Radio, in Italia il futuro è digitale

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Radio, in Italia il futuro è digitale
MEDIA
Sabato 16 Febbraio 2008
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Le reazioni dopo il forfait sul Dab in Gran Bretagna. Suraci (Rtl): non faremo gli stessi errori
Radio, in Italia il futuro è digitale
Giovannini (Frt): diversa la realtà inglese. Da noi è una necessità
DI
CLAUDIO PLAZZOTTA
L
a crisi della radio digitale
in Gran Bretagna aveva
fatto temere per una frenata del nuovo sistema di
trasmissione Dmb anche in Italia. Tuttavia, prevale l’ottimismo
sulla penisola. Per caratteristiche di mercato tutte tricolori
che differenziano, e di molto, le
due situazioni. In primis, spiega
Lorenzo Suraci, presidente di
Rtl 102,5, «in Gran Bretagna
ci sono stati alti investimenti
per creare nuove emittenti
solo digitali. Mentre in Italia
stiamo spingendo per trasmettere con qualità digitale i prodotti radiofonici che si sono già
affermati in fm. In sostanza,
il digitale rappresenta per noi
un rafforzamento dell’attuale
business, mentre in
Gb il Dab o il Dmb
sono business a sé
stanti».
C’è poi la questione della pianificazione delle
frequenze: «In Gran Bretagna
le frequenze della fm sono pianificate in maniera precisa, e
quindi le radio in fm si sentono
molto bene, senza disturbi», sottolinea Roberto Giovannini, presidente Frt per le radio, «mentre
in Italia, da 30 anni, regna pur
sempre il caos. Per ovviare alle
interferenze, e poiché è impossibile mettere ordine nell’etere,
l’unica alternativa è il digitale.
Che passa anche attraverso il cavo e, soprattutto, il satellite. Certo, per creare una massa critica
ci vorrà del tempo. Ma il processo
è irreversibile, non si ritorna più
indietro».
Al via proprio in questi giorni le operazioni congiunte tra
Rai e le associazioni Dab che
raccolgono i principali network
radiofonici italiani (Cr Dab, Eurodab, Club Dab) per il lancio
del digitale: su Roma e Milano,
dove si possono già ricevere 30
emittenti in digitale, e pure su
Bologna e Venezia, dove Raiway
sta sperimentando il digitale con
alcune stazioni locali. Di recente
Al via il tavolo tecnico
Si è tenuto ieri presso l’Autorità per le garanzie
nelle comunicazioni la riunione di insediamento del tavolo tecnico sulla radiofonia digitale al
quale hanno preso parte il ministero delle comunicazioni, la concessionaria del servizio pubblico
e le associazioni rappresentative delle emittenti
radiofoniche private nazionali e locali. Obiettivo del tavolo, si legge in una nota dell’Agcom, «è
quello di valutare i risultati delle sperimentazioni
sui nuovi standard trasmissivi della radio digitale»
affinché l’Autorità «possa pervenire in tempi brevi,
grazie ai contributi di tutti i soggetti interessati,
ai necessari adeguamenti regolamentari e di pianificazione delle frequenze».
l’amministratore delegato di
Raiway, Stefano Ciccotti, ha
anche firmato
firmato una intesa di
collaborazione con il ministero delle comunicazioni coreano,
ovvero il paese più avanzato al
mondo in tema di Dmb.
A creare un po’ di fibrillazione in
Italia erano state le dichiarazioni
del più grande gruppo radiofonico
inglese, Gcap, sul futuro piuttosto
nero del digitale. In Gran Breta-
Carlà ha rubato
la scena a Sarkozy
QUESTO SU
WEEKEND
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Mentre il gradimento del presidente della repubblica francese, Nicolas Sarkozy, è in picchiata (era
al 41% 15 giorni fa ed è sceso al 36% tre giorni fa)
impazza in Francia sua moglie, Carla Bruni, che ormai ha oscurato un presidente piccolo ma che era
vistoso, anche perché onnipresente. Lo dimostra,
per esempio, la copertina del più diffuso settimanale francese, l’Express, che è stata dedicata interamente alla first lady di recente, ma anche fragoroso
insediamento. Il numero si è esaurito, nelle edicole
parigine, nel primo giorno di uscita.
gna, infatti, sono già operativi quasi sette milioni di apparecchi radio
Dab
Dab, e il mercato d’Oltremanica è
spesso visto come quello di riferimento quando si tratta di radio digitale. Ebbene, proprio Gcap, che
controlla alcune delle emittenti
più ascoltate, come Classic Fm,
XFm, Capital 95.8, Choice Fm, e
che nel 2007 ha fatturato 270 milioni di euro, ha di recente spiegato
agli analisti finanziari che il suo
futuro sarà tutto nell’fm e nella
banda larga: «Abbiamo investito
110 milioni di euro per lo sviluppo della radio digitale», ha detto
Fru Hazlitt, ceo di Gcap, «ma nelle
ultime settimane abbiamo dovuto
chiudere cinque canali realizzati
solo in digitale. Al momento attuale il digitale assorbe in Gran Bretagna appena il 9% degli ascolti, e la
gran parte degli utenti se ne serve
solo per accedere alle emittenti già
presenti in fm, snobbando le radio
digitali di nicchia, che quindi non
producono utili. Perciò il futuro di
Gcpa sarà fatto di investimenti in
fm e banda larga, puntando in particolare allo sviluppo di contenuti
radiofonici per l’iPod».
Lo stop di cinque radio digitali di nicchia inglesi non deve
tuttavia gettare nello sconforto
il Dab o Dmb italiano: «Nel 2007
in Italia hanno chiuso 101 radio
in fm. E quindi? Che facciamo,
buttiamo alle ortiche l’fm? Non
scherziamo», ribatte Suraci, «il
modello inglese è diverso. Noi
siamo partiti in ritardo, e proprio
per questo possiamo evitare certi
errori. Rtl 102,5, tanto per fare un
esempio, ha investito molto meno
sul digitale, diciamo circa 20 milioni di euro. E sappiamo che il
business del digitale si consoliderà solo tra qualche anno, anche se
il processo è irreversibile. Pure la
Francia ha appena dato il via al
Dmb. D’altronde, la logica che seguono i grandi gruppi, come Gcab,
è differente: ora Mondadori si è
comprata R101 e ha raggiunto i
due milioni di ascoltatori. Ma se
non crescono ancora, e di molto,
nei prossimi due anni, è certo
che R101 sarà chiusa o messa sul
mercato, non ho dubbi in proposito. Ripeto, al Dab stiamo lavorando dal 2000, i primi risultati
si vedono solo ora, ma il digitale
è il futuro della radio. Ci metto la
mano sul fuoco».