20 Dicembre TOYLET MAG
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20 Dicembre TOYLET MAG
CHI SIAMO PARTNERS COLLABORA CONTATTI MUSICA CINEMA LETTERATURA ARTE SERIE TV #HASH INTERVISTE / INTERVISTE / LETTERATURA / MUSICA Subsonica: intervista a Boosta che ci svela “Un buon posto per morire” CERCA... CONTEST BLOG SOCIAL TOYLET Facebook Twitter Diventa nostro fan Abbiamo 928 seguaci Youtube RSS Feed Il nostro canale video Iscriviti al nostro RSS ULTIMI ARTICOLI Blur: nuovi concerti nel 2013 al Primavera Sound e al Rock Werchter Porno per signora – se a farlo sono le donne Guarda il video del backstage dell’intervista di Boosta con Toylet Magazine! Intervista a Le Mani: “Il premio cui aspiriamo? Raggiungere le persone direttamente ed emozionarle” Arcade Fire Crucified Again finalmente una nuova canzone Claude Pinoteau morto il regista de Il tempo delle mele 50 anni di Fab4: Toy let e 20Lin.es vogliono ricordarli con te “Dove eravamo. Vent’anni dopo Capaci e Via d’Amelio” a Milano il 12 ottobre Non tutti sanno che Davide Boosta Dileo non è solo il tastierista e fondatore dei Subsonica. Quella volta che Elvis Presley mosse il mignolo Un buon posto per morire (ed. Einaudi) è il suo quarto romanzo, scritto a quattro mani con Tullio Avoledo. Un romanzo di fantascienza dove le teorie complottistiche incontrano l’esoterismo per un’avvincente racconto d’azione. Da Nostradamus ai “poteri forti” passando per Torino, Parigi, Milano e San Francisco: E voi, dove sarete, Il giorno prima della fine del mondo? converted by Web2PDFConvert.com PUOI VINCERE UNA COPIA DEL ROMANZO AUTOGRAFATA DA BOOSTA PARTECIPANDO AL CONTEST: CLICCA QUI Toylet Magazine lo ha incontrato nel suo studio personale ed ecco cosa ci ha raccontato: Come nasce Un buon posto per morire? «Ci incontrammo, io e Tullio, un paio di anni fa ad un reading dove io facevo il “menestrello” e sonorizzavo le sue letture. Lui è sempre stato un estimatore dei Subsonica ed io dei suoi romanzi. Poi a cena abbiamo scoperto di avere diverse cose in comune tra cui la passione per gli intrighi internazionali ed il “complottismo”, così abbiamo iniziato a straparlare sul destino del mondo passando dal club Bilderberg fino ai rettiliani di David Icke.» Come è stato scrivere a quattro mani? Non deve essere stato semplice gestire il processo creativo «Il processo creativo è stato sorprendentemente semplice. La mattina seguente al nostro incontro abbiamo inziato a scriverci via mail e così è nato il libro. Uno dei complimenti più belli che ho ricevuto, forse l’offesa più grande per Tullio, è stato che non si riusciva a capire quale fosse la mia penna e quale la sua. Usando una metafora musicale è come se i nostri stili fossero stati filtrati da un compressore che ha livellato i singoli picchi uniformando il modo di scrivere. Ovviamente oltre le mail c’erano delle lunghissime telefonate che se le avesse intercettate un Grande Fratello saremmo entrambi a Guantanamo!» Il romanzo è ricco di intrighi internazionali ed è presente una forte componente esoterica. Quanto ti ha influenzato Torino, che è uno degli epicentri magici europei? «Il mio interesse per il mondo esoterico è filtrato da un approccio laico. Sicuramente la città di Torino mi ha influenzato moltissimo, sapere che stai passeggiando in luoghi che custodiscono leggende e storie incredibili è stata una grande fonte d’ispirazione. Torino è stata teatro di storie nere agghiccianti: uno dei primi serial killer italiani è di Torino (Giorgio Orsolano n.d.r.) e alcuni tra i personaggi più ambigui della storia dell’umanità hanno vissuto qui o sono stati di passaggio: Nostradamus, Nietzsche, Cagliostro e Rol. E poi i simboli della cristianità come la Sindone o la leggenda che il Santo Graal si trovi qui. Guardati con superficialità ci sono tutti gli elementi per poter fare un bel calderone pop, ma studiando con più attenzione si scoprono cose molto interessanti e si riesce a valutare meglio la realtà che ci circonda. Per esempio lo sapevi che in questa città c’è una sezione della mobile che si occupa del crimine dell’occulto…» I due protagonisti Claire e Leo sono mossi più dal sentimento di vendetta per l’uccisione dei loro figli o dalla volontà di salvare il mondo? «La vendetta più che essere il motore che muove la storia è il motorino d’accensione che la fa partire. La cosa che più mi ha colpito è stato osservare come due persone normali, dalle vite mediocri, riescano a trovare delle risorse eccezionali e quindi diventare eroi e compiere delle scelte inaspettate.» Leggendo il romanzo ho avuto l’impressione che avesse un sapore cinematografico, non solo per il grande coefficiente d’azione ma anche per l’esperienza del videogame Festung Antartica che ricorda molto Avatar o Matrix. Dove hai preso ispirazione? «Abbiamo giocato con tutti i linguaggi che avevamo a disposizione. Il videogioco è stata un idea di Tullio che, pur essendo più anziano di me, ha un figlio adolescente ed è stato trascinato in questo mondo. Sicuramente l’evoluzione dei videogames ha avuto la dote di riuscire a trasformarsi in letteratura, basti pensare alle grandi case produttrici che hanno un nutrito numero di sceneggiatori per creare sempre più complicati storyboard nei giochi. Sono diventati la versione 2.0 del libro-game degli anni ’80, non so se hai presente, quel libro che alla fine del capitolo sceglievi il finale della storia e avevi più scenari possibili, il videogioco ti da la possibilità di essere interattivo!» Quando ho saputo che avrei fatto questa intervista circolava la storia della caduta di un satellite in Italia. E le televisioni alimentavano il panico consigliando di non uscire di casa e prevedendo scenari apocalittici. Un analogia inquietante con il tuo romanzo, sei superstizioso? «Per certi versi non sono superstizioso ma per altri…Sono parzialmente illuminista, ma mi piace mantere un pizzico di dubbio. Lo diceva anche Rol: «Per credere alle cose il dubbio è fondamentale». In un ottica più generale penso come quanto poco conosciamo la realtà che ci circonda, per quanto la scienza si sia evoluta il nostro sapere rimane parziale e forse sarà sempre così fa parte della condizione umana.» Ascolti musica quando scrivi? «No per me è un linguaggio talmente forte che non riuscirei a fare altro. Quelle poche volte che succede ascolto musica strumentale da pianoforte o le colonne sonore dei film. Uno dei miei preferiti è David Arnold l’autore delle converted by Web2PDFConvert.com musiche di James Bond. Tullio invece riesce a scrivere ascoltando heavy metal!» Questo è il tuo quarto romanzo e hai fondato una casa editrice ADD. Tra quarant’anni ti vedi scrittore, musicista o a fare i clippini su facebook? «Sto iniziando a pensare alla seconda parte della mia vita, mi dispiacerebbe diventare patetico e continuare a fare quello che faccio senza avere nulla da dire… Certo non mi vedo a sessant’anni a sculettare su Discolabirinto, ma spero di continuare ad avere qualcosa da dire attraverso qualsiasi arte o mezzo d’espressione utilizzi.» Il mondo è un buon posto per morire? Soprattutto dopo le dimissioni del premier… «Se non altro è l’unico che abbiamo…» I 3 libri della tua vita? Le belve di Don Winslow Un lavoro sporco di Christopher Moore Adriano Olivetti. Una sorpresa italiana di Giorgio Soavi Per scoprire la playlist dei 5 album essenziali di Boosta CLICCA QUI Stefano Di Mario Foto di Giorgia Ferraresi e Vegas Mellor Nicolai Lilin: l'uomo che viss... Jònsi (Sigur Ros): nuovo video... Katie Melua, Feist e le altre.... Il Pan del Diavolo Piombo, p... Eildentroeilfuorieilbox84 &quo... 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