Di segno in segno. La Toscana per l`arte contemporanea
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Di segno in segno. La Toscana per l`arte contemporanea
I territori della scultura contemporanea. Arte all'aperto in Emilia Romagna. Realtà ed esperienze a confronto - Ferrara, Salone del restauro, 3 aprile 2003 Intervento di Lanfranco Binni Dirigente regionale, coordinatore del progetto "TRA ART. Rete regionale per l’arte contemporanea" Di segno in segno. La Toscana per l’arte contemporanea La scelta della contemporaneità, rielaborando continuamente le esperienze del passato sul piano della ricerca, della conoscenza e della produzione culturale, sta orientando - ormai senza incertezze - le politiche culturali regionali, degli enti locali e dell’associazionismo. Decostruendo lo stereotipo insostenibile del presunto conservatorismo di una società toscana prigioniera delle sue grandi tradizioni (dal Rinascimento al folklore locale), la tendenza generale in ogni ambito della cultura toscana è ad un confronto alto e diffuso con le grandi sfide del nostro tempo: la costruzione di un’Europa dei diritti e delle culture, i rapporti politici e culturali tra Nord e Sud del mondo, le alternative alla distruzione delle risorse del pianeta, la complessa dinamica "globale"/"locale". In questa prospettiva, i saperi, i linguaggi, i luoghi della tradizione culturale e della produzione contemporanea, sono percepiti nella loro ininterrotta appartenenza a un universo di discorso la cui unitarietà è il risultato delle molteplici confluenze delle diversità e della pluralità delle prospettive. In un continuo viaggio diacronico, dal presente al passato, le grandi tradizioni sono rivisitate nella loro specificità e insieme nella loro capacità di suggerire esperienze e conoscenze che vengono a interagire con la nostra sensibilità presente. Uno straordinario corto circuito tra passato e presente si sta sviluppando in ogni dimensione del paesaggio culturale toscano. Sta mutando profondamente la stessa percezione del paesaggio toscano: non più rappresentazione di immagini ereditate e consolidate, ma contenitore dinamico di continue esperienze di attraversamento della sua multidimensionalità. Il paesaggio toscano, liberato dai suoi stereotipi superficiali (il cipresso e la casa colonica ristrutturata, il borgo medievale e il palazzo rinascimentale), comincia a essere percepito e proposto nella sua complessità antropica, sociale e culturale: un paesaggio a più dimensioni, da attraversare liberamente nello spazio e nel tempo, secondo percorsi tematici tradizionali e innovativi. Perché dall’incontro tra la rivisitazione del nostro retroterra e il futuro che ci viene incontro nascano nuove prospettive culturali e nuovi linguaggi. La pratica dell’attraversamento del paesaggio toscano, in una sorta di viaggio di segno in segno, di realtà in realtà, caratterizza significativamente le politiche regionali, degli enti locali e dell’associazionismo. In generale, si parte da sé per interagire con gli altri. Per le istituzioni culturali significa essere in sintonia con i territori, orientando i servizi alla popolazione: nasce una biblioteca che svolge nuovi funzioni di spazio di aggregazione e di attività culturale, e allo stesso modo un museo sviluppa sul territorio le sue capacità educative. Secondo questa logica, più Comuni si associano per attraversare un’area vasta con programmi integrati per promuovere l’arte contemporanea o i linguaggi dello spettacolo; si innescano processi di identità urbana per ricomporre il dialogo fra il centro storico e le periferie. A questo nuovo orientamento delle politiche culturali in Toscana hanno contribuito in maniera determinante le esperienze e le riflessioni teoriche che, soprattutto dal 1973 in poi, si sono sviluppate sul terreno dell’arte ambientale. Nel 1973, in occasione della manifestazione Volterra 73, progettata e coordinata da Enrico Crispolti e Mino Trafeli, la problematica dell’"arte ambientale" superava i limiti occasionali dell’arte "ambientata" per assumere nuovi valori e nuove prospettive di progetto integrato tra opera d’arte, ambiente, territorio. In quel clima culturale, rafforzato da altre esperienze in Italia centrale (Gubbio 76, Pesaro e Ancona nello stesso periodo) e sviluppato nelle edizioni 1976 e 1978 della Biennale di Venezia, in Toscana cominciavano a prendere forma, agli inizi degli anni ‘80, due grandi progetti di arte ambientale integrata: gli Spazi d’arte nel parco di Villa Gori a Celle, presso Santomato (Pistoia) e il Giardino dei Tarocchi di Jean Tinguely e Niki de Saint-Phalle a Garavicchio (Capalbio, Grosseto). Iniziava con questi due grandi progetti una nuova stagione dell’arte ambientale in Toscana, aperta alle molteplici suggestioni del "fare artistico" internazionale. Da quel momento le relazioni tra opera e ambiente sarebbero state affrontate nella loro dinamica complessità, superando una statica e improbabile concezione ornamentale dell’installazione en plein-air. L’arte ambientale, al contrario, è ormai considerata uno strumento straordinario di rilettura e valorizzazione del paesaggio toscano e delle sue complesse stratificazioni artistiche, culturali, sociali. Stiamo per restituire la multiforme varietà delle esperienze di arte ambientale in Toscana attraverso una guida, a stampa e su Internet, di grande qualità, curata da Anna Mazzanti. Il volume, dal titolo Sentieri nell’arte. Il contemporaneo nel paesaggio toscano, censisce luoghi e progetti, sull’intero territorio regionale. Mi limito a ricordare i titoli, con rapidi commenti, suddivisi per area territoriale e non per tipologia, solo per dare un’idea della varietà e della complessità di una potenziale rete dell’arte ambientale in Toscana. Sull’asse metropolitano tra Prato e Pistoia: gli Spazi d’arte di Celle, il giardino del Centro per l’Arte contemporanea Luigi Pecci, il Parco di Pinocchio a Collodi, il Parco-Museo Quinto Martini. Il progetto degli Spazi d’arte di Celle risale al 1981 e nasce dall’incontro tra Giuliano Gori, Annon Barzel, Renato Barilli, Francesco Gurrieri e Knud Jensen. Sulla base di una scelta di "arte ambientale" e non "ambientata", di forte integrazione dell’arte agli spazi naturali, il parco di Celle ospita oggi 40 installazioni disseminate su oltre 40 ettari e più di 25 opere installate all’interno degli edifici, la villa e gli annessi. Le opere sono il risultato di lunghe frequentazioni dell’ambiente naturale di artisti internazionali delle più poetiche e tendenze ambientali. Il parco è un’opera in progress. Nell’area fiorentina, l’arte ambientale si sta incontrando con la grande tradizione dei giardini storici, nel Giardino di Boboli (opere di Golba, Mitoraj e Yasuda) e nel Giardino di Villa Demidoff, a Pratolino (opere di Anne a Patrik Poirier). Una consistente raccolta di scultura olandese contemporanea è allestita nel giardino dell’Istituto Universitario Olandese, con una cospicua presenza di opere di Karel Appel. Nella Toscana appenninica, a Montepiano (Prato), Il Prato del Sole e il Giardino geometrico del Mulino conservano gli interventi paesaggistici di Bruno Saetti. A Luicciana (Cantagallo, Prato), un intervento di arredo urbano iniziato nel 1984, con opere - tra gli altri - di Sebastian Matta, Tonmi Fertonani e Lionello Tintori. A Castagno di Piteccio (Pistoia), un intervento di arredo urbano avviato nel 1975 da Tommaso Paloscia ha costituito una sorta di museo all’aperto di scultura, mosaico e pittura, con opere di Venturino Venturi, Silvio Loffredo, Vinicio Berti, Luca Alinari e tanti altri. Sulla costa dei marmi, a Carrara, il nuovo Parco della Padula, nato nel 2001-2002 su progetto di Giuliano Gori, in occasione della XI Biennale Internazionale di Scultura Città di Carrara, ripropone la poetica di Celle in una sorta di "teatro-scultura all’aperto", con opere di Ian Hamilton Finlay, Dani Karavan, Sol LeWitt, Luigi Mainolfi, Mario Merz, Robert Morris e Claudio Parmiggiani. A Pietrasanta, nella centrale Piazza del Centauro, nel 1995 Igor Mitoraj ha inserito una propria opera nel tessuto urbano. Nella Val d’Era pisana, a Peccioli dal 1991 si persegue un progetto di inserimento di sculture di autori contemporanei nel centro storico, con l’attuale coordinamento scientifico di Antonella Soldaini e interventi artistici di Nagasawa, Vittorio Corsini, Vittorio Messina, Alberto Garutti ed altri. Numerosi i progetti nel paesaggio naturale ed urbano tra Val d’Elsa e Val di Pesa, nel territorio di confine tra le province di Firenze, Siena e Pisa. Dal 1996, il progetto Arte all’Arte coordinato da Mario Cristiani propone una forte integrazione tra arte e ambiente, con il coinvolgimento dei Comuni dell’area; l’arte, non più meramente "ambientata", diventa fattore di sviluppo culturale e sociale. I programmi di Arte all’Arte, tesi a un concreto coinvolgimento della popolazione locale, lasciano sul territorio opere di artisti (da Sol LeWitt a Loris Cecchini, da Mimmo Paladino a Jannis Kounellis, a Mario Airò) che ridisegnano il paesaggio urbano e naturale come "tracce" di uno sviluppo in corso. Nella stessa area territoriale, a San Gimignano, il progetto Affinità Elettive, promosso da Giuliano Briganti e Luisa Laureati e realizzato nel 1994, ha inserito nel tessuto urbano opere di Giulio Paolini, Eliseo Matteacci, Jannis Kounellis, Luciano Fabro e Nunzio, per superare la "congelata visione cartolinesca" di una delle cittadine più celebri della Toscana e restituirla ad una "fruizione più attiva" (definizione di Paola Barocchi). A Certaldo, l’Associazione Culturale Castello di Santa Maria Novella dal 1996 interviene con il progetto Dopopaesaggio, coordinato da Marco Scotini e Laura Vecere, per far incontrare i linguaggi dell’arte contemporanea e la tradizione dei giardini storici; dal 1997, opere di Remo Salvadori, Marco Bagnoli, Fabio Cresci, Nagasawa, Bert Theis, Fortuyn/O’Brien e Maria Nordman hanno iniziato a segnare il paesaggio di un’area territoriale sempre più vasta. Al Castello di Linari, a Poggibonsi (Siena) Daniel Buren è intervenuto nel 2001, nell’ambito di Arte all’Arte, lasciandovi un’installazione permanente. Nel Chianti, tra Firenze e Siena, le iniziative di arte ambientale sono diventate pratica consueta di intervento sul paesaggio e sull’arredo urbano dei centri storici. Dal 1996 il programma Tuscia Electa, oggi coordinato da Annabella Natalini, coinvolge attivamente sette Comuni dell’area con mostre, workshop e installazioni permanenti (Mario Merz a San Casciano, Betty Woodmann a Mercatale, Alicia Framis a Greve). A Montefiridolfi (San Casciano Val di Pesa), il Centro d’Arte La Loggia promuove dal 1994 iniziative di arte ambientale, che hanno coinvolto Karel Appel, Arman, Roberto Barni, Aligi Sassu, Franz Stahler, Simona Palmieri, Isabella Bocus, Marco Rambaldi. Nell’area territoriale tra le colline metallifere e l’isola d’Elba, nel parco archeologico della Rocca di San Silvestro (Campiglia Marittima, Livorno) nel 1998 è iniziato l’intervento di Dario Bartolini, di rivisitazione degli archetipi del luogo, sui temi del fuoco, del ferro e del vetro. All’Isola d’Elba, l’Open Air Museum di Italo Bolano dal 1974 svolge un’intensa attività didattica sulla ceramica contemporanea. Sul Monte Amiata, dal 1997 il Giardino di Daniel Spoerri costituisce (con il parco di Celle e il Giardino dei Tarocchi di Niki de SaintPhalle) il terzo grande parco di arte ambientale; la poetica del "nouveau réalisme" si è incontrata magicamente con l’ambiente naturale; il parco, opera in progress, ospita interventi di Eva Aeppli, Luciano Ghersi, Luigi Mainolfi, Dani Karavan. Ancora sull’Amiata, dal 1995 il Parco Faunistico del Monte Amiata è luogo di progetti di arte ambientale, attraverso alcuni primi interventi di Giuliano Mauri, Stefano Corti, Eva Marisaldi, Bernardo Giorgi. Sulle colline senesi, le crete e le cave di travertino a Rapolano sono lo scenario di importanti interventi di Paul Philippe e Vettor Pisani. A Leonina (Asciano) il Site Transitoire di Jean Paul Philippe, una sorta di Stonhenge della contemporaneità; a Serre di Rapolano, il Virginia Art Museum (Museo della catastrofe) è il luogo alchemico rifondato da Vettor Pisani. A sud-ovest di Siena, nel territorio fra Frosini, Jea e Massa Marittima, si incontrano tre giardini monografici di due artisti tedeschi (Paul Fuchs e Deva Manfredo) e di un artista svizzero (Kurt Metzler), ognuno con proprie peculiarità ma sulla base della scelta comune di progettare con l’ambiente, interagendo con i suoi linguaggi. Lungo la via Cassia, a San Qurico d’Orcia, dal 1971 la rassegna di scultura contemporanea Forme nel verde ha attivato una constinua riflessione sui temi dell’arte ambientale, promuovendo nel corso degli anni la tendenza a inserire installazioni permanenti (Aeljandro Hasler, Matthew Spender ed altri) nel tessuto urbano. A San Casciano dei Bagni, sta sviluppando un parco d’artista lo scultore Bizhan Bassiri. Concludo questa velocissima rassegna dei "luoghi" e dei progetti di arte ambientale in Toscana con uno dei suoi episodi maggiori, ai confini con il Lazio, il Giardino dei Tarocchi progettato e realizzato da Jean Tinguely e Niki de Saint-Phalle a partire dal 1979. E’ in corso di elaborazione un progetto di tutela e valorizzazione dell’intero complesso. La Toscana si presenta dunque come laboratorio importante di esperienze e poetiche dell’arte ambientale, almeno a partire dagli anni ‘70. La riflessione dei diversi attori del sistema dell’arte contemporanea si sta oggi concentrando non più sulla necessaria interazione e complicità tra arte e paesaggio, quanto piuttosto sulla necessità di sviluppare pratiche di contaminazione che coinvolgano le periferie urbane delle città. Dal 2002 un progetto di "rete regionale per l’arte contemporanea", promosso e coordinato dalla Regione Toscana, sta mettendo in rete tutte le situazioni esistenti (dai "luoghi" dell’arte ambientale ai centri per l’arte contemporanea come il Pecci di Prato, il Palazzo delle Papesse di Siena, Palazzo Fabroni di Pistoia, ai "laboratori" d’artista) per sviluppare un processo che liberi soprattutto le potenzialità inespresse del territorio toscano. Perché consideriamo i linguaggi dell’arte contemporanea una componente fondamentale della cultura contemporanea, e consideriamo la cultura contemporanea un diritto di cittadinanza. Per questo stiamo sviluppando un forte intervento pubblico che garantisca "spazi" per fare arte contemporanea, "cantieri" centrati sulla poetica di un artista, e "strumenti" per la conoscenza e la valorizzazione dell’arte contemporanea e del suo retroterra moderno. Questo processo non lo consideriamo limitato al territorio toscano; la "rete" che stiamo costruendo la pensiamo immediatamente inserita in reti nazionali, a cominciare dall’Italia centrale, e internazionali. Perché la Toscana possa condividere liberamente e consapevolmente i processi culturali di incontro e confronto che stanno percorrendo il pianeta. Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna - Via Galliera 21, 40121 Bologna tel. +39 051 527 66 00 - fax +39 051 232 599 - [email protected]