Deterioramento cognitivo: riannodiamo i fili (Dr

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Deterioramento cognitivo: riannodiamo i fili (Dr
Deterioramento cognitivo
Riannodiamo i fili
Antonio Matteazzi
Responsabile della Medicina Territoriale
Azienda ULSS 6 Vicenza
IMPATTO DELLA DEMENZA
• La prevalenza secondo i criteri dello studio ILSA del CNR, è circa del 6,4%
nella popolazione con età >65 anni. ( stimata X 3 nei prossimi trent’anni)
• I nuovi casi di attesi/anno di malattia nell’ULSS 6 Vicenza, basandosi sulle
stime nazionali dei nuovi casi incidenti (11,9 nuovi casi all’anno per 1000
soggetti con più di 65 anni) sono stimabili in circa 700.
• I dati epidemiologici dimostrano che nei paesi occidentali la demenza è
importante causa di morte, la quarta causa nei soggetti con più di 65 anni.
NUOVO PIANO NAZIONALE DEMENZA
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Interventi sulle politiche sanitarie e sociosanitarie
Creazione di una rete integrata
Strategia degli interventi e appropriatezza
Lotta allo stigma e miglioramento della qualità della
vita
DRGV n. 1404/2000 e DRG n. 3542/2007
Contenere il declino cognitivo e della disabilità del malato, agendo sia sul livello clinico
che comportamentale e ambientale, prevenendo e contenendo contestualmente le
componenti di fragilità fisica, relazionale, sociale.
Permettere al malato di restare il più a lungo possibile nel proprio nucleo familiare,
compatibilmente con i criteri di sicurezza sua e dei conviventi, riconoscendo che il luogo
abituale di vita e di relazione è quello più adeguato alla conservazione dell’autonomia e
degli affetti.
Sostenere il nucleo familiare nell’assistenza continuativa del malato, sia sul piano delle
motivazioni che delle abilità.
DRGV n. 1404/2000 e DRG n. 3542/2007
Precisione e tempestività nella definizione diagnostica e nella stadiazione.
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Il tempo tra il sospetto diagnostico e la conferma deve mantenersi entro limiti ragionevoli;
La “comunicazione della verità” sulla diagnosi e sulla prognosi è particolarmente importante per
consentire scelte di vita.
Continuita di cura
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Secondo una pianificazione degli obiettivi di salute e con l’esplicita logica della presa in carico.
Attenzione al ruolo e ai compiti dei familiari
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Sostegno nell’attivita di assistenza continuativa del malato,
Al mantenimento delle motivazioni e nella ricostruzione dell’immagine e della relazione con il
malato.
Il Ruolo del Medico di Famiglia (1)
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Secondo i dati della letteratura circa l'80% delle persone affette da demenza è curata a casa; è prioritario
potenziare l’offerta diagnostica assistenziale territoriale.
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Il PSSR della Regione Veneto indica il territorio come sede elettiva per la diagnosi e la cura di patologie
croniche degenerative come la demenza.
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La Regione, con le DGR attuative 1666 e successive, ha individuato nelle nuove forme associative della
Medicina Generale lo strumento per realizzare un sistema di cure primarie efficace e basato su PDTA.
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Il nuovo modello organizzativo delle Cure Primarie dovrà assicurare la presa in carico del paziente fin dai
primi sintomi delle malattie croniche in collaborazione con lo specialista
Il Ruolo del Medico di Famiglia (2)
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I Medici di Famiglia sono, per la competenza professionale e per il nuovo modello
assistenziale che si va attuando nella Regione Veneto, le prime figure di riferimento
per le persone affette da deterioramento cognitivo e i loro famigliari.
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Il paziente riferisce, infatti, i primi sintomi di un possibile decadimento cognitivo al
MMG che è anche l’interfaccia tra utente e rete dei servizi
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Il Medico di Famiglia deve essere messo nella condizione di prendersi carico del
paziente fin da subito all’interno di un percorso appropriato.
COLLABORAZIONI
La sperimentazione è possibile grazie al finanziamento della Fondazione Cariverona che da anni
collabora con l’azienda ULSS nell’ambito del “Progetto Alzheimer” coordinato dall’U.O.S.
Servizio Adulti Anziani. La Fondazione Cariverona Cariverona ha permesso, grazie a
finanziamenti finalizzati, la realizzazione di numerosi progetti innovativi.
La stesura del progetto è stata coordinata dalla Direzione dei Servizi Sociali e della Funzione
Territoriale con il coinvolgimento dei Centri Decadimento Cognitivo delle U.O.C. di Geriatria e di
Neurologia nonché del del Servizio Adulti Anziani e della Medicina Territoriale
Sono stati fondamentali i contributi in fase progettuale e organizzativa delle Società Scientifiche
SIMG e KEIRON
“Screening e prima valutazione della persona anziana con possibile
deterioramento cognitivo propedeutici all’eventuale invio al CDC”
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Analisi dei servizi esistenti e delle modalità operative:
• da professional -> ad organizzazione.
• da singola prestazione -> logica integrata: Input->output
• modalità di comunicazione (nativo digitale)
Confronto con le società scientifiche: SIMG, Keiron
Focus Group con associazioni dei cittadini, gruppi MMG e Operatori dei CDC
Condivisione del progetto con l’Ente finanziatore “Fondazione Cariverona”
Definizione delle modalità operative sperimentali:
• Condivisione del percorso
• Integrazione delle informazione tra gli attori coinvolti
LE FASI DEL PDTA
• prima fase di screening di pazienti con sintomatologia compatibile con
decadimento cognitivo;
• seconda fase di valutazione dei pazienti con sospetta demenza presso i CDC ed
eventuale avvio del trattamento con neuromodulatori;
• terza fase di follow-up del malato, con rivalutazione periodica, per confermare
la terapia con neuromodulatori, rilevare eventuali nuovi sintomi (somatici,
comporta-mentali) ed elaborare strategie per il loro controllo.
VALUTAZIONE CONCLUSIVA
• Raccolta di indicatori di input processo ed output.
• Raccolta informazioni qualitative relative alla soddisfazione dei
pazienti con un questionario costruito ad hoc.
• Le risorse impiegate giustificano le azioni e i risultati (efficienza)
• La modalità operativa sperimentata potrà diventare routine e
comunque determinare un cambiamento stabile (sostenibilità).