Padova 5 Luglio 2006 ok - Rogazionisti di Padova
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Padova 5 Luglio 2006 ok - Rogazionisti di Padova
PD n. 1 bis.qxp:Padova 5 Luglio 2006 ok 12-01-2016 16:11 Pagina 1 LA VOCE “Io l’amo i miei bambini” Sant’Annibale Maria Di Francia DELL’ANTONIANO ROGAZIONISTA PADOVA ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI Via Tiziano Minio, 15 - 35134 PADOVA CE Protagonista O V la campana... O T OT S Da Padova in Iraq la campana della Pace Padre Jalal Yako, un missionario rogazionista iracheno, già vice parroco della parrocchia rogazionista del Buon Pastore in Padova, volendo fortemente condividere le sorti dei suoi connazionali e parenti, già da tempo si è trasferito nel campo Ashty 1, ad Ankawa, Kurdistan Iracheno, dove attualmente vivono, in condizioni drammatiche, 50.000 sfollati dalla Piana di Ninive, occupata dai sanguinari miliziani dello stato islamico. Egli con altri tre confratelli iracheni, sono in comunità nella zona di guerra mediorientale, minacciata dall’avanzata dell’esercito del califfato islamico. I volontari che collaborano nella parrocchia del Buon Pastore, una delle tante attività espresse da questo Antoniano dei Rogazionisti di Padova, rispondendo agli appelli di P. Jalal, hanno provveduto ad acquistare una campana e l’hanno spedita a Erbil. L’hanno chiamata La Campana della Pace. È arrivata a tempo per il Santo Natale, come si può notare nella foto. La campana ha fatto sentire i suoi primi rintocchi nella Notte Santa, mentre nel silenzio della notte la comunità dei rifugiati cristiani Iracheni si radunavano per celebrare l’Evento misterioso della nascita di un Bimbo Dio fatto uomo. E in lingua aramaica, la stessa che parlerà un giorno Gesù, hanno cantato le nenie, nel fremito di quel mistero che solo la grazia dell’unzione dello Spirito riesce a significare e a distribuire a tutti quelli nel mondo che siano disposti ad aprire il cuore all’ascolto dell’annunzio di pace cantato dagli Angeli per gli “uomini che Egli ama”. La Campana della Pace come in ogni chiesa e nella parvenza di una tenda-chiesa del campo, servirà a chiamare a messa e alle funzioni liturgiche i cristiani che vivono in quella zona accampati... fino a quando? P. Giovanni Cecca Periodico d’Informazione Religiosa e Culturale ANNO LXVI N. 1 - GENNAIO-FEBBRAIO 2016 Direttore Responsabile Vito Magno Stampa Antoniana Grafiche srl Morlupo - Roma Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/C/Roma Iscrizione al Registro Nazionale della Stampa Legge 5.8.81 n. 416 Art. 11 Reg. Tribunale di Padova n.793 del 5 dicembre 1983 Con approvazione ecclesiastica Associato USPI Una copia: Euro 0,13 Maria, Madre di Dio… Madre della Chiesa… Madre di tutti gli uomini… Nell’Ave Maria, la più nota preghiera mariana del cristianesimo, Maria viene invocata come Madre di Dio… L’invocazione alla “Piena di grazia” e alla “Madre di Dio” suona soave e scioglie i cuori dei fedeli all’abbandono fiducioso e totale nelle braccia della Vergine: è il saluto dolce dei tanti figli che implorano la Sua protezione. “L’Ave Maria” racchiude, nella semplicità del linguaggio, il più alto e il più santo dei misteri: l’incarnazione di Gesù e la maternità di Maria. Le Sacre Scritture dicono con chiarezza che “Maria, figlia di Adamo, acconsentendo alla parola divina, diventò madre di Gesù e abbracciando con tutto l’ani- …all’Angelo Gabriele L’umile fanciulla di Namo e senza peso alcuno di zareth, che ha dato la virispose: peccato la volontà salvifica ta al Figlio di Dio, conti“Ecco la serva di Dio, consacrò totalmente nua insieme alla Chiesa a Se stessa quale Ancella del del Signore…” (Lc. 38) partecipare agli uomini Signore alla persona e all’ola vita divina, chiedendo pera del Figlio suo, servendo benedizioni e sostegno al al mistero della redenzione sotto di Lui e Padre della Misericordia. Ella guida amorecon Lui, con la grazia di Dio onnipotente”. volmente i fedeli alla vera vita eterna affin(Lumen gentium, 56) ché possano pregustare la gioia senza fine Maria dunque con il Suo “fiat…” risponde di un Amore eterno… Ai fedeli non resta alcon umiltà e fede alla volontà del Padre: in- tro che volgere lo sguardo e il pensiero a fatti, fin dal concepimento, custodisce Gesù Maria, la più pura e la più santa creatura con tenerezza, consapevole di doverlo do- voluta da Dio. nare a tutti gli uomini per la loro redenzio- Il Padre celeste ha manifestato la Sua Misene… Un atto d’amore sublime, che scaturi- ricordia attraverso una Sua creatura: la più sce dal Suo Cuore Immacolato e Misericor- perfetta, la più dolce, la più pura, la più Madioso… Maria è madre di Gesù e di conse- dre… guenza è madre della Chiesa, vera sposa di Maria “ la più Madre” ispira un’umanità imCristo. La Vergine e la Chiesa seguono in- mensa perché Dio si manifesta per Suo trasieme il cammino di Gesù… senza queste mite… Ella è dono di Dio per riportare a Sé due figure così ben definite, il rapporto de- i suoi figli… È amore… È perdono… È cagli uomini con Cristo diventerebbe un por- rità… È giustizia… È Pace. to privo del faro. I popoli la invocano come Soccorritrice, Ella è Madre, Guida e Luce della Chiesa, Co- come Regina dell’Amore, come madre gelei che segna fin dal principio la strada della nerosissima che in ogni istante apre il Suo Chiesa e la sorregge nella sua missione sal- Cuore e accoglie le loro suppliche… E Mavifica e materna rivolta a tutti gli uomini. ria parla ad essi di fratellanza, di libertà, di Maria è Madre di Dio ed è anche Madre del- misericordia, di vero amore per la vita perla Chiesa e, “per mezzo della Chiesa, è Ma- ché dono di Dio. dre di tutti gli uomini e di tutti i popoli”. A. Carapella (Papa Francesco, Omelia, 1 gennaio 2015). PD n. 1 bis.qxp:Padova 5 Luglio 2006 ok 12-01-2016 16:12 Pagina 2 2 La Voce dell’Antoniano Rogazionista La Pace, un miraggio o una conquista...? L’uomo sa di essere l’artefice del suo e dell’altrui equilibrio sociale, politico, spirituale, ma, oggi, il forte e spregiudicato individualismo dilagante lo spinge verso l’intolleranza, rifiutandosi di dare impulso ad una sensibilità aperta ai problemi del mondo, della solidarietà e della sussidiarietà. Abbagliato dall’idea di predominio, ha perso la capacità di aprirsi all’umanità, di sentirsi parte di un mosaico di popoli, ognuno con le proprie caratteristiche, con il proprio patrimonio umano, culturale e spirituale. Rifiuta la stessa idea della bellezza come sintesi di un equilibrio sofisticato e armonico che proviene dalla natura, con le sue diversissime specie, con i suoi contrastanti colori. Chi, vinto dall’arsura del deserto, non spera di trovare improvvisamente un’oasi per rinfrancare il suo corpo stanco? Molte volte nel suo cammino viene ingannato dai miraggi, ma quando si accorge della loro immaterialità, allora si sente vinto e quasi quasi soggiace miseramente, VISTI DA VICINO vittima delle sue stesse illusioni; si aggrappa così ai suoi compagni di viaggio e nei loro occhi cerca la speranza di raggiungere la meta. Basta uno sguardo amico, una mano tesa e riprende fiducioso il suo viaggio… sa di non essere solo, non avverte più l’arsura, riesce a distinguere la fatuità dei miraggi, pensa, analizza, si sorprende delle sue stesse forze e caparbiamente va alla conquista dell’oasi. La conquista implica la determinazione nel volere, la consapevolezza del potere, la decisione del volere… la capacità di sentirsi parte integrante dell’universo, pur riconoscendo la propria piccolezza… Con la pace il deserto fiorisce... Ma l’uomo d’oggi testardamente rifiuta di accogliere nella propria oasi chi è riuscito a superare le asperità del deserto; pertanto blocca qualsiasi forma di cooperazione, privilegiando la competizione, riconoscendo così il conflitto co- ABRAMO L’OBBEDIENZA DELLA FEDE Rubrica Il racconto di Abradel biblista don Giuseppe mo va interpretato De Virgilio come la risposta di Dio ai “gemiti” di un’umanità schiava dal peso della sua stessa arroganza (cf. Gen 111). Un “nuovo inizio” per Abramo si apre con la parola che Dio rivolge al patriarca: «Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò» (Gen 12,1). Abram è chiamato a uscire, a lasciare, a vivere l’espropriazione del proprio presente verso un futuro legato a una promessa: «Farò di te un grande popolo e ti benedirò» (Gen 12,2). In Gen 15 Abramo vive una prima prova: le promesse di una terra fertile e di una nuova prospettiva di vita sembrano contraddette dalla «solitudine» familiare dovuta alla mancanza di un figlio. Dio gli risponde: «Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande» (Gen 15,1). Dio lo conduce fuori, gli schiude davanti il me unica forma di autoaffermazione. Il mondo s’infiamma: i conflitti crescono, il fanatismo inneggia alla guerra, l’egoismo genera indifferenza, rifiuto, razzismo. Si eleva però alta e solenne la voce di Papa Francesco “Vinci l’indifferenza e conquista la Pace!”: con queste parole il Santo padre richiama l’intera umanità a riflettere sul senso della Pace. Essa è un bene che proviene dall’agire dell’uomo, dalla sua disponibilità al dialogo, al confronto, alla condivisione, al rispetto delle diversità. La Pace è dunque frutto di conquista, di percorsi condivisi, di mani tese, di cuori aperti all’incontro, di sensibilità umane che rifiutano ogni forma di sudditanza e di schiavitù… di spiriti liberi che promuovono nei giovani il senso della vita, quello dell’uguaglianza e della libertà… di menti che educano alla mondialità, sentendosi parte di una dimensione planetaria, figli dello stesso Padre… A.C manto celeste e lo invita a contare le stelle: il firmamento è il simbolo della sua paternità. Un popolo immenso nascerà dalla famiglia di Abramo e la sua discendenza sarà benedetta. La notte della crisi diventa «notte di fede»: «Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia» (Gen 15,6). E così avviene. La promessa della paternità culmina con la nascita straordinaria del figlio Isacco (= colui che fa sorridere). Tuttavia nella gioia della nuova vita si cela la seconda prova: sacrificare l’unico figlio sul monte (Gen 22,1-14). La narrazione colpisce per il «silenzio obbediente» del padre, che si mette in cammino per compiere l’ordine divino. La vicenda sacrificale culmina con l’intervento dell’angelo: «Non stendere la mano contro il ragazzo … Ora so che tu temi Dio e non hai rifiutato il tuo figlio, il tuo unigenito» (Gen 22,12). Nella paternità di Abramo si cela la «paternità di Dio». Tutto il senso della vita di Abramo sta nel supremo atto di obbedienza della fede, che è la strada scelta da Dio per compiere la salvezza e donare la vita piena. gdv ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA • TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361 PD n. 1 bis.qxp:Padova 5 Luglio 2006 ok 12-01-2016 16:12 Pagina 3 3 La Voce dell’Antoniano Rogazionista LE MISSIONI CI APPARTENGONO A MARGINE DEL “SOTTOVOCE” PER UNA RIFLESSIONE Mentre presentavo la Campana come protagonista di un episodio di cronaca, nella mente mi frullavano considerazioni che ho ritenuto opportuno parteciparne per una comune presa di coscienza per tutto quanto avviene nelle regioni martoriate del Medio Ooriente. La Campana, appunto, me ne dà spunto. La campana: per la morte o per la vita? Tendiamo le mani, apriamo il cuore... per donare speranza! In una realtà come quella che a livello mondiale si sta delineando, non possiamo essere sordi al richiamo di tanti nostri fratelli che reclamano il rispetto dovuto a ogni essere umano… La risposta non può essere l’indifferenza, ma la Carità, per dare così senso e significato agli insegnamenti di Cristo. Purtroppo, per alcuni, la storia non sempre è maestra di vita… eppure basterebbe far riferimento al recente passato, per condividere le azioni e lo spirito caritativo di chi ha vissuto per gli Ultimi. Sant’Annibale donò tutto di sé: beni, mente e cuore. Egli comprese bene che per diffondere la parola di Cristo si ha bisogno di santi sacerdoti, disposti a vivere di carità, di amore e di misericordia… disposti a vivere tra gli Ultimi… disposti a sostenere i poveri… disposti a donare un sorriso ai bambini soli, alle madri disperate, agli anziani abbandonati… Lo spirito che alimenta il cuore di un sacerdote missionario è tutto ciò… allora il Suo invito diventa un ap- Soltanto la carità za può vincere l’indifferen pello accorato a tendere la mano, ad aprire il cuore, a vincere l’indifferenza, per donare speranza a chi vive nell’indigenza, a chi è vittima di ingiustizie, a chi viene sfruttato, a chi vive nell’abbandono… I missionari hanno lasciato la propria terra, la propria comunità, le proprie famiglie per seguire la parola di Gesù e dare così pienezza al messaggio del Redentore. I Padri Rogazionisti sparsi nei quattro continenti, grazie al buon cuore dei benefattori cercano non solo di soddisfare i bisogni primari, ma di offrire soprattutto ai giovani una speranza per il loro futuro; infatti in molte missioni, dall’Africa, all’Asia, all’America latina, organizzano percorsi formativi, progettano laboratori, tracciano itinerari scolastici per rendere le persone autonome, in grado di poter decidere e scegliere liberamente… perché Sant’Annibale aveva posto alla base della Sua missione non solo l’accoglienza, ma anche l’educazione per i bambini abbandonati… Per amore degli ultimi elemosinò, chiese, implorò… e molti ascoltarono la Sua voce e risposero con la Carità. Oggi il richiamo dei Padri Rogazionisti: “tendiamo le mani, apriamo il cuore…” si fa preghiera accorata per donare speranza… T.D. La campana della morte rintocca in Iraq. Se la caduta di Mosul, città nel nord dell’Iraq, si era configurata come un colpo amaro per il governo del primo ministro iracheno Nouri Al-Maliki, oggi tutto lo Stato ne assapora l’amarezza. La caduta di Mosul è stato il segno negativo della definitiva caduta dell’Iraq e dell’intera regione nel vortice di una guerra religiosa. Questa è la verità! Di recente ancora un messaggio struggente dei nostri missionari: “La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall’odio. Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell’Uomo”. E proprio ancora oggi 26 dicembre, mentre mi accingo a stendere questi pensieri, il Papa ha stigmatizzato con forza al mondo “…cristiani perseguitati con un silenzio vergognoso!”. Un confratello rogazionista iracheno, qualche giorno qui a Padova, prima di rientrare in Iraq, mi ha espresso una opinione che mi ha rattristato. Egli ritiene che la guerra e il conflitto armato è il destino finale di un Iraq che è già stato disintegrato nella mente dei suoi cittadini. E allora, finché gli iracheni crederanno nella divisione tra Sciiti, Sunniti e Curdi, il problema di questo stato arabo non si potrà di certo risolvere e l’ISIL avrà abbastanza spazio di manovra. Ma noi vogliamo seguire gli indirizzi di Papa Francesco che ha esortato: “Date aiuti e protezione agli sfollati in Iraq”. Le campane di Alqosh, gli ultimi cristiani d’Iraq “A 5 minuti dall’inferno dello stato islamico” Se n’è discusso il 24 novembre 2015 ad Arco nel Trentino presso l’Oratorio S. Gabriele. Si è voluto condividere il vissuto dei cristiani caldei di Alqosh in Iraq e riflettere sul problema delle migrazioni e della devastante guerra dell’ISIS. Un documentario di Roberto Spampinato che ha messo a fuoco la drammatica situazione degli ultimi cristiani in Iraq; momento di conoscenza e di solidarietà. Il 15 agosto 2015 con una iniziativa che ha commosso intere popolazioni della Francia e oltre, le campane hanno suonato a distesa in segno di solidarietà con i cristiani dell’Iraq e del Medio Oriente. Hanno risposto ai rintocchi contemporaneamente e in particolare i fedeli delle diocesi di Frejus-Toulon, Gap-Embrun, Bayonne, Avignone e Ajaccio, radunandosi in preghiera silenziosa sui sagrati delle chiese. ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA • TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361 PD n. 1 bis.qxp:Padova 5 Luglio 2006 ok 12-01-2016 16:12 Pagina 4 4 La Voce dell’Antoniano Rogazionista Un pesce che cammina, una scimmia che starnutisce quando Channidae (Testa di serpente) in grado di respia cura rare fuori dall’acqua e di di Isili sopravvivere sino a quattro giorni sulla superficie terrestre, muovendosi forse poco elegantemente, ma in grado di percorrere alcune centinaia di metri. piove: sono i rappresentanti più curiosi delle oltre 200 nuove specie scoperte nella parte orientale della regione himalayana. Una delle specie più curiose è appunto “Snubby”, nomignolo affibbiato al Rhinopitecus Strykeri, ovvero una scimmia molto facile da individuare quando piove: l’acqua si infila nelle sue narici rivolte verso l’alto e provoca una raffica di starnuti. Altrettanto clamoroso il pesce che cammina, un esemplare di un aspetto giovane. La quercia, infatti, è un albero da sempre associato alla longevità e in grado di allontanare la malattia grazie alla sua lunga vita. Se durante una passeggiata per le vie svedesi capita di notare pedoni camminare in maniera strana, non c’è da preoccuparsi: sono alla ricerca dei tombini contrassegnati dalla lettera K! I tombini in città, infatti, possono essere marchiati o con la “K” – che per gli svedesi significa sia acqua, sia amore – o con la lettera “A” – che sta per liquame, scarico e amore spezzato. I superstiziosi credono che il loro destino sia determinato da quante “K” e “A” incontrano mentre camminano, arrivando a pianificare i propri percorsi con questo obiettivo. Ma non tutto è perduto: qualora si sbagliasse tombino, bisogna solo ricordarsi di ripassarci sopra camminando all’indietro, in modo da scongiurare la sfortuna. Un antico manoscritto di pelle risalente a più di 4.000 anni fa è stato recentemente ritrovato nel Museo egizio del Cairo e accuratamente ricostruito dallo studioso Wael Sherbiny. Il rotolo, contenente incantesimi religiosi e rappresentazioni di divinità, misura 2,5 metri e oltre ad essere il più lungo finora scoperto, è anche il più antico. Quale consiglio darebbe un britannico per rimanere per sempre giovane? Tenersi una ghianda in tasca. Già nell’antica Gran Bretagna, le donne portavano nelle loro tasche le ghiande con la speranza di mantenere LA NONNA SAGGIA E LA BIMBA CURIOSETTA attenti al 17 gennaio! MARIETTA: Ciao, nonna, non indovinerai mai dove la maestra ci ha portato stamattina! NONNA: Dove? In Chiesa, in Parrocchia? MARIETTA: No. In una piccola chiesa, fra i campi,dove è stata celebrata una Messa; ma la stranezza è stata che le porte della chiesetta sono rimaste spalancate (anche se faceva freddo!) e molti contadini sono arrivati con i loro animali (mucche, maiali, capre, galline)… che divertente confusione…! Il parroco, alla fine della Messa, ha benedetto tutti i presenti: le persone, ma in particolare gli animali. NONNA: Sì, certo, perché oggi, 17 gennaio, festa di Sant’Antonio Abate, tradizionalmente la Chiesa benedice gli animali … MARIETTA: Ma non si dice S. Antonio da Padova? NONNA: Eh, eh, hai ragione a confonderti! Ma oggi il Santo che si festeggia è proprio S. Antonio Abate, detto anche Sant’Antonio d’Egitto, Sant’Antonio del Deserto: fu un eremita egiziano che fondò il monachesimo cristiano e fu il primo Abate protettore degli animali domestici, patrono dei macellai e salumai, dei contadini e degli allevatori. Solitamente è raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella. MARIETTA: Ma che strano, un maiale con la campanella al collo… perché? NONNA: Si dice che Sant’Antonio, famoso come grande “lottatore di demoni” (per questo è chiamato anche Antonio il Grande) scese fino all’inferno, accompagnato da un demonietto stranamente “buono” (il maiale) per rubare il fuoco (per questo è chiamato anche S. Antonio del Fuoco) a Satana e donarlo agli uomini. MARIETTA: Sì, ma perché il maialino ha la campanella al collo? NONNA: L’Ordine dei monaci Antoniani aveva ottenuto il permesso di allevare maiali all’interno dei centri abitati, poiché il grasso di questi animali veniva usato per ungere gli ammalati colpiti da uno sfogo pruriginoso della pelle, simile alla varicella (“il fuoco di Sant’Antonio”). I maiali erano nutriti a spese della comunità e circolavano liberamente nel paese con al collo una campanella. MARIETTA: Ma perché, mentre stavamo andando via, il parroco, con aria misteriosa, ci ha detto di stare attenti, stasera? NONNA: Secondo una leggenda, la notte del 17 gennaio gli animali possono parlare. Durante questo evento i contadini si tengono lontani dalle stalle, perché udire le greggi parlare sarebbe di cattivo augurio! Quindi, se ti capita di sentire un cane o un gatto discutere tra loro con abbai e miagolii, non ti preoccupare… comunque vietato interromperli! ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA • TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361 PD n. 1 bis.qxp:Padova 5 Luglio 2006 ok 12-01-2016 16:13 Pagina 5 5 La Voce dell’Antoniano Rogazionista SPAZIO APERTO... Il Salo • LETTURE E RILETTURE a cura di Luciano Cabbia Star meglio con la musica Che la musica abbia un valore terapeutico è ormai dimostrato da studi scientifici molto seri che arrivano fino ad occuparsi della musicoterapia negli stati di coma. Senza arrivare a questo punto, c’è un libro di Pietro Leveratto, “Con la musica. Note e storie per la vita quotidiana” (Sellerio, Palermo 2014) che offre rimedi e consigli “musicali” quando si attraversano i vari stati d’animo e le sensazioni che, in positivo o in negativo, riempiono le giornate di ogni persona. Ecco cosa scrive di Beethoven a proposito della Bagatella comunemente nota come “Per Elisa”, una musica che dovrebbe evocare un sentimento di Nostalgia: «Beethoven ha la capacità di cavare sangue dalle rape, poiché non era un melodista nato. Della maggior parte della sua opera noi ascoltatori ricordiamo il clima emotivo, la pulsazione, talvolta senza essere in grado di cantare esattamente le note che pure ci sembrano chiarissime nella memoria. È come se la sua musica fosse forgiata usando attrezzi diversi rispetto a quelli consueti per tutti gli altri; lui mette la componente emozionale in primo piano e scava la pietra del nostro cuore. Quindi Elisa: la prima mezza fra- di tutto e di più a r u t l u tto della c se è un ricciolo, ed è dolce; inutile fare gli snob, è musica adatta a farci tornare alla mente un’Elisa qualunque della nostra vita e funziona benissimo anche per indossarne i panni, eventualmente. E poi la tonalità di la minore innesca la nostalgia». ✦ Un brano di San Pier Crisologo (406450), che fu Vescovo di Ravenna a partire dall’anno 433, invita a considerare la massima dignità del povero, e rivela un tratto decisivo dell’esperienza spirituale cristiana: «Comprendere che nel povero è ora nudo quello stesso che veste i cieli, che nell’affamato sopporta la fame quello stesso che è la sazietà di tutte le cose, che nell’assetato soffre la sete quello stesso che è la fonte delle fonti, ebbene, come può questo non essere grande? Come può non essere magnifico comprendere che per quello stesso per il quale il cielo è stretto, ora la povertà risulta financo troppo ampia? O che nell’indigente patisce ora la necessità quello stesso che arricchisce il mondo? O che va alla ricerca di un pezzo di pane e di un bicchiere d’acqua quello stesso che è il datore di tutte le cose? Insomma, che Dio si abbassa così tanto per amore del povero, che non si limita semplicemente a farsi presente nel povero, ma egli stesso si fa povero. Quell’uomo al quale Dio concede di comprendere ciò, ebbene, costui è colui che ha “intelligenza del povero”» (dal Sermone 14). Ascolta, parlano gli… alberi! Sì, gli alberi parlano e hanno voce! Bisogna solo saperli ascoltare con attenzione e grande sensibilità… Molto probabilmente oggi abbiamo perso il senso della “saggezza creativa” e non riusciamo più a trovare la concentrazione e la quiete necessarie per ascoltare le voci della natura. Forse solo se scegliamo il silenzio possiamo ascoltare… per raggiungere “la consapevolezza senza pensieri” (Nirvichara-Samadi) ossia quello stato in cui siamo mentalmente attivi e in totale silenzio interiore. Infatti quando dentro di noi c’è la pace, siamo in grado di avvertire le voci della natura. Certo, ascoltare “l’impercettibile sussurro del crescere dell’erba” potrebbe apparire solo un’intuizione poetica, ma la realtà ci dice altro: un gruppo di tre giovani musicisti italiani (Taori-Zizzari-De Simone) ha elaborato un progetto con l’intento di rea- 27 gennaio Giornata della Memoria Mario Benigni e Don Antonio Seghezzi, sacerdoti bergamaschi, vivono l’amara esperienza dei campi nazisti: una folle realtà, nata dalla schizofrenica volontà di un uomo... che ha come obiettivo la prevaricazione, la violenza, e lo smarrimento collettivo. “…Urla disumane interruppero i nostri pensieri. Un Kapò aveva colpito con il calcio di una pistola un detenuto e la pistola gli era caduta di mano, perciò, con un gesto fulmineo, staccato dalla cintura un grosso mazzo di chiavi, aveva colpito, colpito senza posa… Il poveretto, trentacinque chili, giaceva inerme, con gli occhi fissi, non aveva la forza di implorare. Perdeva sangue dalla testa. Il kapò non placava la sua ira. Doveva punire l’errore. Saltò di scatto, con i suoi stivaloni, sul cranio e, con ferocia inaudita, lo fracassò. Basta, basta! – sussurrò invocando la pietà di Dio Don Antonio. – L’uomo ha legato se stesso all’albero dell’orrore. I suoi rami muoiono… l’erba muore… le pietre non parlano… tutto ha perso voce… la voce è lontana, relegata nel vuoto della memoria… In ginocchio, con il cuore gonfio di dolore, continuavamo, nostro malgrado, a mettere in ordine le scarpe. Ne arrivavano autotreni stracolmi, provenienti da tutti i fronti di guerra. Erano le scarpe piene di polvere, di fango, di sudiciume, molte erano ancora abitate da resti di piedi putrefatti e sangue raggrumato. – Che desolazione! Pietà, Signore! Pietà! – nel rivolgermi al Signore piangevo. Gli occhi di Don Antonio apparivano velati. Occhi smarriti ingoiavano singhiozzi… fissi, nel vuoto… del Vuoto…”. ARTURO CARAPELLA: “L’albero delle ciliegie” pagg. 43-44 (Alberti & C. Editori) lizzare musica attraverso la registrazione di suoni emanati dai soli esseri vegetali. La scelta del luogo è ricaduta su India e Nepal, per via della considerazione che nei secoli l’uomo, qui, ha avuto degli alberi. I musicisti si propongono dunque di far conoscere a tutti che è possibile avere una considerazione diversa del mondo vegetale, troppo spesso diserbato, tagliato e bruciato senza alcun rispetto, come se non fosse vivo. Dando voce agli alberi i giovani musicisti si prefiggono di offrire una opportunità di riflessione per comprendere come ci sia vita in tutto il creato e donare a tutta l’umanità le dolci melodie che gli alberi regaleranno. Gli alberi saranno così compositori di partiture per pianoforte, violini e suoni elettronici non convenzionali. T.D. ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA • TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361 PD n. 1 bis.qxp:Padova 5 Luglio 2006 ok 12-01-2016 16:13 Pagina 6 6 La Voce dell’Antoniano Rogazionista Diamo voce alle nostre attività a cura di Piero Buon Anno! Amici cari dell’Antoniano Alcuni di voi non mi conoscono e non vorrei che altri di più avanzata conoscenza mi avessero dimenticato. Sono sempre il vostro Piero, cronista in erba, un po’ più grandicello da quando ci siamo conosciuti per la prima volta. In questi mesi trascorsi nel silenzio… forzato dall’ordine delle cose, ho tenuto in conto alcuni avvenimenti che mi sono sembrati più interessanti per il cammino di crescita di noi ragazzi dell’Istituto. ne di EXPOSCUOLA: “Una scuola che si rinnova e che ha per protagonisti i Giovani e il Territorio”. L’esposizione è il luogo ideale in cui ci ritroviamo per confrontare esperienze, stringere legami e attingere nuove energie. Anche quest’anno, come nelle precedenti edizioni, sono state presenti le nostre Scuole Medie e il Liceo Rogazionisti con il proprio Stand. Vi propongo quindi la foto che ci ha visti tutti in Cattedrale di Padova. In un momento di preghiera in CI SIAMO ANCHE NOI Sarà difficile per noi dimenticare l’emozione e l’orgoglio di aver avuto la fortuna di visitare l’Expo 2015 di Milano; una occasione unica che non si ripeterà più nella nostra vita e rimarrà un ricordo da raccontare… ai nostri nipoti negli anni avvenire!... preparazione al S. Natale e la foto del nostro Dirigente P. Sebastiano che si intrattiene affabilmente col nuovo vescovo di Padova don Claudio. E prima di salutarvi, ecco alcune foto del presepio allestito anche quest’anno dai nostri compagni più grandi, annesso al La circostanza ha favorito l’entusiasmo di partecipare al concorso Expo Milano e nella foto accanto vi presento, per la storia, i miei compagni di scuola che hanno vinto il concorso e sono stati premiati con la partecipazione gratuita in prima visione del film “Chiamatemi Francesco”. I premiati sono A. Berzani, C. Doni, I. Mazzon, V. De Boni, G. Crivellaro e C. Bernucci. Nello stesso giorno della premiazione 17 dicembre la V liceo ha partecipato ad un incontro di orientamento universitario. Dal 5 al 7 novembre 2005, in fiera a Padova, si è svolta l’ottava edizioquale è stato allestito anche un bancone per la vendita di manufatti e stelle di Natale per la raccolta di contributi da inviare nelle Missioni in occasione della giornata missionaria rogazionista 2016. A sentirci al più presto, caramente.... Piero PD n. 1 bis.qxp:Padova 5 Luglio 2006 ok 12-01-2016 16:14 Pagina 7 7 La Voce dell’Antoniano Rogazionista Benedici il Signore, anima mia Anna Maria Reina Anna Maria Reina con la famiglia Jarrin Giorgia e Carlotta Salmo 104 Nipoti di Elda Di Michele Illuminate i nostri passi Antonio e Valentina SUFFRAGIO Francesco Competiello L’ANGOLO DEL Matthew Nipoti di Gaetano e Saveria Manganiello Luciana D’Aniello Nicola, Luigi e Massimo Nipoti di Angela Palazzo Alessandra nipote di T. Muto Toni Caccamo Mario Febbraro Anna Lo Chiatto Mariagiovanna Pascarella Carlo Pozza Antonio Melacare Carlo Marzorati Giuseppina Alessandroni Anna Taormina Mercedes Pistidda Maria Russo Giovanni Lucchetti Salvatore Perri Roberto Rosa Maria Lombardozzi Alfonso Stratioti Domenica Morri Pasquale Mannino Laura Fuccaralli Silvio Fuccaralli Nella Fuccarelli Peppino Nudo Maria Raffa L’eterno riposo dona loro, o Signore! O piena di grazia Maria, tu che meritasti di dare alla luce l’Autore della Grazia per opera della redenzione e per la potenza delle tue preghiere, donaci l’abbondanza dei doni celesti e accompagnaci tutti al porto della salvezza. Da: Pagellina di trigesimo AVVERTENZA ◆ Inviateci volentieri le foto dei bambini e delle feste in famiglia, senza dimenticare quelle dei cari defunti. Sono gesti con i quali più forte e visibile si fa la “Fraternità Antoniana” e il legame di fede che la caratterizza. Allargate la conoscenza dell’Opera antoniana, segnalandoci indirizzi di persone e famiglie aperte alla solidarietà. Preghiamo per voi. Noi credenti siamo quelli che pregano, quelli che affidano alla potenza di Dio quel che non può la fragilità umana. PD n. 1 bis.qxp:Padova 5 Luglio 2006 ok 12-01-2016 16:15 Pagina 8 8 La Voce dell’Antoniano Rogazionista ◆ L’invocazione a S. Antonio ha sempre un riscontro! Ce lo assicura la Sig.ra Immacolata Valentino dagli Stati Uniti, che ancora una volta ha ottenuto una grazia quasi insperata. Ci ha raccontato di un suo nipote di 43 anni che, ricoverato per diverso tempo in vari ospeLA RUBRICA DI FLOS dali e rimasto addirittura in coma per qualche tempo, dopo le invocazioni sue e di sua sorella a S. Antonio, il nipote si è ripreso e tutt’ora, pur utilizzando ancora la sedia a rotelle, con la ginnastica e la riabilitazione sta migliorando a vista d’occhio. Ci uniamo alla speranza che accompagna la Signora Immacolata, nella certezza che il Santo dei Miracoli non mancherà di esaudire la preghiera dei suoi devoti. ◆ Caro P. Superiore il vostro scritto mi ha consolato tanto, perché la morte del mio Carlo ha lasciato un grande vuoto nella mia esistenza. Il bellissimo crocifisso che mi avete inviato in occasione del due novembre dedicato ai defunti l’ho apprezzato moltissimo e l’ho appeso sopra il letto. Grazie di cuore. Noi poveri emigrati, ora anziani e provati nella vita, vi abbiamo sempre ricordato e pregato per voi che tanto bene fate ai ragazzi orfani e in difficoltà. Io ora che sono sola non vi dimenticherò mai e continuerò ad inviarvi il mio piccolo obolo. Pregate per me e sono la vostra affezionata Maria Pozza che vi ho scritto dall’Inghilterra Sig.ra Maria, abbiamo apprezzato molto le sue parole, soprattutto per la modestia e il generoso ricordo che nutre nei riguardi delle nostre opere antoniane. Siamo certi che s. Antonio segue con particolare attenzione quello che facciamo, perché sono le preghiere come le sue che sollecitano il Santo a benedirci ogni giorno. Grazie per la sua preghiera e per i suoi apprezzamenti. ◆ Rev.di Padri, il pensiero della dannazione eterna mi turba profondamente. Parecchi anni fa ho commesso un gravissimo peccato con un aborto procurato. In seguito però ho incontrato la misericordia di Dio e da allora mi sento rigenerata dal suo amore, ma sono anche convinta che farò tanto Purgatorio! Io che prego per i defunti tutti i giorni, riceverò a mia volta qualche suffragio cristiano? Ornella G. Cara sorella, La misericordia di Dio è più grande di ogni nostro peccato: Rigenerata dalla Grazia, pensi a quella creatura che non ha avuto tempo di vedere la luce terrena che già risplendeva nella gloria dei Cieli. Certamente fa parte di quel coro angelico che canta le meraviglie di Dio, e gira intorno all’Agnello dell’Apocalisse, danzando per il Santo il Santo e il Santo! FESTE IN FAMIGLIA Intorno a nonna Teresa ◆ Nel giorno del suo 80° compleanno celebrato in luglio scorso a Brooklyn dove risiede, volentieri pubblichiamo la foto della nostra benefattricei Teresa e facciamo festa insieme alle persone che le stanno a fianco per la bella età raggiunta. Dice la Sig.ra Teresa Muia: “Ringrazio tanto il Signore e S. Antonio di avermi dato la salute di arrivare a questa età”. Noi ci uniamo al ringraziamento e preghiamo che possa vivere ancora a lungo per la gioia di tutti i suoi cari. La ringraziamo anche per “il piccolo pensiero” che ha voluto regalarci in occasione del suo compleanno. Auguri e mille di questi giorni! Nozze d’Oro dall’Australia ◆ I coniugi Frank e Teresa Demasi, carissimi amici di questo Antoniano, il 13 febbraio del 2015 hanno celebrato il loro 50° anno di matrimonio. “È stata una bella festa, ci scrivono, assieme ai tre figli e agli 8 nipoti, e quanta gioia ci ha pervasi! E per questo ringraziamo il Signore e S. Antonio per la meta raggiunta. E ringraziandovi vi invio la solita offerta per i vostri ragazzi e la foto che gentilmente vorrete pubblicare sul giornalino LA VOCE”. Tutti noi siamo vicini a condividere la vostra gioia, con la promessa della nostra preghiera quotidiana per voi. AUGURI! Rinato a vita e stavo tornando a casa in moto. Ebbi uno scontro frontale con altra moto. Cinquantasei anni di vita insieme! ◆ Sono di Limbiate Antonio Dall’Ara e Adelaide Bogogli qui in foto, che poniamo anche sotto la protezione dei nostri Santi Protettori. La testimonianza ricevuta merita di essere pubblicata. “Sono Antonio Dall’Ara del 1938. La sera del 14 maggio 1955 stavo tornando a casa in moto e ho avuto uno scontro frontale con altra moto. Trasferito urgentemente al Pronto Soccorso di Rimini, constatarono fin da subito che non c’era speranza di sorta. Tre giorni dopo sono rinato; da allora ho visto l’immagine di S. Antonio e mi è rimasta nel cuore. Non ho più bestemmiato e sono sempre devoto a S. Antonio. Con Adelaide viviamo insieme da 56 anni. Pubblicate le nostre foto”. Auguri affettuosi anche da parte di noi tutti! AVVISI di SEGRETERIA ✔ Per evitare spese postali sempre più gravose sui bilanci comuni, inviateci la vostra e-mail e utilizzate la nostra ([email protected]) per la corrispondenza. ✔ MEZZI SICURI PER INVIARE LA VOSTRA OFFERTA SONO: POSTE ■ Il C/C Postale n. 6361 intestato a Istituto Antoniano dei Rogazionisti – Via Tiziano Minio, 15 – 35134 PADOVA ■ Bonifico Postale intestato a: Istituto Antoniano dei Rogazionisti – 35134 Padova IBAN: IT68 R 076 0112 1000 0000 0006 361 (Codice BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX) BANCA ■ Bonifico Bancario Banca Monte Paschi di Siena – Agenzia di Padova IBAN: IT 65 N 01030 12193 0000000 56981 (Bic-Bank: PASCITMMXXX) ✔ Per la celebrazione di Ss. Messe, segnalatene l’intenzione con una crocetta nello spazio riservato alla causale. A coloro che intendono iscrivere i propri defunti alle Ss. Messe perpetue, inviamo la relativa pagellina di iscrizione. Chiedeteci informazioni anche per la celebrazione di Ss. Messe Gregoriane. ✔ Per lasciti e legati testamentari a favore delle nostre Opere, usate la dicitura “Istituto Antoniano dei Rogazionisti – Via Tiziano Minio, 15 – 35134 Padova”. Per aver più precise indicazioni a riguardo, telefonate al Padre Direttore a questo numero: 049 60 52 00. ✔ Nella Denuncia dei Redditi: se intendente portare in detrazione la vostra offerta, inviatela tramite il ccp n. 1011722533 intestato a Casa Rog Rogazionista Onlus – Padova. ✔ Per donare il 5 x 1000 e sostenere i nostri progetti utilizzate l’Associazione ONLUS di questo Istituto: CASA ROG CENTRO ACCOGLIENZA SANT’ANNIBALE ROGAZIONISTA ONLUS PADOVA CODICE FISCALE 9 2 2 3 4 4 4 0 2 8 4 ✔ Ai sensi degli articoli 7 e 13 del d.lgs 196/2003, informiamo che i dati sensibili sono trattati con massima riservatezza, che il titolare del trattamento è P. Gioacchino Chiapperini e che sono utilizzati unicamente per finalità istituzionali. In qualsiasi momento, ai sensi degli stessi articoli di legge, chi lo desidera, potrà chiederci la cancellazione del proprio nominativo dal nostro archivio. ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI • PADOVA VIA TIZIANO MINIO, 15 • 35134 PADOVA • TEL. 049.60.52.00 • FAX 049.60.50.09 • C/C POSTALE 6361 www.rogazionisti-padova.it • E-mail: [email protected]