Internet, minori, educazione. - Osservatorio Mediamonitor Minori

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Internet, minori, educazione. - Osservatorio Mediamonitor Minori
Internet, minori, educazione.
(Patrizia Adamoli, Facoltà di Scienze della Comunicazione, Università di Macerata)
Affrontare il tema di internet in relazione ai minori per una media educazione vuol
dire, prima di tutto, chiarire quale sia l’obiettivo della media educazione stessa in
relazione ad internet e quali risultati si intendano raggiungere a favore del soggetto in età
evolutiva attraverso l’applicazione di questa disciplina.
Oltre a ciò, e per arrivare a ciò, è necessario differenziare i campi di analisi e
d’intervento, non solo considerando internet come “rete–significato” ma anche come
“rete–filiera”, rete cioè produttiva ed autoproducente di tecnologie e significanti.
Una volta individuati i campi di analisi, il lavoro della media educazione potrà così
orientare il proprio intervento attraverso metodologie e strumenti ritenuti idonei e
congruenti al raggiungimento dell’obiettivo - il nostro obiettivo – che è quello
d’accompagnare il minore (secondo il target di età e con riferimento al contesto socio
culturale di appartenenza, con attenzione alla crescente differenziazione socio-culturale)
non solo ad un uso ponderato e consapevole delle tecnologie, dei linguaggi e dei contenuti
della rete ma anche, e soprattutto, nel cammino verso l’autonomia per il raggiungimento
di un’identità di “soggetto sociale”. Un soggetto sociale riconosciuto e riconoscibile fin
nella fase dell’età evolutiva, capace di scelte individuali maturate attraverso un percorso di
crescita guidata, in un ambiente che gli garantisca tutela, sia attraverso la presenza di
adulti di riferimento sensibili, sia grazie ad un nuovo contesto di tutela istituzionale che ne
riconosca e sancisca anche i nuovi diritti.
I campi di analisi possono essere individuati e divisi in due macro aree definibili
come interni alla Rete ed esterni alla Rete.
Nella macro area “interni alla Rete“possiamo considerare la Rete come:
- Rete come accesso alle tecnologie (digital - social - divide);
- Rete come accesso e conoscenza delle macchine e del loro linguaggio
(informatica);
- Rete come spazio - luogo di contenuti agiti e agibili (sviluppo cognitivo, creativo e
della didattica).
Nella macro area “esterni alla Rete”, invece, la Rete è:
- Rete come spazio virtuale nel e del reale (nuovi paradigmi di relazione e
percezione del sociale);
- Rete come luogo di creazione del nuovo soggetto in età evolutiva (nuovi minori);
- Rete come luogo di nascita e sviluppo di nuovi diritti per i nuovi minori.
(istituzioni).
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Oltre a quanto detto è importante, per produrre azioni coerenti ai tempi ed alle
necessità, svolgere un‘analisi dell’attuale situazione sul tema Internet ed educazione ,ed una
verifica su chi e come agisca in questo ambito di interesse.
Con quest’obiettivo è nata l’idea di fotografare in un’istantanea, e delinearla per
grandi tratti, la situazione d’oggi attraverso un lavoro congiunto di ricerca tra Università
Cattolica di Milano (Dipartimento di Pedagogia) ed Università di Macerata (Facoltà di
Scienze della Comunicazione).
Si possono qui sintetizzare le prime linee di risultati di tale indagine. Dal punto di
vista Istituzionale, per la tutela dei minori, l’Italia si è dotata di un Codice di
Autoregolamentazione e di un Comitato di Garanzia per internet e minori, più
recentemente, di una legge sul tema più generale della pedofilia, che tuttavia prende in
considerazione anche i reati di rete in relazione al fenomeno della pedopornografia.
Sul fronte dell’istituzione scolastica, invece, è stata prevista, nell’ambito dei nuovi
programmi ministeriali, l’introduzione dell’insegnamento dell’informatica fin dalle prime
classi delle scuole elementari.
Sempre dal punto di vista istituzionale - ma sul versante dell’anticrimine, sia in
termini di repressione che di prevenzione - sono impegnate le forze della Polizia Postale,
dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
Il lavoro sui contenuti di rete e sulle potenzialità è invece operato da Associazioni
(di varia natura giuridica), Fondazioni, Enti e Gruppi di ricerca universitari.
La sensibilizzazione ai rischi ed ai pericoli della rete, infine - dal crimine
informatico, commerciale al crimine alla e sulla persona, dalla violazione della privacy fino
alla pedopornografia ed all’abuso del minore non solo virtuale, fino ai rischi per la salute sono campo di interesse e d’azione per lo più di Associazioni non profit e comunque di
soggetti privati che si sono organizzati anche con help line e servizi di aiuto e sostegno
diretto del minore.
Sono rilevabili, ancora, soggetti “altri” che producono sensibilizzazione al tema dei
rischi e dei pericoli per commercializzare proprie tecnologie di filtraggio a monte o a valle
delle tecnologie in uso privato o in ambiti scolastici o di comunità.
In sintesi, i profili dei soggetti operanti sul tema riusultano i più diversi e ciascuno
spinto dalle più svariate intenzioni e motivazioni (dal mandato istituzionale al puro
volontariato, fino ad arrivare all’interesse commerciale più o meno esplicitamente
dichiarato). La disomogeneità rilevata può essere sintetizzata in “temi di criticità” sui
quali attivare azione di riflessione e operatività .
Temi di criticità :
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Frammentazione degli interventi - sia a livello temporale che di aree
geografiche che per contenuti - da parte dei singoli soggetti.
Mancanza – spesso - di una professionalità specifica di chi propone e svolge il
ruolo di media educatore .
Mancanza di un progetto coerente di formazione e di sensibilizzazione a livello
nazionale soprattutto in relazione alle nuove tecnologie che tenga conto delle
realtà di digital –tecnology - divide nazionale.
Assenza e disinteresse da parte della comunità della comunicazione e dei mass
media sui temi della formazione e all’utilizzo dei media - se non nei casi eclatanti
della pedopornografia o di casi di cronaca che offrono appeal giornalistico.
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Ritardo costante degli interventi rispetto ai tempi di sviluppo dei cambiamenti
sociali.
Difficoltà nel reperimento dei finanziamenti .
E dai temi di criticità, è possibile individuare possibili percorsi . Eccone alcuni .
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Continuare sulla strada della formazione e della qualificazione della figura
professionale del media educatore a livello universitario .
Estendere la responsabilità formativa anche dopo la formazione di base e
promuovere una rete di collaborazione professionale e condivisione dei progetti
nella fase del post studio e inserimento nel mondo lavoro. (Si prenda ad esempio
il caso del gruppo di giovani laureati di FMC – Friendly Media Communication,
Facilitatori per i media e la comunicazione di Macerata ).
Mantenere un costante canale di aggiornamento rapido e “profetico” sia in
termini di intervento che di progetti con un rapporto stretto tra mondo della
ricerca universitaria e media educatori .
Maturare un nuovo modello di operatività fuori dalle logiche di “marchio”
trovando soddisfazione nel proprio agire per l’affermazione si, del proprio nome,
ma nel nome comune dell’obiettivo.
Continuare il lavoro di ricerca e di monitoraggio degli interventi sviluppando
procedure di ricaduta dei risultati nel reale in tempo il più possibile reale.
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