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Quando molti anni fa, ma non tantissimi, qualcuno
sosteneva che la Calabria non era molto distante da
Beirut probabilmente non si discostava molto dalla
realtà. Infatti il Libano e la Calabria, specie la provincia di Reggio Calabria, non hanno né clamorose
distanze fisiche né culturali, in entrambi i posti sguazzano fannulloni e corrotti, ed in entrambi i posti l’impunità è una regola. (continua a pagina 4)
CONTROCOPERTINA
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Gerace, e le belve
ritornarono uomini
Dopo aver pestato a sangue Brendan Bartleyun irlandese
“adottato”dal Borgo Incantato, la gang gli chiede perdono
CARMELO CARABETTA
Domenica 4 Maggio intorno alla
mezzanotte,
Gerace,
come
Siderno a Natale e Marina di
Gioiosa a Pasqua, è stata sfregiata
nell’anima.
Nella serata conclusiva di una
manifestazione culturale incentrata sulla speranza di promuovere,
diffondere e sponsorizzare l’elemento libro, l’editoria calabra,
artisti e scrittori locali e di striscio anche qualche prodotto tipico, quattro energumeni che di tipico hanno il peggio della Locride
hanno pensato bene di mandare in
ospedale Brendan Bartley, un pro-
DOMENICA 18 MAGGIO
fessionista irlandese che vive con
la sua famiglia nel “borgo incantato” da più di dieci anni.
Quattro contro uno. L’apoteosi
della vigliaccheria. Il cuore di
Satana.
Brendan Bartley è stato selvaggiamente picchiato, preso a calci,
pugni, morsi (ebbene sì,
morsi!), colpito più volte
con un pesante ceppo di
legno usato come sgabello
dagli avventori della locanda di fronte a cui è avvenuto tutto, lasciato tramortito
in un violetto, per più di un’ora in una pozza di sangue fino
a quando si è svegliato e, ancora sotto shock, è riuscito a raggiungere, strisciando sulle
ginocchia, la casa del suocero.
Da lì, ambulanza, ospedale, 25
giorni di prognosi e denuncia
d’ufficio dei carabinieri nei confronti dei nostri quattro homini.
3
Belve.
Grazie all’appello del consigliere
Giuseppe Cusato (foto), rivolti sia
a cittadini e a quattro responsabili,
repentinamente qualcosa è cambiato, le belve sonoo ritornati
uomini. E Gerace, a differenza di
tanti altri paesi della Locride, di
Siderno, Marina di Gioiosa e San
Luca a guidare il plotone del cattivo esempio, si è dimostrata per
l’ennesima volta la città meno
locridea rispetto a determinati
comportamenti.
Sdegno, dialogo e perdono. La
città, condanna a maggioranza
assoluta il plotone della mezzanotte, Quest’ultimo raggiunge l’ospedale e si prosta davanti a Brendan
Bartley e soprattutto si vergogna
di se stesso. I quattro lo affermano
ad alta voce. La nostra speranza è
che non sia solo un raglio d’asini a
convenienza. Intanto la giustizia
farà il suo corso.
Meno male che c’è ilTop
Monasterace
le lacrime
della Lanzetta
L
a tradizionale sfilata del
santo per le strade della
cittadina si tiene un
anno sì e due no. Quest'anno
però la gioia dei fedeli è stata
turbata dal nuovo tragitto previsto per poter portare la statua
nella nuova piazza Portosalvo,
da poco inaugurata. In molti
infatti hanno contestato la fermata nella piazza e la modifica del percorso storico. La
Lanzetta, che aveva preso
parte alla processione, è stata
ripresa mentre scoppiava in
lacrime per le contestazioni.
È
SARA JACOPETTA
il giorno più bello della tua vita, o perlomeno vorresti che lo fosse, visto che
l’hai curato, organizzato e progettato
per due anni e sei mesi. Roba da abbandonare lavoro e amicizie, tanto è l’impegno che ci
hai messo. Per donarvi il fantastico quadretto
che si viene a creare nel giorno del “sì”, suddivideremo il tutto per ordine e gradi.
La sposa: è la protagonista, tutto ruota intorno a lei. Ed è sempre lei ad avere l’ultima
parola, per la gioia della suocera. Ma prima
di passare a brava mogliettina lava-stira-cucina, si dà alla pazza gioia in un addio al nubilato organizzato dalle amiche zitelle, con la
partecipazione straordinaria di tutte le
parenti di sesso femminile, comprese le prozie e le infanti. Tutto ha la forma di fallo.
Bicchieri, posate, tovaglioli. Grasse risate da
gallinelle starnazzanti in pollaio. Orticaria
solo a pensarci. E insomma, quel giorno la
sposa indosserà un abito di strass e paillettes
luccicanti, col corpetto che gli strizza i seni e
non solo. Grasse caviglie su un tacco 12. E
per finire, proprio come una vera principessa
(ma magari!) quella coroncina in testa da
Miss Italia mancata. E sono lacrime quando
tutti la vedono. Chissà se di gioia o di dolore.
Il brillantino sui denti color canarino è il
tocco finale. Lo sposo: il suo ruolo è marginale. Ad una settimana dall’evento, si compra un abito. Uno qualsiasi, basta che sia firmato. Sceglie il compare d’anello (se qualcuno conosce la sua funzione me lo spieghi) e
cura il banchetto. Se ci sono soldi si va sul
pesce, se non ci sono andiamo a capretto, “ca
risparmiamu e cumparimu”. La leggenda
narra di invitati che hanno aperto le famose
buste per levarci qualche euro in seguito
H
anno fatto più Davide e
Niccolò in sei mesi che
qualsiasi assessore al
Turismo negli ultimi decenni. A
Siderno, nell'epoca della sua più
grande decadenza politica, economica imprenditoriale ed
etica,
nell'era
di
“Crimine”spuntano
all'improvviso due outsider che investono in un locale come si deve.
Grazie al “Top”, la città è ritornata a essere il principale punto
di riferimento dell'intero comprensorio e anche di quelli confinanti. Stiamo parlando di un
turismo di prossimità e giovanile che è tornato a Siderno.
Davide e Niccolò sono due meravigliosi giovani che scalpitano
qualità. Conoscono il mestiere e
la gavetta, la fatica e il sudore, si
mettono in discussione, sperimentano, investono e, così, in
poco tempo, nonostante il baratro politico, amministrativo e
IL MIO GROSSO GRASSO MATRIMONIO CALABRESE
La sagra del trash
e del cattivo gusto
all’insoddisfazione del menu. Anch’egli trascorre una festa di addio al celibato, in cui
dopo aver mangiato stocco a Mammola, una
scialba spogliarellista irromperà sculettando
sotto gli occhi arrapati di venti giovanotti.
La chiesa: il calabrese ha questo masochismo
di sposarsi d’estate, con una preferenza per il
mese di agosto. La sposa fa 45 minuti di ritardo e gli invitati cominciano a spazientirsi.
Qualcuno bestemmia sotto il completo giacca e cravatta, indossato l’ultima volta alla
comunione del figlio ormai trentenne. I bambini, costretti pure loro in abiti costati quanto
tre stipendi, si rincorrono e urlano dentro e
fuori la chiesa. Le donne, indossatrici di lunghi abiti di taffetà di dubbio gusto, iniziano a
sudare nella zona baffo, l’ascella si commuove (e inizia a emanare odori) e il nonno, seduto al secondo banco, alza la bacchetta urlando contro il Cristo sull’altare. L’auto della
sposa, sportiva e prestata da un amico, arriva
suonando manco se fossero i mondiali del
sociale, hanno permesso alla
loro città di tornare a rappresentare la punta avanzata della
modernità nella Locride, una
sintesi di alta normalità, una
prospettiva oltre il basso orizzonte in cui è stata catapultata.
E di conseguenza può capitare
che un giovedì passi per caso
dal Top per una birra in prima
serata e incontri un gigante dell'enogastronomia nazionale.
Michele Di Carlo (foto), un dei
più grandi filosofi di gusto, un “
Gustosofo” in sintesi, stava lì
dietro il bancone a preparare un
cocktail per i clienti. Sembra
una cosa così, ma non lo è. Non
lo è perché domani Michele Di
Carlo sarà in qualche tre stelle
di Parigi a fare le stesse cortesie
e non lo è perché nel modo di
lavorare di questi due giovani
della Locride, c'è qualcosa di
fecondo; c'è un bel sapere stare
al mondo. C'è certezza.
2006. All’ingresso della sposa, puntuale, il
paggetto che la deve precedere scoppia a
piangere e tutti ad incoraggiarlo “Dai
Pasquale, dai”. La celebrazione arranca tra
sbuffi e ventagli. Finita questa, tutti si fiondano sugli sposi per dar loro gli auguri, spingendosi e spiaccicandosi l’un l’altro.
Il ricevimento: anche qui, il ritardo degli sposi
è d’obbligo. All’aperitivo, gli invitati si piazzano davanti ai tavoli imbanditi senza comprendere che devi prendere, e levarti. E invece si piantano lì davanti e fanno barriera. Nel
frattempo, la sala è stata ben refrigerata, e
qualcuno che ci è entrato per curiosare, ci è
rimasto secco, assiderato. L’animatore della
serata è urtante e poco simpatico. Di rito è il
lento della sposa col padre sulle note di
“Lauretta mia, bimba adorata” durante il
quale qualcuno piange, soffiandosi il naso
sonoramente. Classico giro degli sposi per
salutare gli 800 invitati suddivisi in piano
terra, piano superiore e giardino, in cui i più
emarginati (quei 200 di solo sesso maschile)
sono sistemati nei tavoli per comparato e vicinato. La serata si conclude immancabilmente con cinque giri di tarantella. Le donne
hanno ormai abbandonato le scarpe col tacco
per calzare le Inblu e la sposa zompa e balla,
reggendo su, poco elegantemente, la gonna
dell’abito. Le donne di famiglia annaspano,
trascinandosi dietro gambe pesanti e vene
varicose, obbligando il marito a prendere il
tanto conteso centrotavola. Bomboniera in
mano (immancabile posacenere di finto cristallo), si ritorna a casa. Ma per i più intimi la
festa non è ancora finita: li attende una grigliata notturna fatta di baldoria e fumo di salsiccia. Ma infondo, c’è un giorno che è ancora più bello di quello del matrimonio, ed è il
giorno dopo: si contano le buste
SETTIMANALE
www.rivieraweb.it DOMENICA 18 MAGGIO
PRIMO PIANO
4
di Doroteo
M ORTACCI
Beirut caput mundi, soldi italiani,
sviluppo africano….e io pago
Quando molti anni fa, ma non
tantissimi, qualcuno sosteneva
che la Calabria non era molto
distante da Beirut probabilmente
non si discostava molto dalla
realtà. Infatti il Libano e la
Calabria, specie la provincia di
Reggio Calabria, non hanno né
clamorose distanze fisiche né culturali, in entrambi i posti sguazzano fannulloni e corrotti, ed in
entrambi i posti l’impunità è una
regola. C’è però in questo decennio una grande differenza tra la
Calabria ed il Libano, e cioè che
per accettare farabutti e imbroglioni la nazione africana ha chiesto, imposto, investimenti milionari, business immobiliari e depositi bancari. In pratica per chi è un
evasore, mafioso, mazzettaro e
corruttore le porte del Libano
sono aperte a patto che una
discreta parte dei proventi delle
evasioni, delle mazzette e dei
soldi della criminalità finiscano
nelle casse di politici, imprenditori e banchieri libanesi, così da
arricchire poco a poco il tenore di
vita dello Stato d’Africa. In
Calabria invece i malavitosi e i politici corrotti ce li teniamo gratis,
ingoiando me….rospi e quanto
altro e accontentandoci delle briciole. In pochi sanno che nella
Locride ci sono imprenditori legati
alla politica e all’alta finanza che
possiedono patrimoni immensi a
cavallo tra gli stati africani e la
Svizzera. In pochi sono a conoscenza che notabili della Provincia di
Reggio Calabria hanno quote in
villaggi turistici, alberghi e industrie
in giro per l’Italia e nel mondo.
Milioni di euro di capitali che sono
il frutto della spremitura delle
tasche dei calabresi, che sono il
risultato dei disservizi di una terra
che non reagisce. Così i furbetti di
quartiere di casa nostra intascano e
portano le 24 ore fuori dai confini
calabresi, per poi tornare nella
Locride e nel reggino e parlare da
anni di progetti di sviluppo che mai
si realizzeranno, anche perché loro
li hanno già realizzati altrove. Oggi
protagonisti del caso Scajola ci
sono i palazzinari calabresi che
insieme alla politica hanno smembrato il territorio per ricostruire in
Africa. Ai voglia che qualche sindaco provi ad incatenarsi davanti
all’ospedale di Locri, inutile e forse
anche il primo cittadino lo sa.
Sapevate che a 3 chilometri da
Beirut c’è una clinica di altissimo
profilo dove operano i migliori chirurghi del mondo? Sapevate che
quella clinica ha un non so che di
italiano,
magari
calabrese?
Sapevate che molti nostri imprenditori e politici possiedono quote
societarie di case di cura di altissimo profilo in tutta Italia? Sapevate
che la sanità nella Locride e in
Calabria è nulla, zero, caput? Si
questo lo sapevate ma continuate a
votare per chi preferisce Beirut.
P
Marina di Gioiosa, la ss. 106 chiusa per due mesi
er due mesi, esattamente
dal 15 maggio al 15 luglio,
sarà chiuso al traffico un
tratto della ss. 106, nello specifico
quello che collega lo svincolo di
Marina di Gioiosa sulla strada statale 106 Var/B 'Jonica' con la strada provinciale 5.
Il provvedimento di chiusura si
rende necessario secondo quanto
comunicato dall'Anas per consentire il completamento delle lavorazioni all'impalcato del nuovo viadotto Gallizzi, nell'ambito dei
lavori di realizzazione del tratto
della statale 106 da Ardore a
Marina di Gioiosa Jonica. Nel
periodo di chiusura il traffico sarà
deviato sulla strada comunale
Circhetto.
RECUPERO/ BENE COMUNE
L’Avvocato è fuori «per giusta causa»
S
ono pochi i titoli di “prima pagina” in cui si evidenza l'assoluzione di un imputato, anche quando
questi è ritenuto “eccellente”. Nei giorni scorsi all'esito del processo d'appello
dell'indagine detta “Recupero Bene
comune” la Corte d'appello di Reggio
Calabria ha mandato assolti tre imputati: Antonio Commisso detto “l'avvocato” e Francesco Commisso (entrambi già condannati a 16 anni di reclusione), Alfredo De Leo (10 anni). Il titolone di prima è toccato all'assoluzione
dell'Avvocato, accusato di essere al
vertice della “società di Siderno” anche
durante il periodo di detenzione in carcere per il tramite del fratello
Giuseppe Commisso detto “il mastro”.
Antonio Commisso viene catturato in
Canada nel giugno del 2005 ed estradato in Italia dove lo aspetta la sentenza
definitiva a 10 anni di reclusione nel
processo “Bluff”, dove rispondeva di
associazione mafiosa, da trascorrere in
regime di 41 bis, quello dove anche l'aria che il detenuto respira viene registrata, si figuri i colloqui con i parenti.
I difensori di Commisso, che sono
Antonio Speziale e Francesco
Loiacono coadiuvati dall'avv. Angelica
Commisso, hanno attaccato la sentenza del gup distrettuale che ha condannato l'imputato a 16 anni per difetto di
motivazione e illogicità. In particolare
si legge nel ricorso accolto dai giudici
reggini. “Non v'è dubbio che, tanto la
genericità della odierna imputazione,
quanto il periodo temporale di riferi-
mento o, comunque, di “proiezione”
(avuto riguardo al conseguenziale inizio di espiazione della pena comminata nel citato processo “Bluff”), risultino assorbiti ampiamente dai due evocati procedimenti (cc. dd. “Siderno
Group” e “Bluff”), che si sono occupati dei medesimi fatti riguardanti la condotta partecipativa del Commisso
Antonio alla cosca “Commisso”, in
posizione dirigenziale, ancorché - in
apparenza - diversamente circostanziati.
Né consegue fondando la operatività
dell'istituto in esame, su due elementi
in particolare: quello di natura soggettiva rappresentato dall'identità dell'imputato e quello di natura oggettiva
costituito dalla identità del fatto da
accertare, nel caso di specie ricorrono i
due presupposti, in forma speculare,
rispetto agli addebiti di cui ai due citati, pregressi procedimenti penali a
carico dell'appellante, così realizzandosi quella duplicità di giudicato. Di talché, se è vero che in tema di reato permanente, il divieto di un secondo giudizio riguarda la condotta delineata nella
imputazione ed accertata con sentenza
divenuta irrevocabile e non, anche, la
prosecuzione della stessa condotta o la
sua ripresa in epoca successiva è,
altrettanto vero che la specularità della
condotta contestata all'appellante
appare, esclusivamente e strumentalmente, proiettata nel rilevante arco di
tempo in cui il Commisso è risultato
ininterrottamente detenuto (2004 alla
data odierna); tant'è che la esecuzione
della ordinanza di custodia cautelare
relativa al processo de quo, avveniva
appena qualche mese prima della totale espiazione della pena, irrogatagli
nell'ambito del processo “Bluff”;
determinandosi, per ciò stesso, una
condizione oggettiva di natura ostativa,
perché si realizzasse la prosecuzione o
la ripresa della originaria condotta già
sanzionata, sia per la medesimezza
della imputazione, sia per la insussistenza di elementi indiziari apprezzabili sul piano del novum, idonei a rappresentare una condotta “inedita” rispetto
a quella già valutata”.
La rilevanza della censura difensiva ha
trovato pieno accoglimento e “l'avvocato” e stato scarcerato.
L’INTERVISTA
“
Oltre ogni limite”, è un sogno nato dal
coraggio di un ragazzo del Sud, che con
questo CD mette a frutto anni di studio
e di sacrifici.
Ma chi è Vincenzo Nizzardo?
“Semplicemente un giovane artista che
sin da piccolo ha studiato canto, volendo fare della musica la sua vita”, ci
risponde con molta onestà. Passione,
talento e studio. Un percorso obbligato per chi vuole seriamente
entrare nel difficile mondo dello spettacolo.
Tu questo cammino l’hai intrapreso con entusiasmo. E i risultati
sono sotto gli occhi di tutti. Il successo con “Notre Dame de
Paris” di Riccardo Cocciante, l’affermazione televisiva con
Chiara Barillà nella sfida tra Conservatori musicali italiani a
“UnoMattina”. Partiamo dallo studio.
“ Dopo il diploma – ci dice il giovane artista di Gioiosa Jonica -,
mi sono iscritto al Conservatorio Francesco Cilea di Reggio
Calabria, dove mi sono diplomato col massimo dei voti, lode e
“Menzione d’onore”. Tanti riconoscimenti, premi e vittorie. Ma le
cose che ti fanno crescere artisticamente, al di là dei risultati positivi, sono le esperienze. Queste le fai partecipando a concorsi, a
stage, poi le Opere, i Musical, i grandi palcoscenici, i Teatri”.
Tanto giovane, tanti traguardi prestigiosi, tanti impegni, senza
però mai tralasciare lo studio.
“Si, perché cantare richiede studio, precisione, sacrificio e
amore. Solo così possono arrivare i successi, l’apprezzamento e
l’affetto del pubblico. Le soddisfazioni, i traguardi raggiunti con
grande umiltà, sono un importante motore che fa proseguire l’artista per la sua strada. E’ così in ogni campo”.
Sei stato incoraggiato, quando eri ragazzo da Mino Reitano, ora
con i nipoti del “ragazzo di Fiumara” hai realizzato il tuo primo
CD. Come è nata questa collaborazione ?
“Con Mino ho condiviso il palcoscenico per diversi anni in tutta
la Calabria. Una esperienza che mi ha fatto crescere sia artisticamente che umanamente. Mino aveva un cuore grande così.
Altruista. Sempre a dare consigli, incoraggiare, spronare. Mi diceva: ”I calabresi per arrivare debbono lottare più degli altri, ma
quelli bravi ce la fanno e si fanno rispettare e soprattutto amare
tanto”. Quelle sue parole sono state e sono ancora oggi una forte
spinta morale per andare avanti. Poi ho avuto la fortuna di incontrare il Maestro Franco Reitano e subito è nata una reciproca
stima. Devo dire che anche il Maestro Franco, come Mino, ha creduto in me e nella mie potenzialità vocali. Con loro ho avuto
modo di condividere momenti unici ed indimenticabili. Quando
ho progettato il primo CD ho pensato subito ad inserire un brano
del M° Franco. Per questo ho contattato il figlio Enzo. E’ stato
disponibilissimo. Dopo poco tempo ho ricevuto non uno, ma
diversi brani. Tutti bellissimi, ma la cosa più bella e inaspettata e
stata la volontà dei fratelli Reitano: Rocco, Enzo, Angela e Mino,
di produrre il CD. A loro dico grazie per la gentilezza, la disponibilità e non ultima la grande professionalità che contraddistingueva anche il grande Mino ed il Maestro Franco. Grazie a tutti loro
per i consigli, i confronti, gli aiuti durante gli ultimi due anni di
registrazione e per tutte le fatiche che hanno affrontato per la realizzazione di questo progetto. Il CD “OLTRE OGNI LIMITE”,
comprende 11 Brani: 4 del M° Franco Reitano, 1 del Grande
Mino ,3 scritti da me , 1 di Enzo Reitano e 2 classici rivisitati. Devo
confessare che con loro mi sono sentito a casa, fra persone amiche… un Déjà vu provato già in passato con Mino e Franco”.
Nel mondo musicale italiano, questo tuo lavoro quali elementi
di novità intende portare?
“Oltre ogni limite” è un progetto che mi rappresenta, una sorta
di curriculum in musica. E’ il mio percorso artistico dagli inizi ad
oggi. Sono contento perché sono riuscito a metterci così tanto
cuore in ognuno dei brani. Quando li riascolto mi emoziono e
penso che anche in chi li ascolta suscitano gli stessi sentimenti. E’
«un contenitore» aperto alle nostre emozioni. Chi l’ascolta ha la
possibilità di «riempire» questo contenitore, con le sue emozioni
del momento, perché la musica, qualunque essa sia, sa suscitare e
comunicare le nostre emozioni quando raggiunge il cuore ed io
voglio entrare “OLTRE OGNI LIMITE”
Come è stato accolto questo CD dagli appassionati di musica?
“E’ uscito da pochissimo tempo, ma posso dirti che tra gli addetti ai lavori il disco è veramente piaciuto, e anche alcuni pareri raccolti in giro sono stati estremamente positivi. Riescono a suscitare
grandi emozioni, come dicevo . La Mac Rey International ed io,
di questo non possiamo che esserne felici. Ora contiamo tanto
sulla massima diffusione. So che la famiglia Reitano sta facendo
un grande sforzo di promozione. Spero che le radio inseriscano
nei loro programmi i miei brani. Il ruolo delle radio è molto
importante, per farli conoscere al grande pubblico e aumentare
le vendite”.
Quali sono gli impegni attuali ?
In questo momento bisogna pubblicizzare al meglio, come ho già
detto, il CD. Non nascondo che è nostra intenzione (mia e della
Mac Rey) di portare questo Progetto anche all’estero. Poi, non
bisogna dimenticare che sono impegnato in ambito Lirico.
Momentaneamente sono in scena a Roma, al Teatro Della Valle,
nel “Barbiere di Siviglia” dove interpreto il ruolo di Figaro. Anche
questo è un grande amore, la mia passione”.
E intanto stai pensando anche al futuro. Sempre in movimento…
Certo è che non posso fermarmi. Continuo a studiare come ho
sempre fatto. Caratterialmente, chi mi conosce sa che sono una
persona che non si arrende mai. In tutto quello che farò “metterò”, come sempre, tutto il mio impegno oltre che il cuore, altrimenti non potrei fare tutto quello che faccio. Penso di essere un
ragazzo con le idee molto chiare e desideroso di affrontare tutte
le fatiche necessarie per raggiungere un obiettivo. Per tornare al
mio primo lavoro discografico, che mi inorgoglisce, potrei definirlo proprio come «un contenitore» aperto alle nostre emozioni.
Chi l’ascolta ha la possibilità di «riempire» questo contenitore, con
le sue emozioni del momento, perché la musica, qualunque essa
sia, sa suscitare e comunicare le nostre emozioni quando raggiunge il cuore ed io voglio entrarvi dentro “OLTRE OGNI LIMITE”.
RIVIERA
LA COPERTINA
Cosa sta succedendo al nosocomio? Chi è responsabile del degrado
della struttura? Il caso di Anestesia e Rianimazione ha mostrato la
punta dell’iceberg. I problemi si accumulano e sono sempre più
difficili da superare. Ma forse è solo questione di volontà
Approfondimenti
Allarme sanità
Ospedale di Locri: caos ammini
I medici rassegnati stanno moll
L
ELEONORA ARAGONA
La stanchezza sta
abbattendo lo spirito e
l’abbandono da parte
della sede centrale sta
indebolendo la
struttura. Mancano
posti letto, primari e
attrezzature
a rabbia ha quasi vinto lo spirito e sta lasciando il posto alla rassegnazione. Sfiducia, questo il sentimento prevalente nei dipendenti
dello spoke di Locri. Nell'ottobre del 2013 li
avevamo incontrati, erano combattivi.
Credevano ancora che fosse possibile risollevare le sorti
dell'ospedale. Infermieri e dottori erano protettivi verso
la struttura più bistrattata e tristemente famosa in Italia.
Il caso di Rianimazione della scorsa settimana ha riacceso i riflettori e l'interesse della politica su Locri. «Mi incatenerò ai cancelli dell'ospedale»,ha tuonato Calabrese e
lo ha fatto. A lui si sono accodati Masino Mittica,
Salvatore Fuda, Domenico Vestito, Giovanni Riccio,
Giuseeppe Strangio, Giorgio Imperitura, Bonfà, delegato del sindaco di Bianco, Domenico Leoncini. Ma per
anni nessuno ha alzato la voce e chissà che non sia troppo tardi.
L'episodio che ha generato il caos è stato il caso
Anestesia e Rianimazione. Il primario del reparto,
Francesco Adamo, aveva 16 anestesisti, 3 sono andati in
pensione e non possono essere sostituiti per il blocco
delle assunzioni. La scorsa settimana 3 dei suoi 13 anestesisti si sono assentati: uno per malattia, uno ha avuto
un incidente e uno si è dovuto operare. Adamo ha ritenuto opportuno per questioni di sicurezza garantire solo
le operazioni d'urgenza. Ed è stato il delirio.
Reggio si è quindi ricordata dell'esistenza di quell'appendice che spesso chirurgicamente preferisce ignorare.
D'altra parte dopo gli articoli su siti e quotidiani era difficile continuare a far finta di niente. Sono caduti dalle
nuvole e hanno chiamato per capire cosa stesse accadendo. Ma sulla scrivania degli amministratori il dottor
Adamo aveva più volte consegnato richieste e lamentele
per la carenza di personale. Come potevano non saper-
lo?
Per non bloccare l'ospedale e soprattutto per non creare
disagio ai pazienti il primario ha coperto i turni in sala
operatoria. Lui che entra in ospedale alle 8 e ne esce alle
20, quando non alle 22, se lo richiede qualche urgenza.
Serio. Puntale. Trasparente. I tre aggettivi che sono stati
più utilizzati per descriverlo. Prima di augurarsi che non
vada via, perché senza di lui l'ospedale può chiudere.
Sono pochi quelli disposti a continuare a sacrificarsi così.
La stanchezza sta abbattendo lo spirito e l'abbandono da
parte della sede centrale sta indebolendo la struttura.
L'ospedale ha perso posti letto, ne sono rimasti 211 per
un territorio di 180 mila abitanti. Mancano primari e
attrezzature. Ma è soprattutto l'autorità e l'organizzazione a essere assente. E di quella non si può fare a meno.
I dottori e il personale possono fare i salti mortali ma
non possono gestire la struttura. Come possono funzionare i reparti senza primario? A chi ci si deve rivolgere
se le attrezzature sono rotte un giorno sì e uno no? Chi
deve dare risposte alle carenze di personale? Chi
dovrebbe garantire la sicurezza all'interno della struttura?
L'elenco di domande da porre sarebbe ancora lungo.
Quello che è certo per il momento è che il personale
sta mollando, si sta arrendendo di fronte all'indifferenza della direzione reggina. Il degrado in cui stanno facendo scivolare l'unica struttura territoriale
avrebbe dovuto trovare sdegno e proteste di piazza.
I medici e gli infermieri - ovviamente con le dovute
distinzioni, ci riferiamo a quelli che pur di garantire
il servizio fanno turni estenuanti e dimenticano di
avere casa e famiglia - dovevano trovare appoggio e solidarietà tra la popolazione della Locride. Non silenzio. E
la politica avrebbe dovuto interessarsi di bilanci e disagi prima del clamore mediatico e non dopo.
LA PRECISAZIONE
Il degrado della
struttura è iniziato
con l’unificazione
Il sindaco di Locri tiene a
chiarire che nel suo
intervento sulle
responsabilità del
degrado e della
disorganizzazione
dell’ospedale di Locri si
riferiva ai dirigenti
successivi
all’accorpamento
della struttura con
l’Asl reggina. E
infatti riconosce
e sottolinea la
positività
dell’operato di
Giustino
Ranieri. Ma
precisa anche che la
decisione di unificare
le strutture sanitarie
è stata della sinistra.
SETTIMANALE
www.rivieraweb.it DOMENICA 18 MAGGIO
“
L’unificazione delle aziende sanitarie e le
dirigenze hanno le loro colpe, ma anche
l’assenza e il disinteresse della politica ha le
sue.Nessuna associazione è scesa in piazza, né
sono state organizzate manifestazioni per
protestare per le condizioni dell’ospedale.
7
GIUSTINO RANIERI:
«Il peggio deve
ancora venire»
L’ex direttore generale
si chiede preoccupato
«Che fine farà il personale?»
istrativo e carenze
lando la missione
La sfiducia dell’ex caposala Firmo Micheli
«Mancanza di sicurezza e il personale può fare come vuole»
«Non mi ricovererei a Locri». È stata una confessione
personale e sofferta quella di Firmo Micheli, caposala in
pensione e componente della commissione sanitaria del
comune di Locri. Lui che nell'ospedale ha lavorato quarant'anni non si fiderebbe. Lui che per quaranta minuti mi
ha parlato dei problemi e delle eccellenze della struttura,
alla domanda diretta ha titubato e poi ha dovuto ammettere: «No, non mi ricovererei». Non per le professionalità, «anzi si deve dare atto al personale medico e infermieristico se ancora si riesce a dare assistenza, anche se
con enormi sacrifici». Questo è un punto d'onore.
«La carenza di personale e di attrezzature è un falso
problema. È l'organizzazione, la direzione che manca e
che rende impossibile migliorare e ottenere risultati. È la
mancanza di sicurezza a porre problemi. Chiunque può
entrare e uscire a suo piacimento. Non c'è controllo sul
personale, solo un foglio per le firme. Nessun badge per
timbrare quando si entra e quando si esce. Ognuno può
fare come vuole». Le conclusioni che mi presenta in
questo caso sono delle piccole anticipazioni del lavoro
fatto con la commissione istituita da Giovanni Calabrese.
«Non c'è la volontà politica perché l'ospedale di Locri
diventi realmente un centro spoke. Né a livello di
direzione reggina, né a livello locale. Tutti i sindaci che
cosa hanno fatto e stanno facendo affinché l'ospedale
non venga chiuso e garantisca il servizio migliore per i cittadini? La verità è che nella zona jonica non c'è stata e
non c'è alcuna salvaguardia del diritto alla salute dei cittadini».
La direzione reggina, dopo l'attenzione sollevata dal caso
Anestesia, ha cercato un rammendo. Con una delibera
sono stati indetti i concorsi interni per coprire le posizioni
di: direzione sanitaria del presidio ospedaliero; primario
del Laboratorio d'analisi; primario del Centro trasfusionale; primario Centro riabilitazione e fisica; responsabile
farmacia. Ma restano comunque fuori Otorino,
Gastroenterologia, Neurologia e Ostetricia.
«Non si spiega questa esclusione. E poi con la delibera n.
303 del 13 maggio hanno nominato direttore sanitario
aziendale il dottor Ermete Tripodi. Durata dell'incarico:
3 mesi».
«T-r-e mesi» ripete incredulo. «Come possono cambiare
le cose?»
«Non c'è controllo sull'operato, non c'è sicurezza e non
c'è organizzazione. Non c'è speranza. L'ospedale di Locri
doveva essere un punto di riferimento per il territorio e
invece da dopo l'accorpamento lo stanno svilendo,
giorno dopo giorno». (e.a)
L'ospedale è solo la punta di un iceberg.
È l'aspetto più evidente della decadenza
del sistema sanitario regionale. Giustino
Ranieri non ha dubbi: «Locri credo
rifletta ormai uno stato di disagio più
ampio. Non mi risulta infatti che ci siano
state delle iniziative per cambiare e
difendere la situazione attuale».
Ranieri è stato l'ultimo amministratore
prima della costituzione dell'Asp reggina. Prima che fosse creato accorpamento
dell'ex Asl 9 con l'Asl di Reggio. «Perché
l'attività dei poliambulatori sul territorio
non è mai stata organizzata? Eppure
c'era una rete di 9 poliambulatori da
Palizzi a Monasterace, per cui avevamo
approvato un programma di potenziamento. Che fine hanno fatto gli ecografi
che avevamo comprato? E lo stanziamento per acquistare due ambulanze,
approvato dalla Provincia, com'è stato
speso?»
L'ex amministratore pone sul tavolo
delle questioni delicate, quasi al limite,
da chiarire sull'ospedale di Locri.
Innanzitutto sottolinea come «Il bilancio
di previsione del 2010 ci dava la parità
entro dicembre. Io sono andato via il 1
luglio, a dicembre il bilancio è stato chiuso con un debito di 4 milioni. Non so se
in questo bilancio definitivo sono state
inserite le somme che l'azienda sanitaria
avrebbe dovuto ricevere per aver vinto
delle cause in Consiglio di Stato. Ad
esempio un'azienda per un contenzioso aperto nel 2002 doveva
restituire all'ospedale 2 milioni e
200 mila euro. Non so cosa possa
essere successo».
Come non riesce a spiegarsi
alcune scelte dell'amministrazione Squillacioti, non ultima
quella di eliminare lo strumento del bilancio economico finanziario
con centri di costo
e responsabilità.
«Avevamo elaborato un bilancio
economico
finanziario con
centri di costo e
responsabilità,
era stato un
lavoro
fatto
con la Bocconi
di
Milano.
Avevamo assegnato dei centri di costo a
ogni dirigenza medica e amministrativa
vincolandoli con dei contratti al raggiungimento di alcuni obiettivi».
Amministrazione moderna. «Il primo
atto fatto dalla dottoressa Squillacioti,
dato che questo strumento era presente
solo a Locri e ne erano sprovvisti sia
Reggio che Palmi, è stato quello di eliminarlo. Invece di istituirlo negli altri due
presidi. Ritornando indietro, anzi disattendendo le leggi regionali che prevedevano la compilazione di questi bilanci.
Che erano tra l'altro un valido strumento
di controllo sull'operatività del personale
e delle strutture».
Lui ha guidato l'Asl, sa quali possano
essere le difficoltà imposte dal Piano di
rientro. Quando ha messo piede nella
struttura di Locri c'erano 50 gare per
materiali ormai scadute, mancavano primari e attrezzature. Quindi la situazione
non era rosea. Ma lui aveva il controllo
amministrativo, lui aveva autorità ed era
presente nel presidio.
L'accorpamento è stato il punto di svolta
per la sanità nella Locride. Ha significato
decentramento
e
perifericità.
Disorganizzazione e mancanza di dirigenza. Dopo questa chiacchierata appare
chiaro. Il punto di rottura è stato quello.
Ranieri non prospetta un futuro migliore
per Locri, anzi «Se adesso c'è una disorganizzazione assoluta a livello centrale, il
caos amministrativo sarà ancora peggiore tra poco. C'è un bando che
prevede due direzioni sanitarie,
una per Polistena e una per
Locri, e un'unica figura amministrativa, sotto al direttore amministrativo dell'azienda sanitaria, per
le due strutture. Questa ulteriore
unificazione creerà solo altro caos.
E porrà un altro problema: il
personale di Locri che
fine farà? Sarà trasferit
o
?
Licenziato?Impiegato
diversamente?»
C'è ancora speranza
per Locri? «Un
ospedale non potrà
mai
funzionare
bene se non funziona l'assistenza
sul
territorio».
(e.a.)
SETTIMANALE
www.rivieraweb.it DOMENICA 18 MAGGIO
POLITICA
della politica locale sono d’accordo di
tornare al voto d’opinione, libero da
condizionamenti, ricatti e dall’ormai
celebre “mi dati nu votu nta famigghia
vostra, tantu non cancia nenti, puru ca
voti l’attu sindacu”.
Quindi, attenzione sidernesi al mercato
del voto favorito dall’attuale sistema
eletto-muscolare. Al macello della
democrazia della più importante città
della Locride.
A Roccella, dove si voterà domenica
prossima, se la giocheranno 32 candidati. Sedici con un sindaco, sedici con l’altro. Tutta la città è coinvolta, per opinione e convinzione, non per parentela
o comparaggi. Profumo di democrazia,
di popolo e di piazza. Del candidato a
sindaco che sceglie i candidati migliori e
non più che elemosina una candidatura
a chiunque. Come a Locri e Marina di
Gioiosa, pochi mesi fa, sempre 32 candidati si sono sfidati per governare le
loro rispettive comunità. Con il Patto
elettorale Siderno resusciterà ancor
prima di avere un sindaco. Ripeto: pro-
PROSPETTIVA ELEZIONI
8
schiacciò prima Emmida Multari, poi
Mimmo Panetta.
La nostra città, questa città dinamica,
con dati alla mano e numero di partite
IVA, lungo lo Jonio che va da Reggio a
Catanzaro, sceglie sindaci, giunta e consiglio comunale con lo stesso sistema di
Roma, Firenze, Napoli, Torino, etc, e
con uno completamente diverso da
Locri, Gioiosa, Roccella, Bovalino per
colpa, grandissima colpa, di una legge
elettorale che nei comuni superiori a
quindicimila aventi diritto di voto,
innesca, per sua stessa ratio, il voto di
scambio e intacca malamente la libertà
di voto. Sarebbe assurdo non rimediare
a una faglia profonda che ha provocato
un sisma ancor più profondo nella
nostra città. Quasi fino al punto di non
ritorno. Il voto di scambio, questo sistema elettorale nei paesi come Siderno,
di poco superiori a 15mila abitanti, ce
l’ha nel Dna. Un sistema elettorale che
ha causato a Siderno un’epidemia cronica, elevando ad assessori i brocchi, le
teste di legno, ovvero, i portatori di voti.
C’è chi vuole imbrogliare Siderno
Serietà a Siderno
significa
Patto Elettorale:
16 candidati al
consiglio comunale per
ogni sindaco. Squadra
di governo (Assessori)
da mostrare ai
sidernesi prima
del voto,
programma di
governo e obiettivi
lla città di Siderno hanno staccato di netto la spina ma alcuni
sidernesi non hanno avvertito la
scossa. E oggi s’indignano con chi promuove un’inversione di tendenza reale,
indispensabile, perché sono intolleranti
alla franca ammissione del fallimento e
perché gli conviene fare politica con i
muscoli. Queste persone saranno stanate una per una da questo giornale e
mostrati alla cittadinanza. Pesci grossi e
sanguisuga.
In settimana nella sala dell’Ymca, nell’
incontro-dibattito organizzato da
Siderno Libera (foto), è scaturita una
proposta degna, nobile e soprattutto
capace di far passare la città dalla stagnazione alla crescita civile, democratica.
Alla serietà.
Serietà a Siderno significa Patto
Elettorale. Ovvero, 16 candidati al consiglio comunale per ogni sindaco, squadra di governo prima del voto e pro-
A
gramma di governo, prospettive di sviluppo, crescita economica e occupazionale da diffondere al popolo sovrano in
campagna elettorale.
Due aspetti positivi: la legge lo permette, formalmente si può siglare un accordo che eviti agli elettori di finire nel vortice mostruoso delle tre ultime tornate.
Secondo aspetto: molti protagonisti seri
fumo di democrazia, di popolo e di
piazza. Serietà.
Siderno, il popolo di questa città faro,
può evitare i trecento competitor che si
sono sfidati nella tornata che ha visto
prevalere Ritorto su Panetta e, attenzione sidernesi, sentite sentite, più di
quattrocento, quando Figliomeni
Un’epidemia che ci costringerà ancora
al commissariamento automatico, al
fallimento della città, alla cirrosi democratica.
L’Italia è considerata uno dei peggiori
paesi da molte testate giornalistiche
autorevoli per i sistemi elettorali e
clientelari di cui si è dotata. E non li
cambierà. Diventiamo agli occhi della
nazione un esempio di comunità che
cambia i comportamenti e le legge sbagliati imposti dallo Stato.
Fate attenzioni sidernesi, noi vi mostreremo chi non starà ai patti. Domenica
dopo domenica sbatteremo sul nostro
giornale chi vuole il male di questa città,
i proprietari delle cattive intenzioni e i
maestri di vanvera e malafede.
Sidernesi, noi faremo la nostra parte,
voi non fate il “porcellum” con i vostri
figli. Non è difficile sgamare chi vuole
imbrogliarvi. Il patto c’è.
Serietà.
LR
www.rivieraweb.it DOMENICA 18 MAGGIO
PRIMO PIANO
Il tribunale di Locri va a tre
SEMI-PARALISI DEGLI UFFICI DELLA CANCELLERIA CIVILE PER DECRETO DEL PRESIDENTE MUSCOLO
ANTONIO TASSONE
Riceviamo una telefonata da alcuni avvocati che si trovano dietro la porta della cancelleria del tribunale civile di Locri. Ci informano che con un decreto del presidente del
Tribunale, Bruno Muscolo, la macchina
giudiziaria del tribunale civile si è parzialmente inceppata . Non è una novità. Di
corsa ci rechiamo al Tribunale civile per verificare la situazione e, dopo aver ascoltato
decine di avvocati che si lamentano sui
tempi d'attesa e per il declino progressivo di
una professione che via sta perdendo fascino, notiamo, da lontano, che affissi alla
porta della cancelleria ci sono due fogli formato A4. È lo stesso presidente Muscolo a
rendere pubblici i motivi di questo contingentamento dell'attività di cancelleria. «In
data 6.5.2014 presso la sezione civile di questo Tribunale- si legge in questi fogli - si è
tenuta una riunione con il presidente di
sezione, i magistrati ed il personale amministrativo addetto alla sezione, al fine di discutere e valutare le criticità esistenti per la
carenza di personale, per la prossima entrata in vigore delle norme sul Nuovo Processo
Civile Telematico, per la completa informatizzazione dei fascicoli civili e di esecuzione
della soppressa sezione di Siderno e per la
predisposizione entro il prossimo 20 maggio
e 3 giugno dei prospetti statistici da inviare
all'ispettorato generale del Ministero della
Giustizia, propedeutici alla prossima visita
ispettiva; ritenuto che dalla predetta riunione
è emerso che le criticità come sopra enunciate esistono tutte, anzi a causa della nota
carenza personale amministrativo, rischiano di aggravarsi (il prossimo mese di luglio
sarà collocato in pensione il funzionario
Giuseppe Caristo); considerato che la completa informatizzazione delle cause civile e
delle procedure esecutive della ex sezione di
Siderno è assolutamente necessaria per la
prossima entrata i vigore del nuovo processo
civile telematico; considerato, infine,che
tutto il personale in servizio presso la sezione
ha evidenziato che le innumerevoli attività
cui è addetto non hanno ancora consentito
di dedicarsi appieno alle predisposizione ed
invio dei prospetti statistici richiesti dall'ispettorato ma hanno manifestato la disponibilità a completare le attività purchè l'orario di
accesso al pubblico delle cancellerie sia limitato drasticamente; ritenuto di non poter
adottare allo stato diversa altra soluzione,
sentito il presidente del Consiglio dell'Ordine
degli Avvocati, dispone che presso la sezione
civile del tribunale l'orario di apertura delle
cancelerie al pubblico sia consentita alle ore
11,30 alle ore 13,30 per un periodo di giorni 45 da oggi; che tale nuova disposizione
non pregiudichi in ogni caso lo svolgimento
delle attività urgenti ed inderogabili per i cui
adempimenti provvederà il direttore amministrativo responsabile della sezione, alla
quale è demandato il totale coordinamento
delle attività; che durante il periodo di chiusura al pubblico tutto il personale in servizio
si occupi delle attività connesse alla predisposizione ed all'invio dei prospetti statistici
richiesti dall'Ispettorato». Questa misura
adottata dal presidente Muscolo porterà nei
prossimi mesi alla semi-paralisi degli uffici
di cancelleria del Tribunale civile di Locri.
Ancora una volta ci chiediamo che senso
abbia avuto applicare il decreto “taglia tribunali” che aveva come obiettivo quello di
contenere i costi della giustizia e ottimizzare
l'efficienza del sistema giudiziario se i risultati ottenuti sono questi. Un misura, tra le altre
cose che si pone in contrasto con la decisione del Consiglio di Stato che recentemente
ha stabilito che tutti gli uffici giudiziari, devono rimanere aperti per 5 ore al giorno, sez.
IV, sentenza 20.02.2014 n°798 (Antonino
Galletti). L'art. 162, L. 1196/1960, infatti,
impone l'apertura al pubblico degli uffici
giudiziari e di cancelleria per “cinque ore nei
giorni feriali, secondo l'orario stabilito dai
capi degli uffici giudiziari” e attribuisce la
competenza esclusiva ai “capi degli uffici
giudiziari”. L'azione amministrativa, soprattutto quella relativa alla auto-organizzazione
degli uffici è, dunque,
del tutto vincolata.
Non v'è spazio
alcuno, per i capi
degli uffici giudiziari(e i dirigenti),
per ridurre
quest'o-
rario; v'è solo un limitato margine di discrezionalità per modularlo e articolarlo nell'arco di ciascun giorno feriale (ad esempio,
dalle 8 alle 13, dalle 8.30 alle 13.30, dalle 9
alle 14 e così via) e null'altro. I giudici di
Palazzo Spada hanno ritenuto che “quella
testé riportata è una norma tassativa che se
da un lato rimette alla discrezionalità del
Dirigente il potere di articolare l'orario in
questione nel senso di poter variamente fissare l'ora di inizio dell'apertura al pubblico,
dall'altro lato vieta di ridurre la durata oraria
in cui le cancellerie e segreterie devono essere aperte al pubblico (non meno di cinque
ore nei giorni feriali). In altri termini, la previsione legislativa ha un contenuto assolutamente vincolante, tale da non lasciare alcun
margine di discrezionalità in ordine ad una
opzione di durata oraria giornaliera di apertura al pubblico degli uffici giudiziari diversa
da quella fissata direttamente ed inequivocabilmente dal legislatore nazionale a mezzo
di un previsione con una valenza uniforme
per tutte le cancellerie e segreterie giudiziarie
presenti sull'intero territorio italiano.
Secondo il Consiglio di Stato, da quanto
appena dedotto “ne
deriva, nel caso di
specie che le misura
organizzatorie
assunte da un ipotetico Presidente di
Tribunale unitamente al
Dirigente amministrativo, si
pongono in contrasto insanabile con l'art.162, senza che
possa costituire causa giustificativa la motivazione
resa a sostegno dell'adot-
tato provvedimento riconducibile a ragioni
di carenza di personale e di tipo logistico: gli
elementi di valutazione posti a base del provvedimento di che trattasi, per quanto in sé
apprezzabili sono del tutto recessivi e
comunque non possono incidere sul limite
minimo delle cinque ore di apertura al pubblico degli uffici”. Del resto, la cronica mancanza di personale e della carenza di risorse
dovute alla perdurante crisi economica sono
elementi noti, ma proprio l'implementazione
dell'uso della telematica deve costituire un
“volano” nel quale investire le residue risorse a disposizione per migliorare il servizio e
con questo la vita lavorativa degli impiegati
e degli addetti alle cancellerie e quella professionale anche di avvocati, CTU, curatori e di
tutti coloro i quali con abnegazione quotidiana, spesso spinta sino all'eroismo, ancora oggi consentono che, sia pure con fatica,
la macchina giudiziaria continui a funzionare (altalex). Come si ricorderà la cancelleria sidernese, per quanto riguarda il ramo
civile, ha trovato sistemazione in un appartamento che fino a ieri ospitava i locali del
Centro per l'impiego di Locri. I disagi, in
questi mesi, sono stati notevolissimi per tutti
gli addetti ai lavori. A ciò si aggiunga il caos
totale ed il grande nervosismo che si è generato negli uffici con attese snervanti agli sportelli. E pensare che all'epoca del trasferimento degli uffici da Locri a Siderno, effettuati, a
nostro avviso, con ingiustificata celerità,
alcuni provarono anche a sostenere che l'accorpamento delle due cancellerie avrebbe
garantito in futuro per il cittadino una giustizia più rapida ed efficiente . I risultati ottenuti sono sotto gli occhi di tutti.
10
RECUPERO/ BENE COMUNE
Lo “Stile Commisso”
lascia spazio solo a
quelli come Frank
Rumbo, parola
di De Bernardo
N
ella requisitoria del processo
“Recupero- Bene Comune”, iniziato
lunedì 12 Maggio e che vede coinvolti 56
imputati, il procuratore antimafia Antonio De
Bernardo sembra conoscere il sodalizio criminale di Siderno come la tabellina del due.
Due per due? Elementare, quattro. E secondo
De Bernardo “elementare quattro”, nella mala
sidernese, è uguale a Commisso: Commisso
“Quagghia” e Commisso “Abbucato e Mastru”.
Dopo l'impero di Ntoni Macri', Quagghia,
Abbucato e Mastru avrebbero concesso spazio,
in tutti questi anni di sangue e business, a un solo
numero primo: Riccardo Rumbo, detto Frank, e
ai suoi.
Lui starebbe ai Commisso, se abbiamo capito
bene l'analisi di De Bernardo, come John Gotti
ai Gambino.
A tutti gli altri, anche ai più fedeli, solo lisciate e
sotto 'ndrine, compresa quella della Lamia, che
sarebbe stata lasciata in eredità dal padre ai figli,
Figliomeni Alessandro (ex sindaco di Siderno) e
a suo fratello Antonio “Topo”.
Padrone e sotto, a Siderno, deve essere così, nei
secoli e nei secoli. Se dici di no, caput.
Ecco il perché della faida con i Costa, degli anni
'90, e gli omicidi dei fratelli Salvatore e Agostino
Salerno, di recente.
Lo “Stile Commisso” non lascia spazio, è intollerante alle scissioni, tutti devono restare sotto la
Casa Madre, secondo De Bernardo.
Expo 2015, uno smacco per la ndrangheta
Tutti preoccupati dalle possibili infiltrazioni della ndrangheta e nessuno si aspettava una Tangentopoli
ILARIO AMMANDOLIA
Ricercate i giornali del periodo in cui è
partita l'Expo 2015 e noterete il grido di
allarme per la ndrangheta in agguato.
“Bisogna impedire alla ndrangheta di mettere le mani sull'Expo”, ripetevano in coro
governatori e sindaci, parlamentari e prefetti, giornali e politici, magistrati e questori. Ed il coro ha cantato guardando sempre
lo stesso spartito.
Intanto la televisione trasmetteva decina
di fiction per dimostrare che la ndrangheta aveva messo le mani dentro la città mentre Umberto Eco scriveva “ questa mia
povera Milano sturm and ndrangheta”.
Furono ricercati centinaia di attori e comparse per raffigurare volti orrendi di calabresi criminali con un marcato accento
“tamarro-calabro” per dare la giusta idea
del “lupo” che si aggirava a Milano. Poi
partirono centinai di servizi televisivi e
giornalistici per lanciare l'allarme “il lupo è
alle porte.” e con germanica urgenza si
dovette correre ai ripari prendendo misure eccezionali.
Una sola parola d'ordine: “qua la ndran-
gheta non entra.”. Cartelli quattro per
quattro furono collocati in tutte le strade di
accesso all'expo
Il grido milanese fu raccolto e rilanciato
dalla Calabria dove si parlò di interi branchi famelici pronti a partire alla conquista
dell'Expo.
Così come si usava in occasione della peste
per sconfiggere il morbo fu emesso un tacito editto: fuori i calabresi dai lavori Expo.
Porte aperte solo tecnici, imprenditori,
politici, manager ed imprese con quarto
quarti di nascita “padana” . A mali estremi, rimedi estremi. Furono collocate guardie su ogni strada di accesso ai cantieri ed
invisibili cavalli di Frisia con uomini armati a piantonare ogni opera.. Furono arrestati due giovani di Castrovillari in viaggio
di nozze perché si erano spinti altre i reticolati per vedere i meravigliosi lavori di
preparazione dell'Expo. Infiltrazione calabrese, infiltrazione mafiosa. Un povero
imprenditore che era nato a Cosenza da
genitori bergamaschi si affannava a ripetere che la nascita in Calabria era del tutto
casuale e non era dipesa dalla sua volontà
.Il suo papà era in servizio, nella città cala-
bra, come maresciallo dei carabinieri.
Un ingegnere di puro sangue lombardo
venne escluso perché la cugina acquisita
della sorella di suo cognato aveva sposato
un calabrese. “Dura lex sed lex” ripetevano in coro le autorità preposte.
Niente, da fare, dove c'è Calabria o di riffa
o di raffa ndrangheta c'è ! A meno che..
non ti sei guadagnato sui giornali la medaglia di combattente antindrangheta con
tanto di certificato rilasciato degli eroi
impegnati sul campo di battaglia. Peccato
che Giusy Canale non abbia potuto allietare la posa della prima pietra con il suo recital antimafia..Forse l'expo avrebbe meritato qualcosa in più, la Canale è soltanto
una debole comparsa ma ci sono ben altri
attori sullo stesso palcoscenico.
Nonostante tutto ciò, il risultato fu che
tanta attenzione sul fronte calabro, ha
impedito di capire che branchi di sciacalli
erano già dentro l'ovile ed hanno fatto strage di agnelli.
Il progetto originario è stato stravolto con
padana precisione.
I costi lievitati a dismisura con celtica virtù.
I tempi allungati con teutonica accondi-
scendenza.
I controlli furono severi come da tradizione asburgica.
Però, nonostante tutto, è stato un duro
colpo per la ndrangheta. Uno smacco rovinoso: una vera “cupola” a Milano senza la
minima partecipazione dei calabresi. Che
vergogna, che sfregio !. Ci eravamo abituati a sentirci i padroni di Milano. In occasione dell'arresto dell'assessore regionale
Zambetti che aveva pagato 200.000 euro
ad un “capo cosca ” per un pacchetto di
4000 voti si gridò compatti alla ndrangheta
che addirittura determina il risultato delle
elezioni in Lombardia. Io per la verità
pensando al povero Zambetti intento a
comprare quel “pacco” da un sedicente
ndranghetista mi è venuto in mente quel
signore un po' tonto che ha comprato la
Fontana di Trevi da Totò.
C'è una vecchia favola sempre attuale. I
lupi ci sono e sono pericolosi ma non si
grida sempre al lupo se non si vuole fare
un favore alla bestia. Oppure ? Oppure il
lupo serve- ed è tanto servito- per consentire agli sciacalli di divorare i succulenti
pasti in santa pace.
ATTUALITÀ
In prossimità del voto per le
amministrative in 15 comuni
della Locride pubblicheremo
ogni settimana le interviste ai
vari candidati a sindaco
Elezioni
Careri, Agnana, Canolo e
San Giovanni di Gerace
CARERI
Si presenta solo
la lista di Giuseppe
Rocco Giugno
I Componenti della “Lista Civica per Cambiare”
hanno deciso con grande senso di responsabilità di
proporsi per amministrare il comune di Careri con
un progetto che, nella continuità della gestione
Commissariale, tende a creare le condizioni per
uno sviluppo sociale,culturale ed economico nell'ottica della legalità e della trasparenza che deve
essere “conditio sine qua non” per la governabilità
della comunità.
Gli obiettivi che questa componente Politica
Denominata “Lista civica - per cambiare”, si propone sono: abbattimento tariffe
acqua potabile mediante recupero
dell'acquedotto ex consortile;
gestione raccolta differenziata
porta a porta con abbattimento
delle tariffe; metanizzazione frazione Natile nuovo; ampliamento
cimitero dei tre centri abitati.
Inoltre, ammodernamento rete
fognante Natile nuovo; riqualificazione arredo urbano Careri centro; rifacimento rete idrica; completamento iter
piano strutturale comunale con riabilitazione della
frazione Natile. Gestione terreni comunali; ammodernamento e messa in sicurezza edilizia scolastica;
adeguamento a norma impianto di pubblica illuminazione dei tre centri abitati. Realizzazione
struttura sportiva nella frazione Natile nuovo; riordino dei servizi comunali; gestione e riordino fabbricati comunali ex Etarp. Ed ancora, completamento edilizia sociale fabbricato sito in via s. Pertini
Careri centro; sistemazione viabilità esterna ed
interna; microzonazione sismica del territorio
comunale; studio e difesa del suolo a rischio idrogeologico; incentivazione turismo ecclesiastico;
politiche giovanili e del volontariato; riperimetrazione ente parco; gestione animali domestici e selvatici.
Il Candidato a Sindaco
Giuseppe Rocco Giugno
AGNANA CALABRA
Giuseppe Lupis:
Antonio Moio: i
Caterina Furfaro:
chiarezza,trasparenza giovani al governo presenza e
econcretezza
per il cambiamento concretezza
La lista contraddistinta dal simbolo “ Stretta di
mano al centro racchiusa in un ovale con frecce
direzionali di colore rosso, giallo, verde, azzurro
e viola intervallate dalla scritta patti chiari di colore nero “, nata dall'incontro e dall'unione di persone libere, dotate di forti principi morali e
democratici, vuole accompagnare Agnana in un
cammino di crescita per i prossimi anni coniugando
esperienza e novità.
Chiarezza,Trasparenza e
Concretezza è quello che la
nostra lista si propone senza
presunzione, per far si che il
Paese sia sempre di più una
realtà attenta ai cittadini e al territorio.
Solitamente nei programmi elettorali si tende a
fare un elenco di numerosi progetti e svariate
proposte per cercare di accattivarsi le simpatie
dell'elettore finendo per perdere di vista la realtà,
l'equilibrio, la sobrietà e la semplicità. Noi vorremmo rompere gli schemi tradizionali, dimenticandoci dell'abituale e interminabile elenco di
quelle cose ovvie che devono essere fatte con o
senza proclami. Per questo motivo nel presente
documento politico - amministrativo vengono
esposti i punti programmatici che, volutamente,
contengono solo delle indicazioni di carattere
generale perché una buona amministrazione
deve essere attenta e disponibile a valutare in itinere gli stimoli che vengono dai cittadini.
Giuseppe Lupis
Candidato alla carica di Sindaco
Cosa rimproverate all'amministrazione uscente?
Noi ci proponiamo come un movimento di giovani
indipendenti con l'obiettivo non per forza di rottamare
ma ripartire dalla freschezza e dalle idee dei giovani per
innovare nella tradizione. Purtroppo, e non è solo un
problema dell'amministrazione uscente perché lo
notiamo anche a livello nazionale, si è sempre dato
poco spazio alle nuove leve, forse dato anche dal fatto
che i giovani ormai da moltissimi anni, hanno perso la
vocazione politica e civile e non si
sono mai voluti impegnare seriamente. Oggi noi proponiamo il
miglioramento e l'innovazione e
abbiamo deciso di organizzarci in un
gruppo di ragazzi senza nessun vincolo politico o di altra natura che si
presta con la propria volontà, impegno e dedizione nell'interesse della
comunità in cui vive o è nato.
Voi cosa proponete per sviluppare le vocazioni
del vostro paese?
L'intenzione è quella di mettere al centro della propria
azione l'interesse della collettività e del territorio agnanese, creando una vera alternativa per amministrare il
paese e per cogliere le opportunità presenti in un
periodo difficile nonostante la crisi. Sei i punti principali dai quali far (ri)partire Agnana Calabra: il lavoro; la
trasparenza; la comunicazione; l'ambiente e la tutela
del territorio; il turismo; il welfare (sociale) e le politiche
per il sociale.
E come pensate di fare?
Noi vorremmo partire con un nuovo modo di amministrare che non dimentichi gli esempi positivi e l'importanza del passato, garantendo una macchina amministrativa più efficace e seguendo principalmente due
linee guida: la gestione ordinaria; lo sviluppo programmatico e progettuale, ticati.
Cosa rimproverate all'amministrazione uscente?
Il paese è in uno stato di abbandono totale. Non sono
stati curati i servizi per i cittadini e i loro interessi. La rete
idrica è un disastro. D'estate la parte alta del paese ha
molti problemi e l'acqua ha odore di cloro e non è potabile. La raccolta differenziata è una farsa, i rifiuti infatti
vengono raccolti come se fossero indifferenziati. I depuratori non funzionano e la manutenzione è inadeguata.
Non c'è stato interesse per la tutela della salute pubblica.
Nel corso di questi anni all'opposizione ho presentato
molte mozioni e interrogazioni a cui
non è stata data risposta, ne ho presentate per la questione delle fogne,
della differenziata, per il mancato
svincolo dei terreni in Via Roma.
Voi cosa proponete per sviluppare le vocazioni del vostro paese?
A noi interessa realizzare progetti
concreti che migliorino la vita dei cittadini. Vogliamo rendere trasparente
la nostra amministrazione in modo da
dare pari opportunità ai cittadini. Se sceglieranno noi, il
27 convocheremo Arpacal, carabinieri e Sorical per controllare acquedotti, depuratori e sorgenti. E se non si
dovesse essere in grado di fornire il giusto servizio ai cittadini abbasseremo le tariffe. Faremo inoltre fare uno studio per garantire il servizio idrico a tutti i cittadini di
Agnana, anche d'estate. Svilupperemo una delle nostre
risorse più preziose, la produzione dell'olio. Cercheremo
di ottenere il marchio DOP e DOG e aiuteremo a sviluppare le produzioni.
E come pensate di fare?
Noi amministreremo pensando a lungo termine. Non ci
interessano le grandi opere irrealizzabili. Vogliamo dare
ai cittadini ciò di cui hanno bisogno. Raccolta differenziata reale ed efficiente, utilizzando il personale comunale e
facendo accordi con i consorzi di filiera.
Inoltre faremo il bilancio partecipato, in modo che le esigenze dei cittadini siano al centro dell'attività amministrativa.
www.rivieraweb.it DOMENICA 04 MAGGIO
15
CANOLO
RositaFemia:losviluppoelapartecipazioneperripopolareilpaese
RaffaellaCortale:Impegnoe
determinazionelelineeguida
Quanto siete riusciti a realizzare del programma
con cui vi siete presentati alle scorse elezioni?
Il programma è stato in parte realizzato. Abbiamo
progettato centri di aggregazione e sportivi al fine di
ridare ai cittadini una nuova vita di comunità. Queste
iniziative sono utili a evitare, soprattutto ai giovani,
devianze e a trasferire cultura esperienze e tradizioni
agli anziani ai giovani. Abbiamo anche ottenuto un
finanziamento per la riqualificazione di campo Naps.
Per la tutela e gestione del territorio abbiamo lavorato al ripristino e alla manutenzione dei canali di irrigazione che hanno consentito agli agricoltori di
migliorare il raccolto. Ed è in itinere la predisposizione del piano strutturale comunale. Inoltre sono stati
programmati una serie di interventi, non previsti nel
programma elettorale, ma ritenuti utili alla collettività.
Quali sono stati invece i progetti che non siete
riusciti a concretizzare e perché?
La ristrutturazione delle Chiese: San Nicola di Bari e,
in particolare, Madonna delle Nevi, non avendo le
disponibilità economiche. Nel merito sono stati predisposti dei progetti e inoltrate richieste di finanziamento a vari Enti rispetto ai quali al momento non è stato
dato riscontro.
Quali sono i punti del vostro nuovo progetto
per il paese?
Siamo convinti che senza entità democratica e partecipazione non ci sarà futuro per Canolo e i canolesi,
per questo vogliamo praticare nuove forme di comunicazione e partecipazione della cittadinanza al fine
Cosa rimproverate all'amministrazione uscente?
Ho studiato e lavorato lontano da Canolo per diversi
anni, nel 2011 ho deciso di ritornare a viverci e in questi tre anni ho potuto constatare l'involuzione del mio
territorio (servizi scarsi o inesistenti) a dispetto delle
potenzialità che il territorio esprime.
L'amministrazione uscente non poteva fare miracoli,
ma 5 anni sono più che sufficienti per risolvere i piccoli problemi che tutti denunciano e anche per gettare le fondamenta per un processo di crescita. Invece
non sono stati predisposti neanche progetti di lunga
durata, non si è guardato avanti!. L'unico “crescendo”
sono promesse mai evase e una cascata di “Sì, Sì” mai
andati a buon fine. Se pensa che il rapporto con i cittadini è stato quasi annullato: amministrare un comune, e soprattutto un comune come Canolo (territorio
vasto e vario e a bassa densità abitativa), non può prescindere dalla comunicazione, in termini di input e
feedback, con i cittadini: cuore della “cosa” da amministrare. Ridare voce ai cittadini è il nostro primo
obiettivo.
Voi cosa proponete per sviluppare le vocazioni
del vostro paese?
Il nostro programma è un punto di partenza al quale
si aggiungeranno, anche nell'immediato, tanti altri
progetti già presentati e condivisi con i nostri concittadini negli incontri di questi giorni: la gente ha voglia
di fare e subito. Abbiamo diverse attività da avviare e
sviluppare già entro l'estate 2014. Il nostro territorio è
ricco: risorse naturali, storico/culturali ed eccellenze
di avere un ampio consenso in particolar modo sulla
gestione del territorio che interessa l'intera collettività.
Puntiamo sullo sviluppo e la competitività delle attività agricole affinché gli operatori economici creino
sistemi per la valorizzazione delle produzioni locali.
Le nostre aree montane diventeranno un valore
aggiunto per la produzione agricola locale.
Ci proponiamo di migliorare la
qualità della vita attraverso il
recupero del patrimonio edilizio
esistente, il miglioramento dei
servizi e delle infrastrutture.
Per quanto riguarda il turismo
riteniamo che serva dare un
impulso attraverso la valorizzazione delle bellezze naturali, programmando una serie di interventi che prevedono percorsi
naturalistici attrezzati. Inoltre è nostra intenzione
creare un marchio di qualità per i prodotti tipici canolesi.
Di concerto con gli operatori di telefonia mobile
saranno individuati dei siti per l'istallazione di un'antenna al fine di consentire l'utilizzo del cellulare nella
frazione di Canolo Nuova, connettività internet tramite wi-fi. Sono in programma diversi interventi nel settore dei lavori pubblici tra cui si citano: due centri di
aggregazione, la ristrutturazione del campo di calcio,
interventi sulle strade interpodera
gastronomiche. Tali ricchezze sommerse devono
essere “utilizzate” per ottenere e garantire, nel rispetto e riguardo delle stesse, un benessere economico
costante e condiviso. Tutto però deve essere valorizzato attraverso la risorsa più importante il cittadino, il
canolese, per migliorarne le condizioni socio-economiche. Di pari passo, infatti, focalizzeremo l'attenzione sulla riorganizzazione dei servizi offerti ai residenti e non. Nello specifico intendiamo migliorare i servizi legati ai trasporti, alla sanità, allo
sport ma anche creare luoghi di incontro a fini ricreativi.
E come pensate di fare?
“Chi ha tempo non perda tempo”!
Abbiamo sviluppato delle idee semplici e realizzabili per aumentare le presenze turistiche. E coinvolgeremo in
questi progetti l'intera comunità. Nel
corso del nostro mandato lavoreremo
in modo pragmatico e con impegno, individuando,
dopo un'attenta analisi iniziale, le criticità del territorio e sviluppando un piano di intervento con obiettivi
congrui e graduati. Nel piano di realizzazione, per
ogni singolo obiettivo, saranno individuati: risorse
(umane ed economiche), tempi di realizzazione e
procedure di controllo per valutare l'efficacia ed efficienza degli interventi. Impegno e determinazione
uniti a lungimiranza e comunicazione con i cittadini,
sono le principali direttrici che intendiamo seguire
per raggiungere gli obiettivi prefissati.
SAN GIOVANNI DI GERACE
PinoVumbaca:ilgovernodell’impegno WilliamGrazianoAlì:insiemesipuò
Cosa rimproverate all'amministrazione uscente?
Il rimprovero più grave che lanciamo all'amministrazione
uscente è quello dell'assenza, dell'abbandono del paese.
In questi anni abbiamo assistito ad un fenomeno di completo disinteresse degli amministratori verso le esigenze
vere del paese. L'attenzione è stata focalizzata solo sui
momenti “propagandistici.
Nel nostro programma lo abbiamo scritto: vogliamo invertire le tendenze negative in atto, sostituendo all'amministrazione dell'assenza quella dell'impegno.
Vogliamo chiudere l'esperienza di gestione del paese
“dall'esterno”, mettendo in gioco tutto il nostro impegno,
e lo mostriamo anche simbolo che contrassegna la nostra
Lista.
Voi cosa proponete per sviluppare le vocazioni del
vostro paese?
Vogliamo creare, riqualificare e valorizzare. È necessario
intanto attivarsi per mantenere e riqualificare l'esistente,
sia inteso come patrimonio di opere pubbliche, sia come
apparato di servizi esistenti, di realtà associative, di inizia-
tive consolidate, da agevolare incentivare in tutti i modi. Insomma, bisogna
saper valorizzare e difendere quello che
di buono c'è nel nostro paese. Poi bisogna focalizzare l'attenzione su ciò che è
necessario creare, avendo la lungimiranza di programmare interventi che
non siano solo utili per il momento elettorale, ma siano positivi per la vita dei
cittadini. E infine valorizzare i grandi patrimoni che abbiamo: le ricchezze artistiche e culturali, le nostre bellezze
naturali.
E come pensate di fare?
La ricetta che proponiamo è quella dell'impegno. Buttarsi
a capofitto in tutti gli ambiti dell'Amministrazione, intercettando tutti i possibili mezzi di finanziamento per la realizzazione di ciò che si programma. Saremo vigili e operativi, e non lasceremo intentata alcuna possibilità. La situazione contingente è così grave, che ogni mancato finanziamento, è da considerarsi un peccato di omissione.
Quanto siete riusciti a realizzare del programma con cui
vi siete presentati alle scorse elezioni?
San Giovanni di Gerace nell'ultimo quinquennio ha centrato
numerosi obiettivi previsti nel proprio programma amministrativo. Abbiamo realizzato una moderna rete internet WI FI;
abbiamo ristrutturato e il Santuario di Maria SS. Delle Grazie; ci
siamo attivati per realizzare una strada alternativa che conduce
a Gioiosa Jonica. Abbiamo effettuato la ristrutturazione dell'ambulatorio medico comunale, dell'edificio scolastico adibito a
scuola elementare, installando un impianto di climatizzazione;
sono stati sostituiti km di rete idrica; sono stati completati i lavori di metanizzazione e riasfaltate tutte le strade comunali.
Abbiamo realizzato un impianto fotovoltaico sull'edificio scolastico.
Quali sono stati invece i progetti che non siete riusciti a
concretizzare e perché?
Avremmo voluto portare a termine le cinque opere che andranno comunque in appalto da qui a tre - quattro mesi. Avremmo
voluto realizzare la ristrutturazione del campo di calcio, la creazione di un parco giochi, nonché avviare la raccolta differenziata dei rifiuti.
Quali sono i punti del vostro nuovo progetto per il paese?
Vogliamo realizzare opere di notevole
importanza che stanno per vedere l'ultimazione dell'iter burocratico, come la riqualificazione della strada che porta in località
“Scialata”; la pavimentazione dell'area di parcheggio e l'ampliamento dell'area pic-nic; la
riqualificazione di Piazza Municipio e delle
relative scalinate; la messa in sicurezza della
strada San Giovanni-Martone; la pavimentazione in pietra naturale del cimitero comunale, opere già finanziate e in attesa di essere appaltate. La riqualificazione del vecchio mercato coperto e della villa, la ristrutturazione del campetto di calcio e la creazione di una pista per
motocross. Cercheremo di dare continuità lavorativa a LSU ed
LPU. Punteremo sulla raccolta differenziata porta a porta.
Completeremo la grande opera di ristrutturazione del Santuario
già avviata e che necessita di ulteriori interventi. Renderemo
più fruibile il nostro rinomato percorso naturalistico.
L'agricoltura necessiterà un impegno politico atto alla valorizzazione delle coltivazioni esistenti sul territorio, in particolare
quelle di ulivo.
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SETTIMANALE
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Siderno
www.rivieraweb.it DOMENICA 18 MAGGIO
POSTA
L’ANGOLO DI PARRELLO
RICORDANDO
PERDONO
Peppe Calautti
La
parola
"perdono"
dev'essere usata con convinzione, altrimenti se ne
perde il significato. La persona che ha ferito gravemente il tifoso napoletano
Ciro Esposito è stata perdonata dalla madre del ragazzo.
Quella persona ha fatto del
male cosciente di farlo; non
ha causato un danno poiché
non poteva evitarlo, ma l'ha
fatto appositamente. Ciò
nonostante, ha trovato dall'altra parte una persona disposta a regalare quello che è
forse il più bel sentimento
esistente nel vivere sociale: il
perdono.
Franco Parrello
14
Ricordo con piacere e commozione il mio amico Peppe Calautti. Torno
indietro nel tempo ai tempi della Sguta Sidernese del 19 Aprile1995
con il sindaco Mimmo Panetta, il vescovo Giancarlo Maria Bregantini,
l'assessore Domenico Bumbaca e il cuoco Peppe Calautti.
Daniele Nastasi
LA SCOMPARSA
Stefania D'Agostino, un punto di riferimento
Mamma, moglie, figlia, sorella e amica. Stefania, un punto di
riferimento per tutti. E con tutti, per 35 anni, ha condiviso i
momenti meravigliosi di una vita che amava in un modo
appassionante che contagiava. Nonostante la morte prematura e tragica di suo padre e la sua malattia, Stefania
amava la vita con tutta se stessa. E ha lottato come una campionessa per tenersela. Con dignità, senza mai mollare,
anche quando andava giù, Stefania si rialzava. Non una
volta. Nella notte tra il 29 e il 30 Aprile non c'è più riuscita. «
Abbiate coraggio e amate i fiori», ha chiuso così quella notte,
intorno alle due, pochi attimi prima del suo ultimo viaggio,
quello senza bagagli
. Ma al di là della vita, Stefania continua ad amare, i suoi
fiori…il suo piccolo fiore che accarezza nel sonno dei prati
profumati di maggio, nel focolare della vigilia, nei falò
d'agosto. Sempre.
L’ULTIMO BALUARDO DEL COMUNE DI SIDERNO È CADUTO
“Vice du campu”espulso
D
opo la caduta del consiglio comunale, dopo le rovine del lungomare, dopo lo svuotamento delle
acque della diga, dopo la retrocessione già
annunciata da diverso tempo della squadra di calcio, dopo la chiusura
dell'Ospedale, dopo la chiusura della sede
distaccata del Tribunale, dopo il trasferimento dell'Ufficio di Collocamento, dopo
la chiusura dell'istituto tecnico per
Geometri, dopo il trasferimento della
biblioteca comunale, dopo la chiusura
degli uffici del G.di P., dopo la dismissione
della stazione ferroviaria, dopo la chiusura della caserma della finanza, dopo la
chiusura della piscina, dopo la chiusura
degli uffici dell'ACI. Sotto gli occhi increduli dei tifosi della locale squadra di calcio, domenica 27 Aprile 2014 durante l'incontro di calcio del torneo di promozione
calabrese tra il Siderno e il Brancaleone
diretta dall'arbitro Sportelli della sezione
di Lamezia, si è assistito alla più bizzarra
delle espulsioni: è stato espulso dal
“campo di gioco” nel pieno svolgimento
delle proprie funzioni lo storico custode
dello stadio comunale, Pasqualino
Vincenzo, persona irreprensibile, che si è
sempre contraddistinta per l'attività svolta, per l'ospitalità e disponibilità riservata
a tutti, principalmente agli ospiti.
L'accaduto di domenica è l'ultima, in ordine di tempo, mortificazione riservata ai
cittadini di Siderno, perché il fatto costituisce un'azione umiliante non solo per il
custode che l'ha subita materialmente, ma
per tutti i buoni ed onesti cittadini di
Siderno, che hanno moralmente subito
un'azione a dir poco stravagante.
Per quanto accaduto Domenica tutti noi
sportivi ci sentiamo di esprimere grande
solidarietà al custode Vincenzo, invitandolo a continuare la sua attività, come
sempre ha fatto, sapendo che ha dalla sua
parte tutta la stima degli sportivi della
costa dei Gelsomini e dell'intera cittadinanza Sidernese.
Pertanto, si invita la Commissione straordinaria del comune di Siderno a prendere
le dovute iniziative affinché venga difeso
il buon nome di tutti i dipendenti comunali, dell'amministrazione e dell'intera
cittadinanza Sidernese, in modo tale che
azioni del genere non vengano più commesse.
Esaminando il fatto in maniera più
approfondita, si ricorda che al momento
dell'espulsione Vincenzo era seduto
davanti alla segreteria dello stadio, posto
di controllo del custode, dove è ubicato il
telefono di servizio dello stadio comunale,
che nelle vicinanze della segretaria insiste
una cabina elettrica con relativo gruppo
elettrogeno, due locali di deposito macchinari ed attrezzature per la normale
manutenzione dello stadio e che, non
molto distante, insiste un'altra cabina elettrica e il pozzo per l'irrigazione dello stadio, oltre ai comandi elettrici di tutti i settori dell'impianto sportivo, di cui al
momento soltanto il custode ne garantisce il corretto uso.
Inoltre, nella segreteria vengono custodite le chiavi di tutte le porte e cancelli,
interne ed esterne, dello stadio, degli
armadietti elettrici delle torri di illuminazione, compreso l'impianto di emergenza.
Al momento dell'espulsione, peraltro, il
custode era l'unico rappresentante dell'amministrazione Comunale e stava esercitando, come tutte le domeniche calcistiche da oltre 35 anni, la sua normale attività di controllo, sorveglianza di manomissioni, asportazioni o danneggiamenti
agli immobili, ai materiali, agli attrezzi ed
arredi di qualsiasi specie e quanto altro di
proprietà comunale.
Per quanto riguarda il fatto tecnico, si evidenzia che il custode è stato allontanato
dal (1) campo di gioco dalle forze dell'ordine, dietro indicazioni dell'arbitro.
L'arbitro di domenica al comunale di
Siderno ha dimostrato di non essere dotato di buon senso, ma ha anche dimostrato
di avere lacune nella conoscenza ed applicazione del regolamento, visto che il
custode sostava davanti alla segreteria
dello stadio nonché posto di custodia,
zona che il regolamento del gioco del calcio definisce: “Campo di gioco: è l'intera
struttura sportiva che comprende anche il
“recinto di gioco”, gli spogliatoi ed ogni
altro locale annesso, con i relativi accessi”.
Considerato che il custode sostava davan-
ti al suo posto di lavoro, che la porta di
accesso alla segreteria è fuori dal “recinto di gioco”, zona in cui solo i tesserati
possono sostare, non si capisce per quale
motivo è stato allontanato anche dal
“campo di gioco”, che è zona diversa dal
recinto di gioco, per come definito dal
regolamento del gioco del calcio.
Si ricorda che allontanando il custode dal
“campo di gioco” si è interrotto un servizio pubblico, che in quel momento il
Vincenzo stava svolgendo nel pieno delle
sue funzioni.
Ci auguriamo che in seguito tutti noi
dimostriamo nell'applicare le norme e i
regolamenti quel buon senso che la vita
quotidiana ci detta e che tutti noi
dovremmo avere, rifuggendo da ogni tipo
di personalismo ed egocentrismo.
“Il Regolamento del Giuoco del Calcio “
(1) Che cosa sono: il “terreno di gioco”,
il “campo per destinazione”, il“recinto di
gioco”, il “campo di gioco”?
Terreno di gioco: è il rettangolo entro il
quale si svolge effettivamente il gioco.
Campo per destinazione: è una fascia
piana di terreno larga almeno m.
1,50,situata intorno al terreno di gioco ed
a livello dello stesso.
Recinto di gioco: è il terreno di gioco, il
campo per destinazione, le eventuali piste
e pedane atletiche sino alla rete o altro
mezzo appropriato di recinzione.
Campo di gioco: è l'intera struttura sportiva che comprende anche il “recinto di
gioco”, gli spogliatoi ed ogni altro locale
annesso, con i relativi accessi.
Un gruppo di sportivi sidernesi
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DOMENICA 18 MAGGIOO 17
Il vescovo Morosini:«Dei digitus Dei est hic.In questo luogo c'è la presenza di Dio»
"Non avere paura, vengo dal Paradiso, io sono la
Vergine Immacolata, la madre del Figlio di Dio. Sono
venuta a chiederti di costruire qui una cappella in
mio onore. Io ho scelto questo luogo, qui voglio
stabilire la mia dimora e desidero che da ogni
paese si venga qui a pregare”
Sono queste le parole che la Madonna pronunciò a Fratel Cosimo Fragomeni, l'11
maggio del 1968, apparendo su uno Scoglio, a Santa Domenica di Placanica, nel
cuore della Locride. Quella fu la prima delle quattro apparizioni, che si susseguirono,
una volta al giorno, fino al 14 maggio. Quel luogo, è divenuto oggi meta di centinaia
di migliaia di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. Solo l'11 maggio 2014,
è stato celebrato il 46° anniversario della prima apparizione, ed è stato stimato ci fossero cinquantamila fedeli. Il 10 maggio durante la Santa Messa, presieduta da monsignor Cornelio Femia, si erano susseguiti momenti di elevata spiritualità e molto
solenni, come la suggestiva fiaccolata mariana, l'adorazione eucaristica notturna, la
preghiera del Santo Rosario, animata dal gruppo giovanile di apostolato e preghiera
dei “Testimoni del Santo Rosario”, fondato da Fratel Cosimo. Alle 15.00 dell'undici
maggio Fratel Cosimo ha effettuato una evangelizzazione, alla quale è seguita la
solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dall'arcivescovo di Reggio Calabria Bova, monsignor Morosini, la processione con il Santissimo Sacramento, la preghiera d'intercessione per gli ammalati e i sofferenti che ha elevato al Signore lo stesso
Fratel Cosimo, alla presenza del Santissimo, la benedizione eucaristica. In merito
all'opera fondata da Fratel Cosimo, nel 1968, dopo essere stato chiamato dalla
Vergine Tuttasanta, l'attuale arcivescovo di Reggio Calabria - Bova, già pastore della
diocesi di Locri - Gerace, ai microfoni di RAI 1 ha detto: “Molti si pongono la domanda del perché tanta gente, da quasi mezzo secolo continua a recarsi, costantemente,
alla Madonna dello Scoglio. Notando l'ambiente circostante, le difficoltà viarie e la
mancanza di opere d'arte o di svago” - ha continuato - “la risposta non può essere che
unica: digitus Dei est hic, qui, in questo luogo, c'è la presenza di Dio. Lo dimostrano
la pietà dei fedeli, le code presso i confessionali, la preghiera silenziosa di fronte alla
statua della Vergine, il raccoglimento e il silenzio durante le celebrazioni sacre.”
All'epoca delle apparizioni, Fratel Cosimo, dotato di carisma straordinario, e considerato oggi l'uomo dell'ubbidienza alla Chiesa, che ha riconosciuto la sua opera ufficialmente (decreto vescovile n. 34 del 07 - 12 - 2008) all'epoca delle apparizioni era
diciottenne ma, con saggezza e spirito di umiltà e ubbidienza, consegnò subito le relazioni dell'accaduto al parroco di Placanica, il compianto don Rocco Gregorace. Il
sacerdote, che conosceva benissimo Cosimo Fragomeni e la sua famiglia, seguì con
cura paterna il giovane, perché lo aveva visto crescere e conosceva la sua fede profonda, i suoi enormi sacrifici per percorrere a piedi la strada che separava la frazione di
Santa Domenica dalla chiesa di Placanica, con qualsiasi tempo e pericolo, attraversando spesso il torrente in piena, per arrivare sempre puntuale e ordinato alla messa
domenicale. Da allora, un susseguirsi di eventi particolari e speciali hanno segnato la
storia dell'opera mariana e l'evangelizzazione di Fratel Cosimo. Infatti, il suo ministero è stato accompagnato, sempre, da segni straordinari, ovvero grazie spirituali e fisiche, operate dal Signore, a molti dei pellegrini giunti allo Scoglio, per intercessione
della Madonna e per la preghiera dell'umile uomo di fede. Negli archivi della comunità di preghiera, che lo segue da oltre vent'anni, ci sono relazioni dettagliate, corredate da referti medici, che evidenziano conversioni e guarigioni inspiegabili, scientificamente, da diverse malattie e infermità. Fra le tante testimonianze raccolte, si rilevano vocazioni sacerdotali maturate attraverso l'esperienza di preghiera dello Scoglio.
Alcuni casi evidenziano conversioni dall'ateismo o dal settarismo, dopo che i protagonisti hanno avuto un colloquio privato con l'uomo di Dio. Molte persone sostengono di essere stati guariti per la preghiera o per la benedizione di Fratel Cosimo.
Altri dopo essersi bagnati con l'acqua della fonte della Madonna, sgorgata sul luogo
sacro su indicazione di Fratel Cosimo. Diverse persone hanno espresso di avere ottenuto una grazia, personale o per i propri cari, attraverso la semplice preghiera del
santo Rosario. Elencare tutte le testimonianze conservate allo Scoglio sarebbe impossibile: la casistica è vasta, quanto lo sono i mali che affliggono l'umanità.
Giuseppe Cavallo
RIVIERA
Il Premio“Zalex”alla sua quarta edizione
Festa e riconoscimenti per i giovani alunni delle
scuole di Primo Grado della provincia di Reggio che
hanno partecipato al premio “Zalex Arte&Regole”, ideato e promosso dal movimento
creativo “EnergiE CondivisE”. Sabato 10 maggio la
premiazione presentata da Maria Teresa
D'Agostino, con interventi dell'Assessore Sofia,
della direttrice del Museo di Locri e di molti altri. Il
tema di quest'anno la tutela dei Parchi Archeologici,
che ha visto oltre 100 partecipazioni. La serata è
stata allietata da alcuni intermezzi musicali a cura
del soprano Cappelleri e del coro e dell'orchestra
della Scuola Secondaria di Primo Grado di
Mammola, diretti dai professori Calipari,
Anghelone e Gramuglia. Le finalità del concorso è
la stimolazione dei bambini alla riappropriazione
della cultura meridionale attraverso la figura di uno
dei primi legislatori della storia, Zaleuco. Nei loro
video, fumetti e racconti, i bambini hanno dipinto
una società che si ribella ad una condizione di arretratezza, se vogliamo anche questo un luogo comune da abbattere. Novità di quest'anno una proposta
di collaborazione con il Museo di Locri per una raccolta fondi, e l'offerta, da parte di
EnergiECondivisE, di apporre il suo logo alle più
meritevoli aziende produttrici d'arance biologiche.
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CULTURA E SOCIETÀ
18
ARTE E DINTORNI di Domenico Spanò
Tacchi... Il Castello di Ardore superiore: uno
che passione
C
erto, non ci farà smettere di piangere
per l'ometto che ci ha abbandonate o
non ci farà passare il mal di testa, né
risolverà i nostri mille problemi, ma come vi
sentite a dilapidare un capitale per acquistare
irrinunciabili scarpe con il tacco?
Alti, bassi, a spillo, quadrati, costruiti come
vere e proprie sculture, a forma di rossetto.
Sono i migliori nemici delle donne, sono
amati e insieme odiati; non hanno utilità pratica, anzi fanno parecchio soffrire, però sono
indispensabili; sono proprio loro e all'anagrafe hanno nome "tacchi". Le donne li adorano e gli uomini non ne capiscono il motivo, e
quelle stesse donne preferiscono subire dolori pungenti ma non star male per amore.
D'altra parte -si sa- la donna è contraddittoria
per natura, ma il dato di fatto che persiste e
insieme insiste è che la scarpa con il tacco è il
tocco finale per il celeberrimo "Ci piace" di
Enzo & Carla.
Così da centinaia di anni accompagnano noi
donne nel nostro incessante pellegrinare. Nel
1533 Caterina de Medici indossò scarpe con
tacco per non sfigurare troppo di fronte al suo
futuro marito, il duca d'Orléans, a causa della
sua modestissima statura.
Addirittura si narra che Leonardo Da Vinci li
fece indossare alla Monna Lisa per avere a
disposizione una donna da dipingere sicuramente più slanciata e sensuale. Già da tempi
così antichi, le donne si preoccuparono della
loro sensualità. E non solo le donne. Luigi
XIV amava farsi confezionare scarpe dal
tacco riccamente decorato, simbolo di potere,
autorità e prestigio.
Difatti anche oggi una donna che sinuosamente e sensualmente si atteggia su un bel
paio di scarpe tacco dodici, detiene un certo
prestigio. Non è concesso mica a tutte di
sapersi destreggiare su quell'altezza. Eppure
alcune donne si ostinano, le vedi decise ad
apparire belle e disinvolte ma quello che
appare è uno sforzo immane e disumano per
cercare di mantenere l'equilibrio e nella
migliore delle ipotesi, evitare di cadere...d'altra parte famosissime sono le cadute sulla scalinata del Palco del Festival di Sanremo. Sarà
forse una tradizione, sarà forse di buon auspicio, del tipo "nessuno è cascato, Festival sfortunato". E tu le vedi, tutte le donne da casa,
attente a sbellicarsi dalle risate quando la
prima poveretta su tacchi vertiginosi inciampa
nel lussuosissimo vestito e...cade! Si, cade. E si
fanno persino servizi al telegiornale, eh.
Indispensabili e irrinunciabili, ecco come li
definiscono le donne. Dipendenza da scarpe,
sì!, sarà forse così che si chiama quell'impulso
irrefrenabile ad acquistare tacchi solo per il
piacere di averli e forse mai avere l'occasione
di sfoggiarli, ma solo accumularli e adorarli,
infine venerarli come fossero divinità.
Perché? Non si sa, deformazione femminile
forse.
Sarà per il fatto che noi donne da quei pochi
centimetri che ci sollevano da terra osserviamo il mondo da tutta un'altra prospettiva,
senza dubbio privilegiata? È possibile.
Ma come dimenticare poi che proprio con
una scarpetta dall'esile tacco inizia una delle
storie più belle mai raccontate? Chissà, forse
sarà proprio l'aspettativa del principe azzurro
a indurre le donne a costruire veri e propri
mausolei dedicati alle scarpe?
Sara Leone
scrigno di storia, arte e cultura Jonica
A
ltro esempio di maestosa
storia, architettura, arte e
cultura in Calabria è senza
dubbio il Castello di Ardore
Superiore. La provenienza del
nome di questo antico paesino, racchiuso segretamente una parte nell’entroterra jonico a ridosso
dell’Aspromonte e l’altra lungo la
parte pianeggiante bagnata dal
mare, è tuttora incerta. Infatti le
ipotesi più probabili tendono a far
risalire l’origine del nome dal latino “Ardor” o dal greco “Ardo”
(bagnare, significato che troverebbe riscontro nell’essere il territorio
appunto anche bagnato dal Mare
Jonio). Secondo un’altra ipotesi il
nome avrebbe invece una chiara
origine
greco-bizantina.
Quest’ultima ipotesi sarebbe la
più accreditata per il fatto che il
paese ebbe origine verso il mille
come il vicino Gerace di cui Ardore
nei primi tempi era un piccolo villaggio annesso. L’origine del popolo ardorese, sarebbe, al pari del
geracese, non greca, ma italobizantina. Il Castello Feudale è
simbolo senza dubbio il simbolo di
tutto il circondariato Jonico. Venne
costruito dai Baroni di Ardore
prima del 1600, fu infatti il primo
duca
di
Ardore,
Orazio
Gambacorta, a volerne la sua
costruzione nelle alture del promontorio. Questo grande castello
è un edificio a pianta quadrata con
quattro grandi torri ai quattro
angoli, due rotonde e due a tendenzialmente forme quadre. Nel
fondo di queste si aprivano dei trabocchetti che per vie sotterrane
che, secondo la tradizione, portavano a diversi e lontani punti del territorio, e uno di essi, quello a sud,
al Castello Feudale del vicino
Bovalino.
Il Castello di Ardore era ben fortificato, massiccio e imponete, nelle
torri e nelle mura si vedono ancora
oggi molte feritoie e, sino al 1847 si
conservavano due colubrine. Tra il
ponte levatoio e la facciata principale esisteva un bel giardino, che
nel 1882 fu espropriato per ingrandire la Piazza Umberto I, nella
SCUOLA
Visita al panificio
per i bambini di
Agnana Calabra
quale oggi durante le caldi estate è
possibile degustare freschissime e
gustosissime granite a base di frutta locale. Il Castello di Ardore era
considerato tra i migliori di tutto il
versante jonico.
Questo edificio ospitò la corte e
l’amministrazione del posto. Ma il
suo utilizzo prevalente è stato quello di luogo di difesa. Delle quattro
torri oggi ne resta solo una integra,
quella sul lato sud con vista sul
mare Jonio e Capo Zeffirio (antico
porto di Locri Epizefiri). Il castello
non venne mai ultimato in realtà,
in quanto ci sono parti visibili non
compiute. Il piano seminterrato
ospitava le cisterne per la raccolta
delle acque, le officine, le stalle e
C
ome è consuetudine da
diversi anni, i bambini della
scuola dell’infanzia paritaria
“Primi Passi” di Agnana Calabra
hanno vissuto l’esperienza del
Progetto Continuità con gli alunni
della scuola primaria del plesso
Agnana
(I.C.
Bello-PedullàAgnana). Un’esperienza importante
per i piccoli alunni che affronteranno con serenità il passaggio al grado
scolastico successivo, così come per
le insegnanti che colgono l’occasione
di confrontarsi. Durante la prevista
“Visita al panificio” tutti i parteci-
vari ambienti. Il piano nobiliare,
intorno alla corte centrale, comprendeva la residenza del duca, il
carcere e alcuni locali di deposito.
Le stanze erano collegate da corridoi e scale, mentre un labirinto di
passaggi segreti metteva in comunicazione i punti strategici dell’edificio.
Aveva ricchi arredi ed era abbellito
con affreschi e decori tipici delle
corti seicentesche italiane. La nobile casata dei Gambacorta si estinse
in circostanze poco chiare e il
castello si avviò verso un lento
declino. Le mura esterne, oggi,
sono state recuperate ma è evidente come il recupero deve essere
integrale per garantire una funzionale e opportuna visibilità. In estate sono diverse gli eventi teatrali e
le mostre artistiche organizzate
all’interno di alcune stanze espositive e sul piano superiore a cielo
aperto. Le associazioni culturali e
l’amministrazione locale ha senza
dubbio iniziato a valorizzare questo
splendido luogo ricco di storia, arte
e cultura al suo interno.
Auspicabile un maggiore recupero
attraverso una puntuale e totale
ristrutturazione, nonché una maggiore funzionalità a tutte le attività
artistiche e culturali, in quanto
questo edificio storico può e deve
rappresentare un simbolo della tradizione e della storia antica della
Calabria jonica.
panti hanno trascorso una mattinata
che soltanto le piccole realtà possono regalare: gli alunni hanno imparato, toccato, vissuto l’ambiente
attraverso profumi e sapori ma il
dono più grande che hanno portato
a casa è stata la gioia con cui sono
stati accolti, la disponibilità e il sincero impegno profuso per rendere
quel momento indimenticabile! Gli
insegnanti e i bambini ringraziano
sinceramente tutti i partecipanti e in
particolare lo staff del “Panificio
Piscioneri”, Bruno, Loredana,
Stefania, Anthony.
Juve
Campione
Siderno conferma
la sua grande
passione per la
Signora dei record
La Città di Siderno, sede del primo Juventus
Club Doc della provincia di Reggio Calabria, è
stata prescelta come tappa del Tour nazionale
organizzato dal Centro Coordinamento
Juventus Club Doc di Torino per festeggiare lo
Scudetto della Juventus n. 32, lo Scudetto con
il quale la squadra di Antonio Conte ha
demolito tutti i records del Campionato di
Serie A (le altre due tappe in terra calabra
saranno Lamezia Terme il 22 maggio e Sibari il
24 maggio 2014). Il Presidente del Centro
Coordinamento Juventus Club Doc, la signora
Mariella Scirea e l'amministratore responsabile
del Coordinamento Juventus Club Doc,
Raffaello Roberto, omaggeranno la grande
passione e l'infinito amore dei tifosi juventini
calabresi e non solo, portanto ed esibendo la
Coppa dei Campioni d'Italia 2013-14 in alcune
regioni italiane, tra le quali proprio la Calabria.
Il programma del Tour prevede tappe in
Calabria
(22-23-24
maggio),
in
Basilicata/Molise (25 maggio) nelle Marche (30
maggio) e Umbria (31 maggio). Tutti i tifosi
juventini della provincia di Reggio Calabria
sono invitati a partecipare al grande evento che
si terrà a Siderno, venerdì 23 maggio , in Piazza
Portosalvo, a partire dalle ore 18:00 . Saranno
presenti i dirigenti e le delegazioni degli
Juventus Club Doc di Siderno, Marina di
Gioiosa Ionica, Cittanova, Molochio, Palmi,
Sant'Eufemia d'Aspromonte, San Roberto,
Gallina, e Reggio Calabria.
Tutti gli eventi si svolgeranno in luoghi pubblici e pertanto chiunque avrà la possibilità di
parteciparvi, ovviamente a titolo gratuito.
Segnaliamo che soltanto per l'evento organizzato nella regione Marche è previsto un contributo volontario il cui ricavato verrà interamente devoluto alle vittime dell'alluvione, verificatasi recentemente nella zona della città di
Senigallia.
Vi aspettiamo numerosissimi per continuare a
festeggiare alla grande la vittoria dello
Scudetto dei Record !!!
RUBRICHE
CARTOLINE MERIDIONALI
di Antonio Calabrò
Castello di Roccella
S’innalza sulla roccia, i lavori terminati nella mente, interminabili restauri calabresi, per ridare forza e lustro e pregio alla storia. E da lassù, tra i fantasmi di nobili e prepotenti, di supplicanti e di guardie, lo Jonio a perdita d’occhio d’azzurro e di cielo, scevro da ritocchi, mentre noi continuiamo a immaginare il resto altrettanto lindo, ed usiamo trucchi fotografici da
illusionisti per avere la normalità. Castello senza gru e ruspe, Maggio che verrà.
Pillole
Naturopatiche
A cura di:
Patrizia Pellegrini
Naturopata Bioterapia Nutrizionale®
Presidente Associazione Culturale Tone
www.associazione-tone.it
[email protected]
Prepariamo la pelle al sole, salute
ed estetica della cute e olio EVO
Fin dai tempi antichi l'olio di oliva è stato usato
come cosmetico e come emolliente per rendere più
elastica la pelle; gli egiziani lo usavano per produrre creme e profumi tanto che si racconta che
Cleopatra inventò la prima crema antirughe usando
latte, incenso e bacche di ginepro mischiate all'olio
di oliva.
I Greci avevano una cura attenta del proprio corpo
e utilizzavano l'olio d'oliva per l'igiene personale e
per eliminare le impurità.
Gli acidi grassi, mantenendo la pelle ben idratata,
esercitano un ruolo protettivo nei confronti di
diverse patologie infiammatorie cutanee come la
psoriasi, l'acne, la dermatite atopica ed altri tipi di
eczema.
Un deficit di grassi insaturi prolungato determina
importanti alterazioni come punteggiature emorragiche, eritema e aumento della “perspiratio insensibilis” con conseguente ipoelasticità e secchezza
cutanea.
È essenziale avere un adeguato introito degli acidi
grassi polinsaturi tramite una corretta alimentazione ricca di olio di oliva e, soprattutto nelle condizioni cliniche sopra menzionate, impiegare tali
sostanze anche per via topica.
Il danno cutaneo indotto dalle radiazioni ultraviolette, molto attive in estate, viene attenuato dall'uso di _-tocoferolo, soprattutto se impiegato come
prodotto topico , cutaneo piuttosto che per via
sistemica, di carotenoidi, di luteina e di licopene,
nutrienti presenti nell'olio extra vergine di oliva,
che hanno un effetto sinergico tra loro. La loro
assunzione tramite la dieta nei periodi di intensa
esposizione ultravioletta è particolarmente raccomandata, anche perché i raggi UV determinano sia
nel plasma che nella pelle una riduzione della concentrazione delle sostanze antiossidanti protettive.
Da qui il maggiore uso di olio extra vergine di oliva
durante il periodo estivo insieme ad una maggiore
dose di ortaggi, verdura dell'orto estivo.
Un altro aspetto interessante dell'utilizzo dell'olio
extra-vergine di oliva riguarda la dermocosmesi;
infatti la sua composizione ricca in costituenti simili a quelli che ritroviamo nel sebo, lo rende un prodotto ideale per la protezione della nostra pelle.
Quindi, concludendo, possiamo dire l'olio extravergine di oliva ha proprietà benefiche sia come
dermocosmetico sia come componente della nostra
dieta, poiché i suoi effetti positivi non sono solo di
natura estetica ma anche terapeutica, in particolare
anti-infiammatoria e protettiva , grazie alla sua
azione nutrigenomica.
L'acido oleico, caroteni e altri suoi nutrienti svolgono una azione diretta e protettiva sul patrimonio
genetico della cute e dell'intero organismo.
Sta qui la modernità scientifica e nutrizionale del
più antico alimento vegetale, non cellulare...e la
prossima settimana Centrifugati ad ognuno il suo !
Un alimento che è passato dalla leggenda alla genetica!
RIVIERA
Libreria Mondadori arriva il Maggio dei Libri
Maggio è il mese dei libri, e anche quest'anno la Libreria Calliope
Mondadori vuole festeggiarlo con frizzi, lazzi e cotillons.
Con la benedizione del Centro per il Libro e la Lettura (CEPELL) l'istituto autonomo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
che ha il compito di divulgare la nostra letteratura nel mondo anche quest'anno arrivano i giorni dedicati alla passione per i libri.
Per festeggiare, Calliope applica il 20% di sconto su tutti i titoli dal
22 al 26 Maggio, cinque giorni in cui fare una scorpacciata di volumi
in preparazione dell'estate, o magari per portarsi avanti con i regali,
o ancora meglio per dedicarsi del tempo perso con un bel libro, sul
divano. Uno sconto sul divertimento, sul bel pensare e sul relax...
É il Maggio dei Libri!
BLOB
Uno sporco lavoro
Qualcuno deve pur sporcarsi le mani.
Giorgio Imperitura è uno che non ha
paura di rimboccarsi le maniche. Qui, è
stato beccato a fare il caffé tra una seduta
e l’altra dell’associazione dei sindaci.
Quanto m’attizza st’omo!!
l’amico Giorgio
Ferraro a “Master
Chef”. A ragà, sarò
ripetitivo, ma a me
Giorgio mi fa ribollire
il sangue nelle
vene!!!!
Quando l’ho visto ai
fornelli ho rimpianto
di non aver studiato
alla scuola alberghiera
eppoi mi basta
guardarlo per dimenticare l'istinto materno e far saltare fuori
quello della "tigre
della cucina"!!!!
Uno scorcio che potrebbe essere di una città bizantina, un posto magico al limite del sogno, sopratutto di
notte. Questa foto di Cosenza ne mostra il volto più
bello, ne nasconde i difetti.
Le mille viuzze della parte vecchia, con le sue botteghe e i caffé del secolo scorso, rendono Cosenza
antica uno dei luoghi unici della Calabria.
Quelli che l’elezioni.
....
Michelangelo Vitale, Alessandro Nicolò, Raffaele Fitto, Giuseppe Galati, Mario Candido, Maria
Romeo, Domenico Campisi, Gaetano Rao, Sebastiano Primerano, Mario Mazza, Anna Leonardi,
Pina Picierno, la competizione elettorale europea è entrata nel “vivo”. Domenica prossima tutti alle
urne per selezionare la nuova classe dirigente che ci rappresenterà in Europa.
Gatto
Bruno Gemelli, giornalista calabrese con
alle spalle tantissime
le collaborazioni giornalistiche. E' stato
anche il portavoce del
presidente della
Regione Calabria. E'
stato direttore responsabile di Calabriaweb,
il primo magazine
online realizzato in
Italia. Ha scritto undici libri: l'ultimo è
"Rosso di sera". Un
caro saluto da Riviera
L’Oroscopone Televisivo
Ariete: Come tutti i segni, questa settimana,
finirete in un programma televisivo dove
sconterete le vostre malefatte. Voi passerete
la prossima settimana dentro “Mazinga Z”,
dove interpreterete il ruolo del Dottor
Inferno, che peraltro vi calza perfettamente.
Naturalmente, essendo il cattivo, Mazinga
Z vi farà un tarallo così con raggi gamma e
pugni atomici. .
Il carma a rate di Amedeo
Quando,all’uso orientale, il barbiere cura lo spirito
prima di barba e capelli. E Amedeo ritroverà il
carma originario. E tornerà , a rate, scavando nella
sua anima, capirà che è uno di noi.
Toro: Voi finirete in “Voyager”, visto che
siete anche dei curiosoni. Passerete la
prossima settimana a decifrare antiche rune
celtiche e a cercare di scansare i morsi dei
Velociraptor predatori. Usciti dall'era
giurassica sarete sbalzati nell'antico Egitto
dove rimarrete chiusi in una tomba egizia
insieme ad una mummia in decomposizione.
Gemelli: I Gemelli sono dei fan accaniti del
programma “Elisir”, ed è lì che passerete la
vostra prossima settimana. Ecco il vostro
ameno programma: lunedì otalgie, martedì
clisma opaco, mercoledì sindrome da
reflusso gastro-esfageo, giovedì trippa, venerdì tunnel carpale, sabato ipotiroidismo,
domenica andrete finalmente di corpo.
bomba
Allarme bomba a Siderno?
No è solo un gatto. La crisi si
sente e anche gli attentati sono
meno esplosivi. Neanche i botti
sono quelli di un tempo !!
by Giuditta
Cancro: Il Cancro è un appassionato sportivo,
finirete su un campo da tennis dove farete il raccattapalle in una partita Agassi-Navratilova.
I dritti lungolinea e i rovesci passanti vi arriveranno immancabilmente addosso, causandovi
lividi ed ematomi estesi per tutto il corpo. Ma il
match point sarà un servizio a 180 chilometri
orari che vi finirà dritto tra le…beh, dopo rimbalzeranno anche loro due…
Leone: Forse ai nati sotto il segno del leone
capiterà la sorte più perfida: finirete nell'”Isola
dei famosi”, solo che voi non siete famosi. Tra
serpenti, pesci da catturare con le frecce,
nubifragi da scansare e insetti velenosi, dovrete
anche sorbirvi la compagnia di Vladimir Luxuria
che vi parlerà di politica, Barbara D'Urso che vi
darà consigli sulla plastica estetica, e Nicola savino che vi parlerà di calcio o vi canterà una canzone. Dopodiché vorrete essere del Capricorno.
Vergine: Voi finirete nell' “Ispettore
Derrick”, perciò dovrete indossare un impermeabile grigio e dei grandi occhiali, oltre che
una parrucca. Per tutto il tempo sentirete
nelle orecchie una strana musichetta molto
familiare. Dovrete indagare sul rapimento
del vostro gatto, seguendo tracce e identificando indizi. Non abbiate paura, vicino a voi
per consigliarvi ci sarà sempre il fido Klein,
che è fido…come un cane.
SETTIMANALE
www.rivieraweb.it
Il sempre presente Barone Macrì, la
presidente delle “aquile” giallorosse
Wanda Ferro ed il nostro Rosario
Condarcuri ovvero quando “la destra fa
quello che non conosce la sinistra”
23
Anno 1974 a Gioiosa Jonica
Fotografati nel pieno del
loro fulgore govanile, ecco a
voi Vincenzo Alì, Giuseppe
Macrì ed Elio Napoli.
Erano i tempo dell’Alfa
Romeo, dei “Cugini di
Campagna”, degli “Alunni
del Sole”, dei “Camaleonti”
e dell’ “Equipe 84”. Erano i
tempi dei nostri cari amici
(che salutiamo) e che ci
dimostrano, come direbbe
Fiorella Mannoia, che “il
tempo non torna più”.
Frank Vagabondo
Arriva l’estate
Il nostro amico Marco Guido, in
quel di Guardavalle, si accinge ad
inaugurare la stagione estiva. Ma
sappiate che il nostro amico da
questa foto sembrerebbe super
innamorato, il suo cuore batterà
forte per questa bellissima ragazza
bionda al suo fianco?
Congratulazioni Doc
Sono Brizzi. Ruggero Brizzi.
Il Ruggero delle notti bovalinesi in giacca e cravatta
ha il fascino dell’agente segreto più famoso e
pericoloso del mondo. E la sua accompagnatrice è
chiaramente rimasta incantata dal nostro Bond.
SABATO 10 MAGGIO
Tanti auguri al nostro collaboratore
Domenico Spanò che recentemente si è
laureato a Roma in ingegneria. Al neo
dottore tutto d’un pezzo giungano i nostri “in bocca al lupo. “Peace&Love”
Ecco a voi lo chef Francesco, Marco,
Raffaele con la chitarra, Giuseppe e il
famosissimo Frank Vagabondo..”e
zinga zinga zinga e zinga zinga zu”...
Pa g l i a c c i d i P r o v i n c i a
Vecchia Hostaria
Una nuova squadra di pagliacci è pronta a portare
sorrisi e piccoli momenti di felicità tra le corsie
degli ospedali della provincia reggina
“Carlo e Michele, i re del pesce sidernese. L'accoglienza e' familiare. Le tagliatelle all'astice sono la fine del mondo.
Bilancia: I nati sotto la Bilancia hanno una
cultura settoriale e non guardano la tv, perciò saranno puniti in maniera grave: verranno catapultati dentro la serie “Lost”, in una
delle innumerevoli repliche satellitari, dove
dovranno scansare le lance infuocate dei
cattivi, fuggire dal mostro di fumo e spostare
l'isola girando un timone. Vi sembra tutto un
po' strano, insensato e complicato? Sapeste
a noi!
Capricorno: I nati sotto il Capricorno avranno forse la sorte peggiore di tutte: finirete in
“La Storia siamo Noi”, e dovrete andare
come minimo in un campo di concentramento, se vi va bene finirete in un documentario sulla Seconda Guerra Mondiale, ma se
siete fortunatissimi potrete vedere l'esplosione dell'Hindenburg. Preparate il testamento, così, per non sapere né leggere né
scrivere…
Scorpione: Voi siete stati bravi questa settimana e finirete nel vostro telefilm preferito:
“Star Trek”. Conoscerete finalmente di persona il Capitano Kirk e Mr. Spock, quello
con le orecchie a punta. Solo che sarete
costretti ad alimentarvi con pezzi di plastilina colorata e a tenere sotto controllo le
nascite di una famiglia di triboli. Sembra
facile!
Acquario: Il vostro programma per questa
settimana è “La casa nella Prateria”. Avrete
bisogno delle scarpe, e vostro padre dovrà
vendere la mucca per comprarvele, ma portando la mucca al paese il carretto si
rovescerà e vostro padre si romperà una
gamba, perciò dovrà essere vostra madre a
lavorare nei campi, ma il fienile andrà a
fuoco, tuttavia l'incendio sarà spento da una
violenta alluvione che distruggerà il raccolto…le volete ancora le scarpe?
Sagittario: Voi finirete nel programma peggiore di tutti: il telegiornale di Canale 5 condotto da Cesara Buonamici. Dovrete stare a
sentire tutte le notizie di cronaca dalla
prima all'ultima, terremoti, stupri, assassini,
rapimenti, notizie politiche, e poi fare un
riassunto scritto su cui sarete anche interrogati. E non potrete appellarvi al legittimo
impedimento.
Pesci: Per voi la prossima settimana non
prevede nulla di buono. Finirete in “Dottor
House” e avrete una terribile malattia che
neanche il medico zoppo, con tutti i suoi
superpoteri medici, riuscirà a sconfiggere.
Sarete quindi confinati in isolamento
medico, dove per tutta la settimana vi daranno da mangiare una sogliola bollita e una
patata lessa attraverso un portello di vetro.
Se non vi avrà ammazzato la vostra malattia,
sarete intanto morti di fame!
Aperichic mon amour
Beccate a La Nicchia di Cassandra alcune signore
dell'imprenditoria femminile locale mentre tramano l'organizzazione dell'AperiChic del 15 giugno a Mammola !