Mostra Caravaggio

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Mostra Caravaggio
Sfoglio - La Nuova Sardegna Sassari
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Dal 26 giugno nella sala Duce rinnovata decine di quadri e la “Medusa”
Caravaggio e i caravaggeschi
Storica mostra a Sassari
di Paolo Curreli wSASSARI Sarà la “Medusa” nota come rotella Murtola il primo Caravaggio a essere
esposto in Sardegna. Intorno a questa opera 29 quadri di artisti illuminati dalla luce di Michelangelo
Merisi detto il Caravaggio, caravaggeschi che continuarono la strada innovativa del maestro lombardo
per tutto il diciassettesimo secolo. Orgoglio da parte del sindaco Sanna e dell'assessora alla cultura
Spanedda per la mostra curata da Vittorio Sgarbi, “Caravaggio e i caravaggeschi” dal 26 giugno fino al 30
ottobre nella sala Duce di palazzo Ducale. La mostra ha un costo di circa 300mila euro,
l'amministrazione contribuisce con 30mila euro e i privati con 9 mila euro. «Per ospitare la mostra
l'amministrazione ha completamente restaurato la sala Duce che rimarrà un patrimonio e luogo di
cultura per città» aggiunge il sindaco. L'associazione culturale Sassari Rinascimento, mente e motore
dell'iniziativa, scommette sugli incassi della vendita dei biglietti per raggiungere il pareggio e devolvere
l'eventuale guadagno in altre iniziative culturali. La rotella “Murtola” – così detta dal nome del poeta che
gli dedicò un madrigale – ha avuto alterne vicende di attribuzione, per molti anni fu considerata solo una
copia della più famosa testa di Medusa del Caravaggio esposta nella Galleria degli Uffizi di Firenze e
parecchi studiosi trovarono dubbia l'attribuzione al maestro lombardo. Oggi il sigillo sull'autenticità
viene posto anche da Mina Gregori, una delle più importanti studiose del Caravaggio. «Quest'opera è
vittima dell'idea del genio che non si ripete e che non sbaglia mai –, sostiene Antonio D’Amico uno dei
curatori dell’esposizione presente ieri a Sassari–. Invece è un lavoro estremamente interessante che
racconta il giovane artista alle prese con il compito difficile di ritrarsi sopra la superficie convessa dello
scudo da parata, la rotella appunto. Per realizzare questo, il pittore utilizza uno specchio convesso,
oggetto che lui possedeva. Si tratta di uno studio, un esperimento, prima di realizzare la famosa testa di
Gorgone che finirà agli Uffizi. Le più moderne tecniche di analisi hanno confermato la paternità, la tela
stesa sul legno di fico della rotella è la stessa della “Canestra di frutta” dell’Ambrosiana, una delle più
celebri opere giovanili del Caravaggio». Quindi un altro interessante argomento per visitare la mostra di
Sassari, che nel titolo richiama l’epocale esposizione voluta da Roberto Longhi nel 1951. Per gli studiosi la
testa di Medusa è un autoritratto del pittore che la storiografia romantica ha voluto “maledetto”. Intorno
a questo ritratto saranno esposti gli artisti che hanno guardato alla sua opera come una fonte di
ispirazione per oltre un secolo, un onda talmente lunga che influisce ancora oggi sulle arti visive.
Occasione per ritrovare i caravaggeschi di casa nostra, i classici tesori sotto casa di cui il nostro Paese è
ricchissimo. «Il martirio di San Gavino di Mattia Preti, custodito a Sassari nella chiesa delle monache
Capuccine, sarà in mostra per la prima volta – dice D’Amico– un pezzo straordinario, una vera scoperta
per gli studiosi del maestro calabrese, insieme ad altri capolavori prestati dal Mus’A ». Tra i nomi che
faranno da contorno con le loro opere, alla Gorgone: Giocchino Assereto, Giovan Battista Caracciolo, il
Monrealese, Giovanni Francesco Guerrieri, Giovanni Serodine, Van Sommer, Giuseppe Vermiglio e
Jusepe de Ribeira lo Spagnoletto. Quadri che provengono da prestigiose collezioni private di tutto il
mondo e raramente esposti al pubblico. Una particolare attenzione è stata data dai curatori alla natura
morta, genere che il giovane Michelangelo Merisi praticò appena arrivato a Roma.
http://quotidiani.gelocal.it/sfoglio/index.html?brand=lanuovasardegna&edizione=nazi... 22/06/2015