Gigio Brunello (Italia – Veneto) “The big five”
Transcript
Gigio Brunello (Italia – Veneto) “The big five”
Gigio Brunello (Italia – Veneto) “The big five” - A savana big animals show (teatro d’oggetti e di figure) di e con Gigio Brunello regia Gyula Molnár Lo spettacolo è nato in occasione di una tournée in Mozambico nel marzo del 1999, dove fu presentato nelle città e nei villaggi dell’interno. I protagonisti di The Big Five sono sculture di animali di legno con meccanismi e suonerie, copie poetiche e deformanti della natura: la natura è la savana, il miraggio del viaggiatore romantico, ma anche luogo fertile per collezionisti di paradigmi, allievi di Linneo che per strada si son distratti a fantasticare zebre-chitarre e coccodrilli diatonici. Le storie: il viaggio vittorioso di una famiglia di paperi dentro il ventre del coccodrillo; l’amore disperato del cacciatore Urga per Uacca la zebra; il Gran Tour di un giovane rinoceronte che sogna la neve e la sua ascesa al monte Kilimangiaro. Sullo sfondo, ignari del dramma, sfrecciano i camionisti transafricani e i turisti dei parchi nazionali. In scena il protagonista dà voce ai protagonisti con la sua lingua artificiale, all’incrocio tra spagnolo, portoghese e lingua pavana (la lingua veneta). Ma qui le parole vengono dopo, hanno solo la funzione di sottofondo di rumori e richiami del branco. Antamapantahou (Grecia) “Acrobatics” (marionette a filo) Di e con Nikos Tompros ed Eleni Panagiotou Una coppia di marionettisti ricrea la scena di un piccolo circo, dove si alternano vari personaggi: un cane e una donna acrobati camminano lungo un filo sopra una ruota di bicicletta. Il clown Vanya ha qualche difficoltà con il suo numero. Tuttavia non rinuncia. Prova e riprova, mentre gli intervalli musicali gli danno l’occasione per rivedere i suoi sketch. Nello spettacolo gli animatori stessi fanno parte del gruppo di artisti circensi. Essi interagiscono con le loro marionette attraverso le espressioni e la gestualità dei mimi, imprimendo a sé stessi una sorta di “auto-animazione”. Paolo Sette (Italia – Lombardia) “L’Anatra e la Morte” (burattini a guanto) di e con Paolo Sette Ispirato al libro per l’infanzia di Wolf Erlbruch “L’Anatra, la Morte e il Tulipano”, lo spettacolo narra la storia di una surreale amicizia che diventa amore per l’altro e amore per la vita. La favola è molto semplice: un’anatra riceve l’improvvisa visita della Morte. Al primo sguardo il pennuto si spaventa e teme la sua presenza. Poi comincia a viverle accanto e la contagia con la sua vitalità. Infine, senza colpi di scena, abbandona la vita, fra le sue braccia. I due burattini mettono in scena il tema della morte con la loro tipica saggezza di legno: non possedendo verità, agiscono come sentono. Questa è la loro unica verità ed è ciò che permette loro di vivere con coinvolgente e comico lirismo l’esperienza della fine, e permette anche allo spettatore di tornare a pensare la Morte senza paura. Antamapantahou (Grecia) “The strings of the Music” (marionette a filo) Di e con Nikos Tompros ed Eleni Panagiotou Un divertente concerto di world music eseguito da undici marionette, più due animatori, che s’inseriscono nell’azione scenica come mimi. L’ensemble musicale multietnico è formato da un variegato gruppo di artisti: un percussionista folk, una danzatrice del ventre, un suonatore di Ud (mandola di tradizione Palestinese), tre violinisti, un chitarrista, il batterista della Strings Rock Band e un giovane violinista alle prime armi. Le marionette di legno e cartapesta sono manovrate con varie tecniche – fili, marot, bunraku -. Allegra Brigata - Sinetema (Italia – Lombardia) “Confine” (teatro d’attore e burattini animati a vista) Di e con Elis Ferracini. Supervisione Gigi Gherzi Una compagnia di burattinai giunge alla frontiera di uno degli stati della ex-Yugoslavia. Fermati al posto di controllo i burattinai si mettono a raccontare la loro storia, svelando le ragioni del viaggio: “stare sul confine” è condizione, una condizione diversa dall’azione di attraversarlo. Fra l’invenzione della scena e i riferimenti autobiografici, “con…fine” racconta di burattini che attraversano trent’anni di storia, che sono al centro della relazione padrefiglio burattinai, ma divengono anche riflesso di un mondo che cambia intorno, che si plastifica, tradendo il legno di cui i burattini son fatti. Per recuperare il significato e il calore che sta nella materia legno come nella materia carne, due generazioni devono rimettersi in cammino, affrontare una prova nuova, cercare un luogo estremo di conflitto, rinnovare il senso di idee e forme antiche, riscoprire la forza dell’azione. Allegra Brigata-Sinetema (Italia - Lombardia) “Fanfurla” (burattini a guanto) Di e con Elis Ferracini Burattini, scenografia e struttura Rimes Ferracini, Sonia Vedovato Costumi Carmel Lo spettacolo in due atti per teste di legno l’anizano Fanfurla è vittima del raggiro delittuoso del nipote. Il perfido giovane aspira ad ereditare le fortune dello zio e, a tal fine, si associa ad un terribile oste. Fanfurla viene indotto quindi a recarsi alla “Locanda maledetta” dell’oste, ove diversi sono i tentativi per eliminarlo. Ma i limiti della veneranda età diventano, per Fanfurla, vantaggi, che gli consentiranno di sventare gli assalti e trionfare sui due complici. Compagnia Vladimiro Strinati – (Italia – Emilia Romagna) “Aspetta Mò – Storie di donne intraprendenti” (spettacolo di narrazione con oggetti e figure) di Danilo Conti e Vladimiro Strinati con Vladimiro Strinati regia Danilo Conti oggetti e figure Margherita Conventi costumi e sartoria Maria Rosa Bussaconi Le storie della tradizione romagnola riviste in chiave femminile. Tre storie che raccontano l’intraprendenza, il coraggio e lo spirito pratico di donne alle prese con uomini bestiali e principi distratti. Nel primo episodio, Panciasfonda, facciamo conoscenza con un orco atipico: preferisce divorare i piatti tipici della cucina romagnola piuttosto che i bambini. Merito della cuoca? In Barbablù niente riuscirà ad arrestare l’audacia della giovane eroina che si farà beffe dello spietato orco dalla barba colorata. Nella fiaba La marionetta di legno, variante romagnola di Cenerentola, la protagonista si prende gioco di un principe azzurro un po’ svagato. Rocamora Teatre (Spagna – Catalogna) “Solista” (marionette a filo) Di e con Carles Cañellas Dopo più di trent’anni di carriera, Cañellas racconta il suo lungo percorso artistico nel teatro d’animazione con un compendio della sua produzione per marionette a filo. Lo spettacolo è diviso in sette momenti: un’introduzione - dove l’uscita dalla valigia dell’animatore di un marchingegno di legno, che prende vita muovendosi autonomamente, rappresentata la scoperta della marionette – e sei numeri di abilità, che svelano allo spettatore le tante potenzialità di movimento della marionetta: l’esercizio di ballo in due momenti, con il tip tap di Jonny Dance e il flamenco di Pepita Retuerto “La Bailaora”, le coreografie composte attraverso l’internazione tra animatore e marionetta nei numeri “Anche il nonno vuol ballare” e “il nonno pattinatore”, il classico sketch del circo con il clown Félix, il pagliaccio pompiere, la pantomima in chiave di balletto classico “Il sogno di Pierrot”. Is Mascareddas (Italia – Sardegna) “A regime di brezza” (pupazzi animati a vista) Di e con Tonino Murru e Donatella Pau Regia Karin Koller consulenza drammaturgica Katerina Schenk pupazzi Donatella Pau realizzazione scene Tonino Murru, Mimmo Ferrari sartoria Anna Sedda colonna sonora Vicki Schmatolla tecnico audio e luci Stefano Dallari disegno luci Loic François Hamelin Norma e Emilio vivono sopra un ponteggio, trascinati da una abitudine inerte, vuota di sorprese o aspettative. Un limbo domestico che fa eco ad un limbo esistenziale. Nell’attesa di una casa vera. Così come di una esistenza vera. I legami con il mondo esterno sono rappresentati dalla saltuaria presa di coscienza del rumore di sottofondo proveniente dalla strada, e dalla interazione paradossale con l’animatore. Uno spettacolo privo di parole, che affida ogni esigenza espressiva al gesto delle marionette, ai suoni, agli oggetti di tutti i giorni, alla risonanza tra le azioni dei due protagonisti, alla incarnazione del loro mondo interiore. Sperimentano il gioco, il sesso, con complicità e intesa, attraverso piccoli esperimenti di dolore e di piacere, cercando la cognizione di sé e la testimonianza della propria esistenza. Norma e Emilio, sono indistruttibili, come i clown circensi, e come loro sublimano in una comicità fisica e immediata, la malinconia dolce e sotterranea che scorre insieme alla loro vita. narrazioni e racconti con Ferruccio Filipazzi "...in un tempo lontano, perduto per sempre che mai tornerà" - storie fuori dal tempo "di mare e d'amore" "W la revolucion!" L’attore, regista e musicista Ferruccio Filipazzi – oggi “lettore ufficiale” della casa editrice di narrativa per ragazzi E.ELLE e nei primi anni ’70 interprete di primo piano della canzone sociale italiana con il suo gruppo “...e per la strada” – presenta al pubblico di Animar tre sequenze di racconti, una serie di suggestioni narrative ispirate a classici della letteratura o a luoghi narrativi, antichi e contemporanei, come il topos dello “straniero”, storie di mare e di lotta di classe. G.S.T. Alfa Teatro Torino – (Italia - Piemonte) “ Il medico di matrimoni”(burattini di tradizione popolare) Di e con Marco Grilli Il medico di matrimoni è una tipica commedia di carattere settecentesco. Ispirata al testo di Gian Battista Sales, Le 99 disgrazie di Gianduia del 1804, la storia vede Gianduia nel ruolo dell’astuto e Pantalone, o Zan Ganassa, nella parte dello sposo sfortunato. L’amore tra Pantalone e la sua fanciulla è messo in pericolo dal padre della giovane. Un altro pretendente, infatti, gode della stima e delle simpatie del vecchio e il matrimonio appare ormai inevitabile. L’imminenza di questa disgrazia getta Pantalone nella disperazione. E allora come si fa? Fortunatamente Gianduia, astuto e ingegnoso, riesce ad allontanare il nemico e a far convolare i due giovani a giuste nozze. Gómez e Lorenzetti (Spagna – Catalogna) “I ciechi” (attore, burattini e figure) Di e con Pep Gómez e Andrea Lorenzetti Dall’unione artistica tra un campione di eclettismo applicato al teatro d’animazione come Pep Gómez e il giovane burattinaio Andrea Lorenzetti, saldata, tra l’altro, sulla comune amicizia con il maestro della marionettistica catalana Pepe Otal, nasce questo spettacolo di narrazioni con tecniche miste di animazione. Il duo di attori ricostruisce storie epiche tratte dai Poemi Omerici, racconta Barcellona e di un “orroroso crimine” accaduto in calle Escudellers, rappresenta racconti del poeta e drammaturgo galiziano Ramón del Valle-Inclán (1866-1936) e dello scrittore madrileno Juan Eugenio Hartzenbusch (1806-1880). Compagnia Arrivano dal mare! (Italia – Emilia Romagna) “Ehi tu! La volta che il Fulesta incontrò Pulcinella in Persia” (guarattelle e teatro di narrazione) Di Sergio Diotti, Stefano Giunchi e Luca Ronga Regia Stefano Giunchi Con Sergio Diotti, Luca Ronga Burattini Brina Babini Nello spettacolo diretto da Stefano Giunchi l'animazione delle "guarattelle" napoletane s'incontra con il teatro d'attore. Sul palcoscenico Animar si alterneranno Sergio Diotti nella parte del Fulesta, raccontatore di fole romagnole e le teste di legno partenopee animate da Luca Ronga. In Ehi tu! il servo Mobarak (una sorta di Pulcinella dell'Asia Minore) e il padrone Palhavan Kachal duettano con il Fulesta. Il raccontastorie maneggia la mitica lIsfahan. Dalla lampada magica escono i folletti del deserto. Tra uno degli strani animaletti e il narratore nasce un conflitto e poi un rapporto di "simpatia", metafora del dialogo tra l'attore in carne ed ossa e il burattino di legno e stoffa, che urla, strepita e patisce. riverrun Teatro (Italia – Sardegna) “Storia di una gabbanella e del gatto che le insegnò a volare” (teatro d’ombre turco) Regia Roberta Locci Con Fausto Siddi, Monica Serra, Roberto Boassa, Alessandro Pani Adattamento teatrale Fabio Sanna Traduzione in sardo Gianni Mascia Costruzione Karagöz Emin Senyer Musiche originali Rossella Faa e Mudras Scene Simone Dulcis Costumi Simone Dulcis e Marinella Pitturru Disegno luci Stefano Delitala Lo spettacolo è ispirato all’omonima novella creata da Luis Sepùlveda nel 1996, conosciuta e amata in ogni parte del mondo. È una storia che parla a tutti, ai bambini prima di tutto, che sono i semi della terra; ma anche ai grandi, perché se i semi non vengono bagnati da acqua buona, crescono cattivi e non danno buoni frutti. La magia delle ombre turche fa trasparire le emozioni “a colori”. Gli attori in carne ed ossa fanno commuovere, ridere e sognare. Andrea Lorenzetti (Italia – Lombardia) “Histoires de M.me La mort” (burattini a guanto e ad asta) Histoires de M.me La mort ha come protagonisti i personaggi della Morte e del Diavolo, che in una notte oscura e tenebrosa escono per andare ad una festa e quando tornano a casa incominciano a raccontarsi delle storie, storie oscure, storie di morte, accoccolati a letto, come teneri amanti. Lo spettacolo si muove tra un umorismo sornione e un gioco scenico molto conciso e visuale: da un proscenio, aperto al centro della baracca, spuntano dei piccoli burattini ad asta, che fanno da contrappunto al ritmo dei burattini a guanto, in azione nella parte alta dello spazio scenico. La Notte dei racconti con Sergio Diotti e Ferruccio Filipazzi Attore, regista e musicista, Ferruccio Filipazzi è interprete del genere del teatro musicale, oltre che custode della memoria della canzone sociale italiana. Nel 1973 fonda il gruppo musicale “...e per la strada” che aderisce al Nuovo Canzoniere Italiano e all’Istituto Ernesto De Martino con numerose tournées in Italia e all’estero. Lavora con il C.T.B. in “L’ingiustizia assoluta” sotto la regia di Massimo Castri e con il Teatro Stabile di Torino diretto da Sergio Liberovici. Esaurita l’esperienza con il gruppo “...e per la strada”, approda al Teatro del Buratto dove lavora dall’81 al ’91. Con la Sala Fontana mette in scena “Pinocchio”, “Ulisse”, “Ci vuole un posto”, “Blu”. Fondamentale in questi ultimi anni l’esperienza della lettura teatrale, con bambini e adulti, accompagnando scrittori del calibro di Fernanda Pivano, Dacia Maraini e Vincenzo Consolo. Dal ’96 conduce un seminario sulla lettura a voce alta presso l’Università Cattolica ospitando Pinin Carpi e Roberto Denti (Libreria dei Ragazzi). E’ il “lettore ufficiale” della casa editrice E.ELLE. Negli ultimi anni ha realizzato gli incontri di letture e musiche in collaborazione con Scuole, Biblioteche e Comuni di tutta Italia. Dal 1998 collabora con Accademia Perduta alla produzione di spettacoli per ragazzi e porta in scena piéce di “teatro musicale”.Dal 2001 ripropone nei teatri e nelle scuole la storia di Moby Dick. Sergio Diotti, burattinaio, regista e autore di teatro di figura e narratore d’eccellenza. La sua attività si è svolta sia come solista, sia collaborando con alcune compagnie e strutture teatrali: Drammatico Vegetale (1974-80); Centro Teatro di Figura (1981-85); Teatro Del Carretto (1985-89); Centro Teatro Ragazzi di Bologna (1989-91). Ha diretto inoltre spettacoli in Italia e all’estero (Israele, Polonia, Svizzera). Dal 1992 la sua ricerca è incentrata su un progetto teatrale che riunisce la narrazione, le figure e gli oggetti, la musica e ha riportato alla luce la figura del “fulesta”, il raccontatore di storie tipico della tradizione popolare dell'Emilia Romagna, inserendosi così in modo originale nell’attuale riscoperta dell’arte della narrazione. Bululu Théâtre (Argentina · Francia) “Il burattinaio” (burattini e pupazzi) Di e con Horacio Peralta Piccole storie senza parole che scivolano attraverso la musica e i ricordi di un burattinaio, sono gli ingredienti di questo spettacolo presentato da Bululu Théâtre, compagnia nata nel ’78, il cui nome si ispira al “bululu”, ovvero il one-man-show del Medioevo, il commediante che andava da solo di paese in paese presentando i suoi spettacoli. Nella piéce Horacio Peralta rappresenta situazioni autobiografiche, ispirate al proprio mestiere di burattinaio e regala al pubblico momenti di poesia, descrivendo tenere storie d’amore fatte di un istante, come quella di due sconosciuti che si incontrano nel girare l’angolo, o la sensazione del rimpianto per un momento felice appena sfumato.