6a edizione
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6a edizione
008 giugno 2 3 Darfo Boario Terme (BS) Cinema Garden MultiVision P.za Medaglie d’Oro, 2 Tel. 035.988144 - 0364.529101 www.multisalagarden.com 08 a luglio 20 Montagne al cinema 6 edizione - 2008 5 12 19 26 Parlamento Europeo Presentazione Montagne al cinema 6 edizione - 2008 a Ingresso serata euro 7,00 F. Michieli MONTAGNE AL CINEMA ATTO SESTO alpinista svizzero Stephan Siegrist, autore di interminabili Appuntamento atteso da ogni appassionato di alpinismo, di scalate su “big wall” alpine, himalayane e americane, il 5 giugno avventura e delle loro espressioni cinematografiche, la rassegna presenterà immagini di altissimo livello tecnico girate su pareti Montagne al Cinema si ripresenta nel 2008 alla sua sesta isolate. Leo Houlding, giovane alpinista inglese, interverrà il 12 edizione, con una ricerca sempre più accurata di ospiti e filmati di giugno spaziando dall’arrampicata estrema su roccia all’alta livello mondiale e con l’incremento delle serate in programma. quota dell’Everest. Il 19 giugno sarà protagonista l’alpinismo Il grande successo degli scorsi anni è legato al valore dei personaggi dell’Est europeo con Pavle Kozjek, sloveno di notevole longevità alternatisi nella sala del Cinema Garden Multivision di Darfo: alpinistica che ha stupito il mondo con grandi salite in velocità, Ermanno Salvaterra, Marzio Nardi, Kurt Diemberger, Franco Michieli, anche a 8000 metri. Il 26 giugno sarà a Darfo l’americano “Bubu” Bole, Tone Valeruz, Nives Meroi, Fausto De Stefani, Simone Steve House, tra i più attivi protagonisti dell’alpinismo estremo Moro, Edurne Pasaban, Roberto Ghidoni, Patrick Edlinger, Silvo Karo, esplorativo sulle montagne più ostiche di tutti i continenti. Infine, Alberto Inurrategi, Valerio Folco, Alexander Huber, Robert Jasper; la serata del 3 luglio vedrà una eccezionale compresenza di storia ed è rafforzato dalla formula delle serate, che vede avventurosi di dell’esplorazione e arte: il film d’epoca Terre Magellaniche questo calibro presentare di persona i film di cui sono protagonisti e girato fra Patagonia e Terra del Fuoco dall’esploratore salesiano dialogare col pubblico, attratto dalle Province di Brescia e Bergamo Alberto M. De Agostini, accompagnato da musiche eseguite dal e anche da città e Regioni limitrofe. Una grande occasione non solo vivo dal maestro Francesco Pennarola (pianoforte) e da Francesca per chi pratica la montagna, ma per chiunque sappia apprezzare il Villa (violoncello). valore universale dell’uomo che si confronta con l’ignoto e con la In questa edizione il pubblico potrà contare su un’altra novità: grande natura, i cui insegnamenti sono insostituibili nelle civiltà di il collegamento audio-video con una sala adiacente del Garden ogni tempo. Multivision offrirà centinaia di posti in più. Ancora una volta, per La rassegna si aprirà la sera di giovedì 5 giugno e proseguirà ogni cinque settimane, Montagne al Cinema a Darfo si propone giovedì successivo per cinque incontri - 12, 19, 26 giugno e 3 come ineludibile polo d’attrazione per la cultura della montagna. luglio -, uno in più degli anni passati. Il primo ospite, il formidabile Stephan Siegrist Prima serata 5 giugno 2008 ore 21,00 Stephan Siegrist Montagna, fascino senza limiti C. Kopp Dall’Eiger al Thalay Sagar, dalla Patagonia all’India: Stephan Siegrist ci porta nel suo mondo di vita, lavoro e passione – la montagna. Stephan, uno degli alpinisti più conosciuti della Svizzera e di tutto il mondo e alpinista professionista ormai da anni, è conosciuto per il suo altissimo livello in varie discipline – sia su roccia che ghiaccio che sulle grandi vie alpine; capacità che negli ultimi anni ha portata sempre di più su cime extraeuropee come il Cerro Torre (prima invernale della via Ferrari con Thomas Ulrich, David Fasel e Michal Pitelka), il Thalay Sagar e l’Arwa Tower in India o il Gasherbrum II dal versante cinese. Stephan ci racconta in modo modesto e onesto ma anche con grande senso di umorismo dei suoi successi ma anche delle difficoltà nella vita di un alpinista professionista. Da sempre è stato accompagnato in montagna da fotografi professionisti, tra cui soprattutto Thomas Ulrich, grande amico e compagno di spedizioni varie. Il materiale fotografico e i filmati che Stephan ci presenta in questa serata sono di altissimo livello e trasmettono la passione e il fascino che Stephan continua a provare per la montagna dopo tanti anni di salite e discese. Verrà inoltre proiettato il filmato “Harvest Moon” cronaca dell’apertura di una nuova via sul Thalay Sagar alto ben 6.904 metri e situato in India. Nota biografica Stephan Siegrist Nasce il 17 dicembre 1972 a Berna. A 11 anni, Stephan viene portato per la prima volta su una escursione scialpinistica e giura che non farà mai più qualcosa di così faticoso – ma dimentica ben presto questa promessa con se stesso e oggi dice: “È cominciato tutto perché nonostante questa prima impressione non ho smesso subito …” A 17 anni fa le prime salite e arrampicate insieme ad un amico e poco più tardi finisce la formazione professionale come carpentiere. Da allora, non ha mai più mollato – la passione per la montagna, anzi, è diventata sempre più grande. A 22 anni Stephan trasloca a Interlaken nell’Oberland bernese svizzero per sentirsi più vicino alla montagna, soprattutto all’Eiger. Fino al giorno d’oggi, Stephan ha salito 16 volte la parete nord dell’Eiger, tre volte facendo delle prime salite spettacolari di cui due hanno aumentato notevolmente la sua fama nel mondo dell’alpinismo: “The Young Spider” – una delle grandi vie “mixed” più difficili nel mondo – e “La Vida es Silbar”. Nel 1999, Stephan partecipa allla prima invernale della parete ovest del Cerro Torre (insieme a David Fasel, Michal Pitelka e Thomas Ulrich), una salita che ha portato al film premiato “Non la vogliono capire …” (Christine Kopp / Christoph Frutiger / Thomas Ulrich). Nello stesso anno, 1999, Stephan fa parte delle due cordate di alpinisti che salgono la classica “Heckmair” sulla > > Stephan Siegrist parete nord dell’Eiger accompagnate dalle telecamere della televisione svizzera: La salita viene trasmessa in diretta per 33 ore e ha un successo incredibile che porta ad un interesse mediatico molto più grande per la montagna in Svizzera. Nel 2002 è sempre sulla “Heckmair” sull’Eiger: Su iniziativa di Thomas Ulrich, Stephan Siegrist e Michal Pitelka salgono la via in stile “retro”, cioè con attrezzatura (inclusi le scarpe, i ramponi e le piccozze!) degli anni 30 e dei primi salitori. Ne esce un libro e un film premiato e Stephan si dimostra molto impressionato dalla prestazione di Heckmair, Kasparek, Vörg e Harrer: “Con questa salita, la mia ammirazione per il loro coraggio senza compromessi è ancora aumentato, soprattutto per le grandi capacità tecniche e intuitive di Heckmair!” Per questo progetto, collaborano intensamente con Anderl Heckmair che presta materiale d’informazione e attrezzatura per la salita. Nel 2000 David Fasel, Thomas Ulrich e Stephan Siegrist si trovano in Yosemite dove salgono via “Mescalito”, uno dei grandi bigwall della valle californiana. Seguono – tra innumerevoli altre salite, anche tante prime su roccia e ghiaccio in Svizzera e all’estero – nel 2004 la prima salita del pilastro nordest del Thalay Sagar (6904 m, Garhwal Himal, India, con Ralf Weber, Thomas Senf, Denis Burdet) e la prima salita della parete nordest dell’Arwa Tower (6352 m, Garhwal Himal, India, 2007, con Thomas Senf e Denis Burdet). La nuova via sull’Arwa Tower (montagna salita per la prima volta nel 1999 da Mick Fowler e Steve Sustad) viene chiamata “Lightning Strike” – mille metri con difficoltà estreme su roccia e ghiaccio in un terreno particolarmente esposto e ripido. Stephan Siegrist è alpinista professionista dal 1999. È anche guida di montagna. Il suo sponsor principale è da anni la ditta svizzera Mammut. www.stephan-siegrist.ch Leo Houlding Seconda serata 12 giugno 2008 ore 21,00 Leo Houlding Il “para-alpinismo” di Leo: arrampicata e base jump C. Kopp In questo momento nella sua vita il giovane inglese Leo Houlding si diverte particolarmente a salire le montagne in velocità e scendere ancora più velocemente praticando il base jump in discesa. Ecco in che cosa consiste il “para-alpinismo” di Leo Houlding: su veloce e giù ancora più veloce! Cosa vuol dire? La presentazione delle sue tecniche, sottolineato dal famoso “sense of humour” britannico promette brividi e sorrisi al pubblico: Comincia con un filmato breve ripreso nel Pacifico del Sud, poi torna ai suoi inizi d’arrampicata in Inghilterra e Scozia, ci racconta della Patagonia e del suo incidente sul Cerro Torre seguita da una “discesa epica di tre giorni” e della sua salita del Fitz Roy. Poi la svolta: Ci fa vedere filmati, alcuni di altissima qualità ripresi per varie stazioni televisive, e foto del suo “para-alpinismo” che ha praticato ad Arco in Italia, in Norvegia, Oman, Spagna, California e conclude con un’escursione sull’Everest – con una vecchia attrezzatura stile anni 20, sulle traccie di Mallory e Irvine – e poi con una corsa esilarante in Verdon… Una serata piena di emozioni e azione – da non perdere! Nota biografica “Su veloce e giù volando” secondo Leo Houlding, l’evoluzione dell’arrampicata sulle grandi pareti sta andando in una direzione chiara: “Fast, free – salita nel primo tentativo, poi giù … volando!” È così che il giovane inglese, nato nel 1980, vede l’alpinismo del futuro – e come lo pratica lui, ben inteso. Leo è all’avanguardia nel “para-alpinismo”, la combinazione di due discipline che riunisce l’arrampicata in salita con il base jump in discesa. Inutile dire che si tratta di un movimento abbastanza nuovo che contiene rischi piuttosto alti. Leo Houlding non ha bisogno di presentazioni. Arrampicatore, alpinista, ma anche amante dello snowboard e dello skydive, del surf e del base jump, conosciuto per le sue serate divertenti e per il suo carisma, è ormai uno dei protagonisti più conosciuti nel mondo della montagna. Ha cominciato ad arrampicare a dieci anni e racconta dei suoi inizi: “Dopo aver letto un po’ di storia dell’arrampicata e dopo aver incontrato dei personaggi meravigliosi sono stato catturato da quell’atmosfera non conformista e controcorrente che esiste nei luoghi d’arrampicata del mondo. I valori diversi e le vite piene d’azione di queste persone mi sembravano davvero attraenti”. Diventa in poco tempo uno dei protagonisti dell’arrampicata tradizionale in Inghilterra facendo delle salite molto audaci > > Leo Houlding – arrampicate con un’esposizione tale che una caduta è assolutamente proibita. Un tipo di arrampicata che affascina Leo: “Considero l’arrampicata un’attività spirituale. Ho cominciato a praticarla perché non ci sono regole, ovvero solo le regole che tu ti imponi. Non ci sono giudici. Non c’entra il prestige. Fa le cose in stile buono o non farle.” Nel 1996 Leo diventa “British Junior Indoor Climbing Champion”, dal 1998 è membro del team degli atleti sponsorizzati dalla Berghaus. Comincia a spostare il suo alpinismo sulle pareti di tutto il mondo. Uno dei suoi ambienti preferiti, Leo lo scopre presto in Yosemite: Nel 1998 compie – un giorno dopo la prima libera dei fratelli Huber – la ripetizione di El Nino, nel 2001 la Leaning Tower, nel 2005 la parete nordovest dell’Half Dome e la via Freerider sul El Capitan. Oltre allo Yosemite: vie tradizionali, solitarie, big wall, spedizioni, salite speed, Everest sulle traccie di Mallory e Irvine nel 2007 … E anche un incidente, nel 2002, sul Cerro Torre dove in una caduta si frattura la caviglia in modo talmente grave che per un anno non può arrampicare. In Gran Bretagna, Leo è conosciuto da un grande pubblico grazie alle varie trasmissioni televisive che l’hanno visto come protagonista di arrampicate presentate con un tocco di senso di umorismo britannico. Alla domanda cosa ti entusiasma di più, la risposta di Leo è chiara: “…in questo momento il ‘Fast-Free-Para-Alpinism’ mi sta attirando più di tutti. È una combinazione di tutte queste cose. Se dovessi invece scegliere solo uno stile di arrampicata sarebbe probabilmente quello del Deep Water Soloing, l’arrampicata senza corda sopra l’acqua. È esilarante, divertente e avventuroso con quasi nessuna sofferenza e pochi rischi seri.” Tre aggettivi che rispecchiano il modo di vivere di Leo, sempre alla ricerca di nuove avventure. IMIL - Via Alessandro Manzoni, 115 - 25040 ESINE (BS) TEL 0364.360700 - FAX 0364.46274 - www.imil.it SPA Pavle Kozjek Terza serata 19 giugno 2008 ore 21,00 Pavle Kozjek Le mie grandi e veloci arrampicate R. Bontempi Nel corso della serata che avrà per ospite Pavle Kozjek saranno proiettati due filmati da lui realizzati e delle diapositive, da lui commentate, che racconteranno tutto il suo percorso alpinistico Il primo filmato è intitolato “The Nangpa La Borderline”. Si tratta di un documento avvincente che racconta la salita in solitaria e in grande velocità che lo stesso Kozjek ha compiuto nel 2006 sul Cho Oyu (8201 m) lungo una nuova via: con questa realizzazione ha vinto il prestigioso premio internazionale Piolet d’Or nel 2006. Nel film viene inoltre documentata l’uccisione di tre tibetani da parte dell’esercito cinese mentre tentavano di superare il Passo di Nangpa La e di entrare in Nepal: il tragico episodio è avvenuto nel settembre 2006, e tutto il mondo ha potuto averne conoscenza proprio grazie alle coraggiose riprese di Kozjek. Seguirà la proiezione di “The Lord of the Towers” (El Senor de Las Torres). In questo filmato l’alpinista sloveno racconta prima il suo acclimatamento in mountain bike lungo le strade di alta quota che si inoltrano nella catena delle Ande, poi la salita di una nuova via di elevata difficoltà sulla parete nord del Chacraraju (6612 m) avvenuta nel 2004. Nota biografica Pavle Kozjek nasce il 15 gennaio 1959 in un piccolo villaggio nei pressi di Lubiana, la città capitale della Slovenia dove attualmente vive e lavora dopo avere conseguito la laurea in informatica. La sua carriera di alpinista inizia nel 1978, e si articola prima con ascensioni sulle Alpi slovene, poi sulle pareti delle Dolomiti e sulle Alpi francesi: ad oggi nel corso della sua intensa attività ha scalato oltre 1200 vie, tra le quali 115 prime salite. Nel 1983 partecipa alla prima spedizione extraeuropea realizzando una nuova via sulla parete nord del Gangapurna (7455 m), mentre negli anni successivi la sua attività spazia dalle grandi pareti rocciose californiane alle montagne del Sud America, dai colossi del Karakorum a quelli dell’Himalaya. Una sintetica rassegna delle sue salite comunica immediatamente la sua capacità di muoversi su terreni diversi: 1984-1985 in Yosemite salita di El Capitan (The Shield e North America Wall); 1985 Yalung Kang (cima secondaria del Kangchenjunga, 8505 m), parete nord fino a 8100 m; 1987 Dhaulagiri (8167 m), parete est in invernale fino alla quota di 8050 m dove ha bivaccato; 1988 K2 (8617 m), tentativo di salita lungo la Magic Line sulla parete sud fino alla quota di 8100 m; 2005 Trapecio (5644 m), completamento della difficile via salita solo in parte da Jeff Lowe nel 1985; 2008 Prisojnik, nuova difficile via di roccia sul > > Pavle Kozjek Pilastro del Diavolo di questa imponente montagna slovena. Basterebbero queste informazioni per farsi un’idea dello spessore di questo alpinista, ma in realtà le sue salite più importanti sono le seguenti: 1986 Broad Peak e Gasherbrum II (due cime salite in soli cinque giorni); 1986 Cerro Torre, Direttissima dell’inferno (prima ascensione della parete est); 1987 Everest (8848 m), prima ascensione slovena senza ossigeno sulla cresta nordest; 1989 Shisha Pangma (8013 m), via nuova in stile alpino sulla parete sud. All’inizio degli anni Novanta e fino ai nostri giorni porta a termine una serie di importanti salite sulla catena delle Ande, sulle cui montagne realizza 8 vie nuove (alcune in solitaria) su pareti inesplorate di montagne di altezza superiore ai 6000 metri della Cordillera Blanca e dello Huayhuash. L’ultima salita in ordine di tempo sulle montagne sudamericane, dove ha dichiarato di trovarsi particolarmente bene, è avvenuta lungo l’inviolata parete est del Puscantrupa Este (5410 m) in Perù nel luglio 2007 (600 metri di difficoltà sostenute su ghiaccio e roccia realizzati in stile alpino in sole 14 ore). Nel 2006 ha realizzato sul Cho Oyu (8201 m) una via nuova in solitaria sulla parete sudovest, con partenza e ritorno al campo base in sole 14 ore e 30’ (VI grado di “engagement”, 4+ su roccia a 7200 metri di quota, neve e ghiaccio a 60°): per tale salita ha vinto il premio del pubblico nel contesto del prestigioso riconoscimento internazionale “Piolet d’Or” edizione 2006. Ha dichiarato in un’intervista: “Le montagne mi appagano, mi rendono soddisfatto. Qualche volta, durante una salita, anche a me è capitato di chiedermi: ma è necessario tutto questo? La risposta è sempre arrivata alla fine, con un senso di gioia e di pace. Arrampicare mi viene naturale e credo che, nella vita, ognuno debba mettere a fuoco i propri talenti. Non farlo sarebbe una specie di peccato”. Steve House Quarta serata 26 giugno 2008 ore 21,00 Steve House Lo stile alpino “puro e duro”, la speranza per lo sviluppo e l’evoluzione dell’alpinismo La serata presentata da Steve House propone un viaggio attraverso tutte le salite che hanno portato il celebre alpinista americano a diventare uno dei paladini attuali “duri e puri” dello stile alpino e leggero, anche sulle più imponenti pareti di alta quota. Le salite effettuate in ogni parte del mondo (Himalaya, Alaska, Karakorum, Ande) saranno illustrate da splendide immagini e verranno direttamente commentate in sala dal protagonista, con la finalità di condividere con il pubblico le intense emozioni vissute, e divulgare le esperienze che lo hanno fatto evolvere non soltanto dal punto di vista alpinistico, ma anche da quello umano. Un approfondimento particolare sarà dedicato alle sue salite più importanti: quella in solitaria della parete sudovest del K7 (6942 m) nel 2004, e quella in stile alpino della parere Rupal del Nanga Parbat (8125 m) realizzata l’anno successivo con Vince Anderson. Entrambe queste scalate hanno richiesto un eccezionale impegno tecnico, atletico e psicologico, che House documenterà con le sue stesse parole. La serata è stata organizzata in collaborazione con l’Assessorato ai Giovani e Università della Provincia di Brescia. R. Bontempi Nota biografica Steve House nasce nel 1970 negli Stati Uniti nello stato dell’Oregon. Inizia ad arrampicare in giovane età, e appena conseguita la patente di guida comincia a viaggiare e a frequentare le pareti di Smith Rocks e varie altre zone di arrampicata dello stato in cui risiede. Durante il periodo degli studi superiori, concluso nel 1995, ha l’opportunità, nel contesto di un progetto di scambio con altri studenti, di vivere un anno in Europa. In questi mesi si trasferisce quindi in Slovenia dove non solo continua ad arrampicare, ma soprattutto inizia a maturare nelle sue salite uno stile improntato sulla velocità e sulla leggerezza, qualità che lo aiuteranno e caratterizzeranno l’intensa attività alpinistica che ha svolto fino ad oggi. Tra le sue salite che giudica più importanti si ricordano il Mount Robson (3954 m) sulle Canadian Rockies; la parete ovest del Cayesh (5719 m) in Perù; la prima ascensione del Kapura Peak (6544 m), quella del Hajji Brakk (5985 m) e la cresta sudest del Nayser Brakk (5200 m) nella Charakusa Valley in Pakistan; la parete nord del North Twin sulle Canadian Rockies, e ancora la parete est del Mount Dickey in Alaska, il Cho Oyu (8201 m) in velocità e vie nuove in Alaska sul Howse Peak e sul severo McKinley. Viene considerato come uno dei più importanti e innovativi alpinisti a livello internazionale, e secondo Reinhold Messner è > > Steve House il migliore di sempre tra quelli di origine nordamericana. House è un profeta dello stile alpino, e ha trasferito questa pura e severa etica sulle pareti più grandi e più difficili della terra. Nel 2005 la sua notorietà accresce ulteriormente dopo la salita del Pilastro Centrale della parete Rupal del Nanga Parbat (8125 m): 4100 metri di sviluppo saliti in stile alpino in sei giorni, ai quali si sono aggiunti altri due giorni per la discesa: tale performance, già nella storia dell’alpinismo, fa guadagnare a lui e al compagno Vince Anderson il premio Piolet d’Or 2005. La più prestigiosa onorificenza alpinistica a livello internazionale era già stata assegnata a House anche nel 2004 (premio del pubblico) per la sua salita solitaria lungo una via sulla parete sudovest del K7 (6942 m). Su questa montagna pakistana l’americano ha realizzato la seconda salita assoluta, percorrendo una difficile via nuova lunga 2500 metri in un tempo complessivo inferiore alle 42 ore. Di questa scalata grandemente impegnativa anche a livello psicologico ha dichiarato: “Ogni arrampicatore tende verso la salita perfetta che deve essere un mix di difficoltà e di impegno. Usa e affronta tutto questo per sé stesso, per la sua persona. Quando riesci a mettere insieme tutto ciò ti senti intero, completo. Il K7 è stata la salita che mi ha fatto sentire completo”. I “viaggi “ di Steve House sulle grandi pareti diventano così anche dei viaggi interiori, che quando ritorna ha la capacità di scrivere molto bene su numerose riviste per il piacere degli appassionati della montagna. è guida alpina UIAGM dal 1999; attualmente lavora da solo, dirige corsi, pubblica articoli e a svolge attività di progettazione e test di materiali e abbigliamento tecnico su incarico di importanti aziende. Il suo celebre motto è: “Più semplici facciamo le cose, più diventa ricca la nostra esperienza”. Centro di Promozione Finanziaria Via Repubblica, 7 - Darfo B.T. (Bs) Tel. 0364 536422 Promotori finanziari: Bertocchi Fabio - Bonadei Alberto Cristini Mario - Vizzardi Giuseppe Ceri Fausto Terre magellaniche Quinta serata 3 luglio 2008 ore 21,00 Terre magellaniche Pionieri ai confini del mondo F. Michieli Cinema. La pellicola, recuperata e restaurata con La quinta serata di Montagne al Cinema si sposta in cura del Museo Nazionale della Montagna “Duca degli uno spazio-tempo remoto: nelle vastità solitarie della Abruzzi” – Cai - Torino e dalla Regione Piemonte, Patagonia e della Terra del Fuoco, in un’epoca in cui là il mondo finiva, tra “macchie bianche” sulle mappe narra con immagini magistrali l’epopea della scoperta dei paesaggi ignoti e meravigliosi, popolati da e pionieri che nell’isolamento costruivano avventure incredibili animali, che si aprivano all’esploratore; di tutta una vita. In quei primi scorci del XX secolo, uniche sono le immagini degli ultimi popoli fuegini attorno ai canali magellanici, si svolse anche una Ona, Yagan, Alacaluf, che dopo millenni trascorsi delle ultime vere esplorazioni geografiche, condotta in isolamento stavano per estiguersi tristemente al dal salesiano biellese Alberto Maria De Agostini, che contatto con l’uomo bianco. dal 1909, appena ordinato sacerdote, per decenni Come ogni film muto dell’epoca, veniva alternò l’attività missionaria a quella esplorativa e accompagnato dal vivo da un musicista in sala. alpinistica. Così aprì al mondo la conoscenza di fiordi selvaggi tra monti perduti, di ghiacciai immensi come Essendo andata perduta la partitura originaria, il maestro Francesco Pennarola ha compiuto uno lo Hielo Patagonico, e di montagne straordinarie splendido lavoro di composizione di una colonna come il Cerro Torre, il Fitz Roy, le Torri del Paine, il sonora sulla base di musiche contemporanee a De San Lorenzo e molte altre, alcune delle quali scalò Agostini, ricreando un coinvolgente e appassionante per primo. È sulla base delle sue scoperte, delle sue commento musicale. relazioni e delle sue immagini che ha avuto grande Lo spettacolo artistico offerto al Garden Multivision impulso lo spettacolare alpinismo patagonico, in cui è dunque un’eccezionale immersione nell’avventura l’Italia è da sempre protagonista. e nella musica, eseguita accanto allo schermo dal Nelle sue interminabili esplorazioni si dedicò con maestro Pennarola (pianoforte) e da Francesca Villa maestria alle riprese cinematografiche, che montò (violoncello). Introdurranno e commenteranno e rimontò più volte fino a completare il film Terre la serata Aldo Audisio, direttore del Museo della Magellaniche, proiettato per la prima volta a Montagna, e il geografo Franco Michieli. Torino nel 1933 e oggi ripresentato a Montagne al nODARI OTTICA nODARI OTTICA OTTICA & OREFICERIA PIANBORNO (BS) - Via Nazionale, 96 - Tel 0364.360560 e-mail: nodari_srl@tiscali .it OTTICA & OREFICERIA PIANBORNO (BS) - Via Nazionale, 96 - Tel 0364.360560 e-mail: nodari_srl@tiscali .it Montagne al cinema 6 a edizione - 2008 Darfo Boario Terme (BS) tonale Da Venezia Autostrada A4 uscita Brescia Centro, direzione Lago d’Iseo - Vallecamonica Darfo Boario Terme edolo aprica sondrio capo di ponte breno Montagne al cinema 6 a edizione - 2008 piaMborno boario terme lovere pisogne Lago d’Iseo iseo bergamo rovato A4 milano bolzano Ponte di Legno bernina Progetto grafico: RadiciStudio - Bergamo Stampa: Grafica Endy Distribuzione: Agenzia Carosello Autostrada A4 uscita Bergamo, direzione Lovere - Darfo Boario Terme passo Un ringraziamento a: ALDO ABONDIO ALDO AUDISIO DIEGO BERTOLI ANNA BONETTINI RUGGERO BONTEMPI FAUSTO CAMERINI FRANCO CAMOSSI MARIO CAMPORI VITTORIO DUCOLI EMANUELE FALCHETTI FLAVIO FAURO CORRADO GHIRARDELLI GRUPPO ALPINISTICO LECCHESE GAMMA STEFANO LOSURDO CHRISTINE KOPP GIANCARLO MACULOTTI EDOARDO MENSI FRANCO MICHIELI RICCARDO MININI OFFICINE VIDEO PIù VALLI TV LUIGI RADICI SEZIONI CAI VALLECAMONICA TELEBOARIO CORRADO SCOLARI ANNA SMITH ERIK SVAB Da Milano stelvio P.za Medaglie d’Oro, 2 Tel. 035.988144 - 0364.529101 www.multisalagarden.com Come raggiungerci passo Cinema Garden MultiVision brescia venezia