MANI IN PASTA
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MANI IN PASTA
PROGETTO: ”MANI IN PASTA” – la pedagogia curativa nuovo approccio al disagio minorile FONDAZIONE COMUNITARIA DEL VCO BANDO N. 3 ANNO 2012 PROGETTI D’UTILITÁ SOCIALE “Ci sono tre modi di educare con la paura , con l’ambizione e con l’amore. Noi rinunciamo ai primi due” ( R. Steiner) 1. PREMESSA Sempre più spesso ci si trova come genitori, operatori del sociale , medici o insegnanti a scontrarci con la realtà dei cosiddetti “bambini difficili” e con la frustrazione nel sentire di non avere sufficienti strumenti di comprensione e di sostegno. Come mai in questo periodo storico i bimbi e i giovani con un disagio visibile e palmabile sono così numerosi? Ci si rimprovera tra adulti a vicenda, si accusa il degrado del sistema morale, il materialismo, si sospira constatando le drammatiche prospettive di dissesto finanziario globale. In verità il reale pericolo che minaccia la nostra attuale società si esprime in modo sempre più evidente con una profonda, disarmante, crescente estraneità fra il mondo adulto e il mondo infantile: questa tendenza si declina e viene registrata in modo sempre più drammatico in ogni situazione: familiare, scolastica, sociale in senso lato; i bambini sono sempre più spesso colpiti, spaventati, reattivi rispetto alla chiusura al disinteresse, alla disaffezione sperimentata quotidianamente insieme con il distacco, l’inconsapevolezza, la trascuratezza sia rispetto agli impulsi creativi che affettivi di cui essi sono preziosi portatori. Molti bambini sono ormai pervasi da questo senso di estraneità, quelli “normali” non meno di quelli “difficili”, solo che in questi ultimi ci si presenta con più chiarezza. Gli adulti che ancora attualmente come genitori, educatori, operatori si trovano a dover affrontare una vera e propria “ opera di salvataggio”. La complessità e la vastità della sofferenza infantile che si offre ormai quotidianamente davanti agli occhi rende l’adulto titubante, disincantato, rassegnato, soprattutto quando si è confrontato con la manifestazione sempre più eclatante della problematicità della famiglia, con la relativa efficacia dei risicati interventi possibili sia in termini di risorse umane che economiche (il sostegno educativo, la psicoterapia, la scuola, gli interventi a sostegno del genitore, i medicinali non offrono più le sperate soluzioni al disagio, che in realtà si allarga a macchia d’olio). 1 Proprio dall’esperienza di frustrazione e inefficacia di famiglie ed educatori può partire un nuovo stimolo che porti a ricercare e riscoprire modelli di intervento che propongano un approccio e una prospettiva differente al problema del disagio: la pedagogia curativa ad indirizzo antroposofico propone e sostiene proprio un cambio di prospettiva proponendo un approccio di cura e sostegno non correttivo, ma in senso lato artistico e creativo, nel cercare di avvicinare l’adulto al bambino si tenta di tenere in massimo conto la ricchezza di espressività di cui egli è portatore, la creatività, il calore, il movimento che profondamente compenetrato nella sua vita affettiva crea un gesto espressivo, troppo spesso condizionato, non compreso o addirittura soffocato. Tentare di partire aiutando il bambino in difficoltà a respirare nuovamente, a ritrovare un ritmo, a scoprire con entusiasmo il piacere di creare, di sperimentare qualcosa di bello, da condividere con il gruppo, creando così finalmente un contesto di socialità positiva favorirà sicuramente uno sviluppo armonico di corpo, mente e spirito. La Pedagogia Curativa Antroposofica fu fondata nel 1924 secondo gli impulsi dati da Rudolf Steiner. Essa si fonda sulla medicina ampliata e su un'antropologia elaborata dalle conoscenze della"scienza dello spirito" (antroposofia). Nelle sue esposizioni a coloro che si dedicavano alla Pedagogia Curativa, Rudolf Steiner parlò di bambini e adulti bisognosi di cure dell'anima: l'essere umano viene colto nella sua unicità individuale che, trovandosi in difficoltà ad esprimere se stessa tramite un corpo fisico non correttamente sviluppato, ha bisogno di un sostegno esterno per portare ad espressione le proprie potenzialità. La pedagogia curativa rappresenta nelle sue diverse espressioni e declinazioni ( pedagogia in senso stretto, arte terapia, euritmia) un’opportunità nuova, nonostante le numerose e decennali esperienze (le prime esperienze risalgono quasi cento anni fa), soprattutto estere (Europa, ma non solo). Questa ”arte dell’educazione” tiene infatti in massima considerazione gli aspetti evolutivi e profondi della civiltà umana e di qui cerca di approfondire come delicatamente e con rispetto l’adulto possa avvicinarsi al bambino, non con l’intenzione di plasmarlo o condizionarlo ma di accompagnarlo nel cammino verso il mondo e verso sé stesso. Come educatori ancora entusiasti, ma consapevoli delle fatiche e della relativa efficacia degli interventi terapeutici e riabilitativi finora sperimentati, ci siamo chiesti se non fosse una sfida da accettare quella di portare nel nostro contesto quotidiano (Verbania) e sperimentare insieme con i nostri bambini difficili-sofferenti e con le loro famiglie interventi diversi, che vadano nella direzione dell’apertura, del calore della condivisione, dell’arricchimento e della condivisione sociale. 2. IL CONTESTO Il Consorzio dei Servizi Sociali del Verbano (di seguito denominato CSSV) si costituisce nel 1996 ai sensi della Legge Regione Piemonte n. 62/95. Il CSSV è un ente autonomo con personalità giuridica e natura pubblica (Consorzio di Comuni). Il CSSV comprende 25 Comuni della Provincia del Verbano Cusio Ossola, conta complessivamente 62.920 abitanti. Verbania è il comune capofila ed è la sede legale dell’Ente. La mission del Consorzio è quella di essere strumento strategico del territorio affinché il suo sviluppo sociale sia anche uno sviluppo etico/educativo, che guardi alla qualità della vita nella sua globalità a partire dall’attenzione verso chi si trova in condizioni di marginalità. Il Consorzio cerca quindi di essere non un semplice erogatore di servizi, ma un agente di sviluppo che costruisce quotidianamente alleanze nuove con il territorio ai fini del cambiamento sociale. Con i servizi sanitari e gli altri servizi della comunità locale, il CSSV concorre a favorire il benessere della persona, alla prevenzione del disagio e alla valorizzazione della rete sociale. Nell’ambito della prevenzione e gestione del disagio giovanile il CSSV per quanto concerne la gestione e la cura collabora primariamente con il Servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’ASL 2 VCO, mantenendo strette e proficue relazioni anche con altri soggetti quali le scuole e le agenzie formative del territorio. La collaborazione con il Servizio di NPI è stata negli anni formalizzata, per la presa in carico congiunta delle situazioni, attraverso protocolli operativi di collaborazione quali il protocollo minori (anno 2009) e la costituzione dell’Equipe abuso maltrattamento, tavoli operativi ai quali partecipano altri Servizi della sanità come il Servizio per le Tossicodipendenze, il Dipartimento di salute mentale, la Pediatria, il Consultorio familiare e nell’equipe abuso anche l’autorità giudiziaria (la Questura e la Procura di Verbania) nell’ottica che la gestione delle situazioni complesse richiedono una gestione multiprofessionale integrata e una presa in carico congiunta del minore e del suo nucleo familiare. Gli interventi socio-sanitari vengono realizzati attraverso l’elaborazione di un progetto individuale condiviso che prevede prestazioni che rispondono alle specifiche esigenze del singolo. In particolare il CSSV gestisce a favore dei nuclei familiari multiproblematici con minori a rischio, interventi socio assistenziali ed educativi finalizzati alla prevenzione, sostegno e gestione del disagio ( di cui alla L.R. 1/2004) attraverso i seguenti servizi : Servizio Sociale professionale Assistenza domiciliare per minori e nuclei familiari problematici Servizio di educativa territoriale Centro Diurno per minori (esternalizzato) Affidamento familiare/ affido professionale Inserimenti in strutture residenziali e semiresidenziali socio assistenziali Nell’ottica della prevenzione del disagio giovanile il CSSV sta gestendo inoltre in collaborazione con l’ASL VCO ed il privato sociale, “Associazione Contorno Viola”, un progetto denominato ”NEWSPACE“ rivolto alla fascia dei giovani e degli adolescenti. L’oggetto principale di tale iniziativa è quello di avviare nel nostro territorio spazi consultoriali per promuovere la partecipazione e la fruizione consapevole dei servizi socio sanitari da parte dei giovani. Attorno al progetto, il cui focus principale è la prevenzione primaria circa i comportamenti a rischio in età adolescenziale, lavorano gli operatori dei diversi servizi pubblici che si rendono disponibili ad incontri e discussioni di gruppo su particolari tematiche, a sostenere gli operatori di Newspace, ad orientare i minori e/o le loro famiglie e, ove necessario, a proporre una presa in carico. I partner coinvolti nel progetto sono: - La NEUROPSICHIATRIA INFANTILE dell’ASL VCO che svolge attività di prevenzione, diagnosi e cura dei disturbi neurologici e psichici dell'età evolutiva (0-18 anni) con una gestione multiprofessionale del percorso diagnostico terapeutico e riabilitativo. Attività di tutela attraverso la collaborazione con i Distretti Sanitari per i progetti di prevenzione primaria (area materno infantile); con la Scuola e i Servizi Sociali per gli alunni disabili e certificati ai sensi della L.104/92. Con i Servizi Sociali interventi di tutela e di sostegno per bambini maltrattati ed abusati e attività relativa agli affidi e alle adozioni. Attività di valutazione e presa in carico quando disposta dall'Autorità Giudiziaria. - L'Associazione “L'ALBERO DELLA VITA, Crescita e Sviluppo dell’Essere” di Verbania; l’Associazione nasce nel marzo 2011 come evoluzione nella collaborazione pluriennale fra diversi professionisti delle aree psico-socio-pedagogiche. Il comune intento è quello di creare un centro di formazione, intervento e progettazione in grado di erogare servizi rivolti alle persone lungo tutto l'arco della vita, con particolare attenzione alle fasi di transito fra cicli differenti, e secondo una prospettiva che dia risalto alla dimensione relazionale e contestuale. In questa ottica, al lavoro coi singoli (persone e/o famiglie) è stato da sempre 3 affiancato il gruppo come strumento atto a favorire il confronto reciproco, l'apprendimento e la valorizzazione dell'esperienza diretta (contrapposta all'esperienza vicariata dall'esperto). Sono già attivi, i laboratori rivolti alle fasce più giovani (bambini e ragazzi), che pur finalizzati all’ intervento in modo specifico su precisi problemi (DSA, DCA, disturbi della condotta, fobie scolastiche, etc...) pongono l'accento sulla prevenzione del disagio, cercando di intercettare i nodi problematici prima che divengano strutturali, e coinvolgendo direttamente tutti gli attori partecipi, ovvero lavorando sia con il minore che con la famiglia (o con gli adulti di riferimento laddove non vi sia una famiglia vera e propria). Pensando ai più piccoli, è stato inevitabile l’impulso a pensare una serie di progetti e interventi che potessero rendere realmente un servizio al bambino Tali progetti dovrebbero essere capace di rimodulare abitudini e atteggiamenti, non solo parlarndo di educazione come cura, ma mettendola in pratica. I bambini di oggi appaiono sempre più poveri di calore e creatività privi di reali interessi/ curiosità individui privi di solidi riferimenti. Ciò si aggrava nelle situazioni familiari multiproblematiche. Per cercare di sostenere la loro vitalità anche cercando di prevenire o attenuare le possibili manifestazioni di disagio occorre lavorare cercando di arricchire ,accompagnare amorevolmente favorendo in loro la possibilità di raccontarsi nelle loro emozioni in modo caldo,ricco e creativo, evitando così che di congelino in modelli di attaccamento e in stili di personalità disfunzionali L’utilizzo della pedagogia curativa come strumentO terapeutico, di sostegno alla sana evoluzione dell’essere umano si potrebbe rivelare un approccio adatto al sostegno evolutivo, in un ottica di prevenzione del disagio, favorendo un percorso che possa rivelarsi maturativo, ma anche in un’ottica di ottimizzazione delle risorse, poiché tale approccio può essere condiviso a livelli diversi da tutti gli educatori che si approcciano al bambino (terapeuti, operatori sociali, insegnati familiari) ed esportato a diversi livelli ottenendo così un effetto più capillare. 3. ANALISI DEI BISOGNI La manifestazione del disagio è da intendersi come la manifestazione di un bisogno, non come una patologia, ma come una difficoltà di integrazione corporea, psico-sociale e/o affettiva, strettamente correlata alle difficoltà familiari, di relazione, o scolastiche, all’interno del più generale malessere esistenziale connesso al processo di costruzione dell’identità personale. Per tale motivo è indispensabile prevedere interventi precoci al fine di prevenire la trasformazione del disagio, che si manifesta in età scolare con quadri di grave e drammatica sofferenza, in evidenze ancora più importanti quali i comportamenti devianti espressi poi nell’età adolescenziale. Dall’osservatorio dei servizi (CSSV ed NPI) le situazioni con queste caratteristiche sono in continuo aumento. I minori in carico al CSSV nell’ anno 2011 sono stati n° 392, quelli in carico alla SOC NPI sede di Verbania sono stati 720 di cui 290 nuove segnalazioni ( 1.162 totali per tutta la ASL VCO). In relazione alla multi problematicità di cui sono portatori, al fine di garantire una presa in carico complessiva ed efficace, le situazioni più complesse vengono cogestite tra il Servizio di Neuropsichiatria infantile dell’ASL VCO e i Servizi territoriali del Consorzio (Servizio Sociali e Servizio di Educativa Territoriale). Nel 2011 dei 392 minori in carico n.167 casi sono stati cogestiti e di questi 56 minori sono situazioni soggette a provvedimenti di tutela da parte Tribunale per i Minorenni. A favore di questi minori e del loro nucleo familiare viene elaborato un progetto individuale che può prevedere anche interventi di assistenza domiciliare o educativi (descritti nel paragrafo 2). 4 Dei 167 casi cogestiti n. 69 hanno attivo un intervento di educativa Territoriale e/o di luogo neutro e n. 26 di assistenza domiciliare. Su 167 situazioni cogestite n. 118 hanno un’ età compresa tra i 3 anni e i 14 anni. Dall’analisi dei dati emerge che le situazioni di sofferenza già manifesta o segnalata ai servizi sulle quali è possibile costruire un progetto di presa in carico con attività socializzanti/terapeutiche consistenti e continuative (con almeno un intervento settimanale) rappresentano il 54,4% del totale delle situazioni che arrivano al servizio di NPI dell’ASL VCO (392 in carico al CSSV su 720 in carico alla NPI). Va detto che non tutte le situazioni in carico alla NPI necessitino di servizi ulteriori di natura socio-educativa, ma si può ragionevolmente pensare che resti ancora una buona fetta del restante 45% bisognoso di interventi strutturati di supporto al sé e alla vita di relazione. A questa fascia di popolazione minorile si rivolge il progetto. 4. BENEFICIARI Minori in età scolare e prescolare, con età compresa tra i 3 e i 14 anni, che manifestano disagio emotivo e/o psicologico e/o relazionale in carico al Servizio Sociale del CSSV e al servizio di NPI. Sono minori appartenenti a famiglie multiproblematiche costituite da adulti che hanno sviluppato inadeguatezze/ carenze genitoriali,. Queste caratteristiche della famiglia sono per lo più alla base di quelle difficoltà nel processo di crescita del bambino/ragazzo, causano profonde situazioni di disagio e rendono difficile la costruzione di una reale identità personale e sociale. 5. FINALITA’ E OBIETTIVI Il progetto “LE MANI IN PASTA” ha la finalità di ampliare/ potenziare l’offerta delle prestazioni psico-sociali, attualmente in atto, sperimentando l’introduzione di soluzioni flessibili e differenziate che in un ottica strategico-operativa preveda interventi di presa in carico innovativi globalmente afferenti all’ambito della pedagogia curativa. Lo scopo del progetto è di dimostrare che tutto quello che si fa per un “bambino difficile” avvalendosi della pedagogia curativa, dell’euritmia e dell’arteterapia può rintracciare, sollecitare e sviluppare qualità cognitive, emozionali e perfino morali che rappresentano un obiettivo fondamentale per la prevenzione delle manifestazioni di disagio e nell’ evoluzione in quadri psicopatologici. Gli obiettivi specifici sono: sperimentare modelli d’intervento precisi ma non rigidi caratterizzati da un approccio non cognitivo ma creativo e pedagogico assolutamente stimolante per il bambino e non colpevolizzante per la famiglia; ottimizzare le risorse attraverso modalità di intervento di tipo pedagogico che possono essere acquisite e condivise anche nei diversi ambienti della vita quotidiana (scuola-casa..) armonizzare l’espressione emotiva del bambino attraverso il movimento, il colore interventi volti a sostenere le loro abilità creative (fruibili in ambito scolastico) ritrovando modalità espressive il più adattate possibili. sensibilizzare gli operatori alla conoscenza e sperimentazione di interventi di sostegno pedagogici trasversali che pur nel riconoscimento dell’individualità del singolo condivisibile nel gruppo e con i loro operatori di riferimento; 5 AZIONI DI PROGETTO Il progetto prevede la sperimentazione di due macro azioni: a) avvio di attività di gruppo rivolte a bambini in età prescolare –scolare. I gruppi saranno gestiti da tecnici specialisti nell’ambito della pedagogia curativa, dell’euritmia e dell’arteterapia. I gruppi gestiti con cadenza settimanale verranno costituiti in base alle età e le attività da proporre saranno scelte in base alla forma di disagio. Attraverso queste attività l’obiettivo è quello di arrivare a una “integrazione rovesciata” ove non ci si limita a sostenere il bambino affinchè arrivi ad un miglior equilibrio, ma si lavora nello sviluppo di reali talenti e qualità che lo stesso possiede in modo tale che queste vengano riconosciute e valorizzate sia dalla famiglia che dalla scuola. b) avvio di un percorso formativo ad opera di tecnici specialisti nell’ambito della pedagogia curativa volto agli operatori afferenti al CSSV e al Servizio di NPI . Gli specialisti/formatori sono gli stessi che gestiranno i gruppi di cura dei bambini/ giovani. E’ prevista una prima fase formativa sviluppata con modalità d’aula interattive rivolta a tutti gli operatori del CSSV (assistenti sociali ed educatori professionali), del servizio di NPI ( psicologi, educatori professionali e psicomotricisti) e dell’Associazione “L’Albero della Vita”. La durata sarà di due giornate in occasione delle quali agli operatori, oltre ad essere presentato il progetto e le modalità di accesso allo stesso, verranno presentate le specificità dell’approccio della pedagogia curativa e forniti strumenti operativi necessari da un lato alla prosecuzione del lavoro di cura che verrà avviato a favore dei singoli bambini all’interno dei gruppi e potrà essere continuato negli altri ambiti del progetto individuale, dall’altro alla gestione della prossima nuova casistica. Successivamente alcuni operatori avranno modo di continuare la formazione direttamente sul campo partecipando ai gruppi dei bambini che consentirà di acquisire, attraverso l’osservazione partecipata, dimestichezza con gli strumenti operativo propri dell’approccio che si intende sperimentare. L’importanza del coinvolgimento con la formazione degli operatori che già operano sui casi è data dal fatto che è loro responsabilità tracciare un percorso individualizzato in cui il bambino possa interiorizzare contenuti che lo arricchiscono nella sua crescita e momenti di scambio e condivisione con il gruppo. 6. MODALITA’ E FASI DI REALIZZAZIONE Si opererà prestando attenzione all’ottimizzazione delle risorse evitando quindi la frammentarietà e sovrapposizioni d’intervento ma sviluppando un progetto comune avente la finalità di contenere lo sviluppo di patologie e il generalizzarsi della sofferenza. Il progetto verrà attuato in un ottica di corresponsabilità al fine di: - agevolare la comunicazione fra i diversi soggetti - garantire l’ascolto del bambino e della famiglia d’origine - garantire un intervento orientato sulla prevenzione del disagio e sul rafforzamento dei fattori protettivi . Costruire quindi un progetto che tenga conto dei bisogni del singolo componente del nucleo e degli effetti che questi hanno sull’equilibrio familiare. 6 Le azioni del progetto “Mani in pasta” saranno organizzate attraverso lo strumento del laboratorio a piccoli gruppi e in casi specifici anche con attività individuale, su valutazione degli specialisti che conoscono il minore FASI DI REALIZZAZIONE: 1) Fase di avvio: costituzione di un’équipe di coordinamento composta da un Neuropsichiatra infantile del Servizio di NPI, dal Responsabile del Servizio Sociale, da un Referente dell’associazione “L’albero della Vita”. L’equipe di coordinamento avrà in questa fase il ruolo di definire i criteri di identificazione dei casi da inserire nel progetto in base alla tipologia di disagio di cui è portatore il singolo minore e di definire l’articolazione dei laboratori (attività di gruppo) in base alle tipologie dei bisogni rilevati. L’ equipe di coordinamento avrà inoltre il ruolo di: -valutare le situazioni segnalate dall’equipe operativa per l’inserimento nel progetto; -definire il progetto pedagogico individuale individuando le risorse da attivare; -monitorare l’andamento del progetto nel suo complesso Congiuntamente si costituirà un’ équipe operativa multi professionale, composta dagli operatori che intervengono sui singoli casi, che avrà il ruolo di valutare i bisogni dei singoli casi e segnalare all’equipe di coordinamento la proposta motivata di accesso al progetto del minore. L’equipe operativa presiederà poi la realizzazione e il monitoraggio del singolo progetto, mantenendo relazioni operative con gli esperti del privato sociale; 2) Fase della formazione: la formazione sarà rivolta congiuntamente agli operatori del CSSV, della NPI ASL VCO e del personale dell’associazione Albero della vita. Verrà svolta ad opera degli Specialisti/ esperti che gestiranno i gruppi di cura dei bambini e si svilupperà in due fasi. Una prima d’aula con modalità interattive della durata di due giornate, in occasione della quale agli operatori verrà presentato il progetto e le modalità di accesso allo stesso ma in particolare verranno loro presentate le specificità dell’approccio della pedagogia curativa e forniti gli strumenti operativi necessari da un lato alla prosecuzione del lavoro di cura che verrà avviato a favore dei singoli bambini all’interno dei gruppi e potrà essere continuato negli altri ambiti del progetto individuale, dall’altro alla gestione della nuova casistica. Successivamente alcuni operatori avranno modo di continuare la formazione direttamente sul campo partecipando ai gruppi dei bambini che consentirà di acquisire, attraverso l’osservazione partecipata, dimestichezza con gli strumenti operativi propri dell’approccio che si intende sperimentare. 3) Fase di realizzazione: attivazione dei gruppi di cura dei minori. I gruppi saranno gestiti da quattro tecnici specialisti nell’ambito della pedagogia curativa, dell’euritmia e dell’arteterapia. I gruppi gestiti con cadenza settimanale verranno costituiti, sotto la supervisione dell’equipe di coordinamento, in base alle età e le attività da proporre scelte in base alla forma di disagio. Periodicamente saranno programmati incontri di verifica sull’andamento delle attività. 4) Fase di valutazione: raccolta dati, valutazione quali-quantitativa dei risultati ed eventuale rimodulazione del progetto ad opera dell’equipe di coordinamento. 7 7. CRONOPROGRAMMA FASI AVVIO OT 2012 N X X FORMAZIONE D G F M A M G L A S O NOV 2013 X GESTIONE ATTIVITA’ X X X X X X X X VALUTAZIONE X 8. RISORSE PROFESSIONALI Consorzio Servizi sociali del Verbano: - Responsabile del Servizio Sociale; - Assistente sociale; - Responsabile Educativa Territoriale; - Educatore professionale/Operatore Socio Sanitario ( se previsto); Servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’ASL VCO: - Neuropsichiatra infantile - Psicologo dell’età evolutiva - Psicomotricista - Educatore professionale Privato sociale Associazione “l’Albero della vita”: - Pedagogista - Arteterapeuta Esperti esterni: - Euritmista - Arteterapeuta - Pedagogista curativa 9. SEDI/RISORSE MATERIALI Il progetto verrà realizzato presso la sede dell’”Associazione Albero della Vita sita in Via Repubblica n° 19 Verbania Trobaso. La struttura accogliente e di recente ristrutturazione metterà a disposizione spazi quali: un ampio salone attrezzato per le attività di gruppo e due laboratori per le attività artistiche. 8 10. RISULTATI ATTESI I risultati attesi dal progetto sono: 1. Coinvolgimento nei gruppi di pedagogia curativa nei 10 mesi di sperimentazione di almeno n° 20 minori in carico al CSSV e al Servizio di NPI; 2. Coinvolgimento nella formazione specifica agli operatori di almeno 15 operatori del personale degli Enti coinvolti (CSSV-NPI ASL VCO) . La condivisione della formazione tra operatori che appartengono a organizzazioni differenti, ma che si trovano a gestire le stesse situazioni, rappresenta un elemento caratterizzante il progetto sperimentale e potrebbe essere l’elemento di garanzia della prosecuzione nel futuro. 11. VALUTAZIONE In termini di valutazione qualitativa i criteri utilizzati sono rappresentati dall’analisi clinico funzionale sul livello di sviluppo e adattamento raggiunto dai minori coinvolti attraverso strumenti di valutazione multi professionale, già utilizzati dagli specialisti nella pratica professionale in base ad età del minore e caratteristiche del disagio. In termini di valutazione quantitativa: - numero di partecipanti ad ogni incontro di pedagogia curativa (bambini-giovani) - numero di partecipanti alla formazione operativa e livello di integrazione tra servizi (percentuale di partecipazione suddivisa per i servizi coinvolti). Strumenti di valutazione: 1. Questionario di gradimento da somministrare agli operatori 2. Rilevazione delle presenze ad ogni incontro di formazione e successiva elaborazione dei dati numerici. 3. Rilevazione delle presenze dei minori coinvolti ad ogni incontro di pedagogia curativa e successiva elaborazione dei dati numerici. 12. ENTE CAPOFILA E PARTNER Ente capofila: Consorzio dei Servizi Sociali del Verbano. Sede Legale a Verbania. Coordina il progetto, gestisce la segreteria organizzativa, partecipa con proprio personale alle équipe di coordinamento e operativa e cura i rapporti tra i partner Partner: Azienda Sanitaria Locale VCO attraverso il personale del servizio di Neuropsichiatria infantile sede di Verbania. Partecipa con proprio personale alle équipe di coordinamento e operativa Partner: Associazione “Albero della Vita” sita in via Repubblica 19, Verbania. Mette a disposizione gli esperti esterni, la sede e le attrezzature necessarie. La scelta del partner Albero della Vita è motivata dalla sensibilità che alcuni collaboratori interni hanno sviluppato in questi anni per loro formazione alla Pedagogia Curativa ad indirizzo antroposofico nonché per la disponibilità dei locali idonei allo svolgimento dei gruppi cura per i bambini. La condivisione della formazione tra operatori che appartengono a organizzazioni differenti ma che si trovano a gestire le stesse situazioni rappresenta un elemento caratterizzante il progetto sperimentale e potrebbe essere l’elemnto di garanzia della prosecuzione delle attività nel futuro. 9