I Pomeriggi cinematografici I Pomeriggi cinematografici della
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I Pomeriggi cinematografici I Pomeriggi cinematografici della
2 I Pomeriggi cinematografici della Fondazione per Leggere al Cristallo Cristallo Giovedì 18 novembre 2010 ore 16.00 Regia: Xavier Beauvois - Francia, 2010 Durata: 120 min. Ingresso € 4,00 Uomini di Dio. Spogli e liberi Il respiro della preghiera Xavier Beauvois tratta la vicenda dei monaci trappisti con la delicatezza di un sussurro. Eppure la natura stessa di questa storia, che vede sette religiosi cristiani sgozzati da una imprecisata banda di estremisti islamici in terra di Algeria nel 1996, metteva a disposizione del regista strumenti e ragioni per flirtare con i linguaggi più emozionali del cinema. La scelta, apprezzabile, è di spogliare il racconto e la sua narrazione da ogni inutile riverbero, così che il cuore di questa vicenda potesse colpire non per la durezza dei toni, ma per l’intensità del vissuto. Il monastero dei trappisti e il villaggio di Tibhirine, sopra cui è collocato, appare povero e disadorno: manca l’aurea mistica degli edifici abbaziali del medioevo europeo e mancano i paesaggi suggestivi del nord d’Africa. Tutto è tremendamente ordinario, povero, a tratti misero. La vita e il film stesso sono ritmati dai tempi della preghiera. I salmi cantano la storia di Israele e si impastano con il presente: parlano della fedeltà di Dio, della violenza che li circonda, del loro abbandonarsi a lui, dello stupore per il suo essere venuto, principe della pace, in mezzo agli uomini. Anche nel villaggio la preghiera, in occasione del rito iniziatico di un bambino, risveglia la vitalità dei figli dell’Islam; l’invocazione al Dio misericordioso e padre di tutti elevata nel canto dall’imam, abbraccia le chiacchiere delle donne, gli sguardi compiaciuti degli uomini, le invocazioni di gioia della gente. Il porsi davanti a Dio resta, senza alcuna retorica, l’unico gesto che sorregge tutti gli altri. Il rapporto con Dio, evocato dalla preghiera, è tutt’altro che estraniante rispetto la realtà, anzi vi si immerge con forza. Lo si vede quando frère Christian pregando di fronte al terrorista ucciso suscita il disprezzo dei militari. Ed anche quando il giovane monaco Christophe, angosciato, grida aiuto a Dio nella notte, chiuso dentro la propria stanza, mentre la sua voce raggiunge gli altri confratelli, confusi dalle medesime paure. “Gli uccelli siamo noi, il ramo siete voi” Il cuore della storia sta, indubbiamente, nella scelta presa da questi monaci di non abbandonare il monastero, consapevoli che questo avrebbe messo a serio repentaglio la loro vita. Nessuno sfugge alla verità di sé stesso e della storia che lo accompagna; una verità che impedisce loro di dare un senso alla propria esistenza lontano da quei luoghi, da quella gente e da quella missione di pace e di amore. La violenza irrompe come un bulldozer, cruenta, strappando dagli ormeggi di vecchie sicurezze le vite dei monaci e dei loro vicini. Ma è proprio frère Luc, colui che in modo esplicito incarna l’atteggiamento caritatevole, a non ondeggiare: “Non ho avuto paura dei nazisti, non ce l’ho dei terroristi e tanto meno dei militari. Non ho nemmeno paura della morte, sono un uomo libero”. La gente chiederà loro di restare per proteggerli, per essere il ramo su cui, come uccellini, trovano dove posarsi, per tener lontano i militari, portatori di altra violenza. Una libertà tutt’altro che eroica. La scena del vino bevuto in silenzio, sulle note della morte del cigno, raccoglie l’alternarsi dei sentimenti: della determinazione, dello smarrimento e, infine, della ritrovata felicità che guarda in faccia alla morte giunta a bussare alla porta. L’ultima scena, struggente, della processione di martiri e carnefici che si perde indistinta nella nebbia e nella neve, come un’unica umanità dolente, sembra raccontare l’ultima spogliazione di questo sacrificio, delegittimando le consolazioni di un rancore da coltivare o di un perdono di cui ci si sente padroni, e affidando ogni cosa al silenzio. Spogliando di tutto questa vicenda, l’unico senso che ancora resta è solo in quel loro essere uomini di Dio. Cinema teatro Cristallo Via mons. Domenico Pogliani 7/A - Cesano Boscone (Mi) www.cristallo.net tratto dalla recensione di don Gabriele Pedrina, vice Presidente nazionale dell’Associazione Cattolica Esercenti Cinema (ACEC)