scarica - Studio Legale Canestrini

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scarica - Studio Legale Canestrini
14/3/2014
Perché gli innocenti confessano - Il Post
ITALIA MONDO POLITICA TECNOLOGIA INTERNET SCIENZA CULTURA
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A EREO SCOMPA RSO
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STA MIN A
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Perché gli innocenti
confessano
di St ef a n o Vi zi o –
@st ef a n ov i zi o
La storia incredibile di una tecnica di
interrogatorio – la più usata negli Stati Uniti – che
in certi casi spinge i sospettati a confessare reati
che non hanno commesso
LE ULTIME NEWS
MONDO - L'incident e all'aeroport o di
11 marzo 2014
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Philadelphia
748
Tw eet
158 7
40
Il 14 dicembre 1955 Darrell Parker, una guardia
forestale del Nebraska, negli Stati Uniti, tornò a
casa dal lavoro e trovò sua moglie Nancy morta in
CIT - Il met ro di giudizio di Don Chisciot t e
POST-IT - Almeno t re persone sono mort e in un
at t acco di alcuni uomini armat i di colt ello a
Changsha, nella Cina meridionale
camera da letto, legata al letto e con segni di
ILCASO - Il post di Zuckerberg sulla
percosse. Parker chiamò la polizia, il medico
sorveglianza di Int ernet del governo degli
legale disse successivamente che la donna era
St at i Unit i
stata violentata prima di essere uccisa. Gli agenti
POST-IT - È mort o a 88 anni Tony Benn, celebre
interrogarono Parker ma lo rilasciarono subito.
parlament are inglese di sinist ra
Dopo alcuni giorni gli investigatori lo chiamarono
al telefono per dirgli che c’erano nuove
informazioni, e che era richiesto il suo aiuto con le
indagini. Parker andò alla stazione di polizia, fu
condotto in una stanza senza finestre e fu
presentato a un signore anziano e robusto di nome
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John Reid.
il Post
Mi piace
Fu sottoposto alla “macchina della verità”, un
congegno che misura e registra le risposte
il Post piace a 135.727 persone.
fisiologiche di una persona mentre parla. Reid
iniziò a fargli delle domande. Parker non poteva
vedere il movimento degli aghi del macchinario
ma ogni volta che rispondeva a una domanda
sull’omicidio, Reid gli diceva: stai mentendo. Col
passare delle ore, Reid cominciò a proporre a
Parker una sua versione dei fatti: il matrimonio
Plug-in sociale di Facebook
tra Parker e la moglie non era felice, perché lei si
rifiutava di avere rapporti sessuali con lui, e
intanto flirtava con un altro uomo. Reid suggerì
quindi che Parker in un raptus l’aveva violentata e
uccisa. Dopo nove ore di interrogatorio, nove ore
a sentirsi dire che mentiva, Parker crollò e
confessò. Il giorno seguente ritrattò, ma durante
il processo la giuria decise che era comunque
colpevole – basandosi sulla sua confessione – e fu
condannato all’ergastolo.
Le fot o di og g i
V enerdì 1 4 marzo
LE PIÙ DISCUSSE
Alla fine degli anni Sessanta, Parker contestò il
modo in cui la confessione gli era stata estorta da
Reid e la Corte Suprema decise che il processo
doveva essere rifatto. Lo stato del Nebraska gli
Renzi farà un sacco di cose, dice
Pono e la lotta contro gli mp3
La Camera ha approv ato la legge elettorale
propose la libertà condizionata al posto di un
Il tweet di Renzi sulla nuov a legge elettorale
nuovo processo e lui accettò: tornò nell’Iowa e si
Un aereo può dav v ero scomparire?
risposò. Molti anni dopo, nel 1988, un detenuto di
Alessandro Di Battista e il #pallettagate
nome Wesley Peery morì per attacco di cuore nel
penitenziario statale del Nebraska: dopo la morte
Enrico Rossi sulle riforme di Renzi: «Un piano
di sinistra come mai si era v isto»
i suoi avvocati dissero che dieci anni prima aveva
Perché Walter Kasper è importante
confessato l’omicidio di Nancy Parker. Peery era
stato sospettato dell’assassinio per un breve
periodo, perché la sua macchina era stata vista
vicino alla casa della vittima nei giorni precedenti
all’omicidio. La polizia lo aveva anche interrogato
ma poi lo aveva lasciato andare. Negli anni
seguenti Peery era stato condannato per rapina a
mano armata, stupro e omicidio, e prima di
morire si trovava nel braccio della morte. Aveva
consegnato ai suoi legali un manoscritto con la
confessione nel 1978, ma per il segreto
professionale questi poterono renderlo noto solo
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dopo la morte del loro cliente. Parker chiese la
grazia nel 1991 e la ottenne, ma rimaneva sempre
formalmente colpevole dell’omicidio di sua
moglie. Nel 2012, infine, ottenne un risarcimento
di mezzo milione di dollari dallo stato del
Nebraska. Il procuratore generale Jon Bruning
disse nella conferenza stampa: «Oggi stiamo
riparando il torto fatto a Darrell Parker più di 50
anni fa: in circostanze coercitive, confessò un
crimine che non aveva commesso».
A r ch iv io
Lavavetri alla BBC
DAI BLOG
Se fossimo andat i al mare
FILIPPO FA CCI
Gli adolescent i it aliani fanno molt o
sesso?
DA V IDE DE LUCA
Bunker è la st oria
#IN EDITO
10 punt i sulla riforma del Senat o
PIPPO CIV A TI
Darrell Parker, al centro, parla alla conferenza stampa
Rappresent ant i
con il procuratore generale Bruning (a destra)
LUCA SOFRI
(AP Photo/Lincoln Journal Star, Robert Becker)
Douglas Starr, un professore di giornalismo
all’Università di Boston specializzato in
Peanuts
giornalismo scientifico, ha raccontato sul New
Yorker la storia della “Reid Technique”, la
particolare tecnica di interrogatorio sviluppata
tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni
Sessanta da quel John Reid che interrogò Darrell
Parker, e che ha influenzato – e influenza
tuttora – ogni aspetto degli interrogatori condotti
VIDEOPOST
Nei prossim i 60 secondi
dalla polizia americana. Nonostante la sua
diffusione e il suo successo, la “tecnica Reid” è
stata descritta più volte come coercitiva: in molti
sostengono che sia la causa principale del
Che cosa si m angia a
fenomeno delle “false confessioni“, ossia le
colazione nel m ondo?
confessioni fornite da persone che non hanno
realmente commesso il crimine di cui sono
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accusate (esattamente come accadde per Parker).
Il selfie degli Oscar,
Questi episodi sono relativamente frequenti negli
disegnato
Stati Uniti, ma ci arriviamo.
Tutti i VideoPost
L’articolo di Starr racconta come andarono alcuni
casi in cui, come per Parker, la tecnica di
interrogatorio Reid fu adottata con persone
innocenti, e di come queste furono ingiustamente
condannate. La storia e il funzionamento della
tecnica Reid spiegano una cosa strana e
apparentemente impensabile: la possibilità che
qualcuno arrivi a confessare un reato che non ha
commesso, addirittura un omicidio,
semplicemente perché interrogato in una certa
maniera.
Come nasce la “tecnica Reid”
John E. Reid era un ex poliziotto di Chicago che
era diventato esperto nell’uso del poligrafo, cioè
la cosiddetta “macchina della verità”, uno
strumento inventato nel 1921 che misura le
reazioni fisiologiche (come pressione sanguigna,
battito cardiaco e respirazione) delle persone a
cui vengono poste delle domande, per scoprire se
queste stanno mentendo o dicendo la verità.
Un modello di poligrafo è testato dal suo sviluppatore,
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Leonarde Keeler, nel 1948 (AP Photo/Edward Kitch)
La validità scientifica del poligrafo è stata più
volte messa in discussione, ma nonostante ciò è
ancora utilizzato dalla polizia americana in alcuni
interrogatori. Con l’esperienza accumulata negli
anni, e con l’aiuto di un altro esperto nel settore di
nome Fred Inbau, Reid sviluppò negli anni
Quaranta un metodo personale che sembrava
all’epoca particolarmente innovativo e “civile”,
dato che non prevedeva l’uso della violenza,
all’epoca molto diffuso. Reid non trattava i
sospetti in maniera brutale, ma sfruttava una sua
naturale conoscenza della psicologia umana; ben
presto si guadagnò la fama di uno che sapeva
come far confessare i criminali. Nel 1947 aveva
fondato una società privata che conduceva
interrogatori per conto delle forze di polizia e di
privati, e iniziò ad avere sempre più clienti, ad
assumere nuovi dipendenti e a sviluppare metodi
di interrogatorio più sofisticati, che facevano a
meno dell’uso del poligrafo. La società si
chiamava John E. Reid & Associates, Inc.: esiste
ancora e conduce più interrogatori di qualsiasi
altra compagnia del mondo. La società sostiene
che le persone che addestra riescono a far
confessare i sospettati l’80 per cento delle volte.
Gli interrogatori condotti con la tecnica Reid sono
aumentati notevolmente dopo che nel 1988 gli
Stati Uniti hanno approvato una legge che vieta ai
datori di lavoro di utilizzare il poligrafo sui propri
dipendenti (salvo alcune eccezioni, come nel caso
delle società di sicurezza privata). La tecnica Reid
fa confessare senza poligrafo.
Come funziona la tecnica Reid
Un interrogatorio condotto con la tecnica Reid si
divide in tre parti: l’analisi dei dati, il colloquio e
l’interrogatorio.
L’analisi dei dati serve a facilitare e indirizzare
il colloquio e l’interrogatorio. Questa fase non
arriva all’identità del potenziale colpevole
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partendo dalle prove, ma procede nella direzione
opposta, per induzione: valuta uno per uno le
persone sospette per stabilire la probabilità che
essi siano o meno colpevoli, confrontando le
caratteristiche del reato in questione con la storia
e il profilo psicologico dei sospettati. Questo
processo serve dichiaratamente per cercare di
capire se una persona sia colpevole prima che la
stessa sia interrogata.
La fase successiva, il colloquio, viene definito
colloquio di analisi corportamentale: al
sospettato vengono poste domande non
accusatorie e viene registrato il modo in cui
questo risponde. Si cerca di capire come la
persona reagisce a livello verbale e non verbale
alle domande dell’investigatore. Queste hanno lo
scopo di ottenere semplici informazioni personali,
per verificare come si comporta l’interrogato
quando risponde sinceramente. Successivamente
le domande diventano più provocatorie, per
esempio riguardo l’alibi, per osservare la reazione
a questo tipo di stress. In questa fase vengono
interrogate sia le persone credute innocenti sia
quelle ritenute possibili colpevoli, sulla base
dell’analisi dei dati. Le risposte dei primi aiutano
gli investigatori a raccogliere informazioni: chi è
innocente tende a voler collaborare e può rivelare
dettagli e ipotesi utili.
Il principio fondamentale della tecnica Reid è che
in questa fase si può capire chi sta mentendo e chi
sta dicendo la verità, osservando semplicemente
il comportamento non verbale. Chi la insegna
sostiene addirittura che il video senza audio di un
interrogatorio sia più utile di uno con l’audio, per
capire se il sospettato sta mentendo: l’importanza
di quello che la persona dice per difendersi è
molto marginale. L’investigatore deve decidere
dopo il colloquio se la persona sta dicendo la
verità o no. I risultati di quest’osservazione
vengono confrontati con quelli dell’analisi dei
dati, per verificare se corrispondono: se una
persona il cui profilo lo rendeva un possibile
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colpevole dà l’impressione di aver mentito
durante il colloquio, stando alla tecnica Reid vuol
dire che molto probabilmente è colpevole. In
questo caso si procede con l’interrogatorio vero e
proprio.
Questo video fa parte di un DVD che illustra la
tecnica Reid e spiega nel dettaglio come capire
dai segnali non verbali se il sospettato sta
mentendo. Il video è prodotto dalla John Reid
Associates, Inc. e a spiegare la tecnica è il
presidente della società Joseph P. Buckley III. È
interessante che lo scopo dei filmati sia mostrare
come decifrare i segnali nascosti nel
comportamento delle persone sotto
interrogatorio, ma tutti gli esempi che
compaiono sono recitati da attori (peraltro non
troppo capaci).
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Perché gli innocenti confessano - Il Post
Il momento più importante della tecnica Reid è
l’interrogatorio. È diviso in nove parti,
l’obiettivo è far confessare il sospettato (l’idea di
base è: l’obiettivo è sempre far confessare il
sospettato, e non scoprire se è innocente o
colpevole, poiché a quello servirà eventualmente
il processo). Funziona così. Quando
l’investigatore si convince che la persona sta
mentendo, esce per qualche minuto dalla stanza.
Poi rientra e con fermezza dice al sospettato che
le indagini provano chiaramente che è colpevole,
quindi ora devono cercare di risolvere la cosa
insieme. Se prima l’investigatore ascoltava, in
questa fase è solo lui a parlare. Se il sospettato
nega le accuse, viene zittito.
Per cercare di farlo confessare si usano diversi
metodi. Uno dei più efficaci è la minimizzazione.
L’investigatore fa credere al sospettato che il
reato di cui è accusato è giustificato da varie
attenuanti, e sottostima le conseguenze morali del
crimini, senza parlare di quelle legali. Nei manuali
Reid è prevista una “razionalizzazione”
praticamente per ogni tipo di reato. Nella prima
edizione, uscita nel 1962, questo era il
suggerimento agli investigatori su cosa dire al
sospettato di uno stupro.
«Joe, nessuna donna così attraente
dov rebbe girare per strada da sola
di notte, come ha fatto lei. Perfino
oggi ha una scollatura che le fa
v edere le tette. È sbagliato! È una
tentazione troppo forte, per
qualsiasi uomo normale. Se lei non
fosse andata in giro v estita così, non
saresti in questa stanza adesso»
Nel caso di un furto sul posto di lavoro, le
giustificazioni morali proposte dall’investigatore
possono essere la paga bassa o le scarse misure di
sicurezza presenti in ufficio. Il compito
dell’investigatore è anche prevenire ogni possibile
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obiezione che possa muovere il sospettato, tipo
(in questo caso): «Non ruberei mai in ufficio,
tengo troppo al mio lavoro!», obiezione cui viene
consigliata come risposta: «Andy, io ti credo, e
quello che dici non fa che rafforzare quello che
penso. So che sei una persona onesta, un gran
lavoratore che ha semplicemente commesso un
errore. Sicuramente ci sono dei motivi particolari
se hai agito così».
Per indurre il sospettato a crollare e confessare,
vengono poste domande che danno per scontata
la sua colpevolezza: non si chiede «l’hai fatto o
non l’hai fatto?» bensì «hai pianificato questo
furto, oppure ci hai pensato sul momento?». Nel
caso dello stupro, viene consigliato di
chiedere: «È la prima volta che capita oppure è
successo altre volte?», in modo da porre al
sospettato come alternativa a un episodio
eccezionale – verso il quale chi conduce
l’interrogatorio si pone in maniera empatica –
l’accusa iperbolica di essere uno stupratore
seriale.
Se la persona interrogata – durante una di queste
“trappole” – ammette la propria colpevolezza,
l’investigatore cerca prima di ottenere una
confessione completa verbale e poi una scritta. In
quella scritta, che viene preparata
dall’investigatore, viene suggerito di inserire
qualche errore che il colpevole correggerà, in
modo da dimostrare nel processo che era
cosciente di quello che stava firmando.
Controversie e polemiche
Saul Kassin è un docente di psicologia al Williams
College, una delle università più prestigiose degli
Stati Uniti, e ha dedicato molto tempo allo
studio delle false confessioni. Questo fenomeno è
molto meno raro di quanto normalmente si pensi:
delle 312 persone condannate e poi scagionate
dalla prova del DNA nella storia degli Stati
Uniti, più di un quarto aveva confessato. Se ci si
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Perché gli innocenti confessano - Il Post
limita ai 104 casi di omicidio, la percentuale di
false confessioni sale al 62 per cento. Negli Stati
Uniti le giurie dei tribunali ritengono una
confessione una prova schiacciante: quando un
sospettato ha confessato, tutte le altre prove –
test del DNA, alibi, altre testimonianze — vengono
praticamente ignorate. Dal 75 all’85 per cento di
chi fornisce una falsa confessione sotto
interrogatorio viene successivamente
condannato. Almeno in quattro casi una persona
che aveva fornito una falsa confessione è stata
condannata a morte.
Una delle leggi fondamentali che regola i diritti di
chi viene arrestato e interrogato, negli Stati Uniti,
è la “Miranda decision“, del 1966. Nel 1963 un
ragazzo di nome Ernesto Miranda fu arrestato e
accusato di stupro, rapimento e rapina; aveva un
passato di instabilità mentale, e fu interrogato
senza avvocato. Confessò e la giuria lo condannò
a più di vent’anni, basandosi unicamente sulla sua
confessione. Miranda si appellò prima alla Corte
Suprema dell’Arizona, che gli diede torto, e in
seguito alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che
invece annullò la condanna, perché la confessione
era stata estorta illegalmente. Nel secondo
processo Miranda fu nuovamente condannato,
ma la decisione della Corte Suprema fu
importantissima: stabilì che le persone fermate
dalla polizia, prima di essere interrogate, devono
essere informate dei propri diritti. Il risultato
pratico è la celebre formula «ha il diritto di
rimanere in silenzio, tutto quello che dirà sarà
usato contro di lei in tribunale». Il testo della
“Miranda decision” cita ripetutamente il manuale
della tecnica Reid del 1962 come la fonte più
autorevole sulle tecniche di interrogatorio in
America. È da qui che Kassin apprese
dell’esistenza e dell’importanza degli interrogatori
Reid.
La prima volta che Kassin lesse il manuale, come
ha spiegato in un’intervista a Starr inclusa
nell’articolo del New Yorker, pensò: «Mio Dio,
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Perché gli innocenti confessano - Il Post
questa roba è tipo un pessimo manuale di
psicologia! È pieno di asserzioni infondate».
Approfondendo gli studi, Kassin si è convinto che
la tecnica Reid sia un sistema intrinsecamente
coercitivo, perché il rifiuto di chi conduce
l’interrogatorio di ascoltare il sospetto cancella in
lui le speranze di riuscire a provare la propria
innocenza. Nell’interrogato subentrano i
ragionamenti a breve termine e la confessione
appare come una via di fuga. Per Kassin i motivi
che possono spingere una persona a fornire una
falsa confessione sono sostanzialmente due: una
predisposizione naturale del sospetto, come la
giovane età (un problema molto diffuso) o
problemi mentali, oppure le pressioni e gli stress
subiti durante la detenzione e l’interrogatorio.
Saul Kassin ideò un esperimento per studiare il
fenomeno delle false confessioni. Radunò 79
studenti che si disposero (a turno) a coppie a un
computer: uno doveva dettare all’altro una serie
di lettere da trascrivere. L’esaminatore avvertì chi
batteva alla tastiera di non premere
assolutamente il tasto Alt, poiché il computer
sarebbe andato in crash e si sarebbe dovuta rifare
tutta la prova. Il computer però era programmato
per bloccarsi automaticamente dopo 60 secondi.
Kassin aveva disposto due fattori variabili
nell’esperimento: la velocità con cui venivano
dettate le lettere (veloce o lenta) e la presenza o
meno di un complice che avrebbe accusato il
compagno di aver premuto il tasto Alt. Dopo il
crash del computer, l’esaminatore chiese infuriato
se lo studente avesse premuto il tasto. Gli
studenti, secondo Kassin, potevano ammettere la
propria colpevolezza in tre gradi diversi:
prendendosi la responsabilità, interiorizzando la
colpa, costruendo dettagli attorno alla propria
infrazione. Nella combinazione dettatura
lenta/nessun testimone, il 34,78 per cento degli
studenti si prese la responsabilità, ma nessuno
interiorizzò la colpa né aggiunse dettagli. Con la
combinazione dettatura veloce/finto testimone il
100 per cento firmò la confessione, il 65 per
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cento interiorizzò la colpa e 35 per cento creò una
storia sul come aveva schiacciato il tasto Alt senza
farlo apposta. In realtà, solo uno studente lo
aveva veramente premuto, involontariamente.
Quando Kassin spiegò dopo la verità agli studenti,
qualcuno non ci credette e disse che era solo un
modo per farli sentire meglio.
Nella prossim a pagina, altri esperim enti, e tre storie
di false confessioni.
E poi: cosa c’entra True Detectiv e?
12
Pagina successiva »
TAG: CENTRAL PARK FIVE, CENTRAL PARK JOGGER CASE,
DARRELL PARKER, FALSE CONFESSIONI, INTERROGATORI,
JOHN REID, JUAN RIVERA, REID TECHNIQUE, SAUL KASSIN,
TECNICA REID, TRUE DETECTIVE
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Un po' di numeri
sulla pena di
morte negli Stati
Uniti →
Le condanne a morte sono sempre meno e sempre
più ponderate, ma chi uccide un bianco continua a
subire un trattamento diverso da chi uccide un nero
Vi ricordate di
Kony? →
Che ne è stato
dell'organizzazione che
realizzò il popolare e
discusso documentario sul ribelle ugandese, nonché
del ribelle ugandese oggetto della campagna
Le false
confessioni →
Il New York Times spiega
perché ci sono decine di
casi di indiziati che si
dichiarano colpevoli anche se innocenti
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Kappa
•
3 giorni fa
That's why I love IlPost.
Bel pezzo
61
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21grammi
•
3 giorni fa
Almeno in questo senso, il nostro
codice di procedura penale ci tutela
come si deve : "Non possono essere
utilizzati, neppure con il consenso
della persona
interrogata, metodi o tecniche idonei
a influire sulla libertà di
autodeterminazione o ad alterare la
capacità di ricordare e di valutare i
fatti" . E la confessione è considerata
alla stregua di qualsiasi altra prova,
nè più ne meno!
28
• Rispondi • Condividi ›
kappaxx
•
3 giorni fa
21grammi
A diciotto anni Giuseppe
Gulotta, muratore, viene
arrestato e costretto a
confessare l’omicidio di due
carabinieri ad
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Perché gli innocenti confessano - Il Post
carabinieri ad
“Alkamar”, piccola caserma in
provincia di Trapani. Gulotta
ha vissuto ventidue anni in
carcere da innocente, e
trentasei anni di calvario con
la giustizia.
continua su :
http://www.ilfattoquotidiano.i...
6
• Rispondi •
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AF
•
21grammi
3 giorni fa
Seee, come no... In Italia la
confessione di terzi con la
quale accusano te e loro
ottengono l'immunità è
considerata prova sufficiente.
Figurati la confessione.
4
• Rispondi •
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21grammi
•
3 giorni fa
AF
Se qualcuno ti accusa
deve testimoniare
contro di te in un
processo e chi dice il
falso è perseguibile per
il reato di falsa
testimonianza. E se
risulta credibile il
giudice deve motivare
il perchè lo ritiene
credibile!! Anche la
confessione deve avere
riscontri!! Se tu dici di
aver ammazzato un
tizio con un coltello e
poi si scopre che è stato
ucciso con un
cacciavite è logico che
il giudice si ponga
qualche domandina
(magari hai interesse a
coprire qualcun'altro,
ad esempio tuo figlio).
9
• Rispondi •
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14/3/2014
Perché gli innocenti confessano - Il Post
• Rispondi
•
9
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lazarus
21grammi
• 2 giorni
fa
Magari fosse
così, in realtà le
cose funzionano
diversamente,
basta trovare
un testimone
compiacente
(spesso vengono
definiti pentiti,
mirabile
invenzione dei
moderni
inquisitori), lui
la fa franca e
l'innocente
finisce in galera.
Do you
remember Enzo
Tortora (solo
per fare
l'esempio di uno
famoso)?
6
•
Rispondi •
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21grammi
•
lazarus
2 giorni
fa
Premettendo
che il nostro è
un sistema
garantista ma
non perfetto si
capisce il perchè
accadano questi
errori/orrori
giudiziari. Ed
anche se il
sistema
giudiziario fosse
perfetto (utopia
pura)
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Perché gli innocenti confessano - Il Post
pura)
esisteranno
sempre
tesimoni,
poliziotti,
pubblici
ministeri e
giudici corrotti!
Questo però
non vuol dire
che non si
debbano
emanare leggi
che per quanto
possibile,
possano
limitare
qualsiasi tipo di
abuso! Un
interrogatorio
svolto con
l'intenzione
chiara di farti
ammettere
anche un
qualcosa che
non hai fatto,
pur di trovare
un colpevole, è
un evidente
esempio di
tortura
psicologica ed a
rimetterci sono
purtroppo le
persone più
deboli ed
indifese. Sulla
storia dei pentiti
si potrebbe
aprire un
capitolo a parte,
perchè
concordo con te
che quella parte
vada
assolutamente
riformata e che
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Perché gli innocenti confessano - Il Post
riformata e che
la credibilità dei
pentiti debba
essere valutata
con molte più
cautele, dato
che hanno
palesi interessi a
raccontare i
fatti a loro
covenienza.
3
•
Rispondi •
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Space Tractor
21grammi • 3 giorni fa
tranne quando esci dalla
caserma in una bara. Questa
notizia invece è di 5 giorni fa:
http://www.rainews.it/dl/raine...
1
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21grammi
Space Tractor
• 3 giorni fa
Quello accade quando
le forze dell'ordine
abusano del loro
potere. Gesti violenti di
singoli esaltati, che
andrebbero puniti
severamente.
9
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AF
21grammi
• 3 giorni
fa
Hai cancellato
la tua risposta?
perché ti stavo
per fare l'elenco
dei soli processi
famosi, che ce
n'è già
abbastanza
(processo sulla
trattativa, se
http://www.ilpost.it/2014/03/11/false-confessioni-tecnica-reid/
17/19
14/3/2014
Perché gli innocenti confessano - Il Post
trattativa, se
proprio ci
vogliamo
torcere le
budella...). Ma
se cancelli la
risposta, non mi
ci metto
neanche...
•
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21grammi
•
AF
2 giorni
fa
Cancellato la
risposta????
•
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AF
21grammi
• 2 giorni
fa
Disquis non me
la faceva
vedere... mò ti
spiego perché è
una cazzata.
•
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Massy B.
•
2 giorni fa
21grammi
Si come no, continuate a
vivere nel mondo dei sogni.
Uno scoop: queste tecniche
sono usate DA ANNI anche
dagli inquirenti italiani.
Svegliaaaaaaaaaaaaaaaaa
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lydiota
•
2 giorni fa
Pare che se dopo le 12 ore di
interrogatorio uno ancora non ha
confessato è di rito pronunciare la
frase : "dannazione , questo tizio è un
osso duro"...
http://www.ilpost.it/2014/03/11/false-confessioni-tecnica-reid/
18/19
14/3/2014
Perché gli innocenti confessano - Il Post
osso duro"...
8
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Giovanni Cassani
•
3 giorni fa
EDIT: Il metodo dell'ispettore Pastor
funziona molto meglio.
Cercaire era l'altro, chiedo venia.
8
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http://www.ilpost.it/2014/03/11/false-confessioni-tecnica-reid/
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