villa Musella - comune di san martino buon albergo
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villa Musella - comune di san martino buon albergo
San Martino da (ri)scoprire Visite guidate ai monumenti e ai luoghi del territorio Domenica 15 giugno 2008 – ore 10.00 Villa Musella–d’Acquarone visita guidata con Sergio Spiazzi iniziativa realizzata in collaborazione con Villa d’Acquarone detta la Musella Partendo dall’abitato di San Martino Buon Albergo attraverso l’entrata monumentale del Drago e percorrendo il secolare viale di cipressi tra vigneti di Valpolicella e Soave si arriva, dopo diverse curve, all’entrata monumentale del giardino che si apre, al centro di una grand’esedra, la quale racchiude e protegge il complesso di Villa Musella proprietà attuale dei duchi d’Acquarone. La Tenuta Musella, originariamente di 365 ettari, passa per matrimonio a Pietro d’Acquarone nel 1922 quando Maddalena Trezza in d’Acquarone eredita l’immenso patrimonio del padre Cesare Trezza, banchiere, imprenditore ma soprattutto impegnato nella riscossione di dazi e gabelle per conto di innumerevoli città e comuni. Si racconta che a villa Musella i Savoia siano stati di casa e che proprio durante una festa in onore di Vittorio Emanuele, Pietro e Maddalena si siano innamorati. La villa, con giardino e parco, si trova sulla collina detta della Musella, in quanto l’antica corte delle Colombare dei Marioni è trasformata in residenza nobiliare tra il 1654 ed il 1709 dalla famiglia veronese dei Muselli e così da allora chiamata. Concepita su più livelli domina la piana di S. Martino e la valle di Marcellise. Dal 1506 il complesso subisce più di qualche intervento di ristrutturazione e d'ampliamento ma sempre con particolare attenzione architettonica. La villa attuale, d’aspetto eclettico, si organizza attorno al cortile quadrato con quattro corpi tutti di stile diverso e con altezze che variano secondo i prospetti progettati, tra il 1860 ed il 1894, dall’architetto Giacomo Franco, su commissione di Matilde Muselli moglie di Momolin Orti-Manara, podestà di Verona, e poi di Luigi e Cesare Trezza. A nord della villa si concentrano i grandi saloni, affrescati tra il 1686 e la fine del XVII secolo, mentre a sud ed ad ovest troviamo gli spazi abitativi, in parte rinnovati dal Franco e dall’architetto Midana di Torino tra il 1927 ed il 1939, cui va attribuita l’idea del chiostro interno, attorno all’antica fontana, della biblioteca e dell’ingresso di rappresentanza posto ad occidente. Sull’angolo sud-ovest troviamo l’oratorio gentilizio del 1654 ed il campanile, rinnovati dal Franco insieme alla serra e che ricordano forme tra il neo-romanico, l’arabesco ed il neo-gotico. I quattro prospetti sono stati rimaneggiati o rifatti tra 1860 ed il 1862 dal Franco in stili tra loro diversi, compreso quello a nord, che ad una prima vista sembrerebbe del XVII secolo, ma confrontato con la facciata di villa Novare, possiamo attribuire al Franco. Il prospetto ovest, neo-rinascimentale, è datato 1862 e presenta dodici statue degli imperatori romani posti in aggetto, all’altezza del piano nobile, su un piedistallo ottagonale. La facciata sud in stile moresco è trattata con decorazioni a stucco ed affresco e che richiamano le decorazioni di stile arabescante, compresi i serramenti di legno, il poggiolo ed il coronamento finale traforato. Il prospetto est è prettamente neoclassico ed è rifatto alla fine del 1800, per volere di Cesare Trezza, con ulteriori modifiche interne, scalone elicoidale con stucchi e cupola, porticato esterno con soprastante terrazza panoramica e grandi finestrature. Attorno alla villa si estende il giardino seicentesco disposto su un parterre artificiale che si allunga verso sud, per terminare sul belvedere, con la peschiera quadrilobata e con una serie di statue ornamentali. Sotto il belvedere si trova un antro artificiale rettangolare con volta a botte, con tre nicchie, una per ogni lato, e l’entrata disposta a sud. Ad est si trova la famosa voliera quadrata con cupola di ferro ramato, attribuita alla scuola del Sanmicheli, e visibile dalla valle di Marcellise. Le sale dell’ala nord sono affrescate, come la chiesa, per volere di Cristoforo e Gianfrancesco Muselli tra il 1686 e la fine del XVII secolo. La sala più importante è quella centrale detta “Salone dei Venti” che mostra una copertura centinata a padiglioni con vele e con una cupoletta ellittica al centro, dove un sistema meccanico, collegato con una banderuola esterna, indica su una “Rosa dei Venti” le sedici direzioni. Scene mitologiche di divinità dell’aria, della terra e del mare si dispongono in modo speculare sul soffitto tripartito. Da una parte troviamo Poseidone e dall’altra, Eolo che, tra elementi architettonici, squarci prospettici e divinità dell’aria si fronteggiano in un arioso ed armonico grande affresco di Lodovico Dorigny datato 1687. Ai lati del salone altre quattro sale sono affrescate con scene mitologiche, tra le quali troviamo “La Caduta di Fetonte” del 1686, nel salotto dalle pareti dipinte, “Giove Olimpico” nella saletta del caminetto, tra Mercurio e Giunone, con lunette dedicate alle muse, “Persefone rapita da Ade” nella sala del Concertino, sul carro infuocato, trainato da due cavalli ed infine nella biblioteca trionfo allegorico di Flora sul carro, trainato da un cavallo alato, tra putti e divinità pagane. La Caduta di Fetonte datata 1686 ed il salone centrale datato 1687 sono della scuola pittorica di Lodovico Dorigny o di Biagio Falcieri. Oltre al Dorigny lo Zannandreis ricorda che Francesco Barbieri detto lo Sfrisato e Antonio Zanoni operano per la famiglia Muselli. Biagio Falcieri che “ciecamente si riputava dai più pittore maraviglioso” affresca la chiesetta della villa nell’anno 1684, come ricordato nel Summario di casa Muselli. La cappella di forma rettangolare è coperta da una volta a botte con tre lunette per parte e due grandi lunette sui lati corti affrescate con miracoli di S. Antonio di Padova. Al centro, incorniciate da una struttura architettonica, che si apre con un ovale, si dispongono le figure di S. Antonio, della Vergine e del Bambino Gesù tra nuvole e angeli in trionfo celeste. Abbiamo notizie di un rinnovamento dell’oratorio nel 1798 e di un restauro nel 1858, datato direttamente sugli affreschi. Al piano primo altri affreschi settecenteschi completano il ciclo pittorico della villa, come quello del trionfo allegorico dell’anticamera della duchessa a firma di Pietro Antonio Perotti (1738). La villa in un mappa dell'Ottocento L. Dorigy, Flora sul carro La Musella in un dipinto di Ettore Calvi