Ecologia Urbana - Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori

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Ecologia Urbana - Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori
LA FORESTA E LA
BIODIVERSITÀ URBANA
Marco Dinetti
Responsabile nazionale Ecologia urbana Lipu
Direttore scientifico “Ecologia Urbana”
[email protected]
www.ecologia-urbana.com
LA FORESTA E LA BIODIVERSITÁ URBANA
inurbamento
servizi ecosistemici / funzioni sociali
conoscenze in Italia (avifauna)
CASI-STUDIO
Bosco di Marzaglia (MO)
Parco compensazione Mella (BS)
ECOLOGIA STRADALE (road ecology)
infrastrutture di trasporto e connettività
della rete ecologica locale
edifici
strade
fiume
laghetto
caratteristiche:
prato
- struttura eterogenea e “mosaicizzata”
- topografia modificata
- suolo livellato e impermeabilizzato
- importazione materiali, energia, acqua
- esportazione rifiuti e inquinanti
- immissione di animali e piante esotiche
- presenza elevata persone e edifici
giardino
boschetti
INURBAMENTO AVIFAUNA
caratteristiche che rendono un uccello selvatico
“adatto” alla vita urbana:
flessibilità e opportunismo
confidenza con l’uomo
taglia medio-piccola
habitat di origine rupestre o forestale
abitudini sedentarie
dieta onnivora o vegetariana
disponibilità a vivere in territori piccoli e frammentati
strategia “r” di riproduzione
DUE MODALITÀ DI INURBAMENTO:
ATTIVO
Colonizzazione città da parte di un animale.
insediamento stabile e nidificazione avvengono -di solitodopo presenza in inverno (stagione favorevole per clima,
abbondanza di cibo, assenza caccia)
Esempi:
Gabbiano reale Larus michahellis
Tortora dal collare Streptopelia decaocto
Merlo Turdus merula
Gazza Pica pica
Cornacchia grigia Corvus cornix
Storno Sturnus vulgaris
PASSIVO
La specie vive in città “involontariamente”
habitat gradualmente accerchiato da espansione urbanistica
si verifica nelle periferie
coinvolge specie di ambiente: arbustivo, rurale, boschivo,
steppa, zone umide
La specie riesce a sopravvivere, “adattandosi” all’ambiente
urbano, se rimane una porzione minima di habitat.
Esempi:
Saltimpalo Saxicola torquatus
Beccamoschino Cisticola juncidis
Occhiocotto Sylvia melanocephala
Picchio muratore Sitta europaea
Averla piccola Lanius collurio
STRUTTURA COMUNITÀ AVIFAUNISTICHE
CENTRO STORICO
ZONE semi-NATURALI (parchi estesi con
vegetazione, periferie con siepi, boschetti e incolti)
- Poche specie (ricchezza bassa)
situazione inversa:
- Densità elevata specie dominanti
(equiripartizione bassa)
- Molte specie (ricchezza elevata, es. 20-30 specie
nidificanti)
- Biomassa elevata
- Rapporti numerici più equilibrati
(anche dieci volte superiore
rispetto ad ambienti extraurbani)
Merlo
20
80
Capinera
Verzellino
Cinciallegra
Cardellino
Passero
15
Colombo
Rondone
Passero
Capinera
60
40
20
Cinciarella
Fringuello
Fiorrancino
Rampichino
Averla piccola
10
5
0
0
specie
specie
Gazza
Tortora
Civetta
Upupa
QUADRO DELLE CONOSCENZE SULLA FAUNA URBANA
Lo sviluppo degli studi sulla fauna urbana in Italia può essere ricondotto a
tre momenti “storici” principali (Zapparoli, 2000):
anni 1970: pubblicato primo esempio di ricerca organica sulla fauna
urbana italiana (Treviso).
Panoramica popolamento animale della città, caratteristiche e significato
delle faune urbane, incluse le problematiche connesse (Minelli, 1974);
inizio anni 1980: Accademia Nazionale di Entomologia ha organizzato il
Convegno “Entomologia urbana per la qualità della vita”.
Prima sintesi degli studi applicativi sugli artropodi infestanti;
dalla fine anni 1990: “esplosione” studi su fauna urbana, sfociata nel
Primo Convegno Nazionale sulla fauna urbana (Bologna et al., 1998), dove
è stato messo in risalto il concetto di ecosistema urbano (la fauna è una
delle componenti). Accento sull’elevata biodiversità presente nelle aree
urbane, nonché l’esigenza di una sua tutela. Emersi alcuni aspetti
conflittuali del rapporto tra animali selvatici ed esseri umani nelle città.
IN SINTESI:
attualmente esistono
più informazioni sulla fauna
delle città del centro-nord
in città meridionali e delle isole i dati sono più scarsi
nonostante la crescita degli studi sulla fauna urbana
negli ultimi anni, la situazione
è ancora disomogenea e frammentaria
dall’approccio delle liste faunistiche
gli studi di avifauna urbana
si sono diversificati e articolati
presi in esame ambiti specifici:
 parchi urbani
 tratti di fiumi che scorrono in città
 zone umide
 discariche
 aeroporti
 aree industriali
GRUPPO DI LAVORO “AVIFAUNA URBANA”
si riunisce dal 1990
negli ultimi anni in occasione dei Convegni Italiani di Ornitologia (CIO)
SCOPI:
- standardizzazione metodologie
- definizione limiti area urbana
- confronto e scambio dati/informazioni
50 aree urbane italiane censite con metodo
Atlante ornitologico urbano
(40 città, di cui 30 capoluoghi provincia)
Rondine
Hirundo rustica
(Firenze)
Italy is the
international leader
in this line of research…
ATLANTI ORNITOLOGICI URBANI
pubblicati:
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Torino
Biella
Cossato (BI)
Pavia
Voghera (PV)
Cremona 1990-1993, 2001-2004hhhh
Crema (CR)
Brescia
Bergamo
Trento
Venezia
Marcon (VE)
San Donà e Musile di Piave (VE)
San Donà di Piave (VE)
Padova
Udine
Genova
La Spezia
Reggio Emilia
Forlì
Firenze 1986-1988, 1997-1998, 2007-2008
Livorno 1992-1993, 2006-2013
Grosseto 1998-1999, 2009-2010
Roma
Parco Regionale Appia Antica (RM)
Lido di Ostia (RM)
Napoli 1990-1994, 2001-2005
in corso/terminati:
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Asti
Varese
Milano
Portogruaro (VE)
Treviso
Parma
Pisa
Prato
Lucca
Senigallia (AN)
Roma 2008-2010
Viterbo
Martina Franca (TA)
Caltanissetta
Cagliari
un esempio:
Atlante degli uccelli nidificanti nel comune di Firenze
Terza edizione 2007-2008
Atlanti ornitologici urbani
indagini privilegiate
per individuare
zone di interesse ecologico
IL DECLINO DEI PASSERI
Diminuzione recente in Europa:
Passera
Passera
Passera
Passera
europea Passer domesticus
d’Italia Passer italiae
sarda Passer hispaniolensis
mattugia Passer montanus
oggi classificate come SPEC-3
(specie di interesse conservazionistico europeo)
il declino riguarda principalmente le aree urbane,
e varia tra zone differenti
azioni del Progetto SOS Passeri Lipu
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installazione nidi artificiali
mitigazione rischio collisione con “vetri”
educazione ambientale su ecologia urbana
studi ornitologici per monitorare popolazioni
informazione tecnica per migliorare
pianificazione urbana in senso ecologico
• lobby per escludere i passeri come specie
cacciabili (deroghe)
Progetto SOS Passeri Lipu
DISPONIBILI gli ATTI !!
SERVIZI ECOSISTEMICI
DELLE AREE VERDI URBANE
parchi, giardini ed altri spazi verdi svolgono
importantissime funzioni per migliorare la vivibilità urbana:
-
riduzione inquinamento atmosferico
miglioramento climatico e risparmio energetico
rimozione dall’atmosfera e stoccaggio del carbonio
attenuazione dei rumori fastidiosi
assorbimento delle acque piovane, con prevenzione delle alluvioni
produzione alimenti e materie prime (es. orti urbani)
incremento del valore degli immobili
funzioni ricreative e sociali
occasione per attività culturali e sportive
conservazione della biodiversità locale
In molte città, gran parte della gente vive lontano da
riserve naturali e da aree ricche di specie
(Turner, Nakamura & Dinetti, 2004).
Interazioni tra esseri umani e natura dipendono soprattutto
dalla presenza di aree verdi informali
(Fuller & Gaston, 2009).
I visitatori possono incontrare più specie, rispetto ad aree
urbane circostanti (Strohbach et al., 2013).
Esperienze con biodiversità messe in relazione al benessere
umano (Fuller et al., 2007).
Natura in città: importanti funzioni sociali, quali svago,
relax, svolgimento di attività sportive, culturali e di
educazione ambientale per scolaresche e giovani.
PROGETTAZIONE VERDE URBANO
E INTERVENTI DI FORESTAZIONE
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uccelli, per indirizzare scelta essenze arboree ed arbustive
canoni ecologici e di sostenibilità ambientale
specie ornitiche insettivore (controllo biologico parassiti)
incremento avifauna tramite installazione nidi artificiali
uccelli assunti come “indicatori ambientali
concetto di “giardino naturale”: progettare con approccio
ecologico-orientato
• bassa manutenzione, da gestire anche coinvolgendo
associazioni di volontariato
• esperienza oasi urbana “La Piantata” di Modena
• gestita dalla Lipu e da altre associazioni ambientaliste
CASI-STUDIO
Bosco di Marzaglia (MO)
ricerca Lipu per Comune di Modena
bosco di Pino strobo Pinus strobus a ovest della città
11,9 ettari
impiantato nella metà degli anni 1970
sesti regolari e molto fitti
nascita spontanea esemplari vegetazione locale:
Quercus sp.
Ulmus sp.
Crataegus monogyna
Prunus spinosa
Acer campestre
Sambucus nigra
16 dicembre 1997 - 25 febbraio 1998
fauna svernante
metodo del transetto
28 specie uccelli svernanti
di cui 21 specie legate al bosco
4 SPEC 1-3: Civetta Athene noctua, Picchio verde Picus viridis,
Allodola Alauda arvensis, Saltimpalo Saxicola torquatus
altra fauna - 4 specie:
Riccio Erinaceus europaeus
Topo selvatico Apodemus sylvaticus
Arvicola del Savi Microtus savii
Capriolo Capreolus capreolus
1 aprile - 26 giugno 1998
uccelli nidificanti
metodo del mappaggio
20 specie nidificanti
di particolare interesse:
Sparviere Accipiter nisus, Poiana Buteo buteo,
Civetta Athene noctua, Gufo comune Asio otus,
Averla cenerina Lanius minor (nidificante probabile nei
dintorni)
11 SPEC 1-3 (considerando anche aree circostanti)
densità totale (50 coppie/10 ettari)
circa la metà rispetto a boschi naturali e semi-naturali
dell’Italia centrale
altra fauna: 6 specie mammiferi, 1 specie rettili
Bosco di Marzaglia
 collocato in un territorio fortemente
trasformato e frammentato
ruolo di “isola ecologica” in un paesaggio
(matrice) inospitale per gran parte delle specie
vicinanza del fiume Secchia, quale importante
corridoio faunistico
Gestione inappropriata* = principale minaccia per le foreste
temperate europee, nonché per gli habitat necessari alle
specie di uccelli prioritarie (specialisti delle foreste).
114 specie, di cui più del 40% hanno uno status sfavorevole
di conservazione in Europa (Tucker & Evans, 1997).
* per gestione inappropriata si intende:
intensificazione pratiche colturali
assenza alberi vetusti
turni brevi
impiego macchine
rimozione tronchi morti
specie arboree e diversità strutturale ridotta
fustaie omogenee
uso di conifere non indigene
Parco compensazione Mella (BS)
progetto mitigazione e compensazione ambientale
realizzazione raccordo autostradale Brescia sud, di
Autostrade Centro Padane
opere riqualificazione sul fiume Mella e sul vaso Fiume, in
provincia di Brescia
anticipazione opere compensazione, rispetto a costruzione
infrastruttura
corretta applicazione principio “compensazione ecologica
preventiva”
rimboschimento con alberature
e arbusti lungo corsi d’acqua
posate 76.500 piante di essenze autoctone
realizzate aree prative, stagni e laghetti
Parco del Mella: circa 50 ettari
• nuovi boschi: 12,5 ha
• nuovi arbusteti: 9 ha
• nuovi prati: 23 ha
• corridoi arboreo-arbustivi: 1,65 ha
• 2 nuovi laghetti, 2 nuove aree umide,
riqualificazione 3 laghetti esistenti
Obiettivi:
migliorare ecosistema
aumentare la naturalità
diversificare gli habitat
potenziare rete ecologica regionale e provinciale
promuovere i corridoi di connessione
aumentare la ricettività per la fauna
(rifugio, alimentazione, riproduzione)
 rendere fruibile l’ambiente
per cittadini e scolaresche






censimenti faunistici
dal 2007 al 2009 Autostrade Centro Padane ha incaricato Lipu
censimenti ornitologici e faunistici
periodo nidificazione (primavera) e svernamento (inverno)
metodo del transetto
n° specie uccelli
primavera 2007
55
primavera 2008
59
inverno 2007-2008
39
inverno 2008-2009
37
con lo sviluppo della vegetazione, comparse specie
indicatrici della foresta (es. picchi)
ruolo per la conservazione della biodiversità
corridoio di connessione ecologica
importanza del fiume Mella riconosciuta:
• Documento “Aree prioritarie per la biodiversità nella
Pianura Padana lombarda”
• Deliberazione G.R. 26/11/2008 n. 8/8515
“Rete Ecologica Regionale“
CONSERVAZIONE BIODIVERSITÀ LOCALE
istituzione di:
* reti ecologiche urbane e periurbane
* oasi urbane
* parchi ecologici
* sentieri-natura
RETE ECOLOGICA
Infrastruttura naturale che connette gli
ambienti di un territorio.
Elementi principali:
-
aree centrali (core areas)
nodi (key areas)
zone cuscinetto (buffer zones)
corridoi (corridors)
pietre da guado (stepping stones)
aree di ripristino ambientale (restoration areas)
Strategia UE sulla Biodiversità fino al 2020
(Commissione Europea, 3 maggio 2011)
nuova strategia per migliorare stato biodiversità in Europa
nella prossima decade.
costruita
intorno
interdipendenti.
a
sei
obiettivi,
complementari
secondo obiettivo: migliore protezione degli
maggiore utilizzo delle infrastrutture verdi.
ecosistemi
e
e
tra gli obiettivi delle
reti ecologiche
=
superamento in sicurezza
infrastrutture
da parte della fauna selvatica
la costruzione e l’utilizzo
di autostrade, strade e ferrovie
provoca pesanti impatti
sull’ambiente e la natura:
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distruzione di ecosistemi
inquinamento e disturbo
frammentazione degli habitat
“effetto barriera” per la fauna
mortalità di animali per investimento
distruzione e alterazione di ecosistemi
Causata da costruzione di strade e pertinenze
(svincoli, aree di servizio, ponti, ecc.).
Innesca urbanizzazione del territorio,
particolare attorno agli svincoli.
in
Favorisce maggiore presenza antropica negli
ambienti (disturbo, vandalismo, calpestio,
incendi, dispersione rifiuti, attività venatoria,
ecc.).
frammentazione degli habitat
E’ uno degli impatti più dannosi.
Ecosistemi separati in aree più piccole e
maggiormente isolate.
Quando la frammentazione diviene eccessiva si può
avere l’estinzione locale, soprattutto delle specie
meno adattabili e poco mobili.
tratto da:EEA, 2011.
mortalità diretta per la fauna
 investimento da parte dei veicoli
 collisioni con cavi, superfici trasparenti
(pannelli fonoisolanti in vetro o plexiglas), ecc.
 le specie di piccola taglia possono restare
intrappolate entro pozzetti, tubi, canali con sponde ripide
Tasso
Riccio
RETI ECOLOGICHE
&
RETI INFRASTRUTTURALI
ECOLOGIA STRADALE
(road ecology)
- disciplina innovativa e trasversale
- studia effetti ecologici delle infrastrutture di trasporto
- integra progettazione/ingegneria con
ecologia/biologia della fauna selvatica
(Forman, 2003)
STRATEGIA DELLA road ecology APPLICATA
A = impatto (distruzione habitat, frammentazione, disturbo)
B = PREVENZIONE (es. scelta tracciato ottimale)
C = MITIGAZIONE (es. realizzazione passaggi per fauna)
D = COMPENSAZIONE (es. ripristino ambientale)
TIPOLOGIE
INTERVENTI MITIGAZIONE
PER FAUNA
INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO
(strade, autostrade, ferrovie)
RECINZIONI E ACCESSORI
TARGET: ANFIBI
Superstrada 403,
zona Nyirbator, Ungheria
periferia Trento
TARGET:
UNGULATI
Francia
recinzione a maglie differenziate
tratto da: Iuell B. et al., (eds.), 2003. COST 341 Habitat Fragmentation due to Transportation Infrastructure. Wildlife
and Traffic: a European Handbook for identifying conflicts and designing solutions. KNNV Publishers. Office for
official publications of the European Communities, Luxembourg.
ATTRAVERSAMENTI INFERIORI:
SOTTOPASSO PER SPECIE MEDIA TAGLIA
Cimpello (PN) - Sequals (UD)
S.R. 439 (PI)
nuova superstrada
strada provinciale (esistente)
Tornavento, Parco Ticino (VA)
Ungheria
PROGETTI PER LA PROTEZIONE DEGLI ANFIBI
Attività tra le più diffuse.
Iniziativa principale è “Progetto Rospi”
partito nel 1990 da idea del
Dr. Vincenzo Ferri
e con supporto Regione Lombardia.
Gli anfibi vengono salvati
con l’aiuto dei volontari
e delle guardie ecologiche:
tra il 1990 ed il 2004
questo progetto
ha salvato dal traffico
circa un milione di anfibi
di 11 specie.
PROGETTAZIONE ECOLOGICA DELLE INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO
Marco Dinetti
con Cesare Sangiorgi e Federico Irali (Dipartimento Ingegneria - Università di Bologna)
presentazione di Andreas Seiler (IENE - Infra Eco Network Europe)
TAVOLE PROGETTO TIPOLOGIE MITIGAZIONE
CATALOGO FOTOGRAFICO ESCLUSIVO
formato cm 17x24 - 150 pagine
€ 30
[email protected]
ECOLOGIA URBANA
la rivista della biodiversità nelle città
CREDITI FOTOGRAFICI
Paola Ascani
Roberto Bertoli
Marco Dinetti
S. Fabris/Archivio Lipu
A. Manoni/Archivio Lipu
Parco Naturale dei Laghi di Avigliana
Marcello Pilla
Daniele Selmi
Sezione Lipu Modena
Disegni di Renato Guasco