Perché tu mi dici poeta? Anno III

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Perché tu mi dici poeta? Anno III
Perché tu mi dici poeta?
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Incontro del 6 giugno 2013
Editoriale a cura d’Andrea Bolfi
Carissimi amici dell’arte…
I poeti sono sempre presenti in questa città, che non vuole stare zitta.
La poesia diventa uno strumento per urlare i propri sentimenti, oltre cornice.
Anche stasera la sala è gremita con volti nuovi, questo è importante perché l’ambiente non
diventi un circolo chiuso. Poiesis è intesa come costruzione in divenire di noi stessi.
Se non ci fossero persone ad ascoltare, saremmo semplici persone sole, che talvolta
scrivono per sé.
Dobbiamo capire l’enorme responsabilità che incarniamo.
L’arte della scrittura non può essere solo per noi, un attimo limitato d’evasione, ma
soprattutto uno strumento vocale per l’emancipazione, la denuncia, impulso mirato,
finalizzato al cambiamento.
Questo è il tempo per la responsabilità della cultura.
Prenotatevi per la lettura durante i prossimi appuntamenti di:
8volante 2013 ogni giovedi alle ore 9 p.m.
26 Settembre - 10 Ottobre - 14 Novembre - 12 Dicembre
---oooOooo--Presso la galleria Arte Città Amica è andato in scena un nuovo appuntamento, ben sette
ospiti sono saliti sui vagoncini. E’ stata un’emozione coadiuvare Mario Parodi, sempre a suo agio
in questo luna park della cultura.
Presentiamo la squadra di questa notte.
Per Ivana Posti, tutto cambia, è buio logoro e stanco. Ma esiste una spiegazione, ci può
essere un sorriso, certamente irruenza e rabbia, nel movimento automatico. Si passa veloci dalla
filastrocca della festa, per giungere al requiem per le persone nella sofferenza.
Cristina legge benissimo i testi del pittore Claudio Bellino.
Sono immagini pure, quadri osservati dal finestrino di un’auto in corsa…
“Sto viaggiando, lei si accuccia, su capelli tagliati, li raccoglie...”
Sto viaggiando come acqua che scorre; e ritroviamo di questa poesia liquida, sullo
specchietto un vago pensiero d’eros. Ti vidi fumare e offrire una tazza all’assassino.
Ecco la forte simbologia legata a chi fa cultura:
“…i musicisti sono sordi, i giornalisti ciechi…
Ho sognato icone pop, le urla del cielo. Solo una bomba scoppiò.
Poi una maglietta a righe che scivolava sulla schiena. Petali profumati, i corpi posseduti da incubi”.
In Come acqua che scorre, ritroviamo la potenza degli elementi, l’importanza del viaggio in
parallelo, come se ognuno fosse il suo fiume, nel lento scorrere verso il mare Eterno.
Claudio dipinge come scrive, ed è legato affettivamente all’Irlanda, auspico che verrà a
trovarci altre volte, per farci assaporare altri suoi scritti, senza cornice.
Come acqua che scorre
Come acqua che scorre
Un uomo urla al citofono
Mentre una commessa raccoglie i cocci di una vetrata infranta
All’interno di un negozio un orologio verrà riparato
Sto viaggiando.
Come acqua che scorre
Un cane corre impazzito
Finché non entra nella bottega del parrucchiere e,
Con le zampe sanguinanti
Si accuccia sui mucchi di capelli tagliati.
Sto viaggiando.
Come acqua che scorre.
Una giovane madre con i capelli raccolti
Attende sulle strisce il momento per attraversare la strada.
Una goccia di pioggia raggiunge il suo volto
glielo riga come farebbe una lacrima.
Sto viaggiando.
Come acqua che scorre.
Sul marciapiede un ragazzo
Si lascia bagnare e pazzo di gioia
cerca di inghiottire la pioggia.
Sto viaggiando.
Come acqua che scorre.
Sono ipnotizzato dal movimento dei tergicristalli
quando il semaforo cambia colore
parto
Sullo specchietto retrovisore tutto
Diventa sempre più vago
Fino a cambiare scenario.
Sto viaggiando.
Come acqua che scorre
Paulette Ducrè evidenzia talento cristallino, anche nella lettura che coinvolge subito.
Povertà, solitudine, sofferenza, sono espressioni dell’anima da non tralasciare nel nostro
percorso poetico. Siamo pervasi da infiniti atomi eccitati, per parlare della vita elettrica, chimica. Ci
abbandoniamo magnificati. La poesia significa linfa che ci percorre, è nettare del Divino.
Non manca di un tono ironico, Paulette, sembrerebbe quasi cinico ad un primo e disattento
ascolto. La sua voce diviene musica e talvolta pugno nello stomaco, non ci fa respirare.
Ricordo meravigliato:
“rosa sfogliata al piacere…”; Inanimate creature, non smettete…”.
Non solo estro e fantasie ma ci lasciamo coinvolgere sempre di più:
“Un Cristo arrugginito nei boccali di alcoliche evasioni…”.
Non smettere
Non smettere di sorprendere
Nei giorni nebbiosi
Di piogge solitarie
Nei volti ubriachi
Che vedono vuoto
Nei teschi di vissuto
Che odoran di morte
Non smettere
Di ridere di niente
Nei freddi cuori
Rabbiosi di tenebre
Nel marciume di prepotenza
Invadente
Non smettere di sorprendere
Inanimate creature prossime alla fine
Nella natura fiorente
Dei giovani anni
Non smettere di creare
Fantasie da sogno
Ai tuoi pensieri puri
Che amano il mondo
Tutt ‘intorno albeggia
Soleggiata anima calda
Nello sfondo di verità
Che talvolta nella paura
Giace.
Gradito è il ritorno di Maria Rosa Quaglia.
Imprigionare l’emozione sul foglio, perciò è fondamentale riconcedere alla parola il posto
che merita, poi si procede con l’immagine, seguita dall’impegno profuso.
“Sconfitta su morbide viole – cuore di bosco – sogni senza realtà – fruscio – illusioni
trasportate – assetati di brividi”
“Il giorno è oscuro, troppe immagini di potenza, si scontrano con un cuore ormai senza
lacrime…”
Il corpo è mischiato in questo caso e si è consapevoli di non poter nulla, solitari e imperfetti.
Ci perdiamo tra bersagli che s’affievoliscono, resta di primaria importanza la parola, anche
il teatro si chiude, nonostante non cali il sipario.
Igor Spadoni ci presenta la sua narrativa horror che si rivolge alla maestria di H.P.
Lovercraft e E.A. Poe.
Nella Notte dei Lumi, troveremo incubi primordiali, virus mediatici, insetti impietosi,
cospirazioni globali…, dietrologie e timori da Grande fratello.
Sembra la realtà ma nessuno ha osato sollevare il dubbio:
Guerre mondiali, gente che muore, soldati nelle pozzanghere, politicanti senza limiti che
badano ai loro interessi… Sì! È soltanto la sceneggiatura d’un film.
Terribilmente un sonno improvviso, dovuto all’inattività…
Igor ci ha fatto venir voglia d’horror, quello di Lovercraft è soltanto accennato, ma fa
davvero paura. Dimentichiamoci degli orrori quotidiani.
E’ ricchissima di riferimenti biblici e mistici, Immacolata Schiena è in Attimi – gocce – brevi
momenti.
“L’ulivo come un bimbo nel cielo stellato”.
“Larghe mani nella terra ove il contadino posa i suoi antichi pensieri…”
Questo accenno bucolico ci riporta all’archetipo della potenza del Divino, nella Genesi.
L’immenso abbraccio, ci ricorda il senso materno, quasi da madre terrestre, e tu mi prendi, ci
riporta ancorchè alla sensualità anche la necessità dell’abbandono.
Ecco allora:
“Misuro l’immenso”.
E’ continuità, trasformazione e non termine. Così il poeta è eterno.
Gli ultimi versi dedicati alla Madre dell’Uomo, Maria sono ricchi e indimenticabili:
“Maria ai piedi della croce…”
Vale il perdono per tutti noi, figli suoi.
Con la sua macchina fotografica Fabrizio Tiberio ci regala effusioni di parole terrestri.
“Sulle rive di un fiume…
Non sono che passanti occasionali…
sulle foglie fili di nubi…”
Bellissimo estivo e notturno:
“Umidità in gradi di percezione…”
Siamo tutti vittime “…delle sfacciate intrusioni”; di “quotidiane sconfitte che preannunciano
la fuga”.
Sono le metafore improvvise, che non ci farebbero staccare mai dall’ascolto della parola,
beneficiati come siamo dall’iniezione di cultura, nei nostri cuori.
Voglia ognuno trarre proprie LIBERE emozioni!
Grazie a tutti per rendere possibile il viaggio sull’ottovolante…
Apprestopoesia!
REGALATE POESIA!
LEGGETE e FATE LEGGERE POESIA!
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Andrea Bolfi
---oooOooo--Post scriptum: Farò partecipe il lettore delle mie impressioni a caldo durante l’ascolto appassionato
dei testi girati sull’8volante, rispetto agli appunti raccolti.
Si consideri che si tratta d’elaborazioni personali, essenzialmente non critiche, ma acquarelli poetici
senza cornici né confini. Ognuno tragga le sue emozioni.
Naturalmente non si ha la presunzione di aver raccolto tutta la poesia della serata.
Chiedo scusa preventivamente per eventuali omissioni.
Ricordo altresì che sarà utile avere la presenza dei poeti, a prescindere dalla propria lettura, vi prego
di presenziare alla lettura dei vs. colleghi per aumentare l’eventuale contraddittorio e la crescita.
Per le prenotazioni è necessario spedire una richiesta di partecipazione all’indirizzo:
[email protected]
specificando: nome, indirizzo @, n° di telefono e data partecipazione.