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ANNO XXXIII / N. 1 / GENNAIO 2002 / SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 45% - ART. 2 COMMA 20/b LEGGE 662/96 - FILIALE DI CAGLIARI (TASSA RISCOSSA - TAXE PERÇUE)
Mensile della Regione Sardegna
per gli emigrati
SPECIALE EMIGRAZIONE / IV CONGRESSO DELLA FEDERAZIONE SARDA
PROPOSTE E PROGETTI
PER RINSALDARE I LEGAMI
CON LA SARDEGNA
DALL'ARGENTINA MARTORIATA
SEGNALI DI SPERANZA
DALLE NUOVE GENERAZIONI
LA REGIONE ISTITUISCE UN NUMERO VERDE 08004440940
CULTURA
DIBATTITO A BERLINO
SUL FUTURO
DELLA LINGUA SARDA
RIFORME
ASSEMBLEA COSTITUENTE
E RISCRITTURA DELLO STATUTO
IN UN CONVEGNO A PAVIA
IL MESSAGGERO SARDO
3
GENNAIO 2002
Inno sardo e incisioni
audiocassette
Cerca notizie di
Beniamino e Ivan Locci
Caro Messaggero Sardo,
ho letto con piacere quanto
avete scritto nel numero 5 del
mese di maggio a proposito
dell’inno sardo. Avrei piacere,
se non chiedo troppo, se poteste pubblicare anche la traduzione in italiano del testo perché, leggendolo in dialetto, ho
difficoltà a capire il vero contenuto. Le singole parole le
capisco quasi tutte ma, mettendole insieme, dopo averle tradotte in italiano, mi accorgo
che la mia traduzione letterale
è molto difettosa, perché viene
fuori un testo un po’ sconclusionato. Purtroppo in Sardegna, a seconda dell’area geografica, il dialetto cambia, e
dei tanti parlati nella nostra
isola io ne conosco solo uno,
che non è quello che ha usato
l’autore che ha composto l’Inno Sardo. Per quanto riguarda,
invece, l’indicazione della registrazione posso dirla io.
L’Inno Sardo fa parte di una
raccolta di canti patriottici incisi su un’audiocassetta intitolata “Inni e Canti della Patria”,
siglata DKC 440, prodotta da
Bruno Barbone. Il distributore
e Duck Record s.r.l. via Gioberti, 3 - 20090 Trezzano sul
Naviglio (Milano), tel. 02/
4844991 - fax 02/48403323;
http:/www.amerigo.it/duckrecord; e-mail: duck.record
interbusiness.it. L’edizione di
questo brano, che è un’incisione d’epoca, è ottima; anche la
registrazione è molto valida e
consente una buona audizione.
Fornendo i dati che ho indicato ad un qualunque negoziante
di dischi, cd e audiocassette
penso che sia possibile procurarsi la cassetta, sperando che
sia ancora in catalogo, perché
l’edizione è del 1991. Non so
se esista anche una versione
cd. A quanti riusciranno a procurarsi l’incisione auguro
buon ascolto.
Firma illegibile
Caro Messaggero Sardo,
sono un affezionato abbonato. Vi scrivo in merito all’articolo pubblicato nel numero di
giugno 2001 relativo alla storia di Beniamino Locci e del
figlio Ivan. Mi ricordo in particolare di quest’ultimo, in
quanto, intorno agli ultimi
anni Settanta, fu ricoverato per
ustioni al Centro Grandi Ustionati di Torino dove lavoro tuttora come infermiere. Ho avuto modo di rivedere padre e figlio in un’altra occasione che
risale, però, a molti anni fa e
precisamente ad Alghero, in
piazza Sulis. Vorrei poter rintracciare queste persone così
come i colleghi che insieme a
me lo hanno curato.
Vittorio Marotto
Torino
Gentile lettore,
la ringraziamo molto per le
interessanti notizie fornite sull’Inno Sardo che sappiamo faranno particolarmente piacere
agli appassionati, tra cui il
sig. Angelo Pintus, portiere
dell’albergo Entella di Genova che più volte è stato messo
in difficoltà dai clienti interessati a conoscere l’“Inno Sardo”. Da parte nostra forniamo
la traduzione del testo del canto scritto da Vittorio Angius
nella versione sardo-campidanese. Il lavoro di trasposizione
in italiano dalla lingua sarda,
nella espressione dell’area
meridionale dell’isola, è tratta
dal volume di Francesco Cesare Casula “La terza via della
Storia” (Il caso Italia) delle
Edizioni ETS. Ci perdoni la
sottolineatura, ma parlare di
“dialetto” in questo caso èimproprio. Si tratta, invece, di
una delle varianti della lingua
sarda. Speriamo che la traduzione, che forniamo a lei e a
diversi lettori interessati, secondo l’ordine del componimento tratto dallo stesso volume e pubblicato sul Messaggero precedente, possa essere di
aiuto per l’interpretazione dei
contenuti dell’Inno.
Iddio conservi il Re
Indica un avversario
E infirmisi il valore
E orrendo da lor cuore
E gloria allo stendardo
Tonar s’udrà il furore
Conceda ognor del Re.
Ad un tuo cenno, o Re.
(Iddio...)
Che in noi languisca l’animo
Comanda cio’ che piacciati
E infirmisi il valore
Foss’anche troppo duro
Per forza o per terrore
Ed esser puoi sicuro
Non mai temere o Re.
(Iddio...) Che sarà fatto, o Re.
(Iddio...)
Un contro cento intrepidi
La forza che mirabile
A spade ed a mitraglie
Sentirono i romani
Su valli e su muraglie
E prima gli africani
Noi correremo, o Re
(Iddio...) Potrai vedere, o Re.
(Iddio...)
Solo in sua morte cedere
La forza che altri barbari
Soleva il sardo antico
Poteva già domare
Né vivi all’inimico
Saprà far operare
Noi cederemo o Re. (Iddio...)
Solo un tuo cenno,
o Re. (Iddio...)
Da’ fidi valent’uomini
I fidi e valent’uomini
se nati ci vantiamo
O vedi tu contento
ben proverem che siamo
Che a te in qualunque evento
Noi loro figli, o Re.
(Iddio...) Quai fu, saranno,
o Re. (Iddio...)
Via P.F. Guala, 119
10135 Torino - tel. 011.61.49.72
Caro Marotto,
abbiamo pubblicato integralmente il suo messaggio che affidiamo ai lettori del “Messaggero”. Buone cose.
“Sardissima” chiede
giornale per cugino
Caro Messaggero Sardo,
mi chiamo Antonietta Caboni e abito in Toscana, in un posto stupendo che si chiama San
Gimignano, da ben 31 anni!
Sono nata e vissuta a Busachi
fino ai 7 anni e, malgrado tutti
questi anni lontana dalla mia
terra, sono ancora, e per fortuna, sardissima. Almeno una
volta all’anno torno in Sardegna per riossigenarmi di “sarditudine” e ciò nonostante ho
sempre una forte nostalgia. Ti
ringrazio per la tua presenza in
casa mia e mi complimento per
il tuo lavoro e, ultimamente,
anche per una certa puntualità.
Approfitto con questa lettera
per chiedere di conoscere
l’origine del mio cognome sapendo che a Cagliari c’è anche
una via. Ancora un piacere:
segnalo l’indirizzo di un mio
cugino anche lui interessato a
ricevere il giornale.
Antonietta Caboni
via San Biagio, 33 53037 San
Gimignano (Siena)
Di dimostrarti cupidi
La fede e il loro amore
Le vene in grand’ardore
Sentono i Sardi, o Re.
(Iddio...)
Cara Caboni, abbiamo preso nota delle richieste che
esaudiremo al più presto.
Vende casa rurale
con terreno ma non
scrive dove
Appello a personalità
sarde eminenti
per rilancio Isola
Caro Messaggero Sardo,
da tanti anni ricevo il giornale
a casa e vi ringrazio di cuore.
Vi chiedo per cortesia di pubblicare questo annuncio per la
vendita di una casa rurale fatiscente ma con tanto terreno,
750 metri/quadrati, e il pozzo
dell’acqua, nel centro del paese. L’ho ereditato dai miei genitori e si trova in un paese
tranquillo e benservito a 30
chilometri da Cagliari. Chiedo
60 milioni trattabili. Gli interessati possono telefonare al
numero 011/7792496.
Tarquinio Marras
Caro Messaggero Sardo,
ormai da diversi anni vivo e
lavoro a Trieste, ma nonostante i quasi mille chilometri di
distanza, cerco di non perdere
l’occasione per tenermi aggiornato, anche con l’aiuto del
“Messaggero”, e di essere partecipe degli accadimenti che
riguardano l’isola. Uno dei
vantaggi, determinati da questa posizione esterna e lontana,
è quello di poter valutare
obiettivamente e con costruttivo senso critico, slegato da
sentimenti emotivi o interessi
personali, quella che è la conduzione della vita, l’individuazione e risoluzione dei vari
problemi da parte degli Enti ed
Istituzioni preposti. Ho notato
principalmente due fattori che
ritengo intimamente importanti e mi permetto qui di espri-
Torino
Caro Marras,
abbiamo pubblicato l’annuncio anche se è incompleto.
Avrebbe, infatti, dovuto indicare il paese e l’indirizzo dove
abita. Auguri.
mere. Il primo riguarda l’amministrazione della Regione,
senza fare riferimento ad alcuno particolare schieramento
politico o periodo di legislatura, che nel corso degli anni ha
portato, per colpa grave, cronica incapacità e scarsa volontà
dell’agire per il bene della collettività, ad una lenta ma inesorabile situazione di deterioramento, abbandono e perdita
che ha determinato una lacunosa arretratezza in quasi tutti
i settori. Basti solo pensare
alle innumerevoli crisi nei delicati periodi di bilancio che ha
visto sfumare denaro dello
Stato e dell’Unione Europea a
discapito dei tanti progetti di
pubblica utilità da realizzare.
Inoltre, per quanto possa essere importante dal punto di vista culturale, storico e tradizionale, non è prioritaria una
discussione su temi quali “la
benda sui mori”, “la limba sarda nelle scuole” e via discorrendo, quanto quella su concreti problemi di sviluppo, miglioramento delle infrastrutture, servizi, rete viaria, disoccupazione ecc. Tale situazione
delinea un quadro indecoroso,
ingiusto e non corrispondente
alle reali potenzialità di una
Terra che è una ricchezza inestimabile assieme al suo popolo che ne è patrimonio e che
non merita ciò. Il secondo punto riguarda gli emigrati che
sono sempre stimati e ben voluti e, con intuito e impegno,
hanno credito e fiducia professionale ovunque stabiliscano
dimora ed in qualunque campo. Dimostrazione ne è il fatto
che, sempre più spesso possiamo osservare, ad esempio, nell’attuale Parlamento, gli incarichi di responsabilità o rappresentanza vengono sovente
affidati a personalità “sarde”.
Ora, perché tanti, non tutti, fra
i nostri corregionali che raggiungono posizioni prioritarie
e di comando, quasi non sentendo più quell’antico legame
con la madre terra, non pongono positivamente la loro influenza e capacità per rilanciare la Sardegna? Perche’ tanti
di questi nostri imprenditori,
artisti e illuminati di ogni campo non investono, raggiunta
posizione e successo, sullo
sviluppo della loro Terra? Ho
un desiderio, quello che un
giorno possa ritornare a casa,
più ricco di conoscenze e carico d’esperienza rispetto a
quando sono partito, avendo
un ruolo che mi permetta di
poter concretamente agire per
applicare tutto quanto di più
utile e necessario al miglioramento del mio paese che, negli
anni, avrò appreso.
Gianfelice Loddo
via Francesco Hermet, 7 34123
Trieste
Caro Loddo,
abbiamo sintetizzato qualche passaggio della sua lunga lettera, rispettandone
però il senso. Per quanto sia
difficile stabilire in modo definitivo le priorità che devono essere perseguite, è indubbiamente apprezzabile la
domanda-appello rivolta alle
eminenti personalità sarde.
Siamo, tuttavia, convinti che
per quanto uno possa diventare importante, non dimentichi mai il luogo che gli ha
dato i natali e faccia sempre
di tutto per privilegiarlo.
Cambio Codice Postale
in Germania
Caro Messaggero Sardo,
già da un po’ di tempo è
cambiato il codice postale di
Augsburg. Purtroppo avendo
poco tempo a disposizione ho
sempre rinviato per fartelo sapere. Comunque ho sempre
piacere di leggere il giornale e
nell’occasione chiedo informazioni sull’origine del mio
cognome.
Gian Paolo Magari
Carron du Val st.20
86161 Augsburg (Germania)
Caro Magari,
trasferiremo la sua richiesta
di notizie sul cognome a chi di
dovere e al più presto aggiorneremo il codice postale. Buone cose.
Diego Gabriel Porcu
e Antonio Serra
non sono cugini
Caro Messaggero Sardo,
nel numero di ottobre ho letto l’appello di Diego Gabriel
Porcu di Rosario di Santa Fe’,
in Argentina, che presumeva
di essere mio cugino in quanto
nomi e cognomi dei nostri parenti (da lui letti sul giornale di
alcuni mesi fa nel Circolo Sardo di Rosario) erano uguali.
Purtroppo discendiamo da due
famiglie diverse, originarie di
due paesi vicini: Sedilo, i miei,
e Santulussurgiu, i suoi. Comunque ho spedito una e-mail
a Diego Gabriel e ho iniziato a
fare ricerche per lui attraverso
i miei amici di Santulussurgiu.
Approfitto dell’occasione per
richiedervi di inviare il giornale a mio cugino in Argentina.
Antonio Serra
via Bacaredda, 38
09127 Cagliari
Caro Serra,
ci avrebbe fatto piacere sapere che Diego Gabriel Porcu
aveva raggiunto lo scopo.
Siamo, però, certi che, anche
grazie al suo aiuto, potrà coronare il sogno di ritrovare il
cugino. Stia tranquillo per la
richiesta in quanto verrà soddisfatta al più presto. Cordialità.
Innamorato Sardegna
permuta appartamento
a Sezza con casa al
mare
Caro Messaggero Sardo,
ricevo regolarmente il mensile e ringrazio per l’invio anche se non sono sardo di nascita, sono innamorato della Sardegna. Possiedo un appartamento a Sezza (Latina), affittato a lire 350.000 mensili
(l’inquilino paga regolarmente
l’affitto tramite vaglia postale)
e vorrei permutarlo con uno al
mare in Sardegna (non importa dove in quanto è tutta bella).
Questo mi permetterebbe di
andare nell’isola sempre più
spesso.
Alessandro Zanotti
via Emilia, 125
40026 Imola (Bologna)
tel. 0542/24215
cell. 347/2406580
Caro Zanotti,
abbiamo pubblicato l’annuncio e speriamo che possa
avere riscontri.
EDITORIALE
4
GENNAIO 2002
I
n questo numero del Messaggero abbiamo dedicato ampio spazio al congresso della Federazione dei circoli sardi in Argentina
che si è tenuto a Mar del Plata nei
primi giorni di dicembre. Lo abbiamo fatto ritenendo doveroso
dare voce a quella parte del popolo Sardo che trovandosi a così
grande distanza dall’Isola ha minori opportunità di far sentire le
sue istanze, ma lo abbiamo fatto
soprattutto per l’importante messaggio che i giovani sardi-argentini, discendenti di seconda, terza e
quarta generazione hanno portato
al congresso. Un messaggio di collaborazione, di dignità, di speranza.
Proprio mentre a Mar del Plata
erano riuniti i rappresentanti della
comunità sarda in Argentina, il governo adottava il provvedimento del
blocco dei conti bancari che avrebbe
fatto da detonatore in un momento
drammatico. Ebbene nonostante la
disperazione palpabile per il precipitare di una situazione già da tempo
disperata la comunità sarda in Argentina ha dato dimostrazione di
grande dignità e misura. Dal congresso non sono venute rivendicazioni né richieste generalizzate d’assistenzialismo. Gli emigrati sardi si
sono limitati a chiedere la solidarietà degli altri sardi e l’intervento della Regione sul Governo nazionale
perché attivi politiche d’aiuto.
I giovani discendenti dei sardi
emigrati all’inizio del secolo scorso
e fino agli anni 50, hanno chiesto che
gli fosse offerta l’opportunità di realizzare progetti produttivi che possono aiutare loro a superare questo momento di difficoltà e nel contempo
favorire lo sviluppo di relazioni economiche tra il loro paese e la Sardegna.
Nei giorni successivi al congresso
la situazione è precipitata e in poche
settimane c’è stato un balletto di presidenti della Repubblica. Ci sono
state proteste e ci sono stati morti.
Non è azzardato dire che in Argentina si cominciano a nutrire preoccupazioni per lo stato democratico.
La Sardegna è stata tra le Regioni
più attive. Il Consiglio regionale –
nonostante il clima di tensione tra
maggioranza e opposizione – ha trovato sulla questione Argentina l’una-
DALL'ARGENTINA
UNA LEZIONE
DA TENERE A MENTE
nimità d’intenti e ha approvato un
documento che impegna la Giunta
ad intervenire con appositi provvedimenti e, nel contempo, a sollecitare
iniziative dal Governo nazionale.
Lo slancio con cui si è mosso l’assessore del Lavoro della Sardegna
non ha trovato adeguate sensibilità
in tutte le regioni. In alcuni casi è
sembrato prevalere un atteggiamento egoistico su uno slancio di solidarietà.
La Sardegna, comunque, ha attivato un numero verde per raccoglie-
Dall'Argentina una lezione
4 da tenere a mente
6
Comincia in salita
il cammino della Giunta Pili
7
Mauro Pili deciso
a non cedere al ricatto
dei “franchi tiratori”
di Gherardo Gherardini
di Giacomo Serreli
Il presidente della Giunta
favorevole al voto
degli emigrati anche
per le elezioni regionali
22
Si accende il dibattito
sull'esigenza di cambiare
lo Statuto speciale
di Michele Mascia
Efisio Serrenti rivendica per
il Consiglio regionale un
ruolo di parlamento dei sardi
futuro sia in campo economico che
culturale. Dall’altra parte dell’oceano, infatti, ci sono tante potenzialità
da sfruttare e tante opportunità da
cogliere.
I sardi d’Argentina, così come
quelli che stanno in Australia o in
Svizzera, in Canada o in Germania,
o in Lombardia, si sentono parte integrante di un unico Popolo. Il loro
legame con l’Isola non si è mai spezzato, anzi la distanza lo ha rafforzato. È un dato da tener presente in
questo momento che è tornata al cen-
SOMMARIO
EDITORIALE
POLITICA REGIONALE
re indicazioni e richieste d’aiuto.
La vicenda Argentina deve aiutare tutti a fare una riflessione. In quel
lontano paese vive una popolosa comunità sarda, profondamente legata
alla sua terra d’origine.
Una comunità che è stata per lungo tempo dimenticata. Dall’Argentina, se sapremo cogliere l’occasione
che ci viene data da questo drammatico momento, potrà arrivare un forte segnale per il rafforzamento del legame tra i sardi e potranno anche
aprirsi prospettive importanti per il
SERVIZI DALLA SARDEGNA
continuità territoriale
5 La
è una realtà
di Andrea Frailis
10
Cosimo Tavera orgoglioso
del cammino compiuto
È morto tziu Antonio Todde
l'uomo più vecchio del mondo
23 di Giuseppe Deiana
“Geomag”: il gioco
che sfrutta il magnetismo
di Puccio Lai
EMIGRAZIONE
Sardegna solidarietà
8 Dalla
per il popolo argentino
Il Consiglio regionale
approva all'unanimità un odg
per aiutare la comunità sarda
Nell'Argentina martoriata
segnali di speranza
dalle nuove generazioni
9 servizi di Gianni De Candia
IL MESSAGGERO SARDO. Mensile della Regione Sardegna per gli emigrati e le loro famiglie
Edito dalla Cooperativa «Messaggero Sardo» s.r.l. - Pres. Gianni De Candia
Comitato di Direzione: Gianni Massa (responsabile), Marco Aresu, Gianni De Candia,
Ezio Pirastu, Luigi Coppola
Redazione e Amministrazione: Via Barcellona, 2 - 09124 Cagliari
Tel. 070/664214 - Fax 070/664742
Registrazione del Tribunale di Cagliari n. 4212 dell'11-4-1969
Iscritto al Registro Stampa n. 217
Dalla comunità sarda
proposte e progetti
per rinsaldare i legami
11
Vittorio Vargiu rivendica
un ruolo per gli emigrati
nel nuovo Statuto sardo
12
Documento di piena adesione
all'iniziativa per l'istituzione
dell'Assemblea costituente
13
I progetti dei giovani
per rinsaldare i legami
con la terra degli avi
14
La delegazione sarda
ricevuta dalle massime
autorità dell'Argentina
tro del dibattito politico la questione
della riforma dello Statuto. Gli emigrati in Argentina hanno manifestato il convinto sostegno alla proposta
per l’istituzione dell’Assemblea Costituente del Popolo Sardo. Condividono l’esigenza che lo Statuto speciale della Sardegna venga riscritto
per riconoscere alla Regione la nuova Autonomia, adeguata ai tempi
nuovi che si stanno vivendo in Italia
e in Europa. Non si curano tanto degli aspetti formali, al centro del dibattito sulle riforme in Sardegna, su
quale sia lo strumento più idoneo per
la riscrittura dello Statuto. Vanno al
cuore del problema e rivendicano –
come hanno fatto già gli emigrati
sardi in ogni angolo della terra – il
loro diritto a non essere considerati
cittadini di serie B. Vogliono che nel
nuovo Statuto siano considerati alla
stregua dei residenti in Sardegna. E
chiedono anche di poter esercitare il
loro diritto di voto, ora che il voto
per gli italiani all’estero è diventato
un diritto riconosciuto dalla legge, e
partecipare all’elezione del Parlamento dei sardi. Ma anche di poter
sedere con pari dignità in quella Assemblea.
A favore delle loro richieste si
sono già pronunciati esponenti delle
diverse forse politiche. Anche il presidente della Giunta, Mauro Pili, si è
detto favorevole alla concessione del
voto agli emigrati. Restano da stabilire le modalità del coinvolgimento
della comunità sarda nel mondo nel
dibattito sulle riforme. Siamo certi
che da quella parte potranno arrivare importanti e qualificati contributi
per la riscrittura delle regole dell’Autonomia.
La Sardegna nel terzo millennio
deve riuscire a rompere un isolamento che dura da secoli per aprirsi all’Europa e al mondo. Solo così potrà
cogliere le opportunità offerte dalla
sua collocazione geografica, dal suo
ambiente incontaminato, dalle sue
produzioni naturali.
Un ruolo fondamentale per superare quella sorta di provincialismo
che affligge i sardi nella loro terra
può essere svolto proprio dagli emigrati che hanno saputo confrontarsi
con realtà diverse riuscendo ad inserirsi senza però perdere i valori della
loro etnia, della loro cultura, della
loro appartenenza.
CULTURA
Studiosi a confronto a Berlino
sul sardo lingua regionale
e europea
16 servizio di Gino Zasso
15
Luridiana promette iniziative
per rinsaldare i rapporti e
aiutare i sardi in Argentina
19
Riforma dello Statuto
e prospettive di sviluppo
in un convegno a Pavia
20
La Sardegna del 2000
tra esigenze e prospettive
di sviluppo
28
La Filef sarda si rinnova
e punta sui giovani
di Marco Aresu
RUBRICHE
29
Al congresso dell'Aitef
rilanciato il ruolo
delle associazioni di tutela
25 Sardegna notizie
26 Emigrazione
servizio di Antonello De Candia
di Valentina Orgiu
Il ricamo e l'arte
per far conoscere
Teulada in Europa
32 di Maria Grazia Caligaris
SPORT
Il Cagliari di Sonetti
ritrova gioco e gol
e risale la classifica
30 di Andrea Frigo
Il rilancio del basket.
Il Banco di Sardegna
capolista in B1
31 di Giampiero Marras
Fotocomposizione, impaginazione, fotolito:
PRESTAMPA - Via Nenni 133, tel. 070/883223 - 09045 Quartu S. Elena (CA)
Stampa:
Officine Grafiche SOCIETÀ POLIGRAFICA SARDA di Ettore Gasperini Editore - Cagliari - Via della Pineta, 24/36 - Tel. 070/303777-78
IL MESSAGGERO SARDO viene inviato gratuitamente dalla Regione Sardegna a tutti gli emigrati,
in Italia e all'Estero e alle loro famiglie in Sardegna.
Richiedetelo a questo indirizzo: MESSAGGERO SARDO - Via Barcellona, 2 - 09124 CAGLIARI
e-mail: [email protected]
IL MESSAGGERO SARDO
5
GENNAIO 2002
U
n evento importante, di
portata quasi “epocale”,
ma sul quale pesano ancora confusioni e ritardi e l’incertezza dei ricorsi degli esclusi.
Inseguita vanamente per
trent’anni, ospite fissa e quasi ridicola dei programmi e dei proclami di Presidenti, Giunte e
Consigli Regionali degli ultimi
decenni, la continuità territoriale
ha finalmente trovato pratica attuazione negli ultimi giorni del
2001, con un volo Meridiana decollato da Olbia alla volta di
Roma; i Sardi hanno pagato un
biglietto scontato rispetto ai non
residenti nell’Isola, attuando così
una parificazione nella possibilità di raggiungere il Continente
che per molti anni avevano continuato a sognare.
Entro qualche settimana i Sardi, sia quelli residenti ma anche
gli emigrati, gli studenti e le persone anziane, potranno raggiungere Roma da Cagliari, Olbia e
Alghero con 65mila e 800 lire, e
Milano con 82mila e 400 lire.
Ma l’inizio dei voli a tariffe
agevolate non ha posto fine alle
polemiche e, la firma del decreto,
con il quale il ministro dei trasporti e delle infrastrutture Lunardi darà il via ufficiale alla
continuità, era ancora attesa a
metà del mese di gennaio.
Vediamo di fare un po’ d’ordine in una vicenda nella quale,
anche i più esperti, faticano a districarsi.
Il Governo, riconoscendo il diritto dei Sardi a spostarsi pagando le stesse tariffe degli altri cittadini italiani, ha imposto i cosiddetti “oneri di servizio” su collegamenù aerei, da Cagliari, Alghero e Olbia per Roma e Milano, 6 tratte considerate “Sociali”
per le esigenze di spostamento.
Dopo un lungo tira e molla è
stata nominata una commissione
di esperti (di nomina regionale e
governativa) facente capo all’Enac, l’Ente Nazionale per
l’Aviazione Civile, che ha bandito la gara internazionale per
quei 6 collegamenti; su una certa tariffa sarebbero state scelte
le compagnie che avessero praticato e indicato in busta chiusa
e sigillata i ribassi più consistenti, aggiudicandosi in “esclusiva” quelle tratte per la durata
di 3 anni.
La prima graduatoria, diffusa
tra le polemiche, aveva assegnato due tratte ad Alitalia (la Cagliari/Roma e la Alghero/Roma)
due a Meridiana (i collegamenti
da Olbia con Milano e la Capitale) e uno a Volare (il Cagliari/
Milano, per 20 anni appannaggio della compagnia dell’Aga
Khan; la tratta Alghero/Milano,
invece, non era stata assegnata
per mancanza di offerte adeguate. A rimanere esclusa da qualsivoglia collegamento fu allora
Air One, che secondo voci aveva praticato i ribassi più consistenti sulle tariffe.
Fioccarono i ricorsi e le richieste di sospensiva fino ai primi di dicembre allorché il Consiglio di Stato decise di sospendere la graduatoria e di chiedere
alla commissione dell’Enac di
riformularla, riammettendo Air
One alla gara.
Da cenerentola a principessa;
la nuova graduatoria stilata dalla
commissione dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile ha premiato Air One che si è aggiudicata 3 tratte: i due collegamenti da
Alghero per Roma e Milano ed il
Cagliari/Milano, mentte Meridiana ha tenuto i due collegamenti da Olbia e all’Alitalia rimasto il solo Cagliari/Roma.
Apriti cielo. È successo davve-
TRASPORTI
Sull'evento di
portata “epocale”
pesano ancora
incertezze
e confusione.
Tariffe scontate
sui collegamenti
aerei per la
Sardegna
LA CONTINUITÀ
TERRITORIALE
È UNA REALTÀ
di Andrea Frailis
ULTIM’ORA
CONFUSIONE
SUI CIELI
DELL'ISOLA
Situazione ancora più
confusa dopo la decisione
del Tar del Lazio che ha accolto i ricorsi di Alitalia e
Volare che chiedevano l’annullamento del provvedimento con il quale i collegamenti da Alghero per Roma
e Milano e da Cagliari per
Milano erano stati assegnati ad Air One.
C’è confusione ma, per
fortuna, le tariffe scontate
per ora non si toccano e,
anzi, alcune compagnie
hanno cominciato ad abbassare le tariffe sugli altri colro di tutto. Volare (che nel giro di
qualche giorno ha perso ogni collegamento aereo tra Sardegna e
Continente) ha convocato una
conferenza stampa nella quale ha
attaccato pesantemente Governo, Regione, la commissione
Enac e i “rivali” di Air One, men-
legamenti tra Sardegna e
Continente che non riguardano Roma o Milano.
Per il 7 marzo il Tribunale Amministrativo del Lazio
ha anche fissato la data per
l’udienza di merito.
E nel frattempo, il 21 gennaio la continuità territoriale ha avuto finalmente inizio anche dallo scalo di Alghero.
Alle 6 e 50 del mattino è
decollato il volo Alitalia per
Roma, seguito alle 7 e 05
(con 5 minuti di ritardo) dal
volo di Air One per Milano.
tre Meridiana e Alitalia hanno
preannunciato ricorsi vari, minacciando drastici “tagli” all’occupazione ad Olbia e Alghero,
avendo perso due “tratte” che
gestivano da decenni e senza le
quali a loro dire non si giustificano più gli attualia livelli occupa-
zionali.
Sono 150 i posti di lavoro a rischio per Meridiana (che ha portato in piazza a Romai suoi dipendenti), almeno 200 per Alitalia che vorrebbe anche chiudere
la scuola di addestramento al
volo di Alghero, mentre sarebbero potenzialmente in pericolo anche 50 diopendenti della società
che gestisce lo scalo algherese. Il
tutto mentre Air One fa sapere
che potrebbe anche accollarsi il
personale lasciato libero dalle altre compagnie (ma fino a che
punto si chiedono i lavoratori e,
soprattutto, con il Contratto dell’Assoaerco o quello dei Meralmeccanici?) ma non rinuncia
ed attaccare, prospettando a una
quarta tratta.
La protesta di Volare è stata
durissima; è stata la prima compagnia a rompere monopolio di
Alitalia sulla Cagliari/Roma, e
ora si trova esclusa da tutte le
tratte a tariffa scontata. L’amministratore delegato Vincenzo
Soddu, si è detto pronto a rivolgersi alla magistratura “perché –
ha detto –siamo stati derubati”.
Soddu ha chiamato in causa la
gara d’appalto, sostenendo che il
sistema scelto penalizza i Sardi, e
attacca con durezza la commissione che, a suo dire, avrebbe assegnato senza criterio i punteggi
alle diverse compagnie. “Ripetto
a Volare – ha detto Soddu – noi
abbiamo una struttura esistente
qui in Sardegna, e l’età media dei
nostri aerei è decisamente più
bassa, tutto ciò noi siamo fuori e
loro hanno 3 tratte”.
Una situazione di grande confusione, come è facile capire, con
enormi interessi in gioco, con
tattiche non sempre limpide e
diuturni attacchi all’occupazione
che angosciano i lavoratori e sindacati.
Una parola definitiva dovrebbe essere detta con i pronunciamenti di Tar e Consiglio di Stato
sui ricorsi presentati dalle compagnie escluse dalla graduatoria,
anche se questa situazione rischia di perpetuarsi con una spirale senza fine, fatta di ricorsi,
controricorsi e appelli.
Meno male che il decreto del
ministro dovrebbe essere varato
comunque, consentendo alle
compagnie di partire tutte con le
tariffe scontate, mettendo al riparo i sardi dalle conseguenze
giudiziarie delle richieste di sospensiva.
Ma l’avvio ufficiale della continuità territoriale, ha dato la stura ad un’altra polemica, stavolta
incentrata sulla natura dei provvedimenti che sono stati adottati.
In pratica sia i lavoratori delle
compagnie che si sono dette danneggiate dalla graduatoria, e sia
consistenti pezzi del sindacato
sardo hanno attaccato Governo e
Regione, sostenendo che il sistema scelto (quello dell’assegnazione del collegamento in esclusiva per un periodo di 3 anni)
danneggia l’occupazione ed
esclude la pluralità dei vettori.
Secondo i sindacati meglio sarebbe stato seguire il modello
adottato dalla Francia per la
Corsica, un modello che non assegna una tratta in esclusiva, ma
al contrario interviene sul costo
del biglietto venduto, rimborsando alla compagnia aerea la
differenza tra la tariffa piena e
quella decisa per i residenti. In
questo modo, secondo i detrattori del sistema dell’esclusiva si
garantisce su quel collegamento
una pluralità di vettori che si farebbero concorrenza in termini
di servizi offerti al passeggero,
avendo interesse a staccare il
maggior numero di biglietti per
ottenere il rimborso.
Una tesi che non convince
Massimo Deiana, docente di Diritto della Navigazione presso la
Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari, e componente di nomina regionale nella commissione dell’Enac che, in
una intervista pubblicata da La
Nuova Sardegna, difende con vigore le scelte fatte e attacca le
compagnie.
Deiana ha spiegato che si è
trattato di un problema di soldi
(70 miliardi non sono una cifra
enorme) e soprattutto se queste
cifre fossero state distribuite su
un numero di rotte gli sconti sarebbero stati meno consistenti:
“invece in questo modo ha detto
Deiana – le tariffe sono davvero
interessanti”. E alle compagnie
che hanno protestato il prof. Deiana non risparmia critiche: “Alitalia e Meridiana non hanno creduto alla gara d’appalto – ha detto – perché rispettivamente sulla
Alghero/Roma e sulla Cagliari/
Milano si sono presentate con
offerte al ribasso pari a zero”.
Un attacco alle compagnie
condiviso dal neo assessore regionale dei trasporti, Tore Amadu che, in merito, ha scritto al
ministio Lunardi: “Alitalia e
Meridiana – scruve Amadu applicano tariffc altissime sui voli
con scalo a Milano e Roma, perfino più alte di quelle praticate
prima della continuità territoriale”. Secondo l’assessore “la storica conquista dei Sardi è paradossalmente pregiudicata dalla
politica tariffaria adottata da
Alitalia e Meridiana, che richiedono l’acquisto separato di due
distinti biglietti, uno per ciascuna tratta, il cui costo complessivo supera di gran lungo quello
che sarebbe stato richiesto se il
biglietto fosse stato unico”.
Attacchi ai quali Alitalia e
Meridiana hanno risposto con
decisione; la compagnia di bandiera non perde occasione per
ricordare come in tanti decenni
abbia dimostrato come i collegamenti con la Sardegna le stiano a cuore, mentre la compagnia
dell’Aga Khan va oltre, annunciando biglietti a tariffee scontate anche per quelle tratte che
non sono ricomprese nella continuità territoriale.
IL MESSAGGERO SARDO
6
GENNAIO 2002
D
ifficile esordio per la
Giunta regionale guidata da Mauro Pili. Nel primo, importante confronto col
Consiglio, quello sul Documento
di programmazione economica e
finanziaria (Dpef), per ben due
volte l’esecutivo ha dovuto incassare il “no” dell’Aula. Un segnale politico che ha prodotto
preoccupazioni e tensioni nella
maggioranza, anche se il presidente Pili ha detto a chiare lettere di non aver alcuna intenzione
di dimettersi. Anzi, ha sfidato i
“cecchini” del voto segreto ad
uscire allo scoperto.
Il Documento di programmazione, indispensabile base su
cui costruire la manovra finanziaria per il 2002 ed il biennio
successivo, è stato portato all’attenzione dell’Assemblea di
via Roma il 19 dicembre. In
128 pagine, la Giunta ha in parte confermato ed in parte corretto le dichiarazioni programmatiche di Pili, trattando i temi
che vanno dal ruolo della Sardegna nell’economia nazionale
ed internazionale sino all’indicazione delle singole “strategie
di sviluppo” e degli “indirizzi
di spesa”.
Le ha confermate nei grandi
obiettivi: maggiori e più certe
entrate fiscali, nuovo Piano di
Rinascita, riforme istituzionali
attraverso l’Assemblea costituente, massiccio ricorso al
projet-financing per le opere
pubbliche, più celeri procedimenti burocratici, impulso al
turismo, centralità dell’impresa
come motore dello sviluppo e
come occasione di lavoro. Le
ha invece corrette in due punti
politici di grande rilievo: l’Intesa istituzionale di programma
firmata nel 1999 da Massimo
D’Alema e da Federico Palomba ed il Piano del lavoro approvato (con la legge 37 di quasi
tre anni fa) dalla Giunta di Centrosinistra.
Nel presentare il proprio programma al Consiglio regionale,
Pili aveva parlato di “Nuova Intesa”, da reimpostare del tutto
grazie al suo rapporto privilegiato col governo Berlusconi. Successivamente ha corretto il tiro,
affermando di voler “ripartire”
dal testo del 1999 (metano, energia, trasporti eccetera), con alcune riscritture per aggiornare i
progetti.
Più sensibile ancora la modifica al Piano del lavoro, che nelle dichiarazioni programmatiche di Pili era stato tralasciato,
così come nel Dpef della giunta
Floris (elaborato dall’allora assessore forzista al bilancio, Pietro Pittalis), proponendo un superamento della legge 37. Il
nuovo Dpef ha invece confermato la validità dello strumento,
pur sottolineando che le politiche attive per il lavoro non devono essere assistenzialistiche,
ma puntare a produrre effetti positivi sull’economia.
Il Dpef della giunta Pili si propone i seguenti tre traguardi essenziali: ventimila nuovi posti di
lavoro in tre anni; riduzione del
tasso
di
disoccupazione
dell’1,5% annuo; riduzione della
spesa pubblica del 5%.
Le strategie operative del
documento sono state illustrate in aula dal Presidente della
Commissione bilancio, Giorgio Balletto (F.I.): “Il Dpef –
ha detto – prende in considerazione tutti gli strumenti programmatici attualmente disponibili attraverso i quali è possibile intervenire nei processi
di sviluppo economico e di
crescita sociale dell’Isola: il
POLITICA REGIONALE
L’esecutivo subisce due bocciature sul Dpef ad opera
dei “franchi tiratori”. Dure critiche dell'opposizione
al documento di programmazione economica
COMINCIA IN SALITA
IL CAMMINO
DELLA GIUNTA PILI
di Gherardo Gherardini
Quadro comunitario di sostegno 2000-2006, l’Intesa istituzionale di programma, i fondi
Cipe per le aree depresse e le
politiche regionali di bilancio”. Secondo il relatore di
maggioranza, il documento,
che indica le linee guida d’intervento a sostegno dello sviluppo economico regionale,
contiene le giuste strategie per
il raggiungimento dei seguenti
obiettivi: sostituzione graduale degli incentivi finanziari
con incentivi automatici (su fiscalità e costo del lavoro), rivendicazione in sede comunitaria di regimi fiscali differenziati, revisione del regime delle entrate, Assemblea costituente, riforma della Regione.
Nella prima relazione di minoranza, Pier Sandro Scano (Ds) ha
detto che la critica fondamentale
che il Centrosinistra rivolge al
Dpef sta nel fatto che “la strategia del documento è campata per
aria”, cioè le strategie vengono
vanificate dalla debolezza della
strumentazione. Altre osservazioni negative l’oratore ha formulato sui Programmi integrati
territoriali (“improvvisati e confusi”), sulle politiche per l’occupazione (“trattate in maniera ambigua”), sull’ambiente (“ci sono
due contraddizioni, una sulle coste l’altra sui parchi”), sull’amministrazione (“si fanno solo
enunciazioni generali, senza cercare di avviare un serio sistema
di monitoraggio per capire dove
vanno a finire i soldi pubblici”).
“Con tutti i suoi limiti e i suoi
difetti – ha concluso Scano – il
Documento costituisce la base di
partenza per una discussione.
Tutti ci chiediamo, però, se dietro il Dpef ci siano una Giunta ed
una maggioranza”.
“Questo è il Dpef delle beffe –
ha esordito Luigi Cogodi (Rif.
Com.), altro relatore di minoranza – perché arriva in aula quando
dovremmo invece finire di discutere la legge finanziaria. Questo
dice la legge e questo è il diritto
dei sardi: avere un Governo che
sappia almeno rispettare le regole della normale amministrazione. Ma il Centrodestra ha inaugurato una vera e propria strategia
del disordine e non rispetta i tempi, per poter così agire senza controlli nella spesa e senza trasparenza”.
E’ poi intervenuto il terzo relatore di minoranza, il sardista
Giacomo Sanna, che ha giudicato il Dpef come un documento che si limita alla necessità
della concertazione con le forze
sociali. “Non siamo d’accordo
– ha sottolineato – sull’impostazione delle politiche di sviluppo né sulla mortificazione e
le strumentalizzazioni operate
sulla continuità territoriale.
Meglio sarebbe far trovare albergo al modello della Corsica”. Anche sulle politiche energetiche Sanna ha detto che “occorre chiedere uno sforzo straordinario allo Stato, che costringe i sardi a pagare il doppio”. L’esponente sardista ha
espresso critiche anche per le
scelte nei settori del credito e
per le politiche di risanamento
delle ex aree industriali.
Dopo gli interventi di Gerolamo Licandro (F.I. – “dal Dpef
emerge un solido sostegno all’economia, per evitare il ricorso allo sviluppo assistito”) e Cicitto Morittu (D.S. – “il documento è giunto in aula con enorme ritardo, trascura i temi ambientali e mortifica il ruolo degli
enti locali”), ha preso la parola
l’ex presidente Mario Floris,
che ha assicurato pieno sostegno al documento, pur invitando
la coalizione di maggioranza ad
individuare “le ragioni dell’inquietudine politica” che serpeggia al suo interno.
E’ poi intervenuto il diessino
Giacomo Spissu (“la strada indicata col Dpef rischia di impoverire ulteriormente le aree più deboli”), al quale hanno fatto se-
guito i Capigruppo. Per primo,
Nello Cappai (Ccd), che ha definito il Dpef “un documento snello, tecnico ma anche politico”. In
esso vengono approfonditi, ha
detto, i punti cardine del programma del nuovo esecutivo: la
revisione del sistema delle entrate e del Titolo terzo dello Statuto,
la continuità territoriale per passeggeri e merci, il metanodotto
Algeria – Sardegna – Corsica, le
risorse idriche e l’Assemblea costituente. “Partendo da queste
priorità – ha concluso – potranno
essere affrontati e risolti i problemi storici della nostra isola”.
Forti critiche sono state avanzate da Walter Vassallo (Rif.
Com.). Esaminando i vari settori coinvolti dalle scelte economiche della Giunta, ha denunciato i gravi ritardi che si registrano nella politica industriale,
con particolare riferimento al
settore chimico. Altre riserve ha
manifestato per le annunciate
iniziative a favore del mercato
del lavoro ed ha concluso affermando che il Dpef “contiene
tante parole e pochi fatti” e che
“non vi sono le condizioni minime necessarie per esprimere un
giudizio positivo”.
Per il capogruppo dei Riformatori, Pierpaolo Vargiu, il Dpef
indica con forza “dove dobbiamo
andare per perseguire lo sviluppo” e risponde alla “necessità di
reperire fondi regionali per le
maggiori spese, nel senso del federalismo fiscale”. Di “velleitarismo e tardività” ha invece parlato il democratico Carlo Dore,
secondo il quale la logica ed il
buon senso avrebbero richiesto
un Dpef agile e snello, mentre “il
presidente Pili – ha detto – ci ha
propinato 130 pagine che spaziano sui più disparati argomenti,
ma tralasciano aspetti fondamentali per lo sviluppo della Sardegna”.
Salvatore Piana ha affermato
che il Dpef è in piena sintonia e
coerente con le dichiarazioni
programmatiche del presidente
Pili. “Sarà tuttavia necessario –
ha soggiunto – che il presidente
della Giunta indossi le scarpette
da corsa, perché vi sono ritardi
che vanno colmati e che richiedono un’accelerazione dell’azione di governo”.
Il sardista Giacomo Sanna ha
evidenziato due costanti della
maggioranza: i ritardi e la ripetitività dei contenuti dei documenti programmatori, peraltro mutuati da altre esperienze regionali. Dopo aver lamentato il mancato rispetto degli impegni in
tema di lavoro e l’insufficienza
dell’azione di governo nell’affrontare i più gravi punti di crisi
del sistema economico, Sanna ha
denunciato il mancato utilizzo di
oltre duemila miliardi di finanziamenti europei.
“Il Dpef parte dall’analisi della realtà sarda per formulare
proposte di sviluppo e contiene
in sé le basi di un progetto di
ampio respiro e vasto impegno”.
Così si è espressa Claudia Lombardo, secondo la quale col Centrodestra “si è abbandonato un
sistema che ha prodotto assistenzialismo e disoccupazione,
per imboccare la strada dello
sviluppo, favorendo le imprese,
rendendo la macchina regionale
agile e competitiva, affrancando
i giovani dalla dipendenza da
metodi clientelari “.
Anche Peppino Balia (Fsd)
ha criticato il ritardo nell’esame del Dpef, nel quale – ha detto – si nota qualche lieve miglioramento, ma le idee sono
appena abbozzate. “Ora bisogna tradurle in pratica e farle
diventare scelte politiche – ha
aggiunto – ma ci sono ampie
zone d’ombra che generano
preoccupazione:
indicatori
economici sovradimensionati,
sovrastima delle entrate, incontenibile spesa finanziaria”. Per
questi motivi, secondo Balia,
crescerà l’indebitamento e non
si riuscirà a spendere i finanziamenti europei.
Replicando a nome della
Giunta, l’assessore Italo Masala (A.N.) ha spiegato che le
novità del documento sono
state determinate dai fatti
dell’11 settembre, che riguardano anche la Sardegna, e da
una diversa sensibilità verso le
politiche attive per il lavoro.
Dopo aver sottolineato la necessità di progettare la pianificazione territoriale, recuperando le competenze affidate
alle province, l’assessore ha
ribadito l’esigenza di dare
maggiore velocità alle opere
pubbliche in corso di realizzazione o da realizzare. Ribadita
la volontà di procedere nella
concertazione con le parti sociali, Masala ha concluso sostenendo che “occorre liberare
le imprese ed aiutarle a stare in
piedi con le proprie forze”.
Come detto in apertura, al
momento del voto segreto sulle
singole parti del provvedimento la Giunta è “andata sotto”
per ben due volte. La prima,
nella parte che riguarda l’Intesa Stato – Regione (riforme e
Assemblea costituente, infrastrutture e trasporti, energia); la
seconda, in quella concernente
il rapporto sullo stato di attuazione della programmazione.
Nella votazione finale, a scrutinio palese, il Dpef ha avuto il
via libera con 43 voti a favore,
tre astenuti (i due sardisti ed il
Presidente dell’Assemblea) e la
mancata partecipazione al voto
del Centrosinistra.
Questo perché, sulle conseguenze della bocciatura di due
parti del Dpef, si è svolto un
vero e proprio tiro incrociato di
infuocate dichiarazioni di voto
tra maggioranza ed opposizione, che ha portato il Centrosinistra ad abbandonare l’aula prima del voto finale. Secondo il
Centrodestra, trattandosi di un
documento di indirizzo, non ci
saranno ripercussioni sulla finanziaria e sul bilancio. Per
l’opposizione, invece, nella
prossima manovra finanziaria –
di cui il Dpef traccia le linee
guida – non potranno essere
contemplate azioni previste nelle parti bocciate dall’Aula. Un
dilemma che il presidente Pili
conta di risolvere in tempi brevi,
presentando quanto prima al
Consiglio finanziaria e bilancio.
In chiusura di seduta, l’Aula ha
approvato il disegno di legge sull’esercizio provvisorio del bilancio, previsto per tre mesi.
IL MESSAGGERO SARDO
7
GENNAIO 2002
A
ppare risoluto il presidente della Regione
Mauro Pili in carica da
poco più di due mesi.
«Non cederò ai franchi tiratori; chi vuole cacciarmi dovrà
uscire allo scoperto»; questo il
messaggio più forte riproposto
nel corso della conferenza
stampa di fine anno tenuta a
Cagliari, non nelle sede istituzionale di Villa Devoto ma
nell’ampia sala anfiteatro dell’assessorato alla cultura di via
Roma con una scenografia, in
stile berlusconiano, esaltata
dai drappi azzurri posti alle
sue spalle.
Pili ha ammesso le difficoltà
dell’avvio del suo mandato alla
guida dell’esecutivo ma ha
voluto lanciare un chiaro messaggio ai dissidenti ricomparsi
anche in occasione della approvazione del documento di programmazione economica e finanziaria.
Proprio i temi legati all’irrequieta maggioranza, riesplosi
già nella fase di distribuzione
degli incarichi assessoriali e
quindi nel voto sul Dpef con
due franchi tiratori, hanno dominato l’incontro del presidente della regione con i giornalisti.
Per Pili comunque la coalizione non potrà essere messa
in discussione con il metodo
dei “muretti a secco” ed il
voto segreto va eliminato dagli argomenti di carattere finanziario.
Ed ha anche chiarito di aspettarsi altre imboscate in occasione della discussione della
finanziaria.
Tutto è stato messo nel conto comprese le contromisure
per consentire di attuare le soluzioni più idonee per garantire alla giunta ed alla maggioranza il raggiungimento degli
obiettivi strategici qualora la
manovra venisse stravolta nei
suoi punti principali.
La sfida in definitiva per il
presidente della Regione è sulle cose da fare.
In questo consiste la vera
Nella conferenza
stampa di fine
anno il presidente
della Giunta
ribadisce
la compattezza
della coalizione
e respinge
il metodo dei
“muretti a secco”
MAURO PILI DECISO
A NON CEDERE AL RICATTO
DEI “FRANCHI TIRATORI”
di Giacomo Serreli
questione morale in quanto il
presidente della regione ritiene scarsamente realizzabile
l’ipotesi delle elezioni anticipate.
Pili ha affermato di voler
riprendere il dialogo con altre forze autonomiste per
«rafforzare la maggioranza»
ma socialisti e sardisti hanno
sinora sempre risposto negativamente.
Chi vuole la crisi, ha sottolineato, deve dirlo apertamente
ma ora è il momento di pensare alle riforme ed all’utilizzo
delle risorse finanziarie.
Il momento sarebbe anche
favorevole perché, rileva Pili,
«il rapporto diretto con il governo che condivide i nostri
punti strategici tanto da averli inseriti nei progetti obiettivo ha già portato a risultati
importanti».
E Pili ha elencato la continuità territoriale, la prospettiva del metanodotto con l’Algeria, l’intesa sulle “autostrade del mare”.
«Abbiamo già iniziato ad affrontare con decisione i problemi principali della nostra
isola – ha evidenziato Pili –
partendo dalla questione delle
infrastrutture.
I progetti approvati dal Cipe
per le grandi opere assieme al
piano per il metanodotto cambieranno la nostra isola».
Tornando alla finanziaria ne
ha indicato i tre punti forza:
una burocrazia più snella, l’accelerazione delle opere pubbliche, il legame tra pianificazione urbanistica e progammi di
sviluppo, in modo da evitare il
blocco degli investimenti.
Ma la Giunta non intende
badare solo alla gestione delle
emergenze ma penserà a rafforzare il rapporto con lo stato
perché va superato il periodo
della regione piagnona.
Pili confida anche in un diverso rapporto con gli istituti
di credito dopo che la gara per
la tesoreria regionale si è conclusa con l’assegnazione ad
un pool di banche (Banco di
Sardegna, Cis, Intesa e Bnl);
un fatto che non è molto piaciuto al presidente che ha deciso di chiedere chiarimenti
alla Banca d’Italia e per Pili
«le banche non hanno dimostrato interesse a collaborare
nelle politiche di sviluppo, ma
la sfida – ha anticipato – la
lanceremo tra qualche mese
con il project financing».
Pili ha smentito che ci sia un
disimpegno da parte del governo nazionalea nella programmazione negoziata e per gli interventi al sud.
«Il ripensamento degli interventi sinora realizzati con la
programmazione negoziata che
non hanno prodotto grandi risultati – ha ancora affermato il
presidente della regione – è finalizzato a renderli più efficaci e lo faremo anche in Sardegna».
Il presidente della regione
ha fatto anche un accenno all’indennità dei consiglieri regionali dopo il suo aumento limitandosi a dire che bisogna
avvicinare la classe politica ai
cittadini.
Non contano tanto le indennità – ha detto – quanto i risultati che vengono raggiunti.
È sotto gli occhi di tutti che
dobbiamo fare di più e meglio».
Non sono mancate le reazioni critiche alla conferenza
stampa di Pili che ha tra l’altro affermato, riferendosi ancora alla stabilità dell’esecutivo, che pe lui contano di più
i 152 mila voti personali avuti nel 1999 e i 44 palesi che la
sua giunta ha avuto con la fiducia.
Per il segretario regionale
dei Popolari Gianvalerio Sanna si è trattato della «solita, irrefrenabile inclinazione a trasformare tutto in propaganda e
sulla questione morale Pili
avrebbe dovuto mettere dentro
anche i voltagabbana che consentono il permanere di una
maggioranza senza numeri e
senza idee».
«Il presidente – ha proseguito Sanna – non avrebbe
dovuto tenere la conferenza
stampa perché, nel bilancio
del 2001, si possono inventariare solo le imboscate e le attività svolte per far cadere la
giunta Floris».
Su questo aspetto Pili si era
difeso in conferenza stampa
dichiarando di avere sostenuto Floris «in ogni occasione
anche con critiche costruttive
ma sempre con lealtà».
RIFORME
IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA
FAVOREVOLE AL VOTO AGLI EMIGRATI
ANCHE PER LE ELEZIONI REGIONALI
I
l Presidente della Regione,
Mauro Pili, nella conferenza stampa di fine d’anno,
rispondendo a una domanda del
rappresentante del Messaggero
Sardo sul ruolo che deve essere
riconosciuto nel nuovo Statuto
Speciale alla comunità sarda
che sta fuori dall’ Isola, ha detto che “gli emigrati rappresentano una delle risorse più importanti della nostra terra”. Per
questo nella stesura del nuovo
Statuto speciale va riconosciuta alla comunità sarda nel Mondo pari dignità con quella che
risiede nell’Isola.
“Si è parlato troppo della
modifica dello Statuto – ha
detto Pili – e credo che sia
giunto il momento di confrontarci su che cosa questo Statuto deve avere di più di quello
in vigore. Lo Statuto, in passato, ha dato molte potenzialità
alla Sardegna anche se spesso
sono state disattese. Nel nuovo
Statuto – ha aggiunto - deve
essere assolutamente ribadito
e rafforzato il ruolo strategico
internazionale che la Sardegna
deve svolgere nello scacchiere
europeo del Mediterraneo. Altro argomento da rivendicare –
ha proseguito - è quello della
partita delle Entrate”.
“Per quanto riguarda i 600
mila Sardi che sono fuori della
nostra terra – ha detto il Presidente della giunta - io credo che
deve essere fatto tutto ciò che
serve perché tutti coloro che
sceglieranno di poter essere ancora protagonisti della vita politica regionale possano farlo.
Dobbiamo pensare alla presenza degli emigrati sardi nel
Mondo come a una risorsa delle più importanti della nostra
terra. Non voglio usare la formula di “ambasciatori” della
Sardegna nel Mondo. Ma se
trasformassimo ogni circolo di
emigrati sardi non solo in un
luogo di incontro dei vecchi
emigrati – ha proseguito - ma
anche in luogo di promozione
dei nostri prodotti e della nostra
cultura, credo che la Regione
potrebbe sostenere maggiormente anche finanziariamente
queste strutture per farle diventare punti di incontro delle nostre comunità con le realtà che
le ospitano. Credo che così gli
emigrati sardi potrebbero sentirsi ancora più utili. La Regione deve essere in questa direzione al loro fianco, dando loro
la possibilità di essere protagonisti del voto per il rinnovo del
Consiglio regionale e riconoscendo loro una funzione strategica per lo sviluppo della Sardegna”.
Infine il presidente Pili ha
manifestato la solidarietà di tutta la Sardegna ai Sardi d’ Argentina alle prese con una crisi
drammatica. “Abbiamo già
esaminato con l’ assessore del
Lavoro e con alcuni esponenti
del Consiglio regionale – ha annunciato - le azioni da mettere
in campo in Argentina dove 1520 mila sardi stanno vivendo
momenti drammatici”.
IL MESSAGGERO SARDO
8
GENNAIO 2002
L’
Argentina, il Paese in
cui c’è la più elevata
presenza di sardi, sta
vivendo un momento drammatico. L’economia è in crisi e il Paese è sull’orlo della
bancarotta. La situazione, già
critica – come ha potuto constatare la delegazione della
Sardegna che ha partecipato
ai lavori del Congresso della
Federazione dei circoli sardi
in Argentina – è precipitata a
metà dicembre. Ci sono stati
scontri di piazza e alcune decine di manifestanti sono stati uccisi. Il presidente della
Repubblica si è dimesso. Il
Paese è precipitato nel caos.
In poche settimane c’è stata un’ecatombe di presidenti
della Repubblica. Nel momento in cui scriviamo a capo
del governo c’è il peronista
Duhalde. Tra le misure adottate per tamponare la situazione, dopo quella di bloccare i depositi bancari e autorizzare il prelievo di piccole
somme, è stata decisa la svalutazione del pesos.
In questo scenario politico
molto preoccupante per le
sorti stesse della democrazia
spicca in tutta la drammaticità la condizione di milioni di
persone ridotte alla fame e
alla disperazione. Tra queste
persone ci sono moltissimi
italiani – la metà circa della
popolzione argentina è di origine italiana. Moltissimi
sono anche i sardi che si trovano in gravissime difficoltà.
In Argentina si trova la più
popolosa comunità sarda fuori dall’Italia.
Di fronte a questa situazione la Regione sarda è stata tra
le prime a mobilitarsi per manifestare solidarietà ai fratelli in difficoltà. Non solo con
iniziative proprie ma anche –
nella veste di Regione che coordina le politiche nazionale
per l’Emigrazione – stimolando l’impegno del Governo.
L’assessore del Lavoro,
Matteo Luridiana, ha illustrato la situazione argentina al
presidente della Regione,
Mauro Pili, che ha subito dimostrato sensibilità al problema. Ci sono stati incontri
anche con esponenti dell’opposizione. Tra i più attivi
Luigi Cogodi, di Rifondazione Comunista, che conosce
bene la realtà argentina.
In un comunicato del Capo
di Gabinetto dell’assessorato, Attilio Dedoni, veniva
precisata la strategia decisa
dalla Giunta. L’aggravarsi
della crisi politico-economica dell’Argentina ha indotto l’Amministrazione Regionale ad assumere provvedimenti straordinari in aiuto
degli emigrati sardi ivi residenti che secondo stime prudenti sono oltre trentamila
(emigrati storici e di prima
generazione). Circa la metà
di essi sono concentrati a
Buenos Aires e nella Provincia. Nell’attuale crisi c’è chi
vive nella disperazione. Accanto a coloro che hanno fatto fortuna e vivono in condizioni agiate, esiste chi per
mancanza di lavoro e di
qualsiasi forma di assistenza, versa in condizioni di
estremo bisogno al limite
EMIGRAZIONE / Le iniziative dell'assessore del Lavoro
PARTE DALLA SARDEGNA
LA GARA DI SOLIDARIETÀ
CON IL POPOLO ARGENTINO
dell’indigenza.
L’assessore Matteo Luridiana, vista la gravità della
situazione Argentina, sta già
intervenendo con diverse iniziative a sostegno degli emigrati. In primo luogo ha dato
disposizioni perché venga attivato uno Sportello permanente, dotato di numero verde internazionale, per acquisire e fornire notizie ed informazioni sullo stato e le condizioni degli emigrati in Argentina. In secondo luogo ha
incaricato la Federazione e i
Circoli sardi in Argentina
perché verifichino e comunichino i nominativi di coloro
che versano in condizioni di
estremo bisogno per assegnare ad essi dei sussidi di sopravvivenza, coinvolgendo
in questo compito anche le
Associazioni di Tutela, i Patronati Sindacali e le Associazioni Umanitarie.
Per mettere a punto la strategia degli interventi ha convocato un incontro, con gli
Assessori delle altre Regioni a Roma, per una verifica e
per raccordare le iniziative
assunte e da assumere, da
parte delle singole Regioni
anche in riferimento al fenomeno dei “rientri” nei territori regionali da parte di
molti emigrati. A questo
proposito, con una lettera
circolare, sta sensibilizzando anche i Comuni Sardi
perché comunichino, ai fini
di un coordinamento con
quelli della Regione, gli interventi e le azioni che intendono adottare a sostegno dei
concittadini in Argentina ed
Numero verde 08004440940
per emigrati in Argentina
L'assessore regionale del Lavoro, Matteo Luridiana, nell'ambito delle azioni intraprese dalla Regione a favore dei
sardi in Argentina, ha disposto l'istituzione di un numero
verde 08004440940 presso gli uffici dell'Emigrazione.
Sarà possibile utilizzarlo senza prefisso per le sole chiamate
provenienti dall'Argentina.
inoltre informino sulla disponibilità di strutture da
destinare a Centri di prima
accoglienza per coloro, che
volessero, fare ritorno in patria, anche per valutare possibilità di intervento da parte della Regione.
Per fare tutto ciò non sono
sufficienti i fondi assegnati
all’Assessorato. L’Assessore
Luridiana si è impegnato a
chiedere, nelle giuste sedi, il
necessario impinguamento,
per far si che ai nostri corregionali caduti in disgrazia
venga assicurata una concreta solidarietà.
Come primo provvedimento l’Assessore si era già adoperato aumentando all’inizio
di Dicembre, lo stanziamento
fino a 100 milioni del Programma Annuale 2001 sull’emigrazione proprio per la
solidarietà nei confronti degli
emigrati meno abbienti.
Il problema della drammatica situazione della comunità italiana in Argentina è stata portata all’attenzione della Conferenza dei Presidenti
delle Regioni e delle Province autonome per studiare i
possibili interventi di soccorso e solidarietà, e per stu-
diare un raccordo fra le Regioni e lo Stato per attivarsi
al meglio nel fornire aiuto e
sostegno ai connazionali all’estero.
Le Regioni hanno già adottato vari provvedimenti per
far fronte alle emergenze in
Argentina. Dalla apertura di
sportelli - linee verdi telefoniche - punti di ascolto, per
ricevere e fornire notizie ed
informazioni sullo stato e
condizioni degli emigrati; al
monitoraggio del numero di
coloro, tra gli emigrati, che si
trovano in condizioni di reale necessità e bisogno. Alla
costituzione di: “Unità di
Crisi” e di “Emergenza Argentina” rappresentati da Uffici Speciali straordinari ed a
tempo, composti da funzionari e Dirigenti di diversi Assessorati, per coordinare tutti gli interventi regionali e
questi con quelli degli Enti
Locali.
Tra le iniziative della Regione Sardegna c’è anche un
documento che impegna la
Conferenza dei presidenti
delle Regioni e delle Province autonome, a istituire una
Cabina di Regia Stato-Regioni per garantire l’organi-
IL CONSIGLIO REGIONALE
APPROVA ALL'UNANIMITÀ UN ODG
PER AIUTARE LA COMUNITÀ SARDA
Poco prima di Natale, con
una ritrovata unanimità dopo
gli scontri e le divisioni sul
Documento di programmazione economica e finanziaria,
l’Assemblea regionale ha approvato un ordine del giorno
che prevede iniziative urgenti
di Giunta e Consiglio per aiutare i sardi coinvolti nella grave crisi che sta sconvolgendo
l’Argentina.
Il documento, firmato da numerosi esponenti del Centrosinistra, è stato illustrato in aula
dal capogruppo di Rifondazione Comunista, Luigi Cogodi.
L’oratore ha sottolineato che
un numero crescente di sardi
emigrati in Argentina ed i loro
parenti rimasti nell’isola stanno chiedendo di essere aiutati
in qualsiasi modo: “Molti, dal
Paese del Sudamerica, hanno
segnalato di aver perso tutto e
di non aver neanche qualcosa da
mangiare”.
L’ordine del giorno impegna la
Giunta regionale “ad assumere con
urgenza tutte le iniziative idonee
perchè la comunità sarda in Argentina, a partire dai cittadini più
bisognosi di sostegno materiale e
morale, abbia l’aiuto necessario
per sopperire al gravissimi stato di
emergenza”.
Ed impegna “la Presidenza del
Consiglio regionale, la Commissione Diritti civili e la Conferenza
dei Capigruppo perché siano attinte tutte le informazioni e vengano
assunte le opportune iniziative”.
La Regione viene quindi invitata a
coordinarsi con le attività intraprese in questi giorni dal Governo
e dal Parlamento nazionali.
Il documento votato parte dalla
considerazione che “la programmazione dello sviluppo economico
e sociale e l’uso delle risorse pub-
bliche regionali debbano avere
come riferimento i diritti-bisogni del popolo sardo in tutte le
sue componenti ed articolazioni, sia nell’isola sia in ogni altra parte del mondo”.
Da qui l’esigenza di immediati interventi a favore degli
emigrati in Argentina.
L’ordine del giorno è stato
accolto dalla Giunta perché
rientra nelle iniziative dell’Assessorato, come ha spiegato
l’assessore Matteo Luridiana,
che ha stanziato 100 milioni
per gli emigrati in stato di necessità.
L’una tantum - ha spiegato
Luridiana – va ad aggiungersi
ad altri benefici, raggiunti nei
mesi scorsi, per gli italiani all’estero: ne è un esempio la
convenzione fra Inps e Previdenza argentina per il riconoscimento dell’assegno minimo.
cità delle iniziative mediante
il raccordo ed il sostegno degli interventi, rimarcando la
necessità di un forte impegno
finanziario ed organizzativo
da parte dello Stato.
Di valutare la possibilità di
costituire un Fondo Comune
di Solidarietà fra le Regioni
finalizzato ad interventi specifici ed azioni mirate in favore degli emigrati.
Di ricercare la collaborazione, anche tramite convenzioni, delle Compagnie di
Assicurazione affinché garantiscano l’assistenza sanitaria agli emigrati bisognosi
in modo da porli nella condizione di utilizzare le strutture
sanitarie in Argentina attualmente loro precluse.
Ma in particolare di richiedere un intervento forte al
Governo perché, d’intesa con
le Regioni, si faccia carico di
un consistente intervento finanziario di sostegno a quello posto in campo dalle Regioni per rendere efficaci le
misure, per alleviare i disagi
dei conterranei in Argentina.
Per individuare procedure
per lo snellimento e la velocizzazione delle pratiche per
la concessione della cittadinanza italiana ed il rilascio
dei passaporti, provvedendo
con urgenza a rinforzare adeguatamente gli organici Consolari. Per attivare una raccolta di medicinali e di generi alimentari per tamponare le
urgenze e le emergenze. Infine per disporre l’adeguamento delle pensioni al minimo
per gli emigrati italiani residenti in Argentina che si trovano in particolare situazione
di bisogno.
Tra le proposte della Regione sarda alla Conferenza
dei presidenti delle Regioni
c’è anche quella di riconsiderare la politica dei contingentamenti di lavoratori extracomunitari, allargando i
flussi a quote specifiche di
emigrati di rientro dall’Argentina, snellendo e velocizzando in particolare le procedure di rientro per coloro
che hanno concreta possibilità occupazionale già concordata con le varie Regioni
definire procedure snelle e
veloci per l’equipollenza ed
il riconoscimento dei titoli di
studio, scolastici, professionali, universitari, patenti,
ecc., ottenuti in Argentina
con quelli italiani.
Attivare rapporti tra il sistema delle imprese argentine e quelle italiane per la
promozione di reti e di aree
industriali con particolare
attenzione alle piccole e medie imprese. Favorire, tramite convenzioni con le compagnie di trasporto, i rientri
di coloro che voglio rimpatriare. Intervenire presso
l’Unione Europea per far si
che l’Argentina venga inclusa tra i paesi considerati “poveri” ai fini della cooperazione internazionale e dello
sviluppo.
Inserire nell’ordine del
giorno della Conferenza Stato-Regioni C.G.I.E. ipotesi
che avviino la cancellazione
dei debiti internazionali dell’Argentina.
IL MESSAGGERO SARDO
9
GENNAIO 2002
SPECIALE
EMIGRAZIONE
IV CONGRESSO
DELLA
FEDERAZIONE
DEI CIRCOLI
SARDI
IN ARGENTINA
C
ontinuità e rinnovamento. Sono stati questi i binari su cui si è sviluppato il IV° Congresso dei circoli
sardi in Argentina che si è tenuto a Mar del Plata dal 30 novembre al 2 dicembre. Nel segno della continuità c’è stata la
rielezione, con voto unanime,
di Cosimo Tavera alla presidenza della Federazione, carica
che ricopre fin dalla nascita
dell’ organizzazione, nel lontano 1989. Nel segno del rinnovamento, invece, i numerosi,
articolati e propositivi interventi dei giovani discendenti
della vecchia emigrazione sarda in America Latina che stanno riscoprendo le antiche radici. Da questi giovani, nonostante il momento di disperazione
che stanno vivendo, prime vittime di una crisi senza precedenti, non sono venute richieste di assistenza o peggio di assistenzialismo, ma proposte di
collaborazione, progetti che
attraverso la valorizzazione
delle loro competenze e delle
loro conoscenze favoriscano
insieme la crescita e lo sviluppo dell’ Argentina e della Sardegna.
Più di ogni altra cosa ha colpito la grande dignità dimostrata da tutti i delegati, giovani,
donne e vecchi di prima, seconda, terza e quarta generazione,
che per due giorni si sono succeduti al microfono del “Salòn
Borbones” dell’ Hotel Presidente. Nonostante tutti siano
stati pesantemente colpiti da
una crisi devastante e molti
emigrati – anche sardi – vivano
in condizioni di miseria, nessuno ha sollevato ha rivendicato
l’ aiuto del Paese che tanti anni
fa li ha costretti a partire perché
non poteva offrire loro un posto
di lavoro. La questione è stata
posta con molto garbo da Antonio Zidda, anziano presidente
del circolo di Miramar, che ha
chiesto alle autorità regionali di
non dimenticarsi dei figli lontani. Zidda, che ha 74 anni, dopo
una vita di duro lavoro, percepisce una pensione di 190 dollari al mese, insufficiente a garantire la sopravivenza e perciò
costretto a continuare a svolgere la sua attività di tassista, non
ha chiesto nulla per sé, ha parlato per gli altri. Zidda possiede una casa di proprietà a grazie a ciò riesce a tirare avanti.
Ha parlato per quelli che si
vergognano della loro condizione. “Molti non hanno nulla
– ha detto - neanche una piccola pensione. Aiutateli”.
Il messaggio ha emozionato
la delegazione giunta dalla
Sardegna, guidata dal Presidente del Consiglio regionale,
Efisio Serrenti e dall’ assessore del Lavoro, Matteo Luridiana che si sono impegnati a portare il problema alla conoscen-
La più popolosa comunità sarda
fuori dall'Italia sempre fortemente
legata alle sue radici punta
sui giovani per trasmettere i valori
della sua cultura millenaria
alle nuove generazioni. Folta
delegazione della Sardegna
guidata dall'assessore del Lavoro,
Matteo Luridiana e dal presidente
del Consiglio regionale Efisio Serrenti
NELL'ARGENTINA MARTORIATA
SEGNALI DI SPERANZA
DALLE NUOVE GENERAZIONI
Servizi e foto di Gianni De Candia
za dell’ Assemblea regionale e
della Giunta.
Il congresso ha coinciso con
il momento di maggiore difficoltà della crisi economica e
politica argentina. Proprio
mentre si svolgevano i lavori il
governo ha adottato la misura
di bloccare i prelievi dai conti
correnti e ha imposto le altre
restrizioni che hanno fatto
esplodere la rabbia della popolazione fino alle manifestazioni di piazza culminate tre settimane più tardi con una trentina
di morti e le dimissioni del
Nelle foto. In alto il tavolo
della presidenza, da sinistra
i consiglieri regionali
Pasquale Onida, Luca Deiana,
il presidente del Consiglio
regionale Efisio Serrenti,
Vittorio Vargiu, l'assessore
del Lavoro Matteo Luridiana,
il Capo di Gabinetto,
Attilio Dedoni e Cosimo Tavera.
Sotto il titolo un'immagine
dei delegati, un gruppo
di giovani sardi
e Cosimo Tavera
COSIMO TAVERA
CONFERMATO PRESIDENTE
Direttivo
Presidente: Cosimo Tavera (Buenos
Aires);
Segretario: Vittorio Vargiu (Tucuman);
Tesoriere: Angela Solinas (Buenos
Aires);
Collegio dei Sindaci effettivi:
Mario Sanna (Miramar);
Juan C. Fara (Tucuman);
Juana Signorini (La Plata);
Sindaci supplenti:
Loredana Manca (Mar del Plata)
Eva Baccoli (Rosario)
Collegio dei Probiviri:
Antonio Zidda (Miramar)
Probiviri effettivi:
Sebastiano Mureddu (Rosario)
Antonio Sardu (La Plata)
Supplenti:
Adriana Mandis (Córdoba)
Margarita Tavera (Buenos Aires)
Segretaria di verbale Juana Signorini (La
Plata);
Comitato di Presidenza
Cosimo Tavera
Presidente Federazione
Cav. Vittorio Vargiu
Consultore
presidente della Repubblica,
l’ elezione di un sostituto e le
sue dimissioni. Insomma una
situazione di caos istituzionale che minaccia di trascinare l’
Argentina in una deriva antidemocratica.
La crisi dell’ Argentina viene
da lontano. E’ figlia della lunga
dittatura militare, dello scarso
livello di una classe politica
corrotta, inefficiente, e populista. Di scelte economiche (interne e esterne) sciagurate e nefaste che anziché guarire una
paese malato rischiano di ucciderlo. Tra le misure più assurde
– secondo gli analisti – quella
di legare il pesos al dollaro con
un rapporto di convertibilità
che inizialmente ha frenato il
fenomeno dell’ iper inflazione
ma nel giro di pochi anni –
complici anche i supponenti
cervelloni del Fondo monetario, teorici strateghi di una materia che non può prevedere
schemi rigidi, perché soggetta
agli effetti imprevedibili di
mille varianti – l’ economia di
un intero paese è stata pressoché azzerata. La convertibilità
ha reso impossibili le esportazioni verso il Brasile, che assorbiva l’80% delle produzioni
argentine. Il debito pubblico è
salito alle stelle e i governi che
si sono succeduti hanno cercato di fronteggiare la situazione
scaricando i costi sulla classe
media che è stata completamente devastata.
La sensazione più drammatica che si coglie parlando con gli
argentini e che non esiste più
una borghesia, ridotta a livelli
di miseria assoluta. Senza classe media non ci sono consumi,
crollano le produzioni, si restringono le opportunità di lavoro, aumenta il livello di prepotenza e di arbitrio, cresce la
corruzione e esplode la criminalità. La raccomandazione che
fin dall’ arrivo a Buenos Aires
(e poi in tutte le città anche piccole dell’ Argentina) uno si
sente fare è di stare attento anche quando sale su un taxi.
La situazione è tanto più incomprensibile perché l’ Argentina è un paese ricco e scarsamente popolato.
In Argentina circa la metà
della popolazione è di origine
italiana. Forte è la presenza sarda. Quella argentina, stimata in
oltre 100.000 persone (tra sardi
nati in Sardegna e loro discendenti) è ritenuta la più vasta comunità sarda fuori dall’ Italia.
Una comunità che è stata a lungo dimenticata, quasi cancellata per molti lustri, al apri di tutte quelle oltreoceano, dalle politiche della Regione. Il congresso ha tributato un lungo,
commosso applauso a Giuseppe Zidda, recentemente scomparso, uno dei promotori della
rivendicazione dei sardi in Argentina, fatta dalle pagine del
“Messaggero sardo”, che ha
portato a un risveglio di attenzione da parte della Regione,
culminata nel congresso istitutivo della Lega (diventata poi
Federazione) dei circoli sardi
in Argentina.
In questi anni, grazie anche
all’ impegno dei suoi dirigenti,
alla collaborazione con le altre
Federazioni e con le associazioni di tutela, le organizzazioni dell’ emigrazione sarda in
Argentina hanno fatto progressi straordinari proponendosi
come avanguardia dell’ intero
movimento per quanto riguarda
il problema del ruolo delle donne (la maggior parte dei circoli
sardi in Argentina sono presieduti da donne), e l’ inserimento
dei giovani. “I Sardi in Argentina verso le nuove generazioni” più che uno slogan è sembrato – grazie all’ impegno dei
giovani - un programma concreto in via di attuazione.
IL MESSAGGERO SARDO
10
GENNAIO 2002
M
ar del Plata la più rinomata località balneare
dell’Argentina, a 600
chilometri da Buenos Aires ha
ospitato dal 30 novembre al 2 dicembre il IV Congresso della Federazione dei circoli sardi. I delegati, in rappresentanza della comunità sarda in Argentina, sono
giunti in pullman anche da località lontane oltre 1.700 km.
Il congresso della Federazione
argentina è slittato più volte in
seguito anche all’evolversi della
situazione politica in Sardegna.
Inizialmente avrebbe dovuto tenersi a San Miguel de Tucuman,
che ospitò la prima assise delle
organizzazioni dell’emigrazione
sarda in Sud America. Poi è stato spostato per motivi logistici a
Mar del Plata che aveva ospitato
il II° Congresso, (il III° si è tenuto a Cordoba).
L’impegno organizzativo di
Loredana Manca, presidente del
circolo “Grazia Deledda”, ha
esaltato la riuscita della manifestazione.
La Sardegna ha onorato l’impegno con la comunità sarda in
America Latina con una rappresentanza ai massimi livelli, oltre
all’assessore del Lavoro, Matteo
Luridiana, infatti, sono arrivati a
Mar del Plata il presidente del
Consiglio regionale, Efisio Serrenti, i consiglieri Luca Deiana e
Pasquale Onida, rispettivamente
ex assessore del Lavoro, ed ex assessore della Cultura. Della delegazione facevano parte anche il
Capo di Gabinetto dell’assessorato del Lavoro, Attilio Dedoni, il
Direttore Generale, Roberto Neroni, il Direttore del Servizio
Emigrazione, Marco Ghiani. La
Consulta era rappresentata dal vicepresidente, Tonino Mulas, da
I
lavori del IV Congresso
della Federazione dei circoli Sardi in Argentina
sono stati aperti dal presidente Cosimo Tavera che ha ricordato il lungo cammino
fatto dal giugno del 1989
quando a San Miguel de Tucuman si svolse il primo congresso di quella che allora si
chiamava Lega dei circoli
sardi in Argentina.
Con orgoglio Tavera, che
è sempre stato alla guida della Federazione, ha ricordato
che nel 1989 erano solo tre i
circoli sardi: Buenos Aires,
oggi presieduto da Angela
Solinas, nativa di Macomer,
Tucuman, presieduto da Vittorio Vargiu, e Mar del Plata, presieduto da Loredana
Manca, originaria di Sardara.
Poco tempo dopo si costituirono i circoli di La Plata, città universitaria a pochi chilometri da Buenos Aires, che fu
intitolato a “Antonio Segni”,
presieduto da Giovanna Signorini, figlia – ha sottolineato Tavera - di un emigrato di
Padria; il “Centro Unione Regionale Sarda”, nella citta’ di
Miramar, lungo la costa, a
poca distanza da Mar del Plata, presieduto da Antonio Zidda, nativo di Orune; poi il Circolo di Cordoba, presieduto
da Adriana Mandis, figlia di
un cagliaritano; quindi il Circolo sardo di Rosario, presieduto da Sebastiano Mureddu,
nato a Orani; e ancora il Circolo di Trelew, diretto dall’avv. Leandro Sechi, figlio
dell’ex presidente del Circolo
de La Plata; e poi il Circolo di
San Isidro, denominato “Radici Sarde”, presieduto da Iris
Madau, figlia di un emigrato
di Tresnuraghes.
Alcune delegate
SPECIALE
EMIGRAZIONE
IV CONGRESSO
DELLA FEDERAZIONE
DEI CIRCOLI
SARDI
IN ARGENTINA
IL DIBATTITO
DALLA COMUNITÀ SARDA
PROPOSTE E PROGETTI
PER RINSALDARE I LEGAMI
Lello Giua e dal segretario Francesco Pitzanti. C’erano inoltre il
presidente della Fasi, Filippo
Soggiu, il rappresentante della
Federazione belga Efisio Etzi, il
presidente della Federazione delle associazioni di Tutela (Faes),
Pino Dessì, la presidente dell’associazione “Atm Emilio Lussu”,
Bonaria Spignesi, e Tonino Casula dell’Aitef.
Di alto livello anche la rappresentanza delle autorità locali: la
professoressa Mari Rosa Solsona,
in rappresentanza del sindaco di
Mar del Plata, Elio Aprile (impossibilitato a partecipare perché impegnato in un incontro internazio-
nale), il Console generale Lorenzo Morrini, il presidente del Comites di Mar del Plata Raffaele
Vitello, il presidente del Comites
di Cordoba Rodolfo Borghese, il
presidente della federazione italiana di Mar del Plata Giovanni
Radina e il presidente dell’Associazione Superiore del Congresso
della Nazione Argentina Orlando
Falcon.
L’apertura ufficiale dei lavori è
stata preceduta la sera del 30 novembre con l’arrivo dei delegati e
con il Congresso dei giovani sardi in Argentina, che si è tenuto
nella sede del circolo di Mar del
Plata. L’ arrivo delle delegazioni
e il loro incontro con le autorità
arrivate dalla Sardegna è stato
particolarmente toccante. Un susseguirsi di scambi di informazioni su conoscenti comuni, su un
familiare rimasto nell’Isola, sulle
trasformazioni in atto. Ha sorpreso la conoscenza delle tematiche
della politica sarda e delle questioni più rilevanti dell’economia
isolana in persone che mancano
dalla terra da molti lustri, alcuni
da 50 anni. “Siamo sempre legati
alla Sardegna, al nostro paese – è
stata la risposta – e Il Messaggero sardo ci tiene aggiornati su
quello che succede”.
La serata si è conclusa con una
La relazione del presidente della Federazione
COSIMO TAVERA ORGOGLIOSO
DEL CAMMINO COMPIUTO
“I nove circoli, in tutti questi anni – ha detto Cosimo
Tavera nella sua relazione introduttiva – hanno collaborato con armonia e spirito democratico per poter raggiungere l’obiettivo principale di
conservare la tradizione sarda e trasmetterla alle nuove
generazioni”.
Tavera non ha citato il circolo “Sardegna” di Moreno,
alla periferia di Buenos Aires, perché pur essendo riconosciuto e finanziato dalla
Regione non fa parte della
Federazione. Una rappresentanza del circolo di Moreno,
guidata dalla segretaria, Teresa Fantasia, è stata invitata
e ha partecipato ai lavori del
Congresso.
“Fino ad alcuni anni fa – ha
ricordato Tavera, facendo il
punto sulla situazione delle
sedi dei circoli sardi in Argentina – l’ edificio che ospita il circolo “Sardi Uniti”, di
Buenos Aires, che è anche
sede della Federazione, era
una casa precaria, ma oggi
conta una superficie di 450
mq e dispone di due saloni,
uno al primo piano e 1' altro
al piano terreno. È dotato di
un ufficio adibito a segreteria, attrezzato con computer e
collegamento internet. Il circolo vanta anche una biblioteca fornita di 600 volumi
che moltissimi sardi consultano per tenersi informati.
Cosimo Tavera e Matteo Luridiana
Anche i1 Circolo di Tucuman, come quello di Buenos
Aires, possiede la propria
sede. Il Presidente del Circolo del Noa (nordovestargentino), Vittorio Vargiu, si è impegnato enormemente – ha
ricordato Tavera – affinché i
Sardi e i loro discendenti si
sentissero a proprio agio, riuniti nel Circolo.
L’altro Circolo che ha reso
possibile la nascita della Federazione, è il “Grazia Deledda” di Mar del Plata. Ha
una propria sede funzionale
ed accogliente grazie agli
sforzi del nuovo Consiglio
Direttivo, presieduto da Lo-
redana Manca.
Anche il Circolo “Antonio
Segni” de La Plata, ha acquistato una casa che attualmente è in via di ristrutturazione.
Gli altri circoli – ha precisato – per adesso sono ospitati in locali in affitto, oppure
operano in Società italiane.
La funzione della Federazione – ha ricordato Tavera –
è quella di unire non solo i
Sardi che risiedono vicino ai
circoli ma anche quelli che
abitano a molti Km di distanza; prova di questa relazione
di reciproco aiuto è stata la richiesta del Circolo di Trelew
di materiale per realizzare una
mostra d’artigianato sardo.
La Federazione, oltre ad
unire gli emigrati sardi, cerca
di attrarre le giovani generazioni, come testimonia il Circolo di San Isidro. Questo avvicinamento si sta producendo attraverso la cultura, l’informazione e la formazione.
Il circolo “Radice Sarde” di
San Isidro è stato accolto nella Federazione, con voto unanime, i1 18 e 19 marzo del
2000 nel corso della riunione
del Consiglio Nazionale della Federazione Sarda, che si è
tenuta a di Buenos Aires.
Tavera ha quindi ricordato
che il 19-20 agosto del 2000
a Buenos Aires c’è stata la
riunione per organizzare il
Congresso dei giovani che si
è svolto a Cordoba nel mese
cena d’onore alla quale sono intervenute tutte le delegazioni e la
rappresentanza della Sardegna.
La festa è stata allietata da un
confronto culturale che ha avuto
per protagonista un gruppo di ballerini di tango accompagnati da
una straordinaria orchestra. La
Sardegna ha risposto con i Tenores di Bitti (che la sera successiva
di sono esibiti insieme al Gruppo
Folk di Ossi, in un teatro di Mar
del Plata conseguendo un grande
successo). La serata è stata arricchita dai cantanti Josè Bollea, che
ha eseguito un vasto repertorio, e
dalla bravissima Eliana Sanna, figlia di Mario Sanna, di Ozieri, dotata di una voce bellissima e di
una grande educazione musicale.
Il congresso è stato aperto con
l’esecuzione degli inni nazionali
italiano e argentino.
A presiedere il Congresso è stato chiamato l’assessore Luridiana.
Dopo le relazioni del presidente uscente, Cosimo Tavera, e del
consultore, Vittorio Vargiu (delle
quali pubblichiamo a parte ampie
sintesi) ha preso la parola il presidente del Consiglio regionale della Sardegna che ha ricordato
come i fatti dell’11 settembre abbiano cambiato il mondo. Efisio
Serrenti ha illustrato gli sforzi in
atto in Sardegna per la riorganizzazione istituzionale e costituzionale. “L’Italia – ha spiegato – non
è più un paese accentratore ma sta
cercando di organizzarsi in senso
federale”. Serrenti ha sottolineato
il fatto che la mondializzazione è
un fenomeno irreversibile, occorre però introdurre un nuovo concetto di giustizia sociale.” Cosa
significa essere sardi oggi per le
generazioni che verranno?” si è
di ottobre, e per programmare con i vari circoli le attività
da svolgere nel 2001. Nei
giorni 14,15,16 ottobre si
sono inoltre riuniti a Cordoba
i delegati dei giovani dei Circoli Sardi e FEDITALIA (Federazione di tutte le Istituzioni Italiane in Argentina). Durante il Congresso il Comitato presieduto dal Vittorio
Vargiu, era composto da tutti
i delegati dei giovani dei Circoli sardi, di FEDITALIA e
FEDIBA (Federazione delle
Istituzioni Italiane a Buenos
Aires), entità che rappresentano le regioni d’Italia in Argentina. Tra i membri del
Consiglio della FEDITALIA
ci sono Cesare Meridda e
Angela Solinas.
Nel 2000, inoltre, è stato
possibile, mediante il Progetto dell’Assessorato del
Lavoro, inviare quattordici
giovani a Cagliari per frequentare un corso d’arte culinaria sarda.
Infine Tavera ha ricordato
che i1 Console Generale
d’Italia uscente, Andrea Meloni, che ha lasciato l’Argentina poco tempo fa, come discendente di sardi, ha scelto
il Circolo Sardi Uniti per festeggiare il suo ritorno al Ministero degli Affari Esteri a
Roma.
La Federazione dei Circoli
Sardi in Argentina – ha concluso Tavera – si sente orgogliosa di aver realizzato
un’iniziativa, insieme ai Sardi del Brasile e del Perù, che
getta le basi per rafforzare i
legami con la Sardegna: solo
stimolando, convergendo e
formando i giovani si potrà
ottenere un risultato positivo
e soddisfacente.
→
IL MESSAGGERO SARDO
11
GENNAIO 2002
chiesto il presidente dell’Assemblea. E dopo aver parlato dell’importanza, anche sotto il profilo
economico, della “rete di sardità”
rappresentata dai circoli dei sardi,
Serrenti ha concluso con un auspicio: “Spero che presto possiate votare per il rinnovo del Consiglio regionale della Sardegna e
che in quel Consiglio possano sedere i vostri rappresentanti”.
Luca Deiana, che presiede il
movimento che sostiene la proposta di modifica costituzionale per
la elezione di un’Assemblea Costituente del Popolo Sardo, ha ricordato il suo impegno di assessore del Lavoro che continua a seguire con interesse l’attività delle
organizzazioni dell’emigrazione.
Deiana si è però soffermato a illustrare la proposta per l’istituzione
della Assemblea Costituente. “Vi
chiediamo di capirci e di aiutarci
– ha detto – e chiediamo il vostro
contributo per arricchire la proposta di contenuti”.
Il primo delegato a prendere la
parola è stato Antonio Zidda, presidente del circolo di Miramar,
nativo di Orune, emigrato in Argentina da 50 anni. “Parte del mio
cuore è qui – ha detto – e parte è a
Orune, il più bel paese della Sardegna”. Mario Sanna, segretario
del circolo di Miramar, nato a
Sassari ma da 54 anni in Argentina, ha ricordato che da 42 anni è
impegnato in attività nei circoli.
Sanna ha illustrato alcune iniziative tra cui il gemellaggio tra Sassari e Miramar, con il coinvolgimento dei giovani. Ma il vanto del
circolo di Miramar è la colonia
estiva. Nella sede del circolo ci
sono due stanze che vengono
messe a disposizione di famiglie
sarde per un periodo di 15 giorni
di vacanza. L’ambizione sarebbe
quella di riuscire a realizzare una
grande colonia.
Il tema della riforma dello Statuto è stato ripreso da Pasquale
Onida che ha affrontato anche
quello della difesa della lingua
L
e linee politiche e le prospettive perseguite dalla
Federazione dei circoli
sardi in Argentina sono state
tracciate nella relazione del
consultore Vittorio Vargiu.
In un secolo e mezzo – ha ricordato – circa 600 mila sardi
sono emigrati. In Argentina, in
questo momento risiedono
100.000, fra sardi nati in Sardegna, discendenti con cittadinanza italiana e tantissimi altri
che non possiedono la cittadinanza italiana. Questi sardi e
discendenti si trovano, sparsi
nell’estesa geografia argentina,
specialmente nelle province di
Buenos Aires, Santa Fè e Tucuman, ed hanno contribuito alla
cultura ospitante con il loro stile di vita, il loro lavoro e con
l’orgoglio di essere sardi.
Vargiu ha rilevato come con
lo slogan del congresso: “I
Sardi nel Mondo verso le nuove generazioni” ed il Convegno dei giovani, che si è svolto il 30 novembre nella sede
del Circolo “Grazia Deledda”,
la Federazione dei Circoli Sardi in Argentina ha inteso dare
vigore alla volontà politica di
preservare la continuità dei
rapporti e i legami con la madre patria.
“Il mondo – ha detto Vargiu
– si dibatte tra due tendenze
apparentemente contraddittorie: l’integrazione e la globalizzazione da una parte, e la
rivendicazione dei particolarismi culturali e nazionalitari
da un’altra. Bisogna trovare il
modo di conciliare l’aspira-
sarda. E per meglio spiegare il suo
ragionamento ha letto una poesia
di Raimundu Piras, uno dei massimi poeti sardi.
“Sa nassione che perdet su donu
se sa limba, iscumparit lentamente,
massime si da l’ essidit dae mente
in iscrittura che in arrejonu
Sa limba ‘e babbos e jajos nostros
non l’ usades pius nemmancu in
domo
proite pobera e ruzza la creides.
Si a iscola non che le jughedes
pro la difunder menzus, dae como
sezis dissardizende a fizos bostros”.
Pasquale Onida ha poi ricordato come nel 1948 l’emergenza
economica non ha consentito al
legislatore la meditazione sufficiente per fondare la Carta costituzionale dentro i valori culturali
e l’identità della Sardegna. La
nuova Carta Costituente dovrà
partire da questo concetto. Nell’Europa delle regioni non si può
prescindere dall’arricchimento
delle specificità, anche nel sistema di globalizzazione. La Sardegna è un popolo, è una nazione
con una sua precisa identità”.
Successivamente Cosimo Tavera ha detto il lungo e appassio-
nato messaggio inviato da Domenico Scala, presidente della Federazione Svizzera e vicepresidente
vicario della Consulta, impossibilitato a intervenire per impedimenti di lavoro.
“Le nostre e vostre nuove generazioni – ha scritto riferendosi
al tema del congresso - sono ricche di due culture, quella dei loro
genitori e quella del Paese dove
sono cresciuti. Esse possono certamente dare alle nostre strutture
nuova vita, nuove forze per un
avvenire che ha bisogno di adeguarsi continuamente ai cambiamenti dei tempi che corrono”.
Bisogna insegnare ai giovani
che un terzo dei sardi vive in località del mondo diverse dalla Sardegna: in Australia, Argentina,
Olanda, Germania, Belgio, Svizzera e nell’Italia del nord. La sardità sfugge, quindi, ad una dimensione geografica. Non si è sardi –
ha scritto Scala - solo per il fatto
di vivere in un’Isola del Mediterraneo.
L’Istituto Regionale proprio in
questi ultimi tempi – ha proseguito Scala - sta capendo e sta dando
dimostrazione con significative
aperture che i Sardi nel mondo,
non hanno bisogno di essere né
tutelati né di essere presi per
mano.”Dal vostro congresso – ha
concluso Scala – deve scaturire
una proposta forte, chiara e comprensibile che riassuma tutta la
complessità dei nostri problemi.
Non vogliamo assistenzialismo,
chiediamo una nuova legge efficiente e una politica che dia competitività alle nostre risorse con il
coinvolgimento di tutte le generazioni e di tutti i sardi dentro e fuori dalla Sardegna”.
Particolarmente toccante è stata la relazione – fatta in spagnolo
– da Ana Beatriz Vignolo de Pintus, moglie di Pietro Pintus, uno
straordinario “ragazzo” di quasi
80 anni, tra i più attivi e dinamici
soci del circolo di Buenos Aires.
Ana Beatriz, un’insegnante profondamente legata alla Sardegna
madre di tre figli di “stirpe sarda”,
come lei stessa sottolinea, ha dedicato il suo intervento a ricordare la figura di Emilio Lussu nel
111 anniversario della nascita. Ha
evidenziato che Lussu è stato uno
dei Padri fondatori della Repubblica e ha ricordato che “l’autonomismo lussiano del ’20 era la
chiave di lettura per capire la so-
La relazione del Consultore
VITTORIO VARGIU RIVENDICA
UN RUOLO PER GLI EMIGRATI
NEL NUOVO STATUTO SARDO
zione di partecipare in un
mondo globalizzato, e la necessità di conservare le proprie radici e la tradizione.
Questo compito spetta alle
nuove generazioni che si trovano in migliori condizioni
per capire e lavorare per questi obiettivi.
Questa gioventù che non
vuole rinnegare il proprio
passato. Un passato che ci appartiene come persone e come
popoli. Una passato fatto con
la lingua, la famiglia, la musica, la letteratura, il lavoro di
tutte le generazioni passate,
chi con il loro sforzo hanno
reso possibile il nostro presente e ci permette di proiettare il nostro futuro. Perciò preservare viva la lingua e la memoria di chi ci ha preceduto e
un valore che dobbiamo trasmettere attraverso la nostra
educazione come un modo di
alimentare le nostre radici per
crescere più forti.
Nella lingua dei popoli e’
concentrata la cultura ed e’ la
cultura quella che ci fa uomini e fa possibile, nella diversità e nel dialogo, costruire un
Vittorio Vargiu
mondo meno violento e più
tollerante”.
Oggi più che mai i circoli
devono essere veri centri di
cultura dove trovino spazio –
ha detto Vargiu – tutte le manifestazioni della vita culturale
sarda, italiana e del paese ospitante. Diverse attività ed iniziative che ogni circolo intraprende secondo le sue caratteristiche e possibilità, dall’inse-
gnamento della lingua, alle informazioni utili, dalle conferenze, alla pubblicazione di riviste, alla realizzazione di programmi radiofonici e televisivi, alle attività musicali, fanno
dei circoli vere cellule fondamentali e necessarie per la
continuità della cultura sarda e
del rapporto continuo con la
Sardegna.
Vittorio Vargiu ha quindi
affrontato il problema del nuovo Statuto Speciale che dovrebbe nascere dall’istituzione
dell’Assemblea
Costituente
del Popolo Sardo.
Chiediamo al rappresentante
del Movimento per l’Assemblea Costituente, On. Luca
Deiana – ha detto – di portare
l’adesione dei sardi in Argentina. Chiediamo che i sardi del
mondo siano partecipi nel dibattito sullo Statuto speciale.
In quanto alla lingua e alla
cultura sarda – ha proseguito
Vargiu - è necessario promuovere in tutti i circoli ed associazioni l’insegnamento della
lingua italiana e di quella sarda. Le università sarde devono
aprirsi al mondo dell’emigra-
stanza politica del federalismo,
Lussu capì il problema istituzionale proprio partendo dal proprio
sentimento di sardità”.
I lavori della mattinata sono
stati chiusi dall’architetto Antonio Sardu, di La Plata, con una
struggente poesia in limba dedicata alla Sardegna.
Nel pomeriggio il Congresso ha
proposto gli interventi interessanti
protagonisti le donne e i giovani.
La carrellata delle donne è stata aperta da Angela Solinas, presidente del circolo di Buenos Aires,
che ha ricordato l’origine del flusso migratorio verso l’America Latina e in particolare verso l’Argentina che ha offerto a moltissimi sardi l’ occasione di realizzare
il sogno di una vita migliore.
“L’emigrato sardo – ha sottolineato – ha portato con se i valori
della sua cultura e della sua tradizione, l’amore verso la famiglia, il senso di fratellanza e
quella immensa voglia di lavorare. Sono questi, ancora oggi, i legami che li uniscono alla loro
amata Sardegna”. Dopo aver ricordato che i sardi hanno saputo
integrarsi facilmente nella società argentina.
Loredana Manca, giovane presidente del circolo di Mar del Plata, ha fatto l’auspicio che questo
incontro possa favorire e rinsaldare sentimenti di fratellanza con la
comunità sarda. Ha poi soffermato la sua attenzione sul ruolo che
svolgono le donne nei circoli e sul
loro impegno nella società. “La
donna sarda – ha detto – è giunta
qui con voglia di progresso”. Nel
suo intervento Loredana Manca
ha sollecitato interventi per dare
anche alle donne sarde in Argentina una pensione e anche un’assistenza sociale.
Sara Paz Vargiu, moglie di Vittorio, è un’ altra argentina innamorata della Sardegna e ha definito
“coinvolgente” la sua esperienza
nel circolo. “Le donne si sentono
parte integrante del circolo e la
zione, come fanno già varie
università continentali, con
programmi indirizzati a preparare docenti, anche utilizzando
Internet.
Infine Vargiu ha annunciato
che la Federazione Argentina
propone di creare una comunità d’affari tra sardi per promuovere iniziative di natura
economica e promozionale,
coinvolgendo le nuove generazioni di sardi di questa parte del mondo, le istituzioni
economiche pubbliche e private della Sardegna, per creare un ponte di consulenza
commerciale che trovi reciproca convenienza d’affari.
Tutto quanto detto ha senso
se pensiamo che non possiamo
dare alle nuove generazioni un
ruolo marginale nelle associazioni. Dobbiamo rendere i giovani protagonisti come membri attivi e responsabili, attraverso la formazione associativa e professionale.
Privilegiare i giovani non
può portarci a dimenticare gli
anziani, che oggi soffrono di
più la caotica situazione economica e sociale dell’Argentina. La Sardegna deve preoccuparsi per dare un possibile aiuto economico a tanti sardi disagiati che in un tempo hanno
contribuito con il loro sforzo al
sostegno dell’economia sarda,
attraverso le rimesse di denaro ai parenti rimasti nell’Isola.
La pensione sociale è un diritto che spetta a tutti i sardi nati
in Sardegna vivano o no nei
confini dell’Italia.
→
IL MESSAGGERO SARDO
12
GENNAIO 2002
loro presenza fa sì che tutti si sentano a casa.
Giovanna Signorini Falchi, presidente del circolo di La Plata, si
è soffermata sulla “dolorosa situazione economia” dell’Argentina e sulle conseguenze che essa
ha per la gran parte delle famiglie
dei sardi che in pochi anni si sono
visti svanire i risparmi di una vita
di duro lavoro. In particolare la situazione è drammatica per i pensionati che a stento riescono a sopravvivere. Giovanna Signorini
ha invocato l’intervento delle autorità regionali e ha chiesto che
venga rilanciata l’iniziativa dei
“soggiorni” in Sardegna per dar la
possibilità ai più anziani di rivedere la loro Isola e ai più giovani
di conoscere la terra degli avi.
Eva Baccoli, di Rosario, sposata con un sardo, ha parlato del
problema dell’integrazione dei
giovani nei circoli. “I giovani si
sapranno integrare – ha detto – se
noi li sapremo far partecipare attivamente coinvolgendoli nella
gestione e nelle scelte. Uno dei
modi - ha suggerito – è quello di
dotare i circoli di libri in sardo,
un’altra opportunità può essere
data dalla gastronomia, piuttosto
che da folklore”. A Rosario è stato costituito il gruppo “Sa Sardigna”. Ma anche Eva Baccoli non
ha potuto far a meno di parlare dei
“momenti cupi” che sta vivendo
l’Argentina.
Adriana Mandis, presidente del
circolo di Cordoba, ha ricordato
le iniziative del suo circolo e ha
auspicato una sempre maggior attenzione da parte della Regione
per i sardi d’Argentina.
L’esperienza del gruppo “Sa
Sardigna” di Rosario è stata illustrata da Sebastiano Fara. “Il nostro – ha detto – è un gruppo di
giovani dai sei ai venti anni che
intende portare ovunque la cultura, il canto e i balli dei nostri antenati”. Il gruppo si prepara con
allenamenti settimanali servendosi di videocassette. “Sarebbe importante – ha detto Fara – che tutti i circoli avessero il vostro sostegno con l’invio di video e altro
materiale. Abbiamo bisogno anche dei vostri consigli per la scelta delle stoffe e dei modelli con
cui rifare i costumi sardi”.
I giovani di Tucuman hanno
preparato due relazioni per illustrare un progetto per diffondere
l’informazione. Viviana Vargiu
ha illustrato l’esperienza fatta nel
circolo. “Fin da quando siamo
nati, 14 anni fa – ha detto – uno
dei nostri principali obiettivi è
stato quello di diffondere la cultura italiana e, in particolare, quella
sarda” Nacque allora il progetto
radiofonico “Oggitalia”, un programma del circolo sardo. “Quest’anno – ha detto Viviana Vargiu
– abbiamo compiuto 13 anni di
emissioni. Il programma viene
diffuso tutti i sabati dalle 13 alle
14 da Radio Dieci una delle più
seguite di Tucuman.
Dopo il programma radiofonico,
per iniziativa di Vittorio Vargiu, è
nata la rivista “Oggitalia” che per
motivi economici ha interrotto le
pubblicazioni alcuni anni fa.
“Quest’anno – ha concluso – abbiamo avviato un’ altra iniziativa,
un programma televisivo, dal titolo “Oggitalia” che viene trasmesso
in una televisione via cavo. “Stiamo lavorando anche alla creazione
di un CD – ha concluso Viviana
Vargiu – siamo aperti alle idee e ai
suggerimenti di tutti e siano pronti
a dare i nostri suggerimenti a chi ce
li chiede”.
Il progetto per la creazione di
una rivista delle Federazione, partendo dall’ esperienza fatta con
“Oggitalia”, è stato illustrato da
Annalia Fara. “Anche se il circolo Sardi Uniti di Buenos Aires e
DOCUMENTO DI PIENA ADESIONE
ALL'INIZIATIVA PER L'ISTITUZIONE
DELL'ASSEMBLEA COSTITUENTE
I
delegati al IV 0 Congresso
della Federaione dei Circoli Sardi in Argentina
hanno approvato all’unanimità un documento di sostegno all’iniziativa per la istituzione di un’Assemblea Costituente del Popolo Sardo
per la riscrittura dello Statuto
Speciale.
I delegati si sono anche impegnati a mobilitare tutti i
sardi in Argentina perché –
con l’invio di una cartolina –
premano sui parlamentari
sardi perché la proposta di
legge di modifica costituzionale sia approvata in tempi
brevi dalle Camere.
L’iniziativa – che prevede
l’invio di un’apposita cartolina è stata illustrata da Antonio Giua, dell’Ufficio di
Presidenza della Consulta, a
nome della Faes, la federazione delle associazioni di
tutela che si sono fatte promotrici del progetto, deciso
nell’ultiina riunione del Parlamentino degli Emigrati. La
cartolina (che pubblichiamo
a fianco) porta sul retro la
scritta: “Forza pàris”. L’urlo
di guerra della valorosa Brigata Sassari, oggi garanzia
di pace per molti popoli, unisce tutti i Sardi, di Sardegna
e del mondo, nel rivendicare
la loro specialità.
La Proposta di legge per
la riscrittura dello Statuto
della Regione Autonoma
della Sardegna attraverso
un’Assemblea Costituente,
ormai approvata dal Consiglio regionale, è oggi, all’esame del Parlamento. I
Sardi chiedono la sua approvazione!
Un’Assemblea costituente
per una vera autonomia! Un
nuovo Statuto per un vero
progetto di rinascita!”.
Va spedita al Consiglio regionale che poi le inoltrerà al
Parlamento. La cartolina verrà diffusa in tutto il mondo
presso tutte le comunità di
sardi.
Questo il Documento sull’Assemblea Costituente approvato all’unanimità dai
rappresentanti degli emigrati
sardi al Congresso della Federazione dei circoli sardi
in Argentina.
I rappresentanti della Comunità sarda in Argentina,
riuniti a Mar del Plata, i
giorni 1-2 dicembre 2001,
per il IVº Congresso nazionale della Federazione dei
circoli sardi, fanno propria e
condividono l’iniziativa dei
Antonio Segni di La Plata hanno
ciascuno una propria pubblicazione – ha detto Fara – la nostra proposta prevede che i giovani di tutti i circoli si integrino in un’azione congiunta con lo scopo di mantenere viva la cultura italiana e
quella sarda in particolare, intensificare la loro presenza nei circoli e nella Federazione, far conoscere chi siamo e le aspettative
che abbiamo, collaborare attivamente coni consigli direttivi dei
circoli. Il progetto prevede inizialmente una pubblicazione bimensile con contenuti di politica,
economia, cultura sarda e argentina, tradizioni e gastronoma dei
due paesi.
componenti la Consulta regionale dell’Emigrazione, ritengono che per la Sardegna – isola
afflitta da una crisi economica e
sociale che dura da decenni,
quella stessa crisi che per tanti
anni ha avuto il volto doloroso
dell’emigrazione – la strada
dell’Assemblea Costituente per
la riscrittura della Carta fondamentale dei Sardi costituisce
un’occasione storica per gettare le basi di una Sardegna più
moderna, più ricca, più forte e
più libera.
Sono favorevoli
all’Assemblea
Costituente
del Popolo Sardo che avrà il
compito di riscrivere lo Statuto regionale, il patto tra i cittadini sardi e la Regione e tra
questa e la Repubblica, adeguandolo ai profondi mutamenti che sono avvenuti nel
mondo, in Europa e nel nostro
Paese, come quelli che derivano dall’istituziore dell’Unione
Europea, dalla globalizzazione
e quelli legati al processo federalista.
chiedono che
la proposta di legge per la riscrittura dello Statuto attraverso l’Assemblea Costituente,
approvata dal Consiglio regionale, oggi all’esame della
Commissione Bicamerale per
gli Affari Regionali e delle
Commissioni Affari Costituzionali del Parlamento, sia approvata in tempi rapidi.
riconoscono che
un lungo tratto di strada è
stato percorso, ma che il cammino è ancora lungo.
ritengono
che vi sia la necessità che il
nuovo Statuto sia profondamente condiviso dalla collettività isolana e quindi si apra su
questo tema un grande dibattito, che consenta di coinvolgere le energie e le disponibilità dei Sardi in Sardegna
e nel mondo.
Per questo momento eccezionale della nostra storia è
indispensabile che tutti i sardi, ed in particolare coloro
che, vivendo lontano dalla
loro isola, condividono la necessità di un vero e profondo
moto di affermazione della
nostra specialità, contribuiscano con la loro esperienza e
con la loro capacità ad un
grande progetto di rinascita
politica che parta dalla riscrittura dello Statuto.
invitano
ciascun membro del Congresso a appoggiare ed eventualmente aderire al Comitato per il sostegno alla proposta di legge di modifica costituzionale approvata dal Consiglio regionale per l’istituzione della Assemblea Costituente del Popolo Sardo per
la riscrittura dello Statuto
dell’Autonomia.
chiedono
che i rappresentanti delle
comunità sarde nel mondo siano chiamati a far parte a pieno titolo dell’Assemblea Costituente del Popolo Sardo
per portare il loro contributo
di esperienze vissute nei paesi che li hanno ospitati, e perché con la loro partecipazione si rafforzino i sentimenti
di identità, cultura, tradizione
e lingua tra tutti i sardi dentro
e fuori dall’Isola.
rivendicano
il riconoscimento del loro
diritto di rappresentanza nelle istituzioni autonomistiche
della Sardegna.
Efisio Serrenti
Anche Cesare Meridda ha portato la sua testimonianza dell’attività svolta con gli altri giovani
italiani nel circolo Sardi Uniti di
Buenos Aires. Ha ricordato i congressi fatti in 12 anni dai giovani
italiani e ha sottolineato come i
figli dei sardi soffrano più di altri
la nostalgia per il loro paese. Meridda ha quindi proposto, a nome
dei giovani sardi in Argentina,
che in occasione del 28 aprile, festa della Sardegna, sia celebrata la
“settimana della solidarietà sarda
in Argentina”. “Sensibili alla realtà che vive il nostro paese – ha
detto – pensiamo che sia necessario partecipare come collettività
alla vita sociale della nostra Na-
zione. Per questo proponiamo che
ogni circolo sardo nella festa della sardità si impegni a raccogliere
prodotti alimentari per donarli
alle persone più indigenti in Argentina”.
Antonio Sardu, del Circolo di
La Plata ha presentato, a nome di
tutti giovani, un progetto messo a
punto con un altro socio, Josè
Llantada, sul interscambio commerciale con la Sardegna.
I Circoli Sardi in Argentina – ha
ricordato - sorsero come una risposta al bisogni degli immigrati, di
stringere vincoli, stabilire rapporti
costruttivi intorno alla loro memoria collettiva:la loro cultura, la loro
lingua,la loro musica le loro lettere. La Regione Sardegna ha collaborato generosamente inviandoci
conferenzieri in diverse aree di interesse comune,ed inoltre in forma
economica. Il nostro sentimento di
gratitudine verso la Regione ci induce a immaginare un passo più in
la sul ruolo che devono giocare le
nostre istituzioni nel prossimo futuro.
Immaginiamo che ogni Circolo
funzioni come una finestra della
Sardegna aperta in Argentina:
un’entità moderna, collegata con
gli ultimi mezzi tecnici
disponibili,che ci permettano di
aprire opportunità commerciali
inimmaginabili, vincolandoci a
Piccole Aziende di ambedue le
nazioni.
Per fare gli affari bisogna essere preparati. Ciò significa conoscere i prodotti e le aziende che li
producono.
Le Piccole Aziende sono una
importante base dello sviluppo
economico della Sardegna. L’assistenza può essere data in forma
personalizzata o mediante un Sito
Web sviluppato opportunamente,
che avrebbe informazioni utili per
esportare ed importare, partecipare a fiere commerciali, seminari e
altre attività affini.
Maria De Los Angeles Manca,
ha soffermato la sua attenzione sui
problemi culturali. “Sappiamo –
ha detto – che una società non sopravvive senza la salvaguardia della sua cultura. La cultura è tradizione, è la conservazione delle orini perché possano essere tramandate alle generazioni successive. È
un modo di vivere, di pensare, di
agire, sono i sentimenti, gli atteggiamenti, i costumi, le regole di
comportamento. Quando una cultura scompare – ha soggiunto – la
ragione va trovata nel fatto che
sono venute a mancare le persone
che ne erano portatrici. I giovani
sardi in Argentina – ha proseguito
Maria De Los Angeles Manca –
non permetteranno che ciò accada.
Noi discendenti dei sardi – ha proseguito – abbiamo imparato a conoscere e a amare l’ Isola dai racconti dei nostri genitori e dei nostri
nonni che nei momenti di nostalgia
ci trasmettevano i ricordi della loro
terra lontana.
Maria De Los Angeles ha colto
l’occasione del Congresso per rivolgere un appello alle autorità arrivate dalla Sardegna. “Abbiamo
bisogno del vostro aiuto – ha detto
– abbiamo bisogno di libri, carte
geografiche, video, audiocassette,
informazioni sulla musica, insomma abbiamo bisogno di materiale
didattico che possa essere utile per
diffondere la cultura sarda tra i figli e i nipoti degli emigrati sardi”.
Infine ha posto il problema della
conoscenza diretta della Sardegna
che i giovani argentini, stante la situazione del loro paese non possono permettersi.
È stata poi la volta di Diego
Soru. Un altro giovane dalle idee
chiare. La Sardegna – ha detto - è
la terra dei nostri sogni, per tutto
ciò che significa, per il nostro
sangue, le nostre origini, ciò che
IL MESSAGGERO SARDO
13
GENNAIO 2002
Antonio Zidda
si sente quando si ascolta soltanto il suo nome. Molti di noi giovani vogliamo trasferirci per poter
frequentare l’università e anche
per sviluppare una attività economica che dia beneficio oltre che a
noi alla Sardegna e proprio. Nella
mia situazione personale, anche
come modo di rendere omaggio a
mio nonno Pasquale, emigrato
dalla sua amata Nugoro e che non
ho potuto conoscere personalmente, come non l’ ha conosciuto
neanche mio padre. Lui ha dovuto lasciare la sua terra alla ricerca
di un nuovo orizzonte totalmente
sconosciuto, alla ricerca di un lavoro che gli potesse permettere
guadagnare i soldi da inviare alla
sua famiglia che poi ha preso la
stessa decisione, emigrare.
Diego Soru ha ricordato che da
molto tempo si parla di attivare un
sistema di borse di studio, di corsi di Formazione professionale, e
di rientri per lavoro. “Forse – ha
detto - abbiamo sbagliato nel
modo di chiederlo”.
Soru ha ricordato che nell’ ottobre del 1998 ho partecipato allo
stage finale del progetto di Formazione Quadri Giovanni Dirigenti nel quale è nato il
G.I.S.A.M, (giovani sardi nel
mondo) organismo che non esiste
più. “Mi rimane il ricordo di quei
meravigliosi 21 giorni passati insieme ad altri giovani sardi provenienti da diversi paesi come Germania, Canada, Australia, tutti
impegnati nella ricerca di informazioni sulla Sardegna, la politica, l’economia, il turismo, il lavoro. In quei giorni è nata l’idea di
creare il web site del “Messaggero Sardo”, un servizio per tutti
quelli che abbiamo accesso ad internet, ma che non deve e non può
sostituire l’ invio giornale”.
La Sardegna si porta nel cuore,
nel sangue e nella pelle. E se le distanze che ci separano sono così
ampie, il sentimento di sardità è
più grande”.
Pablo Pira, ha parlato del circolo di Mendoza, fondato nel 1995 e
non ancora riconosciuto, e si è
soffermato sul ruolo che possono
svolgere i giovani dei circoli sardi lavorando insieme. Dopo aver
ricordato che Mendoza è, per importanza economica, la quarta
provincia dell’Argentina, Pira ha
sottolineato l’interesse per la Sardegna sia sotto l’aspetto economico sia sotto quello culturale. Tra
le iniziative proposte da Pira l’ attuazione di corsi di formazione
professionale, con fondi dell’
Unione europea per giovani di
origine sarda da tenersi in Argentina.
Irma Manca, segretaria del circolo di San Isidro, ha letto il documento messo a punto con la
presidente Iris Madau, incentraro
sul delicato problema della doppia cittadinanza per i discendenti
dei primi emigrati.
“I nostri genitori – ha detto - arrivarono nell’Argentina nel 1920
e anche prima. Erano quasi bam-
Sebastiano Fara
Cesare Meridda
Angela Solinas
I PROGETTI DEI GIOVANI
PER RINSALDARE I LEGAMI
CON LA TERRA DEGLI AVI
I
n occasione del IV° Congresso della Federazione
Sarda in Argentina, il 30
novembre, a Mar Del Plata, si
sono riuniti i giovani per esaminare alcuni temi e progetti
da proporre all’ attenzione
dei circoli, della Federazione
e della Regione Sarda. Al termine del convegno, che si è
tenuto nella sede del circolo,
è stato approvato un documento che fissa alcuni punti:
1) Il ruolo dei giovani sardi nel mondo e nei problemi
della Sardegna.
È necessario cercare le vie
per le quali i giovani sardi
d’Argentina s’informino sui
principali problemi della Sardegna, sociali, culturali,
d’educazione, e insieme far
conoscere ai sardi la situazione attuale dell’Argentina.
2) Internet. Si pensa alla
creazione di una pagina web
della Federazione sarda in
Argentina che illustri il lavo-
ro fatto dalle organizzazioni degli emigrati in diversi ambiti:
a) solidarietà,
b) imprenditoria,
c) cultura,
d) sport.
Inoltre per rendere più dinamico lo studio dell’italiano sarebbe interessante offrire:
a) lezioni d’italiano on line
b) forum di chat in lingua italiana.
Un’altra proposta prevede la
realizzazione di una banca dati
con i cognomi e gli indirizzi dei
soci dei diversi circoli per favorire la ricerca di parenti, compaesani o amici.
La proposta prevede che la
pagina web contenga i links per
le diverse pagine dei circoli. In
questo modo si creerà una rete
interna di lavori e di professioni, uno spazio dedicato alla trasmissione delle informazioni
sulle attitudini e gli interessi di
ogni giovane socio di un circolo per favorire l’interscambio e
rendere più facile l’accesso
al mondo del lavoro.
3) Il significato della trasmissione della sardità e dell’italianità. Si analizza la
possibilità di creare una rivista della Federazione diretta
dai giovani sardi. La rivista
diverrebbe un mezzo di unione fra i circoli che parteciperebbero al progetto.
4) CULTURA. Il Gruppo
Giovani
Sardo-Argentino
propone la creazione di corsi
elementari di lingua italiana e
corsi di perfezionamento per
le persone che già possiedono
una buona conoscenza della
lingua, tenuti da docenti di
madre lingua.
Una variante della proposta prevede che i corsi si potrebbero tenere in Italia.
L’acquisizione della lingua,
inoltre, potrebbe essere seguita da corsi di formazione
professionale a distanza ed
in loco.
bini, e nell’Isola c’era la fame.
Arrivarono in questa prodiga terra per guadagnarsi il pane e poter
aiutare le loro famiglie lontane.
Molti di questi uomini lavorarono
la terra, altri s’inserirono nelle
grandi ditte Pubbliche: Obras Sanitarias de la Nacion, Ferrocarriles, Telefònicas, ecc. Queste ditte
esigevano da loro la cittadinanza
argentina. Ciò significava rinunciare alla propria per poter lavorare. Così si trovarono davanti ad
una durissima scelta: la grande
opportunità di sopravvivere guadagnando per le loro famiglie e...
la Sardegna che era già tanto lontana, ad un mese di viaggio per mare.
Continuarono a lavorare, formarono famiglie italo-argentine,
crebbero, e lavorarono duro.
Trent’anni dopo, arrivò un’altra
ondata immigratoria. Quelli che
arrivarono in Argentina scappavano dall’orrore della guerra.
Quando arrivarono nessuno chiese loro niente, non era c’era l’obbligo di rinunciare alla loro cittadinanza, solamente offrirono loro
lavoro. Alcuni rimasero, altri ritornarono dopo qualche anno. Ma
i nostri genitori, non poterono farlo, perché per l’Italia non erano
più italiani. Nonostante ciò, di
cuore ancora lo erano e tramandarono la loro cultura a noi i loro figli. E così, con amore, lacrime, dolore ereditato non esitammo ad abbracciare questa amata cultura paterna, la seconda cittadinanza,
quella del sangue anziché delle
leggi.
Molti figli e i nipoti di sardi, tra
cui la maggior parte dei soci del
Circolo Radici Sarde – ha detto
Irma Manca - non possiamo fino
ad oggi accedere alla doppia cittadinanza. Non chiediamo né contributi né pensioni, soltanto vogliamo, oltre ad essere argentini,
anche diventare legalmente Italiani Sardi”.
Particolarmente
applaudito
l’intervento di Filippo Soggiu,
presidente della Fasi, che ha portato i saluti degli emigrati sardi in
Italia. “Voi siete stati – ha detto
con grande calore Soggiu – i pionieri dell’associazionismo sardo
nel mondo. Insieme ai conterranei
che hanno emigrato nelle Americhe e in Australia, avete superato
difficoltà di ordine morale e materiale, certamente più di noi che
siamo rimasti in Italia. Ma ne è
valsa la pena.
Soggiu ha quindi annunciato
che il congresso della Federazione italiana, che è stato fissato per
il mese di marzo, consentirà di
fare un bilancio del nuovo corso
della politica dell’emigrazione
che unisce al vecchio discorso
“sempre valido, della solidarietà,
quello della promozione e della
rappresentanza degli interessi
della Sardegna”. Il presidente della Fasi si è quindi soffermato a riflettere “sul travaglio del popolo
argentino, di cui gli emigrati sardi sono parte integrante”. “Voglio
testimoniare – ha soggiunto – che
in Italia abbiamo vissuto e stiamo
vivendo con tanta tristezza e preoccupazione le tragedie passate e
le difficoltà attuali”. Soggiu ha
quindi fatto un fermo richiamo all’unità del mondo dell’emigrazione sarda e ha esaltato la funzione
dei circoli come luogo dove trasmettere i valori ai giovani. “Dobbiamo fare un grande sforzo – ha
detto – per aprire ai giovani organizzando corsi di formazione che,
inspiegabilmente sono stati sospesi. Siamo consapevoli che senza di loro, dopo un periodo più o
meno breve si andrebbe all’esaurimento di questa grande esperienza e di questo grande movimento. turale”.
La prospettiva – ha soggiunto –
non può che essere il riconoscimento che i sardi nel mondo sono
una risorsa oggi e portranno esserlo in futuro. L’emigrazione
non è stata solo un dramma – ha
rimarcato Soggiu - ma anche un
veicolo di modernizzazione e di
progresso civile: per se stessi e
per la Sardegna. Gli emigrati sono
stati fattore importante di sviluppo, prima con le loro rimesse, veicolando risparmi per miliardi,
poi con le loro competenze e le
professionalità acquisite fuori
dall’Isola. Sappiamo che – ha
proseguito Soggiu - esistono ancora nel mondo fasce di marginalità per i sardi emigrati. E la Regione deve pensare anche a loro
con una politica specifica di aiuto
e di assistenza. Ma se facciamo un
Loredana Manca
bilancio complessivo possiamo
dire che i sardi fuori Sardegna, in
questi 50 anni, sono diventati una
realtà positiva e importante. Una
realtà forte, con una notevole organizzazione.
Soggiu ha quindi affrontato il
problema della difesa dell’identità, che è comune a tutte le comunità sarde nel mondo. “Abbiamo
in comune – ha detto – il problema di portare avanti un discorso
che, conservi, valorizzi e sviluppi
la nostra cultura, la nostra sardità.
Ci auguriamo che a questo possa
servire la nuova legge sulla cultura e la lingua sarda.
“Se riuscissimo a superare le
gelosie, le diffidenze e i campanilismi che purtroppo ci dividono, e
mettessimo insieme tutte le nostre
forze – ha concluso - forse riusciremmo a fare questi benedetti
progetti comuni”.
Pino Dessì, rappresentante delle Acli nella Consulta regionale
dell’emigrazione e presidente
della Federazione delle associazioni di tutela (Faes), ha ricordato il sostegno dato a partire da
metà degli anni 80 per far sviluppare la struttura organizzativa
della comunità sarda in Argentina
e ha espresso soddisfazione per il
risultato ottenuto in così breve
tempo. Dopo aver rivolto un invito a non dimenticare ciò che le associazioni hanno fatto per aiutare
i circoli a nascerere Dessì ha manifestato compiacimento per la
maturazione dei giovani sardo-argentini e per la determinazione
dimostrata.”Questi giovani – ha
concluso – garantiscono la continuità della presenza sarda in Argentina, la continuità dei valori,
della cultura, dell’etnia sarda”.
Anche Tonino Casula dell’Aitef, ha ricordato i passi fatti dai
Sardi in Argentina e ha espresso
un giudizio molto positivo per
quanto i giovani hanno fatto
emergere nel congresso.
Dopo l’approvazione del documento di sostegno alla proposta
per la istituzione dell’Assemblea
Costituente del Popolo Sardo (che
pubblichiamo integralmente in altra parte del giornale), ha parlato
il rappresentante della Federazione del Belgio Efisio Etzi che si è
soffermato sulle problematiche
europee e internazionali e ha dato
la disponibilità della federazione
e del circolo di Bruxelles a una intensa collaborazione. Etzi ha ricordato che anche il Belgio punta
molto sui giovani tanto da aver
eletto alla guida della Federazione un giovane, Sandro Mameli.
Nato in Belgio, quindi sardo di seconda generazione, Mameli lavora presso il Parlamento Europeo è
quindi preparato sulle nuove tematiche dell’ Europa. “Siamo
pronti a dare a tutti i sardi nel
mondo – ha concluso Etzi – tutta
la nostra collaborazione sulle problematiche internazionali”.
“A tutti gli emigrati, che sono i
migliori rappresentanti del nostro
popolo, del quale sono parte inte-
→
IL MESSAGGERO SARDO
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GENNAIO 2002
grante – ha detto Bonaria Spignesi, presidente dell’associazione
“ATM Emilio Lussu” – deve andare il nostro doveroso riconoscimento e ringraziamento per i valori che rappresentano con l’orgoglio di essere sardi nel mondo. I
sardi non residenti in Sardegna –
ha proseguito – si sono ritagliati
ovunque un ruolo di grande rilievo
nel tessuto sociale dei Paesi dove
sono andati a vivere e lavorare”.
Nelle nuove generazioni di sardi permane ancora, forte e indissolubile, un legame con la terra
dei progenitori. Sta a noi che abbiamo la fortuna di vivere in quel
lembo di terra più bello del mondo che è la Sardegna – ha concluso – alimentare questo, sentimento di vicinanza e questo comune
sentire di essere parte dello stesso
popolo, adottando, ciascuno per
le competenze che gli spettano,
tutte le iniziative idonee a sviluppare, mantenere e accrescere questo legame”.
La relazione di Pablo Cicarè,
del circolo di Cordoba si è soffermata sulla Cultura e sugli scambi
culturali tra le collettività sarda e
argentina. “Il fenomeno migratorio di fine secolo XIX ed inizio
L
a delegazione della Regione Sardegna, durante
la permanenza in Argentina per il IV° Congresso della
federazione dei Circoli sardi
ha avuto una serie di incontri
con autorità nazionali e locali.
L’assessore del Lavoro,
Matteo Luridiana, accompagnato dal capo di Gabinetto
Attilio Dedoni, dal Direttore
generale Roberto Neroni, e dal
Direttore del Servizio Emigrazione, è stato ricevuto nella
Casa Rosada, sede del Governo Argentino, dal ministro
dell’ Interno, Ramon Mestre,
ex Governatore della Provincia di Corboba, con il quale
aveva instaurato rapporti di
amicizia in occasione di una
precedente visita. La delegazione della Sardegna è stata
accompagnata da Orlando Falcon, dal presidente della Fede-
Diego Soru
secolo XX – ha ricordato – che ha
visto molti sardi lasciare la loro
terra per cercare una migliore
qualità di vita in altri paesi ha portato la cultura sarda in molti continenti. Tale diffusione ha riguardato non tanto o non solo la cultura sarda nel suo complesso, bensì
quella tipica di un paese o di una
zona o di un’area della Sardegna.
L’emigrazione sarda quindi è stata un potente veicolo per diffondere nel mondo una o più culture
di un popolo che, senza il fenome-
Sara Vargiu
no migratorio, correva il rischio
di veder spegnere il proprio bagaglio culturale nell’isolamento geografico dell’isola. L’Argentina –
ha proseguito – è stato uno dei più
importanti luoghi di accoglienza
dell’emigrazione sarda che, seppure non eccessivamente numerosa e ha dato un importante contributo alla crescita della Nazione.
Con il passare del tempo però
quei legami si sono persi o rischiamo di perdersi.
Molti gruppi sardi in Argentina
infatti sono composti da discendenti di terza, quarta, e quinta generazione, la maggior parte dei
quali senza alcun legame con l’isola e per lo più quasi del tutto estranea sia alle radici culturali che sociopolitiche della Sardegna.
Occorre quindi che a livello
culturale che sia la Regione Sardegna che le collettività sarde in
Argentina si impegnino in
un’opera di recupero della loro
identità culturale e di preservazione della stessa mediante idonei
LA DELEGAZIONE SARDA
RICEVUTA DALLE MASSIME
AUTORITÀ DELL'ARGENTINA
razione, Cosimo Tavera e dal
consultore Vittorio Vargiu.
La delegazione è stata quindi ricevuta dal Direttore generale della Migrazione del governo Argentino, Elvio Molardo con il quale sono stati avviati rapporti di collaborazione. Molardo, che è anche vicepresidente della Confederazione dei Produttori, ha poi guidato una delegazione composta
da Raul Enrique Vivas, presidente della C.G.E.R.A., Oscar
Vinas, presidente dell’ istituzione economica della CGE,
Cristina Lionti, presidente della Camera argentina di produzioni artistiche e culturali, e
altri burocrati, a un incontro
cui ha partecipato anche il direttore del Parco Tecnologico,
Fabio Tore, nel quale sono state esaminate le possibilità di
collaborazione economica e
culturale tra la Sardegna e
l’Argentina.
La delegazione Sarda è stata
anche ospite del presidente del
Club del Congresso, Alfonso
Carlo. Gli onori di casa sono
stati fatti da Orlando Falcon,
Direttore delle Pubblicazioni e
della Biblioteca del Cogresso.
A Mar del Plata la delegazione sarda, che comprendeva
anche il Presidente del Cosniglio regionale, Efisio Serrenti,
i consiglieri Luca Deiana e Pasquale Onida, è stata ricevuta
in municipio dal sindaco Elio
Aprile. Non si è trattato solo di
strumenti che permettano la salvaguardia di una ricchezza culturale unica al mondo.
L’Associazione Sarda di Cordoba ha avanzati alcune proposte
per una migliore e più efficace integrazione della cultura sarda in
Argentina. In particolare chiede
la creazione di incentivi per una
maggiore conoscenza della cultura sarda in loco (Sardegna) attraverso l’istituzione di borse di studio per giovani discendenti sardi.
Viene proposta l’istituzione
della “Settimana della Sardegna”
da celebrasi ogni anno con una
serie di attività culturali (conferenze, video, mostre) possibilmente in collaborazione con gli
Istituti italiani di Cultura o con i
Consolati. Nell’ambito della
“Settimana della Sardegna” la
Regione Sardegna dovrebbe inviare almeno una manifestazione
di grande livello che permetta a
tutte le Associazioni Sarde in Argentina di avere una maggiore
presenza di immagine nelle città
di residenza e di diventare un referente importante per la vita culturale della città.
Il vicepresidente della Consulta, Tonino Mulas, ha espresso ap-
una visita di cortesia. Sono stati affrontati problemi di comune interesse quali la difesa dell’identità culturale e delle specificità e il ruolo che le comunità locali possono svolgere
per evitare che la globalizzazione economica produca anche l’omologazione e la cancellazione delle diversità. Tra
il sindaco Aprile e i parlamentari sardi c’è stata totale identità di vedute. Molto interesse
ha suscitato l’iniziativa del
sindaco di Mar del Plata che ha
trasformato i “gemellaggi” tra
città da fatto solo affettivo a
strumento di conoscenza e di
scambio tra le varie realtà, e
opportunità per sviluppare
produzioni e contatti che sfuggono all’abbraccio mortale
della globalizzazione.
Nelle foto alcuni momenti di
questi incontri.
Nelle foto. Alcuni momenti degli incontri ufficiali: da sinistra, in alto, il ministro dell'Interno Ramon Mestre riceve alla casa Rosada la delegazione sarda; l'assessore Luridiana
con il presidente della CGERA, Raul Enrique Vivas, e con il Direttore Generale della Migrazione, Elvio Molardo; il sindaco di Mar del Plata, Elio Aprile, ha ricevuto la
delegazione sarda in municipio; la delegazione accolta nel Club dei Parlamentari argentini; foto ricordo davanti alla Casa Rosada, da sinistra Vittorio Vargiu, il Direttore
Generale dell'Assessorato Roberto Neroni, l'assessore Luridiana, il Direttore del Servizio Emigrazione Marco Ghiani, il Capo di Gabinetto, Attilio Dedoni, Cosimo Tavera e
Orlando Falcon
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IL MESSAGGERO SARDO
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GENNAIO 2002
prezzamento per gli interventi
delle molte donne che presiedono
i circoli sardi in Argentina perché- ha rilevato – sono stati tutti
improntati a semplicità e concretezza, qualità indispensabili per
affrontare i problemi di un’organizzazione quale il circolo. Mulas
ha poi soffermato la sua attenzione sui temi della cultura e sull’
importanza della difesa della lingua come strumento di difesa della identità.
E sullo stesso tema è intervenuto ancora Antonio Zidda per lamentare che anche Sardegna i
giovani non parlano più il sardo.
“Quando sono stato a Orune – ha
raccontato – parlavo in sardo e i
miei nipoti mi rispondevano in
italiano. Un fatto che mi ha fatto
molto arrabbiare. La lingua la si
succhia con il latte materno”.
Il presidente del Comites di
Cordoba, Rodolfo Borghese,
grande amico dei sardi, che ha seguito i lavori del congresso dall’inizio alla fine ha ricordato l’obbligo di mantenere vive le tradizioni della Sardegna e ha annunciato che farà di tutto perché una
piazza di Cordoba sia intitolata
alla Madonna di Bonaria.
Ha quindi preso la parola Teresa Fantasia, vicepresidente del
L’
assessore del Lavoro, Matteo Luridiana, concludendo i lavori, ha portato il saluto “caloroso del presidente della Regione Mauro Pili e di tutta la
Giunta”. Si è poi congratulato con
“il nuovo presidente della Federazione Sarda in Argentina che – ha
detto – come me è stato riconfermato, e quindi proseguirà in questo lavoro”. Ha quindi rivolto un
ringraziamento all’intera comunità sarda in Argentina e ai suoi rappresentanti che hanno partecipato
numerosi al dibattito congressuale. Un ringraziamento particolare
l’ha rivolto ai giovani che “ci hanno fatto intravedere che c’è una
prospettiva futura per i sardi in
Argentina”. “Uno dei problemi
grossi che stanno affrontando
l’assessorato e le Federazioni dei
circoli – hanno ricordato Luridiana – è quello di coinvolgere i figli
degli emigrati. Se è facile coinvolgere i sardi di prima generazione nell’attività dei circoli – ha
detto l’assessore – diventa sempre
più difficile quando si parla di seconda e terza, e qui in Argentina
siamo già alla quarta generazione.
Il fatto che ci sia stata una partecipazione così massiccia e insieme così attiva – ha soggiunto – ci
fa sperare che in Argentina stia
nascendo una nuova generazione
che darà nuova vitalità e sangue
fresco ai circoli e fa intravedere
un futuro per la comunità sarda in
Argentina e, quindi, anche una
speranza per noi che stiamo in
Sardegna”.
L’assessore ha poi sottolineato
di essere rimasto colpito, anche in
occasione di altre visite fatte in Argentina, la “voglia di imparare” a
parlare l’italiano e anche il sardo
da parte dei giovani anche se figli
di genitori che non sono solo sardi.
L’assessore si è complimentato
con Cosimo Tavera, con Vittorio
Vargiu, con Loredana Manca per
essere riuscita a organizzare in
modo perfetto il congresso, nonostante le sia stata comunicata la
data definitiva con brevissimo preavviso. Ha poi esteso il ringraziamento a Orlando Falcon per l’assistenza data alla delegazione e per
aver favorito una serie di incontri
con le massime autorità del Paese.
L’assessore ha poi rilevato che
al congresso ha partecipato anche
una rappresentanza del Consiglio
regionale, guidata dal suo Presi-
circolo di Moreno, non riconosciuto dalla Federazione, che ringraziato per l’invito e ha ritenuto
di buon auspicio l’iniziativa. Ha
ricordato le iniziative fatte dal
circolo di Moreno e ha manifestato la sperana che tra le organizzazioni degli emigrati sardi in Argentina possa prevalere l’armonia
e l’unità.
Il dibattito è stato concluso dall’assessore (una sintesi dell’intervento è pubblicata a parte).
Si è quindi proceduto all’elezione del presidente che si è conclusa con la riconferma di Cosimo
Tavera, decretata all’ unanimità.
“Ringrazio i delegati per avermi affidato la conduzione della
Federazione per un altro periodo.
Mi sento particolarmente orgoglioso – ha proseguito – per come
si è svolto il Congresso, e ancora
di più per il ruolo protagonista
che hanno avuto i giovani, fatto
che ha colpito favorevolmente
tutti i nostri ospiti e gli invitati
speciali.
Tutto quello che è accaduto in
questi due intensi giorni ci proietta al mondo dell’emigrazione
come una Federazione matura
dove è garantita la continuità, per
ricordare le parole del Presidente
della Federazione delle Associazioni di Tutela, il quale è stato testimone del percorso che ha fatto
fa nostra Federazione dall’inizio
nel lontano 1989 fino ai giorni
nostri.
Un altro, motivo di soddisfazione è l’importante presenza delle donne nei nostri Circoli e nella
Federazione.
Ciò non è soltanto il risultato di
una situazione statistica (i dati rivelati dal recente censimento in
Argentina mostrano una netta
maggioranza di donne) ma per un
cambiamento nella mentalità sarda e sopratutto alla evidente capa-
LURIDIANA PROMETTE INIZIATIVE
PER RINSALDARE I RAPPORTI
E AIUTARE I SARDI IN ARGENTINA
Nelle foto. Foto di gruppo con le dirigenti dei circoli sardi in Argentina: da sinistra, Ines Manca, Eva Baccoli,
Angela Solinas, l'assessore Luridiana, Juana Signorini, Adriana Mandis, Loredana Manca. In alto, un gruppo di
ospiti alla cena di gala e i Tenores di Bitti
dente, Efisio Serrenti. “Questo di
deve far pensare quanto ci teniamo alla vostra amicizia e alla vostra fraternità. Il mondo dell’emigrazione – ha proseguito Luridiana – è un mondo che affascina i
sardi che sono rimasti in Sardegna. I sardi e la politica regionale
vedono in loro degli “ambasciatori e quindi soggetti importanti per
lo sviluppo della Sardegna”.
L’assessore ha quindi parlato
del ruolo nuovo dei circoli. “Non
c’è più solo l’interesse, come una
volta, di incontrarsi per sentire un
po’ di musica, parlare un po’ in
sardo, ricordarsi di com’era la Sardegna quando sono partiti e di
come è cambiata. Oggi l’interesse
dei rapporti tra la Sardegna e i sardi nel mondo non è soltanto questo. È anche questo, perché la cultura è una componente importante
per poter mantenere la memoria e
i valori. Però il mondo sta camminando sempre più in fretta e noi
non vorremo rimanere emarginati
e dovremo adeguarci a queste leggi che sono più grandi di noi. Il
mondo dell’emigrazione si può dividere in due grandi fasce, quella
degli anziani, delle persone che
sono emigrate e hanno un ricordo e
un interesse diverso per quanto riguarda la Sardegna, e quella dei
giovani, molti dei quali la Sardegna la conoscono solo per i racconti che oralmente vengono trasmessi dai genitori. Racconti che non
tengono conto che in tutti questi
anni la Sardegna è cambiata”.
L’assessore ha poi sottolineato
l’importanza per le nuove tecnologie e dei nuovi mezzi di comunicazione per avvicinare i giovani alla Sardegna. “Stiamo pensando a un portale - ha annunciato –
che riguarda tutte le attività dell’assessorato. Che contenga tutte
le leggi e le opportunità che vengono offerte a chi vuole investire
in Sardegna.
Ha quindi ricordato la situazione dell’occupazione nell’isola. “È
vero che voi state male – ha detto
Luridiana – ma fino ad oggi non
conoscevate il bubbone della disoccupazione. Noi invece in Sardegna con la piaga della disoccupazione ci abbiamo convissuto da
sempre e se i vostri genitori o i vostri nonni sono arrivati fin qui è
stato per sfuggire a quella situazione drammatica. In Sardegna il
tasso della disoccupazione sfiora
il 20% e i più colpiti sono i giovani e le fasce più deboli”.
Con soddisfazione l’assessore
Luridiana ha sottolineato il fatto
che negli interventi dei delegati
quello dei finanziamenti regionali non sia stato un tema dominante. “È molto positivo, invece, che
ci siano stati proposti progetti di
cose da fare”. L’assessore ha parlato quindi delle opportunità offerte dalla Formazione professionale e dell’interscambio. Per
quanto riguarda l’organizzazione
dell’emigrazione – ha annunciato
– uno dei progetti è quello di promuovere intereventi che consentano o favoriscano l’acquisizione
delle sedi dei circoli. “Un’altra
questione molto importante – ha
soggiunto – riguarda il coordinamento delle iniziative e degli interventi che devono concordati
con gli altri assessorati e con gli
altri enti pubblici. L’assessorato
del Lavoro – ha sottolineato – intende rivendicare questo ruolo”.
Luridiana ha quindi ricordato la
questione sollevata da Antonio
Zidda, dei pensionati e di quelli
che si trovano in condizioni parti-
cità che hanno saputo dimostrare
le donne nella vita associativa”.
“Non mi resta che ringraziare le
autorità del governo della Sardegna, i rappresentanti delle Associazioni di Tutela e quelli delle altre Federazioni sarde, “Il Messaggero sardo”, il Console italiano di
Mar del Plata e tutti quelli che
hanno partecipato a questo Congresso. Inoltre – ha concluso Tavera – faccio i miei complimenti
al Presidente del Circolo di Mar
del Plata, Loredana Manca e ai
suoi collaboratori per l’organizzazione di questo evento”.
Il congresso si è quindi concluso con un pranzo tipico con
l’“asado” in una tenuta alla periferia di Mar del Plata. È stata una festa con canti e balli, argentini e
sardi, in cui si sono esibiti, tra gli
altri i Tenores di Bitti, il tenore
Josè Bollea (che ha infiammato i
giovani con antichi canti argentini
di rivendicazione sociale), il soprano Eliana Sanna e il gruppo di
Rosario. È stata una festa piena di
calore che si è conclusa con la partenza dei pullman delle varie delegazioni tra abbracci calorosi e
molta commozione. Una festa suggellata dal rinnovarsi e il rafforzarsi di antichi sentimenti di amicizia
e di solidarietà.
•
colarmente disagiate. “È un problema che ci sta a cuore. In Argentina – ha detto – abbiamo già
cominciato a fare qualche cosa.
Abbiamo favorito l’accordo tra
Inps e Anses, il vostro ente previdenziale per accelerare i tempi
dell’erogazione della pensione in
attesa dei conteggi definitivi. È un
accordo che ha risolto più di un
problema. Quello che ci chiedete
oggi – ha ammesso – è una cosa
molto più grande e riguarda l’applicazione di leggi esistenti che
non consentono l’erogazione della pensione minima a chi sta fuori
dell’Italia. Occorrerà intervenire
sul Ministero degli Italiani all’estero perché si modifichi la
normativa. È un passo che si può
fare ora che è stato riconosciuto il
voto all’estero”.
L’assessore ha quindi illustrato
per sommi capi il progetto del partenariato: “si tratta – ha detto – di
favorire l’incontro tra imprenditori sardi che stanno in Sardegna e
altri che stanno in altri Paesi”. Ha
quindi annunciato che la commissione per esaminare i candidati da
selezionare in Argentina era riunita da due giorni. “La Regione, tramite il Parco Tecnologico – ha
spiegato – crea delle strutture che
devono reggesi da sole e che non
saranno assistite. La Regione favorisce l’avvio dell’iniziativa che
vede il coinvolgimento anche delle università sarde. Il progetto – ha
detto l’assessore – ha mosso i primi passi proprio dall’Argentina, da
Corboba, un anno fa. E dall’Argentina sono cominciate le selezioni dei candidati che riguarderanno dodici paesi.
L’assessore ha concluso il suo
intervento ringraziando per il
grande calore con cui la delegazione sarda è stata accolta. “Ci
avete fatto sentire a casa nostra”.
Riferendosi alla situazione internazionale l’assessore Luridiana ha ricordato che in questi giorni ci sono incontri con importanti
uomini politici, primo fra tutti il
Ministro dell’Interno, con cui
sono stati avviati contatti da cui
potranno scaturire interessanti
sviluppi per la Sardegna e per
l’Argentina.
E ha concluso rivolgendo un invito all’unità. “Bisogna saper fare
tutti un passo indietro – ha detto –
per poter fare tutti un passo avanti. L’unità fa bene a tutti”.
IL MESSAGGERO SARDO
16
GENNAIO 2002
CULTURA / Convegno
internazionale con la
partecipazione di docenti
provenienti da Germania,
Spagna, Francia, Olanda,
Inghilterra e Sardegna
organizzato dal circolo
di Berlino.
Polemiche e dissensi
sulla lingua unificata
decretata dall'alto
L
e due facce di un convegno: una parte di altissimo valore scientifico,
innovativa al punto da lanciare
bordate pesanti alle teorie dominanti e consacrate del Wagner; un’altra fortemente polemica, quasi rissosa, talvolta irritante, che ha rinfocolato rabbia e dissensi sul tema della
lingua unificata quasi per regio decreto.
Così, in estrema sintesi, può
trarsi il bilancio del seminario
“Il sardo, lingua regionale e
europea” che si è svolto nella
capitale tedesca tra la fine di
novembre e i primi di dicembre. Qualificatissima la partecipazione, grazie alla presenza
della maggior parte dei massimi
studiosi d’Europa, davvero
squisita e avvincente l’ospitalità, curata, in cabina di regia, dall’architetto Domenico Canu,
presidente del circolo culturale, e messa in atto da uno stuolo di validissimi collaboratori,
primi fra tutti la dinamica Giovanna Demurtas e il responsabile culturale Alberto Musa.
Era attesissimo il neo assessore regionale alla cultura Beniamino Scarpa, che però è
stato trattenuto a Cagliari da
“concomitanti impegni istituzionali”. Ha comunque trasmesso un fax molto apprezzato. «Sono idealmente vicino –
ha scritto – al vostro incontro
di studio, consapevole che la
salvaguardia delle peculiarità
storiche, etniche e linguistiche
delle regioni nazionalitarie
contribuisca a costruire nella
pace e nel progresso un’Europa unita dei popoli e delle regioni. La lingua sarda è veicolo di cultura e di storia di
un’isola millenaria, che oggi si
presenta a testa alta in Europa
e nel mondo grazie anche alla
testimonianza operosa e solidale dei suoi emigrati. La Regione è grata ai suoi conterranei che con tanto amore per la
propria terra conservano e valorizzano l’identità linguistica
e culturale del popolo sardo in
Europa e nel Mondo.
«La Regione sarda – ha
scritto ancora l’assessore
Scarpa – non mancherà di
provvedere all’attivazione degli strumenti previsti dalla sua
legislazione per venire incontro ai suoi emigrati e alle loro
organizzazioni rappresentative per promuovere la valorizzazione del proprio patrimonio
linguistico e culturale nel
Mondo.
«Nell’augurare di cuore
buon lavoro a tutti i partecipanti, agli esperti e ai relatori
stranieri che con passione si
sono avvicinati alla nostra lingua e ai sardi emigrati che non
STUDIOSI A CONFRONTO
A BERLINO SUL SARDO
LINGUA REGIONALE E EUROPEA
Servizio e foto dell'inviato Gino Zasso
vogliono perdere il cordone
ombelicale con la propria terra
– ha concluso l’assessore alla
cultura – voglio assicurare il
mio interessamento e quello
dell’assessorato regionale della pubblica istruzione e dei
beni culturali per portare avanti insieme a voi un grande progetto di idee e di attività rivolto ad affermare nel mondo la
civiltà dei Sardi».
Dopo i saluti di rito, ha
aperto i lavori lo studioso che
è a ragione da molti ritenuto il
massimo esperto di linguistica
sarda, il professor Massimo
Pittau, ordinario emerito dell’Università di Sassari, che,
con la sua dotta “cunferentzia
de onore” ha illuminato di cultura sopraffine e di pacati ma
fermi distinguo la Clubhouse
della Freie Universitaet di
Berlino, che ha ospitato il convegno. Gli incontri conviviali,
invece, si sono svolti, oltrechè
in un ristorante “sardo” di successo, negli eleganti locali del
circolo, dove erano allestite la
mostra fotografica, di sculture
di soggetto sardo e di litografia
rispettivamente di Maria Carmela Folchetti, Sandro Muttau
(assenti) e del pittore Sergio
Muntoni (presenzialista). Era
folta la rappresentanza del Comune di Villagrande Strisaili:
oltre all’applauditissimo gruppo folk “Santa Barbara”, diretto con maestria da Giovanni
Mighela, c’erano le due anime
dell’amministrazione comunale, il sindaco Piero Cannas, e,
soprattutto, il vice sindaco Paola Selenu, che, decantandone
le bellezze e le particolarità, ha
promosso dal punto di vista turistico, come meglio non avrebbe potuto, il suo territorio.
Sono state tre giornate intense di lavori. Ed è stato piacevolmente sorprendente constatare come la maggior parte dei
relatori, tutti docenti universitari di chiara fama, tedeschi,
spagnoli, olandesi o inglesi
che fossero, si siano trovati a
loro agio nell’esprimersi in
perfetto idioma sardo, in tutte
Nelle foto. In alto: la presidenza
del convegno; sotto il titolo la
sala del circolo affolata, sotto a
sinistra, Michael Allan Jones,
Michele Contini, Francisco
Xavier Frias Conde, Guido
Mensching e Giovanna
Demurtas, attivissima segretaria
del circolo sardo.
Nella pagina accanto: il gruppo
folk di Villagrande Strisaili, a
fianco all'organista
ilmvicesindaco Paola Selenu e il
sindaco Piero Marras. A destra
l'intervento del prof. Guido
Mensching, applaudito dal prof.
Massimo Pittau e dal presidente
del circolo sardo Domenico
Canu. In basso, tre inquadrature
del pubblico
le sue variazioni.
La serie dei saluti – tutti hanno rimarcato la portata quasi
“storica” del convegno – è stata aperta dal professor Guido
Mensching, direttore del dipartimento di Filologia romanza della Libera Università di
Berlino, principale promotore
dell’incontro e grande amico
della Sardegna. Hanno fatto
seguito gli interventi di Domenico Canu, presidente del circolo culturale, di Catherine
Flumiani, che ha portato i saluti dell’ambasciatore d’Italia
Silvio Fagiolo, di Salvatore
Cugusi, storico presidente
della Federazione dei circoli
sardi in Germania, di Ugo Perone, neo-direttore dell’Istituto italiano di cultura e di Sybill
De Vito Egerland a nome del
rettore dell’Università.
Le tre giornate di lavoro si
sono articolate per temi. Sull’arcaicità della limba Peter
Koch, ordinario all’università
di Tuebingen, ha sostenuto
che, in fatto di conservatorismo del lessico sardo, si riscontrano casi impressionanti
di continuità: non è sufficiente, però, citare esempi isolati, è
necessario invece studiare il
problema in un quadro più ampio e più sistematico. Per Guido Mensching «Su lessicu
sardu tenet elementos chi si
dian poder cramare arcaicos,
sichinde una definitzione chi
tenet contu de su fattu chi medas paraulas sun unu riflessu
de su latinu faeddadu in epoca
tarda (a pustis de Cristu), a
dispettu di atteras teorias, sicunde de sas cales su sardu tenet
elementos de su latinu antigu».
Per Thomas Krefeld, dell’Università di Monaco, «L’arcaicità
del vocalismo sardo è un mito
da smontare», mentre Michael
Allan Jones, dell’Università
dell’Essex, si è soffermato su
«Affattu de s’ortografia: su
problema de s’istandard e de
sa variedade linguistica»,
Heinz Juergen Wolf, d e l l’Università di Bonn ha parlato su «La lingua sarda e la toponomastica», Francisco Xavier Frias Conde, dell’Università di Madrid, ha presentato una dotta relazione su «Galitzianu, catalanu e sardu, cumente arribare a una istandardizatzione: modellos e tzircunstantzias» e Carla Caprioli,
della Commissione europea,
ha illustrato le «Azioni di promozione e tutela delle lingue
“minoritarie” da parte delle
istituzioni europee».
Nella giornata conclusiva
Bernd Kielhoefer, della Freie
Universitaet di Berlino ha presentato uno studio condotto su
un campione di bambini della
IL MESSAGGERO SARDO
17
GENNAIO 2002
scuola italo-tedesca sulle
“Competenze linguistiche tra i
figli degli emigrati sardi e degli altri italiani a Berlino”: ne
ha dedotto che il trilinguismo
italiano-sardo-tedesco favorisce in maniera determinante
la formazione dell’identità e
dei contatti interpersonali.
Per la traduzione automatica
in sardo, Eva Remberger,
dell’Università di Colonia, ha
presentato un sistema basato
su un linguaggio di programmazione linguistica, che si
avvale da un lato dell’individuazione di cose e oggetti,
dall’altro sulla loro denominazione nelle varie lingue.
Dal canto suo Roberto Bolognesi, dell’Università di Groningen (Olanda del Nord),
che, sull’argomento, ha a breve scadenza un programma di
studio e di dibattito nel centro
culturale di Santa Cristina
(Oristano), ha sviluppato il
tema della distanza fonologica su un campione di duecento parole tradotte e pronunciate in 54 dialetti del sardo, oltreché nelle varie lingue dominanti che si sono succedute
in Sardegna (latino, pisano,
genovese, catalano, spagnolo
e italiano): la distanza permette di stabilire in quale misura l’attuale struttura dei dialetti sardi sia il risultato di
evoluzioni interne o del contatto con le varie culture dominanti. «I nostri risultati – ha
detto – permettono di sfatare
due luoghi comuni molto diffusi sulla limba: il sardo non è
una lingua arcaica; i dialetti innovativi del sardo non sono pesantemente influenzati dalle
lingue dominanti».
Complessivamente in tutte
le relazioni è stata sottolineata la necessità che gli studiosi
del sardo, lingua che l’Unesco
ha dichiarato in pericolo, debbano prestare maggiore attenzione all’ascolto del linguaggio parlato. Per la salvaguardia della lingua è emersa così
l’esigenza di impiegare tecniche le più moderne possibili.
In questo senso è andata la relazione di Lucia Grimaldi,
della Libera Università di Berlino, che ha presentato il sito
Internet http://www.spinfo.uni-koeln.de/mensch/
sardengl.html, allestito in
collaborazione con l’Università di Colonia: contiene la più
grande banca dati sulla lingua
sarda del mondo e permette di
ottenere la traduzione delle
parole italiane in tutte le varianti del sardo.
In sintonia con questa iniziativa c’è il progetto Vivaldi, (VIVaio Acustico delle
Lingue e dei Dialetti d’Italia),
curato da Dieter Kattembusch
e da Carola Koehler, della
Humbold Universitaet di Berlino. Il sito (www2.huberlin.de/vivaldi/) è ancora
in allestimento, offrirà una
completa raccolta fonetica dei
dati dialettali di tutta Italia,
ma sono già disponibili quelli
sulla lingua sarda e sui dialetti siciliani.
Gli utenti possono perciò selezionare le parole o le espressioni idiomatiche e ascoltarne
la pronuncia nelle diverse varianti, registrate dal vivo nelle
varie zone dell’isola.
Ma, al di là dei grandi risultati scientifici illustrati, il congresso si è “scaldato” quando
si sono affrontati argomenti
legati ai lavori e alle conclusioni della commissione che
ha varato la “Limba sarda unificada”. A difendere strenuamente quella risoluzione c’è
rimasto soltanto uno sparuto
gruppetto di studiosi, di cui
Diego Corraine, dell’Osservatorio regionale della cultura
e della lingua sarda, peraltro
incondizionatamente sostenuto dal professor Wolf, è la punta più avanzata e più “arrabbiata”: ha avuto un furioso battibecco con il mite docente
Francisco Xavier Frias Conde, reo di non pensarla come
lui, ricordandogli bruscamente
la sua assenza di titolo per
esprimere giudizi. «Ci sono
quindici lingue parlate – ha
detto sommessamente lo studioso galiziano – e se ne vuole
imporre una soltanto come
scritta. Per aver affermato questo sono stato aggredito verbalmente: non ci si è resi conto che questa non è la mia
guerra, non è la mia lingua. Ho
comunque parlato solo per rispetto, per difesa de su sardu.
Perché nel progetto di Lingua
unificata si identifica soltanto
il 5 per cento dei sardi».
Non pregiudiziamente contrari, ma sicuramente non entusiasti del progetto, Roberto
Bolognesi e il professor Michele Contini, dell’università
di Grenoble (Francia). Coinvolgente, sarcastico, trascinatore, anticonvenzionale, il docente sardo-francese ha dichiarato di non esser stato
chiamato a far parte della
Commissione per la Lingua
unificata, di non rammaricarsene assolutamente e di aver
apprezzato il lavoro dei colleghi. Tuttavia mai nessuno riuscirà a convincere la gente
sarda a sentire “quella” lingua
come propria: il risultato finale sembra ricalcare l’idioma di un piccolo paese della
Sardegna centrale, Noragugume, e non certo di tutta l’isola. Nel complesso, dunque, è
stata un’occasione sprecata.
Peccato: «Po tres arrialis de
pibiri» si è gettata via una pietanza gustosa...
Ma il compendio felice delle teorie sulla limba è nelle
parole di Massimo Pittau,
l’esperto sommo, che ha ricordato, punto per punto, tutte le fasi dei lavori della commissione di cui faceva parte:
«La Limba sarda unificada che
la commissione ha prospettato
e che a me piace chiamare,
come si diceva nel passato,
“Sardo illustre” - ha detto deve intendersi valida, secondo i precisi termini della convenzione firmata con l’assessore della Pubblica istruzione,
“ad esclusivo uso dell’assessorato” o al massimo, così mi
sembra, per la redazione degli
“atti ufficiali della Regione”.
Nella sostanza non dovrebbe
essere, questo, un uso molto
ampio, dato che si può auspicare che vengano scritte anche
in Lingua unificata le leggi regionali, i proclami della Regione, i suoi manifesti ed iscrizioni, i suoi messaggi agli altri organismi nazionali e anche internazionali, ma niente
più. Mi sembra invece che sia
da escludersi del tutto che diventi anche la lingua dell’ordinaria amministrazione della
Regione, e, in maniera particolare, del suo apparato burocratico amministrativo. Infatti un’eventuale duplice redazione, in italiano e in sardo,
della corrispondenza regionale, non sortirebbe altro effetto
che appesantire oltre misura
l’apparato regionale, quello
del quale noi sardi già lamentiamo la notevole farraginosità
e la grande lentezza». Sottolineato che qualora la Regione
intendesse imporre a tutti l’uso
della lingua unificata si correrebbe il rischio di segnare negativamente e per sempre le
sorti dell’auspicato processo
di recupero e di rilancio nella
nostra lingua, il professor Pittau ha così proseguito: «Dopo
che ho constatato le numerose
e fortissime reazioni negative
alla proposta di una lingua comune a tutti i sardi, mi sono
convinto che, nel grave p r o cesso di dissardizzazione linguistica subìta nel secolo passato, costituirebbe già un notevole passo in avanti se il popolo sardo accettasse di riprendere contatto e possesso della sua
lingua nazionale in una qualsiasi delle sue varietà dialettali e
perfino suddialettali. E sarebbe ancora di più un notevole
passo avanti se esso entrasse
nell’idea e nella prassi di passare spontaneamente, almeno
per competenza passiva, dal
codice della grande varietà
dialettale campidanese a quello dell’altra grande varietà logudorese e viceversa.
In questo tempo presente e in
quello futuro non si può richiedere nulla di più dal popolo sardo, pena il totale e immediato
fallimento del processo di riappropriazione della sua lingua
nazionale».
IL MESSAGGERO SARDO
19
GENNAIO 2002
D
a Pavia, ancora una volta, partono spunti interessanti di riflessione,
per la classe politica sarda, e
più in generale per tutta la popolazione della Sardegna, residente e non residente (come
oggi viene “etichettata” la
grande massa di emigrati sardi
sparsi nel Mondo per motivi di
lavoro) su un tema che riguarda davvero tutti, quello della
modifica, o “riscrittura” se
preferite, dello Statuto.
L’occasione l’ha fornita il
Convegno di Studi, dal tema
significativo: «LA SARDEGNA ALL’ALBA DEL 2000:
RIFORMA DELLO STATUTO E PROSPETTIVE DI SVILUPPO», un convegno ad altissimo livello di relatori e personalità accademiche e politiche: presente il rappresentante
del Governo Nazionale, l’on.
Alberto Gagliardi sottosegretario agli Affari regionali; presente il Presidente della Provincia di Pavia e numerosi assessori, il sindaco, il prefetto;
assente, senza una pur minima
rappresentanza, la REGIONE
Sarda!: solo telegrammi di saluto dal Presidente della Giunta Mauro Pili e dal Presidente
del Consiglio Regionale, Efisio Serrenti (che pure ha dato il
suo patrocinio, assieme alle
Università di Cagliari, Sassari
e Pavia), nonché dell’assessore del Lavoro. Ma, paradossalmente, neanche un componente del Comitato promotore per
l’Assemblea Costituente!
Il convegno, che si è svolto
nell’Aula Magna dell’Università di Pavia, organizzato dal
Circolo Culturale Sardo “LOGUDORO” per celebrare il
ventennale della propria costituzione – come ha puntualizzato il suo presidente GESUINO PIGA introducendo i lavori – «è stato incentrato sulla situazione giuridico – istituzionale ed economico – sociale, e si ricollega e non solo idealmente ad un altro convegno
di studi tenuto circa 15 anni fa,
sempre a PAVIA dal titolo
“PROBLEMI STORICI DELLA SARDEGNA”, che a suo
tempo mise a fuoco le molteplici e annose questioni sempre portate alla ribalta e mai
risolte. Si tratta ora di verificare il cammino percorso – ha
detto Piga – quanto resta da
fare e quali prospettive ci
aspettano.”
Il convegno ha offerto uno
spaccato dell’Isola sostanzialmente positivo e con prospettive di grande miglioramento
per l’immediato futuro, così
come è emerso dalle analisi
socio-economiche fatte dal
professor PINO USAI, docente di Economia all’Università
di Cagliari, anche se permangono una serie di problemi che
devono essere affrontati con
urgenza, e che sono stati evidenziati negli interventi del
Presidente Regionale della
CNA sarda, MARIO CAVADA e dal vice Presidente ELIO
PILLAI, e nella relazione del
Presidente della Coldiretti
MARCO SCALAS, e del Presidente regionale dell’Unione
Traffico e Trasporti, MARCO
DEPLANO, che ha fatto un
po’ il punto della situazione
sulla portualità dell’Isola.
Problemi che il Governo conosce e che intende risolvere ha affermato in replica il sottosegretario Gagliardi, concludendo i lavori – nell’ottica
della “Legge Obiettivo” per
realizzare tutte quelle infra-
RIFORME / Studiosi a confronto per iniziativa della
Fasi. Gli emigrati favorevoli all'Assemblea
Costituente. Perplessità e riserve dei costituzionalisti
RIFORMA DELLO STATUTO
E PROSPETTIVE DI SVILUPPO
IN UN CONVEGNO A PAVIA
servizi di Antonello De Candia
strutture che sono alla base dei
ritardi accumulati negli ultimi
decenni, non solo dalla Sardegna, ma anche all’Italia nei
confronti dell’Europa.”
Non solo una enunciazione,
quella del sottosegretario Gagliardi, ma anche un impegno
per la soluzione di questi problemi. Così come è all’attenzione del governo l’altro problema, quello delle riforme
costituzionali che vanno nel
verso di uno Stato Federale.
«Una riforma complessa – ha
ammesso il sottosegretario, facendo riferimento anche alla
proposta di legge approvata
dal Consiglio regionale della
Sardegna e che – ha ricordato
– è attualmente all’esame del
Parlamento assieme ad altre
due proposte formulate, una da
AN (primo firmatario il coordinatore regionale Gianfranco
Anedda) l’altra dai DS (primo
firmatario il segretario regionale Antonello Cabras).
Una riforma non solo accademica, ma sostanziale – ha
tenuto a sottolineare Gagliardi
– per cercare di andare incontro al cittadino, per rendere realmente le istituzioni sempre
più vicine ai cittadini, per risolvere non i problemi astratti,
ma quelli reali, della qualità
della vita e dello sviluppo.»
Fatto questo quadro generale, estremamente sintetico, entriamo nel vivo degli argomenti affrontati, a cominciare da
quello dell’Assemblea Costituente per una nuova Carta
Statutaria Sarda ,introdotto da
una lunga relazione dal Presidente della FASI, Filippo Soggiu, e poi ampiamente dibattuto nella tavola rotonda cui hanno partecipato i giuristi, massimi esperti di diritto costituzionale: il professor GIUSEPPE CONTINI, il professor
COSTANTINO
MURGIA,
il
professor PAOLO FOIS e il
professor UGO PIRARBA.
Dopo aver sostenuto che lo
Statuto Speciale attuale non
corrisponde più alle esigenze
della Sardegna del 2000, il
Presidente della FASI ha rimarcato le inadempienze e le
occasioni perdute della Autonomia, e ha denunciato anche i
ritardi della Sardegna sulla
strada del Federalismo verso
cui l’Italia è avviata, rivendi-
cando per il mondo dell’emigrazione, che è diventato una
vera risorsa per la Sardegna,
un ruolo fondamentale e il diritto di partecipazione alle
scelte di cambiamento. «Ci
siamo costituiti in Comitato
per la Costituente dei Sardi nel
Mondo – ha detto Soggiu e vogliamo lavorare e contribuire
alla prospettiva del nuovo Statuto. Nel dibattito su questa
questione – ha sottolineato
Soggiu – da parte di tutte le
forze politiche non si è parlato
di emigrati. Ma noi rivendichiamo il diritto dei “Sardi nel
Mondo” a dire la nostra parola
e vogliamo contribuire in
modo concreto e coinvolgeremo i rappresentanti di tutti i
circoli sardi; faremo una cartolina da spedire alle Commissioni parlamentari preposte ad
esaminare il disegno di legge
per la Costituente, faremo dibattiti in tutti i circoli, chiameremo come interlocutori anche
i parlamentari eletti nei vari
collegi con il nostro voto. In
questo modo, ancora una volta, saremo felici di dare il nostro contributo alla causa dello
sviluppo della nostra terra. E
anche questo convegno di Pavia – ha concluso Soggiu –
vuole essere un passo che ci
aiuti a muoverci verso questi
obiettivi.»
L’apprezzamento e il riconoscimento per l’iniziativa è
stato sottolineato dal Presidente della Provincia di Pavia, il professor Silvio Beretta (“Un convegno che si pone
con delle ambizioni in un qua-
dro di mutamento istituzionale e costituzione nell’Italia”),
il quale ha ribadito come tra
la comunità sarda e le istituzioni di Pavia ci sia sempre
stata una fruttuosa interrelazione che ha consentito di far
conoscere il grande patrimonio storico, culturale e sociale della Sardegna.
Il prof. Pasquale Mistretta,
rettore dell’Università di Cagliari, tra i patrocinatori del
convegno, ha fatto una analisi
piuttosto dettagliata dei mutamenti in atto (“Bisogna guardare ormai senza resistenze all’itinerario europeo”) e che riguardano anche le Università.
«Stiamo riflettendo su questi
mutamenti – ha detto Mistretta – a cominciare dalla questione femminile che in Sardegna rappresenta il vero cambiamento dalla fine del secolo
al nuovo secolo.
Un ulteriore elemento da tenere in considerazione – ha
detto Mistretta – è che i Sardi
non sono solo sardi, ma sono
ormai cittadini europei, fatto
che ci consente di superare
pregiudizi razziali e ambientali e di sfruttare la posizione
della Sardegna che è centrale
rispetto all’Europa e all’Africa. E l’Università – ha detto
Mistretta – è dentro questi
cambiamenti, l’Università è
presente. E non ha resistenze
ad affrontare il dialogo con il
sistema produttivo, e in questa
direzione ci stiamo muovendo
anche con le grandi industrie,
pur con tutte le riserve del
caso, con la SARAS, con
l’ENEL, con la REMOSA, con
TISCALI: stiamo collaborando per quanto riguarda la ricerca, i tirocini e l’occupazione
così come con le Banche sarde.
In quanto alle modifiche
dello Statuto, secondo il rettore Mistretta, «la nostra posizione è positiva, ma occorre
una mobilitazione politica dei
giovani, che devono essere
partecipi veri di un processo
di cambiamento, non devono
essere “rimorchiati”, i giovani sono molto ingenui per via
della loro età e si fidano: siamo noi responsabili nei loro
confronti. La mia perplessità
è che non rimangano solo propositi, enunciazioni, formule
che non consentono di supera-
re invidie, fatalismo, rifugio
nello Stato.
Il vice presidente della
FASI, Serafino Lai, da parte
sua ha denunciato lo scollamento in Sardegna, tra il mondo dell’impresa, la politica, la
burocrazia e la cultura: «Se
non si amalgamano queste forze, saranno vani tutti gli sforzi
di far crescere la nostra terra.
Io manco dalla Sardegna da
45 anni, sono andato via a 17
anni,perché non c’erano imprese, non c’era lavoro. In Sardegna la piccola e media impresa non è stata mai aiutata,
così come l’artigianato e il
commercio, invece tutte le risorse sono andate solo alle
grandi cattedrali nel deserto.
È come la Fiat per il Piemonte – ha detto Lai – se chiude la
Fiat, affossa una intera regione; mentre la Lombardia ha
puntato su mille piccole industrie, che insieme superano la
Fiat e se qualcuna di queste
imprese chiude la regione non
ne accusa i contraccolpi.
«Non c’è bisogno di un nuovo Statuto» – ha detto Lai – basta solo fare e copiare i modelli di sviluppo giusti.
Così dicasi per il turismo: la
Sardegna sarebbe dovuta diventare come la valle d’Aosta,
dove l’autonomia ha dato dei
vantaggi veri.»
La tavola rotonda
Statuto sì, Statuto no
Il p rofessor GIUSEPPE CONTINI, ha stigmatizzato innanzitutto il comportamento dei
politici sardi che hanno snobbato il convegno ed ha subito
aggiunto che «proprio alla non
maturità ‘dei politici sardi si
deve la mancata attuazione
dello Statuto Speciale. Perché
pur con tutti i difetti che aveva,
lo Statuto apriva tutta una serie
di prospettive che non sono
state colte – ha detto Contini –
e non si può parlare di “autonomia troppo limitata”, sono
solo parole, il piagnisteo – ha
insistito il costituzionalista –
deve finire.
Bisogna interpretare le norme, capire lo Statuto.
Il Consiglio regionale ha dichiarato bancarotta quando ha
presentato la legge per un nuovo Statuto, per l’Assemblea
Costituente. C’è ignoranza sui
rapporti
STATO-REGIONE,
non ci può essere una ASSEMBLEA
COSTITUENTE
in
Sardegna – ha ribadito il professor Contini – Il Consiglio
Regionale può proporre solo
delle modifiche allo Statuto,
poi spetta al Parlamento decidere e ammesso che il Parlamento la approvi, il Consiglio
regionale dovrà approvare una
legge elettorale per eleggere
l’Assemblea Costituente e il
deliberato dell’Assemblea dovrà tornare in Consiglio: è una
serie di passaggi abnormi che
si traducono solo in una perdita di tempo, perché poi ci vorrà una legge Costituzionale. È
una follia – ha sostenuto il professor Contini – Ed è sintomatico il fatto che il 14 agosto,
non appena la legge regionale
del 31 luglio è arrivata in Parlamento – ha ricordato Contini
– siano state presentate altre
due proposte di legge, quella
di AN e quella dei DS, che il
Parlamento dovrà ora elaborare per estrapolarne un testo
unificato, con una ulteriore è
solo una perdita di tempo.
Mentre non siamo riusciti a
dar attuazione al nostro Statuto Speciale, nel frattempo lo
→
IL MESSAGGERO SARDO
20
GENNAIO 2002
P
ECONOMIA / Il convegno di Pavia
assando dalle questioni giuridiche a quelle economiche
e dello sviluppo, il Convegno di Pavia ha registrato una
“sterzata” violenta con la relazione fatta dal professor PINO USAI
sullo stato di salute dell’Isola.
«Basta con i piagnistei e con il
descrivere la Sardegna come
un’isola dove tutto va male. La
Sardegna è cambiata, ha fatto passi da gigante in questi 50 anni di
autonomia – e lo dimostrano i dati
che vi illustrerò , per cui è ingeneroso anche parlare male di una
classe politica che, comunque, è
stata artefice di questo progresso.
E i cambiamenti intervenuti, hanno creato condizioni tali che la
Sardegna può ancora migliorare»
– ha detto accalorandosi il noto
economista sardo.
«Forse che la Sardegna del
1920, prima dell’autonomia, era
un’isola felice? No di certo – ha
detto Usai – Era una Sardegna di
miseria, una regione nella quale
non esisteva mercato. Agli inizi
del ‘900 c’era metà della popolazione attuale, il 50% lavorava in
agricoltura e il resto erano pasto-
ri e minatori. Non esistevano prospettive, non c’erano imprese,
non c’era managerialità. Era una
realtà storica basata sull’individualismo esasperato. Oggi la Sardegna è diversa, è migliorata
enormemente.
Certo, alcuni problemi sono ancora irrisolti ed io vorrei che le
infrastrutture fossero al 100%.
«Ma oggi la Sardegna esibisce
beni eccellenti a livello mondiale
– ha detto il professor Usai – dal
turismo alla cultura, alla tecnologia, basti pensare a TISCALI.
Gli studenti sardi sono meravigliosi, si affermano dovunque , da
Stato è andato avanti, dando
paradossalmente più poteri alle
regioni ordinarie e attualmente
con la legge n. 3 del 2001 rimette in discussione i rapporti
tra Stato e Regioni e tra Regioni ed Unione Europea. C’è molta confusione – ha poi aggiunto
il professor Contini , il quale ha
concluso sostenendo la “incostituzionalità” dei provvedimenti assunti”.
Anche il professor COSTANTINO MURGIA ha
avanzato delle perplessità sull’Assemblea Costituente. «Il
Consiglio Regionale rimanda al
Parlamento quel che potrebbe
già fare oggi – ha detto Murgia
– questa Assemblea Costituente che comprende 60 persone
che costeranno miliardi, partorirà un’assemblea che poi dovrà proporre al Parlamento uno
Statuto, una cosa, ripeto, che si
può fare oggi, basta interpretare e attuare il titolo V°.
Ottanta consiglieri regionali
(un organismo pletorico se si
pensa che in tutti gli Stati Uniti
d’America sono in 100!) non
sono in grado di prendere una
decisione, «È da 50 anni – ha
detto il professor Murgia – che
in Sardegna non riusciamo a
darci delle regole!”
Quando si parla di riforma
dello Statuto, significa voler
costituire una nuova Carta Istituzionale che comprenda tutto
lo svolgersi della vita futura
della collettività. È una impresa importante!
Ma bisogna tenere conto della realtà – ha detto ancora il
prof. Murgia – oggi, con una
legge della Unione Europea si
può vanificare tutto quello che
è stato fatto dalla Regione, per
esempio in agricoltura; quindi
dovremo adeguare il nostro
Statuto a tutte le riforme costituzionali sopravvenute nel frattempo nel nostro Paese, l’Italia,
e poi adeguarci anche al contesto europeo.
Ma dobbiamo anche difendere le differenze, le specificità
della nostra cultura, dei nostri
prodotti, in una Unione Europea che invece pretende di unificare tutto per una esigenza di
globalizzazione. L’esperienza
dell’emigrazione – ha concluso
Murgia – è sicuramente un fatto positivo, è una risorsa preziosa e va inserita nel contenuto dello Statuto.»
Il professor PAOLO FOIS,
docente di Diritto Costituzionale all’Università di Sassari, si
è detto “sensibile” alla proposta
di Assemblea Costituente anche perché – ha spiegato – l’art.
54 dello Statuto Speciale non
poteva prevedere le trasformazioni dovute all’ingresso in Europa: nel 1948 non potevano
pensarlo. Una revisione totale
dello Statuto quindi non era
prevista, ma – ha detto il professor Fois – il Consiglio regionale da solo non può affrontare
questo problema.»
Nel 2004 – ha ricordato il
prof. Fois –, in base al trattato di Nizza avremo un progetto di Costituzione Europea
che ridisegna i rapporti con
Stati e Regioni, quindi noi
dobbiamo prevedere uno Statuto che sia al livello europeo:
non possiamo fare uno Statuto con disposizioni che non
avranno efficacia.
Anche il professor UGO PIRARBA ha sostenuto che l’iniziativa di una Assemblea Costituente riflette l’esigenza di partecipazione di tutte le componenti del popolo sardo, ma – ha
detto – la sposta negli anni. Poteva essere fatta prima, anche
perché nel frattempo ci sono
state delle accelerazioni parlamentari e mezzo Statuto l’hanno già modificato gli altri! Il
Parlamento ha già fatto le riforme e i Sardi non possono essere considerati diversi dalle altre
regioni, per cui noi – ha sostenuto Pirarba – dobbiamo rapportarci a questa situazione.
L’impegno politico è ampio ed
è urgente decidere cosa fare e
cosa mettere dentro questa nuova Carta. Quale Senato delle
Autonomie ci sarà fra qualche
anno? Quale Regione costruire? – si è chiesto Pirarba. Abbiamo bisogno certamente di
una maggiore certezza in materia di sussidiarietà, così come
abbiamo bisogno di una Regione che rispetti la “piccola Patria sarda”, ma che sia aperta ai
problemi internazionali. In una
Italia e un’Europa che va verso
il federalismo – ha concluso
Pirarba – il rapporto va sviluppato nella certezza dei vincoli
di solidarietà, unità e sovranità,
non come indipendentismo o
separatismo».
Nel dibattito che è seguito
alle prime enunciazioni, sono
che cosa dipende? Dal fatto che le
Università funzionano, pur con le
carenze che esistono.
«In Sardegna è cambiato tutto
dal 1951 al 2000:i dati statistici
parlano chiaro. Nel 1951 l’occupazione era così distribuita:
53,6% in agricoltura, 19,2% nell’industria e il resto nei servizi.
Nel 2000 il 66,6% nei servizi,
il 22,3% nell’industria e solo il
9,1% in agricoltura. Questi dati
significano che la Sardegna oggi
è più moderna e che è collocata ai
livelli dell’Italia e dell’Europa.
La Sardegna, a dispetto di tutto,
è allineata ai Paesi più industria-
lizzati del Mondo. Non è più la
“cenerentola” delle regioni italiane: il tasso di attività della Sardegna è tendenzialmente in crescita,
le imprese sarde dal 1995 hanno
avuto un tasso di 2,3% contro
l’1,7% dell’Italia e del Mezzogiorno”.
Altro elemento da tenere presente, e non è certo secondario –
secondo il professor Usai – è il
fatto che sia finito anche il periodo delle emigrazioni di massa.
«Ma da cosa derivano questi
successi – si è chiesto Usai – Primo, dall’autonomia di governo;
secondo dal fatto che la Sardegna
fa parte dell’Italia; terzo, perché
l’Italia fa parte dell’Europa. Certo non stiamo parlando del paradiso terrestre, ma è altrettanto certo
che la Sardegna è legata all’Italia
e all’Europa e che l’Unione Europea oggi è la più avanzata ed evoluta del Mondo. E allora molte
cose che si dicono sulla Sardegna
sono false o sono vere solo in parte, se ci si riferisce alle zone più
evolute.»
I problemi esistono – ha proseguito Usai – non v’è dubbio, a co-
ha parlato dell’Emigrazione
sarda: da 20 anni chiediamo
una riforma dello Statuto perché vogliamo rifondare un rapporto con la Regione. Noi siamo emigrati (“non residenti”)
e siamo interessati al nuovo
Statuto perché abbiamo dei
contenuti. La geometria costituzionale ci interessa ma non
la condividiamo: vorremmo
che il nuovo Statuto non limitasse la nostra specialità, la
nostra autonomia e vogliamo
la nostra sovranità, perché senza non si ha autonomia. Per
questo – ha detto Meloni – occorre andare subito ad una revisione dello Statuto, in tempi
brevi. Invece di aspettare le
decisioni del Parlamento e dell’Unione Europea non sarebbe
più semplice inserire una norma che faciliti il cambiamento! E il ruolo del mondo dell’Emigrazione – ha detto il
professor Meloni – può dare
un contributo rilevante. I “non
residenti”, formatisi in realtà
più avanzate, più acculturate
sono in grado di dare un contributo nella riscrittura dello
Statuto: E noi chiediamo che il
nuovo Statuto preveda il diritto che siano rappresentati in
Consiglio Regionale gli emigrati. Per questi motivi – ha
detto Meloni – occorre una
grande alleanza per il superamento di tutte le difficoltà e
per il raggiungimento degli
obiettivi fondamentali che aiutino la Sardegna a crescere e a
svilupparsi.”
Virgilio Loi, presidente del
Circolo di Vimodrone e coordinatore dei circoli FASI della
Lombardia, ha incentrato il
suo intervento sulla “sovranità” di cui dobbiamo riappropriarci. «Non c’è nessun altro
popolo, come quello sardo – ha
detto – che si senta popolo anche fuori dalla Sardegna. Cosa
che paradossalmente si avverte di meno nell’Isola. La nostra
insularità è una peculiarità, ma
noi siamo diversi anche dal
punto di vista genetico.
Come emigrati (o “non residenti”) – ha detto Loi – noi siamo una grande risorsa per la
nostra Sardegna – matrigna,
che amiamo. In questo dibattito importante abbiamo appreso
cose molto interessanti e anch’io penso che si debba perseguire l’unità politica dell’Europa (e non solo quella monetaria) e anche noi saremo europei, ma ‘in primis’ rimarremo
sardi!.”
Di “una Regione ingessata in
una veste istituzionale obsoleta, rispetto all’impetuoso cambiamento socioeconomico e
soprattutto culturale, che ha
investito la Sardegna dal Dopoguerra ad oggi” parla nella
sua relazione, GIORGIO PISANO, presidente del Centro
Sociale Culturale sardo di Milano, il quale sostiene che
“l’evoluzione del sistema statuale italiano in atto e le prospettive di unità europea obbligano ora ad un ripensamento
complessivo dell’ingegneria
istituzionale, soprattutto nelle
Regioni cosiddette ‘autonome’. E in quest’ottica – dice
Pisano – non c’è dubbio che la
decisione del Consiglio regionale sardo adottata il 31 luglio
di quest’anno ,di approvare
l’avvio di una procedura di
adozione di un nuovo Statuto
per l’Isola, non è solo encomiabile, ma degna di essere
sostenuta da tutti i Sardi, residenti e non.
L’istituzione di una Assemblea Costituente è una giusta
scelta – sostiene Pisano – perché si tratta non già di operare
su piccoli aggiustamenti allo
Statuto vigente, ma di un ripensamento complessivo che,
dalla riflessione generale, faccia scaturire una grande alleanza trasversale tra le forze
politiche, su alcuni principi di
fondo che possono garantire
solide regole istituzionali per
•
l’oggi.”
LA SARDEGNA DEL 2000
TRA ESIGENZE
E PROSPETTIVE DI SVILUPPO
stati ripresi alcuni aspetti di
fondo del problema . Il Professor Costantino Murgia ha ribadito che “occorre un confronto
reale con la nostra collettività,
la quale lo merita”. Ma il professor Contini ha insistito nel
dire che “lo Statuto della Sardegna ce lo troviamo già fatto
dagli altri: la prossima riunione del Consiglio dei Ministri,
il Governo approverà un testo
di legge che modifica la legge
sul Federalismo che è stata
soggetta a referendum : secondo questo testo o saranno poste
delle barriere o saranno allargate al massimo le maglie dell’autonomia. Insomma – ha
detto Contini – di fronte ad una
regione lenta, il Paese continua a camminare e non si può
consentire che neanche una
Regione come la Sardegna
possa rimanere indietro».
Il professor Fois, dal canto
suo, rispondendo ad un quesito sul “come si possa coniugare la specialità con il federalismo” ha specificato il suo punto di vista sostenendo che “non
si può parlare di Federalismo
Europeo, ma di autonomie regionali all’interno dello Stato
membro, quindi di un’Europa
delle Regioni, di un federalismo su tre livelli.
Il dibattito si è quindi allargato agli interventi dei rappresentanti dei Circoli.
Il Professor SANDRO MELONI, del Circolo “Logudoro”
di Pavia, si è detto “ affascinato e nel contempo preoccupato” dagli interventi degli illustri oratori: «Solo il professor
Murgia – ha rilevato Meloni –
IL MESSAGGERO SARDO
21
GENNAIO 2002
minciare dalla disoccupazione
che è al 20%, contro il tasso italiano che è dell’11/12%, e contro
quello europeo che è ancora inferiore. Un altro problema è quello
dell’abbandono delle zone interne, dei “paesi di pietra”, paesi
senza la gente, mentre le zone costiere sono sottoposte a grande
pressione. Un terzo problema è
quello delle infrastrutture carenti,
che mancano, ma il rapporto con
l’Italia è passato da 2-3/10 di 50
anni fa a 6/10 di oggi. E siamo
ancora in progresso.
Ma il fattore di sviluppo fondamentale – ha detto il professor
Usai – oggi non è più l’industria,
è “il SAPERE”,è la “CONOSCENZA”. E il sapere sta nella
testa degli essere umani, e i Sardi
non sono certo tra quelli che non
sanno usare la testa.
E non è vero che la classe politica non ha fatto niente – ha detto
Usai – In Sardegna è stata creata
una rete fondamentale del sapere
e della ricerca, a cominciare dal
CRS4, al centro di Tramariglio
(Alghero), alle Università di Cagliari e Sassari, ai centri di Nuoro
ed Oristano, al dipartimento di
Neuroscienze . E queste cose le
hanno fatte i politici. Noi sardi
abbiamo il difetto di denigrare ,di
distruggere tutto quello che facciamo; è ora di smetterla, non facciamo apparire cose non vere.
In Sardegna sono più le luci che
le ombre; si guardino i programmi
unitari ed europei: tra i fattori di
successo non c’è più la grande industria o il grande capitale! Ecco
perché dovremmo esser un po’ più
ottimisti: ottimismo della ragione,
perché esistono tutti i presupposti
del sapere; ottimismo della volontà, perché i Sardi lo vogliono, sia
quelli emigrati, che quelli residenti, al di là delle lamentele.
Per questi motivi – ha detto il
professor Usai – la condizione
che dobbiamo sviluppare è una
forte integrazione tra sardi, il nostro senso di appartenenza alla
nazione sarda . Non dobbiamo
creare un nuovo Stato – ha detto
Usai – ma una nuova integrazione; dobbiamo ridurre le istanze di
parte, gli egoismi e sviluppare valori civici, dobbiamo volere l’integrazione comunitaria. Realisticamente possiamo farcela, possiamo migliorare ancora.
«In Sardegna si sviluppano i
campanilismi, e voi – ha detto Usai
rivolto al Mondo dell’Emigrazione
– avete un ruolo importante,
un’azione importante da svolgere:
c’è bisogno di integrarci per conseguire un obiettivo comune”.
Dopo la relazione del professor
Usai sono intervenuti nel dibattito i rappresentanti regionali della
CISL – MORO, il Presidente della CNA, MARIO CAVADA e il
vice Presidente ELIO PILLAI, ed
il Presidente regionale dell’Unione Traffico e Trasporti, MARCO
DEPLANO.
Moro ha riconosciuto che in
Sardegna ci sia stato un grande
progresso: «è innegabile – ha detto – ma permangono storiche
emergenze.Siamo oggettivamente
in ritardo rispetto a regioni più
solide d’Italia e d’Europa (disoccupazione, infrastrutture e tasso
di attività –4%).
Stiamo pagando il modello delle PP.SS: le grandi industrie che
non hanno creato indotto a valle,
verticalizzazione; è mancato un
processo di diversificazione produttiva e di integrazione fra tre
settori come l’agricoltura, l’industria e il turismo.
Abbiamo grandi risorse, come
l’ambiente, i prodotti, le risorse
locali, ma le sfruttiamo male – ha
detto Moro, fornendo alcuni dati
emblematici –: produciamo l’80%
del granito, ma ne esportiamo il
90% grezzo, non lo lavoriamo;
abbiamo il 100% della produzione nazionale del sughero, e l’85%
della produzione europea di tappi,
ne lavoriamo 170 mila quintali,
ma dobbiamo importarne 70 mila
quintali perché in questi anni in
Sardegna abbiamo sbagliato la
politica della forestazione, e anziché piantare sughere abbiamo
piantato pini ed eucaliptus!
Se vogliamo un reale processo
di sviluppo dobbiamo intervenire
in questa direzione.
In Sardegna manca il metano:
è l’unica regione d’Italia. Nel
settore dei trasporti stiamo cominciando adesso ad avere qualche risultato per quanto riguarda
la “continuità territoriale”, ma
solo per il trasporto aereo, ma bisogna perseguire questa continuità anche via mare e per le
merci, perché ci possa essere veramente competitività e per abbattere i costi di produzione.”
Moro ha quindi messo un dito
nella piaga, parlando della burocrazia regionale (“più dannosa dei
politici”) e ha evidenziato una instabilità politica alla Regione che
non consente una programmazione adeguata ai bisogni dell’Isola.
«Occorrono riforme istituzionali,
sia della Regione stessa, che degli
assessorati Il futuro è affidato al
protagonismo dei territori. Nel
2006 – ha detto Moro – saremo
fuori dall’OBIETTIVO 1 e non
perché avremo superato il 75%
del PIL europeo, ma perché l’allargamento dell’Europa determinerà lo spostamento delle risorse
verso paesi e regioni più bisognose di noi. La vera rivoluzione la
devono fare i Comuni, consorziandosi per uscire dal sottosviluppo.»
Il “sistema Sardegna” può uscire da questa situazione – ha detto
Moro – ma attualmente la qualità
della politica è carente, ed è per
questo – ha concluso – che si
chiede una riscrittura dello Statuto da parte di un’Assemblea dove
sia rappresentata non solo la Politica, ma tutte le componenti sociali della Società sarda».
Il dibattito ha fornito spunti interessanti con l’intervento del
Presidente dell’Unione Traffico e
Trasporti, Marco Deplano, che ha
trattato il tema dell’insularità, non
come elemento negativo di sviluppo, semmai come risorsa, se
saputa sfruttare.
«La via marittima – ha detto
subito Deplano – è la più economica per il trasporto delle merci.
Il mare è un’autostrada che non
ha salite, gallerie, ponti e viadotti
che sono enormemente costosi, e
inoltre, in termini energetici le
navi a parità di potenza dei propulsori trasportano un quantitativo notevolmente superiore ad una
velocità commerciale più elevata
( un esempio: una nave dotata di
motori della potenza di 1000 HP
trasporta 3.000 tonnellate di merci, mentre un autocarro con 400
cavalli ne può trasportare solo 28
tonnellate!)
Oggi la Sardegna, per quanto
concerne le infrastrutture portuali è una delle regioni del Mediterraneo meglio dotata e il porto canale di Cagliari potrebbe acquisire notevoli traffici nel trasporto
marittimo dei containers, proprio
per la sua posizione baricentrica,
distando solo 350 miglia da Genova, da Marsiglia, da Barcellona, da Algeri, ecc. e trovandosi
sulle grandi rotte transoceaniche.
Se a Cagliari dovesse realizzarsi il “transhipment” dei containers
– ha detto Deplano – anche se tale
operazione non produce grandi
benefici economici, potrebbe produrre un indotto commerciale ed
industriale notevole. Purtroppo
però, per errori commessi nel recente passato il nostro porto non è
ancora decollato, mentre nel frattempo altri porti meno dotati del
nostro hanno iniziato ad operare
con grandi risultati. Il problema
del decollo del Porto Canale è
solo un problema di amministrazione gestionale – ha detto Deplano–, il porto deve essere gestito
dagli operatori, bandendo una
gara internazionale.”
Mario Cavada, presidente della C.N.A, dopo aver tracciato un
quadro del comparto dell’Artigianato in Sardegna (37 mila imprese con 85 mila addetti, che
producono 1/3 del PIL) ha riconosciuto che “negli ultimi 40
anni sono cambiate molte cose
nella nostra isola, ma – ha detto –
non ci dobbiamo accontentare,
oggi siamo in una economia globale e dobbiamo confrontarci
con tutti per superare le differenze». Cavada ha quindi fornito
tutta una serie di dati comparativi relativi alle infrastrutture nelle varie regioni d’Italia, evidenziandone le differenze «che – ha
detto – costringono gli imprenditori sardi ad essere più bravi degli altri per essere competitivi
sul mercato».
Altro problema dolente è quello della Formazione Professionale (“abbiamo proposto una riforma ,ma ci sono molte resistenze”)
per la quale in Sardegna – ha detto – si spende più che in Lombardia, ma i soldi si spendono più per
i formatori che per gli allievi da
formare. Così oggi nonostante
l’alto tasso di disoccupazione ho
difficoltà a trovare gente qualificata. Noi abbiamo proposto l’apprendistato che ha dato dei frutti:
nel 1999-2000 sono stati assunti 7
mila apprendisti, il che vuol dire
250 al giorno. E gli apprendisti
della mia azienda – ha detto Cavada, che è un tornitore – se voglio
che restino, non si accontentano
più della busta paga sindacale,
vogliono qualcosa in più, altrimenti se ne vanno a fare gli artigiani per conto proprio.»
Dopo aver affermato che «gli
emigrati sono un patrimonio importante per lo sviluppo delle imprese in Sardegna», Cavada ha
detto che «bisogna sforzarsi di
vedere positivo», ma ha denunciato la farraginosità della burocrazia regionale e la mancanza di
stabilità politica all’interno degli
assessorati (l’assessore di turno
non sempre si porta appresso degli esperti, ma piuttosto qualche
“trombato”) così è difficile risolvere i problemi. Come CNA – ha
ricordato Cavada – abbiamo proposto di incentivare gli investimenti nell’Artigianato (legge 51
del ’98) che è stata attuata ed ha
prodotto 250 miliardi di investimenti: è indubbio che per combattere la disoccupazione dobbiamo
puntare sulla crescita delle imprese artigiane.»
Elio Pillai ha ripreso il tema
della crisi idrica in Sardegna (“il
grado di civiltà di un popolo si
misura anche da questo aspetto”),
ricordando che disponiamo di 42
bacini d’invaso, e che il problema
non è costruirne altri, ma gestire
bene quelli che abbiamo (e che
paradossalmente non sono ancora
collaudati), evitando così che alcuni siano colmi e si debba lasciare andare l’acqua al mare, mentre
altri sono vuoti: se i pastori e gli
agricoltori si lamentano – ha detto – vanno ascoltati.
Per quanto riguarda l’andamento dell’economia – ha detto Pillai
– la Sardegna ha decelerato rispetto alla velocità di crescita delle altre Regioni e dopo lo smantellamento delle grandi industrie
ha retto solo l’economia locale,
indigena, le piccole e medie imprese centinaia di migliaia di piccole imprese il cui utile è rimasto
in Sardegna, ma la SARAS che ricava grandi utili cosa ha lasciato
in Sardegna? – si è chiesto Pillai.
C’è la crisi anche di una classe
dirigente – ha detto il rappresentante della CNA – incapace di disegnare un progetto di sviluppo:
per i prossimi 6 anni ci sono a disposizione 11 mila miliardi di fondi statali, senza contare quelli regionali, che dovrebbero produrre
55 mila miliardi di investimenti!
Cosa si sta facendo?
Critiche anche al mondo accademico “l’Università ha un compito importante anche nel formare la classe dirigente. Perché
l’Università non ha promosso in
Sardegna questo dibattito? Come
mai è mancata l’informazione?.
Abbiamo ruoli e responsabilità
diverse – ha concluso Pillai – bisogna lavorare tutti uniti, ma
l’Università esca allo scoperto, illumini anche i politici sulla questione dell’Assemblea costituente: adesso i sindaci sono attirati da
questa proposta, ma hanno raccontato loro bugie, gli hanno detto che ci saranno loro nella Costituente, bisogna smascherare queste bugie!»
Dopo un breve intervento del
presidente del circolo di Cesano
Boscone, Benedetto Piu, che ha
invitato all’unità tutti i Sardi per
perseguire degli obiettivi concreti («Non creando strutture che non
servono – ha detto – citando
l’esempio del suo paese d’origine
Bono, dove sono stati realizzati
un carcere e un Palasport che sono
inutilizzati), il professor Usai ha
tracciato un quadro sintetico della situazione in Sardegna al sottosegretario Alberto Gagliardi, il
quale è entrato subito in argomento sulle riforme istituzionali.
«Il Ministero delle Regioni – ha
detto Gagliardi – è nell’occhio del
ciclone. Sulla riforma federale
siamo ancora a livello di dibattito
Il Federalismo approvato dal precedente Parlamento, noi lo consideriamo incompleto: Non ci convince la logica della sussidiarietà
che pone sullo stesso piano Comuni, Province, Regioni e Stato.
In questo quadro si inserisce la
vostra proposta di Regioni a Statuto Speciale: la legge approvata dal
Consiglio regionale è all’esame
del parlamento assieme alle altre
due proposte parlamentari di AN e
DS. Si tratta di fare una riforma
complessiva in senso federale – ha
detto il vice Ministro –, per cercare di andare incontro ai cittadini,
con istituzioni sempre più al servizio della gente, per risolvere i problemi reali, quelli della qualità della vita e dello sviluppo».
La Sardegna – ha ricordato Gagliardi – è stata al centro di un incontro operativo tra il Ministro
per le infrastrutture LUNARDI e
il Ministro LA LOGGIA, proprio
per realizzare anche nell’isola le
infrastrutture, strade, acquedotti e
quant’altro. Quello delle infrastrutture – ha detto ancora il sottosegretario – è uno dei punti
prioritari del Governo, perché è
uno dei punti veri da cui deriva il
ritardo dell’Italia anche in Europa. In quanto ai problemi di fondo
della Sardegna occorre rilanciare
l’economia locale, intervenire nel
settore dei trasporti e trasformare
l’insularità della Sardegna da fattore negativo a fattore di sviluppo, considerata la collocazione
baricentrica nel Mediterraneo. La
Sardegna ha risorse anche umane,
con il concorso di tutti, bisogna
superare i localismi per risolvere
i problemi e realizzare opere. Siamo al Governo non solo per fare
politica – ha concluso il sottosegretario Gagliardi – ma per realizzare opere indispensabili per lo
sviluppo dell’Italia e delle sue regioni federate.»
Il compito di chiudere i lavori a
Gesuino Piga, che ha riassunto
tutti i temi trattati (gli atti del
Convegno, come sempre , verranno pubblicati) e ringraziando il
vice Ministro e per lui il Ministro
La Loggia, oggettivamente impegnato nelle elezioni in Sicilia, si è
augurato che “questi impegni
possano essere mantenuti e le
cose dette realizzate. Fra due anni
le presenteremo il conto”.
•
IL MESSAGGERO SARDO
22
GENNAIO 2002
I
n Regione l’avvio del 2002
è stato caratterizzato da un
maggiore fermento delle
forze politiche sui temi delle
riforme, dell’autonomia e dei
rapporti istituzionali con lo
Stato. Un dibattito che, seppure con differenti sfumature, segue un unico filo conduttore: il
bisogno di cambiare su Statuto
speciale, legge elettorale, gestione dei nuovi poteri attribuiti alle Regioni, decentramento
di funzioni agli enti locali.
Sul sistema elettorale i partiti di centrodestra e di centrosinistra hanno cominciato a confrontarsi per raggiungere un
accordo il più ampio possibile.
Tra due anni si andrà alle urne
e, se nulla dovesse modificarsi, il voto sarà regolamentato
dalla legge costituzionale n° 2
del 31/01/2001. La norma prevede la scelta diretta del Presidente della Regione da parte
dei cittadini. Su quest’aspetto
non si registrano opposizioni
di rilievo. Le differenze evidenti emergono nei rapporti tra
i grandi partiti e le forze minori, tra chi vuole rafforzare il bipolarismo e chi intende garantire a tutti la rappresentatività,
al di là degli schieramenti di
appartenenza. C’è il timore
che i partiti piccoli vengano
esclusi dalla composizione del
Consiglio regionale o che, comunque, perdano l’autonomia
all’interno delle aggregazioni
elettorali. A meno che non si
annulli o si abbassi considerevolmente la soglia di sbarramento (la percentuale minima
di preferenze ottenute per poter accedere alla ripartizione
dei seggi). Una ipotesi che non
piace troppo ai partiti maggiori. L’eccessiva frantumazione
partitica è considerata una causa di instabilità. Opinioni differenti che, nel centrosinistra,
hanno condizionato il dibattito
su un eventuale ricorso ad elezioni anticipate. In alternativa,
si parla di un sistema proporzionale con l’attribuzione di
un premio di maggioranza alla
coalizione vincente; quanto
basta per sostenere il presiden-
I
n occasione del consueto incontro con la stampa per gli
auguri di fine anno, il presidente del Consiglio regionale,
Efisio Serrenti, ha tracciato un
bilancio dell’attività dell’Assemblea legislativa.
“Il Consiglio ha lavorato a
lungo – ha detto – su temi decisivi per la Rinascita, non solo
economica, della nostra Isola.
L’Assemblea ha votato l’istituzione di una Costituente per riscrivere lo Statuto speciale di
autonomia; si è occupata di continuità territoriale aerea e marittima, per i passeggeri e per le
merci; ha affrontato i problemi
dell’approvvigionamento idrico
ed energetico; ha studiato soluzioni per la piaga della disoccupazione; ha affrontato gravi
emergenze di natura sanitaria”.
“Le sedute – ha aggiunto Serrenti – sono state 74, per complessive 322 ore di lavoro effettivo, con una durata media di 4
ore e mezzo, nel corso delle quali sono stati approvati 12 progetti di legge, 5 mozioni, 1 programma ed 1 regolamento, svolte 14 interpellanze. Le Commissioni hanno esaminato, riunendosi complessivamente 344 volte, 35 provvedimenti, 4 progetti
di legge nazionali, 4 documenti,
1 regolamento, 1 schema di attuazione. In sede consultiva
RIFORME / Autonomia e rapporti istituzionali
al centro del confronto tra le forze politiche.
Cominciato l'esame delle proposte di cambiamento
della legge elettorale regionale
SI ACCENDE IL DIBATTITO
SULL'ESIGENZA DI CAMBIARE
LO STATUTO SPECIALE
di Michele Mascia
te scelto dal popolo. Non si
esclude, poi, l’adozione di una
norma antiribaltone per evitare passaggi di schieramento di
singoli consiglieri o di intere
forze politiche. Altro problema da risolvere è il bilanciamento dei poteri tra il “governatore” e il Consiglio regionale. Per il presidente dell’assemblea isolana Efisio Serrenti, occorre trovare il giusto
equilibrio: il capo dell’esecutivo è espressione di una maggioranza; il consiglio rappresenta tutti con il dovere di vigilare. Più specifiche le altre questioni: l’attribuzione dei seggi;
la lista bloccata, prevista dalla
legge nazionale, con l’elezione
dei candidati in base al loro ordine in elenco e non per il numero delle preferenze personali ottenute (i detrattori temono
una pesante interferenza dei
partiti nelle scelte dei cittadini).
Dal punto di vista pratico, sarà
determinante per gli equilibri
interni la suddivisione per collegi, alla luce della nascita delle province della Gallura, del
Sulcis, del Medio Campidano e
dell’Ogliastra.
Una riforma che rientra nel
più generale processo di rinnovamento dell’autonomia regionale. È obiettivo comune modificare lo Statuto Speciale: “per
creare uno strumento moderno
e rispondente alle esigenze del
popolo sardo” (Efisio Serrenti):
“per evitare cambiamenti decisi da Roma, senza alcuna iniziativa del Consiglio regionale
nell’arco di 54 anni” (Giacomo
Sanna – Ps d’az); “per sottolineare la specialità della nostra
Regione” (Ivana Dettori - DS).
Ma restano le perplessità, perché, nonostante il bisogno di
accelerare i tempi, “si sta parlando più degli strumenti che
dei contenuti” (Carlo Dore Democratici). Per il presidente
della Regione Mauro Pili,
“l’Assemblea Costituente avrà
il compito primario di rinsaldare il legame tra i cittadini e la
classe politica… per puntare ad
una riforma dello Statuto finalizzata al reale miglioramento
delle condizioni dell’isola, in
grado quindi di dare risposte
precise alle richieste di lavoro e
sviluppo”. Secondo il movimento di centrosinistra Democratzia, il dibattito sul cambiamento non deve essere elitario,
ma occorre che si sviluppi nella società.
Lo Statuto non deve essere
calato dall’alto, ma deve essere
elaborato con la partecipazione
di tutti i cittadini. 22 associazioni culturali di area riformista
hanno creato il Movimento per
l’autonomia federale. Non vincolato a posizioni di partito,
vuole stimolare un dibattito su
larga scala in una Sardegna
muta, assente e a rischio di isolamento nel contesto italiano ed
europeo in costante evoluzione.
Poggiate le basi per una Carta
fondamentale europea, non si
può stare a guardare, anche alla
luce della riforma del Titolo V
della Costituzione italiana. Tra
gli aderenti al Movimento vi
sono due ex presidenti della Regione, Mario Melis e Pietrino
Soddu, e due costituzionalisti,
Pietro Ciarlo e Benedetto Ballero. A loro avviso, la scelta deI
Consiglio regionale di percorrere la strada dell’Assemblea Costituente, deve essere affiancata
dal coinvolgimento di tutte le
istituzioni locali e delle forze
economico-sociali. C’è bisogno
di rivendicare un nuovo patto
con gli organismi centrali dello
Stato. Occorre elaborare contenuti, nel segno di un pluralismo
che faccia vivere ai Sardi una
nuova e straordinaria stagione
autonomista.
Una spinta propulsiva è stata
sollecitata anche dall’ex sindaco di Quartu Graziano Milia,
autore del libro “Dialogo sulla
Nazione sarda”. Sull’esempio
della Catalogna, che ha imposto un rapporto paritario con il
governo spagnolo, Milia difende la validità del modello nazionalitario “come unico strumento utile ad affrontare le
marginalità e l’autoritarismo
che la globalizzazione può produrre”. Nella prefazione, l’ex
presidente della Repubblica
Francesco Cossiga valorizza
POLITICA REGIONALE / La conferenza stampa
di fine anno
EFISIO SERRENTI RIVENDICA
PER IL CONSIGLIO REGIONALE
UN RUOLO DI PARLAMENTO DEI SARDI
sono stati espressi 13 pareri finanziari e 39 pareri di merito.
Sono state, infine, approvate 13
risoluzioni, svolta 1 interrogazione, effettuate 3 missioni e
164 audizioni”.
Il “Messaggero Sardo” ha
chiesto al Presidente del Consiglio cosa occorra perché la Sardegna possa essere realmente
protagonista nel palcoscenico
nazionale ed europeo.
“La nostra Isola – ha risposto
Serrenti – ha bisogno di un Consiglio che sia il Parlamento dei
sardi, attento, dinamico, propositivo, realisticamente efficiente. Consiglio e Commissioni devono lavorare di più e confermare la validità del proprio ruolo, mostrare reale funzionalità,
capacità di ascoltare e di dare
risposte concrete alle richieste,
alle esigenze, alle domande del-
la gente sarda. Serve una profonda revisione del Regolamento assembleare, per rimuovere le
cause di troppi contrasti, di eccessive contrapposizioni ed
anomalie, per rendere più snella,
agile e veloce l’attività consiliare; ma è anche necessario riorganizzare la macchina complessiva dell’Assemblea, che deve
conquistare credibilità ed efficienza”. “In presenza di gravi
emergenze – ha aggiunto il Presidente del Consiglio – quali siccità, epidemia di lingua blu, alluvioni, l’Assemblea ha spesso
trovato una grande unità di intenti. Perché rapporti corretti e
costruttivi non possono essere la
costante dell’attività del Consiglio? Voglio ricordare a me
stesso, prima che a tutti gli altri,
che questo è un nostro preciso
dovere. Le posizioni politiche
sono, necessariamente, diverse;
così come differenti sono i compiti che ci sono stati affidati. Ma
il confronto democratico, anche
duro, aspro, non può degenerare
in lotta e contrapposizione personale. Il rispetto per le istituzioni deve essere assoluto e tutti dobbiamo uniformare i nostri
comportamenti all’esigenza di
rispettare, difendere e tutelare le
nostre istituzioni, libere e democratiche”.
“Nei momenti di pericolo – ha
proseguito Serrenti – i sardi hanno sempre trovato, nelle loro radici comuni, la forza per andare
avanti. Oggi è in gioco il nostro
futuro. L’Europa non aspetta chi
cammina con passo lento ed incerto, non accoglie coloro che
antepongono gli egoismi particolari agli interessi generali.
Questo Consiglio rappresenta la
l’idea di un federalismo differenziato all’interno dello stato
unitario, capace di abbandonare “un autonomismo senza anima, nutrito di battaglie ideali,
ma, soprattutto, di richieste, di
rivendicazioni e anche di piagnistei”.
Coinvolgimento, quindi, di
tutta la società nella discussione sul futuro della Sardegna. Al
Movimento per l’Assemblea
Costituente ha aderito anche la
FASI. La Federazione italiana
dei circoli degli emigrati sardi
ritiene fondamentale avere rappresentanza politica nelle istituzioni isolane, rivendicando
identico diritto anche nell’organo deputato alla riscrittura
dello Statuto.
La pari dignità tra Stato, regione, Province e Comuni, sancita dalla modifica del titolo V
della Costituzione, ha fatto
avanzare l’ipotesi della nascita
di un sistema bicamerale anche
nell’assetto istituzionale regionale. Con una proposta di legge, i Riformatori sollecitano la
creazione di un Consiglio delle
autonomie locali, ulteriormente
responsabilizzate dal decentramento per delega di poteri e
funzioni amministrative. Un testo innovativo, passibile di modifiche nell’iter legislativo, soprattutto sulla portata delle
competenze e degli eventuali
vincoli da imporre alle decisioni della Regione riguardanti le
realtà più vicine al cittadino.
Comprese quelle più piccole,
ossia i Comuni con meno di
3.000 abitanti, che costituiscono il 69% dell’insieme delle
amministrazioni locali isolane.
È assegnato loro un terzo dei 61
componenti del Consiglio, in
carica per 5 anni, coincidenti
con il mandato dei consiglieri
regionali. Per il deputato Michele Cossa si tratta di un cambiamento radicale. Le autonomie avranno un ruolo ben definito e non piu’ quello determinato dal parziale e facoltativo
coinvolgimento deciso dalla regione quando sono in ballo
provvedimenti di una certa rilevanza.
Sardegna, è stato scelto dal popolo sardo, ha ricevuto il mandato preciso di lavorare ed agire
nell’esclusivo interesse della
Sardegna”.
Presidente, un bilancio sintetico ed un augurio.
“Abbiamo affrontato un anno
difficile. Il mio augurio è che il
2002 sia caratterizzato da una
complessiva ripresa del processo di sviluppo e di crescita sociale ed economica; che nei due
anni e mezzo che abbiamo ancora davanti, riusciamo a dare pratica attuazione alle cose semplici ed essenziali che abbiamo
promesso di realizzare, nell’esclusivo interesse della nostra
gente”.
“Sono troppi i sardi senza un
lavoro, troppi i giovani che abbandonano la nostra terra per
cercare altrove occasioni di riscatto, troppi i malati che, non
credendo alla nostra sanità, si
rivolgono a strutture non sarde.
Troppi i sardi che considerano
l’apparato regionale un ostacolo
al processo di crescita isolano.
A tutti loro dobbiamo dare risposte serie e concrete”. “Un
particolare ed affettuoso, augurale saluto – ha concluso Serrenti – voglio inviarlo, tramite il
Messaggero, ai Sardi sparsi per
il mondo, che onorano e tengono alto il nome della Sardegna”.
PARLIAMO DELLA SARDEGNA
23
GENNAIO 2002
a cura di Manlio Brigaglia
L
ui non ha fatto niente di
particolare. Ha solo vissuto. Ma ha vissuto così a
lungo da entrare nel Guinness
dei primati. La Sardegna è sempre stata conosciuta per record
ben più tristi, ma quello di tziu
Antonio Todde, morto il 3 gennaio scorso, pochi giorni prima
di compiere 113 anni, ha dato
un’immagine dell’isola, che
molti non conoscevano. Tanto
che alcuni giornalisti non sono
riusciti a trattenersi dal rievocare i soliti luoghi comuni sulla Sardegna, scatenando un putiferio di polemiche e numerose proteste da parte degli abitanti di Tiana e della Barbagia.
Il 5 gennaio, oltre duemila
persone hanno partecipato al
funerale di Antonio Todde,
l’uomo dei tre secoli. Mai
Tiana aveva visto tanta gente
per l’ultimo saluto a un compaesano. Ma tziu Todde non
era certo uno qualunque. Era
nato nel 1889, “appena” cento
anni dopo la Rivoluzione
francese, nello stesso anno in
cui venne costruita la Tour
Eiffel, quando ancora le auto
a motore erano un sogno. Così
come era impensabile la televisione, tanto cara ad Antonio
Todde, e compagnia quotidiana negli ultimi anni della sua
esistenza. Ha assistito a tutti i
grandi eventi del Novecento,
alcuni anche da protagonista.
Ai numerosi giornalisti che di
recente gli hanno fatto visita,
per tentare di carpirne il segreto di lunga vita, raccontava
degli anni passati al fronte.
Inizialmente, era stato scartato per la statura (non raggiungeva il metro e sessanta), ma
poi la patria aveva deciso che
c’era bisogno di tutti, anche di
quei sardi che avevano più o
meno la stessa altezza di Sua
È
stato davvero un buon
Natale per i fratelli Enrico, Giovanni e Edoardo Tusacciu a Calangianus
(4.700 abitanti, provincia di
Sassari, pochi chilometri da
Tempio Pausania, disoccupazione quasi zero), capitale italiana dei turaccioli in sughero.
In questi mesi, infatti, le richieste del loro Geomag sono
arrivate e arrivano ancora numerosissime da tutte le parti
del Mondo. Il Geomag è un
gioco (non solo per bambini)
le cui caratteristiche stanno
nel design innovativo, nell’alta “giocabilità” e il cui atout è
il magnetismo. Il giocattolo è
costituito da barrette e sfere
che, concatenate in modo opportuno grazie alla forza magnetica, permettono di creare
le più svariate forme bi-tridimensionali che la geometria e
la fantasia possono suggerire.
Una bella storia di coraggio
e intuito imprenditoriale che
nasce solo tre anni fa, quando
Edoardo Tusacciu ne intuisce
le potenzialità e acquista da
un inventore i diritti di sfruttamento del brevetto. L’attività di produzione parte nel
1999 nello stabilimento familiare per la produzione di turaccioli (7 milioni di euro di
fatturato, il 50% all’Estero,
tra i clienti le famose cantine
Gallo della California). L’inizio però non è stato facile:
“Abbiamo dovuto inventare
tutto - spiega Tusacciu - dalle
macchine per la produzione
PERSONAGGI / Si è spento pochi giorni prima di compiere
113 anni. Era stato inserito nel Guiness dei primati
È MORTO TZIU ANTONIO TODDE
IL “NONNINO” DI TIANA
L’UOMO PIÙ VECCHIO DEL MONDO
di Giuseppe Deiana
Altezza Vittorio Emanuele
III. Così anche Antonio Todde partì per il Carso. Anni difficili da dimenticare: i soldati
sardi giocavano a morra e a
“istrumpa” in trincea, per passare il tempo. Ma gli austriaci
non scherzavano: Antonio
Todde venne ferito da un cecchino. Fu l’unica volta che
entrò in un ospedale.
Per il resto, l’esistenza dell’uomo più longevo della terra
è andata avanti nelle valli tra il
Gennargentu e la Barbagia di
Seulo. Tiana potrebbe apparire
come una piccola valle dell’Eden. Un centro tranquillo,
pochi fatti degni di nota, se
non la presenza di un numero
molto alto di ultranovantenni e
di centenari. La famiglia di
Tziu Antonio Todde ne è un
esempio: la madre morì quando stava per compiere un secolo di vita, la sorella minore va
per i 98 e la cugina, Michela
Deiana, ne ha 102. Tutte le famiglie del paese hanno il loro
centenario, o quasi, da coccolare. Un fatto straordinario che
ha attirato l’attenzione di giornalisti e studiosi. I primi non
sempre però hanno ripagato la
fiducia e l’ospitalità offerta
loro dagli abitanti di Tiana. In
particolare, proprio pochi
giorni prima della scomparsa
di Antonio Todde, un reportage dell’Espresso ha fatto andare su tutte le furie gli amministratori del paese e i suoi cittadini. Tanto che proprio quando
è giunta la notizia della morte
dell’uomo del Guiness dei primati, la popolazione era riunita in assemblea per decidere
quali iniziative adottare contro
il settimanale. Il parroco don
Giuseppe Pani, che nella omelia funebre ha dedicato parole
tenere, quasi poetiche, al centenario, ha risposto al giornalista dell’Espresso affermando
che i cittadini avevano avuto la
colpa di essere stati ospitali
con lui.
A spiegare il perché a Tiana,
ma anche negli altri paesi del
centro Sardegna, si viva così a
lungo, saranno gli studiosi dell’Akea (acronimo di a kent’annos), il progetto portato avanti
dall’Università di Sassari e diretto da Luca Deiana, che si
propone di scandagliare il segreto della longevità anche dal
punto di vista genetico. L’ipotesi al vaglio dei ricercatori è
che, oltre a fattori ambientali e
legati all’alimentazione, nel
PERSONAGGI / I fratelli Tusacciu di Calangianus
SUCCESSO MONDIALE
PER “GEOMAG” IL GIOCO
CHE SFRUTTA IL MAGNETISMO
di Puccio Lai
dei pezzi, ai sistemi impiantistici, al packaging. I problemi
sembravano insormontabili,
ma ce l’abbiamo fatta comunque. La Plast Wood, la nostra
nuova azienda, è decollata in
tempi rapidissimi”.
La semplicità del gioco (è
una sorta di Lego metallico) e
la molteplicità delle forme realizzabili attirano i clienti e le
catene di negozi di giocattoli e
a fine anno si contabilizzano
3,7 miliardi di lire. L’anno
scorso la prova del fuoco: dalla Sardegna, Tusacciu parte
per le più importanti fiere internazionali del giocattolo
(Milano, Parigi, Londra, New
York) riscuotendo subito grande interesse presso i più importanti operatori del settore.
“Nel corso della prima metà
dell’anno - spiegano a Calangianus - avevamo già raggiunto tutti gli obiettivi fissati. La
scelta dei bambini come target
è stata fatta perché abbiamo
notato un’importante fidelizzazione al prodotto che innesca il concetto della collezio-
nabilità e fa in modo che venga riacquistato più volte: più
barrette danno la possibilità di
realizzare figure sempre più
complesse. C’è persino chi ha
costruito un modello enorme
del duomo di Milano e del
ponte di Brooklin”.
Nel 2001, le nuove quattro
presse automatiche hanno
sfornato 6mila barrette l’ora e
si era certi di vendere tutta la
produzione (i magazzini sono
infatti rimasti con depositi “a
zero”, lasciando insoddisfatti
una grande quantità di clienti)
mentre il fatturato ha già raggiunto gli 8,4 milioni di euro.
Il tumultuoso successo del
Geomag ha spinto la Plast
Wood a un nuovo piano di investimenti per 5,2 milioni di
euro: in un nuovo impianto in
costruzione ci sarà posto per
20 linee integralmente automatizzate, per una capacità
annua di 264 milioni di barrette con l’occupazione di 80
addetti. Il fatturato salirà ancora: per il 2002 è previsto a
29,8 milioni di euro e c’è la
certezza dichiarata di diventare la prima azienda in Italia
nel settore dei giocattoli da
costruzione.
Insomma, Tusacciu sembra
proprio un Renato Soru dei
giocattoli: come per Tiscali,
alle iniziali perplessità e diffidenze è subentrato un risultato che ha superato ogni aspettativa. “A dire la verità - spiegano in azienda - a credere in
noi sono stati soprattutto i cinesi (i maggiori produttori
mondiali di magnetite). Si
sono fidati dei nostri pagamenti a 90 giorni. Il nostro sistema del credito no: nel 2000
abbiamo perso 500mila euro
di fatturato perché nessuna
banca ci ha rilasciato una lettera di credito per soli 50mila
euro”. Siccome i cinesi non
sono solo fornitori della materia prima (da Hong Kong, ma
di produzione cinese, parte
l’80% del giocattolo mondiale) ma sono anche un enorme
mercato potenziale, non è allora un caso che la figlia di
Tusacciu, terminati a Londra
grande numero di centenari
che vive nei paesini sardi (dovrebbero essere oltre 220 in
tutta l’isola) ci possa essere
anche una ragione genetica.
Proprio per questo è stato prelevato il Dna degli ultracentenari e degli ultranovantacinquenni di 377 paesi sardi.
Se con la morte di Antonio
Todde la Sardegna ha perso il
primato riportato nel Guinness, continua a detenerne altri. Nell’isola, infatti, continua a vivere il numero più alto
di ultracentenari in proporzione agli abitanti. Secondo i dati
forniti dai ricercatori, in Sardegna ci sono 135 ultracentenari per ogni milione di abitanti, a fronte dei 70/80 di paesi quali la Danimarca e l’Inghilterra. Non solo. C’è un’altra particolarità: la quasi parità tra uomini e donne. Il rapporto tra queste ultime e i maschi è nell’isola di appena due
a uno (in provincia di Nuoro
addirittura di uno a uno),
mentre negli altri paesi occidentali le donne ultracentenarie sono quattro per ogni
uomo. Infine, altro record invidiabile, è detenuto da un altro nonnino che abita non lontano da Tiana. Giovanni Frau
di Orroli, dopo la morte di
Antonio Todde, è l’uomo più
vecchio d’Europa con i suoi
111 anni. Ha festeggiato il
compleanno lo scorso 29 dicembre, con tutti i compaesani. Appena pochi giorni prima
della morte di Antonio Todde,
che continuava a ripetere di
voler arrivare a 120 anni. Non
ce l’ha fatta, ma in tanti si ricorderanno ugualmente di lui.
E soprattutto del suo stile di
vita: lavoro in campagna, due
bicchieri di vino al giorno, acqua di fonte e tanta aria pura.
gli studi in una business school, stia imparando il cinese.
Cina e Stati Uniti: i grandi
mercati; ai primi di gennaio
tre giovani sardi partiranno
per Boston dove apriranno la
filiale americana della Plast
Wood: “La mia università spiega Tusacciu - sono stati i
viaggi fatti per vendere i turaccioli. Qui, in azienda, tutti
abbiamo un entusiasmo straordinario. Si lavora 24 ore al
giorno, sabato e domenica:
questo è il valore di un ambiente sociale che in Italia ha
pochi paragoni”.
Ma dal centro gallurese si
smentisce Geomag come monoprodotto (terrore e paura
delle banche), c’è - infatti - in
arrivo una novità: la produzione e commercializzazione
di un nuovo gioco da tavolo,
anche questo - naturalmente
magnetico, il “Catch Mag”: il
primo di una lunga serie. É un
gioco da tavolo di società imperniato sulle probabilità e
sulla strategia. A Calangianus
sono già arrivati ordini per 8
milioni di euro. Un’ultima
soddisfazione per gli intraprendenti industriali galluresi: quella di portare un poco di
Sardegna nel Mondo: “Abbiamo avuto proposte di grandi
gruppi anche internazionali di
joint ventures e accordi produttivi dice Edoardo Tusacciu
al Messaggero Sardo- ma siamo nati qui e qui resteremo a
dimostrare il valore del lavoro e dell’iniziativa dei Sardi”.
PARLANDO IN POESIA
24
GENNAIO 2002
a cura di Salvatore Tola
T
empo fa Giancarlo Zedda ci aveva inviato un
suo libro di poesie in italiano, Boccioli appassiti, pubblicato dall’Editrice Nuovi
Autori (via Gaudenzio Ferrari
14, 20123 Milano, tel.
02.89409338; prezzo lire
15.000 o euro 7,75). Di questo
poeta sappiamo soltanto quello che sta scritto sotto la sua
foto, in quarta di copertina: è
nato nel 1966 a Genova da genitori sardi; segue una nota che
aiuta a penetrare nel suo universo letterario: «Liriche di
buon vigore espressivo, cariche di emozioni forti e intense»; «improntate al realismo
nell’esposizione dei fatti, talvolta addirittura cronachistiche», manifestano spesso «un
profondo
coinvolgimento
emotivo». Tutti elementi che
si ritrovano nelle due composizioni che riportiamo.
Molto diverso il contenuto
della raccolta di Mario Corona, Non è possibile bagnarsi
due volte nello stesso fiume,
pubblicata da Libroitaliano di
Ragusa (lire 18.000, euro 9,30;
la si può richiedere all’autore:
BOCCIOLI
APPASSITI
via Togliatti 7, 50054 Fucecchio - Firenze); in primo luogo
perché si tratta di un poeta di
un’altra generazione, basti
pensare che alcune opere risalgono agli anni Trenta del Novecento; e poi perché Corona,
cresciuto in una famiglia campidanese, fu perseguitato dal
INCONTRI
Ho incontrato un sordo
che leggeva sulle mie labbra
e sentiva…
Poi un muto
che gesticolava il suo linguaggio
e dietro l’angolo un cieco
che col suo tatto vedeva lontano.
Ho incontrato molti uomini
che non volevano parlare, vedere
né ascoltare
ed ho provato pietà.
Giancarlo Zedda
TRISTEZZA
Un acquazzone d’autunno
che bagna di tristezza
il mio cuore.
Stradine infangate
e pozzanghere d’acqua
che rispecchiano la mia solitudine.
Un pomeriggio di monotonia,
eguale a tanti altri
che m’han fatto compagnia.
La mia voglia d’amare
gridata con rabbia
in quella tormenta,
e per risposta
un pugno di terra
dispersa dal vento.
Giancarlo Zedda
A MARIA
O rosa dall’esile stelo
che ondeggi e m’inviti a sognare:
due occhi di tenero cielo
riflesso nei gorghi del mare;
il riso, la bocca che anelo
sul labbro il mio labbro posare,
con baci che sciolgano il gelo
nel cuor che mi fa sospirare.
L’ovale del volto, quel mento,
il sole fra i crini tuoi biondi,
l’acerbo dei giovani seni
mi fanno cantare nel vento
stornelli non sempre giocondi
che turbano i giorni sereni.
Mario Corona
BUCOLICA
Dietro l’aratro mio, calmo e ridente,
col plettro in mano e con la lira al fianco
io me ne vado dietro le giumente
nel mattino d’autunno triste e bianco.
Spargo nel solco nuovo la semente,
sogno messi opulente, mi rinfranco
e nel meriggio placido e silente
lavoro e canto finché sono stanco.
Si muove il plettro e negli accordi belli
svanisce il mondo e le sue cose amare,
e i nemici diventano fratelli.
Con la mia lira posso ancor sognare
il murmure di boschi e di ruscelli
senza soffrire più, senza lottare!
Mario Corona
fascismo per le sue idee, conobbe la prigione e partecipò
alla guerra partigiana per poi
condividere le idealità che nel
Dopoguerra facevano vagheggiare un’Italia totalmente rinnovata.
Molte sue composizioni riflettono quelle vicende tor-
A S’ARRIU PIRAS
Arriu, torru a cicai cudda picinnia,
carrigu de tempus pentzendu a tui,
sidiu, bramendu is mitzas po sui
torra s’antigu suci de vida mia.
Po mori ’e su disterru sen’e paxi
passau pistapista po debbadas,
e chi m’at prenu su coru de liagas
cicu sa mexina tua, in s’araxi
druci, chi fiàntzat serenu arreposu.
Po ddi contai is contus a i custu fillu
candu ses citiu, allirgu e furiosu,
ca sempr’onestu, limpiu, sintzillu
ses onnia dì, siat de frius o imbaschida
che s’intrannia ’e Gennempì, bena e vida.
Antoni Pani
CARDELLINU
A Sarbadore Cambosu
O Sarbadore ti ringratziamus tantu
pro su ch’as fattu in bida e lassadu,
donzi raccontu est bene curadu
chi finas oe nos faghet ispantu.
mentate ma noi, per dare di
Corona un’immagine più serena, abbiamo scelto una poesia
d’amore e una nella quale rievoca con belle immagini la sua
origine contadina.
Completiamo la pagina con
opere di poeti che pubblicano
per la prima volta, a parte Lui-
TENTU IN CORO
Bonasera giornale eccomi prontu,
mi che pariat su tempus finiu,
ti naro grazia ca nd’as ’attu contu,
anzis m’as tentu in coro e preferiu;
e comente nariat unu ziu
m’as invitau prima ’e su tramontu.
De su contu ch’as ’attu mi nde satzio
e mentres ti saludo ti ringratzio.
Francesco Soru
LIUNGUA
BLU
Sto vagando con tristezza per i pascoli
in cerca del mio gregge perduto,
sono da solo,
nessuno mi aiuta,
chiamo le mie pecore ma non rispondono.
Non sento i loro belati,
non sento i loro campanacci,
sono disperato,
sento solo il cane che abbaia,
anche lui triste.
Continuo a vagare per i pascoli
arsi dal sole
in cerca del mio gregge perduto,
grido con le lacrime agli occhi:
«Aiuto aiuto aiuto»…
Sandro Ibba
Riposa in paghe intro ’e cussa losa
ca Oroteddi ti tenet in sinu,
onzi fizu, onzi mama donzi isposa
CORTESU E GENTILE
De nou prego caru “Messaggeru”
de mi cherrer mandare su mensile
c’atteras duas boltas, custu est beru,
d’appo pregadu cortesu e gentile;
como de nou chin coro sintzeru
m’ides pregande a tie meda umile
ca pro sa tertza ’olta ti l’iscrio
e antecipadas gratzias t’imbio.
Predu Santoni
non t’ada a ispentigare, Cardellinu,
e in donzi gianna b’est sa tua presentzia,
t’amus in coro funtana de sientzia.
Luigi Zoroddu
SA FUNTANA DE PUBUSONE
In Pubusone est a fagher sa funtana
po chi nde buffen sos chi sun sididos,
si bi cuntentana inie sos pellegrinos
ei cussos chi de sidis meda nd’ana.
Mancari sias in su campusantu
Oroteddi non t’ada ismenticadu,
cando ses mortu ti ana piantu
poi in s’Olimpu t’ana incoronadu.
RISTORO IN SAS PENAS
Cantu ses bellu maju incantosu,
de fiores divinos as tesoro,
de cantos d’aes e lentinas d’oro
tue ses dispenseri generosu.
Unu palpidu dulche affettuosu
su coro sentit po s’atteru coro,
deo puru in sas penas mi ristoro
e suspendo su mantu luttuosu.
Paren cantende cun gentile ardore
sos puzoneddos tottu innamorados
unu cantu gentile a su Signore,
e profumados, soaves e delicados
paren mandende a issu onzi fiore
tra colores de s’iride ammajados.
Mario Maccioni
Però toccat a bi ponner sa gana
ponzende a banda cussos isbricidos
ei cussos chi promissa faghen vana
che cheren dae mesu istejdos.
No b’at in ballu peruna quota fissa
pro chie cheret un’offerta elargire,
toccat cun su soddu chi si paghet.
Po cuddu de ottemperare a sa promissa,
zente cara, in presse toccat de agire
ca a sa sola sa funtana non si faghet.
Mario Vargiu
CUN SOS MANNOS
Deo mi naro Barore Matzone,
omine betzu ’e settantanoe annos,
depia essere in su gutzingone
invece soe cun sos caddos mannos,
e sentza ponner ne briglia e ne isprone
soe binchende valorosos pannos,
e sentza ponner ne isprone ne briglia
besso vittoriosu in sa pariglia.
Barore Matzone
(Inviata da Luigi Mura)
gi Zoroddu, la cui firma era
comparsa in questa pagina in
un numero dell’estate del
1982. Gli altri sono Antonio
Pani di Quartu, rientrato da
poco dall’emigrazione; Mario
Maccioni di Desulo, residente
a Merano, che invia sentiti
complimenti al “Messaggero”;
Francesco Soru di Ottana residente in Belgio; Sandro Ibba,
pastore di Vallermosa che ha
perso il gregge per l’epidemia
di lingua blu; Pietro Santoni di
Orotelli; Mario Vargiu, che
sostiene il progetto di Elena
Deriu di erigere in una campagna di Macomer una fontana
dedicata alla poesia; Eliseo
Maiorca, nato a Fluminimaggiore ed emigrato a Pavia;
Giovanni Ponti di Paulilatino;
Dora Porru Casula; Andrea
Scano, originario di Cagliari e
residente a Cormano, presso
Milano; e Luigi Mura di Samugheo, residente ad Agliano
(Asti), il quale, avendo visto la
firma di Barore Matzone sulla
pagina dell’aprile scorso, ci
manda un’altra ottava di quel
poeta ghilarzese, il cui vero
nome era Salvatore Puddu.
GENTI DE ’IDDA MIA
Meras annus fairi seu partiu
de Fluminimaggiori a Pavia,
cun meras arregordus e nostalgia.
Sa genti de bidda mia
esti umili e laboriosa,
chi fairi su contadinu
e chi su murarori,
chi fairi su pastori
e chi s’imprenditori;
un’orta ci fiara finas su minadori,
custa e’ sa genti de bidda mia,
de Fluminimaggiori.
Eliseu Maiorca
FAEDDARE
IN
LIBERTADE
Sa limba sarda oe est in su coro
de sos sardos ch’an samben’in sas venas,
sos omines de nobile decoro
chi si cheren isortos de cadenas
pro poder faeddare in libertade
sentza dipender de limbas anzenas.
Chie rinnegat custa identitade
no est omine e mancu sardu zustu.
Giovanni Ponti
IL FIUME
Nel silenzio dell’alba
rotto dal cinguettio degli uccelli
c’incamminavamo verso il fiume
gioiose e canterine,
come se andassimo a far festa.
Era bello inginocchiarsi per lavare,
guardare l’acqua scorrerre
limpida fra i sassi,
vedere i bambini rincorrere le libellule,
mentre nell’aria si diffondeva un profumo
di lisciva.
Poi, con i panni stesi al sole
tra i cardi dorati
e le pietre roventi
il prato sembrava
un cielo coperto di nuvole bianche.
Era ancora assolato il meriggio
quando si faceva ritorno, arse di sete,
stanco il corpo,
ma il fiume di gioia
scorreva dentro di noi.
Dora Porru Casula
COME UNO SCULTORE
Dolci acque dal colore di smeraldo.
Con le tue onde accarezzi i corpi dei
bagnati,
schiumosa e fresca sommergi la scogliera,
come uno scultore modelli la roccia
creando forme strane e curiose
per i nostri occhi che ti guardano come
timore e amore.
I nostri corpi si sentono abbracciati da te
come un bimbo sente l’abbraccio della
mamma.
Andrea Scano
SARDEGNA NOTIZIE
25
GENNAIO 2002
PROGRAMMA STRAORDINARIO SORU A ROMA
PER FRONTEGGIARE
PER FAR CONOSCERE
L'EMERGENZA IDRICA
LA SARDEGNA
Per far fronte all’emergenza
idrica l’esecutivo regionale
darà fondo nei prossimi mesi
alle risorse messe a disposizione dallo Stato (cento miliardi
della Legge Finanziaria), dalla
Regione (quindici miliardi) e
dall’Unione Europea (dieci
miliardi). Tali fondi serviranno a finanziare un programma
straordinario di interventi infrastrutturali per 122, 5 miliardi, oltre a un intervento finalizzato ad avviare un’attività permanente per lo sviluppo
della cultura dell’acqua (2 miliardi). Sono inoltre previste
iniziative per il riutilizzo dei
reflui depurati per le produzioni agricole destinate alla trasformazione industriale.
Gli interventi complessivi
previsti sono parte del complessivo piano di opere necessarie per il superamento del
problema idrico in Sardegna.
Le previsioni del programma
straordinario tengono conto
della drammatica situazione
del sistema idrico del MedioFlumendosa-Campidano che,
attualmente, ha a disposizione
un volume (61,6 Mm3), pari
ad appena il 14 per cento della
domanda complessiva e sufficiente per soli sei mesi al fabbisogno potabile di una popolazione di oltre 700 mila unità
con sole nove ore giornaliere
di acqua da diversi anni.
Tiene conto, altresì, della situazione di scarsa disponibilità attuale rispetto alla domanda complessiva annua che si
riscontra nei sistemi PosadaCedrino e Liscia, interessanti
le province di Nuoro e di Sassari.
Tra gli interventi sono previsti: l’installazione di contatori
per limitare i consumi agricoli
nei distretti irrigui della Sardegna Meridionale; l’interconnessione funzionale tra sistemi
e la ricerca perdite e interventi
di risanamento nelle reti idriche di Cagliari e Quartu. Il
programma, immediatamente
operativo, comprende anche la
sostituzione di numerose tratte
degradate dell’acquedotto Donori-Cagliari che convoglia
una portata di 700 litri/secondo destinati a numerosi abitati
del Campidano.
L’attività di sviluppo della
cultura dell’acqua riguarderà
il mondo della scuola e quello
della produzione. Tra le altre
iniziative figura anche la creazione di un itinerario museale
legato alle grandi infrastrutture che consenta di far comprendere agli utenti il valore
del bene dell’acqua.
FIRMATO IL PROTOCOLLO D'INTESA
TRA LA COMPAGNIA AEREA MERIDIANA
E L'ASSESSORATO DEL TURISMO
Con il duplice obbiettivo di
incentivare lo sviluppo turistico
nell’Isola e instaurare un maggiore rapporto di collaborazione
reciproca, l’assessorato regionale del Turismo e la compagnia
aerea Meridiana hanno sottoscritto nei giorni scorsi un importante protocollo di intesa.
L’intento è di creare occupazione nel settore turistico e raggiungere entro i prossimi dieci anni la
soglia di venti milioni di presenze alberghiere annue. Perciò verrà elaborato un progetto per
l’ampliamento dei flussi turistici
e delle presenze nei periodi stagionali compresi tra Ottobre e
Maggio. “E’ importante chiarire
–ha sottolineato l’assessore regionale del Turismo avv. Roberto Frongia - che l’ampliamento
della stagione turistica rientra
nei comuni progetti di Meridiana
e dell’assessorato: a questo riguardo all’interno di questa collaborazione e del protocollo di
intesa firmato vengono proposte
soluzioni di soggiorno e vacanze
a tema che vanno oltre la residenza balneare.
“Oltre alla cultura, la tradizione, il turismo sportivo e i percorsi eno-gastronomici, la Sardegna
risponde anche in modo ottimale
alla domanda di turismo d’affari,
dal congressuale ai meeting e ancora agli incentivi aziendali.
L’assessorato regionale del Turismo, i principali operatori alberghieri, di autotrasporto, di autonoleggio e Meridiana hanno pertanto realizzato la quarta edizione di “Priorità 1 Sardegna”, il
prodotto per il turismo d’affari
che propone l’Isola quale destinazione ideale per questo target
turistico. Meridiana in particolare ha previsto una gamma tariffaria adeguata alla domanda applicando sconti medi nel periodo
sulle tariffe pari a circa il 40% ed
ha assicurato la promozione e la
vendita del prodotto attraverso il
proprio tour operator Alisarda,
che commercializza “Priorità 1”
disponibile per tutte le agenzie di
viaggio”.
Alisarda e Meridiana propongono
una serie di soluzioni per il turismo
fuori stagione, avvalendosi fra l’altro,
dei siti Internet (www.meridiana.it e
www.alisarda.it).
La promozione attraverso la
rete verrà inoltre incrementata
con l’avvio del progetto che l’assessorato regionale del Turismo ha
pianificato per il 2002 che vedrà la
nascita di un portale dedicato interamente al settore turistico. Sono
state quindi individuate le azioni
da intraprendere a sostegno del
progetto di ampliamento dei flussi turistici: da un lato operare verso la multistagionalità, affinché il
turismo diventi uno dei più importanti settori dell’economia interna,
portando nel contempo alla sconfitta della cronica transumanza dei
lavoratori del settore costretti a
trovare lavoro in ambito turistico
in aree differenti della Sardegna.
Su base analoga è stata avviata la
creazione di itinerari turistici integrati che valorizzino il nostro
complesso culturale e ambientale.
In questo senso gli itinerari e i soggiorni tengono conto degli eventi
legati al patrimonio culturale e dei
luoghi antichi di spettacolo, dei
complessi archeologici, dei momenti di vita legati alla sacralità
delle tradizioni. Il Protocollo d’intesa sancisce quindi un nuovo modello di sviluppo nell’ambito vasto
del turismo sostenibile, ponendo
solide basi per una competitività
della Sardegna nel settore delle vacanze ed ampliando la fruibilità
della Sardegna su non meno di dieci mesi di presenze turistiche.
BORSE DI STUDIO
DELLA VITROCISET
A STUDENTI SARDI
Gaetano Galia, presidente
della Vitrociset, società leader
in Italia nel supporto logistico
ai sistemi elettronici civili e
militari del settore aerospaziale e dei Trasporti, ha consegnato le borse di studio ai tredici studenti meritevoli degli
istituti superiori di Perdasdefogu e Villaputzu.
La manifestazione si è svolta nello stabilimento di Capo
San Lorenzo a Villaputzu nel
cui territorio ricade parte del
Poligono missilistico di Perdasdefogu. L’iniziativa si inserisce nei programmi di sviluppo
che la Vitrociset ha presentato
alle istituzioni nello stabilimento di Macchiareddu nell’ottobre scorso, in occasione
di una manifestazione promossa dalla società per festeggiare
i 20 anni di attività dello stabilimento cagliaritano.
La Vitrociset è presente in
Sardegna fin dal 1961, opera
negli stabilimenti di Macchiareddu e Capo San Lorenzo e
nei siti operativi sugli aeroporti di Decimomannu, Elmas, Olbia, Alghero con oltre
220 tecnici altamente specializzati.
Nel quadro di un programma di
marketing territoriale promossa
dalla Sfirs d’intesa con l’assessorato regionale dell’industria e destinato agli operatori del settore informatica e telecomunicazioni, il presidente di Tiscali Renato Soru e
l’assessore dell’Industria hanno
partecipato a Roma all’incontro
sul tema “ICT e Call Center: opportunità e vantaggi competitivi
della Regione Sardegna”. L’assessore dell’Industria ha aperto i lavori comunicando la firma del Decreto sulla continuità territoriale, una
conquista storica per i Sardi, ma
anche il superamento della più grave diseconomia tipica della localizzazione delle imprese in Sardegna. Ha poi parlato di Cagliari e
della Sardegna che grazie a Renato Soru ed al successo di Tiscali
che le ha dato visibilità mondiale,
si propone oggi come capitale della “new economy”. Non si tratta di
uno slogan, ha sottolineato l’esponente dell’esecutivo regionale, ma
di una scelta strategica già concretizzata con diverse iniziative. La
delibera della Giunta regionale,
che ha individuato il settore ITC
come strategico per lo sviluppo ed
ha quindi delineato gli indirizzi generali e le linee operative da attuare per raggiungere l’obbiettivo di
creare in Sardegna un polo telematico di rilievo internazionale. È stata infatti adottata nel Dicembre
2000 su proposta dell’allora assessore dell’Industria Andrea Pirastu.
In seguito la Legge Finanziaria regionale, approvata nell’aprile
2001, ha stanziato dieci miliardi
per l’ambientalizzazione delle linee telefoniche, misura già attuata
attraverso un accordo siglato con la
Telecom che ha cofinanziato l’intervento con ulteriori cinque miliardi. Con la stessa legge sono stati
destinati 30 miliardi alla realizzazione del nuovo cavo telematico
che collegherà l’Isola con il continente italiano, una autostrada telematica che ridurrà notevolmente
tempi e costi dei collegamenti. Le
modalità di realizzazione dell’opera da realizzarsi con il cofinanziamento privato sono stati concordati nei giorni scorsi con i gestori della telefonia mobile.
L’assessore aveva anche ricordato che la Sardegna è l’unica regione del Mezzogiorno che ha voluto riservare, esercitando la propria scelta nell’ambito dell’autonomia concessa alle Regioni, il 25
per cento dei fondi del Bando 2001
della legge 488/92 pari ad 80,5 miliardi agli investimenti nel settore
delle telecomunicazioni, dell’informatica, dell’elettronica e delle
biotecnologie. Scelta che verrà con
ogni probabilità confermata dalla
prossima Giunta con riferimento al
bando 2002.
L’intervento di Renato Soru è
stato incentrato sull’”ospitalità”
della Sardegna verso gli operatori
del settore. Il Presidente di Tiscali
ha parlato del “campus” che sta realizzando nella zona di Sa Illetta a
Cagliari, nuova sede per i quasi
800 dipendenti della società, ma
anche luogo concepito per l’incontro e lo scambio di conoscenze,
pronto ad accogliere altre aziende
che volessero fare l’esperienza di
lavorare in Sardegna. La sede è
frutto di un accordo di programma
tra Tiscali, Comune di Cagliari,
CASIC e Regione, che ha partecipato con 4,5 miliardi di contributo
dell’assessorato dell’Industria all’infrastrutturazione dell’area.
Renato Soru si è quindi soffermato sulla grande disponibilità di
risorse umane presenti in Sardegna: centinaia di giovani laureati e
diplomati con dimestichezza nell’uso delle nuove tecnologie. Una
risorsa strategica per lo sviluppo
delle imprese della new economy
il cui processo produttivo è basato
tutto sulla professionalità e sulle
conoscenze.
Il Presidente della Sfirs Alberto Meconcelli ha concluso
la giornata di lavoro illustrando il ruolo della società finanziaria per l’avvio e la crescita
delle aziende che scelgono la
localizzazione in Sardegna.
Meconcelli si è soffermato in
particolare sul “venture capital” e
sui prestiti partecipativi che consentono alla SFIRS di andare oltre
all’assistenza, finanziamento e sostegno delle aziende, realizzando
un affiancamento totale.
IL COMUNE
DI THIESI
HA DICHIARATO
“FALLIMENTO”
Schiacciato da circa 10 miliardi di debiti accumulati negli ultimi due decenni, il Comune di Thiesi ha dichiarato
“fallimento”. La clamorosa
delibera che ha sancito il dissesto finanziario è stata approvata con i 12 voti dei consiglieri di maggioranza ed una
astensione. Prima dell’adozione del provvedimento la minoranza aveva abbandonato l’aula. Secondo il revisore dei conti le cause del dissesto finanziario sono da ricercare nella
“gestione non rigorosa, anzi
molto approssimativa che
l’istituzione ha avuto nel corso
degli anni Ottanta e Novanta.
In particolare è stata rilevata
la ritardata notifica delle cartelle di accertamento IRPEF
ad alcuni facoltosi contribuenti (imprese e industriali) che,
pertanto, non hanno mai pagato i relativi importi”.
Il ministero delle Finanze si
era rivalso sulla Amministrazione. La relativa causa, durata venti anni, si è conclusa con
la sentenza della Corte di Cassazione che ha condannato il
Comune al pagamento di quasi 5 miliardi di lire. A questi
vanno aggiunti omessi riconoscimenti di debiti per espropri,
prestazioni e lavori vari per un
debito complessivo di 10 miliardi di lire che non potrebbe
essere pagato neanche con la
vendita degli immobili del Comune.
La questione diventa ora
materia di un commissario ad
acta che, con il contributo finanziario dello Stato, cercherà
entro tre anni di mettere il Comune nelle condizioni di onorare il debito.
EMIGRAZIONE
26
GENNAIO 2002
Il presidente della Fasi ha diffuso una nota con cui annuncia l’apertura delle prenotazioni estive sulle navi della
Tirrenia e le agevolazioni fatte per gli emigrati dalle altre
compagnie di navigazione. La
nota precisa anche le problematiche della “continuità territoriale”.
A partire dall’11 gennaio
sono state aperte le prenotazioni sulle navi Tirrenia per le
ferie estive del 2002.
Le date disponibili sono le
seguenti:
Andata: dal 27 luglio al 14
agosto 2002:
Ritorno: dal 16 agosto al 1º
settembre 2002.
Le linee a nostra disposizione sono le seguenti:
Genova-P. Torres e viceversa;
Genova-Olbia e viceversa;
Genova-Arbatax e viceversa;
Civitavecchia-Cagliari e viceversa;
Civitavecchia-Olbia e viceversa.
Ricordiamo che coloro che
hanno diritto allo sconto “residenti” (solo nati in Sardegna
e famigliari a carico) devono
possedere i seguenti requisiti:
- essere lavoratori dipendenti;
- essere disoccupati;
- essere pensionati;
- essere in cassa integrazione.
Lo sconto è praticato su tutte le linee e in tutte le stagioni. Per ottenerlo è necessario
presentarsi al Circolo sardo di
appartenenza e compilare il
modulo di autocertificazione.
Ogni modulo dovrà essere firmato anche dal Presidente del
Circolo e dovrà riportare il
timbro dell’Associazione.
Si precisa che i moduli sopra citati sono disponibili solo
presso le sedi dei Circoli sardi o la FASI.
Si ricorda che le prenotazioni Tirrenia scadono 30 giorni
APERTE LE PRENOTAZIONI
SULLE NAVI DELLA TIRRENIA
PER IL PERIODO ESTIVO
Milano. Tel. 0248952781.
Fax 024224189.
prima della partenza.
Due nuove navi entreranno
in servizio sulla linea Genova-Porto Torres, sono rispettivamente la Bithia (presente
anche lo scorso anno) e la sua
gemella dal nome Janas.
Si tratta di navi moderne, in
grado di trasportare 2500 persone e 900 auto. Le cabine
sono comode e spaziose, anche le poltrone sono confortevoli. La durata della navigazione è di circa 9 ore.
La Compagnia di navigazione Moby Lines non ci concede particolari agevolazioni,
infatti pratica lo sconto del
30% solo per le partenze in
bassa stagione. Le linee percorse dai traghetti Moby Li-
nes sono le seguenti: GenovaOlbia e viceversa, LivornoOlbia e viceversa, Civitavecchia-Olbia e viceversa.
Anche la Società Grimaldi
Group ci concede lo sconto
del 30% solo per le partenze
in bassa e media stagione.
Le linee Grimaldi sono le
seguenti: Genova-Porto Torres e viceversa, Genova-Olbia
e viceversa.
Per quanto riguarda il supporto tecnico e la bigliettazione con tutte le compagnie,
non solo quelle fino ad ora citate, ci avvaliamo della collaborazione dell’Agenzia Eurotarget della quale riportiamo
tutti i dati:
Via Pompeo Neri, 2 - 20146
Comunicazioni in merito
alla continuità territoriale
Anche se a fatica, d’altronde inevitabile visti gli interessi che si vanno a toccare, sta
partendo la continuità territoriale per i viaggi aerei per la
Sardegna con scalo Milano e
Roma.
Per continuità territoriale si
intende tariffe praticate su
tutto il territorio nazionale.
I destinatari delle tariffe
agevolate sono:
- i sardi residenti;
- gli emigrati nati in Sardegna;
- gli studenti universitari;
- giovani di oltre 18 anni
iscritti all’Università (godono
anche delle agevolazioni fino
ai 27 anni compiuti);
- anziani di età superiore ad
anni 70;
- disabili, persone con disabilità fisica, quali portatori di
handicap, infortunati o malati
con mobilità ridotta.
Le tariffe:
Cagliari-Roma (andata e ritorno) = Euro 84,87
Cagliari-Milano (andata e ritorno) = Euro 110,72
Olbia-Roma = Euro 71,73
Olbia-Milano = Euro 110,72
Alghero-Roma = Euro 71,73
Alghero-Milano=Euro 110,72
Si informa che a queste tariffe vanno aggiunte le tasse
aeroportuali, che variano a seconda delle tratte, ma che si
aggirano intorno a Euro 15.
Per il momento le tariffe sopra indicate vengono applicate da Meridiana sulle tratte
Roma-Olbia e viceversa, Milano-Olbia e viceversa. Dal
prossimo 21 gennaio la compagnia Air One le applicherà
sulle tratte Milano-Cagliari e
Milano-Alghero.
Per qualunque informazione, siete pregati di rivolgersi
ai numeri telefonici dell’Agenzia Eurotarget precedentemente citata.
Condividiamo l’amarezza
dei conterranei che vivono in
Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana e nel NordEst dell’Italia settentrionale,
regioni nelle quali si concentra il maggior numero di Circoli e associazioni sarde che
si vedono private di queste
agevolazioni.
Sono convinto, però, che
l’Istituzione della continuità
territoriale provocherà un aumento considerevole del traffico aereo per la Sardegna e in
considerazione di questo saranno le stesse compagnie aeree ad allargare le agevolazioni tariffarie a tutti gli scali nazionali.
Siete pregati di informare
tutti i Vostri soci e le comunità di sardi presenti nel territorio affinché possano servirsi
delle nostre strutture per prenotare e bigliettare.
Si ricorda che il servizio è
esteso anche alla bigliettazione per viaggi navali e aereo
destinati a gruppi che intendono fare turismo sociale, culturale...
Per eventuali chiarimenti,
telefonare ai seguenti numeri:
0382.470202 (ufficio FASI)
oppure 335.5447057 (mio
personale).
Filippo Soggiu
IL RISCATTO
DELLA LAUREA
CONSEGUITA
ALL'ESTERO
PER FINI
PENSIONISTICI
LUTTO PER LA SCOMPARSA A LUGANO
DI DON DINO FERRANDO
CAPPELLANO DEGLI EMIGRATI IN TICINO
La laurea conseguita all’estero può essere riscattata
per la pensione solo se riconosciuta da un’università italiana
o abbia comunque valore legale in Italia.
Il riscatto può essere chiesto
nei limiti della durata legale
del corrispondente corso di
laurea in Italia o degli studi effettivamente compiuti all’estero, se inferiore.
Può inoltre verificarsi che,
pur compiuti gli studi all’estero in tutto o in parte, l’interessato sia stato ammesso ad una
Università italiana all’esame
di laurea o all’iscrizione ad un
anno intermedio del corso di
laurea. Anche in tal caso
l’INPS consente il riscatto,
sempre nel rispetto del limite
della durata del corso legale di
laurea italiano o della durata
degli studi esteri, se inferiore.
I contributi da riscatto sono
equiparati a tutti gli effetti ai
contributi obbligatori versati
durante il rapporto di lavoro.
Sono perciò utili sia per raggiungere il diritto alla pensione, sia per l’autorizzazione ai
versamenti volontari.
Quando una persona ci lascia,
si dice, spesso per pura formalità: “Ha lasciato un vuoto incolmabile”. Io ho conosciuto in
Svizzera un prete per il quale
queste parole sono invece profondamente vere: don Dino Ferrando, cappellano dei nostri lavoratori emigrati in Ticino,
scomparso a 75 anni a Lugano,
dopo essere stato per quarant’anni il cuore della nostra
emigrazione italiana. Chiedetelo alla folla di minatori, alpini,
operai, tecnici e ingegneri - artefici e protagonisti del nostro
progresso - che lo hanno salutato per l’ultima volta nella cattedrale di San Lorenzo mercoledi
14 novembre, che vuoto ha lasciato in mezzo a loro don Dino.
Non vi risponderanno niente; la
risposta sarà nei loro occhi, carichi di lacrime sincere per l’impareggiabile cappellano che li
ha lasciati; il loro amico, padre,
fratello, protettore, consigliere,
confortatore.
Noi siamo ormai abituati al
fastidio che ci causano i nostri
politici, che fanno riunioni, assemblee, programmi e piani
quinquennali per i lavoratori,
ma hanno paura di sporcarsi le
mani. Don Dino (o Dondin,
come amava firmarsi) non apparteneva a questa categoria di
gente. Era un vero uomo, che si
sapeva sporcare le mani per i
suoi amici lavoratori. Si è speso
per tutti, con generosità senza
uguale, senza calcoli di tornaconto, con entusiasmo, con i fatti. Ad avercene tanti di questi
cappellani! Conosceva gli emigrati uno per uno e li chiamava
per nome. Sapeva la loro realtà,
le loro preoccupazioni, i loro
problemi e li affrontava con la
massima comprensione e con
rara efficienza: pratiche burocratiche, di permessi, per pensioni, per assistenza infortuni,
per invalidità. Nessuno puo’ immaginare quanti chilometri abbia percorso, in quanti posti sia
stato don Dino, quante mani abbia stretto, quante lacrime abbia
asciugato, quante speranze abbia acceso. Una sera prometteva
il suo interessamento, la sera
dopo portava la soluzione più
giusta. Per questo era diventato
il punto di riferimento per “gli
uomini della valigia”. I suoi
operai l’hanno visto gioire con
loro nelle occasioni di festa
(matrimoni, battesimi, prime
comunioni...) e l’hanno visto a
loro fianco piangere nei momenti del dolore. Durante le terrificanti tragedie dei cantieri di
Robiei, di Stabiascio, di Motto
di Dentro, la commozione di
don Dino era profonda e fraterna.
Quante volte, sui cantieri della montagna, a scavar gallerie o
a costruire dighe immani, con
pericoli mortali sempre in agguato, a causa di imprevisti sul
lavoro o per le paurose valanghe
di neve, ha lenito la durezza delle lunghe giornate, le nostalgie
amare per le famiglie lontane, il
dolore per perdite irreparabili.
Sempre tra i primi a precipitarsi
sui luoghi delle disgrazie. Ricordo, in particolare - l’ho conosciuto personalmente, dicevo la gravissima sciagura del 1976
dentro la galleria del Gottardo,
al pozzo di ventilazione di Motto di Dentro, sopra Airolo Era
lui ad accogliere e a consolare i
parenti delle vittime, distrutti e
ubriachi di dolore per quanto
vedevano. “Con le lacrime agli
occhi, non posso che dirti gra-
zie, don Dino. Grazie per le lezioni di umanità vissuta”: così si
esprimeva alla cerimonia funebre Mauro Chinotti, il tecnico
della Direzione lavori al S. Gottardo per l’Ufficio strade nazionali svizzere.
L’anno scorso don Dino aveva celebrato la sua ultima festa
di Santa Barbara, patrona dei
minatori, nell’immenso cantiere
per la ferrovia “europea” AlpTransit, a Bodio. Il suo volto era
già profondamente segnato dalla malattia e dalla stanchezza,
ma la sua serenità e il suo ottimismo contagioso erano sempre
intatti. E nel cuore sempre i suoi
operai, fino all’ultimo. Al vescovo Torti di Lugano, che lo visitava in clinica pochi giorni
prima della sua “partenza”,
Dondin diceva: “Bisogna pensare ai minatori e ai cantieri; ma ci
penserà anche Lui, credo, visto
che ora mi chiama lassù”. Già,
lassù... Indimenticabile don
Dino. Per te, le, struggenti parole della preghiera degli Alpini:
“Signore delle cime, per le tue
montagne, su nel paradiso lascialo andare”.
V. S.
EMIGRAZIONE
27
GENNAIO 2002
Sotto l’albero di Natale i cittadini italiani residenti all’Estero hanno trovato il regalo della legge che permetterà
di esercitare il diritto di voto
per le elezioni politiche ed il
referendum. Il Senato ha infatti approvato in via definitiva e,
in maniera quasi plebiscitaria
(contro hanno votato solo Prc e
Pdci, astenuti i Verdi), la Legge che regola l’esercizio di
voto dei cittadini italiani all’Estero e che completa la riforma iniziata con le due leggi
costituzionali approvata nella
passata legislatura. Così gli
Italiani all’Estero potranno
votare: voto proporzionale per
posta, un sistema più semplice
ed efficace rispetto al seggio
presso le sedi consolari. Eleggeranno 12 deputati e 6 senatori della Circoscrizione Estero.
La Circoscrizione Estero è articolata in 4 ripartizioni, in
ognuna delle quali viene eletto
un deputato ed un senatore. Gli
altri seggi sono distribuiti in
proporzione al numero dei cittadini italiani che vi risiedono.
Le 4 ripartizioni sono: Europa (compresi i territori asiatici
della federazione russa e Turchia); America meridionale;
America settentrionale e centrale; Africa, Asia, Oceania ed
Antartide. I candidati devono
essere residenti ed elettori nella relativa ripartizione.
La Legge prevede l’opzione,
l’unificazione degli elettori,
l’ineleggibilità, le modalità di
voto e la disciplina della campagna elettorale.
L’opzione del luogo di voto
- Ad ogni elezione, infatti, il
cittadino italiano residente all’Estero dovrà scegliere se votare nella Circoscrizione Estero o in Italia. Per l’opzione in
APPROVATA LA LEGGE
SUL DIRITTO DI VOTO
PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO
Italia dovrà comunicare la decisione al Consolato o alla rappresentanza diplomatica entro
il 31 dicembre dell’anno precedente a quello di fine legislatura (il 31 dicembre 2005
per le elezioni 2006). In caso
di scioglimento anticipato delle Camere o di indizione di referendum popolare l’opzione
per il voto in Italia potrà essere esercitata entro il decimo
giorno successivo all’indizione delle votazioni.
Unificazione degli elettori –
Il Governo dovrà stilare
l’elenco aggiornato dei cittadini italiani residenti all’Estero
per predisporre le liste elettorali, unificando i dati dell’anagrafe degli Italiani all’Estero
(AIRE) e degli schedari consolari tenuti dal ministro dell’Interno. I due dati oggi non coincidono: per l’AIRE sono circa
2.600.000, per il ministero
poco meno di 4 milioni,
3.900.000. Secondo l’anagrafe
consolare gli Italiani in America del nord sono 309.869, in
America centrale 15.000, in
America del sud 1.120.308 (oltre mezzo milione in Argentina e quasi 300 mila in Brasile).
Negli altri paesi europei gli
Italiani sono 2.178.593: in particolare 680.068 in Germania,
527.817 in Svizzera, 371.125
in Francia. In Africa sono
68.470, in Asia 25.524 e
153.045 in Oceania. Per stabilire quanti siano gli Italiani all’estero occorrerà aspettare
fino al 21 marzo 2003, data
stabilita per il censimento da
una legge approvata recentemente dal Parlamento.
Ineleggibilità – Vengono
estese anche alla Circoscrizione Estero le cause di ineleggibilità già previste dalle leggi
elettorali. Nessun deputato o
senatore o componente del
Governo potrà far parte contemporaneamente di Parlamenti o di governi esteri.
Come si vota – I Consolati
invieranno agli elettori un plico. All’interno gli Italiani residenti all’Estero troveranno: un
foglio con le istruzioni per votare, le liste dei candidati e il
testo di questa legge; il certificato elettorale; la schede; due
buste, una senza indicazioni di
sorta in cui inserire la scheda
(o le schede se si vota anche
per il Senato) votata, un’altra
busta affrancata con già stampato l’indirizzo del Consolato
cui rispedire il materiale. Spetta ai consolati inviare in Italia,
in valigia diplomatica e per aereo, le buste arrivate entro le
16 del giovedì che precede la
domenica elettorale. Le schede
che arriveranno in ritardo saranno bruciate. Lo spoglio del-
la Circoscrizione Estero sarà
contestuale a quello nazionale.
Campagna elettorale – Lo
Stato italiano dovrà concludere apposite forme di collaborazione con gli Stati in cui risiedono i cittadini italiani per garantire lo svolgimento della
campagna elettorale. Spetterà
a consolati ed ambasciate
adottare iniziative per promuovere la più ampia comunicazione politica. Spetterà alle
rappresentanze diplomatiche
concludere in “forma semplice” intese con i governi per
garantire l’esercizio del diritto
di voto in condizione di eguaglianza, libertà, segretezza.
Gli elettori residenti negli stati in cui non vi sono rappresentanze diplomatiche italiane ovvero con i cui governi non sia
stato possibile concludere le
intese per garantire lo svolgimento della campagna elettorale hanno diritto al rimborso
del 75% del costo del biglietto
del viaggio presentando istanza all’ufficio consolare dello
Stato di residenza o all’ufficio
consolare di uno degli Stati limitrofi.
Un iter lungo e laborioso
Iter lungo e laborioso per arrivare al voto che permetterà
sin dalle prossime elezioni ai
cittadini italiani residenti al-
l’Estero di votare. Il 24 febbraio 1999 la Camera approva la
legge che modifica l’art. 48 della Costituzione concedendo
l’elettorato attivo e passivo agli
Italiani all’estero. Il 28 aprile
1999 il Senato approva la legge
che deve essere di nuovo approvata dalle due Camere dopo
tre mesi di interruzione, in
quanto legge costituzionale. Il
30 giugno ’99 la Camera approva per la seconda volta il testo.
Il 29 settembre ’99 il Senato
approva in via definitiva la modifica dell’art. 48 della Costituzione. Il 7 marzo 2000 la Camera approva la modifica degli articoli 56 e 57 della Costituzione che stabilisce la rappresentanza degli Italiani all’estero in
12 deputati e 6 senatori. Il 28
giugno 2000 il Senato approva
il DDL modificandolo, legge
che torna a Montecitorio per
concludere la prima lettura. Il
12 luglio 2000 la Camera approva il testo del Senato. Il 5
ottobre 2000 aveva il si del Senato in seconda lettura, il 18
ottobre il si definitivo della
Camera in seconda lettura. Il
22 febbraio 2001 la Commissione affari costituzionali del
Senato approva la legge ordinaria di attuazione delle norme
sul diritto di voto degli Italiani all’Estero. Quindici giorni
dopo lo scioglimento anticipato delle Camere rinvia tutto
alla 14ma legislatura. E proprio in questa legislatura il 18
settembre 2001 il Senato approva il decreto legge che fissa al 21 marzo 2003 il censimento degli Italiani residenti
all’Estero. Il 20 novembre
2001 la Camera approva la
legge di attuazione che arriva
al Senato per il voto definitivo
del 20 dicembre.
ANTONIO GALISTU
INAUGURATA LA NUOVA SEDE
ALLA GUIDA DEL CIRCOLO DELL'ASSOCIAZIONE SARDA
DI STOCCARDA
NELLA MARCA TREVIGIANA
Il Circolo culturale sardo “Su Nuraghe” di Stoccarda in Germania ha
rinnovato, il 24 novembre, gli organi collegiali.
A far parte del Consiglio Direttivo, presieduto da Antonio Galistu, sono stati chiamati: Pietro
Soro, Vicepresidente; Paolo Atzori, Segretario; Francesco Pistis,
Cassiere; Antonio Spanu, Verbalista; affiancati da: Salvatore Cugu-
si, Tonino Lai, Francesca Piras,
Tonino Pitzalis, Massimo Pistis
Antonio Sanna, Consiglieri. Le
Riserve sono Giorgio Contu e Sebastiano Solinas.
Il Collegio dei Probiviri è composto da: G. Maria Sotgiu, Piero
Corona e Pasquale Canu.
Revisori dei Conti sono stati
eletti Geraldina Torre, Bruno Zucca e Franco Contu.
ARU PRESIDENTE
DEL CIRCOLO SARDO
DI SARONNO
Il circolo culturale sardo “Grazia Deledda” di Saronno, ha rinnovato, il 30
settembre, gli organi collegiali. Presidente del Circolo è stato eletto Luciano
Aru di Fluminimaggiore (Cagliari). Lo affiancano i Vicepresidenti Giovanni Melis di Tertenia (Nuoro) e Giulio Melis di Escalaplano (Nuoro). Completano l’Esecutivo il Tesoriere Antonio Melis di Tertenia, il Segretario
Mario Gessa di Tertenia, ed il Delegato di base Mario Brendas di Tertenia.
Nel Direttivo sono stati eletti Consiglieri: Iolanda Albai di Teulada (Cagliari); Sergio Gessa di San Giovanni Suergiu (Cagliari); Giancarlo Masala
di Gonnesa (Cagliari); Agnese Ibba di Morgongiori (Oristano); Margherita
Mellai di Paulilatino (Oristano). Sono affiancati dai Consiglieri supplenti Bachisio Padedda di Bolotana (Nuoro) e Luciana Fadda di Flussio (Nuoro).
Per il Collegio dei Revisori dei Conti sono stati eletti: Giulio Brendas di
Tertenia; Antonio Demurtas di Oristano; Giuseppe Firino di Carbonia (Cagliari); Mario Floris di Tertenia (Nuoro) e Attilio Monni di Tertenia.
Sono stati chiamati a far parte del Collegio dei Probiviri Attilio Vargiolu
di Tertenia; Sandro Carboni di Tratalias (Cagliari); Gino Quartu di Armungia (Cagliari); Giovanni Vargiu di Sassari e Piero Grussu di Curcuris – Ales
(Oristano).
L’Associazione culturale sarda “Amicizia sarda nella Marca
trevigiana” ha una nuova sede.
Dopo tante richieste inesaudite,
ma caparbiamente inoltrate in
tanti anni all’Amministrazione
Comunale di Treviso e dopo un
anno irripetibile di lavori, in
parte eseguiti in economia con
prestazioni d’opera da parte di
tanti soci ed in parte affrontati
con indebitamenti, sembra quasi un sogno e qualcuno stenta
ancora a crederci.
Grazie all’opera del Presidente dell’Associazione, dott. Antonino Cadoni, l’associazione
dei Sardi, l’associazione Scacchistica Trevigiana e l’associazione Italiana Arbitri (quasi
250), hanno potuto ricavare le
proprie sedi nelle aule della vecchia scuola elementare “Rambaldo degli Azzoni”.
Pertanto – ci ha scritto Dario
Dessì – la sede del circolo sardo
possiede adesso, senza la minima intenzione retorica, le vere
caratteristiche di un’ambasciata
degna di rappresentare la Sardegna e qualsiasi sardo residente o
non in terra trevigiana. I festeggiamenti per le tre inaugurazioni sono cominciati sabato 22
settembre con l’apertura della
sede dell’associazione Italiana
Arbitri alla presenza del Sindaco Giancarlo Gentilini, di altre
autorità a livello provinciale, re-
gionale e nazionale e del parroco di San Giuseppe, intervenuto
per benedire i muri e le opere. I
Sardi hanno aperto la loro nuova
sede il 10 novembre e, dopo una
settimana, in occasione del Torneo a livello nazionale svoltosi
il 7,8 e 9 dicembre, anche gli
scacchisti hanno inaugurato i
nuovi locali.
Tutte le inaugurazioni hanno
usufruito della sala multifunzionale del Circolo dei Sardi, predisposta ed arredata per l’allestimento di banchetti, cene e
rinfreschi ovviamente a base di
prodotti enogastronomici della
Sardegna, grazie anche - ha precisato Dario Dessì – alla profes-
sionalità, competenza e convinzione del Magister Vini Francesco Dore ed alla disponibilità di
altri soci.
In occasione dei festeggiamenti, le pareti dei locali dell’Associazione culturale sarda “Amicizia sarda nella Marca trevigiana”
sono state impreziosite da
un’esposizione di numerosi quadri di due pittori cagliaritani ed
uno trevigiano. Con notevole impegno è stata inoltre curata la distribuzione di opuscoli e guide
turistiche della Sardegna con
suggerimenti e consigli soprattutto sugli itinerari da seguire al
di fuori delle usuali mete lungo le
coste dell’Isola.
IL MESSAGGERO SARDO
28
GENNAIO 2002
S
i è svolto l’8 e il 9 dicembre
scorso a Cagliari il Quarto
Congresso della Federazione italiana lavoratori emigrati e
famiglie-Filef (dopo i tre tenuti
in Belgio), organizzato dal Comitato regionale sardo, al quale
hanno preso parte decine di delegati provenienti da 11 Stati (oltre
all’Italia, Belgio, Lussemburgo,
Francia, Olanda, Svizzera, Germania, Argentina, Perù, Canada e
Australia) e dalla stessa Sardegna.
Al Congresso cagliaritano si è
giunti dopo le assemblee precongressuali svoltesi nelle diverse nazioni. Al termine dei lavori, dopo
oltre 50 diversi interventi, è stato
eletto il nuovo direttivo: presidente è ora Jan Lai (figlio del presidente uscente Carlo Lai), vicepresidente Cristina Oggiano, mentre
Pier Paolo Tremendo, emigrato a
Lima in Perù, è il rappresentante
degli emigrati.
L’ampia ed articolata relazione del presidente Lai (tema del
Congresso “Condividere una cittadinanza senza confini, il ruolo
della Filef tra identità culturali e
migrazioni”) ha dapprima presentato il quadro generale delle
problematiche (storiche e sociali) contemporanee all’interno
delle quali si trova ad operare
anche la Filef.
“Condividere una cittadinanza
senza confini”: questo è il titolo
che è stato scelto per il Congresso: “Costruire una società multietnica, laica e multiculturale,
senza pregiudizi e stereotipi, abbattere le barriere geografiche ha aggiunto Lai - sono i compiti
principali per i quali si impegna
la Filef di oggi. Attraverso interventi nella dimensione dell’emigrazione, della immigrazione e
del volontariato europeo, sono
sostenuti tutti quei movimenti di
persone e culture che portano a
creare una cittadinanza senza
confini. E in questo modo vengono percorse due strade parallele:
da un lato il nostro operato si
sforza di favorire positivamente
l’integrazione di quei singoli che
per motivi di studio o lavoro o altro lasciano la loro terra d’origine, dall’altro ci impegniamo nei
programmi europei che, attraverso la mobilità giovanile, cercano
di costruire una consapevolezza
aperta a tutto ciò che è “diverso”,
il punto di incontro consiste nel
favorire lo scambio o l’interscambio delle diverse attività
culturali e sociali così da poter
contribuire alla costruzione di
una società quanto più possibile
solidale”. Infine se da un lato ha
condannato il terrorismo (ricordando i fatti dell’11 settembre
scorso) si è detto perplesso e
dubbioso sull’uso della guerra
come strumento di risoluzione
dei conflitti.
Lai ha poi affrontato le diverse
tematiche legate all’emigrazione: dalle strutture come i Circoli,
alle Federazioni, alle Associazioni di tutela. Si è auspicato
maggiore unione, ma anche l’inserimento delle nuove generazioni tra i responsabili. “Il passaggio
generazionale fra i gruppi dirigenti, oltre che un fatto naturale
- ha affermato - porta una positiva scarica di adrenalina al sistema. Il sempre condannato rinnovamento nella continuità non
deve ridursi a sola continuità,
deve consentire, finalmente, ai
figli e nipoti di quanti negli anni
’50 e ’60 hanno dovuto percorrere il cammino dell’Emigrazione
di vivere il loro tempo nei successi e nelle delusioni. Dovranno
essere loro i nuovi protagonisti”.
Sulle Associazioni di tutela, in
particolare, ha sottolineato che vi
è “la mancanza assoluta di coor-
EMIGRAZIONE / Jan Lai eletto presidente al termine
del 4º Congresso regionale “Condividere una
cittadinanza senza confini”
LA FILEF SARDA
SI RINNOVA
E PUNTA SUI GIOVANI
di Marco Aresu
dinamento e comunicazione” e
che la Faes (la Federazione delle
Associazioni) “deve urgentemente rinnovarsi per continuare
ad avere un senso e questa è responsabilità precisa di ogni associazione che ne fa parte. Una
Federazione legittimata e forte
impedirà, a certi sempiterni dirigenti delle Federazioni dei
Circoli, di sostenere l’inutilità
della Faes e delle Associazioni,
convincendo tutti che questa
struttura sia quel tramite “super
partes” fra Emigrazione e Istituzione”. Fra le proposte anche
la presentazione di progetti coordinati già dal prossimo anno
ed un, come già accennato, ricambio generazionale.
Parlando della struttura Filef
Lai ha ricordato: l’apertura di
una sede Filef a Nuoro (si svolge prevalentemente lavoro inerente ai problemi previdenziali
e pensionistici); la possibile nascita di un nucleo di referenti ad
Olbia; le collaborazioni con un
importante numero di realtà locali (Comuni, Comunità Montane, Amministrazioni provinciali, Università di Cagliari, ed
altri), e con Associazioni in Italia e nel Mondo, tutti fatti che
indicano il radicamento sul territorio sardo ed al di fuori di
esso.
Le attività di questi ultimi
anni sono state diverse e fondamentalmente riconducibili a tre
aree di iniziative: culturale,
previdenziale e informativa.
“Nei sette anni trascorsi dall’ultimo Congresso di Liegi, la
nostro politica in Emigrazione
si è indirizzata in più campi. Innumerevoli sono stati i progetti
realizzati con successo. Voglio
ricordarne alcuni ringraziando i
tanti amici e compagni che hanno consentito il miglior successo. La mostra dei Fumetti di
Antonio Cossu (delegato del
Belgio) organizzata con la collaborazione del Circolo di Liegi e realizzata a Cagliari ed in
alcune località vicine. Il progetto di formazione “Che lavoro desideri” ha visto impegnati
alcuni di noi e numerosi docenti esterni coordinati da un’associazione con la quale ci si era
convenzionati. E stato un progetto originale ed interessante
realizzato nei Circoli del Belgio volto ad offrire un migliore
orientamento al lavoro ai giovani. Con l’Università di Cagliari e con l’Associazione Sucania si è realizzato un progetto culturale costituito da due
serie di conferenze annuali sulla Cooperazione allo Sviluppo
tenute da diversi docenti italiani
e stranieri con la partecipazione
di oltre 130 iscritti per ogni seminario. Realizziamo con cadenza annuale e con il contributo della Commissione Europea
nell’ambito del Servizio Volontario Europeo il progetto Mythnet Sardinia che impegna per 6
mesi diversi nostri volontari già
pronti a realizzare la quinta edizione (sintesi del lavoro sono i 3
CD-rom che sono stati conse-
IL DOCUMENTO PROGRAMMATICO
N
el quadro attuale di
grandi cambiamenti sociali che portano ad una
crescente stratificazione e differenziazione tra le diverse
componenti anagrafiche e geografiche della comunità sarda
in emigrazione, il ruolo della
FILEF si arricchisce di nuove
potenzialità. Sorgono, accanto
agli antichi e perduranti bisogni di aiuto (si pensi all’Argentina o alla condizione degli
anziani), nuove esigenze legate, ad esempio, allo sviluppo
dell’autoimprenditorialità, un
fenomeno in crescita fra gli
emigrati. Assieme allo sforzo
che tradizionalmente la FILEF
ha fatto suo per l’affermazione
dei diritti dei lavoratori e dell’associazionismo, la FILEF
del prossimo futuro dovrà essere capace di proseguire il cammino, già intrapreso, della soddisfazione dei nuovi bisogni.
Mobilità giovanile, formazione formale e informale, servizi alla micro e autoimprenditorialità, progettualità, cooperazione per lo sviluppo, tutela
della cultura, devono sempre
più essere strumenti chiave
nella lotta alle disuguaglianze
ed in favore dell’integrazione
senza omologazione che è l’interculturalità ed il rispetto delle diversità.
Se l’emigrazione e l’immigrazione sono risorse, e noi lo
sappiamo, lo sono sia sotto
l’aspetto
dell’arricchimento
culturale reciproco tra le culture che sotto l’aspetto dell’innovazione e dello sviluppo economico. Per valorizzare queste risorse la FILEF si pone come riferimento privilegiato innanzitutto verso la comunità dei sardi nel mondo con la quale va
promosso con crescente impegno lo sviluppo del padenadato
e del lavoro in rete. Allo stesso
modo, per affermare gli stessi
principi, offrire gli stessi servizi e raggiungere insieme gli
stessi obiettivi, va sviluppato il
nostro rapporto con la sempre
più importante comunità degli
immigrati.
E le istituzioni pubbliche,
dai Comuni alla Commissione
Europea, dovranno sempre più
trovare in noi non dei questuanti, ma dei protagonisti
dello sviluppo umano ed eco-
nomico delle comunità migranti e di quelle locali, con
capacità di progettualità e radicamento nel tessuto sociale
tali da non potersi più permettere di ignorare il nostro ruolo.
Sarà sempre più importante
che la FILEF si faccia forte
promotrice dei diritti fondamentali degli immigrati come
lo ha fatto per gli emigrati: è
ora che chi vive nelle nostre
comunità abbia pieno diritto di
voto amministrativo, attivo e
passivo, per partecipare alla
vita democratica del nostro Paese, allo stesso modo in cui il
nostro Parlamento ha riconosciuto l’esercizio di voto all’estero per i nostri emigrati.
La Conferenza Stato-Regioni-CGIE che si svolgerà a marzo 2002 costituirà, infine, un
appuntamento fondamentale
in cui la FILEF - Sardegna
vuole portare il proprio specifico e concreto contributo propositivo rispetto a tutta una serie di misure che nei prossimi
anni le Regioni, e quindi la
Regione Sardegna, dovranno
varare a favore delle nostre
collettività emigrate.
gnati ai partecipanti). Ultima,
solo in ordine di data, una serie
di conferenze sulla Sardegna
nuragica tenuta da un giovane
archeologo nostro volontario.
La conferenza si è tenuta, in occasione delle Assemblee precongressuali realizzate in Argentina ed in Perù organizzate
dai Circoli di La Plata e Lima
che ci hanno ospitato”.
Per quanto riguarda gli obiettivi futuri la Filef si propone di
lavorare in cooperazione con
tutte le associazioni di Sardi all’Estero e con le loro Federazioni nazionali per l’integrazione dei sardi con i loro paesi
ospitanti.
Lai è stato anche critico nei
confronti della Consulta, il
“Parlamentino” dell’Emigrazione per la sua mancanza, fra
l’altro, di capacità decisionale,
e per la necessità in genere di
un maggiore impegno per il fenomeno dell’immigrazione. Il
Presidente uscente al termine
della sua relazione ha voluto
anche ricordare il ruolo dei giovani e delle donne nell’Associazione; il problema dei trasporti (“Le tariffe ‘speciali’ dei
diversi vettori devono riguardare tutti i Sardi e loro congiunti residenti e no; devono interessare tutti gli aeroporti nazionali collegati dalle compagnie
aeree con la Sardegna); la situazione politica in Sardegna (“un
triste spettacolo quello che
quotidianamente ci viene offerto”); e il voto all’Estero (“Dovrete, responsabilmente, individuare i Vostri candidati e sostenerli con convinzione”).
Dopo l’intervento del presidente uscente Lai sono, quindi,
seguiti numerosi e accorati interventi dei delegati fra i quali
ricordiamo quello di Giovanna
Corda che ha parlato della sua
esperienza in Belgio, a Boussu
(un comune di 20.000 abitanti)
dove è vicesindaco. Mentre Linetta Serri, presidente dell’Anci Sardegna (Associzione dei
Comuni) ha portato la sua esperienza di amministratrice ricordando l’importanza del bagaglio umano e professionale dell’emigrazione “un giacimento
non esplorato del tutto”. Il consigliere regionale dei Ds Dino
Pusceddu ha ricordato che il
flusso degli emigrati che partono dalla Sardegna continua
mentre Mario Pusceddu (Belgio) ha sottolineato, con rammarico, la pressocché totale assenza della Regione ai lavori ricordando che i precedenti tre
Congressi si sono svolti in Belgio. Per la Federazione Olandese ha preso la parola Mario
Agus che ha affermato, fra l’altro, come i Sardi chiedano
provvedimenti legislativi efficaci e ha reso noto che sono circa ottomila i corregionali in
Olanda. Del coordinamento
giovani della Fasi ha parlato Simone Pisanu che ha illustrato il
progetto “Che lavoro desideri?” per conoscere e capire le
aspirazioni dei giovani sardi e
dare delle opportunità a chi lascia la Sardegna in cerca di una
occupazione. Ha inoltre confermato l’impegno del sindacato
Oriana Putzolu della Cisl Sardegna. Mentre del volontariato
svolto nella Filef, dell’impegno
per l’emigrazione ha parlato
Jan Lai che il giorno dopo è diventato il nuovo giovane presidente della Filef indicando con
chiarezza quale potrà essere
l’indirizzo d’Associazione di
tutela che, ad esempio, ha aderito con successo a iniziative
comunitarie.
IL MESSAGGERO SARDO
29
GENNAIO 2002
EMIGRAZIONE / Alberto Pisano
confermato alla presidenza, Giorgio
Carta presidente onorario.
L'impegno a difesa dei più deboli
e degli emarginati
P
artono ogni giorno pieni di
speranze pronti a colonizzare il Mondo. Abbandonano la terra d’origine per inseguire la chimera del benessere
economico in un viaggio, spesso, di sola andata. Sono i nuovi
“Cosmopoliti di Sardegna”, giovani e moderni emigrati alla ricerca di una migliore qualità
della vita nel paese d’accoglienza. Un flusso migratorio difficilmente inarrestabile - ancora
oggi annualmente oltre 1000
Sardi lasciano l’isola con una
media di circa 3 partenze quotidiane - di poco inferiore ai grandi numeri dell’esodo del ventesimo secolo, quando i loro predecessori popolarono, e addirittura in alcuni casi ripopolarono,
intere regioni dell’America del
Nord ed alcune zone dell’America Latina e del continente australiano. Il dato è emerso nell’ambito del Congresso regionale dell’Aitef Sardegna (Associazione Italiana Tutela Emigrati e
Famiglie) che ha promosso a
Cagliari, lo scorso dicembre, la
riunione annuale con l’intento
di definire il proprio ruolo in
rapporto ai nuovi scenari internazionali. Le cifre parlano chiaro ed indicano, tuttora, una persistente e costante emigrazione
dall’isola quanto, per contro,
appaia invece mutata la prospettiva di vita nel luogo di destinazione. Il fenomeno è decisamente cambiato, non obbedisce più
alle vecchie regole di un tempo.
Non riguarda più solamente il
lavoro ma, tende a coinvolgere
le famiglie ed a stabilirsi permanentemente.
Tramontata
“l’ideologia del ritorno in patria”, il fattore nostalgico si circoscrive a dei rientri temporanei
ovvero, ad una prospettiva più
concreta solo se legata al mantenimento del tenore di vita. La
nozione tradizionale di emigrato, non ha dunque più ragion
d’essere ed in mancanza di tali
condizioni, l’iniziale abbandono del paese natio motivato da
necessità contingenti, si traduce
definitivamente in una scelta
stabile e duratura lasciando però
inalterato il profondo senso di
appartenenza alla Madrepatria.
Per gli oltre 600.000 corregionali sparsi nei cinque Continenti, l’identità culturale, la lingua
ed i valori tipici della sardità si
amalgamano con gli usi, costumi ed abitudini acquisiti con la
lontananza. Il confronto quotidiano, l’apertura mentale e la
capacità di adattamento completano poi il processo di inserimento e di integrazione nel nuovo e prescelto habitat di accoglienza. Dall’esigenza di collimare la memoria storica ed il
profondo radicamento alle tradizioni regionali con la realtà lo-
AL CONGRESSO DELL'AITEF
RILANCIATO IL RUOLO
DELLE ASSOCIAZIONI DI TUTELA
di Valentina Orgiu
cale di riferimento, l’emigrazione si interseca con la globalizzazione come elemento associativo necessario per arricchire culturalmente l’emigrato ed il paese d’arrivo. L’identità culturale
di ogni popolo e quindi anche di
quello sardo - ha sottolineato
Alberto Pisano, Segretario regionale dell’Aitef - passa, soprattutto oggi, attraverso l’apertura del confronto quotidiano,
dentro i processi globali in atto
nel mondo esterno. Un sano pro-
cesso di modernizzazione deve
poter cogliere, potenziare e non
cancellare tutti i caratteri specifici di ogni comunità. Alla luce
della volontà di leggere l’emigrazione in relazione a questa
nuova realtà in movimento, il
ruolo dell’Associazione è quanto mai legato al doveroso assolvimento dell’obbligo istituzionale, oltre che politico e morale,
di dare voce, dignità e forza alle
domande ed ai bisogni di piena
partecipazione e parità di diritti
rivendicati dai nostri corregionali stabilmente insediati al di
fuori del territorio isolano. Un
supporto in tal senso dovrebbe
provenire dalla normativa regionale sull’emigrazione che, dal
gennaio del 1991, costituisce il
trait d’union tra la politica di governo locale e le comunità dei
Sardi all’Estero. Nata con
l’obiettivo di rafforzare i legami
con la popolazione emigrata, la
Legge quadro n. 7 si è distinta
prettamente per la matrice tipicamente assistenzialista e, con
gli anni, ha evidenziato il limitato raggio d’azione degli inter-
IL DOCUMENTO CONCLUSIVO
CHIEDE MAGGIOR IMPEGNO
A GOVERNO E PARLAMENTO
L’
Assemblea congressuale,
sentita introduzione del
Presidente onorario Giorgio Carta, la relazione del Presidente Alberto Pisano, del Consultore Roberto Erba, della
prof.ssa A Leone e F. Podda
(Università di Cagliari), le proposte del Segretario generale
Giovanni .Ortu ed il dibattito,
con voto unanime
RIBADISCE
- la necessità e l’urgenza che il
Parlamento adotti provvedimenti legislativi diretti ad attuare politiche in materia di previdenza e assistenza, diritti civili e
politici, scuola, lingua, cultura e
informazione, nonché ad istituire un tavolo di concertazione
tecnicopolitico tra Stato, Regioni, CGIE e Associazioni Nazio-
nali di Emigrazione, ed istituire
un fondo coofinanziato da Stato,
Regioni e CGIE;
- la inderogabile necessità
che il Consiglio regionale della Regione Autonoma Sardegna adotti provvedimenti legislativi che:
a) promuovano interventi infrastrutturali nei comparti stradali, portuale, energetico,
idrologico e fognario;
b) assicurino la crescita di
nuove imprese e di nuove imprenditorialità per ridurre la
disoccupazione e l’emigrazione giovanili;
c) istituiscano la Conferenza
permanente dei Sardi fuori dalla Sardegna, propedeutica alla
Conferenza triennale fra Stato,
Regioni e Cgie (L. 198/98);
d) estendano l’esercizio del
diritto di voto per c o r r i spondenza ai cittadini italiani
di origine sarda residenti all’estero in occasione delle elezioni del Consigho regionale e
l’attribuzione ad essi di una
rappresentanza pari a tre seggi;
e) attribuiscano risorse finanziarie specificamente, destinate alla valorizzazione del
ruolo dei giovani e delle donne
in emigrazione;
f) superino, in via definitiva,
le limitazioni imoste ai sardi
dalle condizioni di insularità
della Sardegna;
g) incentivino, la collaborazione tra la Regione,la Consulta, le Federazioni, i Circoli, le
Associazioni nazionali di emigrazione, i Comites ed il Cgie.
venti, indirizzati prevalentemente al sostentamento delle
strutture dell’associazionismo.
Per quanto al momento dell’entrata in vigore rappresentasse un
faro normativo per le altre Regioni italiane, soprattutto se inquadrata nell’innovativa logica
della tutela del mondo dell’emigrazione, mostra attualmente
una sempre minor valenza nell’offrire adeguate risposte alle
mutevoli esigenze del mercato
globale. Sollecitata da più parti
una revisione della legislazione
in materia di emigrazione, i tempi sembrano oramai maturi per
studiare strumenti a tema meno
legati alle superate dinamiche
migratorie del passato.
Libera da ogni connotazione a
carattere contingente - ha precisato il Presidente onorario dell’Aitef Sardegna Giorgio Carta la nuova normativa dovrà garantire soluzioni per consentire il
massimo di partecipazione democratica a tutti i sardi stabilmente residenti al di fuori del
territorio della regione. Nella riformulazione della legge si dovrà, inoltre, tener conto anche
del problema dell’immigrazione, mostrando una particolare
sensibilità dettata dall’esperienza diretta dei nostri familiari
che, per primi, hanno vissuto ed
affrontato situazioni similari.
La validità dell’originaria impiantistica andrà, comunque,
salvaguardata soprattutto in merito al riconoscimento dei circoli
extraeuropei. Spesso identificati come luoghi di “mai sopita
memoria”, individuale e collettiva, i 150 circoli sardi riconosciuti dalla Regione e sparsi in
ogni angolo del Mondo, oltre a
svolgere un’importante funzione di aggregazione sociale, si
connotano oggi per il notevole
impulso e stimolo nel trasmettere e scambiare cultura e risorse.
Singolare, in tale prospettiva di
interazione, il tentativo telematico del Prof. Paolo Biancu, docente di Economia nell’Università privata di Salvador de Bahia
(Brasile) che, utilizzando le potenzialità della rete internet, ha
fondato un circolo virtuale dedicato alla figura di Antonio
Gramsci quale pensatore e studioso italiano più conosciuto all’Estero.
Ai lavori del Congresso hanno
partecipato il Presidente nazionale dell’Aitef Filippo Caria, il
Segretario generale dell’Aitef
Giovanni Ortu, Roberto Erba in
qualità di membro della Consulta dell’emigrazione, Marco
Martis quale componente della
Filef, Efisio Etzi in rappresentanza della Federazione dei circoli sardi in Belgio ed il Presidente del circolo dei Sardi a Barcellona Raffaele Melis.
IL MESSAGGERO SARDO
30
GENNAIO 2002
N
on poteva cominciare
in modo migliore il
2002 per il Cagliari di
Nedo Sonetti. Dopo aver superato il Genoa, nell’ultima
partita del 2001, la squadra
rossoblù ha ottenuto altre due
vittorie ed un pareggio (esterno), conquistando così ben 10
punti in quattro partite. Una
sorta di record, dopo due stagioni davvero disgraziate che
hanno portato il Cagliari dalla
retrocessione in serie B, con
Ulivieri in panchina, alla piena
zona retrocessione del torneo
cadetto e al cambio di ben tre
allenatori in soli quattro mesi.
La cura Sonetti, insomma,
sta funzionando. Quando si
dice che il cambio dell’allenatore provoca, di solito, uno
scossone all’ambiente. Non
era successo con la coppia
Nuciari-Matteoli, subentrata
ad Antonio Sala dopo otto
giornate (nelle quali il “profeta”, così lo chiamavano a Siena, riuscì a ottenere soltanto
quattro punti, senza neanche
una vittoria), è successo invece alla vigilia di Natale, quando un Massimo Cellino sulla
via della disperazione ha deciso di chiamare un capitano di
lungo corso come Sonetti per
togliere la squadra sarda dalle
acque agitate della serie B. Si
potrebbe dire, con il solito
senno di poi, che Sala era un
allenatore troppo giovane e
poco esperto per guidare un
squadra blasonata, a questi livelli, come il Cagliari e che il
duo Nuciari-Matteoli fosse
troppo ben voluto dalla squadra per “farsi rispettare” o riuscire a tirar fuori dai singoli
giocatori quella “cattiveria”
giusta per invertire una rotta
che si stava facendo sempre
più pericolosa. Sta di fatto che
Sonetti (che al suo arrivo in
Sardegna ha subito rifiutato
l’etichetta di “sergente di ferro”) ha compiuto il “miracolo”. È riuscito, cioè, a far fare
a questa squadra tutto quello
che non era stata in grado di
fare negli ultimi due anni. Ha
ridato compattezza al gruppo,
assegnando ad ognuno un preciso ruolo. Ha ridisegnato la
formazione, optando per un 44-2 di ispirazione offensiva,
rilanciando la coppia d’attacco Cammarata-Suazo (che
sembrava sulla via della separazione dopo l’arrivo di Esposito) e proponendo sulle fasce
due giocatori tecnici e veloci
come Esposito e Lucenti. In
difesa ha promosso Modesto
sulla destra (ruolo che peraltro già Sala intendeva far ricoprire al corso) e trovato in Lopez e Cudini una coppia di
mastini insuperabili. A centrocampo ha ridato fiducia ad
Abeijon (quasi mai utilizzato
da tutti gli allenatori che si
sono alternati a Cagliari negli
ultimi tre anni) e Conti.
L’uruguaiano, un vero combattente che non si risparmia
mai, ha dimostrato di avere la
stoffa per fare il leader, mentre il romano figlio d’arte ha
smentito tutti gli scettici (e i
critici) prendendo per mano la
squadra e conducendola, con
la sua regia, ai risultati positivi. Mai Conti era riuscito a
giocare tre partite di seguito
oltre la sufficienza, Sonetti è
risucito anche in questo.
L’unico problema ha riguardato Grassadonia. E non
è una novità, purtroppo, dopo
i precedenti “casi” che hanno
visto protagonista il difensore
di origine campana. Sonetti
CALCIO
Il 2002 è
cominciato sotto
il segno del
riscatto.
I rossoblù
lasciano la zona
retrocessione
IL CAGLIARI DI SONETTI
RITROVA GIOCO E GOL
E RISALE LA CLASSIFICA
di Andrea Frigo
gli ha tolto la fascia di capitano, a vantaggio di Cammarata
e, dopo averlo fatto giocare
(per necessità) nella gara contro il Genoa, l’ha subito rispedito in panchina, proponendolo più che altro come alternativa a Modesto sulla destra, ruolo non propriamente suo. Grassadonia non l’ha presa bene e
ha chiesto di cambiare aria,
forte di un interessamento nei
suoi confronti dell’Udinese
dell’ex rossoblù Giampiero
Ventura. A chi non piacerebbe, d’altronde, tornare a calcare i palcoscenici della serie A?
I successi di Sonetti, poi, oltre che essere giunti in un momento delicato e decisivo della stagione, sono arrivati in un
contesto davvero difficile per
il Cagliari, costretto dal ricupero dell’ottava giornata e dal
giro di boa, a giocare una sola
partita in casa (se si eccettua
Cagliari-Palermo) nelle ultime cinque. Prima la doppia
trasferta di Cosenza ed Empoli, quindi la gara in casa con il
Genoa, poi di nuovo due trasferte di seguito, a Vicenza e
Messina. L’ultima gara del
mese di gennaio, prima della
sosta del torneo cadetto, ha
poi sancito il trionfo di Sonet-
ti, con il Cagliari che ha strapazzato il Palermo, aggiudicandosi nettamente il Derby
delle Isole.
Tre vittorie e un pareggio,
dicevamo, ottenuti senza alcun rinforzo, ma con gli stessi giocatori che avevano a disposizione anche i predecessori di Sonetti. Già, perché
nonostante il calciomercato di
riparazione sia cominciato il 2
gennaio, il presidente Cellino
e il neo direttore sportivo De
Nicola hanno deciso di attendere proprio la partita con il
Palermo e la sosta di fine
mese prima di agire. Sonetti
ha chiesto e ottenuto di poter
valutare, in queste prime gare
del nuovo anno, l’organico a
sua disposizione, per poi
eventualmente fare delle richieste. Al Cagliari, in questo
momento, risolti i problemi a
centrocampo (dove addirittura sono finiti in panchina due
“intoccabili” come Pinna e
Gorgone, che scalpitano per
ritrovare spazio fra i titolari)
serve un difensore (soprattutto se, come sembra, Grassadonia sarà ceduto) e un attaccante (circola il nome di Artistico, ex Torino, attualmente
fuori rosa nel Crotone).
La svolta tanto attesa di
questo negativo avvio di stagione, dunque, è arrivata a
poco prima di Natale. La vittoria al Sant’Elia con il Genoa
ha ridato fiducia e sollvetao il
morale del gruppo. L’insidiosa trasferta di Vicenza si è rivelata addirittura una partita
facile facile per i rossoblù che
non sono riusciti a portare a
casa l’intera posta soltanto
grazie alle prodezze dell’ex
Sterchele e dell’imprecisione
dei propri attaccanti. Uno 0-0
che sta molto stretto al Cagliari, capace, una settimana
dopo, di sbancare il difficile
campo di Messina. Si risveglia Suazo che con una doppietta, all’inizio e allo scadere del secondo tempo, regala
al Cagliari la prima vittoria
del 2002 e la certezza di essere finalmente usciti dal tunnel. Già perché la settimana
successiva è, finalmente, di
nuovo festa grande al Sant’Elia. Il pubblico continua a
scarseggiare, lo stadio (al centro di dispute accese sul suo
destino: c’è chi lo vorrebbe
demolire e ricostruire, chi invece soltanto ristrutturare; e
Cellino attende impaziente) fa
un po’ di tristezza a guardarlo
così, semi vuoto e con quella
Curva Sud chiusa per inagibilità. Ma il Cagliari, in campo,
dà spettacolo, come ai bei
tempi: un 4-0 non lo si vedeva
da anni (ed il risultato sarebbe
potuto essere ancor più rotondo se Suazo, nel finale, non
avesse sbagliato il terzo rigore concesso ai rossoblù, fallendo anche la personale doppietta). Vanno in gol tutti e
quattro i giocatori del reparto
offensivo – nell’ordine Cammarata, Suazo, Lucenti, Esposito – e non è un caso, visto la
fluidità della manovra e la sicurezza che Sonetti ha trasmesso
alla squadra. Se a questo si aggiunge l’ottimo periodo di forma che sta attraversando Pantanelli (che in avvio di partita ha
salvato la propria porta in più
occasione) e tutta la difesa,
ecco che si spiegano i 350 minuti di imbattibilità del portiere
rossoblù, la cui porta è inviolata dall’inizio del 2002.
Un altro piccolo “miracolo”
di… Sonetti.
IL MESSAGGERO SARDO
31
GENNAIO 2002
L
a leadership del basket
maschile sardo è sempre
più nelle mani del Capo
di Sopra. Il Banco di Sardegna
è capolista della B1 come un
anno fa e in B2 la migliore delle quattro rappresentanti isolane è il Porto Torres, matricola
che occupa il quarto posto. La
Pallacanestro Cagliari (quella
del presidente Bergamini, per
intenderci) e la Santa Croce
Olbia sono invece in ritardo,
ma stanno recuperando sulla
zona play off.
Vediamo il dettaglio dei vari
campionati.
B1 maschile - Se l’anno
scorso la Dinamo-Banco di
Sardegna era la grande favorita, in questa stagione tutt’al
più le avevano affibbiato il
ruolo di outsider. In estate il
presidente Dino Milia aveva
messo la società in vendita, sia
per i problemi economici sia
per le ultime delusioni (retrocessione ed eliminazione al
primo turno dei play off di
B1). Alla fine la famiglia Milia
è rimasta al comando con
l’aiuto di alcuni super tifosi e
ha saputo proporre una squadra che sta sorprendendo tutti.
I biancoazzurri (si è ritornati ai
colori originali) del confermato coach Massimo Bernardi
hanno chiuso il girone d’andata col primato solitario e hanno
conquistato un risultato storico
in Coppa di Lega (la Coppa
Italia della serie B): l’approdo
alle Final Four, la fase finale
che mette in palio il prestigioso trofeo. E a proposito della
Coppa: il Comune di Sassari si
è offerto di organizzare la due
giorni che assegnerà il trofeo e
ha buone possibilità di venire
accontentato dalla Lega.
Quel che conta è comunque
il campionato e il traguardo di
un ritorno in A2 che solo a settembre sembrava iraggiungibile. La squadra infatti ha cambiato molto e ha lasciato partire molti pezzi da Novanta:
Faggiano, Setti e Maran. Sono
rimasti inizialmente solo Emanuele Rotondo e il pivot Rifatti. In seguito è stato richiamato il lungo Fiasco perchè il cagliaritano Velluti è ritornato
alla base dopo un sollo giorno
di allenamento e l’alapivot Gironi ha lamentato problemi
alla schiena. Per il resto a parte l’ingaggio del centro Rolando (che ha ottenuto la promozione in A2 con Pavia) si è
puntato sui giovani: il play
Guarino (dall’Argenta) la
guardia D’Iapico (da Ragusa,
in A2) e il rientrante (dal Sant’Orsola, B2) Federico Rotondo, che sei anni fa aveva conosciuto persino il quintetto base
col Banco in A2 prima di essere relegato in panchina. Ciliegina sulla torta, la chiamata di
un italoargentino, Manuel Carrizo, capitano della nazionale
Under 22 dell’Argentina.
Il gruppo si è però amalgamato in fretta, grazie alla guida del coach Bernardi e alla
voglia di mettersi in mostra dei
giovani. Dopo la figuraccia rimediata all’esordio (sconfitta
per 68 a 46 sul campo della
Soresina) il Banco ha iniziato
a crescere e a macinare un’avversaria dopo l’altra. Sei vittorie di fila, la sconfitta sul campo della capolista Vigevano, e
poi sette successi consecutivi,
con vittorie pesantissime sui
campi delle favorite Firenze e
Padova, prima di cadere sul
campo della favorita Livorno.
All’inizio Sassari ha fatto vedere una difesa davvero erme-
SPORT
La squadra
sassarese ha
superato la crisi di
avvio campionato
In B2 in evidenza
il Porto Torres
IL RILANCIO DEL BASKET
IL BANCO DI SARDEGNA
CAPOLISTA IN B1
di Giampiero Marras
tica (uomo ma anche zona 3-2)
che incassava meno di 70 punti. In seguito si sono svegliati
gli attaccanti che hanno dato
una mano al solito Emanuele
Rotondo, anche quest’anno capocannoniere della B1 con 24
punti di media. Ottima la sua
intesa con l’argentino Carrizo
(16 punti ad incontro) che è un
vero uomo-squadra, capace di
far giocare bene gli altri e di
segnare nei momenti impor-
tanti. Dietro loro il talento offensivo di Fiasco (16 punti),
l’abilità difensiva dei lunghi
Rolando e Rifatti, la grinta del
siciliano D’Iapico e la regia di
Federico Rotondo e Guarino,
play complementari che finiscono per vincere quasi sempre il duello con gli avversari.
Certo l’esperienza ha insegnato che chiudere in testa la
prima fase conta poco, ma
questa squadra può crescere
ancora perché è giovane e ha
fame di successi. L’importante è arrivare al top della condizione fisica e mentale ad
aprile, quando scatteranno i
play off. L’importante è continuare ad essere umili e non
sentirsi appagati nemmeno
dopo le vittorie.
B2 maschile - Quella promozione sfiorata l’anno scorso
nei play off di C1 (sconfitta
nella finale) la Safisarda Porto
Torres l’ha ottenuta in estate
con la fusione con il Sant’Orsola di Sassari. La squadra allestita dal giovanissimo presidente Gianluigi Falchi è partita dalla scelta del coach Gianni Motzo (ex tecnico del Sant’Orsola femminile) ed è proseguita con gli arrivi del play
Ziranu (dal Banco) dell’alapivot Cupello e della guardia
Manca (dal Sant’Orsola) e di
una nutrita pattuglia di giovani argentini: i fratelli Pablo e
Demian
Filloy,
l’alapivot
Ghersetti e da ultimo il centro
Campana, che attende però ancora il visto.
L’avvio è stato impressionante: la formazione turritana
ha polverizzato le avversarie
in casa (spesso oltre i cento
punti) e piazzato qualche colpaccio in trasferta, tanto da
conquistare il primo posto. Al-
cuni infortuni nel mese di dicembre l’hanno fatta scivolare
al sesto posto, ma appena la
squadra ha ritrovato alcuni dei
suoi elementi (è ritornato pure
l’ala Samoggia) ha ripreso a
vincere ed è sempre nelle posizioni da podio.
Inizio travagliato invece per
la Pallacanestro Cagliari del
presidente Bergamini che ha
incassato troppe sconfitte, anche se nel frattempo maturavano i giovani Mastio e Ganguzza. Da dicembre in poi però la
band allenata da Gianclaudio
Sagredin ha iniziato a giocare
meglio e a vincere, ritrovando
il miglio Cossa (cecchino da
oltre 25 punti di media) e sfruttando l’esperienza di Velluti e
Di Gennaro sotto canestro. I
cagliaritani sono ientrati in
zona play off.
Ancora peggio è partita la
Santa Croce Olbia che con una
squadra rinnovata dove spiccavano il centro Gilardi (un
passato illustre in serie A1 con
Cantù) e Nobili a fare da
chiocce ai giovani Da Tome.
Il coach nuovo di zecca (Pietro
Carlini dal Sant’Orsola non è
riuscito ad amalgamare un
gruppo eterogeneo e incompleto e si è dimesso dopo sei
giornate (una sola vittoria) lasciando il posto al vice Roberto Samoggia che ha passato la
mano dopo quattro partite e
nessuna vittoria. A salvare la
baracca è stato chiamato Piero
Pasini, coach con grande esperienza di serie A (Reggio Emilia, Rimini, Brescia e Forlì alcune delle sue tappe) che si è
stabilito ormai in Sardegna (ha
allenato pure il Cagliari) e che
ha saputo dare un’identità alla
squadra e con i rinforzi presi in
gennaio (l’italoamericano Mc
Daniels e la guardia Zanatta)
ha dato spessore ad una rincorsa che può portare i galluresi
in zona play off promozione.
Chi non si muove è invece il
Basket Cagliari del presidente
Salis. Tra crisi economiche e
dirigenziali, la squadra affidata al coach Locci e un po’ improvvisata (sono rimasti sanguinetti e Massidda) ha vinto
solo una partita nel girone
d’andata ed è destinata alla retrocessione. Peggio, rischia di
scomparire dal basket evidenziando la crisi cagliaritana nel
basket maschile.
A2 femminile - Per una decisione incomprensibile le tre
formazioni sarde sono state inserite in due gironi diversi: da
una parte la Mercede Alghero
e dall’altra la Virtus Cagliari e
il Cus Cagliari. Il destino è rimasto comune: le nostre rappresentanti annaspano in zona
play out. Il Cus Cagliari è in
crisi tecnica, tanto che il coach
Beppe Muscas ha lasciato il
posto a Gigi Usai dopo cinque
sconfitte di fila. Scameroni,
Perseu, Cucchiara e Meloni si
dannano l’anima, ma le avversarie sono superiori. Va ancora peggio per la Virtus Cagliari di Sassaro, ultima in classifica. La squadra dove De Michele e Saccardo sono spesso
le cecchine non riesce ad uscire dalla mediocrità. Stesso discorso per la Mercede Alghero
del coach Lazzaro, formazione
costruita con molte giocatrici
continentali, anche se la sassarese Fabiana Pinna alla fine è
sempre la migliore realizzatrice. Troppo poco per aspirare a
qualcosa di più ambizioso che
non un posto decente nella griglia di partenza dei play out
salvezza.
IL MESSAGGERO SARDO
32
GENNAIO 2002
L
a maestria delle donne
nell’ornare con preziosi
ricami i capi più pregiati del costume e del corredo e
di trasformare in opere d’arte
i “bassorilievi” costruiti con
ago e filo. Il territorio e le
donne di Teulada protagonisti
della rappresentazione pittorica degli artisti sardi del Novecento.
Sono i temi delle due mostre
che caratterizzeranno la vita
culturale della cittadina costiera a circa 70 chilometri da
Cagliari rispettivamente nel
2002 e nel 2003.
I programmi promossi da
“Forma Urbis”, che controlla
la Sitas, società detentrice di
un intervento, approvato dai
competenti organi, per lo sviluppo turistico-ricettivo a
Capo Malfatano, sono stati
presentati a Cagliari, in una
conferenza stampa. Coadiutori del programma culturale,
affidato alla direzione scientifica della prof.ssa Caterina
Virdis Limentani, docente di
Storia dell’Arte nell’Università di Padova, il Circolo Culturale Sardo “Eleonora d’Arborea”, con sede a Padova, e
l’amministrazione comunale
di Teulada.
Le iniziative “Ricami e vecchi merletti” e “Teulada tutta
d’oro e di rosa”, che saranno
esportate in alcuni centri
d’Europa, sono state presentate in occasione della mostra
“Sul filo dell’Arte” che, allestita nel Centro culturale
“Exma’”, è stata visitata dal
Ministro per l’Attuazione del
Programma di Governo on.
Beppe Pisanu.
L’estate del 2002 - ha spiegato la prof.ssa Virdis - sarà
caratterizzata da un evento
culturale che creerà un’ulteriore continuità tra la valorizzazione del lavoro delle donne, a cui ci siamo rivolti anche
con l’esposizione di tessuti, e
le qualità artistiche delle loro
produzioni manuali. Chiederemo ad artisti contemporanei
dell’isola di progettare l’impiego del merletto e del pizzo
in ambiti meno tradizionali di
quelli a cui siamo abituati.
Una “sfida” che potrà avvalersi della scuola teuladina
che opera anche nel presente
con apprezzate “maestre di
filo” e con quanto la migliore
tradizione europea è riuscita a
creare.
Filet, sfilati e macramè non
sono infatti tecniche utilizzate solo in Sardegna, ma appartengono alla cultura europea.
Ne abbiamo trovato esempi di
qualità in Sicilia e a Genova
come a Venezia, Barcellona e
a Bruges.
200 lavori in mostra per far
conoscere l’arte del ricamo.
Ecco perché riteniamo che, attraverso i 200 lavori in mostra, si possa aspirare ad avere un palcoscenico europeo.
L’esposizione sarà dapprima
ospite a Teulada e, successivamente, circuiterà, attraverso il Coordinamento Donne
dei Circoli Sardi operante in
Europa, in Belgio e in Spagna.
Non bisogna dimenticare - ha
sottolineato Caterina Virdis che la scuola di Teulada vanta un curriculum secolare e di
alto lignaggio.
Perfino il servizio da the
delle bambole della Principessa Maria Pia di Savoia, oltre che alcuni “pezzi” del corredo delle giovani figlie dei
Re di Sardegna, avevano i
CULTURA
Due mostre
realizzate con la
collaborazione del
circolo di Padova
saranno allestite
nella cittadina
sulcitana e poi
gireranno in Belgio
e Spagna.
Il ministro Pisanu
alla presentazione
dell'evento
IL RICAMO E L'ARTE
PER FAR CONOSCERE
TEULADA IN EUROPA
di Maria Grazia Caligaris
merletti teuladini. Non tutti
sanno inoltre che le ricamatrici sarde hanno addirittura innovato il ricamo con il cosiddetto “punto Teulada”.
Si tratta di una particolare
variante del punto annodato e
incrociato che ha come caratteristica di impegnare solo superficialmente le trame, sicché il rovescio del lavoro permette di intravedere il filo
solo in trasparenza.
La mostra itinerante, che
SUL FILO DELL'ARTE
TESSITURE D'ARTISTA
IN SARDEGNA
Q
uaranta pezzi dedicati alla
tessitura realizzati nell’isola negli anni Cinquanta del secolo scorso, su disegno di importanti artisti locali, hanno caratterizzato la
mostra “Sul filo dell’Arte: tessiture d’artista in Sardegna”.
Progettata da “Forma Urbis”,
l’esposizione, curata da Caterina Virdis Limentani, è stata
ospite della Casa Baronale
Sanjust di Teulada dal 25 agosto al 29 settembre. Successivamente, in considerazione del
consenso ottenuto, l’esposizione è stata allestita nel Centro
d’Arte “Exma’” di Cagliari
dove è rimasta a disposizione
del pubblico dal 26 ottobre al 7
dicembre 2001.
La rassegna, che ha proposto
una riflessione sui cambia-
menti determinati nell’artigianato artistico, dall’opera di
Eugenio Tavolara e Mauro
Manca, ha proposto opere provenienti da collezioni pubbliche, come l’ISOLA e il Museo
“Sanna” di Sassari e quello
delle Tradizioni Popolari di
Nuoro, nonché private. Insieme ad arazzi, tappeti e tessuti
disegnati, tra gli altri, da Maria
Lai e Aldo Rossi, Francesco
Balzano, Niki Berlinguer, Tonino Casula, Paola Dessy, Giuliana Fanelli e Giovanna Secchi, oltre ai maestri Tavolara e
Manca, la mostra ha presentato anche una sezione storica
per raccontare l’origine del disegno. Ha completato il lavoro
il catalogo con un saggio della
curatrice dell’esposizione.
MGC
sarà allestita nel Palazzo Baronale di Teulada proporrà
esempi scelti sulla base delle
caratteristiche tecniche e della qualità provenienti, quindi,
da diverse aree europee.
Fra gli Enti coinvolti il Museo Correr di Venezia, il Musèe historique des Tissus di
Lione, lo Stedelijkmuseum
Arentshuis di Bruges, oltre
che il Museo della vita e delle
tradizioni popolari di Nuoro e
l’Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigiano. Una sezione sarà dedicata anche ai
libri antichi che illustrano i
ricami.
Per quanto riguarda l’esposizione progettata per il 2003,
occorre fare - ha spiegato la
prof.ssa Virdis - una ricerca
per trovare il materiale più
idoneo. Data la ricchezza esistente, non sarà difficile reperirlo.
Pensiamo alle opere di Cesare Cabras, Tarquinio Sini e
ad altri significativi nomi dell’arte sarda del Novecento. Il
titolo richiama le parole di
Giuseppe Biasi che, nel 1910,
in compagnia di Mario Mossa
Demurtas, in occasione di un
viaggio, scoprì Teulada “tutta
d’oro e di rosa, distesa pigramente come un’odalisca stanca”. Alla cittadina Biasi dedicò dipinti di straordinario fascino, in cui compaiono le ragazze avvolte di veli e broccati. Con queste opere in qualche modo è stata fissata l’immagine del paese.
La mostra esporrà disegni,
incisioni e dipinti provenienti
da collezioni pubbliche e private che hanno colto nell’incanto del clima, nella grazia
delle architetture, nel sapore
delle consuetudini locali e
nell’innata eleganza degli
abitanti più che un pretesto
per creare significative icone
e fare di questo paese una delle immagini più emblematiche della cultura tradizionale
della Sardegna.
Ruolo da protagonista per il
circolo di Padova “Eleonora
D’Arborea”. L’impegno assunto dal Circolo di Padova ha sottolineato la Presidente
Serafina Maxia - non si esau-
risce con il sostegno alla realizzazione della mostra. La
nostra realtà, che conta 200
iscritti originari dell’isola in
un contesto dove i nati in Sardegna risultano complessivamente 700, rappresenta una
significativa presenza nel tessuto sociale di Padova e del
territorio del Veneto. Abbiamo attivato un gemellaggio
con la città di Cagliari che si
concretizzerà nel 2002 con la
partecipazione alla Festa di
Sant’Antonio.
Nell’ambito della manifestazione religiosa, infatti, viene annualmente allestita una
Fiera espositiva curata dall’Associazione degli Industriali di Padova. Lo spazio
del 2002 sarà messo a disposizione di Cagliari e della Sardegna. Si realizzerà quindi un
ponte tra la realtà del Nord Est
d’Italia, dove opera una comunità molto attenta e ben inserita nel territorio, e l’isola
di cui il Circolo è espressione.
Un modo concreto per contribuire a dare rilievo alla nostra
terra d’origine di cui condividiamo le radici culturali e le
aspirazioni a farsi conoscere
ed apprezzare.
Un altro progetto - ha detto
ancora Serafina Maxia - riguarda le scuole superiori del
Veneto e dell’isola. È, infatti,
stato allestito un programma
per presentare una rassegna di
teatro classico cui sono stati
invitati anche i giovani dei Licei isolani. Il mondo della
scuola rappresenta un ambito
straordinario di integrazione
culturale e di opportunità di
scambio.
Riteniamo che i giovani
possano attivare rapporti di
reciproca conoscenza in grado
di abbattere qualunque barriera e di dare significato alle
culture specifiche. Ecco perché attribuiamo una valenza
positiva a questo progetto. La
politica promossa dalla Federazione delle Associazioni dei
Sardi in Italia (FASI) è incentrata sull’apertura e la collaborazione.
Noi abbiamo inteso questo
impegno - ha concluso la Presidente del Circolo “Eleonora
d’Arborea” - come momento
di scambio e di supporto alla
conoscenza reciproca e alla
valorizzazione della cultura
di pensiero e materiale. I ricami e i pizzi, inoltre, consentono di dare maggiore visibilità
alle donne, una delle componenti fondamentali nell’emigrazione sarda di tutti i tempi,
che non viene quasi mai adeguatamente tenuta in considerazione.
Il primo impatto con “Forma Urbis” - ha sottolineato il
Sindaco di Teulada Salvatore
Mocci - è nato sulla base dell’interesse manifestato dalla
società per un’area, quella di
Capo Malfatano, di particolare rilievo paesaggistico ed
ambientale. L’amministrazione ne ha voluto valutare le intenzioni sulla base di un Piano
Urbanistico che punta sulla
qualità dell’intervento e sulla
cultura locale.
Con queste iniziative culturali, che proiettano Teulada e
le tradizioni della cittadina al
di fuori dell’ambito nazionale,
il progetto sembra solidamente avviato alla valorizzazione
del territorio e della realtà di
riferimento. Da questo punto
di vista esprimiamo un plauso
e attendiamo la concreta proposta di urbanizzazione.