Nuovo FEDIC notizie n.22 Seconda parte
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Nuovo FEDIC notizie n.22 Seconda parte
FOGLI D’INFORMAZIONE A CURA DELLA FEDIC (FEDERAZIONE ITALIANA DEI CINECLUB) ANNO III – n° 22 SECONDA PARTE M AGGIO 2015 SOMMARIO SPAZIO TECNICO Incontro con Franco Valtellina – La m acchina da presa – Cinevideo Bergamo LO SGUARDO CRITICO Youth – M . Demata Io sto con Wood Allen – M . Demata PREMIAZIONI E RICONOSCIMENTI FEDIC Corte Tripoli Cinematografica L’ANGOLO DELLE POSSIBILITÀ Program mazione DiLucca.TV Program mazione TeleAmbiente Prem io speciale Expo Milano 2015 – Rai FESTIVAL Ciak si guida – M . T. Caburosso Rete Festival Fedic – G. Castellini NEWS Lutto a Bergam o – È m orto Franco Colom bo – Cinevideo Bergamo Carte di Cinena – È sul w eb il num ero 5 di Carte di Cinem a In e-book gli Atti del Forum Fedic 2014 DAI CINECLUB PROIEZIONI PROGRAMMATE Cineclub Fedic Sangiovannese Cineclub Fedic Cagliari – P. Bruno “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ 30 30 32 32 34 36 36 37 37 38 39 40 40 42 43 43 45 46 47 47 47 E' opinione diffusa che il film stia su un piano più alto rispetto alla pubblicità. Io non l'ho mai pensato. La pubblicità mi ha portato dove sono, è stata la vera scuola per la tecnica filmica. Ridley Scott n° 22 – SPAZIO TECNICO n° 22 – n° 22 – Lo sguardo critico YOUTH di Marino Demata A due anni esatti di distanza da “La grande bellezza” Sorrentino ci propone un film che in prima battuta non può non apparire come il prolungamento dell’opera preceden te insignita da premio Oscar. Diremmo, provocatoriamente, che questa “Grande bellezza 2” sostituisce alla bellezza formale della città eterna la bellezza dei maestosi paesaggi svizzeri e, sia pure per poche sequenze, la grande bellezza di Venezia. Ma paradossalmente in questo film Sorrentino riesce a sviluppare e a far lievitare tempi e situazioni che lo rendono in alcuni passaggi perfino superiore al film precedente. Perché in realtà ne “La grande bellezza”, per chi lo ha visto bene e con appassionata lucidità, c’era la preoccupazione del regista di mettere in mostra un mondo di mediocri fannulloni, alle prese con feste e banchetti in cui si consuma quella generazione dedita più all’apparire che all’essere, più all’avere che allo “stare”. Quella generazione che è stata alimentata da valori di sfrenato individualismo ed egoismo. Ecco perché abbiamo sempre ritenuto di scorgere un elemento di grottesca ironia – al di là della perfezione degli aspetti formali della Roma classica e barocca – perfino nel titolo (La grande bellezza) e in tutto l’andamento del film col quale, a nostro giudizio, Sorrentino ha toccato le corde di una critica impietosa a quella generazione di nullafacenti egoisti e individualisti che sono presenti lungo tutto l’arco del film. Con Youth siamo su un versante diverso. Innanzitutto, al contrario che nel precedente film, Sorrentino simpatizza, ed anche molto, con tutti i personaggi del film. I due protagonisti, un direttore di orchestra ritiratosi da tempo dalle scene e il suo amico regista – rispettivamente interpretati da due magnifici attori diretti in maniera impeccabile, quali Michel Caine e Harvey Kaitel – si ritrovano come ogni anno a trascorrere le vacanze in un superbo Hotel – Spa di lusso a cinque stelle. L’Hotel esiste realmente e si chiama Waldhaus e non sembra un caso che si tratta della stessa location citata da Thomas Mann ne ‘La montagna incantata’. I due amici hanno un atteggiamento diverso, ma anche complementare, verso la vita e il loro esse- n° 22 – re irrimediabilmente oltre la soglia che li fa definire “anziani”. Infatti l’ex compositore e direttore d’orchestra non vuole saperne più di impegnarsi in nulla e tende perfino a rifiutare l’invito della regina di Inghilterra per un recital straordinario in sua presenza. Al contrario il regista lavora con grande entusiasmo, assieme ad una schiera di giovani collaboratori, alla sceneggiatura di un prossimo film, che definisce una sorta di testamento spirituale e intellettuale. Dunque se l’ex compositore rappresenta il tempo che scorre inesorabilmente, l’anziano regista rappresenta l’entusiasmo, mai sopito del tutto, che sa offrire sensazioni speciali (le definirei vere “passioni”) che, sembra suggerire il regista, non hanno alcuna età anagrafica. D’altra parte lo stesso titolo del film suggerisce che sono prerogative della “giovinezza”, intesa come condizione del tutto indipendente dal numero degli anni che ciascuno si porta addosso. E non sembra un caso se al termine del suo soggiorno Fred Ballinger, il compositore in pensione che vorrebbe non fare più nulla nella vita, se non vivere consapevolmente la propria vecchiaia, si sente dire dal capo dell’equipe medica: “Lei sta benissimo. E sa cosa la attende fuori di qui? La giovinezza.” In questo contesto qualcuno forse segnalerà la fragilità del racconto che in definitiva non si discosta molto dalle brevi notazioni che abbiamo svolto sopra. Ma riteniamo che questo sia un punto positivo, di approdo e di svolta del cinema di Sorrentino che era già potenzialmente presente nel film-Oscar. Sembra che a Sorrentino gradatamente interessi sempre meno la robustezza della storia da raccontare e sia invece sedotto dalle immagini, dalla riaffermazione di alcuni concetti chiave che ritroviamo più volte ribaditi nelle quasi due ore di proiezione: lo scorrere del tempo, ove ogni istante è uno spartiacque tra passato e futuro, l’amicizia, ove gli amici sono tali solo fino a che hanno la capacità di raccontarsi cose belle, sorvolando reciprocamente su quelle sgradevoli, e le emozioni che non hanno tempo e sono ciò per le quali vale la pena di vivere a qualsiasi età anagrafica, e infine l’ironia, anch’essa più volte esplicitata come condizione importante per vedere le cose con distacco. Partendo da questi concetti-chiave Sorrentino esprime le sue personali opinioni sotto forma di massime che mette in bocca ai suoi personaggi. Alcune hanno un sapore amaro, come le affermazioni del regista Keitel, che verso la fine del film afferma che si può fare il film, ma si può anche non fare, si possono fare delle cose ed essere ricordati per quello, ma anche non fare nulla. n° 22 – “Tanto nella vita siamo solo tutti comparse”. Ma il film è anche l’occasione per una rifles sione sul cinema in quanto tale. L’aver creato il personaggio del regista è stato indubbiamente una trovata geniale da parte di Sorrentino, perché gli da una esplicita e diretta occasione per un serie di riflessioni sul cinema. Ricordiamo in particolare la contrapposizione tra cinema e televisione, ove quest’ultima viene irrimediabilmente bollata con ironia, come lo strumento che fa fare molti soldi agli attori, senza però offrire nulla al pubblico. Da non trascurare l’importanza della colonna sonora, che accompagna le immagini in maniera perfetta, come già nel film precedente. Con una sottolineatura particolare per Paloma Faith che interpreta se stessa, nonché per il celebre brano di David Guetta, “She wolf (Falling to pieces)” e quello di Bill Callahan, che canta “The Breeze/My Baby Cries“. Non mancano gli omaggi abbastanza espliciti. Per un supertifoso del Napoli come Sorrentino, l’Hotel Spa svizzero offre un’occasione ghiotta per mostrare tra gli ospiti che necessitano di un trattamento particolare anche Diego Armando Maradona, interpretato da Roly Serrano, che viene mostrato come ingrassato oltre ogni limite, pur mantenendo intatte la sua classe e le sue capacità di fare quello che vuole con una palla tra i piedi, anche se si tratta di una palla di dimensioni molto piccole. Da segnalare infine la indovinata scelta dell’intero cast, all’interno del quale il regista napoletano ha voluto anche la splendida “premio Oscar” Rachel Weisz. IO STO CON WOODY ALLEN di Marino Demata Abbiamo letto in questi giorni molte lamentele circa il “flop” del cinema italiano a Cannes, ove, presentatosi con tre opere di indiscusso valore e di grande pregio stilistico e dai contenuti veramente ragguardevoli, è rimasto a mani vuote senza nemmeno uno straccio di premio minore. Tutta la stampa nazionale si è lamentata di questa scelta infelice e, diciamo la verità, anche un po’ faziosa a favore del cinema francese. Detto questo però a me sembra che manchi negli articoli giornalistici di questi ultimi giorni, accanto agli “alti là” per i mancati premi al cine- ma italiano, una analisi seria capace di individuare le cause di quanto accaduto e non accaduto. La maggior parte degli articoli si è limitata a registrare il “disastro” del cinema italiano, e solo alcuni si sono appena limitati a far risalire la causa alla assenza di un membro italiano in giuria. Sarà anche in parte vero, ma a me sembra semplicistico ridurre tutto a questo. La verità è che ancora una volta clamorosamente si è misurata in questa circostanza tutta la pochezza dell’insieme del cinema italiano in quanto tale. n° 22 – Le tre stelle che brillavano a Cannes non erano figlie di un “sistema” e di una articolata organizzazione. Lo ha capito subito, prima dell’inizio del Festival, Nanni Moretti, allorché, parlando delle tre presenze italiane, a chi si congratulava per l’exploit, affermava “peccato che non sono figlie di un vero e proprio sistema cinema italiano”. Cogliendo dunque pienamente nel segno, Moretti voleva dire che le tre presenze italiane a Cannes erano del tutto casuali: tre film bellissimi meritevoli di quella importante vetrina. Potevano anche essere cinque o sei film straordinariamente belli. Ma ciò non toglie che essi non sarebbero stati frutto di un “sistema cinema” capace in Italia di incoraggiare istituzionalmente i bravi registi (eppure ce ne sono tanti!) ad andare verso un cinema di vera qualità. Manca dunque il “sistema cinema”. Ma manca anche un peso specifico, hic et nunc nel nuovo millennio, della cultura cinematografica (e non) italiana. E diciamolo pure manca un peso istituzionale e politico del nostro Paese. Mancanza che si è clamorosamente manifestata in questa occasione. Eppure in passato questo peso c’è stato e Cannes non ha mancato di tenerne in debito conto. Certo quel peso istituzionale e politico non sempre è stato esercitato nella maniera giusta, ma a volte anche in maniera pacchiana e volgare. Clamoroso il caso del Festival di Cannes del 1954. Eravamo agli albori della manifestazione, ebbene, come ricordano il Presidente della giuria, Jean Cocteau e Luis Buñuel (altro autorevolissimo membro della Guria), tutti i giurati avevano già deciso la vittoria finale e il primo premio assoluto per il capolavoro di Carlo Lizzani, “Cronache di poveri amanti”, dal romanzo di Vasco Pratolini. La notizia arrivò subito ai dirigenti governativi DC italiani, che si recarono immediatamente dal direttore del festival Jean Cocteau, chiedendo che il film non venisse premiato per …non fare avanzare i Comunisti. Cocteau ebbe l’ingrato compito di comunicare a Pratolini che il film non sarebbe stato premiato, pur meritandolo, per non creare un incidente diplomatico. Dunque peso politico, eccome! Esercitato nella peggiore e più vergognosa maniera possibile! Successivamente, in altre occasioni tale peso si farà sentire per cause più degne di tale nome. Resta il fatto che i premi a Cannes, come in altri Festival, troppo spesso vengono distribuiti per motivazioni che nulla hanno a che vedere con la bellezza dei film, i messaggi positivi in essi contenuti, il loro essere o meno opere d’arte. Tutto quanto precede è il motivo per il quale personalmente devo confessare che non amo i Festival, se non come occasione per vedere una sequenza di film nuovi, alcuni dei quali di sicuro valore. Non amo i Festival proprio perché sono sempre stati il terreno della più smaccata ingiustizia perpetrata in nome di valori che nulla hanno a che vedere con la qualità dei film, che quasi mai viene riconosciuta. Prevalgono sempre equilibri diversi di carattere politico e istituzionale ed altri fattori, come la composizione della giuria, ecc. Io decisamente sto con Woody Allen, che ha sempre aborrito lungo tutto l’arco della sua brillantissima carriera, i Festival, i premi, e tutto quanto ruota intorno a quel genere di kermesse, rifiutandosi perfino di andare a ritirare premi già a lui assegnati, compresi i ben quattro premi Oscar riconosciutigli. Alla fine, per evitare questo genere di riconoscimenti da lui decisamente aborriti, prese la decisione, allorché un suo film veniva invitato a qualche Festival, di presentarlo solo come fuori concorso, avendo la facoltà di imporre questo tipo di scelta! Così nessuno poteva azzardarsi a premiarlo e neppure a menzionarlo nei momenti della premiazione. Grande Woody! n° 22 – PREMIAZIONI E RICONOSCIMENTI FEDIC Il film "Non puoi nasconderti" realizzato dal Socio CTC Andrea Olindo Bizzarri, in collaborazione con Oreste Capoccia, ha ricevuto il premio "migliore film di autore FEDIC" nell'ambito del Festival "Valdarno Cinema FEDIC 2015" Il progetto "Faces" del Socio CTC Enrico Caroti Ghelli, di cui è l'autore del concept, è stato selezionato per un importante pitch internazionale. Il Socio CTC Marco Voleri è stato insignito dal Presidente della Repubblica dell'onorificenza di "Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana". Il Socio CTC Giovanni Scapecchi ha composto la sigla e le musiche della collana commemorativa della Seconda Guerra Mondiale prodotta da Rai Storia e Rai Eri in collaborazione con il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport. Il corto "Città di luce" del Socio CTC Alessandro Brucini, è stato: 1) selezionato per l'Inonu University 8th Short Film Festival in Anatolia 2) proiettato in concorso in Colombia al "Salon Internacional de la Luz" 3) ha ricevuto la nomination come “miglior documentario corto” al Florida Movie Festival 4) selezionato al Viva Film Festival a Sarajevo, in concorso nella sezione “tuorism” . n° 22 – Come essere presenti in TV I CORTI FEDIC SU DILUCCA.TV Il nostro Socio Manuele Moriconi ci scrive: “Oggi è un grande giorno per la famiglia di Dì Lucca: il canale 89 è diventato interregionale, coprendo tutta la Toscana e gran parte dell'Umbria per una popolazione servita di 4,5 milioni di persone. Risintonizzate la tv di casa e sul canale 89 in tutta la Toscana troverete DiLucca.” Questa è una bella notizia, anche perché la nostra trasmissione settimanale "Corti di Corte" avrà una visibilità ancora maggiore. Ovviamente la trasmissione continua ad essere visibile nella forma "on demand" in qualunque momento e in qualunque parte del mondo. Roberto Merlino Attenzione: la trasmissione “Corti di Corte”, appuntamento settimanale, è in onda tutte le domeniche sera alle ore 21 con replica nella mattinata del lunedì. Il link da utilizzare è il seguente: http://w w w .dilucca.it/listatrasmissioni/approfondimenti/corti.di.corte?start=20 Qualunque Socio FEDIC interessato a presentare i suoi lavori può contattare il seguente indirizzo mail: rmerlino@fastw ebnet.it Cell: 328-7275895. PUNTATE GIUGNO 2015 DILUCCA.TV “CORTI di CORTE” dalla puntata 105 (11/6) inizia una serie di appuntamenti denominati “Vecchia FEDIC”, con film prov enienti dalla nostra Cineteca Nazionale. Attenzione: Il seguente calendario è del tutto indicativo, perché ci dovranno essere delle variazioni collegate alla messa in programma dei film finalisti del “Concorso Acque” riservato ai Soci FEDIC. I film tolti dalla programmazione verranno reinseriti in data da stabilire. Programma giugno 2015: 7 giugno 2015 156.a “Libera, liberata” di Giuseppe Leto, CC Piemonte (TO) 6’30” “1.a Festa del Cinema Corto” di Giorgio Ricci, CC Pesaro 9’04” “Trasloco” di Rossana Molinatti, CC Venezia 12’23” 14 giugno 2015 157.a Vecchia FEDIC: “Park Hotel” di Ettore Ferettini, CC Roma, 1975 26’00” 21 giugno 2015 158.a “Adolescente” di Valerio Cibrario, Cinev ideo (TO) “Perché ritrov arsi…?” di Valerio Cibrario (idem) “Shanghai” di Valerio Cibrario (idem) “Due occhi per chi non v ede” di Valerio Cibrario (idem) 4’24” 14’17” 7’52” 4’48” 28 giugno 2015 159.a Vecchia FEDIC: “Non hanno tempo” di Gianni Montemezzi, CC Bergamo, 1967 “La separata” di Calv ini/Candiolo/Moreschi/Gavagnin, CC Sanremo, 1963 7’29” 23’50” n° 22 – Visibilità per i film FEDIC Vogliamo ricordare che la visibilità per i film dei nostri Soci è stata ulteriormente potenziata grazie ad un accordo raggiunto con TeleAmbiente (emittente romana), che da maggio 2014 trasmette le puntate dei “Corti di Corte”. Quindi, oltre a DiLucca.TV (che rimane, comunque, il nostro punto di riferimento prioritario) c’è anche TeleAmbiente che, attualmente, si riceve sul digitale terrestre sintonizzandosi sul canale 78 per Lazio, Umbria ed Abruzzo e sul canale 218 per la Lombardia. Inoltre, le puntate de “I Cori di Corte” sono ora visibili anche su internet in diretta streaming al seguente indirizzo: w w w .teleambiente.it. Ringraziamo Salvatore Alù per questa ulteriore opportunità e la Proprietà di DiLucca.TV, soprattutto nella persona di Manuele Moriconi, che ha reso possibile questa collaborazione. Lunedì Martedì Mercoledì Giov edì Domenica ore ore ore ore ore 20.00 00.10 02.00 e 10.00 15.00 07.30 Programma giugno 2015: 1 giugno 57.a puntata “Vicine” (’23), “L’unico saggio” (’7); di Rolf Mandolesi 8 giugno 58.a puntata “Visitazione” (18’08”) di Piero Liv i; “Il maestro” (9’20”); di Roberto Merlino 15 giugno 59.a puntata “Reikajeski” (7’) autori v ari; “Un ragazzo sf ortunato” (12’) di Roberto Merlino “L’inizio della f ine” (12’) di Laura Biggi 22 giugno 60.a puntata “L’eterna partita” (27’) di Nicolò Trunf io 29 giugno 61a puntata (slittata dall’ 8 al 9) “Duemilaeunanotte” (’9); “Cake” (’14): “Uomini” (’7) di Rolf Mandolesi 6 luglio 62.a puntata 4° Stage Nazionale Fedic: Backstage “Sceneggiatura per esperti” (17’22”); 5° Stage Nazionale Fedic: Backstage “Facciamo un f ilm” (14’45”); di Roberto Merlino 13 luglio 63.a puntata “Fauci di belv a” (9’); “L’Uomo nello specchio” (3’); “Windows” (6’); “Il neologismo che uccide” (10’) di Nicolò Trunf io 20 luglio 64.a puntata “Sala d’attesa” (’10); “Nero su bianco” (’10); “Circuito chiuso” (’10); di Rolf Mandolesi 27 luglio 65.a puntata Cineamatori della Apuane: La scuola dei mostri (12’25”); Il tesoro Nascosto (14’08”) n° 22 – n° 22 – FESTIVAL CIAK SI GUIDA Studenti di tutta Italia creativi per la sicurezza stradale Il 26 m arzo al teatro Dal Verme di Milano si è svolta la manifestazione finale della VIII edizione di Ciak si Guida, il cinefestival della sicurezza stradale organizzato dalla Polizia Locale di Milano e rivolto a tutte le scuole d’Italia. L’attenzione alla sicurezza e l’educazione stradale sono da sempre una delle attività della Polizia Locale. Far riflettere i ragazzi su come usare la strada è fondamentale per prevenire gli incidenti stradali ma anche occasione di educazione civica. “Ciak si Guida è inserito nel progetto “Insieme”, acronimo di Interventi di Sicurezza stradale ed Educazione alla Mobilità. La manifestazione, promossa dal Ministero delle Infrastrutture, dalla Regione Lombardia, da Expo Milano 2015 Progetto Scuola, dal Comune di Milano e Polizia Locale di Milano, è patrocinata dalla Commissione Europea, dal MIUR e Ufficio Scolastico per la Lombardia, dall’Università Cattolica di Milano, da Pubblicità Progresso, dalla FEDIC, dal Giffoni Experience e dal Comune di Giffoni Vallepiana. Il concorso ha avuto anche quest’anno la partecipazione di moltissime scuole di tutta Italia. Migliaia di giovani hanno realizzato uno spot o un fumetto sulla sicurezza stradale. Il tema di questa VIII edizione era “Free Movin – giovani in movimento” per nutrire il pianeta di idee e azioni responsabili per incrementare la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile. Alla manifestazione erano presenti l’assessore alla Sicurezza e Coesione Sociale Marco Granelli, il vicecomandante della Polizia Locale di Milano Antonio Barbato, Francesco Laera della Commissione Europea, Maria Cesati dell’Ufficio Scolastico Regione Lom bardia, Claudio Gubitosi, fondatore e direttore del festival di Giffoni-Giffoni Experience, Marcella Colombo di Pubblicità Progresso e Maria Teresa Caburosso di Fedic scuola. 1300 studenti hanno invaso il teatro per assistere alla grande festa di premiazione durante la quale la Compagnia del Teatro d’Oltreconfine, con il gruppo Liberidi, ha alternato emozionanti esibizioni di danza aerea e mirabolanti acrobazie alla proiezione dei video vincitori. Gli studenti presenti hanno dimostrato di aver apprezzato molto lo spettacolo attraverso numerosi e prolungati applausi. Fedic scuola da anni partecipa alla organizzazione del concorso, fa parte della giuria e assegna un premio all’opera ritenuta più interes sante nell’utilizzo del linguaggio cinematografico. Ripor tiamo la c las s if ic a c ompleta dei prem iati di questa VIII edizione: n° 22 – Sezione Video 1° classificato scuola primaria: “Nel traffico matto due ruote sono meglio di quattro”, IC Salvemini plesso Elsa Morante con Centro di Cultura per l’immagine e il cinema di animazione TORINO 2° classificato scuola primaria: “Siamo sicuri?”, ICS Console Marcello Plesso De Rossi – MILANO 3° classificato scuola primaria: “Sogni proibiti”, IC di Porto Viro scuola Mons Sante Tiozzo – PORTO VIRO – RO 1° classificato scuola secondaria I grado: “La strada non è un parco giochi!”, IC Don Milani SMS Italo Calvino – VIMERCATE – MB 2° classificato scuola secondaria I grado: “La vita non è un gioco”, Scuola Corrado Govoni – COPPARO – FE 1°classificato categoria scuola secondaria II grado: “Skaetando sicuri” a IIS Virgilio – EMPOLI – FI Fedic scuola ha attribuito il Prem io speciale al video “Il cartello anim ato”, IISS Caterina da Siena – MILANO Prem io Speciale Pubblicità Progresso “Non infrangere la tua vita Liceo Artistico Amedeo Modigliani di GIUSSANO (MB) 3° classificato scuola secondaria I grado: “Strada sicura”, IC Voltri 1 sezione Mele-MELE GE 1° classificato scuola secondaria II grado 2° classificato scuola secondaria II grado “Tutto può accadere in un istante”, IIS Lancia Ipsia Magni – BORGOSESIA – VC 3° classificato scuola secondaria II grado: “Vivi con il cuore, guida con la testa”, Liceo Artistico Bruno Munari – VITTORIO VENETO – TV Prem io speciale Giffoni Film Festival “fatti strada non rimanerci” ITCS Erasmo da Rotterdam - BOLLATE – MI Prem io Speciale Ufficio Educazione Stradale “Nel traffico matto due ruote sono meglio di quattro”scuola primaria IC Salvemini plesso Elsa Morante con Centro di Cultura per l’immagine e il cinema di animazione TORINO Prem io speciale Contralco “Non versarne altro”, ITCS Erasmo da Rotterdam – BOLLATE MI Sezione Fum etti 1°classificato categoria scuola primaria: “La città senza regole”, Scuola primaria Rinaldo Gatti – CARMAGNOLA –TO 1°classificato scuola secondaria I grado: “Free movin’… giovani in movimento” IC via Maniago Media Buzzati – MILANO Maria Teresa Caburosso per Fedic Scuola n° 22 – n° 22 – NEWS n° 22 – n° 22 – È sul web il numero 5 di Carte di Cinema Sul Sito www.cartedicinema.org è visibile il n. 5/giugno 2015 della Rivista on line, diretta da Paolo Micalizzi. Si continua a parlare di “Cinema e Cineasti Indipendenti “ con “Romania: dove eravamo rimasti?” di Francesco Saverio Marzaduri e con il profilo di Gian Vittorio Baldi scritto da Guido Zauli. Nei Saggi, Giulio D’Amicone si occupa delle ”stranezze” della censura cinematografica italiana, mentre Roberto Lasagna analizza da un punto di vista filosofico il film “Hannah Arendt” di Margarethe von Trotta. Ampia, poi, la sezione “Fedic, le persone e i fatti” che in “Filmmaker alla ribalta” pubblica un profilo di Paolo Mameli su Rossana Molinatti, mentre Vivian Tullio e Maurizio Villani danno resoconto dell’Assemblea annuale FEDIC svoltasi a Febbraio a Montecatini e Roberto Merlino riferisce sull’iniziativa della distribuzione ai Cineclub di “compilation” di cortometraggi. Giorgio Sabbatini, poi, racconta la sua esperienza di curatore del nuovo Fedic Notizie e la redazione di “Carte” segnala l’iniziativa del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani relativa al “Marchio di Qualità” attribuito a film usciti nelle sale cinematografiche italiane. In “Festival” Paolo Micalizzi riferisce sul Bif&st 2015, in “Occhio critico” Maurizio Villani si occupa del film “The imitation game” e Andreina Sirena e Luisa Ceretto continuano le rubriche dedicate, rispettivamente, a “Visti da lontano” e “Qualità in Serie”. A partire dal n.5 due nuove rubriche: una relativa all’Associazionismo si apre con un intervento di Marco Asunis (Presidente FICC) su “Il futuro del cinema e il nuovo pubblico” in riferimento alle nove Associazioni di Cultura Cinematografiche Italiane, mentre al critico cinematografico Elio Girlanda si deve “Neo-Cinema” che nasce per commentare le trasformazioni in atto nel cinema. Il numero si chiude con “Panorama Libri” curato da Paolo Micalizzi. n° 22 – e-book In e-book gli Atti del Forum Fedic 2014 Sono visibili, sul Sito FEDIC e sulle pagine FEDIC di Facebook, gli Atti del Forum Fedic 2014 svoltosi l’1 settembre alla 71a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il Forum, curato da Paolo Micalizzi (Fedic Cinema) a cui si deve anche l’elaborazione degli Atti, svoltosi all’insegna de “Il futuro del Corto d’Autore” ha per tema “Essere filmmaker nell’era digitale” e costituisce un momento di riflessione su questo cambiamento tecnologico che ha portato il filmmaker a passare dalla pellicola al digitale. Gli Atti consentono a chi ha partecipato al Forum di avere una “memoria storica” di quell’evento e a chi non era presente di conoscere una serie di aspetti che gli interventi dei relatori hanno evidenziato. Dopo il saluto di Stefania Ippoliti, Presidente delle Italian Film Commissions e Responsabile Mediateca e Area Cinema della Fondazione Sistema Toscana, si succedono gli Interventi di Paolo Micalizzi (Un Forum sul cambiamento tecnologico), Roberto Merlino (L’impegno della FEDIC per stare al passo con i tempi), Giorgio Sabbatini (La metamorfosi dell’immagine e del filmmaker), Vittorio Boarini (Lo ”specifico filmico” nell’era digitale), Marcello Zeppi (La comunicazione digitale in Europa), Laura Biggi (Scuola e Cinema: la videonarrazione nell’era digitale) e una testimonianza di Beppe Rizzo. L’edizione degli Atti in e-book è opera del Socio FEDIC Ettore Di Gennaro. n° 22 – DAI CINECLUB PROIEZIONI PROGRAMMATE CINECLUB FEDIC SANGIOVANNESE MAGGIO 2015 lunedì 4 maggio ore 21,30 al cinema Masaccio d’Essai è stato proiettato: FINO A QUI TUTTO BENE REGIA: Roan Johnson INTERPRETI: Alessio Vassallo, Paolo Cioni, Silvia D'Amico, Guglielmo Favilla, Melissa Anna Bartolini GENERE: Commedia DURATA: 80 minuti PAESE: Italia ANNO: 2014 DISTRIBUZIONE: MIcrocinema DATA: 19/03/ 2015 Pisa, oggi. Ultimi giorni di cinque studenti nell'appartamento che hanno condiviso durante gli studi. Sono Cioni, l'elemento più stralunato e naif del gruppo, che si avvia a rientrare a casa dai genitori; Ilaria, una sessualità disinibita che le porta una gravidanza non voluta e un probabile ritorno nella provincia laziale; Vincenzo, laureato in vulcanologia, destinato a raccogliere l'offerta di una cattedra da professore associato in Islanda; la sua fidanzata Francesca, che non condividerà con lui la scelta, ma continuerà a sperare in una carriera teatrale nel gruppo "I poveri illusi", insieme ad Andrea, frustrato dalla mancanza di occasioni e dalla separazione da Marta, che invece "ce l'ha fatta". Su tutto aleggia la presenza discreta di Michele, loro amico ed ex inquilino morto in un incidente che cela un suicidio per loro ancora indecifrabile quanto il futuro che li attende. lunedì 11 maggio 2015 Sei cortometraggi, diverse modalità di raccontare una storia attraverso il linguaggio cinematografico, le interazioni con il racconto orale e gli sviluppi di una narrazione per immagini. Una varietà di stili, di espedienti tecnici, di soluzioni narrative frutto delle scelte artistiche dei singoli autori. n° 22 – - Kam ran Shirdel : "La notte che piovve (o L'impresa epica del ragazzo di Gorgan)" ("An shab ke barun amad") Iran, 1967, 38,20". Nel 1967 il regista Shirdel, già visto con una certa diffidenza dalle autorità per i suoi precedenti film dal realismo non in linea con l'immagine della società iraniana propagandata dal regime dello scià Reza Pahlavi, riceve dal Ministero della Cultura la proposta di realizzare un film che, raccontando un fatto di cronaca accaduto qualche tempo prima, celebrasse l'eroismo degli iraniani. Il regista accetta così di raccontare la storia di un ragazzino di provincia che eroicamente, durante un'inondazione, era riuscito a evitare l'incidente di un treno e realizza quello che parrebbe un reportage, recandosi sul posto e facendo parlare i testimoni del luogo, semplici cittadini e autorità locali. In realtà la verità ufficiale va in frantumi di fronte alle diverse e spesso contradditorie testimonianze raccolte e contrapposte ad arte nel video, che parrebbero suggerire l'impossibilità di render conto in modo univoco di una realtà oggettiva e di propagandare un'unica versione di un avvenimento. Shirdel effettua una complessa operazione stilistica centrata sul linguaggio e sulla struttura stessa del racconto; mentre la voce fuori campo del narratore/autore è la cornice all'interno della quale si incastona tutta l'operazione di raccolta delle testimonianze, Shirdel gioca a carte scoperte filmando se stesso e gli operatori cinematografici durante le riprese e mantenendo visibili i ciak tra le varie sequenze (operazione di mise en abîme), per cui rende esplicite quelle operazioni che abitualmente non vediamo in quanto dietro la macchina da presa o scartate, uno "smontaggio" che se da una parte sembra dare maggiore autenticità alla testimonianze raccolte, dall'altra insinua il dubbio che ogni verità potrebbe essere il frutto di un montaggio ben confezionato. I vari racconti sono montati tra loro con brio ed un leggero humour ma la storia del ragazzino viene annullata, e nel finale assistiamo ad una sorta di crescendo musicale nel quale i frammenti delle interviste compongono un corale kaleidoscopico. Il film venne immediatamente ritirato e censurato e il regista "dimenticato" per diversi anni. Kamran Shirde l verrà "riscoperto" negli anni '80 e unanimemente considerato l'esponente di spicco della "nouvelle vague" del cinema iraniano degli anni '60: i suoi film "Teheran capitale dell'Iran", "Quartiere delle donne" e "Carcere femminile" fanno parte della storia del documentario. - Alberto Giuliani e Francesca Es: "Ti am o. Addio" Italia, 2013, 15,00". (Premio FEDIC della giuria al Valdarno Film Festival del 2013). I personaggi del film, Alberto e Francesca, sono due giovani amanti che si conoscono appena. Ciascuno ignaro del passato dell’altro, si ritrovano in Argentina ove trascorrono insieme 8 giorni. Buenos Aires, e la Patagonia, ove nasce la loro passione. Ma come tutte le passioni, giunge il momento della fine, anche se inattesa (ma in effetti il titolo, una spece di ossimoro, ne era un annuncio). Dai titoli di coda sappiamo che il film è stato "realizzato con immagini vere di una storia vera", e in effetti la coincidenza tra i nomi dei protagonisti e quello degli autori lo conferma. Vero o falso che sia, è un espediente letterario che ha precedenti illustri ("Adolphe" di Benjamin Constant, "I tre moschettieri" di Dumas o "Il nome della rosa" di Umberto Eco, per fare qualche esempio) che va ad aggiungersi alla narrazione del protagonista che racconta un'effimera storia d'amore, con uno stile narrativo linguisticamente elaborato che pare più la lettura di un racconto scritto che un racconto orale. Dopo un inizio introduttivo, la voce off di Alberto, una sorta di monologo interiore, cerca di ricostruire il passato recente (flashback) che prende corpo durante il viaggio di ritorno dall'aereoporto dove ha accompagnato la ragazza, sino all'albergo, e viene inframezzato da alcuni filmati del viaggio in Patagonia, in parte girati anche da Francesca (è l'unico modo che abbiamo per conoscere il suo punto di vista, mentre lei è quasi sempre inquadrata di sfuggita, con immagini flou, sovraesposte o sfocate). Il fascino, ma anche la complessità di questo cortometraggio, risiede forse nel fatto che i due piani, quello del racconto verbale e quello delle immagini, procedono autonomamente, tranne alcuni momenti, e solo nel finale si ricongiungono. E inevitabilmente, visto che la protagonista si chiama ES, quest'opera sembra quasi invitare ad una lettura in chiave psicanalitica, con un IO che, attraverso un percorso a ritroso che si esplicita verbalmente, cerca di conoscere il suo oggetto di piacere, il quale invece è in tutti i sensi sfuggente ("[lei] diceva che se avessi scoperto il suo vero cognome sarebbe sparita"). Albe rto Giuliani nasce a Pesaro nel 1975. Storyteller, fotografo e giornalista, collabora con le più importanti testate internazionali, dal NYT imes a Vanity Fair. Auto r e di due sp e ttaco li teatrali per il Piccolo di Milano, ha n° 22 – pubblicato diversi libri tra cui Nextonothing e Malacarne. Insignito dei più importanti premi internazionali di fotografia e del premio Siani per il giornalismo. I suoi testi sono pubblicati su D La Repubblica, Vanity Fair, Io Donna, MarieClaire, Geo. Nel giugno 2013 realizza "T i Amo. Addio", il suo primo cortometraggio, con il quale vince il Premio FEDIC della giuria. Giuliani sta ora lavorando al suo progetto sull’Argentina, che raccoglie i suoi diciotto anni di lavoro in questa terra. (http://www.albertogiuliani.com). Francesca Es nasce a Montevarchi (AR) nel 1979. Artista, fotografa, ha esposto in importanti gallerie nazionali, tra cui l’arsenale di Venezia, Palazzo della Permanente di Milano, Casa Masaccio. Vincitrice di premi d’arte internazionali. - Bernard Rose : "Sm alltow n Boy" (Bronski Beat) UK, 1984, 5,00". Il videoclip è il racconto di una storia che, benché sia il riflesso, o se vogliamo la traduzione per immagini del testo della canzone, è assolutamente autonomo sul piano dell'articolazione narrativa che funziona anche a "volume spento" (ma la canzone è molto bella). La storia inizia con il protagonista in treno che ricorda i fatti drammatici che l'hanno costretto a lasciare la casa dei genitori a causa della propria omosessualità. Il soggetto, oltre a mettere in luce un caso di omofobia, fa probabilmente parte della biografia di Jimmy Sommerville, autore del brano e cantante leader dei Bronski Beat. Be rnard Rose è un regista affermato che, oltre a diversi lungometraggi, ha realizzato negli anni '80 dei videoclip per gruppi come Frankie Goes to Hollywood, Roy Orbison, Jimmy Sommerville e UB40. - Ram on & Pedro : "Le m iroir" Svizzera, 2011, 6,19". Realizzato dal gruppo svizzero "Ramon & Pedro" (dietro ci sono i nomi di Antoine Tinguely et Laurent Fauchère), che da una decina d'anni produce spot pubblicitari, videoclip e corti, il video è un piccolo gioiellino nel quale, unicamente tramite immagini, in pratica un'unica inquadratura con occasionali e limitati travelling verticali e orizzontali, racconta una vita, con momenti non privi di una certa drammaticità. - Francesco Lettieri : "Qw erty" (di K-Conjog) Italia, 2012, 3,42". Il regista si cimenta nella non facile impresa di raccontare gli sviluppi drammatici di un incontro, attraverso il punto di vista della protagonista, mostrandoci unicamente il riflesso degli eventi sulla sua pupilla. L'alta definizione dell'immagine e la tecnologia informatica rendono possibile questa che rimane comunque una scelta stilistica geniale. Dello stesso autore il cineclub FEDIC di Cagliari aveva proiettato nel 2013 “Le storie che invento non le so raccontare”, anche questo corto un'interessante elaborazione personale dei meccanismi narrativi. France sco Le ttieri, napoletano, comincia a realizzare dei videoclip nel 2010 (“ Respiro” per Giovanni T ruppi) anno in cui inizia il sodalizio artistico con il musicista K-Conjog (Fabrizio Somma, collaborazione che dura tutt'ora) per l’album “ Le storie che invento non le so raccontare”, una vera e propria video-serie che vincerà, tra gli altri premi, il Napoli Film Festival 2011. Da allora ha realizzato una decina di videoclip, alcuni dei quali ottengono premi e riconoscimenti. Con “ Qwerty”, presentato nel 2012 al MEI di Faenza (Meeting delle Etichette Indipendenti), ottiene il PIVI (Premio Italiano Videoclip Indipendente). Nel 2013 il Pesaro Film Festival gli dedica una retrospettiva all’interno della sezione Round Midnight. Nel 2014 realizza il videoclip “ Questa Vita Cambierà” tratto dall’album “ Occupo poco spazio” di Nada e continua la collaborazione con K-Conjog con il video “ How to Cure Hangover in April”. - Marco Cadinu : "Wherever I go" (di Mark Knopfler, con Ruth Moody) Italia, 2015, 6,24". Il video nasce quando Mark Knopfler, lo storico chitarrista dei Dire Straits, propone su internet un concorso per un videoclip da realizzare sulla canzone "Wherever I go" tratta dal suo ultimo album "Tracker"; il giovane Marco Cadinu, con alle spalle un paio di video amatoriali, partecipa e realizza il videoclip assieme ai ballerini professionisti Giovanni Ragone e Vanessa Palombo che interpretano i due protagonisti. Non viene scelto da Mark Knpfler, ma risulta 11° su una sessantina di partecipanti provenienti da tutto il mondo, il che non è per niente male per un autore agli inizi del suo percorso artistico. Nel video la narrazione di un'evento drammatico si articola sull'alternanza tra il momento presente e i ricordi del passato, frammenti di semplici gesti di tenera intimità tra due giovani e sublimati dalle coreografie degli interpreti le cui danze all'unisono si intersecano alla narrazione per immagini. Il risultato è un film toccante, che emoziona e coinvolge lo spettatore. Dopo aver studiato a Varsavia "graphic design", il cagliaritano Marco Cadinu, diploma di Liceo Artistico, attualmente sta terminando un percorso di studi di grafica pubblicitaria presso l'Accademia delle Belle Arti di Frosinone. Da qualche anno cerca di mettere in pratica la sua passione per il cinema: prima di cimentarsi nella regia di questo videoclip, ha realizzato due corti : "Luce de miei occhi", assieme a Claudia Aru, e "My place", che vedremo prossimamente al cineclub FEDIC di Cagliari. Pio Bruno Presidente del Cineclub FEDIC di Cagliari n° 22 – lunedì 18 maggio 2015 "bRUSGIATURE" ("Bruciature", France, 1972, 1,09 min.) lingua: corso - sottotitoli: francese Un filmu scrittu è realizatu da DOMINIQUE DEGLI ESPOSTI “Brusgiature” è stato girato nel 1972 dall’allora venticinquenne Dominique Degli Esposti ed è il primo lungometraggio a soggetto originale realizzato in Corsica da un autore corso; inizialmente autoprodotto, necessitò in seguito del sostegno di una casa di produzione per il completamento del montaggio e del sonoro, ma problemi finanziari della società ne bloccarono i lavori, e così "Brusgiature" sfortunatamente non poté essere proiettato per tutti gli anni '70. Recuperato all'inizio degli anni '80 e completato con il doppiaggio e le musiche (parteciparono anche i "Muvrini"), venne presentato nel 1983 al « Festival du Film des Cultures Méditerranéennes » di Bastia ove ottenne il prix du conseil International pour le Cinéma et la Télévision dell’ U.N.E.S.C.O., e poi nel 1985 partecipò al Festival di Cannes nella sezione «Perspectives du Cinéma Français». Visionario, barocco, da molti definito un cult, il film riecheggia il cinema di autori italiani come Fellini, Pasolini e Antonioni, ma anche Jodorow sky, e interpreta in modo personale la rivoluzione sessuale che si sviluppò nell'occidente a partire dagli anni '60 e il rigoglìo di forme e di colori in piena libertà tipico dei primi anni '70. La sinossi: una giovane coppia partecipa annoiata ad un party di amici, poi si isola e il film progressivamente dissolve le coordinate temporali e si articola in una successione di sequenze apparentemente prive di nessi logici, spesso incastonate tra loro, di forte impatto visivo e dal sapore onirico La coppia si disgrega ma nel finale si ricompone unendosi al gruppo. Il senso di alienazione e di malessere nei confronti delle convenzioni sociali è il punto di partenza di un sofferto percorso di ricerca, punteggiato da diversi riferimenti biblici e religiosi (Adamo ed Eva e l'episodio della mela, la crocifissione, così come alcune scene girate tra i ruderi di una chiesa, apparentemente iconoclaste, o i canti liturgici che ogni tanto accompagnano le scene). I due personaggi della coppia, e il loro tormentato rapporto d'amore, sono il perno attorno al quale vengono stravolte e rimodellate le relazioni sociali in una sorta di catarsi. Eppure, mentre partecipiamo al dilatarsi e contorcersi del tempo, il legame costante con la realtà della Corsica non viene mai meno: nella lingua in primis, nei paesaggi poi, e nella musica infine che nelle sue forme tradizionali, religiose o popolari, funge da implicito contrappunto all'esplicito sovvertimento dei valori. È un film che si rivolge alla società corsa del periodo, in modo provocatorio certo ma con toni giocosi e talvolta strampalati. Non un film nichilista, e la struttura circolare è forse segno di un tentativo di suggerire una risoluzione alla destrutturazione che pervade tutto il film. Ma finale a parte, il messaggio forse più rivoluzionario risiede nelle scelte stilistiche adottate dall'autore: l'eclettico Dominique Degli Esposti si esprime in totale libertà attraverso accostamenti audaci di colori, n° 22 – di forme, di espressioni poetiche; il suo cinema è fotografia drammatizzata che prende l'avvio dai valori cromatici della sua terra, dai suoi rumori e suoni e che attraverso la (ri)creazione di rituali ispirati a forme iconografiche tradizionali della religiosità corsa, propone in forma plastica un erotismo liberatorio alla ricerca di un'estetica personale. Dominique Degli Esposti è nato nel 1946 a Venzolasca, in Corsica, da genitori italiani che lasciarono il paese durante il regime fascista. Nei primi anni '60 studia a Parigi e partecipa al fermento culturale della "rive gauche": entra in contatto con artisti e cantanti parigini e si appassiona per il "théatre de l'absurde" di Jonesco. Al rientro in Corsica dopo il '68, inizia per il giovane Degli Esposti un fecondo periodo di fervore artistico che lo porta a dirigere pieces di Jonesco, realizzare mostre fotografiche ed happenings "en plein air" che coinvolgono interi villaggi e spiagge e a realizzare il film "Brusgiature". In seguito si dedica in modo particolare alla fotografia: partecipa a diverse mostre ed esposizioni personali sia in Francia che in Italia (alla Galleria Ceribelli di Milano assieme alla violoncellista e poetessa Roberta Castoldi, sorella del cantante Morgan) e nel 2002, per la casa editrice Lubrina (Bergamo), pubblica "Angoli e Angeli" raccolta di fotografie che rielaborano l'estetica del Caravaggio, con testi poetici di Elisabetta Sgarbi e presentazione del fratello Vittorio Sgarbi. Realizza diversi cortometraggi e nel 2003 un videoclip per il cantante Morgan (Marco Castoldi): "Altrove" (sottotitolo: "Un giorno senza mangiare"); 11 anni dopo, nel settembre 2014, al MEI di Faenza (Meeting delle Etichette Indipendenti), ottiene per "Altrove" il PIVI (Premio Italiano Videoclip Indipendente) per il "miglior videoclip italiano degli ultimi 20 anni". Pio Bruno Presidente del Cineclub FEDIC di Cagliari Testi: R. Merlino, R. Mandolesi, B. Rizzo, La Redazione, P. Micalizzi, G. Ricci, L. Biggi, F. Felloni, Cinev ideo Club Fedic Bergamo, P. Leidi, Cineclub Piacenza Cattiv elli, A Casola, Cineclub C. Zambelli, Circolo Sav onese Cineamatori Fedic, M. Demata, Immagini e Suono, L. Crociani, F. Valtellina, Corte Tripoli Cinematograf ica, DiLucca.TV, TeleAmbiente, Rai Expo, Fedic Scuola, M. T. Caburosso, Ref f , L. Castellini,.Carte di Cinema, E. Di Gennaro, Cineclub Fedic Sangiov annese, Cineclub Fedic Cagliari. Fotografie: G. Sabbatini, L. Carav ello, A. Casola, Cineclub C. Zambelli, L. Demata, SRM Laboratorio Fotograf ico 2015. Grafica e impaginazione: Giorgio Sabbatini. Supplemento a “Carte di Cinema” Direttore Responsabile: Massimo Maisetti Redazione: Giorgio Sabbatini Corso Benedetto Croce, 3 – 10135 Torino E-mail: giorgio.sabbatini@fastw ebnet.it