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Fondamenti
di
Psicologia dello sviluppo
Prof. Rosalba Larcan
A-L
Prof. Francesca Cuzzocrea
M-Z
Psicologia
dello Sviluppo
Definizione
Un po’ di storia: i grandi temi della
Psicologia dello sviluppo
Cosa è cambiato
Che cos’è oggi
la Psicologia dello Sviluppo?
Lo studio scientifico dei cambiamenti
sistematici che si verificano
nell’organismo e nei comportamenti di
ciascun individuo nel corso della vita
e del ruolo dei fattori individuali e
contestuali in questi cambiamenti
Cambiamenti sistematici …
Cioè … Ordinati, strutturati e
relativamente stabili
Studio delle «costanti evolutive»
Identificazione e spiegazione delle
costanti e dei cambiamenti dall’utero alla
tomba
Due i processi implicati:
Maturazione: sviluppo spiegato da
fattori biologici tipici della specie e
dell’individuo
Apprendimento: l’esperienza produce
cambiamenti nei sentimenti, pensieri e
comportamenti (in risposta all’ambiente)
La maggior parte dei cambiamenti
evolutivi è il risultato dia della
maturazione sia dell’apprendimento
Obiettivi della Psicologia dello
Sviluppo
1. Descrivere: identificare i modelli tipici
(sviluppo normativo) e le variazioni
individuali (sviluppo idiografico)
2. Spiegare: ricerca dei fattori che
possono spiegare i cambiamenti
normativi all’interno di un individuo e la
variazione nell’evoluzione tra individui
3. Ottimizzare: aiutare le persone ad
evolversi in direzioni positive (ambito
applicativo)
Lo sviluppo umano è
Processo continuo e cumulativo
Cosa si studia
Lo sviluppo sociale
– Dalla relazione neonato-caregiver alle relazioni di
lunga durata
Lo sviluppo cognitivo
– (pensiero, linguaggio, ragionamenti complessi,
apprendimento, memoria)
Lo sviluppo emotivo
– Dall’eteroregolazione, all’auto-regolazione
Lo sviluppo morale
– Acquisizione dei principi morali e delle regole di
comportamento
Le interazioni tra i diversi domìni
L’influenza dei fattori individuali e contestuali
Prospettiva olistica
Evoluzione della disciplina
Cambiamento dell’oggetto di studio
(età evolutiva vs. ciclo di vita)
Cambiamento dei modelli teorici di
riferimento (uni-causali e deterministici vs.
multi-causali e probabilistici)
Cambiamento dei metodi di ricerca
Cambiamento
dell’oggetto di studio
Un po’ di storia…..
Lo studio del bambino
Παιδοσ
Pedagogia
2000 anni
Grecia classica
Psicologia dell’età evolutiva
inizio ‘900
Perché così tardi?
Scarso interesse per gli aspetti psicologici
del mondo infantile
Tendenza ad attribuire al bambino
caratteristiche proprie degli adulti
Presunzione di conoscenza della psiche dei
bambini da parte degli adulti (genitori e
insegnanti)
Scarso interesse per gli aspetti
psicologici del mondo infantile
(prima del XXI secolo)
Mancanza di consapevolezza della natura
specifica dell’infanzia
Il bambino come adulto in miniatura
Lo sfruttamento minorile
La Convenzione delle Nazioni Unite sui
diritti dell’infanzia (1989)
In Italia
L’interesse per la Psicologia infantile nasce agli inizi del
‘900 con la Montessori, poi vi fu un arresto a causa del
fascismo.
Ripresa negli anni ’50 (Psicologia dell’età evolutiva nei
Magisteri)
Nel 1960 nasce a Padova il 1° Istituto di Psicologia
dell’età evolutiva, che si diffuse gradualmente in tutta
l’Italia, specie nel Centro-Nord
Nel 1971: Corsi di Laurea a Roma e a Padova
Dipartimenti (Collaborazioni con studiosi di altri Paesi)
Oggi: Facoltà/Dipartimenti/Sezioni di Psicologia, AIP
(Sezione di Psicologia dello sviluppo)
I grandi temi “storici”
della Psicologia dello Sviluppo
Rapporto tra “natura” e “cultura”
Se il processo di sviluppo sia limitato ad un
determinato periodo (età evolutiva) o duri
tutta la vita
Se la natura dello sviluppo sia “continua” o
“discontinua”
Se ci siano periodi “sensibili” in cui
determinate abilità debbano svilupparsi
Natura o cultura?
Nell’Illuminismo
(fine ‘600-primi ‘800)
John Locke (1632-1704)
– Saggio sull’intelletto umano (1690)
– La verità si può conoscere solo attraverso
l’osservazione e l’esperienza (empirismo)
– Il bambino, alla nascita, è una “tabula rasa” e viene
forgiato (addomesticato) dalla società
Jean-Iacques Rousseau (1712-1778)
– Condivide i presupposti filosofici di Locke, ma
sottolinea l’influenza negativa della società
– Il bambino nasce buono (“buon selvaggio”), ma viene
corrotto dalla società
Gli studi sui
gemelli
Thomas Bouchard (1981) Minnesota Twin
Study (su 100 coppie di gemelli)
– I gemelli monozigoti, anche se separati alla
nascita, mantengono somiglianze nel
temperamento (importanza dei fattori genetici)
Critiche metodologiche (Joseph, 1991)
Bouchard accettò le critiche e infine ammise
l’influenza reciproca tra fattori genetici e
ambientali
Le convinzioni attuali
L’influenza della “natura” o della “cultura” si
colloca lungo un continuum in relazione
– al tipo di abilità o comportamento considerato
– alla fase evolutiva del soggetto
Comportamento
natura
cultura
L’importanza delle prime
esperienze
Ci sono “periodi sensibili” nel corso dello
sviluppo?
Le esperienze fatte durante questi
periodi lasciano tracce indelebili?
Gli esiti sono irreversibili?
Il concetto di “stadio evolutivo”
Stadio evolutivo= progressione di specifiche abilità di
complessità crescente, con una successione fissa
Le teorie stadiali sono spesso rigide e
unidirezionali (trascurano l’influenza dei fattori
contestuali)
Ricadute sulla valutazione dello sviluppo
(concetto di “normalità”)
Lo sviluppo è
continuo o discontinuo?
Sviluppo continuo: cambiamenti
progressivi e costanti per tutta la vita
Sviluppo discontinuo: cambiamenti che si
verificano durante specifici periodi
(stadi) ai quali seguono periodi di
consolidamento
Teorie stadiali
Teorie stadiali: teorie dello sviluppo secondo
cui un individuo progredisce passando per una
serie di stadi distinti. Gli stadi sono
determinati dall’acquisizione o dal possesso di
abilità; generalmente sono compresi in una
fascia di età e sono uno consecutivo all’altro
– Alcuni esempi: la teoria del gioco di Mildred
Parten, la teoria sull’amicizia di Selman, la teoria
dello sviluppo cognitivo di Jean Piaget, ecc.
La teoria del gioco
di Mildred Parten (1932)
Passaggio dal gioco parallelo (2 anni) al
gioco cooperativo (dopo i 3 anni)
Il passaggio da una fase (stadio) all’altra
è legato all’acquisizione di specifiche
abilità che ne rendono possibile
l’attuazione
Teoria sull’amicizia
di Selman
3/5 anni - stadio 0
gli amici sono compagni di gioco, l’amicizia è concepita
come vicinanza fisica e contatto, il bambino presta
attenzione all’aspetto fisico e alle azioni;
6/8 anni - stadio 1
l’amicizia è concepita in termini di aiuto unilaterale, si
pensa di dover ricevere aiuto dall’amico capace di
capire ed intuire i desideri e le aspettative;
9/12 anni - stadio 2
cooperazione in circostanze favorevoli, maggiore
comprensione della reciprocità del rapporto. Ciascun
partner tiene conto dell’altro e della soggettività;
12 anni in poi - stadio 3
condivisione mutualistica presente dai 12 anni in poi,
l’amicizia è solida e duratura caratterizzata da
intimità e fiducia.
L’esempio di Piaget
I bambini di età diversa, dal punto di vista
cognitivo, sono “strutturalmente” diversi e
questo spiega perché si comportano
diversamente nell’esecuzione di alcuni compiti
(es. conservazione della massa)
Asincronia dello sviluppo
Le teorie stadiali sostengono che lo
sviluppo è discontinuo
Le ricerche più recenti hanno dimostrato
che i processi di sviluppo sono in gran
parte continui e costanti per tutta la vita,
ma si verificano in maniera asincrona
(un’abilità può svilupparsi più rapidamente di
un’altra)
Cambiamento nei modelli
teorici di riferimento
Passaggio dai modelli deterministici
uni-causali ai modelli multi-causali e
probabilistici
I modelli deterministici
uni-causali Y=f (x)
Una o poche cause per spiegare il
comportamento
fattori biologici
Le cause invocate erano
fattori
ambientali
(contestuali e
culturali)
I modelli multi-causali e
probabilitici
La ricerca nella complessità
Anni ’70
Il contributo delle scienze biologiche e fisiche:
Il modello sistemico di Von Bertalanffy (1968)
(ogni evento subisce influenze complesse da molteplici variabili)
Passaggio da una visione statica a una visione dinamica
L’effetto farfalla
(piccole cause
grandi effetti)
Le “previsioni” non possono essere deterministiche, ma
“probabilistiche”
Anni ’70
Il contributo delle scienze biologiche e fisiche:
Il modello sistemico di Von Bertalanffy (1968)
(ogni evento subisce influenze complesse da molteplici variabili)
Passaggio da una visione statica a una visione dinamica
L’effetto farfalla
(piccole cause
grandi effetti)
Le “previsioni” non possono essere deterministiche, ma
“probabilistiche”
Conseguenze sulla
psicologia dello sviluppo
I modelli probabilistici multi-causali
sostituiscono i modelli uni-causali e
deterministici
Si afferma il modello interazionista e transazionale:
– Stretta e precoce interconnessione tra aspetti
biologici, psicologici e contestuali
– Reciprocità delle influenze
Relazione tra sistemi
ambiente
persona
AMBIENTE
fisico
organico
sociale
PERSONA
biologico
cognitivo
affettivo
emotivo
relazionale
Prospettiva
interazionista e sistemica
Il modello ecologico dello sviluppo
Bronfembrenner :
Le interazioni della persona con l’ambiente
(prossimale e distale)
Microsistemi (ambienti di vita)
Mesosistemi (rapporti tra microsistemi)
Esosistemi (influenze indirette)
Macrosistemi (ambiente distale)
L’ecologia dello sviluppo umano
implica lo studio scientifico dell’adattamento
progressivo e reciproco tra lo sviluppo attivo
dell’essere umano e le proprietà mutevoli degli
ambienti nei quali l’individuo che si sta
sviluppando, vive.
Inoltre, sostiene che questo processo è
influenzato dalle relazioni tra questi setting e
dai contesti più ampi nei quali i setting stessi
sono collocati.
Modello dinamico trans-azionale
L’individuo non è considerato come una tabula rasa che
l’ambiente modifica a suo piacimento, ma cresce e si
muove, dinamicamente, in esso ristrutturandolo.
L’interazione tra individuo e ambiente è
bidimensionale, l’uno modifica e influenza l’altro.
L’ambiente ecologico è visto come una serie di
strutture concentriche incluse l’una nell’altra.
Queste strutture prendono il nome di: microsistema,
mesosistema, esositema e macrosistema.
Il modello ecologico di
Bronfembrenner
microsistema
microsistema
mesosistema
microsistema
esosistema macrosistema
Sistemi dinamici
Organizzazioni complesse composte di
molteplici parti, ciascuna con specifiche
funzioni, che influenza le altre e ne è a sua
volta influenzata
Principi fondamentali:
–
–
–
–
Globalità
Integrità dei sottosistemi
Stabilità e cambiamento
Circolarità dell’influenza
Modelli lineari vs. modelli complessi
Nei modelli lineari l’influenza è
unidirezionale
Nei modelli complessi l’influenza è
circolare
Stili di parenting
ed effetti sul bambino
(esempio di modello lineare)
iperprotettivo
•Eccessive dimostrazioni di affetto
•Rinforzamenti indiscriminati
•Attenzioni esasperate
•Ansia
•Scarse opportunità di apprendimento
•Difficoltà decisionali
•Inadeguate strategie di coping
ipercritico
•Manifestazioni di biasimo
•Ironia
•Ridicolizzazione
•Svalutazione
•Ansia
•Insicurezza
•Paura di sbagliare
•Scarsa autostima
•Tendenza all’isolamento
Esempio di reciprocipocità dell’influenza
nella relazione caregiver-bambino.
parenting
ansioso
temperamento
evitamento delle
interazioni
difficile
interazioni difficili
disturbi
difficoltà
comportamentali -
emotivo-
deficit cognitivi
relazionali
attaccamento
insicuro
Concetto di sviluppo
Esteso
- ciclo di vita
- perdita della visione adulto-centrica
- Interesse crescente per le prime fasi dello sviluppo
e per gli anziani
Dinamico (tiene conto dei contesti e delle esperienze)
Probabilistico (non è predeterminato)
Sviluppo tipico e atipico
Le teorie stadiali e il concetto di
“normalità”
La valutazione psicometrica delle
differenze individuali nello sviluppo
(il concetto di deviazione standard)
La ricerca delle cause
La valutazione dello sviluppo deve tener
conto di diversi fattori:
GENETICI
differenze individuali
condizioni organiche
BIOLOGICI
CONTESTUALI
STORICI
caratteristiche somatiche
stato di salute
condizioni economiche e socio-culturali
maturazione
(coorte)
esperienza
conoscenza