Thrombo-Wellcotest [IT] - Thermo Fisher Scientific

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Thrombo-Wellcotest [IT] - Thermo Fisher Scientific
Thrombo-Wellcotest*
IT
R30852601
1. FINALITÀ D’USO
Thrombo-Wellcotest* è un test rapido semi-quantitativo per la
ricerca dei prodotti di degradazione della fibrina/fibrinogeno
(FDP) in campioni umani di siero e di urina. Thrombo-Wellcotest
è stato classificato dal “Clinical Laboratory lmprovement Act
(CLIA88)” come moderatamente complesso.
2. RIASSUNTO E SPIEGAZIONE DEL TEST
Ferri e Ferreira1 hanno per primi dimostrato che i Prodotti di
Degradazione del Fibrinogeno (FDP) si formano spontaneamente
in alcuni sieri patologici: successivamente sono stati sviluppati
test immunologici di inibizione dell’emoagglutinazione2,3 e il
miglioramento della loro sensibilità ha permesso di evidenziare la
presenza di FDP nel 95% dei soggetti normali. I livelli basali di FDP
di circa 5 µg/mI4, aumentano in seguito ad esercizio fisico5, stati
ansiosi ed altri tipi di stress6, ma tali variazioni sono poco rilevanti
se paragonate con i livelli molto elevati di FDP che si riscontrano
in episodi trombotici di varia natura, compresi l’infarto del
miocardio, la trombosi post-operatoria venosa profonda7 ed
alcuni disordini della gravidanza. Un incremento del livello di FDP
è un importante e precoce indice diagnostico di un aumentato
tasso di deposizione della fibrina o di una trombosi conclamata;
livelli eccezionalmente elevati di FDP sono stati riscontrati in caso
di embolia polmonare.
Thrombo-Wellcotest è particolarmente utile come test di
screening nella diagnosi di coagulazione intravasale disseminata8.
È stato studiato il significato della presenza di FDP nell’urina. Nei
soggetti sani, i livelli urinari di FDP non sono rilevabili, ma livelli
fino a 100 µg/mI9 sono stati riscontrati in alcune patologie renali. È
stato inoltre dimostrato che il dosaggio è di particolare importanza
per la diagnosi differenziale di pazienti con glomerulonefriti10 e
nel trattamento dei pazienti sottoposti a trapianto renale11,12.
Thrombo-Wellcotest è un test semplice e rapido per le indagini
di routine di tutti i pazienti a speciale rischio. È stato sviluppato
come metodo di agglutinazione su vetrino in cui una goccia del
campione in esame ed una goccia di sospensione al lattice sono
incubate per 2 minuti e sottoposte a leggera agitazione. Trascorso
questo tempo, la presenza di agglutinazione indica livelli di FDP
pari o superiori a 2 µg/mI nel campione in esame. Analizzando
i campioni a due differenti diluizioni, è possibile determinare un
valore approssimato di FDP nei campioni stessi.
Thrombo-Wellcotest è in grado di rilevare tutti i principali prodotti
di degradazione del fibrinogeno o fibrina: i livelli di FDP rilevati
con l’impiego di questo test al lattice risultano essere ben correlati
con i risultati ottenuti con i dosaggi immunologici di inibizione
dell’emoagglutinazione13,14,15.
3. PRINCIPIO DEL METODO
Gli antisieri sono preparati utilizzando, come materiale di
partenza, frammenti D ed E altamente purificati di fibrinogeno
umano. Dopo l’assorbimento in fase solida per rimuovere gli
anticorpi verso tutte le altre proteine sieriche, si estraggono le
globuline specifiche che sono utilizzate per rivestire, mediante
adsorbimento, una sospensione di particelle al lattice in soluzione
tampone glicina.
La sensibilità del reagente al lattice è quindi rettificata in modo
che, in presenza di una concentrazione di FDP pari o superiore a
2 µg/mI (fibrinogeno equivalente), si verifichi un’agglutinazione
macroscopica delle particelle al lattice.
4. REAGENTI
COMPONENTI DEL KIT
Thrombo-Wellcotest
1. Sospensione al lattice
2. Siero di controllo positivo
3. Siero di controllo negativo
4. Provette per la raccolta
dei campioni
5. Soluzione tampone glicina
6. Vetrino di reazione
7. Pipette monouso
8. Bastoncini di miscelazione
monouso
9. Tettarella di gomma per pipette
10. Istruzioni per l’uso
20 test (HA13/R30852601)
1 flacone contagocce (cappuccio bianco)
1 flacone contagocce (cappuccio rosso)
1 flacone contagocce (cappuccio azzurro)
20
2 flaconi contagocce (cappuccio bianco)
1
25
1 mazzetto
1
1
Due flaconi contenenti ciascuno 25 mI di
soluzione tampone a pH 8,2 contenente lo
0,1% di sodio azide.
5. AVVERTENZE E PRECAUZIONI DI IMPIEGO
Esclusivamente per uso diagnostico in vitro.
Esclusivamente per uso professionale.
Per informazioni su componenti potenzialmente pericolosi, fare
riferimento alle schede di sicurezza fornite dal produttore e alle
informazioni riportate sulle etichette dei prodotti.
PRECAUZIONI DI SICUREZZA
1.
DESCRIZIONE, PREPARAZIONE PER L’USO E RACCOMANDAZIONI
PER LA CONSERVAZIONE
Fare riferimento anche alla sezione Avvertenze e precauzioni di
impiego.
Affinché i reagenti mantengano la completa attività almeno
fino alla data di scadenza indicata sull’etichetta dei flaconi, il kit
Thrombo-Wellcotest deve essere conservato a 2-8°C. Le provette
per la raccolta dei campioni e la soluzione tampone glicina
possono essere conservate a 2-25°C.
Prima dell’uso, i reagenti non devono essere sottoposti ad alcun
ulteriore trattamento o purificazione.
Sospensione al lattice:
3,0 ml di una sospensione allo 0,75% di
particelle al lattice di polistirene rivestite con
globuline anti-FDP (di pecora) in soluzione
tampone glicina contenente lo 0,1% di sodio
azide e lo 0,4% di Micr-o-protect®.
3.
4.
Siero di controllo negativo:
1 ml di siero umano [non reattivo per HBsAg
e per gli anticorpi contro HIV tipo 1 e 2 (HIV-1
e HIV-2) e HCV], diluito in soluzione tampone
glicina contenente lo 0,1% di sodio azide.
2.
Siero di controllo positivo:
1 ml di siero umano [non reattivo per HBsAg
e per gli anticorpi contro HIV tipo 1 e 2 (HIV-1
e HIV-2) e HCV], diluito in soluzione tampone
glicina contenente lo 0,1% di sodio azide.
Provette per la raccolta dei campioni:
20 provette di vetro contenenti un inibitore
della tripsina estratto da semi di soia (circa
3600 unità NF/provetta) e Veleno di Bothrops
atrox (> 10 µg/provetta) per la raccolta di 2 ml
di sangue intero o di urina.
Soluzione tampone glicina:
5.
ATTENZIONE: questo kit contiene componenti di origine
umana. Nessun metodo analitico conosciuto può offrire
una garanzia totale che prodotti di origine umana non
trasmettano infezioni. Per questo motivo, tutti i componenti
di origine umana devono essere considerati come
potenzialmente infettivi. Il siero umano utilizzato per la
preparazione dei controlli è risultato negativo per l’HBsAg
e per gli anticorpi anti-HIV e anti-HCV. Si raccomanda di
trattare questi reagenti ed i campioni di origine umana in
conformità con i principi di buona pratica di laboratorio
(GLP).
La sospensione al lattice, i sieri di controllo positivo e
negativo e la soluzione tampone glicina contengono sodio
azide allo 0,1% che è classificata dalle Direttive della
Comunità Economica Europea (CEE) in applicazione come
nocivo (Xn). Di seguito è riportata la frase di Rischio (R)
appropriata.
Xn R22 Nocivo per ingestione
Le azidi possono reagire con rame e piombo presenti nelle
condutture di scarico e dare luogo alla formazione di sali
esplosivi. Sebbene le quantità di azidi utilizzate in questo kit
siano minime, si raccomanda di far defluire nelle condutture
di scarico i materiali contenenti azidi con molta acqua
corrente.
Le provette per la raccolta dei campioni contengono basse
concentrazioni di sostanze nocive. Non respirare le polveri
ed evitare il contatto con gli occhi.
Dopo l’uso, il materiale non monouso deve essere sterilizzato
con un’adeguata procedura; il metodo consigliato è la
sterilizzazione in autoclave per 15 minuti a 121°C; il materiale
monouso deve essere sterilizzato in autoclave o incenerito.
Gli schizzi di materiali potenzialmente infettivi devono essere
immediatamente asciugati con carta assorbente e l’area
interessata deve essere decontaminata con un disinfettante
battericida d’uso comune oppure con alcool al 70%. NON
utilizzare ipoclorito di sodio. I materiali usati per asciugare
gli schizzi, inclusi i guanti, devono essere smaltiti come rifiuti
a potenziale rischio biologico.
Indossare guanti monouso e dispositivi per la protezione
degli occhi durante la manipolazione dei campioni e durante
l’analisi. Al termine, lavarsi accuratamente le mani.
PRECAUZIONI ANALITICHE
1.
Il test deve essere eseguito ad una temperatura ambiente
ottimale (20-25°C). Prima di eseguire il test, è necessario
portare tutti i reagenti a questo optimum di temperatura.
2.
La sospensione al lattice deve essere risospesa
accuratamente, agitando vigorosamente il flacone per trequattro volte, immediatamente prima dell’esecuzione del
test. Se i reagenti al lattice mostrano segni di aggregazione
quando vengono dispensati la prima volta, è possibile
che siano stati congelati e pertanto non devono essere
usati. La reazione non corretta del lattice con siero di
controllo positivo e negativo nel corso del test è indice di
deterioramento di uno o più reagenti.
3.
È importante che il flacone contagocce sia in posizione
verticale durante l’utilizzo e che la goccia si formi all’estremità
del beccuccio. Se il beccuccio è bagnato, potrebbe formarsi
una goccia di volume errato nell’area circostante e non
esattamente all’estremità; in questo caso asciugare il
beccuccio prima di procedere.
4.
I sieri di controllo sono forniti già diluiti e pronti per l’uso e
non richiedono alcuna ulteriore preparazione.
5.
Pulire il vetrino di reazione in base alle normali procedure
di laboratorio.
PRELIEVO E CONSERVAZIONE DEL CAMPIONE
Campioni di siero:
Prelevare il sangue con una siringa asciutta mediante
venopuntura, senza prolungata occlusione venosa, da soggetti in
stato di riposo. Introdurre 2 ml di sangue attraverso il tappo in una
delle provette fornite con il kit o rimuovere il tappo ed aggiungere
2 ml di sangue. Ai bambini, potranno essere prelevati volumi di
sangue più scarsi (non inferiori a 0,5 ml) che saranno raccolti nelle
apposite provette.
Mescolare immediatamente capovolgendo diverse volte la
provetta, dopodiché attendere che il sangue formi un coagulo
compatto. Non agitare la provetta durante la coagulazione del
sangue. Le provette di raccolta sono compatibili con il sistema
Vacutainer®, che può essere utilizzato con gli aghi speciali, in
sostituzione della siringa.
Accertarsi che la provetta sia chiaramente e correttamente
etichettata con i dati di identificazione del paziente.
Staccare il coagulo, per permetterne la retrazione, e lasciare la
provetta a temperatura ambiente (20-25°C) o a 37°C per 30-60
minuti, finché si potranno aspirare alcune gocce di siero con una
pipetta Pasteur. Se si desidera, il processo di separazione del
siero può essere accelerato con centrifugazione. Se necessario,
il siero separato può essere ulteriormente chiarificato mediante
centrifugazione.
Le provette di raccolta contengono il veleno di Bothrops atrox che
promuove una rapida e completa coagulazione anche in presenza
di eparina o di altre anti-trombine16,17.
Una volta ottenuto, il siero chiarificato può essere conservato e
2-8°C per una settimana o a -15/-25°C per periodi più lunghi.
NOTA: nel campione a volte si può osservare emolisi. Ciò
non compromette l’efficacia di Thrombo-Wellcotest per la
determinazione dell’FDP nel campione e non causa risultati falsi
positivi.
Campioni di sangue raccolti senza inibitore enzimatico non sono
idonei per il test dell’FDP
Campioni urinari:
Trasferire 2 ml di urina in una provetta di raccolta (fornita con
il kit) e contrassegnarla con il nome del paziente. Mescolare
accuratamente mediante ripetute inversioni della provetta
precedentemente chiusa. Le provette di raccolta contengono
veleno di Bothrops atrox ed un enzima inibitore. Qualora si
sospetti la presenza di sangue nel campione di urina, quale
risultato di un danno renale, lasciare la provetta a temperatura
ambiente (20-25°C) per almeno 30 minuti, per permettere la
completa rimozione di tutto il materiale coagulabile. La presenza
nella provetta dell’inibitore previene ogni ulteriore degradazione
del fibrinogeno durante il periodo di incubazione. L’urina
contaminata da sangue, in particolare sangue mestruale, può
contenere FDP indipendentemente dalle condizioni dei reni: tali
campioni non sono idonei per il test, benché un risultato negativo
potrebbe, in queste circostanze, essere accettabile.
Filtrare l’urina attraverso un disco in fibra di vetro (Whatman GF/B
o equivalente) o una membrana filtrante (dimensione dei pori 8
µm o inferiore). In alternativa, se il test non è urgente, l’urina può
essere congelata a -15/-25°C per una notte, quindi scongelata
e centrifugata. Se non trattati in questo modo, alcuni campioni
urinari daranno luogo a reazioni false positive fino alla diluizione
di 1/4.
Se i campioni - di sangue o di urina - sono trattati come
precedentemente descritto, non è richiesta l’aggiunta di alcun
altro additivo per mantenere l’integrità degli stessi.
La presenza nel siero del fattore reumatoide può in rari casi
causare falsi risultati positivi nel dosaggio di FDP con ThromboWellcotest; i risultati ottenuti con campioni di pazienti con
sospetta artrite reumatoide devono quindi essere interpretati
con cautela.
Eventuali sostanze presenti nelle urine, che potrebbero essere
responsabili di false agglutinazioni, possono essere rimosse con
uno dei due metodi descritti precedentemente.
Si consiglia di conservare i campioni urinari a -15/-25°C, poiché a
tale temperatura l’attività degli FDP rimane inalterata per lunghi
periodi. Una volta scongelati, i campioni devono essere conservati
a 2-8°C, evitando di congelarli nuovamente.
6. PROCEDURA
MATERIALI FORNITI:
Il kit Thrombo-Wellcotest contiene materiale sufficiente per
20 test (fare riferimento alla sezione Componenti del kit).
PROCEDURA DEL TEST
NOTA: tutti i test devono essere eseguiti ad una temperatura
ambiente ottimale (20-25°C).
Analisi qualitativa di campioni di siero
1.
Verificare che il campione sia privo di cellule e di fibrina.
Allestire le diluizioni seguendo il protocollo di seguito
riportato:
2.
Contrassegnare due piccole provette di plastica o di vetro
rispettivamente con i numeri 1 e 2; identificare nello stesso
modo due cerchi sul vetrino di reazione.
3.
Utilizzando il contagocce graduato fornito con il flacone
di soluzione tampone, dispensare 0,75 ml di soluzione
tampone glicina in ciascuna provetta test.
4.
Con una pipetta monouso con tettarella applicata,
aggiungere cinque gocce del campione di siero nella
provetta 1 e una goccia nella provetta 2.
5.
Mescolare il contenuto di entrambe le provette contenenti,
rispettivamente, il siero alle diluizioni approssimate 1/5 e
1/20. Sciacquare la pipetta monouso con un po’ d’acqua
o di soluzione fisiologica e quindi utilizzarla per trasferire
una goccia dalla provetta 2 nella posizione 2 del vetrino
di reazione e una goccia dalla provetta 1 nella posizione 1
(rispettare quest’ordine).
6.
Risospendere accuratamente la sospensione al lattice
agitando vigorosamente il flacone per 3 o 4 volte e quindi
aggiungerne una goccia a ciascuna diluizione sul vetrino.
7.
Utilizzando un bastoncino monouso e partendo dalla
posizione 2, spandere in modo circolare le miscele siero/
lattice fino ad occupare per intero le corrispondenti aree
di reazione.
8.
Agitare delicatamente il vetrino per due minuti esatti,
osservando se si manifesta un’agglutinazione macroscopica.
Come con tutte le reazioni di agglutinazione su vetrino,
la valutazione dei risultati è migliore in condizioni di luce
naturale vivida e diffusa; tuttavia, le reazioni ottenute con
Thrombo-Wellcotest sono estremamente chiare e di facile
lettura in condizioni di luminosità normali. Non usare lenti
di ingrandimento. Determinare la presenza o l’assenza
di agglutinazione immediatamente dopo aver agitato il
vetrino per due minuti. Reazioni più prolungate possono
condurre a risultati falsi, causati dall’essiccazione della
miscela sul vetrino di reazione.
Analisi qualitativa di campioni urinari
1.
Verificare che il campione di urina sia privo di torbidità o
di precipitato. Allestire la diluizione del campione di urina
seguendo il protocollo di seguito riportato:
2.
Prendere una piccola provetta di plastica o di vetro e - al
tempo stesso - contrassegnare rispettivamente con 1 e 2
due cerchi sul vetrino di reazione.
3.
Utilizzando il contagocce graduato fornito con il flacone
di soluzione tampone, dispensare 0,75 ml di soluzione
tampone glicina nella provetta test.
4.
Con una pipetta monouso con tettarella applicata,
aggiungere quattro gocce di campione urinario nella
provetta e quindi una goccia (di urina non diluita) nel
cerchio del vetrino contrassegnato con il numero 1.
Ritrasferire l’eccesso di urina nel contenitore originale.
5.
Mescolare il contenuto della provetta (diluizione
approssimata 1/5) mediante ripetute aspirazioni con la
pipetta, quindi trasferire una goccia della diluizione sul
cerchio del vetrino contrassegnato con il numero 2.
6.
Risospendere accuratamente la sospensione al lattice
agitando vigorosamente il flacone per 3 o 4 volte e quindi
aggiungerne una goccia in ciascun cerchio del vetrino.
7.
Utilizzando un bastoncino monouso, e partendo dalla
posizione 2, spandere in modo circolare le miscele urina/
lattice fino ad occupare per intero le corrispondenti aree
di reazione.
8.
Agitare delicatamente il vetrino per due minuti esatti
osservando se si manifesta un’agglutinazione macroscopica.
Come con tutte le reazioni di agglutinazione su vetrino,
la valutazione dei risultati è migliore in condizioni di luce
naturale vivida e diffusa; tuttavia, le reazioni ottenute con
Thrombo-Wellcotest sono estremamente chiare e di facile
lettura in condizioni di luminosità normali. Non usare lenti
di ingrandimento. Determinare la presenza o l’assenza
di agglutinazione immediatamente dopo aver agitato il
vetrino per due minuti. Reazioni più prolungate possono
condurre a risultati falsi, causati dall’essiccazione della
miscela sul vetrino di reazione.
A causa delle caratteristiche chimico-fisiche diverse del siero
e dell’urina, il volume di una goccia di siero è inferiore a
quello di una goccia di urina, se dispensate con le pipette
monouso fornite. Per tale motivo, i metodi di preparazione
delle diluizioni 1/5 di siero e di urina non sono identici.
Analisi semi-quantitativa di campioni di siero
1)
In una provetta, allestire una diluizione 1/10 deI campione
di siero aggiungendo 0,1 ml di siero a 0,9 ml di soluzione
tampone glicina.
2)
Allestire quindi una serie di diluizioni per raddoppio da 1/10
a 1/320 nel modo seguente:
Tampone Glicina:
Siero:
0,5 ml
Mescolare e
trasferire:
3)
4)
5)
6)
7)
Diluizione:
2
0,5 ml
1
0,9 ml
0,1 ml
1/10
3
0,5 ml
0,5 ml
1/20
0,5 ml
1/40
5
0,5 ml
4
0,5 ml
0,5 ml
1/80
6
0,5 ml
0,5 ml
1/1601
Analisi semi-quantitativa di campioni urinari
1)
In una provetta test, allestire una diluizione 1/2 deI
campione di urina aggiungendo 0,5 ml di urina a 0,5 ml di
soluzione tampone glicina.
2)
Preparare una serie di diluizioni per raddoppio da 1/2 a
1/64 neI modo seguente:
Tampone Glicina:
Urina:
1
0,5 ml
0,5 ml
0,5 ml
Mescolare e
trasferire:
3)
4)
5)
6)
7)
Diluizione:
2
0,5 ml
1/21
3
0,5 ml
0,5 ml
/4
4
0,5 ml
0,5 ml
1/81
5
0,5 ml
0,5 ml
/161
6
0,5 ml
0,5 ml
/321
/64
Con una pipetta monouso con tettarella applicata, trasferire
1 goccia di ciascuna diluizione, iniziando dalla diluizione
1/64, in posizioni separate del vetrino di reazione.
Risospendere accuratamente la sospensione al lattice
agitando vigorosamente il flacone per tre o quattro volte.
Aggiungere quindi una goccia di sospensione in ognuna
delle posizioni sul vetrino.
Utilizzando un bastoncino monouso, ed iniziando dalla
diluizione più alta, spandere in modo circolare la miscela
urina/lattice fino ad occupare l’intera area di reazione
corrispondente.
Agitare delicatamente il vetrino per due minuti esatti,
osservando se si manifesta un’agglutinazione macroscopica.
Il punto finale è rappresentato dall’ultima diluizione
del campione di urina che manifesta un’evidente
agglutinazione.
7. RISULTATI
I risultati di questo test devono essere sempre interpretati in
associazione con l’anamnesi del paziente, con le sue condizioni
cliniche e con altri rilevamenti.
LETTURA DEI RISULTATI
/320
Con una pipetta monouso con tettarella applicata, trasferire
1 goccia di ciascuna diluizione, iniziando dalla diluizione
1/320, in posizioni separate del vetrino di reazione.
Risospendere accuratamente la sospensione al lattice
agitando vigorosamente il flacone per tre o quattro volte.
Aggiungere quindi una goccia di sospensione in ognuna
delle posizioni sul vetrino.
Utilizzando un bastoncino monouso, ed iniziando dalla
diluizione più alta, spandere in modo circolare la miscela
siero/lattice fino ad occupare l’intera area di reazione
corrispondente.
Agitare delicatamente il vetrino per due minuti esatti,
osservando se si manifesta un’agglutinazione macroscopica.
Il punto finale è rappresentato dall’ultima diluizione del
siero che manifesta un’evidente agglutinazione.
Nota: tutti i valori numerici sotto illustrati devono essere
considerati come approssimati.
Una reazione POSITIVA è indicata dallo sviluppo di un quadro
di agglutinazione entro due minuti dalla miscelazione della
sospensione al lattice con il campione e che manifesta
un’aggregazione chiaramente visibile delle particelle al lattice
(Fig. 2). La velocità della comparsa e la qualità dell’agglutinazione
dipendono dalla reattività dell’antigene, potendo variare da
grandi aggregati che si sviluppano entro pochi secondi dalla
miscelazione, a piccoli aggregati che si sviluppano alquanto
lentamente.
In una reazione NEGATIVA, il lattice non agglutina e l’aspetto
lattescente rimane sostanzialmente invariato per gli interi due
minuti del test (Fig. 1). Da notare comunque che, anche in
una reazione negativa, è possibile identificare deboli tracce di
granulosità, a seconda della acutezza visiva dell’operatore.
Risultati semi-quantitativi
Calcolo dei risultati
I livelli di FDP nel siero e nell’urina sono calcolati allo stesso modo,
ovvero moltiplicando la diluizione al punto finale della titolazione
per un fattore di 2 µg/mI.
Esempio: siero
1/10e
+++
1/20e
++
1/40e
+
1/80e
+
1/160e
–
1/320e
–
Il livello di FDP è pari a 80 x 2 = 160 µg/mI (approx.).
Reazione tipica
(Figura 1)
(Figura 2)
Modello non agglutinato
Modello agglutinato
Risultati qualitativi
Campioni di siero:
Poiché la sensibilità di Thrombo-Wellcotest è pari a 2 µg/ml, una
reazione di agglutinazione in qualunque posizione del vetrino
indica la presenza di FDP in concentrazione pari o superiore a
2 µg/ml nella posizione considerata. Dato che le diluizioni del siero
nella posizione 1 e nella posizione 2 sono rispettivamente 1/5 e
1/20, un risultato positivo nella posizione 1 indica la presenza di
FDP nel siero di partenza ad una concentrazione pari o superiore
a 10 µg/ml, mentre l’agglutinazione nella posizione 2 indica una
concentrazione iniziale pari o superiore a 40 µg/ml.
Nota: se l’agglutinazione si manifesta nella posizione 2 del
vetrino, deve essere presente anche nella posizione 1; se questo
non avviene, il test non è stato eseguito correttamente e dovrà
essere ripetuto.
Campioni urinari:
Poiché la sensibilità di Thrombo-Wellcotest è pari a 2 µg/ml, una
reazione di agglutinazione in qualunque posizione del vetrino
indica la presenza di FDP in concentrazione pari o superiore a
2 µg/ml nella posizione considerata. Dato che l’urina è esaminata
in forma non diluita nella posizione 1 e ad una diluizione di 1/5
nella posizione 2, un risultato positivo nella posizione 1 indica la
presenza di FDP nel campione di partenza ad una concentrazione
pari o superiore a 2 µg/ml, mentre l’agglutinazione nella posizione
2 indica una concentrazione iniziale pari o superiore a 10 µg/ml.
Nota: se l’agglutinazione si manifesta nella posizione 2 del
vetrino, deve essere presente anche nella posizione 1; se questo
non avviene, il test non è stato eseguito correttamente e dovrà
essere ripetuto.
Esempio:
Campione 1 - Siero
Diluizione 1/5 (posizione 1) – positivo.
Diluizione 1/20 (posizione 2) – positivo.
Il siero diluito 1/20 contiene almeno 2 µg/ml di FDP, quindi la
concentrazione di FDP nel siero in esame è pari o superiore a
40 µg/ml.
Campione 2 - Urina
Urina non diluita (posizione 1): positivo.
Urina diluita 1/5 (posizione 2): negativo.
L’urina non diluita contiene almeno 2 µg/ml di FDP; se diluita 1/5,
meno di 2 µg/ml. La concentrazione di FDP nel campione di urina
in esame è perciò compresa tra 2 e 10 µg/ml.
CONTROLLO DI QUALITÀ
I reagenti hanno una buona stabilità e normalmente non è
necessario includere sieri di controllo positivo e negativo in ogni
sessione analitica. Tuttavia, qualora dall’ultimo test eseguito sia
trascorso un intervallo di parecchi giorni o settimane, si suggerisce
di verificare il corretto funzionamento del sistema, esaminando
la sospensione al lattice con i sieri di controllo forniti con il kit.
Questi sono già diluiti e pronti per l’uso: porre una goccia di
ciascun siero sul vetrino e procedere con il test come descritto
precedentemente, partendo dal Punto 6 dell’Analisi qualitativa.
Il controllo positivo deve presentare agglutinazione, al contrario
di quello negativo. Se fosse necessaria una maggiore accuratezza
per il protocollo semi-quantitativo, si raccomanda di includere in
ciascuna sessione un appropriato siero di riferimento.
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI
Le concentrazioni di FDP rilevate con Thrombo-Wellcotest
sono ben correlate (r = 0,95) con quelle ottenute con il metodo
immunologico di inibizione dell’emoagglutinazione. I campioni
analizzati includevano plasma defibrinato13, sieri di pazienti
con malattie renali, disturbi epatici, carcinoma, ipertiroidismo,
embolia polmonare14, malattie trombo-emboliche ed infarto
del miocardio15. Sono stati inoltre esaminati campioni urinari
di soggetti normali e di pazienti sottoposti a recente trapianto
renale12.
L’interpretazione dei risultati ottenuti con Thrombo-Wellcotest
e con il metodo di inibizione dell’emoagglutinazione è quindi la
medesima.
Livelli sierici di FDP
Poiché la concentrazione media normale di FDP è 4,9 ± 2,8 µg/
ml, campioni di siero di soggetti normali o che mostrano leggeri
scostamenti dalla norma, forniranno risultati negativi (assenza di
agglutinazione) in entrambe le diluizioni, quando saggiati con il
metodo descritto4. Nonostante concentrazioni moderatamente
elevate siano state riscontrate in varie condizioni cliniche, un
test di screening per la valutazione dell’FDP nel siero può avere
significato diagnostico nella coagulazione intravasale disseminata8
e nelle malattie vascolari occlusive acute, malattie difficili da
diagnosticare in modo attendibile con il solo esame clinico19.
La coagulazione intravasale disseminata (DIC) è associata ad
una diminuzione dei livelli circolanti di fibrinogeno e di molti
altri fattori della coagulazione con il contemporaneo aumento
del deposito di fibrina e la comparsa di elevati livelli di FDP nel
siero, quale risultato di fibrinolisi secondaria20. Varie sono le
circostanze che possono causare la DIC: shock, ipertermia, esteso
danno tissutale, morsi di serpente, complicanze ostetriche ed
emolisi intravasale acuta, reazioni emolitiche post-trasfusionali
comprese21. La determinazione dell’FDP circolante in parallelo
con altri test di coagulazione, quali conta delle piastrine, tempo
di protrombina, dimensioni e stabilità del coagulo, ecc., può
essere di ausilio nella diagnosi di DIC e per differenziare la DIC
dalla fibrinogenolisi patologica22 ad essa molto simile, ma
estremamente più rara.
L’embolia polmonare è associata con un marcato incremento del
tasso di FDP fino a concentrazioni superiori a 40 µg/mI, sebbene
i valori massimi siano transitori e possano passare inosservati
se il siero non è esaminato ad intervalli regolari, iniziando
immediatamente dopo l’attacco sospetto19. Nei casi di trombosi
venose profonde normalmente si registrano livelli moderati
- pari a 10-40 µg/mI - ed occasionali risultati fino a 100 µg/mI,
in presenza di coagulazione massiva. Per contro, accurati studi
portati a termine con l’ausilio della flebografia e della scintigrafia
dell’arto - dopo iniezione di fibrinogeno marcato (131I‑fibrinogeno)
- hanno dimostrato che nei pazienti con sospetto clinico di
trombosi venose profonde, non confermato dalla diagnostica
strumentale, raramente la concentrazione di FDP supera i 10 µg/
mI.
L’infarto del miocardio è associato ad un aumento dei livelli
sierici di FDP fino a 40-160 µg/mI nel primo o nel secondo giorno
successivo all’attacco. Dopo che il picco iniziale si è abbassato,
un monitoraggio continuo dei livelli sierici può evidenziare
precocemente un’estensione dell’infarto o una complicanza
trombotica secondaria7. È stato dimostrato che esiste una
correlazione tra concentrazione sierica di FDP nella fase acuta e
frequenza di successive complicanze23.
Livelli urinari degli FDP
L’urina contiene normalmente meno di 0,25 µg/mI di FDP9,
fornendo risultati negativi (assenza di agglutinazione) in entrambe
le posizioni quando esaminata con il metodo sopra descritto. In
pazienti con disordini renali si può osservare un aumento del livello
di FDP, ed è stato dimostrato che la determinazione giornaliera
di FDP nel siero24 o nelle urine può fornire utili informazioni sul
tipo, attività e gravità della malattia10. Nel trattamento della
glomerulonefrite proliferativa il monitoraggio dei livelli di FDP
escreti con le urine nel periodo di somministrazione di taluni
farmaci può essere utile per la valutazione dell’efficacia dei farmaci
stessi25. Analogamente, nelle crisi di rigetto a seguito di trapianto
renale la concentrazione di FDP può rapidamente salire fino a 75
µg/mI9,15. Il monitoraggio continuo dell’FDP urinario permette
di mettere in luce la crisi di rigetto nelle sue fasi iniziali, prima
che diventi apparente per altre vie12: i livelli calano rapidamente
a seguito di un efficace trattamento immunosoppressivo11. Nelle
infezioni delle vie urinarie la determinazione dell’FDP urinario
può essere utile per localizzare il sito di infezione: nelle infezioni
delle alte vie urinarie si riscontrano livelli aumentati, mentre nelle
infezioni della vescica i livelli di FDP risultano normali26.
8. Limiti del metodo
La presenza del fattore reumatoide in campioni di siero può
interferire con il test e causare falsi risultati altamente positivi.
Qualora si sospetti che il paziente sia affetto da artrite reumatoide
è opportuno eseguire - in parallelo con Thrombo-Wellcotest - un
test per il fattore reumatoide. Se quest’ultimo fornisce un risultato
negativo, il livello di FDP può essere considerato attendibile; se
entrambi i test risultano positivi, la concentrazione di FDP deve
essere interpretata con cautela.
L’interferenza
del
fattore
reumatoide
può
essere
eliminata mediante riduzione del siero con ditiotreitolo o
2-mercaptoetanolo18. Alcune sostanze eventualmente presenti
nelle urine possono causare reazioni di agglutinazione nonspecifiche. Tali sostanze possono essere rimosse, come descritto
nel paragrafo Prelievo e conservazione del campione - Campioni
urinari.
9. RISULTATI ATTESI
Il lattice del Thrombo-Wellcotest agglutina in presenza di una
concentrazione di FDP pari o superiore a 2 µg/ml.
10. CARATTERISTICHE SPECIFICHE DI PRESTAZIONE
Thrombo-Wellcotest permette di evidenziare la presenza di
fibrinogeno e di tutte le sostanze antigenicamente correlate
(monomeri di fibrina, frammenti X, Y, D ed E) in campioni
di plasma, siero ed urina umani. La sensibilità del test è
standardizzata a 2 µg/mI di FDP, ma la reattività verso la molecola
intera di fibrinogeno può variare da lotto a lotto. Se ThromboWellcotest è utilizzato per scopi diversi dalla determinazione di
FDP nel siero o nell’urina come descritto nelle Istruzioni per l’uso,
si raccomanda di includere in ogni sessione analitica un preparato
di laboratorio standard di appropriato materiale.
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12. CONFEZIONE
HA13/R30852601.....................................................20 test
Legenda dei simb
Numero di codice
Dispositivo medico per la diagnostica in vitro
Consultare le Istruzioni per l’uso (IFU)
Limiti temperatura (temp. conservazione)
Numero di lotto
Data di scadenza
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allegata
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Vacutainer® è un marchio registrato di Becton Dickinson.
*Marchio registrato.
IFU X7824 Revised Gennaio 2013
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Dartford, Kent, DA2 6PT
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