Scheda tratta da Mauro Natale, catalogo dei dipinti, Milano 1982

Transcript

Scheda tratta da Mauro Natale, catalogo dei dipinti, Milano 1982
Scheda tratta da Mauro Natale, catalogo dei dipinti, Milano 1982
Lippo Memmi (Filippo di Memmo Filippuccio detto)
Siena, documentato dal 1317 al 1347
Santa Margherita
Tempera su tavola; 50,5x22 cm (n. inv. 3347)
Già nella collezione di Charles Loeser a Firenze (Weigelt, 1930, p. 83 nota 63), questo dipinto fu donato al
museo nel 1970 da G. Devoto Falck (Balboni-Mottola Molfino, 1980, n. 93). In buono stato di conservazione
malgrado una diffusa usura degli incarnati e delle dorature, esso è stato eseguito a tempera su di una tavola
preparata con mestica gessosa stesa su di una tela che fascia interamente la superficie del supporto e che
si estende sui bordi della cornice. Una perdita della materia pittorica lungo il margine destro è stata colmata
dalle operazioni di restauro; antiche abrasioni hanno inoltre reso illeggibile l'iscrizione apposta sullo zoccolo,
in cui doveva figurare il nome della santa. Il retro del pannello reca ancora la traccia degli innesti che
legavano il frammento ad altri elementi. Il dipinto fa parte di una serie che include altre cinque tavole, tutte
contraddistinte dal medesimo stile, da analoghe dimensioni e dalla presenza di motivi molto simili punzonati
sulle aureole: una Santa Maria Maddalena del Museum of the Rhode lsland School of Design a Providence
(n. inv. 21.250; 51x24,6 cm); una Santa Chiara del Metropolitan Museum of Art a New York (n. inv.
64.189.2; 48,3x20,3 cm: Zeri, 1980, pp. 53-54); un Santo non identificato, recentemente apparso sul
mercato antiquario a Arezzo e Roma; un Sant'Antonio da Padova (63,3x24,5 cm) e una Santa Agnese
(63,3x24 cm), entrambi al Frick Art Museum a Pittsburgh. La forma di questi pannelli, progressivamente
collegati tra di loro dagli studiosi (Mallory, 1974, pp. 187-202; De Benedictis, 1976, p. 7; Id., 1979, p. 91;
Laclotte, 1978, pp. 18-20; Zeri, 1980, pp. 53-54), indica che essi dovevano costituire i pinnacoli di un grande
polittico a due registri che includeva probabilmente, al centro dell'ordine superiore, un'immagine di Cristo
benedicente o della Crocifissione, oggi perduta. M. Mallory (1974, pp. 187-202) ha supposto con molta
verosimiglianza che queste tavole coronassero l'altare, attualmente smembrato, composto (da sinistra a
destra) dal San Luigi di Tolosa della Pinacoteca Nazionale a Siena (n. inv. 48; 105x44 cm: Torriti, 1977, pp.
89-90), dal San Paolo del Metropolitan Museum of Art a New York (n. inv. 88.3.99; 95,9x48,3 cm: Zeri,
1980, pp. 50-51), dal San Giovanni Battista della National Gallery of Art a Washington (n. inv. 402; 95x46
cm: Shapley, 1979, pp. 331-333), dalla Madonna con il Bambino degli Staatliche Museen a BerlinoDahlem
(BDR) (n. inv. 1067; 77x55 cm), dal San Giovanni Evangelista della Yale University Art Gallery a New
Haven (n. inv. 1943.239; 104,9x44,6 cm: Seymour, 1970, pp. 90-93), dal San Pietro del Museo del Louvre a
Parigi (n. inv. Ml. 690; 91x45 cm: Laclotte, 1978, pp. 18-20) e dal San Francesco d'Assisi della Pinacoteca
Nazionale a Siena (n. inv. 49; 105x44 cm: Torriti, 1977, pp. 89-90). Questo polittico, la cui ricostruzione
finale spetta a G. Coor (Two Unknown Paintings.., 1961, pp. 27-44; l'identificazione di alcuni frammenti era
stata precedentemente suggerita da F. Zeri, 1952, p. 321), era stato identificato con quello veduto da Vasari
in San Paolo a Ripa d'Arno a Pisa (Coor, Two Unknown Paintings..., 1961, pp. 27-44), una chiesa
vallombrosiana dell'Ordine benedettino alla quale difficilmente poteva essere destinato un altare includente
due santi francescani (Luigi di Tolosa e Francesco). M. Mallory (1974, pp. 187-202) ha in seguito appurato
che i due pannelli della Pinacoteca Nazionale a Siena provenivano dalla chiesa di San Francesco a Colle
VaI d'Elsa, suggerendo che questa fosse l'ubicazione originaria del dossale (un ottimo rendiconto della
questione in Laclotte, 1978, pp. 18-20, e in Zeri, 1980, pp. 50-52). La pertinenza della serie che costituiva il
registro superiore (e di cui faceva parte anche la Santa Margherita del Museo Poldi Pezzoli) a questo
complesso, la cui struttura ricalcava verosimilmente quella dei polittici di Simone Martini già in Santa
Caterina a Pisa (oggi nel Museo Nazionale di San Matteo) e già in San Francesco a Orvieto (attualmente
smembrato: la tavola centrale nel locale Museo dell'Opera), è comprovata, oltre che dallo stile e dalle
dimensioni, dalla presenza anche in questa serie di santi francescani (Chiara, Margherita e Antonio da
Padova). Lo stesso M. Mallory (1974, p. 201 nota 19) ha inoltre dubitativamente suggerito di riconoscere
nelle tavolette con gli Apostoli del Metropolitan Museum of Art a New York (Tommaso, n. inv. 43.98.9,
29,5x21,9 cm; Bartolomeo, n. inv. 43.98.10, 29,5x21,9 cm; Mattia, n. inv. 43.98.11, 29,5x21,9 cm; Andrea,
n. inv. 43.98.12, 29,8x22,2 cm), della National Gallery of Art a Washington (Matteo, n. inv. 820; Simone, n.
inv. 821; Giacomo Maggiore, n. inv. 822; Taddeo, n. inv. 823: 30,8x23,2 cm ognuno), di una collezione
privata italiana (Giacomo, 26x20 cm: già Collezione Stoclet a Bruxelles) e della Collezione R. Lehman
(Filippo, 29,3x21,5 cm: attualmente al Metropolitan Museum of Art) i probabili frammenti della predella (i
Santi Pietro e Giovanni sono perduti). Quest'ultima ipotesi non ha tuttavia ottenuto l'approvazione unanime
degli studiosi, propensi piuttosto a ritenere questi dipinti frammenti del registro superiore di un altro altare
(De Benedictis, 1974, pp. 6-8; Shapley, 1979, pp. 431-433; Zeri, 1980, pp. 95-97).
Lo stile della tavola milanese è quello di Lippo Memmi intorno al 1330, cui spetta, con la collaborazione della
bottega, anche l'esecuzione degli altri pannelli connessi con questo. L'attribuzione al pittore senese, già
formulata da F.M. Perkins (Il, 1920, p. 115), è stata ribadita da R. van Marle (Il, 1924, p. 260), da M. Mallory
(1974, pp. 187-202: con la collaborazione della bottega), da M. Laclotte (1978, pp. 18-20) e da F. Zeri
(1980, pp. 95-97). B. Berenson (1932, p. 359), che ne accettò la validità in un primo momento, ascrisse poi il
dipinto a Lippo Vanni (1968, p. 442), mentre C. De Benedictis (1976, p. 7; 1979, p. 29), sottolineandovi gli
influssi della cultura pisana, lo incluse nel gruppo delle opere del cosiddetto “Maestro della Madonna
Straus", di cui la studiosa propone l'ipotetica identificazione con il fratello di Simone, Donato Martini.
Bibliografia aggiornata al 2012
F.M. Perkins, Opere d’arte senese. Una pittura di Barna da Siena. Una tavola di Lippo Memmi. Un dipinto
inedito di Niccolò di Buonaccorso, in “Rassegna d’Arte Senese”, XIII, 1920, pp. 109-115; p. 115.
R. Van Marle, The development of the Italian schools of painting, 19 voll., The Hague 1923-1938; II, 1924, p.
260.
C.H. Weigelt, Sienese Painting of the Trecento, Florence 1930, p. 83, n. 63.
B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance, Oxford 1932, p. 359.
G. Kaftal, Iconography of the saints in Tuscan painting, Firenze 1952, p. 342, fig. 390.
S. Wagstaff, Italian Panels and Manuscripts from the Thirteenth and Fourteenth Century in Honor of Richard
Offner, catalogo della mostra, Hartford 1965, p. 25.
B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance. Central Italian and North Italian Schools, London 1968, p.
442.
F. Russoli, Pittura e scultura, in Il Museo Poldi Pezzoli, Milano1972, pp. 197-288; pp. 204-205, fig. 389.
M. Boskovits, A dismembered Polypthych, Lippo Vanni and Simone Martini, in “The Burlington Magazine”,
CXVI, 1974, pp. 367-376; p. 371, n. 20.
M. Mallory, An Altarpiece by Lippo Memmi reconsidered, in “Metropolitan Museum Journal”, IX, 1974, pp.
187-202; pp. 196-202, fig. 19.
C. De Benedictis, Il polittico della Passione di Simone Martini e una proposta per Donato, in “Antichità Viva”,
XV, 1976, 6, pp. 3-11; p. 7.
P. Torriti, La Pinacoteca Nazionale di Siena. I dipinti dal XII al XV secolo, Genova 1977, p. 90.
M. Laclotte, in Retables italiens du XIIIe au XVe siècle, catalogo della mostra, Paris 1978, pp. 18-20.
F. Russoli, Il Museo Poldi Pezzoli in Milano. Guida per il visitatore, Firenze 1978, p. 55.
C. De Benedictis, La pittura senese, 1330-1370, Firenze 1979, pp. 29, 91.
M. T. Balboni, A. Mottola Molfino, Donazioni al Museo Poldi Pezzoli, Milano 1980, n. 93.
F. Zeri, Italian Paintings. A Catalogue of the Collection of the Metropolitan Museum of Art. Sienese and
Central Italian Schools (with the assistance of E. E. Gardner), New York 1980, pp. 53-54.
M. Natale, Museo Poldi Pezzoli. Dipinti, Milano 1982, cat. 179, p. 145-146.
A. Tartuferi, Appunti su Simone Martini e “chompagni", in “Arte Cristiana”, 1986, 713, pp. 79-92.
G. Freuler, scheda n. 8.8, in Il Potere e la Grazia, a c. di A. Geretti e S. Castri, Milano 2009, p. 240-241