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Introduzione
Il seminario d’interscambio tra i processi di Agenda 21 Locale della provincia del Chaco (Argentina) e i
processi di Agenda 21 Locale della provincia di Ferrara è stato promosso dall’Assessorato Ambiente Agenda
21 locale Cooperazione internazionale della Provincia di Ferrara.
L’iniziativa ha immediatamente trovato riscontro nell’Associazione dei Comuni di Codigoro, Comacchio,
Lagosanto, Mesola e Goro, promotrice del processo di Agenda 21 Locale della fascia costiera della provincia
di Ferrara, denominato “COSTA21”.
L’organizzazione è stata condotta dall’Istituto Delta Ecologia Applicata, già progettisti e coordinatori del
progetto COSTA21. Il seminario si è svolto nelle giornate del 13, 14 e 15 aprile 2005 con sede a Codigoro,
Canneviè e all’Università di Ferrara.
In itinere è stata coinvolta la Provincia di Bologna che ha partecipato con una delegazione del Servizio Tutela
Ambientale, del Servizio Qualità e Sistemi Ambientali e dell'Ufficio Agenda 21, educazione e comunicazione
ambientale.
In particolare si è assistito ad un confronto fra il processo di Agenda 21 della Provincia del Chaco, il processo
di COSTA21, il processo di Agenda21 Locale della Provincia di Ferrara e quello della Provincia di Bologna.
L’obiettivo finale del seminario è stato quello di giungere ad elaborare assieme un futuro progetto comune
da candidare al finanziamento nei programmi di sostegno economico comunitari e/o internazionali.
Coordinamento tecnico
Sono stati organizzati tre incontri con il comitato intercomunale di COSTA 21 per la preparazione dei
contenuti del seminario e la definizione della partecipazione dei Comuni e degli stakeholders (es. scuole):
Incontri del Comitato Intercomunale
01/03/05
29/03/05
7/04/05
Durante gli incontri si sono illustrate le modalità di conduzione organizzativa per un confronto attivo e
propositivo nella definizione del programma e il coinvolgimento della stampa. Agli incontri ha partecipato
anche l’insegnate del Polo scolastico superiore di Codigoro Mara Mangolini. Difatti nel programma del
seminario è stata attivamente coinvolta la scuola ed in particolare l’ITCG “Guido Monaco” di Codigoro,
questo in virtù dell’esperienza sviluppata da questo Istituto scolastico nella conduzione di processi di Agenda
21 scolastica e nell’attuazione di strumenti di gestione ambientale (contabilità ambientale e certificazione
ambientale).
Parallelamente e costantemente si è mantenuto uno stretto rapporto con la segreteria dell’Assessorato
Ambiente Agenda 21 Locale Cooperazione Internazionale della Provincia di Ferrara.
Gli aspetti tecnici legati alla conduzione del seminario sono stati discussi anche con altri gruppi coinvolti
nell’iniziativa in particolare con la UISP, la Facoltà di Architettura dell’Università di Ferrara e con la Provincia
di Bologna.
Gruppi di partecipazione al seminario
Elena Lucca Responsabile Agenda 21 Locale Nordest
Provincia del Chaco
Luis Eduardo Aguirre Madariaga Responsabile Area
Metropolitana Gran Resistencia- Amministrazione
Provinciale dell’Acqua
Marcos Rafael Ruiz Diaz Assessore alle Commissioni
Permanenti di Terre, Cantieri e Servizi Pubblici e degli
Affari Municipali della Camera dei Deputati della Provincia
del Chaco
María Emilia Puppo Responsabile dei laboratori Animatori
della Natura
María Bernabela Pelli Ricercatrice della Facoltà di
Architettura e Urbanistica della Università Nazionale del
Nordeste
Provincia di Ferrara
Sergio Golinelli Assessore Ambiente Agenda 21 locale
Cooperazione internazionale
Gabriella Dugoni Dirigente Servizio Politiche della
sostenibilità e Cooperazione internazionale
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Carla Negretti Ufficio Cooperazione Internazionale
Stefania Sacco Ufficio Agenda 21 e INFEA
Componenti del Tavolo Agenda 21 Locale e Cooperazione
Internazionale
Associazione Comuni progetto CostA21
Enea Pandolfi Sindaco Comune di Codigoro
Rino Conventi Sindaco Comune di Goro
Lorenzo Marchesini Sindaco Comune di Mesola
Loris Gadda Sindaco Comune di Lagosanto
Gianni Persanti Vicesindaco reggente Comune di
Comacchio
Fabrizio Trevisani Assessore Ambiente Comune di
Codigoro
Walter Cavalieri Foschini Assessore Ambiente Comune di
Comacchio
Mario Ercolano Assessore Urbanistica Ambiente Territorio
Comune di Lagosanto
Albano Lino Selvatico Assessore Pubblica istruzione
Cultura Ambiente Comune di Mesola
Viviani Diego Assessore Ambiente Turismo Comune di
Goro
Giancarlo Bertarelli Coordinatore tecnico Comune di
Codigoro
Luisa Zanni Coordinatore tecnico Comune di Comacchio
Matteo Zappaterra Coordinatore tecnico Comune di Goro
Flavio Grigatti Coordinatore tecnico Comune di Lagosanto,
Guglielmo Uccellatori Coordinatore tecnico Comune di
Mesola
Cristina Barbieri e Gloria Minarelli Coordinatrici esterne
Istituto Delta Ecologia Applicata
Filippo Lenzerini e Paolo Fabbri Consulenti esterni Punto 3
Mara Mangolini e Marco Righetti Polo scolastico ITCG
“Guido Moncaco” di Codigoro
UISP
Antonio Borgogni Responsabile progetto Il Corpo va in
città
Francesca Molesini, Ilaria Menegatti, Stefania Trevisani
Coordinatrici progetto Il Corpo va in città
Facoltà di Architettura Università di
Ferrara
Romeo Farinella docente
Marcello Balzani docente
Michele Ronconi architetto
Provincia di Bologna
Gabriele Bollini dirigente del Servizio Tutela Ambientale
Valentina Beltrame dirigente del Servizio Qualità e Sistemi
ambientali
Caterina Alvisi responsabile Ufficio Agenda 21, educazione
e comunicazione ambientale
Programma dell’iniziativa
In stretto rapporto con tutti gli attori coinvolti nell’organizzazione del seminario è stato definito il programma
delle attività divulgato attraverso il sito di Agenda 21 della Provincia di Ferrara e il sito di COSTA21 del
Comune di Codigoro.
Materiali tecnici
I materiali tecnici preparati per il seminario riguardano i tre processi di Agenda 21 Locale, della Provincia di
Ferrara, della Provincia del Chaco e del progetto COSTA21: si tratta di schede tecniche e di sintesi nonché di
una caratterizzazione dei relativi contesti economici.
I materiali inviati dalla Dott.ssa Elena Lucca, referente della Provincia del Chaco, sono stati tradotti in
italiano. La schede sintetiche del progetto Costa21 sono state tradotte in spagnolo.
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Sono quindi state preparate delle cartelline per i partecipanti al seminario, differenziate per la delegazione
Argentina (con materiali tradotti in spagnolo) e per i partecipanti dei gruppi locali.
Definizione della metodologia di lavoro
L’Istituto Delta ha predisposto uno schema di lavoro sia per la giornata del 13 aprile (seminariale) sia per la
giornata del 15 aprile (gruppi di lavoro).
Lo schema di lavoro è stato discusso con l’assessore provinciale Sergio Golinelli, con il gruppo UISP del
progetto “Il corpo va in città” e definito successivamente con la Dott.ssa Elena Lucca, in un incontro svoltosi
a Ferrara il giorno 12 aprile 2005.
Gli obiettivi del seminario del 13 aprile sono stati sostanzialmente: la presentazione delle diverse realtà
geografiche e socio economiche dei territori del Chaco (Argentina) e della provincia di Ferrara; la
presentazione dei diversi processi di Agenda 21 locale coinvolti, per giungere ad individuare similitudini e
differenze.
Nella giornata del 15 aprile si sono organizzati due gruppi di lavoro trattanti tematiche definite
precedentemente:
A- METODOLOGIE DI COINVOLGIMENTO E PARTECIPAZIONE
B- FORMAZIONE E MONDO SCOLASTICO
L’individuazione di questi argomenti è scaturita dall’analisi dei materiali tecnici del processo di
Agenda21NEArgentina e dai risultati del progetto di Costa21, nonché dagli interessi manifestati da tutti i
gruppi di lavoro coinvolti.
I gruppi di lavoro avevano il compito di sviluppare la traccia di seguito esposta:
- INDIVIDUAZIONE DEL PROBLEMA.
- PROPOSTA SOLUZIONI
- COME AGIRE
A tal scopo è stata predisposta una scheda di lavoro consegnata ai tutti i partecipanti ai gruppi.
La metodologia di sviluppo è stata proposta dalla Dott.ssa Elena Lucca, referente della Provincia del Chaco:
Philips 66.
Questo metodo si basa sostanzialmente su una esposizione istintiva delle problematiche e delle relative
soluzioni proposte. Infatti prevede l’individuazione dei problemi e la loro esposizione in un minuto da parte di
ogni partecipante al gruppo. Al termine di una consultazione completa con tutti i partecipanti, il gruppo
sintetizza le problematiche (2-3 al massimo) e nuovamente si riparte con una consultazione completa dei
partecipanti sulle proposte di soluzione e sulle azioni da mettere in campo.
I due gruppi di lavoro avevano come obiettivo finale la definizione delle basi per l’elaborazione di un progetto
di cooperazione tra i due Paesi.
Risultati
13 aprile 2005
Le attività, con sede a Codigoro, si sono svolte, nella mattina con i saluti, la presentazione dei lavori del Polo
scolastico di Codigoro ITCG “Guido Monaco” e l’inaugurazione dello Spazio Verde della Scuola, progetto
realizzato all’interno del processo di Agenda 21 scolastica.
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Figura 1: particolare momento dei saluti alla delegazione Argentina. Sono presenti gli Amministratori dei
cinque Comuni di COSTA21.
Figura 2: esposizione dei progetti della scuola, la delegazione argentina a sinistra nella foto, ascolta con
attenzione.
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Figura 3: Il sindaco Enea Pandolfi e il Preside della scuola Alfonso Serafini cede l’onore del taglio della
fascia tricolore a Elena Lucca durante l’inaugurazione dello Spazio Verde del Polo Scolastico Superiore ITCG
“Guido Monaco” di Codigoro.
Figura 4: Inaugurazione Spazio Verde: l’insegnante Mara Mangolini e il Preside Alfonso Serafini scoprono la
targa.
Nel pomeriggio del 13 aprile 2005 si è svolta la parte seminariale con gli interventi dei rappresentanti della
delegazione della Provincia del Chaco.
Le presentazioni, come già esposto, hanno trattato l’inquadramento geografico del territorio, il contesto
socio economico e le diverse iniziative di Agenda 21 Locale in atto nella Provincia del Chaco. Alla
presentazione delle esperienze argentine della provincia del Chaco ha partecipato anche le dott.ssa Maria
Barnabela Pelli.
In Allegato 1 si riportano tutte le presentazioni della delegazione Argentina.
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Figura 5: Dott.ssa Elena Lucca durante la sua presentazione.
Figura 6: Dott. Luis Eduardo Aguirre Madariaga durante la sua presentazione.
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Figura 7: Dott. Marcos Rafael Ruiz Diaz durante la sua presentazione.
Figura 8: Dott.ssa Maria Emilia Puppo durante la sua presentazione.
14 aprile 2005
La giornata è stata dedicata all’escursione sul territorio con l’obiettivo di far conoscere direttamente la realtà
geografica e socioeconomica locale.
Il programma ha previsto:
Incontro a Canneviè, visita al Castello della Mesola, Visita Torre Abate, Boscone della Mesola. Escursione in
barca nella Sacca di Goro, trasferimento a Lagosanto per visitare la mostra sull’erbario presso la Torre
dell’Orologio.
La giornata si è conclusa con la visita a Comacchio del Museo della Nave Romana e il rientro a Ferrara.
Di seguito alcune immagini significative della giornata.
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Figura 9: Visita al Centro di educazione Ambientale del Castello della Mesola. Nella foto è rappresentato un
diorama del territorio deltizio padano.
Figura 10: Visita a Torre Abate.
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Figura 11: Imbarcazione su motonave per escursione in Sacca di Goro.
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Figura 12: alcune significative immagini dell’escursione in motonave.
Figura 13: Visita all’Erbario allestito presso la Torre dell’Orologio a Lagosanto.
15 aprile 2005
Lo svolgimento del seminario è continuato presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Ferrara, dove in
una fase iniziale sono state presentate le relazioni inerenti i processi di Agenda 21 Locale della Provincia di
Ferrara, di COSTA21, e della Provincia di Bologna.
Nella seconda fase della mattina e durante tutto il pomeriggio si è lavorato nei gruppi.
Di seguito si riportano i report dei due gruppi di lavoro.
REPORT GRUPPO “METODOLOGIE DI COINVOLGIMENTO E PARTECIPAZIONE” IN AGENDA 21.
Partecipanti al gruppo
1. Sergio Golinelli
2. Stefania Sacco
3. Gloria Minarelli
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11.
12.
13.
14.
Michele Ronconi
Elena Lucca
Maria Barnabela Pelli
Caterina Alvisi
Valentina Beltrame
Fabrizio Trevisani
Flavio Grigatti
Barbara Vincenzi
Francesca Molesini
Ilaria Menegatti
Romeo Farinella
Metodo di lavoro
Il metodo con cui si è lavorato per definire i problemi inerenti il tema “Metodologie di coinvolgimento e
partecipazione” è la tecnica di Philips 66 (es. 6 minuti 6 partecipanti).
Ogni partecipante al gruppo in un minuto esprime istintivamente il problema che ritiene emergente sul tema.
Problemi emersi
- difficoltà a condividere la diagnosi sulla realtà studiata tra i tre tipi di attori (cittadini, amministratori
e tecnici)
- sfasamento nella percezione del “tempo” per risolvere i problemi: di solito quelli dell’amministrazione
sono più lunghi rispetto a quanto le comunità locali percepiscono
- far accettare il metodo della partecipazione dagli amministratori e dalla popolazione
- creare “coscienza” dell’ambiente
- le persone non conoscono i problemi ambientali di grande entità
- come dare attuazione al piano di agenda 21
- gestire e dare continuità al forum instaurato
- erogare formazione agli amministratori
- individuare il momento più opportuno per coinvolgere la popolazione durante la stesura di piani e
progetti
- gestione delle informazioni rivolte ai cittadini sull’ambiente (ora non è sufficiente)
- modalità e tempi per convocare i cittadini (spesso a priori sono escluse alcune categorie)
- manca alla base l’informazione sui problemi ambientali
- scarsa capacità d’ascolto da parte dei tecnici/amministratori
- non c’è fiducia da parte dei cittadini sul processo partecipativo
- non c’è pari opportunità nelle convocazioni
- come mantenere alto l’interesse degli attori coinvolti nelle sedute
- far emergere la responsabilità del cittadino
- spesso c’è una sbagliata percezione da parte dei cittadini dello sviluppo sostenibile
Individuazione del problema in SINTESI
1. convocazione cittadini
2. protagonismo e potere dei cittadini empowerment
3. coscienza ambientale (trasferimento conoscenza,
popolazione).
percezione,
rapporto
medio-ambiente
e
Proposta soluzioni
- creare clima di fiducia fra attori (es. uso del RAB); tavolo di consulta dei cittadini;
- scelta dell’”oggetto” su cui si lavora per arrivare a soluzioni specifiche per oggetti specifici, sia
sull’uso dei dati sia sui temi della pianificazione e progettazione;
- trovare punto di contatto tra autorità e popolazione definendo degli indicatori di percezione.
Proposta azioni future
- gemellaggio fra i 5 comuni della costa e le 5 province del Chaco;
- stimolare il contatto tra le autorità italiane e quelle del Chaco per il trasferimento di conoscenza sul
metodo Agenda 21 e la sua ricaduta sulla popolazione;
- 2-3 persone italiane seguono Agenda 21 in Argentina e 2-3 persone argentine seguono Agenda 21 in
Italia.
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-
messa a confronto dei due sistemi e dei problemi ambientali: dare risposta ai temi “sentiti” e
sollecitare i temi “non sentiti”
coinvolgimento delle università ai processi di agenda 21
Temi
Metodi di raccolta dei rifiuti (cartoneros)
Inquinamento delle acque
Rete ecologica
Conservazione e recupero delle aree boscate e agricole
Soia transgenica
REPORT GRUPPO “FORMAZIONE E MONDO SCOLASTICO”
Partecipanti al gruppo
1. Luis Eduardo Aguirre Madariaga
2. Marcos Rafael Ruiz Diaz
3. Maria Emilia Puppo
4. Albano Lino Selvatico
5. Giancarlo Bertarelli
6. Cristina Barbieri
7. Antonio Borgogni
8. Stefania Trevisani
9. Maria Angela Spettoli
10. Serena Bonora
Metodo di lavoro
Si è utilizzata la tecnica PHILIPS 66 (6 minuti 6 partecipanti). Ogni partecipante in modo spontaneo esprime
la problematica legata al tema. La presenza di un solo interprete all’interno del gruppo ha portato ad
ampliare il tempo totale disponibile per esprimere le problematiche. In un gruppo di 11 persone il tempo
complessivo è quindi di 11 minuti.
Problemi emersi
- Mancanza di conoscenza sulle metodologie di comunicazione.
- Mancanza di conoscenza e informazione sui temi legati alla sostenibilità e ai processi di Agenda 21.
- Mancanza di una rete d’esperienza e di scambio.
- Mancanza del riconoscimento del ruolo dell’educatore.
- Difficoltà nella diffusione delle informazioni, anche fra insegnate e studente.
- L’informazione legata a queste tematiche non è assunta come “valore”. A volte viene diffusa ma non
arriva efficacemente.
- Mancanza della struttura e della metodologia partecipativa.
- La posizione dell’insegnate e dell’educatore è inserita in un contesto di precarietà, che non permette
di assumere delle informazioni o di trasmetterle con continuità.
- L’ambiente ancora non è considerato un tema prioritario quindi si tende a lasciare poco spazio a
questi temi.
Al termine dell’esposizione delle problematiche si procede nella sintesi dei principali problemi.
Individuazione dei problemi in SINTESI
1. Mancanza d’informazione generalizzata sui temi ambientale e in particolare sulle metodologie di
comunicazione e di partecipazione.
2. L’informazione spesso è scollegata dall’esperienza e dai contenuti, si assiste alla perdita di vista dei
valori, non si pone come urgente e prioritario le tematiche ambientali.
3. Mancanza di una rete d’esperienza e di scambio sia a livello locale sia internazionale.
4. Contesto sociale diverso in due Paesi (Italia e Argentina), ma che hanno in comune il problema di
trasmettere l’informazione.
Proposta soluzioni
Collegare la formazione all’informazione, formando formatori ai diversi livelli scolastici e presso le
Amministrazioni, creare la disponibilità di ascoltare e di confrontare le esperienze.
Strutturare una rete.
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Elaborare un progetto che ha come obiettivo finale la creazione di una rete di diffusione delle informazioni
sulle tematiche ambientali.
Proposta azioni future
1. Individuare i diversi livelli d’informazione
2. formare i diversi livelli attraverso dei corsi, che utilizzano metodologie partecipative, percettive e
comunicative.
3. scambi di esperienza fra le diverse realtà.
4. studio e realizzazione di una rete di collegamento orizzontale e trasversale.
Di seguito si riportano alcune immagini significative della giornata.
Figura 14: Dott.ssa Stefania Sacco della Provincia di Ferrara durante la presentazione del processo di
Agenda21 Locale della Provincia di Ferrara.
Figura 15: Dott.ssa Cristina Barbieri dell’Istituto Delta durante la presentazione del progetto COSTA21.
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Figura 16: Dott.ssa Caterina Alvisi della Provincia di Bologna durante la presentazione del processo
Agenda21L della Provinia di Bologna.
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Figura 17: alcune immagini significative dei gruppi di lavoro.
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Figura 18: Foto di gruppo al termine delle attività del seminario.
Le attività individuate nei gruppi di lavoro hanno lo scopo di rappresentare la base, di una proposta
progettuale comune tra i due Paesi da candidare a programmi di finanziamento comunitari e internazionali.
A tal scopo è stata svolta un’indagine per individuare i programmi di finanziamento attualmente aperti.
La ricerca ad oggi ha evidenziato che i programmi utilizzabili sono:
1. Programma ALFA
2. Programma URB-AL.
Di seguito si riportano le schede sintetiche dei programmi di finanziamento per progetti di collaborazione con
l’America Latina.
Bando per azioni di cooperazione UE/America latina nel settore dell'istruzione superiore
Titolo
Invito a presentare candidature nel quadro del programma ALFA
Oggetto
Bando nell'ambito del programma di cooperazione tra l'UE e l'America latina nel campo dell'istruzione
superiore
Fonte
GUCE/GUUE C 42/12 del 15/02/2000
Ente Erogatore
Commissione europea
Obiettivo
Promuovere e rafforzare la cooperazione tra gli istituti di insegnamento superiore dell'Europa e
dell'America latina
Azioni
A: GESTIONE ISTITUZIONALE
Settori prioritari:
- Gestione dei corsi di studio e dell'insegnamento
- Gestione della ricerca
- Gestione della valutazione e certificazione
- Gestione di azioni di cooperazione università-imprese
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-
Gestione
Gestione
Gestione
Gestione
amministrativa
del personale accademico e amministrativo
dei servizi per la comunità universitaria
di attività di diffusione universitaria
Azioni finanziabili:
- Ideazione e preparazione di strumenti per la gestione istituzionale
- Produzione e pubblicazione di lavori realizzati nel contesto dei progetti approvati
Per realizzare le Azioni indicate potranno essere finanziati seminari, visite di studio e soggiorni di breve
durata
B: FORMAZIONE SCIENTIFICA E TECNICA
Settori prioritari:
- Medicina e altre scienze correlate alla sanità
- Ingegneria
- Scienze socio-economiche
Azioni finanziabili:
- Formazione avanzata: dottorato, master o specializzazione professionale post-dottorato
- Formazione di breve durata nell'ambito di studi postuniversitari
- Formazione per ricercatori: soggiorni scientifici specializzati per ricercatori
- Formazione complementare: scambi di studenti degli ultimi anni del corso di studi
- Attività preparatorie alla mobilità di studenti (in casi eccezionali)
Beneficiari
Istituti di istruzione superiore degli Stati UE e dell'America latina costituiti in rete
Entità contributo
Il contributo comunitario può coprire al massimo il 75% del costo totale del progetto; per le "Attività
preparatorie alla mobilità di studenti", tale contributo può coprire fino all'85% dei costi
Modalità e procedura
Ciascuna rete partecipante dovrà essere composta da almeno sei istituti, di cui tre europei e tre latinoamericani, tutti provenienti da Paesi diversi. Possono far parte della rete anche altre istituzioni non
riconosciute come istituti d'insegnamento superiore, ma non saranno considerate ai fini del numero
minimo necessario per la costituzione della rete e non potranno essere la maggioranza nell'ambito della
rete.
La documentazione aggiornata per la presentazione dei progetti è disponibile nella pagina Web del
programma, sezione "Documents"
Scadenza
30/10/2005 (fa fede la data di spedizione; per informazioni sulle date di valutazione si rimanda alla
voce " modalita e procedure" indicate nella scheda di Alfa II).
Referente
Direzione Generale per le Relazioni Esterne
Risorse finanziarie disponibili
Indicativamente 8.300.000 euro ogni anno
Aree Geografiche coinvolte
UE 15
Francia, Germania, Italia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Danimarca, Irlanda, Regno Unito, Grecia, Spagna,
Portogallo, Austria, Finlandia, Svezia.
PVS-AL
Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras,
Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù, Uruguay, Venezuela.
Bando per progetti comuni nell'ambito delle reti tematiche URB-AL
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Titolo
Invito a presentare proposte per il programma URB-AL (seconda fase)
Oggetto
Bando per progetti comuni di cooperazione tra enti locali latino-americani ed europei nel settore
urbano.
Fonte
GUCE/GUUE C 12/10 del 16/01/2002
Ente Erogatore
Commissione europea
Obiettivo
Rafforzare la dinamica degli scambi sviluppata nel quadro delle reti tematiche del programma URB-AL.
Azioni
Realizzazione di "progetti comuni", nell'ambito di una rete tematica, che prevedono azioni nel settore
urbano.
Progetti di tipo A
Progetti comuni di trasferimento di esperienze fra collettività locali.
Fra le attività ammissibili si segnalano le seguenti:
- scambi di personale con finalità formative;
- seminari di formazione o seminari direttamente destinati allo scambio di esperienze fra esperti e/o
funzionari;
- elaborazione e realizzazione di programmi di formazione destinati al personale delle collettività locali
destinatarie;
- missioni di diagnosi e studi di fattibilità;
- azioni di rafforzamento della visibilità delle azioni municipali.
Progetti di tipo B
Sono collegati ai risultati di un progetto di tipo A (anche svolto nella prima fase del programma) già
concluso e devono offrire benefici a tutti i membri del progetto anche qualora si svolgano in una località
determinata. Fra le attività possibili si segnalano le seguenti:
- attivazioni di servizi e attrezzature collettive e di interesse comune per i membri del progetto (es.:
allestimento di una scuola di formazione collettiva, instaurazione di un servizio sociale specializzato nella
consulenza e nell'aiuto a famiglie emarginate che offra servizi a tutti i membri del progetto, ecc.);
- realizzazione di un progetto pilota che sia riproducibile in altre collettività partecipanti al progetto;
- restauro di beni culturali di valore patrimoniale comune attraverso attività congiunte (comprendenti
assistenza tecnica o scambio di esperti fra i partecipanti al progetto);
- trasferimento e adattamento di sistemi di gestione aperte delle collettività locali (es.: stato civile, catasto,
finanza locale).
Beneficiari
Collettività locali, ovvero città, agglomerati urbani, province e regioni (definiti "membri di pieno diritto")
che, al momento della presentazione della domanda, siano membri di una rete tematica URB-AL.
Possono essere membri associati ad un progetto anche associazioni, fondazioni, università, imprese,
sindacati, ONG e altri organismo che operano a livello locale.
Il proponente di un progetto comune di tipo B deve inoltre aver coordinato/partecipato ad un progetto
comune nel corso della prima fase del programma o a un progetto comune di tipo A ovvero deve aver
coordinato una rete tematica della prima o della seconda fase le cui attività siano state concluse ovvero
siano avviate da almeno due anni.
Spese ammissibili
Costi diretti: costi del personale assegnato al progetto, spese di viaggio e mantenimento del personale
che partecipa al progetto, costi per l'acquisto di macchinari e di forniture, subforniture e costi derivanti
dallo svolgimento del progetto (diffusione di informazioni, valutazione del progetto, costi di traduzione, di
riproduzione, di assicurazione, di formazione specifica del personale che partecipa ala progetto, costi dei
servizi finanziari, imposte e tasse).
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Costi indiretti: costi amministrativi generali (max 7% dell'importo dei costi diretti).
Riserva per imprevisti: max 5% dell'importo totale dei costi sovvenzionabili.
Entità contributo
I contributi per un progetto comune possono coprire fino al 70% dei costi di progetto, per un importo
massimo di 250.000 € per i progetti di tipo A e 800.000 € euro per i progetti di tipo B (l'importo
minimo dell'aiuto non rimborsabile non dovrebbe essere inferiore a 100.000 euro per i progetti di tipo A e
a 500.000 euro per i progetti di tipo B anche se tale limite non è tassativo).
Modalità e procedura
I progetti comuni devono riguardare il tema della rete tematica nell'ambito della quale nascono e devono
essere trasmessi al coordinatore della rete che, dopo averlo verificato, lo trasmette, accompagnato da un
giudizio, alla Commissione.
Ogni progetto deve riunire da 5 a 15 collettività locali (in un rapporto di 2 con sede nell'UE ogni 3
latinoamericani) con sede in almeno 4 Stati diversi (2 UE e 2 AL). Ad ogni progetto può partecipare un
"membro associato" ogni 5 "membri di pieno diritto".
Una collettività locale può esser coordinatore per un massimo tre progetti all'interno di tre reti tematiche
diverse (solo due se si tratta del coordinatore di una rete in attività, che deve coordinare progetti
all'interno di reti diverse da quella di cui è coordinatore).
Nell'ambito dei progetti di tipo A sono ammissibili anche progetti provenienti dalle reti tematiche che nella
prima fase del programma non hanno sfruttato in pieno la possibilità di beneficiare dei tre inviti a
presentare progetti.
Scadenza
Progetti di tipo A: la presentazione delle candidature può essere effettuata in tre periodi per tutta la
durata della rete tematica (3 anni): ciascun periodo prevede due date fisse per il ricevimento delle
proposte, il 30 aprile e 31 ottobre di ogni anno. Condizione per la presentazione di una proposta di
progetto è che la rete tematica corrispondente sia già avviata e ancora attiva.
Progetti di tipo B: 30 aprile e 31 ottobre di ogni anno (per tutta la durata della seconda fase del
programma, ovvero fino al 2005).
Se una delle date cade in domenica, la scadenza è posticipata alle ore 16 del giorno lavorativo successivo).
Referente
Commissione europea - Ufficio di cooperazione EuropeAid
Risorse finanziarie disponibili
39.000.000 €
Aree Geografiche coinvolte
UE 25
Austria, Belgio, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia,
Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica
slovacca, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria.
PVS-AL
Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras,
Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù, Uruguay, Venezuela.
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ALLEGATO 1
H. Senado de la Nación
Vice Presidencia primera
Cámara de Diputados
de la Provincia del Chaco
Gobierno de la Provincia del Chaco
Ministerio de la Producción
Secretaría de Comercio Exterior y
Relaciones Internacionales
Gobierno de la Provincia del Chaco
Ministerio de Gobierno, Justicia y Trabajo
Subsecretaría de Asuntos Municipales
PROGETTO AGENDA 21
NORDESTE ARGENTINO
SCHEMA RELAZIONE
2005
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DESCRIZIONE DEL TERRITORIO
MAPPA CONCETTUALE DEL TERRITORIO CONTESTO DEL PROGETTO
Mondo
Sud America
Regione
geografica del
Gran Chaco
Argentina
Provincia del
Chaco
Sito Ramsar
AGENDA 21
La regione del Gran Chaco sudamericano si estende per più di 1.000.0000 di km2 nel centro del continente
sudamericano, interessando le Repubbliche di Argentina, Bolivia e Paraguay. È un bioma, regione di
ecosistemi simili o in relazione, di importanza globale, grazie alla loro diversità biologica, gli estesi boschi
termofili e la presenza di diversi sistemi di zone umide. È la seconda area boschiva più grande del Sud
America dopo l’Amazzonia.
Gli abitanti di questo territorio, con più del 60% della popolazione che vive in povertà, presentano un’alta
differenziazione etnica (indigeni, europei, creoli ed altri) ed una diversità di culture tanto ricca quanto il loro
ambiente naturale. Le pratiche inadeguate di sfruttamento delle risorse naturali con il conseguente degrado
e perdita di fertilità del suolo, mette in serio pericolo la foresta del Chaco ed i suoi abitanti.
Il Gran Chaco Sudamericano nella regione argentina è la maggiore area forestale del paese. Ciò dovrebbe
significare che il suo potenziale di produzione di legname, frutti della bosco ed altri servizi forestali, dovrebbe
mantenere una gerarchia equivalente in quanto a volumi di produzione e valori di scambio.
Tuttavia questa regione è ecologicamente fragile ed è sottoposta ad una rapida perdita di vocazione
forestale, processo nel quale si coniugano i disboscamenti per l’agricoltura, lo sfruttamento forestale a
carattere minerario e le conseguenze negative sul rinnovo vegetazionale, dovute all’allevamento di bestiame
nel bosco.
Ristabilire l’attuale situazione di degrado delle risorse naturali della regione del Chaco, mediante lo sviluppo
sostenibile delle sue risorse forestali, è un’alternativa centrale per alzare la precaria qualità della vita delle
comunità, le quali potrebbero approfittare delle risorse del bosco (alimentari, medicinali, artigianali e
industriali). Per fare ciò è necessaria una Conduzione Sostenibile del Bosco nativo.
Riferendoci alla situazione argentina, sintetizziamo le conclusioni del Primo Laboratorio di Dialogo Ambientale
e Sviluppo Sostenibile, realizzato nell’anno 2003 a Buenos Aires:
“L’Argentina deve affrontare una serie di sfide per la sostenibilità nelle aree di infrastruttura, accesso ai
mercati, agricoltura e produzione, risorse naturali, risanamento ed altro.
Tra le priorità possiamo sottolineare:
1. Un 30 % della popolazione argentina non ha accesso ad acqua sicura.
2. Solo il 10% del volume totale delle acque reflue raccolte dai sistemi di scarico cloacale viene sottoposto
a trattamento di depurazione.
3. A breve termine, l’Argentina affronterà l’obbligo di identificare le caratteristiche ambientali del 40% delle
sue esportazioni di origine agroindustriale. A medio termine, i prodotti argentini affronteranno in tutto il
mondo “barriere doganali” di tipo ambientale.
23
4. La perdita economica che produce il degrado del suolo è circa 1.000 milioni di dollari l’anno, dei quali il
60% si concentra nella pampa umida.
5. In conseguenza alla deforestazione irrazionale degli ultimi 100 anni, gli argentini sono passati da un
ettaro di bosco per abitante a meno di 0,35 ettari.”
Questo è un panorama generale sui temi chiave. Temi che definiscono una insostenibilità generale con un
profilo comune per l’America Latina.
Alcune cifre significative generali di profilo socio-economico-ambientale argentino:
• Poveri totali a maggio 2002: 53,00% della popolazione totale del paese (Centro Studi Nelson Mandela)
• L’Argentina attualmente è l’ottavo produttore di alimenti del mondo, rifornitore dei paesi centrali ed
esporta beni di consumo: il 100% dei prodotti latticini; il 100% degli oli e grassi; il 95% delle carni in
conserva e salse; 85% di polli; 80% delle uova; 35% delle carni rosse; 95% dei prodotti ortofrutticoli; il
100% di indumenti di cotone ed altro.
Consideriamo questa una contraddizione essenziale: gli abitanti, anche se produttori, non
beneficiano di ciò che producono.
Questa tendenza si avverte in ogni regione argentina.
Cifre della regione NEA (NordEst Argentino); che comprende le province di Chaco, Formosa,
Corrientes, Misiones:
• Popolazione sotto il livello di povertà nel NEA: 69,8%, la più alta del paese.
• Risorse Naturali:
Forestale: il Bosco del Chaco e la Selva di Misiones, principale risorsa in legname attualmente in
esaurimento.
Fauna idrica anch’essa in pericolo..
Cifre della provincia del Chaco:
Estensione della provincia del Chaco: 99.633 km2 circa un 3.5% della superficie continentale argentina.
Il clima subtropicale raggiunge più di 40° di temperatura in vari mesi dell’anno.
Appartiene alla Regione Geografica denominata Regione del Parco del Chaco
Biodiversitàil 54% del totale del territorio del Chaco è coperto da foresta a vari livelli di degrado,
solamente sfruttabili 1,5 m3 per ettaro all’anno. (Diario Norte, 25/9/02)
• la fauna idrica: la pesca indiscriminata, sommata alle grandi opere idroelettriche sul Paranà, significano
la diminuzione verso l’estinzione delle specie.
Cifre Socio - Económiche
• Numero di poveri: 666.533 su un totale di popolazione di 983.087 ovvero il 67,8%
• di questa popolazione totale, 780.440, ovvero il 79,3%, si insediano in centri urbani e 202.647, il 20,6%
vivono in zone rurali.
• 40% delle famiglie con prime necessità insoddisfatte.
Riproduzione in ChacoTasso globale di fecondità: 3,37%. Media Nazionale: 2,62%
• Tasso lordo di natalità: 24%o, Media Nazionale 18,9%.
Salute in Chaco 2001)
molteplici aspetti deficitari, sull’orlo del collasso:
• Elevati tassi di mortalità infantile, sia alla nascita che dopo la nascita, di minori di 5 anni. Tasso di
mortalità infantile (anno 2001): 21,9%, la più alta del paese. Tasso medio nazionale: 16,6%.
• Alta mortalità materna e gravidanze di adolescenti.
• Alti indici di denutrizione e mortalità per denutrizione in minori di 5 anni.
• Denutrizione: 8,1% in minori di 1 anno.
Produttività
Il livello di attività del Chaco è il più basso della regione NEA e si posiziona 5 punti sotto la media del paese.
Struttura dell’occupazione
• Servizi: il 64% si colloca in attività di servizi.
• Industria: la partecipazione all’occupazione è solo del 6,9% del totale.
• Impiego Pubblico: in ottobre del 2001 lo Stato occupava il 28% del totale.
L’occupazione in Chaco è decisamente stato/dipendente
Stipendi
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•
•
La provincia mostra una grande disuguaglianza nella ripartizione delle entrate, che si accentua e cresce
fino a diventare una delle più inique del paese.
la forbice di entrata fra il 10% più ricco ed il 10% più povero si è ampliata 44 volte, superando la
differenza nazionale media che è di 32,5%.
Analizzando le cifre precedenti concludiamo:
- L’Argentina, anche se produttore mondiale di beni di consumo, essenzialmente alimentari, possiede un
alto grado di povertà e denutrizione.
- Inoltre, paese ricco di risorse naturali, queste sono dilapidate sistematicamente per uso diretto della
popolazione e per concessione a monopoli per lo sfruttamento della terra
- La regione NEA, è quella che detiene la percentuale più alta di povertà del paese. Possiede risorse
naturali che attualmente sono in fase di degrado, un processo che accelera.
- Nel Chaco, provincia del NEA, si accentua questa relazione, alto livello di povertà e progressivo
deterioramento delle risorse naturali.
- Un elevato tasso di fecondità e allo stesso modo di natalità, ma anche il più alto tasso di mortalità
infantile del paese e di denutrizione. Alta mortalità materna e gravidanze adolescenti.
- L’attività produttiva del Chaco si trova molto al di sotto della media del paese.
- La percentuale più alta di occupazione si colloca nella produzione del terziario o nei servizi e nel pubblico
impiego. L’industria è quasi inesistente.
- La disuguaglianza nella distribuzione delle entrate è una delle più inique del paese.
Costituzione storica del Territorio Chaqueño
Il territorio del Chaco era territorio indigeno, occupato dalle seguenti etnie: tobas, matacos, mocovíes, vilelas
(oggi scomparsi), wichí, pilagás.
La strutturazione non indigena della società del Chaco ha origine nella seconda metà del secolo XIX, quando
lo stato decide l’occupazione da parte dei bianchi e le organizzazioni istituzionali del territorio.
Il racconto di membri delle etnie autoctone evoca la convivenza con l’ambiente nel quale vivevano e la
perdita dello stesso con l’arrivo dell’uomo bianco.
“Lagune, boschi, fiumi e torrenti: ormai non c’è luogo libero per gli indigeni che portano avanti le usanze di
un tempo. Le recinzioni si stendono ovunque nelle grandi campagne, nelle lagune, nei boschi, come
ragnatela stesa di notte, che non lascia uscire liberi gli insetti notturni.
Purtroppo, i bianchi persino i frutti del bosco proibiscono all’indigeno”. Testimone pilagà.”
L’occupazione dei bianchi inizia con correntini, paraguaiani, brasiliani che si insediano per lo sfruttamento del
bosco nativo e già nel 1862 si considera il Chaco “territorio sotto la giurisdizione nazionale argentina. Intorno
al 1878 il governo nazionale invia immigrati di Udine (Italia) in Chaco. Le condizioni geografiche ambientali e
la lotta con gli indigeni erano inospitali per gli italiani.
Successivamente arrivano immigrati europei di altre nazionalità e si creano le città dell’interno lungo la linea
della ferrovia.
Gli immigrati, principalmente agricoltori, proseguono nello sfruttamento del bosco (estrazione specie
autoctone di grande portata) per preparare la terra per la monocoltura, soprattutto cotone.
La Capitale del territori è chiamata RESISTENCIA dai bianchi, in onore della resistenza agli scontri con gli
indigeni che non accettavano l’occupazione e di essere confinati nel loro stesso territorio.
Il confronto fra due culture continua ad esistere, non in forma esplicita, poiché di fatto i bianchi si sono
impossessati del territorio, confinando gli indigeni in determinati spazi, quartieri; bensì in forma implicita, nei
giri di parole, nei comportamenti di resistenza a mettere a confronto una cultura con l’altra.
Ancora non esiste nella zona un riconoscimento per la convivenza sostenibile degli indigeni con il loro
ambiente prima della conquista. L’europeo ha portato il suo impulso al “progresso” e attualmente questa
idea continua a contraddistinguere gli atteggiamenti e le politiche statali, rafforzate dal mercato dipendente
della nazione.
Davanti a questo panorama ambientale-societario-economico, con una direzionalità marcatamente
insostenibile, la proposta di Agenda 21 Locale da una pianificazione strategica richiede:
1. la costruzione di capacità di livelli tecnici intermediari che appoggeranno l’inserimento di questa linea di
azione per riprendere il cammino verso uno Sviluppo Sostenibile.
2. implementazione sul campo di unità di Agenda 21 che iniziano a dare forma ad una re-visione verso
azioni che conducano allo Sviluppo Sostenibile, dalla base della popolazione (ciò spiega in parte perché
non esiste appoggio attuale a questa Linea anche se a parole c’è)
3. Una volta iniziata questa pianificazione consideriamo fondamentale coinvolgere le politiche provinciali e
nazionali.
Punto attuale del nostro progetto, per il quale la cooperazione con l’Italia è fondamentale.
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BREVE ANALISI DELLA DIMENSIONE TERRITORIALE
Rapporto sullo Stato dell’Ambiente e il Territorio (ISEAT)
Ubicazione Geografica
L’area di lavoro si trova nella Provincia del Chaco, Repubblica Argentina, comprende la frangia orientale della
stessa ed è integrata dai dipartimenti San Fernando, 1° Mayo e Bermejo ricoprendo una superficie di
651.500 Ha. Il regime annuale di piogge è di 1200-1300 mm e le temperature medie in estate vanno da
21°C a 33°C e in inverno da 11°C a 21°C.
Biogeografia
L’area è una frangia orientata massimamente nordest-sudest seguendo l’asse dei fiumi Paraguay-Paranà
dentro la regione biogeografica Chaco Umido o Chaco Orientale, contiene la pianura alluvionale dei due
grandi fiumi citati, più numerosi affluenti come il Bermejo, Guaycurú, Quiá, De Oro, Tragadero, Negro e
Salado, tutti i quali hanno esercitato una forte influenza nella sua geomorfologia e nelle sue caratteristiche
biotiche, tradotte in una biodiversità con adattamenti speciali dovuti al regime annuale e periannuale delle
inondazioni. In questa zona si trova il Sito Ramsar Chaco n° 1366, che copre 508.000 ha del totale dei tre
Dipartimenti prima menzionati, status ottenuto il 2 febbraio 2004.
In questa pianura, la maggior parte della selva a galleria del Chaco Umido ospita specie di origine
amazzonica che coesistono con elementi di tipo chaqueño. Sono caratteristici dei boschi fluviali con aree
depresse ad alta copertura di vegetazione flottante libera, chiamata localmente “embalsados” e
“camalotales”. Fra questi la fauna riunisce più di 400 specie, molte con adattamenti a lunghi periodi di
inondazioni e secche.
Idrologia
Il bilancio idrico dell’area è fortemente dipendente dalla dinamica delle anse del fiume in questo tratto. Si
caratterizza per una grande ampiezza nella disponibilità dell’acqua, passando da situazioni in cui il suolo è
coperto da tre metri d’acqua (come è successo con il fenomeno del Niño nel 1983) a periodi in cui il suolo si
secca e screpola, generalmente durante l’estate, quando coincidono periodi di secca prolungati con
mancanza di piogge.
Queste anse non hanno la stessa sequenza anno per anno in una serie di vari decenni. La frequenza,
l’intensità, la durata e la stagionalità di queste anse condiziona il tipo di paesaggio e la distribuzione delle
popolazioni vegetali, animali ed umane. Il regime di inondazioni dipende da condizioni climatiche,
idrografiche e ambientali esterne all’area di lavoro, imperanti nei grandi bacini di affluenza di questi fiumi. In
generale le piene si devono in forma preponderante agli apporti dell’Alto Paranà (acque alte). I picchi estivi
(febbraio-marzo) sono causati principalmente dalle piene dell’Alto Paranà. I picchi invernali (maggio-giugnoluglio) sono dovute in generale alle piene originatesi fra due grandi affluenti Guairà (Brasile) e Río Iguazú
(Argentina), più quella del fiume Paraguay. Il regime fluviale dei fiumi Paranà e Paraguay condiziona gli
scarichi dei sistemi freatici e superficiali. Nei mesi di marzo-aprile e ottobre è altamente probabile la
saturazione del suolo e inondazione di settori concavi, piano-concavi e piani, collocati in posizioni
altimetriche basse e intermedie. Nei mesi d’estate, specialmente in gennaio, è probabile che si riduca
considerevolmente la superficie sommersa delle zone umide, così anche i livelli delle lamine d’acqua in
superficie esistenti in lagune e paludi. I livelli igrometrici negli ultimi anni sono diventati variabili, a volte con
piccole anse di inondazione nel ciclo annuale, dovuto a i forti cambiamenti derivati dall’effetto delle dighe
Itaipú (Brasile – Paraguay, nell’alto Paraná) e Yaciretá (Argentina – Paraguay a 250 km. contro corrente
dell’area).
Le zone umide del Chaco svolgono una funzione importante per quanto riguarda l’intercettazione dei
sedimenti, depurazione delle acque e assorbimento di sostanze contaminanti; giocano un importante ruolo
nelle inondazioni, specialmente quelle associate alle valli fluviali dei fiumi Paraguay e Paranà, poiché
permettono l’espansione delle acque in periodi di piene e lento prosciugamento degli stessi durante gli
abbassamenti.
L’esistenza di una struttura di paesaggio complessa nella quale si integrano ambienti di zone umide, pascoli
e boschi è essenziale per il mantenimento di molte specie, che richiedono questo tipo di habitat, in special
modo gli uccelli acquatici migratori che utilizzano le zone umide come zone di nidificazione e posatoi.
Utilizzo del suolo
L’esistenza di abbondanti pascoli e acqua rende la zona propizia per l’allevamento di bestiame di tipo
estensivo, con unità di medie e grandi dimensioni (500 a 10.000 ha). Coesistono con questa piccoli
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produttori di seminato basso in unità di 30 ha. in media L’abbondanza di acqua e dei tipi di terreni non
favoriscono l’agricoltura tanto che si stima in 25.000 ha del totale destinati a questa attività.
Nell’area si concentra il 41.52% della popolazione della provincia (censimento INDEC 2001), distribuita in 14
località, la Capitale della provincia Resistencia e la sua Area Metropolitana totalizzano 380.883 abitanti, il che
significa il 38.69% della popolazione provinciale costituendo una città di scala intermedia. Le altre località
sono piccole e vanno da 1.000 a 10.000 abitanti circa, con popolazione rurale nell’area di influenza.
Ambiti Urbano, Rurale e Naturale
Del totale di 651.500 ha., 11.150 ha. il 2% circa del totale riguarda l’Ambito Urbano, l’Ambito Rurale 471.475
ha. 73% del totale e l’Ambito Naturale 168.875 Ha. il 25% del totale.
Diagnosi della situazione
Vari fattori avversi stanno esercitando pressione sull’area, tra questi si ricordano le modifiche nel regime di
scorrimento dei fiumi Paraguay e Paranà. Si considera che a partire dagli anni ’60 sono avvenuti almeno
cinque cambiamenti importanti che potrebbero avere interessato la idrometeorologia del bacino, in primo
luogo i cambiamenti nell’uso della terra, in modo particolare il disboscamento, che potrebbero avere
aumentato i livelli di scorrimento; in secondo luogo gli sviluppi idroelettrici, principalmente nell’Alto Paranà in
Brasile (11 centrali idroelettriche), che ha provocato una regolazione e un regime di portate basse più alte;
in terzo luogo le precipitazioni durante la stagione umida, che sono state più alte almeno dal 1960. Il
versamento annuale è aumentato e la distribuzione stagionale è cambiata, dovuto a variazioni nel regime
pluviale, tanto in ampiezza che in distribuzione; in quarto luogo l’introduzione di pratiche di agricoltura
intensiva dal 1970 e in quinto luogo gli sviluppi urbani che si sono prodotti.
Chiavi di sostenibilità
Caratterizzare, sistematizzare e coordinare l’informazione rilevante riferita a programmi e progetti nazionali e
multinazionali in esecuzione in questo ecosistema.
Generare azioni tendenti a mitigare e risolvere i processi di degrado delle risorse naturali condivise.
Risolvere i processi migratori, di marginalità e povertà dei gruppi sociali della Regione (tenendo conto della
prospettiva di genere)
Dare impulso alla applicazione di tecnologia produttiva appropriata che promuova lo sviluppo sostenibile
Contribuire all’aggiornamento e formulazione di strategie comuni che facilitino lo sfruttamento sostenibile
delle risorse naturali condivise.
Dare impulso alla implementazione di misure complementari, mediante la cooperazione tecnica, scientifica,
formazione di reti di informazione per raccogliere e valutare i dati, coordinamento di attività di sviluppo e
ricerca, scambio di esperienze relazionate alla partecipazione della popolazione e delle comunità locali,
rinforzo delle capacità, educazione e promozione della coscienza pubblica e rafforzamento delle capacità di
organizzazione subregionale per coordinare e promuovere l’armonizzazione delle politiche relazionate con
temi che causano impatto nella popolazione e nelle zone interessate.
Area Metropolitana del Gran Resistencia (AMGR)
L’Area Metropolitana del Gran Resistencia, che abbiamo selezionato come area di studio, ha come confine
nord il fiumiciattolo Inè, a est il fiume Paranà, a sud una linea immaginaria situata a 10 km dal centro
geografico della città di Resistencia , a ovest il confine del territorio municipale di Puerto Tirol. Con 380.833
abitanti è il nucleo di popolazione più importante della provincia, costituito dalla già menzionata capitale e i
municipi di Barranqueras, Puerto Vilelas, Fontana, Puerto Tirol, Colonia Benítez e Margarita Belén. L’area
della unità di studio ha una superficie di circa 76.000 ha. La zona urbana 10.000 ha. il 13% del totale, la
zona rurale 55.000 ha. 72% del totale e la zona naturale 11.000 ha. 14% del totale.
Nel ISEAT dell’area di lavoro maggiore, abbiamo menzionato a grandi linee le caratteristiche generali che
possiede il territorio, a cui si dovrebbe aggiungere in modo specifico per l’AMGR l’esistenza di un sistema di
lagune, meandri e lingue di terra emerse che accompagnano lo sviluppo del Rio Negro, questo attraversa da
ovest a est l’area per confluire nel fiume Paranà.
Anche nell’area si verificano gli indicatori sociali menzionati più sopra.
Diagnosi della situazione
Gli aspetti critici individuati nell’unità di studio sono:
Suolo e sottosuolo: l’AMGR con una altitudine di 52 metri sul livello del mare si trova nella valle alluvionale
del fiume Paranà, che è arrivato ad avere una quota massima di inondazione di 54 (slm), di conseguenza
tutta l’area è minacciata dalle inondazioni che ciclicamente produce il fiume e dalle piene del Rio Negro
(affluente Paranà) che praticamente attraversa l’AMGR.
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Acqua: il sistema di meandri e lagune che accompagnano il Rio Negro nella confluenza con il fiume Paranà
è altamente influenzato dalla pressione di attività antropiche, fondamentalmente da scarichi cloacali, rifiuti
solidi e riempimenti.
Aria: la combustione permanente di rifiuti solidi e di pascoli influisce sulla sua qualità. Natura: praticamente
tutti gli spazi naturali dell’area sono sfruttati senza un criterio di sostenibilità. Si individua maggior pressione
sul bosco nativo con il conseguente deterioramento dei corridoi biologici. Il verde urbano sta soffrendo un
lento deterioramento per mancanza di manutenzione e ripristino di specie native.
Energia: l’utilizzazione di energia proveniente dalla produzione solare o eolica è praticamente inesistente.
D’altra parte tutta la regione del Nordest Argentino (NEA) è l’unica del paese che non conta sulla
distribuzione del Gas Naturale Compresso (GNC) per cui tutta la movimentazione dei veicoli è a base di
combustibili fossili.
Focolai inquinanti: i rifiuti solidi urbani senza selezione e raccolta differenziata, sono collocati a cielo
aperto in una zona dentro l’AMGR, con un riciclaggio limitato ai rifiuti con valore commerciale come i metalli,
cartone e vetro, che viene realizzato in maniera informale dalla popolazione con basse risorse.
Gli scarichi cloacali sono la maggior fonte di contaminazione del suolo e dell’acqua dell’area di studio,
giacché solo il 33% può contare sul servizio di cloache e questo a sua volta in alcuni settori sta collassando,
il resto della popolazione dispone degli stessi per mezzo di pozzi assorbenti che costantemente inquinano le
nappe freatiche, o deviandoli verso scarichi pluviali contaminando lagune e fiumi.
La mobilità pubblica: è seriamente deteriorata tanto nel servizio come nel parco mezzi, ciò provoca un
uso intenso di veicoli privati producendo disordine del traffico, che si aggrava nelle ore di punta.
Struttura urbana: la prestazione di tutti i servizi pubblici nella zona centro della città di Resistencia sta
provocando l’addensamento dell’uso del suolo con la costruzione di edifici in altezza e di conseguenza si sta
esercitando pressione sulle infrastrutture con il rischio di collassi a breve termine. D’altra parte secondo
stime della Municipalità di Resistencia l’AMGR ogni anno ha 10.000 abitanti nuovi, ciò trae origine dalla
crescita demografica e da coloro che provengono da località dell’interno della provincia, che per la
maggioranza si insediano in zone non ricettive o in cui non è permesso l’uso residenziale, con i problemi che
ne conseguono sulla qualità della vita di questa stessa popolazione e conflitti sulla proprietà della terra.
Elettromagnetismo: non esiste informazione in merito nei municipi dell’area e nemmeno esiste una
legislazione a livello municipale, provinciale o nazionale che lo regoli.
Indicatori socio-economici: per quanto attiene al livello socio-economico, quello dell’AMGR è uno dei più
bassi del paese in relazione agli agglomerati urbani con simili quantità di abitanti.
Livello soci-economico
Strati
Classe alta e medio-alta(ABC1)
Città fino a 500mila ab.
(anno 2002)
10%
AMGR(anno 2004)
Media Tipica (C2)
10%
4%
Medio bassa (C3)
10%
9%
Bassa Alta (D1)
30%
14%
Bassa Inferiore (D2)
20%
29%
Esclusi (E)
20%
40%
4%
Fonte: Rilevamento del livello Socio-Economico di Gran Resistencia, Facoltà di Economia, UNNE, dic/04.
Chiavi di sostenibilità
Immediate
Iniziare il recupero degli ecosistemi di acqua e bosco, permettendo la sua stessa resilienza, per ottenere la
quale è necessario smettere l’aggressione.
Asse: Risorse Naturali vs contaminazione o devastazioni.
Utilizzare questa direzionalità per creare LAVORO nell’ambito della non-aggressione agli ecosistemi acqua e
bosco: costruzione di pozzi di scarico adeguati, derivazioni adeguate dell’acqua, rimboschimento urbano,
catene di biodiversità e massa forestale o boschi urbani.
Creare lavoro verso un metabolismo circolare: stabilire il lavoro nelle tre fasi del processamento dei rifiuti.
Asse: preservazione delle zone umide.
Asse: rendere capaci alla conduzione sostenibile delle risorse naturali.
Medio termine
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Produzione per l’autoconsumo e il consumo responsabile, orti e fattorie di comunità, pianificare zone
destinate all’ambiente rurale, per la produzione organica e la commercializzazione interna della stessa.
Asse: Alimentazione sana.
Asse: rendere capaci alla produzione organica e commercializzazione.
A lungo termine
Politiche di consolidamento della popolazione nei piccoli insediamenti, evitando così gli spostamenti e
agglomerati in area metropolitana.
Asse: decentralizzazione con partecipazione diretta, preventivata e di generazione di occupazione.
Recuperare la copertura boschiva e la risorsa idrica e trattarla come risorsa produttiva in forma sostenibile,
oltre alla risorsa produttiva rurale.
Asse: rendere capaci alla conduzione sostenibile.
PROGETTO DI AGENDA 21 NORDESTE
MAPPA CONCETTUALE PROGETTO DI AGENDA 21 LOCALE
Analisi Dimens.
Territoriale
ISEAT Zone Umide
Chaco
ISEAT del AMGR
Concettualizzazione
e Metodologia
di AGENDA 21
NORDESTE
Implementazioni di
Agenda 21 Locale
ISOLA DEL
CERRITO
CITTA’
BARRANQUE
Nuevo
Amanecer
Quartiere
Rossi de
Fascio
PRECEDENTI SINTETICI DI COSTRUZIONE DEL PROGETTO
Dal 1997 si realizzano nella città di Resistencia alcune esperienze che servono da precedenti al Progetto di
Agenda 21 Locale; nell’anno 2000 inizia un processo di capacity-building, nell’Università Nazionale del
Nordeste, al fine di costruire gruppi di professionisti per l’attivazione di Agenda 21 Locale a partire dai
territori municipali.
Sito web della capacity-building: http://www.unne.edu.ar/cegae/index.htm
Questa formazione alla costruzione delle capacità dà inizio a varie iniziative di Agenda 21 costituite come
pratica sul campo di questa linea di azione nelle province di Chaco e Corrientes.
Nel 2003 il Polo di Sviluppo del Sottosegretariato alla Cultura della provincia del Chaco, appoggia la
realizzazione di Agenda 21 Locale nel territorio municipale di Isola del Cerrito, Chaco, come progetto pilota e
intervento professionale.
La Carta Verde di Isola del Cerrito, risultato di questo lavoro può essere consultata nel sito web:
http://www.ecomchaco.com.ar/PDDC/
Attualmente sta andando avanti il processo di Agenda 21 Barranqueras, Area Metropolitana del Gran
Resistencia, Chaco, Argentina, anche se solo come pratica di capacity-building.
A partire dal nucleo di Operatori di Agenda 21 Locale abilitati per l’implementazione ed i gruppi di
stakeholders delle popolazioni dove esistono iniziative di AL21, si costituisce il Gruppo Agenda 21 Nordeste,
una associazione civile senza fini di lucro. Sito web: http://www.agenda21nordeste.4t.com
Questa Associazione genera la Linea di Agenda 21 Locale presentata per il finanziamento alla provincia del
Chaco e a livello nazionale.
29
Questi precedenti sono stati confrontati, studiati e valutati con risultati molto positivi, a livello internazionale
da alcune Università, come la University College of London, UK e la Université d’Avignon et des Pays de
Vaucluse, Francia; inoltre da organismi internazionali come Capacity 2015, l’organismo dell’O.N.U. dedicato a
implementare processi di Agenda 21 in America Latina e nel mondo.
COME DEFINIAMO LA LINEA DI AGENDA 21 NORDESTE
Agenda 21 Locale è lo strumento di ordinamento e gestione territoriale per portare a termine lo
Sviluppo Sostenibile.
Consiste in:
a) Una analisi degli elementi socio-economici, ambientali e culturali, le risorse naturali in un determinato
territorio,
b) Con la partecipazione degli abitanti del luogo e di tutte le istituzioni che nello stesso sono insediate,
c) Per realizzare un Piano di Azione, con proposte organizzate e pianificate per la gestione sostenibile dello
stesso territorio.
Possiede una metodologia specifica per l’implementazione che è stata messa in pratica con buoni risultati
nella Provincia del Chaco e che richiede formazione alla costruzione di capacità dei gruppi che la portano sul
campo.
Comprende diverse dimensioni: una dimensione territoriale riferita a una diagnosi territoriale dello Sviluppo
Sostenibile e la sua Gestione; e una dimensione comunitaria, locale o di implementazione di unità di azione
di Agenda 21 Locale è strutturata in tre fasi, con una durata e finanziamento specifico. Queste dimensioni
possono essere simultanee.
Dimensioni
Territoriale
Locale
Fasi
Rapporto dello stato ambientale del
territorio
1) Preparatoria
2) Implementazione Iniziale,
fino alla formulazione del Piano di
Azione o Carta Verde
3) Avvio del Piano di Azione,
proseguimento
Durata
Da 4 a 6 mesi
Da 2 a 4 contatti
6 Moduli di circa 4 - 6 ore di
durata nel territorio
Dalla definizione del Piano di
Azione in avanti
METODOLOGIA
La nostra metodologia parte dalla seguente domanda:
Come costruire un atteggiamento di ri-conoscimento e impegno per l’Ambiente che ci circonda nelle
popolazioni in cui la percezione ambientale non è sviluppata?
Ciò ci porta a formulare il:
METODO DI PERCEZIONE DEGLI SPAZI AMBIENTALI
Iniziamo dalla seguente ipotesi: ci troviamo con comunità senza informazione, con atteggiamento di
negazione degli spazi ambientali, motivazione nulla verso il rispetto dell’Ambiente che li circonda, tutto ciò fa
che questo sia un luogo dove si scaricano i conflitti sociali fra gli attori del territorio.
La sfida del metodo consiste nel creare una coscienza ecologica che sorga dalla intuizione, da un sistema
non lineare, non razionale.
Obiettivo generale: sensibilizzare e creare una propensione al “contatto” dei gruppi umani con gli spazi
ambientali che abitano.
“con il contatto superiamo coscientemente il limite visibile del nostro corpo. Per mezzo del contatto
includiamo nella nostra coscienza il campo magnetico percepibile e misurabile elettricamente che esiste nello
spazio che ci circonda. È in questo modo che possiamo avere un contatto vero con gli esseri umani, gli
animali, le piante e gli oggetti attraverso la loro “frontiera” esterna, anche quando non li tocchiamo
direttamente. Allargando in questo modo le nostre possibilità di esperienza, possiamo raggiungere una
relazione più viva con gli esseri e con le cose” (Alexander, Eutonía: 30)
Il metodo è applicabile dall’inizio di una implementazione, in cui si pretende incorporare coscienza ecologica
o ecosistema, giacché proprio si focalizza sullo sviluppo della percezione degli spazi ambientali nelle
popolazioni attraverso tale metodologia.
30
Questa metodologia è pensata per ottenere un’azione coinvolgente e di impegno con l’Ambiente. Per questo
sviluppiamo la costruzione di una Conoscenza Operativa ovvero un ri-conoscimento per operare, che si
struttura nel seguente modo:
CONOSCENZA OPERATIVA
Produrre Conoscenza Operativa
sugli Spazi Ambientali
INFORMAZIONE che
provoca una presa di
coscienza sul tema
ambientale – con
rielaborazione di gruppo
Riconoscimento ANALITICO
Disgregare ambiti
indicatori: Sociali
Ambientali/Economici.
Risorse non convenzionali
Valorizzare in base alle tre aree
degli indicatori- con rielaborazione
di gruppo
Riconoscimento ed
Allenamento PERCETTIVO
Contatto con gli ambiti
complementari con una
struttura percettiva rispetto alla
totalità
- con rielaborazione di gruppo
Grafico: Conoscenza per l’Azione (Lucca, 2002)
Dentro tale schema, il momento PERCETTIVO, è specifico del metodo, ma non si lavora solo a livello
percettivo, bensì anche a livello analitico e sull’informazione. Fra il livello analitico e la percezione, esiste un
ponte dato dagli Indicatori di Captazione Percettiva (ICP)
STRUTTURA DEL METODO
Il metodo in sé è un processo attraverso cui i partecipanti del gruppo di collocano in situazione di “percepire”
gli spazi ambientali in cui vivono, unendo gli impatti e le reazioni emozionali provocate da questo mezzo
“mostrato” da una totalità; stabilendo così una “cultura comune”, base per il campo di azione negli spazi
territoriali.
Perché è un metodo?
È un percorso, un processo di ri-apprendimento, di ri-connessione di norme di relazione con gli spazi che
abitiamo.
In quanto percorso o processo ha fasi che si costruiscono con un gruppo soggetto/abitanti del territorio in
cui si applica.
La meta è introdurre questi abitanti alla percezione totalizzante, l’appropriazione e gestione sostenibile del
loro luogo di vita. Si applica mediante:
™ tappe specifiche
™ temi determinati per ogni tappa
™ procedimenti e tecniche create
™ attraverso un processo con i partecipanti perché questi si approprino del loro territorio
È necessario chiarire che il Metodo di Percezione degli Spazi Ambientali si applica nell’attivazione di Agenda
21 Locale in un territorio determinato, in questa maniera, sensibilizzando gli abitanti, si prepara la
costruzione della visione del territorio desiderabile. Solo a partire da un gruppo in grado di tradurre
l’atteggiamento e la visione ecosistemica in quello che fa e come lo fa (cultura) sarà possibile un cambio di
direzione nello sviluppo di questo luogo.
METODOLOGIA PARTECIPATIVA/PROGETTO PARTECIPATIVO
Metodologia partecipativa-Disegno partecipativo
Metodo PEA para Agenda 21 Local
Dalla visione e quadro teorico di riferimento, i progetti di miglioramento della qualità della vita, delle
situazioni urbane abitative di massima criticità, sono implementati da numerosi organismi, governativi e non
governativi, privati e pubblici. Essi invocano e sviluppano le loro attività progettuali con la metodologia
partecipativa. È necessario che si generino attività che permettano di riscattare questa esperienza di
vita, questo istinto di sopravvivenza creativo, che si converte nel riferimento principale per
elaborare strategie di trasformazione della problematica abitativa e/o ambientale, più adatte
alla realtà da risolvere.
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Partecipazione implica, un lavoro di gestione concentrata tra vari attori sociali (beneficiari diretti,
organismi governativi e non governativi), in operazioni di miglioramento della situazione, di un determinato
settore sociale, utilizzando le risorse e le potenzialità di ciascuno. Prevede l’impegno attivo di tutti gli attori
che intervengono, ciascuno dal suo ruolo specifico e con eguaglianza di diritti e doveri (condizioni).
Nella pratica partecipativa, ciò significa vari individui in condizioni di disparità, che interagiscono in un
gruppo, che si riunisce durante varie giornate, per realizzare una attività creativa, dove si mettono in circolo
numerose forze psicologiche, che vanno dal consenso alla lotta aperta ed esasperata fra diverse motivazioni,
interessi, atteggiamenti, condotte ed idee dei diversi attori che lo compongono, fino a raggiungere l’obiettivo
principale di miglioramento della situazione del habitat di un determinato settore (Chibas Ortiz, Felipe,
Cuba).
Sebbene la partecipazione è una metodologia, che si può utilizzare in tutto un processo di gestione
ambientale, l’aspetto che sviluppiamo in questo punto si riferisce al PROGETTO.
La progettazione: posto che occupa nel processo di gestione ambientale
Come strumento valido, per la costruzione di idee nuove sui modi di abitare, come parte di un processo
sociale, il Progetto è preciso e circoscritto all’interno di un processo di Gestione Ambientale e di azioni di
miglioramento dell’habitat. Il progetto occupa un posto strategico, un punto di flessione tra la necessità, la
volontà e la decisione di soddisfarla e l’esecuzione o materializzazione del solutore.
Esecuzione (materializzazione)
del solutore
Problema
PEA
Volontà e decisione
di soddisfarlo
Progetto
del
solutore
(forma nuova in risposta alla
funzione / necessità)
Diciamo posto strategico, perché questo è il momento in cui si inizia a visualizzare, con
l’intelletto, la possibile soluzione a un problema/necessità, è il primo passo verso il successo
del solutore.
Per quanto in questo schema, il progetto è un punto di flessione verso il solutore, in un processo di
miglioramento dell’habitat umano, che organizza le sue azioni con la partecipazione di tutti gli attori coinvolti
nella problematica fin dall’inizio dell’intervento, il posto che occupa il progetto partecipativo è uno degli
ultimi, dovendosi soddisfare diverse istanze preliminari, come per esempio il Metodo di Percezione degli
Spazi Ambientali (PEA) e il Sistema Costruito (tutto quello sul quale l’uomo ha un intervento
modificando lo spazio naturale), per poter portare a buon fine le attività del Progetto.
PROCESSO DI PROGETTO PARTICIPATIVO (sintesi)
M OME NT I C H IA VE
1.
ATTIVITA’ PRELIMINARI
2.
APPLICAZIONE DEL PEA
3.
DEFINIZIONE DELLE PRIORITA’, CONDIZIONAMENTI E RISORSE DISPONIBILI
PRODOTTO dei punti 1, 2 y 3: CR ITER I DI PROGETT O
4.
PROGETTO PRIME PROPOSTE
5.
ALTERNATIVE POSSIBILI
PRODOTTO dei punti 3 y 4: ALT ERNAT IV E D I P RO GETT O
6.
REVISIONE DI ALTERNATIVE I y II
7.
APPROVAZIONE PROGETTO DEFINITIVO
PRODOTTO dei punti 5 y 6: PRO GETT O DE F I NIT IVO
8.
DOCUMENTAZIONE TECNICA
PRODOTTO del punto 7: D O CUME NT AZI O NE TE CNIC A PRO NT A P ER E SSER E A PP ROV AT A
MOMENTI ED ATTORI CHE INTERVENGONO
Lo schema seguente è una proposta del funzionamento “ideale”, sintesi di quanto esposto in
precedenza, su momenti del processo del progetto e gli attori che sviluppano l’attività.
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COORDINAMENT
O
INTERISTITUZIO
NALE(MCI)
Tecnici e
beneficiari SUL
CAMPO
7
6
2
4
3
Tecnici in
STUDIO
Lavoro di
coordinamento
parziale (fra
Tecnici,
Beneficiari e
Rappresentanti
Governativi)
Lavoro tra TECNICI E
BENEFICIARI DIRETTI di
Progetto in modo specifico
1
6
4
5
7
8
3
TAVOLO DI COORDINAMENTO INTERISTITUZIONALE (MCI): dicesi lo spazio formato o integrato dai vari
attori coinvolti (i residenti destinatari dell’azione, istituzionali, governativi, non governativi ecc.) in un
progetto, l’oggetto del quale è la conduzione operativa, la canalizzazione di comunicazioni e gestioni fra
attori sociali integranti, così come anche la risoluzione congiunta di conflitti, in un lavoro coordinato e
consensuale.
Lo schema presentato deve essere FLESSIBILE, vale a dire deve permettere l’incorporazione di varianti nella
successione dei momenti, perché trattandosi di una attività di gruppo creativa, in cui intervengono molti
fattori soggettivi dell’essere umano, è molto probabile che si generino imprevisti nello sviluppo stesso del
lavoro e che si debbano realizzare attività fuori dalla pianificazione iniziale, tali come una maggiore quantità
di riunioni di coordinamento interistituzionale, ripensamento del progetto definitivo, riunioni per la risoluzione
dei conflitti di interessi o altro.
Ogni momento del processo del progetto è realizzato con tecniche, esercitazioni e/o strumenti, implementati
mediante la metodologia partecipativa.
La realtà della PARTECIPAZIONE in America Latina, inizio del secolo XXI
Nel contesto dell’America Latina, ultimi decenni del secolo XX, la partecipazione così come altri concetti dello
sviluppo, sono stati adottati nella loro forma più generale. Ciò accade dentro ad un contesto socio-politico
che ancora privilegia le forme non partecipative di produzione e modifiche sociali dentro le manovre dello
Stato, nelle abitudini storiche della popolazione e nelle regole di gioco dell’agire professionale. Questo
nonostante abbiano dimostrato la loro inefficacia, nella iniquità dei modelli di azione abitativa davanti ai
problemi di povertà estrema che attualmente si manifestano nella nostra società.
È così che ci troviamo davanti ad un panorama in cui l’adozione della partecipazione, viene sottolineata con
forti discordanze per vari aspetti: quello delle istituzioni che adottano modelli di azione
partecipativa/concertata, però non adattano o riadattano le loro strutture per rispondere alle richieste di
questi modelli; quello della imposizione di operazioni di schemi di costi, tempo e risorse umane che
continuano ad essere sistemi non partecipativi di operazione; quello della applicazione di parametri di
valutazione delle azioni e delle operazioni nel loro insieme, che non comprendono la gamma delle mete y
benefici propri delle operazioni partecipative e concertate; quello della formazione di gruppi tecnici in
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funzione delle particolari esigenze di atteggiamenti personali, professionali ed istituzionali e di riflessi
operativi che non sono richiesti dal modello. (Pelli, Víctor S. 1997)
BREVE ANALISI DELLE UNITA’ IMPLEMENTATE
PROGETTO PILOTA/SCELTA DEL TERRITORIO
La scelta del territorio del progetto pilota è importante per il carattere dimostrativo e la possibilità di sinergia
di questa applicazione.
Questa scelta si basa sui seguenti criteri:
- L’esistenza di tre ambiti: naturale, rurale o periferico e urbano.
- La conformazione delimitata del territorio.
- La disponibilità delle autorità a realizzare un lavoro di questo tipo, dovuta all’insoddisfazione circa gli
indicatori socio-economici.
- La predisposizione della popolazione davanti ad azioni culturali che si realizzano a Isola da alcuni anni.
- La possibilità di facile accesso, con preventivo a carico del gruppo di implementazione.
ISOLA DEL CERRITO
Carta di identità del Territorio
Spazio Naturale
Il territorio di Isola del Cerrito si trova nel letto (spazio del letto) del fiume Paranà. È qui che nelle piene
annuali o decennali l’Isola può rimanere sommersa, ciò significa evacuazione della popolazione. Nei periodi
in cui l’Isola non è inondata, ci si mostra come un territorio colorato di rosso, copertura verde umida con
diversi specchi d’acqua o lagune, come conformazione abituale delle zone umide che corrispondono al
sistema Paranà-Paraguay.
L’unica zona la cui quota permette di rimanere fuori dall’inondazione è per la precisione la zona abitata del
Cerrito, spazio urbano che viene coperto dalle acque solo durante le maggiori inondazioni. Il resto del
territorio è soggetto a periodiche piene del sistema Paranà-Paraguay, dando vita a una zona umida con
bosco di inondazione e specchi d’acqua interconnessi.
Dei 12.000 ettari di territorio della Isola, 11.958 ettari ovvero il 99.64% del territorio della Isola è spazio
naturale: 45% dei boschi (in stato di deterioramento), 25% di terreni a sterpaglie, 5% di pascoli ed il resto
occupato da ambienti idrici. Solamente il 0.06% (7 ettari) è occupato dalla popolazione e il 0.30% (37 ettari)
da spazio rurale o da coltivazioni.
A sua volta questo territorio fa parte delle zone umide della via idrica Paranà-Paraguay che recentemente è
stato designato Sito Ramsar Chaco N°1366, 02/02/04; Chaco; 508,000 ha; 27°20’S 058°50’W, Convenzione
Internazionale delle Zone Umide Ramsar, per il suo valore di biodiversità.
Popolazione
I primi insediamenti sono relazionati con le truppe della guerra della Triplice Alleanza a fine ‘800, poi
rimangono alcuni abitanti fino all’apertura di un lebbrosario. Con la chiusura di questa istituzione coloro che
lavorano nella stessa continuano ad abitare la zona, costituendo l’attuale popolazione, alla quale si sommano
gli abitanti di altri luoghi della provincia.
Queste genti sono discendenti per la maggioranza da:
- Immigrati, per la maggiorparte italiani
- Meticci o indigeni Tobas
Ciò implica due culture diverse, il cui risultato attuale significa la totale dipendenza del meticcio o indigeno
toba al potere economico o allo stato, senza recuperare i valori di convivenza sostenibile che esistevano
prima dell’arrivo del bianco, fra gli indigeni ed il loro territorio.
La struttura istituzionale
E’ un Municipio dipendente dal governo della Provincia del Chaco, con Consiglio Municipale senza ingerenza
nella consegna dei piani sociali (200 piani di capi di famiglia), piani che sostengono la dipendenza dello stato
e la incapacità di produzione.
Il Municipio riceve introiti per i servizi, anche se solo un 20% di quelli che dovrebbero pagare lo fanno. Ha
60 impiegati municipali un 50% di occupazione pubblica.
Poiché possiede livelli educativi dall’iniziale al secondario, oltre alla formazione tecnica, la popolazione di
professori e docenti costituisce l’altro 50% di impiego pubblico, la rimanente popolazione in età produttiva, si
inserisce nella categoria di disoccupati accolti nei piani sociali della provincia del Chaco.
Struttura produttiva
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I piccoli nuclei di produzione appartengono a famiglie. Esiste un nucleo di piccoli orticoltori, produttori di
mattoni e pescatori, che vendono la loro produzione eccedente nella città di Resistencia. Gli allevatori di
bestiame non hanno una struttura produttiva. Esiste una legge di cooperazione turistica fra provincia e
municipio, anche se in realtà gli introiti turistici vanno alla provincia.
Spazio Urbano o costruito
Presenta carenze nel trattamento delle acque nere e scarichi inquinanti. Il parco forestale urbano è il più
deteriorato con un’alta invasione di essenze estranee.
A fronte di una domanda crescente di abitazioni, si costruiscono piani, finanziati da enti internazionali, senza
rispetto dell’habitat naturale, né delle fonti d’acqua e delle lagune, e ciò provoca il conseguente
deterioramento dell’ambiente e delle abitazioni.
Analisi Finale
Un territorio ricco per quanto riguarda lo spazio naturale, con una storia di insediamenti guerrieri o di
confinati per salute, come fu per la lebbra all’inizio del XX secolo, la cui popolazione attualmente sta
costruendo la sua trama e istituendosi dal punto di vista politico ed istituzionale.
Ciò significa che vivono un tempo malleabile, in cui le popolazioni possono e vogliono dare forma a questa
società, con un profilo proprio, recuperando spazi e valori, il che ci porta ad assorbire la proposta qui
presentata, incorporarla per la sua costruzione e definire nuove azioni verso un territorio i cui modi di
esistenza puntino alla convivenza sostenibile nello spazio naturale che abitano.
Il processo di Agenda 21
Il problema si presenta con due domande chiave:
- Come produrre un processo di apprendimento della percezione del valore e dell’uso delle
risorse naturali e la possibile condizione sostenibile di tali risorse che circondano lo spazio urbano
riconosciuto?
- Come promuovere la partecipazione attiva della popolazioni ed istituzioni dello spazio municipale,
generando azioni affinché queste risorse naturali siano gestite in modo sostenibile?
“Il forte riconoscimento del proprio spazio territoriale, così come la necessità di realizzare un riordinamento
di questo spazio, insieme ad una visualizzazione dell’attenzione necessaria affinché ci sia possibile una
convivenza di sostenibilità reciproca, significa l’inizio di un cammino.
Il processo coordinato dal gruppo specializzato in Agenda 21, segue le tappe specifiche sviluppate lungo
cinque intensi moduli in cui i partecipanti insieme al gruppo, prendono contatto diretto con i sistemi urbani,
rurali e naturali che vertebrano il territorio. Percorso basato fondamentalmente sui vissuti degli abitanti del
territorio e la loro visione futura dello stesso, il che implica i loro desideri di vita secondo uno stile proprio del
luogo.
Da questo forte contatto e dalla sua analisi, elaborazione ed interpretazione, sorgono le possibilità di questo
territorio, la necessità di azioni a fronte del progressivo deterioramento, le capacità esistenti per generare
uno sviluppo locale che è possibile organizzare e mettere in moto e le indicazioni di azioni che portino a una
migliore abitabilità.”( Lucca, 2003)
È così che si sviluppano i diversi moduli che si appoggiano alle tecniche progettate, nella formazione
richiesta e nella sensibilizzazione di una percezione degli spazi ambientali che li circondano.
Questo processo porta a confezionare la Guida di Azioni o CARTA VERDE DELL’ISOLA DEL CERRITO, basata
su assi strategici di azione.
AGENDA 21 COME INIZIATIVA DI CAPACITY-BUILDING
Fino ad oggi sono state realizzate 8 pratiche di implementazione di Agenda 21 Locale:
Nella Provincia di Corrientes: località Ramada Paso dipartimento di Itatí, Microregione Corrientes Capitale e
la sua area di influenza diretta che include 5 Municipi, Quartiere Esperanza - Corrientes, quartiere Fray José
Quintana - Corrientes, Parada Labougle - Municipio di Monte Caseros.
Nella Provincia di Chaco: Municipio di Las Breñas, quartiere Nuevo Amanecer – Municipio di Barranqueras,
Villa Rossi de Fazio – Municipio di Barranqueras.
AGENDA 21 CITTA’ DI BARRANQUERAS
QUARTIERE NUEVO AMANECER
Introduzione
Questo documento è stato elaborato per mostrare l’esperienza sviluppata fino ad oggi, dato che il processo
continua e si sta sviluppando in accordo ai tempi della comunità.
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In questo senso crediamo che non costituisce un lavoro concluso, bensì la sintesi di una esperienza che è in
corso e che desideriamo abbia una effetto moltiplicatore.
Naturale e costruito
Il naturale
Il quartiere Nuevo Amanecer è impiantato su un terreno di circa 400m per 200m che costituisce una fascia di
terra circondata su tre lati dalla laguna di Villa Concepción di Barranqueras. Costituisce una “penisola” dentro
al sistema di paleoalvei del Río Negro, con terre argillose ad alto componente di sabbie che lo rendono
vulnerabile al degrado a causa delle acque delle piogge. Il terreno non si inonda a causa della crescita del
sistema del Río Negro; solo quando piove abbondantemente si inondano alcuni settori della costa.
Nelle foto aeree dell’anno 1935 osserviamo che la penisola conteneva un bosco naturale, oggi non esistente,
negli anni 50 e 60 fu disboscata in gran parte per destinare le terre a case di campagna, successivamente
per realizzare il quartiere, si terminò si sradicare gli ultimi alberi imponenti. I bordi della “penisola” in
generale sono piani, con scoscendimenti di circa 1 metro solo nel settore NO. La profondità della laguna e di
circa 3 m nella parte più profonda.
Il costruito
Per ospitare le prime 48 case è stato suddiviso il quartiere in quadranti che continuavano il tracciato a dama
della città di Barranqueras. Si è dato origine a quadranti rettangolari e triangolari in accordo alla situazione
rispetto al bordo. In generale si ignora la situazione insulare, non avendo definito una soluzione al contatto
tra quartiere e laguna.
Questo provoca vari degli attuali problemi di cui oggi soffre il quartiere:
tre quadranti hanno parte dei loro lotti direttamente sulla laguna rendendoli inabitabili.
Alcuni quadranti hanno lotti di confine con la laguna che sono sulla terra ferma ma non hanno accesso alle
vie. Si può accedere solo con servitù di passaggio attraverso altri lotti.
Le vie terminano semplicemente nella laguna senza osservare alcuna soluzione di conclusione, tanto per la
circolazione quanto per dare una risposta paesaggistica.
Impiantare una trama ortogonale su un terreno irregolare e non dare una soluzione di bordo come una
strada o un sentiero perimetrale che accompagni le irregolarità del terreno, genera settori residuali che oggi
insieme alle estremità delle strade che abbiamo descritto nel punto precedente, costituiscono i punti di
scarico rifiuti del quartiere, che contribuiscono a contaminare la laguna, il suolo ed il paesaggio.
Questi terreni residuali costituiscono anche il punto di insediamento di case informali di nuovi abitanti colpiti
da inondazioni o di nuove famiglie che si costituiscono nel quartiere stesso. La crescita avviene per
estensione nonostante la situazione insulare, compromettendo in questa maniera una possibile soluzione di
bordo come un sentiero o creazione di parchi di cui possa godere tutto il quartiere.
Alcune strade di accesso si tagliano quando per piogge intense si alza il livello della laguna, impedendo
l’accessibilità di una parte ella popolazione alle loro case o di uscire per lavorare.
Tappe e passi del processo realizzato
- preparazione ed organizzazione
- formazione del gruppo (professionisti A21 e abitanti) per lavorare nella comunità
- definizione delle mete comunitarie
- diffusione delle mete comunitarie e ridefinizione delle stesse
- monitoraggio dell’agire comunitario
- indicatori di cambiamento e riorientamento
Assi strategici definiti
Asse: risorse naturali vs inquinamento con residui solidi e liquidi.
Definire azioni per la non-aggressione al ecosistema acqua: costruzione di pozzi di scarico adeguati,
derivazione adeguata di acque nere e bianche.
Asse: essere capaci di conduzione sostenibile delle risorse naturali.
Programmare azioni di capacity-building e realizzazione per il rimboschimento urbano, corridoi e
rimboschimento al bordo della laguna.
Asse: essere capaci di produzione organica e alimentazione sana.
Produzione per l’autoconsumo ed il consumo responsabile, orti e fattorie di comunità, in aggiunta delle
attività di comunità delle organizzazioni religiose e civili che agiscono nel quartiere.
Asse: processamento dei residui solidi.
Allenamento alle diverse tappe di processamento dei residui solidi.
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QUARTIERE ROSSI DE FAZIO E LA LOMA
L’implementazione di AL21 in Barranqueras è stata realizzata nell’anno 2004 nel quadro di applicazione del
corso di Formazione Post-Laurea sulla Gestione Urbana dello Sviluppo Sostenibile Implementazione di
Agenda 21.
Popolazione
Il quartiere Rossi de Fazio appartiene al terreno municipale della città di Barranqueras, Area Metropolitana di
Gran Resistencia. La densità di popolazione va da 30 a 100 abitanti per ettaro. Il 60% della popolazione
riceve assistenza dallo stato mediante piani sociali e la loro economia risponde al settore terziario (settore
dei servizi) e dipendenti dello stato nella quasi totalità.
Spazio Naturale
L’unità di applicazione di trova dentro l’area geografica corrispondente alle zone umide (sito Ramsar), vicina
al fiume Paranà, con zone altamente inondabili (sia per piene del fiume che per scariche pluviali). Lo spazio
naturale denota la forte presenza della laguna Rossi de Fazio, con alcuni indicatori di resilienza, nonostante
sia sezionata da numerosi rabbocchi. La zona di alberi urbana è degradata ed il suolo inquinato da nappe
con rifiuti cloacali e residui solidi.
Avvicinamento al sistema naturale di Agenda 21
Dal primo momento i residenti sono invitati a realizzare una mappatura della zona nella quale si visualizzano
gli spazi dal punto di vista della quotidianità. Poi si trasmettono gli Indicatori di captazione percettiva del
sistema naturale che regolano l’osservazione durante la prima camminata con i residenti. Nel momento di
riflessione di gruppo si riprendono gli indicatori specifici di sostenibilità dell’acqua e del bosco urbano a
partire dal recupero ed enumerazione degli aspetti osservati e si analizza lo stato dell’acqua della laguna, le
caratteristiche delle sponde, la presenza di elementi non degradabili, si enumerano le specie di flora e fauna.
Si osserva che nelle specie arboree dominano quelle estranee ed esistono una varietà importante di specie
animali legate alla laguna ed il suo ambiente circostante. Durante questo laboratorio si lavora ad una visione
integrata del sistema naturale, la convivenza ed equilibrio presente o alterato fra le diverse specie o elementi
che lo compongono. Nell’avvicinare il tema laguna si identifica la stessa come riserva di specie sia di flora
che di fauna, il gruppo d’intervento esterno dà apporti per quanto attiene l’importanza della stessa in
relazione alla temperatura del luogo, l’assorbimento dell’acqua piovana e come spazio sociale valorizzabile
per la possibilità di miglioramento paesaggistico e ricreativo. I residenti riconoscono le condizioni termiche
ambientali che apporta la laguna, facilitate dall’essere un corridoio senza ostacoli di venti. Gli stessi
osservano la nota assenza di alberi al bordo della laguna, con specie secolari esistenti i terreni privati, senza
rinnovamento vegetazionale e in stato di degrado per la cattiva conduzione degli stessi a causa di potature,
piaghe e parassiti, ecc. I residenti segnalano tra gli aspetti positivi la presenza di aria pura, poiché non
esistono fabbriche o altre attività contaminanti, la vicinanza al fiume ed una bassa densità e circolazione di
automobili. Nonostante la combustione dei rifiuti e la presenza di animali morti in determinati momenti
influisca negativamente sulla qualità dell’aria.
Spazio urbano o costruito
Per le caratteristiche che riunisce appartiene ad una zona residenziale con costruzioni basse e materiali
tradizionali, con scarsi esercizi commerciali. Possiede deficit di case. Non possiede scarico cloacale. Sono
erogati servizi di acqua corrente ed energia elettrica.
Avvicinamento al sistema costruito di Agenda 21
Quest’asse tematico è sviluppato a partire da una scheda elaborata con quattro grandi linee. Si ricorda che
quando parliamo di sistema costruito stiamo facendo riferimento a tutto ciò sul quale l’uomo è intervenuto
modificando lo spazio naturale.
La prima linea impostata è quella della struttura urbana, come supporto fisico nel quale si sviluppa tutto il
sistema costruito come la suddivisione del suolo, l’uso e l’occupazione dello stesso. Si imposta in questo
punto la storia di occupazione del territorio ed i residenti evidenziano i conflitti che nel tempo e nella
attualità si propongono in relazione alla divisione dei terreni e alle condizioni della loro occupazione,
coinvolgendo in molti casi gli aspetti legali.
La seconda linea toccata è la struttura di base includendo in questo aspetto l’analisi dell’approvvigionamento
d’acqua, scarichi cloacali e pluviali, energia elettrica, trasporti e circolazione pedonale e veicolare. In
relazione a questo punto si osserva che la maggior parte delle famiglie che risiedono nell’unità di analisi
soffrono le molte difficoltà per deficit esistenti in questa struttura base, la mancanza di cloache, cattivo stato
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degli spazi di circolazione, problemi legati allo scarico ed elevati indici di inquinamento nella laguna per la
presenza di scarichi cloacali diretti.
La terza linea: servizi urbani comprende la raccolta dei rifiuti, illuminazione e manutenzione delle strade,
spazi verdi e vegetazione urbana. Il risultato dell’analisi identifica il problema del trattamento integrale dei
rifiuti solidi domestici, sollevando in questo punto tutte le parti coinvolte, giacché non è solo responsabilità
delle autorità municipali ma anche dei residenti in modo individuale e altri attori come i raccoglitori informali.
I residenti sostengono che in quanto a spazi verdi non esiste capacità locale per il trattamento integrale delle
specie che compongono questi spazi, per mancanza di capacità tecnica adeguata.
La quarta linea: strutture che riguardano le aree residenziali, commerciali, educativa, ricreativa,
amministrativa, produttiva ecc. In questo aspetto si osserva: che le aree residenziali godono di accessibilità
al resto delle strutture, poiché si trovano dentro un raggio centrale; l’attività produttiva è scarsa; il
movimento commerciale è minimo e si limita a piccole unità commerciali.
In generale, dall’analisi del sistema costruito i residenti concludono che, tutto ciò che è costruito, non si
realizza rispettando il sistema naturale, al contrario lo soggioga costantemente entrando in conflitto e
tensione, in alcuni casi molto evidente, come sono la laguna, il trattamento integrale dei rifiuti, l’energia
elettrica ed elettromagnetica.
Analisi finale
Fra le caratteristiche dei quartieri menzionati incontriamo molte lamentele da parte della popolazione in
particolare riferite all’ambiente, senza potere arrivare a comprendere che sono essi stessi che aumentano la
pressione.
L’implementazione del processo Agenda 21 ha portato la popolazione a definire assi strategici per l’azione.
Fra i presupposti figurano il recupero della laguna (che è stato iniziato) e il rimboschimento urbano,
miglioramento della circolazione pedonale e automobilistica, trattamento dei residui solidi e liquidi,
costruzione di capacità tecniche in flora e fauna.
Conclusione
Questa sensibilizzazione, osservazione di nuovi parametri e riflessione per una concettualizzazione integrale
dei sistemi del luogo, dà piede alla formulazione della Carta Verde di Barranqueras, guida di azioni per
tendere alla Visione che i residenti costruiscono come desiderabile.
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