Guida ai finanziamenti europei per il turismo Dopo
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Guida ai finanziamenti europei per il turismo Dopo
Guida ai finanziamenti europei per il turismo Dopo averne annunciato a lungo il lancio, la Commissione europea ha pubblicato il 20 ottobre la "Guida sui finanziamenti UE per il settore del turismo (2014-2020)" documento di 58 pagine elaborato dagli uffici della DG Imprese & Industria che si occupano in In questo numero (31 ottobre 2014) : Europa del settore. La guida raccoglie informazioni sulle varie fonti di Guida ai finanziamenti europei per il turismo finanziamento UE di interesse per l'industria turistica Conclusioni sulle due consultazioni europee dedicate al turismo: barriere normative e futuro del settore a livello continentale che privato. Eurocommerce: riunione del Comitato Ambiente ed Energia europea e dei suoi diversi attori, sia settore pubblico Il nuovo quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 comporta infatti una semplificazione a vari livelli, tra cui la fusione di programmi di finanziamento dell'UE per facilitare l'accesso alle informazioni e l'armonizzazione delle procedure di domanda. Vertice Sociale Trilaterale Politica di coesione: Accordo di partenariato Nuovi prodotti alimentari: innovazione o rischio per la salute? Agroalimentare: promozione dei prodotti locali Stanziamenti per la promozione dei prodotti agricoli La Commissione propone le possibilità di pesca 2015 per l'Atlantico e il Mare del Nord La "Guida ai finanziamenti UE per il settore del turismo (2014-2020)" raccoglie e presenta in maniera semplificata le informazioni sui diversi programmi tematici, concentrandosi su alcune questioni pratiche: La tipologia di azioni legate al turismo ammissibili per un finanziamento; Le modalità di finanziamento; L’individuazione degli attori candidarsi; Le modalità di candidatura. in grado di Microfinanza: l'UE ha erogato 182 milioni di euro La guida riporta inoltre alcuni esempi concreti di ciò che Anche la Turchia accede ai fondi UE per le PMI come una possibile fonte di ispirazione. è stato finanziato nell'ambito dei programmi precedenti, La Guida è attualmente disponibile in inglese e può essere consultata e scaricata dal sito della Commissione europea. Per ulteriori informazioni: Francesco Bafundi Conclusioni sulle due consultazioni europee dedicate al turismo: barriere normative e futuro del settore a livello continentale La Commissione europea ha pubblicato i risultati derivanti da due consultazioni pubbliche concluse questo anno nel settore del turismo. Nello specifico, le consultazioni riguardavano le barriere normative ed amministrative di cui soffrono gli operatori del settore ed il tema più strategico del turismo europeo del futuro. Nella prima consultazione, di interesse il fatto che in molti casi gli intervistati non hanno necessariamente mostrato il quadro normativo esistente come un peso, ma piuttosto evidenziato problemi legati al mancato rispetto delle norme vigenti od alla mancanza di chiarezza e alla duplicazione delle norme esistenti, così come nella interpretazione potenzialmente diversa a livelli normativi inferiori. Tuttavia, è importante notare come sia, soprattutto da parte delle PMI, il carico normativo ed amministrativo segnalato come troppo oneroso o addirittura impraticabile. In alcuni casi, molti partecipanti hanno richiesto l'armonizzazione delle norme a livello UE per facilitare il rispetto in un contesto transfrontaliero o l’elaborazione di guide sulla applicazione di norme già esistenti. D'altra parte però, altri gruppi interessati hanno domandato il non intervento del settore pubblico in alcuni settori specifici. In generale per il turismo comunque la complessità delle norme e la “mancanza di protezione” sembrano essere le principali questioni segnalate a tutti i livelli. Nello specifico, la regolamentazione, riparazione e risoluzione delle controversie con i consumatori sembra essere l’area con la più marcata complessità, a tutti i livelli. La Commissione nelle sue conclusioni nota però anche come nella consultazione parallela sul "turismo europeo del futuro", ove esisteva la possibilità di esprimere la propria opinione ed evidenziare una priorità, scegliendola tra 5 diverse opzioni: investimenti, il sostegno alla promozione e allo sviluppo di prodotti turistici, una migliore conoscenza dell'evoluzione del settore, una migliore governance e la semplificazione del quadro normativo, quest'ultima è stato classificato come la priorità meno importante. Tuttavia, sono state fatte alcune osservazioni interessanti, come la richiesta di norme di qualità in materia di accessibilità e per garantire un livello minimo e uniforme di sicurezza; l'esigenza di un'effettiva attuazione del codice dei visti; nel settore fiscale, è stata richiesta una armonizzazione del sistema IVA o la riduzione dell'aliquota IVA per alcuni servizi. Relativamente alla consultazione sul futuro del settore turistico in Europa, le tre sfide principali individuate dagli intervistati sono la stagionalità, la tassazione turismo collegato e la difficoltà di mantenere personale qualificato. Le azioni sviluppate a livello dell'UE sono comunque ritenute necessarie e i partecipanti hanno sottolineato l'importanza di un intervento dell'UE per sostenere lo sviluppo del prodotto europeo e la promozione insieme con gli investimenti nelle infrastrutture, networking e formazione. Inoltre, più attenzione dovrebbe essere data per la riqualificazione dei lavoratori del turismo in particolare nel settore delle nuove tecnologie, nonché la formazione di posti di lavoro multi-competenti al fine di ridurre il peso della stagionalità. Infine, per aumentare il numero di turisti nell'UE e mantenere la posizione dell'Europa come meta turistica n ° 1 al mondo, l'UE dovrebbe incoraggiare gli investimenti in infrastrutture turistiche, anche a livello regionale, ed aumentare gli sforzi per commercializzare il marchio "Europa", in collaborazione con tutti gli Stati membri. Per ulteriori informazioni: Francesco Bafundi Eurocommerce: riunione del Comitato Ambiente ed Energia Lunedì 27 ottobre si è tenuta la riunione del Comitato dedicato alle questioni ambientali ed energetiche di Eurocommerce: all’ordine del giorno i punti della nuova Comunicazione 2014/398 della Commissione europea sull’economia circolare e la revisione dell’etichettatura ecologica ed energetica dei prodotti industriali (eco-design ed energy-labelling). La Comunicazione sull’economia circolare, pubblicata dalla Commissione europea a luglio, ha provocato l’interesse di molti membri della rete Eurocommerce, desiderosi di comprendere come gli effetti di questa possano influenzare (ed eventualmente danneggiare) i settori manifatturieri e della distribuzione europea. Il cambiamento simultaneo degli obiettivi da raggiungere (considerati molto ambiziosi ed in parte, considerato il trend attuale in molti Stati membri, irrealistici) e delle metodologie di calcolo dei parametri, potrebbe causare infatti delle difficoltà alle imprese. In particolare la definizione di “rifiuti” viene considerata non chiara (e persino differente in alcune versioni linguistiche della Comunicazione) e gli obiettivi di riduzione (-30%) non chiariti rispetto a quale categoria (riciclabili o non riciclabili). La richiesta di Eurocommerce dovrebbe quindi indirizzarsi verso la possibilità di avere due fasi: una prima in cui introdurre le nuove metodologie di calcolo e verificare lo stato attuale (dati attualmente non disponibili) ed una seconda fase in cui identificare i possibili obiettivi di riduzione. Inoltre, seguendo anche le indicazioni provenienti da Confcommercio, si dovrebbe porre l’accento sulle difficoltà maggiori per le piccole e medie imprese qualora passasse il principio che il distributore deve raccogliere gli imballaggi riportati dal consumatore, questione che concerne anche la direttiva sulla riduzione delle buste di plastica. Infine, dovrebbe essere stabilito un principio di proporzionalità nelle sanzioni per eventuali inadempimenti. Relativamente alle direttive su Eco-design ed Eco-labelling, il confronto è stato molto più rapido: al momento – nonostante il dibattito prosegua da anni – non è stata ancora individuata la migliore maniera di sostituire l’attuale sistema di etichettatura energetica, basata sulle lettere (A+++) ormai satura. Il nodo centrale è quello di trovare una metodologia che induca il consumatore a meglio identificare una innovazione tecnologica e di miglioramento ambientale e dei consumi, favorendo la sua propensione ad un nuovo acquisto, però mantenendo l’attuale categorizzazione per i prodotti attualmente sul mercato. In particolare, è stata sottolineata la difficoltà che avrebbero ancora una volta le piccole imprese nel dover ri-etichettare tutti i prodotti presenti in magazzino o addirittura nel dover procedere ad una periodica ri-etichettatura, quando viene immesso nel mercato un prodotto tecnologicamente superiore. Al momento, nessuna decisione definitiva è stata individuata, né all’interno di Eurocommerce, né nel dialogo tra la Commissione e gli stakeholder. Per ulteriori informazioni: Francesco Bafundi Vertice Sociale Trilaterale Il Vertice Sociale Trilaterale è un forum di dialogo tra le istituzioni dell'UE a livello di presidenti e le parti sociali europee a livello di alta dirigenza che si tiene di norma due volte all’anno in occasione del Consiglio europeo (primavera e autunno). Il Vertice è copresieduto dal Presidente del Consiglio europeo, dal Presidente della Commissione europea e dal capo di Stato o di governo della presidenza di turno (questa volta quindi il Primo Ministro italiano). I datori di lavoro sono rappresentati da BusinessEurope, UEAPME, CEEP e le organizzazioni sindacali dalla Confederazione europea dei sindacati (CES). Al Vertice dello scorso 23 ottobre, EuroCommerce, federazione europea del commercio al dettaglio, all’ingrosso e internazionale alla quale Confcommercio aderisce, è stata rappresentata dal Direttore Generale, Christian Verschueren, accompagnato da Guido Lazzarelli, Responsabile del Settore Lavoro e Relazioni Sindacali di Confcommercio. Verschueren è intervenuto con un breve discorso per mettere in evidenza l’importanza del settore in termini di occupazione, in particolare quella giovanile, la necessità di agevolare l’accesso ai finanziamenti per le PMI, spina dorsale dell’economia europea, e di investire nell’aggiornamento delle competenze. Per ulteriori informazioni: Rosella Marasco Politica di coesione: Accordo di partenariato Il 29 ottobre, dopo sei mesi di negoziato, la Commissione europea ha adottato l’Accordo di Partenariato con l’Italia per l’uso dei Fondi strutturali e di investimento europei per il periodo di programmazione 2014-2020. L'Italia sarà la seconda in Europa a beneficiare in termini assoluti del budget Ue 2014-2020 per le politiche di coesione con 32,2 miliardi di euro (a prezzi correnti, compresi i finanziamenti nel campo della cooperazione territoriale europea e lo stanziamento per l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile). L'Italia riceverà inoltre 10,4 miliardi di euro per lo sviluppo rurale e 537,3 milioni di euro per il settore marittimo e della pesca. Secondo il Commissario europeo responsabile per la Politica regionale, Johannes Hahn, “questo accordo di partenariato rispecchia la determinazione comune alla Commissione europea e all’Italia di fare un uso più efficiente possibile degli investimenti dell’Ue e di evitare gli errori del passato. I nostri investimenti devono avere una portata strategica conformemente alla nuova politica di coesione, ed essere incentrati sull'economia reale, sulla crescita sostenibile e sull'investimento nelle persone. Cosa altrettanto importante, essi devono essere accompagnati da strutture amministrative salde ed efficienti ad ogni livello”. L’accordo si concentra sulle seguenti priorità̀: Creazione di un contesto imprenditoriale orientato all’innovazione aumentando gli investimenti privati nell’ambito di ricerca e sviluppo, nonché́ dell’innovazione, promuovendo lo sviluppo della “e-economy”, incentivando le start-up, la crescita e la competitività̀ delle piccole imprese; Realizzazione di infrastrutture efficienti per la crescita economica, l’occupazione e una gestione efficiente delle risorse naturali; Promozione di una maggiore partecipazione al mercato del lavoro, sostegno all’inclusione sociale e miglioramento della qualità̀ del capitale umano, in particolare aumentando gli sbocchi occupazionali per i gruppi sociali più̀ vulnerabili (giovani, donne, lavoratori più̀ anziani, migranti e persone a rischio di esclusione sociale e povertà̀), accrescendo la qualità̀ dell’istruzione e della formazione, nonché́ ammodernando e potenziando le istituzioni del mercato del lavoro; Supporto alla qualità̀, efficacia ed efficienza della pubblica amministrazione riducendo gli oneri amministrativi delle imprese, promuovendo servizi di “egovernment”, garantendo l’efficienza del sistema giudiziario; Rafforzamento della capacità degli organismi preposti alla gestione dei programmi dei Fondi Strutturali e di Investimento Europei (SIE), in particolare nelle aree meno sviluppate. La politica di coesione verrà̀ attuata mediante vari programmi operativi nazionali e regionali, monofondo e plurifondo (PO): 11 programmi nazionali cofinanziati dal FESR e/o dall’FSE: PO «Ricerca e innovazione», PO «Politiche attive per l’occupazione», PO «Inclusione», PO «Istruzione», PO «Imprese e competitività̀», PO «Reti e mobilità», PO «Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile», PO «Città metropolitane», PO «Cultura», PO «Legalità̀» e PO «Governance»; programmi regionali per le 21 regioni e province autonome, generalmente distinti per i due fondi FESR e FSE, con l’eccezione delle regioni Calabria, Molise e Puglia, che disporranno ciascuna di programmi plurifondo, per un totale di 39 programmi regionali. Inoltre sono previsti 23 programmi di sviluppo rurale, cofinanziati dal FEASR, di cui 21 a livello regionale e 2 a livello nazionale, e 1 programma per gli affari marittimi e la pesca cofinanziato dal FEAMP. Tabella: Dotazione: ripartizione per obiettivo tematico e fondo (eccetto la cooperazione territoriale) – milioni di euro. Obiettivo tematico FESR 1. Rafforzare la ricerca, lo sviluppo FSE FEASR FEAMP Totale 3,352.7 0 441.9 3,794.7 1,845.5 0 257.9 2,103.4 3,575.3 0 4,103.9 218.7 7,897.9 3,138.6 0 797.7 12.7 3,948.9 tecnologico e l’innovazione 2. Migliorare l’accesso, l’utilizzo e la qualità delle TIC 3. Migliorare la competitività delle PMI, del settore agricolo (per FEASR) e del settore ittico e acquicolo (per il FEAMP) 4. Sostenere la transizione verso un’economia a basso tenore di l’adattamento ai carbonio in tutti i settori 5. Promuovere cambiamenti climatici e 811.9 0 1,546.7 2,358.6 2,341.6 0 1,894.6 2,473.5 0 0 0 4,086.5 224.1 1,032.9 2,268.9 789.2 4,091.0 959.6 3,156.4 79.4 4,195.3 410.2 593.8 0 1,004.0 709.6 361.6 294.4 32.2 1,397.9 20,651.5 10,467.2 10,429.7 537.3 42,085.7 la prevenzione e la gestione dei rischi 6. Preservare e tutelare l’ambiente e 215.5 4,451.7 promuovere l’efficienza delle risorse 7. Promuovere il trasporto sostenibile e rimuovere le strozzature 2,473.5 nelle principali infrastrutture di rete 8. Promuovere un’occupazione 58.1 4,368.7 sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori 9. Promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà e ogni nell’istruzione, nella discriminazione 10. Investire formazione e nella formazione professionale per le competenze e l’apprendimento permanente 11. Rafforzare la capacità istituzionale delle autorità pubbliche e delle parti interessate e promuovere un amministrazione pubblica efficiente Assistenza tecnica Totale La dotazione per l’Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile ammonta a 567 milioni €. Occorre sottolineare che un’attenzione particolare è rivolta alla dimensione territoriale, in particolare allo sviluppo urbano e agli interventi per le aree interne. Almeno il 5 % della dotazione del FESR verrà investito in azioni per lo sviluppo urbano sostenibile, realizzate in Italia tramite apposito asse prioritario o tramite investimenti territoriali integrati. Almeno il 5 % del contributo totale del FEASR per il programma di sviluppo rurale verrà destinato a Leader/Sviluppo Locale di Tipo Partecipativo. Durante queste settimane, le discussioni tra l’Italia e la Commissione europea hanno portato a un aumento delle dotazioni dei temi che l’Esecutivo europeo ha messo in evidenzia nelle sue raccomandazioni, e sui quali la nuova Commissione Juncker ha dichiarato di voler concentrare l’attenzione, ossia infrastrutture di trasporto (Mezzogiorno), Agenda digitale, occupazione, inclusione sociale e ricerca. Per ulteriori informazioni: Marisa Ameli Nuovi prodotti alimentari: innovazione o rischio per la salute? La commissione Ambiente ha discusso il 13 ottobre un progetto di relazione sui nuovi prodotti alimentari. L'obiettivo è quello di definire i nuovi alimenti e snellire il processo di autorizzazione. Già nel 2008 la Commissione ha presentato una proposta di revisione del regolamento esistente, ma i politici non sono stati in grado di accordarsi su una proposta, poiché, al contrario di questa, comprendeva prodotti derivati da animali clonati. A causa della globalizzazione e dello sviluppo tecnologico dei nuovi alimenti, la legislazione dell'UE necessita di un aggiornamento per meglio definire i "nuovi prodotti alimentari", proteggere la proprietà intellettuale e snellire il processo di approvazione senza ridurre la tutela dei consumatori. Il regolamento dovrebbe applicarsi anche ai nano materiali destinati ad uso alimentare. Per ulteriori informazioni: Gabriella Diani Agroalimentare: promozione dei prodotti locali La Regione Lombardia, il 16 ottobre scorso, ha organizzato un incontro in cui è stato presentato il position paper riguardante il sistema regionale di protezione dei prodotti agroalimentari. Il documento presentato è il risultato dei contributi dati da diverse regioni europee e networks quali: Euromontana, ERRIN, Ken , AREPO, “ città del Bio”, e Purple. Il documento sarà presentato alla Commissione europea durante Expo 2015. I lavori sono stati aperti dall’Assessore all’agricoltura Fava, a cui hanno fatto seguito David Wilkinson ( EU Commissioner for Expo 2015), Elisabetta Gardini ( ENVI Committee al Parlamento europeo), Francesco Bettoni (Presidente Unioncamere Lombardia), Roberto Berutti, funzionario della Rappresentanza permanente. I 4 punti fondamentali del Position paper sono: 1. Esame del contesto generale del sistema agroalimentare italiano. 2. Presentazione del sistema dei Prodotti locali 3. Analisi dell’integrazione dei prodotti locali a livello UE 4. Azioni per combattere il sistema delle Frodi Alla luce di questo, si è sottolineata l’importanza della necessità di una protezione dei nostri prodotti italiani, partendo dalla considerazione che nel mondo, ogni anno si consumano 60 miliardi di euro, in cibi Italian sounding; cibi venduti come italiani ma che di italiano non hanno nulla. Particolarmente interessante il contributo del Commissario europeo che ha introdotto il progetto Ue Feeding The Planet: EU Bio Food Clusters on The World Stage, un progetto co-finanziato dalla Commissione Europea e coordinato dalla Regione Lombardia, che collega 3 principale Biotech e Cluster agroalimentari in Europa : Parco Tecnologico Padano (Regione Lombardia - Italia), Agropolis International (Linguadoca-Rossiglione - Francia) e Oost NV (Food Valley Wageninghen, Oriente, Paesi Bassi - Olanda). Il progetto mira a creare una strategia internazionale comune e coerente e condivisa tra i partner del progetto, mettendo insieme la "tripla elica" Ricerca e Eco Business , istituito nei 3 cluster europei. Per ulteriori informazioni: Gabriella Diani Stanziamenti per la promozione dei prodotti agricoli La Commissione europea ha approvato il 30 ottobre, 27 programmi per la promozione dei prodotti agricoli nell'Unione europea e nei paesi terzi. La dotazione finanziaria complessiva dei programmi, per lo più di durata triennale, è di 77,4 milioni di euro, di cui 39 milioni a carico dell'UE. I programmi selezionati riguardano varie categorie di prodotti, come i prodotti ortofrutticoli freschi e trasformati, i prodotti lattiero-caseari, i prodotti di qualità (DOP, IGP, STG e biologici), i fiori, le carni di qualità nonché, per la prima volta, le carni ovine. Per ulteriori informazioni: Gabriella Diani La Commissione propone le possibilità di pesca 2015 per l'Atlantico e il Mare del Nord Il 28 ottobre, la Commissione europea ha proposto le possibilità di pesca per il 2015 per l'Atlantico e il Mare del Nord. Si tratta della proposta annuale sui quantitativi di pesce dei principali stock ittici commerciali che possono essere catturati dai pescatori dell'UE il prossimo anno. Per la prima volta tale proposta è basata sulla nuova politica comune della pesca (PCP). Uno dei principali pilastri della nuova PCP è il cosiddetto rendimento massimo sostenibile (Maximum Sustainable Yield, MSY) ovvero il fatto che tutti gli stock vengano sfruttati a livelli sostenibili (MSY). Per gli stock ittici nelle acque europee, ossia non concordati con i partner internazionali, la Commissione propone di aumentare o di mantenere i limiti di cattura per 29 stock e di ridurlo per altri 40 stock, in linea con i pareri scientifici. Sono tuttora in corso negoziati per molti degli stock condivisi con partner internazionali. In questa fase la proposta contiene pertanto solo le cifre per circa metà degli stock e sarà ultimata una volta terminati i negoziati con i paesi terzi e nell'ambito delle organizzazioni regionali di gestione della pesca (ORGP). La proposta sarà discussa dai ministri degli Stati membri in occasione del Consiglio "Pesca" del 15/16 dicembre ed entrerà in vigore dal 1º gennaio 2015. Per ulteriori informazioni: Gabriella Diani Microfinanza: l'UE ha erogato 182 milioni di euro Sono oltre 20mila gli imprenditori che hanno già beneficiato di prestiti e di garanzie per un valore complessivo di 182 milioni di euro a valere sullo strumento europeo Progress Microfinance. Lo afferma una relazione della Commissione europea sull'attuazione di tale strumento finanziario. In particolare, la relazione evidenzia che Progress Microfinance ha contribuito in modo significativo alla creazione di posti di lavoro, rendendo possibile l'accesso al credito per persone disoccupate o inattive che hanno notevoli difficoltà ad ottenere prestiti dagli istituti finanziari. Per ulteriori informazioni: Gabriella Diani Anche la Turchia accede ai fondi UE per le PMI Turchia e Commissione europea hanno firmato un accordo ai fini dell'adesione del Paese al programma Cosme per la competitività delle imprese e le PMI. Con l’assenso di Bruxelles, la Turchia aderisce al programma Cosme da 2,3 miliardi di euro. La Turchia è il quarto paese extraunionale a firmare un accordo per aderire al programma e segue il Montenegro, l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia e la Moldova. Il Commissario responsabile per l'Industria e l'imprenditoria, Ferdinando Nelli Feroci, plaude alla decisione :«conferma le aspirazioni europee di questo paese e dimostra anche chiaramente che esso ha compreso che le sfide della competizione globale vanno affrontate al meglio in un quadro di stretta cooperazione». L'UE è il più importante partner commerciale della Turchia e la Turchia è il settimo partner commerciale dell'UE in termini di importanza. Per ulteriori informazioni: Gabriella Diani Confcommercio – Imprese per l'Italia Delegazione presso l'Unione europea Avenue Marnix, 30 - 6° piano B-1000 Bruxelles Tel: +32 2 289 62 30 Fax: +32 2 289 62 35 Sito: http://bruxelles.confcommercio.eu E-mail: [email protected] Newsletter a cura di Rosella Marasco Con il contributo di Francesco Bafundi e Gabriella Diani Segreteria: Daniela Daidone Responsabile: Marisa Ameli