R.2.5 - Relazione Tecnica Acque

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R.2.5 - Relazione Tecnica Acque
COMUNE DI TARANTO
PROVINCIA DI TARANTO
Interventi di adeguamento del Centro Materiali
Raccolta Differenziata di Taranto
Progetto definitivo
Responsabile del Procedimento
Dott. Alessandro De Roma
Ufficio di progettazione
Ing. Fausta Musci
Ing. Fabio Paccapelo
DATA
TITOLO
Relazione tecnica rete di raccolta e
trattamento acque meteoriche
AGGIORNAMENTO
REV.1
DATA
Febbr. 2015
12/2014
DESCRIZIONE
Riscontro rapporto di verifica
SCALA
ELABORATO
R.2.5
Interventi di adeguamento del Centro
Materiali Raccolta Differenziata di Taranto
Comune di Taranto
INDICE
1
PREMESSA ...................................................................................................................... 2
2
ATTIVITA’ SVOLTE NELLO STABILIMENTO – STATO ATTUALE ............................. 2
3
NORMATIVA DI RIFERIMENTO ACQUE METEORICHE ............................................. 4
4
PROGETTO DI PRIMO STRALCIO ................................................................................ 7
4.1
DIMENSIONAMENTO IDRAULICO DELLA RETE ................................................. 8
4.2
IMPIANTI DI TRATTAMENTO ACQUE METEORICHE........................................ 10
4.3
RETE FOGNAIRA DI RACCOLTA ACQUE METEORICHE................................... 14
4.4
TRINCEA DISPERDENTE ...................................................................................... 15
4.5
IMPIANTO DI INNAFFIAMENTO.......................................................................... 20
APPENDICE........................................................................................................................... 22
1
ANALISI DEI DATI PLUVIOMETRICI ......................................................................... 22
2
ACQUE METEORICHE DI DILAVAMENTO – CALCOLO DELLE PORTATE.............. 23
3
ALLEGATI ...................................................................................................................... 27
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1 PREMESSA
Il progetto descritto nella presente relazione interessa il Centro di Selezione Materiali
Raccolta Differenziata (CMRD) Pasquinelli, di proprietà di AMIU S.p.A., ubicato nel Comune
di Taranto in contrada La Riccia – Giardinello in prossimità della strada provinciale n. 48
Taranto – Statte.
Il progetto completo prevede, nello specifico, opere di adeguamento alla normativa
vigente (nazionale e locale) delle rete di raccolta e smaltimento acque meteoriche con
l’installazione di un impianto di autolavaggio integrato alla rete di raccolta delle acque
meteoriche.
In considerazione della cospicuità e complessità delle opere da eseguire (per quanto
attiene agli aspetti tecnici ed economici) è stata prevista la esecuzione dei citati lavori
secondo stralci autonomi e funzionali da attuare in fasi temporali successive.
In questa fase l’Azienda AMIU S.p.A. ha già individuato, come da eseguire
nell’immediato, un primo stralcio autonomo e funzionale, consistente nella esecuzione delle
opere di adeguamento alla normativa vigente (nazionale e locale) delle rete di raccolta e
smaltimento acque meteoriche afferenti alle strade ed i piazzali del Centro.
Nei paragrafi che seguono vengono descritte in dettaglio le opere e lavorazioni previste
sia nel progetto stralcio sia nel più generale progetto completo. Tali opere sono
dettagliatamente illustrate e rappresentate negli elaborati grafici allegati che costituiscono
parte integrante del progetto.
2 ATTIVITA’ SVOLTE NELLO STABILIMENTO – STATO ATTUALE
All’interno del Centro Materiali Raccolta Differenziata (CMRD), allo stato attuale, è svolta
la selezione dei materiali di tipo secco recuperabile proveniente dalla raccolta differenziata.
L’attività di recupero avviene mediante operazioni di messa in riserva e cernita,
prevalentemente di tipo manuale, con il seguente ciclo lavorativo:

ricezione dei materiali, controlli qualitativi e quantitativi;

deposito dei rifiuti in ingresso per cumuli omogenei di scarti recuperabili al coperto o
sotto tettoia;

selezione mediante cernita manuale (in idoneo e specifico impianto installato in
capannone prefabbricato) del materiale proveniente dalla raccolta differenziata
selettiva di scarti recuperabili costituiti da carta, imballaggi in cartone, plastica e
multimateriale (plastica + barattolame in acciaio + barattolame in alluminio);

pressatura in balle del materiale cellulosico, della plastica e dei metalli ad esclusione
del vetro ovviamente;
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
messa in riserva dei materiali selezionati in aree scoperte e/o in parte nel capannone
prefabbricato preesistente;

conferimento dei materiali selezionati, imballati e stoccati nelle predette aree presso i
consorzi obbligatori per legge, quali COMIECO, COREPLA, COREVE ecc. per le
successive fasi di recupero.

messa in riserva di RAEE non pericolosi da conferire al Centro di Coordinamento
nazionale mediante allestimento di area di deposito utilizzando cassoni scarrabili
dotati di telo di copertura in PVC.
Il Comune di Taranto ha recentemente approvato il proprio Piano Comunale di
Raccolta Differenziata approvato con Deliberazione di Giunta Comunale 24 Giugno 2011,
n. 105 che prevede, a valle dell’estensione della raccolta domiciliare in tutta la città,
l’intercettazione di ingenti flussi di rifiuti recuperabili.
Tale Piano si pone come obiettivo quello di incrementare notevolmente i flussi di rifiuti
raccolti in maniera differenziata.
Il Centro di Selezione Materiali di Raccolta Differenziata dell’AMIU S.p.A. è stato
riconosciuto come un sito capace di fornire un valido ed efficace supporto logistico e
gestionale alle attività programmate dal predetto Piano Comunale di Raccolta Differenziata.
Allo scopo l’Azienda AMIU si è dotata di un progetto di riorganizzazione,
rifunzionalizzazione e potenziamento consistente nell’attivazione di un vero e proprio “Centro
di raccolta, prima lavorazione e stoccaggio dei materiali provenienti delle raccolte
differenziate comunale”.
Con Determinazione del Dirigente Servizio Ecologia del 23 dicembre 2014 n. 447,
pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia in data 31/12/2014 al n. 177, il
progetto di “Trasformazione dell’opificio esistente in un centro di lavorazione preliminare e
stoccaggio provvisorio di scarti recuperabili e non, derivanti dalla raccolta differenziata e
selettiva di RSU”, da realizzarsi nell’area dell’AMIU Taranto S.p.A., sita in località “La Riccia
Giardinello”, ha ottenuto giudizio favorevole di compatibilità ambientale ed è stata rilasciata
l’Autorizzazione Integrata Ambientale.
Nell’ambito di tale intervento si collocano le opere di tipo stradale ed impiantistico
descritte nella presente relazione.
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3 NORMATIVA DI RIFERIMENTO ACQUE METEORICHE
In campo nazionale la normativa a cui fare riferimento per la corretta gestione e tutela
delle acque è l’art. 113 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. che fornisce, seppur in linea generale,
indicazioni e prescrizioni da rispettare per le acque meteoriche di dilavamento e per i relativi
scarichi; detta normativa rimanda alle leggi e regolamenti locali (regionali e provinciali) la
definizione di criteri e procedure di dettaglio da adottare e far applicare ai titolari degli
scarichi e delle immissioni.
Per quanto attiene alla Regione Puglia, gli strumenti normativi attualmente vigente per la
gestione delle acque meteoriche sono:

il Piano Direttore del 13/06/2002 (B.U.R.P. n.80 del 27/06/2002);

il Piano di Tutela della Acque, di cui all’art. 44 D. Lgs. n. 152/1999, emanato con
Decreto del Commissario Delegato dell’Emergenza Ambientale n. 209 del 19
Dicembre 2005 ed approvato con Delibera del Consiglio della Regione Puglia n. 230
del 20.10.2009;

il Regolamento Regionale 9 dicembre 2013, n. 26 “Disciplina delle acque
meteoriche di dilavamento e di prima pioggia” (in attuazione dell’art. 113 del
D.L.gs. n. 152/06 e ss.mm. ed ii.). Il sopraccitato Regolamento regionale ha
come finalità precipua la tutela ed il miglioramento della qualità delle acque
superficiali e sotterranee del territorio regionale, in funzione del rispetto degli obiettivi
di qualità individuati nel Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia approvato
con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 230 del 20 ottobre 2009 e dei suoi
aggiornamenti (c.1 art. 2 del RR n. 26/2013).
Il Regolamento fornisce precisazioni, chiarimenti ed prescrizioni integrative rispetto a
quanto contenuto sia nel Piano Direttore (artt. 5 e 6 dell’Allegato 1) sia nel Piano di Tutela
delle Acque (Allegati alla Deliberazione di Giunta Regionale n. 1441/2009: 1 - “Sintesi non
Tecnica del Piano di Tutela” e 2-“Linee Guida per la redazione dei regolamenti di attuazione
PTA”).
Il Centro di Raccolta interessato dal presente progetto rientra tra le attività produttive
classificate dal Piano di Tutela ed, in ultimo, dal Regolamento Regionale n. 26/2013 (art. 8,
comma 2, lett. m. Depositi di rifiuti, centri di raccolta e/o gestione e trasformazione degli
stessi), come potenzialmente a rischio di dilavamento di sostanze pericolose.
In particolare, il Piano di Tutela delle Acque (par. 3.3 delle sopracitate Linee guida) al
par. 3.7.2 prescrive che tutte le superfici scolanti (ndr. di superfici e piazzali relativi alle
attività produttive così come specificate nello stesso Piano di Tutela), devono essere
impermeabilizzate e dotate di apposita rete di raccolta e convogliamento, dimensionata sulla
base di volumi di acqua relativi alla portata di piena calcolata con un tempo di ritorno non
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inferiore ai 5 anni e dotata di un sistema di deviazione idraulica, attivo o passivo che
consenta di separare le acque di prima pioggia dalle acque di dilavamento successive.
Le acque di prima pioggia e di lavaggio devono essere avviate ad apposite vasche di
raccolta in vasche a tenuta stagna. Lo stesso Piano prescrive che le acque di dilavamento
successive a quelle di prima pioggia devono essere sottoposte, prima del loro sversamento,
ad un trattamento di grigliatura e dissabbiatura.
Il Regolamento Regionale n. 26/2013 all’art. 10 (Disciplina e trattamento delle acque di
prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne) conferma sostanzialmente quanto prescritto
dal Piano di Tutela delle acque; ciò in merito alla modalità di gestione e trattamento sia delle
acque di prima pioggia e lavaggio sia delle acque meteoriche di seconda pioggia derivanti
dalle superfici scolanti delle attività produttive.
Il Regolamento regionale ha introdotto inoltre l’obbligo di riutilizzo delle acque
meteoriche di dilavamento per necessità irrigue, domestiche, industriali ed altri usi consentiti
dalla legge, tramite la realizzazione di appositi sistemi di raccolta, trattamento, ed
erogazione.
In aderenza alle prescrizioni sopra descritte - fornite dal Piano di Tutela e dal
Regolamento regionale – il presente progetto di raccolta e smaltimento delle acque
meteoriche ha previsto:

un sistema passivo di separazione delle acque meteoriche di prima pioggia dalle
acque di seconda pioggia;

la raccolta in vasche a tenuta stagna delle acque di prima pioggia ed il trattamento
depurativo delle stesse in loco;

due linee di trattamento separate per la depurazione delle acque di prima pioggia e la
depurazione delle acque di seconda pioggia;

un processo depurativo di grigliatura, sedimentazione e disoleazione per entrambe le
linee di trattamento (acque di prima pioggia e di seconda pioggia).
La rete di smaltimento delle acque meteoriche in progetto ha previsto, inoltre, la
realizzazione di vasche di raccolta per il riutilizzo delle acque di pioggia depurate per
l’innaffiamento delle aree a verde e delle aiuole presenti nel lotto.
L’efficienza depurativa degli impianti previsti è tale da conseguire il rispetto dei limiti di
emissione prescritti dalla Tab. 4 dell’Allegato 5 Parte III del D.Lgs. 152/06 e s.m.i, oltre che
dal par. 2.1 dello stesso Allegato 5; ciò in considerazione del fatto che il recapito finale
individuato per lo smaltimento delle acque meteoriche (in eccedenza rispetto a quelle
stoccate per il riutilizzo) è rappresentato dai primi strati del sottosuolo. Lo smaltimento nel
sottosuolo avverrà mediante trincea disperdente, in quanto nell’ambito urbano industriale in
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cui ricade il lotto di interesse, non risulta - allo stato attuale - presente una rete fognaria
separata per lo smaltimento acque meteoriche.
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4 PROGETTO DI PRIMO STRALCIO
Il primo stralcio funzionale è quello oggetto di appalto e prevede la realizzazione di una
rete di raccolta, trattamento e smaltimento delle acque meteoriche ricadenti sulle
superfici scolanti attualmente esistenti e di progetto nel CMRD.
La rete di raccolta prevista è costituita da un sistema di caditoie e canalette grigliate
collocate in corrispondenza delle zone di impluvio delle aree pavimentate in asfalto.
Per la individuazione delle zone di impluvio e displuvio necessarie per una corretta
individuazione dei punti in cui collocare i sopraccitati dispositivi di intercettazione (caditoie e
canalette), si è tenuto utilmente conto del rilievo plano-altimetrico di cui l’AMIU S.p.A. si è
dotata.
L’andamento plano-altimetrico delle strada e dei piazzali esistenti ha permesso di
individuare due principali sottobacini scolanti.
Per ciascuno di essi è stata pertanto prevista una rete di raccolta autonoma dotata, a
valle di essa, di un proprio impianto di depurazione (per il trattamento di grigliatura,
dissabbiatura, disoleazione). Gli impianti dovranno inoltre essere dotati di dispositivi
accessori capaci di sottoporre le acque meteoriche ad un ulteriore trattamento di affinamento
prima che le stesse vengano recapitate, mediante trincea disperdente, nei primi strati del
sottosuolo; in particolare le caratteristiche tecniche e tecnologiche dei manufatto dovranno
essere tali da consentire il pieno rispetto dei limiti tabellari imposti dal D.Lgs. 152/06 ed in
particolare dalla Tab. 4 dell’Allegato 5 Parte III, e dal paragrafo 2.1, All.5, parte III.
Il progetto prevede inoltre un parziale riutilizzo delle acque meteoriche depurate per
l’irrigazione delle aree a verde presenti nel sito.
Nell’ambito del progetto di primo stralcio risulta inoltre prevista la esecuzione delle
lavorazioni di tipo stradale propedeutiche al potenziamento ed alla funzionalizzazione del
Centro, consistenti, nello specifico, nella realizzazione di una pavimentazione industriale
in c.a. in prossimità dell’area, attualmente in sterrato, contigua alle zone attualmente
interessate dalla messa in riserva di carta/cartone e messa in riserva di plastica.
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4.1 DIMENSIONAMENTO IDRAULICO DELLA RETE
Per il dimensionamento idraulico della rete di raccolta acque meteoriche si è fatto
riferimento ai dati, alle analisi ed alle elaborazioni riportate in dettaglio in Appendice alla
presente relazione: dati pluviometrici, modalità di calcolo della portata di prima pioggia e
della portata di seconda pioggia (portata al colmo o portata critica). Tali dati sono ad ogni
modo riepilogati di seguito.
All’interno del CMRD, a causa dell’andamento plano-altimetrico, sono stati individuati
due bacini scolanti, così come riportato in figura:
Figura 1 – Bacino 1 in blu, bacino 2 in rosso.
Bacino scolante num.1 (in blu)
E’ rappresentato dalla zona pavimentata posta in prossimità degli uffici e degli spogliatoi
e dalla strada di collegamento di tale area con la zona operativa di lavorazione dei rifiuti
ricadente nel Bacino scolante numero 1.
Superficie della pavimentazione impermeabile (strade e coperture) = 4.600 mq;
Vp (volume di prima pioggia) = 23 mc;
Qp (portata prima pioggia) = 25,6 l/s;
Qc (portata al colmo) = 56 l/s (si veda Tabella n. 1 allegata).
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Bacino scolante num. 2 (in rosso)
E’ rappresentato dall’area posta a Nord-Est del Centro che sarà interessata dal progetto
di attivazione del Centro di raccolta, prima lavorazione e stoccaggio dei materiali provenienti
delle raccolte differenziate comunale per il quale è stato già predisposto Studio di Impatto
Ambientale da sottoporre a procedura di VIA.
Superficie della pavimentazione impermeabile (strade e coperture) = 15.300 mq;
Vp (volume di prima pioggia) = 76,5 mc;
Qp (portata prima pioggia) = 85 l/s;
Qc (portata al colmo) = 189 l/s (si veda Tabella n. 1 allegata).
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4.2 IMPIANTI DI TRATTAMENTO ACQUE METEORICHE
In considerazione della tipologia di attività svolta (gestione e lavorazione rifiuti) si è
ritenuto opportuno prevedere un sistema depurativo di tipo “ibrido”, ossia composto da due
linee di trattamento funzionanti in parallelo: una linea principale per il trattamento delle acque
di prima pioggia (quelle generalmente più inquinate relative tipicamente ai primi 15 minuti di
precipitazione), ed una linea dedicata al trattamento gravitazionale diretto delle acque di
seconda pioggia.
Gli impianti saranno inoltre dotati di un manufatto integrativo per il trattamento
secondario di finissaggio delle acque meteoriche; ciò al fine di garantire il pieno rispetto dei
limiti tabellari imposti dalla normativa vigente (nel caso specifico: Tab. 4, All. 5 del D.Lgs.
152/06 e paragrafo 2.1, All.5, parte III del D.Lgs. 152/06).
Impianto di Depurazione per Bacino Scolante 1 (sup. 4.600 mq)
L’impianto previsto per il bacino scolante n. 1 costituirà un primo modulo del più
articolato e complesso sistema di depurazione previsto nell’ambito del futuro intervento di
rifunzionalizzazione ed ampliamento delle strade e dei piazzali del Centro.
L’impianto in progetto prevede due linee di trattamento separate per le acque di prima
pioggia e per le acque di seconda pioggia.
La separazione tra le acque di prima pioggia e le acque di seconda pioggia è stata
attuata mediante un pozzetto scolmatore da installare a monte delle due linee di trattamento.
Linea acque di prima pioggia
L'impianto previsto dovrà essere composto da:

n. 1 vasca monoblocco prefabbricata in C.A.V. realizzata con calcestruzzo RcK >
450 Kg./cmq, a perfetta stagnezza e preassemblata, dotata di comparto di
accumulo acque di prima pioggia, zona di deposito fanghi, vano di
alloggiamento centralina di pompaggio acque di prima pioggia, disoleatore a
coalescenza ex norma UNI EN 858.
Dimensioni esterne della vasca:
lunghezza : cm 726;
larghezza : cm 250;
altezza : cm 245 +cm 20 di copertura carrabile 1^Cat(cm.12 cop.leggera)
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La vasca sarà inoltre dotata di un comparto con disoleatore per il trattamento delle acque
di prima pioggia.
Volume complessivo accumulo acque di prima pioggia = 27 mc > 23 mc
Dove 27 mc costituisce il volume di acque di prima pioggia stimato ai sensi di legge.
L’impianto dovrà essere inoltre dotato di

n.1 Sistema di pompaggio per rilancio acque di prima pioggia costituito da
galleggiante ed elettropompa sommergibile in ghisa con girante arretrata a
vortice liquido.
Caratteristiche indicative principali dell’elettropompa:
Portata :
3/5 l/s
Prevalenza :
4,5 m.c.a
Potenza nominale :
0,5 kW
Potenza assorbita :
0,37 kW
Diametro mandata :
DN 50
Alimentazione elettrica : 400 V-trifase

n. 1 Sensore di pioggia per installazione in ambiente esterno che rileva l’evento
meteorico e interrompe il funzionamento dell’elettropompa. Terminato l’evento
meteorico viene ripristinato il normale funzionamento dell’impianto.
Linea acque di seconda pioggia
Per il trattamento di sedimentazione e disoleazione delle acque di seconda pioggia è
stato previsto un impianto costituito da una Vasca monoblocco prefabbricata in C.A.V.
realizzata con calcestruzzo RcK > 450 Kg./cmq; la vasca dovrà essere costituita al suo
interno da due comparti: il primo di sedimentazione ed il secondo di disoleazione mediante
un filtro a coalescenza.
Dimensioni esterne delle vasche che compongono l’impianto:
lunghezza : cm 250
larghezza : cm 777
altezza : cm 245 + cm 20 di copertura carrabile ^Cat(cm.12 cop.leggera)
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Linea finissaggio acque meteoriche
Per garantire il pieno rispetto dei limiti tabellari imposti dalla normativa è stata prevista la
installazione, in uscita dalla linea delle acque di seconda pioggia, di una vasca di
adsorbimento secondario idrocarburi.
La vasca dovrà essere del tipo monoblocco prefabbricata in C.A.V. a perfetta tenuta,
realizzata con calcestruzzo RcK > 450 Kg./cmq. vibrato suddivisa al suo interno da due
comparti equivalenti comunicanti nella parte bassa del bacino mediante apertura quadra
dimensioni cm. 40 x 40. Il trattamento di finissaggio delle acque meteoriche verrà attuato da
manicotti oleoassorbenti che dovranno essere installati all’interno del manufatto.
La portata massima che è in grado di trattare e smaltire in continuo l’impianto è
pari a 200 l/s > 85 l/s
Dove 85 l/s costituisce la massima portata al colmo stimata per il bacino scolante di
interesse (per dettagli si rimanda alla Tabella 1 – Calcolo della massima portata al colmo
(metodo cinematico lineare, riportata in Appendice alla presente relazione).
Impianto di depurazione per Bacino Scolante 2 (sup. 15.300 mq)
Linea acque di prima pioggia (1)
L'impianto previsto dovrà essere composto da:

n. 2 vasca monoblocco prefabbricata in C.A.V. realizzata con calcestruzzo RcK >
450 Kg./cmq, a perfetta stagnezza e preassemblata, dotata di comparto di
accumulo acque di prima pioggia, zona di deposito fanghi, vano di
alloggiamento centralina di pompaggio acque di prima pioggia, disoleatore a
coalescenza ex norma UNI EN 858.
Dimensioni esterne delle vasche che comporranno l’impianto:
VASCA 1 (di accumulo)
lunghezza : cm 826;
larghezza : cm 250;
altezza : cm 245 +cm 20 di copertura carrabile 1^Cat(cm.12 cop.leggera)
VASCA 2 (di accumulo, con alloggiamento elettropompa e comparto con disoleatore)
lunghezza : cm 826
larghezza : cm 250
altezza : cm 245 + cm 20 di copertura carrabile 1^Cat(cm.12cop.leggera)
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Volume complessivo accumulo acque di prima pioggia = 80 mc > 75 mc
Dove 75 mc costituisce il volume di acque di prima pioggia stimato ai sensi di legge.
L’impianto dovrà essere inoltre dotato di

n.1 Sistema di pompaggio per rilancio acque di prima pioggia costituito da
galleggiante ed elettropompa sommergibile in ghisa con girante arretrata a
vortice liquido;
Caratteristiche indicative principali dell’elettropompa
Portata :
3/5 l/s
Prevalenza :
4,5 m.c.a
Potenza nominale :
0,5 kW
Potenza assorbita :
0,37 kW,
Diametro mandata :
DN 50
Alimentazione elettrica : 400 V-trifase

n. 1 Sensore di pioggia per installazione in ambiente esterno, che rileva l’evento
meteorico e interrompe il funzionamento dell’elettropompa. Terminato l’evento
meteorico viene ripristinato il normale funzionamento dell’impianto.
Linea acque di seconda pioggia
Per il trattamento di sedimentazione e disoleazione delle acque di seconda pioggia è
stato previsto un impianto costituito da una Vasca monoblocco prefabbricata in C.A.V.
realizzata con calcestruzzo RcK > 450 Kg./cmq; la vasca dovrà essere costituita al suo
interno da due comparti: il primo di sedimentazione ed il secondo di disoleazione mediante
un filtro a coalescenza.
Dimensioni esterne delle vasche che compongono l’impianto:
lunghezza : cm 250
larghezza : cm 777
altezza : cm 245 + cm 20 di copertura carrabile ^Cat(cm.12 cop.leggera)
Linea finissaggio acque meteoriche
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Per garantire il pieno rispetto dei limiti tabellari imposti dalla normativa è stata prevista la
installazione, in uscita dalla linea delle acque di seconda pioggia, di una vasca di
adsorbimento secondario idrocarburi.
La vasca dovrà essere del tipo monoblocco prefabbricata in C.A.V. a perfetta tenuta,
realizzata con calcestruzzo RcK > 450 Kg./cmq. vibrato suddivisa al suo interno da due
comparti equivalenti comunicanti nella parte bassa del bacino mediante apertura quadra
dimensioni cm. 40 x 40. Il trattamento di finissaggio delle acque meteoriche verrà attuato da
manicotti oleoassorbenti che dovranno essere installati all’interno del manufatto.
La portata massima che è in grado di trattare e smaltire in continuo l’impianto è
pari a 200 l/s > 189 l/s
Dove 189 l/s costituisce la massima portata al colmo stimata per il bacino scolante di
interesse (per dettagli si rimanda alla Tabella 1 – Calcolo della massima portata al colmo
(metodo cinematico lineare, riportata in Appendice alla presente relazione).
4.3 RETE FOGNAIRA DI RACCOLTA ACQUE METEORICHE
La rete fognaria di raccolta delle acque meteoriche è stata dimensionata sulla base dei
dati pluviometrici e di portata ricavati in precedenza con il metodo della corrivazione.
Nello specifico il sistema fognante sarà costituito da:

canalette prefabbricate in cls con grigliato in ghisa carrabile (classe D 400)
(larghezza pari a circa 30 cm);

pozzetti con chiusini e caditoie in cls prefabbricato di dimensioni variabili
(larghezza 60 – 80 – 100 cm);

tubazioni in PVC (DN 250, 315 e 355 mm).
Per quanto attiene al sistema di pozzetti e tubazioni interrate di convogliamento delle
acque all’impianto di depurazione, è stata effettuata una verifica del tirante idraulico che
potrà instaurarsi al suo interno in considerazione sia della massima portata critica stimata sia
del diametro e della pendenza media assunta per le tubazioni in fase di progettazione.
La citata verifica è stata effettuata utilizzando l’equazione di Gauckler-Strickler
assumendo in maniera esemplificativa un regime di moto uniforme.
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Come previsto dalla procedura di calcolo adottata, sono stati stimati i valori delle
grandezze idrauliche (velocità e portata), in condizioni di completo riempimento utilizzando le
seguenti formule di Gauckler-Strickler per sezioni circolari:
Vr = 0,630 * Ks * r2/3 * i1/2
Qr = 1,979 * Ks * r8/3 * i1/2
I valori di h (altezza del tirante idraulico) e V (velocità di scorrimento) che si
instaureranno nelle tubazioni della rete fognante sono stati calcolati effettuando le seguenti
elaborazioni:

normalizzando i valori di V e Q rispetto ai valori di Vr e Qr (ciò attraverso ì le scale di
deflusso normalizzate di Gauckler-Strickler per sezioni circolari);

interpolando linearmente, all’interno degli intervalli individuati, i valori di Q/Qr, h/r e
V/Vr.
Per ulteriori dettagli si rimanda alla Tabella 2 – Dimensionamento di tubazioni e canalette
(riportata in allegato alla presente relazione) nella quale sono riportati i risultati delle
elaborazioni effettuate.
4.4 TRINCEA DISPERDENTE
Il progetto prevede che le acque meteoriche depurate in esubero rispetto a quelle da
riutilizzare per l’innaffiamento delle aree a verde, vengano smaltite nei primi strati del
sottosuolo mediante trincee disperdenti; ciò vale sia per le acque meteoriche raccolte nel
primo bacino scolante sia per quelle relative al secondo bacino scolante.
Per il dimensionamento delle trincee si è fatto riferimento ai dati ed alle informazioni
riportati in apposito Studio Geologico – Idrogeologico dell’area di interesse.
Come dettagliatamente descritto nel citato Studio la matrice sotterranea presenta
caratteristiche idrogeologiche adeguate a smaltire nel sottosuolo le acqua di pioggia.
Nello specifico lo Studio ha evidenziato che al di sotto di una coltre esigua di terreno
vegetale (strato pedologico di circa 20 cm) e/o materiale di riporto detritico si rinvengono
litotipi calcarenitici mediamente cementanti che hanno uno spessore di circa 4,00 m; al di
sotto di essi affiorano i Calcari. L’ammasso roccioso risulta anidro senza presenza di falda.
Lo studio ha anche ricostruito in maniera indicativa il modello geologico di sottosuolo del
sito ai sensi del D.M. 14.01.08:
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0.00m
dal p.c.
Terreno vegetale e/o materiale detritico di riporto di natura tufacea
0,20
0,20
calcareniti sublitoidi mediamente cementate, poco alterate, da poco
a mediamente fratturata
4,00 m
(Calcareniti di Gravina – Pleistocene inferiore)
4,20
Calcare stratificato variamente fratturato
(Calcare di Altamura)
La stima dei valori di permeabilità del sottosuolo (propedeutica per un corretto
dimensionamento della trincea) è stata effettuata facendo utilmente riferimento ai risultati
ottenuti da prove di assorbimento in pozzetto superficiale eseguite in litotipi calcarenitici
appartenenti allo stesso ambiente geologico.
In particolare i litotipi calcarenitici, affioranti nel sito di interesse, presentano permeabilità
per porosità di interstizi in subordine per fessurazione; come confermato nello Studio
Geologico la matrice sotterranea in cui smaltire le acque meteoriche depurate è
rappresentata da rocce dotate di buona conducibilità idraulica, caratterizzate da
-
coefficiente di permeabilità K = 6,28 x 10-3 cm/sec
-
capacità di assorbimento pari a Ca = 694,4 l/h* m2
Sulla base del citato valore di capacità di assorbimento sono state dimensionate le
trincee disperdenti.
Bacino Scolante 1 (sup. 4.600 mq)
Per il dimensionamento si è innanzitutto quantificata la massima portata da smaltire nel
sottosuolo; nel caso specifico si è assunto cautelativamente il valore corrispondente alla
massima portata al colmo (85 l/s; cfr. Tabella 1 – Calcolo della massima portata al colmo
riportata in allegato).
In considerazione della cospicua capacità volumetrica delle vasche costituenti
l’impianto di depurazione si tenuto conto, per il dimensionamento della trincea, anche
dell’effetto laminazione prodotto dalle stesse vasche; ciò al fine di dimensionare
correttamente ed adeguatamente il manufatto disperdente.
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Per stimare l’effetto laminazione prodotto dalle vasche ed in particolare per quantificare
la portata in uscita dall’impianto (da smaltire in trincea disperdente) è stato applicato il
metodo pratico di dimensionamento di tipo cinematico1.di cui si riepilogano nel seguito
le fasi di calcolo.
Vimp=56 mc
Dove Vimp = volume complessivo vasche impianto di prima e seconda pioggia;
Considerando un evento meteorico di durata pari a quella critica per il bacino scolante di
interesse (ovvero pari al tempo di corrivazione), si è proceduto come segue.
Considerando l’equazione
Qi-Qu=
W
Dove Qi = Qc (ovvero portata in ingresso alle vasche)
tc
Qu= portata in uscita da smaltire mediante trincea;
W = volume vasca di laminazione (assunto pari a Vimp)
tc=tempo di corrivazione del bacino scolante di interesse (nel caso specifico tc=
912 s; cfr. Tabella 1 in Appendice)
si è calcolata la portata in uscita (ovvero da smaltire mediante trincea):
Qu = Qi-
W
=0,013 mc/s (che si approssimano a 0,020 mc/s)
tc
0,020 mc/s= 72.000 l/h
Considerando
Ca=694,4 l/hxmq
si ottiene come superficie necessaria per smaltire le acque meteoriche in uscita
dall’impianto
S=
Qu
= 103,7 mq
Ca
Assumendo per la trincea una larghezza pari a 1m ed una altezza pari a 1,5 m si ottiene
una lunghezza complessiva pari a:
1
Sistemi di Fognatura. Manuale di Progettazione, Hoepli 2001
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L = 103,7/4 = 25,9 che si approssima cautelativamente a 40 m
La trincea sarà realizzata mediante tubazioni forate in polietilene HDPE (DN 200)
disposte entro uno scavo di larghezza 1,00 m e profondità 1,50 m.
Per garantire una ottimale dispersione delle acque depurate lo scavo della trincea dovrà
essere riempito con ghiaia e pietrame grossolano. Lo strato superiore della trincea dovrà
essere rimodellato con terreno vegetale previa interposizione, tra lo stesso terreno e il
pietrame sottostante, di geotessuto (TNT) finalizzato ad impedire l’intasamento del letto di
ghiaia e pietrame con particelle fini.
Bacino Scolante 2 (sup. 15.300 mq)
Per il dimensionamento della trincea si è proceduto analogamente a quanto svolto per il
Bacino Scolante 1.
E’ stata pertanto quantificata la massima portata da smaltire nel sottosuolo; nel caso
specifico si è assunto cautelativamente il valore corrispondente alla massima portata al
colmo (189 l/s; cfr. Tabella 1 – Calcolo della massima portata al colmo riportata in Allegato).
In considerazione della cospicua capacità volumetrica delle vasche costituenti
l’impianto di depurazione si tenuto conto, per il dimensionamento della trincea, anche
dell’effetto laminazione prodotto dalle stesse vasche.
Per stimare l’effetto laminazione prodotto dalle vasche ed in particolare quantificare la
portata in uscita dall’impianto (da smaltire in trincea disperdente) è stato applicato il metodo
pratico di dimensionamento di tipo cinematico2.
Vimp=V1p+V2p= 84,4 + 39,5 = 123,9 mc
Dove Vimp = volume complessivo vasche impianto di prima e seconda pioggia;
V1p = volume vasche di prima pioggia;
V2p= volume vasche di seconda pioggia.
Considerando un evento meteorico di durata pari a quella critica per il bacino scolante di
interesse (ovvero pari al tempo di corrivazione), si è proceduto per il calcolo come segue:
triemp =
2
V1 p
= 446,6 s
Qi
Sistemi di Fognatura. Manuale di Progettazione, Hoepli 2001
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dove triemp = tempo di riempimento vasche di prima pioggia
attraverso l’equazione
Qi-Qu=
W
Dove Qi = Qc (ovvero portata in ingresso alle vasche)
tc
Qu= portata in uscita da smaltire mediante trincea;
W = volume vasca di laminazione (assunto pari a V2p)
tc=tempo di corrivazione del bacino scolante di interesse (nel caso specifico tc=
1048 s; cfr. Tabella 1 in Appendice)
si è calcolata la portata in uscita (ovvero da smaltire mediante trincea) assumendo come
durata della pioggia
tr=tc- triemp=601,4 s
Pertanto
Qu = Qi-
Considerando
W
=0,123 mc/s = 441800 l/h=
tc
Ca=694,4 l/hxmq
si ottiene come superficie necessaria per smaltire le acque meteoriche in uscita
dall’impianto pari a
S=
Qu
= 637,7 mq
Ca
Assumendo per la trincea una larghezza pari a 1m ed una altezza pari a 1,5 m si ottiene
una lunghezza complessiva pari a:
L = 637,7/4 = 159,4 che si approssima a 160 m
Così come previsto per la trincea relativa al Bacino scolante 1, anche per la trincea del
Bacino 2 saranno previste tubazioni forate in polietilene HDPE (DN 200) disposte entro uno
scavo di larghezza 1,00 m e profondità 1,50 m.
Per garantire una ottimale dispersione delle acque depurate lo scavo della trincea dovrà
essere riempito con ghiaia e pietrame grossolano. Lo strato superiore della trincea dovrà
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essere rimodellato con terreno vegetale previa interposizione, tra lo stesso terreno e il
pietrame sottostante, di geotessuto (TNT) finalizzato ad impedire l’intasamento del letto di
ghiaia e pietrame con particelle fini.
4.5 IMPIANTO DI INNAFFIAMENTO
Il progetto di primo stralcio prevede inoltre la esecuzione di due impianti di innaffiamento
a servizio delle aree a verde preesistenti.
Nello specifico le due reti di irrigazione utilizzeranno le acque meteoriche depurate
provenienti dagli impianti di depurazione, che verranno stoccate in due serbatoi in c.a.
interrati.
In particolare:

a valle dell’Impianto di Depurazione per Bacino Scolante 1 (sup. 4.600 mq)
verrà realizzato un serbatoio temporaneo in c.a. di capienza pari a 100 mc.

a valle dell’Impianto di Depurazione per Bacino Scolante 2 (sup. 15.300 mq)
verrà riutilizzato il preesistente serbatoio (di capienza pari a 100 mc);
Gli impianti di irrigazione saranno costituiti da:

un gruppo di sollevamento costituito da due elettropompe collegati a due serbatoi
pressurizzati a membrana (vaso di espansione);

una rete di distribuzione principale realizzata con tubo in Polietilene alta densità del
PN10, DN 50;

una rete di distribuzione secondaria realizzata con tubo in Polietilene alta densità, DN
20 del tipo ad “ala gocciolante”;

centralina di zona comandata da programmatore elettronico.
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APPENDICE
1 ANALISI DEI DATI PLUVIOMETRICI
Per la individuazione dei dati pluviometrici necessari alla stima e alla quantificazione dei
volumi e delle portate di pioggia da trattare si è fatto riferimento al Piano di Bacino Stralcio Assetto
Idrogeologico redatto dall’Autorità di Bacino della Puglia.
Nello specifico, nel citato Piano, il territorio di competenza della Regione Puglia è stato
suddiviso in 6 aree pluviometriche omogenee, (Figura 2) per ognuna delle quali è possibile
individuare la Curva di Possibilità Pluviometrica sulla base delle seguenti equazioni:
(0.000503 z +0.720 / 3.178 )
Zona 1: X(t, z) = 28.66 t
Zona 2: X(t, z) = 22.23 t
0.247
(0.696 + 0.000531 z) / 3.178
Zona 3: X(t, z) = 25.325 t
0.256
Zona 4: X(t, z) = 24.70 t
(0.628 + 0.0002 z) / 3.178
Zona 5: X(t, z) = 28.2 t
(0.488 +0.0022 z) / 3.178
Zona 6: X(t, z) = 33.7 t
Dove:
t = durata della precipitazione;
z = quota media del sito (pari a 40 m, nel caso specifico).
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j
Figura 2: Regione Puglia Zone omogenee al 3° livello di regionalizzazione
Le elaborazione effettuate, sulla base dei dati e delle informazioni sopra riportate, hanno
consentito di elaborare la seguente equazione di possibilità pluviometrica:
h = 33,70 t 0,181
(1)
2 ACQUE METEORICHE DI DILAVAMENTO – CALCOLO DELLE
PORTATE
Le acque meteoriche di dilavamento, secondo la definizione del Piano Direttore, sono “le
acque di pioggia che precipitano sull’intera superficie impermeabilizzata scolante afferente allo
scarico o all’immissione”.
ACQUE DI PRIMA PIOGGIA – CALCOLO DELLA PORTATA
Le acque di prima pioggia costituiscono una prima categoria di acque di dilavamento rispetto
alle quali la normativa vigente prevede un opportuno trattamento depurativo.
Sulla base della definizione fornita dal Piano3, in merito alle acque di prima pioggia, ed in
considerazione del valore della superficie scolante impermeabile (Sp) che caratterizza l’area di
intervento si stima il volume delle acque di prima pioggia con la seguente formula
Vp = Sp x hp
(2)
3
Acque di prima pioggia: le prime acque meteoriche di dilavamento fino ad una altezza di precipitazione massima di 5 millimetri,
relative ad ogni evento meteorico preceduto da almeno 48 h di tempo asciutto, uniformemente distribuite sull'intera superficie scolante.
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dove hp altezza di pioggia pari a 5 mm.
A titolo puramente indicativo è anche possibile stimare la portata delle acque di prima pioggia
(Qp) associando ad esse l’intensità di pioggia (ip) pari a 20 mm/h ottenuta considerando una
altezza di pioggia pari a 5 mm caduta in un intervallo di tempo di 15 minuti:
Qp = Sp x ip
(3)
ACQUE METEORICHE DI SECONDA PIOGGIA – CALCOLO PORTATA CRITICA
Per quanto attiene alla metodologia di calcolo delle acque meteoriche successive a quelle di
prima pioggia è stato applicato il Metodo di Corrivazione che ha permesso di stimare la durata di
pioggia a cui è associato l’evento critico per il sistema scolante oggetto di studio; tale durata in
aderenza al modello logico-funzionale applicato corrisponde al tempo di corrivazione 4.
Per l’applicazione del metodo citato, la superficie scolante del piazzale è stata suddivisa in
sottobacini a cui è stato attribuito un proprio tempo di corrivazione. Nell’ambito dell’applicazione
del metodo è stato assunto un coefficiente di impermeabilità pari a 0,80 ed un coefficiente di
ritardo (laminazione) variabile da 0,6 a 0,8 in funzione della dimensione dei sottobacini interessati
da analisi.
le seguenti assunzioni preliminari:
-
Gocce di pioggia cadute contemporaneamente in punti diversi del bacino impiegano tempi
diversi per raggiungere la sezione di chiusura (rappresentata in questo caso dal punti di
immissione all’Impianto di depurazione);
-
Il contributo di ogni singolo punto del bacino alla portata di piena è direttamente proporzionale
alla intensità di pioggia caduta nel punto - in un istante precedente a quello del passaggio della
piena – di durata necessaria perché detto contributo raggiunga la sezione di chiusura;
-
Questa durata è caratteristica di ogni singolo punto ed è invariante nel tempo.
Per effetto di quanto sopra rappresentato usualmente la portata massima al colmo (piena
critica) si ottiene per piogge di durata pari al tempo di corrivazione.
La portata al colmo della piena critica è stata stimata utilizzando la seguente formula:
4 Tempo di corrivazione: tempo necessario affinché la goccia di pioggia caduta nel punto più lontano del bacino raggiunga la
sezione di chiusura (fonte: Sistemi di Fognature – Manuale di Progettazione, Hoepli 2001).
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Q=
 i  S
(2)
360
Dove Q = portata al colmo di piena (m3/s);
 = coefficiente di afflusso medio del bacino;
i = intensità di pioggia di durata pari al tempo di corrivazione tc (mm/h);
S = superficie del bacino (ha)
In genere per una fognatura urbana il tempo di corrivazione tc è calcolato facendo riferimento
al percorso idraulico più lungo della rete fognaria fino alla sezione di chiusura considerata.
Nello specifico dopo aver individuato la rete fognaria sottesa alla sezione di chiusura ed aver
delimitato i sottobacini contribuenti in ogni ramo della rete, per determinare il tempo di corrivazione
si è fatto riferimento alla somma:
tc=ta+tr
(3)
Dove ta è il tempo di accesso alla rete per ciascun sottobacino, che dipende dalle caratteristiche
geometriche e morfologiche dell’area; nel caso specifico per la stima di tale valore è stato
assunto un valore variabile tra 300 a 900 s.5
tr è il tempo di rete dato dalla somma dei tempi di percorrenza di ogni singola
canalizzazione seguendo il percorso più lungo (tr=Li/vi)
Per il calcolo della portata critica è stato definito il percorso del sistema di raccolta ed
allontanamento delle acque meteoriche con le relative caditoie e canalette grigliate disposte in
corrispondenza delle zone di impluvio del bacino; ciò come rilevabile dagli elaborati grafici di
progetto.
Si descrivono in sintesi le elaborazioni effettuate per il calcolo della portata al colmo di piena
che potrà affluire all’impianto di depurazione (con un prefissato tempo di ritorno di 5 anni):
1. suddivisione dell’intero bacino scolante in sottobacini; ciò sulla base dell’andamento
altimetrico dell’area e delle linee di impluvio e displuvio rilevabili;
5
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2. quantificazione del coefficiente di afflusso medio correlato al tempo di corrivazione, che
tiene conto della impermeabilità (0,8) e dell’effetto di laminazione e ritardo (variabile tra 0,6
e 0,8);
3. quantificazione del tempo di accesso ta, relativo ad ogni singolo tratto;
inoltre procedendo da monte verso valle del bacino fino alla sezione di chiusura (punto di
arrivo all’impianto),
4. determinazione del tempo di corrivazione tc=ta+tr della singola sezione di calcolo; in
particolare il tc della sezione terminale di un tratto di calcolo è stato assunto pari alla
somma tra il massimo tempo di corrivazione dei tratti confluenti a monte ed il tempo di
percorrenza del tratto stesso (calcolato in prima approssimazione considerando una
velocità media di scorrimento pari a 1,5 m/s);
5. noto il tc, per il singolo tratto, è stata determinata l’intensità di pioggia di durata pari al
tempo di corrivazione ed in base alla (2) è stata calcolata la portata al colmo del singolo
sottobacino; sulla base di tale valore è stato dimensionato lo speco fognario e la velocità di
scorrimento6; il calcolo ha previsto iterazioni della procedura per i sottobacini in cui la
velocità di scorrimento, ottenuta al termine della elaborazione, è risultata essere
significativamente diversa dal valore iniziale (assunto pari a 1,5 m/s); per detti sottobacini si
è pertanto effettuata la ricalcolazione di cui al punto 4: stimando il tc, l’intensità media di
pioggia e la portata al colmo. In caso di sostanziale coincidenza tra le velocità relative a
due fasi di iterazione contigue si è passato al calcolo della portata relativo alla sezione
successiva.
Il modello di calcolo è stato applicato tenendo conto delle seguenti assunzioni semplificative,
ma cautelative, in termini di valori di portata ottenuti:
6
-
autonomo funzionamento dei collettori, trascurando eventuali rigurgiti indotti sui
singoli tratti da parte dei collettori che seguono a valle;
-
deflusso dei singoli rami in condizioni di moto uniforme;
-
comportamento della rete nel suo complesso sincrono: raggiungimento da parte dei
diversi collettori del massimo valore di portata.
Per dettagli sulla modalità di calcolo adottata per il dimensionamento degli spechi si rimanda al par.
7.2
R.2.5 - Relazione tecnica rete di raccolta e trattamento acque meteoriche
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3 ALLEGATI
In allegato alla presente relazione si riportano:
per il progetto di primo stralcio
-
TABELLA 1 - CALCOLO DELLA MASSIMA PORTATA AL COLMO DELLE RETE FOGNARIA
(METODO CINEMATICO LINEARE)
-
TABELLA 2 - DIMENSIONAMENTO TUBAZIONI E CANALETTE
R.2.5 - Relazione tecnica rete di raccolta e trattamento acque meteoriche
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