Settembre 2006

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Settembre 2006
GIORNALE CIVITA SETT
31-08-2006
12:36
Pagina 1
il
Giornale
di
civita
Pubblicazione periodica
dell’Associazione Civita
Anno I, numero 6, settembre 2006
Turismo
& Cultura
per il rilancio
dell’Italia
Per una realtà come l’Associazione Civita, che da ormai quasi
venti anni ha intrapreso un percorso di sostegno alla cultura,
facendosi portatrice di intuizioni innovative, partecipando
attivamente alle trasformazioni avvenute nel settore dei beni
culturali fino a raggiungere risultati di eccellenza nella
gestione e promozione del nostro patrimonio culturale,
l’appuntamento annuale costituito dall’Assemblea Generale è
diventato un momento fondamentale non solo per gli
adempimenti statutari, ma anche per incontrare importanti
rappresentanti delle Istituzioni e confrontarsi sullo sviluppo del
nostro settore di competenza. Quest’anno l’Assemblea di Civita,
tenutasi lo scorso 3 luglio presso la Sala Pietro da Cortona dei
Musei Capitolini, ha anche avuto l’onore di ospitare l’On.
Francesco Rutelli. Una presenza importante non solo per il suo
ruolo istituzionale di Vice Presidente del Consiglio e Ministro
per i Beni e le Attività Culturali, ma anche per aver visto Civita
muovere i suoi primi passi come operatore privato a servizio di
un settore tradizionalmente pubblico come quello culturale. E
ancora perché il nuovo Governo, decidendo finalmente di
attribuire nell’agenda politica la centralità che meritano a temi
quali la cultura e il turismo, inquadrandoli come due facce della
stessa medaglia, ha fatto propria una scelta da noi
vigorosamente sollecitata, nella consapevolezza che solo il
rinnovato connubio fra questi due aspetti possa rafforzare
l’identità dell’Italia. La delega al turismo, affidata dal Governo
Prodi al Vice Presidente del Consiglio e Ministro per i Beni e le
Attività Culturali e l’insediamento da poco varato di una
Commissione mista economia-beniculturali, segnano l’inizio di
un nuovo modo di intendere il patrimonio italiano, identificato
come “sistema linfatico” del nostro Paese. In questo ambito,
Civita è in grado di dimostrare che assumendo come prassi
diffusa l’attitudine a sviluppare sinergie fra turismo e cultura e
traducendola in concrete strategie di intervento sul territorio,
sarebbe possibile nel breve-medio periodo raddoppiare il
contributo relativo prodotto sul PIL nazionale dal turismo
culturale, che oggi si attesta sull’11%. Considerata la grande
domanda d’Italia che si registra nel mondo ma che non trova
un’esauriente capacità d’offerta, questa riflessione deve
puntare anche sulla capacità del binomio “turismo &cultura” di
agire da vettore di un nuovo modello di sviluppo integrato, che
Alcuni momenti dell’Assemblea
dei Soci di Civita del 3 luglio 2006.
A destra il Ministro Rutelli con il
Presidente dell’Associazione Civita
Antonio Maccanico;
sotto, da sinistra,
Gianfranco Imperatori
Francesco Rutelli,
Antonio Maccanico
e Albino Ruberti.
coinvolga tutti i settori produttivi tradizionali, dal commercio
all’agricoltura, dall’industria ai servizi, all’artigianato. Su
ciascuno di questi, che costituiscono la cosiddetta “filiera della
valorizzazione culturale”, Civita può dimostrare gli effetti
generati in termini di nascita di nuove imprese e creazione di
nuovi profili professionali. Le potenzialità legate alla
riqualificazione dell’offerta in termini di infrastrutture per il
turismo culturale sono infatti enormi: tra i numerosi ambiti di
intervento che la nuova cultura del turismo renderà prioritari ci
sono ad esempio gli investimenti per i porti, gli aeroporti, ma
anche il potenziamento quali/quantitativo di un comparto
ricettivo che ad oggi risulta del tutto insufficiente ad accogliere
flussi crescenti di visitatori. Il tema della città in trasformazione
è un ulteriore indicatore del ruolo catalizzatore svolto dalla
cultura: in Italia disponiamo di un patrimonio potenzialmente
utilizzabile come “detonatore di crescita”, motore di sviluppo
non solo per i centri storici ma anche per quelle periferie che
necessitano di una vigorosa iniezione di vivibilità. Questa può
essere generata solo dalla capacità di coniugare tradizione e
modernità, da un lato, dotando le città italiane di piattaforme
informatiche che assicurino la massima governabilità,
produttività ed efficienza; dall’altro, attuando strategie di
ampio respiro per la riqualificazione e il restyling (recupero delle
piazze storiche, predisposizione di strumenti per l’accessibilità e
la fruibilità di luoghi e monumenti), anche attraverso la
fornitura di servizi differenziati ed efficienti a cittadini e
visitatori (segnaletica, strutture per parchi e aree di sosta, per
l’igiene urbana, pensiline, illuminotecnica). Un terreno, questo,
dove convergono e si coniugano interessi diversi: quelli dei
soggetti pubblici, preposti alla tutela dei monumenti e dei
patrimoni immobiliari di interesse storico e all’incremento della
loro fruibilità, nonché al governo della città e
all’implementazione dei piani urbanistici; così come quelli del
mondo imprenditoriale, composto da aziende che producono,
lavorano e commercializzano materiali metallici, resine, vetro,
legno, ecc. (la cosiddetta “filiera dell’arredo urbano”). In tutti i
settori considerati, Civita, in quanto operatore che si confronta
in chiave imprenditoriale con le diverse sfaccettature del
sistema-cultura, è impegnata ad accompagnare l’impresa nel
tragitto della specializzazione produttiva imposto dall’economia
della conoscenza, attraverso la promozione di progetti che
coniugano gli interessi dell’industria manifatturiera con le
esigenze di valorizzazione espresse dal settore culturale. Inoltre,
grazie alla definizione di nuovi distretti culturali e turistici,
abbiamo rafforzato la nostra capacità progettuale al servizio di
Province e Regioni, incoraggiando l’ampliamento delle
partnership fra pubblico e privato, comprese Fondazioni,
Camere di Commercio, Associazioni degli imprenditori, Istituti
bancari. Il raggiungimento di importanti risultati generati dagli
effetti che la cultura ha fatto registrare in termini di
investimenti, occupazione e nuove prospettive di mercato per le
imprese, assume un significato particolare proprio in una fase
di stagnazione per l’economia del Paese, causata dal passaggio
obbligato – ma non per questo agile e indolore – da un modello
di sviluppo fondato sull’industria manifatturiera ad uno che
dall’economia della conoscenza trae la propria linfa vitale.
Sulla base di queste premesse, considerando in particolare le
attività gestionali nei musei e l’organizzazione di mostre come
Tiziano, Gentile da Fabriano e Andrea Mantegna, il consuntivo
di Civita presentato all’Assemblea è indubbiamente positivo e i
risultati raggiunti ci consentono di impostare un bilancio
preventivo incoraggiante, con la volontà di ampliare i campi di
intervento e di porre grande attenzione alla necessità di
innovazione del settore. Tuttavia, perché a livello di sistemaPaese quest’approccio venga pienamente metabolizzato e possa
generare gli effetti auspicati, nutriamo la speranza che il
Governo, secondo la nuova linea presentata dallo stesso
Ministro anche all’Assemblea di Civita, dia seguito alla
inconfutabile crescita di consensi e sensibilità su questi temi,
che da sempre vedono Civita impegnata in prima linea, con
politiche finanziarie, fiscali e atti di indirizzo per le Regioni e gli
Enti locali, finalizzati a garantire la capacità di cogliere e
vincere la sfida dello sviluppo.
Gianfranco Imperatori
Segretario Generale Associazione Civita
IN PRIMO PIANO
Un articolato percorso espositivo
nella casa del Mantegna presenta
le architetture di L. B. Alberti,
uno dei massimi protagonisti
del primo rinascimento italiano.
I.P.
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Giornale
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civita
LE ATTIVITÀ
DEL
GRUPPO
VENEZIA
NAPOLI
Il più bello
dei Paradisi
Un Leone d’oro
al Madre
Sala del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale, cuore del
potere dell’antica Repubblica di Venezia: sulla parete
orientale al di sopra della tribuna, ove un tempo
prendevano posto il doge e i suoi consiglieri, si ergeva,
almeno fino oltre la metà del secolo XVI, un immenso
affresco comunemente noto come il Paradiso, eseguito
verso il 1365 dal più famoso artista dell’epoca in questa
zona, il padovano Guariento (attivo tra il 1338 e il 1367).
Quasi completamente distrutto da un grave incendio
scoppiato nel 1577, l’affresco venne coperto dalla grande
tela di Tintoretto che, realizzata tra il 1588 e il 1592,
rappresenta anch’essa, il Paradiso. Di fronte a quest’opera
d’arte, alcuni interrogativi sorgono in noi spontanei: perché
un soggetto sacro per la decorazione più importante della
sala che ospita la principale magistratura del governo laico
della Repubblica? E come giunge la Serenissima,
confermando la scelta di questo soggetto oltre duecento
anni dopo la prima decorazione, ad affidare l’incarico a
Tintoretto? La mostra “Il paradiso di Tintoretto. Un
concorso per Palazzo Ducale”, a cura di Giandomenico
Romanelli, Jean Habert e Maria del Mar Borobia Guerrero,
cerca di rispondere proprio a queste domande. L’esposizione
inizia il suo percorso dalla sala in cui sono esposti i resti
recuperati dell’antico affresco del Guariento e cerca di
ricostruire la singolare vicenda del concorso tra artisti che
nel 1582 venne bandito dalla Serenissima per la
realizzazione della più grande tela del mondo, il Paradiso
del Maggior Consiglio. La gara fu assegnata, curiosamente,
non ad uno ma a due artisti, Paolo Veronese e Francesco
Bassano, che avrebbero dovuto lavorare insieme, ma l’opera,
nel 1588, alla morte improvvisa di Paolo, non si era ancora
realizzata. L’incarico venne quindi affidato a Tintoretto, che
vi lavorò, con il preponderante aiuto del figlio Domenico,
tra il 1588 e il 1592. Al giovane Palma (1548-1628), fu
invece affidato dalla Repubblica l’incarico di realizzare, nella
contigua sala dello Scrutinio, che allora precedeva
nell’accesso quella del Maggior Consiglio, un Giudizio
Universale, prima tappa di un ideale percorso di redenzione
verso la meta finale rappresentata da questo particolare
Paradiso veneziano, così tipicamente oscillante tra passioni
umane, anelito spirituale e ragioni politiche. Grazie alla
collaborazione delle Istituzioni che oggi li conservano (tra
cui il Louvre e il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid,
coorganizzatori dell’esposizione) è stato possibile riunire di
nuovo, dopo oltre quattro secoli, alcuni dei dipinti
presentati alla gara da pittori del calibro di Paolo Veronese,
Francesco Bassano, Jacopo Palma il Giovane e
naturalmente dal vincitore, Tintoretto, presente con varie
interpretazioni del tema. Per la prima volta la mostra
consente di confrontare i dipinti e di verificare come la
personalità di ogni artista abbia saputo offrire approcci ed
esiti assai diversi a un tema rigidamente definito dalla
committenza. Grazie ad una postazione informatica, sarà
inoltre possibile esprimere, come in un gioco, il proprio
parere su quale avrebbe dovuto essere il vincitore.
IL PARADISO DI TINTORETTO.
Un concorso per Palazzo Ducale
Venezia, Palazzo Ducale, Piazza San Marco 1
Dal 9 settembre al 3 dicembre 2006
Tutti i giorni 9.00 – 19.00 fino al 31 ottobre;
9.00 – 17.00 dal 1 novembre (ultimo ingresso alle 18.00
fino al 31 ottobre; alle 16.00 dal 1 novembre)
Informazioni e prenotazioni: 0415209070
Biglietti: intero € 12,00; ridotto € 6,50
Catalogo: 5 Continents
Sito internet: www.museiciviciveneziani.it
PARMA
Viaggio nel Medioevo
quotidiano
Com’era Parma al tempo della dedicazione della Cattedrale?
Come vivevano i suoi cittadini? Che monete circolavano,
quali attrezzi da cucina si usavano, come si pregava? Ecco
un’insolita e accattivante esposizione, per raccontare la vita
della gente comune nel Medioevo. Un modo per entrare
davvero nella storia attraverso “i segreti quotidiani di
un’epoca”. Promossa dal Comune di Parma e dalla
Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e
Etnoantropologico di Parma e Piacenza e organizzata con le
istituzioni culturali della città (Archivio di Stato, Biblioteca
Palatina, Museo Archeologico Nazionale, Università, Casa
della Musica), la mostra – che si inserisce nell’ambito delle
celebrazioni per i 900 anni della Cattedrale – racconta la
realtà di tutti i giorni, pubblica e privata, a Parma, dagli
albori del Medioevo all’instaurarsi della signoria viscontea
nel 1347. In un caleidoscopio d’aspetti: culturali, spirituali,
sociali, politici ed economici; dai più seri ai più curiosi.
Un’impresa complessa e singolare. Si conosce ancora poco
di questo periodo storico ed è impegnativo ricostruire la
quotidianità delle persone comuni: a parte chi detiene il
potere religioso e politico, la vita degli altri scorre anonima,
quasi senza lasciare traccia. Per creare un percorso espositivo
scientifico, ma coinvolgente, in grado di trasmettere
conoscenze, ma anche di stupire ed emozionare, i vari
reperti, oggetti e documenti vengono presentati, sempre nel
rispetto della rigorosa ricostruzione storica, avvalendosi delle
nuove e sofisticate tecnologie multimediali. Questo grazie
alle ricostruzioni multimediali ed alle installazioni di Studio
Azzurro e Cineca, che faranno “vivere il Medioevo” nella
Piazza del Comune dove proiezioni e ricostruzioni
tridimensionali consentiranno di immergersi nel mercato, di
assistere alle lotte tra diverse fazioni, di partecipare ad un
corteo che festeggia la vittoria dei parmigiani su Federico II.
Un’esposizione che, narrando anche del dualismo tra potere
papale e imperiale, dell’assetto urbanistico della città, delle
arti e dei mestieri, delle feste religiose e di quelle laiche e di
quel misticismo che attraversa l’esistenza di ciascuno e
permette la costruzione di opere imponenti come la
Cattedrale, offre a tutti i visitatori, attraverso un
coinvolgimento non solo visivo ma anche fisico,
l’opportunità d’appassionarsi a questa straordinaria epoca
storica, vedendola “materializzarsi”.
VIVERE IL MEDIOEVO Parma al tempo della Cattedrale
Parma, Palazzo della Pilotta, Voltoni del Guazzatoio
Dall’8 ottobre 2006 al 14 gennaio 2007
Da martedì a domenica 9.00 – 19.00 (ultimo ingresso 18.30)
Informazioni: 0521218889 – 199199111
Biglietti:
intero € 7,00; ridotto € 5,00; ridotto scuole € 3,00
Catalogo: Silvana Editoriale
Sito internet: www.cattedrale.parma.it
L’AGENDA DELLE MOSTRE
PADOVA (Musei Eremitani)
VERONA (Gran Guardia)
MANTOVA (Palazzo Te)
dal 16 settembre 2006
al 14 gennaio 2007
Mantegna 1506-2006
PERUGIA, TERNI, FOLIGNO,
SPOLETO, CITTÀ DI CASTELLO,
ORVIETO
dal 23 settembre 2006
al 7 gennaio 2007
Arte in Umbria nell'Ottocento
MANTOVA
Casa del Mantegna
dal 16 settembre 2006
al 14 gennaio 2007
Leon Battista Alberti
e l'architettura
ORVIETO
Palazzi Papali
e chiesa di Sant’Agostino
fino al 7 gennaio 2007
Le stanze delle meraviglie
Verso il nuovo Museo
dell’Opera del Duomo di Orvieto
VERONA
Museo di Castelvecchio
fino al 3 settembre
Carlo Scarpa a Castelvecchio
Centenario Carlo Scarpa
NAPOLI
Museo Madre
fino al 18 settembre
Jannis Kounellis
Il Museo d’Arte Donnaregina di Napoli,
MADRE si prepara ad ospitare, dopo la grande
retrospettiva dedicata al maestro Jannis
Kounellis, un altro esponente dell’arte
contemporanea, universalmente considerato
uno degli artisti più cruciali ed influenti del
dopoguerra: Bruce Nauman. Nato a Fort
Wayne, Indiana, nel 1941 realizza la sua
prima personale nel 1966 alla Galleria Nicolas
Wilder di Los Angeles. Tra le grandi
retrospettive a lui dedicate si ricordano la
mostra itinerante al Walzer Art Center di
Minneapolis, al Hirshhorn Museum di
Washington e al Reina Sofia di Madrid negli anni 90. E’
stato inoltre insignito del Leone d’oro alla 48a Biennale di
Venezia nel 1999. La mostra “Make Me Think Me”,
organizzata in collaborazione con la Tate Liverpool, riunisce
sessanta lavori, tra sculture, neons, video, performance e
disegni, eseguiti tra 1966 ed il 2005. In una lucida e spietata
analisi della condizione umana, Nauman utilizza il processo
artistico creando una serie continua di attività sperimentali
che inglobano i più disparati campi di attività come gli studi
sul comportamento e il linguaggio scritto e parlato.
E proprio il linguaggio - paradossalmente per un artista
tanto restio a parlare del suo lavoro - è stato scelto da
Nauman come base della sua opera, espressione di
un’attenta disamina delle nostre emozioni e dei nostri stati
psicologici più nascosti, attraverso cui, servendosi di semplici
stratagemmi, peculiari della sua arte, l’artista riesce ad
indurre il suo pubblico a profonde riflessioni e a dimostrare
la tensione e la pressione del nostro vivere contemporaneo.
MAKE ME THINK ME
Napoli, Museo Madre, Via Settembrini 79
Dal 7 ottobre 2006 al 19 gennaio 2007
Dal lunedì al giovedì e la domenica 10.00 – 21.00;
venerdì e sabato 10.00 – 24.00; martedì chiusa
Informazioni e prenotazioni: 0815624561
Biglietti: intero € 7,00; ridotto € 3,50; lunedì gratuito
Catalogo: Electa
Sito Internet: www.museomadre.it
TURISMO CULTURALE
Le guide di Civita
ai Distretti Culturali
Nel mese di luglio è stato presentato nel castello svevo di
Melfi il terzo volume della collana di guide ai Distretti
culturali realizzate da Civita. Questo volumetto abbraccia il
Vulture Alto Bradano, un territorio lucano poco noto, ma di
alte valenze paesaggistiche, architettonico-monumentali ed
eno-gastronomiche. Il primo volume di questa serie è stato la
Guida al Distretto dell’Area Grecanica, nell’estremità più
meridionale della provincia di Reggio Calabria, di cui si è
voluto mettere in luce lo straordinario patrimonio dovuto ai
contatti con la Grecia, che hanno avuto inizio con le colonie
magno greche, sono stati rinnovati con l’arrivo dei monaci
basiliani nell’alto medioevo. Il secondo volumetto è stato
invece dedicato al Distretto archeologico della provincia di
Salerno, un’area in cui le popolazioni greche, romane e
italiche hanno lasciato ricche testimonianze dei loro abitati e
necropoli, intorno ai ben noti poli di Paestum e Velia.
Nonostante oggi vadano affiancate con strumenti di
comunicazione informatici, le guide al territorio rimangono
uno strumento di grande importanza per rendere
riconoscibile una destinazione turistica, perché raccolgono in
un’unica pubblicazione le informazioni pratiche, i
suggerimenti di itinerario e una cornice storico-culturale in
cui sarà possibile, per il visitatore, inquadrare quello che vede.
Rispettando questa impostazione, le guide di Civita non sono
mai settoriali ed anche quando partono da un tema
prevalente, l’archeologia ad esempio, danno sempre anche
cenni sulle altre ricchezze dell’area, proprio nell’ottica di
integrazione delle risorse che è alla base del concetto stesso
di Distretto culturale. Questa collana rappresenta quindi un
progetto pilota per avviare la realizzazione di offerte di
turismo culturale che accrescano la consapevolezza dei
residenti del valore del proprio patrimonio e possano
orientare le scelte di visitatori curiosi in cerca di nuove mete.
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LE ATTIVITÀ
DEGLI
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ASSOCIATI
AURORA
In progetto il Museo
della Scrittura
Si chiama “Museo del Segno e della Penna” il grande
progetto culturale di Aurora. Presso l’area Bertolla, dove
Aurora possiede i chiostri di uno dei più antichi complessi
abbaziali del XII secolo piemontese, si opererà un
significativo intervento di restauro e recupero funzionale. Gli
obiettivi sono, da un lato, riqualificare il degradato territorio
della zona Bertolla, dall’altro recuperare il bene storico e
artistico, l’Abbazia benedettina di San Giacomo di Stura,
fondata nel 1146. Lo scopo è quello di trasformare l’entità
industriale per realizzare un polo museale polifunzionale
che ospiti beni e strumenti quali testimonianze
dell’evoluzione della scrittura, intesa come principale
strumento di comunicazione e trasmissione del sapere.
Non si tratterà solo di un museo aziendale, ma sarà aperto
a donazioni e conferimenti di beni e collezioni storiche. Si
prevedono spazi dedicati ad attività didattiche, laboratori e
convegni al fine di coinvolgere enti scientifici e culturali.
Sarà una struttura dinamica e coinvolgente, dotata di
strumentazioni tecnologicamente avanzate. Una finestra sul
mondo del segno scritto lasciato dall’uomo. L’istituzione
dell’Associazione Aurea Signa, ha consentito di iniziare a
svolgere il fondamentale lavoro di ricerca e di catalogazione
dei beni oggetto delle future esposizioni e a sviluppare i
contatti presso Enti e Fondazioni, volgendo all’interazione
tra Istituzioni pubbliche e private a sostegno della nascita
dell’ente museale. Non solo penne e oggetti di lusso,
dunque, per la storica manifattura torinese, ma un
patrimonio di quasi cento anni dedicati al fascino della
scrittura che Aurora trasmette, con successo, attraverso gli
eventi e l’impegno costante di Aurea Signa.
In attesa della realizzazione di questo ambizioso progetto,
l’attenzione crescente di Aurora verso il mondo culturale si
concretizza nella partecipazione ad altri eventi: di recente
l’azienda ha riscosso la curiosità dei visitatori al Salone del
Libro di Torino, grazie alla collaborazione con Stefano
Arte e dallo Statens Museum for Kunst di Copenaghen e
promossa dalla Cassa di Risparmio di Ferrara, dalla
Fondazione Carife, dal Comune di Ferrara e
dall’Amministrazione Provinciale di Ferrara, è la prima
retrospettiva a lui dedicata in Italia negli ultimi trent’anni.
È una rassegna che ricostruisce l’intero arco dell’attività di
Derain, a partire dalle brillanti prove giovanili, testimoni
della riflessione sull’impressionismo e sulla pittura di Van
Gogh e Gauguin. Negli abbaglianti paesaggi fauves eseguiti
a partire dal 1905, così come nei folgoranti ritratti coevi,
un’autentica esplosione di colori puri sovverte i canoni della
rappresentazione naturalistica, dando forma all’universo di
emozioni che agitano l’animo dell’artista.
Il fascino dell’arte primitiva, insieme alla grande lezione di
Cézanne, sono la chiave della successiva svolta di Derain: a
partire dal 1907 egli sperimenta una semplificazione
geometrica delle forme che affianca le prime ricerche
cubiste di Braque e Picasso. La parte centrale della rassegna
è dedicata ai ritratti e alle nature morte degli anni 1912-14,
maestose e ascetiche icone che esercitarono una misteriosa
seduzione su generazioni di artisti e poeti.
Dopo la prima guerra mondiale, Derain non cessò più di
interrogare i maestri del passato, reinterpretando in chiave
moderna la pittura di Tiziano, dei grandi olandesi, di Renoir
e, ancora, l’arte romana. La mostra si chiude con le grandi
composizioni decorative eseguite a partire dal 1935,
spettacolari “messinscene” teatrali che testimoniano una
rara qualità di luce e di materia.
ANDRÉ DERAIN
Ferrara, Palazzo dei Diamanti
Dal 24 settembre 2006 al 7 gennaio 2007
Tutti i giorni 9.00 - 19.00
Call Center Ferrara Mostre e Musei: 0532.244949
Biglietti: intero € 9,00 - ridotto € 7,50 - scuole € 4,00
Catalogo: Ferrara Arte
Siti internet: www.palazzodiamanti.it - www.studioesseci.net
FONDAZIONE BANCA AGRICOLA
MANTOVANA
Faravelli, il quale ha mostrato in diretta come nascono gli
acquarelli dei suoi raffinati e coinvolgenti Carnets de
voyage. L’artista infatti, come ha spiegato Cesare Verona,
direttore generale di Aurora, è considerato un testimonial
non solo dell’azienda ma dei valori di manifattura, di
precisione, di fantasia e nello stesso tempo di
internazionalità in cui Aurora crede.
CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA
La prima volta
di Derain
Pioniere delle più audaci avanguardie artistiche del primo
Novecento, dal fauvisme al cubismo, precursore del
classicismo degli anni Venti e Trenta, André Derain (18801954) è una figura chiave nella storia dell’arte moderna, un
maestro che ebbe grande seguito in tutta Europa e anche
nel nostro paese. Questa mostra, organizzata da Ferrara
Nuove erogazioni a
sostegno della cultura
Un milione e 230 mila euro per l’arte, gli interventi in
campo sociale, la cultura e lo spettacolo: una pioggia di
soldi che la Fondazione Banca Agricola Mantovana ha
deciso di stanziare nel corso dei primi quattro mesi del
2006 per finanziare 36 progetti in vari settori.
In particolare, novantamila euro sono stati destinati al
Comitato Organizzatore del Festivaletteratura ed al Centro
Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te di Mantova
per i concerti che in settembre vedranno la direzione di
Ryuichi Sakamoto,
grande compositore
e musicista, già
Premio Oscar per le
musiche del film “Il
piccolo imperatore”
di Bernardo
Bertolucci. Gli
appuntamenti
musicali si
inseriscono
nell’ambito delle
celebrazioni del cinquecentenario della morte del grande
pittore Andrea Mantegna, per le quali le città di Mantova
(dove l’artista si spense il 13 settembre 1506), Padova e
Verona sono impegnate nell’organizzazione di mostre,
itinerari, dibattiti e iniziative, che andranno avanti fino al
2007. Si tratta di un progetto, ideato dalla Fondazione
Banca Agricola Mantovana in collaborazione con Ars
Creazione e Spettacolo ed esteso al Festivaletteratura e al
Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te, che
prevede due performances musicali – teatrali con la regia di
Federica Restani, create dal compositore nipponico per
l’anno del Mantenga.
Il primo evento si terrà mercoledì 6 settembre 2006 in
Piazza Castello (Cortile di Palazzo Ducale), in apertura del
Festivaletteratura, con una serata di musica classica diretta
da Sakamoto, accompagnato dall’Orchestra da camera di
Mantova e con la recitazione degli attori di Ars Creazione e
Spettacolo su testi riferiti al Mantegna, elaborati da alcuni
importanti scrittori che parteciperanno al Festivaletteratura.
Il secondo concerto si terrà martedì 12 settembre 2006 in
Piazza Castello per inaugurare la mostra del Mantegna al
Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te,
sempre con la direzione musicale di Sakamoto, con brani di
musica elettronica e con testi recitati dal poeta Edoardo
Sanguinetti e dello scrittore Giuseppe Genna, integrati da
apparati di grafica luminosa dell’artista internazionale
Marco Nereo Rotelli.
LISTONE GIORDANO-MARGARITELLI
Pinturicchio,
testimonial d’eccezione
di “Artevita”
Magnifico
dipinto di
Pinturicchio,
recentemente
acquisito dal
gruppo
Margaritelli e
affidato alla
Fondazione
Guglielmo
Giordano che ne
ha in cura lo
studio e la
divulgazione, il
“Bambin Gesù
delle mani” sarà
esposto per la
prima volta a
Perugia nella
Sala Podiani
della Galleria
Nazionale, il 16 settembre, nell’ambito della mostra
“Artevita”. Quest’ultimo è un evento, promosso dalla
Fondazione Guglielmo Giordano in collaborazione con il
Comune di Perugia e curato da Aldo Iori, dedicato all’arte
contemporanea, il cui ricavato sarà interamente devoluto
alle associazioni impegnate nella ricerca contro le malattie
rare dell’infanzia. Come testimonianza del legame fortissimo
esistente tra sei aziende del territorio umbro (tra cui
figurano Listone Giordano ed Emu, soci di Civita) e
altrettanti noti artisti contemporanei, alcune significative
opere, al termine della mostra, verranno ospitate presso le
sedi stesse delle aziende promotrici dell’iniziativa dando vita
ad un ulteriore circuito illustrativo di grande valore
simbolico. L’opera “Bambin Gesù delle mani”, proveniente
dallo smembramento di un dipinto murale realizzato
attorno al 1492 dal pittore umbro negli Appartamenti
Borgia in Vaticano e solo recentemente riapparsa, con
grande clamore, dopo oltre 500 anni di oblio, è stata
presentata in giugno in anteprima presso la sede di Civita
dal segretario generale Gianfranco Imperatori, da Claudio
Strinati, soprintendente per il polo museale di Roma, e da
Franco Ivan Nucciarelli, storico dell’arte tra i massimi esperti
del Pinturicchio, che ha individuato nel circuito antiquario il
prezioso dipinto, riconoscendovi l’inconfondibile mano del
maestro quattrocentesco. Dopo circa un mese di esposizione
a Perugia, il dipinto sarà concesso in prestito per altre
mostre in Italia e all’estero, cosa che permetterà di
conoscere l’affascinante storia di questo capolavoro e
accendere i riflettori sul suo autore, in attesa della grande
manifestazione dedicata a Pinturicchio che l’Umbria si
appresta ad organizzare per la fine del 2007.
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civita
IN PRIMO PIANO
Rivista mensile dell’Associazione Civita
Iscrizione N.5933 del 17.01.2006
Direttore Responsabile
Gianfranco Imperatori
Comitato Scientifico
Antonio Paolucci (Presidente), Umberto Allemandi,
Francesco Aloisi de Larderel, Armida Batori,
Enrico Bellezza, Paolo Galluzzi, Adriano La Regina,
Luca Odevaine, Pietro A. Valentino
“L’eccezionalità della figura di Leon Battista Alberti
(1404-1472) nel primo Rinascimento risiede nella
sua cultura umanistica, ampia e rivolta anche alle
matematiche e alle tecniche oltre che alla sua
capacità di costruire su questa base una nuova
figura di architetto, che interpreta dopo la metà del
secolo distinguendosi fortemente da quelle
tradizionali dei costruttori e uomini di cantiere del
suo tempo. Fonte principale dei suoi progetti sono le
architetture antiche di Roma, dove spende la
maggior parte della vita come abbreviatore presso la
curia papale. Di una generazione più giovane di
Brunelleschi, Alberti, di illustre famiglia fiorentina,
tiene anche perciò conto delle innovazioni fiorentine
ma le intreccia con le esperienze romane, scrive il
primo trattato rinascimentale d’architettura e si
presenta grazie a questo come innovatore alle più
importanti famiglie italiane, con le quali tiene
contatti e fra le quali sceglie i suoi committenti
d’architettura. La mostra mantovana, che conclude
le celebrazioni organizzate dal Comitato Nazionale
per il VI centenario della nascita dell’artista, è diretta
alla conoscenza filologica e critica della sua intera
produzione architettonica che, dopo gli studi
connessi alle celebrazioni del centenario, appare in
una maggiore complessità di rapporti con la storia
della cultura, della letteratura e dell’arte, ed esamina
i diretti influssi delle architetture albertiane su
pittori e scultori sino agli anni conclusivi della sua
attività a Mantova, dove si trova a confronto con
Mantegna, chiamato come lui a rispondere, dal
1460, alla committenza di Ludovico Gonzaga”
Francesco Paolo Fiore, Presidente del Comitato
Nazionale delle Celebrazioni del VI Centenario della
nascita di Leon Battista Alberti
Coordinamento Editoriale
Albino Ruberti, Giovanna Castelli, Alberto Rossetti,
Dario Zerboni
Caporedattore
Maria Rita Delli Quadri
Redazione
Arianna Diana
Hanno collaborato a questo numero
Lucia Bianco, Francesca Neri, Allegra Pazienti,
Giovanna Scanu, Candida Vivalda
Progetto grafico
Claudio Zito
Impaginazione
Laura Salomone
www.civita.it
Presidente
Antonio Maccanico
Segretario Generale
Gianfranco Imperatori
Direttore
Albino Ruberti
Direttore Marketing e Sviluppo
Dario Zerboni
Responsabile Rapporti Istituzionali
Rita Cerri
Direttore Civita Servizi
Alberto Rossetti
Direttore Consorzio Civita
Giovanna Castelli
Tempio di San Sebastiano, Mantova, progettato da Leon Battista Alberti
GLI ASSOCIATI
MANTOVA
Le architetture di Alberti
nella casa di Mantegna
Leon Battista Alberti, scrittore, trattatista e
architetto, è una delle maggiori e più
originali personalità del Quattrocento. Il
sesto centenario della nascita (2004), ha
suscitato numerose iniziative di studio e
convegni organizzati dal Comitato
Nazionale che ne hanno approfondito
l’opera nel suo insieme e, nel 2005, le
mostre “La Roma di Leon Battista Alberti”
(Roma, Musei Capitolini) e “La biblioteca di
Leon Battista Alberti”, (Firenze, Biblioteca
Laurenziana) che hanno permesso di
presentare ad un più ampio pubblico i
risultati della ricerca. Le esposizioni sinora
realizzate, ivi compresa quella dedicata a
“Leon Battista Alberti e le arti a Firenze”
(Firenze, Palazzo Strozzi, 2006) con il
patrocinio del Comitato Nazionale, hanno
illustrato i legami dell’opera di Alberti sotto
diversi punti di vista e con le fonti e le arti
del suo tempo, ma non hanno affrontato
l’insieme della sua opera architettonica,
capace di ispirare la produzione europea
sino a tutto il secolo XIX. La mostra Leon
Battista Alberti e l’architettura viene perciò
organizzata dal Comitato Nazionale in
collaborazione con la Provincia, il Comune
di Mantova, la Fondazione Banca Agricola
Mantovana e il Centro Studi Leon Battista
Alberti come mostra conclusiva di questo
felice momento di interesse per il primo
Rinascimento italiano che vede Alberti fra i
massimi protagonisti, in particolare in
architettura, e intende documentare e
discutere criticamente le vicende di tutti i
principali edifici riconosciuti all’artista,
seguendone le vicende anche attraverso le
proposte di completamento e le più
importanti opere di restauro intervenute
sino ad oggi. All’iconografia più antica e a
parti della decorazione architettonica, ormai
ricoverate nei musei, il Comitato Scientifico
- presieduto da Francesco Paolo Fiore e
composto da Marcello Balzani, Arnaldo
Bruschi, Massimo Bulgarelli, Howard Burns,
Arturo Calzona, Matteo Ceriana, Marco
Collareta, Carla Di Francesco, Christoph L.
Frommel, Charles Hope, Livio Volpi
Ghirardini - ha previsto l’accostamento, per
ognuno dei monumenti considerati, di
dipinti e sculture che testimonino gli stretti
rapporti di Alberti architetto con le novità
artistiche del suo tempo e come gli artisti
abbiano a loro volta reagito di fronte alle
sue architetture nei diversi centri italiani del
Rinascimento. Il novero di tali opere, che
potrebbe risultare assai vasto, è stato
limitato a quelle che sono sembrate più
strettamente e giustificatamente legate alle
architetture di Alberti, o perché
direttamente inserite nei suoi stessi edifici, o
perché portatrici di evidenti riprese
figurative e di particolari soluzioni, tanto da
testimoniare la prima fortuna artistica
dell’architettura albertiana. Verranno inoltre
presi in considerazione numerosi disegni dei
secoli XIX e XX e modelli utili a discutere
l’originalità degli edifici e storicizzarne le
trasformazioni, a fronte di nuovi rilievi di
precisione eseguiti in occasione della mostra
con la collaborazione dell’Università di
Ferrara. Luogo della mostra saranno gli
ambienti della Casa del Mantegna, di
proprietà della Provincia di Mantova, che si
trova di fronte alla chiesa di San Sebastiano,
una delle massime architetture di Alberti.
L’ospitalità della Casa del Mantegna
permette, già di per sè, di accostare la
mostra a quelle che saranno
contemporaneamente aperte a Mantova per
illustrare l’opera di Andrea Mantegna,
permettendo di rinnovare idealmente il
tempo della illuminata committenza di
Ludovico Gonzaga, che volle impiegare
entrambi gli artisti nella sua città. Né va
dimenticato che il Mantegna, al momento
del suo arrivo a Mantova nel 1460, sia
impegnato dal marchese Gonzaga nella
progettazione dell’architettura oltre che
nella realizzazione delle opere pittoriche per
la Cappella di San Giorgio, sfortunatamente
distrutta. L’esposizione della prima fortuna
artistica delle architetture di Alberti troverà
dunque nelle opere di Mantegna raccolte per
l’occasione alle Fruttiere di Palazzo Te, oltre
che nella sua stessa casa e nelle architetture
mantovane, un diretto e più ampio termine
di paragone, mentre la mostra su Mantegna
si gioverà a sua volta del confronto con le
opere degli altri artisti esposte in relazione
con l’architettura di Alberti. Insieme a Luca
Fancelli, Mantegna si può infatti annoverare
fra i possibili continuatori delle architetture
di Alberti a Mantova. L’interpretazione del
linguaggio albertiano sarà approfondita in
catalogo anche per quanto riguarda gli altri
più noti esecutori delle architetture di Alberti,
quali Matteo de’ Pasti e Bernardo Rossellino,
ma anche per quanto riguarda i rapporti con
gli architetti Antonio Manetti Ciaccheri,
Michelozzo, Francesco del Borgo e i
numerosi altri artisti attivi nei centri dove
Alberti fu presente come consulente oltre che
come autore di architettura.
DAL 16 SETTEMBRE 2006
AL 14 GENNAIO 2007
Leon Battista Alberti e l’Architettura
Mantova, Casa del Mantegna,
Via Giovanni Acerbi 47
Dal 16 settembre 2006 al 14 gennaio 2007
Tutti i giorni 9,30 – 19,00
(la biglietteria chiude alle 18,00)
Informazioni e prenotazioni:
199.199.111
Biglietti:
intero € 7,00
ridotto € 5,00
ridotto scuole € 3,00
Catalogo:
Silvana Editoriale
Sito internet:
www.fondazioneleonbattistaalberti.it
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