BES e marginalità: una questione affatto marginale
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BES e marginalità: una questione affatto marginale
BES e marginalità: una questione affatto marginale Dott.ssa Luana Vitale Corso di aggiornamento professionale per insegnanti Scuola primaria G. Deledda Istituto Comprensivo "VIA LAPARELLI 60" A.S. 2013-14 Una visione nuova • Il concetto di Bisogni Educativi Speciali (BES) si fonda su una visione globale della persona che fa riferimento al modello della classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (International Classification of Functioning, disability and health - ICF) come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2002). Si divide in • Parte 1: Funzionamento e Disabilità • a) Funzioni e Strutture Corporee • b) Attività e Partecipazione • Parte 2: Fattori Contestuali • c) Fattori Ambientali • d) Fattori Personali Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 2 • Education Act UK, 1996 • Un bambino con Bisogni Educativi Speciali (S.E.N.) è quello che “ha una difficoltà di apprendimento che richiede interventi di educazione speciale”. • Special Educational Needs and Disability Act UK, 2001 • - Code of Practice 2001/2 • “Nei Bisogni Educativi Speciali […] si trovano difficoltà di apprendimento generali e specifiche, difficoltà comportamentali, emozionali e sociali, difficoltà di comunicazione e di interazione, difficoltà di linguaggio, disturbi dello spettro autistico, difficoltà sensoriali e motorie, minorazioni uditive, minorazioni visive, altre difficoltà fisiche e mediche”. (Department for Education and Skills, 2001, p. 45) Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 3 Il Bisogno Educativo Speciale (Special Educational Need) è qualsiasi difficoltà evolutiva, permanente o transitoria, in ambito educativo e/o apprenditivo, espressa in un funzionamento problematico ( come risultato dell’interazione dei vari ambiti della salute secondo il modello ICF dell’OMS), che risulta tale anche per il soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale, indipendentemente dall’eziologia, e che necessita di educazione speciale individualizzata”. In questi casi i normali bisogni educativi che tutti gli alunni hanno (bisogno di sviluppare competenze, bisogno di appartenenza, di identità, di valorizzazione, di accettazione, solo per citarne alcuni) si arricchiscono, diventano più complessi a causa di un funzionamento educativo-apprenditivo problematico. Ianes D. , Bisogni educativi speciali e inclusione, Erickson,Trento, 2005. Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 4 BES ergo sum In questa definizione rientrano: 1. Disabilità 2. Disturbi evolutivi specifici 3. Svantaggio La nuova direttiva amplia l’area dei DSA a differenti problematiche quali: • deficit del linguaggio • delle abilità non verbali • della coordinazione motoria • dell’attenzione • dell’iperattività e introduce il tema dello svantaggio socio-economico, linguistico, culturale (ostacoli presenti nei fattori contestuali , sociali, personali) Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 5 Perché? • Un sempre maggiore numero di alunni,con continuità o per determinati periodi, a causa di una pluralità di motivi ( fisici, biologici, fisiologici, psicologici, sociali) presenta: Difficoltà di apprendimento (aspecifiche e specifiche), Disturbi dell’apprendimento Difficoltà nello sviluppo di abilità e competenze Disturbi del comportamento Fragilità emotiva Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 6 Come? • • • Presa in carico complessiva ed inclusiva da parte di TUTTI i docenti e dell’intero plesso ( P.A.I. parte integrante del P.O.F.) Misure dispensative Strumenti compensativi WARNING: non si devono favorire improprie facilitazioni MA rimuovere quanto ostacola i percorsi di apprendimento non si deve generare un livellamento degli apprendimenti MA rimodularli sulle potenzialità di ciascuno nell’ottica di una scuola più equa. Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 7 Riconoscere i segnali per agevolare una diagnosi precoce Riguardo allo stato degli apprendimenti è opportuno indagare: la comprensione del testo scritto , la rielaborazione logico-temporale degli eventi narrati, la memorizzazione di termini specifici, il lessico, la riformulazione corretta dei nessi causali e dei loro effetti , la lettura della musica o la padronanza delle lingue straniere La velocità e l’accuratezza nella scrittura La velocità e l’accuratezza in compiti di scrittura Le abilità di calcolo e di soluzione ai problemi matematici, le conoscenze procedurali Altre abilità che possono essere critiche nel Le prassie grafiche percorso scolastico dell’allievo sono quelle cioè le capacità di prattognosiche, visuo-spaziali e di eseguire i movimenti rappresentazione, l’organizzazione temporonecessari allo scritto spaziale del proprio lavoro, le competenze logicoe al disegno da un formali, le facoltà mnestiche… punto di vista grafomotorio Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 8 Inevitabile non parlarne: come è cambiata la scuola? • Cambiamenti di primo livello (superficiali) • Cambiamenti di secondo livello (sistemici) • Predominanza di apprendimenti di tipo • linguistico e verbale • Valutazione dell’intelligenza adatta a questo tipo di performance, ritenendo tali modalità punti di forza, trascurandone però i punti di debolezza. Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 9 E le persone? Prima di tutto gli allievi • Quello che è cambiato, o meglio quello che sta cambiando nelle nuove generazioni, è l’approccio ai problemi: un approccio iconico, né teorico né empirico, né astratto né concreto, mediato dalle nuove tecnologie e dalle nuove modalità di comunicazione. APPRENDIMENTO PER IMMERSIONE Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 10 E le persone? Poi gli insegnanti… Ai quali viene chiesto di imparare a essere: • facilitatori dell’apprendimento • comunicatori abili ed efficaci • costruttori della conoscenza • mediatori cognitivi-affettivi e relazionali • esperti e in formazione continua • … Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 11 Con i molteplici compiti della funzione docente • • • • • • • Insegnare In comune con la funzione educativa Istruire ( nel CCNL , l’art. 27 richiama, oltre alle competenze disciplinari , quelle di tipo Formare psicopedagogico) Guidare Sostenere Gestire CONDURRE? Meglio ACCOMPAGNARE In una parola EDUCERE, dal latino Trarre fuori Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 12 Ma soprattutto… • Il docente deve divenire consapevole del fatto che la sua capacità di comunicare e relazionarsi efficacemente è in grado di influenzare i processi motivazionali e volitivi degli studenti con riverberi positivi sul loro apprendimento e quindi sull’esito finale del percorso formativo intrapreso. Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 13 Dall’integrazione all’inclusione… all’inclusione… • L’inclusione è un diritto fondamentale ed è in relazione con il concetto di “appartenenza”. • Tutte le persone, con o senza disagi o disabilità, devono essere messe in condizione di poter agire e interagire alla pari. • Un’educazione inclusiva permette alla scuola di divenire di qualità: ciascuno é benvenuto, può imparare con i propri tempi e soprattutto può partecipare. E’ una scuola capace di rispondere ai bisogni diversificati di ognuno, dove tutti riescono a comprendere che le diversità sono un arricchimento e pertanto costituiscono un patrimonio valoriale. • • Parafrasando D. Ianes “la speciale normalità” deve divenire normale specialità . Scopo dell’inclusione è quello di rendere possibile, per ogni individuo, una crescita e uno sviluppo pieno e totale nel rispetto delle proprie possibilità, per questo la questione riguarda tutti. Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 14 …Per giungere alla reciprocità «L’accoglienza […] è saper leggere nelle pieghe della storia degli altri anche le proprie aspirazioni, le proprie speranze, le proprie debolezze […]». Stenico G., 2002, p. 22. «Non c’è alternativa alla costruzione di reti solidali generate non solo dall’appartenenza a situazioni di vita simili, come l’ambiente lavorativo o abitativo, ma formate da individui animati da un comune interesse per l’altro». Stenico G., 2002, p. 72. Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 15 Perché una didattica inclusiva Le scelte didattiche e i cambiamenti metodologici di gestione, utili per aiutare l’alunno con BES, si rivelano altrettanto utili a tutti gli allievi, perché rendono: più efficace la pratica didattica più consapevoli riguardo ai metodi di studio più duraturi e profondi gli apprendimenti Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 16 Come comportarsi con la classe che lamenta trattamenti diversi, visti come privilegi, nei confronti dei DSA ? • Spiegare alla classe cosa sono i DSA parlandone in modo scientifico e facendo esempi (che non riguardino i presenti). • Far capire che questi alunni hanno bisogno di strumenti compensativi per seguire meglio la programmazione della classe (come un miope ha bisogno degli occhiali). • Pensare a un progetto più ampio di co-educazione e sensibilizzazione. • Una didattica per i BES è proficua per tutti gli allievi. Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 17 Per un clima positivo ed efficace a beneficio dell’intera classe • • • • • • • • • • • • • • Costruire urelazione educativo-formativa efficace Favorire l’autostima Restituire allo studente un’immagine positiva di sé Usare il rinforzo positivo come strumento usuale Condurre ogni sforzo per costruire la fiducia dell’alunno, attraverso lo sviluppo delle sue attitudini superiori in altri campi quali: la musica, lo sport, il disegno, la tecnologia, la scienza, la recitazione Consentire allo studente di eccellere nelle cose in cui è bravo Assegnare pochi compiti ma mirati Valutare il contenuto del lavoro, non la forma Valutare le risposte orali Dare più tempo per copiare alla lavagna Fare lavorare spesso alla lavagna in una dimensione collaborativa Lasciare lavorare con il testo aperto Mantenere un atteggiamento di interesse e cura verso le difficoltà dell’allievo Attuare provvedimenti compensativi e dispensativi solo se e quando necessario Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 18 Attenzione alle relazioni Con se stesso Con i compagni Con i docenti Con la famiglia Con le altre figure educative o terapeutiche E soprattutto non temere il lavoro di rete Valorizzare i punti forti Creare occasioni di successo Depenalizzare l’errore Riconoscere la fatica e l’impegno Adottare una didattica inclusiva Conoscere e valorizzare l’extrascuola Concordare con la famiglia strategie di aiuto Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 19 Quando progettiamo… • Gli obiettivi, chiari, descrittivi e verificabili, devono essere calibrati sul soggetto • Le attività devono essere pertinenti all’ambito professionale dell’insegnante che però, pensa e agisce in rete valorizzando le risorse presenti e potenziali insieme agli altri professionisti • La metodologia è anche strategia • La verifica può avvalersi di metodi qualitativi (e non solo quantitativi) e di momenti specifici deputati al confronto costruttivo tra le figure. • Incontrare le altre figure professionali in veste formale e informale per giungere insieme alla valutazione globale dell’intervento, soprattutto in itinere, quando ha uno scopo formativo invece che sommativo. Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 20 Tollerare il senso di frustrazione… Certamente riuscire a verificare conoscenze e abilità che si costruiscono e si strutturano in tempi del tutto personali, richiede attenzione ed altrettanto tempo, soprattutto mentale, poiché si tratta di un tempo di attesa. Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 21 • Domanda: Ma non è altrettanto difficile, spesso, verificare se l’allievo che ci ha dichiarato una conoscenza ha veramente compreso? • Risposta: Il docente, sollevato dalla questione del profitto scolastico inteso come mero risultato rilevato rispetto a una performance data, può preoccuparsi del percorso ancora prima che del traguardo e intervenire così in maniera POTENZIATIVA • Da una valutazione di profitto a una di processo Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 22 Ma come deve essere un ambiente di apprendimento significativo? Aldilà di ogni ausilio tecnico o artificio didattico, ciò che conta è che gli allievi siano stimolati e sostenuti nei loro processi di apprendimento in libere attività connesse tra loro. Si tratta di un ambiente che incoraggia esplorazioni e scoperte, che permette scambi di informazioni e conoscenze. Un ambiente in cui tutti imparano da tutti e i più esperti aiutano i novizi in un arricchimento reciproco. Così si impara ad imparare, attitudine utile non solo a scuola. Bibliografia minima di riferimento • • • • • • • • • • • • Canevaro A. , Scuola inclusiva e mondo più giusto, Erickson, Trento Cornoldi C. , Le difficoltà di apprendimento a scuola, Il Mulino, Bologna, 2007 Esposito A.,, Chiappetta Cajola L., I disturbi specifici di apprendimento Aspetti giuridici, clinici, psicologici e didattico-metodologici , Anicia, Roma, 2012 Medeghini R., D’Alessio S., Marra A.D., Vadalà G.,Valtellina E., Disability studies .Emancipazione, inclusione scolastica e sociale, cittadinanza, Erickson, Trento Gaspari P., La pedagogia speciale e l'educatore professionale in prospettiva inclusiva, Anicia, Roma Gaspari P.,, Pedagogia speciale: questioni epistemologiche, Anicia, Roma Ianes D., La speciale normalità, Erickson, Trento Ianes D., Camerotti S., (a cura di) Alunni con BES - Bisogni Educativi Speciali Indicazioni operative per promuovere l'inclusione scolastica, Erickson, Trento Milito D., Inclusione, integrazione e bisogni educativi, Anicia, Roma Stella G., Gallo D., Dislessia, scelte scolastiche e formative, Omega edizioni, Torino, 2004 Stenico G., Etica del prendersi cura. La sfida educativa tra normalità e disagio, Ceis, Modena Dott.ssa Luana Vitale 27/11/2013 24