LA FILIERA DELLO SPORT Ho appena finito di

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LA FILIERA DELLO SPORT Ho appena finito di
LA FILIERA DELLO SPORT
Ho appena finito di parlare con un bambino, il quale mi ha detto che è stato tutto il giorno a giocare a palla.
Lì nel giardino di casa sua, insieme ai suoi grandi amici. Però ha qualche dubbio, mi dice, forse domani
andrà in centro del paese sulla pista di pattinaggio. Così credo di non capirci più nulla, per lui il calcio è bello
sì, ma preferisce indossare le scarpe con le rotelle.
A questo punto mi ritiro a casa, accendo la Tv e quella passione che noi esseri umani amiamo tanto, ovvero
lo zapping, mi facapire perché il bambino domani andrà al pattinaggio.
Troppi errori-orrori attorno al calcio, ogni componente declina responsabilità addossandole ad altri; allora
cerco di capire come far cambiare idea al mio piccolo giovane amico, dopotutto ricordo che l'anno scorso
un ometto di dieci anni mi disse: " L'altro giorno ho visto il telegiornale insieme a mio padre, ad un certo
punto abbiamo visto dei soldati americani ed iracheni che giocavano a palla; così ho capito che il calcio è
amicizia".
Capisco, allora, perché non posso permettere che del calcio ce se ne disinnamori. Per me il calcio è quello
che si vede negli stadi pieni pieni di gente in festa che, prendono in giro i cugini avversari; oggi può
accadere invece che allo stadio si rischia di trovarsi catapultati in una rissa dove i protagonisti sono persone
che sfruttano il calcio per esprimere la propria aggressività, la propria frustrazione. Basta tornare indietro e
ricordare tanti incontri, per noi siciliani la mente arriva al derby siciliano del 2007, dove in seguito a feroci
scontri, viene ucciso l'ispettore-capo Raciti.
Che paura, sembrava la fine del calcio. Dello sport. Io il calcio ho continuato ad amarlo, le emozioni che mi
arrivano da questo mondo sono uniche, forse paragonabili a quelle che potrebbe darti l'amore; chi può
raccontare cosa significa l'esultanza del goal è solo chi ama il calcio. Non importa che il goal sia stato
segnato da un bambino di 10 anni o, da un campione del mondo; segnare un goal significa avercela fatta,
significa che l'astuzia, la bravura, lo spirito di gruppo in un perfetto gioco alchemico hanno vinto.
Forse uno dei motivi che mi ha avvicinato a questo mondo è l'utilizzo del linguaggio sportivo-calcistico per
metafore; se tu vuoi far intendere a qualcuno qualcosa basta proiettarsi ad una situazione di calcio per far
subito capire il proprio intento. Eh sì, il calcio è una favola; quanta passione nel seguire i ritmi del
campionato o, delle varie competizioni in giro per il mondo. E poi stai male per un risultato sbagliato, cerchi
di capire perché è mai potuto succedere. I momenti del ritiro, le tensioni del pre-partita, i fari delle
notturne creano in me un turbinio interiore che mi fanno raccontare agli altri quanto il calcio bello ed,
importante sia.
Oggi, però è cambiato. Tutto gode di un aspetto manageriale forse troppo meccanizzato, quanti soldi
ruotano intorno ad esso, ma mi chiedo se davvero questi soldi esistono. Si sente parlare solo di garanzie. Lo
sport fa incontrare tanta gente, è una rete sociale incredibile E poi, con una semplice azione di gioco riesci a
comunicare all'universo, dove ognuno risponde nel modo e nel mondo che gli appartiene.A volte penso che
sia un calcio surreale che gode di una potenza effimera e di uno spirito controverso. Quante volte grazie
all'argomento dello sport si dialoga con persone che mai e poi mai avresti considerato, ognuno dice la sua
scontrandosi in un clima di sportiva conflittualità.
Il campione sì ma quanto sono belli i bambini che appena vedono una palla cominciano a dire: " Del Piero,
Totti..."; molte volte questo è simbolo di complicità tra genitori e figli, tra padri e figli e, dove le mamme
devono adattarsi pur di non rimanere fuori dal gioco. Penso quanto sarà bello un giorno portare mio figlio
allo stadio per una partita della Nazionale Italiana e, far ascoltare a lui l'inno cantato da 50.000 persone. Per
me l'inno cantato prima della partita è l'emosport più forte, vorrei durasse tanto ma in realtà appena inizi a
cantare e noti l'emozione palpabile sul volto dei giocatori, l'inno è già finito.
Un giorno trovandomi di fronte ad un campione di calcio capii che non potevo farne a meno, per me una
partita è come un invito a cena fattomi da un principe. Il calcio è come la musica, è un reticolo che si
sviluppa dentro di te, ti scivola dritto dritto e tu non puoi fare altro che viverlo. Tanta strada è stata fatta da
quando il calcio è approdato in Italia, quando arrivò ad opera dei marinai inglesi a Genoa, Palermo, Livorno.
Oggi tutto è realizzato in funzione della televisione a pagamento, decide gli orari, le giornate in cui si gioca,
il colore della palla; all'inizio era solo di un marrone scuro. Non posso pensare ad un mondo senza lo sport,
per me è sacro. Il calcio, lo sport, sono il racconto della vita.
Una vita che ti costringe a vincere e, se non vinci puoi farlo utilizzando l'umorismo, dote di grandi uomini
che t'insegnano che sì, è bello essere primi, ma si può ugualmente essere vincente se riesci a prendere in
giro te stesso per non avercela fatta.