La persona al centro di tutto
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La persona al centro di tutto
N. 13 - Dicembre 2011 Periodico trimestrale di finanza e cultura - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - 70% - Roma Aut. N. 21/2009 O AG IOL VE VELA La rivista della Banca di Formello e Trevignano di Credito Cooperativo La persona al centro di tutto Perchè diventare soci del Credito cooperativo IN VIAGGIO CON NOI Barcellona, Lourdes e Carcassonne CON IL PATROCINIO DELLA BANCA Il Premio letterario Vairo-Malavasi e la Vic-Formello NAVIGARE NELLA STORIA Rutilio Namaziano e il tramonto dell’impero BCC CREDITO COOPERATIVO Formello e Trevignano Romano Il socio Viliano Costantini insegna l'intreccio dei cesti, un'antica tradizione artigiana del nostro territorio BCC CREDITO COOPERATIVO Formello e Trevignano Romano N. 13 - Dicembre 2011 - Periodico trimestrale di finanza e cultura - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - 70% - Roma Aut. N. 21/2009 O AG IOL VE VELA Sommario 3 La rivolta delle api 4 Perchè diventare soci della BCC 5 Il significato dell’interesse comune 6 All’ Acquaranda di Trevignano la riunione della Commissione Soci La rivista della Banca di Formello e Trevignano Romano di Credito Cooperativo 7 Antiquari nella Roma Rinascimentale 8 Il Premio letterario Vairo-Malavasi Periodico trimestrale N. 13 9 La Vic Formello La rivista della Banca di Formello e Trevignano di Credito Cooperativo La persona al centro di tutto Perchè diventare soci del Credito cooperativo IN VIAGGIO CON NOI Barcellona, Lourdes e Carcassonne CON IL PATROCINIO DELLA BANCA Il Premio letterario Vairo-Malavasi e la Vic-Formello NAVIGARE NELLA STORIA Rutilio Namaziano e il tramonto dell’impero BCC CREDITO COOPERATIVO Formello e Trevignano Romano Dicembre 2011 Registrato presso il Tribunale di Tivoli il 27-10-2008 al N. 21/2008 11 Mauro Bastianelli 11 Sede Viale Umberto I, 92 Formello (Roma) Tel. 06 90 14 30 95 Direttore Responsabile Gino Polidori Redattore Armando Finocchi Hanno collaborato a questo numero: Mario Angelozzi Mario Carfì Eliana Giacometti Emanuela Gizzi Federica Guadagnoli Angelo e Maria Pia Del Monaco Antonio Luciani Carla Mampieri Giuseppe Napoleone Laura Sangregorio 12 Barcellona, Lourdes e Carcassonne 16 Una terrazza su Roma 18 Ufficio Soci Tel. 06 90 14 30 55 Stampa Miligraf Srl Via degli Olmetti, 36 Formello (Roma) Tel. 06 90 75 142 18 Epitaffio d’amore 20 Le migliori tesi di laurea 22 Libri www.bccformello.com 24 I soci raccontano La rivolta delle api M’incontro di frequente con Angelo Porro. A volte nei convegni del gruppo bancario Iccrea, spesso nei Consigli di Amministrazione della Holding, dove ci troviamo, il più delle volte, gomito a gomito. Angelo Porro è il Presidente di una delle più belle realtà delle Banche di Credito Cooperativo. Ha la fortuna di presiedere il Consiglio della BCC di Cantù, che con le sue trentuno filiali copre un territorio di grandi tradizioni artigiane. Per non parlare poi della bellezza del paesaggio. Mi segnalò tempo fa una poesia scritta da Jaufré Rudel, nome d'arte di un poeta canturino che ha scelto di chiamarsi come il poeta cortese che visse nell'Europa del 1100, al tempo delle crociate. La poesia del moderno Jaufré Rudel, pubblicata nel trimestrale della BCC di Cantù, “Concordia”, è intitolata “La rivolta delle api”. Nella semplicità delle sue quartine, è densa di significati ed è una mirabile sintesi dei processi finanziari che hanno sconvolto il mondo. Racconta dell'operosità delle api, che da mattina a sera volano sui fiori per raccogliere il nettare, confrontata con la violenza dei calabroni, che invece predano l'alveare delle api non appena comincia a luccicare di miele, e alla fine devastano e distruggono tutto. Le api sono paragonate agli uomini e alle donne “d'ogni parte” che “han sempre lavorato con grande impegno ed arte”, e che con uno “sforzo giornaliero spingon le civiltà verso un progresso vero”. Al contrario, i calabroni sono paragonati a “biechi speculatori” e a “finanze avventuriere” che “bruciano quanto han fatto generazioni intere”. Il poeta sogna allora una rivolta planetaria delle api, e auspica che “sappian alzar la testa” per combattere i “predatori”, gli “spreconi” e i “parolai”, tutti incapaci di “tirarci su”, visto che “le api stan soffrendo e il miele non c'è più”. Ecco, questa poesia è una metafora straordinaria del mondo del credito cooperativo, basato su migliaia di famiglie e di imprese legate all'economia reale di ogni giorno, al confronto con le grandi operazioni finanziarie e speculative di banche internazionali che hanno immesso sui mercati titoli tossici e prodotti derivati di difficile comprensione. È una metafora straordinaria di chi quotidianamente con piccoli risparmi e investimenti avveduti vuole costruire qualcosa di solido da lasciare ai figli, di chi, per tornare alle parole di Jaufré Rudel, pensa sia al miele del presente che all'alveare del futuro. Il Presidente Gino Polidori 3 VELA LA NOSTRA BANCA Perché diventare soci della BCC Le Banche di Credito Cooperativo sono nate nell'Ottocento come Casse rurali ed artigiane, istituti bancari cooperativi per l'educazione al risparmio, la previdenza e la crescita delle comunità locali. Le BCC perseguono “il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche” dei soci, come si legge già negli statuti più antichi. Sono società di persone e non di capitali, che reinvestono nello stesso territorio in cui raccolgono il risparmio. Il socio è al centro di tutto, un patrimonio di esperienza e di progettualità che rappresenta la vera ricchezza di una BCC, che anche per questo si differenzia da tutte le altre banche. La partecipazione Il socio, al di là dell'entità del suo deposito bancario, partecipa alla vita della Banca, dalla Festa del socio di dicembre all'Assemblea annuale di primavera in cui viene presentato il bilancio economico e sociale dell'anno precedente. Ma soprattutto al socio sono riservati il pacco natalizio, le borse di studio (estese anche ai figli dei soci), i corsi tematici e le gite sociali, che sono gratuite, come quelle del programma “Conoscere Roma”, oppure hanno un costo convenzionato, come le gite settembrine nelle Capitali europee. Per seguire le attività sociali, la Banca ha un Ufficio Soci (che risponde al numero 06 90 14 30 55), e re4 centemente è stata istituita una Commissione Soci per raccogliere le idee più interessanti e proporle al Consiglio di Amministrazione. In tutti questi modi la nostra Banca interpreta quegli antichi valori nella società di oggi. La convenienza I soci della Banca hanno agevolazioni sui tassi di interesse dei mutui fondiari e sulla gestione del conto corrente, mentre tra i servizi più richiesti c'è la possibilità di pagare le bollette direttamente con addebito di conto corrente, senza spese di commissione. Per diventare socio occorre fare domanda al Consiglio di Amministrazione e acquistare almeno una quota sociale. Ogni quota sociale costa 5,16 euro. La quota integrativa è invece di 774,69 euro, da pagare al momento dell'ingresso nella compagine sociale. Dal 2005, i giovani tra i 18 e i 35 anni hanno diritto a una quota speciale, ribassata a 250 euro. È stata una decisione del Consiglio di Amministrazione per favorire l'imprenditoria giovanile, le piccole e medie imprese e le nuove famiglie, e che in questi anni ha avuto un grande successo. I nuovi soci possono sperimentare i vantaggi di una banca locale con cui instaurare un rapporto diretto, mentre grazie al loro apporto la Banca si arricchisce di capacità di innovazione. Il significato dell'interesse comune Gli accadimenti tempestosi a cui assistiamo oramai da tempo a ritmo quotidiano sembrano scivolare quasi insapori nelle nostre menti lasciando piccole tracce che come per incanto scompaiono in pochi giorni, coperte da altrettanti eventi che seguono la stessa sorte. È come se un qualcosa di più grave occupi i nostri pensieri: e così certamente è, altrimenti ci dovremmo veramente preoccupare pensando di non aver più il giusto buonsenso per giudicare il bene e il male. Ci dovremmo preoccupare che nessun economista, nessuna Banca centrale è più in grado di fare previsioni sull’avvio di un’auspicata e ormai sognata ripresa, nessuno sa quando finirà questa crisi, quale profondità ha questo pozzo dov’è finito quasi tutto il mondo industrializzato. Ma invece una ragione c’è. A sovrastare tutto ciò c'è l’incessante pensiero alle difficoltà di ogni giorno che toccano principalmente il nostro lavoro, la vita dei nostri figli e l’equilibrio economico della famiglia, la preoccupazione per i giovani che nonostante grandi capacità e un buon titolo di studio non riescono ad ottenere il giusto inserimento nel mondo del lavoro. Tutto questo ci fa andare avanti sospinti da quella necessaria incoscienza che ci rende poco sensibili a tutti gli accadimenti esterni, pur non trascurando al momento la loro specifica importanza. E allora, cosa fare? Forse potrebbe essere d’aiuto riscoprire il giusto significato dell’interesse comune, quello che dovrebbe unire popoli e nazioni senza lasciare barriere che ancora dividono e fanno vivere differenze che al giorno d’oggi offendono la dignità di appartenere al genere umano. Quell’interesse comune che spinge ad essere solidali in ogni circostanza, che fa capire che i mezzucci usati fino ad oggi per arricchirsi in barba alla collettività possono risolvere al momento i propri problemi, ma ne causano tanti altri a molte altre persone, che si troveranno così a sopportare un fardello ancora più pesante. Soltanto l'attenzione all'interesse comune ci permetterà di superare questo periodo così difficile: da soli non ce la faremo. Vincere insieme è certamente più bello, dà la soddisfazione di sentirsi dentro quella pienezza e serenità a cui l’animo umano sempre aspira. E l’interesse comune ci insegna a sentirci più cittadini del mondo e di questa Italia, perché la dignità che i nostri padri hanno trasfuso ci accompagna nel nostro incedere quotidiano. Il Direttore Mario Porcu 5 VELA LA NOSTRA BANCA All'Acquaranda di Trevignano la riunione della Commissione Soci Il Consiglio della Commissione Soci della Banca si è riunito per la prima volta, giovedì 6 ottobre, a Trevignano, nell'agriturismo “Acquaranda”, in occasione di una giornata di promozione dei prodotti tipici e delle culture contadine promossa dall'Assessorato alle Politiche dell'Agricoltura e dell'Ambiente della Provincia di Roma. L'arte del formaggio L'agriturismo “Acquaranda” si estende su una superficie di circa cinquanta ettari, sulle rive del lago di Bracciano. Offre la possibilità di acquistare direttamente prodotti aziendali come formaggi, miele, olio e marmellate. È una delle poche aziende agricole della Campagna romana a produrre il formaggio con il caglio vegetale, il cosiddetto “caciofiore”, utilizzando i fiori essiccati del cardo selvatico, una tradizione antichissima la cui prima attestazione scritta si trova in un trattato di Columella. Anche per questo l'Acquaranda ha assunto un ruolo trainante nell'Associazione Formaggi Storici della Campagna romana, recentemente costituita per valorizzare le tipologie storiche dei prodotti lattiero-caseari del nostro territorio. Nella giornata di ottobre è stato possibile visitare le stalle e gli impianti di mungitura, ammirare una mo6 stra fotografica sul lavoro contadino e poi assaggiare i prodotti dell'azienda. La Commissione Soci In visita alla giornata di promozione delle culture rurali c'era anche la Commissione Soci della Banca, riunita per la prima volta. È stata costituita con l'obbiettivo di proporre al Consiglio di Amministrazione le attività più interessanti per coinvolgere la nostra compagine sociale e valorizzare le comunità del territorio. Vi fanno parte Gino Polidori (presidente), Carla Mampieri (segretaria), Enrico Catarci, Flora Centofanti, Maria Cristina D'Alessio, Armando Finocchi, Mario Giardi, Giuseppe Napoleone, Ovidio Francesconi, Lino Perfetti, Giancarlo Spinucci e Fabrizio Zofrea. In questo primo incontro sono stati discussi i temi dei corsi tematici da realizzare nei prossimi mesi, una consuetudine della nostra Banca per interpretare uno dei primi articoli dello Statuto, quello dell'elevazione morale e culturale dei soci. Sono stati ipotizzati anche degli incontri zonali tra i rappresentanti della Commissione e i soci delle comunità in cui è presente la nostra Banca, da Formello a Campagnano, da Trevignano ad Anguillara, da Cesano a Monterosi. (A.F.) CON IL PATROCINIO DELLA BANCA VELA Antiquari nella Roma Rinascimentale Dal 15 al 23 ottobre ha riaperto i battenti la Mostra Mercato “Antiquari nella Roma Rinascimentale”, giunta alla sesta edizione. Nel cuore di Roma, nel prestigioso Complesso Monumentale del Santo Spirito in Sassia, tra San Pietro e Castel Sant'Angelo, è stato possibile ammirare e acquistare autentici capolavori di arte e artigianato. Investire nell'arte Ad organizzare la manifestazione è l'Associazione Provarte, da anni impegnata nella promozione e nella valorizzazione di eventi culturali. Come ha affermato il suo presidente, Paolo Rufini, “l'antiquariato è l'unica vera e più straordinaria forma di investimento, capace di mantenere e più spesso incrementare nel tempo il valore del denaro speso e contemporaneamente di abbellire con arte, storia e gusto” le case di chi sa amare e custodire oggetti senza tempo. Grazie ad una rigorosa selezione in termini di gusto e qualità, la Mostra Mercato “Antiquari nella Roma Rinascimentale” è diventata un punto di riferimento per il mercato d'arte internazionale, coniugando culto della classicità e nuove tendenze del mercato, ma è anche un'occasione per valorizzare gli antichi e preziosi mestieri dell'antiquario e del restauratore. La Mostra Mercato ha il patrocinio della Regione Lazio, di Roma Capitale e della Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con altri sponsors che hanno voluto sostenere il valore non solo economico, ma anche culturale dell'evento, come la nostra Banca. Santo Spirito in Sassia La cornice della manifestazione è stata uno degli edifici più ricchi di storia della Capitale. Edificato nel corso dei primi decenni del 700 d.C., nel periodo in cui il re dei Sassoni diede vita alla Schola Saxonum, da cui deriva la parola “Sassia”, il Complesso monumentale del Santo Spirito accoglieva i pellegrini che raggiungevano Roma per visitare la tomba di San Pietro. Ridotto in rovina da incendi e saccheggi, il Complesso venne riedificato sotto il pontificato di Papa Innocenzo III, che lo affidò all'Ordine degli Ospitalieri di Santo Spirito. Dopo un altro devastante incendio, l'edificio venne di nuovo ricostruito da papa Sisto IV nella seconda metà del Quattrocento, quando prese le forme che vediamo oggi. L’ospedale, completamente autonomo e soggetto solamente all’autorità del Papa, era destinato alla cura degli infermi e dei bambini abbandonati. La ruota degli esposti, destinata all’affido anonimo dei neonati sfortunati, è l’unico esempio rimasto a Roma, ancor oggi visibile sul fianco esterno della Corsia Sistina, in via di Borgo Santo Spirito. (A.F.) 7 VELA CON IL PATROCINIO DELLA BANCA Il Premio letterario Vairo-Malavasi Ascoltare le emozioni dei giovani Nella semplice cornice dell’Aula Magna del Liceo Scientifico Statale “Ignazio Vian” di Bracciano si è svolta la 6a edizione del Premio letterario Vairo-Malavasi di poesia, prosa e saggistica, riservato agli studenti liceali. Il progetto è stato fortemente sostenuto dalla Banca di Credito Cooperativo di Formello e Trevignano, che ha concesso il proprio patrocinio, cui si sono associati anche la Regione Lazio, la Provincia di Roma e il Comune di Bracciano, riconoscendone la validità e la funzione formativa dei giovani. All’evento erano presenti gli studenti del Liceo “Vian”, che avevano partecipato con propri lavori al Premio stesso, tanto nella sezione riservata alla poesia, intestata alla Prof. Malavasi, quanto nella sezione di prosa e saggistica, intestata alla Prof. Vairo, entrambe docenti del Liceo stesso e prematuramente scomparse. Era presente anche l’Assessore all’Istruzione del Comune di Bracciano, nonché altre personalità della scuola e della società, estimatori delle due docenti. Nel corso della manifestazione, diretta dal Preside del Liceo, il Prof. D’Agostino, i vincitori, di volta in volta chiamati dalla Prof. Truini, presidente della Commissione selezionatrice, hanno letto, palesemente molto emozionati, le loro poesie o brani dei loro saggi, riscuotendo un caloroso applauso dai presenti. Per la sezione poesia, vincitore è stato Alessandro Camilletti, con la poesia “Memorie di una musa”, una delicata poesia che esprime l’oblio che copre chi, pur 8 lottando per vivere e far vivere la sua famiglia, non riesce a lasciare alcun ricordo del suo passaggio. Una menzione d’onore hanno ricevuto anche Maria Novella Brini, per “A Matteo”, in cui esprime gratitudine verso chi ha insegnato e ricordato che la vita è un dono da godere con pienezza e che poche sono le cose veramente importanti per le quali conviene lottare, come l’amore, la felicità e la gioia di vivere, e Andrei Pollari, per “Requievi”, in cui rivive il percorso fatto per un amore. Per la sezione prosa e saggistica, il primo premio è andato a Sandro Limaj, con il saggio “Massacri moderni”, dove racconta come nella quotidianità scorrono pensieri e si fanno azioni non sempre razionali, come, ad esempio, lasciare lo spazio di una sedia tra sé e gli altri durante le attese che avvengono nella metropolitana, sul tram, sull’autobus, in sala d’aspetto, “per non disturbare”, ma più spesso per una forma di egocentrismo. La menzione d’onore è stata assegnata a Chiara Di Filippo, per “Binge”, in cui racconta le prime esperienze sognanti di una sedicenne, e a Maria Vittoria Negretti, per “Esperienze con gli occhi di Alice”, con le nostalgie del periodo scolastico, come rifugio di fronte alle incertezze del futuro. Ai vincitori e a tutti coloro che hanno presentato i propri lavori è stato rilasciato un attestato di partecipazione. (Mario Carfì) CON IL PATROCINIO DELLA BANCA VELA La VIC Formello Il valore sociale dello sport Lo scorso 28 ottobre al Teatro J.P. Velly l'Associazione Sportiva Dilettantistica “VIC Formello” ha presentato tutte le sue attività. È un'associazione ormai ben radicata nel nostro territorio: nel lontano 2001 ha vinto il bando per la gestione dell’impianto sportivo “Il Boschetto”, confermandosi poi negli anni successivi e gareggiando in più campionati maschili e femminili. La Scuola Calcio della VIC Formello è riconosciuta dalla Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC), grazie alle qualifiche di tutti gli istruttori e alla continua crescita numerica dei tesserati, arrivati a circa 300. È iscritta ai campionati di Seconda categoria, Juniores regionali, Allievi, Giovanissimi, Esordienti, Pulcini e Piccoli Amici. In questa stagione 2011-2012 ha stretto inoltre un accordo di affiliazione con la società professionistica “AC Cesena”, che milita nel Campionato di Serie A, con l'obiettivo di valorizzare i giovani campioni di domani. “Il calcio non è solo uno sport – ha dichiarato nel giorno della presentazione il Presidente Pietro Cruciani – ma è anche aggregazione tra giovani di età e nazionalità sempre più differenziate, educazione al confronto e al rispetto dell'avversario, scuola di vita per tirare fuori il meglio di sé”. Sono stati più di 80 i tornei internazionali riservati al settore giovanile a cui la VIC Formello ha partecipato, anche in Europa, negli Stati Uniti e negli Emirati Arabi, e più della metà sono stati vinti. In bacheca ci sono i trofei di due campionati terminati al primo posto, uno con gli Allievi (2007/2008) e uno con gli Juniores (2008/2009), e quest'anno la VIC guida la classifica nei campionati provinciali Allievi e Giovanissimi. “Al di là del successo sportivo - aggiunge il Direttore generale Maurizio Provenzano - la partecipazione a trofei come il Pisa World Cup, il Friendship Cup e l'Italy Cup è stata una grande occasione per far conoscere la nostra associazione e il nostro Comune in Italia e all'estero”. Il merito di queste affermazioni è da ascriversi ad una attenta pianificazione e alla professionalità dell'organigramma, che vede impegnati il direttore sportivo Giuseppe Tamborini, tre team manager certificati, un preparatore atletico, un medico sociale, uno psicologo e gli allenatori delle varie squadre. In questi anni non sono mancate iniziative di solidarietà: la Scuola Calcio della VIC ha sfilato all'interno dello Stadio Olimpico di Roma in occasione del Derby del Cuore, giocando alcune partite, mentre organizza la manifestazione “Un gol per un sorriso”, giunta alla terza edizione, che vede la partecipazione di cantanti, attori e affermati sportivi per raccogliere fondi a favore della ricerca medica e scientifica. (A.F.) 9 VELA NOTIZIE IN BREVE Il convegno a Rocca Priora sulle energie alternative Il 23 settembre si è svolto presso la Banca di Credito Cooperativo del Tuscolo - Rocca Priora un convegno sulle energie alternative e l’efficienza energetica. Dopo il saluto del Presidente dott. Claudio Ceccarelli, numerosi sono stati gli interventi: dott. Francesco Liberati, Presidente della Federlus, dott. Damiano Pucci, Sindaco di Rocca Priora, dott. Enrico Crisci, Presidente Ordine Commercialisti di Tivoli e tanti altri autorevoli commentatori. Al Convegno erano presenti anche gli amministratori della BCC di Formello e Trevignano unitamente ai componenti dei Consigli di Amministrazione delle BCC del Lazio, dell'Umbria e della Sardegna. Una giornata di intensi lavori valevole anche per l’acquisizione di crediti formativi necessari per ricoprire cariche all’interno degli Organi statutari. Un segno dei tempi La perdurante crisi economica e l'aumento della compagine sociale, giunta ormai alla soglia dei 2.200 soci, ci impongono di razionalizzare le spese per i premi di laurea e per gli abituali pacchi natalizi che la Banca dona ai soci. Quest'anno, quindi, saranno premiate le tesi che avranno riportato una votazione dai 105/110 in su, mentre il pacco natalizio sarà leggermente ridotto rispetto agli anni passati. È una scelta non facile, che si deve alla prudente amministrazione che ha sempre dato stabilità al nostro istituto bancario. Non cambiano invece i contributi di solidarietà e le sponsorizzazioni alle iniziative culturali e sportive, come pure le numerose attività sociali, dai corsi tematici alle gite di “Conoscere Roma” e ai viaggi settembrini nelle Capitali europee. Lacrime per una banca di Antonio Bruni Una conferenza sull'arresto cardiaco Sabato 25 febbraio 2012 alle ore 16e30 si svolgerà nella Sala Riunioni della Banca, in viale Umberto I - 92, una conferenza sull'arresto cardiaco, per informare sul problema, spiegare le norme di primo soccorso anche con delle dimostrazioni pratiche e sottolineare l'importanza della presenza di defibrillatori nei luoghi pubblici. Il relatore dell'incontro, promosso dall'Associazione culturale “Il Melograno”, sarà il Prof. Altamura, primario cardiologo dell'Ospedale “Sandro Pertini” di Roma. 10 Il conto è corrente aperto costante bollette e ristorni bonifici e assegni dispongo efficiente e penso non costi ma arriva la busta controllo l’estratto ad ogni mia mossa la banca tintinna le spese sue conta le voci son tante con date scadenti assommo il salasso a leggere il saldo mi sento commosso. PERSONE VELA Mauro Bastianelli nel segno di Mozart Un dipendente della nostra Banca è un apprezzato musicista a livello internazionale. Laureato in Musica al conservatorio romano di Santa Cecilia, Mauro Bastianelli ha frequentato vari corsi di interpretazione musicale, perfezionandosi con il Maestro Franco Ferranti. Primo assoluto alla selezione nazionale per orchestra del Teatro “Massimo Bellini” di Catania nel 1991, vi ha suonato come primo clarinetto nella stagione lirico-sinfonica dell'anno successivo. Di assoluto rilievo le collaborazioni con Ennio Morricone e con Christian Badea, direttore del “Metropolitan” di New York, ma Mauro ha suonato anche nelle orchestre della RAI a Napoli e a Roma, esibendosi in mondovisione nella Sala Nervi del Vaticano alla presenza di Giovanni Paolo II. Ha fatto parte di complessi da camera e ha inciso per case discografiche. Prima di essere assunto in Banca, ha insegnato per dieci anni educazione musicale nelle scuole. L'universalità della musica La sua passione per la musica iniziò da piccolo, ascoltando le canzoni dello Zecchino d'Oro in televisione e osservando il fratello Sandro, che allora suonava nella Banda musicale di Formello. E così anche Mauro iniziò a suonare, prima la chitarra, poi il clarinetto, lo strumento con cui si è affermato, infine il pianoforte. “Il suono del clarinetto è quasi arcaico, mi faceva viaggiare con la fantasia e pensare ad altre epoche, al classicismo del Settecento e al romanticismo dell'Ottocento”, racconta Mauro. Un'apertura dei sensi e della mente che forse solo la musica sa infondere: “La musica classica è stata la mia formazione, ma ascolto anche i cantautori italiani, la musica house e la disco-music, come pure mi affascinano i giri armonici improvvisati nel jazz”. Da Catania a Salisburgo Mozart è stato ed è il suo grande modello, il più grande compositore di tutti i tempi che è riuscito con semplicità e limpidezza ad esprimere tutta la complessità della bellezza e dell'armonia. “Consiglio a tutti di leggere il carteggio tra Wolfgang Amadeus Mozart e il padre, Leopold. Sono lettere di intensa umanità, in cui non si parla soltanto di musica, ma anche di affetti e di vita quotidiana”. Sono tanti gli aneddoti che può raccontare chi, come Mauro, nel segno di Mozart ha calcato i palchi di tutta Europa. “A Salisburgo, città natale di Mozart, agli angoli delle strade è possibile ascoltare gruppi di musicisti che interpretano gli spartiti del grande Genio. Un'intera città sembra tornare a vivere nel Settecento”. Oppure: “Il giorno della strage di Via D'Amelio nel luglio 1992, quando persero la vita Paolo Borsellino e gli uomini della scorta, io mi trovavo a Catania, a Villa Bellini. Stavamo suonando la Turandot di Puccini. A un certo punto si diffuse la tragica notizia. L'opera fu interrotta. Le tremila persone del pubblico si alzarono e andarono via, nel silenzio più assoluto”. I concerti della Banca “Per due anni ho suonato nella Banda musicale del paese - continua Mauro - e notavo che molti nostri concerti erano sostenuti dalla Banca di Credito Cooperativo. Fu questo ad avvicinarmi alla Banca”. Da quel giorno Mauro non manca di seguire i concerti organizzati dalla Banca, dalla banda musicale “Alberto Bernabei” al coro lirico che si è esibito per il cinquantenario della fondazione della Cassa “San Lorenzo” e al quartetto jazz che ha suonato per i 150 anni dell'Unità d'Italia. “Mi piace l'idea che l'elevazione culturale dei soci, promossa dalla Banca, passi anche per la musica”. (A.F.) 11 VELA IN VIAGGIO CON NOI Barcellona, Lourdes e Carcassonne Carcassonne I nostri soci raccontano la movida della città catalana, la spiritualità di Lourdes e il fascino delle mura medievali del piccolo borgo francese. Ne è nato questo diario di viaggio scritto a più mani Quanto è bella Carcassonne di Mario Angelozzi Il 28 agosto siamo arrivati a Carcassonne, provenienti da Barcellona. Mi è sembrata una città delle favole che mi raccontavano da bambino. È tutta recintata da possenti mura e torrioni, così da sembrare una fortezza inespugnabile. Dentro c’è vita e tanti piccoli negozietti visitati dal nostro gruppo di soci, soprattutto dalle signore. Abbiamo visto anche alcuni tratti di murature romane, inglobate in altre di più recente costruzione. Bellissima anche la cattedrale e la piazza principale. Prima di proseguire per Lourdes abbiamo pranzato in un tipico ristorante chiamato Les Cours de la cité. L’abbiamo rivista due giorni dopo sulla strada di ritorno, imponente più che mai su quella collina. Non potrò mai dimenticare Carcassonne. 12 Barcellona 13 VELA IN VIAGGIO CON NOI 14 Essere moderni nella tradizione Il pranzo di Eliana Giacometti di Giuseppe Napoleone Questo può essere lo slogan di Barcellona. La prima cosa che ho notato sono le sue larghissime strade. Quelle più importanti: la Diagonal, la Gran Via, la Rambla, Passeig de Gracia, nonostante siano ad alta densità di traffico, conferiscono alla città un ampio senso di respiro. Molti si muovono con le biciclette sulle ciclabili chilometriche e i bus, mi risulta, sono puntualissimi. Una città solare e vivibilissima, insomma! Barcellona è energia, fantasia, cultura, divertimento, alternatività, multiculturalità. Ricordo con emozione le passeggiate lungo la Rambla con i suoi numerosi locali e negozi aperti fino a tardi. Mi soffermavo ad ammirare gli artisti di strada: mimi, giocolieri e ritrattisti impegnati nella loro incredibile capacità. E poi scendere verso il porto o risalire per ammirare i giardini o immergersi nella spettacolare bellezza del panorama affacciandosi dalla terrazza del Montjuic... Ricordo la forte suggestione provata al cospetto dell’imponente Sagrada, il bosco riprodotto all’interno del Tempio con le colonne che somigliano ad enormi platani che convergono al cielo, verso una divinità naturale. Ho ammirato a lungo quelle pareti, quei portali, quelle sale così strane e mai viste e le ho trovate tremendamente belle ed affascinanti. La foto di gruppo sotto le enormi guglie mi ha sorpresa con un’espressione sgomenta nel volto... Come dimenticare le botteghe degli artigiani nella Ribeira, che di giorno animano il quartiere e di notte fanno spazio a bar, ristoranti e locali alla moda? O le passeggiate sulla Rambla lungo file di palme, mischiandosi alle frotte dei turisti di ogni nazione e provenienza? Come dimenticare la suggestiva cornice delle stradine medievali con la presenza della chiese in stile gotico? E come dimenticare la serata di gala, quando profumati ed elegantissimi ci siamo incontrati al “El Asador de Aranda”, nel caratteristico quartiere del Tibidabo, quando i suonatori catalani si sono esibiti per noi e il Presidente ci ha fatto dono di nacchere e fiori, gentile omaggio a coronamento e commiato della caliente e bella serata? Adios e gracias, Presidente! Che pranzo al Pueblo Espanol! In un villaggio da fiaba posto sulle alture di Barcellona, costruito nel 1929 per l’Esposizione universale, i soci della BCC di Formello e Trevignano hanno consumato un pranzo da favola. Un affascinante villaggio, segnato da stradine, piazzette, archi ornati da bouganville, glicini, gerani, alberi di mariposa. La gente parlava da una finestra all’altra, i commercianti sostavano sulla porta del proprio locale. Per il pranzo abbiamo mangiato la famosa paella. È stata servita su un recipiente di almeno un metro di diametro portato con un bastone infilato nei due manici da due spagnoli in costume. Sono passati vicino a ogni tavolo facendo venire l’acquolina in bocca a tutti perché il profumo era proprio invitante. Sono stato il primo ad assaggiarla ma ho rischiato un colpo apoplettico, perché la paella era bollente. Poi ho mangiato a piccoli bocconi e ho potuto gustare per intero la squisitezza di questo piatto. La paella è preparata con tanti ingredienti. Il riso è la base, poi ci si mette il pesce, i peperoni, i piselli e tanti altri condimenti. Quella che abbiamo mangiato era la paella valenciana, perché c’era il pollo, mentre in quella catalana di Barcellona c’è solo il pesce. Che bella gita! L'atmosfera di Lourdes è coinvolgente di Angelo e Maria Pia Del Monaco IN VIAGGIO CON NOI VELA Non me lo sarei mai aspettato. È che da quando sono in pensione, non ho più un minuto di tempo; così mia moglie Maria Pia si è attivata per l’iscrizione alla gita per Lourdes. Non ci siamo interessati dei partecipanti trevignanesi, dando per scontata la partecipazione se non numerosa, perlomeno nutrita dei compaesani. Arrivati al pullman a Formello pronti per la partenza, stupore….. non c’era nessun altro di Trevignano, e i formellesi che ci guardavano stupiti: “ma so’ marziani questi? Ndò vanno?” Si parte regolarmente. Non ci siamo persi d’animo e seduti all’ultimo posto del pullman iniziamo l’avventura. Non è stato né semplice né difficile, sarà per il carattere gioioso dei formellesi o per la mia dedizione alle fotografie, che ci siamo ritrovati e affratellati, con lo scopo del comune divertimento. La gita a Lourdes è stata entusiasmante, coinvolgente e travolgente. Migliaia e migliaia di persone partecipanti alla processione e…. non si sentiva una mosca volare. Tutti assorti nella preghiera. Una esperienza che non può mancare in nessuno di noi. Carcassonne, che bello, una fortezza inespugnabile e conservata in modo eccellente. Barcellona poi non si risparmia ai visitatori, piazze, fontane e cattedrali, tutte bellissime, e “La Rambla” la via dello struscio…. con le infinite bancarelle che facevano affaticare i mariti a trattenere le consorti dalle spese matte (i più attivi Mario e Luciana Angelozzi). Non meno importanti sono stati i ristoranti a Barcellona e la cena di gala… (poi le signore tutte vestite a festa, erano bellissime). Che dire poi dell’allegra e simpatica coppia Silvano e Vania Marinelli, se non un grazie di cuore. Sì, è stata un'esperienza positiva e da consigliare ai soci della Banca di Credito Cooperativo che non l’hanno fatta, e, credo che si debba fare un po’ più di pubblicità per coinvolgere anche i soci di Trevignano, Anguillara e Monterosi. Un ringraziamento al Presidente, all'Ufficio Soci e a tutte le persone che hanno speso il loro tempo per l’organizzazione e la buona riuscita del viaggio. Lourdes Una sensazione unica di Carla Mampieri Quando si parla di Lourdes si percepisce subito qualcosa di mistico, particolare, ma andarci e vedere con i propri occhi è un’altra cosa. Poi ho saputo che la Banca stava programmando la gita sociale Barcellona - Carcassonne - Lourdes, allora mi son detta che avrei partecipato con vero piacere perché sono anni che desideravo andarci. Che dire? Le mie percezioni sono state tante e credo che ognuno le viva a modo suo, ma c’è una cosa che accomuna tutti: la preghiera o la fiaccolata o la processione per i malati dove si canta e si prega insieme a migliaia di persone, diverse fra loro ma simili nei sentimenti. È prorio in quei momenti che si mischiano le lacrime e i pensieri dove tu, sano, pensi a quanto sei fortunato a fare ciò che altri non potranno mai fare. Credetemi, è una sensazione unica. Commovente è stato il rosario detto nella grotta dell’apparizione dove tutti volgevano lo sguardo a Maria e nel silenzio più assoluto si sentiva solo lo sciacquio del fiume che scorreva lento. Chi ha voluto di noi ha fatto anche il bagno in quell’acqua dove poi non capisci come mai ne esci asciutto. A volte non porsi tante domande aiuta di più che avere risposte. Io come tanti altri credo di riandare in un prossimo futuro perché lì c’è qualcosa che attrae. Credenti o non credenti c’è un filo conduttore che fa riflettere sul vero senso della vita. Grazie ancora alla nostra Banca. 15 VELA CONOSCERE ROMA Una terrazza su Roma Ai giardini di Villa Medici la prima gita sociale del nuovo programma “Conoscere Roma” 16 CONOSCERE ROMA VELA Tra imperatori e cardinali Villa Medici è la sede dell'Accademia di Francia a Roma. Appartiene alla Francia dal 1803, quando Napoleone la acquistò dalla famiglia Medici. Fu edificata sul sito della fastosa villa romana di Lucullo, terrazzata su più livelli. Dopo la morte di Lucullo, la villa fu contesa tra Valerio Asiatico e Messalina, moglie dell'imperatore Claudio. Un altro imperatore, Onorio, al tempo dell'Impero romano d'Occidente, stabilì qui la sua sede. Secoli più tardi fu acquistata da famiglie nobiliari e da cardinali. Uno di questi, Ferdinando Medici, alla fine del Cinquecento diede alla villa il suo aspetto attuale, sia al palazzo che ai giardini. Una terrazza con una meravigliosa vista su Roma. L'Accademia di Francia a Roma Su consiglio del ministro Colbert, nel 1666 il re Luigi XIV fondò l'Accademia di Francia a Roma, per favorire il soggiorno nella Città eterna degli artisti francesi. “In Italia si incontra l'Europa”, si diceva allora, quando pittori, scultori, eruditi e giovani aristocratici provenienti da tutta Europa concludevano in Italia il loro viaggio di formazione. Gli artisti francesi dell'Accademia avevano anche il compito di copiare le più belle statue romane per abbellire i palazzi reali, in Francia. La sede dell'Accademia fino al Settecento era a Palazzo Mancini, in Via del Corso, ma nel 1803 fu trasferita a Villa Medici. Con i decenni, a pittori e scultori si aggiunsero musicisti e compositori, e nel Novecento anche sceneggiatori, fotografi e scrittori. I giardini Attorno alla villa si estende un parco di quasi otto ettari, composto da un giardino all'italiana, cioè con siepi basse e geometriche, un boschetto e un “pomarium”, un grazioso orto con alberi da frutta. Alla fine del giardino c'è lo studiolo di Ferdinando Medici, in due ambienti, di cui uno in restauro. Si tratta di stanze affrescate con padiglioni, grottesche, stemmi, cornici, creature fantastiche e allegorie delle stagioni. Alcuni dipinti mostrano con straordinaria precisione proprio Villa Medici, in varie epoche. Una piccola gipsoteca conserva invece i gessi realizzati dagli studenti francesi che hanno soggiornato all'Accademia negli ultimi due secoli: è una sala-studio in cui quegli artisti hanno riprodotto le statue più belle dell'antichità romana, modello assoluto di bellezza e armonia. (A.F.) Il calendario delle gite a Roma Sabato 14 gennaio: Galleria di Palazzo Corsini Il palazzo storico che ha ospitato la regina Cristina di Svezia oggi racchiude una delle più sontuose collezioni artistiche legate ad una famiglia papale e comprendente anche Caravaggio, Rubens, Maratta e Giordano Sabato 11 febbraio: Chiese del Gesù e di Sant'Ignazio L'estetica, la catechesi e la propaganda dei Gesuiti rese attraverso due meravigliose chiese in pieno centro storico, simboli della grande stagione della decorazione barocca romana. Sabato 10 marzo: Palazzo Apostolico Lateranense Baluardo del potere temporale del papa in piena Controriforma, è costituito dalle ricche stanze affrescate dell'appartamento nobile e dalle splendide collezioni del museo storico Sabato 14 aprile: Chiesa di Santa Cecilia e il rione Trastevere Una passeggiata attraverso gli angoli meno noti del quartiere, con particolare attenzione alla chiesa sorta sulla casa della giovane martire e decorata con celebri affreschi medievali Sabato 12 maggio: Giardini Vaticani Il segreto incanto di viali alberati che raccontano la storia millenaria della cittadella papale, con fontane, sculture e monumenti di epoche diverse racchiusi nelle mura vaticane Sabato 9 giugno: Villa Adriana di Tivoli Un tuffo nella Roma imperiale alla scoperta della villa del più filosofo tra i sovrani, amante della Grecia classica e cultore di una passione antiquaria ispirata ai miti egizi 17 VELA NAVIGARE NELLA STORIA Epitaffio d'amore Con i barbari ormai per le strade della Città eterna, Rutilio Namaziano è l'ultimo cantore di una romanità al tramonto Della Roma imperiale descritta da Svetonio e dagli altri scrittori latini ben poco rimaneva dopo oltre quattro secoli. Solo orgogliosi ricordi di quel formidabile esercito che imponeva la sua forza su un immenso territorio, che andava dalla Scozia alla Mesopotamia, dalla Libia al Mar Baltico, dal Mar Morto alla Lusitania. Una macchina possente che si muoveva su un immenso reticolo di strade disseminato di fortezze e di nuove città costruite dall’estro di architetti romani e sulle quali veicolava la cultura e la civiltà fin nei recessi più re18 moti dell’Impero. Dal 378 e fino alla deposizione di Romolo Augustolo, ultimo Imperatore, nel 476, bande di invasori si riversarono in Italia ed occuparono Roma e le sponde africane del Mediterraneo. Il declino dell'Impero Finiva così un mito, un sogno ed un tipo di Stato dalla forza prorompente che ovunque arrivava lasciava come per incanto imponenti opere d’arte come ponti, acquedotti e anfiteatri. Ne fu la causa una civiltà divenuta troppo raffinata, per certi versi decadente, più votata ad una vita gaudente che tesa alla salvaguardia del pubblico bene. Ma la baldanzosa e feroce discesa degli Unni traeva origine anche da una insopportabile pressione fiscale imposta alle sterminate province, che riduceva alla fame intere regioni. E non c’erano più soldati “romani” nelle legioni, costituite e comandate ormai da soldati germanici, disposti ancora a sopportare le dure leggi della via militare. Ma il loro cuore non batteva per la Città eterna. In quel tempo poi si era affermata la nuova dottrina del cristianesimo, da cui la popolazione umana traeva un diverso conforto e una convinta speranza. Nuove strutture sociali pian piano soppiantarono l’organizzazione civile dello Stato che dovette cedere l’importante potere religioso ai nuovi sacerdoti cristiani: dall’accettazione delle regole imposte da un potere assoluto alla condivisione di valori trascendenti. Il paganesimo d’altronde non dava più adeguate risposte alle problematiche esistenziali, ridotto com’era alla monotona ripetizione di antichi rituali e liturgie aderenti soltanto al costume tradizionale romano e prive di messaggi liberatori che le nuove filosofie stavano invece imponendo. Una pluralità di cause dunque contribuì al declino sempre più rapido di un impero fino alla sua consunzione. Su queste rovine Claudio Rutilio Namaziano scrisse “De reditu suo”. Le invasioni barbariche Rutilio Namaziano era originario della Gallia Narbonese. Nacque da famiglia benestante, proprietaria di vasti latifondi. Appena ragazzo seguì il padre a Roma a cui l’imperatore Onorio aveva assegnato il governatorato della Tuscia e dell’Umbria. Di profonda cultura classica, anche Rutilio ebbe occasione di percorrere un cursus honorum di tutto rispetto fino a diventare prima Magister Officiorum nel 412 e poi Praefectus Urbis nel 413. Amava immensamente Roma, i suoi monumenti, la sua lunga storia, specialmente la cultura con la quale aveva illuminato il mondo. Scriveva: “Ascolta regina del mondo che hai fatto tuo, o Roma, ascolta negli stellati cieli, ascolta, madre di uomini e di dei”. Con dolore prendeva atto della decadenza morale di un popolo un tempo dominatore del mondo e della insipienza militare degli ultimi Imperatori che consentì ripetute invasioni di orde barbariche. Siamo nel 415 d.C. L’impero romano stava crollando sotto le brutali incursioni di eserciti venuti dal freddo. I Visigoti di Alarico - che amava e nel contempo odiava la capitale dell’impero – l’avevano saccheggiata cinque anni prima. Più tardi scesero gli Unni di Attila e i Vandali di Genserico. Spogliarono case e palazzi imperiali, templi e lussuose dimore della nobiltà romana. Stuprarono e uccisero. Rutilio assistette alla rovina della città che riteneva anche sua, quantunque straniero, per avervi ricoperto numerose cariche pubbliche. Una città splendente di marmi giunti dalle più lontane cave dell’impero, lastricata di opere d’arte mai viste fino ad allora, cosmopolita, dominatrice dei popoli. Le invasioni barbariche stavano minacciando tutta l’Europa e quindi anche la Gallia Narbonese, dove la famiglia Namaziano possedeva ville e terreni che bisognava in ogni modo difendere. Rutilio fu quindi obbligato a fare ritorno alla sua terra lasciando così Roma, che era “ciò che piace senza fine”. Il viaggio per mare verso la Gallia Parte all’inizio dell’inverno del 415. Non risale però l’Italia utilizzando le consolari, perché distrutte o occupate da un fiume di barbari che spogliavano città e villaggi di ogni bellezza, ma intraprese per prudenza la via del mare salpando da Ostia. Un lungo viaggio con frequenti tappe, ora prolungate, ora brevi, per l’inclemenza del tempo. Nel risalire la costa tirrenica con la morte nel cuore scrisse “Il ritorno” (“De reditu suo”), un accorato e appassionato atto d’amore verso la Città eterna alla quale ognuno doveva chinarsi: “lo stesso Tevere trionfalmente coronato di canne, pieghi le docili acque alla vita di Roma e a te che porti tra le placide sponde opulenti traffici qui, giù dalla campagna; là, su dal mare”. Un corposo “epitaffio” scolpito sulle tavole della storia di un mondo morente. Inizia così un viaggio con un piccolo drappello di barche al seguito, sempre in vista dalla costa, ma sufficientemente distante per evitare gli attacchi degli eserciti invasori. Con il tormento nel cuore scriveva: “Non lontano dal cielo siamo noi quando ci troviamo nei tuoi templi… Tu spargi i tuoi doni eguali ai raggi del sole. Non ti fermarono le sabbie infuocate della Libia, non l’estrema terra armata di ghiaccio ti respinse. Facesti una patria sola di genti diverse… perché tu trasformasti gli uomini in cittadini e una città facesti di ciò che prima non era che un globo”. Più su, costeggiando l’Etruria, di cui era stato Prefetto, rivolge un caldo e mesto saluto alle rive del mare “corrose dal tempo e dalle onde”. All’altezza di Inuo, piccolo centro abitato nei pressi di La Spezia, anch’esso fatto oggetto delle scorrerie barbariche, annota la decadenza del luogo, guardato dall’alto “da una piccola immagine di pietra. È di chi reca sulla fronte le corna”. Ne “Il ritorno” vengono annotati paesaggi distrutti e vestigia spettrali del passato. Resta ignota la fine di Rutilio Namaziano: di lui rimane questo componimento in distici elegiaci, ultima testimonianza letteraria della latinità classica che emana i raggi di una romanità al tramonto. (G.P.) 19 VELA LE MIGLIORI TESI DI LAUREA Quanta spiaggia avremo tra 50 anni? Uno studio sperimentale sulle barriere frangiflutti FEDERICA GUADAGNOLI, NEO-LAUREATA IN INGEGNERIA CIVILE DI L’ambiente costiero è un sistema altamente dinamico, interessato da fenomeni erosivi dipendenti da fattori quali il moto ondoso, le correnti e le maree, che combinati con un’attività antropica spesso incontrollata, determinano l’arretramento di circa 1 metro di spiaggia ogni anno. Il 42% delle coste italiane, infatti, è in erosione (2000 km). La necessità di risolvere questo problema ha portato all’impiego di barriere frangiflutti, termine che indica, nell’ambito dell’Ingegneria costiera, un insieme di opere di difesa opportunamente create per la salvaguardia dei litorali, differenti per forma, materiali utilizzati, dimensioni e posizionamento. Durante lo svolgimento della tesi di laurea è stato condotto uno studio sperimentale incentrato sul comportamento idraulico di barriere sommerse, poiché, nonostante il largo impiego di queste opere, 20 estremamente efficaci per la dissipazione dell’energia del moto ondoso, non sono ancora completamente conosciute le relazioni matematiche che ne regolano il comportamento. Ai fini progettuali sarebbe importante poter dimensionare le strutture senza dover ricorrere all’ausilio di modelli in scala. Ciò si tradurrebbe in una sensibile riduzione di costi e tempi di progettazione. Il lavoro di ricerca è stato svolto presso il Laboratorio di Idraulica del Dipartimento di Ingegneria civile di Roma Tre; le prove sono state effettuate studiando onde monocromatiche e onde random, variando la sommergenza della barriera. Le scogliere sommerse sono costituite da strati di massi naturali o artificiali di diverse dimensioni; la stabilità dell’intera struttura è legata all’inclinazione verso il largo del paramento lato mare; su questo o sul- la sommità della barriera (berma) avviene il frangimento dell’onda, necessario per la dissipazione dell’energia del moto ondoso. Le barriere sommerse hanno trovato largo impiego nel campo della difesa dei litorali, grazie al ridotto impatto ambientale prodotto e alla loro efficacia nell’attenuazione dell’erosione costiera. Queste strutture non presentano gli inconvenienti tipici delle classiche scogliere emergenti, in quanto limitano la riflessione dell’onda incidente sulla barriera, che può causare un profondo scavo al piede dell’opera, mettendone quindi in pericolo la stabilità. Inoltre garantiscono un sufficiente ricambio idrico nella zona protetta, in modo che questa non assuma un carattere semi-lagunare. Assicurano quindi una buona qualità dell’acqua e una migliore fruibilità balneare, limitando infine i pericoli legati alla balneazione e alla navigazione. Al termine dello studio sperimentale si può affermare che strutture debolmente sommerse hanno maggiore efficacia sulla laminazione dell’evento ondoso. Infatti, diminuendo la sommergenza si ottengono barriere capaci di abbattere sensibilmente la trasmissione del moto ondoso. LE MIGLIORI TESI DI LAUREA VELA Il restauro del Liberty Il Palazzo degli Ambasciatori al “quartiere Coppedè” di Roma LAURA SANGREGORIO, NEO-LAUREATA IN ARCHITETTURA DI Il Liberty è un movimento stilistico dal gusto modernista che in Italia si diffonde tra la fine del 1800 ed i primi decenni del ‘900 e che affonda le sue radici nelle innovazioni tecnologiche dovute al processo industriale. È uno stile che si pone a servizio di edifici privati della classe borghese in ascesa, che vuole mostrare il suo potere e le sue ricchezze attraverso edifici dal forte impatto visivo dato dall’uso di elaborati apparati decorativi in cemento, materiale plasmabile e che, con le tradizionali tecniche e lavorazioni, permette l’ottima simulazione di materiali naturali più costosi. L’apparato decorativo è quindi il principale aspetto dello stile costituendo una vera e propria sovrastruttura alla struttura dell’edificio. L’artista è in bilico tra il bisogno di rinnovamento, dato dalla rivoluzione industriale con i nuovi materiali e i processi creativi in serie, e il bisogno di rimanere attaccato al passato rappresentato dall’artigianato e dalla tradizionale produzione manuale; si trova nella paura che il processo industriale e l’innovazione tecnologica possano determinare la perdita di identità e di importanza dell’arte, privandola della sua unicità. La produzione di questo periodo di conseguenza unisce le due realtà utilizzando materiali di nuova invenzione secondo l’uso di tecniche ancora artigianali, creando così molti materiali ormai oggi fuori produzione e che molto spesso sono anche irriproducibili, in quanto invenzioni in una fase di sperimentazione. Le immagini che abbiamo dei palazzi monumentali in questo stile, come l’immagine recente del “quartiere Coppedè” a Roma, sono opere “rimesse a nuovo”, edifici che subiscono interventi di ripristino attraverso tinteggiature che comportano variazioni tonali e appiattiscono le superfici. Un mancato riconoscimento delle ragioni storiche e tecniche di questi materiali porta quindi a non capire la destinazione a vista delle superfici che hanno il loro valore nella texture e finitura superficiale. Il palazzo degli Ambasciatori nel quartiere Coppedè, edificato tra il 1916 ed il 1921, mantiene ancora le caratteristiche originali degli edifici in stile Liberty e, non avendo subito nessun intervento, suggerisce il valore storico-artistico espresso nei materiali, nelle lavorazioni di finitura e nella gerarchia degli elementi di facciata. Poche sono le ricerche specifiche a riguardo e gli approfondimenti di natura tecnologica intesi ad indagare materiali, modalità esecutive, finiture, colorazioni degli impasti e messa in opera. Da tale mancato riconoscimento discende una pratica di restauro sbagliata che danneggia i manufatti; un intervento di restauro conservativo, accompagnato da una padronanza tecnica ed un’adeguata conoscenza delle caratteristiche costruttive e costitutive, sarebbe invece un approccio più consono. 21 VELA LIBRI Tre libri scritti da nostri soci o da figli di soci raccontano ognuno a suo modo l'intreccio tra realtà e immaginazione. Gino Polidori ha ricostruito un giusto processo per Nerone studiando le cronache del tempo, Valentina Del Monaco ha raccolto le suggestive atmosfere del lago di Bracciano, mentre Dario Giardi e Francesca Brocchetta ci accompagnano in cinque itinerari insoliti nei misteri di Roma. Tre libri da leggere o da In pochi personaggi come Nerone realtà e mito si sono mischiati in tinte così forti: la sua storia è diventata fin da subito leggenda, mentre la sua leggenda sembra avere la veridicità della storia. Gino Polidori, già autore di “Insieme a Svetonio negli archivi imperiali”, ha riletto scrupolosamente le pagine dei grandi storici latini per raccontare la vita dell'Imperatore, dalla giovinezza alla conquista del potere e al tragico epilogo finale, sempre con uno stile avvincente che lascia intravedere le più intime pieghe interiori dei protagonisti. Ma è anche una “biografia sociale”: attraverso le vicende di Nerone conosciamo la vita della città, le strutture dello Stato, i complotti del palazzo tra giochi di potere, amori e avvelenamenti. Per separare finalmente la realtà dalla leggenda, Polidori ha immaginato un vero e proprio processo, in cui davanti ad una Corte giudicante la Difesa e l'Accusa si confrontano senza esclusione di colpi. A prendere la parola sono Svetonio, Seneca, Tacito, Marziale, Cassio Dione, Flavio Giuseppe e il prefetto Burro. I capi d'accusa nei confronti di Nerone sono quattro: l'incendio di Roma e il concorso negli assassinii della madre Agrippina, della moglie Ottavia e del fratellastro Britannico. Confrontando le fonti, dal dibattimento emergono falsità, pettegolezzi e verdetti sorprendenti, come l'assoluta non colpevolezza di Nerone riguardo all'incendio che devastò la città nel luglio del 64. NERONE UN GIUSTO PROCESSO GINO POLIDORI regalare nel periodo di Natale. Nerone di fronte al tribunale della storia Gino Polidori NERONE UN GIUSTO PROCESSO MILIGRAF EDIZIONI Gino Polidori Nerone. Un giusto processo Miligraf, 2011 22 LIBRI VELA Vedute e paesaggi delle comunità del Lago Alla ricerca della Roma più segreta La tesi di laurea di Valentina Del Monaco, figlia di soci, di cui avevamo parlato in precedenza sulla nostra rivista, è diventata finalmente un volume, pubblicato dal Consorzio Lago di Bracciano. Dopo un'agile introduzione storica, il catalogo delle opere passa in rassegna dipinti e disegni sul lago e le sue genti, a partire dalla “Scena della vita di Gentil Virginio Orsini”, il grande affresco datato 1491 visibile nella Sala dei Trofei di caccia del Castello Odescalchi di Bracciano. Opera dopo opera, si susseguono oli su tela dai colori vivaci e delicati disegni a matita vergati durante il viaggio attorno al lago da Paul Bril, Claude Lorrain, Gaspar van Wittel, Jacob Philippe Hackert e Edward Lear, grandi nomi della pittura di paesaggio che sono rimasti affascinati dalla bellezza del nostro territorio e lo fecero conoscere in tutta Europa. E forse a Paul Bril è da attribuire uno straordinario disegno a penna conservato al Museo del Louvre di Parigi, che Valentina ha identificato con Anguillara. La cittadina sul lago vi appare cinta da possenti mura, con numerose torrette difensive che sormontano i tetti del piccolo borgo e circondano l'inconfondibile Chiesa della Collegiata. Tra Sette e Ottocento, con il diffondersi delle nuove sensibilità del pittoresco, altri artisti percorsero le sponde del lago raffigurando le comunità in inediti scenari, avvolte nella bruma oppure accerchiate da alberi e cespugli, tra storia e natura. Nel corso del suo viaggio in Italia, quando Goethe arrivò a Roma, scrisse: “in questo luogo si riallaccia l'intera storia del mondo e io conto d'esser nato una seconda volta, d'esser davvero risorto”. Con questo stesso atteggiamento di amore e di incanto, Dario Giardi e Francesca Brocchetta hanno scritto una guida sentimentale della Città eterna, tra le maestose rovine della classicità, i vicoli medievali e le grandi piazze rinascimentali. Itinerari insoliti che hanno permesso di guardare con luce nuova alle bellezze della Capitale. Dario è figlio di soci, scrittore, fotografo ed esperto di ecologia, mentre Francesca ha studiato a lungo la simbologia pagana e cristiana che si avvicendano continuamente nella storia di Roma. Colpisce la capacità degli autori di immedesimarsi nella vita quotidiana della città, come quando immaginano “l'atmosfera ribollente del Circo Massimo, le emozioni che si fanno più forti, gli urli, le grida di giubilo e di spavento, il brontolio dei delusi e gli applausi”. Cinque itinerari tematici permettono così di rivivere le antichissime leggende di fondazione della Città, di ripercorrere le strade verso Roma proprio come doveva fare un viaggiatore del II secolo d.C., di esplorare la miriade di culti professati da una popolazione ormai cosmopolita, di seguire i percorsi dell'acqua tra acquedotti e fontane, di interpretare i simbolismi nascosti che ne fanno una delle città più magiche del mondo. Valentina Del Monaco Vedute del territorio del Lago di Bracciano Consorzio Lago di Bracciano, 2011 Dario Giardi e Francesca Brocchetta Roma. Misteri e itinerari insoliti tra realtà e leggenda Polaris, 2011 23 VELA I SOCI RACCONTANO Vengo dal mondo della campagna. Mio padre Orazio era marinaio ma a Trevignano ha fatto l'agricoltore. Era specializzato in frutticoltura e coltivava peschi e aranci. Partecipava alle fiere internazionali e vinse dei premi. In paese avevamo anche una rivendita di sali e tabacchi. Per certi versi quel piccolo negozio è all'origine della Cassa rurale ed artigiana di Trevignano: con mio padre e mio fratello andavo a prelevare il sale e i tabacchi nel deposito dei Monopoli di Stato a Ronciglione. Bisognava fare un versamento all'Ufficio postale e poi alla Cassa rurale. Lì conoscemmo Primitivo Giordani, il direttore, che disse a mio padre: “Ma perché non fondiamo una Cassa rurale ed artigiana anche a Trevignano?”. In quegli anni Trevignano stava vivendo una certa ripresa economica. Attorno al lago, l'avvicendarsi di giornate assolate e di notti umide favorisce l'agricoltura, oggi come allora: un microclima meraviglioso che permetteva di raccogliere gli ortaggi quindici, trenta giorni prima che in altre zone della Tuscia o della Campagna romana. Molti trevignanesi coltivavano la vite e i pomodori e rivendevano i prodotti agricoli sui mercati di Roma e Viterbo. C'era anche chi si riforniva di ortaggi, meloni e cocomeri nelle aziende di Maccarese e di Torre in Pietra. I nostri pomodori arrivavano anche sui banchi di Bologna e di Milano. Qui a Trevignano era aperto il conservificio “3A”: le 3 A stavano per “Azienda Agricola Alimentare”. Ma a Trevignano una banca non c'era. Bisognava andare a Bracciano, dove c'era uno sportello del Banco di Santo Spirito. Per tanti era un problema perché non erano abituati a frequentare 24 Antonio Luciani un'altra comunità. E solo chi aveva solide garanzie riusciva ad ottenere dei finanziamenti. Per di più, qualcuno aveva perso i propri risparmi quando, anni prima, fallì la Banca romana, ed era molto scettico sull'apertura di una nuova banca. Noi, però, volevamo raccogliere quell'invito di Primitivo Giordani. Si formò in paese un comitato promotore. Più volte tentammo di raccogliere davanti al notaio i trenta soci fondatori previsti dalle legge. Poi accadde che l'amico Ermete Avincola coinvolse gli avventori del suo bar per formare il numero legale e sottoscrivere l'atto costitutivo, il 9 febbraio 1958. Mio padre anticipò i soldi per i soci fondatori che in quel momento non ne avevano. Il primo ad aprire un conto corrente nella nostra nuova Cassa rurale fu Bernardino Montanucci. Conoscevamo i soci promotori della Cassa di Formello, costituita pochi mesi più tardi. Io ero allora un giovane ragioniere e con passione iniziai a lavorare alla Cassa rurale. Ricordo che andavo casa per casa per convincere i padri di famiglia a depositare da noi i loro risparmi. La Cassa rurale non solo accompagnò lo sviluppo del paese, ma si impegnò in tante iniziative sociali, costituendo la Cooperativa Agricola Trevignano, che reimpiantò vigneti specializzati, la Cooperativa edilizia Sabate, che con finanziamenti agevolati permise a molti di costruire una casa, e il Centro Sportivo e Culturale “Trevignano”, che riunì tanti giovani in anni in cui qualche ragazzo fu tentato dalla droga. Ho sempre considerato il credito un servizio alla comunità. Anche quando sono stato eletto sindaco del paese, nel 1964, mi sono impegnato nella creazione di opere pubbliche, come le scuole e il campo sportivo. Negli anni Sessanta all'agricoltura si aggiunse il turismo. La Cassa rurale concesse dei prestiti a coloro che volevano ammodernare le aziende agricole o aprire attività di ristorazione. Gli ingredienti per la crescita economica e sociale di Trevignano c'erano tutti. Fino ad allora era mancato il lievito. Il lievito fu il credito cooperativo. Nel prossimo numero: La riforma fondiaria degli anni Cinquanta in una ricerca storica sostenuta dal Credito cooperativo BCC CREDITO COOPERATIVO Formello e Trevignano Romano BCC CREDITO COOPERATIVO Formello e Trevignano Romano Siamo presenti a: Sede Amministrativa FORMELLO Viale Umberto I°, 92 - Tel. 06.9014301 - Fax 06.9089034 Sede Centrale FORMELLO Viale Umberto I°, 4 - Tel. 06.9014301 - Fax 06.9089034 Agenzia n° 1 LE RUGHE Viale Africa, 8 - Tel. 06.9087359 - Fax 06.90129315 Filiale CAMPAGNANO DI ROMA Via del Pavone, 52-53 - Tel. 06.90154376/77 - Fax 06.90154380 Agenzia n° 2 OLMETTI Via degli Olmetti, 41 3U - Tel. 06.90400394 - Fax 06.90400352 Filiale TREVIGNANO ROMANO Via IV Novembre, 2 - Tel. 06.999121 - Fax 06.9999514 Filiale ANGUILLARA SABAZIA Via Anguillarese Km 5,200 - Tel. 06.9994574/385 - Fax 06.9995337 Filiale CESANO Via della Stazione, 359 - Tel. 06.30439538/88 - Fax 06.3038935 Filiale MONTEROSI Via Roma, 50 - Tel. 06.9014301 Monterosi Trevignano Romano Campagnano di Roma Anguillara Sabazia Cesano Le Rughe FORMELLO Olmetti