Formazione del personale civile delle missioni di supporto alla pace:

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Formazione del personale civile delle missioni di supporto alla pace:
Formazione del personale civile delle missioni di supporto alla pace:
verso la creazione di un network dei centri italiani di formazione
Giornata di Brainstorming – Pisa 17 marzo 2010
RAPPORTO FINALE
Introduzione
La giornata di brainstorming “Formazione del personale civile delle missioni di supporto alla pace:
verso la creazione di un network dei centri italiani di formazione” si è tenuta a Pisa il 17 marzo
2010. All’evento, organizzato dal Ministero degli Affari Esteri, la Scuola Superiore Sant’Anna e lo
IAI, hanno partecipato rappresentanti delle amministrazioni centrali dello Stato e dei rispettivi
istituti di formazione, di centro universitari impegnati nel settore della formazione del personale
civile delle missioni di gestione delle crisi, di istituti di ricerca. L’elenco completo è allegato
(All.1.).
Tale attività è stata organizzata come follow-up al convegno “L’Italia nelle Missioni Civili
dell’UE: criticità e prospettive”, tenutosi a Roma presso il MAE il 4-5 novembre 2009, nell’ambito
del quale sono state formulate una serie di raccomandazioni volte a rafforzare il ruolo dell’Italia
nella gestione civile delle crisi. In tale contesto, si era inter alia auspicata l’attuazione di un sistema
di coordinamento, cooperazione e partnership tra le scuole di formazione esistenti nell’ambito delle
varie amministrazioni centrali dello Stato ed i centri di eccellenza italiani in materia di formazione
di personale per operazioni di gestione civile delle crisi. Più in particolare, era stata espressa la
necessità di creare un network di centri di formazione nazionali per mettere a sistema le eccellenze
esistenti e per utilizzarle ad optimum per la formazione del personale da impiegare in operazioni
fuori area e per garantire una formazione di base a tutti gli esperti italiani distaccati - provenienti sia
dai ranghi delle amministrazioni centrali dello Stato che dal settore privato. Ciò anche nell’ottica di
giungere a forme più incisive di sinergia e di specializzazione tematica, evitando al contempo
sprechi di risorse ed inutili duplicazioni.
Obiettivi dell’incontro erano i seguenti:
•
Effettuare una mappatura di chi fa cosa ed in quale settore;
•
Fare un brainstorming su come creare delle sinergie costruttive ai fini di assicurare una
formazione di base a ciascun esperto distaccato;
•
Creare un sistema di coordinamento costruttivo: quale è il ruolo che ciascun ente
gioca/potrebbe potenzialmente giocare in ambito di formazione del personale civile
italiano (ma anche europeo) da impiegare in missioni Pesd anche in una logica di creare
dei centri di specializzazione tematica;
•
Gettare le basi per la creazione di un network (informale): per coordinare attività,
organizzare azioni comuni, evitare duplicazioni ed ottimizzare risorse; per discutere
come utilizzare a livello nazionale i curricula formativi sviluppati ed adottati a livello
europeo (EGT-UE);
•
Verificare la fattibilità di aprire le varie attività formative anche a partecipanti stranieri
offrendo un pacchetto complessivo di iniziative di formazione;
•
Fare strategic thinking: ai fini di intavolare un dialogo sul contenuto del pacchetto
formazione di un eventuale documento strategico nazionale per la gestione civile delle
crisi
1
Resoconto della sessione
APERTURA
Come da programma allegato (All.2) la riunione è stata aperta dal Professor Andrea de Guttry della
Scuola Superiore Sant’Anna. che nel suo intervento introduttivo ha contestualizzato lo scenario
internazionale nel quale si inseriva l’incontro.
Il Professor de Guttry ha osservato come a livello internazionale si assista ad una crescita costante
delle missioni di gestione delle crisi, con mandati sempre più complessi e che vedono un sempre più
alto e diversificato numero di attori coinvolti (integrated missions). Il Professore ha altresì ricordato
l’importanza della formazione del personale impiegato in tali operazioni per il successo delle stesse
ed ha menzionato i vari tentativi di armonizzazione della formazione attraverso l’avvio – a vari
livelli – di processi di standardizzazione dei curricula formativi (EU, UA, ONU). Dato che esistono
sul territorio italiano vari centri di eccellenza per la formazione (il Coespu ne costituisce un
esempio) e che le risorse per la formazione sono limitate, de Guttry ha auspicato una più forte
collaborazione tra gli addetti ai lavori – che raggruppano centri di varia natura (università, strutture
militari, di polizia…). Tale coordinamento può portare a benefici reciproci e fare gioco di squadra
può avere anche un impatto sul ruolo dell’Italia in questo settore in ambito internazionale. Infine de
Guttry ha sottolineato come la giornata di Pisa mirava a costituire un passo avanti rispetto al
meeting di Roma dello scorso novembre.
Il Ministro Piergiorgio Cherubini del Ministero degli Affari Esteri ha ricordato che l’Italia è il
secondo paese contributore di personale dispiegato nelle missioni civili PESD/PSDC. In questo
settore, Bruxelles chiede agli Stati membri un impegno sempre più razionalizzato che contempla,
tra l’altro, l’adozione di una strategia nazionale per la gestione civile delle crisi e l’invio in missione
di personale esperto ben formato. I civili italiani distaccati in tali operazioni sono delle individualità
- non sempre e necessariamente con una formazione specifica per operare in ambito internazionale provenienti dai ranghi delle amministrazioni centrali dello Stato o esperti estranei alla P.A.
contrattati all’uopo dallo stesso MAE. Il Ministero è particolarmente interessato all’incontro per
tutti i vantaggi che il possibile maggiore coordinamento tra chi fa formazione in questo settore può
portare all’intero processo di partecipazione italiana alle missioni PESD/PSDC e nell’ottica di
raggiungere l’obiettivo di poter fare in modo che la formazione sia un elemento importante nel
processo di selezione del personale italiano chiamato ad essere distaccato sul terreno.
Il Dott. Gianni Bonvicini, Vice-Presidente dello IAI, ha infine posto l’accento sul legame
importante che deve esserci tra formazione e ricerca. Lo stesso ha ribadito come le missioni
internazionali dovrebbero poter informare la ricerca per la formazione. Bonvicini ha poi sottolineato
come la partecipazione italiana a tali missioni sia un interesse di politica estera ed al fattore
quantitativo (Italia secondo contributore di risorse umane per le missioni PESD/PSDC dovrebbe
potersi affiancare il fattore di primacy anche in termini qualitativi (personale ben formato e
procedure di reclutamento snelle ed efficaci). Bonvicini si è espresso in termini favorevoli alla
creazione di un network tra centri di formazione italiani sotto il coordinamento generale dal punto
di vista dell’indirizzo politico da parte del MAE.
Dopo una breve presentazione degli obiettivi posti e dei risultati attesi dalla riunione, è stato
effettuato un tour de table tra i partecipanti per una breve introduzione del centro rappresentato e
delle attività svolte ai fini di scattare un’istantanea di chi fa cosa, dove e quando e con l’obiettivo di
conoscere meglio le attività portate avanti da ciascun attore presente. A tal fine un prospetto
informativo è stato altresì predisposto sulla base delle informazioni inviate da alcuni dei centri
partecipanti (All.3).
2
SESSIONE INFORMATIVA
Il Capitano Pierpaolo SINCONI del COESPU ha aperto la sessione informativa del meeting con un
intervento sui vantaggi della creazione di un network di centri italiani di formazione. Ha riportato
l’esperienza dell’istituzione che rappresenta illustrando come il CoESPU abbia già beneficiato dello
sforzo di creare sistema con le componenti civili e militari italiane al fine di meglio proporsi nel
panorama internazionale. Considerato che l’approccio per le moderne missioni di supporto della
pace è, oltre che multinazionale, multidimensionale ed olistico, coinvolgendo tutte e tre le
componenti (civile, di polizia, miliare), il presentarsi nei consessi internazionali con una visione
complessiva ed unitaria, con condivisione di ruolo, funzioni ed obiettivi consentirebbe di agire in
modo coerente e sinergico. Il CoESPU sta a tal proposito riflettendo sulla possibile organizzazione
di un seminario sulla coordinazione della componente militare e di polizia nella gestione delle crisi.
Il Capitano Sinconi ha poi sottolineato come la creazione di un network nazionale di coordinamento
orizzontale tra Centri impegnati nella formazione di peacekeepers favorirebbe la possibilità di
condurre corsi congiunti, impiegando per ciascuna componente le risorse migliori, e nel contempo
svilupperebbe la consapevolezza, da parte di ciascun attore, della “cultural awareness”
multidimensionale, oggi assolutamente imprescindibile in ogni teatro di operazione.
La creazione di una rete dei centri di formazione consentirebbe di colmare alcuni gap professionali
in ciascuna delle 3 componenti. Il CoESPU accoglie favorevolmente il principio di mettere a
disposizione delle altre componenti la propria expertise, eventualmente anche ricomprendendo
personale della componente civile come beneficiario di attività addestrative presso il Centro, ferme
restando le prioritarie esigenze istituzionali. Si ritiene particolarmente utile la creazione di un
meccanismo di scambio sistematico di informazioni tra diversi centri italiani di formazione nel
campo delle operazioni di supporto alla pace appartenenti alle tre diverse componenti in quanto è
materialmente impossibile per ciascun centro singolarmente inteso riuscire a partecipare ed essere
presenti a tutti i diversi gruppi di lavoro, conferenze, congressi che vengono svolti a livello
internazionale. La presenza di uno dei Centri italiani in un incontro in cui emergano punti di grande
interesse per un altro Centro o un'altra componente nazionale deve consentire la sistematica e
puntuale canalizzazione del flusso di informazioni rilevanti, che può variare dalla disponibilità di
finanziamenti specifici da parte di Enti o Organizzazioni a favore di attività di specifica competenza
di altri centri nazionali, alla condivisione di orientamenti dottrinali ed esperienze che, per la loro
multidimensionalità in un ottica di “comprehensive approach”, siano di rilevante interesse anche
per le altre componenti. La creazione di un network consentirebbe infine di “sinergizzare” le
esperienze favorendo la concreta possibilità di scambi di personale e di beni materiali tra i centri.
Con particolare riferimento alla componente di polizia, il network favorirebbe la formazione di
personale che sul terreno riesca a mettere in pratica tecniche, tattiche e procedure per attività di
polizia nel pieno rispetto delle norme e degli standard di diritto internazionale, diritto umanitario
internazionale, delle regole di ingaggio e delle direttive sull’uso della forza nonché dell’etica che
deve sempre guidare la condotta degli appartenenti alla specifica componente.
La Dott.ssa Annalisa CRETA, della Scuola Superiore Sant’Anna, ha presentato alcuni strumenti
pratici per attività formative in sinergia. In particolare la stessa si è soffermata su strumenti volti a:
informarsi ed informare; formare insieme; strutturarsi; progettare assieme. Le idee prospettate erano
le seguenti:
-
Creazione di un network informale tra i centri di formazione partecipanti alla riunione,
assestato su una struttura snella costituita da uno Steering Committee tecnico di
coordinamento effettuato su base volontaria a cadenza annuale dai vari centri aderenti.
-
Incontri periodici da parte dei centri sotto forma di riunioni annuali (Pisa plus).
3
-
Creazione di un sito web che contenga informazioni sui centri italiani e sul loro lavoro nel
settore della formazione del personale civile delle PSO; link alle pagine web di ciascun
centro; Restricted area (per i soli membri); Calendario online delle attività (members only –
sul modello di google calendar).
-
Predisposizione di materiale informativo (sotto forma di opuscolo/brochure).
-
Organizzazione di corsi congiunti pilota.
-
Scambio regolare di risorse umane e didattiche e a permettere – ove possibile - la
partecipazione di rappresentanti di un centro a corsi organizzati da un altro istituto.
-
Utilizzo di Goalkeeper come strumento per mettere a disposizione dei paesi dell’UE le
proprie attività formative che possono essere aperte a cittadini di altri paesi membri.
-
Partecipazione congiunta a tenders/call EC ect.
La Dott.ssa Nicoletta PIROZZI, dello IAI, è intervenuta sulle attività di sostegno alla formazione
presentando il sistema adottato dall’EGT per la certificazione europea dei corsi di formazione.
Scopo del progetto era quello di avere un sistema europeo di certificazione per la formazione del
settore civile della gestione delle crisi mirante a consentire alle istituzioni europee di avvalersi di
personale civile ben addestrato, il quale ha sostenuto corsi di formazione certificati raggiungendo
standard e criteri comuni; agli istituti di formazione di migliorare la qualità dei loro corsi, i quali
sarebbero ufficialmente certificati a livello europeo se in grado di aderire agli standard e criteri
specificati; agli individui coinvolti di ottenere un riconoscimento di livello europeo, una volta
acquisite le necessarie competenze nel settore della gestione civile delle crisi dopo aver sostenuto
un corso di formazione certificato dall’UE. Il logo C3MC (Certified Civilian Crisis Management
Course) è rilasciato ai corsi che rispondono a determinati standard e criteri nella formazione del
personale civile da impiegare poi in missioni di gestione delle crisi. La domanda per il logo C3MC
è aperta agli istituti di formazione europei e non europei, che posseggano personalità giuridica
conforme alla legislazione del loro Paese di origine, e che abbiano precedenti esperienze
nell’organizzazione di corsi di formazione nel settore civile della gestione delle crisi. Le tipologie
dei corsi per i quali la certificazione EGT può essere richiesta sono quelli sui quali l’EGT ha già
adottato un concept paper e che sono stati già testati. La valutazione è condotta dalla Scuola
Superiore Sant’Anna per conto dell’EGT, sulla base della richiesta inviata dagli organizzatori del
corso e di visite sul posto precedenti e/o contemporanee allo sviluppo dei corsi. Il rilascio della
certificazione è soggetto all’adozione di un MoU tra i richiedenti e la Scuola Superiore Sant’Anna,
riguardante i termini d’uso del logo C3MC. Una volta attribuita, la certificazione rimane valida per
1 anno. Un controllo periodico dei corsi di formazione certificati può essere effettuato. Una volta
che il periodo di certificazione è scaduto, gli organizzatori del corso sono autorizzati a chiederne il
rinnovo attraverso una La procedura relativa alla certificazione EGT è stata presentata nell’ambito
di vari eventi internazionali e la fase pilota è iniziata nel dicembre del 208. Ad oggi 14 corsi hanno
già ottenuto la certificazione C3MC.
BRAINSTORMING OPERATIVO
Il Cons. Mauro LORENZINI, MAE, ha aperto la sessione pomeridiana volta ad effettuare una
riflessione su come lavorare in sinergia e secondo criteri armonizzati? Idee e proposte per
sviluppare la collaborazione tra i centri di formazione italiani. I partecipanti si sono divisi in due
gruppi di lavoro.
Il Gruppo di lavoro 1, coordinato dal Professor Antoniotto dell’Università di Torino, ha discusso
degli strumenti per il coordinamento di attività ed azioni comuni: per evitare duplicazioni ed
ottimizzare risorse. La discussione si è incentrata su proposte concrete volte a (1) informarsi; (2)
4
coordinarsi; (3) strutturarsi. Per ciò che concerne il primo punto il gruppo ha proposto come
obiettivo di breve periodo la creazione di un sito web ristretto ai centri di formazione con lo scopo
di costituire un primo strumento pratico per fare network. Per la creazione e l’amministrazione del
sito si è prospettata la possibilità che la Scuola Superiore Sant’Anna funga da hub. Per i contenuti e
la struttura del sito, il gruppo ha proposto di identificare un centro volontario che potesse
predisporre una proposta per costruire il portale. Per il coordinamento, si è valutata positivamente
l’idea di scambiarsi docenti e materiali didattici nonché quella di procedere all’identificazione del
“quid pluris” rispetto alle attività formative già offerte da ciascun centro e che può essere
rappresentato dall’esperienza degli altri, in particolare, per quanto riguarda quella formazione
specifica e addizionale richiesta dalla partecipazione alle missioni internazionali. Sempre in questo
ambito si è sottolineata la necessità di creare un sistema di coordinamento per mettere a frutto e
condividere il ritorno delle esperienze di chi rientra dal terreno (il terreno informa e contribuisce a
formare). Si è inoltre ravvisata la necessità di condividere i curricula formativi standardizzati a
livello UE. I partecipanti hanno altresì sottolineato l’importanza di coordinarsi con il mondo della
ricerca e suggerito che il sito web contenga anche una sezione relativa alla research community
(una sorta di online library sugli argomenti rilevanti per le missioni civili di gestione de crisi). In
questo ambito si è poi ribadito il ruolo che gli enti di ricerca italiani devono poter giocare per
informare la formazione e per informare la progettazione delle missioni stesse a Bruxelles. Sul terzo
punto, relativo alla necessità di trovare forme per strutturarsi, il gruppo si è espresso favorevolmente
rispetto all’idea di predisporre incontri periodici per discutere del seguito dato alle decisioni
adottate alle riunioni precedenti e per discutere delle problematiche che potranno emergere tra una
riunione e l’altra.
Il Gruppo di lavoro 2 coordinato dal Col. Michele dell’Agli della Guardia di Finanza ha discusso
della possibilità di creare/individuare dei centri di specializzazione tematica per la formazione del
personale civile/militare. I partecipanti hanno condiviso che il panorama italiano nel settore della
formazione copre tutte le aree tematiche rilevanti e prospetta capacità specialistiche di rilievo – si
pensi a titolo esemplificativo al ruolo svolto dall’IIHL di Sanremo nel settore della formazione del
personale civile, di polizia e militare su tematiche inerenti il diritto internazionale umanitario ed i
diritti umani - ed hanno incentrato la discussione sulla valutazione delle esigenze e possibilità di
ciascun centro. Il gruppo ha proposto la predisposizione di una matrice che aiuti ad effettuare una
mappatura dei bisogni e delle opportunità di ciascun centro. Le voci rilevanti della matrice
riguardano da un lato le esigenze poste dall’EGT in materia di requisiti minimi di formazione di
base e tematica (curricula standardizzati e relativi obiettivi formativi) e dall’altro le offerte dei
centri in termini, inter alia, di tematiche trattate; facilities (infrastrutture, risorse umane e
didattiche); corsi offerti in lingua inglese ed aperti a cittadini stranieri.
SESSIONE CONCLUSIVA
I partecipanti si sono trovati d’accordo nel’affermare che la creazione di un network nazionale di
coordinamento orizzontale tra Centri impegnati nella formazione:
-
Favorirebbe la possibilità di condurre corsi congiunti, impiegando per ciascuna componente
le risorse migliori;
-
Consentirebbe di “sinergizzare” le esperienze favorendo la concreta possibilità di scambi di
personale e di beni materiali tra i centri;
-
Permetterebbe di fare strategic thinking;
-
Permetterebbe di coordinare attività, organizzare azioni comuni, evitare duplicazioni ed
ottimizzare risorse; discutere come utilizzare a livello nazionale i curricula formativi
5
sviluppati ed adottati a livello europeo (EGT-UE), nonché le altre indicazioni di carattere
formativo provenienti dalla struttura PSDC di Bruxelles.
Decisioni e follow-up
1. PRESUPPOSTI
Le decisioni adottate e le misure prospettate si fondano sui seguenti presupposti:
-
La creazione di un network informale coordinato da un HUB presuppone un ruolo attivo da
parte di tutti gli attori;
-
Vi è un committment formale da parte di tutti i partecipanti a fornire informazioni e a
condividere idee;
-
Il Ministero degli Affari Esteri fornisce il proprio supporto istituzionale come soggetto
principale di coordinamento e si impegna a cercare di valorizzare l’iniziativa ed i suoi
seguiti, nella prospettiva da tutti condivisa della definizione di una “strategia nazionale” di
partecipazione italiana alle missioni civili della PSDC.
-
Lo IAI collabora attraverso le proprie attività di ricerca e la messa a disposizione di risorse
scientifiche.
2. AZIONI IMMEDIATE
-
La Scuola Superiore Sant’Anna invierà asap la lista dei partecipanti corretta, tutte le Pps
presentate; una proposta di documento finale dei lavori come memoria storica (approvazione
per silenzio assenso – 1 settimana per feedback); link ai curricula standardizzati dell’EGT.
3. AZIONI PROPOSTE E CENTRI RESPONSABILI PER L’ATTUAZIONE
I partecipanti hanno deciso di:
-
Organizzare incontri periodici almeno una volta all’anno con format da ridefinire (che per la
prossima occasione potranno essere ospitati a Torino dall’UNITO e Centro Studi Post Conflict
Operations dell’Esercito Italiano; o Sanremo presso l’IIHL; oppure presso le strutture dei
VVFF/ISA a Roma o il Coespu a Vicenza;
-
Creare un sito web ristretto ai soli membri (intranet). La proposta per l’articolazione del sito
verrà predisposta dall’associazione 4Change e circolata a tutti i partecipanti per commenti e
approvazione finale. La Scuola Superiore Sant’Anna è disponibile ad aiutare nella
creazione, lancio e gestione del sito ma dovrà esservi l’impegno da parte di chi farà la
prossima riunione di riprendere il testimone;
-
Predisporre una bozza di matrice di informazioni da raccogliere ai fini di effettuare un
matching tra esigenze formative e offerta disponibile. La Scuola Superiore Sant’Anna
preparerà una bozza da condividere, che potrà essere messa a disposizione di tutti anche
attraverso il sito web di cui sopra;
-
Verificare la possibilità di ottenere finanziamenti per attività di coordinamento a livello
nazionale nel settore della formazione del personale delle missioni PESD/PSDC. Il MAE ne
verificherà la fattibilità con la CE.
6
4. VISION
I partecipanti hanno concordato sui seguenti punti:
-
L’Hub dovrà potersi aprire anche a centri di formazione militari e di polizia;
-
Il lavoro finora svolto e la partecipazione all’iniziativa dovrà utilizzare un approccio
incrementale (apertura anche ad altri attori/enti che non hanno preso parte all’incontro di
Pisa);
-
Si dovrà riflettere sulla opportunità di dare continuità all’esercizio attraverso la creazione di
uno Steering Committee che mantenga la rotta e passi poi il testimone.
Versione consolidata, 25 marzo 2010
A cura di Annalisa Creta
Scuola Superiore Sant’Anna
www.sssup.it
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