Artigianato - Starnet
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Artigianato Artigianato Premessa metodologica I dati disponibili sull’artigianato non sono di facile e univoca lettura: non esiste una banca dati che da sola possa fornire tutte le informazioni necessarie per una lettura esaustiva dei fenomeni del comparto, ma fonti diverse che forniscono utili informazioni su aspetti specifici. La stessa procedura di iscrizione degli artigiani all’Albo e alla sezione artigiana del registro imprese produce sfasamenti temporali e consistenze numeriche diverse a fine periodo a causa della non coincidenza nella registrazione degli eventi: così le cancellazioni considerate da Movimprese riguardano le imprese artigiane che chiudono definitivamente l’attività mentre non sono considerate cessate quelle cancellate dall’Albo Artigiano per la perdita dei requisiti di impresa artigiana; per quanto riguarda le iscrizioni la ditta artigiana viene subito iscritta con riserva alla sezione speciale del Registro, prima dell’avallo ufficiale della Cpa ( Commissione Provinciale Artigianato) e quindi prima dell’iscrizione all’ Albo Artigiano determinando nella migliore delle ipotesi uno sfasamento temporale e a volte una non coincidenza qualora la locale CPA non ratifichi l’istanza di iscrizione; Occorre precisare che le locali CPA adottano di prassi correttivi e procedure che possono limitare il non allineamento dei dati ma non eliminare del tutto le incongruenze Caratteristiche delle banche dati utilizzate nel capitolo: Movimprese: si riferisce alla “fotografia” del Registro Imprese al 31.12 di ogni anno – tiene conto delle sedi e non delle unità locali – contiene la movimentazione in termini di iscrizioni, cessazioni e modifiche; nel caso degli artigiani le movimentazioni si riferiscono al Registro e non all’Albo. Il dato è disponibile a livello nazionale, regionale e provinciale; i dati comunali non sono reperibili; per il settore artigiano si possono ricostruire serie storiche dal 1997 al 2000. Stock View: le informazioni si riferiscono alle sedi, alle unità locali e agli imprenditori; si scende fino al livello comunale; per quanto riguarda l’attività svolta le informazioni sono disponibili fino alla sottocategoria (5 cifre); RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000 93 - elaborazioni per natura giuridica e per classe addetti. CPA: di fatto svolge un ruolo di osservatorio per previsioni del settore, fornisce i dati INPS e quelli relativi ai finanziamenti agli artigiani ANALISI CONGIUNTURALE Il panorama nazionale Confronti in ambito UE Dall’analisi comparata della performance delle pmi in Italia e in alcuni Paesi Europei, condotta sulla base del sistema SBS (Structural Business Statistics) che consente la comparabilità internazionale in ambito UE ed extra UE, emerge chiaramente la specificità del nostro apparato industriale. Prendendo come campo di indagine le imprese manifatturiere sotto i 19 addetti, si verifica come l’incidenza di questa fascia sul complesso dell’industria di trasformazione in termini di occupazione e valore aggiunto presenti valori assai diversi in Italia rispetto a Francia e Spagna; in particolare in Francia il peso occupazionale delle piccole imprese è la metà di quello italiano; dalla tabella si nota come la componente più corposa sia quella riferita ai settori tradizionali, che in Italia assorbe in termini occupazionali più del 50% del totale del manifatturiero: anche se l’artigianato solo in Italia ha una sua autonoma fisionomia di settore, è indubbio che a livello europeo l’insieme delle imprese con meno di 20 addetti presenta analogie strutturali notevoli: infatti i settori produttivi tradizionali sono quelli che fanno registrare le consistenze più elevate anche in Francia e Spagna, ma i diversi valori trovano spiegazione pro-prio nella tipicità e consistenza del settore dell’artigianato in Italia L’indicatore che meglio descri- 94 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000 Artigianato ve la specificità del nostro apparato produttivo è rappresentato dall’incidenza del lavoro indipendente sul totale dell’occupazione delle piccole imprese manifatturiere; la quota di lavoratori indipendenti sugli occupati complessivi delle imprese industriali fino a 19 addetti è pari in Italia al 40,4% contro il 13,3% della Francia; questa differenza sussiste in tutti i settori considerati e non solo nell’insieme dei settori tradizionali: anche in questo caso la tipica struttura dell’impresa artigiana in buona parte determina il dato, con la sua elevata incidenza di titolari, collaboratori in impresa familiare. Caratteristiche strutturali dell’artigianato nazionale Il comparto dell’artigianato a livello nazionale rappresenta nel triennio 98/2000 una quota parte pressoché stabile dell’universo dell’imprenditoria, pari nel 2000 al 24,61%. I settori in cui si registra la maggiore concentrazione di imprese artigiane sul totale delle stesse sono: attività manifatturiere (31,9%), edilizia (31,2%), seguono servizi pubblici, sociali e personali, trasporti. Esistono settori in cui l’artigianato è prevalente; come si vede dalla tabella l’industria del legno è la più fortemente caratterizzata in tipologia artigiana, a seguire, la fabbricazione dei mobili, i settori alimentari e metallurgico, le costruzioni, i trasporti, le attività legate al sociale. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000 95 Evoluzione del panorama nazionale nel triennio Il trend delle imprese registrate nella sezione speciale imprenditori del Registro Imprese in Italia è crescente nel triennio 98/2001: si passa da 1.352.701 imprese del ’98 a 1.402.657 imprese nel 2000, con un aumento percentuale del 3,69%. Il saldo iscritte/cessate è positivo(+ 6.284) e così il tasso di crescita (0.45%). 96 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000 Artigianato La tabella evidenzia la tendenza ad un aumento di imprese artigiane sul totale imprese nel settore delle costruzioni, con un generalizzato rialzo nel triennio dei valori assoluti, sia per gli artigiani che per le imprese tout court, delle industrie alimentari e delle bevande, con andamenti altrettanto positivi per valori assoluti, della fabbricazione mobili e altre industrie manifatturiere; stabile nel triennio l’artigianato del legno in termini di incidenza percentuale, assai elevata ma in diminuzione come consistenza assoluta tanto artigiana che del totale imprese registrate; in diminuzione la quota parte artigiana per i servizi sociali e personali e per i trasporti. Il grafico sottolinea l’andamento nel triennio dei settori a forte connotazione artigiana. A conferma dell’andamento sopra evidenziato si possono osservare i tassi di crescita artigiani e totali per l’Italia: il settore delle costruzioni ha segno positivo sia per gli artigiani (3,64%) che per il totale delle imprese registrate (2,47%), con una evidenza maggiore per i primi, sensibilmente superiore al tasso di crescita medio del settore artigiano pari allo 0,45%.1 Zoom sul Nord Ovest Nelle Regioni del Nord Ovest il comparto dell’artigianato appare ancora più fortemente radicato, con percentuali di incidenza sul totale delle imprese registrate stabili nel triennio, 28,55% nel 2000. 1 Decodifica attività: A - Agricoltura, Caccia e Silvicoltura; B – Pesca, Piscicoltura e Servizi connessi, C – Estrazione di minerali; D – Manifatturiero; E – Produzione e distribuzione energia elettrica, gas e acqua; F – Costruzioni; G – Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di beni personali e perla casa; H – Alberghi e Ristoranti; I – Trasporti, Magazzinaggio e comunicazioni; J – Intermediazione monetaria e finanziaria; K – Attività immobiliari, noleggio e informatica e ricerca; M – Istruzione; N – Sanità e altri servizi sociali; O – Altri servizi pubblici, sociali e personali; P – Servizi domestici presso famiglie 97 I settori di elezione sono gli stessi che si registrano nel totale Italia, con percentuali di incidenza ancora più spiccate, come si evidenzia nel grafico sottostante. Con riguardo all’evoluzione nel triennio, le tendenze coincidono con quelle evidenziate a livello Italia: la crescita più significativa è quella dell’imprenditoria artigiana nel settore delle costruzioni, mentre è in calo il comparto artigiano dei trasporti, settore che manifesta una crescita in termini assoluti nel triennio con riferimento al totale imprese registrate; evidente calo generalizzato in valori assoluti per l’industria del legno, ottima affermazione del comparto alimentare in termini assoluti e crescita nel triennio della quota parte artigiana sul totale imprese registrate. Il panorama regionale caratteristiche strutturali dell’artigianato ligure Il comparto dell’artigianato a livello regionale rappresenta nel triennio 98/2000 una quota parte pressoché stabile dell’universo dell’imprenditoria, pari nel 2000 al 27,42%, leggermente inferiore al dato medio di incidenza registrato nel Nord Ovest ma decisamente al di sopra del dato medio nazionale In valore assoluto l’universo delle imprese artigiane iscritte in Liguria alla sezione speciale del registro imprese è pari a fine 2000 a 43.535. I settori in cui si registra la maggiore concentrazione di imprese artigiane sul totale delle stesse sono: edilizia (36,67%), attività manifatturiere (25,48%), seguono i servizi pubblici, sociali e personali e i trasporti. Dal panorama nazionale si nota una netta inversione nei due principali settori di elezione di attività artigiana con una netta prevalenza a livello ligure dell’edilizia sul manifatturiero. 98 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000 Artigianato Per quanto riguarda l’analisi dei settori in cui l’artigianato appare prevalente sull’universo delle imprese registrate, abbiamo analogie e differenze con la situazione in Italia e nel Nord Ovest in particolare. I settori oggetto dell’indagine sono sempre gli stessi, ma le percentuali divergono a volte di molti punti: nell’industria alimentare e delle bevande più del 77% degli imprenditori è artigiano, rispetto al 71,34% del Nord Ovest e il 64,45% dell’Italia; stessa dinamica per l’industria del legno (88,71% in Liguria, 83,57% nel Nord Ovest, 80,79% in Italia), per la fabbricazione di apparecchi medicali, di precisione e strumenti ottici, nella fabbricazione mobili e altre industrie manifatturiere. Il settore dei trasporti, invece, è caratterizzato in Liguria da una componente artigiana pari al 58,49%, di 10 punti inferiore a quella del Nord Ovest.2 2 Sezioni di attività: 15 – Industrie alimentari e delle bevande; 20 – Industria del legno escluso mobili; 26 – Fabbricazione di prodotti lavor. Minerali non metalliferi; 28 – Fabbricazione e lavorazione prodotti in metallo, escl. Macchine; 33 – Fabbricazione apparecchi medicali e di precisione, strumenti ottici; 36 – Fabbricazione mobili e altre industrie manifatturiere; 45 – Costruzioni; 60/64 – Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni; 90/93 – altri servizi pubblici, sociali e personali 99 Evoluzione del panorama regionale nel triennio Il trend delle imprese registrate nella sezione speciale imprenditori del Registro Imprese in Liguria è crescente nel triennio 98/2000: si passa da 42.090 imprese del ’98 a 43.535 imprese nel 2000, con un aumento percentuale del 3,4%; in termini percentuali le imprese artigiane sul totale imprese registrate crescono nel triennio dello 0,3%. I tassi di iscrizione in Liguria (7,02%) sono leggermente superiori rispetto all’Italia (6,50%) ma nettamente superiori appaiono anche i tassi di cessazione (7,27% in Liguria, 6,04% in Italia); ancora in evidenza il settore delle costruzioni che in Liguria presenta un tasso di iscrizione superiore alla media nazionale di oltre un punto percentuale. 100 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000 Artigianato La tabella evidenzia la tendenza ad un aumento di imprese artigiane sul totale imprese in tutti i settori a forte componente artigiana: si registra infatti un aumento di due punti percentuali nel triennio nei settori: industria alimentare e del legno, con divergenti andamenti dei valori assoluti: il settore alimentare, infatti, appare in crescita sia nella componente artigiana che nel totale imprese registrate, mentre l’industria del legno è in calo nel triennio in termini assoluti per entrambe le modalità; il settore delle costruzioni nel triennio presenta una positiva variazione percentuale di due punti e variazioni positive nei valori assoluti sia per la componente artigiana che per il totale imprese registrate del settore: positivo anche l’andamento del settore della fabbricazione di prodotti da lavorazione di minerali non metalliferi, stazionario quello della fabbricazione di apparecchi medicali, di precisione e strumenti ottici. L’artigianato nella provincia Al 31.12.2000 da fonte Movimprese risultano registrate nella sezione speciale artigiana 5.690 unità, corrispondenti al 28,42% dell’universo delle imprese registrate. Tale percentuale di incidenza, pari a quella di Savona, risulta di un punto superiore rispetto alla media ligure. Se osserviamo lo stesso fenomeno prendendo a riferimento il diverso criterio delle imprese attive della provincia, si nota come è ancora più significativa in termini percentuali l’incidenza delle imprese artigiane sul totale attive con un 34,7% della Spezia, superiore alle altre province liguri e alla media Liguria (32,01%). Sempre con riferimento alle imprese attive, l’incremento in valore assoluto dal ’99 al 2000 è pari a 33 unità: la variazione percentuale dello 0,59% risulta più modesta di quella registrata nella dinamica imprenditoriale delle imprese attive tout court (1,24%); pertanto anche la relativa quota imprese artigiane su totale imprese attive risulta in lieve calo; tale dinamica trova conferma nell’analisi comparata dei tassi di crescita: nella provincia della Spezia il tasso di crescita artigiano è pari allo 0,87%, mentre il tasso di crescita totale risulta dell’1,58%. Si può notare come il tasso di crescita artigiano della Spezia sia il più elevato delle quattro province liguri e della media Italia (segno negativo per Liguria, Genova e Imperia) RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000 101 Indubbiamente non si può stabilire un’equivalenza tra stato di salute dell’artigianato e aumento numerico del settore: “l’artigianalizzazione” a volte cela uno stato di precariato laddove l’artigiano nasce forzatamente, in seguito a processi espulsivi dal mercato di aziende di maggiori dimensioni o da ex lavoratori dipendenti da piccole e medie imprese marginali; l’analisi settoriale serve a mettere meglio in luce il fenomeno. ANALISI DELLE IMPRESE ARTIGIANE Analisi della serie storica di medio periodo Dal 1997, anno in cui si colma il gap originato dalla crisi delle aziende EFIM, Oto Melara e Termomeccanica, il settore appare in crescita. Più consistente l’aumento percentuale 98/99 (1,21%) rispetto all’ultimo registrato (0,59%); nell’analisi della serie storica, scorporata per Comuni e Aree si nota come l’area del Golfo sia ancora lontana dai livelli registrati ad inizio anni 90, mentre per l’area della Val di Magra il pieno recupero e crescita parte dal 1996; marginale appare il ruolo della Val di Vara.Al di là del dato numerico occorre procedere all’analisi delle imprese artigiane secondo i criteri della natura giuridica, della struttura per addetti e territorio. 102 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000 Artigianato La struttura delle imprese artigiane La distribuzione territoriale Se analizziamo il territorio secondo le quattro aree di riferimento notiamo come l’area di prevalente concentrazione artigiana sia ancora l’area del Golfo, con 2.485 unità (44.21% sul totale), nonostante l’andamento più fiacco del decennio; la Val di Magra rappresenta il 34,14% del totale provinciale; scarso rilievo presentano le percentuali della Val di Vara (14,30%)e la Riviera (7,33%), in quanto territori diversamente vocati. Il dettaglio comunale Il Comune della Spezia assorbe la quasi totalità delle imprese dell’area del Golfo, con valori appena crescenti nell’ultimo quadriennio; nell’area della Val di Magra si osservano i Comuni più attivi: Sarzana innanzitutto, che copre le presenze di un terzo dell’artigianato della Vallata, ma anche Santo Stefano, Arcola e Ortonovo manifestano trend crescenti e significative presenze; consistente la presenza artigiana nel Comune di Castelnuovo, altalenante nei valori come anche Vezzano Ligure. In Val di Vara le ricorrenze maggiori si registrano nei Comuni di Bolano e Follo, che ha un trend crescente, mentre nella Riviera solo Levanto, in crescita e con 193 aziende artigiane nel 2000, ha una presenza significativa. Analisi secondo la natura giuridica Panorama legislativo L’analisi secondo il criterio della natura giuridica è un importante elemento di valutazione della solidità del sistema imprenditoriale. Nel comparto considerato, fino a non molti anni fa l’artigiano aveva quasi esclusivamente la natura giuridica di ditta individuale, impresa familiare o società in RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000 103 nome collettivo; pareva necessario, per il possesso dei requisiti previsti dalle leggi sull’artigianato, il controllo diretto su tutto quanto avveniva in azienda nonché il possesso in prima persona in capo all’artigiano di tutte le abilità professionali necessarie alla conduzione dell’attività. Con l’evoluzione del concetto stesso di artigiano e di esercizio personale, professionale e manuale a partire dalla legge quadro 443 dell’85, si è fatta strada anche la possibilità di una diversa organizzazione aziendale, fino ad arrivare all’introduzione delle società in accomandita semplice e Srl uninominali, (legge n.133/1997) arrivando da ultimo alla possibilità per gli artigiani di costituire Srl plurinominali (legge n.57/2001 ovvero “il collegato sui mercati”). Scopo della recente legislazione è quello di fare compiere all’impresa artigiana un salto di qualità, emancipandola dall’immagine di attività marginale; l’incremento delle forme societarie disponibili dovrebbe consentire l’accesso a diverse fonti di finanziamento, nazionali (legge n. 488/92) e comunitarie, consentendo lo sviluppo delle stesse imprese con l’opportunità di conservare lo status artigiano. Analisi provinciale L’analisi per natura giuridica delle sedi di impresa artigiane iscritte alla sezione speciale del registro imprese riferita all’anno 2000 indica la presenza di 4.460 ditte individuali, su un universo di 5.620 (79,35%); 1.063 società di persone, in massima parte Snc, per una quota del 18,91%; le 21 società di capitale (5 Srl plurinominali e 16 Srl con unico socio) costituiscono la novità più consistente, ancora marginale quantitativamente, con un peso percentuale dello 0,37. Il confronto con le altre 3 province liguri e col dato regionale evidenzia alcune specificità della nostra provincia: la quota di imprese individuali alla Spezia è inferiore rispetto alla Liguria (81,86%); viceversa la quota di società di persone risulta più elevata rispetto al dato regionale (17,67%). Interessante l’osservazione del nuovo universo delle imprese di capitale: 16 Srl uninominali alla Spezia e 14 a Genova, con un totale Liguria di 38 imprese nella categoria considerata. 104 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000 Artigianato Se si osserva la distribuzione delle imprese per forme giuridiche prevalenti. la Val di Magra risulta l’area di maggiore concentrazione delle società in nome collettivo, mentre le Sas sono più numerose nell’area del Golfo; Val di Vara e Riviera hanno un artigianato strutturato quasi esclusivamente in forma di ditta individuale. Nel confronto col dato provinciale il comprensorio della Val di Magra appare quello meglio strutturato: le società di capitale in generale hanno un peso superiore rispetto al dato provinciale e viceversa appare minore in Val di Magra la percentuale di ditte individuali. Questa osservazione è riferita allo spaccato artigiano, ma appare confermata e anzi accentuata a livello di dinamica del totale imprese della Val di Magra. Ciò pare confermare l’ipotesi di una più solida strutturazione delle imprese di questo comprensorio rispetto alla provincia della Spezia. La serie storica di breve periodo Analisi per sesso e per natura giuridica Per completare l’analisi dell’artigianato secondo al natura giuridica, è opportuno uno sguardo alla serie storica dal 1994 al 2000, che comprende anche la variabile sesso; per fare questo ricorriamo ai dati elaborati dalla locale CPA, peraltro allineati con quelli di fonte Stockview. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000 105 - Ditte individuali: aumento dei valori assoluti nel periodo, ma lieve contrazione percentuale sul totale artigiane (79,35 % nel 2000, 79,63 % nel 1994); - Società in nome collettivo: consistente aumento sia nei valori assoluti che percentuali nel 2000 rispetto al 94 (16,54% contro 14,57% di inizio periodo), con un trend altalenante e una leggera contrazione nell’ultimo biennio, da leggersi probabilmente comparandola con la corrispondente crescita delle Sas; - Grande crescita del settore della cooperazione artigiana e delle realtà consortili in tutto il periodo considerato - Aumento nel periodo delle Srl, dall’anno della loro legalizzazione per il settore artigiano nel 97 in poi. Per quanto riguarda la ripartizione per sesso, nel 2000 le imprenditrici artigiane sono 1.000 su un universo di 5.620 imprese (17,79%); ad inizio periodo la percentuale di incidenza era maggiore (18,80%), di poco inferiore alla punta massima (18,96%), registrata nel 1996. 106 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000 Artigianato ZOOM SUI SETTORI DI ATTIVITÀ L’artigianato in Italia, Liguria e Provincia - A livello nazionale Lombardia, Emilia, Piemonte, Veneto e Toscana sono le Regioni con i valori artigiani più elevati; come già osservato il settore di massima concentrazione risulta essere il manifatturiero, seguito dalle costruzioni e dai servizi sociali e personali e dai trasporti; - A livello regionale l’inversione è nettissima, con una prevalenza delle costruzioni sul manifatturiero, seguiti nell’ordine dai servizi personali e i trasporti per tutte le province considerate; - A livello provinciale si ripropone la struttura per settori che troviamo in Liguria. Si può osservare che questa specificità ligure non appare un punto di forza, in quanto l’artigianalizzazione dell’edilizia spesso si concretizza in imprese marginali, non specializzate, ai confini del lavoro para subordinato, con scarsi o nulli mezzi aziendali propri, nelle mani di pochi o unici committenti; in questo settore sono presenti casi nei quali i titolari sono extracomunitari. Il turn over in queste attività è molto elevato. Uno sguardo all’articolazione nel settore manifatturiero A livello provinciale, all’interno del ramo D, le presenze artigiane più consistenti sono nell’ordine: - l’industria alimentare e delle bevande; - la fabbricazione e lavorazione di prodotti in metallo, escluso macchine; - l’industria del legno, esclusi i mobili e la fabbricazione in paglia; - fabbricazione mobili; altre industrie manifatturiere. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000 107 Si nota come per tre dei settori prevalenti (escluso la fabbricazione e lavorazione di prodotti in metallo) la quota parte artigiana assorbe la quasi totalità del settore. Se si analizzano i settori artigiani più fortemente connotati dalla manualità e dal valore artistico o di precisione, si osserva quanto segue: a livello provinciale le maggiori ricorrenze artigiane si determinano nel settore della fabbricazione di mobili e altre industrie manifatturiere: le 98 aziende del settore rappresentano l’1,74% del totale dell’artigianato provinciale e il 6,49% del ramo D; a livello regionale invece, la specializzazione manifatturiera più consistente appare quella della fabbricazione di apparecchi medicali, di apparecchi di precisione, di strumenti ottici e di orologi, seconda in provincia. 64 artigiani dichiarano come attività prevalente il settore dell’editoria, stampa e riproduzione di supporti registrati. 41 aziende lavorano nel settore del taglio, modellatura e finitura della pietra: buona parte di queste sono concentrate nel comprensorio della Magra. Sono presenti inoltre 9 artigiani orafi e gioiellieri. Andamento dei settori La serie storica 1995/2000 mostra un trend crescente nei settori della lavorazione carta, stampa, editoria, della fabbricazione di prodotti da minerali non metalliferi, en-trambi con valori assoluti piuttosto modesti. Trend costantemente crescente nel periodo e valori assoluti importanti nell’edilizia. Buon incremento nel periodo del comparto metallurgico, meccanico e navale e in quello alimentare. Forte contrazione del tessile e abbigliamento e calo nei trasporti, anche come valori assoluti. 108 RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000 Artigianato FINANZIAMENTI AGEVOLATI E CONVENZIONATI Artigiancassa Il credito agevolato per il comparto artigiano passa tradizionalmente attraverso lo strumento finanziario noto come Artigiancassa, attivato con la consolidatissima legge 949/59. Analizzando la situazione del credito movimentato in provincia della Spezia attraverso Artigiancassa nelle due componenti (operazioni di finanziamento e operazioni di leasing) si registra una contrazione delle operazioni rispetto al 1999, anno in cui peraltro si era registrato un aumento nettissimo sull’anno precedente; Nel 2000 infatti si registrano 239 interventi di finanziamento per un totale di L. 17.862.973.000 e 107 interventi in leasing per un totale di L. 7.426.752.000; il complessivo, pari a L. 25.289.725.000, è solo il 75,6% del risultato dello scorso anno. In calo anche il taglio medio dei finanziamenti erogati (73 milioni contro i precedenti 86). Cooperativa Artigiana di Garanzia Affiancata allo strumento Artigiancassa e in modo complementare opera la Cooperativa Artigiana di Garanzia, che conta circa 3.000 soci artigiani, ovvero più del 50% delle imprese artigiane della provincia. Gli artigiani, attraverso la Cooperativa di Garanzia, possono ottenere credito a breve (compreso anticipazioni su finanziamenti Artigiancassa) e a lungo termine per investimenti. Anche l’intervento della Cooperativa nel 2000 è risultato in calo rispetto all’anno precedente: il totale dei finanziamenti garantiti è risultato pari a L. 10.733.900.000, con una contrazione del 20% sul 1999. RAPPORTO ECONOMIA PROVINCIALE 2000 109