L`Unione - Unipens

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L`Unione - Unipens
Anno IV°
Num. 2
Febbraio
2016
Organo d’informazione interna dell’Unione Pensionati Gruppo UniCredit
Sicilia Orientale e Calabria
Sede: Corso Sicilia, 8 – 95131 – Catania – telef.0959521977
Redattori: Ninì Renzo Pappa, Pasquale Alessandro, Antonino Magrì, Michele Pitrone
Periodico redatto stampato e distribuito in proprio, gratuitamente ed esclusivamente, al personale in quiescenza
EDITORIALE
VIVA SANT'AGATA
a cura di Salvo Ramella
In concomitanza con gli articoli pubblicati sull'argomento negli anni passati, ho ricevuto numerose
telefonate di colleghi milanesi, napoletani, romani e pugliesi i quali leggono il nostro mensile e mi
hanno posto molte domande su questa straordinaria tradizione. Quanto segue va quindi anche a loro
beneficio con l'augurio di
poterli presto ospitare nella
nostra città e vivere insieme
l'intimo rapporto di spiritualità
che ci lega alla nostra Patrona.
Poiché a parlare della nostra
Agata non si finirebbe mai,
ma in ciò “tradirei” lo spirito
del nostro mensile che
prevede articoli abbastanza
concisi, informo fin d’ora che
vi regalerò un altro scampolo
della festa rinviandovi al
prossimo mese di marzo 2016.
Le "reliquie"
Le sacre reliquie della martire catanese sono custodite in parte (la calotta cranica) nel busto
reliquiario che venne commissionato nel 1376 al maestro senese Giovanni Di Bartolo, mentre le
diverse parti del corpo (femori, mani, piedi e una mammella insieme al sacro velo) sono conservate
in uno scrigno reliquiario realizzato in argento lavorato a sbalzo sul finire del 1400 da diversi
argentieri toscani. Esso ha forma rettangolare ed è coperto da una cupola poggiata su sei colonne in
stile corinzio con al di sopra le statue dei dodici Apostoli. Costruito dall'artista orafo Vincenzo
Archifei operante a Catania dal 1486 al 1533, il fercolo è d'argento massiccio. Solo per notizia fará
piacere agli amici pugliesi sapere che un importante frammento della seconda mammella é custodita
nella chiesa di Galatina, colà lasciata in occasione del passaggio delle spoglie da Gallipoli in rientro
da Costantinopoli.
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La "processione"
Il busto e lo scrigno reliquiario sono conservati tutto l'anno all'interno della Cattedrale in una
stanzetta, in dialetto catanese "a cammaredda", che vede la luce i giorni 4 e 5 febbraio in ricordo del
martirio subito ed il 17 agosto in memoria del rientro delle reliquie da Costantinopoli.
Particolarmente toccante l'uscita del 4 che avviene nelle prime ore del mattino ed é seguita dalla
messa dell'aurora. Poi il cosiddetto giro esterno, lungo le strade che un tempo delimitavano le mura
perimetrali della città. Il fercolo o "vara", si muove oggi su ruote in gomma piena, mentre un
tempo poggiava su mezze lune, ed é trainato dai cittadini devoti, che indossano il tradizionale sacco
bianco, tramite due lunghi cordoni al cui capo sono collegate quattro maniglie che ne comandano i
movimenti.
Dall'addobbo floreale della vara si può riconoscere se si è alla processione del giorno 4 o a quella
del giorno 5 Febbraio. Infatti, i fiori che addobbano il fercolo, sempre garofani, sono di colore rosa
nella processione del 4 febbraio, per rappresentare il Martirio. Il garofano di colore bianco, usato
invece il giorno 5 simboleggia la fede, il candore e la purezza di Agata.
Tipica del giorno 5 è l'offerta di grandi ceri che vengono fatti ardere in attesa della patrona ed il cui
peso viene talvolta rapportato al peso del corpo del devoto.
Veramente sono molte migliaia i "cittadini" che si alternano al cordone ed indossano il sacco bianco
per un voto spesso formulato dai genitori in occasione di una grazia ricevuta. La tradizione vuole
che ciascuno, spesso basandosi sugli insegnamenti paterni scelga il tratto di strada in cui
accompagnare la Santuzza, ma tanti non abbandonano la processione se non per bisogni essenziali.
Negli ultimi 20/30 anni si é manifestato in maniera forte il desiderio delle donne catanesi di
testimoniare la loro fede e la loro vicinanza al martirio, indossando anch'esse la veste bianca o
talvolta di colore verde.
Gli eventi
Sono molti i momenti religiosi e celebrativi che ogni anno vengono organizzati e che portano alla
luce fatti e costumi di una fra le più importanti feste religiose ormai rimaste nel mondo. Anche
quest'anno si terrá nella splendida cornice del Teatro Massimo Bellini di Catania il tradizionale
concerto dedicato alla Santuzza che vedrà la numerosa presenza di nostri pensionati nei sei palchi
già prenotati.
Scusatemi ma ora devo lasciarvi, sento provenire le note di una piccola banda che accompagna
l'uscita della candelora dei Pescivendoli, custodita gelosamente nella parrocchia di San Francesco di
Paola, nei pressi di casa mia, ma prima un'ultima invocazione……..viva sant’Aita e poi ancora tutti
insieme……. . .semu tutti devoti tutti . . .cittadini…. evviva Sant’Aita, cittadini… evviva Sant’Aita.
Sommario :
Pag.
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Pag.
1 – 2 Editoriale
Pag. 6 Ricette Carnascialesche di M.Pitrone
3 Mondo Musulmano di Nino Magrì
Pag. 7 Tanti auguri e vignette
4 Casa Cuseni di Nino Pappa
Pag. 8 Pirateria informatica
5 L’angolo del relax e del buon umore
Pag. 9 I nostri poeti
Pag. 10 L’Angolo del tempo che fu
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MONDO MUSULMANO di Nino Magrì
Per noi che viviamo nel mondo occidentale le divisioni esistenti nel nostro sentire comune la religione sono
acquisite fin dalla più tenera età. Infatti per uno di noi professarsi cattolico, protestante o anglicano non fa
quasi nessuna differenza ed in pratica non inficia i rapporti interpersonali.
Proprio in questi giorni in cui, per motivazioni a dire il vero non proprio felici, non si fa altro che parlare del
mondo islamico io avverto la netta sensazione che a questo mondo ci si accosti con un’idea sbagliata e cioè
che tutti i suoi appartenenti formino un unico blocco monolitico.
Invece proprio il mondo islamico è molto variegato e se i musulmani tutti hanno per il profeta Maometto la
medesima venerazione non tutti poi seguono le stesse tradizioni.
A questo punto chiarisco che questo mio non vuole essere un intervento a favore o contro gli appartenenti al
mondo islamico ma semplicemente uno spiraglio da cui intravvedere il caleidoscopio che comunemente
chiamiamo “mondo musulmano”.
La corrente più numerosa degli islamici è rappresentata dai “sunniti” a cui appartiene circa l’85% dei
musulmani mentre il restante 15% è formato dagli “sciiti”.
I primi sono chiamati così perché si mantengono fedeli alla Sunna (tradizione) che ripercorre l’operato e la
vita di Maometto; questa insieme al Corano costituisce la base su cui scorre la vita di tutti i fedeli. Essi si
considerano musulmani ortodossi e pertanto considerano veri e propri errori dottrinari qualsiasi modifica
delle tradizioni. Per lo più si riconoscono nella monarchia imperante nell’Arabia Saudita.
La presenza dei secondi (gli sciiti) si deve al fatto che alla morte di Maometto, avvenuta nel 632, tutti
pensavano che la successione sarebbe andata ad Alì, cugino nonché genero di Maometto per averne sposato
la figlia Fatima. Invece al suo posto venne nominato “califfo” un predicatore ed, in prosieguo, altri
componenti sempre appartenenti alla famiglia degli Omayyadi. Quando nel 656 Alì venne finalmente
nominato califfo questi ultimi non lo riconobbero e lo spodestarono. Da allora i seguaci della “shi’a” (partito
di Alì) non riconoscono più i nuovi capi ed al contrario, ritenendo che prima della sua morte Maometto
avesse iniziato ai segreti più profondi Alì, nutrono esclusiva ed assoluta obbedienza ai discendenti di
quest’ultimo che, di volta in volta, prendono il nome di “imam”. La fazione più numerosa degli sciiti è
nell’attuale Iran.
Sempre di origine sciita altra importante comunità musulmana è quella degli “ismaeliti”, i seguaci del 7°
imam Ismail. Essi sono circa 15 milioni ed il gruppo più importante è rappresentato dagli “aga-khani” che
prendono il nome dalla loro guida spirituale, per l’appunto, l’aga-khan. Attuale leader della comunità è
Karim Aga-khan, discendente diretto di Maometto e 49° imam, uno degli uomini d’affari più ricchi del
mondo. Il loro centro politico, economico e religioso si trova a Karimabad nella valle del fiume Hunza sulla
cosiddetta “via della seta” tra Pakistan e Cina.
L’originalità degli ismaeliti è la pratica dell’esoterismo: essi infatti ritengono che le parole e gli scritti dai
profeti riconosciuti come Adamo, Noè, Abramo, Mosè, Gesù, Maometto e Mhadi sono coperti da veli
simbolici e spetta ai saggi svelare questi arcani.
Con riferimento ai sunniti che considerano tutti gli altri musulmani come “scismatici” qui, senza dilungarmi
troppo, cito come appartenenti a questi ultimi i gruppi dei “kharijti”, nome che significa “coloro che vanno in
battaglia”; un ramo dei kharijti è rappresentato dagli “ibaditi” che a loro volta hanno dato origine ai
“wahabiti”.
Un’altra corrente scismatica è quella degli “yazidi” presente soprattutto tra i curdi. Caratteristica degli yazidi
è quella di essere chiamati “timorosi di Satana” per il divieto-paura che hanno a pronunciare il nome di
Satana o parole a quella vicina.
Infine desidero parlare di un altro gruppo noto con il nome di “drusi” che abitano nell’attuale Siria e Libano;
questi al contrario di altri gruppi musulmani non ritengono necessario sia il digiuno che il pellegrinaggio alla
Mecca.
Ancora una volta desidero ribadire che questa mia esposizione, peraltro certamente non esaustiva
dell’argomento, ha come unico scopo quello di gettare una luce su un mondo che, visto dal di fuori, sembra
un “unicum” compatto e senza divisioni mentre nella realtà esso è multiforme e variamente sfaccettato e che
per poter essere meglio capito deve, prima di tutto, essere meglio conosciuto.
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CASA CUSENI di ninì renzo pappa
Casa Cuseni: cos’è ? Non so quanti di noi ne hanno mai sentito parlare né tanto meno visitato. Eppure sia i
messinesi che i catanesi, che vivono ad appena una cinquantina di chilometri da Taormina e che spesso ci
vanno anche se solo con stile “mordi e fuggi“, e che della “Perla dello Jonio” conoscono tutti i principali
monumenti: il Teatro Greco, il palazzo Corvaja, quello dei Duchi di Santo Stefano, la villa Comunale, le
Naumachie, oltre naturalmente il corso, i vari ristoranti, gli eleganti negozi e quant’altro ma ………Casa
Cuseni rimane sconosciuta, almeno ai più incluso lo scrivente.
Ed allora cerchiamo di saperne di più attingendo alle fonti del sito ufficiale: intanto “l’intero complesso
residenziale, per l’alto valore storico ed artistico, è stato dichiarato Monumento Nazionale Italiano ed è
censito dal più grande Museo al mondo di arte e design, il Victoria and Albert Museum di Londra“.
Edificata nei primi anni del ‘900 dal pittore inglese Robert Hawthorn Kitson è stata un importante centro
artistico prima con il Kitson stesso e poi con la nipote (scrittrice) Daphne Phelps. In effetti essi crearono un
cenacolo a cui partecipavano artisti di varie nazionalità che con le loro opere hanno contribuito a far
conoscere nel mondo Taormina, la Sicilia e l’Italia intera.
Ricordiamo tra i tantissimo ospiti, così in ordine sparso: Bertrand Russell, Tennessee Williams, David
Herbert Lawrence, Andrè Gide, Roger Peyrefitte, il barone fotografo Wilhelm Von Gloeden, Ezra Pound, lo
storico Dennis Mc Smith e tantissimi altri personaggi di tutti i campi: ad esempio la famosissima Greta
Garbo. E scusate se è poco……………….
Oggi nella libreria di Casa Cuseni sono custoditi scritti dei personaggi sopra citati e opere di tanti artisti del
novecento tra cui Picasso.
La casa è visitabile ogni giorno, generalmente alle ore 11,30 solo su appuntamento. Il costo della visita è di €
15 a persona (con guida in italiano o inglese), dura circa 1 ora e comprende il giardino storico e gli interiors:
il salone, la celebre dining room di Sir Frank Brangwyn e la libreria.
Eventuali supplementi (coffee break, bibite, aperitivi, pranzi a buffet, cene servite al tavolo etc etc) possono
essere organizzati ad hoc per comitive o gruppi.
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L’ANGOLO DEL RELAX E DEL BUON UMORE
COSI’, TANTO PER SORRIDERE
HANNO DETTO
( La barzellettona )
Una donna in assenza del marito è solita ricevere
l’amante in casa. Un giorno - improvvisamentementre è a letto proprio con l’amante sente la porta di
casa aprirsi e capisce che il marito è rientrato più
presto del solito. Perciò nasconde l’amante
nell’armadio.
Una volta chiuso nell’armadio l’uomo sente una
vocina: ”come è buio”. E’ il figlio della donna che si
è nascosto nell’armadio per spiare. L’uomo che non
si aspetta una cosa del genere risponde: “Ehm..si.. è
proprio buio“.
“Sai, prosegue il bimbo, ho da vendere un pallone. Se
lo compri sarei felice e soprattutto muto”.
“Quanto costa ? “ e il bimbo: “300 euro“.
L’uomo non può fare altro che accettare ma qualche
giorno dopo la scena si ripete.
“Come è buio“ – “ Ehm..ancora qui tu ? – “Sai ho un
paio di guantoni da vendere”- “Quanto vuoi ?“
“200 euro “.
Ancora una volta per comprare il suo silenzio l’uomo
accetta la richiesta.
Il giorno dopo il padre lo chiama per giocare a
pallone nel giardino ma scopre che il figlio ha
venduto palla e guanti e gli dice “fammi capire tu hai
venduto tutto per 500 euro? Questa è una truffa. Lo
sai che è peccato.? Ti porterò in chiesa a confessarti.
Una volta in chiesa il piccolo entra nel confessionale
e dice al confessore “come è buio“
Ed il prete:…………. E VA BENE QUANTO VUOI
STAVOLTA ?.
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Tanto per cominciare si dovrebbe
iniziare morendo e così il trauma è bello
e superato. Quindi ti svegli in un letto
d’ospedale e apprezzi il fatto che vai
migliorando giorno dopo giorno. Poi ti
dimettono perché stai bene e la prima cosa
che fai è andare alla posta a ritirare la tua
pensione e te la godi al meglio. Col passare
del tempo le tue forze aumentano, il tuo
fisico migliora, le rughe scompaiono. Poi
inizi a lavorare e il primo giorno ti
regalano un orologio d’oro. Lavori
quarant’anni finché non sei così giovane da
sfruttare adeguatamente il ritiro dalla vita
lavorativa. Quindi vai di festino in festino,
bevi, giochi, fai sesso e ti prepari per
iniziare a studiare. Poi inizi la scuola,
giochi con gli amici, senza alcun tipo di
obblighi e responsabilità finché non sei
bebè. Quando sei sufficientemente piccolo
ti infili in un posto che ormai dovresti
conoscere molto bene. Gli ultimi nove
mesi te li passi flottando tranquillo e
sereno, in un posto riscaldato con room
service e tanto affetto senza che nessuno ti
rompa i coglioni. E alla fine abbandoni
questo mondo in un orgasmo.
( Woody Allen )
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RICETTE CARNASCIALESCHE
CASSATELLE O CASSATEDDE SICILIANE
a cura di Michele Pitrone
PROCEDIMENTO
Ingredienti
Ammorbidite il burro e mettetelo in una ciotola con la farina, lo
zucchero e un pizzico di sale. Amalgamate il tutto aiutandovi con
Per la pasta
le mani.
In una seconda ciotola sbattete il tuorlo dell’uovo con il latte e
500 g di farina (+ un po' per
versatelo, poco a poco, nella ciotola con zucchero, farina e burro.
il piano di lavoro)
Impastate sin quando non avrete ottenuto un composto liscio e
100 g di burro
elastico. Lasciate riposare l’impasto avvolto in una pellicola
100 g di zucchero
trasparente per un’ora in frigorifero.
200 ml di latte
Intanto preparate il ripieno: unite la ricotta, 100 gr di zucchero a
1 bustina di vanillina
velo e il cioccolato a scaglie, la vanillina, il tuorlo dell’uovo
1 uovo
(tenendo da parte l’albume), la cannella (mezzo cucchiaino) e la
Olio per friggere
buccia dell’arancia grattugiata. Amalgamate bene e tenete da parte.
Sale
Riprendete l’impasto, infarinate il piano di lavoro e stendetelo in
una sfoglia abbastanza sottile. Dovete raggiungere un giusto
Per il ripieno
compromesso: dovrà reggere il peso del ripieno, ma non essere
troppo spessa da coprirne il sapore.
400 g di ricotta
Tagliate dei quadrati di medie dimensioni, inserite al loro interno
100 g di cioccolato fondente
l’impasto e chiudete il raviolo sovrapponendoci un altro quadrato
(o gocce di cioccolato)
di pasta. Aiutatevi con la chiara dell’uovo rimasta dopo l’utilizzo
140 g di zucchero a velo
dei due tuorli per far aderire bene i lembi di pasta; in alternativa
1 bustina di vanillina
potete utilizzare lo stampo apposito da raviolo.
1 uovo
Friggete pochi ravioli alla volta (per evitare che si attacchino o che
1 arancia
abbassino troppo la temperatura dell’olio) in olio caldo sin quando
cannella in polvere
non saranno ben dorati.
Scolate i ravioli sulla carta assorbente da cucina e spolverizzateli
successivamente con lo zucchero a velo rimasto.
Volendo si possono cuocere i ravioli in forno a 180° per 15 minuti, invece di friggerli.
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Bongiovanni Sergio (17) Carbonaro Salvatore (20) Cardì Rita (25) Cassaro Giovanna Irina (4)
Cuturi Pietro Giovanni (3) Di Nunzio Pietro (10) Di Paola Salvatrice (21) Gerardi Carmelo (6)
Giammona Lidia (13) Materia Stefano (9) Musumeci Agata (15) Nicoletti Giuseppe (21)
Pappalardo Filippo (19) Plastina Franco (7) Russo Nicola (24) Scinardo Tabernacolo Concetta
(25) Spampinato Gaetano (18) Viola Alfio (10) Zuccarello Rosario (3)
buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno
buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno
LA VIGNETTA DEL MESE
LA FOTO CURIOSA DEL MESE
Ergo : è preferibile mangiare le arance siciliane.
E se proprio non potete fare a meno delle mele ,
date la preferenza a quelle dell’Etna : sono molto
gustose oltre che profumatissime.
Sorge spontanea una domanda. Come
dovrebbe essere la sala d’attesa di un
…….ginecologo ?
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IMPORTANTE : PIRATERIA INFORMATICA
Riteniamo opportuno informarvi dei tentativi di truffa a mezzo messaggi apparentemente inviati da Enti
Pubblici o Aziende fornitrici di beni o servizi..
In particolare segnaliamo:
- quelli pervenuti da Telecom con i quali in una lingua italiana approssimativa vengono richiesti dati
personali (password, occupazione, data di nascita, ecc….) con l’avvertimento (o minaccia, diciamo noi) che
“in mancanza delle informazioni richieste essere consapevoli che questo comporterà l’eliminazione
permanente del tuo indirizzo di posta elettronica“
- quelli pervenuti da Poste Italiane relative a ipotetiche notifiche cartelle di pagamento Equitalia.
A quest’ultimo riguardo sul sito della predetta Agenzia si legge “…..(Equitalia) è assolutamente estranea a
questi messaggi potenzialmente pericolosi“ ed invita i destinatari a “non tenere conto della e-mail ricevuta
e ad eliminarla senza scaricare alcun allegato…”
Inoltre Poste Italiane contattate da un nostro iscritto ha precisato: “ …grazie per la sua comunicazione…..Il
fenomeno che ci segnala è già sotto controllo da parte di Poste Italiane. Le ricordiamo che è importante
non cliccare sui link presenti nella e-mail poiché i collegamenti potrebbero condurre a un sito contraffatto
difficilmente distinguibile dall’originale (sul sito Internet di Poste Italiane può trovare le regole che possono
aiutarla a non cadere in questo tipo di frodi). Per maggior sicurezza le consigliamo di accedere al sito
internet digitando www.poste.it nella barra degli indirizzi. Le confermiamo inoltre che i servizi on-line su
www.poste.it sono realizzati rispettando elevati standard di sicurezza e che Poste Italiane non chiede mai di
fornire codici personali, dati carte di credito o Postpay…..”
Vogliate prendere attenta nota di quanto sopra scritto onde evitare le spiacevoli conseguenze indicate
nella nota Equitalia (e che si intendono estese a messaggi similari).
Riteniamo utile ricordarvi che Uni.C.A. con sua del 18 dicembre 2015
ha pubblicato, sul suo sito, l’informativa relativa al rinnovo dei piani
sanitari per il biennio 2016/2017.
Vi invitiamo a leggere detta informativa e focalizzare la vostra attenzione sulle principali
modifiche introdotte ed evidenziate in giallo; in particolare:
sull’aumento del premio per il personale in quiescenza, contenuto secondo Uni.C.A., e resosi
necessario a causa del forte squilibrio raggiunto dal rapporto pagamento sinistri/premi
incassati
sugli altri punti sottolineati nell’informativa specie su quelli b) e c) .
Vi rammentiamo inoltre il contenuto di quanto pubblicato nel nostro numero di gennaio 2016
all’ultimo capoverso di pag 5 ( accesso ai dati personali……)
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Anno IV°
Num. 2
Febbraio
2016
I nostri poeti .
Giuseppe Paolo Di Bella: poesie tratte dal volume
Riflessioni)
“VENTI POETICI“ (Poesie, Chine,
2 aprile 1998
Mamma, persona dalla quale ti provengono
vita, gratificazioni, aiuti.
Mamma, persona che invocata
risponde al tuo richiamo con sostegno e con amore.
Mamma, persona che quando sofferente non può rispondere,
provvede comunque al tuo bisogno.
Mamma, ahimè. È triste invocare questo nome
E trovare il vuoto !
VORREI PORTARTI
Ti porterei nella luce splendente di spazi senza tempo.
Ti porterei in mezzo all’azzurro del cielo,
pulsato dalle generose ali di gabbiani in volo.
Ti porterei lì dove il presente, passato e futuro si fondono.
Ti porterei dove distese di mari azzurri spostano cieli puliti.
Ti porterei a vivere quei momenti solo immaginati e mai vissuti.
Ti porterei dove le emozioni non hanno voce.
Ti porterò per sempre in questo mondo che si trova nel mio cuore.
Ricordiamo che Di Bella, Giupa per gli amici, oltre che poeta è anche scrittore, fotografo,
musicista e pittore (suo il disegno di china raffigurato e tratto sempre dalla summenzionata
raccolta).
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Una gustosa ricetta siciliana.
Pasta co niuri de sicci (pasta con il nero delle seppie)
Ingredienti : 400 gr. spaghetti o bavette - 400 gr di seppie - 200 gr. pomodori pelati - 4 cl olio extravergine di
oliva - 2 spicchi di aglio - ½ bicchiere di vino bianco - pepe nero e sale q.b. e se lo si preferisce peperoncino
piccante)
Prendete le seppie che avete precedentemente pulito e tagliatele in piccoli pezzi. In una padella capiente
versate dell’olio e fatelo riscaldare a fuoco medio, aggiungete poi gli spicchi d’aglio e quando saranno
diventati dorati incorporate le seppie a pezzetti, sfumate col vino e lasciate rosolare per 5 minuti. A questo
punto aggiungete i pomodori pelati, salate e pepate e fate cuocere a fuoco moderato per almeno 10 minuti o
comunque sino a quando il pomodoro non si sarà leggermente rappreso. Nel frattempo lessate la pasta in
acqua salata e scolatela al dente. Aggiungete al condimento le sacche che contengono il nero di seppia
avendo cura di romperle. Mescolate bene e togliete dal fuoco (questa manovra deve essere rapida perché
altrimenti il nero di seppia potrebbe raggrumarsi). Mantecate la pasta con la salsa e servite subito.
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Anno IV°
Num. 2
L’ANGOLO
Febbraio
2016
del tempo che fu……………
ANTICHI MESTIERI
“U pecuraru“ (il pecoraio)
Scendeva in città con il suo gregge e le nostre mamme
pronte ad accoglierlo con il recipiente nel quale veniva
versato il latte “caldo,caldo“ appena munto dalle
pecorelle. L’odore ed il sapore erano di una bontà
infinita. Il latte di oggi non ha niente a che vedere. E’
il caso di dire che “non havi né amuri né sapuri“
………..e delle perle del nostro territorio
Ogni tanto sconfiniamo e questo mese ci spostiamo nella Sicilia Occidentale. L’immagine che
vedete è la “Scala dei Turchi“ a Realmonte, in provincia di Agrigento. Sito molto suggestivo con il contrasto tra il bianco della roccia e l’azzurro del mare - deve il suo nome alle
incursioni piratesche dei saraceni (impropriamente chiamati “turchi“) che ivi sbarcavano.
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