In Viaggio con la Mela Gimagiona

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In Viaggio con la Mela Gimagiona
Inviato da Giovanni Soldano
domenica 09 novembre 2008
«C’era una volta… e ancora c’è» è il titolo dell’iniziativa promossa dall’Assessorato al
Mediterraneo della Regione Puglia, in collaborazione con l’associazione «Presidi del Libro», tenutasi lo scorso 7
novembre al «Caffè del Conte» di Cerignola. L’evento è stato dedicato alla lettura a più voci di un brano della
favola «La mela Gimagiona ed il senso del viaggio continuo», scritta da Ganinova Lotulev e commentata da Mariano
Loiacono.
Il viaggio è il tema attorno al quale ruota il racconto delle avventure della mela Gimagiona che, stanca
dell’immobilità della sua vita, si stacca dall’albero paterno e decide di esplorare il mondo. «La mela è una
metafora dello stato d’animo in cui mi trovavo quando ho scritto questa favola – ha detto Ganinova Lotulev
– All’inizio ti senti una persona bella e importante, ma poi la vita ti mette in condizione di fare delle scelte
che ti fanno entrare in crisi. Io mi sentivo spaccata, proprio come Gimagiona quando decide di allontanarsi
dall’albero. Cadendo dal ramo, Gimagiona si spacca e si mette alla ricerca della metà perduta. Io ho fatto la stessa
cosa». «Nel viaggio sta il senso della vita, senza viaggiare non si vive- ha dichiarato Mariano Loiacono – In tempi
come questi le persone viaggiano in materia virtuale attraverso internet, la tv o le droghe. Noi al viaggio virtuale
opponiamo il viaggio reale. Solo il viaggio ci permette di migliorare costantemente e di vincere quel senso di disagio che
nasce dallo star fermi». Mariano Loiacono, psichiatra e medico chirurgo, è impegnato da tempo nel progetto «Nuova
Specie» da lui stesso ideato che, attraverso il «Metodo alla Salute», si propone di combattere il disagio dovuto a
tossicodipendenza, alcool, depressione ecc. senza utilizzare psicofarmaci ma partendo dalla persona stessa. «Tutti noi,
quando nasciamo, siamo “interi”, cioè possediamo delle qualità che ci rendono unici – dice ancora
Ganinova Lotulev - Poi, crescendo, perdiamo alcune di queste qualità e le cerchiamo negli altri, ma questo è sbagliato.
Spetta a noi stessi recuperare ciò che abbiamo perduto».
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