Giugno 2009 Anno 3 Numero 4 a cura dell`ITC
Transcript
Giugno 2009 Anno 3 Numero 4 a cura dell`ITC
Giugno 2009 Anno 3 Numero 4 a cura dell’ITC Majorana Giornale bilingue Q u a r t a e d i z i o n e 2 0 0 8 2 0 0 9 E così anche quest’anno siamo giunti all’ultimo numero del giornalino. E’ stato bello lavorarci, ci auguriamo sia stato bello leggerlo; anche se faticoso è stato divertente e ricco di soddisfazioni. Abbiamo cercato di raccontare la vita del nostro Istituto, cosa pensiamo noi studenti, le visite aziendali, le gite, cosa si può imparare da uno spettacolo teatrale o cinematografico; abbiamo cercato di capire cosa ci aspetta “fuori” con il diploma in tasca. Allo stesso modo anche in questo ultimo numero raccontiamo le vicende della nostra scuola, con una novità: si presenta il “Gruppo Genitori” che avvicinerà maggiormente le famiglie alla vita del nostro istituto e farà sentire la sua voce, oltre che nelle sedi istituzionali, anche dalle colonne del nostro giornale. Cogliamo questa occasione per congratularci con i vincitori della Borsa di studio “I.I.S. E. Majorana in memoria del Prof. Romano Secchi”, Letitia Munteanu 4ª B e Gimi Beligan 1ª A, premiati Sabato 6 Giugno in Aula Magna. Ringraziamo tutti i giornalisti che hanno collaborato, perché grazie a loro il giornale è andato migliorando sempre più. Vi informiamo, infine, che dall’anno prossimo Chiara Gianusso 1ª C sarà Caporedattore del giornale mentre la Prof.ssa Cristina Brazzi ne sarà Responsabile; il giornale sarà, come sempre, aperto al contributo di tutti gli studenti. La Redazione 1 Uscite… Pag 3 4 5 Iniziative al Majo Pag 6 7 8 9 Visite aziendali e traduzione Pag 10 11 Un nuovo forum per il Majomagazine Pag 12 Interviste agli ex-allievi Pag 13 14 15 Spazio GG Pag 16 Angolo della posta Pag 17 Corso di disegno Pag 18 Giochi Pag 19 20 2 Un giorno tra mare e storia O zi intre la mare si historie Ci troviamo alle sette e mezza davanti a scuola; il tempo non è dei migliori, è prevista pioggia in tutto il Piemonte ma la nostra voglia di andare al mare è talmente forte che nemmeno il maltempo ci può fermare. Alle 7:45 siamo sul pullman, il viaggio dura due ore, che trascorriamo allegramente cantando e chiacchierando fino all’arrivo al mare; contrariamente alle previsioni, come per magia c’è il sole. Scesi dal pullman godiamo di una vista panoramica che svolta sul mare con tutte le varie sfumature del blu; sembrano gli occhi della terra riflessi nel sole. Con gli zaini a tracolla, ci avviamo verso un ristorante dove poter andare in bagno dopodiché iniziamo la visita. La prima cosa che vediamo sono le antiche mura di Noli ed i vicoli rimasti come una volta, quindi ci rechiamo a visitare le chiese; interessante quella di San Paragorio, intitolata a un santo Nord-Africano. L’edificio romanico dell’ XI secolo è stato restaurato dall’architetto Alfredo D’Andrade dopo i danni subiti nel terremoto del 1887, e dichiarato monumento nazionale nel 1890. All’una ci dirigiamo verso una panetteria per comprare la focaccia ligure; abbiamo un’ora di tempo per mangiare e riposarci. Il pomeriggio lo passiamo in spiaggia; questo è certamente il momento più bello della gita con quel profumo dell’acqua salata e quelle piccole onde che si infrangono sulla spiaggia, che invitano me e le mie amiche ad entrare in mare. Accettiamo con entusiasmo l’invito senza pensare alle conseguenze; naturalmente ci troviamo con gli abiti bagnati. I professori si arrabbiano perché sta minacciando di piovere e c’è il pericolo che ci prendiamo un accidente. Rimaniamo in quella beatitudine e dopo un’ora ce ne andiamo perché il tempo sta cambiando. Rieccoci sul pullman a riprendere il viaggio verso Torino. Durante il tragitto facciamo una piccola sosta in autogrill a Spotorno, dieci minuti e prendiamo la via del ritorno. Con canti e chiacchierate facciamo trascorrere il tempo sino alle 18 circa quando arriviamo a Torino. La gita si conclude con grande soddisfazione di tutti noi, studenti di 1ª B, 2ª B, 3ª B, 2ª A. Ne intalnim la sapte jumatate in fata scolii; timpul nu e din cei mai buni, se prevede ploaie in tot Piemonte dar cheful nostru de a merge la mare a asa de tare incat nici timpul urat nu ne poate opri. La ora 7.45 suntem in autocar, calatoria dureaza doua ore, pe care le petrecem cantand si vorbind pana cand ajungem la mare; contrar la previziuni, ca magic era soare. Coborand din autocar avem o priveliste pe mare cu toate nuante de albastru; par ochii Pamantului reflexi in soare. Cu rucsacurile, mergem inspre un restaurant unde putem merge la baie dupa care incepem vizita. Primul lucrul care le vedem sunt vechii pereti de la Noli si aleiele ramase ca pe timpuri, dupe mergem sa vizitam bisericile; interesanta aceea de San Paragorio, intitulata unui sfant nord-african. Cladirea romana din secolul XI a fost restaurat de architectul Alfredo D'Andrade dupa deteriorile in cutremurul din 1887, si declarat monument national in 1890. La ora unu ne indreptam inspre un magazin de paine pentru a cumpara "focaccia ligure"(pizza alba, tipica din Liguria); avem o ora de timp pentru a manca si pentru a se odihni. Dupa-amiaza il petrecem pe plaja; asta e momentul cel mai frumos din excursie cu acel parfum de apa sarata si acele valuri mici de apa care se imprastie pe plaja, si ne invita pe mine si pe prietenele mele sa intram in mare. Acceptam cu entuziasm invitul fara sa ne gandim la ce se poate intampla dupa; natural ca ne regasim cu hainele ude. Profesorii se supara pentru ca sproape incepe sa ploua si este pericolul sa ne imbolnavim. Ramanem in acea atmosfera frumoasa si dupa o ora plecam pentru ca timpul se schimba. Ne urcam din nou in autocar sa ne intoarcem inspre Torino. Pe strada de intoarcere ne oprim la un autogrill in Spotorno, zece minute si reluom strada de intoarcere. Cu cantece si discursuri facem ca timpul sa treaca pana la ora 18 cand ajungem la Torino. Excursia se inchide cu mare satisfactie de toti noi, studenti den 1^ B, 2^ B, 3^ B, 2^ A. Danca Chiprian 1ª B Piras Alessia 1ª B 3 Alle 7 e mezza del mattino siamo davanti a scuola, pronti a partire per Chambery; c’è emozione perché è la nostra prima uscita di classe. Decisi i posti, dopo l’appello...partenza per la Francia; le tre ore di viaggio passano scattando foto, parlando, insomma divertendoci. Sono necessarie due soste, delle quali una imprevista per il malore di una nostra compagna claustrofobica e l’altra per poter fare colazione. Siamo felici di andare in un Paese dove quasi la metà di noi non è mai stata; un tunnel della “durata” di dieci minuti di pullman ci separa dalla Francia. Arrivati a Chambery alle 10:30 circa, iniziamo il giro per la città. La Prof.ssa di Francese, nostra accompagnatrice, ci mostra quello che era il suo paese d’infanzia; tutti fanno foto ai palazzi d’epoca ed ai monumenti. Verso mezzogiorno ci viene concessa un’ora e mezza di pausa pranzo durante la quale ognuno di noi sceglie di girovagare per la città; l’appuntamento è per le 2 meno un quarto alla “Fontaine des Éléphants” perché alle 2 ci aspettano le guide. La visita al palazzo dei Savoia è approfondita e la camminata nella città interessante: passiamo nelle vie più strette che assomigliano a corte gallerie. Visitiamo poi l’interno di un palazzo decorato con “trompe-l’oeil” moderni, una cultura artistica molto sviluppata a Chambery; termina a questo punto la passeggiata insieme alla nostra guida. E’ il momento più divertente della gita. Al ritorno verso il pullman, riceviamo un foglietto con alcune parole in francese delle quali chiedere il significato alle persone che passano; è una sorta di “lasciapassare” per tornare a casa. La cosa divertente è che non sappiamo parlare bene il francese e quindi per farci capire e per capire i francesi ai quali ci rivolgiamo, ci vuole un po’ di tempo. Come in tutte le gite che si rispettino, sulla via del ritorno alcuni compagni si perdono e la professoressa è costretta ad andare a cercarli. Sul pullman molti di noi sono sfiniti, ma il ricordo di questo giorno ci seguirà per molto tempo. 6 Aprile 2009 Daniela Trifan e Martina Marrese 1ª C La 7 jumatate dimineata suntem in fata scolii, gata sa plecam spre Chambery; avem emotii pentru ca este prima noastra excursie cu clasa. Stabilite locurile, dupa presenza…plecare spre Franta; cele trei ore de calatorie trec facand poze, vorbind, pe scurt distrandune. Sunt necesare doua opriri, dintre care una neprevazuta pentru ca o colega de a nostra claustrofobica s-a simtit rau, iar cealalta pentru a face micul dejun. Suntem fericiti pentru ca mergem intr-o tara in care aproape jumatate din noi n-a mai fost; un tunel ce dureaza 10 minute de autocar ne desparte de Franta. Ajunsi la Chambery la 10:30 circa, incepe turul prin oras. Profesoara de franceza, insotitoarea noastra, ne arata locul natal in care si-a petrecut copilaria; toti fac poze la constructiile de epoca si la monumente. Spre amiaza ni se ofera o ora jumatate de pauza de pranz in timpul careia fiecare dintre noi alege sa se plimbe prin oras; intalnirea e stabilita la 2 fara un sfert la “Fontaine des Éléphants” pentru ca la 2 ne asteapta ghidurile. Visita la palatul Savoia este aprofundita, iar plimbarea prin oras interesanta: trecem pe strazile cele mai stramnte ce seamana cun niste galerii. Dupa aceea visitam internul unui palat decorat cu “trompe-l’oeil” moderne, o cultura artistica foarte avansata la Chambery; se termina la acest punct plimbarea impreuna cu ghidul nostru. Este momentul cel mai amuzant al excursiei. La intoarcerea spre autocar, primim o foicica cu niste cuvinte in franceza ale caror sens trebuie sa-l cerem la perso anele ce trec; e un fel bilet de trecere ca sa ne intoarcem acasa. Ce-i amuzant este ca nu stim sa vorbim bine franceza si deci ne ia un pic de timp ca sa ne facem intelesi si pentru a intelege francezii cu care vorbim. Ca in toate excursiile care se respecta, spre drumul de intoarcere unii colegi se pierd si profesoara este constransa sa se duca sa-i caute. In autocar multi dintre noi sunt distrusi, dar amintirea acestei zile o sa ne urmareasca pentru mult timp. Tradotto da Radu Lupascu Alexandru 3ª B 4 GITA AL LAGO DI COMO Camminavo e pensavo, camminavo e riflettevo, melodie splendide, il fruscio dei campi di fiori camminavo e non mi accorgevo che la strada che venivano mossi da un leggero movimento scorreva come un fiume in piena; non sentivo il del vento. Tutto questo accadeva mentre io e i miei compagni percorrevamo 17 chilometri, per arrivare lì, nella rocca dell’Innominato, situata su una collina dalla quale, una volta arrivati, si apre un panorama spettacolare sui riflessi del sole, nell’acqua del lago di Como, mentre monti e colline sembrano proteggerlo con la loro statura imponente. Eravamo stremati, ma dopo aver visto la natura concederci tutto ciò, avemmo l’impressione che fosse valsa la pena camminare tutto il giorno per raggiungere tale posto. Dopo esserci sdraiati sul prato per riposarci, venne l’ora del ritorno verso Torino… peso della fatica sul mio corpo e non volevo Salutata Laura, la guida, salimmo sul pullman, fermarmi per paura di perdere i miei pensieri dove una volta occupati i posti, si scatenò la che camminavano con me. musica degli I-Pod dei ragazzi, e sulle note di Già … quei pensieri che nella vita di tutti i “Forse Forse”, alle ore 21,15, si concluse la giorni non osi tirare fuori, perché ti fanno paura, giornata; una gita fantastica resa tale dai ragazzi perché li vuoi ignorare, perché sei consapevole della 1ª C , della 1ª B e dalle professoresse che che ci sono ma non vuoi darci peso. ci hanno regalato tutto ciò. Rossella Campagna 1ª C Proprio lì, mentre ero immersa nella natura, cominciai a pensare, pensare e pensare, senza accorgermi delle voci che mi giravano intorno; ogni tanto mi prendevo una pausa, aspettando i miei compagni stremati dal caldo del sole e dal percorso molto faticoso. In sette ore di camminata ho lasciato spazio alle mie riflessioni che non finivano più, continuavano a “parlare” nella mia testa perché quella era l’unica occasione per tirarle fuori senza che nessuno potesse interromperle; in quei momenti eravamo solo io, il bosco, l’odore della natura, il rumore dei ruscelli e degli uccellini che cantavano 5 Baracche e Burattini: insegnamenti da uno spettacolo teatrale Incontro con il TRES Chi fosse venuto al Majorana la mattina del 27 Maggio non avrebbe trovato nessuno; eravamo tutti al teatro Agnelli ad assistere ad uno spettacolo della Compagnia Teatrale Cantagallo realizzato in collaborazione col Cepim-Torino. A luci spente siamo stati accolti dal regista Luca Nicolino, che si presentava con una buffa acconciatura stile “Caparezza”; interpretava anche la parte del “capo gruppo”, persona con un carattere stressato ed ansioso. Era lo spettacolo di una compagnia musicale che, durante le soste nel viaggio per arrivare a Mosca dove avrebbe avuto un importante provino, si esibiva in canti e danze. In questi spettacoli nello spettacolo, i ragazzini down mettevano in pratica tutta la loro capacità di esporsi davanti ad un numeroso pubblico di ragazzi. Si esibivano con capriole, piramidi umane, salti in aria e tante altre meraviglie che non tutti avrebbero saputo fare. I balli erano di tutti i tipi, si partiva dal tango sino al classico ballo dance e con in mezzo anche un divertente spogliarello da parte dei ragazzi! La cosa che mi ha affascinata di più era la loro capacità di saper ricordare le battute e soprattutto di saper recitare ed entrare nella parte così bene. Erica, una delle attrici,ha fatto un bellissimo discorso sull’essere e rimanere se stessi, sul non vergognarsi di quello che si è, perché si è tutti diversi e la diversità non può che essere un pregio: l’essere unici è la cosa più bella che esista. Non ci dobbiamo abbattere se, di noi, le persone guardano solo la superficie; questo anzi ci deve dare la forza per mostrare al mondo quanto siamo importanti e quante cose possiamo fare. Questa esperienza è stata per noi tutti molto importante e ricca di insegnamenti! Sapete tutti a cosa si fa riferimento quando si parla di TURISMO RESPONSABILE? Ebbene noi della 1^ C non conoscevamo il significato del termine fino a qualche settimana fa, quando un ragazzo del CeSeDi (Centro Servizi Didattici) della provincia di Torino, ce ne ha parlato. Nel primo incontro con Davide, esperto del TRES (Turismo Responsabile e Solidale), abbiamo simulato una vacanza verso Gamwana, un’immaginaria isola del Pacifico. In questo gioco a squadre, per vincere si doveva rispondere correttamente ad alcune domande sulle possibili attività della vacanza, per totalizzare più punti possibili. Non tutti sono riusciti ad entrare nello spirito del vero turista responsabile, cioè di colui ad esempio che sarebbe capace di rinunciare ad una visita in una singolare grotta per salvaguardare l’ambiente: questa incapacità ha comportato la loro sconfitta nell’ambito del gioco. Nella successiva attività, dovevamo ricreare una conferenza alla quale partecipavano la piccola comunità di un’isola, il rispettivo governo, alcuni investitori stranieri ed una O.N.G..La comunità si trovava costretta a scegliere tra diverse proposte per risollevare l’economia del Paese in grave difficoltà. Dopo un’ampia discussione, la comunità ha optato per la proposta degli investitori stranieri, appoggiati dal governo, che intendevano acquistare una parte dell’isola per sviluppare diverse attività, rispettose dell’ambiente, incrementando così l’affluenza dei visitatori e la crescita del turismo. E’ stato accolto anche il suggerimento per una maggiore diffusione dei prodotti tipici dell’isola. L’attività, molto utile, si è conclusa con la visione di due videoclip che sintetizzavano il concetto di Turismo Responsabile. Il Turismo Responsabile fa riferimento ai Paesi del Terzo Mondo e a quelli in via di sviluppo perché è in quella parte del pianeta che si concentra la parte essenziale del patrimonio ambientale. Viaggiare responsabilmente significa appunto avere la consapevolezza di sé e delle proprie azioni, anche solo nella scelta della meta, della stanza nella quale dormire durante la vacanza o nell’acquisto di un semplice souvenir. Questi piccoli accorgimenti fanno sì che viaggiando si vada incontro alla natura, alla gente ed ai Paesi di destinazione con rispetto e disponibilità. Irene Bolognesi 1ª B Zaffino Serena 1ª C 6 Il torneo di calcetto, competizione partita all'inizio dell'anno, è stato organizzato dall’insegnante di Educazione Fisica, Prof.ssa Paola Delgrosso, con la collaborazione del Prof. Paolino Iacono e dagli studenti dell’Istituto. Hanno partecipato tutte le classi che avevano un minimo di 5 studenti per formare la squadra; le classi, che non hanno raggiunto questo numero di “calciatori”, sono state aggregate come nel caso della 1ªC e 5ª B. Giovedì 11 giugno si disputerà la partita di spareggio tra 3ª B e 4ª B. Questa iniziativa è stata utile per i ragazzi che hanno giocato e per i docenti che hanno svolto il ruolo di arbitro. Adesso sia ai ragazzi che ai docenti spettano le meritate vacanze. Il prossimo anno scolastico si ripeterà il torneo con nuovi “acquisti sul mercato”. Amodei Andrea e Bussi Maurizio 3ª B Si sta concludendo la prima fase, quella organizzativa, degli stage in azienda per l’anno scolastico corrente; la seconda, quella che vedrà gli allievi del Majorana al lavoro, prenderà il via il 16 giugno 2009 e durerà tre settimane . Gli allievi impegnati saranno sedici, in varie tipologie di aziende(studio commercialista, assicurazione, alberghi, agenzia di viaggio, comune di Orbassano , Agenzia delle entrate, banca, impresa di installazione e promozione). A settembre ci sarà la terza fase: quella di monitoraggio e valutazione delle esperienze fatte. Prof.ssa Maria Luisa Pizzolo Il 30/4/2009 le varie classi si sono attivate per organizzare la cogestione: ne sono usciti 5 laboratori di cui 4 a scelta ed 1 dell’ultima ora, obbligatorio. Tra i 4 laboratori “facoltativi” i ragazzi dovevano sceglierne due, di due ore ciascuno ai quali partecipare. Gli argomenti erano : “comunicazione di massa” tenuto dal progetto Scu.Ter. in cui si è discusso dei reality e di come influiscono sulla nostra vita; “il popolo della notte” guidato dal prof. Forgione che ci ha parlato del mondo notturno in cui in un modo o nell’altro viviamo tutti quanti ma di cui non conosciamo perfettamente i “retroscena”; lo“sport” in cui sono intervenuti alcuni alunni e professori raccontando la propria esperienza sportiva, chi a livello agonistico, chi a livello amatoriale; il prof Cinque ci ha fatto riflettere su “integrazione e disabilità” facendoci assistere ad un film su questo tema; il quinto laboratorio è stato sulla musica, con diversi professori ed alunni che si sono divertiti a cantare tutti insieme le più belle canzoni di ieri e di oggi. Alcuni laboratori come quello sullo sport ed il popolo della notte hanno avuto maggiore affluenza ma, sentire esprimere soddisfazione dai ragazzi che hanno partecipato agli altri due laboratori, mi ha fatto molto piacere. Nonostante sia stato impegnativo e non siano mancati i problemi organizzativi, sono rimasta soddisfatta: da questa esperienza ho capito che non sono importanti la quantità di partecipanti e nemmeno le critiche ricevute, ma ciò che si costruisce ed i sentimenti che se ne ricavano. Nei pomeriggi tra marzo, aprile e maggio, la nostra classe 1° C è stata coinvolta nella realizzazione di un simpatico ed interessante cortometraggio. Ognuno di noi ha ricoperto un ruolo differente ed importante nella costruzione della pellicola: vi erano registi, attori (principali, secondari...), scenografi, costumisti ed infine il fonico, un ruolo a tutti sconosciuto, ma importante nell'ambito delle riprese cinematografiche. continuo aumento che può provocare, come si vedrà nel video, problemi comportamentali e psicologici, fino ad arrivare all'annullamento della personalità. Dopo aver realizzato insieme la sceneggiatura, si sono definiti i ruoli dei vari personaggi: il protagonista Matteo, il suo migliore amico Fabio, Sofia, la ragazza per cui perde la testa ed altri personaggi come le amiche di Sofia e varie comparse. Successivamente abbiamo iniziato le riprese ed ognuno di noi , con i suggerimenti di esperti registi, ha provveduto a fornire il materiale necessario per l'allestimento della scenografia. Man mano che il video prendeva forma, entravamo sempre più nelle parti a noi assegnate, divertendoci sempre più. La colonna sonora del cortometraggio è stata prodotta appositamente per questo video da Elia Tedesco che, per motivi di salute, non ha potuto partecipare sovente. È stata comunque un'esperienza fantastica che ci ha fatto sicuramente capire la difficoltà di quella che è la costruzione di un film, ma è bello anche vedere lo spirito di squadra con cui hanno collaborato tutti i partecipanti. Buona visione dunque, sperando che anche a voi piaccia. Elia Tedesco e Christian Ziggiotti 1ª C Abbiamo iniziato scrivendo la trama, una storia sull'adolescenza e sui problemi che la riguardano. Il tema da noi scelto è stato l'alcolismo, fenomeno in Sara Falanga 4ª B 7 Uno stage del Progetto Leonardo da Vinci Uno dei miei più grandi desideri è sempre stato quello di trascorrere un anno all’estero; immaginate la gioia quando mi è stato comunicato che ero stata scelta per un breve stage in Danimarca. I giorni prima della partenza sono stati interminabili, il mio stato d’animo pieno di contraddizioni: da un lato ero triste e preoccupata perché per molto tempo non avrei visto persone care, dall’altro ero molto determinata perché la consideravo una sfida alla mia timidezza, la possibilità di giovarmi di un ambiente nuovo per crescere professionalmente e personalmente. Ora, ad un passo dal mio sogno, non mi sentivo più pronta per fare una esperienza del genere: prima di partire avevo pensato molte volte – forse troppe! – che non avrei mai potuto farcela, che avrei trovato difficoltà, ma ormai era fatta, l’8 Settembre alle 8 del mattino è iniziata l’avventura. C’era trepidazione nell’aria e anche un po’ di sonnolenza; salutati i genitori il viaggio si è svolto nel migliore dei modi, dopo aver fatto scalo a Berlino, la comune avventura aveva reso noi ragazzi un po’ più amici. A Copenaghen siamo stati accolti da Grethe, la nostra tutor, che ci ha accompagnati a Roskilde, la cittadina dove avremmo vissuto per cinque settimane. L’ostello in cui eravamo ospiti era un edificio piacevole e nel suo insieme accogliente. La prima notte non ho dormito tanto ero ansiosa di conoscere le meraviglie della Danimarca e di iniziare un mese di totale indipendenza: si doveva provvedere autonomamente alla spesa, in quanto l’ostello non ci avrebbe fornito alcun pasto, ma avevamo a disposizione una cucina, dove avremmo cucinato(nota dolente). Un'altra nota dolente è stato il bucato :confesso di aver usato la lavatrice solo una volta e di aver lavato il resto a mano. Per diffidenza o incapacità, ho preferito non usare l’ asciugatrice e la scala del letto a castello unita al termosifone ha supplito a questa mancanza. L’ostello ci ha fornito settimanalmente lenzuola ed asciugamani puliti, ma abbiamo dovuto provvedere autonomamente alla pulizia delle camere con pessimi risultati, tanto da essere superati in questo dai maschi. A Copenaghen il giorno successivo, abbiamo potuto visitare la città e vedere i nostri posti di lavoro; per me c’era un posto da receptionista in un ostello, mestiere da me mai minimamente sfiorato, che avrei dovuto svolgere da sola mentre tutti gli altri lavoravano in coppia. Se all’inizio ero preoccupata, in seguito ho capito che quella era una cosa a mio favore, lavorare da soli non è poi così male, anzi, ti costringe ad imparare più cose perché non ti puoi basare sulle conoscenze del tuo collega e sei costretta a mettere molta più serietà e responsabilità nelle cose che fai. Fin dal primo giorno di lavoro sono stata trattata come una collega già pratica del settore; il lavoro è stato sempre vario stimolante intenso, al punto che, finito lo stage, è stato veramente triste abbandonare impegni, responsabilità e, soprattutto, colleghi. Non tutto è sempre andato a meraviglia: il mio problema maggiore è stata la lingua, ma sono stata estremamente fortunata perché sia i miei colleghi che i clienti sono stati molto pazienti e comprensivi, correggendomi e facendomi notare gli errori. 8 Il lavoro mi è piaciuto sin dall’inizio per il contatto con i clienti; sono subito entrata nel ruolo imparando rapidamente il mestiere e giorno dopo giorno ho acquistato sempre più sicurezza migliorando in modo significativo il mio inglese. Le settimane si sono susseguite senza intoppi ad una velocità impressionante. Nelle ore libere visitavo Copenaghen, andando a vedere ogni volta un posto diverso, mai sazia di curiosare, sicura che ogni luogo avrebbe lasciato in me un ricordo indelebile. Copenaghen è una città assolutamente compatibile con ogni mia abitudine. Io amo tantissimo la natura e la capitale danese è un luogo pieno di spazi verdi che i cittadini affollano facendo ogni tipo di sport praticabile all’aperto. I laghi della capitale, veramente fantastici, sono stati lo sfondo perfetto per tantissime foto. Il centro è vasto e pieno di turisti che passeggiano per le vie piene di negozi. Le serate si prolungavano sempre fino a tarda notte, spesso in un pub o a giocare a biliardo; il venerdì e il sabato sera si andava a ballare. La sera i danesi diventano incredibilmente meno timidi e mi è capitato di parlare con chiunque di qualsiasi cosa. Un particolare che adoro di questo paese è la conoscenza che ogni persona ha dell’inglese; non ricordo nessuno che non lo abbia saputo parlare. Il 12 Ottobre un triste ritorno: ho avuto come l’impressione di lasciare casa mia, e, scesa dall’aereo, mi sono sentita spossata. Non ero ancora arrivata a casa e già il mio pensiero fisso era “voglio tornare in Danimarca”! L’esperienza dello stage ha di molto superato le mie aspettative, è stata a dir poco entusiasmante. Ogni ricordo che conservo di quel mese è stupendo: il bel rapporto costruito e maturato con gli altri ragazzi italiani, le meravigliose persone conosciute all’ostello e infine gli interminabili tragitti da Roskililde a Copenhagen, tutto ha acquistato una nota di magia. E’ un esperienza che un giovane deve fare perché offre l’opportunità di acquisire un bagaglio di conoscenze utili per un futuro professionale, oltreché, naturalmente una prova di vita. Ad ogni persona che voglia intraprendere un’avventura di questo genere ed ai futuri beneficiari di questa borsa di studio, consiglio di non sprecare neanche un istante dal momento della partenza fino ai giorni successivi al rientro in Italia: ogni emozione provata é uno scalino verso la crescita personale e verso il miglioramento del rapporto con gli altri. Io ho seguito una salita che continua a portarmi in alto ancora adesso,a mesi dal ritorno. Infine voglio esprimere la mia stima per le organizzazioni che permettono l’avverarsi di queste emozioni. Sabina Paraschi 4ª A 9 Ferrero e Miroglio A chi non piace il cioccolato? L’ 8/4/09 la 4ªB e la 5ªA del Majorana sono andate a visitare ad Alba la Ferrero e la Miroglio. Al mattino abbiamo visitato per prima la ditta che si occupa di tessuti. Lo stabilimento raggiunge le dimensioni di 60 campi di calcio ed è diviso in “isole” in ognuna delle quali viene realizzato un prodotto diverso. Nonostante ci fossero molti impianti fermi, abbiamo potuto vedere l’imbottigliamento della Nutella, la produzione delle Fino a pochi anni fa, il cotone veniva filato all’interno barrette ai cereali e dei “Ferrero Rocher”. dello stabilimento. Per questo motivo si può dire che l’azienda si è “trasformata”: la sua attività principale è diventata la stampa di tessuti. Questo è uno degli ultimi processi che la stoffa deve subire. Infatti , il primo passaggio è il lavaggio del tessuto con soda caustica che rende la superficie più ruvida per permettere il maggior assorbimento del colore. Il secondo è il disegno, creato in precedenza dagli stilisti su carta, al computer “semplificandolo”, per ottenere lo stesso risultato con solo 10 colori. Questo viene fatto perché la macchina che stampa può riprodurre soltanto quel numero di tinte. Il terzo passaggio consiste nel motivo del disegno su un cilindro di nichel incidendolo. Solo ora si può procedere con la stampa del tessuto. Successivamente, la stoffa viene lavata ed asciugata. Adesso è pronta per la vendita. La prima viene inserita nel vasetto, prodotto anche Questa avviene, oltre che in questo nello stabilimento, e controllato da una tutta Italia, anche in buona macchina che scarta i prodotti anche con il minimo parte dell’ Europa. Durante difetto; le barrette ed i Ferrero Rocher, in caso di la visita qualche compagno imperfezioni, sono scartati o automaticamente o da un riusciva a “rubacchiare” addetto alla qualità. La produzione giornaliera è tanta, qualche pezzo di stoffa tantissima, e lo spreco è proporzionale. Chili e chili di grezza fin quando la guida cioccolato non “perfetto”, messo in sacchi senza essere riciclato, sacchi che sono direttamente stessa non ha cominciato a regalarceli. buttati…spreco…perché a questo punto non donarlo a Infine, dopo i rispettivi saluti ci siamo recati con il persone meno fortunate? E’ stata una visita molto pullman nella cittadina di Alba per il pranzo e nel interessante poiché ci ha permesso di capire meglio, pomeriggio… la Ferrero, terza azienda dolciaria nel divertendoci anche, come funziona un’azienda. mondo per quanto riguarda la capitalizzazione, dopo Nestlè e Mars. I suoi prodotti sono conosciuti ed esportati ovunque. Nella visita allo stabilimento, Sara Falanga siamo stati avvolti, come in una nube, da un intenso Paula Grigoras profumo di cioccolato, come se avessimo annusato un Roberto Brancale barattolo di Nutella. Nella visita, ci hanno Letizia Munteanu accompagnato tre ex-dipendenti tuttora affezionati Eleonora Boffa 4ª B alla azienda. 1 In questo numero abbiamo intervistato: Noemi Vasino, Nilde Cardo, Irene Loi, Andrea Picca e Elvira Galati. In quale anno ti sei diplomato/a? NOEMI 2006 NILDE 2003 IRENE 2000 ANDREA 2007 ELVIRA 2002 Che genere di lavoro stai facendo?o quale università stai frequentando? NOEMI Lavoro come impiegata amministrativa in una casa editrice di Torino e studio alla Facoltà di Economia NILDE Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Professioni Contabili, ho iniziato a lavorare a gennaio 2009 come praticante Dottore Commercialista in uno Studio Associato di Professionisti. Svolgo principalmente attività legata alla consulenza fiscale e tributaria. IRENE Lavoro dal 2001 nello studio di un commercialista come impiegata e svolgo mansioni di segretariato e di contabilità. ANDREA Svolgo la funzione di shop-manager (direttore) presso alcune agenzie di scommesse avente come proprietario la multinazionale Ladbrokes e frequento il secondo anno di giurisprudenza a ciclo unico, quindi con unica laurea al termine dei 5 anni. ELVIRA Ho trovato lavoro come commessa. La preparazione scolastica ricevuta è sufficiente? NOEMI Per quanto mi riguarda , la sola preparazione scolastica non è sufficiente in 1 quanto la scuola si limita a dare una informazione teorica, ma nel campo lavorativo serve anche tanta pratica. NILDE Il percorso che ho seguito mi ha fornito le basi. Ogni giorno ho a che fare con argomenti a me familiari, ma su cui ho ancora molto da imparare. IRENE La preparazione e’ proprio una base fondamentale perchè ti dà una certa elasticità mentale che ti permette di apprendere più facilmente nuove nozioni che, soprattutto all’inizio, sono tante e che solo col tempo si imparano veramente. Sicuramente la scuola che ho fatto mi ha fornito un’ottima “infarinatura” per il tipo di lavoro che ho intrapreso, ma non sufficiente per saper lavorare senza l’assistenza di un’altra persona. ELVIRA Sì. Se lavori, quali sono stati i principali problemi di inserimento? NOEMI Problemi di inserimento non ne ho avuti, ma forse l’ unica difficoltà è stata nel dovere imparare tante cose tutte insieme. Tuttavia sono riuscita a raggiungere abbastanza in fretta una buona autonomia. NILDE Non ho avuto nessun particolare problema. IRENE L’uso di un programma software sconosciuto per la gestione della contabilità.…L’ambiente nuovo,nuovi colleghi…, ma per fortuna ho trovato persone disponibilissime.. ANDREA Fortunatamente aiutato dal mio carattere non ho avuto grossi problemi di inserimento. Tuttavia i problemi possono crearsi nel momento in cui si entra in un ambiente già formato, in cui sei il più piccolo e, vuoi o non vuoi, all'inizio sei sempre un po’ sfruttato. Quando utilizzo la parola "sfruttamento" mi riferisco unicamente agli orari di lavoro più scomodi, nulla di più. L'inserimento nel mondo del lavoro, a mio parere, deriva quasi esclusivamente dalla passione che metti in quello che fai. Se dimostri di essere in gamba e di fare quanto meno quel che ti viene richiesto dai tuoi superiori, non avrai problemi ad inserirti in nessun ambiente. In caso contrario verrai visto con occhi diversi e tutto sembrerà più difficile. ELVIRA Il maggior problema è stato trovare un lavoro. Quali ritieni siano gli aspetti positivi e quelli negativi della formazione ricevuta in funzione del lavoro? NILDE L’aspetto maggiormente negativo è la poca praticità degli studi, quello positivo è la tipologia di formazione che ho ricevuto: insegnanti a cui piace il loro lavoro che mi hanno trasmesso la loro passione per la materia. IRENE Positivi : capacità di relazionarmi con gli altri, termini contabili già sentiti e utilizzati, utilizzo del PC con programmi come Excel e word fondamentali per gli studi professionali. 1 negativi: conoscenza minima delle lingue straniere e poca conoscenza a livello normativo in ambito di finanza e gestione bilancio. ANDREA In linea di massima la preparazione scolastica è sufficiente. Anche se ovviamente sono più preparato in alcune materie rispetto ad altre. ELVIRA Purtroppo non svolgo il lavoro per cui ho studiato, quindi per ora non posso dire che ci siano aspetti positivi. Che suggerimenti ti senti di dare per migliorare il rapporto scuola-lavoro? NOEMI La possibilità di fare stage è sicuramente un aspetto positivo della scuola. Io ne ho fatto uno a fine 3^ al Ministero delle Finanze e l’ altro in 4^ in una piccola azienda grafica. Sono state 2 esperienze diverse, ma interessanti. Tra gli aspetti negativi, invece, c’è la mancanza di una preparazione pratica. Gli esercizi del libro non bastano , bisogna esaminare da vicino fatti concreti. NILDE Sarebbe opportuno, a mio parere, inserire dei periodi di stage obbligatori. IRENE Fare più stage in studi professionali alternando scuola/lavoro per un po’ di mesi magari da marzo a giugno….e conoscere di più la realtà ad esempio analizzando e capendo la finanziaria che cambia ogni anno vedendo anche nel concreto con esempi reali come influisce nella vita di ognuno. ANDREA Be’, la formazione scolastica non credo abbia risvolti negativi in un eventuale inserimento nel mondo del lavoro. Credo sia totalmente positiva in quanto, con un’ attenzione adeguata, ti può dare una cultura adatta a sostenere ogni eventuale discorso in ambienti lavorativi diversi. Probabilmente l'aspetto negativo può derivare dall'atteggiamento che alcuni insegnanti (pochi in realtà) hanno all'interno della scuola e con i propri allievi. Le faccio un esempio banale: se tutti insegnassero con coscienza, qualsiasi ragazzo vivrebbe meglio l'ambiente scolastico e a mio parere una volta diplomato utilizzerebbe il giusto atteggiamento sia per laurearsi sia per entrare nel mondo del lavoro. Un insegnamento più superficiale, invece, ha secondo me un risvolto negativo nel futuro dei ragazzi, perché questi prenderebbero in modo superficiale tutto ciò che viene loro detto e di conseguenza tutto ciò che poi faranno. E purtroppo la superficialità nel lavoro non porta da nessuna parte. ELVIRA Secondo me si dovrebbe rafforzare il rapporto della scuola con i posti di lavoro per permetterci di inserirci in un ambiente che ci possa formare senza perdere troppo tempo nel cercare un lavoro adeguato. 1 Sei soddisfatto del lavoro che stai svolgendo, e quali sono le tue aspettative nell’immediato e per il futuro? NOEMI Sono soddisfatta del lavoro che sto svolgendo, ma ho ancora molte cose da imparare e spero che il tempo e l’esperienza mi aiutino a acquisire sempre maggiori conoscenze e capacità in modo da raggiungere un livello professionale più elevato. NILDE Sono molto soddisfatta della mia scelta. Ho voluto provare la strada del Dottore Commercialista ora che sono giovane, in modo da accorgermi al più presto se è ciò che fa per me. IRENE Sì, anche se in questo lavoro i cambiamenti annuali della finanziaria e delle normative rendono il lavoro dinamico , a volte difficile da seguire… ANDREA Sì, sono soddisfatto del lavoro che sto facendo. Mi porta alcune volte anche a visitare altri posti. Per il mio immediato futuro mi vedo ancora a fare questo tipo di lavoro con la speranza che la laurea mi porti a crescere ulteriormente e ad affrontare il futuro in maniera migliore, anche economicamente. ELVIRA Sono soddisfatta del mio lavoro perché mi dà molte soddisfazioni anche se mi porta via tutta la giornata e non mi fa godere appieno di tutte le festività, comunque nell’immediato va bene così, nel futuro si vedrà. Come ti è sembrato il mondo del lavoro? NOEMI Il mondo del lavoro mi è sempre sembrato un mondo un po’ difficile confermato con l’esperienza fatta con gli stage e successivamente con l’attuale lavoro. Devi stare molto attento a non commettere errori perchè i colleghi sono pronti a criticarti e a puntarti il dito contro, anche perché sei l’ultimo arrivato. NILDE È ancora presto per dare dei giudizi poiché ho iniziato da pochi mesi, ma mi è sembrato interessante. Nell’ambiente in cui lavoro il lavoro di gruppo è il punto di forza ed è sempre gradevole avere qualcuno con cui confrontarsi. IRENE Curioso, dinamico e dà un’ indipendenza organizzativa non indifferente. ANDREA Il mondo del lavoro è un mondo duro, in cui hai sempre responsabilità, e devi fare sempre attenzione a ciò che fai e a come ti muovi. E non hai la autonomia che hai quando vai a scuola purtroppo. Io mi ritengo comunque fortunato perché sul posto di lavoro ho trovato anche degli amici e questo ti porta a vivere meglio le tue giornate. ELVIRA È difficile entrarci e molto impegnativo restarci ma ti porta a crescere e maturare. Tutto questo, insieme al proprio impegno, può portare ad una vita lavorativa soddisfacente e perché no anche più remunerativa. 1 … è nato il “GRUPPO GENITORI” Il giorno 6 maggio 2009, un piccolo gruppo di • genitori del primo anno scolastico ha partecipato all’assemblea informativa riguardante l’organizzazione e la gestione dell’Istituto Tecnico Majorana. Questo incontro aveva lo scopo di far incontrare più genitori possibili degli allievi già frequentanti e dei nuovi iscritti per avere la possibilità di conoscerci e parlare insieme degli obiettivi cui devono tendere i nostri ragazzi. Ci guardavamo curiosi all’interno dell’aula di informatica. Qualcuno si conosceva, ma i più erano estranei tra loro. Eravamo tutti lì, un gruppetto sparuto di genitori uniti dal solo fatto che i nostri figli sono gli studenti dell’Istituto Commerciale “Ettore Majorana”. In silenzio aspettavamo che si iniziasse a parlare di scuola, e dopo aver ascoltato e commentato quanto illustrato nel programma, abbiamo sentito l’esigenza di formare un gruppo di genitori per cercare di comprendere meglio le esigenze degli studenti e il loro rapporto con i professori. Il nostro gruppo non appartiene a nessuna organizzazione politica, sindacale o religiosa e si ispira all’ideale di una Scuola pubblica, capace di offrire ai suoi studenti forti motivazioni allo studio, all’arricchimento umano e culturale, ad una formazione civile, morale e sociale basata sui principi del rispetto per l’uomo e per l’ambiente e sui valori della Costituzione Italiana con la finalità di: • • favorire e sviluppare la partecipazione di tutti i genitori alla vita della scuola, in modo che offrano un utile contributo di idee, di proposte e di iniziative; favorire lo scambio di informazioni tra genitori, rappresentanti di classe e docenti; collaborare e sostenere la Scuola per il conseguimento dei suoi obiettivi didattici ed educativi, stimolando tutti i genitori perché si adoperino per incoraggiare l’impegno scolastico e la correttezza dei comportamenti sociali, civili e personali dei figli; • sensibilizzare e sollecitare sia l’Istituto scolastico relativamente alle necessità logistiche e strutturali della Scuola, nonché al funzionamento della stessa; • promuovere attività, incontri, dibattiti e confronti tra i genitori, anche con la collaborazione di tutti coloro, privati ed organismi pubblici, che possano contribuire al completamento e al miglioramento dell’opera educativa; e che tali iniziative costituiscano occasioni di aggregazione, di informazione e di formazione dei genitori, nonché di formulazione di proposte. I nostri ragazzi e la scuola hanno bisogno di una maggiore partecipazione da parte di noi genitori per fare vivere al meglio la vita scolastica ed umana dei nostri figli ed abbiamo il dovere di aiutarli a inserirsi in futuro nella realtà lavorativa e sociale. Nella speranza che questa iniziativa riesca a raggruppare il maggior numero possibile di genitori, alcuni dei rappresentanti saranno lieti di rendervi partecipi all’organizzazione del GRUPPO GENITORI. Potete aderire all’iniziativa chiamando su cellulare o inviando una e-mail ai seguenti indirizzi: cell. 3496496393 (Antonio Tedesco) – e-mail: [email protected] cell. 3286854750 (Stefania Musso) – e-mail: [email protected] Antonio Tedesco, Stefania Musso rappresentanti 1ª C 1 In merito alle dichiarazioni di qualche politico del nostro paese, sul fatto di respingere i barconi di Immigrati, vorrei dire che mi sento in imbarazzo dal momento in cui il mio credo religioso mi impone l’accoglienza e l’aiuto a queste persone che cercano fortuna mentre, la mia ragione dice che difendere le nostre coste dall’arrivo continuo di persone clandestine sia doveroso. Perché? Beh il nostro Paese oggi non è in condizione di accogliere tutti, indistintamente, senza fissare delle regole di accoglienza. Gli immigranti sono e saranno sicuramente una ricchezza, ma se a questi ultimi non vengono imposte delle leggi affinché chi sta nel nostro paese lo fa per lavorare e non delinquere, si finisce che si fa dell’immigrato il capro espiatorio di tutti i mali. Il mancato rispetto della legge crea paura nella gente, che si difende discriminando e isolando gli immigrati. Sicuramente questo non è giusto,ma è l’unica cosa che vedo fare e che sento dire dalle persone più grandi. Se ci fossero leggi chiare sull’immigrazione credo sarebbe tutto più semplice per chi vuole cercare fortuna in Italia (ammesso che la trovino). L’Italia non è più il paese dei balocchi, in compenso abbiamo tanti asini che pensano che la loro tranquillità sia messa in pericolo da tutto ciò che è diverso da loro. Certo bisogna combattere chi sfrutta questo fenomeno e dobbiamo disciplinare l’entrata nel nostro paese ma qualunque legge non fermerà mai i flussi migratori. Ecco perché se la gente cercasse di capirli e di aiutarli tutta l’Italia avrebbe fatto un passo avanti, ma io da qualche anno ho smesso di credere al “vissero felici e contenti”. Debora Magazzù 3ª B REDAZIONE Capo redazione: Boffa Eleonora 4ª B Aiuto capo redazione: Chiara Gianusso 1ª C Giornalisti: Piras Alessia e Irene Bolognesi 1ª B, Daniela Trifan, Zaffino Serena, Rossella Campagna, Elia Tedesco Christian Ziggiotti e Martina Marrese 1ª C, Amodei Andrea, Guido Ndile, Debora Magazzù, Giordano Simona e Bussi Maurizio 3ª B, Sabina Paraschi 4ª A, Sara Falanga, Paula Grigoras, Roberto Brancale, Letizia Munteanu e Eleonora Boffa 4ª B Traduttori: Grigoras Paula 4ª B, Danca Chiprian 1ª B, Radu Lupascu Alexandru 3ª B Ex-allievi intervistati: Noemi Vasino, Nilde Cardo, Irene Loi, Andrea Picca e Elvira Galati. Gruppo genitori: Antonio Tedesco, Stefania Musso rappresentanti 1ª C Responsabile redazione: prof.ssa Vignali 1 Soluzioni 1