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Mise en page 1
Cosviluppo:
soluzione vantaggiosa
per tutti?
Contenuto
1. Introduzione
2. Antecedenti
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4
..........................................................................................
6
3. Il metodo dell'UE per il cosviluppo:
punti critici
Il cosviluppo per l'UE: un’altro termine per indicare la gestione
della migrazione? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
Una prospettiva semplicistica sul perché la gente migra e l’idea che
meno povertà conduca automaticamente a minore migrazione . . . . . . . . . . . . . . . 10
Migrazione esclusivamente Sud-Nord . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
Migrazione circolare – soltanto per i professionisti
specializzati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
Migrazione temporanea - soluzione al problema pensionistico
dell’Europa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
4. Il cosviluppo nei fatti:
rimesse, rimesse, rimesse?
Rimesse: sostitutive dell’ aiuto ufficiale allo sviluppo? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
Migrazione di ritorno/ circolare/temporanea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
Trasformare la “fuga dei cervelli” in “rientro dei cervelli” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
5. Il cosviluppo nei fatti:
programmi e progetti
Organizzazioni internazionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
ONG: Progetti dei membri di SOLIDAR . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
6. Cosviluppo:
soluzione vantaggiosa per tutti?
7. Conclusione
.....................................
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Prefazione
Il cosviluppo non offre la bacchetta
magica ai politici europei che vorrebbero trarre vantaggio dal lavoro dei migranti in Europa, senza occuparsi della
loro integrazione o della soluzione dei i
problemi dei paesi in via di sviluppo.
Il cosviluppo offre piuttosto un modo
di coinvolgere i migranti, con la loro
preziosa conoscenza dei luoghi d’origine, nelle decisioni relative al sostegno ai propri paesi.
In parallelo il cosviluppo consente ai
migranti stessi di usare le nuove competenze acquisite a beneficio dei propri
paesi d'origine, permettendo ai paesi
in via di sviluppo di ridurre notevolmente l'impatto negativo della migrazione.
Infine, il cosviluppo permette ai paesi
di accoglienza di valutare da una nuova
prospettiva gli insegnamenti che possono essere tratti dalle comunità migranti e qual’è il loro contributo ai
paesi in cui hanno scelto di vivere.
Affinché ciò avvenga, è necessario che
l’Europa adotti provvedimenti adeguati,
volti a garantire l’efficacia delle inizia-
tive di cosviluppo. Se la migrazione circolare resterà un privilegio degli individui altamente qualificati, se i migranti
privi di documenti saranno ignorati, se
si negherà ai potenziali rimpatriati la
portabilità della pensione, allora la retorica non varrà a nulla per le nazioni più
povere del mondo e per i milioni di migranti che vivono in Europa.
Solidar e le organizzazioni affiliate realizzano progetti di cosviluppo mettendo in relazione coloro che migrano
in Europa con le rispettive comunità
d’origine in Africa nord-occidentale, in
Europa orientale e in America Latina,
facendo sì che i giovani ai quali è stato
negato il diritto d’asilo non debbano,
una volta rimpatriati, tornare a lottare
contro l’indigenza e la mancanza di
prospettive e tutelando i diritti dei lavoratori migranti nei paesi d’origine e
di accoglienza.
L’esperienza concreta dei membri di
Solidar sul cosviluppo ci permette,
come network, di affermare che la migrazione e lo sviluppo sono intrinsecamente legate e che è necessario
assumere impegni fermi per garantire
il successo dei progetti di cosviluppo.
Il presente documento è un contributo
di Solidar al dibattito sul cosviluppo.
1
Introduzione
Il “cosviluppo„ pare sia lo slogan del
momento della comunità internazionale, un tema molto importante per
l’ONU, oggetto del tentativo dell’ex-segretario generale Kofi Annan di creare
un nuovo ente onusiano dedicato alla
migrazione, e sbandierato dall'UE
quale soluzione alle crescenti tensioni
in Europa sulla migrazione, nonché via
per risolvere i problemi dei paesi in via
di sviluppo.
Sebbene sul termine vi siano interpretazioni spesso contrastanti, pare esservi ampio consenso sulla definizione
di “cosviluppo„, come tentativo di
coinvolgere i migranti nella crescita dei
propri paesi d'origine. Organizzazioni
quali la Commissione Europea evitano
addirittura di usare il termine, facendo
riferimento invece al “legame„, o alla
“relazione„ fra migrazione e sviluppo.
Mentre le Nazioni Unite considerano il
cosviluppo in termini di tentativi, individuali o della comunità, di promuovere lo sviluppo nei paesi d’origine
(assistiti dall’intervento dello Stato per
snellire la procedura), il governo francese, un precursore di questo dibattito,
preferisce concentrarsi sul nesso fra gli
Stati-paesi d'origine e i paesi di destinazione.
Circondate dal vivace dibattito sul
tema, alcune organizzazioni affiliate a
Solidar stanno realizzando progetti di
cosviluppo, unendo i migranti in Europa alle comunità che hanno lasciato
nell’Africa nord-occidentale, in Europa
orientale e in America Latina, facendo
sì che i giovani richiedenti asilo, una
volta rimpatriati, non debbano affrontare indigenza e l’assenza di prospettive, tutelando i diritti di lavoratori
migranti nei paesi d’origine e di destinazione.
L’esperienza concreta dei membri di
Solidar sul cosviluppo ci permette di
affermare, come network, che migrazione e sviluppo sono indissolubili e
che, come affermato risolutamente dal
governo belga nel corso del Dialogo di
Alto Livello dell’ONU sulla Migrazione e
sullo Sviluppo del Settembre 006,
esistono quattro partner nel dialogo per
il cosviluppo: i paesi di partenza, i paesi
d’arrivo, i paesi di transito ed i migranti
e le diaspore. È nostro interesse che
tutti e quattro i partner partecipino al
dialogo su basi eque e in modo volontario. Inoltre, pensiamo che i benefici
della migrazione per i paesi d'origine e
per quelli di destinazione non vadano
strumentalizzati per difendere politiche
più rigide di controllo delle frontiere, e
ridurre gradualmente l'aiuto ufficiale
allo sviluppo a vantaggio delle rimesse.
La presente pubblicazione intende presentare una panoramica dei dibattiti attuali sul cosviluppo, delineando la
posizione di Solidar sul tema. Gli esempi
di progetti dei membri di Solidar nel
settore, evidenziano altresì come il cosviluppo possa funzionare nei fatti.
“
La migrazione internazionale è il mezzo ideale
per promuovere il cosviluppo, vale a dire il
miglioramento coordinato o concordato delle
condizioni economiche sia nella zone d'origine
sia nelle aree di destinazione in base alla loro
complementarità. […] I paesi possono cooperare per generare un triplice successo: per i migranti, per i loro paesi d'origine e per le società
che li accolgono. [I] possibili benefici [della
migrazione internazionale] sono maggiori dei
guadagni possibili derivanti da un commercio
internazionale più libero1.
Kofi Annan,
“Migrazione internazionale e sviluppo:
Rapporto del Segretario Generale”, 18 maggio 006
1 La
Banca Mondiale stima che se i flussi migratori aumenteranno dell’8% dal 000 al 05, l'incremento del reddito dovuto alla migrazione di nuclei familiari nei paesi
sviluppati sarà dello 0,%. I paesi in via di sviluppo nel complesso vedranno aumentare il proprio reddito dell’1,8%. I perdenti saranno i primi migranti verso il mondo
sviluppato, per i quali si prevede un calo del livello di consumo del 6%.
Chikezie,
C.-E. (006) Migrants and development : a new era, Open Democracy
5
2
Antecedenti
Il metodo del governo francese per il
cosviluppo deriva dai primi tentativi di
sviluppare una struttura concettuale
per il termine. Citato per la prima volta
in una Conferenza Internazionale del
1985, organizzata dall'Università belga
di Lovanio, “Les assises du codéveloppement„, il “cosviluppo„ è essenzialmente definito come cooperazione allo
sviluppo fra paesi occidentali e paesi
del terzo mondo che prevede la piena
partecipazione di quest’ultimi nella definizione delle strategie e nella loro attuazione.
Nel 1975, due anni prima che l’UNDP
varasse il suo riuscitissimo programma TOKTEN (trasferimento di
conoscenza tramite cittadini espatriati), i francesi furono i primi ad istituire un programma che affrontasse
quel che molti reputano un problema
cruciale del cosviluppo, la fuga di cervelli, organizzando la formazione di cittadini algerini residenti in Francia in
cambio della promessa di rientrare nel
paese d’origine. I critici del metodo
francese, sostengono che ciò evidenzia
come il concetto di cosviluppo sia
stato l’esito del dibattito sulla migrazione di ritorno.
Solo negli anni ‘90 il cosviluppo che
conosciamo ha cominciato ad affiorare
nei documenti governativi francesi e
‘Il
nel dibattito fra le organizzazioni della
società civile nonché all’ONU, la cui
Conferenza Internazionale del Cairo nel
199 su popolazione e sviluppo ha
avuto “migrazione internazionale e sviluppo”, quale tema centrale. Il PDLM
(Programme Développement local et
Migration) è stato creato dal governo
francese nel 1995, per aiutare i migranti, provenienti da Mali, Mauritania
e Senegal, a tornare nel paese d’origine
e creare imprese. Nel 1997 Sami Naïr,
che ha coniato forse la prima definizione di cosviluppo, fu nominato
consigliere speciale del governo francese per l’integrazione e il cosviluppo.
Il Ministero degli Affari esteri nel 005
creò una “cellule codéveloppement„ e
si è pubblicata la prima e forse unica
edizione ad oggi della “Lettre du codéveloppement„.
Nella metà degli anni '90 si è sviluppata
OSIM, ossia Organisations de Solidarité Issues des Migrations, ONG creata
da emigranti in Francia che lavorano su
progetti di sviluppo nei rispettivi paesi
d'origine. FORIM, o Forum des Organisations de Solidarité Issues des Migrations, è stata creata in Francia nel
00, e riunisce 5 federazioni di OSIM
ed oltre 600 organizzazioni che rappresentano 1 paesi d'origine. I critici sostengono che le ONG francesi hanno
cosviluppo collega la migrazione e lo sviluppo sicché il paese di partenza e quello d’arrivo possano trarre
vantaggio dai flussi migratori. Ovvero si tratta di un rapporto consensuale tra due paesi che fa sì che il
contributo dei migranti al paese d’arrivo non comporti perdite per il paese d’origine.’ Sami Naïr (007),
consulente tecnico presso il governo francese sull’integrazione e il cosviluppo, Rapport de bilan et d’orientation
sur la politique de codéveloppement liée aux flux migratoires, 1997, p.t.
6
accettato quel che reputano un
concetto limitato di cosviluppo, che
comporta dare ai migranti i mezzi per
aiutare i propri paesi d'origine, anziché
lottare per ampie riforme che sortirebbero effetti ben maggiori.
Altri paesi hanno seguito lentamente
l’esempio francese. La legge spagnola
sull’immigrazione del 001, il cosiddetto “Piano GRECO„ (Programa Global
de Regulación y Coordinación de la Extranjería y la Inmigración en España),
reputa il cosviluppo importante per
coinvolgere i migranti e stimolare lo
sviluppo, come fanno il Programma
strategico 007 sulla cittadinanza e l’integrazione” (Plan Estratégico de ciudadanía y integración) ed il programmaquadro spagnolo di cooperazione allo
sviluppo per il periodo 005-008
(Plan Director de Cooperación Española 2005-2008). Il Ministero spagnolo
degli Affari esteri ha istituito un Consiglio per la Cooperazione allo Sviluppo il
cui mandato investe il cosviluppo.
Coordinato dal sottosegretario per lo
sviluppo, il Consiglio comprende la sua
controparte del dicastero per l’immigrazione e l’emigrazione.
Il resto dell’Europa sembra essere restio a promuovere il cosviluppo quale
parte centrale della propria azione es-
Il
terna, o come mezzo per coordinare
meglio politica estera e politica interna. Ciò spiega perché le richieste di
maggior “coordinamento„ o “armonizzazione„ fra la dimensione esterna
dell'UE e i temi interni e di sicurezza,
non abbiano finora dato esiti significativi. Gli Stati membri sono propensi a
mantenere il controllo assoluto della
politica migratoria, nonostante le richieste d’aiuto di alcuni paesi che affrontano massicci arrivi di migranti
irregolari.
Nei due anni passati, la migrazione e
lo sviluppo sono stati temi importanti
per l’ONU, elementi dell'azione di
Kofi Annan volta a creare un ente per
la migrazione all'interno dell’orbita
ONU. La Commissione Globale sulla
Migrazione Internazionale, un gruppo
intergovernativo di esperti di alto livello,
promosso dal segretario generale
dell’ONU, ha pubblicato la relazione
finale nell’ottobre 005. Un Dialogo di
Alto Livello dell’ONU su Migrazione e
Sviluppo, il primo evento globale
sponsorizzato dall’ONU incentrato
sulla migrazione, si è tenuto a New
York nel settembre 006. I timori che
le nazioni sviluppate boicottassero
l’evento si sono placati quando il
numero dei presenti è salito a 17
paesi.
Il governo belga si è offerto spontaneamente di ospitare la prima riunione del
Foro Mondiale sulla Migrazione e lo
Sviluppo nel Luglio 007 a Bruxelles,
con oltre 10 paesi partecipanti. Il Foro
mondiale è stato un evento ONU intergovernativo, anziché ufficiale. Questo
tipo di riunione informale e consultiva
non ha poteri risolutori e le discussioni
funzioneranno secondo le regole di
Chatham House, benché il governo
belga abbia sottolineato che vi saranno
“risultati concreti”. L’allora rappresentante speciale del segretario generale
per la migrazione internazionale, Peter
Sutherland, ha sottolineato come
qualsiasi tentativo di creare un ente
convenzionale dell’ONU sulla migrazione sarebbe stato respinto dalle nazioni sviluppate5.
Le discussioni del 10-11 luglio 007 si
sono incentrate su tre macro-temi
(“sviluppo dei capitali umani e mobilità
del lavoro”, “rimesse ed altre risorse
della diaspora” e “aumento della coerenza istituzionale e politica”) scelti
anche per l’evento della “società civile”
il 9 luglio, in cui gli attori non governamentali si riuniranno per stilare un
testo comune.
portale ufficiale del GFMD è: www.gfmd-fmmd.org, mentre quello dell’evento della società civile è: http://www.gfmd-civil-society.org
5 Peter
Sutherland (ottobre 006), p.c.
7
3
Il metodo dell’UE
per il cosviluppo:
Punti critici
“
L'Unione europea ha bisogno di un approccio
generale al fenomeno della migrazione che abbracci le questioni connesse alla politica, ai diritti umani e allo sviluppo dei paesi e delle
regioni di origine e transito. Ciò significa che
occorre combattere la povertà, migliorare le
condizioni di vita e le opportunità di lavoro, prevenire i conflitti e stabilizzare gli Stati democratici, garantendo il rispetto dei diritti umani, in
particolare quelli delle minoranze, delle donne e
dei bambini. A tal fine, l'Unione e gli Stati membri sono invitati a contribuire, nelle rispettive
sfere di competenza ai sensi dei trattati, a una
maggiore coerenza delle politiche interne ed esterne dell'Unione stessa. Un altro elemento fondamentale per il successo di queste politiche
sarà il partenariato con i paesi terzi interessati,
nella prospettiva di promuovere lo sviluppo comune
Conclusioni del Consiglio Europeo,
Tampere, ottobre 1999
Il “cosviluppo” per l'UE: un
altro termine per indicare la
gestione della migrazione?
Il cosviluppo è stato menzionato per la
prima volta in un testo ufficiale dell’UE
nelle Conclusioni del Consiglio di Tampere del 1999, da molti considerato la
base dello sviluppo di una politica comune europea di asilo e immigrazione,
e che ha ufficialmente fatto dell'UE un
Area comune di Libertà, Sicurezza e
Giustizia. Mentre gli Stati membri del
Sud Europa lottavano per fronteggiare
il numero crescente di migranti che arrivavano per cercare lavoro o per sfuggire a persecuzioni, la gestione delle
frontiere e la lotta contro la migrazione
irregolare sono diventati i nodi principali della nascente politica comune.
Nel gergo comunitario, il termine “solidarietà„ ha cominciato ad essere usato
in relazione ai flussi migratori per indicare la condivisione delle difficoltà finanziarie e logistiche degli arrivi,
piuttosto che riferirsi a una generica
empatia con la situazione dei migranti.
Negli ultimi anni la connessione tra
problemi di migrazione e di sicurezza
sembra avere modellato in larga misura la politica dell’UE nel settore, soffocando i tentativi di concentrarsi
sull’integrazione. Marie-Arlette Carlotti,
eurodeputato, e relatore sulla migrazione e sullo sviluppo, ritiene che la
Commissione Europea abbia speso finora soltanto €15 di milioni per l’integrazione, ossia 50 centesimi di euro
6
Parlamento europeo, Rapport sur développement et
migration (Relatrice : Marie-Arlette Carlotti, PES),
giugno 006
per ciascun migrante legalmente residente6.
Le iniziative di cosviluppo intraprese
dall’Ue a partire dal 1999 possono essere così riassunte:
2002: Comunicazione della Commissione Europea “Integrare i temi della
migrazione nelle relazioni dell'UE con i
paesi terzi„
2003: Conclusioni del Consiglio su migrazione e sviluppo
2004: Programma dell’Aia su una politica comune di asilo ed immigrazione
2005: Comunicazione della Commissione europea su migrazione e sviluppo
2006: Relazione del Parlamento europeo su sviluppo e migrazione
2006: Struttura EU-ACP per la migrazione (annunciata ma non ancora varata)
2006: Posizione dell’UE prima del Dialogo di Alto Livello dell’ONU su Migrazione e Sviluppo7.
Il finanziamento UE per i progetti di
cosviluppo è stato finora circosritto a
quanto segue:
2001-2004: Interventi preliminari di cooperazione con i paesi terzi nel campo
della migrazione e dell'asilo. Nel quadro
di questa linea di bilancio provvisoria
sono stai finanziati una serie di progetti
attinenti al cosviluppo (rimpatrio di migranti altamente qualificati – agevolazione dei flussi delle rimesse, ecc.).
2004-2006: Programma Aeneas, che
fornisce assistenza tecnico-finanziaria
ai paesi terzi nelle zone di migrazione e
d'asilo. La prospettiva sullo cosviluppo
è assicurata dall’accento messo su progetti che riguardano le rimesse destinate ad investimenti produttivi, il
microcredito, ecc.
A partire dall'autunno 007 vi saranno
nuove iniziative:
2007-2010: Il Programma tematico su
migrazione ed asilo (parte dello Strumento di Cooperazione allo Sviluppo),
che dovrebbe avere un budget di circa
€ 05 milioni per il periodo 007-010,
sosterrà i paesi terzi “per garantire una
migliore gestione dei flussi migratori
sotto ogni aspetto”. L'iniziativa internazionale “Migrazione e sviluppo” che
disporrà di un budget di € 10 milioni
(o € ,5 milioni annui), sarà codiretta
dall’UE e da un ente internazionale e
sosterrà progetti gestiti da associazioni
di migranti in collaborazione con associazioni ed enti locali nei paesi di origine.
Le azioni specifiche che riguardano la
migrazione di ritorno sono le seguenti:
2002: Programma di Intervento per il
Ritorno approvato dal Consiglio
2006: Istituzione del Fondo di Ritorno
Europeo
Azioni specifiche che affrontano la fuga
dei cervelli:
2002: La Commissione europea propone un codice di condotta dell’UE per
disciplinare l’assunzione laddove
questa avrebbe effetti negativi sui paesi
in via di sviluppo. Gli Stati membri mettono il veto su questa proposta
2005: Comunicazione della Commissione europea: “Carenza di risorse
umane nei settori sanitari dei paesi in
via di sviluppo„
Si è messo l’accento sull’integrazione
della migrazione nella politica di sviluppo, tramite quel che la Commissione
europea chiama “dialogo„ con i paesi
che delimitano l'UE ed inserendo la migrazione nei Documenti Strategici nazionali e nei Documenti Strategici per la
Riduzione della povertà nei paesi ACP8.
Inoltre la Commissione europea ha cominciato ad includere la gestione della
migrazione nell’elenco di fattori da
considerare nella valutazione della governance di un paese in via di sviluppo
prima di erogare un aiuto9. Il ministro
degli Interni italiano, Giuliano Amato,
ha collegato di recente la ripartizione
dell’aiuto e la capacità dei paesi in via
di sviluppo di controllare i flussi migratori, affermando esplicitamente che gli
Stati membri dell’UE dovrebbero erogare fondi di sviluppo soltanto a condizione che i paesi benificiari firmino
accordi di riammissione10.
Nel luglio del 006 il congresso di
Rabat, co-organizzato dai governi francese, spagnolo e marocchino e promosso dalla Commissione europea,
riunì gli Stati membri dell'UE a 5, i
paesi prossimi all’adesione Bulgaria e
7
adottato al Consiglio degli Affari generali e delle Relazioni esterne il 17 luglio 006
8
I 79 paesi africani, caraibici e del Pacifico che hanno firmato l'accordo di Cotonou
9
Paragrafo .1, Comunicazione della Commissione europea su “Governance del consenso europeo sullo sviluppo: verso un metodo armonizzato nell’Unione Europea”,
0 agosto 006
Immigrazione, Amato annuncia: ‘A ottobre modifica della legge’, ‘La Repubblica’, 7/09/06
10
9
Romania, la Svizzera e 6 Stati africani
nord-occidentali e centrafricani. Tale
Congresso fu dedicato, a quanto pare,
al tema “migrazione e sviluppo„. Sebbene la Dichiarazione di Rabat e il Piano
d’Azione evidenziassero i problemi dello
sviluppo (le presunte “cause primarie
della migrazione") e spesso copiassero
letteralmente la strategia 005 dell'UE
per l'Africa, il vero punto centrale, dei
colloqui e degli esiti congressuali, furono gli accordi di riammissione, e il
supporto tecnico-logistico„ inteso ad
arrestare i flussi migratori, attraverso
l’individuazione e il reimpatrio dei migranti. La dichiarazione finale sottolinea
esplicitamente “la solidarietà effettiva,
veloce e tangibile„, concentrandosi
sullo “sviluppo sostenibile„ e sulla “sicurezza„, quali risposte alla “gestione
dei flussi migratori„.
Nel novembre 006 oltre 50 paesi africani e gli Stati membri dell'UE 5
hanno partecipato ad un altro vertice su
migrazione e sviluppo tenutosi a Tripoli
in Libia. I leader politici hanno accettato a Tripoli di affrontare quelle che
sono state identificate come le cause
primarie della migrazione, dalla povertà
ai conflitti ed alla cattiva governance.
Significativamente, altre possibili cause
dei flussi migratori già menzionate
nella dichiarazione di Tripoli, quali le
“condizioni inique del commercio
mondiale” ed i ‘fattori ambientali”,
10
sono stati esclusi dalla dichiarazione
della Presidenza finlandese dell’UE,
pubblicata dopo il vertice11. I ministri
hanno inoltre concordato di incontrarsi
di nuovo, “entro tre anni”, per una
nuova Conferenza ministeriale UEAfrica su migrazione e sviluppo.
La nuova legge francese sull’immigrazione, che entrerà in vigore all'inizio
del 007, illustra come il cosviluppo
possa essere usato, per esempio, per
limitare il soggiorno dei migranti in Europa. I candidati ammissibili che richiedono il visto “competenze e
capacità” dovranno dimostrare che
contribuiscono allo sviluppo “economico”, “intellettuale” o “culturale” sia
della Francia, sia del paese d'origine.
Questi visti sono concessi soltanto a
coloro che accettano di rimpatriarsi
entro sei anni. Inoltre i migranti potenziali potranno ottenere i visti in questo
ambito, soltanto se il paese di origine
ha firmato un accordo di “cosviluppo”
col governo francese1.
Benché l’accento sia sulla gestione
delle frontiere, i documenti ufficiali
dell’Ue relativi al cosviluppo trascurano significativamente i migranti irregolari. Tuttavia i migranti privi di
documenti sono probabilmente quelli
che hanno le maggiori difficoltà a inviare a casa le rimesse ed a ottenere il
riconoscimento delle proprie qualifiche.
Una prospettiva semplicistica sul perché la gente migra
e l’idea che meno povertà
conduca automaticamente
a minore migrazione
La posizione dell’UE sul nesso fra migrazione e sviluppo sembra essere definita: la gente migra a causa della
povertà o, in minor misura, per sfuggire alle persecuzioni. Se le “cause primarie” della migrazione sono
affrontate, e si armonizzano le politiche
interna ed esterna dell’UE, i benefici
della migrazione possono essere
“massimizzati„ e gli impatti negativi
“minimizzati„1.
Questa visione semplicistica e unidimensionale esclude la complessità dai
motivi personali che spingono gli individui a rischiare la pelle per tentare una
nuova vita altrove. La pubblicistica sul
tema e studi ben documentati di organismi competenti quali la Banca Mondiale hanno dimostrato ampiamente
come la grande maggioranza dei migranti che giungono nel mondo sviluppato siano solitamente quelli in cui la
comunità ha scelto di investire, spesso
persone istruite che cercano migliori
opportunità altrove.
Inoltre la discussione trascura quel che
innumerevoli risoluzioni dell’ONU e, di
fatto, documenti dell’UE sottolineano,
11
La Dichiarazione di Tripoli (/11/06): http://www.eu2006.fi/news_and_documents/other_documents/vko47/en_GB/1164354155373
Dichiarazione della Presidenza finlandese dell’UE sul vertice di Tripoli (/11/06): http://www.eu2006.fi/news_and_documents/press_releases/vko47/en_GB/175415/
1
Murphy, K. (006) France’s new law: control immigration flows, court the highly skilled in ‘Migration Information Source’, Migration Policy Institute
1
ved. Posizione dell’UE prima del Dialogo di alto livello dell'ONU su migrazione e sviluppo, luglio 006
vale a dire che lo sviluppo non significa soltanto crescita economica.
L’assunto implicito nel discorso
dell'UE è anche, naturalmente, che
meno povertà nei paesi in via di sviluppo comporterà automaticamente un
calo dei flussi migratori. Ciò è perlomeno molto discutibile. Numerosi
studi indicano come l’espansione economica e l’incremento delle sbandierate libertà democratiche possano
davvero incoraggiare tanti giovani volenterosi a lasciare il proprio paese.
Ciò è accaduto in Etiopia, per es., dopo
che Meles Zenawi è arrivato al potere
nel 000 con le prime elezioni pluripartitiche del paese1.
Migrazione esclusivamente
Sud-Nord
L'UE sembra inoltre considerare la migrazione soltanto in termini di flussi di
gente che si sposta dai paesi in via di
sviluppo verso l’Europa. Dei 191 milioni di migranti nel mondo, circa un
terzo viene da paesi in via di sviluppo e
si è spostato in un altro paese in via di
sviluppo, un terzo proviene da paesi in
via di sviluppo ed ora vive in uno sviluppato15. I movimenti “Sud-Sud„
sono quindi all’incirca identici ai flussi
migratori “Sud-Nord„.
Nonostante la retorica che dice il
contrario, e nonostante il lavoro delle
agenzie ONU per assistere i migranti, i
rifugiati e gli sfollati interni nei paesi in
via di sviluppo, questo preconcetto occidentale sembra essere presente in
larga misura anche nella relazione di
Kofi Annan del 006 sulla migrazione e
sullo sviluppo.
Migrazione circolare –
soltanto per professionisti
specializzati
La migrazione circolare, con cui i migranti hanno la possibilità, o sono attivamente incoraggiati, a rimpatriarsi nei
paesi d'origine per periodi più o meno
lunghi, è ritenuta da molti uno dei
mezzi più promettenti d’invertire la
fuga dei cervelli nei paesi in via di sviluppo e di consentire a professionisti
esperti di di far si che i propri paesi beneficino del "know-how" da essi acquisito all'estero.
La posizione dell’UE, adottata prima
del Dialogo di Alto Livello dell’ONU
sulla Migrazione e sullo Sviluppo (115 settembre 006), è esemplare in
quanto sottolinea l’importanza della
migrazione circolare senza descrivere
le misure effettive volte ad ottenere la
riammissione veloce dei migranti che
ritornano al proprio paese d'origine.
Quindi se da una parte sono proposti
“programmi di formazione„ e i “tirocini„ temporanei in Europa, tuttavia
non si discute mai di creare programmi
innovativi di rilascio dei visti e di ripensare i canali legali d’ingresso. Ugualmente nella Comunicazione su
migrazione e sviluppo, le sole categorie
per le quali la migrazione circolare è
considerata vantaggiosa sembrano essere i ricercatori, gli imprenditori ed i
professionisti specializzati, mentre si
rivelerebbe utilissima per i ben più numerosi operai poco qualificati.
La ricerca ha anche dimostrato come i
rigorosi controlli di frontiera impediscano la migrazione circolare e aumentino la permanenzaa di lungo periodo e
il ricongiungimento16 delle famiglie nei
paesi ospitanti, aumentando dunque il
numero complessivo di migranti.
All'inizio degli anni ’80, il 50% dei migranti messicani è tornato a casa entro
l'anno; entro il 000, con programmi
massicci di controllo delle frontiere in
atto, i rimpatriati sono scesi al 5%17.
1
Prof. Abye Tasse, Université d'Addis-Abeba (juillet 006), p.c.
15
Scheda informativa dell’ONU sulla migrazione internazionale e lo sviluppo, 006
16
Va sottolineato che il diritto alla riunione della famiglia è un diritto fondamentale dell'uomo. L'articolo 8 della Convenzione europea sui Diritti dell’Uomo sancisce:
“Ognuno ha il diritto al rispetto della sua vita privata e famigliare”.
17
Massey, D.S. (005) Backfire at the border: why enforcement without legalization cannot stop illegal immigration, ‘Trade Policy Analysis No.9’, Center for Trade
Policy Studies
11
Migrazione temporanea –
la soluzione al problema
pensionistico dell' Europa?
Una Comunicazione recente dell’UE su
“Il futuro demografico dell’Europa dalla sfida all’opportunità” (1/10/06)
sembra ritenere la migrazione temporanea non un modo di aiutare i migranti a
trarre vantaggio dalla migrazione senza
rinunciare al legame con il proprio
paese d'origine, ma un mezzo per compensare la crisi pensionistica dell'UE.
Entro il 050 gli attuali Stati membri
dell’UE vivranno un calo complessivo
di quasi 10 milioni di abitanti, ma l'UE
registrerà un calo di 8 milioni di persone in età lavorativa.
La migrazione non compenserà il calo
demografico, proprio perché – sebbene
l’UE non lo dica esplicitamente - i flussi
migratori verso l’UE sono limitati. I migranti di lungo periodo andranno
anch’essi in pensione, e quindi la migrazione temporanea è vista come possibile soluzione alla crisi; il punto è che
i migranti di breve durata contribuiranno ai sistemi pensionistici europei
prima di tornare ai paesi d'origine.
1
4
Il cosviluppo
nei fatti:
Rimesse,
rimesse,
rimesse?
Il dibattito concettuale sul cosviluppo, con
l'eccezione parziale del mondo francofono,
sembra ruotare intorno al tema per poi ridursi
ad un corpus di misure concrete per far sì che
i migranti concorrano a sviluppare i rispettivi
paesi. Nelle discussioni le rimesse rimangono per lo più sullo sfondo per emergere
ogni volta che si accenna al cosviluppo; ma
altri esempi di cosviluppo nei fatti, alcuni dei
quali sono elencati qui sotto, sono analizzati
nella pubblicistica, nonché nei documenti
dell’UE, nella relazione del 2006 di Kofi Annan
e nella relazione finale della Commissione
mondiale sulla migrazione internazionale del
2005.
Rimesse: sostitutive
dell’aiuto ufficiale allo
sviluppo (ODA)?
LSi stima che i soldi inviati a casa dai
migranti nel 005 ammontino a $
miliardi, con la quota delle rimesse globali ai paesi in via di sviluppo in aumento dal 57% nel 1995 al 7% ($167
miliardi) nel 005. Le rimesse sono
considerevolmente maggiori dell’ODA
(Aiuto ufficiale allo sviluppo) e la seconda maggiore fonte di reddito per i
paesi in via di sviluppo dopo l’FDI (Investimenti Diretti Esteri)18. Nel 006 i
migranti d'America latina hanno spedito $6 miliardi alle proprie famiglie,
più dell’ODA e del FDI verso questa regione messi insieme19. Le rimesse dovrebbero inoltre essere sostanzialmente
superiori alle cifre ufficiali poiché molte
di esse sono inviate tramite canali informali. Banca Interamericana per lo
Sviluppo stima che i migranti sudamericani trasferiranno $100 miliardo
all'anno ai loro paesi entro il 0100,
benché avverta che il fiorire dei flussi di
rimesse significa che la gente non
riesce a guadagnarsi stabilmente da vivere nel proprio paese ed è costretta ad
emigrare.
Le rimesse non possono in nessun
modo sostituire l’ODA, poiché 1) le rimesse tendono ad essere usate dalle
famiglie per il consumo domestico e,
in misura inferiore, per istruzione, sanità, e per attività micro-imprenditoriali.
Benché ciò possa sostenere il consumo
ed i mercati locali dei prodotti, i progetti infrastrutturali e gli investimenti
su vasta scala esigono l'aiuto allo sviluppo ed investitori locali o stranieri; )
i flussi di rimesse tendono ad essere i
più bassi nei paesi in via di sviluppo
più poveri.
ma è chiaro, benché spesso non riconosciuto, che i migranti contribuiscono
notevolmente alle economie dei paesi
di destinazione (i migranti “rimettono”
in media il 1% del proprio reddito,
quindi l’87% è speso nei paesi ospitanti, e il contributo dei migranti è sbalorditivo: mille milioni di dollari). Su
scala macroeconomica, è vero che i
flussi di rimessa migliorano la solvibilità dei paesi d’accoglienza, riducono il
costo del credito e danno un finanziamento certo in tempi incerti (le rimesse
sono abitualmente anticicliche, fornendo il contante tanto necessario
dopo catastrofi naturali o conflitti,
quando la maggior parte degli investitori fugge), ma è altrettanto vero che
possono ridurre le esportazioni e la
competitività interna, amplificando artificialmente il valore della valuta locale.
Affidarsi ai flussi delle rimesse espone
inoltre i paesi a contrazioni economiche
improvvise nelle nazioni dove vivono i
migranti, come fu evidente durante la
crisi dell’Estremo Oriente del 1998,
quando i lavoratori indonesiani furono
espulsi dalla Malesia e dalla Tailandia.
Vi sono opinioni contrastanti sul fatto
che le rimesse possano stimolare le
economie nei paesi in via di sviluppo,
A livello locale, le rimesse possono generare tensioni, aumentando il carovita
e alimentando conflitti su risorse limi-
Secondo la Banca Mondiale, le rimesse
hanno contribuito a far diminuire la povertà in molti paesi in via di sviluppo,
da un calo del 6% in Bangladesh ad
uno dell’11% in Uganda1. Nel 1998,
dopo che l'uragano Mitch devastò
l'America Centrale, il governo salvadoregno invitò l’amministrazione statunitense ad estendere i permessi dei
migranti salvadoregni' anziché inviare
un aiuto, nella speranza che i migranti
avrebbero inviato i soldi ai parenti colpiti dalla tempesta.
18
UNFPA, State of World Population Report 006, A passage to hope: women and international migration
19
Inter-American Development Bank, Remittances to Latin America and the Caribbean to top $100 billion a year by 2010, Press release, 18/0/07
0
ibidem
1
World Bank, Global Economic Prospects Report 006
Newland, K. (007) A new surge of interest in Migration and Development in ‘Migration Information Source’, Migration Policy Institute
Demaret, L. e Taran, P. (006) Dispelling the migrant myth, ‘World of Work’ no. 57, Organizzazione internazionale del Lavoro. Gli autori inoltre precisano che i migranti
hanno aggiunto $ miliardi al budget del Regno Unito nel periodo 1999-000, che ora contribuiscono col 10% del P.I.L. del paese (8,8% nel 1999-000) e che in Spagna
nel 006 il 5% dei proventi dell’edilizia verrà da alloggi costruiti per i migranti.
New Economics Foundation (006) Migration and the remittance euphoria: development or dependency?
1
tate quali il suolo, in cui le famiglie che
riscuotono fondi dall'estero tendono ad
investire. Uno studio di GRPG rileva
che sul lungo periodo le famiglie dello
Zimbabwe che non avevano un migrante all'estero stavano molto peggio
di quelle che ricevono le rimesse, per
via delle oscillazioni di prezzo nei mercati locali5. Secondo la Banca Mondiale, le rimesse aumentano
inizialmente la diseguaglianza di reddito
nelle comunità locali, poiché i migranti
vengono di solito dalle famiglie più
ricche, ma quando i migranti più poveri
se ne vanno, le rimesse hanno il potere
di ridurre la diseguaglianza. I risultati di
entrambi gli studi indicano quindi le rimesse come una delle forze trainanti di
una forte emigrazione.
Un altro fattore da considerare è il fatto
che “elite migratorie„, cioè ricercatori,
conferenzieri e professionisti specializzati, i cui stipendi sono notevolmente
superiori alle loro controparti poco
qualificate, tendono a inviare meno rimesse o a non inviarle affatto ed i pagamenti ad un paese d’invio
diminuiscono man mano che la percentuale dei migranti con istruzione universitaria aumenta6. La Banca Mondiale
1
evidenzia in questo senso, come sia
appunto la migrazione degli operai
poco qualificati ad essere quella che
con più probabilità riduce la povertà nei
paesi in via di sviluppo7. Gli operai
poco qualificati, tuttavia, sono proprio
quelli contro cui le barriere legali all'ingresso nel mondo sviluppato sono le
più alte.
I governi nei paesi sviluppati sono inoltre cauti nell’incoraggiare le rimesse
tramite imprese di trasferimento fondi,
poiché esse possono essere usate per
riciclare denaro sporco, e finanziare organizzazioni terroriste e criminali. Una
recente operazione di polizia in Italia, il
secondo mercato più grande del
mondo per il trasferimento di fondi, del
valore di €1, miliardi, ha scoperto 00
agenzie illegali8. Le autorità italiane stimano che fino al 0% delle agenzie di
trasferimento fondi che operano nel
paese siano illegali9, e ritengono siano
massicciamente utilizzate dalle organizzazioni criminali..
Come utilizzare al meglio le rimesse per
stimolare lo sviluppo e come tagliarne i
costi (attualmente intorno al 0% dei
flussi totali di rimesse0)?
5
Bracking, S. and Sachikonye, L. (006) Remittances, poverty reduction and the informalisation of household wellbeing in Zimbabwe, Global Poverty Research Group
6
Falini, R. (00) Migration, remittances and growth, cited in New Economics Foundation (006) ‘Migration and the remittance euphoria: development or dependency?’
7
Banque mondiale, Rapport sur les Perspectives économiques mondiales 006
8
Sequestrate 400 agenzie Money Transfer : le usavano trafficanti e presunti terroristi, ‘La Repubblica’, 05/0/07
9
ibidem
0
European Parliament, Rapport sur développement et migration (Rapporteur : Marie-Arlette Carlotti, PES), June 006
Raccomandazioni
Come aumentare il ruolo positivo delle rimesse
per lo sviluppo
• Aumentare l’accesso alle attività
bancarie tra i migranti e nelle comunità
locali nei paesi in via di sviluppo, quello
che, il Comitato per lo Sviluppo internazionale della Camera dei Comuni britannica chiama “incassare il non
incassato„. Le Banche possono ridurre
il costo delle rimesse: a) promuovendo,
nei paesi in via di sviluppo, l'uso delle
carte di debito/ contante nei bancomat
per riscuotere i fondi (il problema in
questo caso è che le banche europee –
sebbene non sempre – chiedono solitamente che il cliente abbia un conto); b)
fungendo da agenti di trasferimento fondi
tramite accordi passati con controparti
nei paesi d'origine; c) trasferimento
fondi tradizionale; d) alleanze bancarie
ed operazioni di trasferimento fondi.
• Una delle tante difficoltà che i migranti affrontano nell'inviare rimesse
attraverso canali poco costosi e più efficaci, è che molti di essi non hanno
documenti. Gli Stati Uniti ed il Messico
stanno sperimentando soluzioni per risolvere questo problema, uno dei quali
coinvolge i consolati messicani che rilasciano le carte consolari di identificazione, con cui i migranti irregolari
possono aprire i conti bancari.
• Fondi accoppiati. Il Messico fa da
battistrada anche in questo campo: il
governo federale e le autorità locali e
regionali si sono impegnate ad abbinare un dollaro per ogni dollaro rimesso dai migranti negli Stati Uniti alla
regione. Il programma “Tres por uno”,
iniziato dal governo regionale di Zacatecas nel 199 come iniziativa ”Dos por
uno”, è stato lanciato ufficialmente nel
1999 in più stati messicani. I fondi raccolti nell'ambito del programma sono
investiti per migliorare le strutture scolastiche, la sanità e le infrastrutture.
Solo nel 005, le HTA messicane (associazioni delle città natie) ha ricevuto
circa $0 milioni per progetti in tutto il
Messico, mentre il governo e gli enti
locali hanno dato $60 milioni1. Si è espressa però cautela circa questi programmi, gli scettici evidenziano infatti
come la sostenibilità dei progetti, subordinata ad un flusso costante di rimesse, non sia garantita, e come le
HTA spesso non abbiano il know-how
per realizzare progetti di sviluppo, non
potendo lavorare con soggetti della
comunità locale.
In questi programmi vengono adoperati
anche fondi privati. Nel 005 Western
Union ha reso noto il suo programma
*
“Cuatro por uno”, che aggiunge fondi
supplementari alle donazioni fatte
dalle HTA messicane negli Stati Uniti
fino ad un massimo di $1,5 milioni.
I critici del programma precisano, tuttavia, che i migranti cofinanziano progetti infrastrutturali in Messico ben di
più dei messicani facoltosi. Nei villaggi
messicani con meno di .000 abitanti,
le donazioni di HTA sono di solito il
50% dei budget comunali per i lavori
pubblici5.
Un gruppo di HTA dell'America Latina
in Italia ha anche lanciato un programma del “+1” nel 007: ai ricavati
di ogni biglietto di lotteria di €1 venduto ai migranti sono abbinati a € donati da banche italiane e sudamericane.
I fondi saranno usati per finanziare vari
progetti attuati dalle HTA nella regione
andina6.
• Incentivi fiscali sulle rimesse. La
Francia ed i Paesi Bassi stanno pensando di offrire incentivi a singoli migranti che inviano rimesse, mentre le
comunità africane del Regno Unito
hanno chiesto di riunire gli abbuoni
d’imposta in un fondo controllato dai
migranti volto a finanziare progetti di
1 Orozco, M. and Rouse, R. (007) Migrant hometown associations and opportunities for development: a global perspective in ‘Migration Information Source’, Migration
5
6
Policy Institute
New Economics Foundation (006) Migration and the remittance euphoria: development or dependency?
Orozco, M. and Rouse, R. (007) Migrant hometown associations and opportunities for development: a global perspective in ‘Migration Information Source’, Migration
Policy Institute
New Economics Foundation (006) Migration and the remittance euphoria: development or dependency
Orozco, M. and Rouse, R. (007) Migrant hometown associations and opportunities for development: a global perspective in ‘Migration Information Source’, Migration
Policy Institute
Investi un euro, in patria ne arrivano 5, ‘Metropoli: Il giornale dell’Italia multietnica’, 0/0/07
15
sviluppo nei paesi d’origine7. Altre proposte prevedono di creare un programma
con cui i governi del mondo sviluppato
trasferiscono le tasse ricavate dalle rimesse ai paesi d'origine dei migranti8.
• Fondi di trasferimento tramite fondi
mobili. Il gigante delle telecomunicazioni Vodafone e la banca Citigroup
stanno iniziando a lavorare in questo
campo. Presto saraà varato un progetto-pilota grazie al quale i soldi saranno trasferiti dal Regno Unito in
Kenia ed i clienti di Vodafone pagheranno il trasferimento di fondi a filiali
dell’impresa o in linea ed i destinatari
riceveranno un messaggio di testo con
un numero di PIN sicuro sui loro telefonini. Il contante può allora essere riscosso presso gli uffici di Safaricom e le
succursali di Postbank in tutto il Kenia.
Nessuna delle persone coinvolte nella
transazione avrà bisogno di un conto
bancario, e Vodafone afferma che i costi
di trasferimento saranno all’incirca la
metà di quelli fatturati attualmente da
aziende come Western Union9.
• IFAD, fondo internazionale per lo sviluppo agricolo, ha creato un’iniziativa
da $10 milioni, la Financing Facility for
Remittances, per finanziare progetti che
taglino i costi dei trasferimenti di fondi
verso il mondo in via di sviluppo0.
Concessioni fino a €00,000 saranno
erogate a progetti che aumentano la
fruizione delle rimesse in zone rurali1.
7
8
9
0
1
16
Migrazione di ritorno/
circolare/temporanea
Un certo numero di esempi di successo
in cui i migranti sono tornati al paese
d'origine incentivandone l’espansione
economica sono sempre più usati per
difendere i programmi provvisori per la
migrazione. Gli operai e gli ingegneri
coreani impiegati nei progetti edilizi del
Medio Oriente negli anni ‘70 sarebbero
alla base dell'industrializzazione massiccia della Corea nei decenni seguenti,
mentre i migranti stagionali messicani
verso il Canada hanno creato piccole
attività imprenditoriali nel paese d’origine ed i migranti moldavi che lavorano
nell'ambito di un programma provvisorio di migrazione in Slovenia negli anni
‘90 pare abbiano usato i propri risparmi
per investire nel paese d'origine.
Tuttavia, la letteratura fornisce prove in
abbondanza di migranti di ritorno non
in grado di sfruttare le competenze appena acquisite - quando e se queste
sono state effettivamente sviluppate nei paesi d’origine. I famosi gastarbeiter della Germania, o il programma dei
“lavoratori ospiti”, per es., ha dimostrato di aver dato poco o nessuna formazione supplementare agli operai
turchi. I rimpatriati possono anche
costituire un elemento destabilizzante
Chikezie, C.-E. (006) Migrants and development : a new era, OpenDemocracy
New Economics Foundation (006), Migration and the remittance euphoria: development or dependency
Need to send cash abroad? Just reach for your mobile, ‘The Guardian’, 17/0/07
Inter-American Development Bank, Remittances to Latin America and the Caribbean to top $100 billion a year by 2010, Press release, 18/0/07 and www.ifad.org
www.ifad.org
Agunias, D. (007) Linking temporary worker schemes with development in ‘Migration Information Source’, Migration Policy Institute
ibidem
per i paesi d’origine. Si stima che, se la
Serbia firmasse l'accordo di riammissione con l'UE attualmente in cantiere,
fino a 100.000 cittadini serbi potrebbero
essere rimpatriati, con effetti catastrofici per un paese che già lotta contro
l’alto tasso di disoccupazione.
Contrariamente alle attese, il tasso di
disoccupazione dei migranti di ritorno è
solitamente superiore a quello degli
abitanti locali5. Coloro che riescono
nel, per es., creare imprese al loro ritorno, benché possano incoraggiare
altri a fare lo stesso, mediante l'abbassamento di quelle che l’opinione comune considera barriere all'investimento
ed al commercio, devono tornare in un
paese la cui economia non è in stallo.
La migrazione di ritorno da sola non
basta per produrre crescita economica,
la quale è, invece, una precondizione di
un ritorno riuscito.
La migrazione di ritorno, strombazzata
quale soluzione alle forti perdite vissute
dai paesi in via di sviluppo, non affronta la fuga dei cervelli o comunque
non funge da catalizzatore dello sviluppo quando, come succede spesso, il
rimpatrio non è volontario. Gli studi
hanno dimostrato che i ritorni più riusciti sono quelli che si verificano volontariamente6. Pochissimi programmi
nei paesi sviluppati si concentrano su
5
6
7
8
9
50
quei migranti che saranno rimpatriati
con la forza; molti di loro, dopo aver
passato tanto tempo nel paese ospitante, avrebbero urgente bisogno della
formazione e dei finanziamenti che
sono tuttavia disponibili (in misura limitata) solo per i professionisti specializzati che hanno scelto di tornare.
Una serie di iniziative volte ad incoraggiare il rimpatrio sono stati proposte,
e vanno dall'assicurarsi che i migranti
provvisori o i loro datori di lavoro acquistino obbligazioni finanziarie, che
possono essere riscattate quando i migranti se ne vanno, alla creazione di
conti di risparmio obbligatori per i migranti. L’ultima soluzione, come scrive
Agunias (007), permetterebbero ai
politici di mitigare i timori dell’opinione
pubblica sui programmi provvisori di
migrazione. Alcuni economisti, quali
Maurice Schieff7 della Banca Mondiale,
hanno avanzato idee più discutibili,
quali il vendere le obbligazioni dei migranti temporanei ad una compagnia
assicurativa privata, la quale si incaricherebbe poi di rintracciare i migranti
qualora dovessero restare oltre la data
inserita nel visto.
revoli allo sviluppo se il rilascio dei visti
e le norme operative fossero più flessibili. I visti pluriannuali per lavoro stagionale, permettendo ai migranti
temporanei di entrare di nuovo nel
paese in cui hanno lavorato, lanciati
dalla Svizzera la quale ha visto rientrare
nel proprio paese d’origine la maggior
parte dei migranti in possesso di
questo tipo di visto, ha fatto sì che la
maggior parte dei migranti nell’ambito
di questo programma di rimpatrio8, figurano tra le proposte formulate nel
compendio politico 00 dell'OCSE, insieme ai contratti d’agenzia libera (a
garantire che i migranti non siano legati
ad un solo datore di lavoro), ed ai
contratti più lunghi e flessibili9. Alcuni
esperti hanno dimostrato che i contratti
di 1 mesi ed i permessi di soggiorno
rilasciati normalmente dai paesi
dell’UE, non permettono ai migranti di
risparmiare abbastanza da rendere vantaggiosa la partenza dal proprio paese
d'origine50.
La migrazione temporanea, attraverso,
per es., i permessi di lavoro stagionali,
sembrerebbe non rispettare le politiche
per l’integrazione.
L’OCSE,da un lato, evidenzia come i
programmi provvisori di migrazione
potrebbero facilmente essere più favo-
Rodier, C. (007), p.c.
Annan, K. (006) International migration and development: Report of the Secretary-General
Agunias, D. (007) Linking temporary worker schemes with development in ‘Migration Information Source’, Migration Policy Institute
Citato in Agunias, D. (007) Linking temporary worker schemes with development in ‘Migration Information Source’, Migration Policy Institute
Agunias, D. (007) Linking temporary worker schemes with development in ‘Migration Information Source’, Migration Policy Institute
OECD (00), Main trends in international migration, citato in Agunias, D. (007) Linking temporary worker schemes with development in ‘Migration Information
Source’, Migration Policy Institute
Ruhs, M. (005) and Barber, C. et al (005), citato in Agunias, D. (007) Linking temporary worker schemes with development in ‘Migration Information Source’,
Migration Policy Institute
17
Raccomandazioni
Garantire una riuscita migrazione
di ritorno/circolare/temporanea
• Come suddetto, una riuscita migrazione circolare non è possibile a meno
che i requisiti e le procedure d’ingresso e di riammissione nei paesi
sviluppati siano modificati significativamente, e si concedano ai migranti
provvisori contratti più lunghi e flessibili e possibilità di rientro.
• I migranti provvisori non andrebbero
legati a datori di lavoro specifici, poiché
cio aumenta le probabilità di essere
oggetto di ricatti e sfruttamento. Il Programma dei Migranti Specializzati del
Regno Unito (HSMP), per es., permette
a professionisti stranieri che soddisfano determinati criteri di lavorare
come agenti liberi51 (sebbene le recenti modifiche alla legislazione
sull'immigrazione britannica fanno si
che i lavoratori domestici migranti che
hanno potuto cambiare datore di lavoro
dal 1998, attualmente non hanno più
questa possibilità5).
• La doppia cittadinanza incoraggia gli
individui a spostarsi da un paese
all’altro.
51
5
5
5
18
• La portabilità della pensione e l’accesso alle cure sanitarie al ritorno nel
paese dell’impiego precedente (per
es. i migranti legali della Francia che
hanno lasciato il paese possono ritornare per le cure sanitarie) sono fondamentali, poiché l'incapacità d’esigere i
pagamenti fatti ai sistemi di previdenza
sociale dei paesi ospitanti trattiene
molte persone dal rimpatriarsi. Non si
dovrebbe lasciare alla discrezionalità
dei singoli stati la garanzia della portabilità delle pensioni e l’accesso alle
cure sanitarie dopo essere ritornati in
un paese dove si ha già lavorato in passato. I migranti che hanno contribuito
ai sistemi di previdenza sociale nei
paesi dell’UE hanno diritto a richiedere
le loro pensioni dall’estero in base ai
loro diritti acquisiti.
• Facilitare accesso a prestiti e formazione professionale nei paesi ospitanti.
*
• I paesi d'origine possono offrire ai
rimpatriati potenziali incentivi professionali e finanziari. Nel caso della
Cina, tuttavia, dove gli enti locali e federali si fanno concorrenza per richiamare imprenditori e docenti
universitari, coloro che sono rimpatriati
non sembrano avere lasciato carriere
particolarmente riuscite dietro di sé5.
All’incirca due terzi dei cinesi che
hanno studiato all'estero dagli anni ‘80
non sono tornati in Cina5.
• Aumentare i finanziamenti alle ONG
che lavorano sulla migrazione di ritorno, per garantire il rispetto dei diritti
dell'uomo per i migranti, e assicurare
un futuro ai rimpatriati nei loro paesi
d’origine. SAMAH, filiale dell'organizzazione olandese Humanitas, membro di
Solidar, lavora su un ambizioso progetto triennale volto ai giovani rimpatriati, volontari e non.
• Perfezionare i legami basati sul
commercio e gli investimenti tra paesi
ospitanti e paesi d’origine .
Agunias, D. (007) Linking temporary worker schemes with development in ‘Migration Information Source’, Migration Policy Institute.
Bunting, M. (007) Incredibly, we are about to modernise legal domestic slavery again in ‘The Guardian’, 6/0/07
Zweig, D. (006) Competing for talent: China’s strategies to reverse the brain drain in ‘International Labour Review, Special Issue: Migration’, International Labour
Organisation
China’s lost talent overseas, BBC online, 1/0/07
Trasformare la” fuga
dei cervelli” in “rientro
dei cervelli”
Il dato ricorrente per cui ci sono più
medici malawiani nel Regno Unito che
nel Malawi stesso evidenzia la drammatica situazione affrontata da molti paesi
in via di sviluppo quando le persone
molto istruite colgono opportunità di lavoro più lucrative all'estero. L'ex segretario generale dell’ONU Kofi Annan, nella
sua relazione del 006 su migrazione e
sviluppo, dichiara che, “tra il 50 e l’80%
di tutti i cittadini di grande istruzione di
tanti piccoli paesi africani e caraibici
vivono all'estero„. La Banca Mondiale
stima che le perdite dovute all’emigrazione sono superiori ai guadagni se
oltre il 0% delle persone di grande istruzione se ne vanno55.
Una percentuale significativa di migranti
che fanno lavori mal pagati in Europa è
molto istruita, il che conduce al fenomeno detto dello “spreco dei cervelli„.
55
56
Tuttavia, paesi quali le Filippine o l'India
cercano attivamente d’incoraggiare i
propri cittadini istruiti ad andare all'estero. Gli ingegneri informatici indiani,
che prima migravano verso la Sylicon
Valley degli Stati Uniti in cerca di lavoro,
stanno ora rimpatriando a frotte,
facendo aumentare il volume di esportazioni di software indiano.
La fuga dei cervelli può avere anche effetti positivi se coloro che restano a casa
scelgono formazioni simili a quelle di
coloro che se ne sono andati (anche se,
i migranti potenziali possono essere
scoraggiati ad intraprendere un'istruzione superiore laddove normalmente
gli individui altamente qualificati si trovino alla fine occupati in lavori poco
qualificati, alimentando lo “spreco dei
cervelli”) Infine, la fuga dei cervelli può
essere un sintomo, e non una causa, di
sottosviluppo, specialmente in paesi in
crisi quali lo Zimbabwe o la Liberia56.
Banca Mondiale, Relazione sulle Prospettive economiche mondiali 006.
Newland, K. (007) A new surge of interest in Migration and Development in ‘Migration Information Source’,
Migration Policy Institute
19
Raccomandazioni
Invertire il trend della fuga dei cervelli
• Migliorare la portabilità delle qualifiche e il riconoscimento reciproco
delle lauree e degli attestati.
• Compensare i paesi d’origine per le
loro perdite, per es., aumentando il finanziamento all’istruzione e alla sanità
pubbliche.
• I paesi d’accoglienza potrebbero attuare codici di condotta vincolanti per
garantire che non contribuiscano alla
fuga di cervelli, in particolare nella sanità. Il Servizio Sanitario Nazionale Britannico, per es., ha adottato un codice
morale professionale nel 001, in base
al quale il personale medico dai paesi
in via di sviluppo poteva essere reclu-
57
0
*
tato soltanto se vi erano accordi bilaterali in atto, anche tramite agenzie private57. I critici del programma, precisano
tuttavia che l'afflusso massiccio nel
Regno Unito di lavoratori sanitari dai
paesi in via di sviluppo resta invariato.
• Creare reti transnazionali di ricerca
ed accordi di gemellaggio tra università nei paesi sviluppati ed in via di
sviluppo al fine d’incoraggiare i docenti
universitari a restare nei paesi mittenti.
• I paesi ospitanti potrebbero, per es. ,
costituire un fondo per la formazione di
personale medico nei paesi d’origine.
Agunias, D. (007) Linking temporary worker schemes with development in ‘Migration Information Source’,
Migration Policy Institute
5
Il cosviluppo
nei fatti:
Programmi
e progetti
Gli esempi riportati in questa sezione offrono una prima
prospettiva sul programma e i progetti delle organizzazioni
membri di Solidar. Non si propone di essere una lista
esaustiva ma piuttosto una fotografia della situazione all’inizio del 007. Ulteriori informazioni sulle attività passate e
presenti possono essere trovate sul nostro sito internet.
Organizzazioni
internazionali
UNDP TOKTEN
Il programma innovativo TOKTEN
dell’UNDP (Trasferimento di conoscenza tramite i cittadini espatriati) è
stato varato in Turchia nel 1977 per
compensare le perdite causate
dall'esodo di massa di lavoratori specializzati, costituendo un fondo per i
rimpatri volontari. Entro la fine del XX
secolo oltre 5.000 volontari TOKTEN in
9 paesi in via di sviluppo avevano lavorato nei settori della pubblica amministrazione, gestione aziendale, ricerca
agricola e tecnologie informatiche nei
paesi in via di sviluppo.
IOM MIDA
“
Non esiste nesso diretto fra povertà, espansione economica, crescita demografica, cambiamento sociale e politico da un
lato e migrazione internazionale dall’altro.
La riduzione della povertà non è in sé una
strategia volta a ridurre la migrazione.
Il MIDA dello IOM (Migrazione per lo
sviluppo in Africa) è un programma di
sviluppo di capacità, diretto a restituire
le competenze e le capacità della diaspora africana a quel continente, aiutando a “mobilitare competenze
acquisite dai cittadini africani all'estero
a vantaggio dello sviluppo dell'Africa„.
L’IOM ha maturato una certa esperienza
sul campo attraverso il programma
“Rimpatrio dei cittadini africani qualificati” (RQAN). Il MIDA garantisce che i
migranti qualificati possano, nel quadro
del programma della libertà di movimento, pubblicizza posti di lavoro dis-
58
Citato in Newland, K. (00) Migration as a factor
in development and poverty reduction in ‘Migration
Information Source’, Migration Policy Institute
Centro danese per la ricerca sullo sviluppo58
1
ponibili ed opportunità d’investimento,
stila le mansioni di lavoro, sviluppa
sinergie con il settore privato e assume
e forma il personale.
Inoltre il programma coinvolge gli enti
locali e le PMI nei paesi d’origine e di
accoglienza per incoraggiare la migrazione e gli investimenti circolari nelle
comunità d’origine dei migranti. Le associazioni dei migranti in Italia devono,
per es., creare un'associazione con gli
enti locali e le ditte italiane per vendere
frutta tropicale prodotta dalle loro comunità nel Ghana.
ONG: Progetti dei membri
di SOLIDAR
BLINN (PAESI BASSI): ”LAVORARE
INSIEME SULLA PREVENZIONE E
SULLA REINTEGRAZIONE
Partner ed antecedenti
L'organizzazione affiliata a Solidar,
Humanitas e Oxfam Novib gestiscono
un programma che si occupa dell'appoggio alle vittime della tratta, BLinN
(Lavoro forzato nei Paesi Bassi) dal
1999. BLinN aiuta le vittime della tratta
nei Paesi Bassi: 1) individuando la vittima, non solo nei centri di detenzione;
) erogando servizi d'informazione,
contributi economici, programmi di
“sostegno amichevole”, assistenza sociale, formazione alle competenze sociali, corsi di autodifesa, sostegno
all’istruzione e all’accesso al mercato
del lavoro.
Il programma della stretta collaborazione fra BLinN e IOM (Organizzazione
internazionale per la migrazione), STV
(Fondazione contro la tratta delle
donne), La Strada e SRTV (Fondazione
olandese religiosa contro la tratta delle
donne), e sulle buone prassi del
GAATW (Alleanza mondiale contro la
tratta delle donne).
Nel 006/007 è stato realizzato un
progetto-pilota sul ritorno volontario e
la prevenzione, che è stato finanziato
dal Ministero olandese degli'Affari Esteri e da Oxfam Novib.
Dove?
Paesi Bassi, Nigeria, Cameroun.
Antecedenti
BLinN ha indicato come le ONG nigeriane possono consigliare utilmente le
organizzazioni olandesi sul traffico delle
persone a fini di sfruttamento sessuale.
Finanziamento
Humanitas ed Oxfam Novib finanziano
le attività di tutto il BLinN.
Obiettivi
• Progettare ed attuare attività preventive nei paesi d'origine con la partecipazione attiva di vittime della traffico
di esseri umani
• Concorrere a fare del rimpatrio volontario una scelta fattibile e sicura per le
vittime della tratta
• Concorrere a creare/rafforzare reti che
operino contro la tratta degli esseri
umani all’interno e tra i Paesi Bassi, i
paesi d'origine ed altri paesi europei
• Usare esiti e risultati del progetto per
perorare la causa a livello nazionale,
europeo ed internazionale.
Activités
• Tracciare i networks sociali del
gruppo-obiettivo attualmente esistenti.
• Individuazione delle organizzazioni
partner in Africa occidentale tramite
missioni in Nigeria e Camerun
• Restituire la visita delle organizzazioni
dell'Africa Occidentale nei Paesi Bassi
• Sviluppare idee per la cooperazione
concreta fra i Paesi Bassi e l’Africa
occidentale sotto forma di progetti-pilota, sostegno ed assistenza ai singoli
per il rimpatrio e la reintegrazione
• Progetti - pilota nel campo della prevenzione della tratta
• Sostegno ai singoli per il rimpatrio e
la reintegrazione
• Coordinamento e cooperazione fra le
organizzazioni rilevanti dei Paesi
Bassi
• Stabilire e/o rinforzare le reti antitratta nei paesi dell'Africa Occidentale
• Diffondere i risultati e fare opera di
sensibilizzazione/promozione.
Per più informazioni:
www.blinn.nl
SAMAH (PAESI BASSI):
“OLTRE LE FRONTIERE”
Partner
SAMAH, La voce dei Giovani Richiedenti Asilo e l'Agenzia di mediazione
Cordaid per il Rimpatrio. SAMAH è una
fondazione creata da Humanitas,
un'organizzazione aderente a Solidar)
Dove?
Paesi Bassi, Angola, Sierra Leone,
Guinea Conakry.
Antecedenti
SAMAH lavorava soltanto con minorenni. Siccome i vincoli motivati politicamente sul diritto all'asilo nei Paesi
Bassi sono aumentati negli ultimi due
anni, molti giovani migranti si sono
nascosti, per evitare la deportazione.
Il gruppo-obiettivo del SAMAH è ora la
fascia d’età 15-5 anni.
Finanziamento
Il progetto di SAMAH “Oltre le frontiere” è finanziato dal Ministero olandese degli Affari Esteri e della
Cooperazione allo Sviluppo.
Obiettivi
• Assistere i giovani richiedenti asilo ed
i giovani rimpatriati volontari (compresi coloro che vogliono solo visitare
i rispettivi paesi d'origine per poi tornare in Europa) nei Paesi Bassi in
vista del ritorno nel paese d’origine,
dando loro gli strumenti per crearsi
una nuova vita.
Attività
• SAMAH offre formazione ed assistenza nei Paesi Bassi (per es. tramite
la stesura di un “piano d’azione personale”, creando reti di giovani richiedenti asilo, collaborazioni con
imprese e contatti con i richiedenti
asilo già rimpatriati)
• Cordaid assiste i più giovani quando
sono tornati nei paesi d'origine (per
es. provvedendo ai documenti di
viaggio, ritrovando i familiari, dando
assistenza nella creazione di piccole
imprese).
Per più informazioni:
www.samah.nl
ISCOD (SPAGNA): “PARTECIPAZIONE
DEL SINDACATO NELLA GESTIONE
DEI FLUSSI MIGRATORI”
Partner
ISCOD (Instituto Sindical de Cooperación al Desarrollo),sindacato spagnolo
UGT (Unión General de Trabajadores),
sindacato colombiano CTC (Confederación de Trabajadores de Colombia),
sindacato bulgaro CITUB (Confederazione dei sindacati indipendenti in
Bulgaria) e Ministero del Lavoro
dell’Ecuador.
Dove?
Spagna, Colombia, Bulgaria, Ecuador.
Obiettivi
• Coinvolgere i sindacati nella formulazione della politica migratoria
• Stabilire meccanismi per la gestione
efficace dei flussi migratori nei paesi
d’origine e di destinazione
• Prevenire e lottare contro la migrazione irregolare
• Promuovere l’integrazione ed i diritti
dei migranti
Attività
• Centri d'informazione nei paesi d’origine per informare sui canali migratori legali, sulle opportunità di lavoro,
sui diritti dell'uomo e dei lavoratori in
Spagna
• Corso di formazione per sindacalisti
spagnoli sulla normativa nazionale riguardante la migrazione
• Creare relazioni fra i centri d'informazione sulla migrazione in Spagna e
quelli dei paesi mittenti
• Campagne d’informazione nei paesi
d’origine e di destinazione (bollettini,
fogli informativi, nonché una guida
della migrazione in spagnolo ed in
bulgaro).
Altri progetti:
• Incoraggiare le multinazionali spagnole che lavorano in America Latina
(Argentina, Cile, Perù, Colombia) ad
impegnarsi su progetti di responsabilità sociale, quali il rispetto per l'ambiente e per le comunità locali. Il
progetto opera tramite un portale che
ospita un foro attraverso il quale i sindacati dei quattro paesi monitorano il
comportamento delle imprese.
• Un nuovo progetto intende affrontare
la migrazione “Sud-Sud”. Il progetto
inizierà con un seminario sui flussi
migratori tra il Costarica e il Nicaragua, a cui parteciperanno i sindacati
settoriali del settore bananiero in entrambi i paesi.
Per più informazioni:
www.ugt.es/iscod
MPDL (SPAGNA)
MPDL, il Movimiento por la Paz, el
Desarme y la Libertad è stato uno dei
primi a tentare d’impegnarsi nel cosviluppo. I progetti del MPDL nel settore
possono essere suddivisi in tre grandi
gruppi:
1) Consulenza legale nei paesi
d’origine ed in Spagna
Esempi:
• Avvocati ecuadoregni e della Repubblica dominicana vanno in Spagna per
seguire una formazione su temi quali i
canali legali d’ingresso, i permessi di
soggiorno e le condizioni di lavoro
prima di organizzare a loro volta seminari destinati ai migranti potenziali nei
due paesi d’origine.
• Uffici di assistenza legale a Alhucemas (Marocco) ed a Madrid, finanziati
dal Consiglio comunale di Madrid. I
gruppi-obiettivo sono i migranti marocchini di Madrid, e i migranti possibili e
di ritorno a Alhucemas.
2) Assistenza per i rimpatriati
volontari
Quando?
Il progetto continuerà fino al 007008 in Romania, Marocco, Ecuador e
Repubblica Dominicana (con partner
VOMADE, Voluntariado de Madres
Dominicanas en España) ma è ancora
nella fase pilota in Mali, Niger e
Marocco.
Comme?
MPDL informa sulla migrazione (per es.
sulle opportunità, sui rischi e sui canali
legali d’ingresso) le persone che vivono
isolate nei paesi d’origine ed aiutano i
migranti che vogliono rimpatriare. Gli
obiettivi generali sono: far sì che i migranti siano più benestanti quando rimpatriano; lottare contro la migrazione
irregolare.
3) La Casa del Migrante
Il progetto s’impernia sulla consulenza
legale e sull'assistenza ai rimpatriati.
Quando?
MPDL ha concorso a creare e gestire il
progetto nel 00-00 nella Repubblica dominicana ed in Ecuador, ma poi
lo ha trasferito a partner locali.
Dove e per chi?
I gruppi-obiettivo sono migranti di Madrid e comunità locali in Ecuador, Repubblica Dominicana, Marocco e nel
comprensorio Mali/Niger (dove i possibili partner locali vanno ancora individuati).
Partner
MPDL, la Asociación Hispano Ecuatoriana Rumiñahui a Madrid e l'ente
locale del distretto metropolitano di
Quito; VOMADE nella Repubblica
Dominicana; BADES in Marocco.
Obiettivi
• Concorrere a razionalizzare i flussi
migratori
• Fornire assistenza ai migranti in
Spagna
• Creare piccole imprese ed opportunità
di lavoro nei paesi mittenti
Attività
• Sviluppo di capacità e consulenza del
mercato del lavoro a Madrid e in
Ecuador
• Casa del Migrante a Madrid: 1) consulenza del mercato del lavoro e legale;
) sostegno psicologico; ) formazione individuale e centro assunzioni;
) commercio equosolidale e programmi di microcredito; 5) rafforzare
la partecipazione dei cittadini e delle
organizzazioni delle loro comunità.
4) Assistere le comunità migranti in
Spagna a creare progetti nei paesi
d’origine
Esempi:
• Progetti fonti di introiti (apicoltura,
orti, mandorle, turismo rurale), che si
occupano specificatamente di far sì
che le donne possano accedere al
mercato del lavoro, e diretti ad accrescere la resa agricola nella regione
marocchina di Alhucemas. Il progetto
intende rafforzare le organizzazioni locali e migliorare le condizioni economiche, è finanziato dagli enti locali di
Madrid, ed è frutto di consultazioni
che ha visto la partecipazione della
comunità migrante della regione a
Madrid, le associazioni locali ed il
governo marocchino.
5
5) Istruire ed aiutare i migranti
potenziali
Esempi:
• Corsi per cameriere e cuoco, formazione in competenze di IT, lavoro domestico, corsi per infermieri e di
lingue per giovani migranti potenziali
ad Alhucemas (Marocco), per aiutarli
a trovare un lavoro nel settore dei servizi/domestico in Marocco o Spagna.
Gli insegnanti sono spagnoli e marocchini. Il progetto è finanziato dal
Consiglio comunale di Madrid.
• I migranti potenziali del Marocco possono fruire di assistenza legale,
consulenza sugli impieghi disponibili
e di sostegno psicologico.
• Un nuovo progetto di cosviluppo finanziato dall'Agenzia spagnola di cooperazione allo sviluppo è stato
lanciato in Mali, Niger e Marocco. Il
progetto incoraggerà lo sviluppo di
associazioni locali, addestrerà i migranti potenziali con un’attenzione
particolare per le donne, svolgerà attività di sensibilizzazione e fornirà
assistenza legale nei tre paesi ed in
Spagna, lavorando con la popolazione
locale nonché con i migranti in
Spagna.
Per più informazioni:
www.mpdl.org
ANOLF (ITALIA)
Partner
ANOLF Italia (Associazione Nazionale
Oltre Le Frontiere), CISL (Confederazione Italiana Sindacati dei Lavoratori).
Dove?
Marocco, Senegal.
Obiettivi
• Tutelare i diritti degli emigranti marocchini e senegalesi e dei cittadini
italiani che vivono in Marocco e in
Senegal;
• Prevenire e lottare contro la migrazione irregolare;
• Diffondere informazioni sulla cultura
italiana.
Attività
• Consulenza e informazioni sugli aspetti legali riguardanti lo status dei
cittadini marocchini e senegalesi in
Italia e dei cittadini italiani in Marocco
e Senegal;
• Assistenza nelle procedure per chiedere visti e per riunire la famiglia;
• Corsi di lingue;
• Formazioni professionali;
• Traduzioni di documenti;
• Assistenza a diversi Dipartimenti ministeriali senegalesi;
• Sostegno al lavoro delle Ambasciate
italiane in Marocco e in Senegal.
Per più informazioni:
http://www.anolf.it/
6
6
Cosviluppo:
soluzione
vantaggiosa
per tutti?
Sebbene i principi alla base del cosviluppo (con la partecipazione dei migranti che desiderano contribuire alla
crescita dei propri paesi), possano fondarsi su buone intenzioni, il termine
“cosviluppo„ può risultare talvolta pesante, e comportare la premessa in
qualche modo condiscendente , che i
migranti debbano interessarsi allo sviluppo dei propri paesi d'origine. Quindi,
che le rimesse debbano essere “produttive„ e non semplicemente inviate
alle famiglie per pagare le tasse scolastiche o per il consumo.
A questo parere è legato l’assunto implicito che i migranti, per quanto a
lungo vivano (e paghino le tasse) nel
mondo sviluppato, appartengono sempre e comunque ai paesi d'origine e un
giorno rimpatrieranno. Molti migranti,
benché abbiano forti legami con i paesi
d’origine, vogliono mettere su casa nei
paesi ospitanti, essere sicuri che i propri figli ricevano un’istruzione di alto livello e godano dei benefici delle
pensioni guadagnate con fatica.
Con il passare degli anni, i migranti
tendono a inviare meno rimesse. Le rimesse mostrano una tendenza curvilinea. Nel primo anno, si danno piccole
somme, se ne danno di più negli anni
successivi, poi vi è un calo graduale
dovuto all’indebolirsi delle relazioni
con i membri famigliari nel paese d’origine59. Le cosiddette seconde e terze
generazioni tendono a non inviare
affatto rimesse, ed a mostrare poco o
nessun interesse per i paesi dei loro
nonni o genitori60.
59
60
Bendixon and Associates (001) Inter-American Development Bank Study on 'remesas' and related subjects
Progetti innovativi finanziati dal Ministero francese degli Affari Esteri, tuttavia, intendevano incoraggiare la seconda e terza generazione ad allacciare rapporti con i parenti
nei loro paesi d’origine.
7
Il lavoro svolto per coinvolgere i migranti nel cosviluppo sembra dunque
andare in senso contrario rispetto alle
politiche d’integrazione, come se l’interesse effettivo dei migranti nel destino
dei paesi d’origine svanisse. D’altro
canto, sono proprio quei migranti che
hanno permessi di soggiorno, che si
sono sistemati e possono fruire di risorse e reti nei paesi ospitanti che
s’impegnano più efficacemente per il
cosviluppo. Il coordinamento delle politiche comunitarie dovrebbe indurre la
classe politica a sondare i nessi tra
cosviluppo ed integrazione, nonché ottimizzare il coordinamento fra politica
estera e problemi interni e di sicurezza.
La relazione esauriente di Kofi Annan
condivide una caratteristica preoccupante dei documenti dell’UE sul cosviluppo, sulla migrazione e sullo
sviluppo, vale a dire la carente enfasi
sui diritti come elemento di base di
tutte le politiche migratorie e l’assenza
di qualsivoglia riferimento al quadro
normativo internazionale. Il lavoro
dell’UE nel settore della migrazione e
61
8
dello sviluppo andrebbe condizionato
alla firma, ratifica e attuazione dei relativi accordi internazionali61, a cominciare dalla Convenzione ONU sui diritti
di tutti i lavoratori migranti ed i loro
membri famigliari, che nessun Stato
membro dell’UE ha ancora firmato.
Un altro aspetto problematico del cosviluppo, è che i tentativi di coinvolgere
“le associazioni del luogo natio”, e le
diaspore nello stimolare la crescita dei
paesi in via di sviluppo, spesso trascura
che le comunità di migranti all'estero
possono avere palesi motivi politici per
partecipare. Ciò può limitarsi a singoli
migranti che usano il proprio nuovo
prestigio e/o la situazione finanziaria
per fare carriera politica al loro rimpatrio, ma i membri preminenti della diaspora possono influenzare i programmi
dei paesi ospitanti e di conseguenza
anche condizionare la politica di sviluppo per obiettivi politici propri.
Altri problemi legati al concetto di cosviluppo sono descritti sopra e possono
essere riassunti come segue:
• La mancanza di un’unica struttura
concettuale coerente (il cosviluppo
sembra ridursi ad una serie di progetti e temi pratici)
• L'accento sul nesso causale discutibile fra povertà ed migrazione
• Il cosviluppo non può e non deve sostituire l’Aiuto ufficiale allo Sviluppo
(ODA) né gli Investimenti esteri diretti
(FDI)
• La migrazione “Sud-Sud” è trascurata
a vantaggio di un'attenzione prevalente per i movimenti di Sud-Nord
• Il cosviluppo come alro modo per
indicare la gestione delle frontiere
per l'UE
• I migranti privi di documenti sono
ignorati, benché abbiano maggiori
difficoltà nell’impegnarsi per il
“cosviluppo„ (per es. nel trasferire
le rimesse e nel rimpatriare e poter
ri-entrare nei paesi ospitanti)
• La migrazione circolare/ temporanea/di ritorno è presa in considerazione soltanto per le elite. Rivedere i
sistemi di ammissione non è mai
menzionato nei documenti dell’UE.
Inter alia, la Convenzione (1951) e Protocollo (1967) di Ginevra sui Rifugiati, Convenzione OIL n. 97 sulla Migrazione per lavoro, Convenzione OIL n. 1 sulle
migrazioni in condizioni abusive, promozione di pari opportunità e trattamento dei lavoratori migranti, Convenzione ONU sulla tutela dei diritti di tutti i lavoratori migranti
e dei loro membri famigliari (1990), Convenzione ONU contro la criminalità organizzata transnazionale (000) ed i suoi Protocolli sulla tratta ed il contrabbando, e la
Convenzione del Consiglio d’Europa sull’Azione anti-tratta degli esseri umani (005).
7
Conclusione.
Posizione
di Solidar:
servono impegni
fermi per garantire
che il cosviluppo
riesca nei suoi
intenti
Il cosviluppo non offre la bacchetta magica ai politici europei che vorrebbero
trarre vantaggio dal lavoro dei migranti
in Europa, senza occuparsi della loro
integrazione o della soluzione dei i problemi dei paesi in via di sviluppo.
Il cosviluppo offre piuttosto un modo di
coinvolgere i migranti, con la loro preziosa conoscenza ldei luoghi d’origine,
nelle decisioni relative al sostegno ai
propri paesi.
In parallelo il cosviluppo consente ai
migranti stessi di usare le nuove competenze acquisite a beneficio dei propri
paesi d'origine, permettendo ai paesi in
via di sviluppo di ridurre notevolmente
l'impatto negativo della migrazione.
Infine, il cosviluppo permette ai paesi
di accoglienza di valutare da una nuova
prospettiva gli insegnamenti che possono essere tratti dalle comunità migranti e qual’è il loro contributo ai paesi
in cui hanno scelto di vivere.
Affinché ciò avvenga, è necessario che
l’Europa adotti provvedimenti adeguati,
volti a garantire l’efficacia delle iniziative di cosviluppo. Se la migrazione circolare resterà un privilegio degli
individui altamente qualificati, se i migranti privi di documenti saranno ignorati, se si negherà ai potenziali
rimpatriati la portabilità della pensione,
allora la retorica non varrà a nulla per le
nazioni più povere del mondo e per i
milioni di migranti che vivono in Europa.
9
In Europa, il lavoro di coinvolgimento
dei migranti allo sviluppo dei propri
paesi d'origine è, nel migliore dei casi,
frammentario. Sebbene i governi e le
istituzioni dell’UE possano essere animati dalle migliori intenzioni, tutte le
iniziative dovrebbero essere sostenute
dalla Commissione globale sulla migrazione internazionale, sottolineando la
natura volontaria della partecipazione
dei migranti.
Ciò è appunto quel che alcuni membri
di Solidar fanno, fornendo know-how e
mezzi a gruppi specifici di migranti in
Europa (minorenni non accompagnati
richiedenti asilo politico nei Paesi
Bassi, lavoratori migranti dall’America
Latina e dall'Europa Orientale in Spagna e le vittime della tratta) per contribuire allo sviluppo dei paesi e delle
comunità che hanno lasciato, senza rinunciare, anzi, rafforzando i propri diritti.
Nella loro posizione unica come ONG,
con una prospettiva di sviluppo e una
visione internazionale da un lato, e
l’obiettivo di erogare servizi sociali in
Europa dall'altro, i membri di Solidar
hanno il know-how per unire le due dimensioni a favore dei migranti e dei
rispettivi paesi d'origine. Se il cosvi-
0
luppo non può dare soluzioni per affrontare la crescita dei paesi in via di
sviluppo ed i molti problemi che riguardano la migrazione in Europa, può altresì fornire strumenti utili alle
organizzazioni disposte e pronte ad assumerla.
L’impegno dell'UE per il cosviluppo si
limita oggi all’erogazione, per i relativi
progetti, di parte del Programma tematico per lo Strumento di Cooperazione
allo Sviluppo sulla Migrazione e
sull'Asilo. Quindi Solidar:
1) Chiede alle istituzioni europee di tradurre in realtà la retorica sul tema: a)
attuando politiche efficaci che permettano ai migranti di concorrere allo sviluppo dei propri paesi d'origine e b)
dando ai soggetti della società civile i
mezzi per un ulteriore cosviluppo.
) Difende le richieste di maggiore
coordinamento delle politiche: estera,
di sviluppo, sociale e degli affari interni
dell'UE e degli Stati membri, per ottenere provvedimenti e programmi più
coerenti.
) Sottolinea l'importanza dei diritti
dell'uomo quale fondamento di tutte le
politiche relative alla migrazione.
In definitiva, il cosviluppo sarà coronato da successo solo se i migranti
parteciperanno e se il mondo sviluppato consentirà loro di agire in modo
efficace.
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America in ‘Migration Information Source’, Migration Policy Institute
• Orozco, M. and Rouse, R. (007) Migrant hometown associations and
opportunities for development: a global perspective in ‘Migration Information
Source’, Migration Policy Institute
• Østergaard-Nielsen, E. (005) Co-development policies and the role of
migrants’ transnational networks, Autonomous University of Barcelona
• Ruhs, M. (006) ‘The potential of temporary migration programmes in future
international migration policy’ in International Labour Review, Special Issue:
Migration, 1- 006, International Labour Organisation
• Stocchiero, A. (00) Migranti e città: partenariati per il co-sviluppo africano,
Centro Studi di Politica Internazionale
• Stocchiero, A. (005) Policies and practices on migration and development in
Italy: lessons to be learned and suggestions for the EU’s Aeneas Programme,
CeSPI Position Paper
• ‘The Guardian’, Need to send cash abroad? Just reach for your mobile, 17/0/07
• Zweig, D. (006) ‘Competing for talent: China’s strategies to reverse the brain
drain’ in International Labour Review, Special Issue: Migration, 1- 006,
International Labour Organisation
Organizzazioni appartenenti
a Solidar:
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ACPP, Asamblea de Cooperacion por la Paz, Spain
ASB, Arbeiter Samariterbund Deutschland, Germany
ASB, Arbeiter Samariterbund Österreich Bundesverband, Austria
AWO, Arbeiterwohlfahrt Bundesverband e.V., Germany
Baltic Platform comprising
• JMC Johannes Mihkelson Centre, Estonia
• Riga Education & Science Workers Trade Union, Latvia
• Lithuanian Labour Education Society, Lithuania
• ITUC Lithuania
CSV, Community Service Volunteers, UK
FCD Solidarité Socialiste, Belgium
FOS, Fonds voor Ontwikkelingssalmenwerking, Belgium
Fédération Européenne de l’Education et la Culture
Fédération Nationale Léo Lagrange, France
FIC, Fagligt Internationalt Center, Denmark
Humanitas, The Netherlands
IFWEA, International Federation of Workers’ Education Association
ISCOD, Instituto Sindical de Cooperación al Desarrollo, Spain
ISCOS, Istituto Sindacale di Cooperazione allo Sviluppo, Italy
ISF, Internacional Solidarity Foundation, Finland
JPA, Jeunesse au plein air, France
La Ligue de l'Enseignement, France
Lega Provinciale Cooperative Bolzano, Italy
MPDL, Movimiento por la Paz, el Desarme y la Libertad, Spain
NPA, Norwegian People’s Aid, Norway
Olof Palme International Center, Sweden
Progetto Sviluppo, Italy
Progetto Sud, Italy
SAH, Schweizerisches Arbeiterhilfswerk, Switzerland
Solidaridad Internacional, Spain
Solidarité Laïque, France
TSL, Workers’ Educational Association, Finland
UNALG, Union Nationale des Associations Laïques Gestionnaires, France
Unison, UK
Volkshilfe Österreich Bundesverband, Austria
War on Want, UK
Membri
affiliati
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APHEDA Union Aid Abroad, Australia
ASAS, Associação de Servicio de Apoio Social, Portugal
Banana Link, UK
COCIS, Italy
IED Instituto de Estudios para o Desenvolvimento, Portugal
ISS, Germany
Narodna Dopomoha, Ukraine
One World Action, UK
OGB Solidarité Syndicale, Luxembourg
Pour La Solidarité, Belgium
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Solidar è un'alleanza internazionale di
organizzazioni non governative impegnate nel campo della giustizia socioeconomica (ONG) che si occupano di
sviluppo ed aiuti umanitari, politiche
sociali, erogazione di servizi sociali e
formazione permanente.
Solidar lavora in Europa e in oltre
100 paesi in tutto il mondo a stretto
contatto con i sindacati e la società
civile a favore di un mondo giusto e
sostenibile.
Versione definitiva del testo, Aprile 007
Pubblicato nel quadro del progetto INTI
Take Part!
Coordinamento:
Giulia Laganà (fino al 05/007)
Manuela Lusetich (dal 05/007)
Editore responsabile: Conny Reuter
Rue du Commerce 22,
B-1000 Brussels, Belgium
Tel: +32 2 500 10 20
Fax: +32 2 500 10 30
e-mail: [email protected]
www.solidar.org
Cofinanziato dall’Unione Europea