Fast food e Slow food - Ictavernolabergamasca.gov.it

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RICERCA
EXPO 2015
Mangiamo troppo??? O troppo poco???
Le conseguenze di un alimentazione
scorretta, i Fast Food e Slow Food.
Il ruolo di mode e pubblicità.
COS’È L’EXPO???
Esposizione universale è il nome che indica le grandi
esposizioni tenutesi fin dalla metà del XIX secolo. Lungo i
decenni questo termine è stato associato a qualsiasi
esposizione di carattere internazionale. È nata per fare
conoscere cibi, culture, tradizioni e oggetti provenienti da
vari paesi del mondo.
ALCUNE curiosità
SULL’EXPO NELLA STORIA
La prima esposizione universale fu quella di Londra.
Venne organizzata nel 1851 al Crystal Palace in HYDE
PARK. Questa manifestazione nacque da una intuizione
del Principe Alberto, marito della Regina Vittoria e divenne
il riferimento per tutte le successive, influenzando
numerosi aspetti della società quali le arti, l'educazione, il
commercio e le relazioni internazionali;
La famosa TOUR EIFFEL fu costruita per l’EXPO di Parigi
nel 1889 per ricordare il centenario della RIVOLUZIONE
FRANCESE;
IL PRIMO EXPO in ITALIA fu organizzato a MILANO nel
1906;
Il primo EXPO organizzato in ASIA fu a Osaka
in GIAPPONE 1970;
La CITTÀ che ha ospitato PIÙ VOLTE L’EXPO
è stata PARIGI (5 volte);
Lo STATO che ha ospitato PIÙ EXPO sono gli
USA (8 volte);
Il PROSSIMO EXPO si terrà nel 2020 a DUBAI
negli Emirati Arabi Uniti.
Lo SCORSO EXPO tenuto nel 2010 è stato
organizzato a SHANGAI nella Repubblica
popolare cinese.
Argomenti:
-
slow food
fast food
le pubblicità
mangiamo troppo? o
troppo poco?
Fast food e Slow food
FAST FOOD
Il fast
food
(espressione inglese
traducibile
letteralmente come
"cibo veloce") o
ristorazione rapida è
un tipo di pasto
principalmente
diffuso nei paesi
anglosassoni, servito
in locali chiamati
appunto "fast food",
veloce da preparare e
consumare.
CARATTERISTICHE
Tra i pasti veloci, sistema rapido di
ristorazione che a partire dagli anni
ottanta ha avuto una vasta
diffusione a livello mondiale,
troviamo il fish and chips, il cui
primo ristorante fu aperto nel 1860
in Inghilterra.
Questa cucina è costituita
principalmente da hamburger, hot
dog, cotolette, patate fritte, pizze,
sandwich ma anche da altri cibi
derivati da cucine etniche come la
cipolla fritta e il kebab, e suggerisce
l'uso massiccio di diverse salse come
senape, maionese e ketchup. Il fast
food è in genere caratterizzato da un
costo relativamente modesto,
dall'uniformità del servizio offerto e
dall'ampia diffusione dei punti
vendita.
Il modello alimentare proposto dai fast
food è diretto a un target di età
relativamente giovane, ma anche a una
fascia crescente di adulti che per motivi
legati ai ritmi di lavoro fa sempre
maggiore ricorso a questo tipo di
ristorazione. Consumare pasti al fast
food aumenta il rischio di obesità e
anche di cancro. I cibi proposti nei fast
food, ed in particolare i burgers e le
patate fritte, contengono elevate
quantità di acidi grassi, i quali sono
associati all'incremento del rischio di
malattie cardiovascolari e alla riduzione
della concentrazione di colesterolo. Nel
tentativo di dare risposta a questi
squilibri nutrizionali, i gestori delle più
note catene propongono nei propri menu
anche pasti con minore apporto calorico
come insalate e macedonie.
QUALI SONO I PRO DEL MANGIARE IN
QUESTI LOCALI
VELOCE: I Fast Food sono coerenti al loro nome. In pochi minuti si
ottiene un cibo che si mantiene caldo per un paio d’ore, oppure che
si può degustare sul posto al massimo in venti minuti.
COMODO DA TROVARE: Mangiare da McDonald’s o Burger King è
molto semplice visto che sono praticamente dappertutto.
NESSUNA SORPRESA: I controlli in questi ristoranti sono assai severi
anche dal punto di vista igienico.
AI BAMBINI PIACE: Il fascino esercitato dai fast food sui bambini è
innegabile.
GUSTOSO: Hamburger e patatine fritte non sono certo gli alimenti
più salutari che esistano ma il loro gusto è lampante.
QUALI SONO I CONTRO DEL
MANGIARE IN QUESTI LOCALI
TROPPA SPAZZATURA: Ogni prodotto, dalla Coca Cola fino alla cannuccia,
è fabbricato con la plastica. Mangiare nei fast food significa aumentare in
modo significativo la produzione dei rifiuti.
TROPPA CARNE: La produzione eccessiva di carne nuoce all’ambiente,
oltre che determina uno sfruttamento eccessivo degli animali da
macellare.
FA MALE ALLA SALUTE: Un Whopper contiene 633 calorie, un Big Mac
510. Considerando anche le patatine, si tratta di un vero e proprio
eccesso calorico che deve esser smaltito in molte ore troppe alle luce del
singolo pasto.
NON SAZIA: Troppo zucchero e grassi ci danno un senso di sazietà solo
apparente, visto che dopo un po’ la fame ritorna alla luce
dell’alimentazione non equilibrata.
RIPETITIVO: Il cibo è sempre lo stesso: patatine, hamburger e bevanda
gassata, e in tutti questi anni le novità o le variazioni sono state minime.
Slow Food è un'associazione internazionale senza scopo di
lucro nata in Italia, a Bra, nel 1986 con il nome di Arcigola.
Lo slow food si pone come obiettivo la promozione del
diritto a vivere il pasto come un piacere. Fondato da Carlo
Petrini e pensato come risposta al dilagare del fast food e
alla frenesia della vita moderna, Slow Food studia, difende
e divulga le tradizioni agricole ed enogastronomiche di
ogni parte del mondo.
Slow Food si è impegnata per la difesa della
biodiversità e dei diritti dei popoli alla
sovranità alimentare, battendosi contro
l'omologazione dei sapori, l'agricoltura
massiva, le manipolazioni genetiche.
DIFESA DELLA BIODIVERSITÀ
La Fondazione Slow Food per la
Biodiversità-Onlus difende la biodiversità
alimentare e le tradizioni gastronomiche di
tutto il mondo, promuove un'agricoltura
sostenibile, rispettosa dell'ambiente,
dell'identità culturale dei popoli e del
benessere animale.
Figlia di Slow Food, ma con una propria
autonomia statutaria, economica e
amministrativa, finanzia i progetti realizzati
per la tutela della biodiversità: l'Arca del
Gusto, i Presidii e il Premio. Sostiene
progetti in tutto il mondo, con un occhio di
riguardo per i Paesi più poveri, dove
difendere la biodiversità non significa
soltanto migliorare la qualità della vita, ma
garantire la vita stessa.
I principali problemi dell’alimentazione
ANORESSIA: L'anoressia è la mancanza o riduzione dell'appetito, quest'ultima a volte
indicata come iporessia. Si tratta di un sintomo che accompagna numerose
e distinte malattie ed è dovuto a diverse cause.
Comunemente il termine è spesso usato come sinonimo di anoressia
nervosa, ma in realtà esistono molteplici possibili cause di una diminuzione
dell'appetito, alcune delle quali potrebbero risultare innocue, mentre altre
sono indice di una grave condizione clinica o comportano un rischio
significativo per la salute.
BULIMIA:
La bulimia è un disturbo del comportamento alimentare.
La bulimia nervosa è, insieme all'anoressia nervosa, uno dei più
importanti disturbi del comportamento alimentare, detti anche Disturbi
Alimentari Psicogeni (DAP). Ciò che contraddistingue la bulimia è un problema
dell'alimentazione per cui una persona ingurgita una quantità di cibo
eccessiva per poi ricorrere a diversi metodi per riuscire a non metabolizzarlo
e, quindi, non ingrassare (vomito autoindotto, utilizzo di lassativi, purghe,
digiuni e intenso esercizio fisico).
L’OBESITÀ
È una condizione fisica in cui si è accumulato
del grasso corporeo in eccesso che può portare effetti
negativi alla salute, con una conseguente riduzione
dell'aspettativa di vita.
Dieta, esercizio fisico e approccio psicologico sono le
basi per la terapia preventiva e curativa contro
l'obesità. Inoltre è importante una corretta
alimentazione, riducendo gli alimenti ricchi di
calorie, come quelli ad alto contenuto di grassi
e zuccheri, e aumentando l'apporto di fibre
alimentari.
Iperacidità del succo gastrico,
che provoca espulsione di gas e
di liquidi in piccole quantità, di
sapore e odore acre, provenienti
dallo stomaco.
Il colesterolo , una sostanza simile al grasso, è essenziale per la vita ed è presente in tutte le
cellule animali. Esso è infatti una delle normali componenti del nostro corpo: è parte delle
membrane cellulari; è la base costitutiva di alcuni ormoni e degli acidi biliari; è il nutrimento
per alcuni tipi di cellule.
Ma la quantità di colesterolo nel
sangue deve rimanere entro
determinati livelli, oltre i quali
rappresenta uno dei fattori di
rischio cardiovascolare: può
infiltrarsi nelle pareti dei vasi
sanguigni, formando delle placche
ateromatosiche, e contribuire così al
verificarsi di patologie gravi, come
l’infarto miocardico o l’ictus.
IL RUOLO DELLE PUBBLICITÀ
NELL’ALIMENTAZIONE
Alla base delle scelte
alimentari vi sono moltissimi
fattori che le influenzano in
modo vario ma profondo. La
percezione sensoriale dei cibi
svolge, ovviamente, un ruolo
fondamentale. La maggior parte
dei sensi è coinvolta nel
consumo alimentare.
Per esempio, l’aspetto di
un determinato cibo può
servire ai nostri sensi per
dedurne la freschezza o il
grado di maturazione; allo
stesso modo, tatto e vista
hanno un ruolo
fondamentale per
valutarne la consistenza.
Indubbiamente, però, i
sensi più importanti nel
determinare una scelta
alimentare sono il gusto e
l’olfatto, sui quali
meccanismi la scienza
continua a far luce.
Il rapporto fra sensi e cibo è senza dubbio un argomento
interessante, soprattutto oggi, in un’epoca in cui c’è una
grande attenzione alla scelta alimentare. Diversi studi
suggeriscono quanto i fattori sensoriali siano ancora
cruciali nel determinare la scelta di un cibo, ma la
relazione è più complessa ed articolata, a causa di molte
altre influenze, quali gli effetti fisiologici o avversi degli
alimenti e i fattori psicosociali e culturali. Soffermiamoci
sugli questi ultimi.
Oggi, spesso, scegliamo il cibo da mettere a tavola
lasciandoci condizionare dalle “credenze”, più o meno
corrette, sulle conseguenze provocate da quel determinato
alimento sulla nostra salute.
Molti prodotti alimentari vengono pubblicizzati,
attraverso immagini e slogan. Per non parlare del
costante condizionamento del gusto con
l’utilizzo di edulcoranti ed esaltatori di sapidità.
Uno degli effetti indiretti, ma non meno
importanti, delle influenze psicosociali relative
alle scelte alimentari è la neofobia alimentare,
cioè il rifiuto dei cibi nuovi, che spesso
rappresenta un grosso problema per molti
genitori e può indurre a diete poco variate o,
addirittura, monotematiche.
BAMBINI E PUBBLICITÀ
Le scelte alimentari dei
bambini sono profondamente
condizionate dai
comportamenti alimentari
dei genitori. È stato
dimostrato, ad esempio, che
mangiare frequentemente
un determinato cibo o
manipolarlo, ne aumenta la
preferenza da parte dei
bambini.
Un altro dato certo è che
gli atteggiamenti verso
certi cibi sono appresi
tramite l’imitazione: i
bambini assaggiano più
facilmente un cibo “non
familiare” se questo viene
precedentemente
assaggiato da un adulto
presente, in particolare la
madre.
In definitiva il loro impatto
sul comportamento
alimentare oggi è mediato
da fattori psicosociali.
A questo punto, quindi, dovremmo
chiederci come volgere a nostro
vantaggio queste importanti
informazioni. Senza dubbio,
dovremmo tornare a recuperare il
tempo e il rispetto del gusto, cioè
ricominciare ad assaporare ed
apprezzare il gusto degli alimenti
semplici, per recuperare i sensi che un
tempo erano alla base della nostra
scelta.
La rieducazione al
gusto permette di
sganciarci dal
condizionamento della
pubblicità e fornisce un
ottimo strumento
educativo per insegnare
ai bambini a
diversificare,
riconoscere,
apprezzare.
Gli adulti, inoltre, farebbero
bene a ricordare che il rapporto
del bambino con il cibo è
delicato e complesso e che
implica quasi sempre i concetti
di sicurezza, autostima,
accettazione, oltre che
nutrimento, crescita e qualità
alimentare. Inoltre dovremmo
sempre tener presente che il
cibo lega, non divide; esso non
è strumento, ma collante; non
è arma, ma vincolo. E’ il legame
fra chi nutre e chi è nutrito,
dove nutrire non è solo dare da
mangiare, ma aiutare diventare
adulti sani ed equilibrati.
Scarsa attività fisica e cattiva educazione alimentare non sono gli unici
fattori che causano il continuo aumento dell’obesità infantile. A influire
abbondantemente sulle scelte alimentari di bambini e ragazzi è la
continua pubblicità di prodotti zuccherati e ricchi di grassi, alla quale
sono continuamente sottoposti, soprattutto durante le ore di fascia
protetta. È stato calcolato che un bambino italiano assiste in media ogni
cinque minuti a una pubblicità riguardante il cibo, questo ha la capacità di
influenzare decisamente le sue preferenze alimentari senza ancora aver
provato a mangiare i cibi pubblicizzati.
Queste pubblicità, che associano
il tono dell’umore al consumo di specifici
alimenti, possono creare in modo indiretto
una dipendenza dai cibi e pongono le basi
per l’insorgenza di disturbi alimentari,
soprattutto per le fasce più deboli. Seguire
un’alimentazione che si basa esclusivamente su
prodotti pubblicizzati in tv comporterebbe
adottare uno stile alimentare che non
rispecchia, nemmeno in minima parte, le linee
guida della piramide alimentare. In questo tipo
di alimentazione il consumo di frutta e verdura
non coprirebbe nemmeno il 50% dei nostri
fabbisogni minimi.
La maggior parte delle persone associano l’idea
di mangiare frutta, in particolare la verdura, a
una condizione di tristezza. Per questo molti
bambini e adolescenti mangiano
abbondantemente i cibi propostogli dalle
pubblicità.
Un grazie per l’attenzione alla prof.ssa
Schillaci che ci ha permesso di
realizzare questo progetto
Lorenzo Belotti
Alessandra Bonardi
Gian Carlo Fenaroli