Situazione Economica ed Occupazionale della
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Situazione Economica ed Occupazionale della
1 Situazione Economica ed Occupazionale della Provincia di Frosinone Maceroni Commenta i dati del Centro Studi CISL Provinciale. Le Assunzioni a Tempo Indeterminato si sono ridotte del 33.91%, l’Apprendistato non decolla, invece è boom di Lavoratori Interinali precari. È il Segretario Generale della CISL di Frosinone Pietro Maceroni a commentare i dati di luglio 2013 editi dal Centro Studi CISL Provinciale. Il valore aggiunto, nella nostra Provincia viene generato per circa il 70% dal Commercio e dai Servizi mentre Edilizia e l’Industria si attestano oltre il 28%, marginale ormai il ruolo dell’Agricoltura fermo all’1.5% comunque leggermente al di sopra della media regionale. L’export della Provincia di Frosinone è incentrato principalmente nel vecchio continente, con Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Belgio tra i partner prediletti, ma anche Stati Uniti, Paesi Bassi, Polonia Austria e Russia. Il 43% dell’export è del Farmaceutico, il 23% per gli autoveicoli, il 7% su apparecchiature elettriche il 3% gomma, tessuti e carta. Davanti a questo scenario però, i colpi della crisi hanno spossato, purtroppo, il lavoro in Provincia di Frosinone, infatti il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 12.7%, media Lazio 10.8%. Nei Comuni della Provincia di Frosinone quello che sta peggio è Colle San Magno con un Tasso di disoccupazione del 20.4%, seguono Casalattico, Castelnuovo Parano e Serrone, il Comune più virtuoso invece è Ripi dove il tasso di disoccupazione è “appena” dell’ 8.4%. Le assunzioni a tempo indeterminato nel periodo 2008 – 2012, si sono ridotte del 33.91% con un decremento di – 7.292 contratti: Le assunzioni a tempo determinato, nel periodo 2008 – 2012, invece, sono sensibilmente aumentate, come si evince dalla tabella. In valore assoluto, l'aumento è stato di 3.111 contratti a tempo determinato in più, dai 34.258 del 2008 ai 37.369 del 2012 con una percentuale di ampliamento del 9,08%. Da qui si può dedurre che c’è necessita di contrarre rapporti di lavoro, ma sostanzialmente si prediligono quelli a termine. È una tipologia contrattuale più femminile che maschile, come si vede dal grafico. 2 In Provincia di Frosinone il contratto di Apprendistato invece, continua a non decollare, nonostante dovrebbe essere il canale principale per dare lavoro ai giovani di fatto è ancora troppo poco utilizzato. In valore assoluto la diminuzione è stata di 974 contratti in meno, se prendiamo a riferimento il periodo 2008 – 2012 la riduzione percentuale è addirittura del 30.93%. Le collaborazioni a Progetto continuano ad avere un trend altalenante e sebbene con qualche fluttuazione, hanno mantenuto una loro linearità. È un contratto Rosa, ovvero viene stipulato più alle Donne che agli Uomini, probabilmente perché non vincolante con gli orari di lavoro classici e quindi maggiormente conciliante con i tempi di vita, anche se continua ad essere poco tutelante mal retribuito e fortemente precario. Il Lavoro in Somministrazione, invece, è cresciuto negli ultimi anni in maniera energica. I Lavoratori ex Interinali appaiono essenziali ma pur sempre a rischio. Il Settore della Somministrazione di lavoro, che come ricordiamo, è stato in assoluto il più colpito dallo "tsunami"dalla crisi del 2009 che ha investito il nostro territorio. La crescita di questa tipologia contrattuale dal 2010 in poi viene rilevata nel credito, nei servizi, nell'industria, soprattutto nel chimico farmaceutico, nella logistica e nel commercio. È da un lato 3 una tipologia contrattuale che da tutele contrattuali, ma dall’altro genera una precarietà estrema, in quanto molto spesso le “missioni” durano in media 30 giorni. Dal 2010 al 2012, gli Iscritti ai Centri per l’Impiego della Provincia di Frosinone sono aumentati di oltre 11.000 unità. Ma il dato più allarmante è che ad iscriversi nuovamente, perché hanno perso il Lavoro sono, in maniera preponderante, Lavoratori nella fascia di età tra i 40 ed i 55 anni. Fino a tutto il 2008, l’occupazione in Provincia di Frosinone è complessivamente aumentata, con l’arrivo della crisi, il lavoro precario ha mostrato il suo aspetto peggiore ovvero quello della “fragilità” e cioè rispondendo subito con un brusco calo. Ma il dato più emergenziale è che il Lavoro atipico è, o dovrebbe essere un canale d’ingresso nel mercato del lavoro, ma nei fatti l’età dei lavoratori con contratti precari tende ad aumentare, perché il passaggio ad un contratto a tempo indeterminato è tutt’altro che immediato e perché chi perde un posto “tipico” nella maggior parte dei casi, oggi, riesce a reimpiegarsi solo con contratti precari. I Lavoratori in Mobilità sono aumentati in maniera considerevole infatti, in soli sei mesi, hanno superato di oltre 400 unità l’intero computo dell’anno precedente, anche la Cassa Integrazione raggiunge livelli da capogiro, superando del 32.2% le ore rispetto allo scorso anno. Lo scenario purtroppo sta trascinando verso il basso le famiglie, dove il 10.9% vive sotto la soglia di povertà. In due anni l’aumento delle Famiglie sotto la soglia di Povertà è del +1.6% dovuto ai forti squilibri interni, con la distribuzione sul territorio di ampie sacche di disagio dovuto a crisi occupazionali. Il reddito disponibile ci colloca al 75° posto in Italia con un importo di € 15.121, l’importo medio delle pensioni è a 663 euro. Nonostante ciò per il rientro del Deficit Sanitario della Regione Lazio aumenteranno i ticket per le cure ambulatoriali più costose. Quelle da 51 euro in su. Per una tac, una risonanza, un ecodoppler o un’ecografia, crescerà la partecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria. «Per le prestazioni che costano da 51 a 76 euro», si legge in una tabella del decreto commissariale 314, pubblicato l’11 luglio scorso sul Bollettino ufficiale della Regione, «la spesa aggiuntiva del cittadino passa da 15 a 25 euro». «Per le prestazioni da 76 a 100 euro», ancora il decreto, «si passa da 25 a 30 euro ». Infine: «Per le prestazioni con costo superiore a 100 euro, dagli attuali 25 euro si arriva a 35». Ovviamente questi importi si aggiungeranno ai 36,15 euro di ticket già previsti dalla norma nazionale. Siamo davanti ad una situazione grave, conclude Maceroni che deve essere affrontata con serietà, invece di continuare a rimpallare le responsabilità. Siamo in attesa che la Regione adotti strumenti più equi per salvaguardare quelle persone che a causa della perdita del posto di lavoro non possono neanche più avere il diritto alla cura in quanto non possono pagare le prestazioni sanitarie.