36030 MONTECCHIO PRECALCINO (Vicenza) Cap. Soc. euro 2.000.000,00 i.v. - Cod. Fisc. - Partita IVA - Reg. Imp. 03219800269 - R.E.A. VI-305231 DIVISIONE: SAFOND sabbie da fonderia Via Terraglioni, 50 - 36030 MONTECCHIO PRECALCINO (VI) Tel. 0445 855022 (6 linee r.a.) - Fax 0445 855533 [email protected] - www.safondmartini.it DIVISIONE: SAFOND BONIFICHE AMBIENTALI Via Kennedy, 32 - San Donato Milanese (MI) Tel. 02 51628121 - Fax 02 51627883 div.bonifi[email protected] - www.safondmartini.it DIVISIONE: MARTINI SABBIE Via Terraglioni, 44 - 36030 MONTECCHIO PREC. (VI) Tel. 0445 864300 r.a. - Fax 0445 865140 [email protected] - www.safondmartini.it