Artigianato - Starnet

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Artigianato
Artigianato
Premessa metodologica
I dati disponibili sull’artigianato non sono di facile e univoca lettura: non
esiste una banca dati che da sola possa fornire tutte le informazioni necessarie per una lettura esaustiva dei fenomeni del comparto, ma fonti diverse che forniscono utili informazioni su aspetti specifici.
La stessa procedura di iscrizione degli artigiani all’Albo e alla sezione artigiana del registro imprese produce sfasamenti temporali e consistenze numeriche diverse a fine periodo a causa della non coincidenza nella registrazione
degli eventi: così le cancellazioni considerate da Movimprese riguardano le
imprese artigiane che chiudono definitivamente l’attività mentre non sono
considerate cessate quelle cancellate dall’Albo Artigiano per la perdita dei
requisiti di impresa artigiana; per quanto riguarda le iscrizioni la ditta artigiana viene subito iscritta con riserva alla sezione speciale del Registro, prima
dell’avallo ufficiale della Cpa ( Commissione Provinciale Artigianato) e quindi prima dell’iscrizione all’ Albo Artigiano determinando nella migliore delle
ipotesi uno sfasamento temporale e a volte una non coincidenza qualora la
locale CPA non ratifichi l’istanza di iscrizione;
Occorre precisare che le locali CPA adottano di prassi correttivi e procedure che possono limitare il non allineamento dei dati ma non eliminare
del tutto le incongruenze
Caratteristiche delle banche dati utilizzate nel capitolo:
Movimprese: si riferisce alla “fotografia” del Registro Imprese al 31.12 di
ogni anno – tiene conto delle sedi e non delle unità locali – contiene la
movimentazione in termini di iscrizioni, cessazioni e modifiche; nel caso
degli artigiani le movimentazioni si riferiscono al Registro e non all’Albo.
Il dato è disponibile a livello nazionale, regionale e provinciale; i dati comunali non sono reperibili; per il settore artigiano si possono ricostruire serie
storiche dal 1997 al 2000.
Stock View: le informazioni si riferiscono alle sedi, alle unità locali e agli
imprenditori; si scende fino al livello comunale; per quanto riguarda l’attività svolta le informazioni sono disponibili fino alla sottocategoria (5 cifre);
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- elaborazioni per natura giuridica e per classe addetti.
CPA: di fatto svolge un ruolo di osservatorio per previsioni del settore, fornisce i dati INPS e quelli relativi ai finanziamenti agli artigiani
ANALISI CONGIUNTURALE
Il panorama nazionale
Confronti in ambito UE
Dall’analisi comparata della performance delle pmi in Italia e in alcuni Paesi
Europei, condotta sulla base del sistema SBS (Structural Business Statistics)
che consente la comparabilità internazionale in ambito UE ed extra UE, emerge chiaramente la specificità del nostro apparato industriale. Prendendo come
campo di indagine le imprese manifatturiere sotto i 19 addetti, si verifica come
l’incidenza di questa fascia sul complesso dell’industria di trasformazione in
termini di occupazione e valore aggiunto presenti valori assai diversi in Italia
rispetto a Francia e Spagna; in particolare in Francia il peso occupazionale
delle piccole imprese è la metà di quello italiano; dalla tabella si nota come la
componente più corposa sia quella riferita ai settori tradizionali, che in Italia
assorbe in termini occupazionali più del 50% del totale del manifatturiero:
anche se l’artigianato solo in
Italia ha una sua autonoma fisionomia di settore, è indubbio che
a livello europeo l’insieme delle
imprese con meno di 20 addetti
presenta analogie strutturali
notevoli: infatti i settori produttivi tradizionali sono quelli che
fanno registrare le consistenze
più elevate anche in Francia e
Spagna, ma i diversi valori trovano spiegazione pro-prio nella
tipicità e consistenza del settore
dell’artigianato in Italia
L’indicatore che meglio descri-
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ve la specificità del nostro apparato produttivo è rappresentato dall’incidenza del lavoro indipendente sul totale dell’occupazione delle piccole
imprese manifatturiere; la quota di lavoratori indipendenti sugli occupati
complessivi delle imprese industriali fino a 19 addetti è pari in Italia al
40,4% contro il 13,3% della Francia; questa differenza sussiste in tutti i
settori considerati e non solo nell’insieme dei settori tradizionali: anche in
questo caso la tipica struttura dell’impresa artigiana in buona parte determina il dato, con la sua elevata incidenza di titolari, collaboratori in impresa familiare.
Caratteristiche strutturali dell’artigianato nazionale
Il comparto dell’artigianato a livello nazionale rappresenta nel triennio
98/2000 una quota parte pressoché stabile dell’universo dell’imprenditoria, pari nel 2000 al 24,61%.
I settori in cui si registra la maggiore concentrazione di imprese artigiane
sul totale delle stesse sono: attività manifatturiere (31,9%), edilizia
(31,2%), seguono servizi pubblici, sociali e personali, trasporti.
Esistono settori in cui l’artigianato è prevalente; come si vede dalla tabella
l’industria del legno è la più fortemente caratterizzata in tipologia artigiana, a seguire, la fabbricazione dei mobili, i settori alimentari e metallurgico, le costruzioni, i trasporti, le attività legate al sociale.
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Evoluzione del panorama nazionale nel triennio
Il trend delle imprese registrate nella sezione speciale imprenditori del
Registro Imprese in Italia è crescente nel triennio 98/2001: si passa da
1.352.701 imprese del ’98 a 1.402.657 imprese nel 2000, con un aumento percentuale del 3,69%.
Il saldo iscritte/cessate è positivo(+ 6.284) e così il tasso di crescita (0.45%).
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La tabella evidenzia la tendenza ad un aumento di imprese artigiane sul
totale imprese nel settore delle costruzioni, con un generalizzato rialzo nel
triennio dei valori assoluti, sia per gli artigiani che per le imprese tout court,
delle industrie alimentari e delle bevande, con andamenti altrettanto positivi per valori assoluti, della fabbricazione mobili e altre industrie manifatturiere; stabile nel triennio l’artigianato del legno in termini di incidenza
percentuale, assai elevata ma in diminuzione come consistenza assoluta
tanto artigiana che del totale imprese registrate; in diminuzione la quota parte artigiana per i servizi sociali e personali e per i
trasporti.
Il grafico sottolinea l’andamento nel triennio dei settori a forte connotazione artigiana.
A conferma dell’andamento sopra evidenziato si possono osservare i tassi di crescita
artigiani e totali per l’Italia: il settore delle
costruzioni ha segno positivo sia per gli artigiani (3,64%) che per il totale delle imprese registrate (2,47%), con una evidenza
maggiore per i primi, sensibilmente superiore al tasso di crescita medio del settore
artigiano pari allo 0,45%.1
Zoom sul Nord Ovest
Nelle Regioni del Nord Ovest
il comparto dell’artigianato
appare ancora più fortemente
radicato, con percentuali di
incidenza sul totale delle
imprese registrate stabili nel
triennio, 28,55% nel 2000.
1 Decodifica attività: A - Agricoltura, Caccia e Silvicoltura; B – Pesca, Piscicoltura e Servizi connessi, C –
Estrazione di minerali; D – Manifatturiero; E – Produzione e distribuzione energia elettrica, gas e acqua; F
– Costruzioni; G – Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di beni personali e perla casa; H –
Alberghi e Ristoranti; I – Trasporti, Magazzinaggio e comunicazioni; J – Intermediazione monetaria e
finanziaria; K – Attività immobiliari, noleggio e informatica e ricerca; M – Istruzione; N – Sanità e altri
servizi sociali; O – Altri servizi pubblici, sociali e personali; P – Servizi domestici presso famiglie
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I settori di elezione sono gli stessi che si registrano nel totale Italia, con
percentuali di incidenza ancora più spiccate, come si evidenzia nel grafico
sottostante.
Con riguardo all’evoluzione nel
triennio, le tendenze coincidono con quelle evidenziate a
livello Italia: la crescita più
significativa è quella dell’imprenditoria artigiana nel settore
delle costruzioni, mentre è in
calo il comparto artigiano dei
trasporti, settore che manifesta
una crescita in termini assoluti
nel triennio con riferimento al
totale imprese registrate; evidente calo generalizzato in valori assoluti per
l’industria del legno, ottima affermazione del comparto alimentare in termini assoluti e crescita nel triennio della quota parte artigiana sul totale
imprese registrate.
Il panorama regionale
caratteristiche strutturali dell’artigianato ligure
Il comparto dell’artigianato a livello regionale rappresenta nel triennio
98/2000 una quota parte pressoché stabile dell’universo dell’imprenditoria, pari nel 2000 al 27,42%, leggermente inferiore al dato medio di incidenza registrato nel Nord Ovest ma decisamente al di sopra del dato medio
nazionale In valore assoluto l’universo delle imprese artigiane iscritte in
Liguria alla sezione speciale del registro imprese è pari a fine 2000 a 43.535.
I settori in cui si registra la maggiore concentrazione di imprese artigiane
sul totale delle stesse sono: edilizia (36,67%), attività manifatturiere
(25,48%), seguono i servizi pubblici, sociali e personali e i trasporti.
Dal panorama nazionale si nota una netta inversione nei due principali
settori di elezione di attività artigiana con una netta prevalenza a livello
ligure dell’edilizia sul manifatturiero.
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Per quanto riguarda l’analisi dei
settori in cui l’artigianato appare
prevalente sull’universo delle
imprese registrate, abbiamo analogie e differenze con la situazione in
Italia e nel Nord Ovest in particolare.
I settori oggetto dell’indagine sono
sempre gli stessi, ma le percentuali
divergono a volte di molti punti:
nell’industria alimentare e delle
bevande più del 77% degli imprenditori è artigiano, rispetto al 71,34%
del Nord Ovest e il 64,45% dell’Italia; stessa dinamica per l’industria del
legno (88,71% in Liguria, 83,57% nel Nord Ovest, 80,79% in Italia), per
la fabbricazione di apparecchi medicali, di precisione e strumenti ottici,
nella fabbricazione mobili e altre industrie manifatturiere. Il settore dei
trasporti, invece, è caratterizzato in Liguria da una componente artigiana
pari al 58,49%, di 10 punti inferiore a quella del Nord Ovest.2
2 Sezioni di attività: 15 – Industrie alimentari e delle bevande; 20 – Industria del legno escluso mobili;
26 – Fabbricazione di prodotti lavor. Minerali non metalliferi; 28 – Fabbricazione e lavorazione prodotti in metallo, escl. Macchine; 33 – Fabbricazione apparecchi medicali e di precisione, strumenti ottici;
36 – Fabbricazione mobili e altre industrie manifatturiere; 45 – Costruzioni; 60/64 – Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni; 90/93 – altri servizi pubblici, sociali e personali
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Evoluzione del panorama regionale nel triennio
Il trend delle imprese registrate nella sezione speciale imprenditori del
Registro Imprese in Liguria è crescente nel triennio 98/2000: si passa da
42.090 imprese del ’98 a 43.535 imprese nel 2000, con un aumento percentuale del 3,4%; in termini percentuali le imprese artigiane sul totale
imprese registrate crescono nel triennio dello 0,3%.
I tassi di iscrizione in Liguria (7,02%) sono leggermente superiori rispetto
all’Italia (6,50%) ma nettamente superiori appaiono anche i tassi di cessazione (7,27% in Liguria, 6,04% in Italia); ancora in evidenza il settore
delle costruzioni che in Liguria presenta un tasso di iscrizione superiore
alla media nazionale di oltre un punto percentuale.
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La tabella evidenzia la tendenza ad un aumento di imprese artigiane sul
totale imprese in tutti i settori a forte componente artigiana: si registra
infatti un aumento di due punti percentuali nel triennio nei settori: industria alimentare e del legno, con divergenti andamenti dei valori assoluti:
il settore alimentare, infatti, appare in crescita sia nella componente artigiana che nel totale imprese registrate, mentre l’industria del legno è in
calo nel triennio in termini assoluti per entrambe le modalità; il settore
delle costruzioni nel triennio presenta una positiva variazione percentuale
di due punti e variazioni positive nei valori assoluti sia per la componente
artigiana che per il totale imprese registrate del settore: positivo anche l’andamento del settore della fabbricazione di prodotti da lavorazione di minerali non metalliferi, stazionario quello della fabbricazione di apparecchi
medicali, di precisione e strumenti ottici.
L’artigianato nella provincia
Al 31.12.2000 da fonte Movimprese risultano registrate nella sezione speciale artigiana 5.690 unità, corrispondenti al 28,42% dell’universo delle
imprese registrate. Tale percentuale di incidenza, pari a quella di Savona,
risulta di un punto superiore rispetto alla media ligure.
Se osserviamo lo stesso fenomeno prendendo a riferimento il diverso criterio delle imprese attive della provincia, si nota come è ancora più significativa in termini percentuali l’incidenza delle imprese artigiane sul totale
attive con un 34,7% della Spezia, superiore alle altre province liguri e alla
media Liguria (32,01%).
Sempre con riferimento alle imprese attive, l’incremento in valore assoluto
dal ’99 al 2000 è pari a 33 unità: la variazione percentuale dello 0,59%
risulta più modesta di quella registrata nella dinamica imprenditoriale delle
imprese attive tout court (1,24%); pertanto anche la relativa quota imprese artigiane su totale imprese attive risulta in lieve calo; tale dinamica trova
conferma nell’analisi comparata dei tassi di crescita: nella provincia della
Spezia il tasso di crescita artigiano è pari allo 0,87%, mentre il tasso di crescita totale risulta dell’1,58%. Si può notare come il tasso di crescita artigiano della Spezia sia il più elevato delle quattro province liguri e della
media Italia (segno negativo per Liguria, Genova e Imperia)
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Indubbiamente non si può stabilire
un’equivalenza tra stato di salute
dell’artigianato e aumento numerico del settore: “l’artigianalizzazione”
a volte cela uno stato di precariato
laddove l’artigiano nasce forzatamente, in seguito a processi espulsivi dal mercato di aziende di maggiori dimensioni o da ex lavoratori
dipendenti da piccole e medie
imprese marginali; l’analisi settoriale serve a mettere meglio in luce il fenomeno.
ANALISI DELLE IMPRESE
ARTIGIANE
Analisi della serie storica di
medio periodo
Dal 1997, anno in cui si colma il gap
originato dalla crisi delle aziende EFIM,
Oto Melara e Termomeccanica, il settore appare in crescita. Più consistente
l’aumento percentuale 98/99 (1,21%)
rispetto all’ultimo registrato (0,59%);
nell’analisi della serie storica, scorporata
per Comuni e Aree si nota come l’area
del Golfo sia ancora lontana dai livelli
registrati ad inizio anni 90, mentre per
l’area della Val di Magra il pieno recupero e crescita parte dal 1996; marginale appare il ruolo della Val di Vara.Al di
là del dato numerico occorre procedere
all’analisi delle imprese artigiane secondo i criteri della natura giuridica, della
struttura per addetti e territorio.
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Artigianato
La struttura delle imprese artigiane
La distribuzione territoriale
Se analizziamo il territorio secondo le quattro aree di riferimento notiamo
come l’area di prevalente concentrazione artigiana sia ancora l’area del
Golfo, con 2.485 unità (44.21% sul totale), nonostante l’andamento più
fiacco del decennio; la Val di Magra rappresenta il 34,14% del totale provinciale; scarso rilievo presentano le percentuali della Val di Vara (14,30%)e
la Riviera (7,33%), in quanto territori diversamente vocati.
Il dettaglio comunale
Il Comune della Spezia assorbe la
quasi totalità delle imprese dell’area del Golfo, con valori appena
crescenti nell’ultimo quadriennio;
nell’area della Val di Magra si
osservano i Comuni più attivi:
Sarzana innanzitutto, che copre le
presenze di un terzo dell’artigianato della Vallata, ma anche Santo
Stefano, Arcola e Ortonovo manifestano trend crescenti e significative presenze; consistente la presenza artigiana nel Comune di Castelnuovo, altalenante nei valori come anche Vezzano Ligure.
In Val di Vara le ricorrenze maggiori si registrano nei Comuni di Bolano e
Follo, che ha un trend crescente, mentre nella Riviera solo Levanto, in crescita e con 193 aziende artigiane nel 2000, ha una presenza significativa.
Analisi secondo la natura giuridica
Panorama legislativo
L’analisi secondo il criterio della natura giuridica è un importante elemento di valutazione della solidità del sistema imprenditoriale. Nel comparto
considerato, fino a non molti anni fa l’artigiano aveva quasi esclusivamente la natura giuridica di ditta individuale, impresa familiare o società in
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nome collettivo; pareva necessario, per il possesso dei requisiti previsti dalle
leggi sull’artigianato, il controllo diretto su tutto quanto avveniva in azienda nonché il possesso in prima persona in capo all’artigiano di tutte le abilità professionali necessarie alla conduzione dell’attività.
Con l’evoluzione del concetto stesso di artigiano e di esercizio personale,
professionale e manuale a partire dalla legge quadro 443 dell’85, si è fatta
strada anche la possibilità di una diversa organizzazione aziendale, fino ad
arrivare all’introduzione delle società in accomandita semplice e Srl uninominali, (legge n.133/1997) arrivando da ultimo alla possibilità per gli artigiani di costituire Srl plurinominali (legge n.57/2001 ovvero “il collegato
sui mercati”).
Scopo della recente legislazione è quello di fare compiere all’impresa artigiana un salto di qualità, emancipandola dall’immagine di attività marginale; l’incremento delle forme societarie disponibili dovrebbe consentire
l’accesso a diverse fonti di finanziamento, nazionali (legge n. 488/92) e
comunitarie, consentendo lo sviluppo delle stesse imprese con l’opportunità di conservare lo status artigiano.
Analisi provinciale
L’analisi per natura giuridica delle sedi di impresa artigiane iscritte alla
sezione speciale del registro imprese riferita all’anno 2000 indica la presenza di 4.460 ditte individuali, su un universo di 5.620 (79,35%); 1.063
società di persone, in massima parte Snc, per una quota del 18,91%; le 21
società di capitale (5 Srl plurinominali e 16 Srl con unico socio) costituiscono la novità più consistente, ancora marginale quantitativamente, con
un peso percentuale dello 0,37.
Il confronto con le altre 3 province liguri e col dato regionale evidenzia
alcune specificità della nostra provincia: la quota di imprese individuali
alla Spezia è inferiore rispetto alla Liguria (81,86%); viceversa la quota di
società di persone risulta più elevata rispetto al dato regionale (17,67%).
Interessante l’osservazione del nuovo universo delle imprese di capitale: 16
Srl uninominali alla Spezia e 14 a Genova, con un totale Liguria di 38
imprese nella categoria considerata.
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Se si osserva la distribuzione delle imprese per forme giuridiche prevalenti.
la Val di Magra risulta l’area di maggiore concentrazione delle società in
nome collettivo, mentre le Sas sono più numerose nell’area del Golfo; Val
di Vara e Riviera hanno un artigianato strutturato quasi esclusivamente in
forma di ditta individuale.
Nel confronto col dato provinciale il comprensorio della Val di Magra
appare quello meglio strutturato: le società di capitale in generale hanno
un peso superiore rispetto al dato provinciale e viceversa appare minore
in Val di Magra la percentuale di ditte individuali. Questa osservazione è
riferita allo spaccato artigiano, ma appare confermata e anzi accentuata a
livello di dinamica del totale imprese della Val di Magra.
Ciò pare confermare l’ipotesi di una più solida strutturazione delle imprese di questo comprensorio rispetto alla provincia della Spezia.
La serie storica di breve periodo
Analisi per sesso e per natura giuridica
Per completare l’analisi dell’artigianato secondo al natura giuridica, è
opportuno uno sguardo alla serie storica dal 1994 al 2000, che comprende anche la variabile sesso; per fare questo ricorriamo ai dati elaborati dalla
locale CPA, peraltro allineati con quelli di fonte Stockview.
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- Ditte individuali: aumento dei valori assoluti nel periodo, ma lieve contrazione percentuale sul totale artigiane (79,35 % nel 2000, 79,63 %
nel 1994);
- Società in nome collettivo: consistente aumento sia nei valori assoluti che
percentuali nel 2000 rispetto al 94 (16,54% contro 14,57% di inizio
periodo), con un trend altalenante e una leggera contrazione nell’ultimo biennio, da leggersi probabilmente comparandola con la corrispondente crescita delle Sas;
- Grande crescita del settore della cooperazione artigiana e delle realtà consortili in tutto il periodo considerato
- Aumento nel periodo delle Srl, dall’anno della loro legalizzazione per il
settore artigiano nel 97 in poi.
Per quanto riguarda la ripartizione per sesso, nel 2000 le imprenditrici artigiane sono 1.000 su un universo di 5.620 imprese (17,79%); ad inizio
periodo la percentuale di incidenza era maggiore (18,80%), di poco inferiore alla punta massima (18,96%), registrata nel 1996.
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ZOOM SUI SETTORI DI ATTIVITÀ
L’artigianato in Italia, Liguria e Provincia
- A livello nazionale Lombardia, Emilia, Piemonte, Veneto e Toscana sono
le Regioni con i valori artigiani più elevati; come già osservato il settore
di massima concentrazione risulta essere il manifatturiero, seguito dalle
costruzioni e dai servizi sociali e personali e dai trasporti;
- A livello regionale l’inversione è nettissima, con una prevalenza delle
costruzioni sul manifatturiero, seguiti nell’ordine dai servizi personali e
i trasporti per tutte le province considerate;
- A livello provinciale si ripropone la struttura per settori che troviamo
in Liguria.
Si può osservare che questa specificità ligure non appare un punto di forza,
in quanto l’artigianalizzazione dell’edilizia spesso si concretizza in imprese
marginali, non specializzate, ai confini del lavoro para subordinato, con
scarsi o nulli mezzi aziendali propri, nelle mani di pochi o unici committenti; in questo settore sono presenti casi nei quali i titolari sono extracomunitari. Il turn over in queste attività è molto elevato.
Uno sguardo all’articolazione nel settore manifatturiero
A livello provinciale, all’interno del ramo D, le presenze artigiane più consistenti sono nell’ordine:
- l’industria alimentare e delle bevande;
- la fabbricazione e lavorazione di prodotti in metallo, escluso macchine;
- l’industria del legno, esclusi i mobili e la fabbricazione in paglia;
- fabbricazione mobili; altre industrie manifatturiere.
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Si nota come per tre dei settori prevalenti (escluso la fabbricazione e lavorazione di prodotti in metallo) la quota parte artigiana assorbe la quasi
totalità del settore.
Se si analizzano i settori artigiani più fortemente connotati dalla manualità e dal valore artistico o di precisione, si osserva quanto segue:
a livello provinciale le maggiori ricorrenze artigiane si determinano nel
settore della fabbricazione di mobili e altre industrie manifatturiere: le
98 aziende del settore rappresentano l’1,74% del totale dell’artigianato
provinciale e il 6,49% del ramo D;
a livello regionale invece, la specializzazione manifatturiera più consistente appare quella della fabbricazione di apparecchi medicali, di apparecchi di precisione, di strumenti ottici e di orologi, seconda in provincia. 64 artigiani dichiarano come attività prevalente il settore dell’editoria, stampa e riproduzione di supporti registrati. 41 aziende lavorano
nel settore del taglio, modellatura e finitura della pietra: buona parte di
queste sono concentrate nel comprensorio della Magra. Sono presenti
inoltre 9 artigiani orafi e gioiellieri.
Andamento dei settori
La serie storica 1995/2000 mostra
un trend crescente nei settori della
lavorazione carta, stampa, editoria,
della fabbricazione di prodotti da
minerali non metalliferi, en-trambi con valori assoluti piuttosto
modesti. Trend costantemente crescente nel periodo e valori assoluti
importanti nell’edilizia. Buon
incremento nel periodo del comparto metallurgico, meccanico e
navale e in quello alimentare. Forte
contrazione del tessile e abbigliamento e calo nei trasporti, anche
come valori assoluti.
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Artigianato
FINANZIAMENTI AGEVOLATI E CONVENZIONATI
Artigiancassa
Il credito agevolato per il comparto artigiano passa tradizionalmente attraverso lo strumento finanziario noto come Artigiancassa, attivato con la
consolidatissima legge 949/59.
Analizzando la situazione del credito movimentato in provincia della Spezia
attraverso Artigiancassa nelle due componenti (operazioni di finanziamento e operazioni di leasing) si registra una contrazione delle operazioni rispetto al 1999, anno in cui peraltro si era registrato un aumento nettissimo
sull’anno precedente;
Nel 2000 infatti si registrano 239 interventi di finanziamento per un totale di L. 17.862.973.000 e 107 interventi in leasing per un totale di L.
7.426.752.000; il complessivo, pari a L. 25.289.725.000, è solo il 75,6%
del risultato dello scorso anno. In calo anche il taglio medio dei finanziamenti erogati (73 milioni contro i precedenti 86).
Cooperativa Artigiana di Garanzia
Affiancata allo strumento Artigiancassa e in modo complementare opera
la Cooperativa Artigiana di Garanzia, che conta circa 3.000 soci artigiani,
ovvero più del 50% delle imprese artigiane della provincia. Gli artigiani,
attraverso la Cooperativa di Garanzia, possono ottenere credito a breve
(compreso anticipazioni su finanziamenti Artigiancassa) e a lungo termine
per investimenti. Anche l’intervento della Cooperativa nel 2000 è risultato in calo rispetto all’anno precedente: il totale dei finanziamenti garantiti
è risultato pari a L. 10.733.900.000, con una contrazione del 20% sul
1999.
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